Matino: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Matino
|Panorama = Chiesa_di_San_Giorgio_Matino.jpg
|Didascalia = Chiesa Matrice del Patrono San Giorgio
|Bandiera = Matino-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stemma=Matino-Stemma.png
|Stato = ITA
|Voce stemma=
|Grado amministrativo = 3
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 12 =Puglia Lecce
|Amministratore locale = Giorgio Salvatore Toma
|Divisione amm grado 2=Lecce
|Partito = [[Lista civica]] Amiamo Matino
|Amministratore locale=Cosimo Carmelo Tiziano Cataldi
|Data elezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2022#Matino|12-6-2022]]
|Partito=[[Il Popolo della Libertà]]
|Data elezioneistituzione =07/05/2012
|Sottodivisioni =
|Data istituzione=
|Divisioni confinanti = [[Alezio]], [[Casarano]], [[Collepasso]], [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Melissano]], [[Parabita]], [[Taviano]]
|Altitudine=
|Zona sismica = 4
|Superficie=26.63
|Gradi giorno = 1073
|Note superficie=
|Nome abitanti = matinesi
|Abitanti=11752
|Patrono = [[san Giorgio Martire]]
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2011gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2011.
|Festivo = 23 aprile
|Aggiornamento abitanti=30-11-2011
|PIL =
|Sottodivisioni=
|PIL procapite =
|Divisioni confinanti=[[Alezio]], [[Casarano]], [[Collepasso]], [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Melissano]], [[Parabita]], [[Taviano]]
|Mappa = Map of comune of Matino (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Prefisso=[[0833]]
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Matino all'interno della provincia di Lecce
|Targa=LE
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=1073
|Diffusività=
|Nome abitanti=matinesi
|Patrono=[[san Giorgio Martire]]
|Festivo=23 aprile
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Matino (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Matino all'interno della provincia di Lecce
}}
 
'''Matino''' (pronunciare ''Matìno'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 11.752{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Lecce]] in [[Puglia]].
 
Situato nel [[Salento]] sud-occidentale, dista 44,3&nbsp;km dal [[Lecce|capoluogo provinciale]] e 16&nbsp;km da [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]. Dal [[2002]] si fregia del [[titolo di [[Cittàcittà in d'Italia|Cittàtitolo di città]]<ref>D.P.R. del 2 luglio 2002 Art. 3, comma 4 dello statuto comunale.</ref>.
 
== Geografia fisica ==
{{Vedi anche|Geografia della Puglia}}
=== Territorio ===
Matino sorge sulle ultime propagini della [[serre salentine]] a 75 [[m s.l.m.]] a 10&nbsp;km dalla [[Mare Ionio|costa ionica]] e a 25&nbsp;km dall'estrema punta della [[penisola salentina]] rappresentata dal [[Capo di Leuca]]. Il territorio, fortemente [[Carsismo|carsico]], è privo di corsi d'acqua di superficie ma ricchissimo di corsi d'acqua sotterranei alimentati dalle cosiddette "''Vore''", inghiottitoi naturali delle acque pluvie situati in depressioni naturali del terreno.
 
Matino sorge sulle ultime propaggini delle [[serre salentine]] a {{M|75|u=m slm}}, a {{M|10|u=km}} dalla [[Mare Ionio|costa ionica]] e a {{M|25|u=km}} dall'estrema punta della [[penisola salentina]] rappresentata dal [[Capo di Leuca]]. Il centro storico si estende sulla collina detta di Sant'Ermete adagiata fra due canaloni preistorici ([[Gravina (geologia)|gravine]] carsiche) denominati rispettivamente "Universo" sul lato nord e "Reale" sul lato sud.
Il comune, che si estende su una superficie di 26, 28&nbsp;km², raggiunge i 38 [[m s.l.m.]] di altezza minima e i 172 [[m s.l.m.]] di altezza massima. La cittadina domina la vallata denominata di ''[[Taviano]]-Matino'' che rappresenta una delle zone più fertili del [[Salento]]. Le colture predominanti sono l'ulivo e la vite ma con ampi spazi dedicati ai seminativi e alle colture in serra, in special modo fiori. Molto frequenti sono le [[masserie]], grandi costruzioni rurali che insistevano su ampi latifondi, frutto del notevole impulso dato alla produzione agricola nel [[Borbone di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), ad oggi in disuso salvo qualche esempio di riutilizzazione in chiave agrituristica. Abbastanza diffusi sono anche i cosiddetti [[Pajare|caseddhi]], tipico esempio di edilizia rurale, derivante da antiche tecniche costruttive di provenienza magnogreca. Diffusissima l'edilizia rurale di tipo moderno a testimonianza di un attaccamento alla terra delle popolazioni locali e di un vivacissimo mercato agrituristico.<br />Il territorio del comune confina a nord con i comuni di [[Parabita]] e [[Collepasso]], a est con il comune di [[Casarano]], a sud con i comuni di [[Melissano]] e [[Taviano]], a ovest con i comuni di [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]] e [[Alezio]].
 
Il territorio, fortemente [[Carsismo|carsico]], è privo di corsi d'acqua di superficie ma ricchissimo di corsi d'acqua sotterranei alimentati dalle cosiddette ''Vore'', inghiottitoi naturali delle acque pluvie situati in depressioni naturali del terreno.
 
Il comune, che si estende su una superficie di {{M|26.28|u=km²}}, raggiunge i {{M|38|ul=m slm}} di altezza minima e i {{M|172|u=m slm}} di altezza massima. La cittadina domina la vallata denominata di [[Taviano]]-Matino che rappresenta una delle zone più fertili del [[Salento]]. Le colture predominanti sono l'ulivo e la vite ma con ampi spazi dedicati ai seminativi e alle colture in serra, in special modo fiori.
 
Negli ultimi anni l'infestazione degli splendidi olivi secolari del territorio matinese da parte del batterio [[Xylella fastidiosa]] e la conseguente disastrosa moria degli olivi, ed in misura minore ma comunque significativa, gli attacchi del [[Rhynchophorus ferrugineus]] ai tanti palmizi del territorio, ha provocato un radicale cambiamento del panorama delle campagne matinesi.
 
Molto frequenti sono le [[masserie]], grandi costruzioni rurali che insistevano su ampi latifondi, frutto del notevole impulso dato alla produzione agricola nel [[Borbone di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), ad oggi in disuso salvo qualche esempio di riutilizzazione in chiave agrituristica. Abbastanza diffusi sono anche i cosiddetti [[Pajare|caseddhi]], o [[Pajaru|pajare]] (pagliai) tipico esempio di edilizia rurale, derivante da antiche tecniche costruttive di provenienza magnogreca. Diffusissima l'edilizia rurale di tipo moderno a testimonianza di un attaccamento alla terra delle popolazioni locali e di un vivacissimo mercato agrituristico.<br />Il territorio del comune confina a nord con il comune di [[Parabita]], a est con il comune di [[Collepasso]], a sud con i comuni di [[Casarano]], [[Melissano]] e [[Taviano]], a ovest con i comuni di [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]] e [[Alezio]].
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
 
=== Clima ===
Secondo la [[stazione meteorologica di Lecce Galatina]] e la [[stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca]] Matino (che rientra nel territorio del basso Salento) presenta [[clima mediterraneo]] con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai {{M|+9|u=°C}}, con minime assolute che molto raramente scendono sotto lo zero, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui {{M|+25.1|u=°C}}. con massime che possono arrivare anche vicine ai {{M|40|u=°C}}. Le [[precipitazioni]] medie annue, che si aggirano intorno ai {{M|676|u=mm}}, presentano un minimo in [[primavera]]-[[estate]] ed un picco in [[autunno]]-[[inverno]].<br />Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle [[serre salentine]] che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da sud-est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola<ref>{{cita web |url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf |titolo=Atlante Climatico - Lecce Galatina Tabelle climatiche 1971-2000|accesso=25 maggio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140112131638/http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf}}</ref>.
{{Vedi anche|Stazione meteorologica di Lecce Galatina|Stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca}}
Dal punto di vista meteorologico Matino rientra nel territorio del basso Salento che presenta un clima prettamente [[clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9&nbsp;°C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25,1&nbsp;°C. Le [[precipitazioni]] medie annue, che si aggirano intorno ai 676&nbsp;mm, presentano un minimo in [[primavera]]-[[estate]] ed un picco in [[autunno]]-[[inverno]].<br />Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle [[serre salentine]] che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola<ref>http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/(332)Lecce%20Galatina.pdf Tabelle climatiche 1971-2000 dall'Atlante Climatico 1971-2000 del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare</ref>.
 
