Luigi Pirandello: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|
{{Bio
|Nome = Luigi
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Agrigento
|GiornoMeseNascita = 28 giugno
|AnnoNascita = 1867
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|GiornoMeseMorte = 10 dicembre
|AnnoMorte = 1936
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = drammaturgo
|Attività2 = scrittore
|Attività3 = poeta
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , insignito del [[Premio Nobel per la letteratura]] nel 1934
|Immagine =
|Didascalia = Luigi Pirandello nel 1934
|Didascalia2 = {{Premio|Nobel|letteratura|1934|x}}
}}
Per la sua produzione, i temi affrontati e l'innovazione del racconto teatrale è considerato tra i più importanti drammaturghi del [[XX secolo]]. Tra i suoi lavori spiccano diverse novelle e racconti brevi (in [[lingua
[[File:Voce di Luigi Pirandello (1926).ogg|thumb|Voce di Pirandello mentre legge un suo prologo a ''Sei personaggi in cerca d'autore'' (1926)]]
== Biografia ==
{{Citazione|Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco "Kaos".|Luigi Pirandello}}
=== La famiglia ===
[[File:Stefano Pirandello 1860-1862.jpg|upright|thumb|Il padre Stefano Pirandello in divisa garibaldina]]
[[File:Luigi Pirandello Baptismal Certificate.jpg|thumb|Atto di battesimo di Luigi Pirandello]]
Luigi Pirandello, figlio di Stefano Pirandello e Caterina Ricci Gramitto, appartenenti a [[famiglia|famiglie]] di agiata condizione [[borghesia|borghese]], dalle tradizioni [[Risorgimento|risorgimentali]], nacque nel 1867 in contrada "Càvusu" della città siciliana di Agrigento (denominata Girgenti fino al 1927).<ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce "Girgenti".</ref><ref>{{Cita web|url=https://casamuseopirandello.it/ |titolo=Casa museo Luigi Pirandello |autore= |sito=casamuseopirandello.it |data= |lingua=it |accesso=11 giugno 2025}}</ref>
Nell'imminenza del parto che doveva avvenire a [[Porto Empedocle]], per un'[[epidemia]] di [[colera]] che stava colpendo la [[isola di Sicilia|Sicilia]], il padre Stefano aveva deciso di trasferire la [[famiglia]] in un'isolata tenuta di [[campagna]] per evitare il contatto con la pestilenza. Porto Empedocle sino al 1863 si chiamava Molo di Girgenti e sino al 1853 era stata una [[borgata]] ([[Frazione (geografia)|frazione]]) dello stesso comune di Girgenti.
Il padre, Stefano Pirandello, aveva partecipato tra il 1860 e il 1862 alle imprese [[Garibaldino|garibaldine]]; aveva sposato nel 1863 Caterina, sorella di un suo commilitone, Rocco Ricci Gramitto.
Il nonno materno di Luigi, Giovanni Battista Ricci Gramitto, era stato tra gli esponenti di spicco della [[Rivoluzione siciliana del 1848|rivoluzione siciliana del 1848-49]] e, escluso dall'[[amnistia]] al ritorno del [[Borbone]], era fuggito in [[esilio]] a [[colonia di Malta|Malta]] dove era morto un anno dopo, nel 1850, a soli 46 anni.<ref>Luigi Pirandello, ''Lettere giovanili da Palermo e da Roma 1886-1889'', Bulzoni, Roma, 1993, nell'introduzione ''Il risorgimento familiare di Luigi Pirandello''.</ref> La famiglia di Pirandello viveva in una situazione economica agiata, grazie al [[commercio]] e all'estrazione dello [[zolfo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.intrasformazione.com/index.php/intrasformazione/article/download/21/pdf|titolo=I Pirandello del mare e la favola del nonno cambiato|autore=Mario Genco|formato=pdf|accesso=5 novembre 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190421222737/http://www.intrasformazione.com/index.php/intrasformazione/article/download/21/pdf|urlmorto=sì}}</ref>
=== I primi anni ===
[[File:Casa natale di Pirandello.JPG|thumb|left|La casa natale di Pirandello, in località "Caos" (Girgenti)]]
L'infanzia di Pirandello fu serena ma, come lui stesso avrebbe raccontato nel
Fin da ragazzo soffriva d'[[insonnia]] e dormiva abitualmente solo tre ore per notte.<ref>In siti web
''La giara''</ref>
[[File:Luigi Pirandello 1884.jpg|upright
Il giovane Luigi era molto devoto alla [[Chiesa cattolica]]
Si allontanò dalle pratiche religiose per un avvenimento apparentemente di poco conto: un prete aveva truccato un'estrazione a sorte
Dopo l'istruzione elementare impartitagli
Iniziò i suoi studi [[università|universitari]] a [[Palermo]] nel
A Bonn, importante centro culturale di quei tempi, Pirandello seguì i corsi di [[filologia romanza]] ed ebbe l'opportunità di conoscere grandi maestri come [[Franz Bücheler]], [[Hermann Usener]] e [[Richard Förster]]. Si laureò nel
Nella città tedesca, alla fine di gennaio del 1890, conobbe a una festa in maschera la giovane Jenny Schulz-Lander, della quale si innamorò e con cui andò ad abitare nella pensione tenuta dalla madre della ragazza.<ref>Marco Manotta, ''Luigi Pirandello'', Pearson Italia S.p.a., 1998 p. 4</ref>
=== Il matrimonio ===
Nel
Nel
=== Il crollo finanziario e la malattia della moglie ===
Nel
Questo avvenimento accrebbe il disagio mentale, già manifestatosi, della moglie di Pirandello, Antonietta. Ella era sempre più spesso affetta da attacchi di gelosia a causa dei quali o lei rientrava dai genitori in Sicilia o Pirandello era costretto a lasciare la casa. Il disturbo prese la forma di attacchi schizo-paranoidi con passaggi all'atto, che la portavano a scagliarsi contro tutte le donne che parlassero con il marito o che lei pensava che volessero avere un qualche tipo di rapporto con lui; perfino la figlia Lietta subì aggressioni fisiche<ref>[[Giancarlo Mazzacurati]] (a cura di), Introduzione e biografia di Pirandello, dalla Prefazione a ''Il fu Mattia Pascal'', Einaudi tascabili</ref> e, a causa del comportamento della madre, tentò il suicidio e poi se ne andò di casa.<ref>{{Cita web | url = http://www.repubblicaletteraria.it/LuigiPirandello_vita1.html | titolo = Luigi Pirandello, una vita da autore | autore = Fausta Samaritani | sito = La Repubblica Letteraria Italiana | data = 1º gennaio 2002 | accesso = 7 gennaio 2023 | urlarchivio = https://archive.is/20140324140226/http://www.repubblicaletteraria.it/LuigiPirandello_vita1.html | urlmorto = sì }}</ref> La chiamata alle armi di Stefano nella [[Grande Guerra]] peggiorò ulteriormente la situazione mentale della madre.<ref name="antonietta">{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/30/Pirandello_moglie_Antonietta_scena_demone_co_0_0007302049.shtml|titolo=''Pirandello e la moglie Antonietta''}}</ref>
Nel 1905 Pirandello portò la moglie in soggiorno a [[Chianciano Terme]] assieme ai figli, dove rimasero per due mesi in quello che lo scrittore definì «il paesello annidato sul colle ventoso proprio dirimpetto della [[Collegiata di San Giovanni Battista (Chianciano Terme)|Collegiata]]».<ref>{{cita libro|titolo=Pirandello racconta Chianciano|autore=Luigi Pagnotta|editore=Edizioni il pavone|anno=2009}}</ref> Due novelle contenute nel libro ''[[Novelle per un anno]]'' sono ambientate in questo paese: ''[[Acqua amara]]'' e ''[[Pallino e Mimì]]''.
Solo diversi anni dopo, nel
Spinto dalle ristrettezze economiche e dallo scarso successo delle sue prime opere letterarie
=== Il primo grande successo ===
[[File:Luigi Pirandello 1919.jpg|upright
Il suo primo grande successo fu il [[romanzo]] ''[[Il fu Mattia Pascal]].''Secondo la leggenda, sarebbe stato scritto nelle notti di veglia alla moglie paralizzata alle gambe, circostanza che in realtà manca di riscontri effettivi.<ref>Gaspare Giudice, ''Luigi Pirandello'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1963, pag.178.</ref><ref>Annamaria Andreoli, "Diventare Pirandello", Mondadori Libri S.p.A., Milano, 2020, pag. 248.</ref> Il libro fu pubblicato nel 1904 e immediatamente tradotto in diverse lingue. La critica non diede subito al romanzo il successo che invece ebbe tra il pubblico. Numerosi critici non colsero il carattere di novità del romanzo, come d'altronde di altre opere di Pirandello. Questo ferì moltissimo l'amor proprio di Pirandello, che se la prese, in varie occasioni, con coloro che riteneva ingiustamente celebrati dalla critica, tra cui [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] e [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. All'uscita dei ''[[Canti di Castelvecchio]]'' e delle ''[[Laudi]]'', confessò di detestarli nel modo più assoluto. Lo urtarono anche sia il fatto che D'Annunzio non lo degnò nemmeno di una replica, sia il sarcasmo di Pascoli che gli affibbiò il nomignolo "Pindirindello".<ref name="andreoli" />
Perché Pirandello arrivasse al successo definitivo si dovette aspettare il [[1922]], quando si dedicò totalmente al teatro. Lo scrittore siciliano aveva rinunciato a scrivere opere teatrali, quando l'amico [[Nino Martoglio]] gli chiese di mandare in scena nel suo Teatro Minimo presso il Teatro Metastasio di Roma alcuni suoi lavori: ''[[Lumie di Sicilia]]'' e l
Cominciò da questa data la collaborazione con Musco, che === Dalla Grande Guerra al Nobel: il successo internazionale ===
{{Vedi anche|Teatro d'Arte di Roma}}
La guerra fu un'esperienza dura per Pirandello; il figlio Stefano venne infatti imprigionato dagli [[austria]]ci, e, una volta rilasciato, ritornò in Italia gravemente malato e con i postumi di una ferita. Durante la guerra, inoltre, le condizioni psichiche della moglie si aggravarono al punto da rendere inevitabile il ricovero in [[Ospedale psichiatrico|manicomio]] (1919), dove rimase, come detto, fino alla morte.<ref name="antonietta" /> Dopo la guerra, lo scrittore si immerse in un lavoro frenetico, dedicandosi soprattutto al teatro. Nel 1925 fondò la Compagnia del [[Teatro d'Arte di Roma]] con due grandissimi interpreti dell'arte pirandelliana: [[Marta Abba]] e [[Ruggero Ruggeri]]. Con questa compagnia cominciò a viaggiare per il mondo: le sue commedie vennero rappresentate anche nei teatri di [[Broadway]].
