Piramide di Cheope: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la piramide [[aztechi|azteca]] di [[Tenochtitlán]]|[[Templo Mayor]]|[[Grande Piramide]]}}
{{NN|archeologia|giugno 2010|commento=Mancanza di fonti, da integrare in alcune parti e da snellire in altre, italiano in alcuni passaggi da rivedere.|arg2=Egitto}}
{{coord|29|58|45|N|31|08|03|E|region:EG_type:landmark|display=title}}
{{Sito archeologico
|Nome = Piramide di Cheope
|Nome_altro = Grande Piramide
|Immagine = Great Kheops-Pyramid of Giza 2010 from the Great Sphinx 4.jpg
|LarghezzaImmagine =
|Didascalia = Vista della Piramide di Cheope
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|Utilizzo =
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|Epoca = 2500 a.c. circa
<!-- Localizzazione -->|Stato = EGY
|Stato = EGY
|Suddivisione1 = [[Governatorato di Giza|Giza]]
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|Altitudine = 60
<!-- Dimensioni -->|Superficie = 53077
|Altezza = {{M|138.8|u=m}}<ref>In origine si stima che la piramide fosse alta 146,6 metri.</ref><ref name="Janosi" />
|Superficie = 53077
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|Inclinazione = 51° 50' 40<nowiki>''</nowiki><ref name="Janosi" />
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<!-- Amministrazione -->
|Parte di = [[Menfi (Egitto)|Menfi]]
|Ente = Ministry[[Ministero ofdelle State for AntiquitiesAntichità]]
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|Visitabile =
|Sito_web =
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Menfi e la sua Necropoli - I campi delle Piramidi da Giza a Dahshur
|nomeInglese = Memphis and its Necropolis – the Pyramid Fields from Giza to Dahshur
|immagine = Pyramide Kheops.JPG
|anno = 1979
|tipologia = Culturale
|criterio = (i) (iii) (vi)
|link = http://whc.unesco.org/en/list/86
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}}
La '''Piramide di Cheope''' è la più antica e più grande delle tre piramidi principali della [[necropoli di Giza]]. È la più antica delle [[Sette meraviglie del mondo|sette meraviglie del mondo antico]] nonché l'unica arrivata ai giorni nostri. È costituita da almeno {{formatnum:2300000}} blocchi, ciascuno mediamente del peso di circa 2,5 tonnellate e, secondo gli egittologi, fu edificata in un lasso di tempo tra i 15 e i 30 anni.
 
Gli [[Egittologia|egittologi]] ritengono che la piramide sia stata costruita come sepolcro del [[faraone]] [[Cheope]], regnante della [[Antico Regno (Egitto)|IV dinastia]] intorno al 2560 a.C. In un'ipotesi piuttosto accreditata, ne viene ritenuto ideatore l'architetto reale [[Hemiunu]].
La '''Piramide di Cheope''', conosciuta anche come '''Grande Piramide di Giza''' o '''Piramide di Khufu''', è la più antica e la più grande delle tre piramidi principali della [[Altopiano di Giza|necropoli di Giza]], confinante con quello che oggi è ''[[Giza|El Giza]]'', in [[Egitto]]. È la più antica delle [[Sette meraviglie del mondo|sette meraviglie del mondo antico]] e l'unica a rimanere in gran parte intatta.
 
==Descrizione==
Gli egittologi ritengono che la piramide sia stata costruita come tomba per il [[faraone]] [[Cheope|Khufu]] (Cheope in Greco), [[Antico Regno|IV dinastia]], per un periodo dai 10 ai 20 anni, concludendosi attorno al 2560 a.C. Secondo alcuni fu realizzata dall'architetto reale [[Hemiunu]].<ref>Maurizio Damiano-Appia, ''Egitto - l'età dell'oro'', Fabbri Editori, pag.83</ref><ref>Lyon Sprague De Camp, Catherine Crook De Camp, ''Ancient Ruins and Archaeology'', Doubleday 1964, pag. 35.</ref><ref>Ian Shaw, ''The Oxford History of Ancient Egypt'', Oxford University Press 2003, pag. 89.</ref> Inizialmente alta 146,6 metri<ref name="Janosi">Peter Jánosi, ''Le piramidi''. Il Mulino, 2006.</ref>, la Grande Piramide è stata la più alta struttura artificiale del mondo per oltre 3800 anni, fino a circa il 1300 d.C., quando fu costruita la [[Cattedrale di Lincoln]] in [[Inghilterra]].
Al momento della costruzione, la Grande Piramide aveva un'altezza di {{M|146.6|u=m}}, ridotta ai 138,8 attuali a causa dei [[Meteorologia|fenomeni atmosferici]].<ref>Maurizio Damiano-Appia, ''Egitto - l'età dell'oro'', Fabbri Editori, p. 83</ref><ref>Lyon Sprague De Camp, Catherine Crook De Camp, ''Ancient Ruins and Archaeology'', Doubleday 1964, p. 35.</ref> Per oltre {{formatnum:3800}} anni è stata la più alta struttura artificiale del mondo, fino a quando, intorno al 1300, venne eretta la [[guglia]] centrale della [[cattedrale di Lincoln]], in [[Inghilterra]].<ref>Ian Shaw, ''The Oxford History of Ancient Egypt'', Oxford University Press 2003, p. 89.</ref>
 
In origine, la piramide era ricoperta da un rivestimento di calcare bianco con superficie esterna liscia; tuttavia, a causa di un terremoto avvenuto nel XIV secolo tale copertura si sgretolò e venne in seguito adoperata per la costruzione di edifici nella città de [[Il Cairo]]. Solo alcune pietre del rivestimento sono tuttora visibili attorno alla base.
In origine, la Grande Piramide era coperta da un rivestimento in pietra che formava una superficie esterna liscia; ciò che si vede oggi è la struttura di base sottostante. Alcune delle pietre del rivestimento che un tempo ricoprivano la struttura sono ancora visibili attorno alla base. Ci sono state diverse teorie scientifiche e alternative circa le tecniche di costruzione della Grande Piramide. Le ipotesi di costruzione più accreditate si basano sull'idea che la piramide sia stata edificata spostando da una cava enormi blocchi che una volta trascinati siano stati sollevati in posizione.
La maggior parte della piramide, sia nella parte visibile all'esterno che nelle strutture interne, è composta di pietre calcaree, grossolanamente sbozzate nelle parti esterne oggi visibili mentre nelle parti a vista dell'interno sono tagliate con grande accuratezza (spesso millimetrica) ed altrettanto sapientemente posizionate secondo la tecnica dell'aggetto. Tuttavia è stato adoperato anche il granito, come nel rivestimento della cosiddetta "''camera del re''" e nella struttura del presunto sarcofago che si trova al suo interno.
 
All'interno dellaNella Grande Piramide sono state scoperte tre camere.: La camerala più bassa, odetta ''camera ipogea'', èsi trova sottoterra, scolpita nella viva roccia su cui la piramide è stata costruita ede èappare incompiuta.; Lepiù cosiddette<ref>Johnin Romer,alto nelsi suo libro ''The Great Pyramid: Ancient Egypt Revisited'' scrive: «''By themselvestrovano, of course, none of these modern labels define the ancient purposes of the architecture they describe.nell''» (Da loro stessiordine, naturalmente, nessuno di questi appellativi definisce i verila scopicosiddetta dell'architettura che descrive.) pag. 8.</ref> ''Cameracamera della Regina'' e ''Camera del Re'' si trovanoancora più in alto, allla cosiddetta 'interno'camera delladel struttura piramidaleRe''. Il [[Complesso piramidale egizio|complesso piramidale]] originariamente comprendeva due templi mortuari in onore di Cheope (uno vicinoin allaprossimità della piramide e uno vicino al [[Nilo]]), tre piramidi più piccole, dette [[piramide secondaria|secondarie]], (per le [[Grande Sposa Reale|regine]] di Cheope), una ancor più piccola [[piramide satellite]] o cultuale, una strada rialzata, (detta [[rampa processionale]], cheper collegacollegare i due templi) e piccole tombe ''[[mastaba|mastabe]],'' per i nobili che circondano la piramide.
 
All'interno della Grande Piramide non è stato trovato né il feretro né il corredo funerario (fatto questo di per sé non sorprendente, poiché quasi tutte le sepolture reali dell'[[antico Egitto]] sono state saccheggiate dai [[tombarolo|tombaroli]] già nell'antichità) tuttavia questo elemento unito alla mancanza di decorazioni o [[geroglifici egizi|geroglifici]] nei vani interni e alle gigantesche dimensioni dell'opera, ha fatto nascere un vasto dibattito con un certo numero di teorie,<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/energia/2018/08/01/grande-piramide-i-fisici-scoprono-il-segreto-della-sua-energia-_172052f1-4547-47cf-8faf-78b79ec92c47.html|titolo=Grande Piramide, i fisici scoprono il segreto della sua energia|pubblicazione=[[ANSA]]|data=1º agosto 2018|accesso=22 marzo 2019}}</ref> non accreditate dalla maggior parte della [[comunità scientifica]] archeologica, sul fatto che le piramidi non avessero la funzione di [[tomba|tombe]]. Questa ipotesi è basata su quanto detto sopra (cioè sul fatto che non è stato ritrovato all'interno alcun segno che faccia pensare ad una sepoltura, né spoglie né iscrizioni sulle pareti), constatazione materiale che a sua volta è rafforzata dal fatto che è unanime presso gli studiosi la convinzione che gli uomini del califfo [[Al-Maʾmūn]] sono stati i primi ad entrare (era l'820 d.C.) negli ambienti interni della Piramide. Tali uomini infatti aprirono una breccia nella parete nord della piramide<ref>{{Cita libro |autore=Charles Rigano |titolo=Pyramids of the Giza Plateau|url=https://books.google.com/books?id=4arwBQAAQBAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA101&dq=Al+Mamun+north+pyramid&hl=it|accesso=6 luglio 2023 |anno=2014 |editore=Author House|lingua=en|ISBN=978-1-4969-5249-3}}</ref>, leggermente ad ovest e più in basso dell'entrata originaria, che è stata portata alla luce solo in epoca moderna a seguito di scavi nella parete: essa era infatti abbondantemente nascosta, e non vi sono testimonianze che la sua copertura fosse una toppa rifatta sopra dopo precedenti ipotetiche apertura della breccia. Inoltre, è ancor più certo che gli stessi uomini del califfo furono i primi a riuscire ad entrare nei cunicoli e gallerie che portano alle camere (cosiddette) "del Re" e "della Regina", cunicoli e gallerie i cui accessi furono chiusi da invalicabili sistemi di lastre di granito che sono ancora sul posto: gli uomini del califfo riuscirono fortunosamente a superare questi sbarramenti, sfondando tetti e pavimenti dei vari corridoi, cosa che non è riscontrata essere stata fatta in altri punti prima di essi.
L'attribuzione della ''Grande Piramide'' a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi [[archeologia|archeologici]] e dei dati storici disponibili.
 
Nelle immediate vicinanze della piramide ci sono ben sette fosse per [[Barca sacra|barche sacre]] di cui [[Barca solare di Cheope|una]] è stata ricostruita ed è visibile nell'apposita struttura.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=151}}</ref>
[[Erodoto]] ([[V secolo a.C.]]) fu il primo studioso di cui gli scritti sulla piramide sono giunti fino a noi, raccolse informazioni dai sacerdoti egizi suoi contemporanei e le integrò nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''.
 
La piramide è provvista di un cortile, di un [[luogo di culto a nord]], di un [[tempio funerario]], di una [[rampa processionale]] e di un [[tempio a valle]]. Ci sono, inoltre, annesse alla piramide principale di Cheope, anche tre [[Piramide secondaria|piramidi secondarie]] dedicate a tre sue regine e una [[piramide satellite]] scoperta nel 1999.<ref>{{cita libro |autore=Riccardo Manzini |titolo=Complessi piramidali egizi |volume=volume II - Necropoli di Giza |editore=Ananke |p=120}}</ref>
Per i 1200 anni successivi il monumento fu studiato per lo più allo scopo di penetrarvi ed eventualmente saccheggiarlo. Il [[califfo]] [[al-Ma'mun]] vi riuscì attorno all'[[820]] d.C. scavando una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Una volta violata se ne perse l'interesse e alla fine del [[XIV secolo]] fu sostanzialmente trasformata in cava. Dalla metà del XVIII secolo divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni. Solo dopo le [[guerre napoleoniche]] (1799-1801) e lo scoppio dell'egittomania europea iniziarono le campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei. Con l'indipendenza dell'[[Egitto]], il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regola i permessi di scavo e studio.
 
==Storia==
All'interno non è stato trovato il feretro né il corredo funerario; ciò non sorprende, perché quasi tutte le sepolture reali dell'[[antico Egitto]] sono state saccheggiate dai [[tombarolo|violatori di tombe]] già nell'antichità, tuttavia questo fatto, unito alla mancanza di decorazioni o [[geroglifici egizi|geroglifici]] dei vani interni ed alle notevoli dimensioni dell'opera, ha fatto nascere un buon numero di teorie e leggende – non accreditate dalla [[comunità scientifica]] archeologica – sul fatto che le piramidi non sarebbero vere [[tomba|tombe]].
[[File:Statue-of-Hemiun.jpg|thumb|left|Statua dell'architetto [[Hemiunu]]]]
[[File:Khufu CEM.jpg|thumb|Statua del faraone [[Cheope]]|alt=]]
===Costruzione===
La Grande Piramide, secondo gli egittologi, è stata realizzata nel [[XXVI secolo a.C.]] e si crede che sia stata progettata da [[Hemiunu]], un sacerdote e alto funzionario egizio. Non tutti concordano sulla data precisa di conclusione dei lavori, a causa di problemi di completezza e interpretazione dei ''[[Libri dei Re (Egitto)|Libri dei Re]],'' le antiche cronologie dei regnanti in Egitto, ma la più probabile è intorno al 2560 a.C.
 
La datazione al radiocarbonio effettuata nel 2020 all'Universita di Aberdeen, di un cuneo di legno di cedro ritrovato alla base della "Camera della Regina", risale al 3341 a.C.<ref>{{cita web |url=http://edition.cnn.com/style/amp/dixon-relics-great-pyramid-of-giza-discovery-intl-hnk-scli-scn/index.html |lingua=en |titolo=5,000-year-old relic from the Great Puramid discovered in a cigar box in Scotland |data=16 dicembre 2020 |sito=edition.cnn.com |autore=Jessie Yeung}}</ref> confuterebbe la data comunemente indicata e anticipando la costruzione della piramide di almeno 5-7 secoli, rendendo impossibile la sua edificazione da parte del noto faraone a cui è attribuita, e non permette neppure di attribuirla ai suoi predecessori, facendola risalire addirittura ad un'età antecedente l'Antico Regno e precedente persino al periodo [[Periodo Protodinastico (Egitto)|Periodo Protodinastico]] (che inizia dal 3100 a.C. circa), lasciando la questione della datazione molto aperta.
L'accesso alla piramide è ristretto a un massimo di 100 persone, in mattinata e nel pomeriggio, ed è vietato fare fotografie all'interno.
 
Nonostante l'incongruenza con la datazione determinata dall'esame al C-14, l'assenza di fonti certe e altre opere che si possano dimostrare coeve e la mancanza del feretro, la piramide è generalmente attribuita al faraone [[Cheope]] (nome ellenizzato di Khufu) ed è affiancata dalla [[Piramide di Chefren]], suo successore, dalla [[Grande Sfinge di Giza|Grande Sfinge]] e dalla [[Piramide di Micerino]], successore di [[Chefren]].
== Storia ==
[[File:Statue-of-Hemiun.jpg|thumb|left|200px|Statua dell'architetto [[Hemiunu]]]]
[[File:Khufu CEM.jpg|thumb|left|200px|Statua del faraone [[Cheope]]]]
La Grande Piramide è stata realizzata nel XXVI secolo a.C. Non tutti concordano sulla data precisa, a causa di problemi di completezza e interpretazione dei ''Libri dei Re'' (antiche cronologie dei regnanti in Egitto), tuttavia la data di completamento più probabile è intorno al 2570 a.C.
 
