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{{Avvisounicodend}}
{{nota disambigua|la città dell'Argentina|Villa Castelli (La Rioja)}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Villa Castelli
|Panorama =Municipiovillacastelliunità d'italiaVillacastelli3.jpg
|Didascalia =
|Bandiera = Villa Castelli-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Villa Castelli-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado 2 = Brindisi
|Amministratore locale =Vitantonio CaliandroGiovanni Barletta
|Partito = [[lista civica]] CaliandroDiventerà bellissima
|Data elezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2019#Villa Castelli|30-5-2019]]
|Data elezione=25/05/2014
|Data rielezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2024#Villa Castelli|9-6-2024]]
|Data istituzione=
|Data istituzione = 1926
|Altitudine=251
|Sottodivisioni = [[Monte Scotano]], [[Pezza Petrosa]], [[Antoglia]], [[Battaglia (Villa Castelli)|Battaglia]], [[Sciaiani]], [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]], [[San Barbato Lamie]]
|Superficie=35.15
|Divisioni confinanti = [[Grottaglie]] ([[provincia di Taranto|TA]]), [[Martina Franca]] (TA), [[Francavilla Fontana]], [[Ceglie Messapica]]
|Note superficie=
|Zona sismica = 4
|Abitanti=9260
|Gradi giorno =
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|AggiornamentoNome abitanti =31-12-2010 castellani
|Patrono = Sacro cuore di Gesù e Madonna della Fontana
|Sottodivisioni=[[Monte Scotano]], [[Pezza Petrosa]], [[Antoglia]], [[Battaglia (Villa Castelli)|Battaglia]], [[Sciaiani]], [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]], [[San Barbato Lamie]].
|Festivo = 2 ottobre
|Divisioni confinanti=[[Grottaglie]] (TA), [[Martina Franca]] (TA), [[Francavilla Fontana]], [[Ceglie Messapica]]
|PIL =
|Prefisso=[[0831]]
|PIL procapite =
|Targa=BR
|Mappa = Map of comune of Villa Castelli (province of Brindisi, region Apulia, Italy).svg
|Zona sismica=4
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Villa Castelli nella provincia di Brindisi
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=villacastellani
|Patrono=Sacro cuore di Gesù, Madonna della Fontana
|Festivo=2 ottobre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Villa Castelli (province of Brindisi, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Villa Castelli nella provincia di Brindisi
}}
 
'''Villa Castelli''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 9260{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Brindisi]] in [[Puglia]].
 
Il suo territorio corrisponde alla parte sud-occidentale dell'altopiano delle [[Murge]] al confine tra il [[Salento]] e la [[Vallevalle d'Itria]]. È parte della [[trullo|Murgia dei [[trullo|trulli]], del [[Parcoparco naturale Terra delle Gravine]]<ref>legge regionale 20/12/2005</ref>, dell'[[Arcoarco Ionicoionico tarantino]] e della [[Sogliasoglia messapica]].
 
== Geografia fisica ==
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Il territorio comunale si estende per 34,58&nbsp;km² nella la parte sud-occidentale dell'altopiano delle [[Murge]], tra la [[valle d'Itria]] e il [[Salento]], in una zona collinare al confine con la [[pianura salentina]].
 
Il comune si trova a 30&nbsp;km da [[Taranto]] a circa 45&nbsp;km da [[Brindisi]]; confina con l{{'}}''Isola amministrativa'' della città di [[Taranto]] ''1 E'' (distanza 3&nbsp;km), [[Grottaglie]] (distanza 5&nbsp;km), [[Ceglie Messapica]] (8&nbsp;km), [[Francavilla Fontana]] (12&nbsp;km) e [[Martina Franca]] (16&nbsp;km).
 
==== Orografia ====
Buona parte del centro abitato è sito in area collinare e poggia su un orlo di scarpata, tra i colli Fellone, [[Monte Scotano (colle)|Scotano]] e [[Monte Castello (Murge)|Castello]], che costituiscono l'85% del territorio.
[[File:Grotta monte scotano.jpg|thumb|[[grotta di Montescotano]]]]
Buona parte del centro abitato è sito in area collinare e poggia su un orlo di scarpata, tra i colli Fellone, Scotano e Castello, che costituiscono l'85% del territorio.
I colli fanno parte dell'altopiano delle [[Murge]] e come questo formati da calcare di Altamura alternato a limitate formazioni di [[Calcare|calcari]] [[Dolomite|dolomitici]] e di depositi di sabbie calcaree poco cementate, per lo più nelle zone discendenti.
Le frazioni situate in zona pianeggiante sono [[San Barbato Lamie]] e Pezza delle Monache Centrale, nelle immediate vicinanze di Grottaglie, e coprono il 15% del territorio comunale.
* [[Classificazione sismica]]:<ref>{{Cita web|1=http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione2006_perRegione.pdf|accesso=25 giugno 2009|titolo= Classificazione sismica dei comuni italiani (a cura della Protezione Civile)|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100601071950/http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione2006_perRegione.pdf#|dataarchivio=1º giugno 2010|urlmorto=sì}}</ref> zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
 
==== Speleologia ====
Sono presenti alcune [[Grotta|grotte]] naturali:<ref>{{Cita web|1=http://www.fspuglia.it/CatastoGrotte_naturali_elenco_2008.htm|accesso=8 luglio 2009|titolo= Catasto delle cavità naturali della Puglia- a cura della Federazione Speleologica Pugliese|dataarchivio=4 febbraio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220204100710/http://www.fspuglia.it/CatastoGrotte_naturali_elenco_2008.htm|urlmorto=sì}}</ref> la [[grotta di Montescotano]]<ref>S. Laddomada, "L'attività del gruppo speleologico martinese nella Murgia", in ''Murgia Sotterranea. Bollettino del Gruppo speleologico martinese'', 2, .</ref>, la [[grotta di Facciasquata]]<ref>S. Laddomada, "Le grotte del territorio di Villa Castelli", in ''Paese'',1,3, 1985.</ref>, le grotte di [[grotta Barcari|Barcari]] e di [[Grotta di Malecantone|Malecantone]], la [[grotta Cuoco]], la [[grotta Monte Fellone]]<ref>F. Rittatore Vonwiller, "La grotta di Monte Fellone", in ''La Veneranda Anticaglia'', Milano 1965</ref> abitata dal [[Neolitico]] al [[III secolo]]<ref>A. Soffredi, "La seconda campagna di scavi nella Grotta di Monte Fellone", in ''La veneranda Anticaglia'', Milano 1966.</ref> e la grotta del Sacramento.<ref>L. Morleo, ''Cenni geologici su Villa Castelli'', opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli</ref>.
 
Nella grotta di Montescotano furono rinvenute numerose [[lucerna|lucerne]] di età romana, che hanno fatto supporre la presenza di rituali religiosi tra il [[II secolo a.C.|II]]III e il [[IIIII secolo a.C.]]
 
==== Idrografia ====
Il corso d'acqua più importante nasce dalla [[sorgente]] sita in contrada [[Antoglia]], nell'agro di Villa Castelli, detta ''Fonte Strabone'', ma nota nella documentazione antica come ''Fonte dei Grani''. La sorgente dà origine al [[Canale Reale]] che sgorga a nord della chiesa di Santa Maria dei Grani, nel territorio di [[Francavilla Fontana]] e dopo un percorso di quasi 40&nbsp;km attraverso i territori dei comuni di [[Oria]], [[Latiano]], [[San Vito dei Normanni]] e [[Carovigno]] sfocia nell'oasi di [[Torre Guaceto]].
[[File:Sorgente canale reale.jpg|thumb|sorgente del [[Canale Reale]]]]
Il corso d'acqua più importante nasce dalla [[sorgente (idrologia)|sorgente]] sita in contrada [[Antoglia]], nell'agro di Villa Castelli, detta ''Fonte Strabone'', ma nota nella documentazione antica come ''Fonte dei Grani''. La sorgente dà origine al [[Canale Reale]] che sgorga a nord della chiesa di Santa Maria dei Grani, nel territorio di [[Francavilla Fontana]] e dopo un percorso di quasi 40&nbsp;km attraverso i territori dei comuni di [[Oria]], [[latiano]], [[San Vito dei Normanni]] e [[Carovigno]] sfocia nell'oasi di [[Torre Guaceto]].
 
=== Biohabitat ===
==== Flora ====
La vegetazione si compone di [[Oliveto|oliveti]] e [[Quercus|querceti]] alternati a tratti di [[macchia mediterranea]]. Nelle vallate intercollinari si trovano legnami pregiati, funghi, [[Corbezzolo|corbezzoli]], [[Myrtus communis|mirti]], [[Carrubo|carrubi]].
 
La [[gravina (geologia)|gravina]], facente parte del [[Parco naturale Terra delle Gravine|parco naturale regionale Terra delle Gravine]]<ref>Parco naturale Terre delle Gravine, istituito con la legge regionale n.18 del 20 dicembre 2005</ref>, costituisce il giardino botanico comunale, ricco di macchia mediterranea e di altre piante endogene.
 
In contrada Monte Scotano si trova il ''Bosco dei tordi'', su una superficie di circa di due ettari, dove si trovano [[Leccio|lecci]] e [[Roverella|roverelle]] centenari; il [[sottobosco]] è costituito da macchia mediterranea.
 
==== Fauna ====
La fauna è caratterizzata dalla presenza di [[Lepus (genere)|lepri]], [[Vulpes vulpes|volpi]], [[Erinaceus europaeus|ricci]] (specie protetta), [[Chiocciola|chiocciole]], [[Falco|falchi]], [[pettirosso|pettirossi]], [[Turdus philomelos|tordi]], [[Turdus merula|merli]] (compresi i rari merli dal becco giallo, considerati specie protetta), [[Rondine|Rondini]] e diversi rapaci notturni [[Athene noctua|civetta]], [[Asio otus|gufo]], [[assiolo]] e [[barbagianni]] e [[pipistrelli]] che trovano rifugio nelle numerose grotte.
 