Nel giro di un decennio arrivò a essere il drammaturgo di maggior fama nel mondo, come testimonia il [[premio Nobel per la letteratura]] ricevuto nel 1934,<ref name="antonietta" /> "per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e teatrale".<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1934/|titolo=Motivazione del Premio Nobel per la Letteratura 1934|editore=Nobel Prize Outreach AB|urlmorto=no|accesso=3 dicembre 2020|sito=nobelprize.org|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201203041058/https://www.nobelprize.org/prizes/literature/1934/summary/}}</ref> Degno di nota fu lo stretto rapporto con la giovane Abba, sua [[Musa (arte)|musa ispiratrice]], della quale Pirandello, secondo molti biografi e conoscenti, era innamorato forse solamente in maniera [[amore platonico|platonica]].<ref name="Andreoli" /><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/16/MIA_CARA_MARTA_AMORE_PLATONICO_co_0_9902162865.shtml|titolo=Gaetano Afeltra, ''"Mia cara Marta". L'amore platonico di Pirandello''}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/24/tra-pirandello-marta-abba-ottocento-lettere-di.html|titolo=Tra pirandello e marta abba Ottocento lettere di emozioni - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=24 giugno 2008|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
Molte delle opere pirandelliane cominciavano intanto a essere trasposte al cinema: Pirandello andava spesso ad assistere alla lavorazione dei film; andò anche negli [[Stati Uniti d'America]], dove famosi attori e attrici di [[Hollywood]], come [[Greta Garbo]], interpretavano i suoi soggetti. Nell'ultimo di questi viaggi (1935) andò a trovare, su invito, [[Albert Einstein]] a [[Princeton]]. In una conferenza stampa, Pirandello difese con veemenza la politica estera del fascismo, come la [[guerra d'Etiopia]], e accusando i giornalisti statunitensi di ipocrisia, citando il colonialismo contro i [[nativi americani]].<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/19/Einstein_invito_Pirandello_scontro_che_co_9_100719014.shtml|titolo=''Einstein e l'invito a Pirandello. Lo scontro che nessuno vide''}}</ref>
Alcuni critici accostavano Pirandello ad Einstein poiché il primo era narratore della relatività dell'Io. Il contenuto del loro incontro rimase segreto.<ref>{{Cita web|url=https://www.balarm.it/news/lui-ebreo-e-socialista-l-altro-fascista-l-incontro-segreto-di-pirandello-ed-einstein-148194|titolo=Lui ebreo e socialista, l'altro fascista: l’incontro (segreto) di Pirandello ed Einstein|sito=Balarm.it|lingua=it|accesso=11 settembre 2024}}</ref>
=== Pirandello e la politica: l'adesione al fascismo ===
Pirandello non aveva mai preso specifiche posizioni politiche, tranne l'ammirazione per il [[patriottismo]] garibaldino di famiglia. L'idea politica di fondo di Pirandello era legata principalmente a questo patriottismo [[Risorgimento|risorgimentale]]. Una sua lettera apparsa nel 1915 sul ''[[Giornale di Sicilia]]'' testimonia gli ideali patriottici della famiglia, proprio nei primi mesi dallo scoppio della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] durante la quale il figlio Stefano fu fatto prigioniero dagli austriaci e rinchiuso, per la maggior parte della prigionia, nel [[campo di concentramento]] di Pian di Boemia, presso [[Mauthausen]]. Pirandello non riuscì a far liberare il figlio malato, neppure con l'intervento del [[papa Benedetto XV]].<ref>Luciano Lucignani, ''Pirandello, la vita nuda'', Giunti, 1999 pagg.95 e 109.</ref>
Nella sua vita condivise alcune delle idee dei giovani [[Fasci siciliani]] e del [[socialismo]]; ne ''[[I vecchi e i giovani]]'' si nota come l'idea politica di Pirandello
Nella [[prima guerra mondiale]]
{{citazione|Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima degno di entrare nel [[Partito Nazionale Fascista]], pregerò come massimo onore tenermi il posto del più umile e obbediente gregario. Con devozione intera.<ref name=fasci>''
Il telegramma arrivava in un momento di grande difficoltà per il presidente del Consiglio, dopo il ritrovamento il 16 agosto del corpo dell'
[[File:Luigi Pirandello 1923.jpg|thumb|Pirandello al «Théâtre Edouard VII» per i ''Sei personaggi in cerca d'autore'' (Parigi, 1925)]]
Nel
Potrebbe apparire un punto di contatto tra Pirandello e il fascismo<ref>Benito Mussolini, ''Nel solco delle grandi filosofie. Relativismo e fascismo'', in ''Il popolo d'Italia'', 22 novembre 1933</ref> il sostenuto [[relativismo]] filosofico di entrambi. In realtà ben diverso è il relativismo morale fascista fondato sull'attivismo [[Georges Sorel|soreliano]]<ref>«Le idee di Mazzini e di Sorel influenzarono profondamente il fascismo di Mussolini e Gentile...» (Simonetta Falasca Zamponi, ''Lo spettacolo del fascismo'', Rubbettino Editore, 2003 p.58)</ref><ref>« [...] Sorel è veramente il ''notre maître''» (B. Mussolini, ''[[Il Popolo d'Italia|Il Popolo]]'', 27 maggio 1919 e in ''Opera Omnia'' II p.126)</ref> e il relativismo esistenziale pirandelliano che si richiama all'originario movimento scettico-razionale europeo della fine del XIX secolo e l'inizio del XX.<ref name="int" />
[[File:Luigi Pirandello 1932 (3).jpg|thumb|left|upright|Pirandello nel 1932]]
{{Citazione|Pirandello si fa interprete di un relativismo pessimistico, angosciato, negatore di ogni certezza, del tutto incompatibile con l'ansia attivistica o relativistica - positiva - del nostro tempo.<ref name=int>Luigi Pirandello, ''Interviste a Pirandello: parole da dire, uomo, agli altri uomini'', Rubbettino Editore, 2002 - nota 3, p. 316</ref>}}
Sempre nel solco di Amendola e dei critici antifascisti vi è anche un commento più pragmatico alla sua iscrizione al Partito fascista, la quale avrebbe avuto origine nel suo ricercare finanziamenti per la creazione della sua nuova [[compagnia teatrale]], che avrebbe così avuto il sostegno del regime e le relative sovvenzioni, anche se il governo, perfino dopo il Nobel, gli preferì sempre [[Gabriele D'Annunzio]] e [[Grazia Deledda]], anche lei vincitrice del premio, come letterati ideali del regime, mentre Pirandello ebbe molta difficoltà a reperire i fondi statali, che Mussolini spesso non voleva concedergli.<ref name="Andreoli" /><ref name="pol">{{Cita web |url=http://www.atuttascuola.it/collaborazione/depadova/pirandello_e_la_politica.htm |titolo=''Pirandello e la politica'' |accesso=24 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140324202240/http://www.atuttascuola.it/collaborazione/depadova/pirandello_e_la_politica.htm |urlmorto=sì }}</ref>
Clamoroso fu il gesto del 1927, narrato da [[Corrado Alvaro]],<ref>Riportato da G. Giudice nel suo saggio</ref> in cui Pirandello a Roma strappò la sua tessera del partito davanti agli occhi esterrefatti del Segretario Nazionale.<ref>Prefazione alle Novelle per un anno, Milano 1956</ref> Nonostante ciò, una rottura aperta col fascismo non si consumò mai.<ref name=aste/> Anzi, quello stesso anno sul quotidiano ''L'Impero'' del 12 marzo, apparve una sua intervista con tanto di foglio autografo dell'autore stampato in prima pagina: «Mussolini non trova paragoni nella storia, mai esistito un condottiero che abbia saputo dare al suo popolo una così viva impronta della sua personalità».<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/19/luigi-pirandello-fascista-convinto-ritrovata-unintervista-del-1927-mussolini-non-trova-paragoni-nella-storia/3865805/|titolo=Luigi Pirandello fascista convinto. Ritrovata un’intervista del 1927: “Mussolini non trova paragoni nella storia”}}</ref>
Nel 1928 si concluse senza troppa fortuna l'esperienza del [[Teatro d'Arte di Roma|Teatro d'Arte]] cominciata quattro anni prima; dopo lo scioglimento, in tacita polemica con il regime fascista che a suo avviso era troppo parco di sostegno ai suoi progetti teatrali, Pirandello si ritirò per qualche mese a Berlino insieme a [[Marta Abba]], [[primadonna]] della compagnia. Forse a parziale compensazione di questo mancato sostegno, nel 1929 Pirandello fu uno dei primi 30 accademici, nominati direttamente da Mussolini, della neo costituita [[Reale Accademia d'Italia]].
Nel 1935, in nome dei suoi ideali patriottici, partecipò alla raccolta dell' "[[Oro alla Patria|oro per la patria]]" donando la medaglia del premio Nobel ricevuto l'anno prima,<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2007/12/storie-dalla-storia-oro-alla-patria-141207.shtml?uuid=11789ab0-aa52-11dc-aa28-00000e25108c|titolo=Storie dalla storia / L'oro alla Patria|editore=Il Sole 24 ORE|urlmorto=no|accesso=3 dicembre 2020|autore=Marco Innocenti|data=14 dicembre 2007}}</ref> gesto compiuto, tra gli altri, anche dall'[[antifascista]] [[Benedetto Croce]], che donò la medaglia da senatore.
