Istituto centrale per il patrimonio immateriale: differenze tra le versioni

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{{Organo governativo
{{da aggiornare|anno=2016|mese=maggio|commento=organizzazione obsoleta da molti mesi, con la riforma Feanceschini.}}
|nome = Istituto centrale per il patrimonio immateriale
{{tmp|organo governativo}}
|stemma =
L’'''Istituto centrale per la demoetnoantropologia''' ('''IDEA''') è stato istituito con decreto del presidente della Repubblica del 26 novembre 2007 n. 233. I compiti istituzionali dell'IDEA sono prevalentemente di tutela, studio, valorizzazione e promozione del patrimonio etnografico italiano. L'IDEA ha una propria autonomia scientifica e di ricerca ma è inserito giuridicamente nell'amministrazione del [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo]] (MiBACT) ed in particolare è un istituto dipendente dalla [[Direzione generale Belle arti e paesaggio]] da cui dipende per risorse, finalità istituzionali, adesione alle regole generali dell'ordinamento dello Stato.
|dim stemma = 950px
|immagine = Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari - 29-11-2019.jpg
|didascalia = Il [[palazzo delle Tradizioni popolari]], che ospita anche parte del [[Museo delle civiltà]].
|stato = {{ITA}}
|organizzazione = [[Ministero della cultura]] - Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio
|tipo =
|data_creazione = 26 novembre [[2007]]
|creatore = [[Giorgio Napolitano]]
|denominazione_capo = Direttore
|capo = Leandro Ventura
|sede = [[Palazzo delle Tradizioni popolari]], piazza Guglielmo Marconi, 10, [[Roma]]
}}
 
L''''Istituto centrale per il patrimonio immateriale''' (in acronimo '''ICPI'''), noto fino al 2019 come '''Istituto centrale per la demoetnoantropologia''' (in acronimo '''ICDE''' o '''IDEA'''), è un [[Ente pubblico (Italia)|ente pubblico]] [[Italia|italiano]] e istituto centrale del [[Ministero della cultura]] che si occupa della valorizzazione del patrimonio immateriale e delle espressioni delle diversità culturali.
Sono parte integrante dell'istituto:
* il [[Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari]]
* l'archivio storico
* l'archivio di antropologia visiva
* l'archivio fotografico
* l'archivio sonoro
* la biblioteca
* il gabinetto delle stampe
 
Ha sede a [[Roma]] presso il [[palazzo delle Tradizioni popolari]], già sede del [[Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari]].
È possibile consultare la documentazione degli archivi e della biblioteca previa richiesta scritta al direttore dell'Istituto, specificando i motivi della consultazione dei materiali.
L'Istituto è dotato anche di un laboratorio di restauro che si occupa dell'immenso materiale esposto nel Museo e custodito nei depositi dell'Istituto.
 
== Storia ==
[[File:Istituto centrale per la demoetnoantropologia.jpg|miniatura|Logo dell'Istituto centrale per la demoetnoantropologia.]]L'istituto è nato come Istituto centrale per la demoetnoantropologia ai sensi del [[Decreto del presidente della Repubblica|decreto del Presidente della Repubblica]] del 26 novembre 2007, n. 233<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DPR|anno=2007|mese=11|giorno=26|numero=233|originale=si}}</ref> per la riorganizzazione del [[Ministero per i beni e le attività culturali]] (MiBAC), a cui ha fatto seguito il decreto ministeriale di ordinamento dell'istituto del 7 ottobre 2008 che l'ha incluso nella Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici. L'istituto è subentrato al [[Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari]]<ref>{{Cita web|url=http://idea.mat.beniculturali.it/images/istituto/ordinamento.pdf|titolo=Decreto ministeriale 7 ottobre 2008|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>, poi confluito nel [[Museo delle civiltà]], ed è stato successivamente trasferito alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio.
Il nuovo Istituto centrale per la demoetnoantropologia assorbe le competenze del [[Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari]] (MAT) e si basa sul modello teorico che ha ispirato la grande Mostra di etnografia italiana realizzata a Roma da [[Lamberto Loria]] (1855-1913) nell'ambito dell'[[Expo 1911|Esposizione internazionale del 1911]].
 
