Matino: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Matino
|Panorama = Chiesa_di_San_Giorgio_Matino.jpg
|Didascalia = Chiesa Matrice del Patrono San Giorgio
|Bandiera = Matino-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado
|Amministratore locale = Giorgio Salvatore Toma
|Partito = [[Lista civica]] Amiamo Matino
|Data elezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2022#Matino|12-6-2022]]
|Data
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Alezio]], [[Casarano]], [[Collepasso]], [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Melissano]], [[Parabita]], [[Taviano]]
|Zona sismica = 4
|Gradi giorno = 1073
|Nome abitanti = matinesi
|Patrono = [[san Giorgio Martire]]
|Festivo = 23 aprile
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Matino (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Matino all'interno della provincia di Lecce
}}
'''Matino'''
Situato nel [[Salento]] sud-occidentale,
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Matino sorge sulle ultime propaggini delle [[serre salentine]] a {{M|75|u=m slm}}, a {{M|10|u=km}} dalla [[Mare Ionio|costa ionica]] e a {{M|25|u=km}} dall'estrema punta della [[penisola salentina]] rappresentata dal [[Capo di Leuca]]. Il centro storico si estende sulla collina detta di Sant'Ermete adagiata fra due canaloni preistorici ([[Gravina (geologia)|gravine]] carsiche) denominati rispettivamente "Universo" sul lato nord e "Reale" sul lato sud.
Il territorio, fortemente [[Carsismo|carsico]], è privo di corsi d'acqua di superficie ma ricchissimo di corsi d'acqua sotterranei alimentati dalle cosiddette ''Vore'', inghiottitoi naturali delle acque pluvie situati in depressioni naturali del terreno.
Il comune, che si estende su una superficie di {{M|26.28|u=km²}}, raggiunge i {{M|38|ul=m slm}} di altezza minima e i {{M|172|u=m slm}} di altezza massima. La cittadina domina la vallata denominata di [[Taviano]]-Matino che rappresenta una delle zone più fertili del [[Salento]]. Le colture predominanti sono l'ulivo e la vite ma con ampi spazi dedicati ai seminativi e alle colture in serra, in special modo fiori.
Negli ultimi anni l'infestazione degli splendidi olivi secolari del territorio matinese da parte del batterio [[Xylella fastidiosa]] e la conseguente disastrosa moria degli olivi, ed in misura minore ma comunque significativa, gli attacchi del [[Rhynchophorus ferrugineus]] ai tanti palmizi del territorio, ha provocato un radicale cambiamento del panorama delle campagne matinesi.
Molto frequenti sono le [[masserie]], grandi costruzioni rurali che insistevano su ampi latifondi, frutto del notevole impulso dato alla produzione agricola nel [[Borbone di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), ad oggi in disuso salvo qualche esempio di riutilizzazione in chiave agrituristica. Abbastanza diffusi sono anche i cosiddetti [[Pajare|caseddhi]], o [[Pajaru|pajare]] (pagliai) tipico esempio di edilizia rurale, derivante da antiche tecniche costruttive di provenienza magnogreca. Diffusissima l'edilizia rurale di tipo moderno a testimonianza di un attaccamento alla terra delle popolazioni locali e di un vivacissimo mercato agrituristico.<br />Il territorio del comune confina a nord con il comune di [[Parabita]], a est con il comune di [[Collepasso]], a sud con i comuni di [[Casarano]], [[Melissano]] e [[Taviano]], a ovest con i comuni di [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]] e [[Alezio]].
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
=== Clima ===
Secondo la [[stazione meteorologica di Lecce Galatina]] e la [[stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca]] Matino (che rientra nel territorio del basso Salento) presenta [[clima mediterraneo]] con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai {{M|+9|u=°C}}, con minime assolute che molto raramente scendono sotto lo zero, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui {{M|+25.1|u=°C}}. con massime che possono arrivare anche vicine ai {{M|40|u=°C}}. Le [[precipitazioni]] medie annue, che si aggirano intorno ai {{M|676|u=mm}}, presentano un minimo in [[primavera]]-[[estate]] ed un picco in [[autunno]]-[[inverno]].<br />Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle [[serre salentine]] che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da sud-est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola<ref>{{cita web |url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf |titolo=Atlante Climatico - Lecce Galatina Tabelle climatiche 1971-2000|accesso=25 maggio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140112131638/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf}}</ref>.
{{ClimaAnnuale
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}}
* [[Classificazione climatica]] di Matino:<ref>{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|titolo=Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani|urlmorto=sì|accesso=19 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127140928/http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|dataarchivio=27 gennaio 2010}}</ref>
** [[Zona climatica]]: C
** [[Gradi giorno]]: {{formatnum:1073}}
== Origini del nome ==
Che il toponimo di Matino derivi dalla radice linguistica osca ''Mat'' che significa "terreno coltivato" o "terreno fertile" o in alcuni casi "altopiano" o "pianura", come sostenuto da diversi studiosi è una tesi piuttosto dubbia in quanto l'[[osco]], una lingua pre-romana diffusa dall'[[Abruzzo]] fino alla [[Calabria]], non penetro' mai nel Salento, sebbene il poeta [[Quinto Ennio]] (originario di [[Rudiae]] presso Lecce) affermasse di padroneggiarla<ref>Celebre è l'affermazione riportata da [[Aulo Gellio]] in ''Noctes Atticae 17.17'': ''Quintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret'' ("Quinto Ennio diceva di avere tre anime in quanto parlava greco, osco e latino").