Questa scelta di adesione al regime è stata spesso sia minimizzata sia accentuata dalla critica, poiché sostanzialmente l'ideologia fascista non ebbe mai parte nella vita e nell'opera pirandelliana, abbastanza avulse dalla realtà politica, cosicché egli non fu in grado di vedere e giudicare le violenze fasciste; tuttavia il contenuto idealmente [[anarchico]], [[pessimismo|pessimista]] e quasi sempre anti-sistema delle sue opere era guardato con sospetto da molti intellettuali e uomini politici del PNF, che non lo consideravano degno di una vera "arte fascista".<ref>Marta Sambugar, ''Letteratura italiana per moduli'', vol.2 Incontro con l'autore: Luigi Pirandello</ref> La critica fascista non sempre esaltava le opere di Pirandello, spesso considerandole non conformi agli ideali fascisti: vi si vedeva una certa insistenza e considerazione di quella borghesia altolocata (che pure Pirandello non amava particolarmente) che il fascismo formalmente condannava come corrotta e decadente. Gli arzigogoli filosofici dei personaggi dei drammi borghesi pirandelliani erano considerati quanto di più lontano dall'attivismo fascista.<ref>Robert S. Dombroski, ''L'esistenza ubbidiente. Letterati italiani sotto il fascismo'', Guida Editori, 1984.</ref>
Anche dopo l'attribuzione del Nobel, parecchi suoi lavori furono accusati dalla stampa di regime di [[disfattismo]], tanto che anche Pirandello finì tra i "controllati speciali" dell'[[OVRA]].<ref>{{cita testo|url=http://www.storiain.net/arret/num108/artic1.asp|titolo=''L'Ovra a Cinecittà'' di Natalia ed Emanuele V. Marino, Bollati Boringhieri, 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090210010507/http://www.storiain.net/arret/num108/artic1.asp }}</ref> Negli ultimi anni viaggiò difatti molto, andò in [[Terza Repubblica (Francia)|Francia]] e negli [[Stati Uniti d'America]], quasi in un volontario esilio dal clima culturale italiano di quegli anni.<ref name=aste/> Nonostante i suoi elogi al capo del governo, il Duce fece sequestrare l'opera ''[[La favola del figlio cambiato]]'', per alcune scene ritenute non consone, impedendone le repliche (a Pirandello venne imposta, per contrasto, la regia dell'opera dannunziana ''[[La figlia di Iorio]]'').<ref name=Andreoli>{{cita web|url=http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/view_preview.shtml#!/MjovZXMvaXQvcmNzZGF0aW1ldGhvZGUxL0A2NDI1MA%3D%3D |titolo=Tutti i no di Mussolini a Pirandello. L'arcifascista non piaceva al Duce|autore=Annamaria Andreoli|sito=Corriere della sera|data=30 giugno 2006}}</ref>
===
Nell'ottobre del [[1889]] Luigi Pirandello si trasferì in [[Impero tedesco|Germania]], raggiungendo [[Bonn]] dove si iscrisse alla [[Università di Bonn|Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität]]; in questa università prestigiosa si presentò con una lettera del professore [[Ernesto Monaci]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pirandelloweb.com/pirandello-a-bonn/|titolo=Pirandello a Bonn e la tesi sulla parlata di Girgenti|autore=Pirandelloweb.com|sito=PirandelloWeb|data=12 luglio 2022|lingua=it|accesso=11 luglio 2024}}</ref> Nel periodo in cui risedette in Germania l'autore scrisse varie opere, è a questo periodo che risale il saggio critico ''[[Petrarca e Colonia]]''. In Germania Pirandello scrisse la poesia [[Convegno]], nella quale faceva una descrizione di sé stesso, e che, nell'ottobre del [[1901]], fu pubblicata sulla ''[[Rivista d'Italia]]''. A Bonn iniziò la stesura del [[taccuino di Bonn]] (1889-1993), manoscritto fondamentale sul laboratorio creativo dell'autore, ancora inedito agli studiosi se non per qualche trascrizione rara di immagini e testi. Pirandello si laureò il 21 marzo del [[1891]] in filologia romanza discutendo la tesi su suoni e sviluppo dei suoni della parlata di Agrigento.
=== Pirandello a Roma ===
Pirandello abitò a [[Roma]] al quartiere [[Nomentano]], prima in [[Via Alessandro Torlonia]], poi in via Antonio Bosio, in un villino costruito intorno agli [[anni 1910|anni dieci]] in una zona immersa nel verde e che ritorna in numerose pagine. Lo scrittore vi si trasferì definitivamente nel 1933 al suo rientro in Italia, dopo gli anni trascorsi a [[Berlino]] e a [[Parigi]].
[[Corrado Alvaro]] così ricorda il verde che circondava la casa:<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Corrado Alvaro|titolo=Prefazione a Novelle per un anno, Arnoldo Mondadori Editore, 1956, pp. 6-41}}</ref>
{{Citazione|Nel mezzo dello studio c'era un divano con le spalle a una grande vetrata che dava, a destra, in un giardino. Il giardino era uno scenario vicino di lauri e di cipressi. Ma oltre a questo verde perenne e grave, che appena imbiondiva al sole di primavera, ci doveva essere qualche grande albero che perdeva le foglie, un platano o una magnolia; ricordo bene a certe stagioni quel fruscìo. […] È strano che questo fruscìo faccia parte dei miei ricordi su quello studio, e questo sfogliare sia trasferito in un parco anziché fra le carte del letterato}}
L'appartamento è costituito da un ampio soggiorno-studio, da una camera da letto e da una terrazza dalla quale, allora, si potevano scorgere i pini di [[Villa Torlonia (Roma)|Villa Torlonia]].
La biblioteca comprende circa 2.000 volumi appartenuti allo scrittore. Tra i quadri figurano quattro opere del figlio Fausto. Numerosi i manoscritti relativi a poesie, romanzi e drammi.
=== Il rifugio a Soriano nel Cimino ===
Luigi Pirandello amava trascorrere ampi periodi dell'anno nella quiete di [[Soriano nel Cimino]] ([[Provincia di Viterbo|VT]]), un'amena e bella cittadina ricca di monumenti storici e immersa nei boschi del [[Monte Cimino]]. In particolare Pirandello rimase affascinato dalla maestosità e dalla quiete di uno stupendo castagneto situato nella località di "Pian della Britta", a cui volle dedicare un'omonima poesia, che oggi è scolpita su una lapide di marmo posta proprio in tale località.
Pirandello ambientò a Soriano nel Cimino (citando luoghi, località e personaggi realmente esistiti) anche due tra le sue più celebri novelle ''Rondone e Rondinella'' e ''Tomassino ed il filo d'erba''. A Soriano nel Cimino, è rimasto vivo ancora oggi il ricordo di Pirandello a cui sono dedicati monumenti, lapidi e strade.
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=== La morte e il testamento ===
Appassionato di [[cinematografia]]<ref>{{cita web|url=https://www.pirandelloweb.com/pirandello-un-regista-e-uno-sceneggiatore-mancato/|titolo=Pirandello, un regista (e uno sceneggiatore) mancato|editore=pirandelloweb.com|accesso=25 ottobre 2022|autore=Angelo Iannelli|}}</ref>, mentre assisteva a [[Cinecittà]] alle riprese di un film tratto dal suo romanzo ''Il fu Mattia Pascal'', nel novembre 1936 si ammalò di [[polmonite]].<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilpost.it/2014/11/08/video-80-anni-nobel-pirandello/|titolo=Gli 80 anni del Nobel a Pirandello|sito=Il Post|data=8 novembre 2014|accesso=28 giugno 2025}}</ref> Pirandello aveva 69 anni, e aveva già subito due attacchi di cuore; il suo corpo, ormai segnato dal tempo e dagli avvenimenti della vita, non sopportò oltre. Al medico che tentava di curarlo, disse: «Non abbia tanta paura delle parole, professore, questo si chiama morire»; dopo quindici giorni, la malattia si aggravò e il 10 dicembre 1936 Pirandello morì, lasciando incompiuto l'ultimo lavoro teatrale, ''[[I giganti della montagna]]'', opera a sfondo mitologico.<ref name=antonietta/> Il terzo atto venne ideato e illustrato, nell'ultima notte di vita, dal figlio Stefano che lo scrisse poi sotto forma di narrativa, tentandone anche una ricostruzione, onde integrare la sceneggiatura del dramma, che solitamente è però rappresentato nella forma incompiuta, in due atti.<ref>{{cita web|url=http://www.taote.it/newteatro/pirandello/giganti.htm|titolo=I giganti della montagna|editore=taote.it|accesso=8 novembre 2010}}</ref>
{{Vedi anche|Le ceneri di Pirandello}}
Per Pirandello il regime fascista avrebbe voluto esequie di Stato. Vennero invece rispettate le sue volontà espresse nel testamento scritto nel 1911: «Carro d'infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni, né parenti né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi».<ref name="Sistema letterario" /> Per sua volontà il corpo, senza alcuna cerimonia, fu [[cremazione|cremato]], per evitare postume consacrazioni cimiteriali e monumentali. Le sue ceneri furono deposte in una preziosa [[anfora]] greca già di sua proprietà e tumulate nel [[cimitero del Verano]]. Successivamente, nel 1947, [[Andrea Camilleri]] e altri quattro studenti dettero il via a un lento e travagliato adempimento delle sue ultime volontà (in caso non fosse stato possibile lo spargimento): far seppellire le ceneri nel giardino della villa di contrada "Caos", dove era nato. Il giurista e politico [[Gaspare Ambrosini]], dopo il rifiuto di un pilota statunitense di volare da Roma a Palermo con a bordo le ceneri di un morto, trasportò l'anfora in treno, chiusa in una cassetta di legno. A Palermo il corteo funebre venne però bloccato dal vescovo di Agrigento [[Giovanni Battista Peruzzo]], contrario a un corteo con un defunto cremato. Camilleri si recò dal vescovo, che rimase inamovibile; il futuro scrittore propose allora con successo l'idea di inserire l'anfora in una [[bara]], che venne appositamente affittata. Il corteo, per un breve tratto a piedi e poi a bordo di una [[littorina]], giunse ad Agrigento.<ref>{{Cita web|url=https://www.pirandelloweb.com/camilleri-lo-strano-caso-delle-ceneri-pirandello/|titolo=Camilleri e lo strano caso delle ceneri di Pirandello|sito=PirandelloWeb|data=1º ottobre 2018|lingua=it|accesso=2 gennaio 2019}}</ref> Dopo una cerimonia religiosa, l'anfora con le ceneri venne estratta dalla bara e riposta nel Museo Civico di Agrigento, in attesa della costruzione di un monumento nel giardino della villa. Solo dopo parecchi anni dalla morte, nel 1962, fu realizzata una scultura monolitica di [[Renato Marino Mazzacurati]], artista vincitore del concorso indetto, costituita principalmente da una grossa pietra non lavorata. Le ceneri vennero portate nel giardino e versate in un cilindro di rame inserito nel terreno, che venne chiuso da una pietra sigillata con del cemento.