=== Età Antica ===
La Grande Piramide è la più antica delle tre grandi piramidi nella [[necropoli]] di [[Giza]], alla periferia de Il Cairo, in [[Egitto]]. Poche centinaia di metri a sud-ovest dalla Piramide di Cheope sorge la [[Piramide di Chefren|piramide]] attribuita al suo successore [[Chefren]], che costruì anche la [[Sfinge di Giza|Sfinge]]. Ancora a poche centinaia di metri a sud-ovest è la [[piramide di Micerino]], successore di Chefren, alta circa la metà delle due maggiori. La piramide di Chefren appare più alta solo perché è stata costruita su un terreno più elevato.
[[Erodoto|Erodoto di Alicarnasso]] fu il primo studioso di cui si abbia notizia a raccogliere informazioni sul monumento dai sacerdoti egizi suoi contemporanei, per poi riportarli nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' e in particolare nel [[Storie (Erodoto)#II libro (Euterpe)|secondo libro]], in cui descrive la Piramide di Cheope e la vita del faraone che la fece costruire.
 
=== Medioevo ===
Nelle immediate vicinanze della piramide vi sono ben sette fosse per [[Barca sacra|barche sacre]] di cui una è stata ricostruita ed è visibile nell'apposita struttura ove la [[Barca solare di Cheope|barca di Cheope]] ha subito un notevole restauro.<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II - Necropoli di Giza'', Ananke, pag. 151</ref>
====Oblio====
[[File:Joseph (San Marco).jpg|miniatura|upright=1.5|[[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] in Egitto. Sullo sfondo le piramidi rappresentate come granai (cupola nord del transetto della [[Basilica di San Marco]] di Venezia)]]
[[File:Ciriaco d'Ancona di Benozzo Gozzoli.jpg|miniatura|[[Ciriaco d'Ancona]], l'umanista e viaggiatore del XV secolo che identificò la reale natura della Piramide di Cheope (ritratto di [[Benozzo Gozzoli]])]]
Nel [[Medioevo]], si era persa la cognizione della reale natura della Piramide di Cheope, che con [[Piramide di Chefren|quella di Chefren]] e [[Piramide di Micerino|quella di Micerino]] si credeva che fosse uno dei "granai di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]", ossia i magazzini ove il patriarca aveva accumulato il grano necessario per superare il periodo di carestia che aveva previsto. Questa convinzione era basata su un'errata interpretazione di una passo della [[Genesi]] (41:47-8), e fu favorita dalla falsa etimologia del termine "piramide", fatto derivare dal greco πυρός (''pyros'', grano).
 
Al tempo della dominazione bizantina sull'Egitto, con la perdita della [[lingua egizia]], venne rafforzata l'interpretazione dei monumenti come granai. Per questo motivo erano una delle tappe dei pellegrinaggi europei in Egitto<ref>
La piramide è provvista di cortile, [[luogo di culto a nord]], [[tempio funerario]], [[rampa processionale]] ed altre strutture quali il [[tempio a valle]]. Vi sono inoltre annesse alla piramide principale di Cheope anche tre [[Piramide secondaria|piramidi secondarie]] di minor dimensione dedicate a sue tre regine e una [[piramide satellite]] scoperta nel 1999.<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II - Necropoli di Giza'', Ananke, pag. 120</ref>
*''[https://books.google.it/books?id=hvYQAAAAYAAJ&pg=PT404&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false Itinerarium Egeriae]'', Y2 [= citazione di Pietro Diacono]; ed. R. Weber, CCSL 175:100; PL 173:1129D;
*{{en}}[[Gregorio di Tours]], ''[https://archive.org/details/historyoffranks01greg/page/8/mode/2up?view=theater Historia Francorum]''</ref>.
 
Con la [[Conquista islamica dell'Egitto|conquista islamica nel 649]] le cose non cambiarono. Nell'anno 820 d.C. il settimo [[califfo]] abbaside [[al-Maʾmūn]], intenzionato a saccheggiarla, riuscì ad entrarvi scavandovi una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Lo storico islamico [[al-Maqrizi]] (1364-1442), raccolse un certo numero di scritti islamici e copti, che quasi unanimemente riportavano l'informazione del nuovo accesso alla piramide creato dal califfo [[al-Maʾmūn]]. Sembra che Al-Maqrizi fosse a conoscenza del fatto che le piramidi non erano granai, ma tombe. L'assenza di tesori da depredare contribuì a far perdere interesse nella Piramide e dalla fine del [[XIV secolo]] essa fu sostanzialmente trasformata in cava.
=== Erodoto di Alicarnasso ===
[[Erodoto]], nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', considerate il primo esempio di storiografia nella letteratura occidentale, descrisse ciò che vide ed ascoltò in occasione del suo viaggio in Egitto, durante la prima dominazione [[persia]]na, nel 450 a.C. circa. I brani si collocano nel II libro delle ''Storie'', interamente dedicato all'Egitto, la più antica traccia scritta sulle piramidi, anche se più di 2000 anni dopo la loro costruzione. A causa di ciò, le testimonianze a cui Erodoto stesso ebbe accesso risultavano frutto di tradizione orale. Di conseguenza, le sue osservazioni emergono come una miscela di affermazioni verosimili, deduzioni personali, conclusioni errate e storie di fantasia.
 
Anche lo storico, filosofo e geografo arabo del X secolo [[Abu al-Hasan 'Ali al-Mas'udi|al-Mas'udi]] riportò nella sua opera ''Akhbār al-zamān'' il nuovo accesso di al-Ma'mun; le sue descrizioni sono comunque alternate a fantasiosi abbellimenti. Le prime descrizioni dell'interno della piramide di Cheope apparvero dalla prima metà dell'[[XI secolo]], ad opera del medico [[Ali ibn Ridwan]] e all'inizio del XII secolo dallo scrittore arabo Muhammad al-Kaisi.
Erodoto caratterizza Cheope come un re tirannico. Questo probabilmente ricalca il punto di vista dei Greci, i quali evidentemente giudicavano che l'innalzamento di tali monumentali edifici potesse avvenire solo attraverso il crudele sfruttamento della popolazione. Secondo quanto appreso da Erodoto addirittura:
 
Il viaggiatore arabo [['Abd al-Latif al-Baghdadi]] (1163-1231) quando visitò l'Egitto si meravigliò dell'ingegno dei costruttori delle piramidi. Descrisse anche come un esercito di lavoratori del sovrano [[Al-'Aziz Uthman|al-Malik al-Aziz Uthman]] tentò, senza successo, di rimuovere le pietre di rivestimento della [[Piramide di Micerino]], e che le pietre di rivestimento di alcune piramidi erano state utilizzate come materiale da costruzione nella città di Giza. Al-Latif fece anche riferimento a varie iscrizioni sui rivestimenti delle due grandi piramidi e descrisse la precisione con la quale erano state poste le pietre di calcare. Molto interessanti le sue descrizioni del sistema camerale della piramide di Cheope, dove si fa riferimento anche ai condotti di ventilazione nella camera superiore. Continuarono poi, per diversi secoli, lavori di sottrazione dei blocchi del rivestimento delle due grandi piramidi di Giza.
{{citazione
|Cheope giunse, dicono, a tanta malvagità che, occorrendogli denaro, mise sua figlia in un lupanare, con l’ordine di raccogliere una determinata somma, che non mi è stata precisata. Ella eseguì l’ordine del padre; ma volle pure ella lasciare un suo ricordo, e a ogni visita chiedeva che le si donasse una pietra.
 
Nel [[1335]] il monaco tedesco [[Guglielmo di Boldensele]] aveva visitato le piramidi di Giza e avendo visto anche l'assenza di grandi spazi all'interno della Grande Piramide, respinse l'idea del granaio. A quel tempo, i rivestimenti esterni nella parte inferiore della piramide dovevano essere ancora intatti; probabilmente furono rimossi su vasta scala sotto il sultano mamelucco [[An-Nasir Hasan]] (1347-1362) per costruire la moschea del [[Il Cairo|Cairo]].
I sacerdoti mi dissero che con queste pietre fu costruita la piramide che sorge in mezzo alle tre dinanzi alla grande piramide, e di cui ogni faccia misura un plettro e mezzo.
|Erodoto, ''Storie'', Libro II, 126
|ἐς τοῦτο δὲ ἐλθεῖν Χέοπα κακότητος ὥστε χρημάτων δεόμενον τὴν θυγατέρα τὴν ἑωυτοῦ κατίσαντα ἐπ᾽ οἰκήματος προστάξαι πρήσσεσθαι ἀργύριον ὁκόσον δή τι· οὐ γὰρ δὴ τοῦτό γε ἔλεγον. τὴν δὲ τά τε ὑπὸ τοῦ πατρὸς ταχθέντα πρήσσεσθαι, ἰδίῃ δὲ καὶ αὐτὴν διανοηθῆναι μνημήιον καταλιπέσθαι, καὶ τοῦ ἐσιόντος πρὸς αὐτὴν ἑκάστου δέεσθαι ὅκως ἂν αὐτῇ ἕνα λίθον ἐν τοῖσι ἔργοισι δωρέοιτο. ἐκ τούτων δὲ τῶν λίθων ἔφασαν τὴν πυραμίδα οἰκοδομηθῆναι τὴν ἐν μέσῳ τῶν τριῶν ἑστηκυῖαν, ἔμπροσθε τῆς μεγάλης πυραμίδος, τῆς ἐστὶ τὸ κῶλον ἕκαστον ὅλου καὶ ἡμίσεος πλέθρου.
|lingua=EL}}
 
==== Riscoperta ====
Secondo quanto riportato da Erodoto ogni trimestre lavoravano a turno centomila uomini, la costruzione della strada (rampa processionale) durò dieci anni:
[[File:Greaves Pyramidographia p.632.jpg|thumb|Lo schema della Grande Piramide nell'edizione del [[1752]] della ''Pyramidographia'' di [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]]]]
Nel periodo dell'[[Umanesimo]] nacque un nuovo interesse per il mondo antico, che veniva riscoperto soprattutto grazie allo studio dei testi degli autori classici; [[Ciriaco d'Ancona]], il padre dell'[[archeologia]]<ref name=Treccani>
* {{Cita libro |curatore = Edward W. Bodnar |curatore2 = Clive Foss |titolo = Cyriac of Ancona: Later travels |editore = Harvard University Press |città = Cambridge (Massachusetts) |anno = 2003 |isbn = 0-674-00758-1}} Bodnar chiama Ciriaco: «''the founding father of modern classical archeology''» ("il padre fondatore della moderna archeologia classica");
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli|R. Bianchi Bandinelli]], [[Massimo Pallottino|M. Pallottino]], E. Coche de la Ferté - Treccani, voce {{Treccani|archeologia_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|archeologia|citazione=...Ciriaco de' Pizzicolli (v. Ciriaco D'Ancona), che viaggiò in Grecia fra il 1412 e il 1448 ricercando e annotando opere d'arte e iscrizioni, può dirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale}}</ref>, si distinse dagli altri umanisti perché affiancava lo studio degli antichi testi alla ricerca delle testimonianze materiali, come statue, epigrafi e monumenti, riportandone notizie nei suoi diari di viaggio (i ''Commentarii'') e nelle sue lettere. Per questo motivo, nel 1436, si recò in Egitto e raggiunse l'altipiano di Giza dopo aver navigato sul [[Nilo]]; confrontando ciò che vedeva con la lettura del [[Storie (Erodoto)#II libro (Euterpe)|secondo libro delle ''Storie'']] di [[Erodoto]], riscoprì la vera natura delle piramidi.
 
Ciriaco d'Ancona smentì così definitivamente la falsa identificazione della Piramide di Cheope con uno dei granai di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] e lasciò vari disegni del monumento e una relazione, riportata nei suoi ''Commentarii''. Grazie ai suoi numerosi viaggi in Grecia ed in Asia Minore, poté testimoniare inoltre che le piramidi di Giza erano l'unica delle [[sette meraviglie del mondo]] ad essere sopravvissuta nei secoli. Attraverso gli scritti di Ciriaco, queste notizie si diffusero prima negli ambienti umanistici italiani e poi tra gli studiosi europei<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ciriaco-d-ancona_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=CIRIACO d'Ancona in "Enciclopedia Italiana"|accesso=30 agosto 2018}}</ref>.
{{citazione
|Un’opera che è a parer mio, non di troppo inferiore alla piramide: giacché la sua lunghezza è di cinque [[stadio (unità di misura)|stadi]], la larghezza di dieci [[orgyia|orgyie]], l’altezza della scarpata raggiunge, dove tocca il massimo, le otto orgyie. La strada è fatta di pietra levigata e con figure incise.
|Erodoto, ''Storie'', Libro II, 125
}}
 
=== Età Moderna ===
La costruzione della piramide durò invece venti anni, la sua base è quadrata ed ogni lato misura 8 plettri (1 plettro equivale a 29,6 m, quindi il lato avrebbe misurato 236,8 metri, abbastanza verosimile) e l'altezza è uguale al lato (valore non compatibile né con le misurazioni recenti, né con le ipotesi ricostruttive, né considerando la lunghezza della faccia anziché l'altezza). Erodoto spiega che la costruzione di questo edificio sarebbe stata terminata tramite l'uso di macchine «fatte di legni corti», le quali innalzavano le pietre verso le zone più alte. Vennero terminate prima le parti più elevate poi quelle inferiori.
Nel [[1646]] [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]] ne parla nella sua ''Pyramidographia'', (considerata il primo tentativo di un lavoro egittologico). Greaves scalò la piramide di Cheope, ne misurò i blocchi, ne visitò l'interno e ne disegnò uno schema di notevole precisione per la sua epoca.<ref>[https://books.google.it/books?id=TUEGAAAAQAAJ&dq=Pyramidographia&hl=it&pg=PR73#v=onepage&q&f=false Google Books: ''Miscellaneous Works of John Greaves''], tra cui l'edizione completa della ''Pyramidographia''.</ref>
 
Dalla metà del [[XVIII secolo]] la Piramide di Cheope divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni, ma dopo le [[guerre napoleoniche]] (1799-1801) le notizie riportate dall'esercito francese fecero nascere un enorme interesse anche a livello popolare, creando quella che fu detta "egittomania" europea<ref>Alexander Rehding, ''Music-Historical Egyptomania, 1650-1950'', Journal of the History of Ideas, Vol. 75, No. 4 (October 2014), pp. 545-580.</ref> e di conseguenza iniziarono campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei.
=== Diodoro Siculo ===
[[Diodoro Siculo]] visitò l'Egitto nel 60 a.C. ed anche lui menzionò, tra le altre, le piramidi di Giza nella sua ''Bibliotheca historica''. Secondo Diodoro, la più grande delle tre piramidi venne eretta in onore di ''Chemmis di Memfi'', secondo faraone della IV dinastia, mentre il nome riportato da Erodoto era ''Cheops'', per [[Manetone]] era ''Sufis'' ed infine sul cartiglio è ''Khufu''.
 
Il diplomatico inglese Nathaniel Davison entrò nel 1765 nella camera superiore e scoprì la camera di scarico più bassa, quella immediatamente al di sopra della camera superiore, alla quale viene comunemente dato il suo nome.
Anche Diodoro riporta che il sovrano regnò 50 anni e che la costruzione della piramide durò 20 anni, ma secondo lo storico, l'imponente struttura della piramide fu realizzata mediante l'uso di terrapieni, poiché a quell'epoca non erano ancora state inventate macchine in grado di sollevare i blocchi di costruzione. Diodoro esprime la propria meraviglia del fatto che non sia rimasta alcuna traccia attorno alla piramide né del terrapieno, né del lavoro di levigatura dei blocchi, tanto che la piramide sembra essere stata collocata in quel luogo, in mezzo alla sabbia, dalla mano di un dio.
 