{{ClimaAnnuale
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}}
 
* [[Classificazione climatica]] di Matino:<ref>{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|titolo=Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani|urlmorto=sì|accesso=19 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127140928/http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|dataarchivio=27 gennaio 2010}}</ref>
** [[Zona climatica]]: C
** [[Gradi giorno]]: {{formatnum:1073}}
 
== Origini del nome ==
 
Che il toponimo di Matino derivi dalla radice linguistica osca ''Mat'' che significa "terreno coltivato" o "terreno fertile" o in alcuni casi "altopiano" o "pianura", come sostenuto da diversi studiosi è una tesi piuttosto dubbia in quanto l'[[osco]], una lingua pre-romana diffusa dall'[[Abruzzo]] fino alla [[Calabria]], non penetro' mai nel Salento, sebbene il poeta [[Quinto Ennio]] (originario di [[Rudiae]] presso Lecce) affermasse di padroneggiarla<ref>Celebre è l'affermazione riportata da [[Aulo Gellio]] in ''Noctes Atticae 17.17'': ''Quintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret'' ("Quinto Ennio diceva di avere tre anime in quanto parlava greco, osco e latino").
</ref>. Non vi sono tracce della lingua osca in nessun ritrovamento archeologico o iscrizione in nessun sito salentino. D'altra parte quasi tutti i toponimi salentini hanno origini messapiche ([[Ugento]], [[Alezio]], [[Otranto]]), greche ([[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Galatone]]) o latine ([[Casarano]], [[Taviano]]), ma non osche. Peraltro denominare un paese con un nome di origine osca intorno all'anno mille, quando cioè i dialetti osci sono scomparsi da almeno 6 secoli, sembrerebbe un'ipotesi poco probabile. Questa constatazione avvalorerebbe la tesi dell'autore ''Carlo Coppola''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=(Quaderni Salentini - Congedo Editore, 1999) III triim.|titolo=}}</ref>'','' circa le origini in quanto il toponimo si spiegherebbe solo con una derivazione dal nome "Matini" o ''Matinates ex Gargani'' come li cita [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]. A loro volta i ''Matinates'' derivavano il proprio nome dal culto della Dea romana dell'aurora "[[Mater Matuta]]".
 
Anche l'ipotesi di un'origine del toponimo dalla storpiatura della parola mattino è abbastanza debole e sembra priva di fondamento dal punto di vista dell'analisi linguistico-semantica.
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia del Salento|Storia della Puglia}}
Alcuni storici (''Giuseppe Schivani'', ''Padre Tommaso Leopizzi''), fanno risalire l'origine della cittadina alla distruzione delle città [[messapi]]che di [[Alezio]] e ''Bavota'', l'attuale [[Parabita]], da parte dei [[Saraceni]], avvenuta nei secoli [[IX secolo|IX]] e [[X secolo|X]] e ad un relativo insediamento dei profughi nella zona della Matino odierna. L'ipotesi, non suffragata peraltro da alcun riferimento storico, è contraddetta dalla marcata differenza dei dialetti parlati nelle presunte città fondanti e Matino stessa, che fanno presumere le 3 cittadine appartenenti a matrici culturali diverse.
<br />Altri autori (''Carlo Coppola'') ritengono invece più probabile una fondazione della Matino moderna da parte di profughi provenienti dalla Matino antica. L'antica Matino era un popoloso centro situato sulle coste del [[Gargano]], fondato intorno al [[1000 a.C.]] e denominato [[Apeneste]] in periodo magno-greco e poi ''Matinum'' in periodo romano. Il toponimo Apeneste significa in greco antico "che nasce" oppure "che sorge" con chiaro riferimento al sole, anche la versione latina "Matinum" conserva la medesima accezione di significato. Potrebbe quindi non essere un caso che lo stemma di Matino nuova, adottato in epoca normanna, rappresenti proprio un sole che sorge tra due colline. I "Matinates", ovvero gli abitanti dell'antica Matino, erano un piccolo popolo di stirpe [[Dauni|dauno]]-[[japigi]]a proveniente probabilmente dalle zone rivierasche del [[Mar Nero]] e stanziatosi nella [[Puglia]] settentrionale intorno al [[1000 a.C.]] in seguito alla grande migrazione verso le coste adriatiche proveniente dalle coste illiriche di quel periodo. Questa tribù fondò la città che divenne un centro marinaro e commerciale di notevole importanza fino al periodo tardo romano e di cui si hanno notizie certe fino al [[970|970 d.C.]], probabile anno della sua distruzione. La fondazione dell'odierna Matino sarebbe avvenuta in seguito alla scomparsa di questo centro avvenuta nel periodo fra il [[971|971 d.C.]] - [[980|980 d.C.]] forse per un terremoto-maremoto -parte delle rovine dell'antica Matino sono ad oggi sommerse dall'Adriatico- oppure procurata dalla serie di incursioni saracene che devastarono il territorio matinese e l'intero Meridione d'Italia intorno a quegli anni, molto probabilmente per ambedue le evenienze. In ogni caso la circostanza che la data di distruzione della Matino antica e quella della fondazione della Matino nuova coincidano rappresenta, insieme all'analisi linguistica del toponimo, se non una prova, un indizio di sicura rilevanza circa le origini del paese. Si hanno documenti attestanti l'esistenza di Matino nuova a partire dall'[[XI secolo]] dell'era moderna ma è plausibile che la fondazione risalga ad almeno un secolo prima, esattamente quindi in concomitanza con la distruzione dell'antica.
[[File:Blason sicile famille Hauteville.svg|thumb|upright=0.7|Blasone degli Altavilla di Sicilia]]
Durante il [[Normanni|periodo normanno]], il territorio matinese venne infeudato, nel [[1191]], da [[Tancredi di Lecce|Tancredi d'Altavilla]] a favore dei ''De Personé'' (poi latinizzato in ''De Persona''), casata di origini francesi, Nel [[1302]] venne investito come Signore di Matino un cavaliere francese di nome Enrico di Natoli (Henry de Nanteuil), familiare di Re Carlo I d'Angiò e sposato con Camille Étendard, il feudo passò successivamente agli ''Antoglietta'', ai ''Maremonte'' ed infine nel [[XVII secolo]] ai Marchesi ''Del Tufo'', ultimi feudatari.
 
===Le origini===
Nel territorio matinese sono stati trovati reperti risalenti ad età preistorica (località grotta [[Sant'Ermete]]) testimonianti l'esistenza di insediamenti umani risalenti al [[neolitico]]. Nessuna traccia di presenze umane da tale periodo fino al [[950|950-1000 d.C.]] - [[1000|1000 d.C.epoca]] a cui risale l'insediamento basiliano in località [[Sant'Eleuterio]] di cui sono ancora visibili alcuni resti fra i quali parte della cripta ipogea. Alcuni palazzotti cinquecenteschi di buona fattura testimoniano una certa vivacità della cittadina nel periodo. La gran parte degli edifici di interesse architettonico risalgono però al [[Borboni di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), momento di sviluppo notevole sia per Matino che per tutto il Meridione. Di una certa rilevanza è anche il palazzo dei Marchesi del Tufo, eretto nel [[XIV secolo]] quale rocca di difesa e rimaneggiato più volte nel corso dei secoli fino all'attuale aspetto che risale al primo scorcio del [[XVIII secolo]], con l'apertura sulla facciata di una grande trifora e la risistemazione della piazza antistante, oggi Piazza [[San Giorgio]]. Imponente la Chiesa Matrice, intitolata anch'essa a [[San Giorgio Martire]], in stile [[tardo barocco]] e a pianta tipicamente a croce latina fu costruita nella seconda metà del [[XVIII secolo|"700]], su una preesistente chiesa che è rappresentata dal braccio minore dell'attuale fabbrica. Ancora da segnalarsi la seicentesca Chiesa del [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Carmine]] e la Chiesa del [[Rosario]], una volta dedicata a "[[Beata Vergine Maria del Soccorso|Santa Maria del Soccorso]]" nonché cappella del convento domenicano (in passato adibita a struttura ospedaliera e di ricovero per i pellegrini che da [[Lecce]] procedevano per [[Santa Maria di Leuca]] e viceversa) diventato ormai quasi invisibile in quanto molti dei locali appartenenti al convento stesso sono stati occupati dagli uffici del comune in epoca moderna e visibilmente modificati fino a farne scomparire le caratteristiche architettoniche.
 
