Castello di Montalto in Chianti: differenze tra le versioni

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{{struttura militare
 
|Nome = Castello di Montalto in Toscana
{{WIP|Arcangelo23}}
|Nome originale =
{{coord|43.368152|N|11.547017|E|type:landmark|display=title}}
|Parte di =
{{Infobox struttura militare
|Posizione geografica = Centro Italia
|Nome = Castello di Montalto in Chianti
|Struttura = Castello
|Posizione geografica = [[Berardenga]]
|Immagine = MontaltoCastello Exterior1di montalto, 01.jpgJPG
|Didascalia = Veduta del castello di Montalto dalla strada di accesso
|Stato =
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione = {{IT-TOS}}[[Toscana]]
|Città = [[Castelnuovo Berardenga|Montalto Berardenga]]
|LatGradi = 43
|Tipologia = [[Castello]]
|LatPrimi = 22
|LatSecondi = 05.35
|LatNS = N
|LongGradi = 11
|LongPrimi = 32
|LongSecondi = 49.26
|LongEW = E
|Tipologia = castello medievale
|Utilizzatore =
|Primo proprietario = famiglia Berardenga
|Stile = [[Architettura medievale|medievale]] e [[Architettura neogotica|neogotico]]
|Funzione strategica = difensiva
|Inizio costruzione = [[XI secolo]]
|Termine funzione strategica = 1555
|Termine costruzione = restaurato nell'[[secolo XIX|Ottocento]] e nel [[secolo XX|Novecento]]
|Inizio costruzione = [[X secolo]]
|Termine costruzione = restaurato nell'[[XIX secolo|Ottocento]] e nel [[XX secolo|Novecento]]
|Costruttore =
|Materiale = pietra e [[laterizio]]
|Armamento =
|Primo proprietario = famiglia Palmieri
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale = restaurato
|Proprietario attuale = famiglia Coda Nunziante
|Visitabile = no
|Condizione attuale = ben conservato
|VisitabilePresidio = si
|Comandante attuale =
|Comandanti storici =
|Occupanti =
|Azioni di guerra =
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|Note =
|Sito web = [https://www.montaltointoscana.com sito ufficiale]
|Ref =
}}
Il '''castello di Montalto''' (o di '''Montalto Palmieri''') si trova nel comune di [[Castelnuovo Berardenga]], ad est di [[Siena]], in una zona conosciuta come “la Berardenga” <ref>Dal nome di un'importante famiglia medievale di [[Franchi Sali|origine salica]] che dominò a lungo questi territori, i conti [[Berardenga]] detti anche [[Berardeschi]].</ref>, un vasto territorio nella regione del [[Colline del Chianti|Chianti]] in [[Toscana]].
 
Il '''castello di Montalto''' si trova nel comune di [[Castelnuovo Berardenga]], ad est di [[Siena]], in una zona conosciuta come "la [[Berardenga]]"<ref>Dal nome di un'importante famiglia medievale di [[Franchi Sali|origine salica]] che dominò a lungo questi territori, i conti [[Berardenga]] detti anche Berardeschi o Berardenghi.</ref>, un vasto territorio nella regione del [[Chianti (regione)|Chianti]] in [[Toscana]].
La maggior parte del castello è di origine medievale, con alcune parti precedenti all'anno [[XI secolo|1000]]. Il fortilizio ebbe grande importanza strategica dal [[XIII secolo|XIII]] al [[XV secolo]] per la sua posizione sul confine fra [[Siena]] e [[Firenze]]. Varie opere di restauro furono eseguite nel [[1500]] e nel [[1800]].
 
La maggior parte del castello è di origine medievale, con alcune parti precedenti l'[[XI secolo]]. Il fortilizio ebbe grande importanza strategica dal [[XIII secolo|XIII]] al [[XV secolo]] per la sua posizione sul confine fra [[Siena]] e [[Firenze]]. Varie opere di restauro furono eseguite nel [[XVI secolo|XVI]] e nel [[XIX secolo]].
== Descrizione ==
[[File:Montalto saladarmi.jpg|thumb|La Sala d'Armi, il salone centrale del castello]]
Montalto si innalza su una collina sovrastante il [[Ambra (torrente)|torrente Ambra]]. Oltrepassando un grande arco sormontato da una torre con [[caditoia|caditoie]] si accede al cortile interno con al centro un pozzo. Sulla destra si erge la chiesa dedicata a [[san Martino di Tours]], e sulla facciata interna del torrione d'ingresso si trova un grande affresco che ritrae la famosa scena del Santo che offre il proprio mantello ad un mendicante.
 
