Angelo Maria Ripellino: differenze tra le versioni

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{{Bio
'''Angelo Maria Ripellino''' ([[Palermo]], [[4 dicembre]] [[1923]] - [[Roma]], [[21 aprile]] [[1978]]) fu un grande [[slavista]], [[traduttore]] e [[Poesia|poeta]] italiano.
|Nome = Angelo
|Cognome = Ripellino
|Sesso = F
|LuogoNascita = Foggia
|GiornoMeseNascita = 4 dicembre
|AnnoNascita = 1923
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 21 aprile
|AnnoMorte = 1978
|Epoca = 1900
|Attività = slavista
|Attività2 = traduttore
|Attività3 = poeta
|Nazionalità = italiano
|Immagine = A M Ripellino.jpg
}}
 
{{Citazione|Vivere è stare svegli<br />e concedersi agli altri,<br />dare di sé sempre il meglio<br />e non essere scaltri.<br />Vivere è amare la vita<br />coi suoi funerali e i suoi balli,<br />trovare favole e miti<br />nelle vicende più squallide…<ref>Angelo Maria Ripellino, ''Poesie 1952-1978'', Einaudi, Torino, 1990, pag. 21.</ref>}}
 
==Biografia==
Dopo aver trascorso qualche anno in [[Sicilia]], prima a Palermo e poi a [[Mazara del Vallo]], la famiglia si trasferisce, nel [[1937]], a Roma dove il padre Carmelo insegna "[[Lingua italiana|Italiano]] e [[Lingua latina|latino]]" nel [[Liceo classico Giulio Cesare|liceo Giulio Cesare]] e, amico di [[Angelo Musco]], frequenta l'ambiente del [[teatro]].
 
Nasce a Palermo il 4 dicembre del 1923 da Carmelo,[[insegnante]] di [[italiano]], autore di [[verso|versi]], saggi e [[racconto|racconti]] e amante della poesia [[dialetto|dialettale]], soprattutto di [[Cesare Pascarella|Pascarella]] e [[Giovanni Meli|Meli]], e da Vincenza Trizzìno.
 
Dopo aver trascorso qualche anno in [[Sicilia]], prima a Palermo e poi a [[Mazara del Vallo]], la famiglia si trasferisce, nel [[1937]], a Roma dove il padre, insegna [[Lingua italiana|Italiano]] al [[Liceo classico]] Giulio Cesare e, amico di [[Angelo Musco]], frequenta l'ambiente del [[teatro]].
 
===Gli anni universitari===
Tra il [[1940]] e il [[1943]], il giovane Ripellino, che frequenta la [[Facoltà universitaria|facoltà]] di lettere presso l'[[Sapienza - Università di Roma|Ateneo]] romano]], collabora al "''[[Meridiano (rivista)|Meridiano]]"'' di Roma diretta da [[Cornelio Di Marzio]], a "''[[Maestrale (rivista)|Maestrale]]"'' di [[Adriano Grande]] con [[Poesia|poesie]], [[Saggio|saggi]] e recensioni e acquista, nell'ambiente universitario, la fama di ''enfant prodige''.
 
Verso la fine della [[Seconda guerra mondiale|tragedia bellica]] si manifestano nel giovane i primi sintomi della [[tubercolosi]] che richiederà, qualche anno più tardi, un intervento di [[pneumectomia]].
Egli infatti si dimostra padrone di molte lingue, esperto di [[pittura]], [[teatro]] e [[musica]] sia [[Musica classica|classica]] che jazz (ascolta [[Charlie Parker]] e [[Bedrich Smetana|Smetana]] ma non disdegna le canzonette in voga che spesso canta accompagnandosi al [[pianoforte]]), e sa recitare agli amici, da provetto attore, poesie di tutto il mondo. Nel [[1947]], a prova della sua erudizione in materia, invierà a "[[La Fiera Letteraria]]" una erudita ''Lettera sulla cultura fonica''.
 
Durante i primi anni universitari, Ripellino dimostra una particolare preferenza per le [[Letteratura spagnola|letterature ispaniche]] e soprattutto per [[Arturo Capdevila|Capdevila]], [[Antonio Machado|Machado]], [[Juan Ramón Jiménez|Jiménez]] e [[Federico García Lorca|Garcìa Lorca]], che lasciano forti tracce nel suo immaginario.
Ripellino è un giovane studioso e assetato di sapere ma, pur dedicando ore e ore allo studio, riesce ad essere ragazzo allegro e socievole, amante dei divertimenti e degli scherzi.
 
In seguito, divenuto allievo di [[Ettore Lo Gatto]], slavista, che tiene seminari in una piccola stanza dell'Ateneo solamente per gli adepti, Ripellino segue la scelta della [[Letteratura russa|letteratura slava]] e nel [[1945]] si [[laurea]] con una tesi sulla poesia [[lingua russa|russa]] del [[XX secolo|Novecento]] che sfocerà nella famosa [[antologia]] pubblicata da [[Guanda]] del [[1954]], riedita da [[Feltrinelli]] nel [[1960]] e che riceverà il [[Premio Marzotto|premio "Selezione Marzotto"]] nel [[1955]].
Durante questi anni di studi fecondi ma anche di privazioni e ansie dovute al difficile periodo che stava attraversando l'[[Italia]], verso la fine della [[Seconda guerra mondiale|tragedia bellica]] si manifestano nel giovane i primi sintomi della [[tubercolosi]] che richiederà, qualche anno più tardi, un intervento di [[pneumectomia]].
 
Nel [[1946]], su consiglio del suo professore, si reca a [[Praga]] per prendere la specializzazione in [[Lingua ceca|ceco]] e all'[[Istituto Italiano di Cultura di Praga|Istituto di Cultura italiana]], dove tiene un corso sulla [[letteratura italiana]] del Novecento. Nel [[1947]] si reca nuovamente a [[Praga]] dove frequenta i pittori e i poeti della [[Group 42|Skupina 42]].
Durante i primi anni universitari, Ripellino dimostra una particolare preferenza per le [[Letteratura spagnola|letterature ispaniche]] e soprattutto per [[Carles Capdevila|Capdevila]], [[Antonio Machado|Machado]], [[Juan Ramón Jiménez|Jiménez]] e [[Federico García Lorca|Garcìa Lorca]], che lasciano forti tracce nel suo immaginario.
 
