Cappella Peruzzi: differenze tra le versioni
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{{Opera d'arte
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Fu commissionata da un esponente della famiglia [[Peruzzi]], tra i più ricchi banchieri e mercanti della città, a [[Giotto]], che la dipinse in una fase matura della sua carriera, verso il [[1318]], una dozzina d'anni dopo il suo capolavoro alla [[Cappella degli Scrovegni]] di [[Padova]]. Entro il [[1322]] circa i lavori dovevano essere compiuti. Nella stessa chiesa, circa dieci anni dopo Giotto affrescò anche la [[Cappella Bardi (Santa Croce)|cappella Bardi]]. In totale le cappelle affrescate da Giotto erano quattro, ma solo queste due ci sono pervenute: le cappelle Giugni e Tosinghi infatti non hanno più alcuna traccia delle pitture menzionate dalle fonti antiche<ref name=B113>Baccheschi, cit., p. 113.</ref>.
Dalla stessa cappella proviene il ''[[Polittico Peruzzi]]'' che fu smembrato e disperso in diverse collezioni fino al ricongiungimento nell'attuale collocazione presso il [[Museum of Art di
Nel momento di massima fama l'artista doveva far fronte a numerose commissioni, richiedendo una tecnica più veloce dell'affresco, con ampie parti a secco. Già danneggiata per via del tempo quindi e per gli effetti di infiltrazioni e alluvioni, la cappella Peruzzi venne completamente imbiancata nel [[1714]]. Fu riscoperta nel [[1841]], quando venne restaurata con pesanti integrazioni di [[Antonio Marini]], oggi rimosse e conservate in ambienti attigui alla sagrestia della stessa chiesa. Le pitture, già danneggiate dall'inserimento di armi gentilizie e lapidi, furono quindi ripassate incautamente nell'Ottocento e nello stesso periodo fu inserito un altare che compromise le pitture della parete di fondo; restaurate nel [[1958]]-[[1961]] sotto la guida di [[Leonetto Tintori]], sono oggi apprezzabili solo nell'inventiva e nella composizione, essendo ormai perduti i valori pittorici della stesura<ref name=B113/>.
==Descrizione==
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Sopra le lunette si trovano fasce con esagoni contenenti teste maschili<ref>[http://fe.fondazionezeri.unibo.it/catalogo/scheda.jsp?decorator=layout&apply=true&tipo_scheda=OA&id=2234&titolo=Giotto+di+Bondone+%2c+Fregi+con+teste+maschili+entro+esagoni Immagini]</ref>. La scelta di dedicare la cappella ai due san Giovanni era legata innanzitutto al nome del committente (Giovanni di Rinieri Peruzzi), sia per la devozione dei fiorentini al Battista e sia all'evento della concomitanza di date tra il giorno dell'ascensione dell'Evangelista e della nascita del Battista, il 24 giugno. Le storie si basarono probabilmente sulla ''[[Leggenda Aurea]]'' di [[Jacopo da Varazze]]<ref name=B113/>.
Sulla parete della finestra restano tracce di elementi decorativi e un ''Angelo dell'apocalisse'' mutilo<ref name=B113/>. Tra le fasce decorative si trovano delle
===''Annuncio a Zaccaria''===
[[File:Giotto di Bondone - Scenes from the Life of St John the Baptist - 1. Annunciation to Zacharias - WGA09288.jpg|thumb|upright=1.4|''Annuncio a Zaccaria'']]
Nella lunetta sinistra, la scena dell
La scena è ambientata in un'architettura in tralice che asseconda il punto di vista dello spettatore. Sotto un [[ciborio]] gotico Zaccaria sventola un turibolo d'incenso e, dall'altra parte dell'altare, gli si fa incontro l'angelo che solleva la mano nel tipico gesto del parlante. Anche l'edificio a destra segue la medesima prospettiva intuitiva, e davanti ad esso si trovano alcuni personaggi, tra cui due donne che sono le figure meglio conservate della scena. A sinistra invece si fa avanti un gruppo di musici, almeno a giudicare da quello meglio conservato che tiene in mano uno strumento a corda da pizzicare. Le decorazione del Tempio si rivelarono aggiunte posteriori e vennero rimosse nei restauri novecenteschi<ref name=B113/>.
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===''Nascita imposizione del nome al Battista''===
[[File:Giotto di Bondone - Scenes from the Life of St John the Baptist - 2. Birth and Naming of the Baptist - WGA09290.jpg|thumb|upright=1.4|''Nascita imposizione del nome al Battista'']]
Un grande edificio con due stanze dalle pareti anteriori rimosse per svelarne l'interno suddivide il riquadro in due scene; a destra la camera della partoriente [[sant'Elisabetta|Elisabetta]], sdraiata sul letto e circondata da tre
Anche in questo caso l'architettura segue uno scorcio orientato verso il punto di vista ideale dello spettatore, al centro della cappella. La superficie pittorica è molto lacunosa e rovinata, specialmente nella porzione destra. Si percepisce però l'accentuazione plastica delle figure avvolte negli ampi mantelli, nonché l'occhio di riguardo all'ambientazione scenica, costruita per cubi sovrapposti di notevole effetto.
