Tripoli (Libano): differenze tra le versioni

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{{Avvisounicode}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Tripoli
|Nome ufficiale = ﻃﺮﺍﺑﻠﺲ<br/>Ṭarābulus
|Panorama = Tripoli03Tripoli, Lebanon photos, Aug 2012.jpg
|Didascalia =
|Bandiera =
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|Longitudine secondi =
|Longitudine EW = E
|Altitudine = 10
|Superficie = 39.94
|Note superficie =
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|Sito = http://www.tripoli.gov.lb/
}}
'''Tripoli''', detta anche ''Tripoli del Levante'' ({{arabo|ﻃﺮﺍﺑﻠﺲ|Ṭarābulus}}) è la seconda città del [[Libano]] per popolazione e importanza, situata 85 chilometri a nord della capitale [[Beirut]]. Ha circa 500.000{{formatnum:500000}} abitanti come agglomerato urbano, in prevalenza musulmani [[Sunnismo|sunniti]] (circa l'8090%), con una minoranza cristiana e musulmana [[alauiti|alauita]].
 
== Storia ==
[[File:TripoliLebCitadel1.jpg|thumb|upright=1.4|sinistra|La cittadella di Raimondo di Saint-Gilles.]]
[[File:TripoliLebGreatMosqueMinaret.jpg|thumb|upright=1.4|Il cortile della Grande Moschea.]]
[[File:Suq_di_Tripoli,_Libano.jpg|thumb|Suq di Tripoli]]
 
Le prime testimonianze su un insediamento nell'area dell'attuale Tripoli risalgono al XIII secolo a.C., ma fu solo nell'VIII secolo a.C. che si sviluppò un emporio commerciale [[fenici]]o popolato da mercanti provenienti da [[Tiro (città antica)|Tiro]], [[Sidone]] e [[Arados]] (l'attuale isola di Arwad, in [[Siria]]), i quali costituirono tre distinte comunità urbane cinte da mura, che vennero quindi identificate nel [[Grecia antica|bacino culturale greco]] con il toponimo Τρίπολις, ossia "triplice città".
 
Tripoli rimase uno snodo commerciale di minore importanza durante i periodi [[Achemenidi|persiano]], [[Seleucidi|seleucide]] ([[333 a.C.]]-[[64 a.C.]]), [[Impero romano|romano]] e [[Impero bizantino|bizantino]].
 
Nel [[635]] il sovrano [[Omayyadi|omayyade]] [[Mu'awiya ibn Abi Sufyan|Muʿāwiya ibn Abī Sufyān]] ([[661]]-[[680]]) cinse d'assedio la città, i cui abitanti fuggirono via mare grazie all'aiuto della flotta [[Impero bizantino|bizantina]], la quale riuscì però a reimpossessarsi di Tripoli tra il [[685]] e il [[705]]. La città fu successivamente ripresa dalle truppe [[omayyadi]] e, dopo il [[750]], fu incorporata nel regno [[AbbàsidiCaliffato abbaside|abbaside]].
 
Sul finire del X secolo, con la graduale perdita di autorità della dinastia [[AbbasidiCaliffato abbaside|abbaside]], Tripoli entrò nella sfera di influenza [[Fatimidi|fatimide]] fino al [[1070]], quando la famiglia di notabili locali [[Banu Ammar|Banū ʿAmmār]] proclamò l'indipendenza della città. Sotto la guida di questa dinastia locale, Tripoli prosperò sia dal punto di vista economico, diventando il principale sbocco marittimo di [[Aleppo]] e delle [[Via della seta|direttrici commerciali]] che da lì si dipartivano verso [[Baghdad]], sia dal punto di vista culturale, giacché vennero istituite numerose scuole, tra cui la Dār al-ʿIlm (دار العلم, letteralmente ''luogo della conoscenza'') con una rinomata biblioteca.
 
Nel [[1099]], durante la [[prima crociata]], Tripoli fu assediata dalle truppe guidate da [[Raimondo IV di Tolosa|Raimondo di Saint-Gilles]], che tuttavia negoziò una tregua con il [[qadi|qāḍī]] Faḫr al-Mulk Banū ʿAmmār per non rallentare la propria marcia alla conquista di [[Gerusalemme]].
 
Nel [[1102]], tuttavia, Raimondo di Saint-Gilles riprese la campagna per conquistare Tripoli, non tanto in funzione anti-islamica, quanto per impedire a [[Boemondo I d'Antiochia|Boemondo di Taranto]] di estendere il territorio del [[Principato d'Antiochia]], facendone una roccaforte normanna contro il [[Regno di Gerusalemme]]. In questa campagna, Raimondo fu sostenuto sia dall'imperatore [[Impero bizantino|bizantino]] [[Alessio I Comneno]] ([[1081]]-[[1118]]), che era un acerrimo nemico di Boemondo di Taranto, sia dalla flotta della [[Storia di Genova|città di Genova]], che ambiva a consolidare la propria egemonia sul Mediterraneo orientale.
 