Con l'emanazione del [[decreto del Presidente del Consiglio dei ministri]] 2 dicembre 2019, n. 169 è stato ridenominato Istituto centrale per il patrimonio immateriale<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DPCM|anno=2019|mese=12|giorno=02|numero=169|originale=si}}</ref> e riorganizzato con decreto ministeriale 3 febbraio 2022, n. 46.<ref>{{Cita web|url=https://media.beniculturali.it/mibac/files/boards/be78e33bc8ca0c99bff70aa174035096/DECRETI/Anno%202022/DM%203%20febbraio%202022%20rep%2046%20%20Organizzazione%20e%20funzionamento%20Istituti%20centrali%20e%20altri%20istituti%20dotati%20di%20autonomia%20speciale-signed.pdf|titolo=Decreto 3 febbraio 2022, n. 46|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
=== Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari ===
 
== Organizzazione ==
Promotore e primo raccoglitore delle attuali raccolte del Museo (MAT) è l'etnologo [[Lamberto Loria]] (1855-1913). Si tratta di oggetti che testimoniano le arti e le tradizioni popolari tra la fine dell'800 e la prima metà del '900, documentando la vita quotidiana, il lavoro e la religiosità popolare nel periodo precedente all'industrializzazione.
L'istituto è posto sotto la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio (ABAP) del [[Ministero della cultura]] e ha sede a [[Roma]] presso il [[palazzo delle Tradizioni popolari]], che ospitava il [[Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari]] in piazza Guglielmo Marconi, 10, nel [[Europa (Roma)|quartiere Europa]].
 
Al vertice dell'istituto è posto un direttore, che viene individuato nel titolare della struttura dirigenziale di livello generale da cui dipendono. Il direttore è Leandro Ventura, in carica dal 14 luglio 2020.<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/direzione/|titolo=Direzione|accesso=16 ottobre 2024}}</ref> Oltre al direttore l'istituto è dotato di un consiglio di amministrazione e di un comitato scientifico, la cui composizione non è stata tuttavia definita.
Il nucleo principale delle collezioni venne raccolto ed esposto alla mostra etnografica di Roma del 1911 in occasione delle celebrazioni del cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le collezioni, arricchite di numerose acquisizioni e donazioni, sono state collocate nell'attuale sede dell'[[EUR]] nel 1956.
 
L'istituto conserva i seguenti archivi:
=== Istituto centrale per la demoetnoantropologia ===
La missione della nuova istituzione è finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, e alla promozione di iniziative volte a tutelare i settori fortemente legati all'identità collettiva e al senso di appartenenza dei vari gruppi sociali presenti sul territorio, nonché alle espressioni delle diversità culturali
 
