Secondo Impero bulgaro: differenze tra le versioni

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{{spostare|Secondo Impero bulgaro|Le forme di Stato che designano entità politico-statuali in italiano vanno in maiuscolo}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Secondo Impero Bulgarobulgaro
|nomeCompleto = Втора българска държава/Второ българско царство
|nomeUfficiale = ''Vtora bălgarska dăržava/VtorоVtoro bălgarskоbălgarsko carstvo''
|linkBandiera = Flag of the Second Bulgarian Empire.svg
|didascaliaBandiera = Vessillo bulgaro secondo il [[portolano]] di Guglielmo Soleri del 1380 circa. Si conosce anche un'[[:File:Flag of the Second Bulgarian Empire (1325).svg|altra versione della bandiera]], meno recente, realizzata da [[Angelino Dulcert]] nel 1325 circa
|linkStemma = Coat of arms of the Second Bulgarian Empire.svg
|didascaliaStemma = Scudo della Guardia reale a Tărnovo risalente alla fine del XIV secolo
|linkBandiera = Flag of Constantine Tikh of Bulgaria 13th century.png
|linkLocalizzazione = Bulgaria ITA IMPERO.svg
|didascaliaLocalizzazione = Il secondo Impero bulgaro attorno al 1230, quando raggiunse la sua massima estensione
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|lingua = [[Lingua bulgara media|medio bulgaro]], [[Storia della lingua romena|antico rumeno]], [[Lingua arumena|arumeno]], [[Lingua greca bizantina|greco medievale]], [[Lingua cumana|cumano]]
|lingua = [[Storia della lingua bulgara#Medio bulgaro|Medio bulgaro]]
|capitale principale = [[Veliko Tărnovo|Tărnovo]] (1185-1393)<br>[[Nicopoli]] (1393-1395)<br>[[Vidin]] (1356/1371-1396 come capitale del [[Regno di Vidin]])
|capitaleAbitanti =
|capitaleAbitantiAnno =
|altre capitali =
|dipendente da =
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|forma di stato = [[Impero]]
|governo = [[Monarchia assoluta]]
|titolo capi di stato = [[Zar|Tzar]] dei Bulgari, dei Greci e dei Valacchi
|Zarelenco deicapi Bulgari,di dei Greci e dei Valacchistato = [[Sovrani di Bulgaria#Secondo Impero bulgaro .281185.E2.80.931422.29|elenco]]
|organi deliberativi =
|titolo capi di governo =
|elenco capi di governo =
|organi deliberativi =
|inizio = 1185
|primo capo di stato = Todor[[Pietro PetărIV di Bulgaria|Pietro IV]]
|stato precedente = {{simbolo|Byzantine imperial flag, 14th century, square.svg}} [[Impero bizantino]] ([[Bulgaria (thema)|Thema di Bulgaria]])<br>{{simbolo|Monogram on the silver eagle from the Voznesenka treasure.svg}} [[Primo impero bulgaro]]
|stato precedente = [[File:Byzantine Empire Flag (1350 AD).svg|20px]] [[Impero bizantino]]
|evento iniziale = Autoproclamazione come Zar[[Sovrani di Bulgaria|zar di Bulgaria]] da parte di Petăr
|fine = 13931396 (o 1422)
|ultimo capo di stato = [[IvanCostantino ŠišmanII di Bulgaria|IvanCostantino ŠišmanII]]
|stato successivo = {{simbolo|Ottoman red flag.svg}} [[Storia della Bulgaria ottomana#Bulgaria ottomana|Bulgaria ottomana]]<br>{{simbolo|Flag of Bulgaria (14th century).svg}}[[Regno di Vidin]]<br>{{simbolo|Flag of Vicina.svg}} [[Despotato di Dobrugia]]<br>{{simbolo|Stratemirovic Coat of Arms.jpg}} [[Despotato di Loveč]]
|stato successivo = [[File:Ottoman flag.svg|20px]] [[Impero ottomano]]
|evento finale = Conquista[[Assedio di Tarnovo|Caduta dadi parteTărnovo]] (1396) e successivo completamento della conquista della Bulgaria ad opera degli Ottomani[[Impero ottomano|ottomani]] (1422)
|area geografica =
|territorio originale = [[Bulgaria]]
|superficie massima = 293 000 km²
|periodo massima espansione = 1230<ref name="matanov">{{cita libro|lingua=bg|autore=Hristo Matanov|titolo=В търсене на средновековното време. Неравният път на българите (VII - XV в.)|titolotradotto=Alla ricerca del Medioevo. La strada sconnessa dei bulgari (VII - XV secolo)|anno=2014|editore=IK Gutenberg|isbn=978-61-91-76018-3}}</ref>
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|religione di stato = [[cristianesimo ortodosso]] (dal 1204 al 1235 sotto in un'unione formale con [[Roma]])
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[[File:Bulgaria_Ivan_Alexander_(1331-1371)_Ita.png|thumb|upright=1.6|Il secondo impero bulgaro sotto Ivan Aleksandăr (1340)]]
Il '''Secondo Impero bulgaro''' (in bulgaro: Втора българска държава, ''Vtora bălgarska dăržava'' o Второ българско царство, ''Vtorо bălgarskо carstvo'') era uno [[stato]] [[Bulgari|bulgaro]] [[Medioevo|medievale]] che esistette dal [[1185]] al [[1396]] (o [[1422]]).<ref name=tjupavl>{{Cita libro|cognome=Тютюнджиев|nome=Иван|coautori=Plamen Pavlov|anno=1992|titolo=Българската държава и османската експанзия 1369–1422|città=Veliko Tǎrnovo|lingua=bulgaro|}}</ref> Successore del [[primo impero bulgaro]], raggiunse il suo apice sotto [[Kalojan di Bulgaria|Kalojan]] e [[Ivan Asen II di Bulgaria|Ivan Asen II]] prima di perdere gradualmente terreno e potenza ed essere conquistato dagli [[Impero ottomano|ottomani]] tra il tardo XIV secolo e il primo XV secolo. Il suo diretto successore sarà il [[Storia della Bulgaria indipendente|Principato di Bulgaria]] e il successivo [[Regno di Bulgaria]] del [[1878]].
 
Il '''Secondo Impero bulgaro''' (in [[Lingua bulgara media|bulgaro medio]] Ц(а)рьство бл(ъ)гарское; {{bulgaro|Втора българска държава|Vtora bălgarska dăržava}} o Второ българско царство, ''Vtoro bălgarsko carstvo'') fu uno Stato [[Bulgari|bulgaro]] [[Medioevo|medievale]] che esistette dal 1185 al 1422 (o 1453). [[Successione di Stati|Succeduto]] al [[Primo Impero bulgaro]], raggiunse l'apice del suo potere sotto gli zar [[Kalojan di Bulgaria|Kalojan]] e [[Ivan Asen II]], venendo poi conquistato dai [[Impero ottomano|turchi ottomani]] dalla fine del XIV secolo all'inizio del XV secolo.
== Sfondo ==
I bizantini governarono la Bulgaria dal 1018, quando conquistarono il primo impero bulgaro fino al [[1185]], anche se già inizialmente le terre bulgare non furono integrate completamente nell'[[impero bizantino]], ad esempio preservando il livello di tassazione già esistente ed il potere della precedente classe nobiliare. La chiesa ortodossa bulgara, dapprima indipendente, venne subordinata all'autorità del patriarcato ecumenico di [[Costantinopoli]], e l'aristocrazia bulgara ed i parenti dello zar vennero insigniti di svariati titoli bizantini e trasferiti nelle parti asiatiche dell'impero. Ci furono varie ribellioni contro il potere bizantino nel [[1040]], negli [[anni 1070]] e negli [[anni 1080]], ma fallirono.
 
Fino al 1256 rappresentò la principale potenza attiva nei [[Penisola balcanica|Balcani]], avendo imposto il proprio predominio sull'[[Impero bizantino]] in diverse grandi battaglie. Nel 1205, nella [[Battaglia di Adrianopoli (1205)|battaglia di Adrianopoli]], l'imperatore Kalojan sconfisse l'esercito dell'[[Impero latino]], che era stato fondato l'anno precedente nell'ambito della [[quarta crociata]]. Il nipote di Kalojan, Ivan Asen II. sconfisse anche il [[despotato dell'Epiro]]. Durante il suo regno, la Bulgaria si estendeva dall'[[Mar Adriatico|Adriatico]] al [[Mar Nero]] e visse una fase particolarmente florida dal punto di vista economico. Alla fine del XIII secolo, l'impero entrò in un periodo di crisi a causa delle continue [[Invasione mongola dell'Europa|invasioni di mongoli]], dei bizantini, degli [[ungheresi]] e dei [[serbi]], che andarono a sommarsi a conflitti interni e a rivolte le quali portarono quasi al collasso. Benché la situazione si ristabilì per un po' nel XIV secolo, il governo centrale perse la sua autorità in diverse regioni. Alla vigilia dell'invasione ottomana, l'impero appariva diviso in tre parti.
== Liberazione ==
Alla fine del XII secolo i bizantini erano in declino dopo una serie di guerre con gli ungheresi ed i serbi. Nel 1185 Petăr ed Asen (descritti negli scritti contemporanei come valacchi) guidarono una ribellione contro il governo bizantino e Petăr si nominò [[Pietro Deljan di Bulgaria|zar di Bulgaria]] (conosciuto anche come Todor Petăr), rivendicando fermamente di essere l'erede dell'autorità del primo impero bulgaro. Dopo poco più di un anno di guerra i bizantini furono costretti a riconoscere l'indipendenza bulgara, anche se i combattimenti continuarono. Le genti che presero parte alla ribellione e fecero quindi parte del nuovo stato includevano, oltre ai bulgari slavofoni, i cumani, i valacchi ed i greci: Petăr si dichiarava infatti: "''Zar dei bulgari, dei greci e dei valacchi''".
 
Nonostante la forte influenza bizantina, artisti e architetti bulgari svilupparono un proprio stile riconoscibile. Nel XIV secolo, la letteratura e l'arte bulgara fiorirono in un periodo noto come seconda età dell'oro della cultura bulgara. La capitale [[Veliko Tărnovo|Tǎrnovo]], considerata la "Nuova [[Costantinopoli]]", divenne il principale centro culturale e il centro del [[Chiesa ortodossa bulgara|mondo ortodosso]]. Dopo la vittoria dell'Impero ottomano, gran parte degli studiosi e del clero bulgaro si trasferì in [[Serbia]], [[Valacchia]], [[Moldavia]] o nei principati russi, portando con sé la propria cultura, i propri testi e le proprie concezioni ecclesiastiche. Il suo diretto successore fu il [[Principato di Bulgaria]] nel 1879.
== Potenza europea ==
[[File:Desislava.jpg|thumb|left|Affreschi dalla chiesa di Bojana (1259): Desislava]]
La resuscitata Bulgaria occupava il territorio tra il [[mar Nero]], il [[Danubio]] e la [[Monti Balcani|Stara Planina]], includendo una parte della [[Macedonia (regione)|Macedonia]] orientale e la valle della [[Morava]]. Esercitava inoltre il suo controllo sulla [[Valacchia]] e sulla [[Moldavia]].
 
== Origine ed evoluzione del nome ==
=== Kalojan ===
[[File:Byzantium1204-it.svg|upright=1.4|thumb|La frammentazione dell'[[impero bizantino]] dopo il [[1204]]: l'[[impero latino]] (rosso), l'[[impero di Nicea]] (blu), l'[[impero di Trebisonda]] (viola) e il [[despotato d'Epiro]] (verde scuro); i confini sono molto incerti, in più è anche rappresentato l'[[Bulgaria|impero bulgaro]] (verde chiaro)]]
Lo zar [[Kalojan di Bulgaria|Kalojan]] (1197–1207) stabilì un'unione con il papato, assicurandosi così il riconoscimento di "Rex", anche se desiderava essere riconosciuto come "Imperatore" o "Zar". Condusse varie guerre contro l'impero bizantino e, dopo il 1204. contro i cavalieri della [[quarta crociata]], conquistando larga parte della [[Tracia]], [[Rodopi]] e l'intera regione della Macedonia. Sconfisse definitivamente i latini ad Adrianopoli nel 1205 e annientò il loro potere nel primo anno della loro creazione, impedendo che estendessero il loro dominio sui Balcani. Le potenze ungheresi e serbe impedirono l'espansione bulgara verso est e nordest.
 
Per indicare l'impero i suoi contemporanei impiegavano nella maggioranza dei casi il termine "Bulgaria", come chiamavano la propria terra i suoi abitanti.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 13}}.</ref> Durante il regno dello zar Kalojan, l'impero era talvolta conosciuto come "regno bulgaro e valacco". [[Papa Innocenzo III]] e altre figure di spicco, compreso l'[[Imperatori latini di Costantinopoli|imperatore latino]] [[Enrico di Fiandra]], indicavano quel territorio nei documenti ufficiali come "Bulgaria" o "Impero bulgaro".<ref>{{cita libro|lingua=en|titolo=Letters by the Latin Emperor Henry|rivista=LIBI|volume=IV|editore=Accademia bulgara delle scienze|città=Sofia|pp=15, 16}}</ref>
=== Ivan Asen II ===
Dopo la morte di Kalojan, durante il regno del cugino [[Boril di Bulgaria|Boril]] (1207–1218), il paese subì delle significanti perdite territoriali a favore dell'Ungheria, dell'[[impero latino]] e del [[Despotato d'Epiro]].
 
Nella storiografia moderna, si impiegano le espressioni Secondo Impero bulgaro o Secondo Regno Bulgaro, al fine di distinguerlo da quello che fu il [[Primo Impero bulgaro]].<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=3GdC6GaLDsMC&pg=PA203|p=203|titolo=Gli slavi nella storia e nella civiltà europea|autore=Francis Dvornik|editore=Edizioni Dedalo|anno=1985|isbn=978-88-22-00504-5}}</ref> Per il periodo antecedente della metà del XIII secolo, si impiega altresì la designazione di "Impero dei Valacchi e dei Bulgari"<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=XoxHdcNYhiMC&pg=PP34|p=34|lingua=en|titolo=Historical Atlas of Central Europe|autore=Paul Robert Magocsi|editore=University of Toronto Press|anno=2002|isbn=978-08-02/08486-6}}</ref> e le sue varianti "Impero valacco-bulgaro", "Impero bulgaro-valacco"<ref name="rhc"/> o "Impero romeno-bulgaro". Quest'ultimo è tuttavia utilizzato solo nella storiografia rumena.<ref name="rhc">{{cita web|url=https://www.romanianhistoryandculture.com/2bulgarianvlachempire.htm|accesso=12 luglio 2023|lingua=en|sito=Romanian History and Culture|titolo=Second Bulgarian-Vlach Empire|dataarchivio=12 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230712093156/https://www.romanianhistoryandculture.com/2bulgarianvlachempire.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Durante il regno di [[Ivan Asen II di Bulgaria|Ivan Asen II]] (1218–1241), la Bulgaria divenne di nuovo una potenza regionale, riacquisendo le terre perse e occupando [[Odrin]] e l'[[Albania]]. Dopo la vittoria di Klokotnica nel 1230 il Despotato d'Epiro divenne un vassallo tributario della Bulgaria. In un'iscrizione di Tărnovo del 1230 lo zar si insigniva: "''In Cristo il signore Zar fedele ed autocrate dei bulgari, figlio del vecchio Asen''". Il patriarcato ortodosso bulgaro venne ristabilito nel 1235 con l'approvazione di tutti i patriarcati orientali, ponendo quindi fine all'unione con il papato. Ivan Asen II aveva la reputazione di essere un governatore saggio ed umano ed aprì relazioni con l'occidente cattolico, specialmente con [[Venezia]] e [[Genova]], per ridurre l'influenza bizantina sul suo paese, il quale ormai godeva di un'economia in pieno sviluppo, con relazioni commerciali talmente diversificate che nel 1235 venne organizzata una flotta navale.
 