Una parte rimanente delle ceneri, trovata anni dopo attaccata ai lati interni dell'anfora, non essendo più contenibile nel cilindro ricolmo e riaperto per l'occasione, venne dispersa, rispettando il desiderio originario di Pirandello stesso.<ref>[[Nino Borsellino]], ''Il dio di Pirandello: creazione e sperimentazione'', Sellerio, 2004, pp. 159 e sgg. e [[Roberto Alajmo]], ''Le ceneri di Pirandello'', ed. Drago, 2009</ref> Per la precisione storica a stabilire, nei minimi particolari, come dovevano svolgersi i funerali dei resti di Pirandello ad Agrigento, fu l'allora Sostituto della Segreteria di Stato del Vaticano Monsignor [[Giovanni Battista Montini]] (futuro papa Paolo VI). L'alto prelato, con una lettera, datata 3 maggio 1939, indirizzata al vescovo di Agrigento Monsignor Peruzzo "sollecitava" che la manifestazione religiosa «dovrà essere subordinata all'assicurazione che le ceneri dello scrittore siano composte in una cassa funebre, come si usa per ogni salma, e che la notizia dell'avvenuta cremazione sia tenuta nascosta». Monsignor Peruzzo, nel 1947, anno in cui ebbero luogo i funerali nella città dei templi, attuò scrupolosamente e senza alcuna discrezionalità o sollecitazioni locali le "disposizioni" vaticane.
== Il pensiero ==
[[File:Luigi
{{citazione|... davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico.|L. Pirandello, dai ''[[Foglietti (di Luigi Pirandello)|Foglietti]]''<ref>in ''Saggi poesie, scritti varii'' Mondadori, Milano 1960, p.1270: "I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico".</ref>}}
Pirandello si occupò di questioni teoriche fin da giovane nonostante fosse convinto che qualunque filosofia sarebbe fallita di fronte all'insondabilità dell'uomo quando in lui prevale la "bestia", l'aspetto animalesco
Si avvicinò alle teorie dello psicologo [[Alfred Binet]]
=== L'umorismo ===
[[File:Pirandello - L'Umorismo, 1908.djvu|upright|thumb|page=7|''L'Umorismo'', la prima edizione del 1908]]
Nel 1908 Pirandello scrive ''L'umorismo'', un saggio dove confluiscono idee, brani di scritti e appunti precedenti: ad esempio sue varie chiose e annotazioni a ''L'indole e il riso di Luigi Pulci'' di [[Attilio Momigliano]] e parti dell'articolo ''Alberto Cantoni'', che era apparso già nella «Nuova Antologia» del 16 marzo 1905. Come ha osservato Daniela Marcheschi, ''L'umorismo'' di Pirandello si inserisce «in un rigoglioso e più che secolare campo di meditazione e ricerca sull'omonimo tema; e ai primi del Novecento rappresenta, nel nostro paese, il momento riepilogativo probabilmente più soddisfacente, per l'epoca, di una serie di acquisizioni teoriche che la cultura internazionale aveva chiare e consolidate da tempo. Bisognerà infatti aspettare lo studio di Alberto Piccoli Genovese, ''Il comico, l'umore e la fantasia o Teoria del riso come introduzione all'estetica'', pubblicato nel 1926 presso la casa editrice Fratelli Bocca, a Torino, per avere un saggio di ampia informazione e documentazione, di solido spessore speculativo - pur nell'ispirazione idealistica d'ascendenza [[Benedetto Croce|crociana]] da cui prende le mosse: tecnicamente persuasivo, insomma, e con ben altre fondamenta teoretiche».<ref>[[Daniela Marcheschi]], ''Introduzione a Luigi Pirandello, "L'umorismo"'', Milano, Oscar Mondadori, 2010, p. X.</ref>
Nel succitato saggio Pirandello distingue il comico dall'umoristico<ref>Nel marzo del 2009, la professoressa e critico letterario [[Daniela Marcheschi]] ha rivelato che Pirandello aveva copiato intere pagine del saggio da opere precedenti di [[Léon Dumont]], poi di [[Alfred Binet]], [[Gabriel Séailles]], [[Gaetano Negri]], [[Giovanni Marchesini]], nonché dalla ''Storia e fisiologia dell'arte di Ridere'' di [[Tullo Massarani]]. Vedi articolo de ''[[Il Giornale]]'' del 31 marzo [[2009]] in ''{{cita testo|titolo=Caro Pirandello, ti ho beccato a copiare|url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=340247}}''.</ref> Il primo, definito come "avvertimento del contrario",<ref>{{cita libro|autore=Luigi Pirandello|titolo=L'umorismo e altri saggi|editore=Giunti Editore|anno=1994|p=116}}</ref> nasce dal contrasto tra l'apparenza e la realtà. Nel saggio Pirandello ce ne fornisce un esempio:<br />
{{citazione|Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere.
"Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario"|L. Pirandello, ''L'umorismo'', Parte seconda<ref name="umorismo">{{cita libro| Salvatore | Guglielmino |Il sistema letterario 2000| 2002 | Principato | Milano | coautori=Hermann Grosser |pp=p.199-200, Vol. ''Testi 8'' }}</ref>}}
L'umorismo, Pirandello lo definisce come un "sentimento del contrario", invece nasce da una considerazione meno superficiale della situazione:
{{citazione|Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico|L. Pirandello, ''L'umorismo'', Parte seconda<ref name="umorismo" />}}
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{{citazione|non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al più sorridere.|Luigi Pirandello}}
La poetica pirandelliana dell'
=== La crisi dell'io ===
L'analisi dell'identità condotta da Pirandello lo portò a formulare la «teoria della
{{citazione|Il nostro spirito consiste di frammenti, o meglio, di elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro,
[...] Talché veramente può dirsi che due persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo perciò comporre, costruire in noi stessi altri individui, altri esseri con propria coscienza, con propria intelligenza, vivi e in atto.}}
Paradossalmente, il solo modo per recuperare la propria identità è la
Abbandonando le convenzioni sociali e morali l'uomo può ascoltare la propria interiorità e vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la maschera e percepisce
==== La "lanterninosofia" ====
Ancora sulla crisi dell'identità del singolo impotente con la sua razionalità di fronte al mistero universale che lo circonda, Pirandello, all'inizio del XIII capitolo del romanzo ''[[Il fu Mattia Pascal]]'', espone metaforicamente la sua [[lanterninosofia|filosofia del "lanternino"]], tramite il monologo che il personaggio di Anselmo Paleari rivolge al protagonista [[Mattia Pascal]], in cui la piccola lampada rappresenta il sentimento umano, che non riesce ad alimentarsi se non tramite le illusioni di fede e ideologie varie ("i lanternoni"), ma che altrimenti provoca l'angoscia del buio che lo circonda all'uomo, l'animale che ha il triste privilegio di "sentirsi vivere".<ref>Claudia Sebastiana Nobili, ''Pirandello: guida al Fu Mattia Pascal'', Carocci, 2004</ref>
{{Citazione|[''Il lanternino''] che proietta tutto intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi purtroppo dobbiamo credere vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine da un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'[[Essere (filosofia)|Essere]], che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione?|''Il fu Mattia Pascal'', capitolo XIII, ''Il lanternino''}}
La sua sfiducia verso la fede religiosa tradizionale lo porta ad accentuare così il proprio vuoto spirituale, che cercò di riempire, come il citato personaggio del Paleari, con l'interesse personale verso l'[[occultismo]], la [[teosofia]] e lo [[spiritismo]], che tuttavia non gli daranno la serenità esistenziale.<ref>
=== Il contrasto tra vita e forma ===
Luigi Pirandello svolge una ricerca inesausta sull'identità della persona nei suoi aspetti più profondi, dai quali dipendono sia la concezione che ogni persona ha di sé, sia le relazioni che intrattiene con gli altri. Influenzato dalla filosofia [[irrazionalismo|irrazionalistica]] di fine secolo, in particolare di [[Henri Bergson|Bergson]], Pirandello ritiene che l'universo sia in continuo divenire e che la vita sia dominata da una mobilità inesauribile e infinita. L'uomo è in balia di questo flusso dominato dal caso, ma a differenza degli altri esseri viventi tenta, inutilmente, di opporsi costruendo forme fisse, nelle quali potersi riconoscere, ma che finiscono con il legarlo a "maschere" in cui non può mai riconoscersi o alle quali è costretto a identificarsi per dare comunque un senso alla propria esistenza.<ref name="Sambugar, op. cit.">Sambugar, ''op. cit.''</ref>
Se l'essenza della vita è il flusso continuo, il perenne divenire, quindi fissare il flusso equivale a non vivere, poiché è impossibile fissare la vita in un unico punto. Questa dicotomia tra "vita" e "forma", accompagnerà l'autore in tutta la sua produzione evidenziando la sconfitta dell'uomo di fronte alla società, dovuta all'impossibilità di fuggire alle convenzioni di quest'ultima se non con la follia. Solo il "folle", che pure è una figura sofferente ed emarginata, riesce talvolta a liberarsi dalla maschera, e in questo caso può avere un'esistenza autentica e vera, che resta impossibile agli altri in quanto non è fattibile denudare la maschera o le maschere, la propria identità (''[[Maschere nude]]'' è infatti il titolo della raccolta delle sue opere teatrali).<ref name="Sambugar, op. cit."/>
Questa riflessione, che si rispecchia nelle varie opere con accenti ora lievi ora gravi e tragici, è stata,
[[File:Seis personajes en busca de autor pg 10.jpg|thumb|upright
=== Il relativismo psicologico o conoscitivo ===
{{citazione|La verità? è solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola
Dal contrasto tra la "vita" e la "forma" nasce
Gli uomini nascono liberi ma il
Ciascuno è obbligato a seguire il ruolo e le regole che la società impone, anche se l'io vorrebbe manifestarsi in modo diverso: solo per l'intervento del caso può accadere di liberarsi di una
L'uomo dunque non può capire né gli altri né tanto meno
Queste riflessioni trovano la più esplicita manifestazione narrativa nel romanzo ''[[Uno, nessuno e centomila]]'':
* ''Uno'' perché ogni persona crede di essere un individuo unico con caratteristiche particolari;
* ''Centomila'' perché l'uomo ha, dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
* ''Nessuno'' perché, paradossalmente, se l'uomo ha centomila personalità diverse, invero, è come se non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi nel suo vero "io".<ref>Il pensiero pirandelliano s'inserisce in un contesto culturale in cui è presente il concetto di "relativismo": la [[teoria della relatività]] di [[Einstein]], il [[Principio di indeterminazione di Heisenberg]], la [[teoria quantistica]] di [[Max Planck]], la filosofia del sociologo [[Georg Simmel]] che fonda il suo relativismo sulla convinzione che non esistono leggi storiche obiettivamente valide ([http://www.treccani.it/enciclopedia/georg-simmel_(Dizionario-di-filosofia). E nelle arti figurative il relativismo è ripreso dal ][[cubismo]] caratterizzato da una rappresentazione dell'oggetto considerato simultaneamente da diversi punti di vista.</ref>
=== L'incomunicabilità ===
Il relativismo conoscitivo e psicologico su cui si basa il pensiero di Pirandello si scontra con il conseguente problema dell'[[incomunicabilità]] tra gli uomini: poiché ogni persona ha un proprio modo di vedere la realtà, non esiste un'unica realtà oggettiva, ma tante realtà quante sono le persone che credono di possederla e dunque ognuno ha una propria "verità".
