Velletri: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Velletri
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera = Flag of Velletri
|Voce bandiera =
|Stemma =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Roma
|Amministratore locale =
|Partito = [[
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Altitudine = 332<ref name="altitudine">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/058/111/clima.html|titolo=Velletri|sito=Comuni italiani|accesso=27 dicembre 2018}}</ref><ref name="quota">{{cita web|url=https://www.comune-italia.it/comune-velletri.html|accesso=10 ottobre 2018}}</ref><ref name=statit>{{cita web|url=https://www.statisticheitalia.it/lazio/roma/velletri/altitudine.html|titolo=Velletri|sito=Statistiche Italia|accesso=28 dicembre 2018}}</ref>
|Superficie =
|Note superficie = {{cita web|url=https://www.istat.it/it/archivio/156224|titolo=Principali statistiche demografiche dei comuni|sito=Istat|accesso=28 dicembre 2018}}
|Sottodivisioni = Malatesta, Sole Luna, Cinque Archi, Cigliolo, Paganico, Tevola, Marcaccio, Peschio.
|Divisioni confinanti = [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] ([[provincia di Latina|LT]]), [[Artena]], [[Cisterna di Latina]] (LT), [[Genzano di Roma]], [[Lanuvio]], [[Lariano]], [[Nemi]], [[Rocca di Papa]]
|Targa =
|Zona sismica = 2B
|Gradi giorno = 1544
|Nome abitanti = veliterni (o velletrani)<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/lazio/29-velletri/|titolo=Velletri|sito=Tuttitalia|accesso=4 novembre 2020}}</ref>
|Patrono = [[Papa Clemente I|san Clemente]] e sante Annia e Gerontide vergini e martiri
|Festivo = 23 novembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Velletri (province of Rome, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Velletri nella città metropolitana di Roma Capitale
}}
'''Velletri''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/velˈletri/|it}}<ref>{{DOP|id=
Antichissima città dei [[Volsci]] (''Velester'', e ''Velitrae'' in [[lingua latina|latino]]) e già autorevole al tempo di [[Anco Marzio]], lo storico [[Dionigi d'Alicarnasso]] la definisce {{lang|grc|ἐπιφανής}} (''epiphanés''), ''"illustre"''<ref>[[Dionigi d'Alicarnasso]], ''{{lang|grc|Ῥομαική Ἀρχαιολογία}}'', lib. VI v. 42.</ref>. [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni]], è stato teatro di due storiche battaglie: nel [[1744]]<ref name="Vedi 1744">Vedi [[Battaglia di Velletri (1744)]].</ref> e nel [[1849]]<ref>Vedi [[Battaglia di Velletri (1848)]].</ref>.{{TOClimit|3}}
==Geografia fisica==
{{Citazione|La bellezza del sito e la giocondità del prospetto le recano grande ornamento e decoro. Dal'oriente ella scuopre una lunga e varia catena di monti, mirandosi ancora le cime degli [[Appennini]], che s'innalzano dentro il limitrofo [[regno di Napoli]]. Sopra i [[Colli Albani|monti Albani]] si scorgono [[Palestrina]], [[Paliano]], [[Piglio]], [[Serrone]]: su quelli [[Monti Lepini|Lepini]], [[Cori]], [[Sermoneta]], [[Norma (Italia)|Norma]], [[Rocca Massima]], e alle falde [[Giulianello]]. Dal mezzogiorno si gode la vista delle vastissime campagne delle [[Agro Pontino|Paludi Pontine]], e ad esse si presentano ancora [[Cisterna di Latina|Cisterna]], e la penisola del [[monte Circeo]] e l'estesissimo [[Mar Tirreno|mare Tirreno]] coll'isolette di [[Palmarola]], [[Ponza]] e Sannona, e sulle coste il porto d'[[Anzio]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] e Astura. Dall'occidente [[Ardea]], e [[Lanuvio|Civita Lavinia]] con amene colline. Finalmente dal settentrione gode il [[monte Artemisio]] tutto coltivato, colle selve sempre verdeggianti di Faggiola e di [[Lariano]].|[[Gaetano Moroni]], ''[[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica]] - Velletri'', vol. LXXXIX p. 214, [[Venezia]] [[1851]].}}
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Secondo la classificazione data dal Servizio Geologico d'Italia<ref>''Carta Geologica d'Italia'', foglio 150 ''([[Roma]])'', edizione [[1967]].</ref>, buona parte del territorio veliterno verso valle è composto da terreno di tipo ''lps'', ovvero da paleosuoli<ref>{{Citazione|Facies pedogenizzata dei lapilli varicolori.|''Carta Geologica d'Italia'', edizione 1967.}}</ref>; il resto è in prevalenza composta da suoli di natura ''lp'', ''lapilli di vario colore distintamente stratificati con intercalazioni cineritiche, zone talora argillificate, ricchi di minerali femici isolati, e abbondante leucite analcimizzata''<ref>''Carta Geologica d'Italia'', edizione [[1967]].</ref>. In banchi circoscritti situati a ridosso del centro storico, il suolo è composto da materiale ''β<sup>5</sup>'', classificato come ''[[leucite]] metallitica di Velletri''<ref>{{Citazione|Lave in grandi colate, soprastanti o sottostanti a ''lp''.|''Carta Geologica d'Italia'', edizione 1967.}}</ref>.
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 ''(sismicità medio-alta)''<ref>{{cita web|url=http://www.ateservizi.it/Pubblicazioni/vademecum/recepimenti%20regionali/lazio2.pdf|titolo=Riclassificazione sismica della Regione Lazio|editore=ateservizi.it|pagina=12|formato=pdf|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=26 febbraio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070226042050/http://www.ateservizi.it/Pubblicazioni/vademecum/recepimenti%20regionali/lazio2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>Anche secondo le categorie sismiche stabilite dal D.M. LL.PP. [[1984]] e la successiva ordinanza P.C.M. n
====Idrografia====
Il territorio di Velletri raccoglie solo gli scoli di numerose vene d'acqua che originano più a monte
* ''Fosso Minella'', ai margini del territorio comunale verso [[Genzano di Roma]], in prossimità della località di Sant'Eurosia. Questo fosso si origina dal Monte Spina (731 {{m s.l.m.}}), in territorio di [[Nemi]], con il nome di ''fosso dell'Acqua Lucia''. Assume quindi la denominazione di fosso Minella dopo il ponte della Strada Statale 7 Via Appia a 405 {{m s.l.m.}}, ai piedi di Colle degli Olmi. Parallelo al fosso Minella scorre anche il ''fosso delle Tre Armi'', che poi si unisce ad esso;
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* ''Fosso di Ponte Veloce'', che nasce da vene d'acqua presenti su Colle Tondo, sul Maschio dell'Artemisio (812 {{m s.l.m.}}) e nella selva di Faccialone (615 {{m s.l.m.}}). Questo corso d'acqua in prossimità di villa Borgia, superato il centro storico di Velletri, cambia nome in ''fosso Farina'', e subduce al ponte in ferro della [[ferrovia Roma-Velletri]];
* ''Fosso di Anatolia'', originato da Colle Bello (600 {{m s.l.m.}}), scorre ai piedi dell'altura su cui sorge il centro storico, fino a confluire nel sunnominato fosso Farina già di Ponte Veloce;
* ''Fosso del Peschio'', originato dall
Altre sorgenti importanti sono l
====Orografia====
Nel territorio veliterno le quote più elevate sono nella parte settentrionale e in quella orientale, nel sistema dei [[Colli Albani]]: si tratta,
Il centro storico ha un'altitudine sostanzialmente uniforme: a parte i 380 {{m s.l.m.}} di Via Castello e del colle dei Cappuccini, l'altitudine di piazza
Per il resto, il territorio a mezzogiorno e occidente è
===Clima===
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen]], Velletri rientra nella fascia del “Clima temperato caldo mediterraneo a siccità estiva” (Csa). Dal punto di vista termico le temperature della città differiscono di poco comparate alla sottostante [[Pianura Pontina]] rispetto a cui si registrano, generalmente, 1° o 2 °C in meno. In condizioni di alta pressione entrano poi in gioco le innumerevoli inversioni termiche, tipica prerogativa del Lazio. A 25 km dalla costa, Velletri risente ancora dell'influenza mitigatrice del Mar Tirreno. Essa si manifesta attraverso un caratteristico delicato zéfiro, popolarmente chiamato [[Ponentino]] dai vicini romani, ossia una [[brezza]] che spira in estate e nelle stagioni intermedie mantenendo le temperature dei pomeriggi estivi su valori accettabili. Nell'ultimo decennio, tuttavia, si nota una maggiore frequenza d'anticiclone africano con temperature massime pari o leggermente superiori a 35 °C in più di un'occasione.