=== Clima ===
Il clima del territorio comunale è, come per il resto dell'arco ionico-tarantino e delle [[Murge]], tipicamente [[Clima mediterraneo|mediterraneo]], con [[inverno|inverni]] miti ed [[estate|estati]] temperate. Le temperature medie in inverno registrano valori di 4-6&nbsp;°C, nelNel mese di gennaio si registrano minimi negativi e nevicate. In estate si hanno temperature medie intorno ai 30&nbsp;°C. Le precipitazioni sono abbondanti.
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]:<ref>{{Cita web|1=http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|accesso=25 marzo 2007|titolo= Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127140928/http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|dataarchivio=27 gennaio 2010}}</ref> zona C, 1286 [[Gradi giorno|GG]]
 
Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano a Villa Castelli.
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| style="background: #2288BB; text-align:center;" | 72,3
|}
 
== Origini del nome ==
il toponimo ''Castellum Caeje'' è documentato dall'XI secolo come territorio confinante con [[Ostuni]], comprensivo di [[Ceglie Messapica]] e di gran parte di Villa Castelli. Pertanto la storia del centro dalla sua origine ascrivibile al sito di [[Pezza Petrosa]], sino all'[[alto Medioevo]] segue le vicende e ricade sotto al dominio di [[Ceglie Messapica|Ceglie]]. Nel XIV secolo la presenza di strutture di fortificate giustifica la qualifica di ''Castellum''. Dal XVII secolo emerge nelle fonti il toponimo ''Monte Castelli'' e nel XVIII secolo ''li Castelli'', a cui è aggiunto ''Villa'', nel senso di borgo, già prima dell'indipendenza da [[Francavilla Fontana]] della quale era frazione.
 
== Storia ==
=== Origini ===
{{vedi anche|Pezza Petrosa}}
{{Nota
|allineamento = sinistra
|larghezza = 200px
|titolo = ''Etimologia del nome''
|contenuto = il toponimo ''Castellum Caeje'' è documentato dall'[[XI secolo]] come territorio confinante con [[Ostuni]], comprensivo di [[Ceglie Messapica]] e di gran parte di Villa Castelli. Nel XIV secolo la presenza di strutture di fortificate giustifica la qualifica di ''Castellum''. Dal [[XVII secolo]] emerge nelle fonti il toponimo ''Monte Castelli'' e nel [[XVIII secolo]] ''li Castelli'', a cui è aggiunto ''Villa'', nel senso di borgo, già prima dell'indipendenza da [[Francavilla Fontana]]}}
[[File:Museo villa castelli.jpg|thumb|Ceramiche risalenti al [[IV secolo a.C.]] rinvenute presso il sito archeologico di [[Pezza Petrosa]] e conservate presso il museo archeologico comunale]]
Sulle origini della presenza umana era stato teorizzato uno stanziamento nel territorio di gruppi di [[Arii]] e di [[Liguri]]<ref>C. Cafforio, ''Prehistoria di Rudiae Tarantina'', Taranto 1938</ref>. Per la [[preistoria]] sono stati accertati almeno tre nuclei insediativi nel territorio, uno a [[Monte Scotano]], un altro a [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]] e un ultimo, più noto, a [[Pezza Petrosa]]. Nel caso di Monte Fellone, l'allevamento di cavalli risale al neolitico, fenomeno alquanto raro per il Sud Italia e quasi unico in [[Puglia]].<ref>Augusto Azzaroli, An early history of horsemanship, ed. Brill, Leiden 1985, p.129</ref>. Il territorio presenta, inoltre, numerose [[Specchia (megalite)|specchie]], in corrispondenza di confini tra i territori [[messapi]] e [[Storia di Taranto|tarantini]]<ref>G. Neglia, Il fenomeno delle cinte di Specchie nella penisola salentina, Edizioni Adriatica, Bari 1970</ref>.
 
[[File:Museo villa castelli.jpg|thumb|Ceramiche risalenti al IV secolo a.C. rinvenute presso il sito archeologico di [[Pezza Petrosa]] e conservate presso il museo archeologico comunale]]
I ritrovamenti nella [[grotta di Facciasquata]] degli inizi degli [[Anni 1970|anni settanta]] attestano la frequentazione umana in epoca [[Neolitico|neolitica]] e nell'[[età del bronzo]]. Altri ritrovamenti databili tra il [[II secolo a.C.]] e il [[III secolo]] d.C. si sono avuti presso la [[grotta di Montescotano]], compresa una "sala delle lucerne"<ref>D. Coppola, La grotta cultuale di Monte Scotano ed i resti dell'insediamento antico, in " Murgia Sotterranea ", 1, 1979.</ref>, un possibile luogo di [[Religione romana|culto romano-pagano]]<ref>S. Laddomada, L'attività del gruppo speleologico martinese nella Murgia, in Murgia Sotterranea, Bollettino del Gruppo Speleologico Martinese, Anno II, Martina Franca; S. Laddomada, Le grotte del territorio di Villa Castelli, in Paese, Villa Castelli, I, n.3, 1985</ref>.
Sulle origini della presenza umana era stato teorizzato uno stanziamento nel territorio di gruppi di [[Arii]] e di [[Liguri]]<ref>C. Cafforio, ''Prehistoria di Rudiae Tarantina'', Taranto 1938</ref>. Per la [[preistoria]] sono stati accertati almeno tre nuclei insediativi nel territorio, uno a [[Monte Scotano]], un altro a [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]] e un ultimo, più noto, a [[Pezza Petrosa]]. Nel caso di Monte Fellone, l'allevamento di cavalli risale al neolitico, fenomeno alquanto raro per il Sud Italia e quasi unico in [[Puglia]].<ref>Augusto Azzaroli, ''An early history of horsemanship'', Brill, Leiden 1985, p. 129.</ref>. Il territorio presenta, inoltre, numerose [[Specchia (megalite)|specchie]], in corrispondenza di confini tra i territori [[messapi]] e [[Storia di Taranto|tarantini]]<ref>G. Neglia, ''Il fenomeno delle cinte di Specchie nella penisola salentina'', Edizioni Adriatica, Bari, 1970.</ref>.
 
Il sito sorge al confine tra gli antichi territori di [[Taranto]] e [[Ceglie Messapica]], vista la presenza di ceramiche messapiche e del luogo di culto del [[Monte Scotano|Montescotano]], si può affermare con certezza che il sito fu fondato dai cegliesi di [[Kailia]] e solo in una fase anteriore al 413 a.C. fu conquistato dai Tarantini.
 
Lungo l'antica via che collegava [[Taras (città antica)|Taras]] a [[Kailia]] sorgevano difatti vari luoghi di culto, Monte Vicoli, Abate Nicola, Facciasquata, Monte Scotano, in questo contesto il sito di Pezza Petrosa era parte fondamentale del sistema difensivo di Ceglie.
 
Il sito archeologico più studiato del territorio comunale è sito in località [[Pezza Petrosa]] dove è stata rinvenuta una necropoli, costituita da oltre trenta tombe, datata al [[IV secolo a.C.|IV]]-[[III secolo a.C.]], con corredi funerari costituiti da reperti di [[ceramica]] decorata, statuette della dea dell'agricoltura [[Demetra]], oggetti in [[bronzo]], attualmente depositati in parte presso il [[Museo nazionale archeologico di Taranto]] ed in parte presso il museo civico comunale. Gli scavi hanno identificato nei pressi del sito, resti di un abitato, con possibili tracce di mura difensive [[Opera quadrata|in blocchi]], datati a dopo la metà del [[IV secolo a.C.]] L'abitato fortificato potrebbe riferirsi ad un villaggio dei [[Messapi]] divenuto dopo la conquista da parte di Taranto un ''[[phrourion]]'', avamposto militare, del sistema difensivo [[Taranto|tarantino]].
In passato era stata ipotizzata un'identificazione dei resti archeologici con la città di ''[[Rudiae]]'' patria di [[Quinto Ennio]]<ref>L'identificazione del sito di Pezza Petrosa con ''Rudiae'' risale agli anni trenta: [[Ciro Cafforio]], ''Preistoria di Rudiae tarantina'', Taranto, 1938, ed è stata recentemente riproposta: P. Scialpi, ''I Mirandoni'', edizioni Pugliesi, Bari, 2005.</ref>. Pochi metri a nord della necropoli, sono state rinvenute tracce di una cisterna di età [[Alto medioevo|altomedievale]].
 
=== Medioevo ===
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[[File:Follis-Constantine VII and Zoe-sb1758.jpg|thumb|Moneta medievale (X secolo) raffigurante [[Costantino VII Porfirogenito]]]]
[[File:Torre Dell'Antoglietta.gif|thumb|left|Torre [[Antoglia]].]]
Nel corso del [[Medioevo]] il fortilizio, presso il quale sorgeva un piccolo casale, si trovava al limite tra i territori [[longobardi]] e [[Impero bizantino|bizantini]], costantemente in conflitto tra loro, ed apparteneva alla ''gualda'' del feudo di [[Oria]]<ref>G. Musca (a cura di), ''Uomo e ambiente nel Mezzogiorno normanno-svevo'', atti delle ottave Giornate normanno-sveve, Bari, 20-23 ottobre 1987, Dedalo ed., Bari 1989, p. 33.</ref>. Tra [[IX secolo|IX]] e [[X secolo]] l'intero territorio è sottoposto alle incursioni [[Saraceni|saracene]]. Nell'[[869]] interviene nel [[Storia di Oria|feudo di Oria]] l'imperatore [[Ludovico II il Giovane]] in funzione anti-saracena. Tuttavia nell'[[880]], l'area è sotto il controllo dell'imperatore bizantino [[Basilio I]], che si masturbava alle 12.00 e alle 18.00. Il territorio di Oria è affidato al [[Protospatario]] [[Gaideris di Benevento]], principe longobardo in esilio, sostenuto dallo [[strategos]] bizantino Gregorio. Per il domino bizantino una piccola traccia archeologica è una moneta del [[X secolo]] raffigurante l'imperatore bizantino [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino VII]] rinvenuta in località [[Pezza Petrosa]].
 