L'incomunicabilità produce quindi un sentimento di solitudine ed esclusione dalla società e persino da
I personaggi dei drammi pirandelliani, come il Vitangelo Moscarda del romanzo ''[[Uno, nessuno e centomila]]'' e i protagonisti della commedia ''[[Sei personaggi in cerca
=== La reazione al
==== Reazione passiva ====
L'uomo accetta la
==== Reazione ironico - umoristica ====
[[File:Luigi Pirandello 1936.jpg|thumb|upright
Il soggetto non si rassegna alla sua
==== Reazione drammatica ====
L'uomo, accortosi del relativismo, si renderà conto che l'immagine che aveva sempre avuto di sé non corrisponde in realtà a quella che gli altri avevano di lui e cercherà in ogni modo di carpire questo lato inaccessibile del suo io.
Vuole togliersi la
Solo e unico modo per vivere, per trovare il proprio io, è quello di accettare il fatto di non avere un'identità, ma solo centomila frammenti (e quindi di non essere "uno" ma "nessuno"), accettare l'alienazione completa da
== Teatro ==
[[File:Pirandello.jpg|thumb|upright|Busto di Pirandello in un parco di [[Palermo]], il "Giardino Inglese". Il busto si trova vicino
Pirandello divenne famoso proprio grazie al [[teatro]] che chiama "teatro dello specchio", perché in esso viene raffigurata la vita vera, quella nuda, amara, senza la maschera dell'ipocrisia e delle convenienze sociali, di modo che lo spettatore si guardi come in uno specchio così come realmente è, e diventi migliore. Dalla critica viene definito come uno dei grandi [[drammaturgo|drammaturghi]] del [[XX secolo]]. Scriverà moltissime opere,<ref>Luigi Pirandello, ''Maschere nude'', a cura di Italo Zorzi e Maria Argenziano, [[Newton Compton Editori]], 2007</ref> alcune delle quali rielaborazioni delle sue stesse novelle, che vengono divise in base alla fase di maturazione dell'autore:
* Prima fase - Il teatro siciliano
* Seconda fase - Il teatro umoristico/grottesco
* Terza fase - Il teatro nel teatro ([[metateatro]])
* Quarta
Generalmente si attribuisce l'interesse di Pirandello per il teatro agli anni della maturità, ma alcuni precedenti mostrano come tale convinzione necessiti di una rivalutazione: in gioventù, infatti, Pirandello compose alcuni lavori teatrali, andati perduti poiché da lui stesso bruciati (tra gli altri, il copione de ''Gli uccelli dell'alto''). In una lettera del 4 dicembre [[1887]], indirizzata alla famiglia, si legge:
{{citazione|Oh, il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per tutte le vene. Quell'aria pesante chi vi si respira, m'ubriaca: e sempre a metà della rappresentazione io mi sento preso dalla febbre, e brucio. È la vecchia passione chi mi vi trascina, e non vi entro mai solo, ma sempre accompagnato dai fantasmi della mia mente, persone che si agitano in un centro d'azione, non ancora fermato, uomini e donne da dramma e da commedia, viventi nel mio cervello, e che vorrebbero d'un subito saltare sul palcoscenico. Spesso mi accade di non vedere e di non ascoltare quello che veramente si rappresenta, ma di vedere e ascoltare le scene che sono nella mia mente: è una strana allucinazione che svanisce ad ogni scoppio di applausi, e che potrebbe farmi ammattire dietro uno scoppio di fischi!|Luigi Pirandello, da una lettera ai familiari del 4 dicembre 1887<ref>[[Elio Providenti]] (a cura di), ''Luigi Pirandello. Epistolario familiare giovanile (1886 - 1898)'', Quaderni della Nuova Antologia XXIV, [[Le Monnier]], [[Firenze]], 1985 pag. 25.</ref>}}
È in questa dimensione che si parla di "teatro mentale":<ref>{{cita libro|autore=Roberto Alonge
In un'altra missiva, spedita da Roma e datata 7 gennaio [[1888]], Pirandello sostiene che la scena italiana gli appare decaduta:
{{citazione|Vado spesso in teatro, e mi diverto e me la rido in veder la scena italiana caduta tanto in basso, e fatta sgualdrinella isterica e noiosa|Luigi Pirandello, da una lettera ai familiari del 7 gennaio 1888<ref>[[Elio Providenti]] (a cura di), ''Luigi Pirandello. Epistolario familiare giovanile (1886 - 1898)'', Quaderni della Nuova Antologia XXIV, Le Monnier, Firenze, 1985, pag. 26.</ref>}}
La delusione per non essere riuscito a far rappresentare i primi lavori lo distoglie inizialmente dal teatro, facendolo concentrare sulla produzione novellistica e romanziera.
Nel 1907 pubblica l'importante saggio ''Illustratori, attori, traduttori'' dove esprime le sue idee, ancora negative, sull'esecuzione del lavoro dell'[[
È in questo momento che Pirandello si distacca dalla lezione [[Positivismo|positivista]] e, presa diretta coscienza dell'impossibilità della rappresentazione scenica del "vero" oggettivo, ricerca nella produzione drammaturgica di scavare l'essenza delle cose per scoprire una verità altra (come è spiegato nel saggio ''L'Umorismo'' con il sentimento del contrario).
Il 6 ottobre
=== Prima
Nella fase del Teatro Siciliano, Pirandello è alle prime armi e ha ancora molto da imparare. Anch'essa come le altre presenta varie caratteristiche di rilievo;
* ''[[La morsa]]'' e ''[[Lumie di Sicilia]]'', Roma, Teatro Metastasio, 9 dicembre 1910;<ref>La prima rappresentazione della commedia ''La morsa'' si ebbe a [[Roma]], al [[Teatro Metastasio di Roma|Teatro Metastasio]], il 9 dicembre [[1910]], ad opera della Compagnia del "Teatro minimo" diretta da [[Nino Martoglio]] che la mise in scena assieme all'atto unico ''Lumie di Sicilia''. Pirandello cedendo alle insistenze di Martoglio acconsentì a che ''La morsa'' e ''Lumie di Sicilia'' fossero rappresentate nella stessa serata. I due atti unici ebbero diverso esito presso il pubblico, che accolse con favore ''La morsa'', mentre non gradì [[Lumie di Sicilia]] (in ''Interviste a Pirandello: "parole da dire, uomo, agli altri uomini"'' di Ivan Pupo, editore Rubbettino, 2002 ISBN 884980220X)</ref>
* ''[[Il dovere del medico]]'', Roma, [[Sala Umberto]], 20 giugno 1913;
* ''[[La ragione degli altri]]'', Milano, Teatro Manzoni, 19 aprile 1915;
* ''[[Cecè]]'', Roma, Teatro Orfeo, 14 dicembre 1915;
* ''[[Pensaci, Giacomino!]]'', Roma, Teatro Nazionale, 10 luglio 1916;
* ''[[
=== Seconda fase - Il teatro umoristico/grottesco ===
[[File:Abba Pirandello.jpg|thumb|Pirandello e [[Marta Abba]] ([[anni '30]])]]
Mano a mano che l'autore si distacca da verismo e naturalismo, avvicinandosi al decadentismo si ha l'inizio della seconda fase con il teatro umoristico. Pirandello presenta personaggi che incrinano le certezze del mondo borghese: introducendo la versione relativistica della realtà, rovesciando i modelli consueti di comportamento, intende esprimere la dimensione autentica della vita al di là della maschera.