Sul lato sinistro del cortile si apre un loggiato con quattro archi, dal quale si entra nella vasta Sala d'Armi caratterizzata da un grande camino e da una ricca collezione di lance, armature e armi sia bianche che da fuoco risalenti al [[XIV secolo]] e successivi. Negli spazi tra i capitelli che sorreggono le travi di legno del soffitto si osservano pitture che raffigurano stemmi gentilizi, scene di vita quotidiana (caccia, agricoltura) e i poderi che erano legati al castello nel [[XVI secolo]].
 
I [[Merlo (architettura)|merli]] e le [[Feritoia|feritoie]] della torre di guardia con base a [[Scarpa (architettura)|scarpa]] dimostrano il suo ruolo di fortezza difensiva sul confine fra le perenni rivali Siena e Firenze. Sei altri edifici completano il piccolo villaggio, ed il complesso è circondato da una cinta di mura in pietra e mattoni che nel corso dei secoli hanno subito numerosi rifacimenti.
 
== Storia ==
=== Prime notizie ===
La torre fu probabilmente eretta dai [[Longobardi]] nel [[VI secolo|VI]] o [[VII secolo]], ma la parte principale del castello fu costruita verso la fine del primo millennio dai discendenti di [[Winigi]], primo [[Legge salica|conte salico]] di Siena sotto i [[Franchi]] nel [[IX secolo]], e di suo figlio Berardo dal quale la zona della Berardenga prende il nome. Troviamo frequenti riferimenti alla casata dei Berardenghi (discendenti da Berardo) nei vari documenti relativi a Montalto e alla zona circostante, e in particolare al vicino [[Monastero di San Salvatore (Badia Monastero)|monastero di San Salvatore a Fontebona]] che fu fondato da Winigi nell'[[867]] e in seguito ampliato dai suoi figli Ranieri e Berardo.<ref>E. Casanova (a cura di), “Il cartulario della Berardenga”, 1927, anno 867, LIII, e anno 1003, II.]</ref>.
 
La notizia più antica che abbiamo sul maniero risale all'[[XI secolo]]<ref>E. Casanova (a cura di), “Il cartulario della Berardenga”, 1927 (anno 1090, DXIII). Il documento registra la vendita nel [[1090]] di un appezzamento di terreno con vigna posto al di sotto del castello ''(subtus castro de Monte Alto)'', da parte di Berardo IV figlio di Ildebrando nei confronti di Enizello figlio di Ubaldino.</ref>, e suggerisce che a quel punto Montalto era già una comunità ben stabilita. Un censimento del [[1202]]<ref>“Il Caleffo vecchio del comune di Siena”, a cura di G. Cecchini, I-II, Firenze 1932-1934</ref> conta più di 40 famiglie abitanti in quella [[Corte (architettura)|corte]] (la quale includeva non solo il castello ma anche i terreni che gli appartenevano); ma numerosi documenti rogati a Montalto in un lasso di tempo di oltre un secolo, dal 1104 al 1212<ref>E. CASANOVA, op. cit.</ref>, registrano inizialmente donazioni e in seguito vendite di beni fondiari ad altri (incluso il monastero), forse segnali di difficoltà economiche per i Berardenghi signori di Montalto, indotti ad alienare [[Bene immobile|immobili]] per ottenere denaro liquido.
 