Dal XIII secolo in poi, i cronisti arabi usarono esclusivamente il termine "Valacchia" e non "Bulgaria". La Valacchia era chiamata ''al-Avalak'' e i suoi abitanti ''ulakut'' o ''ulag''.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=JAKwCQAAQBAJ&pg=PA394|pp=394-395|autore-capitolo=Dimitri Korobeinikov|capitolo=A broken mirror: the Kipchak world in the thirteenth century|autore=[[Florin Curta]]|titolo=The other Europe from the Middle Ages|editore=Brill|anno=2008}}</ref>
== Declino ==
[[File:Konstantin i Irina.jpg|thumb|left|Costantino I, imperatore di Bulgaria (1257–1277)]]
[[File:Tetraevangelia of Tsar Ivan Alexander.jpg|thumb|Lo zar Ivan Aleksandăr (1331–1371), un'illustrazione dai quattro vangeli dello zar Aleksandăr (Tetraevangelia di Ivan Aleksandăr), 1356, British Library]]
Sotto i successori di Ivan Asen II la Bulgaria andò incontro ad un nuovo declino. I mongoli entrarono e saccheggiarono a più riprese i balcani nel primo [[XIII secolo]], devastando la Bulgaria nel [[1242]], la quale fu forzata a pagare dei tributi ai khan dell'[[Khanato dell'Orda d'Oro|Orda d'Oro]]. Dopo il 1246 l'[[Impero di Nicea]] si annesse la Macedonia, i Rodopi e parte della Tracia. Il regno di Ungheria occupò la provincia di [[Belgrado]]. Gradualmente la Bulgaria perse il controllo e la tradizionale influenza politica sulla Valacchia, dove il potere dei nobili regionali si rafforzò e in conseguenza vennero stabiliti dei principati locali. Durante il regno di [[Michele Asen II di Bulgaria|Michele Asen II]] (1246–1256), la Bulgaria si ridusse ad un piccolo stato sulla riva meridionale del basso [[Danubio]]. Sotto [[Costantino I di Bulgaria|Costantino I]] il paese perse la Macedonia e la crisi portò ad una guerra contadina, guidata dal porcaro [[Ivailo di Bulgaria|Ivailo]], che riuscì a sedere sul trono bulgaro dal 1277 al 1280. Ivailo ottenne grandi successi militari contro i nemici esterni: sconfisse i bizantini in due grandi battaglie e espulse temporaneamente i tatari dalle terre nord-orientali dell'impero. Ad ogni modo fallì nella cooperazione con gli aristocratici e venne in seguito ucciso. L'egemonia tatara continuò fino al 1300, quando dopo la morte del khan Nogai, il nuovo khan Toktu cedette la [[Bessarabia]] al nuovo imperatore bulgaro [[Teodoro Svetoslav|Todor Svetoslav]] e smise di richiedere tributi. Ciò ebbe un effetto economico positivo. Durante il regno di Todor Svetoslav la Bulgaria riacquistò una parte della sua estensione e del prestigio precedente. Dopo una vittoriosa guerra contro Bisanzio ottenne la pace fino alla sua morte nel 1322.
 
== Contesto storico ==
=== Ivan Aleksandăr e la caduta della Bulgaria ===
[[File:Basilios II.jpg|miniatura|sinistra|[[Basilio II Bulgaroctono]], fautore della caduta del [[Primo Impero bulgaro]], nella copia di una miniatura del ''Salterio di Venezia'', [[Biblioteca Nazionale Marciana]]]]
[[File:Ioal backovo.jpg|thumb|upright=0.8|[[Affresco]] contemporaneo di Ivan Aleksandăr dall'ossario del monastero di Bačkovo]]
La ritirata dei mongoli dall'Europa nel primo XIV secolo stabilizzò la situazione nei balcani e la Bulgaria stabilizzò i confini in un'area approssimativamente uguale a quella odierna, ma era minacciata dalle potenze in ascesa dell'Ungheria e della Serbia ad ovest. Nel 1330 i bulgari, sotto [[Michele Asen III di Bulgaria|Michele III]] vennero pesantemente sconfitti dai serbi a Velbužd e alcune parti dell'impero caddero in mano serba. Sotto [[Ivan Aleksandăr di Bulgaria|Ivan Aleksandăr]] (1331–1371) la minaccia serba venne eliminata e i bizantini furono sconfitti a Rusokastro. L'espansione territoriale includeva i Rodopi e molte importanti città sulle rive del [[Mar Nero]]. Fu il periodo della ''seconda età dell'oro'', grazie ad una florida cultura. Dopo la morte di Ivan Aleksandăr però il paese venne diviso in stati rivali. Uno dei due più grandi era basato su [[Veliko Tărnovo]], mentre l'altro a [[Vidin]], governati dai due figli di Ivan.
 
Quando l'imperatore bizantino [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]] (regnante dal 976 al 1025) soggiogò il [[Primo Impero bulgaro]] nel 1018, decise di non stravolgere l'assetto precedente.<ref name="ost269">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 269}}.</ref> Il sistema fiscale, la legislazione e i funzionari provenienti della bassa nobiltà continuarono a esercitare le proprie vecchie mansioni fino alla sua morte, avvenuta nel 1025, mentre il pagamento delle tasse fu previsto non in denaro ma in natura.<ref name="ost269"/> Il [[arcidiocesi di Ocrida|patriarcato di Ocrida]] divenne arcivescovato e Giovanni (''Ivan'') I di Debar, primo arcivescovo bulgaro, venne ritenuto [[Autocefalia|autocefalo]], ottenendo dunque vari privilegi.<ref name="ost269"/> Inoltre, l'autocefalia implicava il diritto dell'imperatore di nominare personalmente un suo successore (a differenza di Giovanni di Debar, i suoi successori saranno bizantini) e non del [[patriarca ecumenico di Costantinopoli]].<ref name="ost269"/> Agli aristocratici bulgari e ai membri della famiglia dello zar vennero conferiti vari titoli bizantini ed essi furono trasferiti nella parte asiatica dell'Impero bizantino.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 342-343, 365}}.</ref> La lingua, la letteratura e la cultura bulgara sopravvissero comunque, nonostante questi stravolgimenti.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 391-392}}.</ref> La maggior parte del territorio bulgaro conquistato confluì amministrativamente nei [[Thema|temi]] della [[Bulgaria (thema)|Bulgaria]], di [[Sirmio]] e del [[Paristrion]].<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 270}}.</ref>
I due fratelli e il despota [[Dobrotica]] del [[Principato di Karvuna]] non tentarono mai di riunirsi, e, anzi, si scontrarono in un conflitto armato per il controllo di Sofia.
La Bulgaria indebolita non costituì così un problema per la nuova minaccia che proveniva dalle regioni meridionali, ovvero il neonato [[impero ottomano]], il cui esercito sbarcò in Europa nel [[1354]]. Nel [[1362]] i turchi presero Filippopoli (l'odierna [[Plovdiv]]), e nel [[1382]] conquistarono Sofia. Gli ottomani quindi rivolsero la loro attenzione verso i serbi, che sconfissero nella [[battaglia di Kosovo Polje]] nel [[1389]]. Nel [[1393]] gli ottomani occuparono [[Veliko Tărnovo|Tărnovo]] dopo un assedio di tre mesi. Si è ritenuto che la porta meridionale della città sia stata aperta dall'interno e in tal modo gli ottomani siano riusciti ad entrare nella fortezza. L'anno successivo gli ottomani catturarono il [[principato di Karvuna]] e Nicopoli, l'ultima città del Regno di Tărnovo, cadde nel [[1395]]. L'anno successivo ancora il [[Regno di Vidin|regno di Bădin]] ([[Vidin]]) venne occupato, ponendo fine al secondo impero bulgaro e all'indipendenza dei bulgari.
 
Sotto i successori di Basilio, il potere dell'Impero bizantino si indebolì. Le incursioni dei [[Peceneghi]] e l'aumento delle tasse suscitarono ampio malcontento, provocando diverse grandi rivolte nel 1040-1041 e tra 1070 e 1090. Il centro delle prime ribellioni coinvolse il tema bulgaro, in particolare il territorio oggi compreso nella [[Macedonia del Nord]], dove ebbero luogo le rivolte capeggiate da [[Peter Deljan|Pietro Deljan]] (1040-1041) e [[Georgi Vojteh]] (1072). Entrambe le insurrezioni furono soppresse con difficoltà dalle autorità bizantine.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 140, 143}}.</ref> Ciò consentì alle ribellioni di esplodere nuovamente in Paristrion e in [[Thrake|Tracia]].<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 406}}.</ref> Quando al potere giunse la dinastia dei [[Comneni]], la situazione nell'impero bizantino si stabilizzò nella prima metà del XII secolo, tanto che non esplose più alcun focolaio di rivolta fino alla fine del XII secolo.
== Amministrazione ==
Il potere supremo del paese apparteneva all'imperatore. Il suo titolo ufficiale era: "'''In Cristo Dio fedele Imperatore e Autocrate di tutti i bulgari'''" a cui spesso viene aggiunto "''e di tutti i greci''".<ref>Мрачка грамота, Рилска грамота, Витошка грамота</ref> Il significato più importante era che egli era l'imperatore dell'intero popolo bulgaro, anche di quella parte che si trovava oltre il confine dell'impero. I poteri legislativo ed esecutivo erano concentrati nelle sue mani. Se l'erede di colui che governava era minorenne, la reggenza veniva affidata all'imperatrice madre.
 
==Storia==
Il '''consiglio dei boliari''', chiamato anche ''Sinklit'' includeva i grandi boliari ed il patriarca. Il loro incarico era di discutere questioni importanti riguardo alla politica interna ed esterna come una dichiarazione di guerra, la formazione di un'alleanza o la firma di un trattato di pace. L'ultima parola apparteneva comunque sempre all'imperatore. A volte venivano istituiti consigli con un più membri appartenenti alla nobiltà, al clero e all'"altra gente", di solito radunati per discutere condanne di eresia:<ref>Синодник царя Борила, с.90</ref> 1211, 1350, 1360. Il solo diritto che la gente comune aveva era di approvare le decisioni prese dalla nobiltà.
=== Albori ===
[[File:St Demetrius Tarnovo Klearchos 2.jpg|miniatura|Chiesa dedicata a [[San Demetrio di Tessalonica]] a [[Veliko Tărnovo]], costruita da [[Ivan Asen II|Asen]] e [[Pietro IV di Bulgaria|Pietro]] all'inizio della [[Rivolta di Asen e Pietro|loro ribellione]]]]
 
Il disastroso regno dell'ultimo imperatore dei Comneni [[Andronico I Comneno|Andronico I]] (regnante tra il 1183 e il 1185) peggiorò la condizione dei contadini bulgari e della nobiltà. Il primo atto del suo successore, [[Isacco II Angelo]] (r. 1185-1195 e 1203-1204), previde l'imposizione una tassa aggiuntiva per finanziare la guerra in corso con i [[normanni]] e il suo matrimonio.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 11}}.</ref> Nel 1185, i fratelli aristocratici [[Pietro IV di Bulgaria|Teodoro]] e [[Ivan Asen II|Asen]] di Tǎrnovo chiesero all'imperatore di integrarli nell'esercito e di concedere loro delle terre. Isacco II rifiutò la loro richiesta e schiaffeggiò Asen sul volto.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 10}}.</ref> Dopo il ritorno a casa, i fratelli iniziarono a costruire una chiesa dedicata a [[San Demetrio di Tessalonica]], al cui interno vi era un'[[Icona (arte)|icona]] del santo che si diceva avesse lasciato [[Salonicco]] trasferendosi a [[Veliko Tărnovo|Tărnovo]] per sostenere la causa bulgara.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 365}}.</ref> Questa convinzione si diffuse presto tra la popolazione bulgara, con il risultato che un gran numero di persone decise di coalizzarsi e di insorgere contro i [[romei]]. Facendosi chiamare da allora Pietro IV Asen, Teodoro, il quale era il fratello maggiore, venne incoronato imperatore dei bulgari.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 144, 149}}.</ref> Quasi tutta la Bulgaria a nord dei [[Monti Balcani]], cioè la [[Mesia]], si unì immediatamente alla ribellione e ottenne l'appoggio dei [[cumani]], un popolo di [[popolazioni turche|etnia turca]] che viveva a nord del [[Danubio]]. I cumani divennero presto una parte importante dell'esercito bulgaro e giocarono un ruolo chiave nei successi militari che seguirono nella [[rivolta di Asen e Pietro]].<ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 11-12}}.</ref><ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 17}}.</ref> Quest'ultimo tentò di conquistare la vecchia capitale bulgara, [[Preslav]], subito dopo lo scoppio della ribellione, ma il suo tentativo fallì; così, decise di dichiarare la sua città natale Tărnovo capitale della Bulgaria.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 144-145}}.</ref>
La principale unità amministrativa nel XIII-XIV secolo erano i '''horà''' (хорa) che rimpiazzavano i '''komitati''' del [[primo impero bulgaro]]. Il governatore veniva chiamato "duca" (Kefalija, Кефалия) e veniva nominato generalmente dall'imperatore. I horà venivano divisi ulteriormente in ''katepanikoni'' (singolare: ''katepanikon'', prestito dal greco bizantino) che venivano governati dai "katepani", direttamente subordinati ai duchi.<ref>Ангелов, Д. История на Византия, 1972, с.97</ref>
 
Mentre l'esercito bizantino era in guerra con i normanni, che avevano attaccato i possedimenti romei nei Balcani occidentali e [[Sacco di Tessalonica (1185)|avevano saccheggiato Salonicco]], la seconda città più grande dell'impero, i bulgari iniziarono a colpire la Tracia settentrionale.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 360-361}}.</ref> I bizantini risposero a questi attacchi nella metà del 1186, quando Isacco II organizzò una campagna militare per reprimere la rivolta prima che si diffondesse ulteriormente. I bulgari sorvegliavano i passi di montagna, ma i romei riuscirono ad attraversare i Balcani valicando altri passi.<ref name="fin13">{{cita|Fine (1987)|p. 13}}.</ref><ref name="and150">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 150}}.</ref> Quando si diressero verso la pianura, il debole esercito ribelle non osò opporsi alle armate bizantine, le quali erano molto più forti e meglio organizzate. Pietro IV finse di arrendersi, mentre Asen nel frattempo si diresse a nord attraverso il Danubio per radunare un nuovo esercito.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 364}}.</ref> L'imperatore bizantino bruciò i campi bulgari e tornò a Costantinopoli. Asen tornò poco dopo con dei rinforzi cumani e decise di combattere finché in Bulgaria fosse stato soppresso ogni focolaio.<ref name="and150"/>
== Economia ==
[[File:Ival-ivanovo-mural.jpg|left|upright=0.7|thumb|Ritratto murale contemporaneo di Ivan Aleksandăr dalla chiesa di Ivanovo]]
L'economia bulgara medievale non differiva molto da quella degli altri stati dell'Europa orientale ed era basata soprattutto sull'agricoltura, l'estrazione di minerali, l'artigianato tradizionale e il commercio.
 
I bizantini reclutarono nuove truppe che furono assegnate al comando del nipote dell'imperatore, [[Giovanni Ducas]]. Temendo un colpo di stato, l'imperatore rimpiazzò Ducas con il cieco [[Giovanni Cantacuzeno (cesare)|Giovanni Cantacuzeno]], il quale per legge non poteva diventare sovrano. I bulgari attaccarono il suo accampamento di notte e uccisero molti soldati.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 150-151}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 14}}.</ref> Nella metà del 1186, il nuovo esercito spedito sotto il comando del generale [[Alessio Brana]] si mosse contro i bulgari. Tuttavia, anziché combatterli egli concentrò le proprie attenzioni verso [[Costantinopoli]] e rivendicò per sé il trono bizantino, venendo però assassinato poco dopo.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 431}}.</ref> I bulgari approfittarono del caos che ne seguì e invasero la Tracia settentrionale, saccheggiando le campagne prima che l'esercito bizantino potesse rispondere con un contrattacco. I due schieramenti si scontrarono una sola volta nei pressi del castello di Lardea (situata presso il moderno triplice confine tra il [[distretto di Jambol]], il [[distretto di Sliven]] e il [[distretto di Burgas]]), ma il conflitto si concluse senza che fosse emerso un chiaro vincitore. I bulgari continuarono a saccheggiare la Tracia e si ritirarono a nord nelle montagne dei Balcani senza difficoltà.<ref name="and151">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 151}}.</ref>
=== Agricoltura ===
Le regioni principalmente agricole del paese erano la piana del Danubio e la Tracia. I cereali più diffusi erano [[frumento]], [[Hordeum vulgare|orzo]] e [[Miglio (alimento)|miglio]]. Dal XIII secolo l'importanza dei vegetali, dei frutteti e dei vigneti crebbe.<ref>Ангелов, Д. По въпроса за стопанския облик на българските земи през XI-XII век ИП, 1950, с.429</ref> Le regioni dove veniva prodotto il vino erano la costa del Mar Nero, lungo il fiume [[Strimone (fiume)|Strimone]] e la Macedonia meridionale. L'allevamento del bestiame era ben sviluppato, c'erano molti ovini, suini e bovini<ref>Georgius Acropolita. Historia, p.18</ref>. I pascoli erano divisi in due gruppi: pascoli invernali (vallate) e pascoli estivi (monti). Nel XIV secolo l'apicoltura e la sericoltura divennero settori di profitto.<ref>Сакъзов, Ив. Средновековното манастирско стопанство в България- СБИД, 22, 1923/1924, с.221</ref>
 
Verso la fine del 1186, Isacco II avviò la sua seconda campagna contro i bulgari. L'esercito fu costretto a trascorrere l'inverno a [[Sofia]], concedendo ai bulgari il tempo di prepararsi alla difesa. All'inizio dell'anno successivo i bizantini assediarono Loveč, ma non riuscirono a conquistarla. Le controparti conclusero una tregua con i bulgari, ai sensi della quale ''[[de facto]]'' riconobbero l'indipendenza bulgara.<ref name="and151"/><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 431-432}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 15}}.</ref>
Le fitte foreste vennero divise in due tipi: foreste da disboscamento (бранища) e foreste chiuse (забели) in cui il disboscamento era proibito.<ref>Ангелов, Д. По въпроса за стопанския облик на българските земи през XI-XII век ИП, 1950, с.431</ref>
 
Quando sembrò imminente una guerra tra i bizantini e il comandante della [[terza crociata]] [[Federico I Barbarossa]], Asen e Pietro IV misero a disposizione un esercito di {{formatnum:40000}} uomini in cambio del riconoscimento ufficiale dello Stato bulgaro. Le relazioni tra crociati e bizantini alla fine migliorarono e i negoziati con i bulgari non proseguirono. L'anno successivo Isacco II intraprese un'altra campagna contro i bulgari, conclusasi con una disastrosa sconfitta al passo di Triavna. L'imperatore riuscì a malapena a fuggire e il tesoro imperiale, compresa la corona e la croce, furono saccheggiati dai vincitori.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 153-155}}.</ref> Dopo la vittoria, Asen si auto-proclamò imperatore come [[Ivan Asen I]].<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 16}}.</ref> Pietro IV mantenne il titolo imperiale, lasciando il potere al fratello più energico.<ref name="and145">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 145}}.</ref>
=== Metallurgia e artigianato ===
[[File:Glozhene-monastery-imagesfrombg.JPG|thumb|upright=0.8|Il monastero di Gložene, Bulgaria centrale]]
Il periodo tra il XII ed il XIV secolo registrò un grande sviluppo della metallurgia e dell'attività mineraria. I fabbri bulgari producevano martelli, pinze, asce, seghe, telai, diversi tipi di armi ed armature. Nel XIII secolo i minatori sassoni, che avevano tecniche di estrazione più rapide ed efficienti, arrivarono nella Bulgaria occidentale. Si insediarono soprattutto nelle regioni di [[Čiprovci]] e di [[Kjustendil]]. Inoltre c'erano miniere d'[[oro]] nei Rodopi orientali.
 