Nel [[1055]] [[Oria]] fu conquistata dai [[Normanni]] guidati dal conte [[Umfredo d'Altavilla]] ed il territorio dell'attuale Villa Castelli entrò a far parte della signoria normanna del [[principato di Taranto]]. È in età normanna che compare per la prima volta negli atti notarili il toponimo di ''Castellum Caeje'', indicante un territorio fortificato tra [[Oria]] e [[Ostuni]], l'attuale Ceglie Messapica. Comunque la presenza di opere di fortificazione nel territorio dell'attuale Villa Castelli, costruite o divenute rilevanti solo a partire dal periodo [[Angiò|angioino]] e dal [[Regno d'Aragona|aragonese]], spiega la qualifica di ''Castella''<ref>R. Licinio, ''Castelli medievali, dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò'', Dedalo editrice, Bari 1994</ref>.
A sud di Monte Castello sorgeva il casale di S. Maria dei Grani, dove successivamente si edifica la [[Chiesa di Santa Maria dei Grani]]. Il casale era tenuto durante il regno di [[Federico II di Svevia|Federico II]] a contribuire alla manutenzione del castello di [[Oria]]<ref>B. Ligorio, Federico II. Ebrei, castelli e ordini monastici in Puglia nella prima metà del XIII secolo, prefazione di S. Bernardi, Artebaria ed., Martina Franca 2011, p. 57</ref>.
Nella seconda metà del [[XIII secolo]] era in possesso di [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]] [[Glicerio de Persona]] che parteggiò per [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]] contro gli [[Angiò|angioini]] e con la vittoria di [[Carlo I d'Angiò]] fu messo a morte nel castello di [[Brindisi]] insieme ai figli nel [[1269]].
Nel [[XIV secolo]] il tessuto urbano dell'odierna Villa Castelli era segmentato in piccoli nuclei insediativi tra i quali Montescotano, Montefellone, il casale che sorgeva attorno alla Torre degli Antoglietta e il nucleo di Castelli.
 
La presenza di opere di fortificazione nel territorio dell'attuale Villa Castelli, costruite o divenute rilevanti solo a partire dal periodo [[Angiò|angioino]] e dal [[Regno d'Aragona|aragonese]], spiega la qualifica di ''Castella''<ref>R. Licinio, ''Castelli medievali, dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò'', Dedalo editrice, Bari, 1994.</ref>. A sud di Monte Castello sorgeva il casale di S. Maria dei Grani, dove successivamente si edifica la [[chiesa di Santa Maria dei Grani]]. Il casale era tenuto durante il regno di [[Federico II di Svevia|Federico II]] a contribuire alla manutenzione del castello di [[Oria]]<ref>B. Ligorio, ''Federico II. Ebrei, castelli e ordini monastici in Puglia nella prima metà del XIII secolo'', prefazione di S. Bernardi, Artebaria, Martina Franca, 2011, p. 57.</ref>.
Nel [[1307]] i ''di Natoli'' (de Nanteuil o Nantoil), che poi modificarono il loro nome in ''dell'Antoglietta''<ref>Dal [[1812]] Carducci Agustini Dell'Antoglietta, in seguito al matrimonio di Cataldo Carducci Agustini, barone di Monteparano e cavaliere di Malta, con Saveria dell'Antoglietta, figlia di Lelio e Marianna, marchesi di Fragagnano</ref>, presero possesso delle terre dell'ampio feudo di [[Oria]] e della piccola ''[[Università del Regno|universitas]]'' di [[Francavilla Fontana]]. Nel [[1307]] il [[Principato di Taranto|principe di Taranto]], [[Principato d'Acaia|principe d'Acaia]] e [[impero latino|Imperatore di Costantinopoli]], [[Filippo I d'Angiò]] concesse a Filippo de Nantolio ''...licentiam munendi ipsam terram vestram muris, turribus, fossatis et aliis munitionibus oportunis ad honorem et fidelitatem reginalem et nostram a nobis suppliciter petistis...''<ref>(Doc. XII A. Primaldo Coco, Francavilla Fontana nella luce della Storia, Congedo edit (rist. anast.) Galatina 1988, ed orig. Taranto 1941): Primaldo Coco lesse male la pergamena trascrivendo la data 1364{{citazione necessaria|, ma essendo morto il principe Filippo nel 1332, il riferimento cronologico: ''imperii et principatus nostri anno primo'' si riferisce alla nomina di principe di Acaia 1307}}</ref>. Per tutta la durata della loro signoria i feudatari Natoli richiesero un aumento della pressione fiscale solo sul clero e sulle famiglie ricche con l'introduzione di uno "stallio" al fine di un svolgere un forte sviluppo dell'attività di edilizia militare difensiva, con vaste opere di fortificazione atte ad un più sicuro controllo del territorio ristrutturando l'antico forte (oggi municipio) e costruendo ex novo alcune torri nel feudo compresa quella dell'[[Antoglia]]. I Signori di Natoli procedettero inoltre a creare un forte incremento della produttività nel settore dell'economia agricola di tutto il territorio<ref>P. Palumbo, Storia di Francavilla Fontana, Arnaldo Forni Editore (Ristampa dell'edizione del 1901) p.39.</ref>.
 
Nel XIV secolo il tessuto urbano dell'odierna Villa Castelli era segmentato in piccoli nuclei insediativi tra i quali Montescotano e Montefellone (ricadenti in feudo di Ceglie) il casale che sorgeva attorno alla Torre degli Antoglietta (feudo di Francavilla) il nucleo di Castelli (spartito tra il feudo di Fracavilla e quello di Ceglie).
 
=== Età moderna ===
[[File:Joannes Bernhardinus Bonifacius.jpg|thumb|upright=0.7|Ritratto dell'umanista [[Giovanni Bernardino Bonifacio]] Duca di [[Oria]]]]
[[File:Ungaro.jpg|thumb|left|upright=0.7|Arma della famiglia Ungaro]]
[[File:Castello di Villa Castelli interno.jpg|thumb|left|atrio del palazzo ducale]]
 
Nel [[1455]] Giacomo Dell'Antoglietta cedette il casale. insieme a [[Francavilla Fontana]], a [[Giovanni Antonio Orsini Del Balzo]] in cambio di vasti possedimenti a [[Fragagnano]]<ref>Primaldo Coco, ''Villa Castelli, vicende feudali e comunali di Villa Castelli'', in ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Giornale d'Italia]]'', a. 41 u. 130.</ref>.
 
Il 7 settembre del [[1500]] [[Federico I di Napoli|Federico d'Aragona]] concesse il possesso del marchesato di [[Oria]] a Roberto Bonifacio, che aggiunse col successivo acquisto del [[1517]] Francavilla e Casalnuovo ([[Manduria]])<ref>P. Palumbo, ''Storia'', op. cit., p. 75.</ref>. Il duca di Oria [[Giovanni Bernardino Bonifacio]], umanista italiano vicino al pensiero di [[Erasmo da Rotterdam]] venne successivamente perseguitato dall'[[inquisizione]] e costretto a rifugiarsi prima in [[Francia]], poi in [[Inghilterra]] e infine in [[Prussia]], muore a [[Danzica]] nel [[1597]].
 
La famiglia genovese degli [[Imperiali (famiglia)|Imperiali]] nel [[XVII secolo]] acquistò insieme alla torre dell'Antoglia anche la fortezza medievale di Monte Castelli, trasformandola in residenza estiva ed impiantando nel territorio una stazione per l'allevamento di cavalli di razza [[murgese]]<ref>L. Morleo, ''Breve storia di Villa Castelli'', opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli.</ref>. Mentre l'abitato del Monte Fellone e di Monte Scotano rimanevano sotto al dominio del Duca di Ceglie. Nel 1755 Michele Imperiali Juniore affida temporaneamente ad Antonio d'Arco i ''castelli'' in qualità di ''castellano'' mentre l'amministrazione unitaria è affidata alle cure dell'Abate Segni<ref>P. Palumbo, ''Storia di Francavilla città in terra d'Otranto'', Tip. Salentina, Lecce, 1870, doc. I, pp. 511-513.</ref>. Il duca di [[Monteiasi]] e intendente di [[Terra d'Otranto]], Gioacchino Ungaro, economista e letterato<ref>G. Ungaro, ''Raccolta di memorie agrarie, politiche, economiche, legali riguardanti particolarmente il Regno di Napoli'', Gaetano Raimondi, Napoli, 1813.</ref>, nell'anno [[1793]], morto nel [[1782]] senza eredi Michele Imperiali, acquistò le masserie ''Pezza della Corte'' e [[Antoglia]], insieme alla vasta zona dei ''Castelli''<ref>R. Biondi, "''Villa Castelli. Dalle proprietà degli Ungaro si sviluppa il paese"'', in ''Riflessioni. Umanesimo della pietra'', Martina Franca, 1987.</ref>. I terreni vennero concessi in piccoli lotti ai braccianti dei paesi vicini e si andò creando un consistente nucleo abitato intorno al castello sorto sull'antica fortificazione, che fu ristrutturato ed adibito a palazzo ducale.<ref>R. Biondi, "''Villa Castelli: dal feudo al comune. Le grandi trasformazioni agrarie del duca Gioacchino Ungaro"'', in ''Riflessioni. Umanesimo della Pietra'', Martina Franca, 1988.</ref>. Il 20 febbraio [[1799]] i cannoni presenti a ''Castelli'' furono prelevati da una truppa di 39 individui armati per organizzare la difesa antirivolzionaria di Francavilla città monarchica contraria alla [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]] proclamata il 23 gennaio<ref>P. Palumbo, ''Storia di Francavilla città in terra d'Otranto'', Tip. Salentina, Lecce, 1870, p. 628.</ref>. Con l'influenza rivoluzionaria prima e napoleonica poi, l'aristocrazia perde gran parte dei suoi privilegi e nel [[1808]] sono approvate le [[Leggi eversive della feudalità]] da parte di [[Giuseppe Bonaparte]]. Il duca Ungaro continuò l'attività di riorganizzazione del borgo e trasformò le stalla del castello in una cappella dedicata al Santissimo Crocifisso, che nel [[1830]] venne eretta in [[parrocchia]] succursale.
 