=== La battaglia di Montalto ===
Montalto dominava un'importante strada medievale che permetteva ad Arezzo e i suoi territori l'accesso al [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]<ref>“Lo statuto dei viarii di Siena” a cura di D. Ciampoli e T. Szabo, Siena 1992.</ref>, ed era di grande importanza strategica per Siena per via della sua posizione proprio sul confine fra i territori di Siena e quelli di Firenze ed i suoi alleati.
[[File:Castello di montalto, torre 02.JPG|thumb|left|La torre del castello]]
{{Stemma
|immagine = StemmaPalmieridiMontalto.jpg
|nome = Stemma dei Palmieri
|blasonatura = ''D'argento, alla gemella in fascia di rosso, sormontata da un grugno di cinghiale di nero, difeso d'argento, il tutto abbassato sotto il capo cucito dell'Impero''.
}}
Montalto dominava un'importante strada medievale che permetteva ad Arezzo e i suoi territori l'accesso al Mediterraneo<ref>“Lo statuto dei viarii di Siena” a cura di D. Ciampoli e T. Szabo, Siena 1992.</ref>, ed era di grande importanza strategica per Siena per via della sua posizione proprio sul confine fra i territori di Siena e quelli di Firenze ed i suoi alleati.
 
I fiorentini intendevano portare l'intera Toscana sotto alil loro dominio; la [[repubblica di Siena]], da parte sua, non solo voleva ritenereconservare la suapropria indipendenza, ma sperava anche di annettere il paese di [[Montepulciano]] che sovrastava la [[via Francigena]], la grande arteria commerciale che dalla Francia conduceva a Roma. Di conseguenza, dal [[1201]] al [[1553]] [[Siena]] e [[Firenze]] furono perennemente in guerra, ed il castello di Montalto si trovava spesso coinvolto.
 
Di particolare rilievo è la cosiddetta [[battaglia di Montalto]] che ebbe luogo nel giugno [[1208]]. I cronisti ci offrono rapporti a volte incongrui sulle cause iniziali delladel battagliaconflitto: uno storico<ref>G. VILLANI, “Croniche di Messer Giovanni Villani cittadino fiorentino, nelle quali si tratta dell’originedell'origine di Firenze & e di tutti e fatti & guerre state fatte dai fiorentini nella Italia dal principio del mondo al tempo dell’autore”dell'autore”, in “Rerum Italicarum Scriptores”, Milano 1778, tomo XIII, cap. XXXIII, pag. 147.</ref> narra che Siena aveva posto Montepulciano sotto assedio, e Firenze, intendendo venire all'in aiuto della città assediataasserragliata, attaccò Montalto che era l'avamposto principale di Siena nella zona, spingendo Siena a correretutelare all'aiutola sicurezza del castello. Un altro<ref>S. Ammirato, “Istorie fiorentine”, Firenze 1846, vol. I, pag. 128</ref> asserisce che le truppe di Siena erano in cammino verso Montepulciano quando vennero sorprese e attaccate dai Fiorentinifiorentini nella zona di Montalto. Altri ancora raccontano semplicemente che le due città vennero alle armi a Montalto. Ad ogni modo, la cosa certa è che la conseguente battaglia fu feroce e devastante. Molti furono i caduti dain entrambe le parti, ma Siena soffrì i danni peggioripiù ingenti; Firenze presecatturò più di 1200 prigionieri, e il castello fu quasi interamente distrutto. Un cronista riferisce, tra le altre cose, anche le parole di scherno coniateformulate dai Fiorentinifiorentini dopo l'esito delladello battagliascontro: "“Est factum planum Mons Altum nomine vanum”".<ref>[[Sanzanome|Sanzanome Iudicis]], “Gesta Florentinorum”, ed G. Milanesi in “Cronache dei secoli XII-XIV” (“Documenti di storia italiana”, VI) pag. 137-138.</ref>
 
IlLa castellofortezza subì danni alquanti severiconsiderevoli, e i Berardenghi fecero appello a Siena per aiutocontribuire nelai ristorarelavori edi rinforzarerafforzamento ledelle mura. Siena, riconoscendo l'importante posizione strategica di Montalto, consentì a un prestito.<ref>P. CAMMAROSANO, “La famiglia dei Berardenghi. Contributo alla storia della società senese nei secoli XI-XIII”, Spoleto, 1974, pag. 260.</ref>
 