In seguito, divenuto allievo di Ettore Lo Gatto, famoso slavista, che tiene seminari in una piccola stanza dell'Ateneo solamente per gli adepti, Ripellino segue la scelta della [[Letteratura russa|letteratura slava]] e nel [[1945]] si [[laurea]] con una tesi sulla poesia [[russo|russa]] del [[XX secolo|novecento]] che sfocerà nella famosa [[antologia]] pubblicata da [[Guanda]] del [[1954]], riedita da [[Feltrinelli]] nel [[1960]] e che riceverà il [[Premio Marzotto|premio "Selezione Marzotto"]] nel [[1955]].
 
===Il viaggio a Praga===
Nel [[1946]], su consiglio del suo professore, si reca a [[Praga]] per prendere la specializzazione in [[Lingua ceca|ceco]] e all'Istituto di Cultura italiana, dove tiene un corso sulla [[letteratura italiana]] del novecento, conosce Elisa Hlochovà, una bionda e alta studentessa che studia lettere e si occupa di traduzioni e scrive racconti per una [[rivista]] illustrata. Ambedue amanti dei poeti [[simbolisti francesi]] si incontrano spesso e tra di loro nasce una affettuosa amicizia.
 
===Il Centro sperimentale Cinematografico===
Quando nella primavera dello stesso anno Ripellino ritorna in [[Italia]], si iscrive al [[Centro sperimentaleSperimentale di [[Cinematografia]] nella sezione di [[Regia cinematografica|Regia]] dove conosce i giovani [[Achille Perilli]] e [[Piero Dorazio]] ai quali trasmette le sue conoscenze sulle [[avanguardiaAvanguardia (arte)|avanguardie]] russe e ceche del novecentoNovecento e sui teorici del [[Formalismo russo|formalismo]] che finiranno nel [[manifesto]] [[(programma)|manifesto programmatico]] sulla rivista [[Forma (rivista)|Forma]] del marzo [[1947]] del [[Gruppo Forma I]].
 
===Ancora a Praga===
Nel [[1948]] il giovane si reca nuovamente a [[Praga]] dove frequenta i pittori e i poeti della [[Group 42|Skupina 42]] e ritrova la studentessa conosciuta l'anno precedente.</br>
In estate partecipa alla grande inaugurazione del [[Festival Mondiale della Gioventù]], al quale sono presenti, tra gli altri, [[Enrico Berlinguer]], [[Italo Calvino]] e gli amici di Forma I che organizzano una [[mostra]].
 
===Il matrimonio===
RientratoRientra in Italia insieme ada Elisa,una dettastudentessa affettuosamenteconosciuta Elaa Praga, Ela Hlochová; il [[25 ottobre]] [[1947]] i due si sposano a Roma. Insieme al marito, Ela lavora a numerose edizioni in traduzione italiana di scrittori cecoslovacchi. Nel [[1949]] nasce la prima figlia, Milena.
 
Ela sarà per lo scrittore una compagna di vita affettuosa e premurosa. Avrà cura della sua salute malferma e sarà anche la sua compagna di studi. Insieme al marito lavora a numerose edizioni di scrittori cecoslovacchi.
 
===Gli anni del dopoguerra===
Dopo la guerra Ripellino collabora a molte riviste, sia a quelle specializzate di slavistica ("Russia", "Iridion", "La cultura sovietica", "Ricerche slavistiche"), sia a quelle di cultura varia, come "[[Convivium (rivista)|Convivium]]", "[[La strada]]", "[[La Fiera Letteraria]]" e, nel biennio 1947 - [[1948]], alla [[terza pagina]] del [[quotidiano]] "[[l'Unità]]".
====La collaborazione alle riviste====
Dopo la guerra Ripellino collabora a molte riviste, sia a quelle specializzate di slavistica ("Russia", "Iridion", "La cultura sovietica", "Ricerche slavistiche"), sia a quelle di cultura varia, come "[[Convivium (rivista)|Convivium]]", "[[La strada]]", "[[La Fiera Letteraria]]" e, nel biennio 1947 - [[1948]], alla [[terza pagina]] del [[quotidiano]] [[L'Unità]].
 
Nel [[1948]] aderisce, pur non essendo uomo di partito, all{{'}}''Alleanza per la difesa della cultura'' costituita da tutti quegli intellettuali che appoggiano il ''Fronte'' di [[Pietro Nenni|Nenni]] e [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] anche se l'anno prima aveva presentato su "La Fiera Letteraria", foglio di ispirazione cattolica, le poesie di [[Anna Achmatova|Anna Achmàtova]] che era stata messa al bando da [[Iosif Stalin|Stalin]].
I suoi scritti sono da tutti apprezzati per il taglio antiaccademico, per l'apertura verso ogni manifestazione dell'arte contemporanea e per la ricerca delle analogie tra la [[letteratura]] e le altri arti: dal [[Circo (spettacolo)|circo]], alla [[pittura]] su [[vetro]], dal [[cinema]] al [[jazz]] e al [[Musical|music - hall]].
====L'adesione all'Alleanza per la difesa della cultura====
Nel [[1948]] aderisce, pur non essendo uomo di partito, all'''Alleanza per la difesa della cultura'' costituita da tutti quegli intellettuali che appoggiano il ''Fronte'' di [[Pietro Nenni|Nenni]] e [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] anche se l'anno prima aveva presentato su "La Fiera Letteraria", foglio di ispirazione cattolica, le poesie di [[Anna Achmàtova]] che era stata messa al bando da [[Josif Stalin|Stalin]].
====La carriera universitaria====
Nello stesso anno Ripellino viene incaricato come professore di [[Filologia]] Slava e [[Lingua ceca]] a [[Bologna]] dove rimarrà fino al [[1952]] per passare poi all'insegnamento di [[Lingua russa|Lingua]] e Letteratura Russa al Magistero di Roma.
====La nascita della prima figlia====
Nel [[1949]] nasce la prima figlia, Milena, che diventerà in seguito l'ideatrice di valide trasmissioni [[RAI]] [[televisione|televisive]], e nell'estate i Ripellino fanno un nuovo viaggio a Praga e si rendono conto, con amarezza, come dirà lo stesso scrittore, che "''lo stalinismo già volpeggiava negli arcani casamenti di [[Franz Kafka|Kafka]]''".
====L'amicizia con Vladimir Holan====
Consolida in questo periodo l'amicizia con [[Vladimir Holan]] che, nel [[1964]], gli dedicherà la raccolta in versi ''Na postupu''.
 
