Velletri: differenze tra le versioni

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{{NN|Lazio|giugno 2014}}
{{Avvisounicode}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Velletri
|Panorama =Nevev Velletri.JPG (cropped).jpg
|Didascalia =
|Bandiera = Flag of Velletri-Bandiera.png
|Voce bandiera =
|Stemma =Velletri-Stemma it.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado 2 = Roma
|Amministratore locale =Fausto ServadioAscanio Cascella
|Partito = [[PartitoFratelli Democraticod'Italia (Italiapartito politico)|PDFdl]]
|Data elezione =28-4-2008 (confermato il 2630-56-2013)2023
|Data istituzione =
|Altitudine = 332<ref name="altitudine">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/058/111/clima.html|titolo=Velletri|sito=Comuni italiani|accesso=27 dicembre 2018}}</ref><ref name="quota">{{cita web|url=https://www.comune-italia.it/comune-velletri.html|accesso=10 ottobre 2018}}</ref><ref name=statit>{{cita web|url=https://www.statisticheitalia.it/lazio/roma/velletri/altitudine.html|titolo=Velletri|sito=Statistiche Italia|accesso=28 dicembre 2018}}</ref>
|Altitudine=379
|Superficie =113 118.23
|Note superficie = {{cita web|url=https://www.istat.it/it/archivio/156224|titolo=Principali statistiche demografiche dei comuni|sito=Istat|accesso=28 dicembre 2018}}
|Note superficie=
|Sottodivisioni = Malatesta, Sole Luna, Cinque Archi, Cigliolo, Paganico, Tevola, Marcaccio, Peschio.
|Abitanti=53208
|Divisioni confinanti = [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] ([[provincia di Latina|LT]]), [[Artena]], [[Cisterna di Latina]] (LT), [[Genzano di Roma]], [[Lanuvio]], [[Lariano]], [[Nemi]], [[Rocca di Papa]]
|Densità=472,96
|Targa =
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 maggio 2015.
|Zona sismica = 2B
|Aggiornamento abitanti=31-5-2015
|Gradi giorno = 1544
|Sottodivisioni=Malatesta, Sole Luna, Cinquarchi, Cigliolo
|Nome abitanti = veliterni (o velletrani)<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/lazio/29-velletri/|titolo=Velletri|sito=Tuttitalia|accesso=4 novembre 2020}}</ref>
|Divisioni confinanti=[[Aprilia (Italia)|Aprilia]] (LT), [[Artena]], [[Cisterna di Latina]] (LT), [[Genzano di Roma]], [[Lanuvio]], [[Lariano]], [[Nemi]], [[Rocca di Papa]]
|Patrono = [[Papa Clemente I|san Clemente]] e sante Annia e Gerontide vergini e martiri
|Prefisso=[[06]]
|Festivo = 23 novembre
|Targa=RM
|PIL =
|Zona sismica=3
|PIL procapite =
|Gradi giorno=1544
|Mappa = Map of comune of Velletri (province of Rome, region Lazio, Italy).svg
|Diffusività=
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Velletri nella città metropolitana di Roma Capitale
|Nome abitanti=veliterni/e (o velletrani/e)
|Patrono=[[Papa Clemente I|san Clemente]]
|Festivo=23 novembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Velletri (province of Rome, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Velletri nella provincia di Roma
}}
 
'''Velletri''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/velˈletri/|it}}<ref>{{DOP|id=20531094828}}</ref>, ''Velitrae'' in [[lingua latina|latino]], ''Velester ''in lingua volsca) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:53208Popolazione|ITA}} abitanti <ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Roma Capitale]] nel [[Lazio]].
 
Dista 42&nbsp;km dal capoluogo e 26&nbsp;km da [[Latina]]. Il centro storico sorge sulle propaggini meridionali dei [[Colli Albani]], a 379 {{m. [[Livello del mare|s.l.m.]]332|u=mslm}}<ref name="altitudine"/>[http:<ref name="quota"//www.comuni-italiani.it/058/111/clima.html><ref Velletri: Clima e Dati Geografici, Riscaldamento]<name=statit/ref>. Inclusa&nbsp;–Incluso{{Ln}} ma solo da alcuni<ref>Armando Ravaglioli, ''I Castelli Romani'', in Armando Ravaglioli, ''Alla scoperta del Lazio'', Newton Compton Editori 1995.</ref>{{Ln}}nell'area dei [[Castelli Romani]] nonostante la sua lunga e gloriosa tradizione di [[Comune medievale|libero comune]], Velletri è uno dei centri più importanti della [[provincia di Roma|provincia]]. È il 9° comune più popoloso del [[Lazio]] e il primo tra i quindici comuni dei [[Castelli Romani]], sia per numero di abitanti che per estensione territoriale.
 
Antichissima città dei [[Volsci]] (''Velester'', e ''Velitrae'' in [[lingua latina|latino]]) e già autorevole al tempo di [[Anco Marzio]], tanto da poter trattare alla pari con [[Roma]], lo storico [[Dionigi d'Alicarnasso]] la definisce {{polytonic|ἐπιφανής}} (''epiphanés''), ''"illustre"''<ref>[[Dionigi d'Alicarnasso]], ''{{polytonic|Ῥομαική Ἀρχαιολογία}}'', lib. VI v. 42.</ref>. È sede della [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni]], ed è stato teatro di due storiche battaglie: nel [[1744]]<ref name="Vedi 1744">Vedi [[Battaglia di Velletri (1744)]].</ref> e nel [[1849]]<ref>Vedi [[Battaglia di Velletri (1848)]].</ref>. Velletri fu nel [[Medioevo]] uno dei pochi liberi comuni del [[Lazio]] e dell'[[Italia centrale]], e una delle pochissime città a conservare una propria vita cittadina.
 
Velletri ospita un [[tribunale]] circondariale e un [[Prigione|carcere]], oltre a numerosi istituti superiori e licei. Capolinea della [[ferrovia Roma-Velletri]], inaugurata da [[Pio IX]] nel [[1863]], la città è uno dei centri attraversati dalla [[Strada statale 7 Via Appia|via Appia Nuova]].
 
Grazie alle aree di particolare pregio naturalistico (Monte Artemisio e Vivaro), fa parte dell'area tutelata del Parco dei Castelli Romani.
 