Dopo la morte di Raimondo, la campagna militare fu proseguita dal nipote [[Guglielmo Giordano di Cerdanya|Guglielmo Giordano]] e dal figlio [[Bertrando II di Tolosa|Bertrando di Tolosa]], che, nonostante i rinforzi militari giunti da [[Damasco]], riuscirono infine a prendere Tripoli nel [[1109]], dopo un [[Assedio di Tripoli|assedio]] durato sette anni.
 
La città divenne la capitale della [[Contea di Tripoli]], uno degli [[Stati crociati|stati feudali latini d'Oriente]], per 180 anni. In questo periodo si svilupparono l'industria del [[vetro]] e della [[seta]], prosperarono i commerci con l'[[Europa]] e venne portata a termine la costruzione della '''Cittadella''' oggi nota come ''Qalʿah Sanǧīl'' (che significa la torre di Saint-Gilles).
 
Nel [[1287]] i mercanti [[Storia di Genova|genovesi]] si ribellarono a Lucia, ultima esponente della dinastia regnante, e, sostenuti dall'ammiraglio [[Benedetto Zaccaria]], cercarono di far eleggere un [[podestà (medioevo)|podestà]] di loro gradimento alla guida della città, mentre i nobili proclamarono la fine della dinastia ed istituirono il [[Comune|libero comune]], eleggendo [[Bartolomeo Embriaco]] come [[sindaco]]. Temendo che Tripoli diventasse definitivamente una [[Colonia (insediamento)|colonia]] genovese, gli emissari [[Storia di Venezia|veneziani]] e [[pisa]]ni chiesero l'intervento del sultano [[Mamelucchi|mamelucco]] Saīf al-Dīn Qalawūn al-Ālfī al-Manṣūr, il quale conquistò la città nel [[1289]].<ref name="nota_Crociate">Per una più estesa trattazione del periodo storico delle [[Crociata|Crociate]] e delle vicende della [[Contea di Tripoli]] si legga in: RUNCIMAN Steven, ''Storia delle Crociate'', Torino, Einaudi, 1993.
</ref>
 
Sotto il governo [[Mamelucchi|mamelucco]] la città visse un periodo di incredibile fioritura economica, culturale e architettonica, riflessa nella costruzione della '''Grande Moschea''' (edificata sulle fondamenta della chiesa crociata di Santa Maria della Torre), di numerose [[Madrasah|scuole coraniche]], [[caravanserragli]] e mercati.
 
Dopo il [[1516]], la città entrò a far parte dell'[[Impero Ottomanoottomano]], diventando il capoluogo dell'''eyalet'' di Trablus-i Şam. Il definitivo tracollo delle reti commerciali intermediterranee segnò una lenta, ma inesorabile decadenza.
 
=== Epoca contemporanea ===
Nel [[1920]], nonostante l'opposizione della popolazione locale, Tripoli venne accorpata al [[mandato]] francese del Grande Libano, divenendo capoluogo del [[Libano#Suddivisioni amministrative|Governatorato del Nord Libano]].
 
Abitata in maggioranza da [[Sunniti|musulmani sunniti]], la città divenne un epicentro dell'opposizione agli assetti politici e istituzionali scaturiti dal cosiddetto [[Libano#Politica|"patto nazionale"]] del [[1943]], che aveva sancito l'egemonia della comunità religiosa [[Chiesa Maronita|cristiana maronita]].
 
Nel [[1958]] la città fu la sede di prolungati scontri armati tra l'esercito, fedele al presidente filo-occidentale Camille Chamoun, e le milizie [[Gamal Abd el-Nasser|nasseriste]] di ispirazione ideologica nazionalista panaraba, sostenute dal primo ministro Rashid Karame. L'espansione dell'arabismo in Libano e la trasformazione del paese, come fu in Siria, in uno stato gestito dall'egiziano Abdel Nasser fu bloccata dal presidente Fouad Chehab in virtù lla sua diplomazia e illuminata personalità.
 
Durante la guerra civile libanese ([[1975]]-[[1990]]) Tripoli fu il teatro di aspri scontri, soprattutto nel [[1983]], quando contrapposte fazioni palestinesi si scontrarono tra loro e, in seguito, quando le truppe [[siria]]ne intervennero contro le milizie dell'[[OLP]], costringendo infine [[Yasser Arafat]] (cacciato dall capitale Beirut nel 1982) a fuggire via mare (grazie all'aiuto dei Francesi) alla volta di [[Tunisi]].
 