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===''Banchetto di Erode''===
[[File:Giotto di Bondone - Scenes from the Life of St John the Baptist - 3. Feast of Herod - WGA09291.jpg|thumb|upright=1.4|''Banchetto di Erode'']]
Nel registro inferiore si trova poi la scena del ''[[Banchetto di Erode]]'', ambientata nel palazzo del re che, ancora una volta, presenta una prospettiva con un punto di vista sfasato simile a quello nelle scene superiori. Erode sta banchettando allietato da musici, commensali e dalla danza di Salomè (a destra, in piedi, mentre muove le braccia guardate da due donne incuriosite). Nella stanza a destra però la ragazza inginocchiata sta già mostrando la testa del Battista alla madre [[Erodiade]] e, tornando nella stanza del banchetto, un soldato la mostra poi al padre Erode. Appare quindi molto complessa la scansione degli episodi, con una lettura non lineare in un verso o nell'altro di grande modernità, che ricorda il muoversi degli attori su un palcoscenico teatrale<ref name=T156>Tazartes, cit., p. 156.</ref>.
La superficie pittorica è molto logora ma la scena è pressoché integra. Il ''Banchetto'' fu la scena più ammirata e copiata del ciclo: [[Ambrogio Lorenzetti]] riprese le figure delle donne che osservano Salomè negli affreschi della [[chiesa di San Francesco (Siena)|chiesa di San Francesco]] a [[Siena]] (1328 circa), costituendo un importante termine ''ante quem'' per il ciclo fiorentino. Curata è la decorazione dell'architettura, con una teoria di statue lungo il cornicione del soffitto tra cui sono disposti festoni, motivo ripreso pure dal Lorenzetti in opere come la ''[[Presentazione al Tempio (Ambrogio Lorenzetti)|Presentazione al Tempio]]''<ref name=B113/>.
Nel corso del restauro è emerso come molte delle teste
<gallery>
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===''Ascensione di san Giovanni''===
[[File:Giotto di Bondone - Scenes from the Life of St John the Evangelist - 3. Ascension of the Evangelist - WGA09300.jpg|thumb|upright=1.4|''Ascensione di san Giovanni'']]
Conclude nel registro inferiore la scena dell
Giustamente nota è l'invenzione architettonica della scena, con l'edificio che assomiglia a una basilica finemente decorata (ad esempio dai fregi [[cosmateschi]]), per metà coperto da [[volta a botte]] e per metà, oltre l'apertura, coperto da una sorta di terrazza con parapetto. In basso sta una serie di testimoni, colti dalla sorpresa: c'è chi guarda incredulo la fossa vuota, chi solleva le braccia per lo stupore, chi alza il berretto per vedere la prodigiosa dipartita. Una figura vestita di rosso sta sdraiata in terra.
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Lo stato di conservazione attuale delle pitture è fortemente compromesso da diversi fattori succedutisi nel tempo (non tra ultimi l'ampio ricorso della pittura a secco invece che [[affresco|a fresco]]), ma non impedisce di vedere la qualità delle figure rese plasticamente da un attento uso del chiaroscuro e caratterizzate dallo studio approfondito dei problemi di resa e rappresentazione spaziale<ref name=T156/>.
In questi affreschi si nota un'evoluzione dello stile di Giotto, con panneggi ampi e debordanti come mai visto prima che esaltano la monumentalità delle figure. Le architetture sono inoltre disposte in maniera più espressiva, con vivi spigoli che forzano alcune caratteristiche delle scene; dilatandosi in
All'interno di queste quinte prospettiche, si sviluppano le storie sacre composte in maniera calibrata nel numero e nel movimento dei personaggi<ref name=T156/>.
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*Maurizia Tazartes, ''Giotto'', Rizzoli, Milano 2004. {{no ISBN}}
*''Guida d'Italia, Firenze e provincia'' ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.
*{{Cita libro|titolo = Medioevo: i committenti. Atti del Convegno internazionale di studi Parma, 21-26 settembre 2010|autore-capitolo = Alessio Monciatti, Cecilia Frosinini |curatore = Arturo Carlo Quintavalle|editore = Electa|città = Milano|anno = 2011|capitolo = La cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze|url_capitolo =
https://www.academia.edu/3040512/Cecilia_Frosinini_e_Alessio_Monciatti_I_Peruzzi_e_la_loro_cappella_in_Santa_Croce_2011_|p = |pp = 607-617|ISBN = 978-88-370-8875-0}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=http://www.polomuseale.firenze.it/catalogo/scheda.asp?nctn=00281073&value=1|titolo=La scheda ufficiale di catalogo}}
*{{cita web | 1 = http://www.youreporter.it/foto_I_segreti_di_Giotto_alla_cappella_Peruzzi_a_Firenze_2 | 2 = Esami sugli affreschi ai raggi ultravioletti | accesso = 9 aprile 2012 | dataarchivio = 4 marzo 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304204619/http://www.youreporter.it/foto_I_segreti_di_Giotto_alla_cappella_Peruzzi_a_Firenze_2 | urlmorto = sì }}
{{Giotto}}
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[[Categoria:Dipinti su san Giovanni Battista]]
[[Categoria:Dipinti su san Giovanni Evangelista]]
[[Categoria:Peruzzi]]
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