* archivio di antropologia visiva: conserva documenti dal 1939 in poi relativi a tradizioni italiane e in parte a culture extra-europee; include inoltre un fondo cinematografico con diversi documentari realizzati, tra gli altri, da [[Luigi Di Gianni]], [[Michele Gandin]], [[Cecilia Mangini]] e [[Gianfranco Mingozzi]];<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/antropologia-visiva/|titolo=Archivio di antropologia visiva|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
In particolare l'IDEA svolge le seguenti attività:
* archivio fotografico: conserva circa {{M|140000}} fotografie provenienti da numerosi fondi diversi tra loro tra cui quello "storico" organizzato dal 1911 al 1950 e composto dalle immagini che accompagnavano i reperti destinati al Museo di etnografia italiana di Firenze. Tra gli autori delle fotografie conservate figurano: la ditta [[fratelli Alinari]], [[Giacomo Brogi]], [[Romualdo Moscioni]], [[Carlo Naya]], [[Luigi Guida]], [[Alphonse Bernoud]], [[Giorgio Sommer]], [[Annabella Rossi]] e [[Chiara Samugheo]];<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/archivio-fotografico-2/|titolo=Archivio fotografico|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
* Tutela, salvaguardia, valorizzazione e promozione, in Italia e all'estero, dei beni costituenti il patrimonio etnoantropologico italiano, nonché studio, ricerca, esposizione e divulgazione della conoscenza dello stesso;
* archivio sonoro: conserva oltre {{M|2700}} supporti audio tra nastri e dischi relativi al patrimonio orale ed etnomusicale. L'archivio è nato intorno al 1960 grazie al lavoro dell'antropologa [[Annabella Rossi]] e contiene prevalentemente registrazioni del suo lavoro, anche in collaborazione con [[Roberto De Simone]] e [[Gianfranco Mingozzi]];<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/archivio-sonoro/|titolo=Archivio sonoro|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
* Consulenza nei riguardi degli altri organi dello Stato e degli enti pubblici in generale, in relazione all'identità, autenticità e valore dei beni materiali e immateriali costituenti il patrimonio etnoantropologico italiano;
* archivio storico: conserva la documentazione relativa alla prima mostra di etnografia italiana del 1911, organizzata dall'etnologo [[Lamberto Loria]];<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/350/|titolo=Archivio storico|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
* Cura dei rapporti e degli scambi con organismi di ricerca italiani ed internazionali, nonché con gli enti, pubblici e privati, nazionali ed internazionali finalizzati ad attività rientranti tra i propri compiti istituzionali incluse le attività di studio e di ricerca.
* gabinetto delle stampe: conserva oltre {{M|14000}} stampe la cui raccolta è iniziata nei primi anni del XX secolo ad opera di [[Lamberto Loria]] con la collaborazione di [[Francesco Novati]] e [[Achille Bertarelli]].<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/gabinetto-delle-stampe/|titolo=Gabinetto delle Stampe|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
 
L'istituto cura inoltre un'ampia biblioteca che conta oltre {{M|30000}} tra volumi e periodici, {{M|3700}} libretti e {{M|7400}} fogli di letteratura popolare, {{M|3800}} opuscoli ed un'emeroteca composta da numerosi ritagli di giornale.<ref>{{Cita web|url=https://icpi.cultura.gov.it/biblioteca/|titolo=Biblioteca|accesso=16 ottobre 2024}}</ref>
L'Istituto inoltre ospita nelle sale del Museo mostre tematiche su arti e tradizioni popolari italiane ed estere, nonché mostre di arte contemporanea di autori le cui opere sono realizzate con metodi e materiali riconducibili alla tradizione.
 
== Archivi e laboratoriNote ==
<references />
 
===Voci Biblioteca =correlate==
* [[Patrimoni orali e immateriali dell'umanità]]
La biblioteca possiede un cospicuo patrimonio documentario nell'ambito delle discipline demoetnoantropologiche. Oltre ai 30.000 volumi e periodici, possiede un fondo speciale di Letteratura popolare (libretti e fogli volanti), miscellanee (opuscoli) e un'emeroteca composta da ritagli di giornale databili dalla fine dell'800 ad oggi.
* [[Patrimonio culturale ]]
 
* [[Beni culturali]]
Il nucleo storico della biblioteca nasce nei primissimi anni del ‘900 dalla volontà di [[Lamberto Loria]] di raccogliere, oltre agli oggetti etnografici, ogni sorta di pubblicazione sulle tradizioni popolari italiane per costituire una biblioteca specializzata. Il patrimonio librario, integrato in occasione dell'esposizione del 1911 con numerosi testi di letteratura popolare, è stato riordinato e ulteriormente accresciuto tra il 1937 e il 1943.
 