Con l'influenza rivoluzionaria prima e napoleonica poi, l'aristocrazia perde gran parte dei suoi privilegi e nel 1808 sono approvate le [[Leggi eversive della feudalità]] da parte di [[Giuseppe Bonaparte]]. Il duca Ungaro continuò l'attività di riorganizzazione del borgo e trasformò le stalla del castello in una cappella dedicata al s. Crocefisso, che nel 1830 venne eretta in [[parrocchia]] succursale.
L'economia del borgo tra [[XVI secolo|XVI]] e [[XVIII secolo]] si fondava prevalentemente sulla [[pastorizia]] e sull'[[agricoltura]] e ruotava intorno a [[Masseria|masserie]] fortificate<ref>tra queste la masseria di "Fallacchia", nella quale venne ambientata un'opera teatrale [[XVIII secolo|settecentesca]] di [[Girolamo Bax]] (G. Bax, ''Nniccu Furcedda. Farsa pastorale del XVIII secolo in vernacolo salentino'', Olschki editore, Firenze 1964)</ref>. Fenomeno importante per le attività [[Commercio|commerciali]] era la [[transumanza]], con lo spostamento di greggi e mandrie dalla [[Valle d'Itria]] al [[Salento]] attraverso le [[Murge]]. In occasione del passaggio dei mandriani si organizzavano [[Fiera|fiere]] annuali. Nel territorio comunale sono ancora presenti una serie di antichi [[tratturo|tratturi]].
 
L'economia del borgo tra XVI e XVIII secolo si fondava prevalentemente sulla [[pastorizia]] e sull'[[agricoltura]] e ruotava intorno a [[Masseria|masserie]] fortificate<ref>Tra queste la masseria di "Fallacchia", nella quale venne ambientata un'opera teatrale settecentesca di [[Girolamo Bax]] (G. Bax, ''Nniccu Furcedda. Farsa pastorale del XVIII secolo in vernacolo salentino'', Olschki editore, Firenze, 1964).</ref>. Fenomeno importante per le attività [[Commercio|commerciali]] era la [[transumanza]], con lo spostamento di greggi e mandrie dalla [[Valle d'Itria]] al [[Salento]] attraverso le [[Murge]]. In occasione del passaggio dei mandriani si organizzavano [[Fiera|fiere]] annuali. Nel territorio comunale sono ancora presenti una serie di antichi [[tratturo|tratturi]] e un noto carraro delle vacche al confine.
=== Ottocento e Novecento ===
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Villacastellicorso2.jpg|thumb|left|upright=0.7|Corso Vittorio Emanuele]]
 
{{Nota
Per tutta la durata del [[Regno di Napoli]], il Monte Castello rimase in Feudo di Francavilla, per quanto la composizione dell'antico centro, un dedalo di stradine e trulli, erano opera dei Cegliesi che qui si erano trapiantati, i quali avevano permesso la grande crescita demografica e culturale della frazione.
 
Il 12 gennaio 1818 nel territorio dei "Castelli" il [[Brigantaggio|prete brigante]] Ciro Annicchiarico, anche noto come [[Papa Ciro]], promotore di una "Repubblica salentina" e fondatore della "setta dei decisi", una società armata in veste repubblicana e carbonara<ref>R. Church, ''Brigantaggio e società segrete nelle Puglie'', Firenze, 1899 p. 51.</ref>, disarmò i fucilieri reali borbonici che si recavano ad [[Ostuni]]<ref>R. Quaranta, ''Don Ciro Annicchiarico'', Edizioni del Grifo, Lecce, 2005.</ref>.
 
Il 22 maggio 1830 Villa Castelli veniva citata in una lettera del vicario generale, l'arcidiacono Giuseppe Lombardi, difatti la parrocchia, succursale della Matrice di Francavilla, costituiva l'unico caso diocesano di chiesa di campagna creata per far fronte alle esigenze spirituali di un buon numero di abitanti che si erano stabiliti nel territorio tra Ceglie e Francavilla sino a diventare un vero centro urbano<ref>C. Turrisi, ''La Diocesi di Oria nell'Ottocento'', Università Gregoriana Editrice, Roma, 1978, p. 113.</ref>.
 
Nel 1871 un padre cappuccino nominato parroco presentò richiesta presso la provincia di [[Terra d'Otranto]] del passaggio della frazione di Villa Castelli dal comune di Francavilla Fontana a quello di [[Grottaglie]]<ref>A. Coco, ''Francavilla Fontana nella luce della storia'', [[Congedo Editore]], Galatina, 1988.</ref>.
 
Nel censimento del 1871 si contano 116 fuochi. La struttura economica del territorio in età post-unitaria si fonda su produzioni agricole e manifatturiere, difatti è costituito quasi totalmente da contadini (piccoli proprietari e braccianti) e da filatrici.<ref>N. Cavallo, ''Odonomastica di Villa Castelli'', la Tipografia, Torchiarolo, 2008.</ref>
 
Le richieste per la formazione di un comune indipendente partirono dal 1919 con la formazione di un apposito comitato, con alla guida i "Democratici e Liberali". Gli scontri verbali durante le sedute del consiglio comunale di Francavilla diventarono sempre più accesi. In seguito alla delibera della [[Camera dei deputati del Regno d'Italia]] in data 25 maggio del 1923 partì ufficialmente l'iter per l'autonomia comunale. La tensione con il capoluogo Francavilla culminò con manifestazioni di piazza del giorno della Pasquetta del 1925. I residenti di Monte Fellone e di [[Specchia Tarantina]]<ref>L. Morleo, ''Dall'autonomia alla costruzione della chiesa'', opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli.</ref>, oggi frazioni del comune di [[Martina Franca]], e di Mannara, frazione che tuttora segna il confine con [[Grottaglie]] permisero di raggiungere la quota di 4000 votanti. L'istituzione del nuovo comune fu ufficializzata nel 1926 con la consegna dello stemma araldico comunale<ref>[[Regio decreto]] dell'11 febbraio 1926, n. 308, pubblicato sulla ''[[Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia|Gazzetta ufficiale]]'' del 3 marzo dello stesso anno, firmato da [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]</ref>. Fu nominato primo amministratore il Podestà Cav. Raffaele Ostillio di [[Taranto]].
 
Il 17 luglio del 1980<ref>G. Ruotolo, ''La quarta mafia storie di mafia in Puglia'', Napoli, 1994.</ref>, durante una manifestazione contro il [[caporalato]], i caporali dopo ripetute minacce di morte<ref>''Oggi, settimanale di politica'', attualità e cultura, Volume 36, 1980.</ref> tentarono di investire i lavoratori e i sindacalisti di Villa Castelli<ref>''[[Gazzetta del Mezzogiorno]]'', 18 luglio 1980</ref> e il 21 luglio otto caporali armati di pistola aggredirono i sindacalisti della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]] e assaltarono la sede locale del sindacato<ref>''[[L'Unità]]'', 8 agosto 1980; ''[[Avanti!]]'', 8 agosto 1980; ''[[Il Giorno]]'', 24 luglio 1980; ''[[Il Quotidiano di Brindisi]]'', 3 agosto 1980; ''[[La Gazzetta del Mezzogiorno]]'', 9 agosto 1980.</ref>.
 
Nel 1994 l'amministrazione comunale guidata dalla [[Democrazia Cristiana]] viene sciolta con l'arresto del sindaco.
 
Nello stesso anno [[Pietro Alò]] del [[Partito della Rifondazione Comunista]] viene eletto al [[Senato della Repubblica]] nella lista dell'[[Alleanza dei Progressisti]] guidata da [[Achille Occhetto]], segretario del [[Partito Democratico della Sinistra]].
 
Nel novembre 2002 i rappresentanti della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]] di [[Brindisi]] e Villa Castelli furono oggetto di minacce ed intimidazioni che portarono ad [[Interrogazione parlamentare|interrogazioni parlamentari]] al [[Ministero dell'interno|Ministro dell'interno]] e al [[Ministero del lavoro e delle politiche sociali|Ministro del Lavoro]].<ref> Camera dei Deputati XVI legislatura seduta del 27 febbraio 2003 interrogazione on. Vendola https://leg14.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed273/pdfbt38.pdf </ref>
 
=== Simboli ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 230px
|titolo = ''L'arma comunale dopo l'indipendenza''
|contenuto = Lo [[araldica|stemma araldico comunale]] è stato ufficializzato con regio decreto del 6 settembre [[1928]].
'''d'azzurro e verde, al castello d'argento finestrato di nero merlato e turrito di due, addestrato da Olivo al naturale. Le due fronde, una d'olivo e l'altra dell'albero della ghianda”.'''.
[[File:Villa Castelli-Stemma.png|thumb|upright=0.7|Arma di Villa Castelli]]}}
Per tutta la durata del [[Regno di Napoli]], la parte più consistente dell'odierna Villa Castelli fu territorio di pertinenza di [[Francavilla Fontana]] mentre [[Monte Fellone (frazione)|Monte Fellone]] restava frazione di [[Martina Franca]] e [[Monte Scotano]] di [[Ceglie Messapica]].
 