Antichissima città dei [[Volsci]] (''Velester'', e ''Velitrae'' in [[lingua latina|latino]]) e già autorevole al tempo di [[Anco Marzio]], lo storico [[Dionigi d'Alicarnasso]] la definisce {{lang|grc|ἐπιφανής}} (''epiphanés''), ''"illustre"''<ref>[[Dionigi d'Alicarnasso]], ''{{lang|grc|Ῥομαική Ἀρχαιολογία}}'', lib. VI v. 42.</ref>. [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni]], è stato teatro di due storiche battaglie: nel [[1744]]<ref name="Vedi 1744">Vedi [[Battaglia di Velletri (1744)]].</ref> e nel [[1849]]<ref>Vedi [[Battaglia di Velletri (1848)]].</ref>.{{TOClimit|3}}
==Geografia fisica==
{{Citazione|La bellezza del sito e la giocondità del prospetto le recano grande ornamento e decoro. Dal'oriente ella scuopre una lunga e varia catena di monti, mirandosi ancora le cime degli [[Appennini]], che s'innalzano dentro il limitrofo [[regno di Napoli]]. Sopra i [[Colli Albani|monti Albani]] si scorgono [[Palestrina]], [[Paliano]], [[Piglio]], [[Serrone]]: su quelli [[Monti Lepini|Lepini]], [[Cori]], [[Sermoneta]], [[Norma (Italia)|Norma]], [[Rocca Massima]], e alle falde [[Giulianello]]. Dal mezzogiorno si gode la vista delle vastissime campagne delle [[Agro Pontino|Paludi Pontine]], e ad esse si presentano ancora [[Cisterna di Latina|Cisterna]], e la penisola del [[monte Circeo]] e l'estesissimo [[Mar Tirreno|mare Tirreno]] coll'isolette di [[Palmarola]], [[Ponza]] e Sannona, e sulle coste il porto d'[[Anzio]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] e Astura. Dall'occidente [[Ardea]], e [[Lanuvio|Civita Lavinia]] con amene colline. Finalmente dal settentrione gode il [[monte Artemisio]] tutto coltivato, colle selve sempre verdeggianti di Faggiola e di [[Lariano]].|[[Gaetano Moroni]], ''[[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica]] - Velletri'', vol. LXXXIX p. 214, [[Venezia]] [[1851]].}}
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Secondo la classificazione data dal Servizio Geologico d'Italia<ref>''Carta Geologica d'Italia'', foglio 150 ''([[Roma]])'', edizione [[1967]].</ref>, buona parte del territorio veliterno verso valle è composto da terreno di tipo ''lps'', ovvero da paleosuoli<ref>{{Citazione|Facies pedogenizzata dei lapilli varicolori.|''Carta Geologica d'Italia'', edizione 1967.}}</ref>; il resto è in prevalenza composta da suoli di natura ''lp'', ''lapilli di vario colore distintamente stratificati con intercalazioni cineritiche, zone talora argillificate, ricchi di minerali femici isolati, e abbondante leucite analcimizzata''<ref>''Carta Geologica d'Italia'', edizione [[1967]].</ref>. In banchi circoscritti situati a ridosso del centro storico, il suolo è composto da materiale ''β<sup>5</sup>'', classificato come ''[[leucite]] metallitica di Velletri''<ref>{{Citazione|Lave in grandi colate, soprastanti o sottostanti a ''lp''.|''Carta Geologica d'Italia'', edizione 1967.}}</ref>.
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 ''(sismicità medio-alta)''<ref>{{cita web|url=http://www.ateservizi.it/Pubblicazioni/vademecum/recepimenti%20regionali/lazio2.pdf|titolo=Riclassificazione sismica della Regione Lazio|editore=ateservizi.it|pagina=12|formato=pdf|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=26 febbraio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070226042050/http://www.ateservizi.it/Pubblicazioni/vademecum/recepimenti%20regionali/lazio2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>Anche secondo le categorie sismiche stabilite dal D.M. LL.PP. [[1984]] e la successiva ordinanza P.C.M. n°º 3274 20 marzo [[2003]] Velletri era in zona sismica 2. Sono nella stessa zone sismica tutti i [[Colli Albani]].</ref>
 
====Idrografia====
Il territorio di Velletri raccoglie solo gli scoli di numerose vene d'acqua che originano più a monte, e che nel corso dei secoli hanno scavato valloni e calanchi in direzione del mare. Questi corsi d'acqua, la maggior parte dei quali a carattere torrentizio o di piccola portata, prendono il nome di ''fossi''. Sono da menzionare:
 
* ''Fosso Minella'', ai margini del territorio comunale verso [[Genzano di Roma]], in prossimità della località di Sant'Eurosia. Questo fosso si origina dal Monte Spina (731 {{m s.l.m.}}), in territorio di [[Nemi]], con il nome di ''fosso dell'Acqua Lucia''. Assume quindi la denominazione di fosso Minella dopo il ponte della Strada Statale 7 Via Appia a 405 {{m s.l.m.}}, ai piedi di Colle degli Olmi. Parallelo al fosso Minella scorre anche il ''fosso delle Tre Armi'', che poi si unisce ad esso;
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* ''Fosso di Ponte Veloce'', che nasce da vene d'acqua presenti su Colle Tondo, sul Maschio dell'Artemisio (812 {{m s.l.m.}}) e nella selva di Faccialone (615 {{m s.l.m.}}). Questo corso d'acqua in prossimità di villa Borgia, superato il centro storico di Velletri, cambia nome in ''fosso Farina'', e subduce al ponte in ferro della [[ferrovia Roma-Velletri]];
* ''Fosso di Anatolia'', originato da Colle Bello (600 {{m s.l.m.}}), scorre ai piedi dell'altura su cui sorge il centro storico, fino a confluire nel sunnominato fosso Farina già di Ponte Veloce;
* ''Fosso del Peschio'', originato dall<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acqua del Peschio'' (600 {{m s.l.m.}}) sottostante Monte Peschio, scorre verso valle fino al chilometro 0 di via Ariana, da dove poi si disperde nel ''Vallone la Regina'', che scorre tangenziale al centro storico.
 
Altre sorgenti importanti sono l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acqua de' Ferrari'', a quota 650 {{m s.l.m.}}, sottostante Monte de' Ferrari (886 {{m s.l.m.}}) presso il territorio di [[Rocca di Papa]], da cui parte l'acquedotto comunale; le sorgenti ''Marcaccio'', ''Tevola'' e ''Bocca d'Orto'' (602 {{m s.l.m.}}); l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acqua Palomba'', che denomina un'intera zona ai confini con [[Lariano]]; l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Acqua Vivula'', a 227 {{m s.l.m.}} al chilometro 41 della Stradastrada Statalestatale 7 Via Appia verso [[Cisterna di Latina]].
 
====Orografia====
Nel territorio veliterno le quote più elevate sono nella parte settentrionale e in quella orientale, nel sistema dei [[Colli Albani]]: si tratta, rispettivamente, del [[Monte Artemisio]] (939 {{m s.l.m.}}) e del [[Maschio dell'Ariano|Maschio di Lariano]] (891 {{m s.l.m.}}).
 
Il centro storico ha un'altitudine sostanzialmente uniforme: a parte i 380 {{m s.l.m.}} di Via Castello e del colle dei Cappuccini, l'altitudine di piazza Giuseppe GaribaldiCairoli è 309358 {{m s.l.m.}}, quella di piazza delGiuseppe TrivioGaribaldi 332340 {{m s.l.m.}}, quella di porta Napoletana 329322 {{m s.l.m.}}. La stazione ferroviaria sorge a 292 {{m s.l.m.}}. La zona occidentale della città murata è un po' più alta: a San Lorenzo l'altitudine raggiunge i 372378 {{m s.l.m.}}
 
Per il resto, il territorio a mezzogiorno e occidente è sostanzialmentesituato pianeggiantea fattaquote eccezionegeneralmente perinferiori piccole alture che non superano iai 300 {{m s.l.m.}}.
 
===Clima===
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen]], Velletri rientra nella fascia del “Clima temperato caldo mediterraneo a siccità estiva” (Csa). Dal punto di vista termico le temperature della città differiscono di poco comparate alla sottostante [[Pianura Pontina]] rispetto a cui si registrano, generalmente, 1° o 2&nbsp;°C in meno. In condizioni di alta pressione entrano poi in gioco le innumerevoli inversioni termiche, tipica prerogativa del Lazio. A 25&nbsp;km dalla costa, Velletri risente ancora dell'influenza mitigatrice del Mar Tirreno. Essa si manifesta attraverso un caratteristico delicato zéfiro, popolarmente chiamato [[Ponentino]] dai vicini romani, ossia una [[brezza]] che spira in estate e nelle stagioni intermedie mantenendo le temperature dei pomeriggi estivi su valori accettabili. Nell'ultimo decennio, tuttavia, si nota una maggiore frequenza d'anticiclone africano con temperature massime pari o leggermente superiori a 35&nbsp;°C in più di un'occasione.
generalmente, 1° o 2°&nbsp;C in meno. In condizioni di alta pressione entrano poi in gioco le innumerevoli inversioni termiche, tipica prerogativa del Lazio. A 25&nbsp;km dalla costa, Velletri risente ancora dell'influenza mitigatrice del Mar Tirreno. Essa si manifesta attraverso un caratteristico delicato zéfiro, popolarmente chiamato [[Ponentino]] dai vicini romani, ossia una [[brezza]] che spira in estate e nelle stagioni intermedie mantenendo le temperature dei pomeriggi estivi su valori accettabili. Nell'ultimo decennio, tuttavia, si nota una maggiore frequenza d'anticiclone africano con temperature massime pari o leggermente superiori a 35°&nbsp;C in più di un'occasione.
 