Nello stesso anno Ripellino viene incaricato come professore di [[Filologia]] slava e [[Lingua ceca]] all'[[Università di Bologna]], dove rimarrà fino al [[1952]] per passare poi all'insegnamento di [[Lingua russa|Lingua]] e [[letteratura russa]] al Magistero della Sapienza di Roma.
Ripellino continuerà a valorizzare l'opera e la figura del poeta con importanti studi e traduzioni e nel [[1967]] farà parte della giuria, presieduta da [[Giancarlo Vigorelli]], che assegna al poeta esiliato nell'isola [[Kampa]], il [[Premio Etna-Taormina|premio "Etna-Taormina"]].
 
Consolida in questo periodo l'amicizia con [[Vladimír Holan]] che, nel [[1964]], gli dedicherà la raccolta in versi ''Na postupu'' ("Sul processo").
===Gli anni '50===
Gli anni cinquanta sono, per Ripellino, anni molto attivi malgrado l'operazione subita che, anche se non ha risolto, ha attenuato i suoi problemi.
 
Ripellino continuerà a valorizzare l'opera e la figura del poeta con importanti studi e traduzioni e nel [[1967]] farà parte della giuria, presieduta da [[Giancarlo Vigorelli]], che assegna al poeta esiliato nell'[[Kampa (isola)|isola Kampa]], il [[Premio Etna-Taormina|premio "Etna-Taormina"]].
Nel [[1950]] viene stampato il suo primo libro ''Storia della poesia ceca contemporanea'', collabora al Terzo Programma della Radio, compila voci per l' ''Enciclopedia italiana'' e per l'''Enciclopedia dello spettacolo'' di [[Silvio D'Amico]] occupandosi di [[teatro]] slavo, ugro-finnico, romeno, di [[burattino|burattini]] e [[marionetta|marionette]] e di cinematografia slava, documentazione che gli sarà molto utile per la stesura di testi come ''Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia'' e ''Il trucco e l'anima''.
 
===Gli anni cinquanta===
In questo stesso periodo diventa consulente della casa editrice [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] per le letterature slave e curerà le edizioni di molti importanti scrittori tra i quali [[Fedor Michajlovic Dostoevskij|Dostoevskij]], [[Aleksandr Sergeevic Puskin|Puskin]] e [[Mikhail Yuryevich Lermontov |Lermontov]].
Gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] sono, per Ripellino, anni molto attivi malgrado l'operazione subita che, anche se non ha risolto, ha attenuato i suoi problemi.
 
Nel [[1950]] viene stampato il suo primo libro ''Storia della poesia ceca contemporanea'', collabora al Terzo Programma della Radio, compila voci per l{{'}}''Enciclopedia italiana'' e per l{{'}}''Enciclopedia dello spettacolo'' di [[Silvio D'Amico]] occupandosi di [[teatro]] slavo, ugro-finnico, romeno, di [[burattino|burattini]] e [[marionetta|marionette]] e di cinematografia slava, documentazione che gli sarà molto utile per la stesura di testi come ''Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia'' e ''Il trucco e l'anima''.
Dopo il silenzio di molti anni ricomincia a pubblicare poesie e tiene ardenti riunioni di intellettuali ed artisti nella casa di via [[Tommaso Salvini]].<br>
Fanno parte di questo gruppo [[Brianna Carafa]], [[Mario Trevi]], [[Vincenzo Loriga]], [[Giacoma Limentani]], [[Gianfranco Maselli]], [[Mario Brelich]] e tutti gli amici pittori appartenenti alla corrente dei [[formalismo russo|formalisti russi]].
 
In questo stesso periodo diventa consulente della casa editrice [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] per le letterature slave e curerà le edizioni di molti importanti scrittori tra i quali [[Fedor Michajlovic Dostoevskij|Dostoevskij]], [[Aleksandr Sergeevic Puškin|Puškin]] e [[Mikhail Yuryevich Lermontov|Lermontov]].
Nel [[1957]] nasce il secondo figlio, Alessandro, ed egli compie il suo primo viaggio in [[Unione Sovietica]], grazie al "[[destalinizzazione|disgelo]]" [[Nikita Khrushchev|krusceviano]].
 
Dopo il silenzio di molti anni ricomincia a pubblicare poesie e tiene riunioni di intellettuali ed artisti nella casa di via [[Tommaso Salvini]]. Fanno parte di questo gruppo [[Brianna Carafa]], [[Mario Trevi (psicanalista)|Mario Trevi]], [[Vincenzo Loriga]], [[Giacoma Limentani]], [[Gianfranco Maselli]], [[Mario Brelich]] e gli amici pittori del gruppo [[Forma I]].
Nel settembre del '57, insieme al giovanissimo [[Evgenij Aleksandrovič Evtušenko|Evgenij Evtušenko]], incontra a [[Mosca (Russia)|Mosca]] [[Nikolaj Zabolòckij]] e, nella [[dacia|dacia]] di Peredélkino, [[Borís Leonídovič Pasternàk|Boris Pasternàk]], del quale ha tradotto una scelta di poesie che verranno pubblicate per la prima volta in Italia nel [[1957]] da Einaudi.
 
Nel [[1957]] nasce il secondo figlio, Alessandro, ed egli compie il suo primo viaggio in [[Unione Sovietica]], grazie al "[[destalinizzazione|disgelo]]" [[Nikita Khrushchev|krusceviano]].
Nel [[1958]] viene pubblicata da [[Garzanti]] ''Poesia straniera del novecento'' le cui traduzioni e note introduttive sono tutte di Ripellino.
 