=== La guerra infinita fra Siena e Firenze ===
[[File:Castello di montalto, stemmatorre palmieri 0102.JPG|thumb|Lo stemma dei Palmieri inleft|La cimatorre alladel scalinatacastello]]
[[File:Castello di montalto, stemma palmieri 01.JPG|thumb|Lo [[stemma]] dei Palmieri in cima alla scalinata]]
Nel 1251 [[Repubblica di Firenze|Firenze]] invase nuovamente il territorio di [[Repubblica di Siena|Siena]]. Siena inviò a Montalto e a due altre fortezze della zona una guarnigione di 200 uomini (fanti e cavalieri ma anche truppe mercenarie) e vettovaglie per almeno 25 giorni, in preparazione per una ennesima campagna militare. A questo punto la famiglia dei Berardenghi erà già in declino, e il castello passò del tutto sotto il controllo di Siena.
Nel [[1251]] [[Repubblica fiorentina|Firenze]] invase nuovamente il territorio di [[Repubblica di Siena|Siena]]. Questa inviò a Montalto e ad altre due fortezze del territorio una guarnigione di 200 uomini (fanti e cavalieri, ma anche truppe [[Mercenario|mercenarie]]) e vettovaglie per almeno 25 giorni, per prepararsi ad un'ennesima campagna militare. A questo punto la famiglia dei Berardenghi era già in declino, e il castello passò del tutto sotto il controllo di Siena.
 
Montalto fu al centro di varie altre battaglie, la maggior parte delle quali fra lo statoStato Fiorentinofiorentino e la repubblica di Siena, ma molte anche allada manoparte di mercenari Inglesiinglesi e Tedeschitedeschi (sia indipendenti che al servizio di Firenze) e, più tardi, anche mercenari Francesifrancesi alleati colcon il [[LuigiSovrani Idi d'AngiòNapoli|re di Napoli]] [[Luigi I d'Angiò]]. In molti dei casi la zona della Berardenga non era l'oggetto diretto delle armate invadentioccupanti, ma era semplicemente un'altraulteriore occasione per ildi saccheggio lungo il percorso verso la loro ultima destinazione. Testimonianza di questi attacchi sono le ripetute richieste da parte degli abitanti di Montalto perdi ilun sostegno finanziario di Siena nella ricostruzione delle sue mura o altre fortificazioni.<ref>Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale 183 c.54v, 209 c.239r -239v, 340 c.14v, 211 c.23v-24r, 1669 c.115r, 2135 c. 80</ref><ref>M. GINATEMPO, “Crisi di un territorio. Il popolamento della Toscana senese alla fine del medioevo”, Firenze 1988, pag. 615.</ref>
 
Le condizioni sicure o meno nella zonaregione venivano riflesse anche nell'oscillamentonella fluttuazione della popolazione del castellocastellana e delle sue terre. Un censimento condottoeseguito nel [[1278]] per determinare la tassazione dei beni trovaregistra a Montalto solo 24 famiglie<ref>A. GIORGI, “Aspetti del popolamento del contado di Siena tra l’iniziol'inizio del duecento e i primi decenni del trecento” (estratto da “Demografia e società dell’Italiadell'Italia medioevale”, a cura di R. Comba e I. Naso, Cuneo 1994)</ref>, invece delle più di 40 indicate nel [[1202]]. Nel [[1320]], secondo un nuovo censimento, Montalto contieneriporta 63 “unità fiscali”, sebbene non sia molto chiaro se il termine si riferisceriferisca a famiglie o a terreni.<ref>Archivio di Stato di Siena, Estimo 76. Estimo 93, c 153</ref> La [[peste nera]] del [[1348]] contribuì di nuovo allo spopolamento e al suo stato di abbandono, e un documento del 1422 indica solo 13 uomini ancora a Montalto; nel 1453 ce ne erano di nuovo 20.<ref>Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale 209, c.239r-239v.; Consiglio Generale 229, cc.298v-299r; Concistoro 340, c.14v</ref>
 