Le stagioni intermedie sono le più gradevoli, con l'autunno più caldo della primavera e temperature costantemente miti. Non sono rari, in primavera, refoli d'inverno con improvvise diminuzioni di temperatura associate ad episodi di maltempo. Al pari, in autunno, giornate fresche possono alternarsi a giornate più calde fino a Ottobreottobre inoltrato. L'inverno è costituito da periodi tendenzialmente miti, interrotti da rapidi e intensi picchi di freddo senza che si raggiungano, tuttavia, temperature eccessivamente basse. Nelle notti più rigide la temperatura può raggiungere o scendere, in talune occasioni, lievemente sotto lo 0&nbsp;°C. Generalmente la sensazione di freddo è fortemente acuita dai burrascosi venti da nord-est che accompagnano sovente le irruzioni di aria fredda.
 
Per quanto riguarda i fenomeni meteorologici Velletri presenta un andamento pluviometrico a cadenza fortemente irregolare. Si alternano periodi siccitosi discretamente lunghi a periodi caratterizzati, al contrario, da precipitazioni frequenti. Quest'ultime si manifestano in ogni stagione e quasi sempre sotto forma di nubifragi, temporali e scariche di grandine. La causa è da attribuire all'orografia. Le correnti perturbate provenienti da sud-ovest, foriere d'umidità, impattano sulla catena dei [[Colli Albani]] che abbraccia da nord la città, dando luogo al cosiddetto fenomeno dello stau e originando le classiche piogge orografiche. La siccità estiva, inoltre, può essere interrotta dai temporali di calore estivi pomeridiani benché, negli ultimi anni, sia evidente una notevole diminuzione della frequenza degli stessi.
 
La media annua precipitativa di Velletri va dai 1000&nbsp;mm della zona al confine con i comuni di [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] e [[Cisterna di Latina]], ai 1400&nbsp;mm del centro abitato, fino ai 1600&nbsp;mm dell'area dei [[Pratoni del Vivaro]], al confine con il comune di [[Rocca di Papa]].
La nevosità dell'area, invece, segue il classico andamento del versante tirrenico italiano, con accumuli nulli o scarsi in pianura (media annuale di 0–5&nbsp;cm dai 56 ai 400 metri di quota), lievi in collina (5–10&nbsp;cm dai 400 ai 600 metri di quota), moderati in montagna (10–20&nbsp;cm dai 600 ai 939 metri di quota). Le nevicate abbondanti al di sotto dei 400 metri di quota sono affidate all'azione di masse d'aria molto fredda e instabile provenienti da nord-ovest (Valle del Rodano). Accumuli superiori ai 10&nbsp;cm, in tal caso, sono possibili anche in città e in pianura dove però, normalmente, la neve non perdura al suolo a lungo.
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* [[Diffusività atmosferica]]: media
 
==Origini del nome==
==Storia==
L'etimologia del toponimo "Velletri" è controversa: si discute se abbia origine italica (volsca) o etrusca.<ref>{{cita web |url=http://www.belitristory.it/ |titolo=Belitry... |accesso=20 ottobre 2018}}</ref>
{{Nota
 
|titolo=Le origini del nome
Secondo i sostenitori dell'origine italica, il toponimo deriva da un antico termine volsco affine al [[lingua latina|latino]] ''"velia"'' (''"[[palude]]"'') e corrispondente anche al greco ''"ουελια"'' ("uelia"). Da qui ''Velestrom'', quindi luogo paludoso o prossimo ad una palude, nome usato probabilmente dai [[Volsci]] per chiamare l'antica Velletri.<ref>Così appare denominata la città nella ''lamina veliterna'', fibula bronzea rinvenuta nel 1784 a Velletri.</ref>
|contenuto=
 
L'antico termine [[lingua latina|latino]] per ''"[[palude]]"'' era ''"velia"'', corrispondente al greco ''"ουελια"'' ("velia"). Da questa radice pare nacque il toponimo ''Velestrom'', quindi luogo paludoso o prossimo ad una palude, usato probabilmente dai [[Volsci]] per chiamare l'antica Velletri<ref>Così appare denominata la città nella ''lamina veliterna'', fibula bronzea rinvenuta nel 1784 a Velletri.</ref>. I [[Civiltà romana|Romani]] in seguito denominarono la stessa città ''Velitrae'', da cui il [[greco antico|greco]] ''Ουελιτραι'' ("Ouelitrai"), ''Ουελιτρα'' ("Ouelitra") o ''Βελιτρα'' ("Belitra")<ref>[[Antonio Nibby]], ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'' - ''Velletri'', vol. III pp. 439-440, Roma, [[1829]].</ref>.
Secondo i sostenitori dell'origine etrusca, la sillaba ''Vel-'' ("luogo") corrisponde alla prima sillaba di altri toponimi di area etrusca: Volterra (etrusco ''Velathri''), Volturno (''Velthurne''), Vulci (''VelXe'') ecc.<ref>{{cita web |url=http://www.centrostudilaruna.it/toponimi-italiani-di-origine-etrusca.html |titolo=Toponimi italiani di origine etrusca |autore=M.E.Migliori |data=2009 |sito=Centro Studi La Runa| accesso=20 ottobre 2018}}</ref>
 
I [[Civiltà romana|Romani]] in seguito denominarono la stessa città ''Velitrae'', da cui il [[greco antico|greco]] ''Ουελιτραι'' ("Ouelitrai"), ''Ουελιτρα'' ("Ouelitra") o ''Βελιτρα'' ("Belitra")<ref>[[Antonio Nibby]], ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'' - ''Velletri'', vol. III pp. 439-440, Roma, [[1829]].</ref>.
 
Nel Medioevo, vengono attestate almeno sei varianti nel nome di Velletri riscontrate da vari atti ufficiali fino all'[[XI secolo]]<ref>Luigi Cardinali, ''Dissertazione su un antico sigillo capitolare veliterno'', da ''Atti dell'Accademia Romana di Archeologia'', tomo II.</ref>: appaiono infatti ''Velletrum'', ''Veletrum'', ''Veletra'', ''Velitrum, ''Bellitro, ''Villitria''.
 
In seguito, fino al [[XVIII secolo]], accanto al toponimo corretto ''Velletri'' sopravvissero forme parallele come ''Blitri''<ref>George Hoefnagle in una veduta di Velletri stampata a [[Colonia (Germania)|Colonia]] nel [[1599]] scrisse come titolo dell'immagine ''"Velitrae vulgo Blitri"''.</ref> e ''Belitri''.
{{CN|La voce ''vel'' significa acqua, acque, corso d'acqua, fiume.}}
}}
 
==Storia==
 
{{Vedi anche|Storia di Velletri}}
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Infatti proprio all'epoca del leggendario [[Anco Marzio]], Roma venne per la prima volta in conflitto con i [[Volsci]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', III, 41,5.</ref>. A causa di alcune violazioni del confine da parte dei Volsci, Anco Marzio si sentì in dovere di entrare ''manu militari'' nel territorio volsco ed assediare ''Velitrae'', che venne a patti con Roma siglando anche un'alleanza. In forza di questa alleanza, la ''[[Gens Octavia]]'', originaria di ''Velitrae'', al momento del suo trasferimento a Roma all'epoca di [[Tarquinio Prisco]], ottenne immediatamente il riconoscimento della [[cittadinanza romana]] e dei [[diritti politici]]<ref>[[Svetonio]], ''Vita divi Augusti'', v. II.</ref>.
 