Nel settembre del '57, insieme al giovanissimo [[Evgenij Aleksandrovič Evtušenko|Evgenij Evtušenko]], incontra a [[Mosca (Russia)|Mosca]] [[Nikolaj Alekseevič Zabolockij|Nikolaj Zabolockij]] e, nella [[dacia (abitazione)|dacia]] di [[Peredelkino]], [[Boris Leonidovič Pasternak|Boris Pasternak]], del quale ha tradotto una scelta di poesie che verranno pubblicate per la prima volta in Italia nel [[1957]] da Einaudi.
===Gli anni '60===
 
Nel [[1958]] viene pubblicata da [[Garzanti Editore|Garzanti]] ''Poesia straniera del novecento'' le cui traduzioni e note introduttive sono tutte di Ripellino.
Nel [[1960]] i coniugi Ripellino ritornano a Praga e la trovano ancora immersa nella desolazione staliniana ma nei viaggi successivi, [[1963]] e [[1964]], avranno la gioia di vedere una [[Cecoslovacchia]] che ritorna, lentamente, a rivivere e che darà modo allo studioso di intrecciare fecondi rapporti con tutti quegli intellettuali in quel momento protagonisti del "risveglio", come [[Jaroslav Seifert|Seifert]], [[Eduard Goldstucker|Goldstucker]], [[Jiri Kolar|Kolar]] e tanti altri.
====La sua prima raccolta di poesie:Non un giorno ma adesso====
Il 1960 sarà anche l'anno della pubblicazione del suo primo libro di poesie, ''Non un giorno ma adesso'' per le edizioni Grafica di Achille e Luciano Cattania, mentre dalla casa editrice Lerici esce la traduzione delle ''Poesie'' di [[Alexander Blok]] con un ampio saggio di introduzione.</br>
Nel frattempo collabora con profondi e sempre vari articoli a "[[L'Europa letteraria]]" e a "[[Tempo presente]]".
====L'incarico universitario a Roma====
Nel [[1961]] prende il posto di Ettore Lo Gatto sulla cattedra di Lingua e Letteratura russa all'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università "La Sapienza"]] di Roma e dello stesso anno è la traduzione di "Pietroburgo" di Belvy e l'[[antologia]] "Nuovi poeti sovietici" per l'Einaudi.</br>
Nello stesso anno viene rappresentata al [[Festival di Venezia]] l'[[opera lirica]] di [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] ''Intolleranza 1960'', il cui libretto deriva da un testo scritto da Ripellino.
 
===Gli anni sessanta===
Pur non partecipando attivamente al [[Neoavanguardia|Gruppo 63]], numerose sue poesie vengono inserite nell'antologia ''Gruppo 63'' (Feltrinelli [[1964]]).
Negli anni Sessanta i coniugi Ripellino visiteranno Praga numerose volte e intrecceranno fecondi rapporti con intellettuali come [[Jaroslav Seifert]], [[Eduard Goldstücker]], [[Jiří Kolář]] e tanti altri.
 
Il 1960 sarà anche l'anno della pubblicazione del suo primo libro di poesie, ''Non un giorno ma adesso'' per le edizioni Grafica di Achille e Luciano Cattania, mentre dalla casa editrice Lerici esce la traduzione delle ''Poesie'' di [[Aleksander Blok]] con un ampio saggio di introduzione. Nel frattempo collabora con profondi e sempre vari articoli a "[[L'Europa letteraria]]" e a "[[Tempo presente]]".
Dal 1963 al [[1968]] collabora con il "[[Corriere della sera]]" dove scrive cronache culturali di tematica slave.
====Il saggio-romanzo:Il trucco e l'anima====
Nell'agosto del 1964 vi è una improvvisa ricaduta della malattia e Ripellino viene ricoverato in clinica dove riesce comunque a lavorare al suo [[saggio]]-[[romanzo]] sul teatro russo che lo vedeva impegnata già da tre anni. Esso verrà pubblicato nella [[primavera]] del 1964 con il titolo ''Il trucco e l'anima'' e, accolto da numerosi consensi, otterrà il [[premio Viareggio]].
 
Nel [[1961]] prende il posto di [[Ettore Lo Gatto]] alla cattedra di Lingua e letteratura russa dell'[[Sapienza - Università di Roma|Università "La Sapienza" di Roma]]. Dello stesso anno è la traduzione di "[[Pietroburgo (romanzo)|Pietroburgo]]" di [[Andrej Belyj]] e l'[[antologia]] "Nuovi poeti sovietici" per l'Einaudi.
Molto provato, Ripellino, verso la fine di luglio, viene ricoverato nel sanatorio di Dobris, una località a quaranta [[chilometro|chilometri]] da Praga, dove sarà curato dal medico Peter Ostry e riesce a sfuggire alla morte.
====Il secondo libro di versi:La Fortezza d'Alvernia====
L'esperienza dolorosa di questo periodo si riversa nel suo secondo libro di versi, ''La Fortezza d'Alvernia'' che verrà pubblicato da Rizzoli nel [[1967]] ottenendo il [[premio "Cittadella"]].
 
Nello stesso anno viene rappresentata al [[Festival di Venezia]] l'[[opera lirica]] di [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] ''[[Intolleranza 1960]]'', il cui libretto deriva da un testo scritto da Ripellino.
Assiste, nella primavera del [[1967]], ai lavori del IV Congresso degli scrittori sovietici e sulle pagine de [[L'Espresso]], scrive articoli di civile condanna sul conformismo della cultura ufficiale.</br>
Sempre nel 1967 esce alla stampa la traduzione del ''[[Lenin]]'' di [[Vladimir Majakovskij]] da parte di Einaudi.
 
Pur non partecipando attivamente al [[Neoavanguardia|Gruppo 63]], numerose sue poesie vengono inserite nell'antologia ''Gruppo 63'' (Feltrinelli [[1964]]). Dal 1963 al [[1968]] collabora con il "[[Corriere della Sera]]" dove scrive cronache culturali di tematica slava.
====La contestazione del '68====
Nel [[1968]], quando arde la [[Il Sessantotto|contestazione giovanile]], scrive ai suoi allievi la ''Lettera agli anziani'' che Antonio Pane <ref> Antonio Pane, ''Notizia biografica'', in Angelo Maria Ripellino. Poesie 1952-1978, Einaudi,1990</ref> definisce "''nobile e crepuscolare'' nella quale difende le "reti di multiformi rimandi", le "tele di malinconica ''reverie''", il "linguaggio da concerto" dei suoi corsi universitari, le "gracili farfalle al vento della rivolta".
 