* ''[[Così è (se vi pare)]]'', Milano, Teatro Olimpia, 18 giugno 1917;
* ''[[Il berretto a sonagli]]'', Roma, Teatro Nazionale, 27 giugno 1917;
* ''[[La giara]]'', Roma, Teatro Nazionale, 9 luglio 1917;
* ''[[Il piacere dell'onestà]]'', Torino, [[Teatro Carignano]], 27 novembre 1917;
* ''[[La patente (
* ''[[Ma non è una cosa seria (Pirandello)|Ma non è una cosa seria]]'', Livorno, [[Teatri storici di Livorno#Il Teatro Rossini|Teatro Rossini]], 22 novembre 1918;
* ''[[Il giuoco delle parti]]'', Roma, [[Teatro Quirino]], 6 dicembre 1918;
* ''[[L'innesto]]'', Milano, Teatro Manzoni, 29 gennaio 1919;
* ''[[
* ''[[Tutto per bene]]'', Roma, Teatro Quirino, 2 marzo 1920;
* ''[[Come prima, meglio di prima]]'', Venezia, [[Teatro stabile del Veneto
* ''[[La signora Morli, una e due]]'', Roma, [[Teatro Argentina]], 12 novembre 1920
=== Terza fase - Il teatro nel teatro ===
Nella fase del [[teatro nel teatro]] le cose cambiano radicalmente, per Pirandello il teatro deve parlare anche agli occhi e non solo alle orecchie, a tal scopo ripristinerà una tecnica teatrale di [[Shakespeare]], il
Pirandello abolisce anche il concetto della [[quarta parete]], cioè la parete trasparente che sta tra attori e pubblico: in questa fase, infatti, Pirandello tende a coinvolgere il pubblico che non è più passivo ma che rispecchia la propria vita in quella agita dagli attori sulla scena.
* ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]]'', Roma, [[Teatro Valle]], 10 maggio 1921;
* ''[[Enrico IV (Pirandello)|Enrico IV]]'', Milano, Teatro Manzoni, 24 febbraio 1922;
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* ''[[L'altro figlio]]'', Roma, Teatro Nazionale, 23 novembre 1923;
* ''[[Ciascuno a suo modo]]'', Milano, Teatro dei Filodrammatici, 22 maggio 1924;
* ''[[Sagra del
* ''[[Diana e la Tuda]]'', Milano, Teatro Eden, 14 gennaio 1927;
* ''[[L'amica delle mogli]]'', Roma, Teatro Argentina, 28 aprile 1927;
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* ''[[Come tu mi vuoi]]'', Milano, Teatro dei Filodrammatici; 18 febbraio 1930;
* ''[[Questa sera si recita a soggetto]]'', Torino, Teatro di Torino, 14 aprile 1930;
* ''[[Sogno (ma forse no)]]'', Lisbona, Teatro Nacional, 22 settembre 1931;
* ''[[Trovarsi]]'', Napoli, [[Teatro dei Fiorentini]], 4 novembre 1932;
* ''[[Quando si è qualcuno]]'',
* ''[[La favola del figlio cambiato]]'', Roma, Teatro Reale dell'Opera, 24 marzo 1934;
* ''[[Non si sa come]]'', Roma, Teatro Argentina, 13 dicembre 1935
=== Quarta fase - Il teatro dei miti ===
A questa fase si assegnano solo tre opere della produzione pirandelliana
* ''[[La nuova colonia]]'';
* ''[[Lazzaro (Pirandello)|Lazzaro]]'';
* ''[[I giganti della montagna]]''.
== Saggi ==
Tra le opere più importanti di Luigi Pirandello ci sono i tre saggi, tutti concatenati tra loro: ''[[Arte e coscienza d'oggi]]'', ''[[L'azione parlata]]'', e infine ''[[Scienza e critica estetica]]''. Il primo, ''[[Arte e coscienza d'oggi]]'', è un saggio del [[1893]] scritto durante una delle sue varie permanenze a Roma. L'opera rappresenta la confusione che, secondo il poeta, si affligge all'interno delle menti dei suoi contemporanei. ''[[L'azione parlata]]'' è apparso su [[Il Marzocco]]<ref>Testata letteraria settimanale fondata da Angelo e Adolfo Orvieto nel [[1896]] a Firenze e terminata nel [[1932]]. Riprende il nome e l'impresa dell'antico leone rampante in rame che costituisce uno degli stemmi della Repubblica fiorentina.</ref> il [[7 maggio]] [[1899]] ed è l'opera in cui il poeta vuole rifarsi all'estetica di [[Gabriel Séailles]], al romanticismo tedesco e alla poetica dell'immedesimazione teorizzata da Capuana. Nel [[1900]] Pirandello pubblica ''[[Scienza e critica estetica]]'', ma nel [[1908]] presenta una rielaborazione del saggio, con il nuovo titolo di ''Arte e scienza''. All'interno dell'opera si riscontra la visione del poeta per quanto riguarda la vuota forma della ragione, questione già trattata nella prima edizione in cui Pirandello sì riferisce alla psicologia attraverso le visioni di noti personaggi come [[Max Nordau]], [[Alfred Binet]] e [[Gabriel Séailles]]. Secondo Pirandello scienza e arte non sono inconciliabili, tanto da arrivare a dire: «ogni opera di scienza è scienza e arte, come ogni opera d'arte è arte e scienza»<ref>E.G. CASERTA, Croce, Pirandello e il problema estetico, New York, American Association of Teachers of Italian, 1974, pp. 20-42.</ref>.
== Romanzi ==
[[File:Ilturno.jpg|
Pirandello scrisse sette romanzi:
* 1901 - ''[[L'esclusa]]'', pubblicato a puntate su ''[[La Tribuna]]''
* 1902 - ''[[Il turno]]'', Catania
* 1904 - ''[[Il fu Mattia Pascal]]'', Roma, [[Nuova antologia
* 1911 - ''[[Suo marito]]'', Firenze
* 1913 - ''[[I vecchi e i giovani]]'', 2
* 1916 - ''[[Si gira...]]'', Milano, Fratelli Treves (poi ''Quaderni di Serafino Gubbio operatore
* 1926 - ''[[Uno, nessuno e centomila]]'', Firenze, R. Bemporad
== Novelle ==
Le novelle erano considerate le opere più durature, ma i critici moderni hanno cambiato tale opinione ritenendo le opere teatrali più degne di essere ricordate. Fare distinzione tra i contenuti delle novelle (o i romanzi) e le opere teatrali è difficile, in quanto molte novelle sono state messe in opera a teatro ad esempio: ''Ciascuno a suo modo'' deriva
Analizzando le novelle possiamo renderci conto che ciò che manca veramente è una delineazione tematica, una
Il
I
I protagonisti sono sempre alla presa con il male di vivere, con il caso e con la morte<ref>{{cita libro|autore=Davide Savio|titolo=Il carnevale dei morti. Sconciature e danze macabre nella narrativa di Luigi Pirandello|città=Novara|editore=Interlinea|anno=2013}}</ref>. Non troviamo mai rappresentanti dell'alta borghesia, ma quelli che potrebbero essere i vicini della porta accanto: sarte, balie, professori, piccoli proprietari di negozi che hanno una vita sconvolta dalla sorte e da drammi familiari.
I personaggi ci vengono presentati così come appaiono, è difficile trovare un'approfondita analisi psicologica. Le fisionomie sono spesso eccentriche, per il sentimento del contrario, hanno un carattere opposto a come si presentano.
I personaggi parlano e ragionano nel presentarsi per come essi sentono di essere, ma alla fine saranno sempre preda del caso, che li farà apparire diversi e cambiati.
=== Novelle per un anno ===
Pirandello è uno dei più grandi scrittori di novelle, dapprima pubblicate su giornali o riviste e poi in varie raccolte. Dal 1922 l'autore decise di riunirle tutte in un unico ciclo intitolato ''Novelle per un anno'', con l'intento di arrivare a scrivere 365 novelle, una per ogni giorno dell'anno. Riuscì però a pubblicare in vita solo i primi 14 volumi dei 24 programmati, più un ulteriore volume uscito poco dopo la sua morte.
* ''[[Novelle per un anno]]'', 15 voll., Firenze, Bemporad, 1922-1928; Milano, Mondadori, 1934-1937:
:I ''[[Scialle nero]]'', Firenze, Bemporad, 1922.
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Le novelle rimaste escluse da ''Novelle per un anno'', chiamate a volte ''[[novelle estravaganti]]'', vennero poi pubblicate in appendice alle successive edizioni.
== Poesia ==
Dal
Nell'antologia poetica ''[[Mal
Le raccolte di poesie sono:
* ''[[Mal giocondo]]'', Palermo, Libreria Internazionale Pedone Lauriel, 1889.
* ''[[Pasqua di Gea]]'', Milano, Libreria editrice Galli, 1891 (dedicata a Jenny Schulz-Lander, di cui si innamorò a [[Bonn]], con una chiara influenza della poesia di [[Giosuè Carducci|Carducci]]).
* ''Pier Gudrò, 1809-1892'', Roma, Voghera, 1894.
* ''Elegie renane, 1889-90'', Roma, Unione Cooperativa Editrice, 1895 (il cui modello sono le ''[[Elegie romane (Goethe)|Elegie romane]]'' di [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]).
* ''Elegie
* ''Zampogna'', Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 1901.
* ''Scamandro'', Roma,
* ''Fuori di chiave'', Genova, Formiggini, 1912.
== Pirandello nel cinema ==
{{citazione|L'avvenire dell'arte drammatica e anche degli scrittori di teatro è adesso là. Bisogna orientarsi verso una nuova espressione d'arte: il film parlato. Ero contrario, mi sono ricreduto.|Lettera di Pirandello a [[Marta Abba]], 17 maggio 1930<ref>Citata in Amedeo Fago, ''{{cita testo|url=https://www.fondazionecsc.it/evento/pirandello-e-il-cinema/|titolo=Pirandello e il cinema}}''.</ref>}}
[[File:Pirandello sul set di Il fu Mattia Pascal.jpg|thumb|Pirandello sul set de ''[[Il fu Mattia Pascal (film 1937)|Il fu Mattia Pascal]]'' (1937), con [[Pierre Blanchar]] e [[Isa Miranda]]]]
* ''[[Il crollo (film)|Il crollo]]'', di [[Mario Gargiulo
* ''[[Il lume dell'altra casa (film)|Il lume dell'altra casa]]'', di [[Ugo Gracci]] (1920).<ref>{{Cita web|url=https://www.as-cinema.com/pirandello-e-il-cinema-muto/|titolo=Pirandello e i cinema muto|accesso=27 luglio 2023|sito=Archivio siciliano del cinema|nome=Franco|cognome=La Magna}}</ref>
* ''
* ''[[La rosa (film)|La rosa]]'', di [[Arnaldo Frateili]] (
* ''[[Il viaggio (film 1921)|Il viaggio]]'', di [[Gennaro Righelli]] (
* ''[[
* ''[[Il fu Mattia Pascal (film 1926)|Il fu Mattia Pascal]]'', di [[
* ''[[Die Flucht in die Nacht]]'', di [[Amleto Palermi]] (1926).