Quando, circa nel [[510 a.C.]], cadde la [[Età regia di Roma|monarchia di Roma]], la [[Lega Latina]] assieme agli [[Etruschi]] di [[Porsenna]] si allearono per rimettere [[Tarquinio il Superbo]] sul trono. Anche i [[Volsci]] di ''Velitrae'' parteciparono a questa alleanza<ref>Dionigi d'Alicarnasso, ''{{polytoniclang|grc|Ῥομαική Ἀρχαῖη}}'', lib. V v. 41.</ref>, ma quando nella [[battaglia del Lago Regillo]] ([[499 a.C.]] o [[496 a.C.]]) i [[Latini]] vennero sbaragliati dai Romani, i Volsci continuarono ad essere ostili a [[Roma]]. Nel [[494 a.C.]], infatti, il [[Senato romano|Senato]] inviò il [[Console (storia romana)|console]] [[Aulo Verginio Tricosto Celiomontano]] a sconfiggere i Volsci: si tenne una battaglia campale in prossimità di ''Velitrae'', al termine della quale i Volsci, sconfitti, fuggirono in città inseguiti dai Romani, che saccheggiarono e conquistarono la città, nella quale fu installata una [[colonia romana]]<ref>[[Dionigi d'Alicarnasso]], ''{{polytoniclang|grc|Ῥομαική Ἀρχαῖη}}'', lib. VI v. 42; [[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', lib. IV vII. 30.</ref>.
 
Forse è proprio a questa battaglia a cui fa riferimento [[Bonaventura Teuli]] nel suo ''Theatro Historico di Velletri''<ref>Padre Bonaventura Theuli, ''Theatro Historico di Velletri'', p. 34.</ref>, quando riferisce:
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Nel [[443 a.C.]] però i coloni romani di ''Velitrae'' si schierarono insieme ai Volsci contro Roma, attirandosi contro l'ostilità romana sotto forma prima dei tribuni Lucio e Spurio Papirio che, nel [[381 a.C.]], sconfissero veliterni e prenestini in una battaglia campale ai piedi delle mura cittadine<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', lib. VI v. 12-13.</ref>, poi nel [[379 a.C.]] di [[Marco Furio Camillo]] e quindi nel [[377 a.C.]] di [[Lucio Quinzio Cincinnato]], che espugnò ''Velitrae'' ancora una volta. Tuttavia, ancora nel [[365 a.C.]] i Romani dovettero assediare ''Velitrae'', finché nel [[338 a.C.]] i Romani non presero seri e definitivi provvedimenti contro il perenne ribellismo di Velitrae:
{{Citazione|Contro i Veliterni, antichi cittadini romani, poiché eransi ribellati tante volte fu gravemente infierito: le mura demolite, il Senato tolto di là, ed i senatori ebbero ordine di abitare di là dal Tevere, in guisa che quello che venisse sorpreso di qua dal Tevere fosse sottoposto all'ammenda di 1.000 libre, e che quegli che lo arrestasse avesse il diritto di ritenerlo prigione finché non avesse pagato tal somma. Nelle terre loro furon mandati coloni, i quali mantennero in Velletri l'aspetto dell'antica popolazione.|Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', lib. VIII v. XIV [httphttps://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita_liber_VIII]; traduzione di Antonio Nibby.|''In Veliternos, ueteres ciues Romanos, quod totiens rebellassent, grauiter saeuitum: et muri deiecti et senatus inde abductus iussique trans Tiberim habitare, ut eius qui cis Tiberim deprehensus esset usque ad mille pondo assium clarigatio esset nec priusquam aere persoluto is qui cepisset extra uincula captum haberet. in agrum senatorum coloni missi, quibus adscriptis speciem antiquae frequentiae Velitrae receperunt.''|lingua=la}}
 
Con la perdita della libertà politica, ''Velitrae'' iniziò a decadere: priva di mura e isolata dalla grandi vie di comunicazione - la [[via Appia]] allora passava per [[Lanuvio]] - venne colonizzata ai sensi della ''Lex Sempronia'' di [[Caio Sempronio Gracco]].
 
[[Ottaviano Augusto]], nato Caio Ottavio Turino, primo [[imperatore romano|imperatore]] di Roma]], era di famiglia veliterna da tempo stanziatasi a Roma, la ''gens Ottavia'' già nominata.<ref>{{cita|Svetonio|''Augustus'', 1}}.</ref> Non nacque, quindi, a ''Velitrae'', ma a Roma. Tuttavia, i veliterni ebbero diversi decenni prima della sua nascita una famosa premonizione della fortuna del bambino che sarebbe nato, premonizione raccontata da Svetonio e immortalata negli affreschi settecenteschi nel Palazzo Comunale:
{{Citazione|Dal tempo remoto in cui un fulmine era caduto su una parte delle mura di ''Velitrae'', era stato profetizzato che un giorno un cittadino di quella città si sarebbe impadronito del potere; per questo gli abitanti di ''Velitrae'', fiduciosi nella promessa, e allora e in seguito combatterono spesso contro il popolo Romano, fin quasi alla loro rovina. Ben più tardi apparve evidente che il prodigio aveva voluto fare riferimento alla potenza di Augusto.|[[Gaio Svetonio Tranquillo]], ''Vita divi Augusti'', v.II.|''Velitris antiquitus tacta de caelo parte muri, responsum est eius oppidi civem quandoque rerum potiturum; qua fiducia Veliterni et tunc statim et postea saepius paene ad exitium sui cum populo Romano belligeraverant; sero tandem documentis apparuit ostentum illud Augusti potentiam portendisse.''|lingua=la}}Sulle estreme propaggini dei Colli Albani, a 3 chilometri circa ad occidente di Velletri, si estendono, sul colle detto San Cesareo, i ruderi di una grande villa romana<ref>''Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma'', Volumi 69-70, L'Erma di Bretschneider, 1941</ref>, ritenuta per tradizione proprietà della famiglia degli Ottavi<ref>Ceccarini Tiziana, ''Museo civico di Velletri'', Quasar, 1989</ref>, di origine veliterna. Durante il Medioevo, sui resti di questa antica villa s'impiantò un insediamento cristiano, dedicato a san [[Cesario di Terracina]], attestato proprio da un battistero costruito riutilizzando un ambiente in reticolato e laterizi dotato di un impianto idrico<ref>''Bollettino di archeologia'', Volumi 7-8, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1991</ref>.
 
===Medioevo===
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La prima informazione su Velletri nel Medioevo è datata [[465]]: si tratta delle menzione di un tale Adeodato, vescovo cittadino. Tra [[V secolo|V]] e [[VI secolo]] la diocesi veliterna andò sempre più acquisendo importanza: nel [[592]] infatti [[papa Gregorio I]] accorpò a Velletri la diocesi decaduta di ''Tres Tabernae'', sulla via Appia. Nello stesso tempo, numerosi pontefici menzionano fondi e beni ecclesiastici situati ''in Velitris''.
 
Nel [[X secolo]] Velletri cadde verosimilmente sotto la signoria dei [[Conti di Tuscolo]]: infatti risulta menzionato, nel [[981]], un tale Stefano ''dux'' di [[Ariccia]], Velletri e [[Tuscolo (città)|Tuscolo]]<ref>Emanuele Lucidi, ''Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie di Genzano e Nemi'', Roma, Tipografia Salomoni, [[1786]].</ref>. Del resto, l'intera area dei Colli Albani e dei Monti Prenestini era dominata dai Conti di Tuscolo, inclusa la rocca di [[Lariano]] prossima a Velletri.
 
Nel [[1084]] [[Roberto il Guiscardo]] marciò contro Roma e, transitando per Velletri, incontrò la resistenza degli abitanti, che furono ricompensati per questo dal Papa, nel [[1101]], con un [[Breve apostolico|Breve]] che assegnò amplissimi confini alla Comunità veliterna.
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[[Papa Alessandro IV]] ([[1254]] - [[1261]]), già vescovo di Velletri, ordinò durante il suo pontificato di portare in Velletri le reliquie dei santi martiri Ponziano ed Eleuterio, conservate da allora nella cripta sottostante la [[Cattedrale di San Clemente (Velletri)|Cattedrale]].
 