Alcuni storici cittadini<ref>{{Cita web|url=https://www.salentolibri.it/schivano-giuseppe-matino-natura-ed-arte-una-comunita-meridionale-nel700-9788877865458|titolo=Matino: natura ed arte. Una comunità meridionale nel '700|autore=Giuseppe Schivano|sito=SalentoLibri |accesso=2021-09-10}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Tommaso Leopizzi|url=https://www.congedoeditore.it/matino-storia-e-cultura-popolare.html|titolo=Matino. Storia e cultura popolare|accesso=2021-09-10}}</ref> fanno risalire l'origine della cittadina alla distruzione delle città [[messapi]]che di [[Alezio]] e la presunta ''Bavota'', l'attuale [[Parabita]], da parte dei [[Saraceni]], secondo questa tesi avvenuta nei secoli [[IX secolo|IX]] e [[X secolo|X]] e ad un relativo insediamento dei profughi nella zona della Matino odierna.
=== Toponimo ===
 
L'ipotesi, non suffragata peraltro da alcun documento o riferimento storico, è contraddetta da diverse circostanze:<ref>D'altronde lo storico Schivani, autore di una ''Cronaca di Matino'' datata 1763 e fonte molto interessante per la descrizione di usi e tradizioni locali, risulta invece molto inattendibile ed impreciso per i dati cronologici e storiografici e anche padre Tommaso Leopizzi, nei suoi scritti, riprende le tesi di Schivani senza ulteriori e specifiche indagini.</ref>
Che il toponimo di Matino derivi dalla radice linguistica osca ''"Mat"'' che significa "terreno coltivato" o "terreno fertile" o in alcuni casi "altura", come sostenuto da diversi studiosi è una tesi poco sostenibile in quanto l'[[osco]], una lingua pre-romana diffusa dalla [[Toscana]] fino all'[[Abruzzo]], non penetrò mai nel Salento. Difatti tutti i toponimi salentini hanno origini messapiche ([[Ugento]], [[Alezio]], [[Otranto]]), greche ([[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]], [[Galatone]]) o latine ([[Casarano]], [[Taviano]]), mai osche. Matino sarebbe un'eccezione alquanto strana. Peraltro denominare un paese con un nome di origine osca intorno all'anno mille, quando cioè i dialetti osci sono scomparsi da almeno 6 secoli, sembra un'ipotesi assai poco probabile. Questa constatazione avvalorerebbe la tesi del ''Coppola'' circa le origini in quanto il toponimo si spiegherebbe solo con una derivazione dal nome "Matini" o "Matinates ex Gargani" come li cita [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]. A loro volta i "Matinates" derivavano il proprio nome dal culto della Dea romana dell'aurora "[[Mater Matuta]]".<br />Anche l'ipotesi di un'origine del toponimo dalla storpiatura della parola mattino è abbastanza debole e sembra priva di fondamento dal punto di vista dell'analisi linguistico-semantica.
 
# La marcata differenza dei dialetti parlati nelle presunte città fondanti e Matino stessa, che fanno presumere le 3 cittadine appartenenti a matrici culturali diverse.
# L'esistenza stessa di una città denominata ''Bavota'' in una posizione geografica collocata fra le attuali Alezio e Parabita, è stata smentita da eminenti studiosi negli ultimi anni e sembra essere dovuta ad una cattiva trascrizione di un copiatore.<ref>{{Cita pubblicazione|url=http://www.stefanocortese.it/Nuov1.pdf|titolo=Bavota alla luce della ricognizione|autore=Stefano Cortese|pubblicazione=Nuova alba|numero=12|anno=2006}}</ref> È altresì probabile che la fondazione di Parabita sia posteriore a quella di Matino
# La stessa [[Alezio]] nel periodo di fondazione di Matino non esisteva come centro abitato o al massimo poteva essere un piccolo casale semiabbandonato<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.alezio.le.it/vivere-il-comune/territorio/cenni-storici|titolo=Comune di Alezio - Cenni storici|autore=Assistenza Tecnica Clio|accesso=2021-10-18}}</ref>.
 
Altri autori<ref>{{Cita|Carlo Coppola|pp.3 e segg.|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref> ritengono invece più probabile una fondazione della Matino moderna da parte di profughi provenienti dalla Matino antica.
 
L'antica Matino era un popoloso centro situato sulle coste del [[Gargano]], fondato intorno al [[1000 a.C.]] e denominato ''[[Apeneste]]'' in periodo magno-greco e poi ''[[Matinum]]'' in periodo romano. Il toponimo ''Apeneste'' significa in greco antico "che nasce" oppure "che sorge" con chiaro riferimento al sole. Anche la versione latina ''Matinum'' conserva la medesima accezione di significato. Potrebbe quindi non essere un caso che lo stemma di Matino nuova, adottato in epoca normanna e quindi poco dopo l'anno 1000 d.C., rappresenti proprio un sole che sorge tra due colline.
 
I ''Matinates ex Gargani'' come li cita [[Plinio il Vecchio]], ovvero gli abitanti dell'antica Matino, erano un piccolo popolo di stirpe ''[[Dauni|greco-dauno]]-[[japigi]]a'' stanziatosi nella [[Puglia]] settentrionale fra il IX e il VII sec. a.C. in seguito alla grande migrazione verso le coste adriatiche proveniente da est e sud-est che porta sui lidi pugliesi prima popolazioni illiriche e poi a distanza di circa 2 secoli, coloni greci. Questa tribù fondò la città che divenne un centro marinaro e commerciale di notevole importanza fino al periodo tardo romano e di cui si hanno notizie certe fino al [[970|980 d.C.]], probabile anno della sua distruzione.
 
La fondazione dell'odierna Matino sarebbe avvenuta in seguito alla scomparsa di questo centro avvenuta nel periodo fra il [[971]]-[[980|980 d.C.]] forse per un terremoto-maremoto, dato che parte delle rovine dell'antica Matino sono ad oggi sommerse dall'Adriatico, oppure procurata dalla serie di incursioni saracene che devastarono il territorio matinese e l'intero Meridione d'Italia intorno a quegli anni, molto probabilmente per ambedue le evenienze. In ogni caso la circostanza che la data di distruzione della Matino antica e quella della fondazione della Matino nuova coincidano rappresenta, insieme all'analisi linguistica del toponimo - altrimenti inspiegabile - se non una prova, un indizio di sicura rilevanza circa le origini del paese.
 
Il primo documento attestante l'esistenza di Matino è del 1099 ''"(…) offero primis deo et monasterio sancte marie de nerito hoc est enim unum oratorium nostrum quod est ecclesia sanctae Anastasiae de '''Matino''' cum putheo domibus, olivis et omnibus terris suis, quae est comitatus nostri Neritoni, ut in perpetuum maneat sub potestate de praedicto monasterio Sanctae Mariae…"''<ref>Patente Normanna presso la Curia vescovile di Nardò gennaio 1099, ind. VII</ref> (tr. Offro innanzitutto a Dio e quindi al monastero di S. Maria di Nardò, perché questo è il nostro unico luogo di preghiera, la chiesa di S. Anastasia di Matino, con case, ulivi e tutte le sue terre, la quale si trova nella nostra contea di Nardò, affinché rimanga per sempre sotto l'autorità del predetto monastero di S. Maria).
 
Con detto documento Goffredo Conte di Nardò fa dono a Everardo, Priore di S.Maria di Nardò, del Monastero di Santa Anastasìa che doveva essere molto grande tanto da essere dotato di un proprio mulino e con tutti i suoi possedimenti che dovevano essere ben estesi, certificando al tempo stesso l'esistenza del casale di Matino ed è quindi plausibile che la sua fondazione risalga ad almeno un secolo prima, dove un manipolo di esuli dell'antica Matino potrebbero aver dato vita ad una nuova patria.
 
===Periodo Normanno-Svevo: il casato dei De Persona===
Nel periodo normanno, il territorio matinese venne infeudato, fra il 1190 e il 1192, da [[Tancredi di Sicilia|Tancredi di Lecce]] a favore della Famiglia De Persona. Il feudo, assai vasto, comprendeva oltre al casale di Matino anche i territori di Tuglie e Seclì<ref name=Tasselli>{{Cita libro|autore=Luigi Tasselli|titolo=Antichità di Leuca|edizione=Lecce appresso agli eredi di Pietro Micheli|anno=1693|p=194}}</ref>.
 
Il primo barone di Matino fu Filippo De Persona<ref name=Tasselli /> a cui succedette il figlio Gervasio di Matino ([[Gervasio de Persona]]) assumendo come da tradizione normanna nel proprio nome quello del feudo e quindi il nipote Glicerio di Matino ([[Glicerio de Persona]]) premorto di qualche mese al padre in quanto torturato e impiccato a Brindisi dagli angioini per aver comandato lo sfortunato [[Assedio di Gallipoli]] del 1268-1269. I De Persona, famiglia ghibellina e fedelissima alla casata Hohenstaufen, furono personaggi di primissimo piano nella corte sveva sia nel periodo di Federico II che durante il regno di Manfredi. Fra i più grandi feudatari del Regno di Sicilia, furono, nel corso degli anni, nominati signori anche dei feudi di Mottola, di Ceglie Messapica, della Contea di Soleto, del casale di San Pietro di Galatina e dei territori che sarebbero poi divenuti il feudo di Martina Franca. Acerrimi nemici degli angioini, furono privati di tutti i loro feudi da Carlo I d'Angiò nel 1269, alla fine delle guerre svevo-angioine.<ref>{{Cita|Carlo Coppola|p. 67|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref>
 
La casata rientrerà in possesso del feudo di Matino un secolo dopo.
 
===Periodo Angioino e Aragonese: i casati Du Till, Maramonte, Antoglietta e il ritorno dei De Persona===
 
Il cambio ai vertici del potere nell'Italia Meridionale con l'avvento degli Angioni, ha ripercussioni anche su Matino il cui feudo viene deliberatamente smembrato a perenne memoria della vendetta angioina contro i De Persona. Il casale di Matino e quello di Parabita vengono assegnati al cavaliere angioino Giovanni di Tillio (''Jean Du Till'').
 