* ''[[La canzone dell'amore]]'', di [[Gennaro Righelli]] (1930), primo film sonoro italiano è tratto dalla novella ''In silenzio''.
* ''[[
* ''[[
* ''[[Acciaio (film 1933)|Acciaio]]'', di [[Walter Ruttmann]] (1933), soggetto originale di Luigi Pirandello.
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[Il fu Mattia Pascal (film 1937)|Il fu Mattia Pascal]]'', di [[Pierre Chenal]] (1937).
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[Altri tempi - Zibaldone n. 1]]'', di [[Alessandro Blasetti]] (1952).
* ''[[L'uomo, la bestia e la virtù (film)|L'uomo, la bestia e la virtù]]'', di [[Steno]] (1953).
* ''[[Questa è la vita (film 1954)|Questa è la vita]]'' (1954), di [[Giorgio Pàstina]], [[Mario Soldati]], [[Luigi Zampa]] e [[Aldo Fabrizi]], film a episodi.
* ''[[Vestire gli ignudi (film)|Vestire gli ignudi]]'', di [[Marcello Pagliero]] (1954).
* ''[[Come prima... meglio di prima]]'' (''Never Say Goodbye''), di [[Jerry Hopper]] e [[Douglas Sirk]] (1956).
* ''[[Liolà (film)|Liolà]]'', di [[Alessandro Blasetti]] (1963).
* ''[[Il viaggio (film 1974)|Il viaggio]]'', di [[Vittorio De Sica]] (1974).
* ''[[Il turno (film)|Il turno]]'', di [[Tonino Cervi]] (1981).
* ''[[Enrico IV (film 1984)|Enrico IV]]'', di [[Marco Bellocchio]] (1984).
* ''[[Kaos (film)|Kaos]]'', di [[Paolo e Vittorio Taviani]] (1984), adattamento da ''[[Novelle per un anno]]''.
* ''[[Le due vite di Mattia Pascal]]'', di [[Mario Monicelli]] (1985).
* ''[[Tu ridi (film)|Tu ridi]]'', di Paolo e Vittorio Taviani (1998), adattamento da ''Novelle per un anno''.
* ''[[La balia (film)|La balia]]'', di [[Marco Bellocchio|Bellocchio]] (1999).
* ''[[Chi lo sa?]]'' (''Va savoir''), di [[Jacques Rivette]] (2001).
* ''[[Ovunque sei]]'', di [[Michele Placido]] (2004), ispirato alle novelle ''All'uscita'' e ''L'uomo dal fiore in bocca''.
* ''[[L'attesa (film 2015)|L'attesa]]'', di [[Piero Messina (regista)|Piero Messina]] (2015), ispirato a ''[[La vita che ti diedi]]''.
* ''[[La scelta (film 2015)|La scelta]]'', di Michele Placido (2015), ispirato alla commedia ''[[L'innesto]]''.
* ''[[Leonora addio (film)|Leonora addio]]'', di Paolo Taviani (2022), la cui seconda parte è un adattamento de ''[[Il chiodo]]''.
* ''[[La stranezza]]'', di [[Roberto Andò]] (2022), ispirato a ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]]''.
* ''[[Eterno visionario]]'', di Michele Placido (2024), incentrato sulla vita pubblica e privata dell'autore.
== Pirandello nell'opera lirica ==
* ''La favola del figlio cambiato'' di [[Gian Francesco Malipiero]],
* ''Liolà'' di [[Giuseppe Mulè]],
* ''Six Characters in Search of an Author'' di [[Hugo Weisgall]],
* ''Sagra del Signore della Nave'' di [[Michele Lizzi]], 12 marzo
* ''Sogno (ma forse no)'' di [[Luciano Chailly]],
* ''Lars Clenn - Lo straniero'' di Paolo Rosato, 2008, libretto di Walter Zidarič tratto dalla novella ''Lontano''.
== Opere ==
* ''[[Mal giocondo]]'', Palermo, Libreria Internazionale Pedone Lauriel, 1889.
* ''A la sorella Anna per le sue nozze'', Roma, Tipo-Litografia Miliani e Filosini, 1890.
* ''[[Pasqua di Gea]]'', Milano, Libreria editrice Galli, 1891.
* ''Amori senza amore'', Roma, Bontempelli, 1894.
* ''Pier Gudrò, 1809-1892'', Roma, Voghera, 1894.
* ''Elegie renane, 1889-90'', Roma, Unione Cooperativa Editrice, 1895.
* Traduzione di [[Johann Wolfgang von Goethe]], ''Elegie romane'', Livorno, Giusti, 1896.
* ''Zampogna'', Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 1901.
Riga 436 ⟶ 464:
* ''Arte e scienza. Saggi'', Roma, Modes, 1908.
* ''[[L'esclusa]]'', Milano, Treves, 1908.
* {{Cita libro|editore= Carabba|titolo= Umorismo|città= Lanciano|data= 1908|url= https://it.wikisource.org/wiki/L'umorismo}}
* ''Scamandro'', Roma, Tipografia Roma, 1909.
* ''La vita nuda. Novelle'', Milano, Treves, 1910.
Riga 447 ⟶ 470:
* ''Fuori di chiave'', Genova, Formiggini, 1912.
* ''Terzetti'', Milano, Treves, 1912.
* ''[[I vecchi e i giovani]]'', 2
* ''Cecè. Commedia in un atto'', in "La lettura", n. 10, 1913.
* ''Le due maschere'', Firenze, Quattrini, 1914.
Riga 458 ⟶ 481:
* ''Se non così. Commedia in tre atti. Con una lettera alla protagonista'', Milano, Treves, 1917.
* ''Un cavallo nella luna. Novelle'', Milano, Treves, 1918.
* ''Maschere nude'', 4 voll., Milano, Treves, 1918-1921
:I, ''Pensaci, Giacomino'', ''Così è (se vi pare)'', ''Il piacere dell'onestà'', Milano, Treves, 1918.
:II, ''Il giuoco delle parti. In tre atti'', ''Ma non è una cosa seria. Commedia in tre atti'', Milano, Treves, 1919.
Riga 467 ⟶ 490:
* ''Tu ridi. Novelle'', Milano, Treves, 1920.
* ''Pena di vivere così'', Roma, Nuova libreria nazionale, 1920.
* ''Maschere nude'', 31 voll., Firenze, Bemporad, 1920-1929; Milano, Mondadori, 1930-1935
:I, ''Tutto per bene. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1920.
:II, ''Come prima meglio di prima. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1921.
:III, ''[[Sei personaggi in cerca d'autore]].
:IV, ''[[Enrico IV (Pirandello)|Enrico IV. Tragedia in tre atti]]'', Firenze, Bemporad, 1922.
:V, ''L'uomo, la bestia e la virtù. Apologo in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1922.
:VI, ''La signora Morli, una e due. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1922.
Riga 477 ⟶ 500:
:VIII, ''La vita che ti diedi. Tragedia in tre atti '', Firenze, Bemporad, 1924.
:IX, ''Ciascuno a suo modo. Commedia in due o tre atti con intermezzi corali'', Firenze, Bemporad, 1924.
:X, ''[[Pensaci, Giacomino!]] Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1925.
:XI, ''[[Così è (se vi pare)]]. Parabola in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1925.
:XII, ''Sagra del signore della nave'', ''L'altro figlio'', ''La giara''. ''Commedie in un atto'', Firenze, Bemporad, 1925.
:XIII, ''[[Il piacere dell'onestà]]. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1925.
:XIV, ''[[Il berretto a sonagli]].
:XV, ''[[Il giuoco delle parti]]. in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1925.
:XVI, ''Ma non è una cosa seria.
:XVII, ''L'innesto.
:XVIII, ''La ragione degli altri.
:XIX, ''L'imbecille'', ''Lumie di Sicilia'', ''Cecè'', ''La patente''. ''commedie in un atto'', Firenze, Bemporad, 1926.
:XX, ''All'uscita. Mistero profano'', ''Il dovere del medico. Un atto'', ''La morsa. Epilogo in un atto'', ''L'uomo dal fiore in bocca. Dialogo'', Firenze, Bemporad, 1926.
:XXI, ''Diana e la Tuda. Tragedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1927.
:XXII, ''L'amica delle mogli. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1927.
Riga 494 ⟶ 517:
:XXV, ''O di uno o di nessuno. Commedia in tre atti'', Firenze, Bemporad, 1929.
:XXVI, ''Lazzaro. Mito in tre atti'', Milano-Roma, Mondadori, 1930.
:XXVII, ''[[Questa sera si recita a soggetto]]'', Milano-Roma, Mondadori, 1930.
:XXVIII, ''[[Come tu mi vuoi]]. Tre atti'', Milano-Roma, Mondadori, 1930.
:XXIX, ''Trovarsi. Tre atti'', Milano-Roma, Mondadori, 1932.
:XXX, ''Quando si è qualcuno. Rappresentazione in tre atti'', Milano, Mondadori, 1933.
:XXXI, ''Non si sa come. Dramma in tre atti'', Milano, Mondadori, 1935.
* ''[[Novelle per un anno]]'', 15 voll., Firenze, Bemporad, 1922-1928; Milano, Mondadori, 1934-1937
:I, ''[[Scialle nero]]'', Firenze, Bemporad, 1922.
:II, ''La vita nuda'', Firenze, Bemporad, 1922.
:III, ''La rallegrata'', Firenze, Bemporad, 1922.