Quando l'[[Egitto]] riuscì ad ottenere l'indipendenza, il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regolò i permessi di scavo e studio pur collaborando con enti e organizzazioni private estere.
Secondo la testimonianza di Diodoro, il rivestimento della piramide era ancora in ottime condizioni, mentre descrive la parte superiore della piramide come una piattaforma di 6 cubiti (circa 3 metri). Di conseguenza, molto probabilmente il [[pyramidion]] era già scomparso. La piramide è descritta inoltre con un lato di base di sette plettri (210 m) e con un'altezza di più di sei plettri (circa 180 m). Il numero di lavoratori che sono stati necessari per la costruzione della grande piramide venne stimato in 360.000 uomini.
 
=== StraboneEtà da AmaseaContemporanea ===
====XIX secolo====
[[Strabone|Strabone di Amasea]] dedica il primo capitolo del libro XVII della ''Geografia'' all'Egitto ed è qui che vengono trattate le piramidi di Giza, annoverate tra le sette meraviglie del mondo.
Un contributo scientifico allo studio delle piramidi fu un effetto della [[campagna d'Egitto|campagna di Napoleone in Egitto]]: arrivarono sul posto 150 tra filologi, naturalisti, cartografi, geodeti e disegnatori francesi,<ref name="Janosi">Peter Jánosi, ''Le piramidi''. Il Mulino, 2006.</ref> tra i quali si ricorda [[Edme François Jomard]], il quale dedicò un capitolo della ''[[Description de l'Égypte]]'' alle piramidi.<ref>''Description de l'Egypte'', volume 15 (1822): ''Planches: Antiquités'', volume V. ''Pyramids de Memphis''.</ref> Malgrado la qualità degli studi fosse divenuta più approfondita, anche in questo periodo non mancarono teorie pseudoscientifiche che vedevano il complesso sistema di misure e proporzioni della Grande piramide come una sorta di registro delle scienze esatte.
 
Nel [[1817]] l'esploratore italiano [[Giovanni Battista Caviglia]] liberò il corridoio discendente dalle macerie e scoprì la camera ipogea scavata nella roccia, che a quanto pare era rimasta sepolta per secoli, trovando anche l'accesso al cunicolo verticale.
{{citazione
|Procedendo quaranta stadi dalla città [di Memfi], c'è un altopiano roccioso, sul quale vi sono molte piramidi, tombe di re, ma tre sono degne di nota: due di queste sono anche annoverate tra le sette meraviglie del mondo. Misurano uno stadio in altezza, quadrangolari nella forma, hanno altezza di poco superiore al lato di base. Una è di poco più grande dell'altra e in alto, quasi a metà di una faccia, ha un masso estraibile: togliendolo, c'è una galleria tortuosa fino alla camera mortuaria. Queste piramidi dunque sono vicine le une alle altre sullo stesso pianoro; più discosta, sulla parte elevata dell'altopiano, c'è la terza, molto più piccola delle due, ma fatta costruire con molta più spesa: infatti dal piano di calpestio fino quasi alla metà è di pietra nera, da cui si fabbricano anche i mortai, fatta venire da lontano, dai monti dell'Etiopia, e per il fatto che essa è dura e difficile da lavorare, la costruzione fu così dispendiosa.
|Strabone da Amasea, ''Geografia'', XVII 1, 33
}}
 
Nel 1837 i ricercatori britannici [[Richard William Howard Vyse]] e [[John Shae Perring]]<ref>Testi originali:
La città di [[Menfi]] dista circa 21&nbsp;km da Giza, quasi 120 stadi come indica Diodoro, e non 40. Strabone fornisce informazioni circa la cava di estrazione del materiale di rivestimento, le cave di calcare di [[Tura (Egitto)|Tura]], che si trova sulla sponda destra del Nilo, proprio di fronte a Giza.
 
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=d-tAAQAAMAAJ|titolo=Google Books - Richard William Howard Howard-Vyse, John Shae Perring, ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. I, Londra, 1840}}
Inoltre, non lontano dal fiume, è indicato il villaggio chiamato ''Troia'', antico insediamento dei [[Troia|prigionieri troiani]], arrivati con [[Menelao]]. Questa affermazione si ritrova anche nella ''Bibliotheca historica'' (I 56,4) di Diodoro Siculo e risale alla tradizione epica vede il soggiorno dell'eroe greco in Egitto, dopo la fine della guerra di Troia.
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=hutAAQAAMAAJ|titolo=Google Books - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. II, Londra, 1840}}
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=ih0GAAAAQAAJ|titolo=Google Books - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. III, Londra, 1842}}
oppure:
 
* {{cita web|url=http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/howard_vyse1842bd3/0004|titolo=Universitätsbibliothek Heidelberg - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. III, Londra, 1842}}
=== Plinio il Vecchio ===
</ref> penetrarono nelle altre quattro camere, cosiddette di scarico, al di sopra della camera di Davison, trovando diversi graffiti lasciati dai lavoratori edili, indicanti il nome Cheope, la prima testimonianza moderna che consentì l'assegnazione univoca della piramide a questo faraone<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', p. 121</ref>. Individuarono inoltre le aperture esterne dei condotti di ventilazione della camera superiore, che ripulirono. Con gli scavi sul lato est della piramide, portarono alla luce i resti del basolato del tempio funerario. Nel vano tentativo di trovare ulteriori aperture all'interno della piramide scavarono e fecero saltare con dell'esplosivo una breccia sul lato sud.
[[Gaio Plinio Secondo]] inserisce una digressione sulle piramidi e sulla [[Sfinge di Giza|Sfinge]] nel libro XXXVI della ''Storia naturale'', che ha come argomento principale la [[mineralogia]]. A differenza degli autori precedenti, Plinio cita come causa della costruzione dei monumenti «il non lasciare denaro ai successori o ai rivali invidiosi oppure non lasciar la plebe in ozio» e giudica la loro costruzione come del tutto inutile e vana. Da notare che la Sfinge venne ignorata dagli autori citati in precedenza.
[[File:Lepsius-Expedition-Cheops-Pyramide.jpg|thumb|upright=1.3|La spedizione prussiana in Egitto di [[Karl Richard Lepsius|Richard Lepsius]] celebra il compleanno di re [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] sulla sommità della piramide di Cheope il 15 ottobre 1842]]
[[File:Flinders Petrie in Giza c. 1880.jpg|sinistra|miniatura|[[Flinders Petrie]] a Giza nel 1880]]
Anche il re di Prussia [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] inviò una spedizione in Egitto (1842-1845) sotto la direzione di [[Karl Richard Lepsius|Richard Lepsius]], ed anche questa si occupò della piramide di Cheope. I partecipanti alla spedizione festeggiarono il compleanno del re scalando la piramide e dispiegando al suo apice la bandiera prussiana. Il compleanno del re giustificò anche l'incisione di un messaggio che elogiava il sovrano, con geroglifici egizi, su una delle travi a contrasto dell'ingresso originale.<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.catchpenny.org/gpglyph.html |titolo=The Hieroglyphic Inscription Above the Great Pyramid's Entrance |sito=GP Hieroglyphics}}</ref>
 
L'[[astronomo]] inglese [[Charles Piazzi Smyth]] (1819-1900), particolarmente colpito dalle teorie di John Taylor, autore di ''La Grande Piramide: perché è stata costruita? e chi la costruì?'', pubblicato nel 1859, derivò un complesso insieme di interrelazioni numeriche tra le varie dimensioni misurate da lui stesso sulla piramide. Misure che si rivelarono in gran parte artificiose ed arbitrarie. Taylor infatti, sulla base delle cronache dei viaggiatori e delle spedizioni in Egitto, adottò una serie di coincidenze matematiche, dichiarando che la Grande Piramide fu costruita per creare una sorta di registro delle misure della Terra e riteneva che l'architetto che aveva progettato e supervisionato la costruzione della Grande Piramide non era un egiziano, ma nientemeno che il biblico [[Noè]]. Egli sostenne che la struttura fu realizzata utilizzando un'unità di misura che battezzò ''pollice piramide'' (1/25 del cubito sacro, quasi identico al [[Pollice (unità di misura)|pollice inglese]]).
Plinio indica che la piramide più grande è costruita con pietre estratte dalle cave dell'Arabia ed afferna che siano stati impiegati 360 mila uomini in 20 anni. Le tre piramidi nel loro complesso furono invece portate a termine in 88 anni e 4 mesi.
L'archeologo inglese [[Flinders Petrie]] lavorò alla necropoli di Giza dal 1880 al 1882 e misurò con strumenti topografici parzialmente auto-costruiti sia l'esterno che l'interno della Grande Piramide, smentendo le teorie di Piazzi Smyth e le speculazioni sul ''pollice piramide''. Suo padre era spesso ospite a casa di Piazzi Smyth, ed egli fu influenzato da ''La nostra eredità nella Grande Piramide'', tuttavia successivamente con le su ricerche smentirà il lavoro di Piazzi Smyth. Egli inoltre coniò il termine pyramidiot per descrivere ciò che vedeva come un culto quasi religioso.<ref>{{Cita libro |autore=Petrie |titolo=Seventy Years In Archaeology |url=https://books.google.it/books?id=7ZtFAAAAQBAJ&pg=PA12&lpg=PA12&hl=it|accesso=11 novembre 2018|data=6 agosto 2013|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=9781136192166}}</ref>
 
==== XX secolo ====
Lo storico latino inserisce un interessante elenco di autori che hanno menzionato le piramidi nei loro scritti: Erodoto, [[Evemero]], [[Duride di Samo]], [[Aristagora]], [[Dionigi di Alicarnasso|Dionisio di Alicarnasso]], [[Artemidoro di Efeso|Artemidoro]], [[Alessandro Poliistore]], Butoride, [[Antistene]], [[Demetrio Falereo|Demetrio]], Demotele ed [[Apione]], mentre sono assenti Diodoro e Strabone.<ref>[https://books.google.it/books?id=NK02AAAAMAAJ&lpg=PA18&ots=R1qxcCxLng&dq=plinio%20Erodoto%2C%20Evemero%2C%20Duride%20di%20Samo%2C%20Aristagora%2C%20Dionisio&hl=it&pg=PA18#v=onepage&q&f=false Domenico Valeriani, ''Nuova illustrazione istorico-monumentale del Basso e dell'Alto Egitto''. Paolo Fumgalli, Firenze, 1836]</ref>
[[File:Hetepheres-Ibrahim02.jpg|thumb|[[George Reisner]] agli scavi di Giza nel [[1926]]]]
[[File:Australian 11th Battalion group photo.jpg|sinistra|miniatura|L'[[11º battaglione australiano]] sui gradini della piramide nel [[1915]]]]
Dal 1902 al 1932 [[George Reisner]] eseguì estensivi scavi nella zona ad ovest della piana di Giza e, nel 1925 scoprì nelle vicinanze a nord-est della piramide G-Ia la tomba di [[Hetepheres I]] (G 7000x), con il suo corredo funerario. La tomba, collocata sul fondo di un pozzo alto 27 metri, infatti non era stata saccheggiata, sebbene fosse priva della mummia della regina e molti reperti fossero in cattivo stato di conservazione.<ref>{{cita web |formato=pdf |lingua=en |url=http://www.gizapyramids.org/static/pdf%20library/callender_bace_1_1990.pdf |sito=gizapyramids.org |titolo=The Bulletin of the Australian Centre for Egyptology Volume I |anno=1990}}</ref> Hetep-heres I era probabilmente la moglie di [[Snefru]] e la madre di [[Cheope]].
 
Anche [[Hermann Junker]] effettuò scavi estensivi nella zona ad ovest e scoprì, tra l'altro, nella mastaba G 4000 una statua, alta circa {{M|1.50|u=m}}, di [[Hemiunu]] seduto, con il titolo di sovrintendente alle costruzioni reali, e quindi probabilmente responsabile della costruzione della Grande Piramide.
Plinio indica come lato di base della piramide 783 [[piede romano|piedi]] (se la lunghezza di un piede equivale a 29,6&nbsp;cm, si ottengono circa 231,8 metri, un valore molto prossimo a quello effettivo), l'altezza è invece sovrastimata a 725 piedi (più di 214 metri), come per gli altri autori. Per la [[Piramide di Chefren|seconda piramide]] (quella di Chefren) è riportato un lato di 757,5 piedi (224,2 metri), dato abbastanza approssimato. Per l'[[Piramide di Micerino|ultima piramide]] (quella di Micerino), è indicato un lato di 363 piedi (107,4 metri, anche questa molto ben approssimata), la quale è giudicata la più bella a causa del fatto che è rifinita con pietra etiopica.
[[File:S10.08 Gizeh, image 9620.jpg|miniatura|Il sarcofago ritrovato nella Camera del Re]]
Due archeologi egiziani, Kamal el-Mallakh e Zaki Iskander, scoprirono nel 1954, a sud della piramide di Cheope, due pozzi ancora sigillati che conservavano le parti di due barche sacre. Dopo una lunga opera di restauro una di esse, detta [[barca solare di Cheope]], fu mostrata al pubblico nel [[1982]] in un museo creato appositamente a fianco della Grande piramide. La seconda, a causa delle cattive condizioni di conservazione, è stata lasciata all'interno del pozzo originario.
 
Tra il [[1986]] ed il [[1987]] alcuni ricercatori francesi hanno esaminato la piramide con strumenti micro-gravimetrici per individuare eventuali camere interne sconosciute. Si trovarono però solo tre piccole cavità all'interno del condotto che conduce alla camera intermedia, ed esse risultarono essere riempite di sabbia, che, una volta analizzata in laboratorio, risultò proveniente da un'altra regione egiziana, essere stata selezionata in qualità, e [[crivello|crivellata]]. Successivamente alcuni ricercatori giapponesi, diretti da Sakuji Yoshimura, utilizzando scanner elettromagnetici per sondare le onde sonore all'interno delle pareti, confermarono le ricerche francesi rilevando anche altre micro cavità.
Plinio infine afferma che non esiste alcuna testimonianza dai sistemi utilizzati nelle fasi di edificazione, ma riporta diverse ipotesi in merito al trasporto dei blocchi di pietra. Alcuni, dice, pensano all'uso di piani inclinati di [[Nitrato di potassio|salnitro]] che vennero successivamente sciolti attraverso l'uso delle acque del Nilo; altri parlano di impalcature di mattoni di fango che furono in seguito riutilizzati per abitazioni private.
 
Dal [[1988]], iniziarono gli scavi, guidati da Mark Lehner, in uno degli insediamenti dei lavoratori, situato a sud-est della Piana di Giza. Dal 1990, ad ovest di questo quartiere di operai, fecero seguito gli scavi della zona cimiteriale, diretti da [[Zahi Hawass]]. Lo stesso Hawass scoprì, nel 1992, i resti della piccola [[piramide satellite]] ad est della piramide principale.
L'autore ricorda che [[Talete]] ebbe l'intuizione di calcolare l'altezza delle piramidi misurandone l'ombra proiettata sul terreno.
 