Il feudo resta al Du Till per un periodo molto breve se già nel 1273 il casale di Matino viene assegnato al giureconsulto Sparano da Bari per i servizi resi al re angioino mentre quello di Parabita verosimilmente resta al Du Till e ai suoi discendenti ancora per qualche anno.<ref>{{Cita libro|autore=Camillo Minieri Riccio|titolo=Della dominazione angioina nel Reame di Sicilia|editore=Ed. Rinaldi e Sellitto |città= Napoli |anno= 1876 |p= 34}}</ref>
 
Il casale andrà nel 1352 a Maramonte de [[Maramonte]], figlio di Giannotto de Maramonte<ref>{{Cita libro|autore=Don Ferrante della Marra|titolo=Discorsi delle Famiglie estinte forestiere o non comprese nel Seggio di Napoli |città= Napoli |anno= 1641|p= 220}}</ref>, nobiluomo originario di Cutrofiano, attraverso la madre, la nobildonna Armenia Di Luco, che dona quale "''[[Controdote]]''" alla moglie di Maramonte, la nobildonna tarantina Isabella di Nantolio (''Antoglietta'') il casale di Matino<ref>{{Cita libro|autore=Scipione Ammirato|titolo=Della famiglia Dell'Antoglietta di Taranto |p= 17}}</ref>.
 
Nel 1378 ritornano in possesso dei territori matinesi gli antichi feudatari con Ludovico De Persona (Lisolus de Matino Judex).
 
È provata l'esistenza fra il '300 e l' '500 di una Matino "grande" e di una Matino "piccola", da vari documenti fino ad almeno al 1530<ref>{{Cita libro|autore=L.G. De Simone|titolo=Gli Studi Storici in Terra d'Otranto|città=Firenze |editore= Tip. Cellini |anno=1888|p= 28}}</ref>, data dopo la quale in nessun documento si fa più menzione di un Matino "piccolo", ritenendosi quindi che il piccolo insediamento sia stato gradualmente abbandonato. Non se ne conosce l'ubicazione precisa anche se alcuni studiosi locali (T. Leopizzi, C.Coppola) hanno prodotto alcune ipotesi nel merito.
 
Nel 1440 Giovanni de Persona riscatta il feudo matinese da Antonio Orsini del Balzo, dopo averlo ceduto negli anni precedenti ma in data sconosciuta.<ref>{{Cita libro|titolo=Tesi di dottorato di Vilia Speranza, Edizione e studio di fonti per la storia della Puglia nel periodo di Alfonso Il Magnanimo, Università di Barcellona, 2014, pag. 127.}}</ref>
 
Nel 1500 Pietro Antonio De Persona e il figlio Giovanni Francesco fondano il monastero dei Padri Domenicani intitolato a S. Maria del Soccorso.<ref name=Bacile>{{Cita web|url=https://quod.lib.umich.edu/g/genpub/ATA3816.0001.001/58?rgn=full+text&view=image|titolo=Filippo Bacile di Castiglione su Schivani|anno=1894|p=35}}</ref>
 
Nel 1530 il feudatario di Matino è Giovanni De Persona. Annibale De Persona, sarà l'ultimo barone di Matino in quanto, senza discendenza maschile, concederà in sposa la sua unica figlia Fulvia e il feudo matinese quale dote al marchese Mario Del Tufo nel 1575.<ref>{{Cita web|url=http://www.nobili-napoletani.it/Tufo.htm|titolo=Famiglia del Tufo|accesso=2021-10-20}}</ref>
 
Alcuni palazzotti cinquecenteschi di buona fattura nel centro storico di Matino testimoniano una certa vivacità della cittadina nel XV e XVI secolo in concomitanza con il periodo di pace che vivrà Terra d'Otranto dopo secoli di scorribande e guerre.
 
===Dagli Aragonesi ai Borbone: il casato dei marchesi Del Tufo ===
 
Il feudo matinese passa nelle mani del barone Mario Del Tufo nel 1575, ma bisognerà attendere il 1632 perché il primo Del Tufo, Ascanio, il primo di una lunga serie di feudatari con lo stesso nome di battesimo, si insedi stabilmente a Matino.[[File:Palazzo Del Tufo Matino.jpg|miniatura|Stalle Palazzo Marchesale]]
Gli succederanno il figlio Giuseppe nel 1640, ed il di lui figlio, di nome Ascanio come il nonno, nel 1671. Ancora un ulteriore Ascanio è marchese nel 1690. Il suo successore sarà il marchese Giovanni Girolamo a partire dal 1761 e quindi un ultimo Ascanio dal 1783 fino all'eversione della feudalità nel 1806.<ref>{{Cita libro|titolo=Enciclopedia storico-nobiliare Italiana}}</ref>
 
La gran parte degli edifici di interesse architettonico della cittadina di Matino risale al [[Borboni di Napoli|periodo Borbone]] ([[1724]]-[[1860]]), momento di sviluppo notevole sia per Matino sia per tutto il Meridione, anche grazie ai grandi flussi finanziari consentiti dall'esportazione di olio lampante.<ref>{{Cita|Carlo Coppola|''Breve storia dell'olio lampante'', appendice|Coppola23|titolo=I feudatari di Matino}}</ref>
 
La Chiesa Matrice, intitolata anch'essa a [[San Giorgio Martire]], in stile [[tardo barocco]] e pianta a croce latina, fu costruita a partire dal 1750 su una preesistente chiesa che è rappresentata dal braccio minore dell'attuale fabbrica, consacrata nel 1760 e completata nel 1763<ref name=Bacile /> Ancora da segnalarsi la seicentesca chiesa del [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Carmine]] e la chiesa del [[Rosario]], una volta dedicata a [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Santa Maria del Soccorso]], nonché cappella del convento domenicano (in passato adibita a struttura ospedaliera e di ricovero per i pellegrini che da [[Lecce]] procedevano per [[Santa Maria di Leuca]] e viceversa) diventato ormai quasi invisibile, in quanto molti dei locali appartenenti al convento stesso sono stati occupati dagli uffici del comune in epoca moderna e visibilmente modificati fino a farne scomparire le caratteristiche architettoniche.
 
=== Simboli ===
[[File:Matino-Stemma.png|left|100px|Stemma civico]]
[[File:Matino-Gonfalone.png|right|100px|Gonfalone civico]]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 marzo 2004.<ref>{{Cita web|url=https://presidenza.governo.it/onorificenze_araldica/araldica/emblemi/2004/citta/matino.html|titolo=Matino (Lecce) D.P.R. 30.03.2004 concessione di stemma e gonfalone}}</ref><ref>{{Cita testo|titolo=D.P.R. di concessione del 30 marzo 2004|url=https://www.araldicacivica.it/pdf/decreti/le/matino.pdf}}</ref>
; Stemma
{{Citazione|[[Campo di cielo]], al [[Sole (araldica)|sole]] d'oro, con la parte inferiore esiguamente celata dal colle centrale del monte alla tedesca di tre colli, fondato in punta, di verde, esso colle centrale caricato dalla lettera maiuscola M, di argento. Ornamenti esteriori da Città.|D.P.R. 30 marzo 2004}}
 
; Gonfalone
Descrizione araldica dello stemma:
{{Citazione|Drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.|D.P.R. 30 marzo 2004}}
{{Citazione|''campo di cielo, al sole d'oro, con la parte inferiore esiguamente celata dal colle centrale del monte alla tedesca di tre colli, fondato in punta, di verde, esso colle centrale caricato dalla lettera maiuscola M, di argento. Ornamenti esteriori da Città.''|D.P.R. 30 marzo 2004}}
 
Descrizione araldica dello gonfalone:
{{Citazione|''drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati doro.''|}}
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di cittàCittà Italiana.svg
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza= CittàTitolo di città in dell'Italia
|motivazione= Decreto del presidente della Repubblica
|luogo= 2 luglio 2002<ref>{{Cita testo|titolo=D.P.R. di concessione del 2 luglio 2002|url=https://www.araldicacivica.it/pdf/decreti-citta/le/matino.pdf}}</ref>
}}
 
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[[File:Chiesa di San Giorgio Matino.jpg|thumb|Chiesa di San Giorgio]]
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa Matricematrice di San Giorgio ====
La Chiesa matrice è dedicata a [[San Giorgio]], il Santosanto guerriero e agricoltore (il nome ''georgousgeōrgós (γεωργός)'' in greco antico significa appunto contadino). La Chiesachiesa fu edificata a metà del [[XVIII secolo|"700Settecento]] su progetto di un parente del marchese, sottotal [[CarloGiuseppe IIIDel diTufo Spagna|Carloe IIIcon diil Borbone]]finanziamento marchesale, sui resti di una preesistente struttura della metà del [[XVI secolo|"500Cinquecento]] e a sua volta costruita sulle rovine di una chiesa ancora più antica e di rito greco probabilmente risalente al '200, per soddisfare le crescenti necessità di una comunità cittadina cresciuta demograficamente ed economicamente. Presenta una semplice facciata divisa in tre ordini da aggettanti [[Trabeazione|trabeazioni]]. L'interno, con pianta a croce latina ad una sola navata, ospita otto altari laterali nel braccio principale e altri due nel [[transetto]]. Di particolare pregio artistico è la statua lignea di San Giorgio ai cui fianchi sono accese due lampade votive in argento del [[XVIII secolo]] di scuola napoletana.
 