Le stagioni intermedie sono le più gradevoli, con l'autunno più caldo della primavera e temperature costantemente miti. Non sono rari, in primavera, refoli d'inverno con improvvise diminuzioni di temperatura associate ad episodi di maltempo. Al pari, in autunno, giornate fresche possono alternarsi a giornate più calde fino a
Per quanto riguarda i fenomeni meteorologici Velletri presenta un andamento pluviometrico a cadenza fortemente irregolare. Si alternano periodi siccitosi discretamente lunghi a periodi caratterizzati, al contrario, da precipitazioni frequenti. Quest'ultime si manifestano in ogni stagione e quasi sempre sotto forma di nubifragi, temporali e scariche di grandine. La causa è da attribuire all'orografia. Le correnti perturbate provenienti da sud-ovest, foriere d'umidità, impattano sulla catena dei [[Colli Albani]] che abbraccia da nord la città, dando luogo al cosiddetto fenomeno dello stau e originando le classiche piogge orografiche. La siccità estiva, inoltre, può essere interrotta dai temporali di calore estivi pomeridiani benché, negli ultimi anni, sia evidente una notevole diminuzione della frequenza degli stessi.
La media annua precipitativa di Velletri va dai 1000 mm della zona al confine con i comuni di [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] e [[Cisterna di Latina]], ai 1400 mm del centro abitato, fino ai 1600 mm dell'area dei [[Pratoni del Vivaro]], al confine con il comune di [[Rocca di Papa]].
La nevosità dell'area, invece, segue il classico andamento del versante tirrenico italiano, con accumuli nulli o scarsi in pianura (media annuale di 0–5 cm dai 56 ai 400 metri di quota), lievi in collina (5–10 cm dai 400 ai 600 metri di quota), moderati in montagna (10–20 cm dai 600 ai 939 metri di quota). Le nevicate abbondanti al di sotto dei 400 metri di quota sono affidate all'azione di masse d'aria molto fredda e instabile provenienti da nord-ovest (Valle del Rodano). Accumuli superiori ai 10 cm, in tal caso, sono possibili anche in città e in pianura dove però, normalmente, la neve non perdura al suolo a lungo.
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* [[Diffusività atmosferica]]: media
==Origini del nome==
L'etimologia del toponimo "Velletri" è controversa: si discute se abbia origine italica (volsca) o etrusca.<ref>{{cita web |url=http://www.belitristory.it/ |titolo=Belitry... |accesso=20 ottobre 2018}}</ref>
Secondo i sostenitori dell'origine italica, il toponimo deriva da un antico termine volsco affine al [[lingua latina|latino]] ''"velia"'' (''"[[palude]]"'') e corrispondente anche al greco ''"ουελια"'' ("uelia"). Da qui ''Velestrom'', quindi luogo paludoso o prossimo ad una palude, nome usato probabilmente dai [[Volsci]] per chiamare l'antica Velletri.<ref>Così appare denominata la città nella ''lamina veliterna'', fibula bronzea rinvenuta nel 1784 a Velletri.</ref>
Secondo i sostenitori dell'origine etrusca, la sillaba ''Vel-'' ("luogo") corrisponde alla prima sillaba di altri toponimi di area etrusca: Volterra (etrusco ''Velathri''), Volturno (''Velthurne''), Vulci (''VelXe'') ecc.<ref>{{cita web |url=http://www.centrostudilaruna.it/toponimi-italiani-di-origine-etrusca.html |titolo=Toponimi italiani di origine etrusca |autore=M.E.Migliori |data=2009 |sito=Centro Studi La Runa| accesso=20 ottobre 2018}}</ref>
I [[Civiltà romana|Romani]] in seguito denominarono la stessa città ''Velitrae'', da cui il [[greco antico|greco]] ''Ουελιτραι'' ("Ouelitrai"), ''Ουελιτρα'' ("Ouelitra") o ''Βελιτρα'' ("Belitra")<ref>[[Antonio Nibby]], ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'' - ''Velletri'', vol. III pp. 439-440, Roma, [[1829]].</ref>.
Nel Medioevo, vengono attestate almeno sei varianti nel nome di Velletri riscontrate da vari atti ufficiali fino all'[[XI secolo]]<ref>Luigi Cardinali, ''Dissertazione su un antico sigillo capitolare veliterno'', da ''Atti dell'Accademia Romana di Archeologia'', tomo II.</ref>: appaiono infatti ''Velletrum'', ''Veletrum'', ''Veletra'', ''Velitrum, ''Bellitro, ''Villitria''.
In seguito, fino al [[XVIII secolo]], accanto al toponimo corretto ''Velletri'' sopravvissero forme parallele come ''Blitri''<ref>George Hoefnagle in una veduta di Velletri stampata a [[Colonia (Germania)|Colonia]] nel [[1599]] scrisse come titolo dell'immagine ''"Velitrae vulgo Blitri"''.</ref> e ''Belitri''.
{{CN|La voce ''vel'' significa acqua, acque, corso d'acqua, fiume.}}
==Storia==
{{Vedi anche|Storia di Velletri}}
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Infatti proprio all'epoca del leggendario [[Anco Marzio]], Roma venne per la prima volta in conflitto con i [[Volsci]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', III, 41,5.</ref>. A causa di alcune violazioni del confine da parte dei Volsci, Anco Marzio si sentì in dovere di entrare ''manu militari'' nel territorio volsco ed assediare ''Velitrae'', che venne a patti con Roma siglando anche un'alleanza. In forza di questa alleanza, la ''[[Gens Octavia]]'', originaria di ''Velitrae'', al momento del suo trasferimento a Roma all'epoca di [[Tarquinio Prisco]], ottenne immediatamente il riconoscimento della [[cittadinanza romana]] e dei [[diritti politici]]<ref>[[Svetonio]], ''Vita divi Augusti'', v. II.</ref>.
Quando, circa nel [[510 a.C.]], cadde la [[Età regia di Roma|monarchia di Roma]], la [[Lega Latina]] assieme agli [[Etruschi]] di [[Porsenna]] si allearono per rimettere [[Tarquinio il Superbo]] sul trono. Anche i [[Volsci]] di ''Velitrae'' parteciparono a questa alleanza<ref>Dionigi d'Alicarnasso, ''{{
Forse è proprio a questa battaglia a cui fa riferimento [[Bonaventura Teuli]] nel suo ''Theatro Historico di Velletri''<ref>Padre Bonaventura Theuli, ''Theatro Historico di Velletri'', p. 34.</ref>, quando riferisce:
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Nel [[443 a.C.]] però i coloni romani di ''Velitrae'' si schierarono insieme ai Volsci contro Roma, attirandosi contro l'ostilità romana sotto forma prima dei tribuni Lucio e Spurio Papirio che, nel [[381 a.C.]], sconfissero veliterni e prenestini in una battaglia campale ai piedi delle mura cittadine<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', lib. VI v. 12-13.</ref>, poi nel [[379 a.C.]] di [[Marco Furio Camillo]] e quindi nel [[377 a.C.]] di [[Lucio Quinzio Cincinnato]], che espugnò ''Velitrae'' ancora una volta. Tuttavia, ancora nel [[365 a.C.]] i Romani dovettero assediare ''Velitrae'', finché nel [[338 a.C.]] i Romani non presero seri e definitivi provvedimenti contro il perenne ribellismo di Velitrae:
{{Citazione|Contro i Veliterni, antichi cittadini romani, poiché eransi ribellati tante volte fu gravemente infierito: le mura demolite, il Senato tolto di là, ed i senatori ebbero ordine di abitare di là dal Tevere, in guisa che quello che venisse sorpreso di
Con la perdita della libertà politica, ''Velitrae'' iniziò a decadere: priva di mura e isolata dalla grandi vie di comunicazione - la [[via Appia]] allora passava per [[Lanuvio]] - venne colonizzata ai sensi della ''Lex Sempronia'' di [[Caio Sempronio Gracco]].
[[Ottaviano Augusto]], nato Caio Ottavio Turino, primo [[imperatore romano|imperatore
{{Citazione|Dal tempo remoto in cui un fulmine era caduto su una parte delle mura di ''Velitrae'', era stato profetizzato che un giorno un cittadino di quella città si sarebbe impadronito del potere; per questo gli abitanti di ''Velitrae'', fiduciosi nella promessa, e allora e in seguito combatterono spesso contro il popolo Romano, fin quasi alla loro rovina. Ben più tardi apparve evidente che il prodigio aveva voluto fare riferimento alla potenza di Augusto.|[[Gaio Svetonio Tranquillo]], ''Vita divi Augusti'', v.II.|''Velitris antiquitus tacta de caelo parte muri, responsum est eius oppidi civem quandoque rerum potiturum; qua fiducia Veliterni et tunc statim et postea saepius paene ad exitium sui cum populo Romano belligeraverant; sero tandem documentis apparuit ostentum illud Augusti potentiam portendisse.''|lingua=la}}Sulle estreme propaggini dei Colli Albani, a 3 chilometri circa ad occidente di Velletri, si estendono, sul colle detto San Cesareo, i ruderi di una grande villa romana<ref>''Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma'', Volumi 69-70, L'Erma di Bretschneider, 1941</ref>, ritenuta per tradizione proprietà della famiglia degli Ottavi<ref>Ceccarini Tiziana, ''Museo civico di Velletri'', Quasar, 1989</ref>, di origine veliterna. Durante il Medioevo, sui resti di questa antica villa s'impiantò un insediamento cristiano, dedicato a san [[Cesario di Terracina]], attestato proprio da un battistero costruito riutilizzando un ambiente in reticolato e laterizi dotato di un impianto idrico<ref>''Bollettino di archeologia'', Volumi 7-8, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1991</ref>.