</ref>. Non vi sono tracce della lingua osca in nessun ritrovamento archeologico o iscrizione in nessun sito salentino. D'altra parte quasi tutti i toponimi salentini hanno origini messapiche ([[Ugento]], [[Alezio]], [[Otranto]]), greche ([[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Galatone]]) o latine ([[Casarano]], [[Taviano]]), ma non osche. Peraltro denominare un paese con un nome di origine osca intorno all'anno mille, quando cioè i dialetti osci sono scomparsi da almeno 6 secoli, sembrerebbe un'ipotesi poco probabile. Questa constatazione avvalorerebbe la tesi dell'autore ''Carlo Coppola''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=(Quaderni Salentini - Congedo Editore, 1999) III triim.|titolo=}}</ref>'','' circa le origini in quanto il toponimo si spiegherebbe solo con una derivazione dal nome "Matini" o ''Matinates ex Gargani'' come li cita [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]. A loro volta i ''Matinates'' derivavano il proprio nome dal culto della Dea romana dell'aurora "[[Mater Matuta]]".
Anche l'ipotesi di un'origine del toponimo dalla storpiatura della parola mattino è abbastanza debole e sembra priva di fondamento dal punto di vista dell'analisi linguistico-semantica.
== Storia ==
===Le origini===
Alcuni storici cittadini<ref>{{Cita web|url=https://www.salentolibri.it/schivano-giuseppe-matino-natura-ed-arte-una-comunita-meridionale-nel700-9788877865458|titolo=Matino: natura ed arte. Una comunità meridionale nel '700|autore=Giuseppe Schivano|sito=SalentoLibri |accesso=2021-09-10}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Tommaso Leopizzi|url=https://www.congedoeditore.it/matino-storia-e-cultura-popolare.html|titolo=Matino. Storia e cultura popolare|accesso=2021-09-10}}</ref> fanno risalire l'origine della cittadina alla distruzione delle città [[messapi]]che di [[Alezio]] e la presunta ''Bavota'', l'attuale [[Parabita]], da parte dei [[Saraceni]], secondo questa tesi avvenuta nei secoli [[IX secolo|IX]] e [[X secolo|X]] e ad un relativo insediamento dei profughi nella zona della Matino odierna.
L'ipotesi, non suffragata peraltro da alcun documento o riferimento storico, è contraddetta da diverse circostanze:<ref>D'altronde lo storico Schivani, autore di una ''Cronaca di Matino'' datata 1763 e fonte molto interessante per la descrizione di usi e tradizioni locali, risulta invece molto inattendibile ed impreciso per i dati cronologici e storiografici e anche padre Tommaso Leopizzi, nei suoi scritti, riprende le tesi di Schivani senza ulteriori e specifiche indagini.</ref>
# La marcata differenza dei dialetti parlati nelle presunte città fondanti e Matino stessa, che fanno presumere le 3 cittadine appartenenti a matrici culturali diverse.
# L'esistenza stessa di una città denominata ''Bavota'' in una posizione geografica collocata fra le attuali Alezio e Parabita, è stata smentita da eminenti studiosi negli ultimi anni e sembra essere dovuta ad una cattiva trascrizione di un copiatore.<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://www.stefanocortese.it/Nuov1.pdf|titolo=Bavota alla luce della ricognizione|autore=Stefano Cortese|pubblicazione=Nuova alba|numero=12|anno=2006}}</ref> È altresì probabile che la fondazione di Parabita sia posteriore a quella di Matino
# La stessa [[Alezio]] nel periodo di fondazione di Matino non esisteva come centro abitato o al massimo poteva essere un piccolo casale semiabbandonato<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.alezio.le.it/vivere-il-comune/territorio/cenni-storici|titolo=Comune di Alezio - Cenni storici|autore=Assistenza Tecnica Clio|accesso=2021-10-18}}</ref>.
Altri autori<ref>{{Cita|Carlo Coppola|pp.3 e segg.|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref> ritengono invece più probabile una fondazione della Matino moderna da parte di profughi provenienti dalla Matino antica.
L'antica Matino era un popoloso centro situato sulle coste del [[Gargano]], fondato intorno al [[1000 a.C.]] e denominato ''[[Apeneste]]'' in periodo magno-greco e poi ''[[Matinum]]'' in periodo romano. Il toponimo ''Apeneste'' significa in greco antico "che nasce" oppure "che sorge" con chiaro riferimento al sole. Anche la versione latina ''Matinum'' conserva la medesima accezione di significato. Potrebbe quindi non essere un caso che lo stemma di Matino nuova, adottato in epoca normanna e quindi poco dopo l'anno 1000 d.C., rappresenti proprio un sole che sorge tra due colline.