=== Archivio storico ===
L'archivio storico contiene la documentazione relativa alla realizzazione della prima Mostra di Etnografia Italiana, organizzata da [[Lamberto Loria]] nel 1911, nonché un fondo di manoscritti di particolare rilevanza.
La documentazione più cospicua è costituita dal fitto carteggio tra [[Lamberto Loria|Loria]] e i suoi collaboratori e investe un arco di tempo che va dal 1908 al 1913 (anno della sua morte). L'intero fondo consiste in 1145 fascicoli più 56 in appendice ed è stato riordinato con la consulenza dell'[[Archivio Centrale dello Stato]] tra il 1986 e il 1988.
Successivamente sono stati realizzati indici regionali di consultazione per la parte riguardante le informazioni sugli oggetti etnografici; tale lavoro di indicizzazione è attualmente ancora in corso. Il carteggio consente di ricostruire la complessa rete di eventi che hanno portato alla nascita dell'attuale Museo, e di individuare il contesto storico-sociale che ha determinato la raccolta, le metodologie scientifiche che l'hanno caratterizzata e le riflessioni teoriche elaborate nel corso del Congresso di Etnografia Italiana del 1911.
 
Dell'archivio fa parte anche un fondo di manoscritti contenente atti notarili, pergamene musicali e documenti di narrativa popolare, tra cui una raccolta di narrativa donata al Museo da Domenico Comparetti.
 
=== Archivio di antropologia visiva ===
I documenti conservati nell'archivio di antropologia visiva, databili dal 1939 ad oggi, si riferiscono in prevalenza alle tradizioni italiane e ripropongono per immagini i temi espositivi del Museo: riti e cerimonie, lavoro, musica, danza, artigianato, giochi, ecc. Particolarmente significativo è il fondo cinematografico che conserva materiali relativi all'Italia del
Sud prodotti tra gli anni '50 e '60. Agli inizi degli anni '70 risalgono invece i filmati realizzati da Annabella Rossi che promosse una campagna di documentazione effettuata in prevalenza in Calabria e Campania e incentrata su eventi festivi ed espressioni melocoretiche.
 
Allo stato attuale l'archivio conserva più di 1.500 documenti videocinematografici, in parte acquisiti esternamente e in parte realizzati dal Museo nell'ambito di indagini su temi d'interesse museale. Il programma di nuove acquisizioni ha come tema preferenziale le tradizioni festive delle varie regioni italiane.
 
L'archivio organizza inoltre proiezioni in occasione di mostre, rassegne e iniziative didattiche, e collabora con istituti universitari, scuole e centri culturali nell'ambito di festival, convegni, seminari e incontri di studio.
 
=== Archivio sonoro ===
La collezione dell'archivio sonoro è composta da circa 2.700 supporti tra nastri e dischi che documentano il patrimonio culturale orale ed etnomusicale della tradizione italiana. Si devono ad Annabella Rossi i primi rilevamenti effettuati nell'Italia meridionale intorno agli anni '60: si tratta di un rilevante patrimonio documentario sugli aspetti festivi, rituali, magico-religiosi e sociali della cultura popolare del sud Italia.
 
Gli incrementi successivi dell'Archivio documentano non solo la musica e la narrativa orale, ma i diversi aspetti della cultura popolare, con particolare riferimento alla ritualità festiva, alla sfera culturale e magico-religiosa, alle condizioni di vita e di lavoro agropastorali e marinare, alle tecniche artigianali, alla narrativa di tradizione orale, alle storie di vita, all'etnomusicologia, al teatro popolare.
 
=== Archivio fotografico ===
La collezione dell'archivio fotografico comprende 120.000 immagini che testimoniano in particolare il patrimonio immateriale delle regioni italiane. Il nucleo originario è costituito dalla collezione di fotografie, cartoline e documentazione raccolta da [[Lamberto Loria|Loria]] per la mostra di etnografia Italiana del 1911: immagini provenienti dagli archivi dei [[Fratelli Alinari]] e di [[Giacomo Brogi]] (Firenze) e di Romualdo Moscioni (Roma) che comprendono ritratti di singoli e di gruppi familiari, come anche fotografie prodotte con fini di ricerca e incentrate sulle reali condizioni di vita delle comunità agropastorali.
 
Il fondo originario si è ampliato nel tempo con materiali dagli anni '50 ad oggi che documentano i temi principali della ricerca antropologica: comportamenti devozionali, pratiche rituali, tecniche di lavoro agricolo, e artigianale, vita pastorale e marinara, giochi e spettacoli di piazza, ecc. Tra i nuclei più significativi si segnalano le fotografie dell'antropologa Annabella Rossi che documentano 20 anni di ricerca visiva, dagli anni '50 agli anni '70, nel Salento e in Campania.
 