Nei quattro anni successivi l'epicentro della guerra si spostò sul territorio a sud dei monti balcanici. La strategia di Asen, che consisteva nell'eseguire rapidi attacchi in vari luoghi per disperdere le truppe ostili, diede i suoi frutti e presto egli poté fare il suo ingresso nelle importanti città di Sofia e [[Niš]] nel sud-ovest, evento che spianò la strada per la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]].<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 434}}.</ref> Nel 1194, i bizantini radunarono un enorme esercito composto da unità orientali e occidentali, ma furono sconfitti nella [[Battaglia di Arcadiopoli (1194)|battaglia di Arcadiopoli]]. Isacco II, il quale non appariva più in grado di resistere ai bulgari, cercò di concludere un'alleanza con il re ungherese [[Béla III d'Ungheria|Béla III]], venendo però prima deposto e accecato dal fratello [[Alessio III Angelo]].<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 27}}.</ref> I bizantini tentarono di negoziare la pace, ma poiché Asen chiese in cambio la restituzione dell'intero territorio bulgaro, la guerra continuò. Nel 1196, l'esercito romeo fu nuovamente sconfitto a sud di [[Serres (Grecia)|Serres]]. Dopo essere tornato a Tarnovo, Ivan Asen fu ucciso da suo cugino [[Ivanko di Bulgaria|Ivanko]] nell'ambito di una cospirazione fomentata da Costantinopoli.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 156-157}}.</ref> Nel tentativo di reagire Pietro IV iniziò ad assediare Tǎrnovo, costringendo Ivanko a fuggire a Costantinopoli; in seguito, si impossessò durante la sua avanzata anche di [[Plovdiv|Filippopoli]]. Meno di un anno dopo Asen, anche Pietro IV fu assassinato.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 146-147}}.</ref>
Si conoscevano circa 50 diversi tipi di artigianato nella Bulgaria medievale, di cui i più importanti erano la lavorazione della pelle, delle scarpe, la carpenteria e la lavorazione tessile; la produzione di cibo e bevande (pane, burro, formaggio e vino). Si producevano grandi quantità di catapulte, arieti e altro equipaggiamento da assedio e l'esercito era esperto nell'[[Poliorcetica|ingegneria poliorcetica]].<ref>Nicetas Choniata. Historia, p.835</ref> I centri principali erano la capitale Tărnovo, [[Červen]].<ref>Снегаров, Ив. Неиздадени старобългаски жития- БДА, 3, 1953, 163-167</ref> e Sofia (per il rame)<ref>Лишев Стр. Българския средновековен град, с.9</ref>
 
=== Ascesa ===
[[File:Second Bulgarian Empire (1185-1196).png|upright=1.2|miniatura|Cartina dell'Impero bulgaro che mostra le acquisizioni territoriali ottenute grazie alle campagne del 1185 e del 1197]]
 
Asen e il fratello più giovane di Pietro, [[Kalojan di Bulgaria|Kalojan]], salirono al trono. Da sovrano ambizioso e spietato quale era, Kalojan desiderava ottenere il riconoscimento internazionale e completare la liberazione della Bulgaria. Inoltre, voleva vendicarsi dei bizantini per aver accecato {{formatnum:14000}} soldati dell'esercito dello zar [[Samuele di Bulgaria|Samuele]] dopo la [[battaglia di Belasica]]. Kalojan si guadagnò nel corso della sua vita il soprannome di "Romanoktonos" (uccisore di romani, cioè di bizantini), in contrapposizione con l'imperatore [[Basilio II Bulgaroctono|Basilio II]] detto il Bulgaroctono (assassino di bulgari).<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 160}}.</ref> Alleatosi rapidamente con l'assassino di suo fratello Ivanko, che fu tuttavia ucciso dai bizantini poco dopo, riuscì a conquistare [[Simeonovgrad|Constantia]] (Simeonovgrad). Nel 1201, Kalojan conquistò [[Varna]], l'ultima fortezza bizantina in Mesia difesa da una grande guarnigione. Nonostante la conquista avvenne a [[Pasqua]], Kalojan non mostrò pietà e ordinò che tutti i bizantini fossero gettati nel fossato difensivo.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 31}}.</ref> Dopo la vittoria, iniziò a negoziare una pace con la controparte, la quale fu poi siglata all'inizio del 1202.<ref name="and162">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 162}}.</ref> Mentre i bulgari erano impegnati in guerra a sud, il re ungherese [[Andrea II d'Ungheria|Andrea II]] e il suo vassallo serbo [[Vukan Nemanjić]] conquistarono [[Belgrado]], [[Braničevo]] e Niš. Concordata la cessazione delle ostilità con i romei, Kalojan si concentrò a nord-ovest. Nel 1203 scacciò i serbi da Niš, sconfisse l'esercito magiaro in diverse battaglie nella valle della [[Grande Morava]] e conquistò tutto il territorio in passato perduto.<ref name="and162"/>
 
[[File:SS.Forty Martyrs Church (Veliko Tarnovo) E3.jpg|miniatura|upright=1.2|Chiesa dei Quaranta Martiri a Veliko Tărnovo, luogo di sepoltura dello zar [[Kalojan di Bulgaria|Kalojan]]]]
 
Il sovrano bulgaro sapeva che i bizantini non avrebbero mai riconosciuto il suo titolo imperiale, motivo per cui avviò una corrispondenza con [[Papa Innocenzo III]]. Kalojan giustificò le proprie richieste sulla base di dati storici, richiamando alla memoria l'eredità del Primo Impero bulgaro e, in particolare, [[Simeone I di Bulgaria|Simeone I]], [[Pietro I di Bulgaria|Pietro I]] e [[Samuele di Bulgaria|Samuele]].<ref name="boz445">{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 445}}.</ref> Il Papa si dichiarò pronto a riconoscere Kalojan come re bulgaro a condizione che la [[Chiesa ortodossa bulgara|Chiesa]] bulgara si sottomettesse a Roma. Dopo lunghe trattative diplomatiche, in cui nessuna delle due parti cambiò posizione, Kalojan fu incoronato comunque re di Bulgaria verso la fine del 1204. Benché fu nominato anche un chierico come [[Primate (ecclesiastico)|primate]] (tale Basilio), Kalojan non intendeva assecondare le richieste del pontefice e si limitò a ringraziare in una missiva il pontefice per avergli concesso il titolo di sovrano e per aver elevato la Chiesa bulgara a patriarcato. Il papato, alla fine, accettò la posizione imperiale di Kalojan confidando nella possibilità di poter rimpiazzare la religione ortodossa in Bulgaria.<ref name="and165">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 165}}.</ref><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 445-446}}.</ref><ref name="fin56">{{cita|Fine (1987)|p. 56}}.</ref> L'alleanza tra la Bulgaria e Roma rimase soltanto formale, poiché i bulgari non modificarono i loro riti e costumi ortodossi.<ref name="fin56"/>
 
Pochi mesi prima dell'incoronazione di Kalojan, i comandanti della [[quarta crociata]] attaccarono l'Impero bizantino, conquistando Costantinopoli e fondando l'[[Impero latino]]. I bulgari cercarono di stabilire con gli occidentali rapporti amichevoli, ma i latini li respinsero e, nonostante il riconoscimento del loro paese da parte del papa, rivendicarono il loro territorio. I bulgari e l'aristocrazia bizantina in Tracia trovarono un nemico comune e formarono un'alleanza a condizione che accettassero Kalojan come loro imperatore.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 167}}.</ref><ref>{{cita|Každan (1991)|p. 1095}}.</ref> La battaglia decisiva tra bulgari e crociati ebbe luogo il 14 aprile 1205 vicino ad [[Battaglia di Adrianopoli (1205)|Adrianopoli]]. Non solo i latini non riuscirono a prevalere, ma addirittura il loro imperatore [[Baldovino I di Costantinopoli|Baldovino I]] fu catturato. Alla sconfitta, che si rivelò un duro colpo per il giovane impero latino, seguì una fase di caos.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 392-393}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 81-82}}.</ref> I bulgari conquistarono la maggior parte della Tracia, compresa Filippopoli. La nobiltà bizantina, temendo per la propria posizione a causa degli inaspettati successi bulgari, si alleò con i latini e insieme a loro organizzò una cospirazione contro Kalojan.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 171-172}}.</ref> Quando in tempi rapidi a Tǎrnovo la cospirazione fu scoperta, Kalojan si vendicò dapprima trucidando i bizantini in Tracia e poi portando a termine una campagna contro i latini. I bulgari sconfissero i loro nemici nella [[battaglia di Rusion]] nel 1206 e sottomisero diverse città della Tracia orientale. L'anno successivo, il sovrano di Tessalonica [[Bonifacio I del Monferrato|Bonifacio I]] cadde durante gli scontri, mentre Kalojan fu assassinato poco prima dell'attacco ala città.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 457}}.</ref>
 
A Kalojan successe suo cugino [[Boril di Bulgaria|Boril]], che cercò di continuare la politica del suo predecessore, malgrado non ne avesse le doti. I latini lo sconfissero nella [[Battaglia di Filippopoli (1208)|battaglia di Filippopoli]] e si impossessarono della maggioranza delle terre conquistate prima da Kalojan. Boril non riuscì a mantenere l'integrità dell'impero, considerando che suo cugino [[Strez]] non accettò di sottomettersi a lui e governò in maniera semi-indipendente il grosso della Macedonia. Allo stesso tempo, un altro cugino, [[Alessio Slavo]], stabilì un proprio principato sui [[Monti Rodopi]]. Boril dovette cedere [[Belgrado]] e [[Braničevo]] ad Andrea II d'Ungheria in cambio del suo aiuto al fine di sopprimere una grande ribellione esplosa nel 1211. Anche la campagna che pianificò contro la [[Serbia]] nel 1214 terminò con una sconfitta.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 180-183}}.</ref><ref>{{cita|Každan (1991)|p. 309}}.</ref>
 
Boril venne detronizzato nel 1218 da [[Ivan Asen II]], figlio di [[Ivan Asen I]], che aveva vissuto in esilio sin dalla morte di Kalojan.<ref name="and185">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 185}}.</ref> Ivan Asen, che portò il Secondo impero bulgaro al momento di massima gloria, era un uomo molto ambizioso e coltivava un grande sogno, quello di fondare un impero bulgaro-bizantino con capitale Costantinopoli.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 398}}.</ref> Dopo la sua incoronazione, Ivan Asen II sposò [[Anna Maria d'Ungheria|Anna Maria]], figlia del re ungherese Andrea II, e ricevette in dote le città occupate di Belgrado e Braničevo. Egli concluse in seguito un'alleanza con il sovrano del [[despotato dell'Epiro]], [[Teodoro I d'Epiro|Teodoro Comneno]]. Quest'ultimo assicurò così il confine settentrionale delle sue terre, circostanza che gli permise di conquistare Salonicco e ridurre significativamente la minaccia rappresentata dall'Impero latino. Nel 1227 Teodoro, che aveva le stesse ambizioni del sovrano bulgaro, si proclamò addirittura imperatore bizantino, nonostante non fosse stato riconosciuto da molti dei romei.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 120}}.</ref><ref name="ost398">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 398}}.</ref>
 
Dopo il 1228, la situazione nell'Impero latino divenne talmente critica che i latini iniziarono a negoziare con i bulgari e promisero di combinare un matrimonio tra l'imperatore undicenne [[Baldovino II di Costantinopoli|Baldovino II]] ed Elena, figlia di Ivan Asen II. In virtù del matrimonio, l'imperatore bulgaro sarebbe diventato reggente a Costantinopoli, malgrado nel frattempo i latini offrirono tale carica al nobile francese [[Giovanni di Brienne]].<ref name="and185"/>
 
Desideroso di assicurarsi il possesso di Costantinopoli e di eliminare gli altri pretendenti, Teodoro Comneno ruppe l'alleanza con i bulgari e, nella primavera del 1230, attaccò i suoi vecchi alleati alla testa di un enorme esercito.<ref name="ost398"/> Malgrado fosse stato colto di sorpresa, Ivan Asen II radunò un piccolo esercito e si diresse a sud per fermare gli ostili. Nella [[battaglia di Klokotnica]], il sovrano bulgaro sconfisse l'esercito giunto dall'[[Epiro]] e catturò Teodoro Comneno, tutta la sua corte e la maggioranza dei soldati sopravvissuti.<ref name="ost398"/><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 124}}.</ref> Il sovrano bulgaro spedì ogni membro del suo esercito nell'Epiro, con il risultato che le città da Adrianopoli a [[Durazzo]] sulla costa adriatica si arresero a lui e riconobbero la sua autorità. Il cugino di Teodoro, [[Michele II Ducas|Michele II]], concesse a Comneno di governare come vassallo bulgaro a Salonicco e in tutte le province meridionali con il titolo di [[Despota (bizantino)|despota]].<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 399}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 126}}.</ref> Si presume che anche la Serbia riconobbe la sovranità bulgara a causa delle minacce dell'Ungheria, di fede cattolica.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 137}}.</ref>
 
{{citazione|Sono sceso in guerra in Romania; e ho vinto l'esercito greco; e ho fatto prigioniero il grande zar e signore Teodoro Comneno in persona, con tutti i suoi [[Boiardo (storia)|boiari]]. Ed occupai tutta la terra da Adrianopoli a [[Dyrrachium]]: greca, albanese e serba parimenti. Solo le città nei dintorni di Costantinopoli e questa stessa città sono tenute dai Franchi; ma loro pure ho sottomesso alla mia potenza, perché non avevano altro imperatore all'infuori di me, ed esse obbedivano alla mia volontà, perché Dio aveva ordinato così.|Iscrizione di Ivan Asen II nella chiesa dei Quaranta Martiri a Veliki Tărnovo, fatta realizzare dopo la battaglia di Klokotnica<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 125}}.</ref>}}
 
Quando Giovanni di Brienne giunse a Costantinopoli nel 1231, Ivan Asen II strinse un rapporto di cooperazione con l'[[Impero di Nicea]] in chiave anti-latina. Quando i niceni riconobbero il patriarcato bulgaro nel 1235, Ivan Asen II recise i legami con il papato e pose fine al rapporto nominale di subordinazione.<ref name="ost400">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 400}}.</ref> La campagna congiunta contro i latini ebbe successo, anche se il bulgaro non riuscì a espugnare Costantinopoli. Dopo la morte di Brienne, due anni dopo, la situazione geopolitica appariva talmente compromessa che Baldovino II lasciò Costantinopoli alla ricerca di alleati e guerrieri provenienti dall'Europa che potessero difendere la città, malgrado con scarso successo.<ref name="ost400"/> Alla fine, il sovrano bulgaro decise di rinunciare al progetto di sottomissione dell'Impero latino, ritenendo che fosse meglio un vicino debole piuttosto che l'Impero di Nicea in ascesa.<ref name="ost400"/> Ivan Asen II firmò una pace che delimitò il confine meridionale e che gli permise di affrontare l'epidemia scoppiata nella capitale bulgara.<ref name="ost400"/> Nel 1241 Ivan Asen II morì, poco prima di affrontare un nuovo temibile nemico.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 400-401}}.</ref>
 
=== Declino ===
[[File:Konstantin i Irina.jpg|miniatura|upright=1.1|L'imperatore [[Costantino I di Bulgaria|Costantino Tih]] con la sua prima moglie Irene Lascaris di Nicea in un affresco nella [[chiesa di Bojana]]]]
 