Il 12 gennaio [[1818]] nel territorio dei "Castelli" il [[Brigantaggio|prete brigante]] Ciro Annicchiarico, anche noto come [[Papa Ciro]], promotore di una "Repubblica salentina" e fondatore della "setta dei decisi", una società armata in veste repubblicana e massonica<ref>R. Church, Brigantaggio e società segrete nelle Puglie, Firenze 1899 p.51</ref>, disarmò i fucilieri reali che si recavano ad [[Ostuni]]<ref>R. Quaranta, ''Don Ciro Annicchiarico'', Edizioni del Grifo, Lecce, 2005.</ref>.
Il 22 maggio [[1830]] Villa Castelli veniva citata in una lettera del vicario generale, l'arcidiacono Giuseppe Lombardi, difatti la parrocchia, succursale della Matrice di Francavilla, costituiva l'unico caso diocesano di chiesa di campagna creata per far fronte alle esigenze spirituali di un buon numero di abitanti che si erano stabiliti nel territorio tra Ceglie e Francavilla sino a diventare un vero centro urbano<ref>C. Turrisi, La Diocesi di Oria nell'Ottocento, Università Gregoriana Editrice, Roma 1978, p. 113</ref>.
Nel [[1871]] un padre cappuccino nominato parroco presentò richiesta presso la provincia di [[Terra d'Otranto]] del passaggio della frazione di Villa Castelli dal comune di Francavilla Fontana a quello di [[Grottaglie]]<ref>A. Coco, ''Francavilla Fontana nella luce della storia'', [[Congedo Editore]], [[Galatina]], 1988</ref>.
 
Dal censimento del 1871 emergono 116 fuochi. La struttura economica del territorio in età post-unitaria si fonda su produzioni agricole e manifatturiere, difatti è costituito quasi totalmente da contadini(piccoli proprietari e braccianti) e da filatrici.<ref>N. Cavallo, Odonomastica di Villa Castelli, la Tipografia, Torchiarolo, 2008</ref>
 
Le richieste per la formazione di un comune indipendente partirono dal [[1919]] con la formazione di un apposito comitato, con alla guida i "Democratici e Liberali". Gli scontri verbali durante le sedute del consiglio comunale di Francavilla diventarono sempre più accesi. In seguito alla delibera della [[Camera dei deputati]] del [[Regno d'Italia]] in data 25 maggio del [[1923]] partì ufficialmente l'iter per l'autonomia comunale. La tensione con il capoluogo Francavilla culminò con manifestazioni di piazza del giorno della Pasquetta del [[1925]], durante le quali venne attaccato pesantemente il sindaco di Francavilla Luigi Andriani. I residenti di Monte Fellone e di [[Specchia Tarantina]]<ref>L. Morleo, ''Dall'autonomia alla costruzione della chiesa'', opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli.</ref>, oggi frazioni del comune di [[Martina Franca]], e di Mannara, frazione che tuttora segna il confine con [[Grottaglie]] permisero di raggiungere la quota di 4000 votanti. L'istituzione del nuovo comune fu ufficializzata nel [[1926]] con la consegna dello stemma araldico comunale<ref>[[Regio decreto]] dell'11 febbraio 1926, n.308, pubblicato sulla ''[[Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia|Gazzetta ufficiale]]'' del 3 marzo dello stesso anno, firmato da [[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]]</ref>. Fu nominato primo amministratore il cavaliere Raffaele Ostillio di [[Taranto]].
 
{{citazione|D'azzurro, al castello torricellato di due e merlato, d'argento, murato, aperto e finestrato, di nero, posto a sinistra dello scudo e terrazzato di verde, addestrato da un albero di olivo, al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.|R.D. 6 settembre 1928}}
Il 17 luglio del [[1980]]<ref>G. Ruotolo, La quarta mafia storie di mafia in Puglia, Napoli 1994</ref>, durante una manifestazione contro il [[caporalato]], i caporali dopo ripetute minacce di morte<ref>Oggi, settimanale di politica, attualità e cultura, Volume 36, 1980</ref> tentarono di investire i lavoratori e i sindacalisti di Villa Castelli<ref>''[[Gazzetta del Mezzogiorno]]'', 18 luglio 1980</ref> e il 21 luglio otto caporali armati di pistola aggredirono i sindacalisti della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]] e assaltarono la sede locale del sindacato<ref>''[[L'Unità]]'', 8 agosto 1980; ''[[Avanti!]]'', 8 agosto 1980; ''[[Il Giorno]]'', 24 luglio 1980; ''[[Il Quotidiano di Brindisi]]'', 3 agosto 1980; ''[[La Gazzetta del Mezzogiorno]]'', 9 agosto 1980.</ref>.
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 20 novembre 1930, è costituito da un drappo di azzurro.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Castello ===
{{Vedi anche|Castello di Villa Castelli}}
[[File:Castello imperiali, villa castelliVillacastelli3.jpg|thumb|left|Il castello, attuale palazzo municipale]]
[[File:Municipio epoca.jpg|thumb|upright|Il castello, foto d'epoca]]
La più antica [[torre]] di età medievale è attribuibile al processo di fortificazione del feudo sottoposto al controllo di [[Oria]], promosso dalla famiglia Dell'Antoglietta (che al tempo portava il nome di de Nantoil o de Nanteuil) dal [[1307]]. Il castello domina dall'alto dell'ultimo colle delle [[Murge]] la pianura salentina. Si tratta di una residenza castellana in tufo è stata più volte rimaneggiata<ref>R. De Vita, Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, Adda, Bari 2001</ref>. La torre è stata ristrutturata, ampliata ed adibita a fortificazione nel [[1450]] dal principe [[Giovanni Antonio Orsini Del Balzo]]. Passò quindi al marchese di [[Oria]] [[Giovanni Bernardino Bonifacio]], nel [[XV secolo]]. Nel [[XVIII secolo]] la famiglia Imperiali acquistò la fortificazione, caduta in stato di abbandono già nel [[XVI secolo]], trasformandola in residenza estiva e impiantando un allevamento di cavalli di razza [[murgese]]. Con il passaggio alla famiglia Ungaro la fortificazione fu adibita a palazzo ducale. In seguito il castello venne affidato al castellano Antonio d'Arco.<ref>A. P. Coco, ''Francavilla Fontana nella luce della storia'', Congedo editore (ristampa), Galatina 1988, p.128</ref>. Sono ancora visibili caratteristiche di età tardo-medievale e rinascimentale. Conservò sino alla fine del [[XVIII secolo]] le merlature ed i cannoni, successivamente rimossi. Nel [[1822]] parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una [[cappella]], dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel [[1830]] la chiesa venne elevata a [[parrocchia]] e consacrata dal vescovo di [[Diocesi di Oria|Oria]]. Nel corso del [[XX secolo|Novecento]] l'edificio è stato adibito a caserma ed a scuola. Parzialmente ristrutturato è oggi sede del municipio<ref>R. Biondi, ''Tabula Viarum di Villa Castelli''</ref>, della galleria d'arte comunale e del museo archeologico municipale. Una piccola porzione della struttura è di proprietà privata, mentre la parrocchia detiene un'ala del castello in fase di restauro. La facciata settentrionale è stata più volte rimaneggiata, mentre quella meridionale conserva, totalmente inglobato nel complesso architettonico, l'antico [[mastio]], oggi sede della ''Sala del Consiglio''.
 
==== Monumento ai caduti ====
In piazza Municipio sul lato frontale del castello è posto un monumento in stile [[liberty]], raffigurante [[Nike (mitologia)|Nike]] dea della Vittoria, in memoria dei concittadini caduti al fronte durante la [[prima guerra mondiale]].
 
=== Torre Dell'AntogliettaAntoglia ===
Si tratta di una torre merlata del [[XIV secolo]] protetta da alte mura di corte. Venne costruita dalla famiglia feudataria dei de Nanteuil, il cui ramo in Puglia prese poi il nome di dell'Antoglietta<ref>R.Biondi, Masserie del Sud, Villa Castelli 1997</ref>, come parte del complesso sistema difensivo di [[Oria]] e [[Francavilla Fontana]]. La torre venne ampliata nel corso del [[XVIII secolo]] con la costruzione di stalle indipendenti, di una porta nuova, di una villa rustica e di una masseria.
 
=== Chiesa dell'Immacolata ===
[[File:Chiesa di Santa Filomena (Villa Castelli).JPG|thumb|upright|Chiesa dell'Immacolata]]
Eretta nel [[1823]] e dedicata a [[santa Filomena di Roma]], si colloca lungo corso Vittorio Emanuele II<ref>P. Scialpi, I Mirmidoni e Villa Castelli, op. cit. p.131, 132</ref>. Con l'istituzione del [[dogma]] dell'[[Immacolata Concezione]] di Maria, proclamato da [[papa Pio IX]] nel [[1854]], nacque nel [[1893]] anche a Villa Castelli, la [[confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] dell'Immacolata, alla quale si aggiunsero il [[Ordine Francescano Secolare|terz'ordine Francescano]] e l'istituto delle [[Figlie del Sacratissimo Cuore di Gesù|Figlie del Sacro Cuore di Gesù]]. La chiesa venne acquistata dai confratelli nel 1894 e donata alla [[diocesi di Oria]]. Nel [[1896]] erano presenti un unico altare e tre statue dedicate a [[san Francesco d'Assisi]], [[santa Filomena di Roma]] e [[Immacolata Concezione|santa Maria Immacolata]]. Nel 1917 la cappella laterale fu dedicata a [[sant'Antonio da Padova]] con la costruzione di un ulteriore altare e la collocazione di una statua del santo di [[Padova]].
 