Nel 1992 e successivamente nel 1993 l'ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink, in collaborazione con il [[Istituto archeologico germanico|Deutsches Archäologisches Institut]] al Cairo, usando diversi robot e sotto la supervisione dell'archeologo Rainer Stadelmann, esplorò entrambi i condotti di aerazione della camera intermedia, riuscendo a visitare interamente solo il condotto sud, il quale presentava uno sportellino di chiusura. A differenza di quelli presenti nella camera superiore infatti, i condotti nella camera intermedia non comunicano con l'esterno.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/ Upuaut Project]</ref> La spedizione liberò dai detriti la parte esterna dei condotti della camera superiore ed installò nel condotto nord un ventilatore per far affluire aria pulita nella camera superiore.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/startpage/theupuautstory/thesecond1992campaign/second92.htm Upuaut Project - The second 1992 campaing]</ref>
=== Epoca bizantina e araba ===
[[File:Joseph (San Marco).jpg|thumb|[[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] in Egitto. Sullo sfondo le piramidi immaginate come granai.]]
Al tempo di [[Gregorio Nazianzeno]] e [[Stefano di Bisanzio]] le piramidi iniziarono ad essere denominate ''granaio di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]'' (il penultimo dei dodici figli di Giacobbe, che salvò l'Egitto dalla carestia ai tempi del Vecchio Testamento), un errore di interpretazione che durò sino alla fine del XV secolo. Questa definizione potrebbe esser nata dalla falsa etimologia del termine greco ''pyros'', grano. Al tempo della dominazione bizantina sull'Egitto non vi sono particolari attenzioni sulla Grande Piramide e con la perdita della lingua egizia, viene rafforzata l'interpretazione dei monumenti come granai.
 
==== Esplorazioni recenti ====
Con la conquistata dagli Arabi nel 640, le cose non cambiano. Lo storico islamico [[al-Maqrizi]] (1364-1442), raccolse un certo numero di scritti islamici e copti sulle piramidi, che descrivevano quasi unanimemente che il nuovo accesso alla piramide fu scavato dal settimo califfo abbaside [[al-Ma'mun]], i cui uomini aveva scavato un cunicolo vicino all'accesso originale nel 820 (la cosiddetta galleria al-Ma'mun). Al-Maqrizi era ovviamente a conoscenza dei sarcofagi nelle camere funerarie e perciò del fatto che le piramidi non fossero granai, ma tombe.
Il 17 settembre 2002, anche una spedizione della [[National Geographic Society]] inviò un veicolo robotizzato denominato ''Pyramid Rover'' all'interno dei condotti della camera intermedia. Il robot riuscì a bucare lo sportellino ed a far penetrare la propria videocamera all'interno solo per scoprire una cavità vuota, chiusa da un'altra pietra. Il 18 settembre 2002 venne scoperta una porta del tutto analoga nel condotto nord.
 
Nel maggio 2009, un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'ingegnere britannico [[Robert Richardson]] ha annunciato i risultati di un'ulteriore spedizione nel condotto inferiore sud. Il robot ''Djedi'', utilizzando una camera snodabile, riuscì a visualizzare l'interno del piccolo vano da varie angolazioni.
Anche lo storico, filosofo e geografo arabo [[Abu al-Hasan 'Ali al-Mas'udi|al-Mas'udi]] riportò nella sua opera ''Akhbār al-zamān'' (''Le notizie del tempo'', in 30 volumi) il nuovo accesso di al-Ma'mun. Le sue descrizioni sono comunque alternate a fantasiosi abbellimenti. Le prime descrizioni della situazione all'interno della piramide di Cheope apparvero dalla prima metà dell'XI secolo dal medico [[Ali ibn Ridwan]] e all'inizio del XII secolo dallo scrittore arabo Muhammad al-Kaisi.
 
Nel 2023 un gruppo di ricercatori internazionali ha scoperto un tunnel di 9 metri di lunghezza, 2 di altezza e altrettanti di larghezza. Esso è stato trovato nel lato nord della piramide. Secondo il Professor [[Zahi Hawass]] il tunnel porterebbe alla vera camera sepolcrale di [[Cheope]].{{senza fonte}}
Il viaggiatore arabo [[Abd al-Latif al-Baghdadi]] (1163-1231) quando visitò l'Egitto si meravigliò dell'ingegno dei costruttori delle piramidi. Descrisse anche come un esercito di lavoratori del sovrano [[Al-'Aziz Uthman|al-Malik al-Aziz Uthman ibn Salahaddin Yusuf]] tentò, senza successo, di rimuovere le pietre di rivestimento della [[Piramide di Micerino]], e che le pietre di rivestimento di alcune piramidi vennero utilizzate come materiale da costruzione nella città di Giza. Iniziarono così, per diversi secoli, lavori di demolizione del rivestimento delle due grandi piramidi di Giza. Al-Latif fece anche riferimento a varie iscrizioni sui rivestimenti delle due grandi piramidi e descrisse la precisione con la quale erano state poste le pietre di calcare. Molto interessanti le sue descrizioni del sistema camerale della piramide di Cheope, dove si fa riferimento anche ai condotti di ventilazione nella camera superiore.
 
=== RiscopertaTestimonianze europea ===
=== Erodoto di Alicarnasso ===
[[File:Greaves Pyramidographia p.632.jpg|thumb|200px|Lo schema della Grande Piramide nell'edizione del [[1752]] della ''Pyramidographia'' di [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]]]]
[[Erodoto]], nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', descrisse ciò che vide e ascoltò in occasione del suo viaggio in Egitto, durante la prima dominazione [[persia]]na, nel 450 a.C. circa. I brani si collocano nel II libro (interamente dedicato all'Egitto), e rappresentano la più antica traccia scritta sulle piramidi, anche se più di {{formatnum:2000}} anni dopo la loro costruzione. Perciò le testimonianze a cui Erodoto stesso ebbe accesso erano probabilmente frutto di tradizione orale, di conseguenza le sue osservazioni emergono come una miscela di affermazioni verosimili, deduzioni personali e storie di fantasia.
Verso la fine del XV secolo, la Grande Piramide è stata sempre più meta o almeno tappa di esploratori e pellegrini europei in viaggio verso la [[Terra santa]], e da questi erronemente sempre interpretata come monumentale granaio.
 
{{citazione|Cheope giunse a tal punto di malvagità che, per bisogno di ricchezze, mise sua figlia in un bordello e le ordinò di farsi pagare una certa quantità di denaro: non dicono quanto. La figlia adempì agli ordini del padre; ma anch'essa meditava di lasciare un monumento in proprio e a tutti quelli che entravano da lei chiedeva di farle dono di una pietra, per le sue costruzioni. Raccontavano che con queste pietre fu costruita la piramide che si trova al centro delle tre, davanti alla grande piramide; ciascuno dei suoi lati misura un pletro e mezzo.|[[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', Libro II, 126
Già nel [[1335]] il monaco della Bassa Sassonia Guglielmo di Boldensele aveva visitato le piramidi di Giza e visitò anche l'interno della Grande Piramide, per questo motivo decise di respingere l'idea di un granaio. A quel tempo, i rivestimenti esterni nella parte inferiore della piramide dovevano essere ancora intatti. Probabilmente furono rimossi su vasta scala solo sotto il sultano mamelucco al-Nasir al-Hasan (1347-1362) per costruire la moschea del Cairo.
|ἐς τοῦτο δὲ ἐλθεῖν Χέοπα κακότητος ὥστε χρημάτων δεόμενον τὴν θυγατέρα τὴν ἑωυτοῦ κατίσαντα ἐπ᾽ οἰκήματος προστάξαι πρήσσεσθαι ἀργύριον ὁκόσον δή τι· οὐ γὰρ δὴ τοῦτό γε ἔλεγον. τὴν δὲ τά τε ὑπὸ τοῦ πατρὸς ταχθέντα πρήσσεσθαι, ἰδίῃ δὲ καὶ αὐτὴν διανοηθῆναι μνημήιον καταλιπέσθαι, καὶ τοῦ ἐσιόντος πρὸς αὐτὴν ἑκάστου δέεσθαι ὅκως ἂν αὐτῇ ἕνα λίθον ἐν τοῖσι ἔργοισι δωρέοιτο. ἐκ τούτων δὲ τῶν λίθων ἔφασαν τὴν πυραμίδα οἰκοδομηθῆναι τὴν ἐν μέσῳ τῶν τριῶν ἑστηκυῖαν, ἔμπροσθε τῆς μεγάλης πυραμίδος, τῆς ἐστὶ τὸ κῶλον ἕκαστον ὅλου καὶ ἡμίσεος πλέθρου.
|lingua=EL}}
 
Secondo quanto riportato da Erodoto ogni trimestre lavoravano a turno centomila uomini. La costruzione della sola rampa processionale durò 10 anni:
Il Mainzer Bredenbach (1486) e Jehan Thenaud (1512), superiore dei Francescani di [[Angoulême]], visitarono le piramidi quali tombe degli antichi re egizi. Nel [[1646]] apparve la ''Pyramidographia'', ''o una descrizione delle Piramidi d'Egitto'',<ref>[https://books.google.it/books?id=TUEGAAAAQAAJ&dq=Pyramidographia&hl=it&pg=PR73#v=onepage&q&f=false Google Books: ''Miscellaneous Works of John Greaves''], tra cui l'edizione completa della ''Pyramidographia''.</ref> dal matematico britannico [[John Greaves (astronomo)|John Greaves]]. L'opera è considerata il primo tentativo di un lavoro egittologico. Greaves scalò la piramide di Cheope, ne misurò i blocchi, ne visitò l'interno e ne disegnò uno schema di notevole precisione per la sua epoca.
 
{{citazione
=== XVIII e XIX secolo ===
|Il tempo in cui fu costruita la strada su cui trascinavano le pietre, per il popolo estenuato fu di dieci anni: secondo me è un'opera non molto inferiore alla piramide. È lunga infatti cinque [[stadio (unità di misura)|stadi]], larga dieci [[orgìa (unità di misura)|orgìe]], alta otto orge là dove è più alta, fatta di pietra levigata e con figure intagliate.|[[Erodoto]], ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'', Libro II, 124}}
Il diplomatico inglese Nathaniel Davison entrò nel 1765 nella camera superiore e scoprì la camera di scarico più bassa, quella cioè immediatamente al di sopra della camera superiore, alla quale viene comunemente dato il suo nome.
 
La costruzione della piramide ne durò invece 20. Erodoto spiega che la costruzione di questo edificio sarebbe stata terminata tramite l'uso di macchine «fatte di legni corti», le quali innalzavano le pietre verso le zone più alte, infatti furono terminate prima le parti più elevate, poi quelle inferiori.
Un contributo scientifico allo studio delle piramidi fu un effetto della [[campagna d'Egitto|campagna di Napoleone]] in Egitto: arrivarono sul posto 150 tra filologi, naturalisti, cartografi, geodeti e disegnatori di Francia,<ref name="Janosi" /> tra i quali si ricorda [[Edme François Jomard]], il quale dedicò un capitolo del ''[[Description de l'Égypte]]'' alle piramidi di [[Menfi (Egitto)|Menfi]].<ref>''Description de l'Egypte'', volume 15 (1822): ''Planches: Antiquités'', volume V. ''Pyramids de Memphis''.</ref> Malgrado la qualità degli studi fosse divenuta più approfondita, anche in questo periodo non mancarono teorie pseudoscientifiche che vedevano il complesso sistema di misure e proporzioni della Grande piramide come una sorta di registro delle scienze esatte.
 
=== Diodoro Siculo ===
Nel [[1817]] l'esploratore italiano [[Giovanni Battista Caviglia]] liberò il corridoio discendente dalle macerie e scoprì la camera ipogea scavata nella roccia (si veda la sezione della piramide, al numero 5), che a quanto pare era rimasta sepolta per secoli. Trovò anche l'accesso al cunicolo verticale (sezione della piramide, numero 11).
[[Diodoro Siculo]] visitò l'Egitto nel 60 a.C. e anche lui menzionò le piramidi di Giza nella sua ''[[Bibliotheca historica]]''. Secondo Diodoro ed Erodoto la più grande delle tre piramidi fu eretta in onore del secondo faraone della [[IV dinastia egizia|IV dinastia]], che alcuni hanno riportato come ''Cheops'', ''Sufis'' e ''Khufu'' (diversi nomi con cui è indicato [[Cheope]]).
 
Anche Diodoro riporta che la costruzione della piramide durò 20 anni, ma secondo lo storico, l'imponente struttura della piramide fu realizzata mediante l'uso di [[Terrapieno|terrapieni]], poiché a quell'epoca non erano ancora state inventate macchine in grado di sollevare i blocchi di costruzione. Diodoro esprime inoltre la propria meraviglia del fatto che non sia rimasta alcuna traccia attorno alla piramide né del terrapieno, né del lavoro di levigatura dei blocchi, tanto che la piramide sembra essere stata collocata in quel luogo, in mezzo alla sabbia, "dalla mano di un dio".
Nel 1837 i ricercatori britannici Howard Vyse e John Shae Perring<ref>Testi originali:
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=d-tAAQAAMAAJ|titolo=Google Books - Richard William Howard Howard-Vyse, John Shae Perring, ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. I, Londra, 1840}}
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=hutAAQAAMAAJ|titolo=Google Books - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. II, Londra, 1840}}
* {{cita web|url=http://books.google.it/books?id=ih0GAAAAQAAJ|titolo=Google Books - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. III, Londra, 1842}}
oppure:
* {{cita web|http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/howard_vyse1842bd3/0004|Universitätsbibliothek Heidelberg - ''Appendix to Operations carried on at the Pyramids of Gizeh in 1837'', vol. III, Londra, 1842}}
</ref> penetrarono nelle altre quattro camere, cosiddette di scarico, al di sopra della camera di Davison, trovando diversi graffiti lasciati dai lavoratori edili, indicanti il nome Cheope, la prima testimonianza moderna che consentì l'assegnazione univoca della piramide a questo faraone<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', pag. 121</ref>. Individuarono inoltre le aperture esterne dei condotti di ventilazione della camera superiore, che ripulirono. Con gli scavi sul lato est della piramide, portarono alla luce i resti del basolato del tempio funerario. Nel vano tentativo di trovare ulteriori aperture all'interno della piramide scavarono e fecero saltare con la dinamite una breccia sul lato sud.
 
Secondo la testimonianza di Diodoro, il rivestimento della piramide era ancora in ottime condizioni, mentre descrive la parte superiore della piramide come una piattaforma di 6 cubiti (circa 3 metri), perciò molto probabilmente il [[pyramidion]] era già scomparso. La piramide è descritta con un lato di base di 7 plettri ({{M|210|u=m}}) e con un'altezza di più di 6 (circa {{M|180|u=m}}). Il numero di lavoratori che sono stati necessari per la costruzione della piramide fu stimato in {{formatnum:360000}} uomini.
Anche il re di Prussia [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] inviò una spedizione in Egitto (1842-1845) sotto la direzione di [[Karl Richard Lepsius|Richard Lepsius]], ed anche questa si occupò della piramide di Cheope. I partecipanti alla spedizione festeggiarono il compleanno del re scalando la piramide e dispiegando al suo apice la bandiera prussiana. Il compleanno del re giustificò anche l'incisione di un messaggio che elogiava il sovrano, con geroglifici egizi, su di una delle travi a contrasto dell'ingresso originale.<ref>{{en}} [http://www.catchpenny.org/gpglyph.html The Hieroglyphic Inscription Above the Great Pyramid's Entrance]</ref>
 
=== Strabone di Amasea ===
Nel 1872 il britannico Waynman Dixon scoprì i condotti di ventilazione della camera intermedia, di cui si tratterà più avanti.
[[Strabone]] dedica il primo capitolo del libro XVII della ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'' all'Egitto ed è qui che vengono trattate le piramidi di Giza, annoverate tra le [[sette meraviglie del mondo]].
 