Nell'agosto del 1964 Ripellino viene ricoverato in clinica dove riesce comunque a lavorare al suo [[saggio]]-[[romanzo]] sul teatro russo che lo vedeva impegnato già da tre anni. Esso verrà pubblicato nella [[primavera]] del 1965 con il titolo ''Il trucco e l'anima'' e, accolto da numerosi consensi, otterrà il [[premio Viareggio]].<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 18 febbraio 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150218231451/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref>
====La Primavera di Praga====
Nel luglio del '68 viene inviato da L'Espresso a Praga dove sarà testimone dei [[Primavera di Praga|tragici eventi]] e, sempre attento alla vita del popolo come a quello degli elementi più sensibili dell'intellighenzia, scriverà cronache memorabili per la speranza che emanano e nello stesso tempo per il forte risentimento contro gli annunciati invasori.
 
Verso la fine di luglio 1965 viene ricoverato nel sanatorio di Dobriš, una località a quaranta [[chilometro|chilometri]] da Praga.
Quando arrivano i [[Carro armato|tank]] egli lascia Praga e vi ritornerà una sola e ultima volta nell'aprile del [[1969]] per una serata di poesia in onore di [[Alexander Dubček|Dubček]], che pochi giorni dopo verrà estromesso, al caffè artistico Viola, luogo che rimarrà nostalgicamente nella sua memoria.
 
L'esperienza dolorosa di questo periodo si riversa nel suo secondo libro di versi, ''La Fortezza d'Alvernia'' che verrà pubblicato da Rizzoli nel [[1967]] ottenendo il [[premio "Cittadella"]].
In ''Praga magica'' <ref> Angelo Maria Ripellino, ''Praga magica'', Einaudi, Torino 1973 pag. 367</ref> pubblicato nel [[1973]] e che riceverà il [[premio "Libro dell'anno"]] a [[Copenaghen]], scriverà note dolcissime di rimpianto per quella città tanto amata {{Quote|Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un bàratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo che vi ritornerò. In una bettola di Malá Strana, ombre della mia giovinezza, stappate una bottiglia di Mělník. Andrò a Praga, al cabaret Viola, a recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga, non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza}} e gli avvenimenti e l'atmosfera da "incubo" di quell'anno ritorneranno nella sua terza raccolta di versi, ''Notizie dal diluvio'' pubblicato da Einaudi nel 1969.
 
Assiste, nella primavera del [[1967]], ai lavori del IV Congresso degli scrittori sovietici e sulle pagine de "[[L'Espresso]]", scrive articoli di civile condanna sul [[conformismo]] espresso dalla [[cultura ufficiale]].
Il '68 è anche l'anno di ''Poesie di Chèbnikov'', uno tra i suoi più libri più belli e del volume di saggi, ''Letteratura come itinerario del meraviglioso''.
Sempre nel 1967 esce in stampa la traduzione del ''[[Lenin (poema di Majakovskij)|Lenin]]'' di [[Vladimir Majakovskij]] per i tipi di [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]].
 
Nel [[1968]], quando arde la [[Il Sessantotto|contestazione giovanile]], scrive ai suoi allievi la ''Lettera agli anziani'' che [[Antonio Pane]]<ref>Antonio Pane, ''Notizia biografica'', in Angelo Maria Ripellino, ''Poesie 1952-1978'', Einaudi, 1990.</ref> definisce "''nobile e crepuscolare'' nella quale difende le "reti di multiformi rimandi", le "tele di malinconica ''rêverie''", il "linguaggio da concerto" dei suoi corsi universitari, le "gracili farfalle al vento della rivolta".
===Gli ultimi anni di vita===
====L'apertura a nuove esperienze====
Nel [[1970]] nascono i gemelli Daria e Pierre André, figli di Milena, che saranno i personaggi dei suoi prossimi versi e Ripellino, ora nonno, si apre ad alte esperienze occupandosi di pittura, presentando mostre di artisti e mettendo in scena a Roma due [[dramma lirico|drammi]] lirici di Blok (''Il piccolo baraccone'' al Teatro dell'Abaco nel 1970 e ''La sconosciuta'' al Teatro Politecnico nel [[1974]]).
 
====La Primavera di Praga====
Nell'ottobre del [[1972]] viene incaricato da L'Espresso di tenere la rubrica teatrale, incarico che manterrà con grande passione fino a pochi mesi prima della morte e che è servito a produrre circa duecento recensioni. Nello stesso anno esce ''Sinfonietta'' che riceve il [[premio "Suio Terme"]]
Nel luglio del '68 viene inviato da L'Espresso a Praga dove sarà testimone dei [[Primavera di Praga|tragici eventi]] e, sempre attento alla vita del popolo come a quella degli elementi più sensibili dell'intellighenzia, scriverà cronache memorabili per la speranza che emanano e nello stesso tempo per il forte risentimento contro gli annunciati invasori.
 
Quando arrivano i [[Carro armato|carri armati]] egli lascia Praga e vi ritornerà una sola e ultima volta nell'aprile del [[1969]] per una serata di poesia in onore di [[Alexander Dubček|Dubček]], che pochi giorni dopo verrà estromesso, al caffè artistico Viola, luogo che rimarrà nostalgicamente nella sua memoria.
Nel [[1975]] pubblica in volume i racconti ''Storie del bosco boemo'' che ottiene il [[premio Capri]] e traduce, adattandolo per le scene, ''Il processo di Kafka'', che viene rappresentato a [[Lucca]] nello stesso anno con la [[regia]] di [[Mario Missiroli]] e come protagonista [[Giulio Bosetti]].
====Le ultime due raccolte poetiche====
Nel [[1976]] esce la sua quinta raccolta poetica, ''Lo splendido violino verde'' alla quale segurà nel [[1977]] ''Autunnale barocco'' che ottiene il [[premio"Prato"]].
====La morte====
Il [[21 aprile]] [[1978]], a causa di un [[collasso cardio-circolatorio]], muore a Roma.
 
In ''[[Praga magica]]''<ref>Angelo Maria Ripellino, ''Praga magica'', Einaudi, Torino, 1973, p. 367.</ref> pubblicato nel [[1973]] e che riceverà il [[premio "Libro dell'anno"]] a [[Copenaghen]], scriverà note dolcissime di rimpianto per quella città tanto amata {{Citazione|Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un bàratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo che vi ritornerò. In una bettola di Malá Strana, ombre della mia giovinezza, stappate una bottiglia di Mělník. Andrò a Praga, al cabaret Viola, a recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga, non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza}} e gli avvenimenti e l'atmosfera da "incubo" di quell'anno ritorneranno nella sua terza raccolta di versi, ''Notizie dal diluvio'', pubblicata da Einaudi nel 1969.
==Poetica==
 
Il '68 è anche l'anno di ''Poesie di [[Velimir Chlebnikov|Chlèbnikov]]'', e del volume di saggi, ''Letteratura come itinerario nel meraviglioso''.
I versi di Ripellino sono stati paragonati a dei candelieri dove la luce ritorna in continuazione mutando insieme alle disposizioni dell'animo.
 