===Medioevo===
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La prima informazione su Velletri nel Medioevo è datata [[465]]: si tratta delle menzione di un tale Adeodato, vescovo cittadino. Tra [[V secolo|V]] e [[VI secolo]] la diocesi veliterna andò sempre più acquisendo importanza: nel [[592]] infatti [[papa Gregorio I]] accorpò a Velletri la diocesi decaduta di ''Tres Tabernae'', sulla via Appia. Nello stesso tempo, numerosi pontefici menzionano fondi e beni ecclesiastici situati ''in Velitris''.
Nel [[X secolo]] Velletri cadde verosimilmente sotto la signoria dei [[Conti di Tuscolo]]: infatti risulta menzionato, nel [[981]], un tale Stefano ''dux'' di [[Ariccia]], Velletri e [[Tuscolo (città)|Tuscolo]]<ref>Emanuele Lucidi, ''Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie di Genzano e Nemi'', Roma, Tipografia Salomoni, [[1786]].</ref>. Del resto, l'intera area dei Colli Albani e dei Monti Prenestini era dominata dai Conti di Tuscolo, inclusa la rocca di [[Lariano]] prossima a Velletri.
Nel [[1084]] [[Roberto il Guiscardo]] marciò contro Roma e, transitando per Velletri, incontrò la resistenza degli abitanti, che furono ricompensati per questo dal Papa, nel [[1101]], con un [[Breve apostolico|Breve]] che assegnò amplissimi confini alla Comunità veliterna.
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[[Papa Alessandro IV]] ([[1254]] - [[1261]]), già vescovo di Velletri, ordinò durante il suo pontificato di portare in Velletri le reliquie dei santi martiri Ponziano ed Eleuterio, conservate da allora nella cripta sottostante la [[Cattedrale di San Clemente (Velletri)|Cattedrale]].
Nel [[1268]] venne confermata la concordia tra la Comunità di Velletri e la castellania di [[Lariano]], soggetta alla [[Camera Apostolica]], ai sensi della quale<!--Ai sensi della concordi... dovettero riconquistare..? Non è chiaro il senso--> i velletrani dovettero riconquistare il castello occupato in quel periodo da Riccardo Annibaldi.
Nel [[1298]] [[papa Bonifacio VIII]], che prima di divenire Papa era forse stato Podestà di Velletri per sei mesi, con tre bolle alienò la città da ogni soggezione al governo provinciale della Marittima e Campagna, rendendo di fatto la città praticamente indipendente<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'' - ''Velletri'', p. 458, Roma, 1829.</ref>.
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Nel [[1408]] [[Ladislao I di Napoli]], durante il suo tentativo di conquistare lo [[Stato Pontificio]], occupò Velletri che gli aveva resistito. Tuttavia confermò magnanimamente gli ''Statuti'' cittadini e l'indipendenza. [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]] tornò una seconda volta a Velletri nel [[1413]].
Nel [[1434]], durante la lotta contro i [[Colonna (famiglia)|Colonna]] ed i [[Savelli (famiglia)|Savelli]], [[Papa Eugenio IV]] rase al suolo il castello di [[Lariano]] con l'aiuto di 800 soldati velletrani, ragion per cui il territorio della castellania venne concesso alla Comunità di Velletri, rimanendo accorpato a Velletri fino al [[1967]].
Il 21
===
{{Citazione|''Nella regione del Lazio fra Cora ed Albano, e delle sue regali vie a man sinistra la Latina e a destra l'Appia, sorge l'antichissima e fedelissima città di Velletri, già capo del Regno dei Volsci, sopra un colle a forma di scudo, che da mezzogiorno scuopre il mar Tirreno, e da Levante, da ponente e da settentrione vien circondata da colline, e piani e da montagne fertilissime.''|Giuseppe Bassi, ''Descrittione della città di Velletri'', Roma, [[1631]].}}
Nel [[1512]] è attestato che Velletri è ancora libera, e che il governo della città è tenuto dai ''Priori'', sostituti dei ''novemviri'', in numero di nove, eletti ogni sei mesi; da un ''Sindaco'', eletto ogni anno, e da altre figure come i ''Grascieri'', i ''Maestri di Strada'', il ''Procuratore dei Poveri'', ed altre.
Da questi anni si inizia ad avere notizia concreta di Famiglie D'Alta Nobiltà (Tintisona, Mammucari,Etc.) sebbene gli storici siano certi che esse abitassero in loco già da moltissimo tempo.
Nel novembre [[1526]] un contingente velletrano inviato da [[papa Clemente VII]] contribuì a radere al suolo il castello di [[Marino (Italia)|Marino]], feudo dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]] nemici del Papa e alleati della [[Spagna]]<ref>Oltre a Marino, le truppe pontificie al comando di Vitellio Vitelli rasero al suolo altri tredici castelli dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]].</ref>. In seguito a questo fatto, [[Ascanio I Colonna (di Paliano)|Ascanio Colonna]], signore di Marino, dopo il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma del 7 maggio 1527]], quando il Papa è recluso in [[Castel Sant'Angelo]], costringe la Comunità di Velletri ''ad refectionem, reedificationem et restaurationem terrae Mareni'': i velletrani cioè dovranno fornire 15.000 scudi in terreni comunali, oltre a 12.600 scudi con pagamento rateizzato, e più di 6.000 rubbia di calce e 15.000 coppi per la riparazione dei danni compiuti<ref>Giuseppe Tomassetti, ''La Campagna Romana antica, medioevale e moderna''.</ref>. Inoltre, i [[lanzichenecchi]] giungeranno fino a mettere a sacco Velletri.
[[File:Velletri comune.jpg|upright=1.5|thumb|Il Palazzo comunale e il Tempietto di Santa Maria del Sangue in una foto del 1935]]
Dopo questo episodio, si può considerare cessato il periodo dell'indipendenza politica di Velletri: {{Senza fonte|nel [[1559]] infatti il Papa impose a Velletri il governo anche civile del [[cardinale vescovo]], il primo dei quali fu [[Giovanni Pietro Carafa]], poi [[papa Paolo IV]].}}
Nel [[1589]] [[papa Sisto V]] sciolse il governo civile da quello temporale del vescovo, restituendo libertà al Comune: ma [[papa Gregorio XIV]] nel [[1591]] ordinò la riunificazione dei due poteri, sigillando così la fine definitiva del libero comune.
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===Il terremoto del 1806===
Alle 8:
===Il XX secolo===
Nel [[1913]] arrivarono a Velletri le [[Tramvie dei Castelli Romani]], che collegavano la cittadina direttamente a Roma e agli altri Castelli Romani e che rimasero in funzione su questa tratta fino al [[1953]].
Riga 249 ⟶ 240:
==== Seconda guerra mondiale ====
{{Vedi anche|I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale}}
Durante la [[seconda guerra mondiale]], dopo lo [[Operazione Shingle|sbarco anglo-americano ad Anzio]] (22 gennaio [[1944]]), Velletri fu al centro del conflitto: negli ultimi giorni del maggio 1944, mentre cadevano sia la [[linea Gustav]] a [[Cassino]] che la [[linea Hitler]] a [[Pontecorvo]], i tedeschi crearono una terza linea fortificata, chiamata [[linea Caesar]], che si estendeva fra [[Torvaianica]], [[Lanuvio]], Velletri, [[Artena]] e [[Valmontone]]. A Velletri era di stanza la I divisione paracadutisti della ''[[Wehrmacht]]'', Il generale statunitense [[Mark Wayne Clark]] ordinò il 25 maggio un'offensiva contro la ''linea Caesar'', che tuttavia resistette duramente; sennonché la 36ª divisione di fanteria americana comandata dal general Walker individuò una falla nello schieramento tedesco sul [[Monte Artemisio]], tra Velletri e Valmontone: così tra il 30 ed il 31 maggio 1944 il 142º ed il 143º reggimento penetravano attraverso lo schieramento tedesco da Monte Artemisio, mentre il 141º attaccava Velletri per copertura; l'operazione riuscì con successo, e il 1º giugno Velletri cadde, seguita il giorno dopo da Valmontone ed il 3 giugno da [[Lanuvio]] e dagli altri Castelli Romani<ref>Raimondo Del Nero, ''La Valle Latina - Storia di un ambiente'',
Il 18 febbraio 1944 tredici cittadini vennero [[Eccidio martiri di Pratolungo|trucidati in contrada Pratolungo]] dai soldati tedeschi, durante una rappresaglia che non risparmiò nemmeno una donna incinta, Artemisia Mammucari. Nel 1994 fu posta una stele a memoria delle vittime a poca distanza dal luogo dell'eccidio, in via di Vecchia Napoli.
Velletri uscì dalla guerra praticamente distrutta: erano stati danneggiati i suoi monumenti più importanti, dalla Torre del Trivio al Palazzo Comunale e a Palazzo Ginnetti, quest'ultimo distrutto e mai più ricostruito; numerose erano state anche le vittime umane, nonostante lo sfollamento ordinato dalle autorità militari tedesche.