A Ivan Asen II subentrò il figlio minorenne [[Colomanno I di Bulgaria|Colomanno I]], che all'inizio del suo regno riportò alcuni successi militari contro gli invasori [[Impero mongolo|mongoli]], ma in seguito i suoi reggenti decisero di evitare ulteriori campagne rendendo omaggio agli asiatici.<ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 70}}.</ref> La mancanza di un monarca forte e la crescente rivalità tra la nobiltà portarono al rapido declino della Bulgaria. Il suo principale rivale evitò di attaccare i mongoli e gli fu riconosciuto il diritto di detenere il potere nei Balcani.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 156}}.</ref> Dopo la morte del dodicenne Colomanno I nel 1246, al trono successero diversi sovrani di breve durata. La debolezza dell'impero emerse chiaramente quando l'esercito di Nicea conquistò gran parte della Tracia meridionale, dei Rodopi e della Macedonia, comprese le città di Adrianopoli, [[Tsepina]], [[Asenovgrad|Stanimaka]], [[Melnik (Bulgaria)|Melnik]], Serres, [[Skopje]] e Ocrida. Anche i serbi approfittarono delle fragilità interne e occuparono Belgrado e Braničeva.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 200-201}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 156-157}}.</ref> I bulgari non risposero agli attacchi fino al 1253, quando attaccarono la Serbia e riconquistando i monti Rodopi l'anno successivo. L'indecisione di [[Michele II Asen]] permise ai niceni di riconquistare tutto il territorio perduto, ad eccezione di Tsepina. Nel 1255, i bulgari si riappropriarono rapidamente della porzione di Macedonia perduta, poiché gli abitanti preferirono il dominio bulgaro a quello di Nicea.<ref name="fin159">{{cita|Fine (1987)|p. 159}}.</ref> A causa del tradimento del dignitario [[Rostislav Michajlovič]], che riconobbe l'autorità di Nicea nei territori contesi, i bulgari persero nuovamente tutti i territori conquistati.<ref name="fin159"/><ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 204-205}}.</ref> Alla ritirata, pagata dall'imperatore con la vita, seguì un periodo di instabilità e guerra civile tra diversi candidati al trono, terminato nel 1257 con la vittoria del boiardo di Skopje, [[Costantino I di Bulgaria|Costantino Tih]].<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 172}}.</ref>
 
[[File:ByzantineEmpire1265.svg|miniatura|sinistra|upright=1.3|La Bulgaria (in verde scuro) e il sud-est europeo nel 1265]]
 
Il nuovo imperatore dovette affrontare diversi avversari; nel 1257 i latini attaccarono e conquistarono la città costiera di [[Nesebăr|Mesembria]], ma non riuscirono a preservarla. La situazione era ancora più grave nel nord-ovest, dove i serbi di [[Vidin]] sostenevano l'autoproclamato imperatore bulgaro Rostislav Michajlovič. Nel 1260, Costantino Tih conquistò Vidin e occupò il [[Banato di Severin]]. L'anno successivo, i serbi contrattaccarono e costrinsero i bulgari a ritirarsi a Tǎrnovo, lasciando Vidin a Rostislav Michajlovič.<ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 172, 174}}.</ref> Il potere nella città fu presto assunto da [[Jacob Svetoslav]], che si proclamò imperatore nel 1266.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 216}}.</ref> La restaurazione dell'impero bizantino sotto l'ambizioso [[Michele VIII Paleologo]] peggiorò ulteriormente la situazione della Bulgaria. Durante la grande invasione bizantina del 1263, i bulgari persero le città costiere di Mesembria e [[Pomorie|Anchialo]] e diverse città della Tracia, tra cui Filippopoli.<ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 176-177}}.</ref><ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 413}}.</ref> Incapace di allestire una resistenza efficace, Costantino Tih organizzò una campagna congiunta bulgaro-mongola e, dopo aver saccheggiato la Tracia, i mongoli tornarono a nord attraverso il Danubio.<ref>{{cita|Vásáry (2005)|pp. 74-76}}.</ref> Michele VIII si dimostrò comunque un avversario tenace; nonostante il suo impero appena restaurato fosse continuamente oggetto di aggressioni esterne, egli seppe reagire efficacemente e, nel 1272, strinse un'alleanza con i [[tartari]] dell'[[Orda d'Oro]] e costrinse i bulgari a ritirarsi da alcune città di confine contese.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 416-417}}.</ref> È certo che, nello stesso anno, Michele VIII stesse pensando di annullare l'autocefalia delle Chiese serba e bulgara.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 416}}.</ref>
 
Le continue invasioni tataro-mongole, i problemi economici e le condizioni di salute cagionevoli dell'imperatore scatenarono a una [[Rivolta di Ivailo|grande rivolta popolare]] nel nord-est nel 1277.<ref name="and222223"/> L'esercito ribelle, composto prevalentemente da contadini e guidato da [[Ivailo di Bulgaria|Ivailo]], un uomo che a detta di alcune fonti faceva il guardiano dei maiali, sconfisse i mongoli due volte, circostanza che gli permise di accrescere notevolmente la propria popolarità. Ivailo si impose poi sull'esercito regolare bulgaro guidato da Costantino Tih e lo uccise personalmente.<ref name="and222223">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 222-223}}.</ref><ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 80}}.</ref> Costantinopoli temeva questa ribellione, malgrado, allo stesso tempo, desiderava approfittare della situazione in Bulgaria. Michele VIII inviò un esercito in Bulgaria al comando di [[Ivan Asen III di Bulgaria|Ivan Asen III]], un pretendente al trono bulgaro. Sfortunatamente per lui, i ribelli avevano già occupato Tărnovo. Maria, vedova di Costantino Tih, sposò Ivailo, che si proclamò a quel punto imperatore. Dopo una campagna militare infruttuosa, Michele VIII si rivolse nuovamente ai mongoli, che attaccarono la [[Dobrugia]], sbaragliarono l'esercito di Ivailo e lo costrinsero a ritirarsi a [[Silistra|Drăstăr]], dove resistette all'assedio nemico per tre mesi.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 224-226}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 196-197}}.</ref><ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 81}}.</ref> Dopo la sconfitta, la nobiltà bulgara tradì Ivailo e Ivan Asen III, aprendo le porte della capitale Tărnovo. Nel 1279 Ivailo ruppe il blocco e iniziò ad assediare la città, presidiata dai romei. Per fornire maggiore aiuto a Ivan Asen III, fu inviato un esercito bizantino composto da {{formatnum:10000}} uomini, che Ivailo sconfisse con un numero minore di combattenti nella [[battaglia di Devina]]. I nuovi soldati inviati, circa {{formatnum:5000}}, affrontarono la stessa sorte, evento che costrinse Ivan Asen III a scappare.<ref name="and227">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 227}}.</ref> Malgrado le vittorie, la posizione di Ivailo non si rafforzò, considerando che dopo due anni di guerra costante il sostegno popolare appariva oltremodo basso. Oltre a non essere riuscito a sconfiggere definitivamente i mongoli, la nobiltà rimase sempre ostile nei suoi confronti, probabilmente anche per via delle sue umili origini. Verso la fine del 1280, Ivailo cercò protezione dai suoi vecchi nemici, i mongoli, che invece lo uccisero su iniziativa bizantina.<ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 83}}.</ref> La nobiltà bulgara individuò nell'influente nobile e sovrano [[Červen Brjag|Červen]] [[Giorgio I di Bulgaria|Giorgio Terter]] il nuovo imperatore, che rimase al potere per dodici anni. Durante questo periodo, l'influenza dei mongoli crebbe ancora di più e nel sud i bizantini conquistarono il resto della Tracia. La situazione instabile continuò fino al 1300, quando addirittura il mongolo [[Čaka di Bulgaria|Čaka Nogaj]] si impose a Tărnovo per alcuni mesi.<ref>{{cita|Vásáry (2005)|pp. 87-89}}.</ref>
 
=== Stabilizzazione temporanea ===
[[File:Silver coin of Theodore Svetoslav.png|miniatura|sinistra|Moneta d'argento di [[Teodoro Svetoslav]]]]
 
Nel 1300, [[Teodoro Svetoslav]], il figlio maggiore di Giorgio Terter, approfittò della guerra civile in corso nell'Orda d'Oro, rovesciò Čaka e inviò i suoi ambasciatori presso il [[khan]] mongolo [[Tokta]]. La sua azione pose fine all'interferenza mongola negli affari interni bulgari e assicurò la [[Bessarabia]] meridionale fino a Belgrado.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 228}}.</ref> Il nuovo imperatore si preoccupò di risanare l'economia, soggiogò molti aristocratici semi-indipendenti e giustiziò come traditori tutti coloro che avevano fornito aiuto ai mongoli, compreso il patriarca [[Gioacchino III di Bulgaria|Gioacchino III]].<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 247}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 229}}.</ref><ref>{{cita|Vásáry (2005)|p. 110}}.</ref> I bizantini preferivano per ovvie ragioni preservare una costante instabilità in Bulgaria, motivo per cui sostennero con il loro esercito due pretendenti al trono bulgaro, Michele Asen II e il sebastocratore Radoslav Vojsil. Tuttavia [[Aldimir]], zio di Teodoro Svetoslav e despota di [[Kran (Starà Zagora)|Kran]], intercettò e sconfisse i soldati fedeli ai pretendenti.
 
Nel 1303 e nel 1304 i bulgari attaccarono più volte i bizantini e conquistarono molte città portuali situate sulla costa del [[Mar Nero]] e a sud della catena dei Balcani.<ref name="ost448">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 448}}.</ref> I romei cercarono di fermarli, ma furono di nuovo pesantemente sconfitti nella [[battaglia di Skafida]]. Nel 1307, dopo la disfatta, i vinti dovettero firmare un trattato di pace ai sensi del quale riconoscevano le conquiste bulgare.<ref name="ost448"/><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 229-230}}.</ref> Teodoro Svetoslav trascorse in pace il resto del suo regno, mantenendo rapporti cordiali con la vicina Serbia. Nel 1318 Tǎrnovo fu persino visitata dal re serbo [[Stefano Uroš II Milutin]] in persona. Gli anni di pace portarono prosperità economica e un aumento degli scambi commerciali. La Bulgaria divenne un'importante regione esportatrice di frumento, in particolare di grano.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 250}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 230}}.</ref>
 
Poco dopo il 1320, quando il nuovo imperatore bulgaro [[Giorgio II di Bulgaria|Giorgio II Terter]] occupò Filippopoli, i rapporti con i bizantini si incrinarono nuovamente. La confusione generata a seguito della morte improvvisa di Terter nel 1322 e il vuoto di potere che si venne a creare furono sfruttati dai bizantini per occupare Tărnovo e altre città della Tracia settentrionale.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 269}}.</ref> L'anno successivo, l'energico despota di [[Vidin]], [[Michele Asen III di Bulgaria|Michele Asen III]], si rivolse immediatamente all'imperatore bizantino [[Andronico III Paleologo]] e pretese la restituzione del territorio bulgaro.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 563}}.</ref> Verso la fine del 1324, i due regnanti firmarono un trattato di pace, che fu rafforzato dal matrimonio tra il sovrano bulgaro e [[Teodora Paleologa]]. Michele Šišman divorziò tuttavia con la moglie serba [[Ana-Neda]], circostanza che portò al deterioramento delle relazioni con la Serbia. Il cambiamento nell'orientamento politico bulgaro può essere spiegato dalla rapida crescita del potere serbo e dalla penetrazione della Serbia in Macedonia.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 454-455}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 270}}.</ref>
 
[[File:Kyustendil-view-and-Konyavska-mountain.jpg|miniatura|upright=1.2|La valle di Velebusdo (odierna [[Kjustendil]]), dove avvenne lo scontro tra i serbi guidati da [[Stefano Uroš III Dečanski|Stefano Dečanski]] e i bulgari agli ordini di [[Michele III Asen di Bulgaria|Michele III Asen]]. Quest'ultimo perse verosimilmente la vita in quell'occasione]]
 
Bulgari e bizantini si accordarono per attaccare insieme la Serbia, ma ci vollero cinque anni prima che le tensioni tra loro si assottigliassero.<ref>{{cita|Každan (1991)|p. 1365}}.</ref> Michele Šišman radunò un esercito di {{formatnum:15000}} uomini e attaccò lui stesso la Serbia. Nella città di confine di [[Kjustendil|Velebusdo]], incontrò un esercito approssimativamente altrettanto numeroso del re serbo [[Stefano Uroš III Dečanski|Stefano Dečanski]]. Entrambi i sovrani aspettavano dei rinforzi, motivo per cui accettarono una tregua di un giorno. Quando un distaccamento di [[almogaveri]] sotto il comando del figlio del re Stefano Dušan si unì all'esercito serbo, questo schieramento ruppe l'accordo, attaccò l'esercito bulgaro e lo surclassò; Michele Šišman perse verosimilmente la vita durante la battaglia.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 262}}.</ref> Dopo la vittoria, i serbi non si cimentarono in una campagna su larga scala in Bulgaria e si scelse dunque di concordare la pace. Di comune accordo, il trono bulgaro fu occupato dal figlio maggiore dell'imperatore assassinato [[Ivan Stefan di Bulgaria|Ivan Stefano]] e Teodora Paleologa, moglie di Michele III Asen, fu costretta a ritornare a Costantinopoli.<ref name="ost457">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 457}}.</ref> Il nuovo imperatore non rimase tuttavia al potere nemmeno per un anno, complice lo scarso sostegno di cui godeva.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 266}}.</ref> Benché la Bulgaria non cedette alcun territorio a seguito della guerra con la Serbia, essa non poté comunque far nulla per arrestare l'espansionismo serbo in Macedonia.<ref name="fin272">{{cita|Fine (1987)|p. 272}}.</ref>
 
Dopo la sconfitta bulgara a Velebusdo, la Bulgaria fu attaccata dai bizantini con il pretesto di vendicare l'allontanamento di Teodora Paleologa e dovette cedere molti territori, città e castelli nella Tracia settentrionale.<ref name="ost457"/> I successi dei romei terminarono nel 1332, quando l'imperatore bulgaro [[Ivan Alessandro di Bulgaria|Ivan Alessandro]] prevalse nella [[battaglia di Rusokastro]] e riottenne una cospicua percentuale di quanto perduto.<ref name="fin272"/><ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 269-271}}.</ref>
 
Nel 1344, i bulgari fedeli a [[Giovanni V Paleologo]] si unirono alla sua [[Guerra civile bizantina del 1341-1347|guerra civile]] in corso contro [[Giovanni VI Cantacuzeno]]. Essi si assicurarono cinque città situate lungo il fiume [[Evros (fiume)|Marica]], inclusi i monti Rodopi e Filippopoli. Tali conquiste coincisero con l'ultima grande fase di espansione della Bulgaria medievale, avvenuta in concomitanza con le prime incursioni compiute dai turchi ottomani nell'Impero bizantino.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 272}}.</ref>
 
=== Dissoluzione ===
{{vedi anche|Guerre bulgaro-ottomane|Storia della Bulgaria ottomana}}
[[File:Bulgaria_Ivan_Alexander_(1331-1371)_Ita.png|miniatura|upright=1.4|Il Secondo Impero bulgaro sotto [[Ivan Alessandro di Bulgaria|Ivan Alessandro]] intorno al 1340]]
 
I tentativi di Ivan Alessandro di scacciare i [[Impero ottomano|turchi ottomani]] fallirono dopo due sconfitte tra il 1340 e il 1350; è probabile che il suo primogenito e successore, [[Michele Asen IV di Bulgaria|Michele Asen IV]], così come il secondo figlio [[Ivan Asen V]], perirono in quelle circostanze.<ref>{{cita|Petkov (2008)|p. 303, nota 137}}.</ref> I rapporti dell'imperatore con suo figlio [[Ivan Sracimir di Bulgaria|Ivan Sracimir]], il quale esercitava il suo potere a [[Vidin]], dopo il divorzio di Ivan Alessandro dalla moglie serba e il matrimonio con una donna ebrea cristianizzata nel 1349, Sara-Teodoro, generò delle grosse increspature. Quando l'imperatore nominò suo figlio [[Ivan Šišman]] come suo successore, Ivan Sracimir dichiarò la sua indipendenza.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 273}}.</ref>
 
Nel 1366, Ivan Alessandro non permise all'imperatore bizantino [[Giovanni V Paleologo]], di ritorno da una storica trasferta diplomatica che lo aveva portato all'estero in [[Regno d'Ungheria (1000-1538)|Ungheria]], di transitare attraverso il suo territorio.<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|pp. 483-484}}.</ref> A sbloccare la situazione fu soltanto l'intervento del cugino dell'imperatore [[Amedeo VI di Savoia]], detto "Conte Verde" e impegnato nella [[crociata sabauda]].<ref name="ost484">{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 484}}.</ref> Amedeo non attaccò infatti l'Impero ottomano, come si era prefissato, ma la costa bulgara del Mar Nero. Ciò consentì a Costantinopoli di riottenere [[Sozopoli]], Mesembria, Anchialo ed Emona, malgrado le pesanti perdite subite durante il fallito assedio di Varna.<ref name="ost484"/> Alla fine, i bulgari permisero il passaggio dell'imperatore, ma le città perdute rimasero in mano bizantina.<ref name="ost484"/>
 
[[File:Baba Vida Klearchos 1.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.1|[[Baba Vida]], la fortezza di [[Vidin]]]]
 