Oltre agli aiuti finanziari, Siena in più occasioni mandò a Montalto anche truppe e munizioni (come si vede da documenti del 1402, 1431, 1452, 1478).<ref>Archivio di Stato di Siena, Concistoro N° 260, c. 19 e 359, c.29v.</ref> Il castello fu capace di resistere a un assedio nel 1479<ref>A. ALLEGRETTI, “Ephemerides senenses 1450-1496” in “Rerum Italicarum Scriptores” a cura di L.A Muratori, vol. XXXIII, 1733, pag. 789.</ref>, ma nel 1526 risulta nuovamente occupato dal nemico;<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 596, n° 52.</ref> nel 1529 era sede di una guarnigione da Siena.<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 596, n° 54; 14, c.47- 48. e Balia 401, c.93r.</ref> Queste ripetute battaglie e scambipassaggi di manoproprietà danneggiavano i raccolti e consumavano risorse, e nell'insieme furono causa di grandi perdite sia per il castello che per i suoi abitanti.
 
=== Lavori di restauro ===
[[File:Montalto stemma.jpg|thumb|LoIl stemma[[Stemma|blasone]] della famiglia [[Medici]], da un affresco sulla parte superiore delle pareti nella Sala d'Armi di Montalto]]
[[File:Montalto sanmartino.jpg|thumb|L'affresco sulla torre d'ingresso, dalla parte interna alle mura, raffigura San[[Martino di Tours|san Martino]] che dona il suo mantello ad un mendicantemendico]]
[[File:Montalto altare.jpg|thumb|La [[pala d'altare]] della chiesa di San Martino fu aggiuntaposizionata nel 1853]]
Nel 1546, con Siena e Firenze ancora alle armi, ''messer'' Giovanni Palmieri non ebbe grandi difficoltà nel convincere il governo di Siena a cedergli Montalto con la promessa di difenderlo a spese proprie. I costi di ristrutturazione del castello sarebbero stati forti, certo, ma in cambio Palmieri otteneva una [[Signoria cittadina|signoria]] indipendente.
 
Purtroppo la situazione non fu facile, almeno all'inizio. Nel 1553 Montalto fu occupato dagli eserciti dei fiorentini e dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] (alleato con Firenze), i quali lo diedero alle fiamme prima di proseguire verso [[San Gusmè]].<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 763, c.11 e 17.</ref> Ma con la sconfitta di Siena nel 1555, le ostilità fra Siena e Firenze cessarono e il castello finalmente ebbe un po' di tregua.
Nel 1546, con Siena e Firenze ancora alle armi, messer Giovanni Palmieri non ebbe grandi difficoltà nel convincere il governo di Siena a cedergli Montalto con la promessa di difenderlo a spese proprie. I costi di riabilitazione del castello sarebbero stati forti, certo, ma in cambio Palmieri otteneva una signoria indipendente.
 
Montalto era gravemente danneggiato, ed anche i suoi vasti beni terrieri erano ormai inselvatichiti, incolti, e quasi del tutto abbandonati dai loro abitanti. Pure la chiesa di San Martino, secondo una [[visita pastorale]] effettuata dal vescovo di Arezzo nel 1567,<ref>Archivio Diocesano di Arezzo, Visite Pastorali, secc. XV-XX, regg.85.</ref> risulta spoglia e disadorna, e non è presente neanche il sacerdote. Francesco e Scipione Palmieri (figli di Giovanni) cominciarono a restaurare il castello nel 1570-1572, e aggiunsero abbellimenti in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]], come ad esempio il portico lungo la facciata sul cortile. Anche la cappella fu oggetto di rifacimenti, e nel 1583 essa risulta intonacata e pavimentata (cosa, quest'ultima, alquanto rara al tempo), con un altare ben provvisto di arredi sacri; ma ora non era più una parrocchia autonoma, perché annessa a quella del vicino monastero. Affreschi rappresentanti le varie tenute legate al castello e scene di vita quotidiana nella tenuta furono aggiunti al salone fra il 1570 e il 1587. Montalto divenne la residenza di campagna dei Palmieri, la cui dimora principale era a Siena.
Purtroppo la situazione non fu facile, almeno all'inizio. Nel 1553 Montalto fu preso dalle truppe dei Fiorentini e dell'[[imperatore Carlo V]] (alleato con Firenze), le quali lo diedero alle fiamme prima di proseguire verso [[San Gusmè]].<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 763, c.11 e 17.</ref> Ma con la sconfitta di Siena nel 1555, le ostilità fra Siena e Firenze cessarono e il castello finalmente ebbe un po' di tregua.
 