{{citazione
L'[[astronomo]] inglese [[Charles Piazzi Smyth]] (1819-1900), particolarmente colpito dalle teorie di John Taylor, autore di ''La Grande Piramide: perché è stata costruita? e chi la costruì?'', pubblicato nel 1859, derivò un complesso insieme di interrelazioni numeriche tra le varie dimensioni misurate da lui stesso sulla piramide. Misure che si rivelarono in gran parte artificiose ed arbitrarie. Taylor infatti, sulla base delle cronache dei viaggiatori e delle spedizioni in Egitto, adottò una serie di coincidenze matematiche, dichiarando che la Grande Piramide fu costruita per creare una sorta di registro delle misure della Terra e riteneva che l'architetto che aveva progettato e supervisionato la costruzione della Grande Piramide non era un egiziano, ma nientemeno che il biblico [[Noè]]. Egli sostenne che la struttura fu realizzata utilizzando un'unità di misura che battezzò ''pollice piramide'' (1/25 del cubito sacro, quasi identico al pollice inglese).
|A quaranta stadi da Memphis c'è un terrazzo roccioso sul quale le piramidi, tombe reali, si ergono in grande numero, ma tre sono quelle degne di nota. Di queste, due sono anche annoverate tra le sette meraviglie; la loro altezza, che è di poco superiore al lato di base (la forma è quadrangolare), misura uno stadio. Una è appena più grande dell'altra e in alto, quasi a metà di una faccia, reca un masso estraibile; rimuovendolo, c'è un budello sinuoso che porta fino alla camera mortuaria. Queste piramidi, dunque, sono vicine tra loro e allo stesso livello; più discosta, sulla parte più elevata del terrazzo, c'è la terza, molto più piccola delle altre due, ma costruita con una spesa molto più onerosa. Infatti dal piano di calpestio fin quasi alla metà è di pietra scura, la stessa con cui fabbricano i mortai e che si fa venire da molto lontano; si trova infatti nei monti dell'Etiopia ed è molto dura e difficile da lavorare; per questo la messa in opera risultò molto dispendiosa.|[[Strabone|Strabone di Amasea]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', XVII 1, 33}}
 
La città di [[Menfi (Egitto)|Menfi]] dista in realtà circa {{M|21|u=km}} da Giza (quasi 120 stadi come indica Diodoro), ma Strabone fornisce un altro dettaglio sulla costruzione, indicando le cave di calcare di [[Tura (Egitto)|Tura]], che si trova sulla sponda destra del Nilo, proprio di fronte a Giza, come fonte del materiale per il rivestimento della piramide.
L'archeologo inglese [[Flinders Petrie]] lavorò a Giza ed alla Grande Piramide dal 1880-1882 e misurò con strumenti topografici parzialmente auto-costruiti sia l'esterno che l'interno della Grande Piramide.
I suoi risultati smentirono le teorie di Piazzi Smyth e le speculazioni sui ''pollice piramide''. Il padre di Petrie era spesso ospite a casa di Piazzi Smyth, mentre egli stesso venne influenzato da ''La nostra eredità nella Grande Piramide'', e più tardi scrisse nel suo ''Seventy years in Archaeology'' (1932) che «quindici anni dopo, avrei dovuto raggiungere il "piccolo brutto fatto che ha ucciso la bella teoria"; ma è stato questo interesse che ha portato mio padre ad incoraggiarmi a partire e fare il rilevamento della Grande Piramide».<ref>[http://books.google.it/books?id=7ZtFAAAAQBAJ&pg=PA12&lpg=PA12 Google Books - Flinders Petrie, ''Seventy Years In Archaeology'']</ref>
 
=== Plinio il Vecchio ===
Petrie intende che fu influenzato dal lavoro di Smyth, ma in ultimo scientificamente ha smentito alcune delle sue teorie. Fu Petrie che per primo coniò il termine ''pyramidiot'' per descrivere ciò che vedeva come un culto quasi religioso.
[[Plinio il Vecchio|Plinio]] inserisce una digressione sulle piramidi e sulla Sfinge nel libro XXXVI della ''[[Naturalis historia]]'', che ha come argomento principale la [[mineralogia]]. A differenza degli autori precedenti, Plinio cita come causa della costruzione dei monumenti «il non lasciare denaro ai successori o ai rivali invidiosi oppure non lasciare la plebe in ozio» e giudica la loro costruzione come del tutto inutile e vana.
 
Plinio indica che la piramide più grande è costruita con pietre estratte dalle cave dell'Arabia e afferma che sono stati impiegati {{formatnum:360000}} uomini in 20 anni. Le tre piramidi nel loro complesso furono invece portate a termine in 88 anni e 4 mesi.
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File:Description de l'Égypte - Vol.V, Pl.8.jpg|Vista dell'altopiano di Giza al tramonto, tavola da ''Description de l'Egypte''
File:Lepsius-Expedition-Cheops-Pyramide.jpg|La spedizione prussiana in Egitto di [[Karl Richard Lepsius|Richard Lepsius]] celebra il compleanno di re [[Federico Guglielmo IV di Prussia|Federico Guglielmo IV]] sulla sommità della piramide di Cheope il 15 ottobre 1842
File:Lepsius-inschrift-cheops-pyramide.jpeg|Ingresso originale della Grande Piramide con le iscrizioni [[geroglifici egizi|geroglifiche]] per celebrare il compleanno del Re di Prussia
File:Flinders_Petrie_in_Giza_c._1880.jpg|Flinders Petrie a Giza nel 1880
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Lo storico latino inserisce un interessante elenco di autori che hanno menzionato le piramidi nei loro scritti: [[Erodoto]], [[Evemero]], [[Duride di Samo]], [[Aristagora]], [[Dionigi di Alicarnasso]], [[Artemidoro di Efeso|Artemidoro]], [[Alessandro Poliistore]], [[Butoride]], [[Antistene]], [[Demetrio Falereo]], [[Demotele]] ed [[Apione]], mentre sono assenti [[Diodoro Siculo]] e [[Strabone]].<ref>{{cita libro |url=https://books.google.it/books?id=NK02AAAAMAAJ&lpg=PA18&ots=R1qxcCxLng&dq=plinio%20Erodoto%2C%20Evemero%2C%20Duride%20di%20Samo%2C%20Aristagora%2C%20Dionisio&hl=it&pg=PA18#v=onepage&q&f=false |autore=Domenico Valeriani |titolo=Nuova illustrazione istorico-monumentale del Basso e dell'Alto Egitto |editore=Paolo Fumgalli |città=Firenze |anno=1836}}</ref>
=== XX secolo ===
[[File:Hetepheres-Ibrahim02.jpg|thumb|George Andrew Reisner agli scavi di Giza nel [[1926]]]]
 
Plinio indica come lato di base della piramide di Cheope, 783 [[piede romano|piedi]] (circa {{M|231.8|8=m}}, un valore molto vicino a quello effettivo), mentre l'altezza è sovrastimata a 725 piedi (più di {{M|214|u=m}}), come per gli altri autori. Plinio ricorda inoltre che [[Talete]] ebbe l'intuizione di calcolare l'altezza delle piramidi misurandone l'ombra proiettata sul terreno.
Dal 1902 al 1932 George Andrew Reisner eseguì estensivi scavi nalla zona ad ovest della piana di Giza e, nel 1925 scoprì nelle vicinanze a nord-est della piramide G-Ia la tomba di Hetep-heres (I) (G 7000x), con il suo corredo funerario. La tomba, collocata sul fondo di un pozzo alto 27 metri, infatti non era stata saccheggiata, sebbene fosse priva della mummia della regina e molti reperti fossero in cattivo stato di conservazione.<ref>{{en}} [http://www.gizapyramids.org/static/pdf%20library/callender_bace_1_1990.pdf gizapyramids.org - The Bulletin of the Australian Centre for Egyptology Volume I, 1990]</ref> [[Hetep-heres]] (I) era probabilmente la moglie di [[Snefru]] e la madre di [[Cheope]].
 
Plinio afferma che non esiste alcuna testimonianza dei sistemi utilizzati nelle fasi di edificazione, ma riporta diverse ipotesi in merito al trasporto dei blocchi di pietra. Alcuni pensano all'uso di piani inclinati di [[Nitrato di potassio|salnitro]] che furono successivamente sciolti attraverso l'uso delle acque del Nilo; altri parlano di impalcature di mattoni di fango che furono in seguito riutilizzati per abitazioni private.
Anche [[Hermann Junker]] effettuò scavi estensivi nella zona ad ovest e soprì, tra l'altro, nella mastaba G 4000 una statua, alta circa 1,50 m, di [[Hemiunu]] seduto, con il titolo di sovrintendente alle costruzioni reali, e quindi probabilmente responsabile della costruzione della Grande Piramide.
 
Due archeologi egiziani, Kamal el-Mallakh e Zaki Iskander, scoprirono nel 1954, a sud della piramide di Cheope, due pozzi ancora sigillati le parti di due barche sacre. Dopo una lunga opera di restauro una barca, detta [[barca solare di Cheope]], fu mostrata al pubblico nel [[1982]] in un museo creato appositamente a fianco della Grande piramide. La seconda, a causa delle cattive condizioni di conservazione, è stata lasciata all'interno del pozzo originario.
 
=== Esplorazioni recenti ===
Tra il [[1986]] ed il [[1987]] ricercatori francesi hanno esaminato la piramide con strumenti microgravimetrici per individuare eventuali camere interne sconosciute. Si trovarono però solo tre piccole cavità all'interno del condotto che conduce alla camera intermedia. Le cavità risultarono essere riempite di sabbia, che, una volta analizzata in laboratorio, risultò proveniente da un'altra regione egiziana, essere stata selezionata in qualità, e [[crivello|crivellata]].
Più tardi ricercatori giapponesi, diretti da Sakuji Yoshimura, utilizzando scanner elettromagnetici per sondare le onde sonore all'interno delle pareti, confermarono le ricerche francesi rilevando anche altre micro cavità.
 
Dal [[1988]], iniziarono gli scavi in uno degli insediamenti dei lavoratori, situato a sud-est della Piana di Giza, guidati da Mark Lehner. Dal 1990 ad ovest di questo quartiere di operai, fecero seguito gli scavi della zona cimiteriale da parte di [[Zahi Hawass]]. Lo stesso Zahi Hawass scoprì, nel 1992, i resti della piccola [[Piramide satellite|piramide cultuale]] ad est della piramide principale.
 
{{vedi anche|Piramide di Cheope#Condotti di ventilazione inferiori}}
Nel 1992 e successivamente nel 1993 l'ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink, in collaborazione con il [[Istituto archeologico germanico|Deutsches Archäologisches Institut]] al Cairo, usando diversi robot e sotto la supervisione dell'archeologo Rainer Stadelmann, esplorò entrambi i condotti di aerazione della camera intermedia, riuscendo a visitare interamente solo il condotto sud, il quale presentava uno sportellino di chiusura. A differenza di quelli presenti nella camera superiore infatti, i condotti nella camera intermedia non comunicano con l'esterno.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/ Upuaut Project]</ref> La spedizione liberò dai detriti la parte esterna dei condotti della camera superiore ed installò nel condotto nord ventilatore per far affluire aria pulita nella camera superiore.<ref>{{en}} [http://www.cheops.org/startpage/theupuautstory/thesecond1992campaign/second92.htm Upuaut Project - The second 1992 campaing]</ref>
 
Il 17 settembre 2002, anche una spedizione del [[National Geographic Society]] inviò un veicolo robotizzato denominato ''Piramide Rover'' all'interno dei condotti della camera intermedia. Il robot riuscì a bucare lo sportellino ed a far penetrare la propria videocamera all'interno solo per scoprire una cavità vuota, chiusa da un'altra pietra. Il 18 settembre 2002 venne scoperta una porta del tutto analoga nel condotto nord.
 
Nel maggio 2009, un gruppo di ricerca internazionale guidato dall'ingegnere britannico [[Robert Richardson]] ha annunciato i risultati di un ulteriore spedizione nel condotto inferiore sud. Il robot ''Djedi'', utilizzando una camera snodabile, riuscì a visualizzare l'interno del piccolo vano da varie angolazioni.
 
== La piramide ==
[[File:Gizeh Cheops BW 1.jpg|thumb|La grande Piramide di Cheope]]
 
[[File:Kheops-Pyramid.jpg|thumb|Altra immagine della piramide]]
 
Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 [[metro|metri]] (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della [[piramide di Chefren]], alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di [[Calcare|pietra calcarea]] che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di [[erosione]] naturale, sia all'asportazione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre. La piramide con il suo [[pyramidion]] d'oro situato sulla sommità, sotto i raggi del sole doveva risplendere come una gemma gigantesca risultando visibile anche a notevole distanza.
 
La base della piramide copre oltre 5 [[ettaro|ettari]] di superficie, formando un [[quadrato]] di circa 230,34 metri per lato. L'accuratezza dell'opera è tale che i quattro lati della base presentano un errore medio di soli {{M|1,.52&nbsp;|u=cm}} in lunghezza e di 12[[Secondo (geometria)|"]] di angolo rispetto ad un quadrato perfetto. I lati del quadrato sono allineati quasi perfettamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest (l'errore dell'allineamento è di solo 2′ e 28″<ref>Maragioglio V. e [[Celeste Ambrogio Rinaldi|Rinaldi C.]], ''L'architettura delle piramidi menfite - Vol. IV'', Tipografia Artale, 1963</ref>). I lati della piramide salgono ad un angolo di 51[[Grado d'arco|º]] 50[[Primo (geometria)|']] 35".
 
{{cnSenza fonte|La piramide non ha una sezione perfettamente quadra, ma i lati risultano leggermente concavi, un po' come le fortezze bastionate rinascimentali. La sezione è simmetrica e voluta; infatti, da una parte corregge lo spanciamento prospettico che si otterrebbe nella visione complessiva della piramide, dall'altra migliora la stabilità della struttura.}}
 
Per la costruzione del rivestimento esterno e del corpo interno della Grande Piramide furono scelte pietre di [[calcare]], pesanti ognuna dagli {{M|800&nbsp;|u=kg}} alle 4 tonnellate, che rappresentano circa il 97% del materiale usato. Per le camere interne vennero usati monoliti di [[granito]] pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate. Il peso totale si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2&nbsp;600&nbsp;000&nbsp;{{M|2600000|u= }}. È quindi la più voluminosa piramide d'[[Egitto]], ma non del mondo, dato che la [[piramide di Cholula]], in [[Messico]] è più grande.
 
Nell'epoca immediatamente successiva alla costruzione, la piramide era rivestita esternamente di bianche pietre di calcare, lucide e molto lisce, incise con antichi caratteri, precipitate al suolo a causa di un violento [[terremoto]] nel 1301 a.C. La maggior parte dei blocchi di rivestimento venne rimossa nel XIV secolo per la costruzione della cittadella e della moschea del [[Il Cairo|Cairo]]<ref name= Manzini126>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II - Necropoli di Giza'', Ananke, pagp. 126.</ref>. L'opera di demolizione della piramide iniziò tuttavia già in epoca antica, come testimoniano i conci ritrovati nel [[Piramide di Amenemhat I|Complesso piramidale di Amenemhat I]] recanti incisi i [[Titolatura reale dell'antico Egitto|cartigli]] di Cheope<ref name=Manzini126/>.
 
Vi è notevole incertezza su quanto durarono i lavori di costruzione; le indicazioni di [[Erodoto]] sono assai tarde (V sec. a.C.) e di seconda mano, in quanto derivano da quanto riferito dai sacerdoti egizi del tempo. Erodoto narra che furono utilizzati circa centomila uomini<ref>Maurizio Daminia-Appia, '' Egitto - L'età dell'oro'', Fabbri Editori, pagp. 84</ref>, che lavorarono per circa vent'anni. Simili indicazioni generano molti dubbi di fattibilità tecnica, economica e sociale e si intrecciano con le infinite [[Teorie sulla costruzione delle piramidi egizie|teorie su come è stata realizzata la piramide]]. Oggi le più comuni ipotesi spaziano dai 20 ai 40 anni di cantiere.
 