===Gli ultimi anni di vita===
Nella poesia di Ripellino, per l'arditezza delle immagini e del linguaggio, si ritrova spesso la formula del "[[barocco]]" che comprende però tante altre possibilità, completamente differenti. Un altro ''leitmotiv'' della sua poesia è infatti la clowneria.
Nel [[1970]] nascono i nipoti, Pierre André e Daria, che saranno i personaggi dei suoi prossimi versi e Ripellino, ora nonno, si apre ad altre esperienze occupandosi di pittura, presentando mostre di artisti e mettendo in scena a Roma due [[dramma lirico|drammi]] lirici di [[Aleksandr Blok|Blok]] (''Il piccolo baraccone'' al Teatro dell'Abaco nel [[1971]] e ''La sconosciuta'' al Teatro Politecnico nel [[1974]]).
 
Dall'ottobre [[1972]] viene invitato a tenere una rubrica teatrale su "l'Espresso", incarico che manterrà con grande passione fino a pochi mesi prima di morire e che è servito a produrre circa duecento recensioni. Nello stesso anno esce ''Sinfonietta'' che riceve il [[premio "Suio Terme"]].
===Il tema del clown===
Un grande affetto per il mondo dei pagliacci e del circo in genere si riflette in tutti i suoi versi. La figura del clown rappresenta per Ripellino la gioia e con la gioia, l'infanzia e la [[letteratura]]. L'idea del clown ha tanta parte nella poesia di Ripellino perché essa serve a tenere a distanza l'idea della morte, con le sue piroette e i suoi scherzi.
 
Nel [[1975]] pubblica in volume i racconti ''Storie del bosco boemo'' che ottiene il [[premio Capri]] e traduce, adattandolo per le scene, ''Il processo di Kafka'', che viene rappresentato a [[Lucca]] nello stesso anno con la [[Regia teatrale|regia]] di [[Mario Missiroli (regista)|Mario Missiroli]] e come protagonista [[Giulio Bosetti]].
Eppure anche il clown (e qui si parla di "clown metafisico") non perde niente del suo peso umano e, continuando ad esprimere la sua stralunata stupidità, è inchiodato alla terra come ad una croce perché deve onorare il suo mestiere: far ridere.
 
Nel [[1976]] esce la sua quinta raccolta poetica, ''Lo splendido violino verde'' alla quale seguirà nel [[1977]] ''Autunnale barocco'' che ottiene il [[premio "Prato"]].
E questo è il punto chiave: il clown rappresenta la realtà della vita, dove buffo e tragico, gioia e dolore, sono la stessa cosa. "Majakovskij ride, Maijakovkij piange", come riporta il titolo di un progettato [[saggio]] le cui bozze si trovano in ''Fuga'', in ''Golgota e clownerie si avvicinano'' e ''Saggi''.
 
Il 21 aprile [[1978]], a causa di un [[collasso cardio-circolatorio]], muore a Roma.
===Il tema dell'acqua===
 
==Opere==
La passione per l'acqua si estende, nella poesia di Ripellino, al mare, ai fiumi, ai laghi.
===Poesia===
* ''Non un giorno ma adesso'', Grafica, Roma, 1960
* ''La fortezza d'Alvernia e altre poesie'', Collana Poesia, [[Rizzoli]], Milano, 1967
* ''Notizie dal diluvio'', Einaudi, Torino, 1969; poi ristampato in ''Sinfonietta''
* ''Sinfonietta'', Collana Supercoralli, Einaudi, Torino, 1972
* ''Lo splendido violino verde'', [[Collezione di poesia]] n.132, Einaudi, Torino, 1976
* ''Autunnale barocco'', [[Guanda]], Parma, 1977
* ''Scontraffatte chimere'', a cura di [[Giacinto Spagnoletti]], Pellicanolibri, Catania, 1987
* ''Poesie. Dalle raccolte e dagli inediti'', a cura di Alessandro Fo, Antonio Pane, Claudio Vela Einaudi, Torino, 1990
* ''Poesie prime e ultime'', a cura di Federico Lenzi e Antonio Pane, presentazione di Claudio Vela, introduzione di [[Alessandro Fo]], Aragno, Torino, 2006
* ''Notizie dal diluvio. Sinfonietta. Lo splendido violino verde'', a cura di Alessandro Fo, Federico Lenzi, Antonio Pane, Claudio Vela, Collezione di poesia, Einaudi, Torino, 2007 [riedizione]
 