Nel [[1268]] venne confermata la concordia tra la Comunità di Velletri e la castellania di [[Lariano]], soggetta alla [[Camera Apostolica]], ai sensi della quale<!--Ai sensi della concordi... dovettero riconquistare..? Non è chiaro il senso--> i velletrani dovettero riconquistare il castello occupato in quel periodo da Riccardo Annibaldi.
 
Nel [[1298]] [[papa Bonifacio VIII]], che prima di divenire Papa era forse stato Podestà di Velletri per sei mesi, con tre bolle alienò la città da ogni soggezione al governo provinciale della Marittima e Campagna, rendendo di fatto la città praticamente indipendente<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'' - ''Velletri'', p. 458, Roma, 1829.</ref>.
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Nel [[1408]] [[Ladislao I di Napoli]], durante il suo tentativo di conquistare lo [[Stato Pontificio]], occupò Velletri che gli aveva resistito. Tuttavia confermò magnanimamente gli ''Statuti'' cittadini e l'indipendenza. [[Ladislao I di Napoli|Ladislao]] tornò una seconda volta a Velletri nel [[1413]].
 
Nel [[1434]], durante la lotta contro i [[Colonna (famiglia)|Colonna]] ed i [[Savelli (famiglia)|Savelli]], [[Papa Eugenio IV]] rase al suolo il castello di [[Lariano]] con l'aiuto di 800 soldati velletrani, ragion per cui il territorio della castellania venne concesso alla Comunità di Velletri, rimanendo accorpato a Velletri fino al [[1967]].
 
Il 21 aprileagosto [[1482]], durante la [[guerra di Ferrara (1482-1484)|Guerra del Sale]] tra [[papa Sisto IV]] e [[Ferdinando IFerrante d'Aragona]], 500 soldati velletrani, fra cui 250 balestrieri considerati tra i migliori militi italiani, combatterono assieme alle truppe pontificie di [[Roberto Malatesta]] nella [[battaglia di Campomorto]], in una zona paludosa prossima al territorio velletrano, {{chiarire|oggi|quando?}} innel comune di [[Aprilia (Italia)|Aprilia]]. La vittoria arrise ai pontifici, e i velletrani vennero ricompensati per la fedeltà alla [[Santa Sede]].
 
===[[Età moderna]]===
{{Citazione|''Nella regione del Lazio fra Cora ed Albano, e delle sue regali vie a man sinistra la Latina e a destra l'Appia, sorge l'antichissima e fedelissima città di Velletri, già capo del Regno dei Volsci, sopra un colle a forma di scudo, che da mezzogiorno scuopre il mar Tirreno, e da Levante, da ponente e da settentrione vien circondata da colline, e piani e da montagne fertilissime.''|Giuseppe Bassi, ''Descrittione della città di Velletri'', Roma, [[1631]].}}
 
Nel [[1512]] è attestato che Velletri è ancora libera, e che il governo della città è tenuto dai ''Priori'', sostituti dei ''novemviri'', in numero di nove, eletti ogni sei mesi; da un ''Sindaco'', eletto ogni anno, e da altre figure come i ''Grascieri'', i ''Maestri di Strada'', il ''Procuratore dei Poveri'', ed altre.
Da questi anni si inizia ad avere notizia concreta di Famiglie D'Alta Nobiltà (Tintisona, Mammucari,Etc.) sebbene gli storici siano certi che esse abitassero in loco già da moltissimo tempo.
 
Nel novembre [[1526]] un contingente velletrano inviato da [[papa Clemente VII]] contribuì a radere al suolo il castello di [[Marino (Italia)|Marino]], feudo dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]] nemici del Papa e alleati della [[Spagna]]<ref>Oltre a Marino, le truppe pontificie al comando di Vitellio Vitelli rasero al suolo altri tredici castelli dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]].</ref>. In seguito a questo fatto, [[Ascanio I Colonna (di Paliano)|Ascanio Colonna]], signore di Marino, dopo il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma del 7 maggio 1527]], quando il Papa è recluso in [[Castel Sant'Angelo]], costringe la Comunità di Velletri ''ad refectionem, reedificationem et restaurationem terrae Mareni'': i velletrani cioè dovranno fornire 15.000 scudi in terreni comunali, oltre a 12.600 scudi con pagamento rateizzato, e più di 6.000 rubbia di calce e 15.000 coppi per la riparazione dei danni compiuti<ref>Giuseppe Tomassetti, ''La Campagna Romana antica, medioevale e moderna''.</ref>. Inoltre, i [[lanzichenecchi]] giungeranno fino a mettere a sacco Velletri.
[[File:Velletri comune.jpg|upright=1.5|thumb|Il Palazzo comunale e il Tempietto di Santa Maria del Sangue in una foto del 1935]]
Dopo questo episodio, si può considerare cessato il periodo dell'indipendenza politica di Velletri: {{Senza fonte|nel [[1559]] infatti il Papa impose a Velletri il governo anche civile del [[cardinale vescovo]], il primo dei quali fu [[Giovanni Pietro Carafa]], poi [[papa Paolo IV]].}}
 
Nel [[1589]] [[papa Sisto V]] sciolse il governo civile da quello temporale del vescovo, restituendo libertà al Comune: ma [[papa Gregorio XIV]] nel [[1591]] ordinò la riunificazione dei due poteri, sigillando così la fine definitiva del libero comune.
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===Il terremoto del 1806===
Alle 8:3536 del 26 agosto [[1806]] un terremoto di [[magnitudo (geologia)|magnitudo]] 5,8 della [[scala Richter]] (VIII-IX [[Scalascala Mercalli]]) colpì i [[Colli Albani]]. Si ebbero i massimi effetti nella città di Velletri, epicentro della scossa, dove vi fu una situazione di disastro territoriale con chiese, abitazioni e conventi rasi al suolo. Si tramanda che non si ebbero vittime, come ricordato anche in una lapide esposta nel 2006 nel Palazzo Comunale in occasione del bicentenario dell'evento. Il periodo sismico fu molto breve. Alla scossa principale seguirono alcune repliche il giorno stesso e il giorno 28 agosto. Fu il più violento terremoto prodotto dall'edificio vulcanico dei Colli Albani. Alcuni danni si verificarono anche a [[Roma]]. La scossa venne avvertita in tutto il centro-sud fino a [[Napoli]], [[Grosseto]], [[Terni]] e [[Pescara]]. Gli abitanti di Roma e dei Colli Albani spaventati, organizzarono messe solenni. Nacque in questo modo a Velletri la Festa della Madonna delle Grazie.
 
===Il [[XX secolo]]===
[[File:Roccadipapatram.jpg|thumb|left|Una vettura delle [[Tramvie dei Castelli Romani]] presso [[Rocca di Papa]].]]
 
===Il XX secolo===
Nel [[1913]] arrivarono a Velletri le [[Tramvie dei Castelli Romani]], che collegavano la cittadina direttamente a Roma e agli altri Castelli Romani e che rimasero in funzione su questa tratta fino al [[1953]].
 
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==== Seconda guerra mondiale ====
{{Vedi anche|I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale}}
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], dopo lo [[Operazione Shingle|sbarco anglo-americano ad Anzio]] (22 gennaio [[1944]]), Velletri fu al centro del conflitto: negli ultimi giorni del maggio 1944, mentre cadevano sia la [[linea Gustav]] a [[Cassino]] che la [[linea Hitler]] a [[Pontecorvo]], i tedeschi crearono una terza linea fortificata, chiamata [[linea Caesar]], che si estendeva fra [[Torvaianica]], [[Lanuvio]], Velletri, [[Artena]] e [[Valmontone]]. A Velletri era di stanza la I divisione paracadutisti della ''[[Wehrmacht]]'', Il generale statunitense [[Mark Wayne Clark]] ordinò il 25 maggio un'offensiva contro la ''linea Caesar'', che tuttavia resistette duramente; sennonché la 36ª divisione di fanteria americana comandata dal general Walker individuò una falla nello schieramento tedesco sul [[Monte Artemisio]], tra Velletri e Valmontone: così tra il 30 ed il 31 maggio 1944 il 142º ed il 143º reggimento penetravano attraverso lo schieramento tedesco da Monte Artemisio, mentre il 141º attaccava Velletri per copertura; l'operazione riuscì con successo, e il 1º giugno Velletri cadde, seguita il giorno dopo da Valmontone ed il 3 giugno da [[Lanuvio]] e dagli altri Castelli Romani<ref>Raimondo Del Nero, ''La Valle Latina - Storia di un ambiente'', [[Albano Laziale]], 1990; [[Zaccaria Negroni]], ''[[Marino sotto le bombe]]'', Marino, 1948.</ref>.
 