I ''Matinates ex Gargani'' come li cita [[Plinio il Vecchio]], ovvero gli abitanti dell'antica Matino, erano un piccolo popolo di stirpe ''[[Dauni|greco-dauno]]-[[japigi]]a'' stanziatosi nella [[Puglia]] settentrionale fra il IX e il VII sec. a.C. in seguito alla grande migrazione verso le coste adriatiche proveniente da est e sud-est che porta sui lidi pugliesi prima popolazioni illiriche e poi a distanza di circa 2 secoli, coloni greci. Questa tribù fondò la città che divenne un centro marinaro e commerciale di notevole importanza fino al periodo tardo romano e di cui si hanno notizie certe fino al [[970|980 d.C.]], probabile anno della sua distruzione.
La fondazione dell'odierna Matino sarebbe avvenuta in seguito alla scomparsa di questo centro avvenuta nel periodo fra il [[971]]-[[980|980 d.C.]] forse per un terremoto-maremoto, dato che parte delle rovine dell'antica Matino sono ad oggi sommerse dall'Adriatico, oppure procurata dalla serie di incursioni saracene che devastarono il territorio matinese e l'intero Meridione d'Italia intorno a quegli anni, molto probabilmente per ambedue le evenienze. In ogni caso la circostanza che la data di distruzione della Matino antica e quella della fondazione della Matino nuova coincidano rappresenta, insieme all'analisi linguistica del toponimo - altrimenti inspiegabile - se non una prova, un indizio di sicura rilevanza circa le origini del paese.
Il primo documento attestante l'esistenza di Matino è del 1099 ''"(…) offero primis deo et monasterio sancte marie de nerito hoc est enim unum oratorium nostrum quod est ecclesia sanctae Anastasiae de '''Matino''' cum putheo domibus, olivis et omnibus terris suis, quae est comitatus nostri Neritoni, ut in perpetuum maneat sub potestate de praedicto monasterio Sanctae Mariae…"''<ref>Patente Normanna presso la Curia vescovile di Nardò gennaio 1099, ind. VII</ref> (tr. Offro innanzitutto a Dio e quindi al monastero di S. Maria di Nardò, perché questo è il nostro unico luogo di preghiera, la chiesa di S. Anastasia di Matino, con case, ulivi e tutte le sue terre, la quale si trova nella nostra contea di Nardò, affinché rimanga per sempre sotto l'autorità del predetto monastero di S. Maria).
Con detto documento Goffredo Conte di Nardò fa dono a Everardo, Priore di S.Maria di Nardò, del Monastero di Santa Anastasìa che doveva essere molto grande tanto da essere dotato di un proprio mulino e con tutti i suoi possedimenti che dovevano essere ben estesi, certificando al tempo stesso l'esistenza del casale di Matino ed è quindi plausibile che la sua fondazione risalga ad almeno un secolo prima, dove un manipolo di esuli dell'antica Matino potrebbero aver dato vita ad una nuova patria.
===Periodo Normanno-Svevo: il casato dei De Persona===
Nel periodo normanno, il territorio matinese venne infeudato, fra il 1190 e il 1192, da [[Tancredi di Sicilia|Tancredi di Lecce]] a favore della Famiglia De Persona. Il feudo, assai vasto, comprendeva oltre al casale di Matino anche i territori di Tuglie e Seclì<ref name=Tasselli>{{Cita libro|autore=Luigi Tasselli|titolo=Antichità di Leuca|edizione=Lecce appresso agli eredi di Pietro Micheli|anno=1693|p=194}}</ref>.
Il primo barone di Matino fu Filippo De Persona<ref name=Tasselli /> a cui succedette il figlio Gervasio di Matino ([[Gervasio de Persona]]) assumendo come da tradizione normanna nel proprio nome quello del feudo e quindi il nipote Glicerio di Matino ([[Glicerio de Persona]]) premorto di qualche mese al padre in quanto torturato e impiccato a Brindisi dagli angioini per aver comandato lo sfortunato [[Assedio di Gallipoli]] del 1268-1269. I De Persona, famiglia ghibellina e fedelissima alla casata Hohenstaufen, furono personaggi di primissimo piano nella corte sveva sia nel periodo di Federico II che durante il regno di Manfredi. Fra i più grandi feudatari del Regno di Sicilia, furono, nel corso degli anni, nominati signori anche dei feudi di Mottola, di Ceglie Messapica, della Contea di Soleto, del casale di San Pietro di Galatina e dei territori che sarebbero poi divenuti il feudo di Martina Franca. Acerrimi nemici degli angioini, furono privati di tutti i loro feudi da Carlo I d'Angiò nel 1269, alla fine delle guerre svevo-angioine.<ref>{{Cita|Carlo Coppola|p. 67|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref>
La casata rientrerà in possesso del feudo di Matino un secolo dopo.