==== Chiesa del Crocefisso ====
La Chiesa del Crocifisso, eretta verso la fine del [[XVII secolo|Seicento]], sorge con molta probabilità insul sostituzioneluogo di due [[Oratoriochiesette (architettura)|oratori]]di epoca molto più antica dedicati a [[Eligio di Noyon|Sant' Eligio]] e a [[Antonio abate|Sant'Antonio Abate]]. Probabilmente le due cappelle originarie di epoca medioevale. L'interno della costruzione odierna, che conserva vari dipinti barocchi tra i quali una tela raffigurante [[San Pietro]] che si ritiene della scuola dello [[Spagnoletto]], ospita due altari; il maggiore è dedicato al [[Iconografia della Crocifissione|Crocifisso]], mentre il secondario è intitolato ai santi [[Eligio di Noyon|Sant' Eligio]], [[Antonio abate|Sant'Antonio Abate]] e [[Marina di Bitinia|Marina]].
 
==== Chiesa del Carmine ====
La Chiesa della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]]<ref name=cresciamo>{{cita web|url=http://www.cresciamoinsieme.org/docs/index.shtml?A=altrechiese|titolo= Da Cresciamo Insieme Salento: Le altre Chiese di Matino, Chiesa del Carmine|accesso=13-10- ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131022190532/http://www.cresciamoinsieme.org/docs/index.shtml?A=altrechiese|dataarchivio=22 ottobre 2013}}</ref> fuè edificatastata nelcostruita agli inizi del sec. [[XVII secolo]]a perseguito accoglieredel ritrovamento di un'immagineicona della Madonna colin Bambinocampagna. diIl epocasuo bizantinacompletamento data al 1603. ÈNel dotata1653 dilo unscultore copertinese Ambrogio Martinelli realizzò l'altare baroccomaggiore in pietra leccese, sul quale fu collocata l'icona ritrovata della Madonna. Tra il 2000 e unil pavimento2011 aè mosaicostato effettuato il restauro conservativo dell'altare del Martinelli e sono state disvelate le decorazioni seicentesche e le cromie originali delle pareti interne della ottocentescochiesa. Interessante è il dipinto della ''Pietà'', situato nella [[Sacrestia]], eseguito nel [[1621]] direttamente sulla roccia.
 
==== Chiesa del Rosario e [[convento]] dei [[Ordine dei Frati Predicatori|Padri Domenicani]]domenicani ====
La ex Chiesa di [[Beata Vergine Maria del Soccorso|Santa Maria del Soccorso]], oggi dedicata alla [[Madonna del Rosario]], si presenta a unica navata e con un'incompiuta facciata in [[Classicismo (arte)|stile classico]]. Il corpo principale della fabbrica è stato eretto nel [[XVI secolo|"500Cinquecento]]. Fu interessata da una radicale rifacimento intorno al 1750, quando assunse un aspetto tipicamente barocco. Di semplice fattura, è dotata di dipinti di notevole pregio artistico attribuiti per la maggior parte a ''Gian Domenico Catalano''. La tela della ''Circoncisione di Gesù Bambino'', realizzata da [[Giovanni Andrea Coppola]], è stata trafugata in tempi recenti.
 
==== Chiesa della Pietà ====
La costruzione della seicentesca Chiesa della [[Pietà vaticana|si deve alla devozione di due famiglie di possidenti matinesi, i Marsano (Pitta-Marsano) e la famiglia Caroppo, che fra il 1620 e il 1623 donarono il terreno e si accollarono le spese di costruzione della chiesa e poi qualche anno più tardi, intorno al 1630, del grande portico impropriamente oggi denominato Arco della Pietà]].<ref>{{citaCita web|url=httphttps://www.cresciamoinsiemebeweb.chiesacattolica.orgit/docsedificidiculto/index.shtml?A=altrechieseedificio/52468/Matino+%28LE%29+%7C+Chiesa+di+Santa+Maria+della+Piet%C3%A0|titolo=Matino Da(LE) Cresciamo{{!}} InsiemeChiesa Salento:di LeSanta altreMaria Chiesedella diPietà|sito=BeWeB Matino,- ChiesaBeni dellaEcclesiastici Pietàin Web|lingua=it-IT|accesso=132023-1006-201221}}</ref> Fra il 1671 e il 1679 l'edificio fu ristrutturato con l'intervento della marchesa Anna Maria Ravaschiero, vedova Del Tufo. Il portale finemente decorato e di pregevole fattura si deve invece alla committenza del Marchese Ascanio del Tufo e si realizza fra il 1711 e il 1716. La chiesa fu data poi nella disponibilità della ''[[confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] della Pietà''. Erroneamente si è pensato che quil'arco operava.rappresentasse Allauno facciatadegli èingressi addossatodella uncittadina, grandein arcorealtà chein unorigine tempola costituivachiesa si trovava all'esterno del perimetro cittadino, perimetro che raggiunse l'ingressoarco allae cittàlo dallainglobò parteverso sudla fine del '600. La chiesa è caratterizzata dalle sue volte strette ed interamente affrescate, si presume che l'autore degli affreschi sia stato l'artista napoletano del settecento Giuseppe Guerra. L'interno ospita, oltre all'altare maggiore, tre altari di cui uno è intitolato a ''[[Santa Maria dei Sette Dolori]]''. Numerosi sono i dipinti presenti molti dei quali di difficile attribuzione.
 
==== Santuario dell'Addolorata ====
La chiesa fu costruita tra il 1738 e il 1754 con l'impulso della Confraternita della Pietà. Nel 1905 si procedette ad un rifacimento della chiesa, con la demolizione del vecchio altare maggiore e l'allungamento dell'edificio mediante l'aggiunta dell'abside. Il pavimento fu elevato per pareggiarlo con il piano stradale che negli anni era stato sopraelevato per costruzione di una strada di accesso al paese. Furono aggiunti due altari laterali, uno dedicato a S. Luigi e l'altro ai Santi Medici. Proclamato santuario mariano diocesano,<ref name=cresciamo /><ref>{{cita web|url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginemariaaddolorata.htm|titolo=Santuari - Beata Vergine Maria Addolorata in Matino|accesso=6 ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131012193204/http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginemariaaddolorata.htm|dataarchivio=12 ottobre 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://matino.salentovirtuale.com/addolorata.php|titolo=MATINO - CHIESE - Chiesa dell'Addolorata|accesso=13 ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304085150/http://matino.salentovirtuale.com/addolorata.php|dataarchivio=4 marzo 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.viaggispirituali.it/2011/02/santuario-beata-vergine-delladdolorata-matino-lecce-2/|titolo= Santuario Beata Vergine dell'Addolorata – Matino (Lecce)|accesso=13 ottobre 2012}}</ref> il 14 maggio 1938, dall'allora amministratore apostolico di Nardò Nicola Margiotta, vescovo di Gallipoli. È sede dell'omonima arciconfraternita.
Completato nel [[1754]], fu ristrutturato e ampliato all'inizio del [[XX secolo]].
 
Proclamato [[santuario]] mariano diocesano,<ref>{{cita web|url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/beataverginemariaaddolorata.htm|titolo= Santuari - Beata Vergine Maria Addolorata in Matino
'''Chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie'''
|accesso=06-10-2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://matino.salentovirtuale.com/addolorata.php|titolo= Da MatinoVirtuale: MATINO - CHIESE - Chiesa dell'Addolorata
 
|accesso=13-10-2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cresciamoinsieme.org/docs/index.shtml?A=altrechiese|titolo= Da Cresciamo Insieme Salento: Le altre Chiese di Matino, La Chiesa dell'Addolorata|accesso=13-10-2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.viaggispirituali.it/2011/02/santuario-beata-vergine-delladdolorata-matino-lecce-2/|titolo= Da Viaggi Spirituali: Santuario Beata Vergine dell’Addolorata – Matino (Lecce)|accesso=13-10-2012}}</ref> il 14 maggio [[1938]], dall'allora [[amministratore apostolico]] di [[Diocesi di Nardò-Gallipoli|Nardò]] [[Nicola Margiotta]], [[vescovo]] di [[Diocesi di Nardò-Gallipoli|Gallipoli]]. È sede dell'omonima [[arciconfraternita]].
La chiesa, situata a qualche chilometro di distanza dall'abitato, fu edificata nel 1657 sulle rovine di una cappella di campagna medioevale di rito greco. Abbattuta per ragioni statiche nel 1945 è stata sostituita da nuova costruzione. Qualche segno archeologico nelle vicinanze ne testimonia l'antica costruzione.
 