La piramide di Cheope si distingue dalle altre per la sua posizione geografica, ma anche per il grande numero di passaggi e vani interni, per la rifinitura delle parti a vista e la precisione di costruzione.
 
=== La piana di Giza ===
La piramide poggia sullo sperone dell'[[Altopiano di Giza]] che si affaccia sulla [[valle del Nilo]]; questo è costituito da roccia calcarea. Uno dei motivi per cui fu scelto il sito, è che la base rocciosa costituiva un solido appoggio per la struttura, impedendo che il cedimento del terreno (dovuto alla massa di materiale) facesse crollare la struttura, come peraltro era già successo in precedenti piramidi. Inoltre il nucleo centrale della piramide poggia su una sporgenza della base rocciosa, di cui non è stato possibile misurare le dimensioni, che ha consentito agli operai di risparmiare un buon volume di pietra di costruzione. Da rilievi effettuati sul cunicolo discendente e sul cunicolo verticale, infatti, il livello di base in quei punti (interfaccia roccia viva-blocchi di costruzione) non coincide affatto con il precisissimo livello di base perimetrale. Per questo motivo si suppone che la piramide poggi e copra una collinetta di 10–15&nbsp;{{M|10|–|15|u=m}} di altezza dal livello di base perimetrale. Questo, e la presenza di una camera inferiore incompleta, ha fatto ipotizzare che la piramide sia stata costruita sopra una più modesta [[piramide|piramide a gradoni]] o una [[mastaba]] rimasta incompiuta.
((Piramide liscia))
 
Originalmente l'altopiano era piuttosto accidentato, con collinette (ancora oggi fino a quota {{M|105&nbsp;|ul=m [[Livello del mare|s.l.m.]]slm}}) e gole (ex [[uadi]]), presentando una naturale pendenza media di circa 5 gradi.
La preparazione del sito impose il livellamento del suolo, tagliando a terrazza le colline e riempiendo con i detriti le cavità, tanto che oggi il dislivello della base perimetrale della piramide è poco più di 2 centimetri (si ritiene perfino che l'attuale dislivello sia dovuto ai movimenti causati dal terremoto del 1301 a.C.).
 
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=== Livellamento e geometria ===
{{...|archeologia}}
 
=== Copertura esterna ===
In antichità, il corpo della piramide era rivestito da uno strato di bianchissimi blocchi di ''calcare di Tura'', lavorati e levigati in modo da creare una perfetta forma a piramide, con le pareti lisce.
Oggi questi blocchi sono scomparsi, prima per il crollo degli stessi in occasione del terremoto del 1301 a.C., poi perché sono stati rimossi e riutilizzati per edificare i principali monumenti del Cairo. A riprova di ciò, ci sono testimonianze per cui durante il regno di Barkuk (1382-1399 d.C.) ci sono testimonianze per cui la piramide fosse ormai spogliata.
 
[[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] (I secolo d.C.) sosteneva che questa copertura erafosse ricoperta da geroglifici; se così fosse, avremmo perso un'eccezionale documentazione su Cheope e la sua piramide.
 
Una piccola testimonianza di come dovevadovesse apparire si ha nella [[Piramide di Chefren]], dove, in cima, è sopravvissuto un "cappello" dell'antico rivestimento in pietra chiara.
 
=== Pyramidion ===
La piramide era completata da una cima, detta ''[[pyramidion]]'' (pietra culminale), oggi scomparsa. In particolare si ferma con una piattaforma di {{M|11&nbsp;|u=m}} di lato a circa {{M|138&nbsp;|u=m}} di altezza. La sua assenza è normalmente spiegata ada operacausa didei crolli perdovuti a fattori ambientali o spoliazioni intenzionali. Le tradizioni antiche ci hanno fatto pervenire la voce che il vertice fosse tutto d'oro o in pietra verniciata in oro, tale che potesse essere ammirato da molto lontano perché riflettente l'intensa luce del sole. {{Senza fonte|Alcuni studiosi invece sostengono che la cima fosse sempre stata piatta, e che in loco vi fosse piazzato un tempietto o un altro vistoso manufatto.}}
 
=== Struttura interna e rivestimenti ===
[[File:Great Pyramid S-N Diagram.svg|thumb|600px|upright=2|Sezione schematica della Piramide di Cheope:<br />
<ol>
<li>ingresso originale</li>
<li>nuova entrata</li>
<li><li>passaggio discendente</li>
<li>cunicolo discendente</li>
<li>camera inferiore</li>
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La piramide è stata realizzata sovrapponendo corsi (cioè strati) di blocchi di pietra calcarea gli uni sugli altri, sfalsati tra loro e con alcuni che si allungano verso l'interno, in modo da migliorare la stabilità e la solidità della struttura.
Oggi si possono contare 203 corsi, ma in passato dovevano essercene di più, in quanto la punta della piramide è andata persa.
L'altezza dei corsi (e conseguentemente dei blocchi che compongono questi ultimi) non è costante: mediamente sono compresi tra i 60 e gli {{M|80&nbsp;|u=cm}}; mentre alla base, dove si scarica il carico maggiore, si possono trovare corsi alti oltre il metro.
 
==== Ingresso originale ====
L'ingresso originale (1) della Grande Piramide si trova sul lato Nordnord, a 17 metri dal suolo e 7,29 metri a sinistra dalla linea mediana deldella latofacciata. Sebbene non sia attualmente utilizzato, è ben visibile a causa di undel grande scavo fattocompiuto per riportarlo alla luce.
SullAll'uscioingresso si sono ritrovate tracce tali, che hanno fatto sostenerepensare ad alcuni ricercatori che l'ingresso fosse in antichità fosse dotato di una porta di pietra a cardini orizzontali.
 
==== Nuova entrata ====
La "struttura" più recente della piramide è l'entrata attraverso cui oggi accedono i turisti (2). Questo passaggio è stato realizzato circaall'incirca nell'820 d.C. dagli operai del [[califfo]] [[al-Ma'munMaʾmūn]], per esplorare l'interno del monumento, in quanto si favoleggiava della presenza di un grande tesoro.
 
Il tunnel è tagliato direttamente attraverso il pietrame per circa 27 metri e gira bruscamente a sinistra per intersecarescavalcare le pietre che bloccano il passaggio ascendentediscendente (3). IncapaciInvece di rimuovere questequesti pietremassi, gli operai proseguirono il tunnel sopra di esseessi, attraverso la più morbida pietra calcarea, finché non raggiunsero il passaggio ascendente (6). È possibile raggiungere da questo punto anche il passaggio discendente (4), ma l'accesso è solitamente vietato.
 
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==== Cunicolo discendente ====
Dall'entrata originale si dirama un cunicolo (4) alto {{M|96&nbsp;|u=cm}} e largo {{M|1,.04 |u=metri}}, che scende con un angolo di 26° 31'23" attraverso le pietre della piramide penetrando all'interno della base rocciosa su cui sorge l'edificio. Dopo 105,23 metri (di cui 28 nella parte edificata e 77 nella roccia viva) il passaggio diviene orizzontale e continua per 8,84 metri fino alla Camera inferiore (5).
 
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==== Camera inferiore ====
La ''Camera inferiore'' (5) è la struttura più bassa della piramide. Questa appare di forma rettangolare, dalle dimensioni approssimative di {{M|14&nbsp;|u=m}} di larghezza, {{M|8,.3&nbsp;|u=m}} di lunghezza e {{M|4,.3&nbsp;|u=m}} di altezza, ed è visibilmente solo sbozzata.
 
Nel muro Sudsud della camera c'è uno stretto cunicolo cieco (circa {{M|75 × |x|78&nbsp;|u=cm}}), anch'esso solo sbozzato, che termina dopo 16,4 metri.
La camera presenta anche un pozzo scavato nel pavimento; però questo è probabilmente lo scavo effettuato dall'archeologo Perring (1837), mentre era alla ricerca di una camera nascosta.
 
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==== Cunicolo ascendente ====
A {{M|28,.2&nbsp;|u=m}} dall'entrata, nel soffitto del passaggio discendente (3), è presente un buco quadrato (originariamente nascosto da una lastra di pietra), questo costituisce l'inizio del ''Cunicolo ascendente'' (6) che termina all'inizio della ''Grande galleria'' (9). Quest'ultimo è lungo 39,9 metri. Altezza e larghezza sono simili a quelle del cunicolo discendente ({{M|105 × |x|125&nbsp;|u=cm}}). Anche l'inclinazione è pressoché la medesima.
 
L'estremità inferiore di questo cunicolo è chiusa da tre enormi blocchi di granito, lunghi ognuno circa {{M|1,.5&nbsp;|u=m}}. Questi avrebbero dovuto salvaguardare dai ladri le camere reali, ma furono semplicemente aggirate scavando un tunnel.
 
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[[File:38 edgar.jpg|thumb|La "grotta" scavata nella roccia situata a metà del cunicolo verticale]]
 
Il ''Cunicolo verticale'' (1211) parte dal Cunicolo discendente e, seguendo un percorso irregolare attraverso la muratura della piramide, raggiunge la Grande galleria. Anche questo passaggio è del tutto misterioso; molti hanno esposto teorie, ma mai del tutto convincenti. Tra queste c'è chi sostiene che sia stata la via attraverso la quale i predoni hanno raggiunto le camere reali già in antichità (da cui il nomignolo "passaggio dei ladri").
 
==== Cunicolo orizzontale ====
Il ''Cunicolo Orizzontale'' (8) è un cunicolo in leggerissima pendenza, lungo circa {{M|35&nbsp;|u=m}} e avente una sezione approssimativamente quadra di {{M|1,.1&nbsp;|u=m}} di lato. Vicino alla camera c'è un gradino nel pavimento, dopo il quale il passaggio diventa alto 1,73 metri.
 
Lungo il suo percorso sono state nel tempo fatte numerose trapanazioni, sempre alla ricerca di camere nascoste (mai trovate).
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La camera intermedia, chiamata ''Camera della Regina'' (7), è esattamente a metà strada tra le facce nord e sud della piramide e misura 5,75 metri per 5,23, con un'altezza al vertice della camera di 6,23 metri. La camera è stata chiamata in questo modo dagli arabi, ma all'interno non sono state trovate evidenze archeologiche di sepolture. È interessante notare che questo è l'unico vano che occupa una posizione centrale nella struttura della piramide, esattamente sotto il suo vertice.
 
Sul lato orientale della camera è presente una nicchia a gradoni di 4,67 metri di altezza. Dei predoni, pensando che fosse un passaggio murato, la perforarono; in effetti trovarono un cunicolo alto {{M|84&nbsp;|u=cm}} e largo 100, ma questo risultò cieco dopo {{M|7&nbsp;|u=m}}; altri [[Tombarolo|predatori di tombe]] lo allungarono di ulteriori {{M|7&nbsp;|u=m}}, ma inutilmente. Resta il mistero del significato della nicchia e del cunicolo murato; l'opinione comune è che abbia un qualche significato simbolico-religioso.
 
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===== Condotti di ventilazione inferiori =====
[[File:Khufu masons tools.jpg|thumb|Due dei tre oggetti rinvenuti nel condotto della camera intermedia]]
I condotti di ventilazione nella camera superiore furono descritti già nel 1610, mentre i condotti della camera intermedia non sono stati scoperti fino al 1872. In quell'anno, Waynman Dixon, un ingegnere ferroviario scozzese, e il suo amico, il dottor James Grant, notarono una crepa nel muro sud della ''Camera della Regina''. Dopo aver spinto un lungo filo nella fessura, che indicava che probabilmente dietro la lastra vi era il vuoto, Dixon assunse un falegname di nome Bill Grundy per tagliare la lastra del muro. Venne così scoperto un canale rettangolare, mediamente di {{M|20,.5&nbsp;|u=cm}} di larghezza e {{M|21,.5&nbsp;|u=cm}} di altezza, il quale si snoda per quasi 3 metri all'interno della piramide, prima di curvare verso l'alto con un angolo di circa 39°.<ref name="measures">Probabilmente le misure attualmente più precise disponibili possono essere trovate sul sito del ''[http://www.cheops.org/ Progetto Upuaut]''</ref> Dato che la camera superiore aveva due cunicoli simili, Dixon misurò la posizione, analoga al cunicolo appena scoperto, sulla parete nord e, come previsto, Grundy trovò l'apertura del cunicolo gemello.
 
All'interno del cunicolo nord vennero scoperti tre manufatti: un piccolo gancio in bronzo, un'asta di legno (descritto come simile al legno di cedro) lungo {{M|12&nbsp;|u=cm}}, ed una sfera di diorite nera con inserti in bronzo. Questi oggetti rimasero nelle mani della famiglia Dixon fino agli anni '70, quando vennero donati al British Museum dove sono tuttora conservati e, dagli anni '90, esposti. Nel dicembre [[2020]]<ref>https://www.aljazeera.com/news/2020/12/16/5000-year-old-great-pyramid-artefact-found-in-scotland</ref><ref>https://www.theguardian.com/uk-news/2020/dec/16/lost-artefact-from-great-pyramid-of-giza-found-in-cigar-box-in-aberdeen</ref> è stato datato al radiocarbonio il reperto in legno di cedro all'Università di Aberdeen<ref>https://www.smithsonianmag.com/smart-news/lost-great-pyramid-artifact-found-misfiled-museum-cigar-box-180976564/</ref><ref>https://www.abdn.ac.uk/museums/collections/egyptian-antiquities-451.php</ref> rilevando una datazione risalente esattamente (+/- l'errore statistico di 200 anni) al 3341 a.C.;<ref>https://www.abdn.ac.uk/news/14573/</ref><ref>https://www.bbc.com/news/uk-scotland-north-east-orkney-shetland-55315623</ref> basandosi su questi dati si è ipotizzata una possibile costruzione della piramide ad almeno 500 anni prima.<ref>https://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/artefact-egypt-pyramid-aberdeen-b1774758.html</ref> Gli archeologi ritengono però che tale cuneo, usato come attrezzo, sia stato riciclato da un pezzo di legno già antico, risalente a parecchi anni prima della costruzione della piramide.
 
Gli avventurieri inoltre accesero fuochi per convogliarne il fumo all'interno dei condotti, nel tentativo di scoprire dove questi conducessero. Il fumo ristagnò nel condotto nord, ma scomparve nel condotto sud e non fu visto uscire all'esterno della piramide.
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Le aperture di entrambi i condotti sono situate approssimativamente allo stesso livello nella camera, alla giunzione di sommità della prima lastra di granito. L'apertura settentrionale è leggermente inferiore, mentre il piano dell'apertura meridionale è all'incirca all'altezza della giunzione.
 
I condotti nella ''Camera della Regina'' furono esplorati nel 1993 dall'ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink, sotto la supervisione dell'archeologo Rainer Stadelmann del [[Istituto archeologico germanico|Deutsches Archäologisches Institut]], usando un robot cingolato di sua progettazione chiamato ''Upuaut 2''. Esplorando il condotto sud, al termine di una salita di {{M|65 |u=m}}, scoprì una lastra di calcare con infisse due erose maniglie di rame, a chiusura del cunicolo. Gantenbrink provò ad esplorare anche il condotto nord, ma si preferì non proseguire oltre una curva a {{M|18 |u=m}} dall'imbocco, perché avrebbe potuto incastrare il robot.<ref>''[http://www.cheops.org/ Progetto Upuaut]''</ref>
 
Nel 2002, la [[National Geographic Society]] creò un robot simile, chiamato ''Pyramid Rover'', che fece un buco nella zona centrale della lastra del condotto sud, solo per scoprire, il 17 settembre, un'altra lastra di pietra dietro di essa, ma priva di maniglie. Il giorno seguente venne finalmente esplorato il condotto nord, dove si scoprì una lastra di chiusura del tutto analoga.
 