Nel nord-ovest, i serbi attaccarono e conquistarono Vidin nel 1365. Quattro anni dopo, Ivan Alessandro liberò la sua provincia con l'aiuto dei suoi vassalli ''[[de iure]]'' [[Vladislav I di Valacchia|Ladislao I di Valacchia]] e [[Dobrotitsa]].<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 275}}.</ref><ref>{{cita|Koledarov (1989)|pp. 13-25, 102}}.</ref> La sua morte nel 1371 portò all'irreversibile frammentazione della Bulgaria tra Ivan Šišman di Tărnovo, Ivan Sracimir di Vidin e Dobrotitsa di [[Despotato di Dobrugia|Dobrugia]]. Nel XIV secolo, l'esploratore e viaggiatore tedesco [[Johann Schiltberger]] descrisse la Bulgaria come segue:
 
{{citazione|Sono stato in tre terre e tutte e tre si chiamano Bulgaria. La prima Bulgaria si estende dalle [[Porte di Ferro]] a sud, ossia dove termina l'Ungheria. La sua capitale è [[Regno di Vidin|Vidin]]. Un'altra Bulgaria si trova a ridosso della [[Valacchia]]. La sua capitale si chiama Tărnovo. La terza Bulgaria è situata dove il Danubio sfocia nel mare. La sua capitale è a poca distanza dal [[Kaliakra]].|Johann Schiltberger, ''Reisebuch''<ref>{{cita pubblicazione|autore=Peter Delev|autore2=Valery Katsunov|autore3=Plamen Mitev|autore4=Eugenia Kalinova|autore5=Iskra Baeva|autore6=Boyan Dobrev|anno=2006|titolo=Булгария при Иван Александар|titolotradotto=La Bulgaria sotto lo zar Ivan Alessandro|rivista=Istoriya i tsivilizatsiya za 11-ti klas|numero=19|lingua=bg|editore=Trud, Sirma}}</ref>}}
Il 26 settembre 1371, gli ottomani sconfissero un grande esercito cristiano comandato dai fratelli serbi [[Vukašin Mrnjavčević]] e [[Jovan Uglješa]] nella [[battaglia della Marizza]]. Dopo la vittoria, gli ottomani iniziarono immediatamente a penetrare in Bulgaria e conquistarono la Tracia settentrionale, i monti Rodopi, [[Kostenec]], [[Ihtiman]] e [[Samokov]], evento che limitò notevolmente il potere di Ivan Šišman nei Balcani settentrionali e nei dintorni di Sofia.<ref name="and282">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 282}}.</ref> Il monarca bulgaro non poté resistere agli ottomani e divenne loro vassallo, ottenendo in cambio alcune città perdute e dieci anni di pace instabile.<ref name="and282"/><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 655-656}}.</ref>
 
[[File:Nicopol final battle 1398.jpg|miniatura|Illustrazione dedicata alla [[battaglia di Nicopoli]] del 1396. La sconfitta della coalizione anti-ottomana segnò in negativo il destino del Secondo Impero bulgaro, entrato da allora in una crisi irreversibile fino alla sua dissoluzione]]
 
Le incursioni ottomane si susseguirono poco dopo il 1380, culminando nella caduta di Sofia nel 1382 o 1385.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 407}}.</ref> Nel frattempo, Ivan Šišman rimase in guerra con la Valacchia fino al 1384. Secondo la ''[[Cronaca anonima della Bulgaria]]'', i soldati uccisero il duca [[Dan I di Valacchia]] nel settembre del 1386.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 266}}.</ref> Egli mantenne anche rapporti ondivaghi con Ivan Sracimir, che nel 1371 interruppe ogni contatto con Tărnovo e separò la [[Eparchia di Vidin|diocesi di Vidin]] dal Patriarcato di Tărnovo.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 367}}.</ref> I fratelli non parteciparono alle campagne difensive condotte contro gli ottomani. A giudizio dello storico [[Konstantin Jireček]], invece, combatterono duramente per il possesso di Sofia.<ref>{{cita|Jireček (1978)|p. 387}}.</ref> In virtù delle sue guerre condotte, Ivan Šišman violò i suoi obblighi di vassallo riguardo alla partecipazione dei suoi soldati alle lotte contro gli osmanici, cogliendo invece ogni opportunità per cooperare con i serbi e gli ungheresi. Questa serie di coincidenze portò alle grandi campagne ottomane del 1388 e del 1393.
 
Nonostante la strenua resistenza offerta dai difensori, gli ottomani conquistarono molte importanti città e fortezze nel 1388 e, un lustro più tardi, a seguito dell'[[Assedio di Tarnovo|assedio di Tărnovo]] durato tre mesi, gli aggressori fecero il loro ingresso nella capitale.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 283-284, 286}}.</ref><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 662-663}}.</ref> Ivan Šišman morì nel 1395, quando i turchi sotto il comando di [[Bayezid I]] conquistarono l'ultima fortezza bulgara, [[Nicopoli]].<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 666}}.</ref> Ivan Sracimir si unì alla crociata del re ungherese [[Sigismondo d'Ungheria|Sigismondo]] l'anno seguente. Dopo la disfatta riportata dall'esercito cristiano nella [[battaglia di Nicopoli]], gli osmanici attaccarono e conquistarono immediatamente Vidin, causando la dissoluzione definitiva dello Stato bulgaro medievale.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 297}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 424-425}}.</ref> I focolai di resistenza fomentati da [[Costantino II di Bulgaria|Costantino II]] e dal principe [[Fružin]] si esaurirono solo nel 1422.
 
== Politica ==
=== Ordinamento dello Stato ===
 
Da un punto di vista strutturale, il Secondo Impero bulgaro era una [[monarchia]] ereditaria «fortemente centralizzata e di tipo orientale» governata da un sovrano detto [[zar]].<ref>{{cita web|sito=Treccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/l-europa-tardoantica-e-medievale-la-nascita-degli-stati-fuori-dei-confini-dell-impero-la-bulgaria_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/|capitolo=L'Europa tardoantica e medievale. La nascita degli Stati fuori dei confini dell'impero. La Bulgaria|autore=[[Dimităr Ovčarov|Dimitar Ovčarov]]|autore2=[[Nikolaj Ovčarov|Nicolaj Ovčarov]]|titolo=Il Mondo dell'Archeologia|anno=2004|accesso=15 luglio 2023}}</ref> Il titolo esisteva già nel X secolo, all'epoca del [[Primo Impero bulgaro]], e veniva enfatizzato con la formula «In Cristo Dio fedele imperatore e autocrate», a cui talvolta si aggiungeva «[di tutti i bulgari] e i romani, i greci e i valacchi». La locuzione «di tutti i bulgari» fu introdotta nel XIV secolo, quando l'impero perse gran parte del territorio abitato dai bulgari, e stava a significare che i governanti esercitavano la formale autorità anche su quei conterranei che vivevano al di fuori dei confini politici amministrati dal sovrano di turno.<ref name="pet608">{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|p. 608}}.</ref>
 
[[File:Rilla charter of Ivan Shishman.png|upright=0.9|miniatura|I decreti reali bulgari medievali, incluso il ''Decreto Rila'' emesso da [[Ivan Šišman di Bulgaria|Ivan Šišman]] del 1378 raffigurato nell'immagine, rappresentano un'importante fonte di informazioni sulla società bulgara medievale e sul funzionamento dell'apparato statale]]
 
L'imperatore aveva l'autorità suprema sugli affari statali e religiosi, motivo per cui l'andamento dell'impero dipendeva fortemente dalle sue capacità personali.<ref>{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|p. 402}}.</ref> Anziché lasciare la gestione a governanti minorenni, quando occorreva lo Stato era guidato da un reggente, che nel più dei casi corrispondeva alla figura dell'imperatrice madre, del patriarca o dei membri più anziani della dinastia regnante.<ref name="bak403">{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|p. 403}}.</ref> Con i sempre più rapidi processi di frammentazione feudale nel XIV secolo, divenne consuetudine che i figli del monarca ricevessero titoli governativi già durante il regno dei loro padri; essi erano spesso definiti chiamati co-sovrani o imperatori minori.<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|pp. 611-612}}.</ref>
 
A differenza del Primo Impero bulgaro, l'amministrazione statale del secondo fu fortemente influenzata dall'[[Burocrazia e aristocrazia bizantine|esempio bizantino]]. La maggior parte dei titoli nobiliari o di quelli riservati a cortigiani e a funzionari traeva la propria origine da termini in [[Lingua greca bizantina|greco bizantino]] che venivano tradotti poi in [[Lingua bulgara|bulgaro]]. Benché vi fossero alcune differenze nell'organigramma burocratico, delle descrizioni dettagliate relative al funzionamento dell'amministrazione bulgara sopravvivono soltanto in poche fonti primarie.<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|p. 618}}.</ref> Il consiglio dei [[Boiardo (storia)|boiardi]], che comprendeva i nobili più influenti e il patriarca, si occupava di politica estera e interna, comprese le dichiarazioni di guerra, la stipula di alleanze e la firma di trattati di pace.<ref name="bak404">{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|p. 404}}.</ref> I più alti funzionari statali erano il [[Logoteta|grande logoteta]], che aveva grosso modo il ruolo di un [[primo ministro]], e il [[protovestiario]], il quale era responsabile della tesoreria e delle politiche economiche.<ref name="bak404"/> I titoli dell'alta corte, come quello di [[despota (titolo)|despota]] e [[sebastocratore]], venivano conferiti principalmente ai parenti del sovrano e non erano sempre associati a funzioni amministrative.<ref>{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|pp. 404-405}}.</ref>
 
=== Suddivisioni amministrative ===
[[File:Carevec fortress Veliko Tarnovo 1359.jpg|miniatura|upright=1.2|sinistra|La fortezza di Tsaverets a [[Veliko Tărnovo]], la capitale del Secondo Impero bulgaro]]
 
La capitale del Secondo Impero bulgaro era [[Veliko Tărnovo|Tărnovo]], che godeva di una sorta di [[statuto speciale]] sotto l'autorità diretta dell'imperatore.<ref>{{cita|Koledarov (1989)|p. 12}}.</ref> Il paese era diviso in province, il cui numero variò a seconda dell'estensione dei confini imperiali. Nelle fonti primarie di cui si ha conoscenza, le province erano chiamate "hora", rifacendosi al termine greco "χώρα" (''chora''), oppure in bulgaro "terra" (земя, trasl. ''zemja''), "strana" (страна) e "oblast" (област). Per designare un'unità amministrativa, si aggiungeva solitamente il nome del suo centro principale (ad esempio, per indicare il distretto della capitale si diceva "regione di Tărnovo).<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|p. 615}}.</ref><ref>{{cita|Koledarov (1989)|pp. 9-10}}.</ref> I governatori delle province, nominati dall'imperatore, erano chiamati [[voivoda]] o "kefalia", con i termini che si ispirano ai "dux" (δουξ) e "[[kephale]]" (κεφαλή) bizantini. Le province erano ulteriormente ripartite in catepanati ("katepanikas", sin. "katepanikon", dal bizantino "katepanikion", κατεπανίκιον), a cui capo vi era un [[catepano]] subordinati ai duchi.<ref name="kol10">{{cita|Koledarov (1989)|p. 10}}.</ref> Durante la parentesi al potere di Ivan Asen II (r. 1218-1241), l'impero risultava diviso nelle province di Belgrado, Braničevo, [[Stara Zagora|Beroe]], Adrianopoli, Dimotika, Skopje, Prilep, Devol e dell'[[Albania]].<ref name="kol10"/>
 
=== Forze armate e pubblica sicurezza ===
[[File:The fortress of Shumen.jpg|miniatura|Veduta aerea della fortezza di [[Šumen]], importante fortezza nella Bulgaria orientale]]
 
Lo zar del Secondo Impero bulgaro era anche il comandante in capo del suo esercito. Il secondo più alto comandante era quello del grande (''velik'') voivoda. Le singole divisioni militari erano comandate dai voivodi, mentre i [[prōtostratōr]] erano responsabili della difesa di alcune province e del reclutamento dei soldati.<ref>{{cita libro|lingua=en|p=355|autore=Ivan Biliarskij|anno=2011|titolo=Word and Power in Mediaeval Bulgaria|città=Leiden, Boston|editore=Brill|isbn=978-90-04-19145-7}}</ref>
 
Alla fine del XII secolo, l'esercito poteva contare sulla mobilitazione di {{formatnum:40000}} uomini,<ref name="and145"/> mentre nel primo decennio del XIII secolo lo Stato poteva mobilitare circa {{formatnum:100000}} uomini. Kalojan disse di essere pronto a mettere a disposizione proprio questo numero di soldati in occasione della [[quarta crociata]], più precisamente quando [[Baldovino I di Costantinopoli|Baldovino delle Fiandre]] stava per attaccare [[Assedio di Costantinopoli (1204)|Costantinopoli]] nel 1204.<ref name="and166">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 166}}.</ref> Alla fine del XIII secolo, il numero dei soldati era sceso a meno di {{formatnum:10000}}. Le fonti lasciano intendere che gli eserciti bizantini sconfitti e composti da {{formatnum:5000}} e {{formatnum:10000}} soldati superassero in termini numerici l'esercito di Ivailo. Con la stabilizzazione politica della Bulgaria avvenuta nella prima metà del XIV secolo, intorno al 1330 la forza militare aumentò a {{formatnum:11000}}-{{formatnum:15000}} uomini.<ref name="and269">{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|p. 269}}.</ref> I guerrieri erano ben equipaggiati, essendo dotati in caso di bisogno di armi d'assedio tra cui [[Ariete (arma)|arieti]], [[Torre d'assedio|torri d'assedio]] e [[Catapulta|catapulte]].
 
L'esercito bulgaro impiegò diverse tattiche belliche, a seconda dell'esperienza dei soldati e delle caratteristiche del terreno. I passi di montagna dei Balcani giocarono un ruolo importante nella strategia militare e nella difesa contro il potente esercito bizantino. In tempi di guerra, i bulgari impiegavano la cavalleria leggera per devastare il territorio nemico su un ampio fronte, saccheggiare villaggi e piccole città, bruciare raccolti e prendere persone e bestiame. L'esercito tendeva a muoversi assai spesso. Nei quattro giorni precedenti alla [[battaglia di Klokotnica]] del 1230, ad esempio, l'esercito bulgaro percorse tre volte la distanza che il [[Despotato d'Epiro]] percorse in una settimana. Nel 1332 è noto che le armate percorsero 230 km in cinque giorni.<ref name="and269"/>
 
Il generale ottomano [[Lala Shahin Pascià|Lala Şahin Pascià]] scrisse della guarnigione di Sofia:<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Historian concludes: "While they drink rakia, the Bulgarians are invincible"|url=https://lordsofthedrinks.org/2015/07/29/historian-concludes-while-they-drink-rakia-the-bulgarians-are-invincible/|autore=Micky Bumbar|data=29 luglio 2015|accesso=13 luglio 2023}}</ref>
 
{{citazione|Nella fortezza [di Sofia] vi è una numerosa guarnigione di alto livello, i cui soldati sono robusti, baffuti e temprati dalla battaglia, ma si godono vino e [[rakija]] - in breve, un'allegra fratellanza.}}
 
La Bulgaria mantenne una lunga catena di fortezze funzionali alla difesa dell'impero il cui centro principale era costituito dalla capitale Tărnovo. A nord esistevano delle fortezze attive su entrambe le sponde del Danubio, mentre a sud vi era un triplice gruppo di fortificazioni: il primo era situata lungo i monti Balcani, il secondo lungo la [[Vitoša]], i [[monti Rodopi]] e la catena montuosa del [[Monti Šar|Šar]], mentre la terza lungo la valle del fiume [[Arda (Evros)|Arda]]. A ovest vi era una serie di fortezze nella valle della [[Morava meridionale]].<ref>{{cita|Koledarov (1989)|pp. 13, 26-27}}.</ref>
 
Nel corso del tempo, soldati e mercenari stranieri svolsero un ruolo importante nell'esercito bulgaro e nelle sue tattiche. Sin dallo scoppio della [[rivolta di Asen e Pietro]] contro i bizantini e successivamente contro i crociati, la cavalleria leggera e mobile [[Cumani|cumana]] trovò ampio impiego. Kalojan disponeva di ben {{formatnum:14000}} cavalieri cumani nella [[Battaglia di Adrianopoli (1205)|battaglia di Adrianopoli]].<ref name="and166"/> I loro comandanti entrarono a far parte della nobiltà bulgara e alcuni riuscirono a rivestire alte cariche amministrative o militari.<ref>{{cita|Andreev e Lalkov (1996)|pp. 167-169}}.</ref> Nel XIV secolo, la Bulgaria fece sempre più affidamento su combattenti stranieri, tra cui cavalieri dell'Europa occidentale, [[mongoli]], [[osseti]] e [[valacchi]]. Michele III Šišman e Ivan Alessandro vantavano una divisione composta da {{formatnum:3000}} cavalieri mongoli nei loro eserciti.<ref name="and166"/> Nel 1350, l'imperatore Ivan Alessandro assunse anche dei guerrieri ottomani, proprio come l'imperatore bizantino e i [[russi]].<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=David Nicolle|autore2=Angus McBride|anno=1988|titolo=Hungary and the Fall of Eastern Europe 1000-1568|editore=Osprey Publishing|p=24}}</ref>
 