==== Altre chiese ====
* Chiesa del "[[Sacro Cuore di Gesù]]";
* Chiesa della "[[Sacra Famiglia]]", inaugurata il 31 maggio [[2004]];
* Chiesa e [[monastero]] delle "[[Monache Carmelitane Scalze|Carmelitane Scalze]]" o del "Gesù Bambino di [[Praga]]"<ref>{{cita web|url=http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/monasterosteresagb.htm|titolo= IL MONASTERO DELLE CARMELITANE SCALZE DI MATINO|accesso=13-10- ottobre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130430234758/http://www.diocesinardogallipoli.it/Parrocchie_comunita/monasterosteresagb.htm|dataarchivio=30 aprile 2013}}</ref>;
* Cappella bizantina di "{{chiarire|[[Sant'Anastasia]]"|Quale?}};
* Cappella dell'"[[Ave Maria]]", via del mare;
* Cripta basiliana ipogea, in contrada "[[Sant'Eleuterio]]"," Santu Latteri";
* Chiesa di "[[San Giuseppe]], in contrada "Lazzareddhu", consacrata dal [[vescovo]] [[Antonio Rosario Mennonna]];
* Chiesa dei "[[Cosma e Damiano|Santi Cosma e Damiano]]", consacrata dal vescovo Antonio Rosario Mennonna, in contrada, vicinanze, "Frasca".
* Chiesa dell’[[Immacolata]]
 
=== Architetture civili ===
 
* '''Palazzo dei Marchesi del Tufo''' Il palazzo, sorto sul finire del [[XII secolo]] come fortilizio normanno ad opera dei De Persona ed ingrandito nel corso del secolo successivo dalla stessa famiglia, è stato poi rimaneggiato più volte nel corso dei secoli con delle modifiche di una certa rilevanza in epoca aragonese, fino all'attuale aspetto che risale alla prima metà del [[XVIII secolo]], con interventi che hanno reso l'antica rocca normanna, ancora visibile nel corpo del palazzo, più adatta agli usi civili. L'apertura sulla facciata di una grande trifora è forse del '500 mentre l'apertura del grande portone e la risistemazione della piazza antistante, oggi Piazza [[San Giorgio]] sono certamente settecenteschi. L'edificio nel suo aspetto odierno si distribuisce su due piani dei quali quelli superiori ospitano circa 40 stanze ed una cappella mentre quelli inferiori accolgono le stalle, le antiche cucine e diversi magazzini. Notevole il giardino pensile realizzato sui soffitti del palazzo stesso nel primo scorcio del '700 e le splendide stalle affrescate testimoni della passione per i cavalli di razza dei marchesi Del Tufo realizzate probabilmente intorno al 1740. Interessanti le profonde cave di tufo sottostanti al palazzo che hanno fornito il materiale di costruzione per i piani superiori e che potrebbero risalire a epoca normanno-sveva.
* '''Palazzo dei Marchesi del Tufo''' Il palazzo, sorto nel [[XIII secolo]] come nucleo fortificato con scopi esclusivamente difensivi, venne interessato da un primo importante intervento edificatorio solo a partire dal [[XVI secolo|Cinquecento]]. Una seconda fase costruttiva venne intrapresa nel [[1711]]. L'edificio baronale, divenuto marchesale nel [[1644]] con il governo del [[marchese]] ''Giuseppe del Tufo'', si distribuisce su due piani dei quali quelli superiori ospitavano le stanze nobili e una cappella mentre quelli inferiori accoglievano le stalle, le cucine e diversi magazzini.
* '''Portale del Giardino Marchesale in contrada "Lazzaretto" (Lazzareddhu)''' In Contrada Lazzaretto si erge l'arcone del Giardino omonimo. CostruitoFinito nelladi secondacostruire metànel del1725 forse [[XVIIIsu secolo|"700]]progetto dadi ''Ferdinando San Felice'' per Ascanio e Beatrice DelIppolita TufoPignatelli -i cui nomi sono ricordati nell'epigrafe dell'arcone- rappresenta la magnifica entrata del giardino annesso, esempionel dell'ingegneriaquale insisteva un casino estivo oggi scomparso ma che ha lasciato Borbonequalche invisibile agricolturatraccia. Veramente notevoleingegnoso il sistema di irrigazione alimentato da quattro pozzi agli angoli della tenuta collegati tra loro da gallerie sotterranee che permettevano di avere il livello dell'acqua sempre costante in qualsiasi punto della tenuta.
* '''Portale del Giardino Mimmo in contrada "Pergola" (Pergula)''' Costruito con tecniche simili al portale e giardino Lazzaretto (Portale simile e stesso sistema di irrigazione con 4 pozzi angolari fra l'altro splendidamente decorati) ma in periodo più tardo, è significativo oltre che per gli elementi architettonici che lo contraddistinguono, anche per lo studio della cultura del "giardino", fattispecie colturale tipica dell'[[Italia Meridionalemeridionale]] e comunissima in agro matinese.
* '''Borgo Medioevale''' Di notevole interesse urbanistico è il centro storico medioevale rimasto, nel complesso del suo tessuto, praticamente intatto, mostrando inalterata la tipica struttura delle case cosiddette "a corte" ed il complesso reticolo di stradine e passaggi sotterranei e sopraelevati finalizzati alla facilità di difesa dell'abitato in caso di attacco. Tipico esempio delle tecniche urbanistiche nell'alveo del mediterraneo in epoca medievale, è uno splendido spaccato storico in parte miracolosamente salvatosi dalle aggressioni del tempo e dagli abusi edilizi.
* ''' Frantoi ipogei''' I frantoi [[ipogeo|ipogei]] di Matino testimoniano l'antica tradizione della produzione olearia, legatagià aipresente in Terra d'Otranto in epoca romana e ulteriormente potenziata con grandi impianti olivicoli natifra il '500 nele [[XVIIIil secolo|"'700]]. Alcuni di essi, splendidamente conservati, rivelano l'ingegnosità delle tecniche di molitura e decantazione dell'olio attraverso sistemi di vasche a tracimazione. Rappresentano un notevole esempio di architettura industriale settecentesca.
 
=== Aree archeologiche ===
==== Grotta di Sant'Ermete ====
La grotta di [[Ermete martire|Sant'Ermete]] è un'importante testimonianza archeologica in quanto in essa sono stati individuati resti fossili, manufatti e ossa risalenti all'uomo di [[Neanderthal]]. CristianizzataUsata daianche [[basiliani]]da monaci greci, come testimoniato dai resti di un affresco di [[Sant'Ermete]], la grotta costituisce uno dei primi siti preistorici di frequentazione umana delnel [[Salento]] insiemegià alle ''grotte delle Veneri'' dinel [[ParabitaPaleolitico superiore]].
 
==== Grotta di Sant'Eleuterio ====
La grotta di [[Sant'Eleuterio]] è la testimonianza della presenza dei [[monaci basiliani]], o comunque di rito greco, nel territorio matinese. È ciò che rimane dell'antico monastero di Sant'Eleuterio sorto nel [[X secolo]], al sommo della serra omonima, fra Matino e Parabita. Di esso sopravvive la cripta, in grotta naturale con ingresso sormontato da una piccola volta a botte. Delle originarie pitture, ammirate dal De Giorgi, non resta che un impercettibile residuo sulla parete destra. Va ricordato, fra l'altro, che quando nel Salento si passò al rito latino, le pitture ispirate al rito greco furono coperte con intonaco; furono risparmiate solo poche immagini. L. Tasselli scrive che il monastero fu eretto da un soldato di Casarano, il quale cadde in un fossato, e, per intercessione di Sant'Eleuterio, fu salvo, ''tuttavia egli su ciò trasogna, atteso si fu che un Galantuomo e benestante della terra di Matino, che andava a cavallo per visitare i suoi poteri, che aveva là uniti, che noi diciamo masseria, ed arrivato sopra una cisterna Piena d'acqua, sprofondò la volta di essa, e si ritrovò nel profondo, dentro l'acqua invocò l'aiuto di S. Eleuterio, di cui era devo e subito si vide cavato da essa cisterna, onde poi lui, per gratitudine, procurò chiamare dei Greci Calogeri per fondare un monastero, sotto la regola di S. Basilio, e si fabbricò a sue spese la chiesa, sotto il titolo di esso santo, con le celle attorno, e lo dotò de li fondi che lo circondavano e di capitali censi... ; dentro la cisterna, nelle tonache delle mura, fece dipingere S. Eleuterio, anzi le pietre che precipitarono dalla volta non si tolsero più di li dentro, affinché servissero di monumento oculare alla posterità, della grazia ricevuta, come il tutto apparisce ''(Schivani).
La grotta di [[Sant'Eleuterio]] è la testimonianza della presenza dei [[monaci basiliani]] nel territorio matinese. È ciò che rimane dell'antico monastero di Sant'Eleuterio sorto nel [[X secolo]]. La grotta è la cripta del monastero; presenta un ingresso ad arco e un piccolo ambiente interno nel quale sono visibili deboli tracce di affreschi. Appartenuto fino al [[XIII secolo]] ai basiliani, il sito, passò poi sotto il controllo del clero locale che lo frequentò sino alla metà del [[XVII secolo|"600]]. In origine comprendeva, oltre la cripta, le celle dei monaci, i granai e una chiesa.
 
La chiesa fu costruita ad est della gradinata che accedeva alla cisterna, e, secondo la foggia greca, aveva l'altare ad oriente: ''in questo luogo detto S. Papa faceva dei miracoli, e i Matinesi si portavano a pregarlo, come ai nostri giorni si è mantenuta la divozione''. (Schivani).
 
La fondazione di Sant'Eleuterio, che per la prima volta viene menzionato nel documento neretino del 1412, risalirebbe al X secolo, in concomitanza con la fondazione di Matino.
 