===Periodo Angioino e Aragonese: i casati Du Till, Maramonte, Antoglietta e il ritorno dei De Persona===
Il cambio ai vertici del potere nell'Italia Meridionale con l'avvento degli Angioni, ha ripercussioni anche su Matino il cui feudo viene deliberatamente smembrato a perenne memoria della vendetta angioina contro i De Persona. Il casale di Matino e quello di Parabita vengono assegnati al cavaliere angioino Giovanni di Tillio (''Jean Du Till'').
Il feudo resta al Du Till per un periodo molto breve se già nel 1273 il casale di Matino viene assegnato al giureconsulto Sparano da Bari per i servizi resi al re angioino mentre quello di Parabita verosimilmente resta al Du Till e ai suoi discendenti ancora per qualche anno.<ref>{{Cita libro|autore=Camillo Minieri Riccio|titolo=Della dominazione angioina nel Reame di Sicilia|editore=Ed. Rinaldi e Sellitto |città= Napoli |anno= 1876 |p= 34}}</ref>
Il casale andrà nel 1352 a Maramonte de [[Maramonte]], figlio di Giannotto de Maramonte<ref>{{Cita libro|autore=Don Ferrante della Marra|titolo=Discorsi delle Famiglie estinte forestiere o non comprese nel Seggio di Napoli |città= Napoli |anno= 1641|p= 220}}</ref>, nobiluomo originario di Cutrofiano, attraverso la madre, la nobildonna Armenia Di Luco, che dona quale "''[[Controdote]]''" alla moglie di Maramonte, la nobildonna tarantina Isabella di Nantolio (''Antoglietta'') il casale di Matino<ref>{{Cita libro|autore=Scipione Ammirato|titolo=Della famiglia Dell'Antoglietta di Taranto |p= 17}}</ref>.
Nel 1378 ritornano in possesso dei territori matinesi gli antichi feudatari con Ludovico De Persona (Lisolus de Matino Judex).
È provata l'esistenza fra il '300 e l' '500 di una Matino "grande" e di una Matino "piccola", da vari documenti fino ad almeno al 1530<ref>{{Cita libro|autore=L.G. De Simone|titolo=Gli Studi Storici in Terra d'Otranto|città=Firenze |editore= Tip. Cellini |anno=1888|p= 28}}</ref>, data dopo la quale in nessun documento si fa più menzione di un Matino "piccolo", ritenendosi quindi che il piccolo insediamento sia stato gradualmente abbandonato. Non se ne conosce l'ubicazione precisa anche se alcuni studiosi locali (T. Leopizzi, C.Coppola) hanno prodotto alcune ipotesi nel merito.
Nel 1440 Giovanni de Persona riscatta il feudo matinese da Antonio Orsini del Balzo, dopo averlo ceduto negli anni precedenti ma in data sconosciuta.<ref>{{Cita libro|titolo=Tesi di dottorato di Vilia Speranza, Edizione e studio di fonti per la storia della Puglia nel periodo di Alfonso Il Magnanimo, Università di Barcellona, 2014, pag. 127.}}</ref>
Nel 1500 Pietro Antonio De Persona e il figlio Giovanni Francesco fondano il monastero dei Padri Domenicani intitolato a S. Maria del Soccorso.<ref name=Bacile>{{Cita web|url=https://quod.lib.umich.edu/g/genpub/ATA3816.0001.001/58?rgn=full+text&view=image|titolo=Filippo Bacile di Castiglione su Schivani|anno=1894|p=35}}</ref>
Nel 1530 il feudatario di Matino è Giovanni De Persona. Annibale De Persona, sarà l'ultimo barone di Matino in quanto, senza discendenza maschile, concederà in sposa la sua unica figlia Fulvia e il feudo matinese quale dote al marchese Mario Del Tufo nel 1575.<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Tufo.htm|titolo=Famiglia del Tufo|accesso=2021-10-20}}</ref>
Alcuni palazzotti cinquecenteschi di buona fattura nel centro storico di Matino testimoniano una certa vivacità della cittadina nel XV e XVI secolo in concomitanza con il periodo di pace che vivrà Terra d'Otranto dopo secoli di scorribande e guerre.