== Società ed economia ==
 
La società bulgara era divisa essenzialmente in tre classi sociali: il clero, la nobiltà e i contadini. La nobiltà includeva i boiardi, che erano noti come "boylas" già nel Primo Impero bulgaro e rappresentavano l'aristocrazia più abbiente, i giudici e l'intero esercito.<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|pp. 615-616}}.</ref> I boiardi erano divisi in boiardi superiori e inferiori. I primi erano latifondisti che a volte vantavano a titolo di [[Feudo|feudi]] decine o addirittura centinaia di villaggi; inoltre, spesso ricoprivano alte cariche amministrative o militari.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 193}}.</ref> La maggioranza del terzo ceto sociale era costituita da contadini subordinati o al governo centrale o ai feudatari locali. Il numero di questi ultimi aumentò notevolmente durante il processo di feudalizzazione della Bulgaria.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 203}}.</ref> La possibilità di ereditare una proprietà era concessa soltanto agli adulti e non ai figli in tenera età.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|pp. 203-205}}.</ref>
 
[[File:NHMB-Nikopol-treasure-14centuryAD-vessel.jpg|sinistra|miniatura|Vassoio d'argento dal tesoro di Nicopoli, XIV secolo]]
 
L'economia del Secondo Impero bulgaro si basava sull'agricoltura, l'estrazione mineraria, l'artigianato tradizionale e il commercio. Dal XII al XIV secolo l'agricoltura e la zootecnia assunsero un ruolo preminente. In [[Mesia]], [[Stara Zagora|Zagora]] e [[Dobrugia]] si produceva principalmente grano, considerato di altissima qualità.<ref name="ros396">{{cita libro|autore=Barbara H. Rosenwein|titolo=Reading the Middle Ages: Sources from Europe, Byzantium, and the Islamic World|url=https://books.google.it/books?id=NZVbAgAAQBAJ&pg=PA396|edizione=2|anno=2013|editore=University of Toronto Press|lingua=en|isbn=978-14-42-60602-9}}</ref> La coltivazione del frumento, dell'orzo e del [[Panicum miliaceum|miglio]] si diffuse anche nella maggior parte della [[Tracia]].<ref name="ros396"/> La domanda aumentò a seguito della conquista ottomana dell'[[Asia minore]].<ref name="dui515">{{cita|Duĭčev (1965)|p. 515}}.</ref> Il vino veniva prodotto nelle zone vinicole della Tracia, nei pressi del [[Mar Nero]] e nelle valli dello [[Struma (fiume)|Struma]] e del [[Vardar]], in Macedonia.<ref>{{cita|Angelov (1950)|p. 428}}.</ref> Dall'inizio del XIII secolo, la coltivazione di ortaggi, frutta e uva divenne sempre più importante.<ref>{{cita|Angelov (1950)|p. 429}}.</ref> Gli estesi boschi e pascoli, soprattutto nelle zone montuose e pedemontane, permettevano l'allevamento del bestiame.<ref name="dui515"/> Col tempo si svilupparono anche la [[bachicoltura]] e soprattutto l'[[apicoltura]]. Il miele e la cera d'api di Zagor erano tra i prodotti delle api di migliore qualità e pregio sul mercato bizantino.<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|p. 238}}.</ref> La legna veniva tagliata solo in una parte delle foreste (''branišča''), mentre alcune porzioni erano recintate e in queste ultime il disboscamento era vietato.<ref>{{cita|Angelov (1950)|p. 431}}.</ref>
 
Il numero crescente di città fondate incoraggiò lo sviluppo dell'artigianato, della metallurgia e dell'industria mineraria. I prodotti agricoli venivano trasformati principalmente in pane, formaggio, burro e vino. Il sale si estraeva principalmente nelle lagune del Mar Nero a nord di [[Burgas]].<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|pp. 266, 293-294}}.</ref> Tra i mestieri praticati più comuni vi erano il calzolaio, il falegname, il sarto e il conciatore. Varna era nota per il trattamento delle pellicce di volpe, destinate principalmente all'abbigliamento di lusso e ai copricapi degli aristocratici.<ref>{{cita|Lišev (1970)|p. 84}}.</ref> Secondo le informazioni riportate dalle fonti occidentali, vi era molta seta in Bulgaria. Il cavaliere della [[Piccardia]] [[Roberto de Clari]] la menziona in un omaggio alla principessa bulgara Maria:
 
{{citazione|Il tappeto di seta, così lungo da strascicare sette o otto passi dietro di lui, copriva più di un cavallo. Nessun tessuto di seta si è strappato, ma ha mantenuto il suo spendlore e la sua nobiltà, nonostante i tappeti siano stati trascinati nel fango e nelle strade dissestate.|Roberto de Clari<ref>{{cita|Petrov e Gjuzelev (1978)|p. 293}}.</ref>}}
 
Fabbri, scalpellini e ingegneri svilupparono catapulte, arieti e altre armi d'assedio impiegate principalmente all'inizio del XIII secolo.<ref>{{cita libro|autore=[[Niceta Coniata]]|titolo=Historia|rivista=GIBI|volume=XI|editore=Accademia bulgara delle scienze|città=Sofia|p=88}}</ref> La lavorazione dei metalli crebbe principalmente nella Bulgaria occidentale a [[Čiprovci]], Velebusdo e Sofia, mentre nell'est a Tărnovo e Mesembria.<ref>{{cita|Lišev (1970)|p. 91}}.</ref>
[[File:Coin Ivan Alexander with Michael Asen IV.jpg|miniatura|Moneta con l'immagine di Ivan Alessandro e di suo figlio Michele Asen IV (retro)]]
 
Nel Secondo Impero bulgaro, la monetazione aumentò costantemente e raggiunse il suo apice durante il regno di Ivan Alessandro (r. 1331-1371). L'imperatore Kalojan (r. 1197-1207) ottenne il diritto di coniare delle proprie monete insieme al riconoscimento del papa. Nella metà del XIII secolo si svilupparono laboratori di incisione e delle zecche ben organizzati, in cui venivano realizzate monete di rame, bronzo e argento.<ref>{{cita|Dočev (1992)|p. 312}}.</ref><ref>{{cita|Radušev e Žekov (1999)|pp. 10, 13}}.</ref> La riforma monetaria introdotta dall'imperatore Costantino Tih (r. 1257-1277) impiantò gradualmente il sistema monetario in Bulgaria. La rivolta di Ivajlo e le incursioni dei mongoli alla fine del XIII secolo destabilizzarono così tanto la zecca che il denaro prodotto precipitò di un decimo.<ref>{{cita|Dočev (1992)|pp. 181-183}}.</ref> Con la ristabilizzazione dell'impero dopo il 1300, i monarchi bulgari aumentarono la quantità di denaro in circolazione, comprese le monete d'argento, e il pagamento esclusivamente in valuta emessa in Bulgaria non avvenne se non dal 1330.<ref>{{cita|Dočev (1992)|pp. 183-184}}.</ref> La disintegrazione dell'autorità centrale alla vigilia dell'invasione ottomana portò alla coniazione di pezzi rudimentali, senza l'indicazione di un sovrano e mal contraffatti.<ref>{{cita|Radušev e Žekov (1999)|p. 21}}.</ref> Oltre alle monete bulgare entrarono in circolazione anche quelle bizantine, latine, veneziane, serbe e mongole. Nella seconda metà del XIV secolo, la quantità di denaro emesso dalle zecche bulgare iniziò ad aumentare, motivo per cui le autorità iniziarono a limitare la quantità di denaro straniero in circolazione.<ref>{{cita|Dočev (1992)|p. 313}}.</ref> Le monete venivano coniate anche da alcuni magnati bulgari indipendenti e semi-indipendenti, tra cui Svetoslav e Dobrotitsa.<ref>{{cita|Radušev e Žekov (1999)|pp. 15, 21}}.</ref>
 
== Religione ==
=== Politica religiosa ===
[[File:Pantokrator church in Nessebar (Bulgaria).jpg|sinistra|miniatura|upright=1.1|Chiesa del Cristo Pantocratore a [[Nesebăr]]]]
 
Dopo la costituzione dello Stato, le prime priorità della politica estera riguardarono il riconoscimento del titolo imperiale del monarca e la restaurazione del patriarcato bulgaro. La costante guerra con l'Impero bizantino costrinse i sovrani bulgari a rivolgersi al papato. Nella sua corrispondenza con [[Papa Innocenzo III|Innocenzo III]], Kalojan chiese il riconoscimento del titolo imperiale sulla base di motivazioni storiche legate al [[Primo Impero bulgaro]].<ref name="boz445"/> In cambio, Kalojan promise al pontefice il riconoscimento della sovranità del papato sulla Chiesa bulgara.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 444-445}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 55}}.</ref> L'alleanza tra la Bulgaria e Roma fu formalizzata il 7 ottobre 1205, quando il legato pontificio incoronò come sovrano Kalojan e l'arcivescovo Basilio di Tărnovo fu dichiarato primate. Nelle sue lettere alla [[Santa Sede]], Basilio si rivolgeva a se stesso come "patriarca", appellativo a cui Roma non si opponeva.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 444-446}}.</ref> Kalojan, allo stesso modo di [[Boris II di Bulgaria|Boris II]] (r. 852-889) trecento anni prima di lui, negoziò con il papato soltanto su questioni politiche e senza alcuna seria intenzione di convertirsi al [[cattolicesimo]]. L'unione con Roma durò fino al 1235 e non ebbe alcun effetto sulla Chiesa bulgara, che continuò a praticare consuetudini e riti ortodossi.<ref name="fin56"/>
 
Le ambizioni della Bulgaria di diventare il centro religioso del mondo ortodosso ebbero un ruolo importante nella dottrina di stato. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1204, Tărnovo divenne per un certo periodo il centro principale della religione ortodossa.<ref>{{cita|Duĭčev (1965)|p. 210}}.</ref> Gli imperatori bulgari raccolsero con avidità delle reliquie di santi cristiani per aumentare il prestigio della loro capitale.<ref>{{cita|Duĭčev (1965)|p. 276}}.</ref> Il riconoscimento ufficiale del Patriarcato bulgaro, restaurato al Concilio di [[Lampsaco]] nel 1235, costituì un passo importantissimo nella realizzazione del sogno bulgaro di proporsi come una Seconda Costantinopoli.<ref name="dui815">{{cita|Duĭčev (1965)|pp. 8, 15}}.</ref> Il Patriarcato si oppose vigorosamente all'iniziativa del papato di riunire la Chiesa ortodossa a Roma. L'apparente volontà di compromesso del Patriarcato di Costantinopoli e dell'imperatore bizantino al [[Concilio di Lione II|Secondo Concilio di Lione]] del 1272-1274 fu aspramente criticata dal patriarca bulgaro Ignazio, che fu chiamato «il pilastro dell'Ortodossia».<ref>{{cita|Zlatarski (1972)|p. 535}}.</ref> Egli inviò una delegazione al [[Patriarchi di Gerusalemme|patriarca di Gerusalemme]] con il compito di formare un'alleanza anti-bizantina, che comprendesse gli altri due patriarchi orientali. La delegazione non raggiunse tuttavia l'obiettivo.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 514}}.</ref><ref>{{cita|Zlatarski (1972)|pp. 536-537}}.</ref>
 
Le controversie con il Patriarcato di Costantinopoli sulla legittimità del Patriarcato bulgaro si intensificarono nel XIV secolo. Nel 1355, il patriarca ecumenico [[Callisto I di Costantinopoli|Callisto I]] cercò di imporre la sua suprema autorità sulla Chiesa bulgara sostenendo che, secondo le disposizioni del Concilio di Lampsaco, essa rimaneva subordinata a Costantinopoli e quindi doveva versarle una tassa annuale. Le richieste non erano avvalorate da documenti ufficiali, motivo per cui le autorità ecclesiastiche bulgare non le presero in considerazione.<ref>{{cita|Zlatarski (1972)|pp. 596-602}}.</ref>
 
L'impianto ecclesiastico bulgaro si ispirava alle tradizioni del Primo Impero bulgaro. Il capo della Chiesa era il patriarca bulgaro, il quale faceva parte del consiglio di governo (''Sinklit'') e, se necessario, fungeva da reggente.<ref name="bc">{{cita web|url=https://bg-patriarshia.bg/en/history|titolo=History of Bulgarian Church|accesso=13 luglio 2023|lingua=en}}</ref> Il patriarca era assistito da un'assemblea di vescovi selezionati, sommi sacerdoti e talvolta rappresentanti delle autorità secolari. La Chiesa bulgara seguiva rigorosamente la politica statale dettata dalla corte: il patriarca [[Gioacchino III di Bulgaria|Gioacchino]], ad esempio, venne accusato di tradimento e giustiziato per presunti legami con i mongoli. La maggiore estensione territoriale raggiunta dalla Chiesa bulgara coincise con il regno di Ivan Asen II (r. 1218-1241), quando contava le seguenti quattordici diocesi: [[Eparchia di Varna e Veliki|Preslav]], Červen, [[Eparchia di Loveč|Loveč]], [[Eparchia di Sofia|Sofia]], Oveč, [[Eparchia di Dorostol|Drăstăr]], [[Eparchia di Vidin|Vidin]], Seres, Filipi, Mesembria, Braničevo, Belgrado, Niš e Velebusdo e le cui sedi principali erano situate a [[Eparchia di Veliko Tărnovo|Tărnovo]] e a [[Arcivescovado di Ocrida|Ocrida]].<ref name="bc"/><ref>{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|p. 445}}.</ref>
 
=== Esicasmo ===
[[File:Tetraevangelia of Ivan Alexander 05.png|upright=1.1|miniatura|L'imperatore Ivan Alessandro, patrono dell'[[esicasmo]]]]
 
L'[[esicasmo]] (dal greco ἡσυχασμός, ''esukasmos'', ovvero calma, tranquillità) fu un movimento e una dottrina ascetica diffusa dall'[[Oriente cristiano]] che fiorì nei Balcani soprattutto nel XIV secolo. Il movimento mistico insegnava una tecnica di preghiera spirituale che, attraverso la ripetizione e la corretta respirazione, permetteva di scorgere la luce divina.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 437}}.</ref> L'esicasmo suscitò un'impressione così profonda sull'imperatore Ivan Alessandro (r. 1331-1371) che egli si propose quale patrono dei monaci di quella dottrina. Nel 1335, concesse rifugio a [[Gregorio del Sinai]] e denaro per la costruzione di un monastero a Paroria, sui monti dello [[Strandža]], a sud-est del paese, che attirò il clero dalla Bulgaria, dall'Impero bizantino e dalla Serbia.<ref name="boz619">{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 619}}.</ref> L'esicasmo, attraverso le opere dei discepoli di Gregorio del Sinai, divenne l'ideologia dominante nella Chiesa ortodossa bulgara. Un allievo di Gregorio, [[Teodosio di Tărnovo]], tradusse le sue opere in lingua bulgara. L'ideologia raggiunse il suo apice durante il ministero dell'ultimo patriarca bulgaro medievale, [[Eutimio di Tărnovo]] (1375-1394). Teodosio fondò il monastero di Kilifarevo, vicino alla capitale bulgara, che divenne il nuovo centro esicastico e letterario dell'impero.<ref name="boz619"/><ref name="fin439440">{{cita|Fine (1987)|pp. 439-440}}.</ref> Gli intellettuali mantennero legami permanenti indipendentemente dalla loro etnia, circostanza che ebbe un impatto significativo sugli scambi culturali e religiosi nei Balcani.
 
=== Bogomilismo e altri movimenti eretici ===
Il [[bogomilismo]] fece la sua comparsa già nel X secolo nel Primo Impero bulgaro.<ref name="kaz301">{{cita|Každan (1991)|p. 301}}.</ref> Successivamente esso si diffuse in tutti i Balcani e dopo il crollo del Primo Impero bulgaro fiorì anche in territorio bizantino. La Chiesa Ortodossa d'Oriente dichiarò i bogomili eretici a causa del loro appello alla disobbedienza civile.<ref name="kaz301"/>
 
In Bulgaria, il bogomilismo fu riportato in auge a seguito del declino militare e politico durante il regno dell'imperatore Boril (r. 1207-1218). L'imperatore decise di adottare immediatamente dei seri provvedimenti. L'11 febbraio 1211 presiedette il primo sinodo bulgaro relativo alla setta a Tărnovo, che si concluse con la scelta di intimare i bogomili a convertirsi immediatamente alla religione ortodossa, pena la loro espulsione.<ref>{{cita|Každan (1991)|p. 71}}.</ref><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 470-471}}.</ref><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 100}}.</ref> La Chiesa ortodossa, nonostante la stretta collaborazione con la Chiesa cattolica romana, si attenne strettamente a un ''modus operandi'' autonomo. Nel ''[[Libro di Boril]]'', a lui dedicato, il sovrano omonimo è descritto come un «imperatore ortodosso», e il sinodo di Tărnovo è stato incluso nell'elenco dei sinodi ortodossi.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 471}}.</ref> Le misure di Boril ridussero notevolmente l'influenza del bogomilismo, ma non sradicò del tutto i suoi seguaci.
 