Il 18 febbraio 1944 tredici cittadini vennero [[Eccidio martiri di Pratolungo|trucidati in contrada Pratolungo]] dai soldati tedeschi, durante una rappresaglia che non risparmiò nemmeno una donna incinta, Artemisia Mammucari. Nel 1994 fu posta una stele a memoria delle vittime a poca distanza dal luogo dell'eccidio, in via di Vecchia Napoli.
 
Velletri uscì dalla guerra praticamente distrutta: erano stati danneggiati i suoi monumenti più importanti, dalla Torre del Trivio al Palazzo Comunale e a Palazzo Ginnetti, quest'ultimo distrutto e mai più ricostruito; numerose erano state anche le vittime umane, nonostante lo sfollamento ordinato dalle autorità militari tedesche. ''(Vedi [[I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale]])''
 
La rinascita recente di Velletri è stata tuttavia rapida ed evidente; nonostante lo smembramento nel [[1967]] sia a livello amministrativo, con la concessione di indipendenza al comune di Lariano, sia a livello religioso, con lo scorporo della [[Diocesi di Latina]] e la successiva creazione della [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni]], la città si è ripresa ottimamente, con il sorgere di scuole superiori e di centri culturali, della nuova sede del Tribunale e del Battaglione Allievi Sottufficiali dei [[Carabinieri]], poi [[Scuola allievi marescialli e brigadieri carabinieri|I Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri]] e del carcere.
 
===OggiDal 2000 in poi===
Nel [[2000]] è stata inaugurata la nuova sede della ''Biblioteca Comunale "Augusto Tersenghi"''; nel frattempo, è in corso tutta un'opera di rinascita culturale con l'apertura del ''Teatro di Terra'' ([[1995]]) e la riapertura del ''Teatro "[[Ugo Tognazzi]]"'', il ripristino del ''Museo Civicocivico Archeologico''archeologico e del ''Museo Diocesano''diocesano. Nel 2013 è stato riaperto anche il Teatro Artemisio.
 
Il 14 giugno [[2001]] è stata presentata dall'onorevole [[Mario Pepe (politico 1951)|Mario Pepe]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] una proposta di legge sull'istituzione di una ''provincia dei Castelli Romani'' con capoluogo proprio Velletri<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk1000/articola/0853.htm|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura|editore=Camera dei Deputati|accesso=17 marzo 2011}}</ref>.
 
{{Citazione|I Castelli Romani rappresentano dunque un'area-sistema assolutamente peculiare, di cui fanno parte città notevolmente popolate legate tra loro da millenari legami storici e culturali nonché da un elevato indice di complementarietàcomplementarità economica, con particolare riferimento al settore turistico [...] Appare pertanto ormai anacronistica la eccessiva dipendenza dei Castelli Romani [...]|[http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/sk1000/articola/0853.htm Camera dei Deputati - proposta di legge n° 853 XIV Legislatura], pp. 2-3.}}
 
Nella proposta dell'onorevole Pepe, i comuni che sarebbero dovuti entrare nella ''provincia dei Castelli Romani'' erano [[Albano Laziale]], [[Anzio]], [[Ardea]], Ariccia, [[Artena]], [[Carpineto Romano]], [[Castel Gandolfo]], [[Cave (Italia)|Cave]], [[Colleferro]], [[Colonna (Italia)|Colonna]], [[Gavignano (Italia)|Gavignano]], [[Genazzano]], Genzano di Roma, [[Grottaferrata]], Lanuvio, Lariano, Marino, [[Monte Compatri]], [[Montelanico]], [[Monte Porzio Catone]], [[Nemi]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], [[Olevano Romano]], [[Palestrina]], [[Pomezia]], Rocca di Papa, [[Rocca Priora]], [[San Cesareo]], [[San Vito Romano]], [[Segni (Italia)|Segni]], Valmontone, Velletri e [[Zagarolo]]<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 1|pagina=5|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Il capoluogo della provincia istituenda sarebbe stato Velletri, sia a ragione della posizione baricentrica che "del ruolo e dell'importanza strategica di Velletri"<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura|pagina=2|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Le risorse finanziarie assegnate alla provincia, una volta costituita, erano state preventivate in 4.600 milioni di lire<ref>{{cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|formato=pdf|editore=Camera dei deputati|titolo=Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 4|pagina=6|accesso=17 marzo 2011|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304080938/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0001710.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
===Simboli===
[[File:Velletri-Stemma it.pngsvg|thumb|left|Lo stemmaStemma di Velletri.]]
[[File:Velletri-Gonfalone.png|thumb|right|100px|Il gonfalone]]
 
Stemma, gonfalone e bandiera attuali sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 luglio 2002.<ref name="ACS">{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?14152 |titolo= Velletri |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 1º maggio 2023 }}</ref>
 
Lo stemma veliterno, di antichissima origine, è così descritto ufficialmente:
{{Citazione|[[Troncato]]: il primo, di rosso, al [[Castello (araldica)|castello]] d'oro, murato di nero, [[Attributi araldici di forma geometrica#Merlato alla ghibellina|merlato alla ghibellina]], munito di tre torri, merlate di quattro, la torre centrale più alta e più larga, finestrata con grande finestra di nero, le torri laterali finestrate dello stesso, il fastigio merlato di nove, esso castello chiuso con tre porte di nero, la centrale più alta e più larga, fondato sulla linea di partizione; il secondo, di argento, ai tre alberi di alloro, sradicati, la chioma di verde, il tronco e le radici al naturale, i tronchi intrecciati alla corda di rosso; il tutto con la [[Bordura|bordatura]] di verde, caricata in capo dalle lettere puntate maiuscole, di nero, SPQV; sui fianchi e in punta, dalla scritta, in lettere maiuscole di nero, coricate e con la sommità esterna, EST MIHI LIBERTAS PAPALIS ET IMPERIALIS, in senso orario e con l'inizio a sinistra in alto. Lo scudo è accollato alla [[aquila bicipite]], di nero, allumata di rosso, rostrata e armata d’oro, con il volo abbassato, sormontata dalla corona regia, con cinque vette visibili, ornate di perle, sostenenti il [[Mondo (araldica)|mondo]] e la crocetta d'oro, chiusa con velluto di rosso; lo scudo è timbrato dalla corona infilata nei colli dell'aquila, formata dal cerchio d'oro, cordonato ai margini, gemmato, cimato da cinque fioroni visibili, d'oro, sostenuti da punte, dello stesso; sotto lo scudo, due fronde d'alloro e di quercia, di verde, l’alloro con le drupe d'oro e la quercia con le ghiande dello stesso, decussate in punta, legate dal nastro tricolorato dai colori nazionali.<ref>Blasonatura più sintetica: «Torre in campo rosso, allori in campo d'argento racchiusi nel motto ''Est mihi libertas papalis et imperiali'' più le quattro sigle S.P.Q.V., il tutto accollato sull'aquila bicipite austriaca ad ali spiegate, con la duplice corona reale imperiale.» [http://www.comuni-italiani.it/058/111/stemma.html Descrizione Ufficiale della Commissione Araldica]</ref>}}
{{Citazione|''Torre in campo rosso, allori in campo d'argento racchiusi nel motto "est mihi libertas papalis et imperialis" più le quattro sigle S.P.Q.V., il tutto accollato sull'aquila bicipite austriaca ad ali spiegate, con la duplice corona reale imperiale.''|[http://www.comuni-italiani.it/058/111/stemma.html Descrizione Ufficiale della Commissione Araldica]}}
 
I colori cittadini sono l'[[argento]] e il [[rosso]].
 