Non è improbabile che da questo monastero, dimenticato purtroppo dagli studiosi, provenga l'immagine della Madonna della Coltura di Parabita, uno dei più suggestivi monumenti dell'arte bizantina della rinascenza. Appartenuto fino al [[XIII secolo]] ai basiliani, il sito passò poi sotto il controllo del clero locale che lo frequentò sino alla metà del [[XVII secolo|Seicento]]. In origine comprendeva, oltre la cripta, le celle dei monaci, i granai e una chiesa.
 
'''Monastero di Santa Anastasia'''
 
Dell'antico monastero ad oggi non resta traccia se non nella cultura popolare. Non è improbabile che sia stato adibito ad altri usi dopo il passaggio nel Salento dal rito greco a quello latino e che sia andato progressivamente in rovina. Da alcuni documenti sappiamo che i possedimenti del monastero furono inglobati nelle proprietà della sede vescovile di Nardò intorno al 1700.
 
=== Altro ===
* MACMa - Museo Arte Contemporanea Matino "L. Gabrieli"-, conta oltre 700 opere provenienti dalla donazioni "L. Gabrieli", "E. Miglietta", "V. Balsebre", "M. Bentivoglio" e di vari autori della poesia verbo-visiva. È il primo in Puglia ad ospitare una ricchissima collezione dedicata ai temi della poesia visiva della neoavanguardie, tra gli artisti della poesia visiva spiccano: Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lucia Marcucci, [[Emilio Isgrò]], [[Roberto Malquori]], William Xerra, Franco Vaccari, Adriano Spatola, Arrigo Lora Totino, Elisabetta Gut, Martino Oberto, [[Ugo Carrega]], Vincenzo Ferrari, Carlo Finotti, Giovanni Tinti, Michele Perfetti, [[Luciano Caruso]] ed altri.
* [[Monumento]] ai caduti della [[prima guerra mondiale]];
* Monumento a [[Salvo D'Acquisto]] e ai [[Attentati di Nasiriyya|caduti di Nassiriya]].;
* Monumento vittime del Covid-19;
* Monumento Madonna Nera (in contrada Mimmo).
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[20092020]] a Matino risultano residenti 221247 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:<ref>[httphttps://demo.istat.it/str2009str2020/index.html Dati Istat]</ref>
 
* [[Romania]] - 95121
* [[Marocco]] - 6040
* [[Cina]] - 18
* [[Albania]] - 12
* [[Tunisia]] - 7
 
[[File:SalentinoDialetti Puglia.jpgpng|thumb|Diffusione del dialettoDialetti Salentinopugliesi]]
[[File:Versioni dialetto salentino.jpg|thumb|Diffusione del dialetto salentino]]
 
=== DialettoLingue e dialetti ===
Il [[dialetto]] parlato a Matino è una singolare variante del [[dialetto salentino]], in particolare di quello della zona meridionale. Quasi inspiegabile il fenomeno che vede i due comuni di Parabita e Matino, combacianti e divisi solo teoricamente da una strada, parlare due varianti del dialetto profondamente diverse, mentre nel comune di Casarano, confinante con la parte sud di Matino, si parla una versione del dialetto salentino più vicina a quella matinese ma con influssi ed accenti comunque notevolmente diversi. Sembrerebbe che il dialetto matinese sia il risultato di contaminazioni linguistiche esterne sul corpo linguistico del salentino meridionale. Il dialetto salentino e quindi matinese si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[messapi]], [[Magna Grecia|greci]], [[Storia romana|romani]], [[Bisanzio|bizantini]], [[longobardi]], [[normanni]], [[Francia|francesi]], [[Spagna|spagnoli]].
{{Vedi anche|dialetto salentino}}
 
Il [[dialetto]] parlato a Matino è il [[dialetto salentino]] nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[Messapia|messapi]], [[Magna Grecia|greci]], [[Storia romana|romani]], [[Bisanzio|bizantini]], [[longobardi]], [[normanni]], [[Albania|albanesi]], [[Francia|francesi]], [[Spagna|spagnoli]].
=== Tradizioni e folclore ===
Festa del [[Miracolo]] di [[San Giorgio]] (San Giorgi piccinnu), 27 febbraio.
 
== Cultura ==
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Il Museo di Arte Contemporanea di Matino "L. Gabrieli" (MACMa) ospita una collezione di oltre 700 opere provenienti da donazioni private, prevalentemente sui temi della poesia visiva della neoavanguardie.
 
=== EventiMusica ===
* Tradizionale ''Pastorale matinese''
[[File:Spezzatino di cavallo.jpg|thumb|Pezzetti]]
* ''Santu Lazzaru''
* ''Festa del [[Miracolo]] di ''[[San Giorgio]]'', 27 febbraio;
* Premio “Matino Città della Musica”
* ''Festa di San Giorgio'' - 23 aprile, istituita nel [[1971]];
* ''Fiera del Sacro Cuore'', 3ª [[domenica]] di giugno;
* ''Fiera M. SS Addolorata'', 2ª domenica di giugno;
* ''Sagra della Frisa'', 5-6 luglio;
* ''Sagra ta sardizza e tu gnommareddhu'', seconda settimana di agosto;
* ''Festa delle Bionde'', 13-14 agosto;
* ''Sagra dei Pezzetti di Cavallo'', seconda metà di agosto.
 
== Economia ==
[[File:Wine grapes03.jpg|thumb|verticale=0.7|Grappolo di uva rossa Negroamaro]]
{{Vedi anche|Economia della Puglia}}
Nell'ambito dell'[[Economia della Puglia|economia pugliese]] Matino ha occupato in passato un ruolo prevalentemente agricolo fino alla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]]. Nei decenni successivi è avvenuta una trasformazione in senso industriale ed artigianale di notevole entità con l'apertura di diverse aziende impegnate nella produzione calzaturiera e dell'abbigliamento.
[[File:Wine grapes03.jpg|thumb|Grappolo di uva rossa Negroamaro]]
 
Matino è stato un centro prevalentemente agricolo fino alla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]], periodo in cui è avvenuta una notevole trasformazione del tessuto economico della cittadina che è diventata un centro di produzione industriale di un certo peso. I settori della produzione calzaturiera e dell'abbigliamento sono stati ampiamente sviluppati, finché la crisi sopravvenuta alla fine degli anni [[anni 1990|anni novanta]] non ha ridimensionato la portata del fenomeno. A Matino ha sede la [[Meltin' Pot]], azienda leader nel mercato del vestiario sportivo e del [[jeans]] che ha alimentato un notevole indotto di piccole industrie e laboratori, circa 250 aziende, con quasi 2.000 addetti.
La crisi alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]] ha, purtroppo, ridimensionato notevolmente il fenomeno.
 
Aziende storiche quali ad esempio la [[Meltin' Pot]], azienda del Gruppo Romano Jeans, leader nel mercato del vestiario sportivo o la Calzaturifici De Prezzo, che per circa un trentennio avevano generato ricchezza ed occupazione oltre a un notevole indotto di piccole industrie e laboratori di circa 250 aziende con quasi {{formatnum:2000}} addetti, hanno ridotto progressivamente il numero degli occupati a poche decine di operai. Stessa sorte toccata al Gruppo Filanto, avente sede nella vicina Casarano ma che assorbiva moltissima manodopera dai centri vicini. Un certo risveglio si è avuto nell'ultimo periodo con una riconversione di alcuni calzaturifici a produzioni di pregio che ha rinnovato la ormai ultracinquantennale tradizione industriale del settore calzaturiero.
 
Altri comparti economici presenti sul territorio matinese sono l'[[industria alimentare]], meccanica, il settore del legno e della [[carpenteria]], del vetro e dell'[[editoria]].
 
Le ditte individuali censite dall'[[ISTAT]] sono oltre 400, le [[società di persone]] 40, le [[società di capitali]] 51, con una media aziende/abitanti di 1:20, testimonianza di una certa vivacità imprenditoriale. Le aziende manifatturiere rappresentano oltre un terzo del totale aziende e il 62% degli occupati.
 
Altri rami economici importanti sono il [[commercio]] e le [[costruzioni]], ai quali è addetto rispettivamente il 9% e il 16% della popolazione. Il commercio, con le sue oltre 300 aziende, rappresenta il 40% delle imprese e il 14% degli addetti in settori non agricoli. Nel terziario dei servizi lavora il 23% della popolazione attiva. Nella [[pubblica amministrazione]] sono occupate circa 300 persone. Dal punto di vista dell'occupazione la città ha avuto un netto calo a causa delle già descritta crisi delle attività manifatturiere.
 
Il livello medio d'istruzione è discreto e in linea con la media italiana. La composizione socioeconomica della popolazione ha segnato nei tre decenni passati rispetto alla media regionale, un'elevata incidenza di lavoratori dipendenti e una bassa delle casalinghe, per effetto dell'alto impiego di manodopera femminile nel ramo manifatturiero.
 