Durante i seguenti due secoli e mezzo ci sono poche informazioni sul castello. Uno studio demografico<ref>L. BONELLI CONENNA, “Castelnuovo Berardenga nel XVII secolo. La relazione Gherardini del 1676”, Biblioteca Comunale di Castelnuovo, Quaderno 7, 1987.</ref> commissionato nel 1676 dal granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] segnala 7 fuochi (famiglie) per complessivi 50 individui di cui 32 maschi (esclusi gli stessi Palmieri). Il [[Catasto Leopoldino]] del 1830<ref>Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sez.L, f.25.</ref> registra a Montalto 5 poderi e vari appezzamenti di terreni adibiti a vigne, agricoltura e boschi.
Montalto era gravemente danneggiato, ed anche i suoi vasti beni terrieri erano ormai inselvatichiti, incolti, e quasi del tutto abbandonati dai loro abitanti. Pure la chiesa di San Martino, secondo una [[visita pastorale]] effettuata dal vescovo di Arezzo nel 1567,<ref>Archivio Diocesano di Arezzo, Visite Pastorali, secc. XV-XX, regg.85.</ref> risulta spoglia e disadorna, e non è presente neanche il prete. Francesco e Scipione Palmieri (figli di Giovanni) cominciarono a restaurare il castello nel 1570-1572, e aggiunsero abbellimenti in stile rinascimentale come ad esempio il portico lungo la facciata sul cortile. Anche la cappella fu oggetto di restauri, e nel 1583 essa risulta intonacata e pavimentata (cosa, quest'ultima, alquanto rara al tempo), con un altare ben fornito di arredi sacri; ma ora non era più una parrocchia autonoma, perché annessa a quella del vicino monastero. Affreschi rappresentanti i vari poderi legati al castello e scene di vita quotidiana nella tenuta furono aggiunti al salone fra il 1570 e il 1587. Montalto divenne la residenza di campagna dei Palmieri, la cui dimora principale era ora a Siena.
 
Giuseppe Palmieri intraprese nuove opere di restauro nella metà del [[XIX secolo]], nello stile [[Architettura neogotica|neogotico]] che era diffuso a quel tempo. Le mura di difesa furono ricostruite e la torre fu rialzata ad una altezza simile a quella originale. La cappella fu rifatta all'interno delle mura e adornata nel 1853 da una [[pala d'altare]] in stile rinascimentale, ad opera dello stesso Giuseppe, che raffigura la ''Madonna con bambino affiancata da due santi'' e con il castello di Montalto visibile nel sottofondo.
Durante i seguenti due secoli e mezzo ci sono poche informazioni sul castello. Uno studio demografico<ref>L. BONELLI CONENNA, “Castelnuovo Berardenga nel XVII secolo. La relazione Gherardini del 1676”, Biblioteca Comunale di Castelnuovo, Quaderno 7, 1987.</ref> commissionato nel 1676 dal granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] vi trova 7 fuochi (famiglie) per complessivi 50 uomini di cui 32 maschi (esclusi gli stessi Palmieri). Il [[Catasto Leopoldino]] del 1830<ref>Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sez.L, f.25.</ref> registra a Montalto 5 poderi e vari appezzamenti di terreni dedicati a vigne, agricoltura e boschi.
 