Lo storico motto cittadino è ''Est mihi libertas papalis et imperialis'' ''("Io ho libertà daldel Papa e dalldell'Imperatore")'', che testimonia la grande importanza avuta nel Medioevo da Velletri come [[Comune medievale|libero comune]]. La prima parte del motto è ''Est mihi libertas imperialis'', perché secondo la tradizione addirittura il generale bizantino [[Belisario]], per conto dell'imperatore [[Giustiniano]], avrebbe concesso l'autonomia alla Comunità veliterna al tempo della [[Guerra gotica (535-553)|Guerra gotica]] ([[535]]-[[553]]). La seconda parte, ''Est mihi libertas papalis'', si formò quando il Papa dopo la [[Donazione di Sutri]] ([[753]]) ratificò l'indipendenza di Velletri, che durò fra alterne vicende fino al [[XVI secolo]].
 
Un altro motto cittadino è il più tradizionale SPQV ''(Senatus Populusque Veliternus)'', versione provinciale del più noto [[SPQR]].
 
Si tratta in ogni modo di una tradizione molto recente risalente al XVII secolo. Del motto cittadino, infatti, Ascanio Landi non ne parla, mentre Bonaventura Theuli nel suo ''Teatro Historico'' afferma: “Donde«Donde habbia havuto principio scritto tanto honorevole, io non l'hò potuto trovare; si tiene però comunemente, c'habbia havuto origine dall'haver de Velletri una Femeglia havuto i suoi natali, la quale è stata seminario de' Pontefici, e d'Imperatori, come se dirà à suo luogo”luogo». È solamente Alessandro Borgia a spiegarne l'origine, come riconoscimento da parte di Giustiniano e Narsete, citando però come unica fonte l{{'}}''Opera imperfetta'' scritta da suo padre Clemente Erminio Borgia! La menzione del più antico stemma veliterno è riportata sempre dal Borgia che parla di un “antichissimo''antichissimo sigillo di metallo trovato frà alcune ruine di Velletri, e conservato già nel museo di Giovanni Paolo Ginnetti”Ginnetti'', è questa la più antica rappresentazione iconografica che raffigurerà poi lo stemma comunale: un castello con tre torri, non ancora definito come rocca, circondato da alberi da frutto. Sul margine di questo stemma si legge: ''Signum Communis Veletri, Sit vobis papalis libertas imperialis'', motto che verrà poi trasformato in ''Est mihi libertas papalis et imperialis'' che comparirà nelle rappresentazioni dello stemma veliterno a partire dal 1643.
 
Della scritta SPQ Veliternus ne parla per la prima volta Antonio Mancinelli nel suo commento ai Carmi di Orazio pubblicato a Venezia nel 1492, lamentandone la distruzione ad opera di un “livore ductus quidam ex Aquapendente oriundus”, familiare del cardinale Rotomagense, del quale Mancinelli dice di tacere il nome per non consegnarlo alla storia come era successo a Erostrato distruttore del tempio di Diana Efesina. Il personaggio in questione dovrebbe essere comunque identificabile con Giacomo di Aquasparta, uno dei commissari del cardinale d'Estouteville che nel 1479 stabilirono, con sentenza arbitrale, i confini tra il territorio di Velletri “quod fuit Faiole” e il castello di Nemi. Sembrerebbe comunque apparentemente inspiegabile una distruzione basata sull'invidia, da parte di un funzionario pubblico alle dirette dipendenze del cardinale, di un reperto archeologico così importante a meno che l'opera non fosse stata frutto di una volgare imitazione contemporanea. Iacobus de Acquasparta era un personaggio molto noto, forse residente nella stessa città di Velletri, già attivo nella regione almeno dal 1472, essendo stato collettore della vigesima dovuta dagli Ebrei, come testimoniato dalla descriptio da lui redatta dei fuochi ebraici della regione. C'è poi una coincidenza temporale quanto meno singolare del ritrovamento della lapide veliterna, avvenuta secondo Mancinelli nella già diruta chiesa di Santo Stefano, con quella su cui era incisa la scritta SPQ Lanivinus. Di quest'ultima Mancinelli era perfettamente a conoscenza poiché era stata riportata da Martino Filetico nel suo commento ad Orazio pubblicato solo pochi anni prima. Proprio questa testimonianza epigrafica servì a Mancinelli per rilevare l'errore tra le due città di Lavinio e Lanuvio vulgato nelle stampe precedenti al suo commento sulla Geographia di Strabone.
Della scritta SPQ Veliternus ne parla per la prima volta Antonio Mancinelli nel suo commento ai ''Carmi'' di Orazio pubblicato a Venezia nel 1492, lamentandone la distruzione ad opera di un ''livore ductus quidam ex Aquapendente oriundus'', familiare del cardinale Rotomagense, del quale Mancinelli dice di tacere il nome per non consegnarlo alla storia come era successo a Erostrato distruttore del tempio di Diana Efesina. Il personaggio in questione dovrebbe essere comunque identificabile con Giacomo di Aquasparta, uno dei commissari del cardinale d'Estouteville che nel 1479 stabilirono, con sentenza arbitrale, i confini tra il territorio di Velletri ''quod fuit Faiole'' e il castello di Nemi. Sembrerebbe comunque apparentemente inspiegabile una distruzione basata sull'invidia, da parte di un funzionario pubblico alle dirette dipendenze del cardinale, di un reperto archeologico così importante a meno che l'opera non fosse stata frutto di una volgare imitazione contemporanea. Iacobus de Acquasparta era un personaggio molto noto, forse residente nella stessa città di Velletri, già attivo nella regione almeno dal 1472, essendo stato collettore della vigesima dovuta dagli Ebrei, come testimoniato dalla ''descriptio'' da lui redatta dei fuochi ebraici della regione. C'è poi una coincidenza temporale quanto meno singolare del ritrovamento della lapide veliterna, avvenuta secondo Mancinelli nella già diruta chiesa di Santo Stefano, con quella su cui era incisa la scritta "SPQ Lanivinus". Di quest'ultima Mancinelli era perfettamente a conoscenza poiché era stata riportata da Martino Filetico nel suo commento ad Orazio pubblicato solo pochi anni prima. Proprio questa testimonianza epigrafica servì a Mancinelli per rilevare l'errore tra le due città di Lavinio e Lanuvio vulgato nelle stampe precedenti al suo commento sulla ''Geographia'' di Strabone.
 
Il gonfalone è un drappo di rosso.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di Città Italiana.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica
| data = 31 ottobre 1968<ref name="ACS"/>
}}
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==
[[File:Torre del Trivio.JPG|miniatura|upright=0.7|La torre del Trivio, campanile della [[Chiesa di Santa Maria del Trivio]], uno dei simboli della città.]]
{{F|centri abitati del Lazio|marzo 2014}}
[[File:Torre del Trivio.JPG|miniatura|La torre del Trivio, campanile della [[Chiesa di Santa Maria del Trivio]], uno dei simboli della città.]]
[[File:Palazzo Comunale.jpg|miniatura|Il Palazzo comunale.]]
 