===Dagli Aragonesi ai Borbone: il casato dei marchesi Del Tufo ===
Il feudo matinese passa nelle mani del barone Mario Del Tufo nel 1575, ma bisognerà attendere il 1632 perché il primo Del Tufo, Ascanio, il primo di una lunga serie di feudatari con lo stesso nome di battesimo, si insedi stabilmente a Matino.[[File:Palazzo Del Tufo Matino.jpg|miniatura|Stalle Palazzo Marchesale]]
Gli succederanno il figlio Giuseppe nel 1640, ed il di lui figlio, di nome Ascanio come il nonno, nel 1671. Ancora un ulteriore Ascanio è marchese nel 1690. Il suo successore sarà il marchese Giovanni Girolamo a partire dal 1761 e quindi un ultimo Ascanio dal 1783 fino all'eversione della feudalità nel 1806.<ref>{{Cita libro|titolo=Enciclopedia storico-nobiliare Italiana}}</ref>
La gran parte degli edifici di interesse architettonico della cittadina di Matino risale al [[Borboni di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), momento di sviluppo notevole sia per Matino sia per tutto il Meridione, anche grazie ai grandi flussi finanziari consentiti dall'esportazione di olio lampante.<ref>{{Cita|Carlo Coppola|''Breve storia dell'olio lampante'', appendice|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref>
La Chiesa Matrice, intitolata anch'essa a [[San Giorgio Martire]], in stile [[tardo barocco]] e pianta a croce latina, fu costruita a partire dal 1750 su una preesistente chiesa che è rappresentata dal braccio minore dell'attuale fabbrica, consacrata nel 1760 e completata nel 1763<ref name=Bacile /> Ancora da segnalarsi la seicentesca chiesa del [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Carmine]] e la chiesa del [[Rosario]], una volta dedicata a [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Santa Maria del Soccorso]], nonché cappella del convento domenicano (in passato adibita a struttura ospedaliera e di ricovero per i pellegrini che da [[Lecce]] procedevano per [[Santa Maria di Leuca]] e viceversa) diventato ormai quasi invisibile, in quanto molti dei locali appartenenti al convento stesso sono stati occupati dagli uffici del comune in epoca moderna e visibilmente modificati fino a farne scomparire le caratteristiche architettoniche.
=== Simboli ===
[[File:Matino-Gonfalone.png|right|100px|Gonfalone civico]]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 marzo 2004.<ref>{{Cita web|url=https://presidenza.governo.it/onorificenze_araldica/araldica/emblemi/2004/citta/matino.html|titolo=Matino (Lecce) D.P.R. 30.03.2004 concessione di stemma e gonfalone}}</ref><ref>{{Cita testo|titolo=D.P.R. di concessione del 30 marzo 2004|url=https://www.araldicacivica.it/pdf/decreti/le/matino.pdf}}</ref>
; Stemma
{{Citazione|[[Campo di cielo]], al [[Sole (araldica)|sole]] d'oro, con la parte inferiore esiguamente celata dal colle centrale del monte alla tedesca di tre colli, fondato in punta, di verde, esso colle centrale caricato dalla lettera maiuscola M, di argento. Ornamenti esteriori da Città.|D.P.R. 30 marzo 2004}}
; Gonfalone
{{Citazione|Drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.|D.P.R. 30 marzo 2004}}
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza=
|motivazione= Decreto del presidente della Repubblica
|luogo= 2 luglio 2002<ref>{{Cita testo|titolo=D.P.R. di concessione del 2 luglio 2002|url=https://www.araldicacivica.it/pdf/decreti-citta/le/matino.pdf}}</ref>
}}
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[[File:Chiesa di San Giorgio Matino.jpg|thumb|Chiesa di San Giorgio]]
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa
La Chiesa matrice è dedicata a [[San Giorgio]], il
==== Chiesa del Crocefisso ====
La Chiesa del Crocifisso, eretta verso la fine del [[XVII secolo|Seicento]], sorge con molta probabilità
==== Chiesa del Carmine ====
La Chiesa della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]]<ref name=cresciamo>{{cita web|url=http://www.cresciamoinsieme.org/docs/index.shtml?A=altrechiese|titolo=
==== Chiesa del Rosario e
La ex Chiesa di [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Santa Maria del Soccorso]], oggi dedicata alla [[Madonna del Rosario]], si presenta a unica navata e con un'incompiuta facciata in [[Classicismo (arte)|stile classico]]. Il corpo principale della fabbrica è stato eretto nel [[XVI secolo|
==== Chiesa della Pietà ====
La costruzione della seicentesca Chiesa della
==== Santuario dell'Addolorata ====
La chiesa fu costruita tra il 1738 e il 1754 con l'impulso della Confraternita della Pietà. Nel 1905 si procedette ad un rifacimento della chiesa, con la demolizione del vecchio altare maggiore e l'allungamento dell'edificio mediante l'aggiunta dell'abside. Il pavimento fu elevato per pareggiarlo con il piano stradale che negli anni era stato sopraelevato per costruzione di una strada di accesso al paese. Furono aggiunti due altari laterali, uno dedicato a S. Luigi e l'altro ai Santi Medici. Proclamato santuario mariano diocesano,<ref name=cresciamo /><ref>{{cita web|url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginemariaaddolorata.htm|titolo=Santuari - Beata Vergine Maria Addolorata in Matino|accesso=6 ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131012193204/http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginemariaaddolorata.htm|dataarchivio=12 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://matino.salentovirtuale.com/addolorata.php|titolo=MATINO - CHIESE - Chiesa dell'Addolorata|accesso=13 ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304085150/http://matino.salentovirtuale.com/addolorata.php|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.viaggispirituali.it/2011/02/santuario-beata-vergine-delladdolorata-matino-lecce-2/|titolo= Santuario Beata Vergine dell'Addolorata – Matino (Lecce)|accesso=13 ottobre 2012}}</ref> il 14 maggio 1938, dall'allora amministratore apostolico di Nardò Nicola Margiotta, vescovo di Gallipoli. È sede dell'omonima arciconfraternita.