L'edificio è costruito in [[muratura]] in pietra calcarea. La chiesa è dotata di portale unico dominato da un rosone circolare e di un [[campanile a vela]] sormontato da un [[Timpano (architettura)|timpano]]. La pianta è a croce latina, con un'unica [[navata]] coperta da [[Volta a crociera|volte a crociera]]. Le caratteristiche architettoniche nel complesso richiamano lo stile delle chiese delle [[Murge]] e della [[Valle d'Itria]] e della [[Sinagoga Scolanova di Trani|chiesa di Santa Maria di Scola Nova]] di [[Trani]].
 
=== Chiesa di Sans. Vincenzo de Paoli ===
[[File:Chiesa san vincenzo.jpg|thumb|Chiesa di San Vincenzo de' Paoli]]
I lavori per la ''Chiesa Nuova'' iniziano nel [[1898]] la costruzione viene realizzata attraverso donazioni private con un forte contributo di tre razionali a cui si sommano piccole cifre offerte dal resto della popolazione e lavoro volontario.
La costruzione risentì di notevoli ritardi e si registrarono una serie di disavanzi di fondi. Progettata dall'ingegnere Luca Didi Castri in stile eclettico e intitolata a [[san Vincenzo de Paoli]], venne finalmente benedetta nel [[1938]]<ref>''Guida storico artistica delle province di Lecce, Brindisi, Taranto'', ed. Quotidiano di Lecce, 1997, pp.204-205.</ref>.
Consacrata da Mons. Marcello Semeraro il 29 novembre 1998
 
L'elevato è costruito in tufo e in pietra di mazzaro, con ornamenti in pietra bianca. La facciata è scompartita da [[Contrafforte|contrafforti]], che seguono la divisione interna in tre navate, ed è dotata di tre portali. Nella parte alta al centro è un rosone affiancato da [[Trifora|trifore]]. La pianta è a croce latina, con tre [[navata|navate]], quella centrale e il [[transetto]] coperte da una [[volta a botte]], mentre [[Volta a crociera|volte a crociera]] coprono le navate laterali, poggiando su piloni cruciformi<ref>Le misure esterne sono 28,05 m di larghezza (21,50 sulla facciata, pari alla sua altezza) e 38,13 m di lunghezza. L'altezza è di 33 m all'estradosso del lanternino e di 34,25 m all'estradosso del campanile.</ref>. Il [[campanile]] è inserito sul lato orientale con cuspide accentuata e richiama le forme del [[Architettura gotica|gotico]]. La [[cupola]] è rivestita in mattonelle policrome.
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[[File:Corso Vittorio Emanuele Villa Castelli.jpg|thumb|Corso Vittorio, foto d'epoca]]
 
=== Chiesa del Santo CrocifissoCrocefisso ===
È la più antica struttura religiosa del centro abitato. Nel [[1822]] parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel [[1830]] la chiesa venne elevata a parrocchia e consacrata dal vescovo della [[Diocesi di Oria]]. L'ala del castello che la circonda venne concessa all'uso dal duca Carlo Ungaro all'[[arcidiocesi di Taranto]] in cambio della celebrazione delle messe in suffragio dei suoi antenati nella [[cattedrale di San Cataldo]]. Nel periodo di attività contava oltre all'altare maggiore altri cinque altari<ref>Altari del [[Sacramento]], del [[Crocifissione|Crocefisso]], di [[Francesco De Geronimo]], della [[Santuario della Madonna della Fontana|Madonna della Fontana]] e di [[Maria (madre di Gesù)|santa Maria Immacolata]]</ref> e dieci statue<ref>[[Sacro Cuore di Gesù]], santa [[Maria Addolorata]], due dedicate alla [[Santuario della Madonna della Fontana|Madonna della Fontana]], [[Madonna dei Fiori]], [[san Giuseppe]], [[Gioacchino (padre di Maria)|san Gioacchino]], [[san Francesco d'Assisi]], [[san Vincenzo de Paoli]], san Francesco di Geronimo, ed un antico [[Crocifissione|Crocefisso]].</ref>. La chiesa misura 21x10,5 m. ed è dotata di due piccole cappelle ed una sagrestia. Attualmente chiusa al culto, ospita sporadicamente attività socio-culturali.
La chiesa misura 21x10,5 metri ed è dotata di due piccole cappelle ed una sagrestia. Attualmente chiusa al culto, ospita sporadicamente attività socio-culturali. L'edificio è in fase di ristrutturazione.
 
=== Santuario del Calvario ===
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=== Gravina ===
[[File:Trullo villa castelli2.jpg|thumb|vecchi trulli di una volta a Villa Castelli]]
[[File:Via dell'Impero.jpg|thumb|Gravina e Viadotto dell'Impero]]
[[File:Frantoio del duca.jpg|thumb|Frantoio del duca, XVIII secolo]]
Il comune è attraversato da una [[gravina (geologia)|gravina]]<ref>S. Stoppa, Valle d'Itria un ponte tra Adriatico e Ionio, Touring Club Editore, 2005, p.131</ref> parte del [[Parco naturale Terra delle Gravine]], oggetto di continui lavori di rivalutazione e recupero a partire dal 1990 al 2010 e area protetta dal 2005. Oggi costituisce il giardino botanico comunale. Al centro della gravina, sul versante occidentale, si trova un frantoio ipogeo, il frantoio del ducale risalente al XVIII secolo e realizzato nelle grotte della gravina.
 
=== ViadottoPonte dell'Imperovecchio ===
Negli [[Anni 1930|anni trenta]] la gravina venne superata da un ponte a nove arcate in pietra, realizzato da maestranze locali. L'obiettivo era quello di aprire un nuovo fronte di urbanizzazione per il comune. La zona di espansione Lizzito viene subito dotata di una scuola elementare e di una caserma.
 
=== Borgo dei trulli ===
[[File:Trulli villa castelli.jpg|thumb|il borgo originario, in alto il castello]]
Sino agli inizi del 900, sulcome modello diin [[Alberobello]], il centro abitato di Villa Castelli era costituito prevalentemente da [[trullo|trulli]]. Il ''Borgo dei Trulli'', di cui oggi restano poche costruzioni e gli altri trulli furono purtroppo demoliti per dar spazio a moderne case e palazzine, stessa analogia ma in minoranza anche ad Alberobello, si sviluppava in ''Via [[Masaniello]]'' (oggi ''Via delle Rose'') e ''Largo Chiesa Vecchia'', a questi si aggiungeva un secondo nucleo in ''via della Rupe tarpea'' a ridosso della gravina e un terzo a nord nel ''Rione Belvedere'' in ''via Alfieri'' e ''via Seneca''. L'assetto urbanistico, sino ai primi del Novecento, è totalmente diverso dall'attuale. ''Corso Vittorio Emanuele'' e ''Piazza Municipio'' erano zona agricola e il borgo si arroccava sul Monte Castello. Gran parte della popolazione viveva nelle campagne circostanti dove i [[trullo|trulli]] sono ancora oggi numerosi.
 
=== Costruzioni rurali ===
Sono presenti alcune cappelle rupestri<ref>"Cappella Vecchia", "Nuova", "dell'Antoglia", "di Pezza la Corte", "di San Cataldo", "della Madonna delle Grazie".</ref> e numerose cappelle votive costruite sul ciglio delle strade<ref>P. Scialpi, La fede fatta pietra a Villa Castelli, Edizioni Pugliesi, 2008</ref>, per lo più erette tra l'inizio dell'Ottocento e gli inizi del secolo successivo.
[[File:Specchia facciasquata.gif|thumb|right|una specchia a [[Monte Scotano]]]]
Sono presenti alcune cappelle rupestri<ref>"Cappella Vecchia", "Nuova", "dell'Antoglia", "di Pezza la Corte", "di San Cataldo", "della Madonna delle Grazie''.</ref> e numerose cappelle votive costruite sul ciglio delle strade<ref>P. Scialpi, La fede fatta pietra a Villa Castelli, Edizioni Pugliesi, 2008</ref>, per lo più erette tra l'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e gli inizi del secolo successivo.
 
Si conservano inoltre alcune [[Specchia (megalite)|specchie]], tra cui la "specchia Puledri" (90&nbsp;m per 7&nbsp;m di altezza) e la "specchia Facciasquata".
 