L'opera di ristrutturazione fu completata nel 1908 dal figlio Antonio, a cui si deve anche la realizzazione della torre d'ingresso, impreziosita nella parte interna da un affresco sovrastante il tipico [[arco ribassato]] senese e raffigurante [[Martino di Tours|san Martino]] che dona il proprio mantello a un mendicante.
Giuseppe Palmieri intraprese nuove opere di restauro nella metà del XIX secolo, nello stile neo-gotico che era popolare a quel tempo. Le mura di difesa furono ricostruite e la torre fu rialzata ad una altezza simile a quella originale. La cappella fu ricostruita all'interno delle mura e adornata nel 1853 da una pala d'altare in stile rinascimentale, ad opera dello stesso Giuseppe, che raffigura la Madonna con bambino affiancata da due santi e col castello di Montalto visibile nel sottofondo.
 
=== Montalto oggi ===
L'opera di ristrutturazione fu completata nel 1908 dal figlio Antonio, a cui si deve anche la realizzazione della torre d'ingresso, abbellita nella parte interna da un affresco sovrastante il tipico [[arco ribassato]] senese e raffigurante San Martino che dona il suo mantello a un “povero diavolo”.
[[File:Castello di montalto, cappella, int. 02.JPG|thumb|left|Cappella]]
Dagli inizi degli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e fino ai [[Anni 1970|settanta]], con l'agricoltura su bassa scala che diventava sempre meno redditizia in Italia, molti contadini cominciarono ad abbandonare le fattorie alla ricerca di lavoro più proficuo in città. Questo graduale esodo dalla campagna lasciò Montalto priva di sufficiente personale regolare per lavorare la terra, e il castello divenne un peso per gli eredi Palmieri. Nel 1970 le ultime eredi della casa Palmieri Nuti, Sobilia sposata a Don Gennaro Carafa Cantelmo Stuart, [[principe del Sacro Romano Impero]] e principe di [[Roccella Ionica|Roccella]]<ref>http://www.famiglienobilinapolitane.it/Genealogie/Carafa%20Cantelmo%20Stuart.htm</ref>, e sua sorella Vittoria sposata al nobiluomo generale Francesco d'Assisi Forquet,<ref>http://www.famiglienobilinapolitane.it/Genealogie/Forquet.htm</ref> cedettero Montalto al cugino della prima, Giovanni Coda Nunziante, professore di economia agraria all'università di Napoli.
 
Sotto il Coda Nunziante e sua moglie Diana, Montalto vive una nuova fiorente stagione, non soltanto come villa e azienda agricola ma anche come struttura turistica. I terreni sono coltivati ad [[agricoltura biologica]], e allo stesso tempo molte case coloniche, che erano rimaste abbandonate, sono state riorganizzate e adibite a dimore per vacanze da offrire in [[agriturismo]].
== Montalto oggi ==
Dagli inizi degli anni 50 e continuando anche fino agli ultimi del 70, con l'agricoltura su bassa scala che diventava sempre meno redditizia in Italia, molti contadini cominciarono ad abbandonare le fattorie alla ricerca di lavoro più proficuo in città. Questo graduale esodo dalla campagna lasciò Montalto senza abbastanza personale regolare per lavorare la terra, e il castello divenne un peso per gli eredi Palmieri. Nel 1970 la Principessa Sobilia Palmieri Nuti Carafa di Roccella e sua sorella la Contessa Vittoria Palmieri Nuti Forquet, ultimi membri di questa nobile famiglia, cedettero Montalto al cugino della prima, Giovanni Coda Nunziante, professore di economia agraria all'università di Napoli.
 
Sotto il Coda Nunziante e sua moglie DianaSuggestiva, Montalto ha trovato una rifioritura non soltanto come villa e azienda agricolainfine, ma anche come struttura turistica. I terreni sono coltivati ad [[agricoltura biologica]], e allo stesso tempo molte case coloniche, che erano rimaste abbandonate, sono state ristrutturate e adibite a case vacanze da offrire in [[agriturismo]]. Interessante anche la leggenda della ''Dama blu'', amante di undel signore del fortiliziomaniero nei primi anni del [[secolo XIX secolo]], fatta uccidere presumibilmente dalla legittima consorte. Il suo teschio era conservato., fino a tempi recenti, in uno stanzino della torretta (poi fatto seppellire nel cimitero) e si dice che ancora lol'ipotetico spettro faccia sentire ancora l'inquietante ma benevola presenza sia di giorno eche di notte.<ref>La storia è stata narrata personalmente dalla proprietaria del maniero durante la trasmissione ''Castelli d'Italia'', andata in onda il 23 maggio 2016, alle ore 15.00, sul canale gratuito [[Marcopolo]].</ref>
 