Il [[Agricoltura|settore agricolo]] si è in una certa misura riqualificato, notevole l'apporto in questo senso è stato dato della locale cantina cooperativa che con il marchio ''Cantine del Matino'' ha prodotto e commercializzato una varietà di [[Vini DOC|vini D.O.C.]] ([[Matino (vino)|Matino]]) di discreto pregio cedendo poi negli ultimi anni alla concorrenza e chiudendo i battenti. La presenza della sede centrale della [[Banca Popolare Pugliese]] (oltre 100 filiali in Italia e una succursale in [[Albania]]), con il suo centro direzionale e la sede meccanografica determina, inoltre, un non disprezzabile apporto finanziario al circuito economico cittadino.
La crisi economica internazionale degli ultimi anni ha lasciato un segno profondo nel tessuto economico cittadino. La quasi totalità delle aziende del settore manifatturiero ha chiuso i battenti o si è molto ridimensionata dando luogo ad una disoccupazione superiore alla media nazionale ma in netto miglioramento negli ultimi anni dove nel bienni 2022-2024 il tasso di disoccupazione è sceso dal 12,1% al 9,3% risultando fra i più bassi della provincia e più basso della media del sud-Italia.<ref>{{Cita web|url=http://www3.provincia.le.it/statistica/lavoro/tab_12.htm|titolo=}}</ref>
 
Una certa ripresa si è avuta anche attraverso lo sviluppo di attività turistiche, data la vicinanza con le spiagge joniche, la messa a valore di molti caseggiati del centro storico medioevale e la nascita di molti B&B, anche di pregio, nel territorio, con qualche buona ricaduta occupazionale anche nell'indotto.
Gli altri comparti presenti vanno dall'[[Industria alimentare|alimentare]], alla meccanica, al legno, alla [[carpenteria]], al vetro e all'[[editoria]], ma rappresentano una parte relativamente poco significativa del fatturato prodotto nei decenni passati.
Le ditte individuali censite dall'[[ISTAT]] sono oltre 400, le [[società di persone]] 40, le [[società di capitali]] 51, con una media aziende/abitanti di 1:20, testimonianza di una certa vivacità imprenditoriale. Le aziende manifatturiere rappresentano oltre un terzo del totale aziende e il 62% degli occupati. Gli altri rami economici importanti sono il [[commercio]] e le [[costruzioni]], ai quali è addetto rispettivamente il 9/16% della popolazione. Il commercio, con le sue oltre 300 aziende, rappresenta il 40% delle imprese e il 14% degli addetti in settori non agricoli. Nel terziario dei servizi lavora il 23% della popolazione attiva. Nella [[pubblica amministrazione]] sono occupate circa 300 persone. Dal punto di vista dell'occupazione la città un calo nelle attività industriali mantenendo comunque l'occupazione fra le più alte della [[provincia]]. Il livello medio d'istruzione è discreto e in linea con la media italiana. La composizione socioeconomica della popolazione ha segnato nei due decenni passati rispetto alla media regionale, un'elevata incidenza di lavoratori dipendenti e una bassa delle casalinghe, per effetto dell'alto impiego di manodopera femminile nel ramo manifatturiero.<br />
Il [[Agricoltura|settore agricolo]] si è in una certa misura riqualificato, notevole l'apporto in questo senso della locale cantina cooperativa che con il marchio ''"Cantine del Matino"'' produce e commercializza una varietà di [[Vini DOC|vini D.O.C.]] ([[Matino rosso]], [[Matino rosato]]) di notevole pregio. La presenza della sede centrale della [[Banca Popolare Pugliese]] (oltre 100 filiali in Italia e una succursale in [[Albania]]), con il suo centro direzionale e la sede meccanografica determina, inoltre, un non disprezzabile apporto finanziario al circuito economico cittadino.
La crisi economica internazionale degli ultimi anni ha lasciato un segno profondo nel tessuto economico cittadino. La quasi totalità delle aziende del settore manifatturiero ha chiuso i battenti o si è molto ridimensionata dando luogo ad una disoccupazione di molto superiore alla media nazionale che sta innescando fenomeni di emigrazione su larga scala.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Ferrovie ===
La città è servita da una [[Stazione di Matino|stazione ferroviaria]] posta sulla linea [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]] delle [[Ferrovie del Sud Est]].
 
== Amministrazione ==
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{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Mario Romano |Inizio = 22 giugno 1985 |Fine = 4 agosto 1990 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno>http{{cita web|url=https://amministratori.interno.gov.it/index.php?page=StoriaEnteC|titolo=Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, ricerca per provincia: Lecce, comune: Matino|sito=Ministero dell'Interno - Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali}}</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Mario Romano |Inizio = 4 agosto 1990 |Fine = 7 dicembre 1991 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Carmelo Vincenzo Russo |Inizio = 5 febbraio 1992 |Fine = 29 novembre 1993 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Angelo Sorino |Inizio = 29 novembre 1993 |Fine = 23 giugno 1994 |Carica = [[Commissario prefettizio|Comm. pref.]] |Partito = |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Elio Agostiniello |Inizio = 23 giugno 1994 |Fine = 25 maggio 1998 |Partito =[[lista - civica]]|Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cosimo Romano |Inizio = 25 maggio 1998 |Fine = 19 settembre 2001 |Partito = [[centro-destra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Umberto Guidato |Inizio = 19 settembre 2001 |Fine = 28 maggio 2002 |Carica = [[Commissario straordinario|Comm. straordinario]] |Partito = |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giorgio Antonio Primiceri |Inizio = 28 maggio 2002 |Fine = 29 maggio 2007 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giorgio Antonio Primiceri |Inizio = 29 maggio 2007 |Fine = 8 maggio 2012 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Cosimo Carmelo Tiziano Cataldi |Inizio = 7 maggio 2012 |Fine =11 ''in carica''giugno 2017|Partito = [[Il Popolo della Libertà]], [[lista civica]]: Matino la tua città |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giorgio Salvatore Toma|Inizio=11 giugno 2017|Fine=12 giugno 2022|Partito=[[lista civica]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giorgio Salvatore Toma|Inizio=12 giugno 2022|Fine=in carica|Partito=[[lista civica]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* [[Niederbipp]]
* Lucinico (Gorizia)
 
== Sport ==
 
Le realtà sportive più di rilievo in città sono la squadra di calcio ''A.S.D.Polisportiva Virtus Matino 2007'', nata nel [[2007]], militante nelin gironeserie CD [[Puglia|pugliese]]a dipartire [[Primadalla Categoria|1ªstagione Categoria]],2021/2022. hala giocato anche in [[Serie D]] e due squadresquadra di [[baseball]], l' A.S.D. [[Baseball Club Matino|Baseball Matino]] e la Angels B.C. Matino, che attualmente militanomilitante in [[Campionato italiano di baseball|serie C]]. Le squadre hanno fornito alla [[Nazionale di baseball dell'Italia|nazionale italiana di baseball]] atleti di rilevanza internazionale quali Luigi Carrozza e Andrea Castrì, atleta quest'ultimo, convocato anche nella prestigiosa squadra americana dei [[New York Yankees]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=Quaderni Salentini|editore=Congedo Editore|anno=1999-2004|cid=Coppola99}}
* Tommaso Leopizzi, ''Matino, Storia e cultura popolare'', [[Congedo Editore]] (1989)
* {{cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=Il brigantaggio nel Salento, Ribellione popolare e repressione militare 1860 - 1865|editore=Edizione Ass. Area|anno=2004|cid=Coppola04}}
* Giuseppe Schivani, ''Matino Cultura ed Arte'', edizione originale del 1762 con il titolo di ''Antiche Memorie di Matino'' stampato a cura dalla Casa Marchesale di Matino, ristampa a cura di Congedo Editore (1991)
* {{cita libro|autore=Carlo Coppola|titolo=I feudatari di Matino|editore=Tipografia San Giorgio|città=Matino|anno=2023|cid=Coppola23}}
* Carlo Coppola, ''Quaderni Salentini'', Congedo Editore (2004)
* {{Cita libro|autore=Antonio Costantino, "|titolo=Giornale degli Autori Matinesi" |anno=2012.}}
* {{cita libro|autore=Tommaso Leopizzi|titolo=Matino, storia e cultura popolare|editore=[[Congedo Editore]]|anno=1989}}
* Quintino Siciliano, "Vocabolario Matinese" Edizioni Publigrafic- [[Trepuzzi]], 2010.
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Schivani|titolo=Matino Cultura ed Arte|titolooriginale=Antiche Memorie di Matino, stampato a cura dalla Casa Marchesale di Matino, 1762|editore=Congedo Editore|edizione=ristampa del 1991|cid=Schivani}}
* {{Cita libro|autore=Quintino Siciliano|titolo=Vocabolario matinese|editore=Edizioni Publigrafic|città=Trepuzzi|anno=2010}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Patata novella sieglinde di Galatina]]
* [[Città d'Italia]]
* [[Matinum]]
* [[Apeneste]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Matino}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.matino.le.it/|Sito ufficiale comune di Matino}}
* {{cita web|1=http://www.baseballmatino.com/| 2 = Sito ufficiale BCBaseball Matino|accesso=13 marzo 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081121030949/http://www.baseballmatino.com/|dataarchivio =21 novembre 2008|urlmorto=sì}}
 
{{ProvinciaComuni della provincia di Lecce}}
{{Salento}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lecce|Puglia}}
[[Categoria:Matino| ]]
 
[[Categoria:Comuni della provincia di Lecce]]