'''Chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie'''
La chiesa, situata a qualche chilometro di distanza dall'abitato, fu edificata nel 1657 sulle rovine di una cappella di campagna medioevale di rito greco. Abbattuta per ragioni statiche nel 1945 è stata sostituita da nuova costruzione. Qualche segno archeologico nelle vicinanze ne testimonia l'antica costruzione.
==== Altre chiese ====
* Chiesa del
* Chiesa della
* Chiesa e [[monastero]] delle
* Cappella bizantina di
* Cappella dell'
* Cripta basiliana ipogea, in contrada
* Chiesa di
* Chiesa dei
* Chiesa dell’[[Immacolata]]
=== Architetture civili ===
* '''Palazzo dei Marchesi del Tufo''' Il palazzo, sorto sul finire del [[XII secolo]] come fortilizio normanno ad opera dei De Persona ed ingrandito nel corso del secolo successivo dalla stessa famiglia, è stato poi rimaneggiato più volte nel corso dei secoli con delle modifiche di una certa rilevanza in epoca aragonese, fino all'attuale aspetto che risale alla prima metà del [[XVIII secolo]], con interventi che hanno reso l'antica rocca normanna, ancora visibile nel corpo del palazzo, più adatta agli usi civili. L'apertura sulla facciata di una grande trifora è forse del '500 mentre l'apertura del grande portone e la risistemazione della piazza antistante, oggi Piazza [[San Giorgio]] sono certamente settecenteschi. L'edificio nel suo aspetto odierno si distribuisce su due piani dei quali quelli superiori ospitano circa 40 stanze ed una cappella mentre quelli inferiori accolgono le stalle, le antiche cucine e diversi magazzini. Notevole il giardino pensile realizzato sui soffitti del palazzo stesso nel primo scorcio del '700 e le splendide stalle affrescate testimoni della passione per i cavalli di razza dei marchesi Del Tufo realizzate probabilmente intorno al 1740. Interessanti le profonde cave di tufo sottostanti al palazzo che hanno fornito il materiale di costruzione per i piani superiori e che potrebbero risalire a epoca normanno-sveva.
* '''Portale del Giardino Marchesale in contrada
* '''Portale del Giardino Mimmo in contrada
* '''Borgo Medioevale''' Di notevole interesse urbanistico è il centro storico medioevale rimasto, nel complesso del suo tessuto, praticamente intatto, mostrando inalterata la tipica struttura delle case cosiddette
* ''' Frantoi ipogei''' I frantoi [[ipogeo|ipogei]] di Matino testimoniano l'antica tradizione della produzione olearia,
=== Aree archeologiche ===
==== Grotta di Sant'Ermete ====
La grotta di [[Ermete martire|Sant'Ermete]] è un'importante testimonianza archeologica in quanto in essa sono stati individuati resti fossili, manufatti e ossa risalenti all'uomo di [[Neanderthal]].
==== Grotta di Sant'Eleuterio ====
La grotta di [[Sant'Eleuterio]] è la testimonianza della presenza dei [[monaci basiliani]], o comunque di rito greco, nel territorio matinese. È ciò che rimane dell'antico monastero di Sant'Eleuterio sorto nel [[X secolo]], al sommo della serra omonima, fra Matino e Parabita. Di esso sopravvive la cripta, in grotta naturale con ingresso sormontato da una piccola volta a botte. Delle originarie pitture, ammirate dal De Giorgi, non resta che un impercettibile residuo sulla parete destra. Va ricordato, fra l'altro, che quando nel Salento si passò al rito latino, le pitture ispirate al rito greco furono coperte con intonaco; furono risparmiate solo poche immagini. L. Tasselli scrive che il monastero fu eretto da un soldato di Casarano, il quale cadde in un fossato, e, per intercessione di Sant'Eleuterio, fu salvo, ''tuttavia egli su ciò trasogna, atteso si fu che un Galantuomo e benestante della terra di Matino, che andava a cavallo per visitare i suoi poteri, che aveva là uniti, che noi diciamo masseria, ed arrivato sopra una cisterna Piena d'acqua, sprofondò la volta di essa, e si ritrovò nel profondo, dentro l'acqua invocò l'aiuto di S. Eleuterio, di cui era devo e subito si vide cavato da essa cisterna, onde poi lui, per gratitudine, procurò chiamare dei Greci Calogeri per fondare un monastero, sotto la regola di S. Basilio, e si fabbricò a sue spese la chiesa, sotto il titolo di esso santo, con le celle attorno, e lo dotò de li fondi che lo circondavano e di capitali censi... ; dentro la cisterna, nelle tonache delle mura, fece dipingere S. Eleuterio, anzi le pietre che precipitarono dalla volta non si tolsero più di li dentro, affinché servissero di monumento oculare alla posterità, della grazia ricevuta, come il tutto apparisce ''(Schivani).
La chiesa fu costruita ad est della gradinata che accedeva alla cisterna, e, secondo la foggia greca, aveva l'altare ad oriente: ''in questo luogo detto S. Papa faceva dei miracoli, e i Matinesi si portavano a pregarlo, come ai nostri giorni si è mantenuta la divozione''. (Schivani).