=== Masserie ===
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* "Fallacchia", che conserva tracce delle originarie strutture difensive. Qui venne ambientata l'opera teatrale ''Niccu Furcedda'' dello scrittore settecentesco [[Girolamo Bax]]<ref>G. Bax, Nniccu Furcedda. Farsa pastorale del XVIII secolo in vernacolo salentino</ref>.
* "Sciaiani Piccola", risalente al XVIII secolo e trasformata in agriturismo: si tratta di un aggregato di trulli e pagliai che ruotano intorno ad una struttura leggermente più grande. In cima ad alcuni dei trulli della masseria sono presenti pinnacoli a [[stella di David]].
* "Puledri", ampliata nel [[XVIII secolo]]<ref>. Sull'architrave della finestra centrale del piano superiore è incisa la data [[1797]]</ref>, prevalentemente attiva in passato nell'ambito dell'allevamento di cavalli.
* "Montescotano" nei pressi dell'[[Monte Scotano (colle)|omonimo colle]], i cui terreni sono citati in atti notarili del [[XVII secolo]] relativi a [[Ceglie Messapica]]<ref>Archivio di Stato di Brindisi, notai di Ceglie Messapica, notaio Antonio Ligorio, atti da a.1654 - a.1564.</ref>
* Altre masserie fortificate di "Abate Carlo", "Carnevale", San Barbato, "Renna", "Tagliavanti" e "Sant'Eramo".
* Masseria Sciaiani Piccola e Grande.
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=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Villa Castelli}}
=== MinoranzeEtnie etnichee minoranze straniere ===
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2014 la popolazione stranieranon italiana residente era di 293 persone (119 maschi e 174 femmine), pari al 3,16% della popolazione residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate e la percentuale sul totale della popolazione residente erano:
 
* [[Romania]]: 127 - 1,37%
* [[Albania]] 123 - 1,33%
* [[Cina]] 10 - 0,1%
* [[India]] 6 - 0,06%
* [[Camerun]] 6 - 0,06%
 
=== ReligioniLingue e dialetti ===
Il dialetto castellano rientra nei dialetti [[Dialetto apulo-barese|apulo-baresi]] tipici della [[Valle d'Itria]] e della [[Murgia]], il dialetto del centro deriva direttamente dal dialetto di Ceglie,conservandone assonanze e vocabolario sintomo del processo di popolamento del nucleo castellano da parte dei Cegliesi già dal primo Ottocento.Caratteristiche tipiche sono: il richiamo a forme volgari dello spagnolo e del francese di età moderna (esempio della vicinanza al francese è la "ǝ"<ref>ditterio tratto da: A.G. Chirulli, "La saggezza antica dei dittèri popolari", ed. svi.pi onlus, Villa Castelli 2001</ref>).Nel 2005, con il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Brindisi, è stato pubblicato il "Vocabolario del dialetto di Villa Castelli", a cura di Angelo Giuseppe Chirulli.
[[File:Epigrafechiesa.JPG|thumb|right|Festa patronale, epigrafe commemorativa]]
[[File:Luminarie villa.jpg|thumb|right|Luminarie festa patronale]]
La [[religione]] più diffusa sul territorio è il [[cristianesimo]] di [[Chiesa cattolica|confessione cattolica]], Villa Castelli rientra nella giurisdizione episcopale della [[diocesi di Oria]]. Nel [[1847]] viene nominato il primo parroco, mentre un vicario curato è documentato dal [[1830]], con l'introduzione dei registri parrocchiali. È inoltre presente una chiesa delle [[Assemblee di Dio in Italia]], di orientamento evangelico-pentecostale.
 
=== DialettiTradizioni e folclore ===
Il dialetto castellano rientra nei dialetti [[Dialetto apulo-barese|apulo-baresi]] tipici della [[Valle d'Itria]] e della [[Murgia]], con notevoli influenze del dialetto ostunese, cegliese, del [[dialetto barese]] e del dialetto tarantino. Caratteristiche tipiche sono: il richiamo a forme volgari dello spagnolo e del francese di età moderna (esempio della vicinanza al francese è la "ǝ" semimuta: "lu sanghǝ é sanghǝ"<ref>ditterio tratto da: A.G. Chirulli, "La saggezza antica dei dittèri popolari", ed. svi.pi onlus, Villa Castelli 2001</ref>).
 
=== Tradizioni ===
* '''Pizzica'''
La ''pizzica'' è un'antica tradizione locale<ref>M. D'Elia, Canti popolari di Villa Castelli, Brindisi 1976</ref>, di cui viene riconosciuto il valore culturale<ref>Delibera C.C. Villa Castelli n. 5/2011</ref>. Diffusa in passato anche nella sua variante ''a scherma'' che, danzata con un'arma, simulava il duello. Nella variante ''tarantata'' costituiva il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del [[tarantismo]]<ref>M. Salvi G. Caramia, La pizzica nascosta: l'organetto nella musica e nei canti tradizionali di Villa Castelli, Calimera 2008</ref>. UnoIl deimaggiore maggiori esponentiesponente della pizzica di Villa Castelli è il cantore-pastore Vito Nigro.
* '''Festa Patronalepatronale'''
La festa Patronalepatronale si svolge il 2 ottobre a cui di solito si aggiunge un concerto nella serata del 3 ottobre. Il 1º ottobre si svolge la 'fiera del bestiame' (ormai un comune mercato all'aperto), nel rione Belvedere, ed in serata si svolge un concerto bandistico in Piazza Municipio. Il 2 ottobre si tengono le celebrazioni religiose. Il 3 ottobre tradizionalmente è previsto un concerto.
 
Il 1º ottobre si svolge la 'fiera del bestiame', nel rione Belvedere, ed in serata si svolge un concerto bandistico in Piazza Municipio.
== Cultura ==
=== Musei ===
[[File:Museo villa castelli2.jpg|thumb|Museo civico, ceramiche risalenti al [[IV secolo a.C.]] ]]
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=== Centro Don Tonino Bello ===
Aperto nel 2009 presso l'ex macello comunale, è una struttura di accoglienza e cura delle donne violate<ref>Quotidiano di Brindisi, 30 aprile 2009</ref>.
 
[[File:Strada Pasquale Romano.jpg|thumb|Strada Pasquale Romano - Villa Castelli (Brindisi)]]
 
=== Associazione "Settimana dei Briganti - l'altra storia" ===
È sorta nel 2006. Elabora e realizza progetti mirati alla rivalutazione storico-politica delle insorgenze nell'Italia meridionale, con particolare riguardo al brigantaggio post-unitario. Ha organizzato dal 2006 al 2008 tre edizioni della "Settimana di studi sul brigantaggio meridionale". Dal 2009 promuove "I sabati briganteschi", che si svolgono l'ultimo sabato del mese nell'Aula Consiliare del Comune di Villa Castelli. Il 24 aprile 2010 ha dedicato, di propria iniziativa, una strada privata di Villa Castelli al brigante Pasquale Romano.
 
=== Enogastronomia ===
[[File:Purciddhruzzu.jpg|thumb|purciddhuzzi]]
La cucina castellana è basata su pietanze della tradizione contadina della [[cucina pugliese]].<ref>{{cita web|url=http://www.tipicipuglia.it|titolo=Il sito che elenca i prodotti tipici dei comuni della Puglia|accesso=25 febbraio 2009}}</ref>
 
==== Piatti e prodotti tipici ====
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* [[Vicia faba|Purè di fave]]<ref>L. Sada, Cucina pugliese di poveri, Edizione del Centro Librario di Bari, 1974</ref>
* [[Orecchiette]]<ref>L. Sada, Spaghetti e compagni, Biblioteca De la Taberna, 1982</ref>
* Fichi secchi detti anche ' fíchǝ ‘mmarǝtǟtǝ '<ref>si preparano facendo essiccare i fichi al sole, poi vengono scottati in acqua bollente e conservati in sacchi di tele con foglie di alloro, L. Sada, La cucina pugliese, Edizione Newton-Compton, 1994</ref>
* Pane di [[Triticum durum|grano duro]]
* Ravioli con ricotta<ref>si tratta di ravioli con forma rotondeggiante di circa 5&nbsp;cm di diametro, di colore giallo dorato, ripieni con impasto di ricotta di pecora, prezzemolo, formaggio e pepe.</ref>
* Fichi secchi detti anche ' fich'ammaritet '<ref>si preparano facendo essiccare i fichi al sole, poi vengono scottati in acqua bollente e conservati in sacchi di tele con foglie di alloro, L. Sada, La cucina pugliese, Edizione Newton-Compton, 1994</ref>
* [[Muscari comosum|Lampascioni]] sott'[[olio di oliva]]
* [[Gnummareddi|Fegatini]] detti anche '''nghiemeriddegnummarièddǝ'': involtini di interiora ([[fegato]] e [[polmone]]) strette all'interno del budello di [[ovis aries|agnelli]]. Sono legati al tradizionale allevamento di ovini
* [[Sanguinaccio insaccato]] di sangue di maiale simile al [[Blood sausage]] inglese.
* [[Purceddhruzzi]]
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* Dolci di [[pasta di mandorla]]
* [[Frisella]] dette '<nowiki/>''spaccatelle''<nowiki/>'
* [[Cartellate]]: dei nastri di una sottile sfoglia di pasta, ottenuta con farina, [[Olio di oliva|olio]] e [[Vino|vino bianco]], avvolta su sé stessa sino a creare una forma che somiglia ad una sorta di rosa, con cavità ed aperture, che poi verrà fritta in abbondante olio d'oliva. Questa specialità è tipica del periodo natalizio.<ref>{{Cita web|url= http://www.tipicipuglia.it/scheda_prodotto.php?cod_prodotto=Pn6|accesso= 12 agosto 2009|titolo= Descrizione e preparazione delle cartellate|urlmorto= sì|dataarchivio= 15 settembre 2012|urlarchivio= https://archive.is/20120915111856/http://www.tipicipuglia.it/scheda_prodotto.php?cod_prodotto=Pn6}}</ref>
 
==== Vino e olio ====
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* [[Martina Franca (vino)|Martina Franca Bianco]] [[Denominazione di origine controllata|DOC]]
* [[Primitivo di Manduria|Primitivo del Salento]] [[Denominazione di origine controllata|DOC]].
 