Le ricerche proseguirono nel 2009 con il progetto Djedi, che adottava una telecamera in grado di orientarsi liberamente all'interno del condotto (''micro snake camera''), fu grado di penetrare il primo portello del condotto meridionale attraverso il foro creato nel 2002 e visualizzare tutti i lati del piccolo vano dietro di esso. Furono scoperti dei segni scritti in vernice rossa, forse geroglifici. La telecamera inquadrò anche le maniglie in rame incorporate nel portello all'interno del piccolo vano. La parte interna del portello era stata rifinita, il che suggerisce che non sia stato posto solo per evitare che i detriti potessero penetrare nel condotto.<ref>{{cita web |lingua=en}} [http|url=https://www.newscientist.com/article/mg21028144.500-first-images-from-great-pyramids-chamber-of-secrets.html#.VYcymUbQNhE |sito=newscientist.com - |titolo=First images from Great Pyramid's chamber of secrets] |data=25 maggio 2011}}</ref>
 
==== Grande galleria ====
La ''Grande Galleria'' (9) costituisce la prosecuzione del Cunicolo Ascendente, ma è alta 8,6 metri e lunga 46,68. Alla base è larga 2,06 metri, ma dopo 2,29 metri i blocchi di pietra rientrano verso l'interno per {{M|7,.6&nbsp;|u=cm}} su ogni lato. Ci sono 7 di questi gradini, cosicché alla sommità la galleria è larga solo 1,04 metri.
 
La copertura è fatta di blocchi posati a un angolo leggermente più inclinato rispetto al pavimento, così da incastrare ogni blocco in un incavo ricavato nella sommità della galleria come un dente di un crick. Lo scopo è fare in modo che ogni blocco sia retto dal muro della galleria piuttosto che poggiare sul blocco sotto di esso, cosa che sarebbe risultata in una pressione cumulativa eccessiva al termine della galleria.
 
Il pavimento della Grande galleria consiste in una doppia gradonata disposta su ogni lato, larga {{M|51&nbsp;|u=cm}}, che lascia al centro spazio per una rampa liscia larga 1,04 metri. Vicino al pavimento sono ricavate varie nicchie dall'uso ignoto.
 
L'estremità inferiore della galleria è un crocevia importante, in quanto, oltre ad essere il punto in cui il cunicolo ascendente sfocia nella Grande galleria, a destra è presente un foro nel muro (oggi bloccato da rete metallica) che costituisce lo sbocco superiore del ''Cunicolo verticale'' (12). Da qui inoltre parte il ''Cunicolo orizzontale'' (8) che conduce alla cosiddetta ''Camera della regina'' (7).
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==== Camera delle saracinesche o anticamera ====
Al termine della ''Grande Galleria'' è presente un gradino (alto circa {{M|90&nbsp;|u=cm}}) che dà su un cunicolo orizzontale lungo approssimativamente 1,02 metri e alto {{M|111&nbsp;|u=cm}}, da cui si accede alla ''Camera delle Saracinesche'' o anticamera. In questo vano si possono riscontrare quattro alloggiamenti, tre dei quali erano probabilmente destinati ad accogliere delle grandi saracinesche di granito, destinate a chiudere definitivamente la ''Camera del Re'' (10).
 
Oggi le lastre sono scomparse, probabilmente distrutte ed asportate già in antichità. Frammenti di granito rinvenuti da Petrie (1881/82) nel passaggio discendente, probabilmente appartenevano a queste lastre.
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==== Camera superiore e camere di scarico ====
Superata la ''Camera delle Saracinesche'' si accede alla struttura chiamata ZedDjed, in egizio "luce" (10) (denominata così per la somiglianza con un [[Djed|geroglifico egizio]]), composta dalla camera superiore, chiamata ''Camera del Re'', e dalle cinque ''Camere di Scarico''.
 
Le dimensioni della ''Camera del Re'' sono di 10,47 metri da est a ovest, ex 5,234 dadi nordlunghezza a sud. La camera ha un soffitto piatto collocato ae 5,974 metri daldi pavimentoaltezza. Le pareti, il pavimento e il soffitto sono stati realizzati con grandi blocchi di granito provenienti dalle cave [[Assuan]]. I blocchi sono tagliati e collocati con eccellente precisione, tanto che è impossibile inserire tra loro un foglio di carta. Il soffitto è piano, formato da nove blocchi di pietra del peso complessivo di 400 tonnellate.
In particolare, il pavimento misura esattamente 10 per 20 cubiti per cui l'unità di misura usata (rapportata al metro) è di 0,524 metri e non 0,525 generalmente usata.<ref name= Manzini126/>.
 
Al di sopra del soffitto della ''Camera del Re'' sono stati realizzati cinque comparti chiamati ''Camere di scarico''. Le prime quattro hanno soffitti piatti, ma la camera terminale ha un tetto a capanna. Come già accennato, la prima camera fu subito scoperta per via del passaggio realizzato in antichità dai costruttori, poi Vyse sospettò l'esistenza di altre camere quando verificò che poteva inserire un lungo palo attraverso una crepa nel soffitto della prima camera. Le altre camere di scarico furono esplorate tra il 1837 ede il 1938 dal colonnello Howard Vyse e da John Shae Perring, che scavarono dei tunnel verso l'alto usando dell'esplosivo.<ref>Sergio Donadoni,''Le grandi scoperte dell'archeologia'', Istituto Geografico De Agostini, pagp. 80.</ref> Dalla superiore all'inferiore sono denominate ''Camera Davidson'', ''Camera Wellington'', ''Camera di Lady Arbuthnotr'' e ''Camera Campbell''. Si ritiene che queste camere bassissime servano a reindirizzare e ridistribuire il carico della massa di pietra che grava sul soffitto della ''Camera del Re'', evitando che questo collassi. Dal momento che non erano state concepite per essere visibili, non sono state rifinite, e le pietre in esse riportano ancora i marchi di cava. Le pietre all'interno delle camere di scarico presentano dei marchi geroglifici, probabilmente il nome della squadra di lavoro, che contengono un riferimento al faraone [[Cheope]]<!-- Questa asserzione è però assai contestata perché alcune circostanze del ritrovamento dell'iscrizione e la sua parziale errata formulazione hanno avanzato l'ipotesi di un falso apportato all'epoca della perforazione. Tra l'altro non si capisce perché una iscrizione così importante gli Egizi l'abbiano destinata all'oblio perenne dal momento che mai nessuno, se non usando l'esplosivo, l'avrebbe mai scoperta e letta. -->. Altri di questi marchi geroglifici sono stati trovati da Georges Goyon su un blocco esterno del 4° strato della piramide.<ref>{{Cita libro |autore=Goyon Georges |titolo=Les inscriptions et graffiti des voyageurs sur la grande pyramide|anno=1944}}</ref> Le iscrizioni sono paragonabili a quelle trovate in altri siti di Cheope, come la [[Hetnub|cava di alabastro a Hatnu]]b<ref>{{Cita web |titolo=This 4,500-Year-Old Ramp Contraption May Have Been Used to Build Egypt's Great Pyramid |sito=[[Live Science]]|data=31 ottobre 2018|url=https://www.livescience.com/63978-great-pyramid-ramp-discovered.html}}</ref> o il porto di [[Wadi al-Jarf]], e sono presenti anche nelle piramidi di altri faraoni.<ref name="Reisner1931">{{Cita libro |autore=Reisner |url=http://giza.fas.harvard.edu/pubdocs/130/full/ |titolo=Mycerinus: The Temples of the Third Pyramid at Giza |anno=1931 |pp=275, Plan XI, XII}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Joachim Quack |data=2004|titolo=Von [xwfw] zu Cheops. Transformationen eines Königsnamens. |url=http://giza.fas.harvard.edu/pubdocs/545/full/|rivista=SOKAR|volume=9|pp=3-5}}</ref>
 
L'unico oggetto presente nella ''Camera del Re'' è un sarcofago monolitico rettangolare in granito rosa, con un angolo rotto e senza coperchio (forse razziato in antichità). Il sarcofago è poco più largo del passaggio alla camera, e quindi deve essere stato collocato prima che fosse messo in opera il soffitto. Contrariamente alle pareti, magistralmente lavorate, il sarcofago è rozzamente sbozzato, con tracce di utensili da taglio e scavo visibili in molti punti. Ciò è in contrasto con i sarcofagi ben rifiniti e decorati trovati in altre piramidi dello stesso periodo.
Petrie suggerì che un sarcofago decorato fosse stato inizialmente previsto, ma sia andato perso nel fiume a nord di AswanAssuan e sia stato frettolosamente predisposto un rimpiazzo. Questa teoria, tuttavia, non spiega perché il secondo sarcofago non sia stato rifinito in situ. Una spiegazione plausibile è che il sarcofago sia stato inserito nella Camera nelle condizioni in cui lo vediamo oggi, come un manufatto già considerato storico dagli stessi costruttori e quindi mantenuto intatto. Questo ne cambierebbe la destinazione d'uso da sarcofago a contenitore o vasca perché privo di copertura.
 
<gallery>
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===== Condotti di ventilazione superiori =====
Come per la camera intermedia, anche le aperture dei condotti nella camera superiore sono posizionate approssimativamente allo stesso livello, alla giunzione della sommità del primo blocco di granito e ad un'altezza di {{M|91&nbsp;|u=cm}} dal pavimento. L'apertura settentrionale è leggermente inferiore, il suo soffitto è allineato con il giunto, mentre la meridionale è all'incirca all'altezza del giunto.
 
Contrariamente a quelli della ''Camera della Regina'', i condotti comunicano con l'esterno della piramide. Non tutti concordano sul proposito di questi cunicoli: per alcuni sembrerebbero avere degli allineamenti astronomici, ma, d'altro canto, unoentrambi di essi segueseguono un percorso irregolare attraverso la struttura, e di conseguenza, attraverso di esso non ci può essere allineamento diretto alle stelle. Un'altra spiegazione è che siano associati con il rituale di ascensione dell'anima del sovrano.
 
Con poche eccezioni, i quattro condotti sono stati costruiti in conformità con un sistema invariabile: la struttura superiore ed entrambe le pareti sono state ricavate da un blocco in modo da formare una sorta di canale di pietra. Il pavimento è stato fornito da un secondo blocco, che sorreggeva il blocco superiore.<ref name="cheops.org second92">[http://www.cheops.org/startpage/thefindings/thefindings.htm www.cheops.org - The second 1992 campaign]</ref>
 
Il condotto settentrionale è rettangolare, largo circa {{M|18&nbsp;|u=cm}} ed alto circa {{M|13&nbsp;|u=cm}}, dimensioni che mantiene per tutta la sua lunghezza. Il condotto rimane orizzontale per circa {{M|180&nbsp;|u=cm}} poi prende una serie di quattro curve, per evitare la ''Grande Galleria''. Pur mantenendo il suo angolo verso l'alto abbastanza costante, si sposta prima a nord-nord-ovest poi di nuovo a nord, poi a nord-nord-est, e infine di nuovo a nord. La lunghezza totale del condotto settentrionale è di circa {{M|59 |u=m}} e un angolo con una variazione compresa tra 25° ai 34°.<ref name="measures" /> Alcune parti del condotto sono state scavate da cercatori di tesori.<ref name="cheops.org second92" />
 
Il condotto meridionale è diverso in apparenza. Il suo imbocco è più grande, circa {{M|45&nbsp;|u=cm}} di larghezza per 60 di altezza, ma le dimensioni si riducono dopo poco. La lunghezza totale del condotto meridionale è di circa {{M|53 |u=m}} e sale con un angolo di circa 39° per la maggior parte della sua lunghezza.
 
Attualmente in uno dei condotti è stata installata una ventola per cercare di far circolare aria nella piramide, altrimenti viziata dalla presenza dei turisti.<ref name="cheops.org second92" />
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[[File:Vestiges-temple-khéops.jpg|thumb|Lastricato del tempio funerario di Cheope]]
[[File:Temple-haut-khéops.jpg|thumb|Planimetria del tempio funerario di Cheope]]
Il [[Tempio funerario]] o cultuale, dedicato al culto del sovrano e da non confondere con la [[piramide satellite]] o cultuale, ci è pervenuto totalmente privo di muratura, ma è possibile ricostruirlo per mezzo delle fondamenta<ref name= Manzini147>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', pagp. 147</ref>.
 
Edificato a est, alla fine della [[Ramparampa processionale]], che presenta una lieve deviazione del tragitto, era vicino al lato della piramide, ma, come tutti i templi funerari risalenti alla [[IV dinastia egizia|IV dinastia]] non comunicava con essa.<ref name=Manzini147/>
 
Le dimensioni erano di circa 52 metri per 40,30, i muri perimetrali avevano uno spessore di oltre 3 metri e presentava all'ingresso un portale con due battenti; dal portale si accedeva ad un grande cortile a [[Peristilio#Architettura egizia|peristilio]] con il porticato formato da colonne quadrate in granito; la pavimentazione formata da spesse lastre di basalto è fornita di canali per lo smaltimento delle acque<ref name=Manzini147/>.
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Purtroppo la parte ad ovest del tempio è andata completamente distrutta per l'edificazione di una tomba a pozzo neanche terminata verosimilmente di [[XXVI dinastia egizia|età saitica]]<ref name=Manzini147/>.
 
Tra il tempio e la piramide vi è un elevato terrazzamento e numerose sono le ipotesi sulla ricostruzione della zona di culto, ma i rilievi architettonici propendono per due alte [[Stele egizia|stele]] con in mezzo una [[tavola delle offerte]] e due scalinate laterali<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', pagp. 148</ref>.
 
=== La rampa processionale ed il tempio a valle ===
 
La [[Rampa processionale]], citata da Erodoto, univa il Tempio a valle al [[Tempio funerario]] è
presente ancora a piccoli tratti e studi effettuati nel 1990, hanno dimostrato che era lunga più di 800 metri e larga in media 10 metri<ref name= Manzini150>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', pagp. 150</ref>.
 
Doveva essere decorata sui muri laterali come testimoniano alcuni frammenti ritrovati nella parte iniziale, verso il Tempio a Valle<ref name= Manzini126/>.
 
Poche tracce sono rimaste del [[Tempio a valle]], le cui pietre servirono già in passato per edificare, come sopra accennato, il [[Piramide di Amenemhat I|complesso piramidale di Amenemhat I]], sui cui blocchi sono stati ritrovati i [[Cartiglio|cartigli]] di Cheope<ref name= Manzini126/>
 
Ma alcune di queste pietre sono state ritrovate anche nel villaggio di Nazlet el-Samman che è sorto proprio sopra il tempio<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II'', pagp. 125</ref> e, in particolare, è tornata alla luce, parte della pavimentazione in [[basalto]]<ref name= Manzini150/>
 
=== Il peribolo ===
Il peribolo, già a partire dalla IV dinastia, appare estremamente ridotto<ref>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol.II'', pagp. 48</ref> e circonda sui quattro lati solo la piramide delimitando con il muro perimetrale di cinta l'area sacra, detta cortile (perimetrale), da quella profana.
 
Il muro perimetrale dista dalla piramide una decina di metri, risulta largo circa 3,50 metri e aveva le pareti inclinate intonacate con la sommità arrotondata, detta a dorso d'asino, ma l'altezza non può essere definita residuando solo pochi resti.
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=== Le piramidi secondarie ===
{{...|archeologia}}
 
=== La piramide satellite ===
{{...|archeologia}}
 
== La costruzione della piramide ==
=== Hemiunu, il costruttore ===
{{vedi anche|Hemiunu}}
{{...}}
Hemiunu era figlio del principe Nefermaat e della sua consorte Itet; Nefermaat e Cheope erano entrambi figli avuti dal faraone Snefru, ma da due mogli diverse. Hemiunu era quindi nipote di Cheope, e sotto il suo regno era il "Visir", cioè il più alto dignitario, responsabile dei lavori reali. A lui si attribuisce la prima fase della costruzione della Grande Piramide di Giza.
 