La rinascita recente di Velletri è stata tuttavia rapida ed evidente; nonostante lo smembramento nel [[1967]] sia a livello amministrativo, con la concessione di indipendenza al comune di Lariano, sia a livello religioso, con lo scorporo della [[Diocesi di Latina]] e la successiva creazione della [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni]], la città si è ripresa ottimamente, con il sorgere di scuole superiori e di centri culturali, della nuova sede del Tribunale e del Battaglione Allievi Sottufficiali dei [[Carabinieri]], poi [[Scuola allievi marescialli e brigadieri carabinieri|I Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri]] e del carcere.
===
Nel [[2000]] è stata inaugurata la nuova sede della
Il 14 giugno [[2001]] è stata presentata dall'onorevole [[Mario Pepe (politico 1951)|Mario Pepe]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] una proposta di legge sull'istituzione di una ''provincia dei Castelli Romani'' con capoluogo proprio Velletri<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk1000/articola/0853.htm|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura|editore=Camera dei Deputati|accesso=17 marzo 2011}}</ref>.
{{Citazione|I Castelli Romani rappresentano dunque un'area-sistema assolutamente peculiare, di cui fanno parte città notevolmente popolate legate tra loro da millenari legami storici e culturali nonché da un elevato indice di
Nella proposta dell'onorevole Pepe, i comuni che sarebbero dovuti entrare nella ''provincia dei Castelli Romani'' erano [[Albano Laziale]], [[Anzio]], [[Ardea]], Ariccia, [[Artena]], [[Carpineto Romano]], [[Castel Gandolfo]], [[Cave (Italia)|Cave]], [[Colleferro]], [[Colonna (Italia)|Colonna]], [[Gavignano (Italia)|Gavignano]], [[Genazzano]], Genzano di Roma, [[Grottaferrata]], Lanuvio, Lariano, Marino, [[Monte Compatri]], [[Montelanico]], [[Monte Porzio Catone]], [[Nemi]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], [[Olevano Romano]], [[Palestrina]], [[Pomezia]], Rocca di Papa, [[Rocca Priora]], [[San Cesareo]], [[San Vito Romano]], [[Segni (Italia)|Segni]], Valmontone, Velletri e [[Zagarolo]]<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 1|pagina=5|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Il capoluogo della provincia istituenda sarebbe stato Velletri, sia a ragione della posizione baricentrica che "del ruolo e dell'importanza strategica di Velletri"<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura|pagina=2|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Le risorse finanziarie assegnate alla provincia, una volta costituita, erano state preventivate in 4.600 milioni di lire<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 4|pagina=6|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
===Simboli===
[[File:Velletri-Stemma
[[File:Velletri-Gonfalone.png|thumb|right|100px|Il gonfalone]]
Stemma, gonfalone e bandiera attuali sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 luglio 2002.<ref name="ACS">{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?14152 |titolo= Velletri |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 1º maggio 2023 }}</ref>
Lo stemma veliterno, di antichissima origine, è così descritto ufficialmente:
{{Citazione|[[Troncato]]: il primo, di rosso, al [[Castello (araldica)|castello]] d'oro, murato di nero, [[Attributi araldici di forma geometrica#Merlato alla ghibellina|merlato alla ghibellina]], munito di tre torri, merlate di quattro, la torre centrale più alta e più larga, finestrata con grande finestra di nero, le torri laterali finestrate dello stesso, il fastigio merlato di nove, esso castello chiuso con tre porte di nero, la centrale più alta e più larga, fondato sulla linea di partizione; il secondo, di argento, ai tre alberi di alloro, sradicati, la chioma di verde, il tronco e le radici al naturale, i tronchi intrecciati alla corda di rosso; il tutto con la [[Bordura|bordatura]] di verde, caricata in capo dalle lettere puntate maiuscole, di nero, SPQV; sui fianchi e in punta, dalla scritta, in lettere maiuscole di nero, coricate e con la sommità esterna, EST MIHI LIBERTAS PAPALIS ET IMPERIALIS, in senso orario e con l'inizio a sinistra in alto. Lo scudo è accollato alla [[aquila bicipite]], di nero, allumata di rosso, rostrata e armata d’oro, con il volo abbassato, sormontata dalla corona regia, con cinque vette visibili, ornate di perle, sostenenti il [[Mondo (araldica)|mondo]] e la crocetta d'oro, chiusa con velluto di rosso; lo scudo è timbrato dalla corona infilata nei colli dell'aquila, formata dal cerchio d'oro, cordonato ai margini, gemmato, cimato da cinque fioroni visibili, d'oro, sostenuti da punte, dello stesso; sotto lo scudo, due fronde d'alloro e di quercia, di verde, l’alloro con le drupe d'oro e la quercia con le ghiande dello stesso, decussate in punta, legate dal nastro tricolorato dai colori nazionali.<ref>Blasonatura più sintetica: «Torre in campo rosso, allori in campo d'argento racchiusi nel motto ''Est mihi libertas papalis et imperiali'' più le quattro sigle S.P.Q.V., il tutto accollato sull'aquila bicipite austriaca ad ali spiegate, con la duplice corona reale imperiale.» [http://www.comuni-italiani.it/058/111/stemma.html Descrizione Ufficiale della Commissione Araldica]</ref>}}
I colori cittadini sono l'[[argento]] e il [[rosso]].
Lo storico motto cittadino è ''Est mihi libertas papalis et imperialis''
Un altro motto cittadino è il più tradizionale SPQV ''(Senatus Populusque Veliternus)'', versione provinciale del più noto [[SPQR]].
Si tratta in ogni modo di una tradizione molto recente risalente al XVII secolo. Del motto cittadino, infatti, Ascanio Landi non ne parla, mentre Bonaventura Theuli nel suo ''Teatro Historico'' afferma:
Della scritta SPQ Veliternus ne parla per la prima volta Antonio Mancinelli nel suo commento ai ''Carmi'' di Orazio pubblicato a Venezia nel 1492, lamentandone la distruzione ad opera di un ''livore ductus quidam ex Aquapendente oriundus'', familiare del cardinale Rotomagense, del quale Mancinelli dice di tacere il nome per non consegnarlo alla storia come era successo a Erostrato distruttore del tempio di Diana Efesina. Il personaggio in questione dovrebbe essere comunque identificabile con Giacomo di Aquasparta, uno dei commissari del cardinale d'Estouteville che nel 1479 stabilirono, con sentenza arbitrale, i confini tra il territorio di Velletri ''quod fuit Faiole'' e il castello di Nemi. Sembrerebbe comunque apparentemente inspiegabile una distruzione basata sull'invidia, da parte di un funzionario pubblico alle dirette dipendenze del cardinale, di un reperto archeologico così importante a meno che l'opera non fosse stata frutto di una volgare imitazione contemporanea. Iacobus de Acquasparta era un personaggio molto noto, forse residente nella stessa città di Velletri, già attivo nella regione almeno dal 1472, essendo stato collettore della vigesima dovuta dagli Ebrei, come testimoniato dalla ''descriptio'' da lui redatta dei fuochi ebraici della regione. C'è poi una coincidenza temporale quanto meno singolare del ritrovamento della lapide veliterna, avvenuta secondo Mancinelli nella già diruta chiesa di Santo Stefano, con quella su cui era incisa la scritta "SPQ Lanivinus". Di quest'ultima Mancinelli era perfettamente a conoscenza poiché era stata riportata da Martino Filetico nel suo commento ad Orazio pubblicato solo pochi anni prima. Proprio questa testimonianza epigrafica servì a Mancinelli per rilevare l'errore tra le due città di Lavinio e Lanuvio vulgato nelle stampe precedenti al suo commento sulla ''Geographia'' di Strabone.
Il gonfalone è un drappo di rosso.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di Città Italiana.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica
| data = 31 ottobre 1968<ref name="ACS"/>
}}
==Monumenti e luoghi d'interesse==
[[File:Torre del Trivio.JPG|miniatura|upright=0.7|La torre del Trivio, campanile della [[Chiesa di Santa Maria del Trivio]], uno dei simboli della città.]]
[[File:Palazzo Comunale.jpg|miniatura|Il Palazzo comunale.]]
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{{Vedi anche|Chiese di Velletri}}
* [[Cattedrale di San Clemente (Velletri)|Basilica Cattedrale di San Clemente]]
* [[Chiesa di Santa Maria del Trivio (Velletri)|Chiesa di Santa Maria del Trivio]]
* Chiesa del Santissimo Salvatore
* Chiesa di San Michele Arcangelo
* Chiesa di San Martino da Tours
* Chiesa di Sant'Antonio da Padova
* Ex Chiesa e convento di San Francesco d'Assisi
* Chiesa di San Lorenzo
* Chiesa dei Santissimi Pietro e Bartolomeo
* Chiesa di Santa Chiara d'Assisi
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* Chiesa di Sant'Antonio Abate<ref>Anche denominata Sant'Antonio di Vienna.</ref>
* Chiesa di San Crispino<ref>Anche denominata della [[Madonna di Costantinopoli]].</ref>
*
* Chiesa di San Silvestro<ref>Anche denominata di San Giuseppe.</ref>
* Chiesa della Madonna della Neve
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* Chiesa di Santo Stefano<ref>Anche denominata di San Rocco.</ref>
* Chiesa Santa Maria del Carmine
*Chiesa della Madonna del Rosario
* Chiesa Regina Pacis
===Architetture civili===
* Palazzo Comunale; l'edificazione di una nuova sede per ospitare la sede dei Priori della Comunità di Velletri venne votata dal Consiglio Maggiore con delibera del 12 ottobre [[1572]]. La prima pietra del nuovo edificio, concepito in maniera monumentale, venne posata il 26 gennaio [[1575]]. Gli architetti furono [[Jacopo Barozzi da Vignola|Il Vignola]] e [[Giacomo della Porta]]. Completato nel [[1590]], in realtà gli interventi sulla struttura si protrassero fino al [[1720]]. Distrutto nel [[1944]], il palazzo è stato ricostruito, in seguito al conflitto mondiale, sostanzialmente fedele al progetto originario.