== Persone legate a Villa Castelli ==
* [[Michele Imperiali (junior)]], IV principe di [[Francavilla Fontana]] ([[XVIII secolo]])
* Gioacchino Ungaro, economista, duca di [[Monteiasi]], intendente di [[Terra d'Otranto]] ([[XVIII secolo]])
* [[Papa Ciro|Ciro Annicchiarico]], presbitero e brigante ([[XIX secolo]])
* Cav. Raffaele Ostillio, Podestà 1º amministratore di Villa Castelli
* [[Ciro Cafforio]], archeologo e giornalista
* Giovanni Neglia, paletnologo e docente
* [[Pietro Alò]], senatore della [[XII Legislatura della Repubblica Italiana|XII legislatura]]
* Vito Nigro, pastore e cantore
* Giuseppe Siliberto, pittore e scultore
 
== Filmografia ==
* ''Vituccio - terra e canti'', documentario sociale, regia di Matteo Greco, produzione: big Sur - Apulia Film Commission 2009.
* ''Pietro Alò la follia degli onesti'', documentario sociale, regia di Francesco Lopez, produzione: Oz film 2007.
 
== Economia ==
L'economia di Villa Castelli è prevalentemente basata sul [[settore primario]], in particolare sull'[[olivicoltura]] e di alberi da frutto, specialmente [[Mandorlo|mandorli]]. Al tradizionale [[allevamento]] di [[cavallo|cavalli]] di razza [[murgese]], presente dal XVII secolo ma ormai quasi del tutto abbandonato si aggiunge nelle masserie l'allevamento di ovini e caprini. Nel [[Artigianato|settore artigianale]] si perpetua la tradizionale costruzione di [[muro a secco|muratura a secco]] e dei [[trullo|trulli]].
[[File:Centrale idroelettrica villa castelli.jpg|thumb|Centrale idroelettrica di Villa Castelli]]
[[File:Frantoiovillacastelli.jpg|thumb|Antico frantoio ipogeo nella gravina]]
L'economia di Villa Castelli è prevalentemente basata sul [[settore primario]], in particolare sull'[[olivicoltura]] e di alberi da frutto (specialmente [[Mandorlo|mandorli]], [[Ciliegio|ciliegi]] e [[Gelso|Gelsi]]). Al tradizionale [[allevamento]] di [[cavallo|cavalli]] di razza [[murgese]], presente dal [[XVII secolo]] ma ormai quasi del tutto abbandonato si aggiunge nelle masserie l'allevamento di ovini, caprini, suini e bovini.
 
Nel [[Artigianato|settore artigianale]] si perpetua la tradizionale costruzione di [[muro a secco|muratura a secco]] e dei [[trullo|trulli]].
 
Nell'[[industria]] prevalgono gli [[oleificio|oleifici]] e gli [[azienda vinicola|stabilimenti vinicoli]]. Per la produzione di elettricità a Villa Castelli si trovano un consistente [[impianto eolico]] installato in contrada Renna, a cui si aggiunge la centrale idroelettrica in contrada Battaglia. Questa fa parte dell'[[Acquedotto Pugliese]], è posta al terminale del Canale Principale e all'inizio del Grande Sifone Leccese ed è stata aperta nel 1939, disponendo di due [[Turbina Francis|turbine Francis]] da 975&nbsp;kW ciascuna. Ha funzionato fino al 1971 quando l'entrata in esercizio dell'[[Acquedotto Pugliese#Acquedotto del Pertusillo|Acquedotto del Pertusillo]] ridusse le portate idriche, ma nel 2009 è rientrata in servizio venendo alimentata da una [[turbina Pelton]] a 3 getti con potenza di 450&nbsp;[[Watt (unità di misura)|kW]].<ref>{{cita web|url=http://www.festivalacqua.org/wp-content/uploads/atti2019/Mini-micro-idroelettrico/08_%20Acri%20Marco%20festival%20acqua%20brixen.pdf|titolo=Mini/micro idroelettrico: quali possibilità?|data=13 maggio 2019|urlmorto=sì|accesso=18 novembre 2019|dataarchivio=24 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201024111843/http://www.festivalacqua.org/wp-content/uploads/atti2019/Mini-micro-idroelettrico/08_%20Acri%20Marco%20festival%20acqua%20brixen.pdf}}</ref>
Nell'[[industria]] prevalgono gli [[oleificio|oleifici]] e gli [[azienda vinicola|stabilimenti vinicoli]]. Dal [[2009]] è tornata in esercizio la [[Centrale elettrica|centrale idroelettrica]] a cui si aggiunge un consistente [[impianto eolico]] installato in contrada Renna.
 
=== Eventi ===
* ''Fiera'', 1º ottobre, in rione Belvedere.
* ''rievocazioneRievocazione della [[Milano-Taranto]]'' (luglio).
* ''Festa della Madonna della Fontana'', 24 gennaio.
* ''Festa di Sant'Antonio da Padova'',13 giugno
* ''Mercato settimanale'', ogni martedì.
* ''Sagra d'Estate'', agosto, frazione [[Antoglia]]
* ''I Sabati Briganteschi'', ultimo sabato del mese
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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* strada provinciale Villa Castelli - [[Francavilla Fontana]]
* strada provinciale Villa Castelli - [[Ceglie Messapica]]
* Dal 2010 il comune è attraversato dalla pista ciclabile della [[Regione Puglia]] che si sviluppa attraverso i comuni di [[Ostuni]], [[Martina Franca]], [[Ceglie Messapica]], [[Alberobello]], [[Locorotondo]], Villa Castelli e [[Grottaglie]], realizzata in collaborazione con l'[[Acquedotto pugliese]]
 
=== Trasporti pubblici ===
* il territorio è servito dai trasporti pubblici su bus delle società [[STP (Brindisi)]], CTP e [[Ferrovie del Sud Est]]
* [[Stazione di Villa Castelli]] distante 7&nbsp;km dal centro abitato, (NONma FUNZIONANTE)è in disuso.
 
== Amministrazione ==
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{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Nigro |Inizio = 30 luglio 1985 |Fine = 26 luglio 1990 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name="interno">http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Alessandro Neglia |Inizio = 26 luglio 1990 |Fine = 28 dicembre 1994 |Partito = [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]], [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Clara Minerva |Inizio = 25 gennaio 1995 |Fine = 24 aprile 1995 |Carica = [[Commissario prefettizio|Comm. pref.]] |Partito = |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vitantonio Caliandro |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 14 giugno 1999 |Partito = [[centro-sinistralista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vitantonio Caliandro |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[centro-sinistralista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesco Nigro |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = [[centro-sinistralista civica]]|Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesco Nigro |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 28 maggio 2014 |Partito = [[centro-sinistralista civica]]|Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesco Nigro |Inizio = 10 febbraio 2010 |Fine = 23 settembre 2009 |Partito = [[centro-sinistralista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Maria Antonietta Olivieri |Inizio = 23 settembre 2009 |Fine = 10 febbraio 2010 |Carica = [[Commissario prefettizio|Comm. pref.]] |Partito = |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Francesco Nigro |Inizio = 10 febbraio 2010 |Fine = 28 maggio 2014 |Partito = [[centro-sinistralista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Vitantonio Caliandro |Inizio = 28 maggio 2014 |Fine = ''in30 carica''maggio 2019|Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giovanni Barletta |Inizio = 30 maggio 2019 |Fine = in carica |Partito = [[lista civica]] |Note =<ref name="interno" />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{BandieraGemellaggio|Grecia|GRC}} [[Kalyvia Thorikou]]}} (Καλύβια Θορικού) - [[Grecia]]
* {{BandieraGemellaggio|ITAItalia|Novara}} [[Novara]] (Lala città di Novara ha intitolato a Villa Castelli i giardini del quartiere Torrion Quartara)<ref>Città di Novara, delibera nº168 del 05-04-2006</ref>
* {{BandieraGemellaggio|Grecia|GRC}} [[Lakka Souliou]]}} (Σουλίου Λάκκα) - [[Grecia]] (Interreg III Italia - Grecia)
* {{Gemellaggio|Italia|Grottaglie}}
 
== Sport ==
A Villa Castelli sono presenti varie società sportive, in particolare il Villa Castelli Calcio, militante in Prima Categoria nella stagione 2023/2024. Inoltre si aggiunge un’altra disciplina sportiva molto praticata e molto amata ovvero il ciclismo rappresentata dal Team Bike Villa Castelli ASD. È presente anche una palestra di arti marziali praticata dall'ASD Team Fighters Villa Castelli che nel maggio 2021 si è classificata 1ª in Puglia e 7° in Italia su 100 palestre nei campionati italiani di kickboxing della Federkombat Italia.
 
== Note ==
{{<references|2}} />
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.itriabarocco.net/raybox/view_pis11.do?id=t273762700&lo=it_IT|titolo=Visita virtuale del Palazzo Ducale}}
* {{cita web|http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/brindisi/villacastelli.htm|Il castello}}
* {{cita web|url=http://www.itriabarocco.net/web/guest/home/areamultimediale?p_p_id=rb01_menu_tipi_WAR_raybox&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-3&p_p_col_count=1&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_f=p_index_tipi.jsp&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_tag=&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_tipo=i&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_articleid=&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_l=Villa+Castelli&_rb01_menu_tipi_WAR_raybox_page=3|titolo=Galleria fotografica di Villa Castelli in Itria Barocco}}
* {{cita web|http://www.brindisiweb.com/provincia/villacastelli/|Notizie e immagini di Villa Castelli}}
* {{cita web|http://www.roccobiondi.it/Masserie_del_Sud.htm|Masserie di Villa Castelli}}
 
{{ProvinciaComuni della provincia di Brindisi}}
{{Comuni Parco naturale regionale Terra delle Gravine}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Puglia}}