=== Agricoltura biologica ===
L'attuale tenuta, comprendente un'area di 270 ettari (circa 650 acri), è adibitaimpiegata per due terzi a bosco; il resto del terreno è coltivato ad agricoltura biologica. Le coltivazioni principali sono il [[Triticum|grano]], il [[Helianthus annuus|girasole]], [[pianteColtura foraggereforaggera|foraggere]] e [[Brassica napus|colza]], oltre ad una buona parte della superficie investitacoltivata a [[Olea europaea|olivo]]. Apicoltori locali usano i boschi di Montalto per la [[produzione del [[miele]].
 
Per mantenere basso l'impatto ambientale non vengono utilizzati [[concime|concimi chimici]] né [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]]. Prodotti offerti al consumatore includono olio extra vergine d'oliva, miele, uova e una varietà di verdure a seconda della stagione.
 
=== Agriturismo ===
I nuovi proprietari, pionieri in ciò che oggi viene chiamato agriturismo, hanno man mano restauratorinnovato le case coloniche sia all'interno delle mura che intorno, offrendole in affitto[[locazione]] a villegianti in cerca di pace e tranquillità nella bellissima campagna toscana ma senza sentirsi isolati dalle varie attrazioni turistiche della zona. Hanno installato bagni e riscaldamento, aggiornato gli impianti elettrici e idraulici, e arredato gli interni in stile classico. Il vecchio granaio è diventato una grande sala per feste e ricevimenti; sono stati aggiunti una piscina e un campo da tennis; e sono stati piantati fiori, alberi e altre piante decorative per addolcireingentilire l'aspetto di questa fortezza che ormai non ha più una funzione di difesa. La chiesetta di San Martino è tornata in uso ed è ora testimone di vari matrimoni ogni anno. Le case-vacanze a Montalto variano da una a quattro camere, e inoltre un'ala del castello stesso è disponibile inper i affittoturisti.
 
Dopo la seconda guerra mondiale, il castello e i suoi 5cinque poderi restanti erano ancora dimora di più di 80 persone. Oggi solo i proprietari vi abitano tutto l'anno, mentre d'in estate sono ospitati più di 40 villeggianti.
 
== Architettura ==
[[File:Castello di montalto, cortile con loggia.JPG|thumb|left|Cortile interno]]
[[File:Montalto saladarmi.jpg|thumb|La Sala d'Armi, il salone centrale del maniero]]
Montalto si innalza su una collina sovrastante il [[Ambra (torrente)|torrente Ambra]]. Oltrepassando un grande arco sormontato da una torre con [[caditoia|caditoie]] si accede al cortile interno con al centro un pozzo. Sulla destra si erge la chiesa dedicata a [[san Martino di Tours]], e sulla facciata interna del torrione d'ingresso si trova un grande affresco che ritrae la famosa scena del Santo che offre il proprio mantello ad un mendicante.
 
Sul lato sinistro del cortile si apre un loggiato con quattro archi, dal quale si entra nella vasta Sala d'Armi caratterizzata da un grande camino e da una ricca collezione di lance, armature e armi sia bianche che da fuoco risalenti al [[XIV secolo]] e successivi. Negli spazi tra i capitelli che sorreggono le travi di legno del soffitto si osservano pitture che raffigurano stemmi gentilizi, scene di vita quotidiana (caccia, agricoltura) e i poderi che erano legati al castello nel [[XVI secolo]].
 
I [[Merlo (architettura)|merli]] e le [[Feritoia|feritoie]] della torre di guardia con base a [[Scarpa (architettura)|scarpa]] dimostrano il suo ruolo di fortezza difensiva sul confine fra le perenni rivali Siena e Firenze. Sei altri edifici completano il piccolo villaggio, ed il complesso è circondato da una cinta di mura in pietra e mattoni che nel corso dei secoli hanno subito numerosi rifacimenti.
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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