* Palazzo Vecchio o Palazzo dei Conservatori; iniziato nel [[1822]] come sede della [[Delegazione di Velletri]], divenne poi dal [[1870]] sede degli uffici giudiziari e del Palazzo di Giustizia. Danneggiato nel 1944, l'edificio è stato ricostruito fedelmente al progetto originale.
* Palazzo Ginnetti; costruito dal cardinal Marzio Ginnetti alla metà del [[XVII secolo]], era famoso per la loggia arcata del cortile interno e per il vasto parco. La sua decadenza, iniziata nel [[1744]] quando vi si stanziarono le truppe napoletane e [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] in margine della [[battaglia di Velletri (1744)|battaglia di Velletri]], è cessata con la parziale distruzione causata dai bombardamenti anglo-americani del [[1944]] e la sua seguente totale demolizione nel dopoguerra per far posto a due palazzi moderni. Questione che a distanza di tanti anni ancora provoca nella popolazione amarezza e dubbi. Di esso resta oggi soltanto il parco adibito a giardino pubblico col nome di Villa Ginnetti.
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Nel Medioevo, la città venne cinta di poderose mura castellane, nelle quali si aprivano originariamente otto porte: porta Furia<ref>Secondo Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX, p. 214, il toponimo ''Fura'' sarebbe la corruzione di ''Furia'', dal nome di [[Furio Camillo]], antico assediatore di ''Velitrae''. Una ''porta Furia'' esiste anche a [[Sutri]], in [[provincia di Viterbo]], e l'etimologia di quel toponimo è appunto legata al generale romano.</ref>, porta del Pontone, porta Santa Martinella (poi inglobata nel Convento del Carmine), Portella, porta Santa Lucia, porta San Giovanni in Plagis, porta Romana e porta Napoletana.
Nel [[XVI secolo]] venne riedificata e rafforzata la cerchia muraria, con la chiusura di alcune porte
''[[Porta Napoletana]]'' venne edificata nel [[1511]] da manovalanze di provenienza lombarda
''Porta Romana'' invece ricostruita in forme monumentali nel [[1573]] su progetto di [[Jacopo Barozzi da Vignola]], meglio noto come ''il Vignola'', assieme al bastione vicino. Tuttavia, nel corso dei lavori di ampliamento della [[via Appia]], la porta è stata distrutta e in suo luogo venne realizzato prima il ''blocco di porta Romana'', un posto di dogana, e poi l'attuale piazza Giuseppe Garibaldi.
===Altro===
[[File:Caduti sul lavoro.jpg|thumb|upright=0.8|Monumento ai Caduti sul Lavoro.]]
[[File:Velletri - fontana p.zza G.Garibaldi.JPG|thumb|La Fontana del Simbrivio di Piazza Giuseppe Garibaldi.]]
* Monumento ai Caduti; progettato dall'architetto Emanuele Cannigia, venne inaugurato il 2 giugno [[1927]] al cospetto del [[re]] [[Vittorio Emanuele III di Savoia]]. È situato in un angolo di Piazza Giuseppe Garibaldi.
* Monumento a [[Urbano VIII]]; edificato nel [[XVII secolo]] al centro
Numerose sono le fontane pubbliche a Velletri, alcune delle quali monumentali. Sono servite tutte dall
Tra le fontane vanno menzionate:
* Fontana di piazza Giuseppe Garibaldi; venne realizzata al termine del lavori per l'acquedotto del Simbrivio e si trova al centro della piazza;<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Velletri. S.E. il capo del governo inaugura l'acquedotto del Simbrivio, che darà acqua a 22|lingua=it-IT|accesso=2022-10-27|url=https://www.youtube.com/watch?v=AA1KGMUj75E}}</ref>
* Fontana monumentale di Piazza Cairoli; edificata nel [[1622]] con progetto dell'[[architetto]] Giovanni Battista Rainaldi e manodopera dello scalpellino Pasquale Desideri. Andava a sostituirsi ad un'altra fontana, posta dal lato opposto, iniziata nel [[1618]] per il progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e mai compiuta, tanto che venne rasa al suolo;
* Fontana monumentale di piazza Giuseppe Mazzini; realizzata nel 1612 su un progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e con la manodopera di Angelo Pellegrini. Interventi sostanziosi vi vennero fatti dal punto di vista architettonico nel [[1623]], da parte di Giovanni Battista Rainaldi, nel [[1684]], e nel [[1755]] da parte dell'architetto Nicola Giansimoni. La fontana, in [[travertino]], raffigura scene mitologiche;
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Dell'antica ''Velitrae'', città dei Volsci e poi colonia romana, restano diversi reperti, raccolti parte in sito nel ''Museo Civico Archeologico'' e nel ''Museo Diocesano'', parte in vari musei italiani ed esteri.
In [[età romana]] esistevano a ''Velitrae'' templi pagani dedicati ad [[Apollo]], [[Ercole]], [[Marte (divinità)|Marte]]<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma - Velletri'', vol. III p. 449.</ref>. Il [[Antonio Nibby|Nibby]] ipotizza<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma - Velletri'', vol. III p. 450.</ref> anche la presenza di una [[basilica
Nel [[1784]], nell'ambito di lavori nella
Fuori
Della grandiosa villa, costruita su tre terrazzamenti in tre diversi periodi (repubblicano, imperiale e cristiano), non rimane alcuna traccia mentre è ancora in buone condizioni la cisterna di età repubblicana. Infatti la zona, nonostante il vincolo, è stata lottizzata per cui la cisterna è oggi inglobata in un’abitazione privata e non accessibile. Particolarità di questa [[cisterna]] di età repubblicana a tre navate della dimensione di 15,05 x 13,20, sono i pilastri che sostengono archi ogivali a sesto molto acuto, unico esempio conosciuto della loro utilizzazione nel mondo romano.
L'ultima testimonianza della decorazione della villa era un [[mosaico]] sul quale è stato collocato un palo dell'[[Enel]]. L'area, lottizzata, appartiene a privati.
Un'altra [[cisterna]] romana esiste in località Capanna Murata e prende nome di ''Cisterna di Centocolonne'' poiché sorretta da trentadue pilastri, disposti su quattro file. Situata lungo il tracciato dell’Appia antica, fino al [[1982]] sembrava isolata nella campagna e non se ne capiva la funzione. Quell’anno (nonostante il vincolo archeologico apposto sull’area) il terreno su cui è ubicata è stato oggetto di uno sbanco edilizio che, oltre a sfondare la volta della monumentale costruzione, ha messo in luce resti di una villa, solo in parte interessata dal successivo sondaggio di scavo promosso dalla Soprintendenza.
Ancora una cisterna romana, delle dimensioni di 25,80 x 11,60 m, è stata trovata in località Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120 x 120 m, a ridosso dell'antica via Appia.
===Aree naturali===
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Elenco principali aree verdi di Velletri:
* Parco di Villa Ginnetti: villa storica della città di Velletri, era l'antico giardino del distrutto Palazzo Ginnetti. L'imponente edificio della famiglia Ginnetti, che dominava l'antistante Piazza Cairoli ed era arricchito al retro dall'enorme giardino, è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale. È rimasta soltanto l'area verde, impreziosita dal cancello monumentale della villa stessa. Ristrutturata nel 2008 è punto d'incontro dei giovani e luogo di eventi culturali, oltre ad essere museo a cielo aperto con l'esposizione di alcuni ruderi della persa villa a cavallo tra le aree verdi. Centro pulsante di eventi cittadini di prim'ordine quali la festa dell'uva e quella delle Camelie, è dotata di una vasta area pianeggiante per concerti ed iniziative.
* Parco Muratori: secondo parco cittadino per estensione, si trova immerso nel centro urbano periferico e dispone di un largo parcheggio. A pochi metri è situato il distaccamento dell'Università della Tuscia di Viterbo. Anch'esso ristrutturato nel 2008, è stato dotato di una grossa area coperta al centro del parco dove hanno luogo iniziative culturali.
* Giardini Comunali di via Metabo: situati in vicinanza della Basilica di S.Clemente, sono abituale ritrovo di bambini e famiglie dell'area Sud del centro cittadino. Arredati con fontane, panchine, aiuole e giochi per bambini rappresentano un'area preziosa
* Giardinetti di Piazza Martiri di Pratolungo: in posizione strategica tra il corso della Repubblica e le vie interne, sono corredati da una fontana e da aiuole con panchine. Recentemente costruiti (negli anni duemila) sono punto di ritrovo abituale per molte famiglie che decidono di passare in pieno centro le proprie giornate.
