Kinhin: differenze tra le versioni
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La pratica viene trasmessa anche nelle scuole [[
Si dice che Kinhin derivi dalla prima meditazione trasmessa dal Buddha tra quelle nelle diverse posizioni del corpo.
Il termine deriva dai caratteri cinesi ''jing''
Letteralmente, significa "camminare dritto avanti e indietro".
==La
La pratica di Kinhin può variare da una tradizione Zen all'altra.
Solitamente dopo due rintocchi di campana, i praticanti si alzano, si girano verso il centro tenendo le mani in
In alcune scuole, però, il mudra usato può variare: in questi casi, il pugno destro è di fronte alla mano sinistra, che lo copre fino al polso.
Dopo un inchino ai compagni di pratica, con le mani giunte in Gassho, i partecipanti girano in senso orario, e seguono il passo della persona di fronte, camminando intorno al perimetro della sala.
Mentre nella tradizione Rinzai solitamente kinhin viene compiuto con un passo molto veloce, scandito dai colpi di un piccolo tamburo di legno tenuto dalla persona che guida la fila, nella tradizione Soto, i passi vengono mossi molto lentamente, in corrispondenza con il proprio respiro e con il passo del praticante davanti.
L'intento è quello di rappresentare, nella meditazione, quell'unità e quella coordinazione che sono uno specchio dell'armonia cui il
==Varianti==
Nella scuola Theravada, viene trasmessa una meditazione camminata chiamata ''Jongrom'' simile al kinhin.
A differenza di quest'ultimo, il Jongrom viene praticato individualmente ed all'aperto. Nel monasteri Theravada si può trovare un percorso lungo e stretto, di quasi due metri di lunghezza, su cui i monaci muovono un passo dopo l'altro, alternandolo alla meditazione, esercitando nel contempo la consapevolezza del corpo e dell'ambiente.<ref>
Nello Zen, la pratica di Kinhin, trascurata durante i secoli nei Dojo giapponesi, nelle scuole Soto occidentali viene valorizzata come pratica a sé. A volte, viene condotta all'aperto, mantenendo l'ordine e l'armonia della pratica anche fuori dalle mura dello Zendo.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
* {{Cita libro|cognome=Aitken|nome=Robert|wkautore=Robert Baker Aitken|titolo=Taking the Path of Zen|pp=
* {{Cita libro|cognome1=Maezumi|nome1=Hakuyu Taizan|cognome2=Glassman|nome2=Bernie|wkautore2=Tetsugen Bernard Glassman|wkautore1=Taizan Maezumi|titolo=On Zen Practice: Body, Breath, Mind|url=https://archive.org/details/onzenpracticebod0000unse|editore=[[Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition#Publications|Wisdom Publications]]|pp=
▲* {{Cita libro|cognome=Aitken|nome=Robert|wkautore=Robert Baker Aitken|titolo=Taking the Path of Zen|pp=35–36|anno=1999|editore=North Point Press|ISBN=0-86547-080-4}}
▲* {{Cita libro|cognome1=Maezumi|nome1=Hakuyu Taizan|cognome2=Glassman|nome2=Bernie|wkautore2=Tetsugen Bernard Glassman|wkautore1=Taizan Maezumi|titolo=On Zen Practice: Body, Breath, Mind|editore=[[Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition#Publications|Wisdom Publications]]|pp=48–49|anno=2002|isbn= 0-86171-315-X|cid=harv}}
* Tetsugen Serra, ''Zen'', Fabbri Editori, Milano, 2005
* Alan Watts, ''La via dello Zen'', Feltrinelli.
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