Il patrimonio fotografico viene continuamente incrementato con materiali di interesse storico, spesso collegati alle mostre organizzate dal Museo, ma anche con immagini relative alle tradizioni contemporanee con la collaborazione di Enti locali e associazioni culturali.
 
=== Gabinetto delle Stampe ===
L'avvio della raccolta di stampe (oltre 14.000 immagini) risale agli inizi del ‘900 quando [[Lamberto Loria|Loria]], in occasione della Mostra del 1911, decise di allestire una sezione di iconografia popolare. I materiali raccolti con la collaborazione di Francesco Novati e Achille Bertarelli, vennero allora suddivisi secondo un criterio di classificazione tuttora in vigore: I ''La Divinità''; II ''Il Mondo e le Creature''; III ''L'Uomo''; IV ''L'Aldilà. Il Ciclo dei Novissimi''.
 
La raccolta, cronologicamente inquadrabile tra la fine dell'800 e i nostri giorni, è formata da materiali i cui temi si ricollegano alla realtà culturale popolare ampiamente documentata nell'esposizione museale. I soggetti si riferiscono sia alla tematica sacra che a quella profana con immagini di feste, di giochi, di costumi, di mestieri, di proverbi e di altre immagini che illustrano il modo di vivere semplice della gente comune.
 
=== Laboratorio di restauro ===
Il Museo raccoglie una vasta gamma di oggetti di natura prevalentemente polimaterica, nonché di reperti in fibre facilmente degradabili per cause esogene e di invecchiamento naturale. Si tratta di oggetti che in buona parte hanno assolto a funzioni d'uso che perciò possono presentare segni di deperimento che fanno parte della stessa storia e che vanno distinte dalle alterazioni chimico-fisiche naturali. Pertanto, il volume degli interventi di restauro è notevole e di varia natura.
 
Al Laboratorio di restauro spetta il compito di recepire il significato l'opera con l'ausilio di più figure professionali (antropologo, storico dell'arte, biologo) e di attuare gli interventi adatti alle diverse circostanze. Il Laboratorio punta a interventi minimi ma determinati, capaci di risolvere i guasti materiali di un oggetto etnografico, lasciando spazio all'inventiva risolutiva dell'operatore per ottenere il miglior risultato che mantenga inalterata la capacità dell'oggetto stesso di manifestare la propria natura di documento.
 
== Patrimonio ==
=== Patrimonio immateriale ===
L'Istituto centrale per la demoetnoantropologia, in un percorso suddiviso per regioni, cataloga il materiale delle feste italiane principali attraverso documentazione fotografica conservata negli archivi. Tale catalogazione è finalizzata alla conoscenza e alla valorizzazione di un patrimonio culturale immateriale dalle feste religiose e non.
 
La Convenzione [[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, definisce tale patrimonio «trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d'identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana».
L'elenco delle principali feste, distinto per regioni, è il seguente<ref>[http://www.idea.mat.beniculturali.it/feste-e-tradizioni Feste e tradizioni]</ref>:
 
==== Abruzzo ====
* San Giovanni Battista a [[Civitella Roveto]];
* San Domenico a [[Cocullo]];
* Madonna del Carpine a [[Rapino]];
* San Domenico a [[Pretoro]].
 
==== Basilicata ====
* Madonna Nera a [[Viggiano]];
* San Rocco a [[Tolve]];
* San Gerardo a [[Potenza (Italia)|Potenza]];
* [[Maggio di Accettura|San Giuliano ad Accettura]];
* Santissimo Crocefisso a [[Brienza]];
* Madonna del Pollino a [[San Severino Lucano]];
* Madonna di Pierno a [[San Fele]];
* Madonna del Carmine a Pedali di [[Viggianello (Italia)|Viggianello]];
* [[Festa di Santa Maria del Carmine|Madonna del Carmine ad Avigliano]];
* [[Madonna della Bruna|Madonna della Bruna a Matera]].
 