Nel XIV secolo, gli esuli bizantini portarono in Bulgaria diversi movimenti eretici, tra cui l'[[Adamiti|adamismo]] e il [[Barlaam e Iosafat|barlamismo]].<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 441}}. </ref> Nel corso di un concilio tenutosi nella chiesa a Tărnovo nel 1360, al quale parteciparono anche la famiglia imperiale, il patriarca, la nobiltà e il clero, tutti questi movimenti, incluso il bogomilismo e l'[[ebraismo]], furono duramente condannati. Dopo il 1360, i bogomili in Bulgaria scompaiono da qualsiasi fonte, circostanza la quale lasciare intuire che la setta si indebolì molto e contava soltanto pochi sostenitori.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 442}}.</ref> La persecuzione degli adamiti e dei barlamiti restanti continuò su scala minore sotto la guida di Teodosio di Tărnovo e del patriarca Eutimio.<ref name="boz620">{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 620}}.</ref>
 
== Cultura ==
Il Secondo Impero bulgaro rappresentò il centro di una fiorente cultura che raggiunse l'apice tra la metà e la fine del XIV secolo durante il dominio di Ivan Alessandro (r. 1331-1371).<ref name="boz620"/><ref>{{cita|Fine (1987)|p. 435}}.</ref> L'architettura, l'arte e la letteratura bulgara si diffusero anche attraverso i confini della Serbia, della Valacchia, della [[Moldavia]] e dei principati russi e influenzarono le culture slave.<ref name="fin436">{{cita|Fine (1987)|p. 436}}.</ref><ref name="kaz337">{{cita|Každan (1991)|p. 337}}.</ref> La Bulgaria influenzò anche le tendenze culturali contemporanee nell'impero bizantino.<ref name="kaz337"/> Il principale centro culturale e spirituale era Tărnovo, che ambiva come detto a divenire la "Seconda Costantinopoli" o la "Terza Roma".<ref name="dui815"/> I contemporanei la chiamavano Tsarevgrad-Tărnovo, seguendo l'esempio di Zargrad-Costantinopoli.<ref group="nota">"Zargrad" (il termine è generalmente riportato nella forma slava "Cargrad", che si legge allo stesso modo) era il modo con cui gli slavi indicavano Costantinopoli e il territorio immediatamente circostante.</ref><ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 620-621}}.</ref> Altri importanti centri culturali furono Vidin, Sofia, Mesembria e molti monasteri attivi nei vari angoli dell'impero.
[[File:Boyana Angel.jpg|thumb|upright=0.8|Un affresco di San Nicola]]
Nel XIII e nel XIV secolo la Bulgaria divenne un florido centro culturale. La nascita della scuola d'arte era collegata alla costruzione di palazzi e di chiese, all'attività letteraria nella corte regale e nei monasteri e allo sviluppo dell'artigianato. Notabili conquiste di questa scuola sono arrivate fino ad oggi: i dipinti murali delle case dei boiari a [[Trapezica]] e la Chiesa dei quattro santi martiri a [[Veliko Tărnovo]], la chiesa di Bojana (1259) e le Chiese ritagliate nella roccia di Ivanovo. Si sviluppò anche la stesura dei libri, gli esempi includono le ''Cronache di Manasse'', i ''Tetraevangelia di Ivan Aleksandăr'' e lo ''Psalter di Tomič''. Molte reliquie di martiri e santi ortodossi venivano conservate in numerose chiese della capitale Tărnovo, che aveva il soprannome di "''seconda Costantinopoli''".
 
=== Architettura ===
[[File:Asens Fortress TB 10.jpg|miniatura|upright=1.1|sinistra|Chiesa della Santa Madre di Dio nella [[fortezza di Asen]]]]
 
Nel XIII e XIV secolo, nel Secondo Impero bulgaro crebbe una rete di città, comprese alcune la cui popolazione crebbe gradualmente nel corso dei secoli.<ref name="ang379"/><ref name="bak426427"/> Le città vennero costruite principalmente in località difficili da raggiungere e, di solito, consistevano in una sezione esterna e una interna. La nobiltà risiedeva nella [[Cittadella (fortezza)|cittadella]], mentre la maggior parte dei cittadini al di fuori delle mura interne. Si soleva poi separare i quartieri in cui vivevano la nobiltà, gli artigiani, i mercanti e gli stranieri.<ref name="ang379">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 379}}.</ref><ref name="bak426427">{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|pp. 426-427}}. </ref> La capitale Tărnovo sorgeva sulle colline di Tsarevets, Trapezica e la fortezza di Momina, al di sopra dei meandri del fiume [[Jantra]]. Nei sobborghi, lungo il fiume, vi erano anche dei quartieri separati per gli europei occidentali (in particolare il quartiere Frankovska, a sud-est di Tsarevers) ed [[ebrei]] (a sud di Trapezica).<ref>{{cita|Bakalov ''et al.'' (2003)|pp. 427-428}}.</ref>
[[File:Nessebar Pantocrator.jpg|thumb|left|Una delle quaranta chiese di [[Nesebăr]]]]
La maggior parte dei monumenti di questo periodo includevano chiese, monasteri e fortezze. I bulgari generalmente costruivano piccole chiese con piccole porte per dimostrare la propria umiltà e l'omaggio a Dio. Spesso venivano decorate con nicchie, svariati motivi geometrici con mattoni, cubi di pietra e ceramiche; mentre all'interno venivano dipinti meravigliosi affreschi che dal XIII secolo cominciarono ad essere disegnati secondo canoni fissi e divennero realistici.
 
Le fortezze furono costruite su colline e altipiani. Lo storico bizantino [[Niceta Coniata]] riferisce che i castelli bulgari presenti sui Balcani si trovano su «montagne al di sopra delle nuvole».<ref name="ang381">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 381}}.</ref> Costruiti in pietra smussata a seguito di un processo di lavorazione e tenuta insieme con del gesso, differivano dagli edifici monumentali nel nord-est della Bulgaria e risalenti all'epoca del primo impero.<ref name="ang381"/> Gli ingressi e le parti esposte delle mura erano protette da torri merlate. Queste ultime avevano generalmente una forma rettangolare; in alternativa potevano essere irregolari, ovali, tonde, triangolari o a ferro di cavallo.<ref name="ang381"/>
Nel Trecento vennero costruiti molti nuovi monasteri sotto il patrocinio di Ivan Aleksandăr sui fianchi settentrionali della [[Monti balcani|Stara Planina]], specialmente nell'area della capitale Tărnovo, zona che divenne nota come "''Sveta Gora''" (Света Гора, Foresta Sacra), un nome usato anche per riferirsi al [[Monte Athos]]. I numerosi monasteri in tutto l'impero erano il reale centro della vita culturale, educativa e spirituale della società bulgara. Dopo la metà del XIV secolo, molti monasteri cominciarono a costruire intorno a sé delle fortificazioni, sotto la minaccia delle invasioni turche, come la famosa Torre di Hrelju nel [[monastero di Rila]].
 
Lo stile architettonico con cui si realizzavano gli edifici religiosi era assai curato, tanto che le chiese risultavano tra le costruzioni più splendidamente decorate e solidamente ultimate. Nel XIII e XIV secolo le basiliche furono sostituite da chiese cruciformi a una o tre navate con cupole.<ref name="ang382">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 382}}.</ref> Gli esterni della chiesa presentano una ricca ornamentazione decorativa con strati alternati di pietra e mattoni e poi ulteriormente decorati con pezzi di ceramica verde, gialla e marrone.<ref name="ang382"/> Furono decine le chiese realizzate a [[Nesebăr]] e in cui emergono le caratteristiche sopraccitate, tra cui si possono menzionare quella di San Giovanni Aliturgo e di Cristo Pantocratore del XIV secolo. Quest'ultima presenta una serie di [[Arcata cieca|arcate cieche]], motivi floreali a quattro foglie, ornamenti triangolari, ceramiche turchesi circolari e [[Fregio|fregi]] a [[svastica]] in mattoni che corrono lungo le pareti esterne.<ref>{{cita|Nikolova (2002)|pp. 147-148}}.</ref> Tutte le oltre venti chiese di Tsarevets erano decorate in modo simile, così come diverse tra le diciassette presenti a Trapezica.<ref name="ang382"/> Caratteristica è la [[torre civica]] rettangolare che si erge al di sopra del [[nartece]] della chiesa della scuola di architettura di Tărnovo. Ad alcuni edifici del periodo bizantino, come ad esempio la chiesa della Madre di Dio della [[fortezza di Asen]], si aggiunsero delle torri campanarie durante le fasi di ristrutturazione.<ref name="ang384">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 384}}.</ref>
Generalmente c'era una rete difensiva perfettamente organizzata di fortezze che consisteva in svariate linee lungo il Danubio, i monti Balcani, i Rodopi e la costa. La fortezza principale era Tărnovo. Altri castelli erano [[Vidin]], [[Silistra]], [[Červen]], [[Loveč]], [[Sofia]], [[Plovdiv]], [[Ljutica]], [[Ustra]] e altri.
 
[[File:Dolna Kamenitsa Church medka 7.jpg|miniatura|upright=0.9|Chiesa della Santa Madre di Dio a Donja Kamenica, oggi in [[Serbia]]]]
 
La chiesa della Madre di Dio a Donja Kamenica, situata nella parte occidentale dell'Impero bulgaro e nell'odierna [[Serbia]], è costruita in uno stile architettonico insolito. Essa presenta due campanili appuntiti, con ulteriori dettagli nel medesimo stile appuntito in ciascuno dei quattro angoli delle piramide. La chiesa, che rappresenta un ''unicum'' tra quelle medievali bulgare, fu progettata attingendo a elementi ripresi in Ungheria e in [[Transilvania]].<ref>{{cita|Nikolova (2002)|p. 116}}.</ref>
 
Il complesso del palazzo imperiale di Tsarevets a Tărnovo era inizialmente un castello di un boiardo, che sotto Ivan Asen II (r. 1218-1241) e Ivan Alessandro (r. 1331-1371) subì due ampie ricostruzioni. Con una forma vagamente ellittica, occupava una superficie pari a {{formatnum:5000}} m².<ref name="ang384"/> Le porte d'ingresso erano sorvegliate da torri rotonde e rettangolari; l'ingresso principale era situato nella torre rotonda della facciata settentrionale. Gli edifici erano costruiti attorno a un cortile interno con al centro una chiesa reale riccamente decorata.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|pp. 384-385}}.</ref> Il palazzo del patriarca sorgeva sul punto maggiormente sopraelevato di Tsarevets. Progettato in modo simile alla residenza dell'imperatore, misurava circa {{formatnum:3000}} m². Un campanile a quattro angoli confinava con la Cattedrale Patriarcale della Santa Ascensione di Dio. Le stanze residenziali e quelle dei funzionari si trovavano nella parte sud dell'edificio.<ref>{{cita web|url=https://www-pravoslavieto-com.translate.goog/poklonnichestvo/starite_bg_stolici/Tarnovo/sv_vaznesenie.htm?_x_tr_sl=bg&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc|sito=pravoslavieto.com|titolo=Cattedrale Patriarcale di Veliko Tarnovo|accesso=15 luglio 2023}}</ref>
 
Pochi esempi di case nobiliari sono sopravvissuti. A nord del palazzo imperiale sono state scavate le fondamenta di una casa di un boiardo dell'inizio del XIII secolo, che aveva la forma della lettera "L", conteneva delle stanze per ospitare gli occupanti e disponeva di una piccola chiesa a una navata.<ref name="ang385">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 385}}.</ref> Esistevano due tipi di abitazioni della gente comune: le case semi-interrate e le case sopra-elevate. Queste ultime venivano costruite nelle città e di solito avevano due piani; il piano inferiore era realizzato con delle pietre levigate e saldate assieme con del fango o dell'intonaco. Le abitazioni più povere venivano realizzate impiegando del legname.<ref name="ang385"/>
 
=== Arte ===
La corrente dominante della pittura bulgara del XIII e XIV secolo è conosciuta come scuola pittorica di Tărnovo. Sebbene la pittura bulgara adottasse alcune tendenze del rinascimento bizantino dell'epoca dei [[Paleologi]], esso presenta alcune peculiarità esclusivamente bulgare. La scuola di pittura fu riconosciuta per la prima volta come indipendente dallo storico dell'arte francese André Grabar.<ref name="ang389">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 389}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=André Grabar|anno=1928|titolo=La peinture religiouse en Bulgarie|lingua=fr|città=Parigi|p=95}}</ref> Le opere della scuola di Tărnovo contengono punte di realismo espressivo, ritratti stilizzati e una profondità psicologica.<ref name="ang389"/> Dell'arte profana è sopravvissuto ben poco: alcuni frammenti di pitture murali sono stati scoperti durante gli scavi nella sala del trono del palazzo imperiale di Tărnovo. Probabilmente erano presenti dei ritratti di imperatori e imperatrici bulgari sulle pareti.<ref name="ang389"/>
 
[[File:Kalojan desislava.jpg|miniatura|upright=0.8|Kalojan e Desislava, [[Sebastocratore|sebastocratori]] di Sredets ([[Sofia]]), raffigurati nella [[chiesa di Bojana]]]]
 
Un esempio della pittura antica della scuola pittorica di Tărnovo è rappresentato dagli affreschi del 1259 presenti nella [[chiesa di Bojana]] a [[Sofia]]. Si tratta probabilmente di uno dei lavori più completi e meglio conservati che testimonia l'evoluzione dell'arte medievale nell'Europa orientale.<ref name="tci304">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=pdvtbs7D28EC&pg=PA304|p=304|autore=[[Touring Club Italiano]]|titolo=Il patrimonio dell'umanità|editore=Touring Editore|anno=2004|isbn=978-88-36-52948-3}}</ref> Particolarmente realistici sono gli affreschi dedicati ai mecenati della chiesa, i [[Sebastocratore|sebastocratori]] Kalojan e Desislava, e del monarca regnante Costantino Tih e di sua moglie Irene di Nicea, agghindati con abiti da cerimonia.<ref name="ang390">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 390}}.</ref> A Ivanovo, nel nord-est della Bulgaria, lo studio delle [[Chiese rupestri di Ivanovo|chiese]] e delle cappelle scavate nella roccia ha consentito di ricostruire lo sviluppo dell'arte bulgara nel XIII e XIV secolo. Nei dipinti del periodo antico, risalenti al periodo di Ivan Asen II (r. 1218-1241), le figure umane sono rappresentate in modo realistico, con facce ovali e labbra carnose. In contrasto con l'arte bizantina e i canoni ecclesiastici dell'epoca, la maggior parte dei lavori esprime individualità, spiritualità e vitalità.<ref name="tci304"/><ref name="ang390"/> La chiesa di Bojana e le chiese rupestri di Ivanovo sono state in passato iscritte all'elenco dei [[patrimoni dell'umanità]] dall'[[UNESCO]].<ref name="tci304"/><ref>{{cita web|accesso=14 luglio 2023|titolo=Le Chiese Rupestri di Ivanovo: in Bulgaria la testimonianza dell'arte bizantina|autore=Claudia Mercaldo|url=https://www.agendaonline.it/chiese-rupestri-di-ivanovo/|data=18 febbraio 2020}}</ref>
 
Nessuna serie completa di dipinti è sopravvissuta a Tărnovo. Nella Chiesa dei Quaranta Martiri sono conservate 35 scene, dipinte con toni tenui e con un senso di realismo, tipico della scuola pittorica di Tărnovo.<ref name="ang389"/> Su un altro colle fortificato della vecchia capitale, Trapezica, sono stati scoperti affreschi nelle rovine di diciassette chiese. Vi sono inoltre delle raffigurazioni che ritraggono dei militari che indossano abiti sontuosi.<ref name="ang389"/> La cappella del palazzo era sicuramente decorata con dei mosaici.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|pp. 389-390}}.</ref> Nella Bulgaria occidentale, ad esempio nel monastero di Zemen, nella chiesa di Nostra Signora a Donja Kamenica e nella chiesa di San Pietro a Berende, sono caratteristiche notevoli della pittura locale, tra cui la composizione arcaica e i toni non sfumati.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 391}}.</ref>
 
[[File:Ivanovski skalni tsarkvi 20110714-28.JPG|miniatura|sinistra|upright=1.1|Affreschi in una delle [[chiese rupestri di Ivanovo]]]]
 
Molti testi risalenti al periodo del Secondo Impero bulgaro contengono [[Miniatura (ritratto)|miniature]] di ottima fattura. Gli esempi migliori si rintracciano nella traduzione bulgara delle ''Cronache di [[Costantino Manasse|Manasse]]'', nei ''Tetravangeli di Ivan Alessandro'' e nel ''Salterio di Tomić'', per un totale di 554 miniature.<ref name="boz622">{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|p. 622}}.</ref> Le illustrazioni, che immortalano eventi sia teologici sia profani, sono state influenzate dalle opere bizantine coeve e hanno un grande valore estetico.<ref>{{cita|Božilov e Gjuzelev (1999)|pp. 622-624}}.</ref>
 