La fondazione di Sant'Eleuterio, che per la prima volta viene menzionato nel documento neretino del 1412, risalirebbe al X secolo, in concomitanza con la fondazione di Matino.
Non è improbabile che da questo monastero, dimenticato purtroppo dagli studiosi, provenga l'immagine della Madonna della Coltura di Parabita, uno dei più suggestivi monumenti dell'arte bizantina della rinascenza. Appartenuto fino al [[XIII secolo]] ai basiliani, il sito passò poi sotto il controllo del clero locale che lo frequentò sino alla metà del [[XVII secolo|Seicento]]. In origine comprendeva, oltre la cripta, le celle dei monaci, i granai e una chiesa.
'''Monastero di Santa Anastasia'''
Dell'antico monastero ad oggi non resta traccia se non nella cultura popolare. Non è improbabile che sia stato adibito ad altri usi dopo il passaggio nel Salento dal rito greco a quello latino e che sia andato progressivamente in rovina. Da alcuni documenti sappiamo che i possedimenti del monastero furono inglobati nelle proprietà della sede vescovile di Nardò intorno al 1700.
=== Altro ===
* MACMa - Museo Arte Contemporanea Matino "L. Gabrieli"-, conta oltre 700 opere provenienti dalla donazioni "L. Gabrieli", "E. Miglietta", "V. Balsebre", "M. Bentivoglio" e di vari autori della poesia verbo-visiva. È il primo in Puglia ad ospitare una ricchissima collezione dedicata ai temi della poesia visiva della neoavanguardie, tra gli artisti della poesia visiva spiccano: Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lucia Marcucci, [[Emilio Isgrò]], [[Roberto Malquori]], William Xerra, Franco Vaccari, Adriano Spatola, Arrigo Lora Totino, Elisabetta Gut, Martino Oberto, [[Ugo Carrega]], Vincenzo Ferrari, Carlo Finotti, Giovanni Tinti, Michele Perfetti, [[Luciano Caruso]] ed altri.
* [[Monumento]] ai caduti della [[prima guerra mondiale]];
* Monumento a [[Salvo D'Acquisto]] e ai [[Attentati di Nasiriyya|caduti di Nassiriya]]
* Monumento vittime del Covid-19;
* Monumento Madonna Nera (in contrada Mimmo).
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[
* [[Romania]] -
*
[[File:
[[File:Versioni dialetto salentino.jpg|thumb|Diffusione del dialetto salentino]]
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Il [[dialetto]] parlato a Matino è una singolare variante del [[dialetto salentino]], in particolare di quello della zona meridionale. Quasi inspiegabile il fenomeno che vede i due comuni di Parabita e Matino, combacianti e divisi solo teoricamente da una strada, parlare due varianti del dialetto profondamente diverse, mentre nel comune di Casarano, confinante con la parte sud di Matino, si parla una versione del dialetto salentino più vicina a quella matinese ma con influssi ed accenti comunque notevolmente diversi. Sembrerebbe che il dialetto matinese sia il risultato di contaminazioni linguistiche esterne sul corpo linguistico del salentino meridionale. Il dialetto salentino e quindi matinese si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[messapi]], [[Magna Grecia|greci]], [[Storia romana|romani]], [[Bisanzio|bizantini]], [[longobardi]], [[normanni]], [[Francia|francesi]], [[Spagna|spagnoli]].
=== Tradizioni e folclore ===
Festa del [[Miracolo]] di [[San Giorgio]] (San Giorgi piccinnu), 27 febbraio.
== Cultura ==
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Il Museo di Arte Contemporanea di Matino "L. Gabrieli" (MACMa) ospita una collezione di oltre 700 opere provenienti da donazioni private, prevalentemente sui temi della poesia visiva della neoavanguardie.
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* Tradizionale ''Pastorale matinese''
* ''Santu Lazzaru''
* Premio “Matino Città della Musica”
== Economia ==
[[File:Wine grapes03.jpg|thumb|verticale=0.7|Grappolo di uva rossa Negroamaro]]
Nell'ambito dell'[[Economia della Puglia|economia pugliese]] Matino ha occupato in passato un ruolo prevalentemente agricolo fino alla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]]. Nei decenni successivi è avvenuta una trasformazione in senso industriale ed artigianale di notevole entità con l'apertura di diverse aziende impegnate nella produzione calzaturiera e dell'abbigliamento.
La crisi alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]] ha, purtroppo, ridimensionato notevolmente il fenomeno.
Aziende storiche quali ad esempio la [[Meltin' Pot]], azienda del Gruppo Romano Jeans, leader nel mercato del vestiario sportivo o la Calzaturifici De Prezzo, che per circa un trentennio avevano generato ricchezza ed occupazione oltre a un notevole indotto di piccole industrie e laboratori di circa 250 aziende con quasi {{formatnum:2000}} addetti, hanno ridotto progressivamente il numero degli occupati a poche decine di operai. Stessa sorte toccata al Gruppo Filanto, avente sede nella vicina Casarano ma che assorbiva moltissima manodopera dai centri vicini. Un certo risveglio si è avuto nell'ultimo periodo con una riconversione di alcuni calzaturifici a produzioni di pregio che ha rinnovato la ormai ultracinquantennale tradizione industriale del settore calzaturiero.