* Parco S.Maria dell'Orto: in posizione periferica rispetto agli altri parchi cittadini, annovera una delle più antiche fonti di acqua pubblica di Velletri. Utilizzato per feste e aperto al pubblico quotidianamente, dispone di un bar, una pista di pattinaggio pubblica e di servizi igienici. Teatro delle iniziative annuali del "Velletri blues", eventi musicali che richiamano pubblico da tutti i Castelli Romani.
* Giardini Comunali del Ponte Rosso: in posizione sottostante alla via Appia, sono uno dei polmoni verdi più suggestivi della città. Da qualche anno sede dello Skate Park, rappresentano un ritrovo per i giovani del luogo e per i residenti della zona Nord di Velletri.
* Villa di Viale Marconi (ex villa romana): costruita sulle rovine della vecchia villa romana che si vocifera sia appartenuta ad Ottaviano Augusto, il giardino di Viale Marconi è una delle aree verdi più imponenti della città. A due passi dalla stazione ferroviaria di Velletri nei mesi estivi ospitail "Marconi Village", appuntamento fisso dell'estate veliterna con stand e musica nell'arco di tempo da luglio a settembre. Dotata di una pista di pattinaggio pubblica.
* Giardinetti di Piazzale Donatori del Sangue (o Belvedere)
* Villa Comunale di Piazza Garibaldi (con busto di Giuseppe Garibaldi): area verde ad inizio corso della Repubblica, tristemente famosa per il busto in bronzo di Giuseppe Garibaldi trafugato da ignoti. Nel 2010 è stato ri-installato il monumento all'eroe dei due mondi, e la villa è stata oggetto di restyling con l'installazione di nuovi arredi urbani.
* Monumento ai Caduti: situato in posizione sopraelevata, è chiuso al pubblico e visibile soltanto dall'esterno. È dotato di giardini ornamentali che fanno da contorno alle incisioni dei nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale. Annualmente, in occasione dell'anniversario del bombardamento su Velletri del 22 gennaio 1944, avvengono le celebrazioni di autorità e superstiti per commemorare i caduti.
* Giardini del Centro Culturale Amministrativo ([[zona 167]]): costruiti insieme al Centro Culturale Amministrativo, volgarmente detto "Ciammellone", sono dotati di panchine e aree verdi che abbracciano l'area della zona 167 e del quartiere S. Biagio.
==Società==
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|-
|[[1827]]
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|[[1832]]
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|[[1853]]
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|-
|[[1961]]
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|[[1982]]
|
|-
|[[1985]]
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|-
|[[1991]]
|
|-
|[[1995]]
|
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|[[2001]]
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|-
|[[2005]]
|
|-
|[[2006]]
|
|-
|[[2007]]
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|[[2010]]
|
|}
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===Etnie e minoranze straniere===
Al 31 dicembre 2023 i residenti stranieri erano 5.207, ovvero il 9,81% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2022&i=P03}}</ref>
===Lingue e dialetti===
{{Citazione|''Cent'anni pozza campà chi dice da 'i a magnà, nun pozza campà 'n ora chi dice che n'è ora''|[[Proverbio]] in dialetto velletrano,
L'idioma ufficiale di Velletri è
===Religione===
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* ''Festa patronale di [[Papa Clemente I|San Clemente]]''; ricorre il 23 novembre.
* ''Festa patronale di [[Madonna delle Grazie (Velletri)|Santa Maria delle Grazie]]''.
* ''La Pasquella''; si tiene il 5 gennaio: Si tratta di un canto augurale portato dalle diverse squadre di pasquellari alle famiglie veliterne, un augurio che copre la famiglia da quel momento all'avvento della pasqua.<ref>[https://www.reteitalianaculturapopolare.org/archivio-partecipato/item/3135-la-tradizione-della-pasquella-a-velletri.html Rete di cultura popolare]</ref>
* ''Palio delle Decarcie''.<ref>[http://paliodecarcie.blogspot.com/p/le-origini.html Palio Decarcie]</ref>
===Istituzioni, enti e associazioni===
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Velletri è, assieme a Lariano, parte del distretto H5 (che proprio in città ha sede) dell'ASL RMH.
L
Sono presenti una struttura sanitaria privata, la ''Casa di Cura Madonna delle Grazie'', con 175 posti letto ed una [[residenza sanitaria assistenziale]] accreditata, la casa di cura ''Il Pigneto''<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/24/Anziani_sanita_Accreditate_nuove_strutture_co_0_20131124_f972615e-54d6-11e3-97e7-9f27278aa1c5.shtml Anziani e sanità Accreditate 15 nuove strutture<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> con 40 posti residenziali. Il ''San Raffaele'' nota un tempo come ''Clinica Madonna della Letizia'', anch'essa accreditata come residenza sanitaria assistenziale, dotata di pronto soccorso e 402 posti letto non è più operativa<ref>[http://www.castellinotizie.it/2012/01/04/velletri-rabbia-e-indignazione-per-la-chiusura-del-san-raffaele/ Castelli Notizie – Velletri, INDIGNAZIONE PER LA CHIUSURA DEL SAN RAFFAELE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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Nel [[1874]] venne aperta una scuola elementare di tirocinio annessa alla Reale Scuola Normale.
{{Citazione|''Velletri si distingue anche nel pubblico insegnamento, sì per l'istruzione e educazione della gioventù, sì per l'emulazione nelle scienze, come ancora negli istituti benefici e caritatevoli a vantaggio dei bisognosi.
Nell'anno scolastico [[1999]]-[[2000]],
;Scuole superiori
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* Una Reale Scuola Normale fu istituita a Velletri con Regio Decreto del 23 settembre [[1872]], e concepita come istituto magistrale per adempiere alla ''necessità di meglio provvedere alla formazione di buoni insegnanti per le scuole elementari maschili e femminili in provincia di Roma''<ref>R.D. 23 settembre [[1872]],
* L'Istituto di Istruzione Superiore "Antonio Mancinelli-Dante Falconi" è frutto dell'unione tra varie istituzioni scolastiche, e offre i corsi di [[liceo classico]], liceo linguistico, [[liceo socio-psicopedagogico]] e liceo delle scienze sociali. Il liceo ha una succursale a Velletri Centro.
* Dal 1990 ha aperto i battenti il Liceo Scientifico Statale "Ascanio Landi", con il corso di [[liceo scientifico]], liceo Scientifico Informatico e Liceo Scientifico Linguistico. Il liceo ha una succursale presso un'altra scuola veliterna.
* L
* L
* L
* Velletri è inoltre sede dell'Istituto Agrario nel quale alloggia anche la sede dell'Istituto per Geometri, sede distaccata è invece l'istituto di Ragioneria.
* L'"Enrico Fermi", è invece un istituto tecnico commerciale e liceo privato con scuole serali.
* L' " I.P.S.S.A.R Ugo Tognazzi" è invece un istituto alberghiero.
====Università====
L
Agli inizi del [[XX secolo]] scoppiò un'ardua lotta tra [[Marino (Italia)|Marino]] e Velletri per ospitare la sede distaccata della ''Facoltà di Agraria'' dell'[[Università "La Sapienza"]] di [[Roma]]; la lotta venne infine spuntata da Velletri, con grande delusione dei marinesi<ref>Giovanni Lovrovich, Franco Negroni, ''Lo vedi ecco Marino'', Marino, Tipografia Santa Lucia, 1984.</ref>. La sede, tuttavia, venne in seguito chiusa.
Riga 514 ⟶ 523:
A Velletri ha sede la ''Facoltà di Agraria'' dell'[[Università della Tuscia]] di [[Viterbo]] con le specializzazioni in Viticoltura, Enologia, Tecniche alimentari.
Sempre a livello universitario, in città ha sede l'Università della Terza Età, aperta a tutti gli over 65. È una delle sedi del polo laziale insieme a quelle di
====Musei====
* [[Museo civico archeologico Oreste Nardini]]; il Museo, riaperto da alcuni anni dopo una serie di restauri ed interventi sulla struttura, accoglie alcune opere considerevoli, come il famoso ''sarcofago di Velletri'' o ''Sarcofago delle Fatiche di Ercole''. Fin dal [[XVII secolo]] umanisti e prelati si cimentarono nel raccogliere antichità che affioravano nel territorio di Velletri, dando vita così al ''[[Stefano Borgia#Museo Borgiano|Museo Borgiano]]'', alla ''Collezione Ginnetti'', al ''Museo Diocesano'', che in buona parte sono poi confluite nel Museo Civico Archeologico inaugurato nel [[1920]] dall'ingegner Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi di Velletri. I reperti che poi comporranno il Museo furono visti anche da [[Johann Wolfgang von Goethe]], il quale ne decantò la bellezza nel suo libro ''Italienische Reise'' ''(Viaggio in Italia)''. Buona parte delle opere più pregevoli, come la ''Pallade di Velletri'' conservata al [[Louvre]] di [[Parigi]], sono lontane da Velletri.
Il museo si suddivide in due itinerari:
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::* ''Protostoria''; viene analizzata la vita dell'uomo prima della scrittura.