La scuola di Tărnovo portò avanti e arricchì la tradizione pittorica di icone del Primo Impero bulgaro. Tra le icone più famose si devono ricordare quella di Maria con Gesù della Mesembria (1342), attualmente custodita nella galleria delle icone nella [[Cattedrale di Aleksandr Nevskij (Sofia)| Cattedrale di Aleksandr Nevskij]] si Sofia, e San Giovanni di Rila nel [[Monastero di Rila|monastero della città omonima]]. Gli affreschi nella chiesa di Bojana e l'icona di San Giovanni di Rila presentano fattezze realistiche e non in sintonia con i canoni artistici ecclesiastici.<ref name="ang392">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 392}}.</ref> Su alcune icone sono state inserite lastre d'argento con immagini in rilievo che raffigurano dei santi.<ref name="ang392"/>
 
=== Letteratura ===
{{vedi anche|Letteratura paleoslava}}
[[File:TetraevangeliaOfIvanAlexanderFol263.jpg|upright=1.1|miniatura|Una pagina tratta dai ''Tetravangeli di Ivan Alessandro'' del XIV secolo]]
 
I principali luoghi in cui si realizzavano testi erano chiese e monasteri, i quali fornivano istruzione e alfabetizzazione di base in tutta la Bulgaria. Alcuni monasteri si distinguevano dagli altri perché fornivano anche un livello di istruzione più elevato, che comprendeva l'apprendimento della grammatica, dei testi biblici, teologici e antichi, nonché della [[Lingua greca bizantina|lingua greca]]. L'istruzione era aperta pure ai laici, non essendo dunque riservata al clero. Gli studenti che completavano l'istruzione superiore ricevevano il titolo di "gramatik" (граматик).<ref name="fin436"/> I libri venivano nei primi tempi realizzati impiegando [[Pergamena|pergamene]], ma dall'inizio del XIV secolo fece la sua comparsa la carta, importata quasi esclusivamente a [[Varna (Bulgaria)|Varna]]. All'inizio la carta aveva un costo maggiore rispetto alla pergamena, ma verso la fine del secolo il suo prezzo diminuì, evento che coincise con un aumento della produzione dei libri.<ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 436-437}}.</ref>
 
Sfortunatamente, sono pochi i testi sopravvissuti risalenti al XII e al XIII secolo.<ref name="kaz337"/> Tra le opere più famose dell'epoca spicca il ''[[Libro di Boril]]'', una preziosa fonte di informazioni che riguardano la storia dell'Impero bulgaro, e il ''Dragan Menaion'', che include prima innologia bulgara conosciuta e le melodie degli inni, oltre a liturgie dedicate ai santi bulgari Giovanni di Rila, [[Cirillo e Metodio]] e allo zar [[Pietro I di Bulgaria|Pietro I]].<ref>{{cita libro|autore=Ĭordan Ivanov|anno=1970|titolo=Български старини из Македония|titolotradotto=Antichità bulgare in Macedonia|lingua=bg|città=Sofia|editore=Accademia bulgara delle scienze|pp=296-305, 359-367, 387-390}}.</ref> Sono sopravvissute due liriche scritte da un poeta bizantino della corte di Tărnovo e dedicate al matrimonio di Ivan Asen II con [[Irene Comneno Ducas]]. L'autore paragona l'imperatore al sole e lo descrive come «più bello del giorno, più gradevole nell'aspetto».<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 429}}.</ref>
 
Nel XIV secolo, la corte iniziò anche a patrocinare la attività letterarie, in particolare su iniziativa dell'imperatore Ivan Alessandro (r. 1331-1371). in collaborazione con molti prolifici studiosi e sacerdoti, il sovrano stimolò un notevole risveglio culturale, i cui lavori realizzati vengono compresi nel filone della scuola letteraria di Tărnovo.<ref name="fin436"/><ref name="kaz337"/> La letteratura era patrocinata anche da alcuni nobili facoltosi o da cittadini abbienti.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 431}}.</ref> Pratica comune era altresì la traduzione di testi greci e di opere originali con contenuto profano e religioso. Questi ultimi includevano [[Epistola|epistole]], [[Martirologio|martirologi]], [[Agiografia|agiografie]] e inni. La letteratura profana annoverava cronache, poesie, romanzi, racconti brevi, storie di fantasia, racconti apocrifi e racconti popolari, inclusa la ''Storia di Troia'' e ''Alessandria'', oltre a opere legali, mediche e di [[storia naturale]].<ref name="fin436"/>
[[File:32-manasses-chronicle.jpg|sinistra|upright=1.1|miniatura|Pagina tratta dalla traduzione bulgara delle ''Cronache di Manasse'']]
 
Il primo importante studioso bulgaro del XIV secolo fu Teodosio di Tărnovo (morto nel 1363), un uomo fortemente influenzato dall'esicasmo e dalla sua ideologia, al punto di diffonderla in Bulgaria.<ref name="fin439440"/> Il suo allievo più famoso, [[Eutimio di Tărnovo]] (1325 circa-1403 circa), che fu patriarca bulgaro dal 1375 al 1393 e fondò la scuola letteraria di Tărnovo.<ref name="boz622"/> Oltre ad essere uno scrittore prolifico, Eutimio condusse un'importante riforma linguistica che uniformò l'ortografia e la grammatica della lingua bulgara. Fino a quando non eseguì quest'operazione, nei vari testi redatti venivano utilizzate grafie e grammatiche diverse. Il punto di riferimento della riforma non partì dalla lingua dell'epoca, ma si ispirò all'[[Lingua slava ecclesiastica antica|antico slavo ecclesiastico]], impiegato in occasione della prima [[età d'oro della cultura bulgara]], avvenuta tra la fine del IX e l'inizio del X secolo nel Primo Impero bulgaro.<ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 442-443}}.</ref>
 
L'occupazione ottomana della Bulgaria costrinse molti studiosi e studenti di Eutimio a lasciare la propria terra di origine. Essi portarono con sé libri, idee e conoscenze in altre terre ortodosse, in particolare in Serbia, Valacchia, Moldavia e principati russi. L'influenza di questi testi si rivelò talmente tangibile nelle terre russe che gli studiosi hanno parlato di una seconda influenza slava nella Russia meridionale.<ref>{{cita|Fine (1987)|p. 444}}.</ref> [[Cipriano (metropolita di Kiev)|Cipriano]], buon amico e compagno di Eutimio, che divenne metropolita di [[Kiev]] e di tutta la vecchi [[Rus' di Kiev|Rus']], portò con sé esempi e tecniche letterarie bulgare.<ref name="kaz337"/> [[Grigorij Camblak]] si avviò alla carriera religiosa in Serbia prima di spostarsi in Moldavia, assumendo poi la carica di metropolita di Kiev. Egli scrisse molti sermoni, liturgie e inni, inclusa l{{'}}''Epistola elogiativa per Eutimio''.<ref name="kaz337"/><ref>{{cita|Fine (1987)|pp. 444-445}}.</ref> Anche [[Costantino di Kostenets]], che visse perlopiù nel [[Despotato di Serbia]], fu un altro emigrato bulgaro di spicco. La sua biografia dedicata a [[Stefano III Lazaro]] è stata ritenuta da [[Georgij Aleksandrovič Ostrogorskij|Georgij Ostrogorskij]] «l'opera storica più significativa dell'antica [[letteratura serba]]».<ref>{{cita|Ostrogorskij (2014)|p. 432}}.</ref>
 
La letteratura apocrifa, fiorita nel XIII e XIV secolo, si concentrava spesso su questioni evitate nelle opere religiose ufficiali. Vi erano anche molti testi incentrati sulla [[cartomanzia]] che predicevano eventi basati sull'[[astrologia]] e sui sogni.<ref>{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|pp. 448-449}}.</ref> Alcuni contenevano anche elementi politici, ad esempio una profezia secondo cui un terremoto che si sarebbe verificato di notte avrebbe confuso così tanto il popolo che avrebbe iniziato a guardare l'imperatore con disprezzo.<ref name="ang449">{{cita|Angelov ''et al.'' (1981)|p. 449}}.</ref> Le autorità condannarono questo genere di testi apocrifo e li inserirono in un indice dedicato ai libri proibiti.<ref name="ang449"/> Gli apocrifi si diffusero comunque in Russia, tanto che il nobile russo del XVI secolo [[Andrej Michajlovič Kurbskij]], amico e poi oppositore del noto zar [[Ivan il Terribile]], le conosceva e le chiamava «favole bulgare».<ref name="ang449"/>
 
== Note ==
=== Esplicative ===
<references />
<references group="nota"/>
 
=== Bibliografiche ===
{{note strette}}
 
== Bibliografia ==
 
* {{Cita libro|cognome=Bakalov|nome=Georgi|coautori=Milen Kumanov|titolo=Електронно издание – История на България|editore=Trud, Sirma|anno=2003|città=[[Sofia]]|isbn=954-528-613-X|lingua=bulgaro}}
* {{Cita libro|cid=Andreev e Lalkov (1996)|titolo=Българските ханове и царе|titolotradotto=I khan e gli zar bulgari|autore=Ĭordan Andreev|autore2=Milčo Lalkov|anno=1996|lingua=bg|editore=Abagar|città=Veliko Tărnovo|isbn=954-427-216-X}}
* {{Cita libro|cognome=Božilov|nome=Ivan|anno=1985|titolo=Фамилията на Асеневци (1186–1460)|città=Sofia|lingua=bulgaro}}
* {{Cita libro|lingua=bg|cid=Angelov (1950)|autore=Dimitar Angelov|anno=1950|titolo=По въпроса за стопанския облик на българските земи през XI–XII век|titolotradotto=A proposito dell'economia delle terre bulgare nei secoli XI-XII|editore=IP}}
* {{Cita libro|titolo=Български хроници|cognome=Canev|nome=Stefan|editore=Trud, Žanet 45|lingua=bulgaro|anno=2006|città=Sofia, [[Plovdiv]]|isbn=954-528-610-5}}
* {{Cita libro|cid=Angelov ''et al.'' (1981)|titolo=История ина цивилизацияБългария|volume=II. заПърва 11.българска държава (Il Primo Stato класBulgaro)|cognometitolotradotto=DelevStoria della Bulgaria|nomeautore=PetǎrDimitar Angelov|coautori=ValeriIvan KacunovBožilov, PlamenStančo MitevVaklinov, EvgenijaVasil KalinovaGjuzelev, IskraKuju BaevaKuev, BojanPetar DobrevPetrov, Borislav Primov, Vasilka Tapkova, Genoveva Tsankova|anno=20061981|lingua=bulgarobg|editore=Trud,Accademia Sirmabulgara delle scienze|città=Sofia}}
* {{Cita libro|cid=Bakalov ''et al.'' (2003)|titolo=История на българите от древността до края на XVI век|titolotradotto=Storia dei Bulgari dall'Antichità alla fine del XVI secolo|cognome=Bakalov|nome=Georgij|coautori=Petar Angelov, Plamen Pavlov, Totju Koev), Emil Aleksandrov|anno=2003|lingua=bg|editore=Znanie|città=Sofia|isbn=954-621-186-9}}
* {{Cita libro|cognome=Fine, Jr.|nome=John V.A.|anno=1991|titolo=The Early Medieval Balkans|editore=Universiy of Michigan Press|città=Ann Arbor|lingua=inglese|isbn=978-0-472-08149-3}}
* {{Cita libro|cid=Božilov e Gjuzelev (1999)|titolo=История на средновековна България VII–XIV век|titolotradotto=Storia della Bulgaria Medievale (secoli VII-XIV)|cognome=Božilov|nome=Ivan|coautori=Vasil Gjuzelev|anno=1999|lingua=bg|editore=Anubis|città=Sofia|isbn=954-426-204-0}}
* {{Cita libro|cognome=Fine, Jr.|nome=John V.A.|anno=1987|titolo=The Late Medieval Balkans|editore=University of Michigan Press|città=Ann Arbor|lingua=inglese|isbn=0-472-08260-4}}
* {{cita libro|lingua=bg|autore=Konstantin Dočev|cid=Dočev (1992)|anno=1992|titolo=Монети и парично обръщение в Търново (XII–XIV век)|titolotradotto=Monete e circolazione monetaria a Tarnovo (XII-XIV secolo)|città=Veliko Tărnovo}}
* {{Cita libro|url=http://www.mfa.government.bg/history_of_Bulgaria/|titolo=Българите и България|editore=Ministero degli affari esteri di Bulgaria, Trud, Sirma|anno=2005|lingua=bulgaro}}
* {{cita libro|autore=Ivan Duĭčev|cid=Duĭčev (1965)|anno=1965|titolo=Medioevo bizantino-slavo: Saggi di storia politica e culturale|editore=Edizione di Storia e Letteratura}}
* {{cita libro|autore=[[John Van Antwerp Fine Jr.|John V. Antwerp Fine]]|cid=Fine (1987)|titolo=The Late Medieval Balkans, A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest|editore=University of Michigan Press|lingua=en|url=https://archive.org/details/latemedievalbalk00fine|isbn=0-472-10079-3}}
* {{cita libro|autore=Konstantin Jireček|cid=Jireček (1978)|anno=1978|titolo=Завладяване на България от турците|titolotradotto=La conquista della Bulgaria da parte dei turchi|curatore=Petar Petrov|città=Sofia|lingua=bg}}
* {{Cita libro|lingua=en|cid=Každan (1991)|titolo=The Oxford Dictionary of Byzantium|url=https://archive.org/details/journalofamerica0001unse_t4a3|autore=[[Aleksandr Petrovič Každan|Aleksandr Každan]]|autore2=collective|anno=1991|editore=Oxford University Press|città=New York, Oxford|isbn=0-19-504652-8}}
* {{cita libro|lingua=bg|autore=Peter Koledarov|cid=Koledarov (1989)|anno=1989|titolo=Политическа география на средновековната Българска държава, част 2 (1185–1396)|titolotradotto=Geografia politica dello stato bulgaro medievale, parte 2 (1185–1396)|città=Sofia|editore=BAS}}
* {{cita libro|lingua=bg|cid=Lišev (1970)|autore=Strascimir Lišev|anno=1970|titolo=Българският средновековен град|titolotradotto=La città medievale bulgara|città=Sofia|editore=BAS}}
* {{cita libro|lingua=bg|autore=Bistra Nikolova|cid=Nikolova (2002)|anno=2002|titolo=Православните църкви през Българското средновековие IX–XIV в|titolotradotto=Le Chiese ortodosse nel Medioevo bulgaro IX-XIV secolo|editore=Drinov|isbn=954-430-762-1}}
* {{cita libro|autore=[[Georgij Aleksandrovič Ostrogorskij|Georgij Ostrogorskij]]|titolo=Storia dell'Impero bizantino|anno=2014|cid=Ostrogorskij (2014)|traduttore=Piero Leone|isbn=978-88-06-22416-5|editore=Einaudi|città=Torino}}
* {{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=d0OwCQAAQBAJ&pg=PA303|titolo=The Voices of Medieval Bulgaria, Seventh-Fifteenth Century: The Records of a Bygone Culture|autore=Kiril Petkov|cid=Petkov (2008)|editore=BRILL|anno=2008|isbn=978-90-47-43375-0}}
* {{cita libro|lingua=bg|autore=Peter Petrov|autore2=Vasil Gjuzelev|cid=Petrov e Gjuzelev (1978)|anno=1978|titolo=Христоматия по история на България|titolotradotto=Crestomazia sulla storia della Bulgaria|volume=2. Същинско средновековие XII–XIV век (Il vero Medioevo XII-XIV secolo)|città=Sofia|editore=Izdatelstvo Nauka i izkustvo}}
* {{cita libro|lingua=bg|autore=Angel Radušev|autore2=Gospodin Žekov|cid=Radušev e Žekov (1999)|anno=1999|titolo=Каталог на българските средновековни монети IX–XV век|titolotradotto=Catalogo delle monete medievali bulgare del IX-XV secolo|editore=Agato|isbn=954-8761-45-9}}
* {{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=7DJWyg97IggC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|cid=Vásáry (2005)|titolo=Cumans and Tatars: Oriental Military in the Pre-Ottoman Balkans, 1185–1365|autore=István Vásáry|editore=Cambridge University Press|anno=2005|isbn=978-11-39-44408-8}}
* {{Cita libro|cid=Zlatarski (1972)|autore=[[Vasil Zlatarski]]|titolo=История на българската държава през средните векове|titolotradotto=Storia dello Stato bulgaro nel Medioevo|volume=I. История на Първото българско царство. (Storia del Primo Impero Bulgaro)|edizione=2|editore=Nauka i izkustvo|città=Sofia|anno=1972|annooriginale=1927|lingua=bg|url=http://macedonia.kroraina.com/vz3/index.html|oclc=67080314}}
 
== Voci correlate ==
* [[Guerre bulgaro-bizantine]]
* [[Guerre bulgaro-latine]]
* [[Guerre bulgaro-ottomane]]
* [[Marina medievale bulgara]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Second Bulgarian Empire}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|sito=Treccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/l-europa-tardoantica-e-medievale-la-nascita-degli-stati-fuori-dei-confini-dell-impero-la-bulgaria_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/|capitolo=L'Europa tardoantica e medievale. La nascita degli Stati fuori dei confini dell'impero. La Bulgaria|autore=[[Dimităr Ovčarov|Dimitar Ovčarov]]|autore2=[[Nikolaj Ovčarov|Nicolaj Ovčarov]]|titolo=Il Mondo dell'Archeologia|anno=2004|accesso=15 luglio 2023}}
 
{{Storia della Bulgaria}}
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