L'intervento siriano fu motivato anche dal fatto che Tripoli era ritenuta una roccaforte del gruppo radicale islamico dei [[Fratelli Musulmani]], che nel [[1982]] aveva organizzato una violenta insurrezione nella città [[siria]]na di [[Hama (città)|Ḥamāh]].
 
== Situazione attuale ==
 
Dopo il termine della guerra civile, Tripoli ha assistito a una ripresa delle attività industriali e commerciali e ad un rapido incremento della popolazione (anche per l'afflusso di rifugiati palestinesi alle porte della città), creando una [[conurbazione]] di circa mezzo milione di abitanti con il vicino nucleo urbano di Al-Mīnā'.
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Un grande stadio è stato costruito per ospitare la partita inaugurale e le partite del gruppo B della [[Coppa d'Asia|Coppa AFC d'Asia di calcio]] del [[2000]].
 
Rimane invece desolantementedesolatamente vuoto il grande spazio fieristico <ref>[https://web.archive.org/web/20060519212945/http://www.economy.gov.lb/MOET/English/Panel/Trade/InternalTrade/RashidKaramehFair.htm]</ref> alle porte della città, progettato dall'architetto brasiliano [[Oscar Niemeyer]], ma rimasto incompiuto prima a causa della guerra civile e poi a causa della mancanza di investimenti.
 
Nell'estate del 2007 nei [[campi profughi]] [[palestinesi]] alla periferia di Tripoli si insediarono delle cellule armate di [[al-Qa'ida]], che presero il nome di [[Fatah al-Islam]]. Gli scontri tra l'esercito regolare libanese e i miliziani avvennero attorno e dentro il campo di Nahr al-Bāred, nei pressi della città.
 
Dal periodo bellico e post-bellico i conflitti tra le varie comunità Tripolitane si manifestano spesso attraverso il dislocamento o conflitti armati. A partire dal 2008 Tripoli è stata teatro di scontri molto violenti tra una parte della popolazione [[Sunnismo|sunnita]] e una parte della comunità [[Alauiti|alawita]]. Questi scontri periodici, in particolare nei pressi dei quartieri di Bab el-Tabbaneh e Jabal Mohsen, hanno provocato decine di morti e una spirale di violenza che ha portato spesso al dispiegamento dell'esercito governativo libanese e alla proclamazione dello stato d'emergenza. Gli scontri tra sunniti e alawiti sono causati dalle precarie condizioni economiche nei quartieri poveri interessati dagli scontri e soprattutto dalla diversa collocazione politica delle due comunità relativamente alle vicende libanesi e al [[guerra civile siriana|conflitto civile in corso in Siria]].<ref>Francesco Mazzucotelli, "La politica libanese e gli scenari per il 2013", in ''Panorama 2013'', a cura di N. Pedde, Sassari: IGS, 2013, pp.113-122.</ref> <ref>[{{Cita web |url=http://cskc.daleel-madani.org/paper/prisms-political-violence-%E2%80%98jihads%E2%80%99-and-survival-lebanon%E2%80%99s-tripoli |titolo=Estella Carpi, "Prisms of Political Violence, 'Jihads' and Survival in Lebanon's Tripoli", CSKC-Lebanon Support, December 2015.] |accesso=16 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313160627/http://cskc.daleel-madani.org/paper/prisms-political-violence-%E2%80%98jihads%E2%80%99-and-survival-lebanon%E2%80%99s-tripoli |dataarchivio=13 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Note ==
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==Voci correlate==
*[[Contea di Tripoli]]
*[[Fiera internazionale Rashid Karame]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Tripoli, Lebanon|etichetta=Tripoli}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{lingue|en|fr}} {{lingue|ar}} [http://www.destinationlebanon.com/Promenade/tripoli.asp Destination Lebanon: Tripoli] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060217112101/http://www.destinationlebanon.com/Promenade/tripoli.asp |data=17 febbraio 2006 }} (include una mappa e una galleria fotografica)
* {{cita web|http://www.lebanon-fair.com/|Fiera Internazionale di Tripoli|lingua=en}}
* {{en}} [http://www.tripoli-lebanon.com//tourism.html Tripoli-Lebanon.com] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061018064318/http://www.tripoli-lebanon.com/tourism.html |date=18 ottobre 2006 }} (include un elenco di tutti i principali monumenti della città)
* {{en}} {{lingue|ar}} [https://web.archive.org/web/20170628202604/http://www.tripoli-city.org/ Tripoli-City.org]
 
{{Città e colonie fenicie}}