=== Le cave e lavorazione della pietra ===
{{...|archeologia}}
 
=== Gli impianti portuali ===
{{...|archeologia}}
 
=== Gli insediamenti dei lavoratori ===
{{...|archeologia}}
 
== Dati principali ==
Le dimensioni originarie possono solo essere stimate, in quanto lo strato di copertura è andato perduto:
* altezza originale = circa {{M|147,.03&nbsp;|u=m}}<ref name="Riccardo Manzini">''Complessi piramidali egizi - Vol.II - Necropoli di Giza'', Ananke, ISBN 978-88-7325-233-7, pagp. 128.</ref>;
* altezza attuale = circa {{M|137&nbsp;|u=m}};
* lato di base in origine = circa {{M|231,.08&nbsp;|u=m}}<ref name="Riccardo Manzini"/>;
* volume = 2&nbsp;617&nbsp;034{{formatnum:2617034}} metri cubi<ref name="Riccardo Manzini"/>;
* 1 [[Unità di misura egizie|cubito reale]] = {{M|0,.525&nbsp;|u=m}};
* angolo di base = 51[[grado d'arco|º]] 50[[primo (geometria)|']] 40[[secondo (geometria)|"]].<ref name=Janosi/>
 
== Note ==
{{<references|auto}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |titolo=KeeperArchaeologica of Genesis|nomeurl=Hancock,https://archive.org/details/archaeologicawor0000unse Graham|cognomeautore=Bauval,Aedeen Robert &Cremin |anno=19962007|ISBN=978-0-74937112-21962822-21|editore=MandarinFrances booksLincoln}}
* {{Cita libro |titolo=DailyThe LifeSeventy Wonders of the Ancient Egyptians|nome=Hobbs,World A. Hoyt|cognomeautore=Brier,Chris Bob &Scarre |anno=1999 |ISBN=978-0-313500-3031305096-5|editore=GreenwoodThames & Hudson, PressLondon}}
* {{Cita libro |titolo=SquaringThe theOxford Circle:Encyclopedia Geometryof inAncient ArtEgypt and Architecture|nomeautore=PaulDana AM.|cognome=Calter Collins |anno=20082001 |ISBN=1978-0-93019019-82510234-45|editore=KeyOxford CollegeUniversity PublishingPress}}
* {{Cita libro|titolo=ChronicleEgyptian Tomb Architecture: The Archaeological Facts of thePharaonic Circular Symbolism Pharaohs|nomeautore=PeterDavid A.|cognome=ClaytonI Lightbody|anno=19942008|ISBN=0978-5001-050744073-0339-0 |editore=ThamesBritish Archaeological Reports International &Series HudsonS1852}}
* {{Cita libro |titolo=Keeper of Genesis |anno=1996 |ISBN=0-7493-2196-2|editore=Mandarin books |url=https://archive.org/details/keeperofgenesisq0000bauv_w8w7 |autore=Hancock Graham |autore2=Robert Bauval}}
* {{Cita libro|titolo=Determination of the Exact Size and Orientation of the Great Pyramid of Giza|nome=JH.|cognome=Cole|anno=1925|editore= Cairo: Government Press. SURVEY OF EGYPT Paper No. 39}}
* {{Cita libro|titolo=TheDaily Oxford EncyclopediaLife of the Ancient EgyptEgyptians |nomeautore=DanaHoyt Hobbs M.|cognomeautore2=CollinsRobert Brier |url=https://archive.org/details/dailylifeofancie00brie |anno=20011999 |ISBN=978-0-19313-51023430313-5 |editore=Oxford UniversityGreenwood Press}}
* {{Cita libro|titolo=ArchaeologicaSquaring the Circle: Geometry in Art and Architecture |nomeautore=Aedeen|cognome=CreminPaul A. Calter |anno=20072008|ISBN=9781-0930190-711282-2822-14|editore=FrancesKey College LincolnPublishing}}
* {{Cita libro |titolo=Chronicle of the Pharaohs |autore=Peter A. Clayton |anno=1994 |editore=Thames & Hudson |url=https://archive.org/details/chronicleofphara00clay |ISBN=0-500-05074-0}}
* {{Cita libro|titolo=Mathematics and Measurement|nome=O.A.W.|cognome=Dilke|anno=1992|ISBN=0-520-06072-5|editore=University of California Press}}
* {{Cita libro |titolo=PyramidDetermination :of Beyondthe Imagination.Exact InsideSize and Orientation of the Great Pyramid of Giza|nome=J. Stamp|cognomeautore=Jackson,James KH. &Cole|anno=2002|ISBN=978-0-563-48803-31925|editore=BBCCairo: WorldwideGovernment Press. SURVEY OF EGYPT Paper No. Ltd39}}
* {{Cita libro |autore=[[Lyon Sprague De Camp]]|autore2=Catherine Crook de Camp|titolo=Ancient Ruins and Archaeology|anno=1964|editore=Rigby|ISBN=1-135-64193-5}}
* {{Cita libro|titolo=Myths and Mythology of Ancient Egypt|nome=Lucia |cognome=Gahlin|anno=2003|ISBN=1-84215-831-7|editore=Anness Publishing Ltd}}
* {{Cita libro|titolo=TheMathematics Completeand Measurement Pyramids|nomeautore=MarkOswald A. W. Dilke |cognome=Lehner|anno=19971992 |ISBN=0-500520-0508406072-85|editore=London:University Thamesof andCalifornia HudsonPress}}
* {{Cita libro|titolo=ThePyramid Great: PyramidBeyond ofImagination. Giza:Inside Measuringthe Length,Great Area,Pyramid Volume,of andGiza Angles|nomeurl=Janeyhttps://archive.org/details/pyramidbeyondima0000jack |cognomeautore=LevyKevin Jackson |autore2=Jonathan Stamp |anno=20052003 |ISBN=1978-0-4042563-605948803-53|editore=RosenBBC PublishingWorldwide GroupLtd}}
* {{Cita libro |titolo=TheMyths Egyptianand Pyramids:Mythology Aof Comprehensive,Ancient IllustratedEgypt Reference|nomeurl=J.Phttps://archive.org/details/mythsmythologyof0000luci |cognomeautore=LepreLucia Gahlin |anno=19902003 |ISBN=01-8995084215-461831-27 |editore=McFarlandAnness &Publishing CompanyLtd}}
* {{Cita libro|titolo=The Complete Pyramids |autore=Mark Lehner |anno=1997|editore=London: Thames and Hudson |url=https://archive.org/details/completepyramids0000lehn |ISBN=0-500-05084-8}}
* {{Cita libro|titolo=Egyptian Tomb Architecture: The Archaeological Facts of Pharaonic Circular Symbolism|nome=David I|cognome=Lightbody|anno=2008|ISBN=978-1-4073-0339-0|editore=British Archaeological Reports International Series S1852}}
* {{Cita libro |titolo=AncientThe Egypt|nome=Lorana|cognome=Oakes|coautori=LuciaGreat Pyramid of Giza: Measuring Length, Area, Volume, and Angles Gahlin|editoreautore=HermesJaney HouseLevy|anno=20022005|ISBN=1-843094042-4296059-05|editore=Rosen Publishing Group}}
* {{Cita libro|titolo=[httpThe Egyptian Pyramids: A Comprehensive, Illustrated Reference |url=https://www.ronaldbirdsallarchive.comorg/gizehdetails/indexbwb_KS-669-978 |autore=J.P.htm The PyramidsLepre and Temples of Gizeh]|anno=18831990 |ISBN=0-710389950-0709461-8|cognome=Petrie|nome=Sir William Matthew Flinders2|editore=FieldMcFarland & TuerCompany}}
* {{Cita libro |titolo=The Great Pyramid: Ancient Egypt Revisited|nomeautore=JohnLorana Oakes |cognomecoautori=RomerLucia Gahlin |editore=Hermes House |anno=20072002|ISBN=9781-084309-521429-87166-2|editore=Cambridge University Press, Cambridge0}}
* {{Cita libro |titolo=[http://www.ronaldbirdsall.com/gizeh/index.htm The SeventyPyramids Wondersand Temples of theGizeh] Ancient World|nome=Chris|cognome=Scarre|anno=19991883 |ISBN=978-0-5007103-050960709-58 |autore=Sir William Matthew Flinders Petrie |editore=ThamesField & Hudson, LondonTuer}}
* {{Cita libro|titolo=ExplanatoryThe SupplementGreat toPyramid: theAncient AstronomicalEgypt Revisited Almanac|nomeautore=P.KennethJohn Romer |cognomeurl=Seidelmannhttps://archive.org/details/greatpyramidanci0000rome |anno=19922007|ISBN=978-0-935702521-6887166-72|editore=Cambridge University SciencePress, BooksCambridge}}
* {{Cita libro |autore=P. Kenneth Seidelmann |titolo=TheExplanatory OxfordSupplement Historyto ofthe AncientAstronomical Almanac Egypt|nomeurl=Ian|cognome=Shawhttps://archive.org/details/explanatorysuppl0003unse |anno=20031992|ISBN=0-19935702-81503468-27|editore=Oxford University PressScience Books}}
* {{Cita libro |url=https://archive.org/details/oxfordhistoryofa00shaw |titolo=GuideThe toOxford the pyramidsHistory of Ancient Egypt; preface by Zahi Hawass.|nomeautore=Alberto|cognome=SiliottiIan Shaw|anno=19972003|idISBN=ISBN unknown0-19-815034-2|editore=Barnes &Oxford NobleUniversity BooksPress}}
* {{Cita libro |titolo=TheGuide Greatto the pyramids of Egypt; preface by Zahi Hawass. Pyramid|nomeurl=Piazzihttps://archive.org/details/guidetopyramidso0000sili |cognomeautore=SmythAlberto Siliotti |anno=19781997 |ISBNid=0-517-26403-Xunknown |editore=CrownBarnes Publishers& Inc.Noble Books}}
* {{Cita libro|titolo=Egypt:HowThe aGreat lostPyramid civilization was rediscovered|nomeautore=Joyce|cognome=TyldesleyPiazzi Smyth|anno=20071978|ISBN=978-0-563517-5225726403-7X |editore=BBCCrown Publishers BooksInc.}}
* {{Cita libro |titolo=The PyramidsEgypt:How Thea Mystery,lost Culture,civilization andwas Sciencerediscovered of|autore=Joyce Egypt'sTyldesley Great Monuments|nome=Miroslav|cognome=Verner|anno=20012007 |ISBN=978-0-8021563-170352257-17|editore=[[GroveBBC Press]]Books}}
* {{Cita libro|titolo=The Pyramids: TheirThe ArchaeologyMystery, Culture, and HistoryScience of Egypt's Great Monuments |nomeurl=Miroslavhttps://archive.org/details/pyramidscomplete00vern |cognomeautore=Miroslav Verner |anno=20032001 |ISBN=10-843548021-1711703-81|editore=AtlanticGrove BooksPress}}
* {{Cita libro |titolo=DieThe PyramidenPyramids: vonTheir GizaArchaeology -and MathematikHistory in|autore=Miroslav SteinVerner gebaut|nomeurl=Armin|cognome=Wirschinghttps://archive.org/details/pyramidstheirarc0000vern_u2g1 |anno=20092003 |ISBN=9781-384354-8370-2355171-8|editore=Atlantic Books on Demand}}
* {{Cita libro |titolo=NelDie cantierePyramiden dellavon GrandeGiza - Mathematik in Stein gebaut Piramide|nomeautore=MarcoArmin Wirsching Virginio|cognome=Fiorini|anno=20122009 |ISBN=978-883-73258370-4602355-78|editore=AnankeBooks on Demand |lingua=de}}
* {{Cita libro |titolo=TheNel Oxfordcantiere Encyclopediadella ofGrande AncientPiramide Egypt|nomeautore=DanaMarco Virginio Fiorini M.|cognome=Collins|anno=20012012 |ISBN=978-088-197325-510234460-57|editore=Oxford University PressAnanke}}
* {{Cita libro |titolo=ArchaeologicaEgitto e Nubia |nomeautore=AedeenMaurizio Damiano-Appia |cognomeeditore=Cremin|anno=2007Mondadori |ISBN=97888-004-711239704-2822-1|editore=Frances Lincoln7}}
* {{Cita libro|titolo=MathematicsComplessi andpiramidali Measurement|nome=O.A.Wegizi - Necropoli di Giza - Vol.II |cognomeautore=DilkeRiccardo Manzini |anno=19922008|ISBN=0978-52088-060727325-5233-7|editore=University of California PressAnanke}}
* {{Cita libro|autore=Peter Janosi|titolo=Le piramidi|anno=2006|editore=Il Mulino|ISBN=8-815-10962-5}}
* {{Cita libro|titolo=Pyramid: Beyond Imagination. Inside the Great Pyramid of Giza|nome=J. Stamp|cognome=Jackson, K.}}
* {{Cita libro|titolo=Egitto e Nubia|nome=Maurizio|cognome=Damiano-Appia|editore=Mondadori|ISBN=88-04-39704-7}}
* {{Cita libro|titolo=Complessi piramidali egizi - Necropoli di Giza - Vol.II|nome=Riccardo|cognome=Manzini|anno=2008|ISBN=978-88-7325-233-7|editore=Ananke}}
 
== Voci correlate ==
* [[Piramidi egizie]]
* [[Altopiano di Giza]]
* [[Necropoli di Giza]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Great Pyramid of Gizasulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.pbs.org/wgbh/nova/pyramid/explore/khufuenter.html Pyramids—The Inside Story] from [[PBS (azienda)|PBS]]' Nova (TV series)
* [http://www.pbs.org/wgbh/nova/pyramid/explore/khufuenter.html Pyramids—The Inside Story] dal programma ''Nova'' di [[PBS (azienda)|PBS]]
* {{Cita web |url=http://www.cheops.org/ |titolo=The Upuaut Project Homepage |accesso=1º aprile 2008 |autore= |cognome=Belless |nome=Stephen |data= |editore=Upuaut Project }}
* {{Cita web |url=http://www.cheops.org/ |titolo=The Upuaut Project Homepage |accesso=1º aprile 2008 |autore=Stephen Belless |editore=Upuaut Project }}
* {{cita web|http://www.cheops-pyramide.ch/pyramid-building.html|Building the Khufu Pyramid}}
* {{cita web|url=http://www.cheops-pyramide.ch/pyramid-building.html|titolo=Building the Khufu Pyramid}}
* {{Cita web |url=http://oi.uchicago.edu/research/projects/giz |titolo=The Giza Mapping Project |accesso=1º aprile 2008 |autore= |cognome= |nome= |data= |editore=Oriental Institute }}
* {{Cita web |url=http://wwwoi.aerawebuchicago.orgedu/how_old.aspresearch/projects/giz |titolo=HowThe OldGiza areMapping the Pyramids?Project |accesso=1º aprile 2008 |autoreeditore=Oriental |cognome=HawassInstitute |nomeurlarchivio=Drhttps://web. Zahiarchive.org/web/20080311135020/http://oi.uchicago.edu/research/projects/giz/ |dataurlmorto= |editore=Ancient Egypt Research Associates }}
* {{Cita web |url=http://www.aeraweb.org/how_old.asp |titolo=How Old are the Pyramids? |accesso=1º aprile 2008 |autore=Dr. Zahi Hawass |editore=Ancient Egypt Research Associates |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080924122728/http://www.aeraweb.org/how_old.asp }}
 
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|periodo = 2570 a.C. — ~1300 d.C.
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[[Categoria:Sette meraviglie del mondo|Cheope]]