==== Calabria ====
* [[Varia di Palmi|Madonna della Lettera a Palmi]];
* [[Festa della Madonna di Polsi|Madonna della Montagna]] a [[Santuario della Madonna di Polsi|Polsi]];
* [[Santi Cosma e Damiano a Riace]];
* Settimana Santa a [[Verbicaro]];
* [[Settimana Santa a Stilo]];
* Settimana Santa a [[Nocera Terinese]];
* [[Festa di San Rocco (Palmi)|San Rocco a Palmi]];
* [[Festa di San Rocco a Gioiosa Jonica|San Rocco a Gioiosa Ionica]];
* San Rocco a [[Cinquefrondi]].
 
==== Campania ====
* Carnevale a [[Bellizzi]];
* [[Settimana Santa di Sessa Aurunca|Settimana Santa a Sessa Aurunca]];
* San Silvestro a Sessa Aurunca;
* [[festa dei Gigli|San Paolino a Nola]];
* San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a [[Cancello]];
* San Michele Arcangelo a [[Sala Consilina]];
* San Michele Arcangelo a [[Rutino]];
* San Michele Arcangelo a [[Padula]];
* Madonna di [[Materdomini (Nocera Superiore)|Materdomini]] a [[Nocera Superiore]]
* [[Festa della Madonna delle Galline (Pagani)|Madonna del Carmine detta delle Galline]] a [[Pagani]];
* Madonna della Neve a [[Ponticelli (quartiere di Napoli)|Ponticelli]];
* Madonna dell'Arco a [[Sant'Anastasia (Italia)|Sant'Anastasia]];
* Madonna dell'Arco a [[Napoli]];
* Madonna Assunta a [[Guardia Sanframondi]];
* Carnevale a [[San Michele di Serino]];
* Carnevale a [[Montemarano]];
* Sant'Antonio Abate a [[Macerata Campania]].
 
==== Lazio ====
* [[Settimana santa]] a [[Roma]];
* [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]] a Roma;
* SS. Trinità a [[Vallepietra]];
* [[Macchina di Santa Rosa|Santa Rosa a Viterbo]];
* Madonna del Fiore ad [[Acquapendente]];
* [[Carnevale di Ronciglione|Carnevale a Ronciglione]].
 
==== Molise ====
* Carnevale a [[Bagnoli del Trigno]]
* Carnevale a [[Casalciprano]]
* Carnevale a [[Rocchetta a Volturno|Castelnuovo al Volturno]]
* Carnevale a [[Cercepiccola]]
* Carnevale a [[Toro (Italia)|Toro]]
* Carnevale a [[Tufara]]
* Corpus Domini a [[Campobasso]]
* Madonna del Carmine a [[Riccia]]
* Madonna di Costantinopoli a [[Pietracatella]]
* Madonna di Costantinopoli a [[Portocannone]]
* Madonna delle Grazie a [[Vastogirardi]]
* Madonna Immacolata a [[Montelongo]]
* Madonna Incoronata a [[Santa Croce di Magliano]]
* Madonna di Loreto a [[Capracotta]]
* Madonna del Rosario a [[Gambatesa]]
* Madonna del Rosario a [[Riccia]]
* Maggio ad [[Acquaviva Collecroce]]
* Maggio a [[Colle d'Anchise]]
* Maggio a [[Fossalto]]
* Natale ad [[Agnone]]
* Natale a [[Oratino]]
* Quaresima a [[Santa Croce di Magliano]]
* Sant'Anastasio ad Acquaviva d'[[Isernia]]
* [[Festa del Grano di Jelsi|Sant'Anna a Jelsi]]
* Sant'Anna a [[Pescolanciano]]
* Sant'Antonio Abate ad Acquevive di [[Frosolone]]
* Sant'Antonio Abate a Colli a [[Volturno]]
* Sant'Antonio Abate a [[Petacciato]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Castellino del Biferno]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Lupara (Italia)|Lupara]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Montecilfone]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Palata]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Pietracatella]]
* Sant'Antonio di Padova a [[Santa Croce di Magliano]]
* San Basso a [[Termoli]]
* Santa Benedetta a [[Monacilioni]]
* San Biagio a [[San Martino in Pensilis]]
* Santi Cosma e Damiano a [[Isernia]]
* Santi Cosma e Damiano a [[Sant'Elena Sannita]]
* Santa Cristina a [[Sepino]]
* San Donato a [[Pietracatella]]
* Sant'Egidio a [[Bojano]]
* San Giorgio a [[Mirabello Sannitico]]
* San Giovanni Eremita a [[Tufara]]
* San Giuseppe a [[Casacalenda]]
* San Giuseppe a [[Santa Croce di Magliano]]
* San Giuseppe a [[Termoli]]
* San Giuseppe a [[Venafro]]
* Santo Legno della Croce a [[Ururi]]
* San Leo a [[San Martino in Pensilis]]
* San Luca a [[Pescopennataro]]
* San Martino a [[Castel San Vincenzo]]
* San Nicandro a [[Venafro]]
* San Nicola a [[Guardiaregia]]
* San Pardo a [[Larino]]
* Settimana Santa a [[Isernia]]
 