Riga 515 ⟶ 538:
:XIV, ''Berecche e la guerra'', Milano, Mondadori, 1934.
:XV, ''Una giornata'', Milano, Mondadori, 1937.
* ''Teatro dialettale siciliano'', VII, '''A vilanza'', ''Cappiddazzu paga tuttu'', con [[Nino Martoglio]], Catania, Giannotta, 1922.
* Prefazione a Nino Martoglio, ''Centona. Raccolta completa di poesie siciliane con l'aggiunta di alcuni componimenti inediti'', Catania, Giannotta, 1924.
* ''[[Quaderni di Serafino Gubbio operatore]]'', Firenze, Bemporad, 1925.
* ''[[Uno, nessuno e centomila]]'', Firenze, Bemporad, 1926.
* Prefazione a [[Ezio Levi]], ''Lope de Vega e l'Italia'',
* Introduzione a [[Silvio D'Amico]] (a cura di), ''Storia del teatro italiano'', Milano, Bompiani, 1936.
* ''In un momento come questo'', in "Nuova Antologia", 1º gennaio 1936.
* ''Giustino Roncella nato Boggiolo'', in ''Tutti i romanzi'', Milano, Mondadori, 1941.
*'' 'U Ciclopu. Dal dramma satiresco “Il Ciclope” di Euripide'', testo inedito con introduzione di [[Antonino Pagliaro]], Firenze, Le Monnier, 1967.
* ''
* ''
* ''
* ''Lettere a Marta Abba'', Milano, A. Mondadori, 1995. ISBN 88-04-39379-3.<ref>{{Cita libro|nome=Luigi|cognome=Pirandello|nome2=Benito|cognome2=Ortolani|nome3=Marta|cognome3=Abba|titolo=Lettere a Marta Abba|collana=I meridiani|data=1995|editore=A. Mondadori|ISBN=978-88-04-39379-5}}</ref>
* ''Saggi e interventi'', Milano, A. Mondadori, 2006. ISBN 88-04-54480-5.<ref>{{Cita libro|nome=Luigi|cognome=Pirandello|nome2=Ferdinando|cognome2=Taviani|nome3=Luigi|cognome3=Pirandello|titolo=Saggi e interventi|edizione=1. ed. I Meridiani|collana=I meridiani|data=2006|editore=A. Mondadori|ISBN=978-88-04-54480-7}}</ref>
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=OESSG Cavaliere di Collare BAR.jpg
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|collegamento_onorificenza=Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
|motivazione=
}}
Riga 546 ⟶ 568:
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{{Onorificenze
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== Edizione nazionale delle opere ==
Il 15 novembre 2016 il [[Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo]] con il DM 522<ref>{{Cita web|url=https://storico.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1482322979508_D.M._15_NOVEMBRE_2016_REP._522_REGISTRATO_UCB.pdf|titolo=Istituzione dell'Edizione Nazionale dell'opera omnia di Luigi Pirandello|accesso=11 luglio 2024}}</ref> ha istituito l'[[Edizione nazionale]] dell{{'}}''opera omnia'' di Luigi Pirandello.
== Intitolazioni ==
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== Note ==
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=I Pirandello: la famiglia e l'epoca per immagini|collana=Fata Morgana|data=2013|editore=La Cantinella|ISBN=978-88-87499-10-0}}
* {{Cita libro|nome=Roberto|cognome=Alonge|titolo=Luigi Pirandello|collana=Il teatro del XX secolo|data=1997|editore=Laterza|ISBN=978-88-420-5305-7}}
* {{Cita libro|nome=Umberto|cognome=Artioli|titolo=L'officina segreta di Pirandello|edizione=1a ed|collana=Biblioteca di cultura moderna|data=1989|editore=Laterza|ISBN=978-88-420-3347-9}}
* {{Cita libro|autore=[[Guido Baldi]]|titolo=Pirandello e il romanzo. Scomposizione umoristica e distrazione|città=Napoli|editore=Liguori editore|anno=2006|isbn=88-207-4004-4}}
* Renato Barilli, ''La linea Svevo-Pirandello'', Milano, Mursia, 1972.
* [[Ettore Bonora]],
* {{Cita libro|nome=Nino
* Nino Borsellino e [[Walter Pedullà]] (
*[[Leonardo Bragaglia]], ''Luigi Pirandello in 100 anni di rappresentazioni teatrali (1915-2015)'', Bologna, Casa Editrice Persiani, 2015. ISBN 9788898874439
* {{Cita libro|titolo=Pirandello e l'identità europea: atti del Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani, Graz 18 - 20 ottobre 2007|collana=Collana di saggi e documentazioni / Centro Nazionale Studi Pirandelliani|data=2007|editore=Metauro|ISBN=978-88-6156-041-3}}
* Arcangelo Leone De Castris, ''Storia di Pirandello'', Bari, Laterza, 1962.
* [[Arnaldo Di Benedetto]], ''Verga, D'Annunzio, Pirandello'', Torino,
* Franco La Magna, ''Lo schermo trema. Letteratura siciliana e cinema '', introduzione di Lorenzo Ventavoli, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2010.
* Lucio Lugnani, ''L'infanzia felice e altri saggi su Pirandello'', Napoli, Liguori, 1986. ISBN 88-207-1477-9.
* Giovanni Macchia, ''Pirandello o la stanza della tortura'', Milano, Mondadori, 1981.
* {{Cita libro|nome=Mirella
* Francesco Medici,
* [[Antonino Pagliaro]]
* Giuditta Podestà,
* [[Filippo Puglisi]], ''L'arte di Luigi Pirandello'', Messina-Firenze, Editrice G. D'Anna, 1958.
* Filippo Puglisi, ''Pirandello e la sua lingua'', Bologna, Cappelli Editore, 1962.
* Filippo Puglisi, ''Luigi Pirandello'', Milano, Mondadori, 1967.
* Filippo Puglisi, ''Pirandello e la sua opera innovatrice'', Catania, Bonanno Editore, 1970.
* Carlo Salinari, ''Miti e coscienza del decadentismo italiano. D'Annunzio, Pascoli, Fogazzaro, Pirandello'', Milano, Feltrinelli, 1960.
* {{Cita libro|nome=Antonio
* [[Riccardo Scrivano]], ''La vocazione contesa. Note su Pirandello e il teatro'', Roma, Bulzoni Editore, 1987.
* Giorgio Taffon, ''Luigi Pirandello nel gran teatro del mondo d'oggi'', in ''Maestri drammaturghi nel teatro italiano del '900. Tecniche, forme, invenzioni'', a cura di Giorgio Taffon, Roma-Bari, Editori Laterza, 2005.
*[[Gian Franco Venè]], ''Pirandello fascista. La coscienza borghese tra ribellione e rivoluzione'', Venezia, Marsilio Editore, 1981.
* {{Cita libro|nome=Matteo|cognome=Veronesi|titolo=Pirandello|edizione=1. ed. italiana|collana=Protagonisti della cultura europea|data=2007|editore=Liguori|ISBN=978-88-207-4081-8}}
* {{Cita libro|nome=Claudio|cognome=Vicentini|titolo=Pirandello: il disagio del teatro|edizione=1. ed|collana=Saggi|data=1993|editore=Marsilio|ISBN=978-88-317-5752-2}}
* [[Rossano Vittori]], ''Il trattamento cinematografico dei 'Sei personaggi', testo inedito di Luigi Pirandello'', Firenze, Edizioni Liberoscambio, 1984.
* Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla (a cura di), ''
* Sarah Zappulla Muscarà (a cura di), ''Narratori siciliani del secondo dopoguerra'', Catania, Maimone Editore, 1988.
* Ada Fichera, ''Luigi Pirandello. Una biografia politica'', Firenze, Edizioni Polistampa, 2017.
* Pierangelo Filigheddu, ''La sindrome di Milocca: due novelle di Luigi Pirandello'', con alcuni saggi introduttivi, Cagliari, Head&Line Virtual Publishing, 2019.
* Piero Meli, ''Luigi Pirandello: io sono fascista'', Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia editore, 2021.
* {{Cita libro|autore=Annamaria Andreoli|titolo=Diventare Pirandello: l'uomo e la maschera.|città=Milano|editore=Mondadori editore|anno=2020|isbn=978-88-04-73115-3}}
== Voci correlate ==
* [[Istituto di studi pirandelliani e sul teatro contemporaneo]]
* [[Lanterninosofia]]
* [[Biografia del figlio cambiato]]
* [[La Riviera Ligure]]
* [[Ugo Fleres]]
* [[Marta Abba]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.cnsp.it/|titolo=Centro Nazionale Studi Pirandelliani}}
* {{cita web|
* {{cita web|url=http://www.
* {{cita web|url=https://www.pirandelloweb.com/|titolo=PirandelloWeb - Opera Omnia, audiolibri, tematiche intorno Pirandello}}
; Alcune edizioni digitalizzate
* {{Cita libro|editore= Bemporad e figlio|cognome= Pirandello|nome= Luigi|titolo= Enrico 4.|città= Firenze|accesso= 9 aprile 2015|data= 1922|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2509955&search_terms=DTL5}}
* {{Cita libro|editore= Fratelli Treves|cognome= Pirandello|nome= Luigi|titolo= Esclusa|città= Milano|accesso= 9 aprile 2015|data= 1919|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2508908&search_terms=DTL5}}
* {{Cita libro|editore= Fratelli Treves|cognome= Pirandello|nome= Luigi|titolo= Fu Mattia Pascal|città= Milano|accesso= 9 aprile 2015|data= 1919|url= https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2507921&search_terms=DTL5}}
{{Premio Nobel per la letteratura}}
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{{Portale|biografie|letteratura|Premi Nobel|teatro}}
[[Categoria:Luigi Pirandello| ]]
[[Categoria:Accademici dell'Accademia d'Italia]]
[[Categoria:Drammaturghi in lingua siciliana]]
[[Categoria:Fascisti e neofascisti italiani]]
[[Categoria:Personalità dell'Italia fascista]]
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]
[[Categoria:Scrittori in lingua siciliana]]
[[Categoria:
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[[Categoria:Studenti
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