=== Saggi, Prose, Antologie ===
Il mare, simbolo di terre lontane e di spazi aperti, diventa occasione per la descrizione di paesaggi epici. Ma esso è legato all'estate e alle vacanze e quindi al mare delle spiagge, dell'umanità e della sua volgarità.
* ''Storia della poesia cèca contemporanea'', Roma, Edizioni d'Argo, 1950
* ''Poesia russa del Novecento'', a cura di Angelo Maria Ripellino, Guanda, Parma, 1954
* ''Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], Torino, 1959
* ''Nuovi poeti sovietici'', a cura di Angelo Maria Ripellino, Einaudi, Torino, 1961
* ''Rileggendo Deržavin'', Carucci, Roma, 1961
* ''Il trucco e l'anima. I maestri della regia nel teatro russo del Novecento'', Collana [[Saggi (Einaudi)|Saggi]], Einaudi, Torino, 1965
* ''Letteratura come itinerario del meraviglioso'', Einaudi, Torino, 1968
*''Poesie di Chlébnikov'', Einaudi, Torino, 1968
* ''[[Praga magica]]'', Einaudi, Torino, 1973
* ''Storie del bosco boemo. Quattro capricci'', Einaudi, Torino, 1975
* ''Saggi in forma di ballate. Divagazioni su temi di letteratura russa, ceca e polacca'', Einaudi, Torino, 1978
* ''L'arte della fuga'', a cura di Rita Giuliani, Guida, Napoli, 1987
* ''I fatti di Praga'', a cura di Alessandro Fo e Antonio Pane, Scheiwiller, MIlano, 1988
* ''Siate buffi.Cronache di teatro, circo e altre arti (1969-1977)'', a cura di Alessandro Fo, Antonio Pane, Caludio Vela, Bulzoni, Roma, 1989
* ''Nel giallo dello schedario'', a cura di Antonio Pane e Alessandro Fo, Cronopio, Napoli, 2000 [note e recensioni 1963-1973]
* ''Storie del bosco boemo e altri racconti'', Mesogea, Messina, 2006, ISBN 978-88-469-2055-3 [riedizione ampliata]
* ''Oltreslavia: scritti italiani e ispanici (1941-1976)'', a cura di Antonio Pane, nota introduttiva di Antonino Cusumano, Mazara del Vallo, Istituto euro arabo di studi superiori, 2007
* ''Solo per farsi sentire. Interviste (1957-1977, con le presentazioni dei programmi Rai 1955-1961)'', a cura di Antonio Pane), Mesogea, Messina, 2008, ISBN 978-88-469-2065-2
* ''L'ora di Praga: scritti sul dissenso e sulla repressione in Cecoslovacchia e nell'Europa dell'Est (1963-1973)'', a cura di Antonio Pane, con la collaborazione di Camilla Panichi, prefazione di [[Nello Ajello]], contributi di Alessandro Catalano e Alessandro Fo, Le Lettere, Firenze, 2008 [riedizione ampliata]
* ''Lettere e schede editoriali'', a cura di Antonio Pane, introduzione di Alessandro Fo, Einaudi, Torino, 2018
* ''Iridescenze. Note e recensioni letterarie (1941-1976)'', a cura di Antonio Pane e Umberto Brunetti, Aragno, Torino, 2020
 
==Note==
===Poesia-pittura-teatro===
<references/>
 
== Bibliografia ==
Spesso la poesia di Ripellino sembra costruita come un quadro dal colorismo spiccato sulla quale tela bianca si succedono, come tanti colori, tutti i singoli particolari: una domenica, un giorno di pioggia, lo scantinato di uno sfasciacarrozze.
*Franco Pappalardo La Rosa, ''Lo specchio oscuro. Piccolo, Cattafi, Ripellino'', Alessandria, Edizioni Dell'Orso, 2004
*(sulla sua poesia): Giuseppe Dierna, "Rileggere Ripellino!", in ''A.M: Ripellino poeta e slavista'', a c. di Mario Grasso, ''Lunarionuovo'', n. 21/22 (febbraio 1983), pp.&nbsp;71–79
* Giorgio Linguaglossa, ''Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana 1945-2010'', EdiLet, Roma, 2011
* Giuseppe Dierna, "Angelo e la spia. Così i servizi cechi ricattavano Ripellino", in "La Repubblica", 23 dicembre 2013, pp.&nbsp;58–59 (versione integrale su: https://www.micciacorta.it/2013/12/angelo-e-la-spia/)
 
Se la poesia è quel "quid" che dà ragione di esistere ad ogni fenomeno d'arte, la [[pittura]] diventa lo spaccato del meraviglioso che viene immesso nel fluire del tempo associando all'occhio l'orecchio. E così alle parole poesia e pittura se ne aggiunge un'altra: [[teatro]]. E questo è un altro dei temi fondamentali della poesia di Ripellino. Egli, sul L'Espresso scriverà "occorre teatralizzare la vita".
 
===Le cose umili===
 
Nella poesia di Ripellino risaltano le cose umili che aprono spazi molto più grandi, come nella latrina di ''Catarsi'', un gabinetto pubblico custodito da "una vecchia Musa imbambolata" che si placa con delle monete o le scarpe scalcagnate che in una lirica, che si trova in ''Chimere'', provano vergogna davanti al cielo stellato.
 
Ed è nell'indifferenza per il [[linguaggio]] delle cose modeste, così come nell'approccio approssimativo a quelle più elevate, l'aspetto di un'umanità da detestare, la filistea, che insidia la bellezza delle cose con la volgare ed arida banalità.
 
Un oggetto che ha molta importanza nella [[Poesia lirica|lirica]] di Ripellino è l'armadio ed è affascinante inventariare le rarità stipate nella raccolta-armadio del poeta, dai guanti color giallo e le cravatte-carciofo alle scarpe scarlatte, dagli sparati alle giacchette con i dorsi arricciati. Come costumi di teatro esse, finito il numero, ritorneranno in camerino.
 
===Il tema della malattia e della morte===
Nella raccolta di poesie ''La fortezza d'Alvernia'', nel quale viene toccato per la prima volta il tema della [[malattia]], una quantità di "babbucce a scacchi e gonfie brache di panno" ci annunciano il più forte avversario della felicità, la cattiva salute, contro la quale il poeta ha lottato per tutta la vita.
 
Il sanatorio diventa un surreale castello avvolto da bianchi pannelli nel quale si muovono personaggi buffi e disperati nello stesso tempo a riprova della continua e altalenante apertura di gioia e male, quella che il poeta chiama "la buffoneria del dolore".
 
Anche se da quel sanatorio Ripellino riuscirà ad uscire sfidando la morte, il tema della malattia e della lotta che il poeta compie verso essa, si insedia nei suoi versi e la poesia diventa, sempre di più, un rifugio.
 
Nelle liriche di Ripellino vi sono operazioni [[linguistica|linguistiche]] che si pongono subito all'attenzione di chi legge, come ad esempio l'uso di una sintassi fatta soprattutto di subordinate concessive che serve ad esprimere il [[conflitto]] dominante nella vita e nella poesia del poeta: la lotta contro la malattia e la morte.
 
E così "anche ''se'' zero, ''se'' straccio, ''se'' torso, tu devi - risalire, respingere i crac e le croci, ''se'' larva, - ''se'' ombra...roccia, ''sebbene'' incrinata".
 
Verso le ultime poesie la [[forma]] concessiva viene ogni tanto a mancare, quasi ci fosse la certezza che questa volta egli non potrà sfuggire. Ma nelle poesie di ''Fortezza'' spuntano forti, come un grido, i ''nonostante'', come quando il poeta scrive, rivolto alla vita "anche se, nonostante, continuo ad amarti".
 