==== Puglia ====
* Settimana Santa a [[San Marco in Lamis]];
* [[Carnevale di Putignano|Carnevale a Putignano]];
* Settimana Santa a [[Canosa di Puglia]];
* Madonna dei Martiri a [[Molfetta]];
* Settimana Santa a [[Valenzano]];
* [[Settimana Santa di Taranto|Settimana Santa a Taranto]];
* Settimana Santa a Vico del Gargano
* [[Settimana Santa di Ruvo di Puglia|Settimana Santa a Ruvo]];
* Settimana Santa a [[Noicattaro]];
* Settimana Santa a [[Molfetta]];
* SS. Pietro e Paolo a [[Galatina]];
* San Nicola a [[Bari]];
* San Michele Arcangelo a [[Monte Sant'Angelo]];
* San Donato a [[Montesano Salentino]];
* Sant'Erasmo Vescovo e Martire di [[Santeramo in Colle]].
 
==== Sardegna ====
* Carnevale a [[Cagliari]];
* Sant'Efisio a Cagliari;
* [[Essida de sos Candhaleris|Madonna Assunta a Nulvi]];
* Carnevale a [[Ovodda]];
* [[Sartiglia|Carnevale a Oristano]];
* [[Carnevale di Mamoiada|Carnevale a Mamoiada]];
 
==== Sicilia ====
* Pasqua ad [[Avola]];
* San Rocco a [[Butera]];
* Settimana Santa a [[San Fratello]];
* San Bartolo a [[Lipari (Italia)|Lipari]];
* [[Festa di Santa Rosalia|Santa Rosalia a Palermo]];
* San Sebastiano ad [[Acireale]].
 
* Nuvena di Natali ("Gnignaredia") di [[San Michele di Ganzaria]];
 
==== Toscana ====
* Scampanata di [[Anghiari]].
 
==== Umbria ====
* [[Festa dei Ceri|Sant'Ubaldo a Gubbio]].
 
== Fonti ==
[http://www.idea.mat.beniculturali.it/images/stories/Servizi/Documenti/carta%20qualit.pdf Carta dei servizi dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia]
 
[http://www.statistica.beniculturali.it/RiorganizzazioneMiBAC_DPR%2026%20novembre%202007%20n233.pdf Decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233]
 
S. Massari, ''Museo nazionale delle Arti e Tradizioni popolari'', Roma, 2001
 
==Note==
{{references|2}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.idea.mat.beniculturali.it/|Sito ufficiale}}
{{Portale|antropologia|diritto}}
* {{cita web|http://www.beap.beniculturali.it/|Sito web della Direzione generale Belle arti e paesaggio}}
 
[[Categoria:Accademie e istituti di cultura in Italia]]
[[Categoria:Direzione generale Belle arti e paesaggio]]