Altri comparti economici presenti sul territorio matinese sono l'[[industria alimentare]], meccanica, il settore del legno e della [[carpenteria]], del vetro e dell'[[editoria]].
Le ditte individuali censite dall'[[ISTAT]] sono oltre 400, le [[società di persone]] 40, le [[società di capitali]] 51, con una media aziende/abitanti di 1:20, testimonianza di una certa vivacità imprenditoriale. Le aziende manifatturiere rappresentano oltre un terzo del totale aziende e il 62% degli occupati.
Altri rami economici importanti sono il [[commercio]] e le [[costruzioni]], ai quali è addetto rispettivamente il 9% e il 16% della popolazione. Il commercio, con le sue oltre 300 aziende, rappresenta il 40% delle imprese e il 14% degli addetti in settori non agricoli. Nel terziario dei servizi lavora il 23% della popolazione attiva. Nella [[pubblica amministrazione]] sono occupate circa 300 persone. Dal punto di vista dell'occupazione la città ha avuto un netto calo a causa delle già descritta crisi delle attività manifatturiere.
Il livello medio d'istruzione è discreto e in linea con la media italiana. La composizione socioeconomica della popolazione ha segnato nei tre decenni passati rispetto alla media regionale, un'elevata incidenza di lavoratori dipendenti e una bassa delle casalinghe, per effetto dell'alto impiego di manodopera femminile nel ramo manifatturiero.
Il [[Agricoltura|settore agricolo]] si è in una certa misura riqualificato, notevole l'apporto in questo senso è stato dato della locale cantina cooperativa che con il marchio ''Cantine del Matino'' ha prodotto e commercializzato una varietà di [[Vini DOC|vini D.O.C.]] ([[Matino (vino)|Matino]]) di discreto pregio cedendo poi negli ultimi anni alla concorrenza e chiudendo i battenti. La presenza della sede centrale della [[Banca Popolare Pugliese]] (oltre 100 filiali in Italia e una succursale in [[Albania]]), con il suo centro direzionale e la sede meccanografica determina, inoltre, un non disprezzabile apporto finanziario al circuito economico cittadino.
La crisi economica internazionale degli ultimi anni ha lasciato un segno profondo nel tessuto economico cittadino. La quasi totalità delle aziende del settore manifatturiero ha chiuso i battenti o si è molto ridimensionata dando luogo ad una disoccupazione superiore alla media nazionale ma in netto miglioramento negli ultimi anni dove nel bienni 2022-2024 il tasso di disoccupazione è sceso dal 12,1% al 9,3% risultando fra i più bassi della provincia e più basso della media del sud-Italia.<ref>{{Cita web|url=http://www3.provincia.le.it/statistica/lavoro/tab_12.htm|titolo=}}</ref>
Una certa ripresa si è avuta anche attraverso lo sviluppo di attività turistiche, data la vicinanza con le spiagge joniche, la messa a valore di molti caseggiati del centro storico medioevale e la nascita di molti B&B, anche di pregio, nel territorio, con qualche buona ricaduta occupazionale anche nell'indotto.
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Ferrovie ===
La città è servita da una [[Stazione di Matino|stazione ferroviaria]] posta sulla linea [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]] delle [[Ferrovie del Sud Est]].
== Amministrazione ==
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=== Gemellaggi ===
*
* Lucinico (Gorizia)
== Sport ==
Le realtà sportive più di rilievo in città sono la squadra di calcio
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=Quaderni Salentini|editore=Congedo Editore|anno=1999-2004|cid=Coppola99}}
* {{cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=Il brigantaggio nel Salento, Ribellione popolare e repressione militare 1860 - 1865|editore=Edizione Ass. Area|anno=2004|cid=Coppola04}}
* {{cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=I feudatari di Matino|editore=Tipografia San Giorgio|città=Matino|anno=2023|cid=Coppola23}}
* {{Cita libro|autore=Antonio Costantino
* {{cita libro|autore=Tommaso Leopizzi|titolo=Matino, storia e cultura popolare|editore=[[Congedo Editore]]|anno=1989}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Schivani|titolo=Matino Cultura ed Arte|titolooriginale=Antiche Memorie di Matino, stampato a cura dalla Casa Marchesale di Matino, 1762|editore=Congedo Editore|edizione=ristampa del 1991|cid=Schivani}}
* {{Cita libro|autore=Quintino Siciliano|titolo=Vocabolario matinese|editore=Edizioni Publigrafic|città=Trepuzzi|anno=2010}}
== Voci correlate ==
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* [[Patata novella sieglinde di Galatina]]
* [[Città d'Italia]]
* [[Matinum]]
* [[Apeneste]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|1=http://www.baseballmatino.com/| 2 = Sito ufficiale
{{
{{Salento}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lecce|Puglia}}
[[Categoria:Matino| ]]
[[Categoria:Comuni della provincia di Lecce]]
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