E ancora si nota nella sua poesia la [[sintassi]] che inclina alle avversative e le pagine si riempiono di ''ma'' e di ''eppure'' con accanto quel ''se'' che rappresenta ancora un segnale del desiderio di potercela fare, come scrive nei ''Saggi'': ''eppure la vita è tutta un "se potessi"''.
 
L'autore, solo davanti alla morte, indaga quali sono i rapporti che gli autori a lui più cari intrattengono con essa e, a tratti, subentra una forte [[malinconia]] per chi è scomparso.
 
Quello che domina nei suoi versi non è la paura di una mancata resurrezione, alla quale non crede, ma la paura dell'oblio.
 
L'atteggiamento che ne deriva non è però di chiusura ma di forzata allegria e l'invito è quello di insistere a danzare la vita con ferite di gioia e vestirsi da domatore per "tenere a bada la morte".
 
===Parole-valori===
 
Ripellino fa uso di molte parole-valori nella sua poesia che si incastrano tra di loro creando un vincolo di [[Fonema|fonemi]] che lega le cose da essi significate.
 
Si ricorda la parola ''gioia'' che in certi versi si appoggia così a lungo sulla parola ''giovinezza'' che quest'ultima appare quasi un continuo della parola gioia come in Sinfonietta: "Così se ne va per il mondo la gioia, la giovinezza - lasciandoci obliqui, appassiti, di pezza".
 
Lo stesso vale per le parole vino e violino che risultano entrambe di colore verde e che anch'esse si raggiungono in un contesto comune: "prendere un vecchio violino tarlato, - e scendere nel fango e sonare, - e bere e svagarsi e cantare con gli uomini".
 
===L'ultima poesia===
 
Nell'ultima raccolta della poesia di Ripellino ritroviamo le tracce della sua poesia giovanile dove ritorna spesso la parola ''[[autunno]]''.
 
Ma i nuovi temi sono la [[nostalgia]] della giovinezza, il ritorno alle memorie più lontane, ("Il mio ideale è di maturare verso l'infanzia"), l'energia ribelle dei figli e soprattutto i [[treno|treni]], simboli di [[solitudine]] e di assenze ma anche, allegoricamente, della vita che non si ferma, ma corre elettrica, sulla "sua strada".
 
Nel finale dell'ultima raccolta il poeta si congeda dal lettore con un ''de rerum natura'' che è testimonianza del desiderio di ritrovare nella natura la potenza rasserenatrice, ma nel finale di ''Violino'' egli dice:{{Quote|Certo che anche la natura, a pensarci bene, che garanzie abbiamo che non sia come noi, che non debba finire un giorno fra le cianfrusaglie di Chronos? Non c'è risposta; bisogna rassegnarsi a fare da spettatori, mentre il teatro del cosmo con rutilanti colori esibisce una vita - Schygulla, "sciantosa di varietà, sulla riva - del Nulla.}}
==Note==
<references/>
==Voci correlate==
*[[Praga magica]]
* [[Formalismo russo]]
==Collegamenti esterni==
*[http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article849 Approfondimento e alcune poesie ]
*[http://www.esamizdat.it/pane_bibl_eS_2004_(II)_2.pdf Bibliografia completa di A.M. Ripellino]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|q}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{Cita web | url = http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article849 | titolo = Poesie prime e ultime | autore = Maria Valente | data = 3 aprile 2007 | accesso = 9 dicembre 2022 | urlarchivio =https://archive.is/20130414025241/http://www.absolutepoetry.org/Angelo-Maria-Ripellino | dataarchivio = 14 aprile 2013 | urlmorto = sì }}
*{{cita web | 1 = http://www.esamizdat.it/pane_bibl_eS_2004_(II)_2.pdf | 2 = Bibliografia completa di A. M. Ripellino | accesso = 8 gennaio 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060514201451/http://www.esamizdat.it/pane_bibl_eS_2004_(II)_2.pdf | dataarchivio = 14 maggio 2006 | urlmorto = sì }}
{{Premio Viareggio / Saggistica}}
{{Premio Mondello}}
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[[Categoria:Traduttori all'italiano]]
 
[[Categoria:Vincitori del Premio Viareggio per la saggistica]]
==Opere==
[[Categoria:Studenti della Sapienza - Università di Roma]]
 
[[Categoria:Traduttori dal russo]]
===Poesia===
[[Categoria:Professori dell'Università di Bologna]]
 
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]]
*''Non un giorno ma adesso'', Grafica, Roma [[1960]]
*''La fortezza d'Alvernia'', [[Rizzoli]], Milano [[1967]]
*''Notizie dal diluvio'', Einaudi, Torino [[1969]]
*''Sinfonietta'', Einaudi, Torino [[1972]]
*''Lo splendido violino verde'', Einaudi, Torino [[1976]]
*''Autunnale barocco'', [[Guanda]], [[Parma]] [[1977]]
*''Scontraffatte chimere'', a cura di [[Giacinto Spagnoletti]], [[Catania]], 1987
 
===Saggistica e prose varie===
 
* ''Storia della poesia cèca contemporanea'', Roma [[1950]]
* ''Majakovskij e il teatro russo d'avanguardia'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], [[Torino]] [[1959]]
* ''Rileggendo Derzavin'', Carucci, [[Roma]] [[1961]]
*''Il trucco e l'anima. I maestri della regia nel teatro russo del Novecento'', Einaudi, Torino [[1965]]
*''Letteratura come itinerario del meraviglioso'', Einaudi,Torino [[1968]]
*''Praga magica'', Einaudi, Torino [[1973]]
*''Storie del bosco boemo. Quattro capricci'', Einaudi,Torino [[1975]]
*''Saggi in forma di ballate. Divagazioni su temi di letteratura russa, ceca e polacca'', Einaudi, Torino [[1978]]
*''L'arte della fuga'', a cura di R. Giuliani, Guida Napoli, [[1987]]
* ''Poesia russa del Novecento'', a cura di Angelo Maria Ripellino, Guanda, Parma [[1954]]
* ''Nuovi poeti sovietici'', a cura di Angelo Maria Ripellino, Einaudi, Torino [[1961]]
 
{{Poeti italiani}}
{{letteratura}}
 
[[Categoria:biografie|Ripellino A.M.]]
[[Categoria:Poeti italiani del XX secolo|Ripellino A.M.]]