* [[Museo Diocesano di Velletri|Museo Diocesano]]; a Velletri, nel chiostro della Cattedrale, ha sede il Museo Diocesano. Raccoglie opere d'Arte di inestimabile valore, importanti soprattutto per la loro unicità. Tra queste la ''Crux Veliterna'', prezioso reliquiario dell'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] in oro filigranato e smalti; opere di [[Gentile da Fabriano]], [[Bicci di Lorenzo]], [[Antoniazzo Romano]], Giovan Battista Rositi, Francesco da Siena, Giuliano Finelli e Sebastiano Conca, nonché paramenti ed arredi liturgici. La ''Crux Veliterna'' o ''Croce Veliterna'' è una stauroteca in oro (cioè una croce contenente la reliquia di un frammento della Santa Croce), in filigrana, pietre preziose e smalti cloisonné posta su un piede di argento e bronzo dorati. Sul lato frontale vediamo un frammento di [[enkolpion]] raffigurante Cristo Crocifisso, mentre nel verso l
* Museo delle Religioni (via Ettore Novelli);{{senza fonte}}
* Museo di Geopaleontologia e preistoria dei Colli Albani;<ref>{{Cita web|url=https://www.velletrimusei.it/it/museo-geopaleontologico|titolo=Museo geopaleontologico|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
* Casa museo Ugo Tognazzi;<ref>{{Cita web|url=https://www.visitcastelliromani.it/guida/la-tognazza-casa-museo/|titolo=Casa Museo Ugo Tognazzi|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
* Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola<ref>{{Cita web|url=https://fondmagnimirisola.blogspot.com/|titolo=Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
===Media===
====Stampa====
Il primo giornale stabile pubblicato a Velletri è stato il ''Bullettino di Velletri e del Lazio'', risalente al [[1870]]. In seguito, è stato il turno de: ''Il Censore'' ([[1878]]-[[1879]]), ''La Falce'', quindicinale pubblicato a Velletri e [[Frosinone]] tra il [[1881]] ed il [[1886]], ''L'Avvenire del Lazio'', quotidiano di [[Albano Laziale|Albano]], [[Frascati]] e Velletri uscito tra il 1881 ed il [[1888]], ''Il Nuovo Censore'', settimanale edito tra il [[1882]] ed il [[1915]], ''La Gazzetta di Velletri'' ([[1884]]), ''Camicia Rossa'' (a frequenza irregolare tra il [[1884]] ed il [[1887]]), ''La Sfinge Volsca'', mensile di [[enigmistica]] pubblicato nel decennio [[1890]]-[[1900]], ''La Favilla'' ([[1897]]-[[1913]]), ''L'incubo'' ([[1905]]-[[1907]]), ''In Alto!'' ([[1908]]), ''Abbattiamo per riedificare'', quindicinale socialista del [[Lazio]] edito tra il [[1908]] ed il [[1909]], il settimanale ''La Democrazia'' ([[1910]]-[[1911]]), ''Il Fargo'' ([[1912]]), ''Lo studente'' ([[1913]]), ''Il lavoratore'' ([[1913]]-[[1914]]), ''Velester'' ([[1929]]-[[1930]]), ''L'Araldo'' ([[1961]]), ''La Torre
====
Dal 1976 è stata attiva la rete radiofonica Radio Delta Velletri Stereo sulla frequenza 103,3 MHz, che ha cessato di trasmettere il 31 ottobre 2015. Un'altra stazione, chiamata Radio Mania, emittente radiofonica veliterna che trasmette sulla frequenza 100,7 MHz dal 1995.
===Teatro===
Durante tutto il Medioevo e poi nel [[Rinascimento]], a Velletri era operativo un teatro all'aperto chiamato ''Teatro della Passione'', dalle rappresentazioni della [[Passione di Gesù|Passione di Gesù Cristo]] che vi si tenevano a [[Pasqua]]. Il Teatro venne raso al suolo nel [[1765]] perché la Confraternita del Gonfalone di San Giovanni ''in Plagis'', proprietaria del luogo, vi eresse un granaio.
{{Citazione|Questo antichissimo teatro della Venerabile Arciconfraternita di San Giovanni ''in Plagis'' nella piazza chiamata di San Giacomo verso oriente costruito per le pubbliche rappresentazione dei Misteri della Passione del Signore adibito ad area di granaio di proprietà della Confraternita.|''Avanzi del Teatro della Passione'', xilografia 70x150, da La Patria, 1894.|''Vetustissimum Hoc V. Confraternitatis S. Iohannis in Plagis Teatrum In Foro S. Iacobi Nuncupato Contra Orientem Ad Publice Representanda Dominicae Passionys Mysteria Constructum in Horreum Aere Proprio Conf.<sup>as</sup> Convertita.''|lingua=la}}
Tuttavia, le rappresentazioni teatrali pubbliche vennero spostate nella cornice del Palazzo Comunale.
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Nel [[1850]] il Moroni<ref>''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 243.</ref> afferma che si stava costruendo un Teatro Comunale, iniziato nel [[1835]] e ai suoi tempi ancora incompiuto. Sempre il Moroni afferma che era stata appena fondata una ''Società accademica Filodrammatica'' che si esibiva nel teatro privato di palazzo Graziosi, ricostruito appositamente da Giuseppe Graziosi.
Molte compagnie teatrali conosciute a Velletri sono:
* Compagnia Anim'Azione Velletrana di Sandro Natalizi
* Compagnia Teatrale 'A Matticella
* Compagnia Già e non ancora
* Gruppo 'o Stazzo
* Compagnia Teatrale Aquerò
Nel 2009 ha invece chiuso il più piccolo ''Teatro della Neve'', situato in vicolo della Neve e salito alla ribalta della cronaca per gli spettacoli comici tra cui quello del napoletano [[Peppe Barra]].
=== Cinema ===
Velletri ha una ben radicata tradizione cinematografica. Oltre ad alcuni studi di produzione installati in città agli inizi del [[XX secolo]], è sempre esistita in città almeno una sala cinematografica.
Proprio agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], in città nacquero gli stabilimenti cinematografici ''Helios Film''. Il primo film uscito da questi stabilimenti è stato del [[1911]], col titolo ''L'Inferno'', basato sull'inferno dantesco: film muto, in [[bianco e nero]], della durata di 15', è stato girato interamente nelle campagne di Velletri e presso il [[lago di Giulianello]], sotto [[Cori]]. Recentemente è stato rinvenuto nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato nel ''I festival del cinema dei Castelli Romani'' a [[Ciampino]]. La ''Helios'' perse per questo film una causa con la ''Milano Films'', autrice di un altro ''Inferno'' praticamente coevo di questo, che viene considerato il primo [[lungometraggio]] della storia del [[cinema italiano]].
Una commedia cinematografica del [[1974]] tratta di un ipotetico ''[[Fra' Tazio da Velletri]]'', per la regia di Romano Gastaldi (con nome d'arte Romano Scandariato) e la partecipazione di [[Remo Capitani]], [[Glauco Onorato]], Christa Linder, Margaret Rose Keil.
===Musica===
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Agli inizi del XIX secolo era attiva a Velletri la ''Banda Musicale del Garofano Rosso'', in seguito scioltasi.
Nel XIX secolo risultano tra i direttori: [[Filippo Angelini]] (dal 1868 al 1885), Giovanni Battista Checcucci (dal 1886 al 1888), [[Agoardo Bernabei]] (dal 1891 al 1902)<ref>http://archivicomunali.lazio.beniculturali.it/ProgettoRinasco/inventarionline/html/roma/VelletriBandaM.html</ref>.
{{Senza fonte|Nel 1988 viene fondato il
Protagonista dal 2006<ref>{{Cita web |url=http://www.festivaldeicastelli.it/it/la_banda-musicale_citt%C3%A0_di_velletri_Umberto_cavola_special_guest-fcr/ |titolo=Copia archiviata |accesso=27 dicembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171228171732/http://www.festivaldeicastelli.it/it/la_banda-musicale_citt%C3%A0_di_velletri_Umberto_cavola_special_guest-fcr/ |dataarchivio=28 dicembre 2017 |urlmorto=sì }}</ref> degli eventi cittadini è la ''Banda Comunale "Città di Velletri"'', sempre presente in occasione di pubbliche cerimonie.
===Cucina===
La cucina velletrana è fortemente influenzata sia dalla cucina romana che da quella
==Geografia antropica==
===Urbanistica===
{{Citazione|''Moltissime sono le città, che col volger de' secoli hanno in tutto, e almeno in parte cambiato l'antico sito; non però Velletri, che sempre dalla sua antichissima origine ha occupato i medesimo colli su cui tuttora esiste.''|Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 213-214.}}
[[File:Velletri - Via Appia - Via Roma.JPG|thumb|upright|La Via Appia in entrata da nord, in questo tratto chiamata Viale Roma]]
[[File:Velletri - corso della Repubblica.JPG|thumb|Corso della Repubblica, principale arteria cittadina.]]
[[File:Velletri - fontana piazza Mazzini.JPG|thumb|Piazza Mazzini]]
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===Suddivisioni storiche===
====Decarcie====
Velletri fin dal periodo medioevale è stata suddivisa in cinque ''decarcìe'' (singolare ''decarcìa''), zone equivalenti ai rioni. L'origine del nome decarcia è plausibilmente legata al greco {{
Le decarcie sono in numero di sei:
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====Contrade====
La nuova toponomastica comunale estesa a tutto il territorio comunale, ha sostituito nei documenti ufficiali la dicitura di ''contrada'' ma nella cultura popolare, dopo secoli di uso, esse sono ancora ben radicate ad indicare le aree rurali del territorio velletrano: le contrade di Velletri sono più di cento. Potrebbero essere paragonate alle frazioni o alle località di alcuni comuni, ma si trovano in un paesaggio di campagna e distaccato dal centro. Le contrade fanno da cornice al centro cittadino e sono sparse per tutto il territorio comunale. In molte di esse non vi è alcun servizio, mentre in altre vi sono supermercati, centri sportivi, vivai, scuole elementari. I nomi sono dovuti ad antiche leggende o a soprannomi dei vari colli sulle quali sorgono. Quasi tutte sono servite dalle autolinee comunali. Sono in genere composte da una strada principale che prende il nome dalla contrada in cui si trova e da numerose viuzze secondarie spesso senza uscita. Nelle contrade vi sono numerosi villini. Esse sono 90:
{{Colonne}}
*
* Acqua Palomba
* Acquavivola
* Arcioni
* Aria Fina
* Campetto Macellari
* Capanna Murata
* Capitancelli
* Carbonara
* Carciano
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* Castel Ginnetti *
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* Colle Salvia
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* Colle Zioni
* Colonnella
* Comune
* Crocefissi
* Faiola
* Fienili
* Fiume
* Fossatello
* Giannettola
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* La Pilara
* Lazzaria
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*
* Le Mole
* Lupacchiotti
* Madonna degli Angeli
{{Colonne spezza}}
* Malatesta
* Mercatora
* Monaci
* Morice
* Muracce
* Paganico
* Papazzano
* Peschio
*
* Poggi d'Oro
*
* Pozzetti
* Prato di Maggio
* Pratolungo
* Pratone
* Ponte Massorano
* Pratolungo
* Retarola
* Rioli
* Sant'Eurosia
* San Pietro
* Santirecchia
* Santo Tomao
* Selvanova
* Soleluna
* Spirito Santo
* Tevola
* Troncavia
* Ulica
* Vascucce
{{Colonne fine}}
==Economia==
===Agricoltura===
{{Citazione|''L'industria della massa del popolo veliterno è la coltivazione delle vigne e de' campi, il che forma tutta la ricchezza della città.''|Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 253.}}
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Nel XIX secolo l'industria veliterna consisteva in una ''ricca ed eccellente fabbrica di [[cera]]'', una fabbrica di [[sapone]], cinque speziarie, alcuni droghieri e mercanti di panni, nove mulini da [[olio di oliva|olio]], e un opificio a vapore per il [[Triticum|grano]].
Il settore industriale è piuttosto vivace e l'area industriale ed artigianale si concentra lungo la via Appia Nuova, principale arteria di collegamento con le grandi industrie dell'[[Agro Pontino]]. L'effettiva zona industriale però si trova in Contrada Lazzaria, sede del
===Servizi===
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Nel [[1885]] nacque la prima banca velletrana, la ''Cassa di Risparmio di Velletri''; nel [[1895]] venne invece costituita la ''Banca Cooperativa Commerciale-Agricola di Velletri'', e nel [[1903]] la ''Banca Cooperativa Pio X''.
Velletri è sede della [[Banca Popolare del Lazio]], una
Fin da tempo immemorabile si celebra la fiera in occasione della festa patronale di [[Papa Clemente I|san Clemente]], che nel [[XIX secolo]] durava dal 23 novembre al 2 dicembre; anticamente, si celebravano anche altre due fiere: una dal 15 al 23 agosto e una dal primo lunedì di maggio a dieci giorni a venire<ref name="autogenerato2" />.
Mentre in tempi antichi il giorno di mercato franco era il [[sabato]]<ref name="autogenerato2" />,
L'11 maggio [[2003]] è stato inaugurato il nuovo ''Mercato Ortofrutticolo di Velletri'', dotato di 44 banchi su un'area di 1.800 m<sup>2</sup>. È costato 950.000 euro con i contributi della [[provincia di Roma]] e del
===Turismo===
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===Gemellaggi===
Da oltre sessant'anni Velletri è gemellata con<ref>{{cita web|url=http://www.comune.velletri.rm.it/
* {{Gemellaggio|Lussemburgo|Esch-sur-Alzette}}
* {{Gemellaggio|Francia|Puteaux}}
* {{Gemellaggio|Austria|Mödling}}
* {{Gemellaggio|Germania|Offenbach am Main}}
* {{Gemellaggio|Serbia|Zemun}}
* {{Gemellaggio|Ungheria|Kőszeg}}
* {{Gemellaggio|Repubblica Ceca|Vsetín}}
==Sport==
===Atletica leggera===
*''ASD Atletica Velletri''.<ref name=Atl>[http://www.fidal.it/mappa.php?regione=LAZ La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)]</ref>
*''Giovanni Scavo Velletri''.<ref name=Atl />
*''Amatori Top Runners Castelli Romani''.<ref name=Atl />
===Calcio===
{{vedi anche|VJS Velletri}}
La VJS Velletri, società fondata nel 1955, con colori sociali rosso-nero giunse fino alla Serie D nel 1978, arrivando negli anni successivi, ripetutamente ad un passo dalla promozione in serie C. Milita nel
Altra formazione veliterna è la "SPQV Velletri Calcio" nata nel 2020 dalla fusione delle 4 principali società di calcio a Velletri, nella stagione 2024-25 partecipa al campionato di Prima Categoria.
Ci sono anche due società di livello minore: Il rayo velletrano che milita in seconda categoria e lo Sparta Velletri che milita in terza categoria.
Sono presenti anche quattro società sportive di calcio a 5
'''Calcio a 5'''
* A.S.D. Technology C5, fondata nel 2018, vanta due promozioni di fila. Vincitrice del campionato Serie D nel 2018/2019 e 3' classificata nel campionato Serie C2 nel 2019/2020. Nella stagione 2023-24 ha vinto il campionato di Serie B, nella stagione 2024-25 giocherà in [[Serie A2 (calcio a 5)|Serie A2]]
* Atletico Velletri che milita nel campionato di [[Serie C2 (calcio a 5)|Serie C2]]
* FC Blaugrana milita nel campionato di [[Serie C2 (calcio a 5)|Serie C2]]
* Olympia Velletri che milita in [[Serie D (calcio a 5)|Serie D]]
===Pallacanestro===
* ''Virtus Velletri'' che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di [[Serie C regionale|Serie C Silver]].<ref name="fip.it">[http://www.fip.it/risultati.aspx?com=RLA&IDRegione=LA&IDProvincia=RM Il campionato regionale sul sito della FIP]</ref>
* ''A.S. Velester'' che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di [[Promozione (pallacanestro maschile)|Promozione]].<ref name="fip.it"/>
===Pallanuoto===
{{vedi anche|F&D H2O}}A Velletri ha sede l'F&D H2O Velletri, squadra di pallanuoto femminile militante in Serie A1.
Per quanto riguarda la pallanuoto maschile ha sede l’Aquademia A.S.D.
La prima squadra maschile milita in serie B.
===Pallavolo===
* ''ASD Pallavolo Velletri'', fondata nel 1963, che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di [[Serie C (pallavolo maschile)|Serie C]].<ref>{{cita web|url=https://fipavonline.it/main/gare_girone/28758/1|titolo=Il campionato sul sito Federvolley Comitato regionale Lazio |lingua= |data= |accesso= }}</ref>
===
Il tennistavolo a Velletri esiste fin dagli anni ’70. L’attuale ''ASD Vigor Velletri'' è stata fondata nel 1990, anno in cui è partita dalla Serie D. Dagli anni 2000 la prima squadra ha militato fra la C1 e la C2. Nellastagion e 2024/2025 la formazione principale parteciperà al campionato di Serie C2.<ref>{{Cita web|url=https://www.fitet.org/news/attivita-nazionale/14683-vigor-velletri,-maestro-nella-promozione,-ma-fatica-ad-ampliare-il-vivaio.html|titolo=Vigor Velletri, maestro nella promozione, ma fatica ad ampliare il vivaio|autore=Roberto Levi|sito=www.fitet.org|accesso=2024-09-22}}</ref>
===Impianti sportivi===
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==Note==
==Bibliografia==
* [[Giovanni Battista Iachini]], ''[[Poesie in dialetto velletrano]]'', Edizioni Scorpius, Velletri [[1884]].
* Antonio Venditti, ''Velester, Velitrae, Velletri: Storia di una città millenaria'', Editrici Vela
* Ferdando De Mei, ''La meravigliosa storia di Velletri''
* Marcello di Falco, ''Velletri storia di una città Ferrigna e piantagrane''
* Renato Mammuccari, ''Velletri e le sue stampe'', Velletri, Edizioni ''"Tra 8 & 9"'', 1980.
==Altri progetti==
{{interprogetto
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comuni-italiani.it/058/111|Scheda di Velletri su Comuni-Italiani.it}}
* {{cita web | 1 = http://www.intornoaroma.it/articoli/3/velletri/ | 2 = Informazioni su Velletri e tutta la
{{Velletri}}
{{Città romane della Regio I Latium et Campania}}
{{Parco dei Castelli Romani}}
{{
{{Controllo di autorità}}
{{Portale
[[Categoria:Velletri| ]]
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