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{{Vedi anche|Chiese di Velletri}}
 
* [[Cattedrale di San Clemente (Velletri)|Basilica Cattedrale di San Clemente]]''
* [[Chiesa di Santa Maria del Trivio (Velletri)|Chiesa di Santa Maria del Trivio]]''
* Chiesa del Santissimo Salvatore''
* Chiesa di San Michele Arcangelo''
* Chiesa di San Martino da Tours'' (XI-XIX secolo)
* Chiesa di Sant'Antonio da Padova''
* Ex Chiesa e convento di San Francesco d'Assisi''
* Chiesa di San Lorenzo
* Chiesa di Sant'Antonio Abate
* Chiesa dei Santissimi Pietro e Bartolomeo
* Chiesa di Santa Chiara d'Assisi
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* Chiesa di Sant'Antonio Abate<ref>Anche denominata Sant'Antonio di Vienna.</ref>
* Chiesa di San Crispino<ref>Anche denominata della [[Madonna di Costantinopoli]].</ref>
* ChiesaResti della chiesa della SS. Concezione detta della Coroncina
* Chiesa di San Silvestro<ref>Anche denominata di San Giuseppe.</ref>
* Chiesa della Madonna della Neve
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* Chiesa di Santo Stefano<ref>Anche denominata di San Rocco.</ref>
* Chiesa Santa Maria del Carmine
*Chiesa della Madonna del Rosario
* Chiesa Regina Pacis
 
===Architetture civili===
* Palazzo Comunale; l'edificazione di una nuova sede per ospitare la sede dei Priori della Comunità di Velletri venne votata dal Consiglio Maggiore con delibera del 12 ottobre [[1572]]. La prima pietra del nuovo edificio, concepito in maniera monumentale, venne posata il 26 gennaio [[1575]]. Gli architetti furono [[Jacopo Barozzi da Vignola|Il Vignola]] e [[Giacomo della Porta]]. Completato nel [[1590]], in realtà gli interventi sulla struttura si protrassero fino al [[1720]]. Distrutto nel [[1944]], il palazzo è stato ricostruito, in seguito al conflitto mondiale, sostanzialmente fedele al progetto originario.
* Palazzo Vecchio o Palazzo dei Conservatori; iniziato nel [[1822]] come sede della [[Delegazione di Velletri]], divenne poi dal [[1870]] sede degli uffici giudiziari e del Palazzo di Giustizia. Danneggiato nel 1944, l'edificio è stato ricostruito fedelmente al progetto originale.
* Palazzo Ginnetti; costruito dal cardinal Marzio Ginnetti alla metà del [[XVII secolo]], era famoso per la loggia arcata del cortile interno e per il vasto parco. La sua decadenza, iniziata nel [[1744]] quando vi si stanziarono le truppe napoletane e [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] in margine della [[battaglia di Velletri (1744)|battaglia di Velletri]], è cessata con la parziale distruzione causata dai bombardamenti anglo-americani del [[1944]] e la sua seguente totale demolizione nel dopoguerra per far posto a due palazzi moderni. Questione che a distanza di tanti anni ancora provoca nella popolazione amarezza e dubbi. Di esso resta oggi soltanto il parco adibito a giardino pubblico col nome di Villa Ginnetti.
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Nel Medioevo, la città venne cinta di poderose mura castellane, nelle quali si aprivano originariamente otto porte: porta Furia<ref>Secondo Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX, p. 214, il toponimo ''Fura'' sarebbe la corruzione di ''Furia'', dal nome di [[Furio Camillo]], antico assediatore di ''Velitrae''. Una ''porta Furia'' esiste anche a [[Sutri]], in [[provincia di Viterbo]], e l'etimologia di quel toponimo è appunto legata al generale romano.</ref>, porta del Pontone, porta Santa Martinella (poi inglobata nel Convento del Carmine), Portella, porta Santa Lucia, porta San Giovanni in Plagis, porta Romana e porta Napoletana.
 
Nel [[XVI secolo]] venne riedificata e rafforzata la cerchia muraria, con la chiusura di alcune porte ede il mantenimento solo di tre varchi: porta Santa Lucia, porta Napoletana e porta Romana.
 
''[[Porta Napoletana]]'' venne edificata nel [[1511]] da manovalanze di provenienza lombarda, ede impressiona per la sua mole e ''per la sua vetustà'', che colpì tra gli altri [[Gaetano Moroni]]<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX, p. 214.</ref>. Nel [[1596]] la [[Congregazione del Buon Governo]] fece scrivere su una parete della porta l'avviso ''"Si paga gabella"''. Questo accesso fortificato non venne smantellato nel corso del [[XIX secolo]] né in età successiva, ed è sopravvissuto pressoché incolume fino ai giorni nostri: attualmente ospita la sede locale dell'AIS ''(Associazione Italiana Sommelier)''.
 
''Porta Romana'' invece ricostruita in forme monumentali nel [[1573]] su progetto di [[Jacopo Barozzi da Vignola]], meglio noto come ''il Vignola'', assieme al bastione vicino. Tuttavia, nel corso dei lavori di ampliamento della [[via Appia]], la porta è stata distrutta e in suo luogo venne realizzato prima il ''blocco di porta Romana'', un posto di dogana, e poi l'attuale piazza Giuseppe Garibaldi.
 
===Altro===
[[File:Caduti sul lavoro.jpg|thumb|upright=0.8|Monumento ai Caduti sul Lavoro.]]
[[File:Velletri - fontana p.zza G.Garibaldi.JPG|thumb|La Fontana del Simbrivio di Piazza Giuseppe Garibaldi.]]
 
* Monumento ai Caduti; progettato dall'architetto Emanuele Cannigia, venne inaugurato il 2 giugno [[1927]] al cospetto del [[re]] [[Vittorio Emanuele III di Savoia]]. È situato in un angolo di Piazza Giuseppe Garibaldi.
* Monumento a [[Urbano VIII]]; edificato nel [[XVII secolo]] al centro delladelle due fontane di Piazza Cairoli, già ''piazza del Trivio'' o ''piazza Grande'' o "dammonte", era una statua in [[bronzo]] raffigurante papa Urbano VIII: venne abbattuto nel [[1798]] durante la Repubblica Romana del periodo napoleonic<ref>Vedi [[Rivoluzione francese nei Castelli Romani e a Velletri]].</ref>.
 
Numerose sono le fontane pubbliche a Velletri, alcune delle quali monumentali. Sono servite tutte dall<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[acquedotto]] comunale'', realizzato nel [[XVII secolo]] dall'ingegnere [[Giovanni Fontana (architetto)|Giovanni Fontana]], che parte dalle selve della Faiola presso Monte Artemisio seguendo un tracciato tortuoso e un percorso ingegnoso. L'acquedotto, distrutto nell'ultimo tratto durante i fatti bellici del [[1744]]<ref name="Vedi 1744" />, venne riattivato dall'ingegner Girolamo Romani con lavori eseguiti tra il 1842 ede il 1845<ref>[[Gaetano Moroni]], ''[[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica]] - Velletri'', Vol. XC p. 44.</ref>.
 
Tra le fontane vanno menzionate:
* Fontana di piazza Giuseppe Garibaldi; venne realizzata al termine del lavori per l'acquedotto del Simbrivio e si trova al centro della piazza;<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Velletri. S.E. il capo del governo inaugura l'acquedotto del Simbrivio, che darà acqua a 22|lingua=it-IT|accesso=2022-10-27|url=https://www.youtube.com/watch?v=AA1KGMUj75E}}</ref>
* Fontana monumentale di Piazza Cairoli; edificata nel [[1622]] con progetto dell'[[architetto]] Giovanni Battista Rainaldi e manodopera dello scalpellino Pasquale Desideri. Andava a sostituirsi ad un'altra fontana, posta dal lato opposto, iniziata nel [[1618]] per il progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e mai compiuta, tanto che venne rasa al suolo;
* Fontana monumentale di piazza Giuseppe Mazzini; realizzata nel 1612 su un progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e con la manodopera di Angelo Pellegrini. Interventi sostanziosi vi vennero fatti dal punto di vista architettonico nel [[1623]], da parte di Giovanni Battista Rainaldi, nel [[1684]], e nel [[1755]] da parte dell'architetto Nicola Giansimoni. La fontana, in [[travertino]], raffigura scene mitologiche;
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Dell'antica ''Velitrae'', città dei Volsci e poi colonia romana, restano diversi reperti, raccolti parte in sito nel ''Museo Civico Archeologico'' e nel ''Museo Diocesano'', parte in vari musei italiani ed esteri.
 
In [[età romana]] esistevano a ''Velitrae'' templi pagani dedicati ad [[Apollo]], [[Ercole]], [[Marte (divinità)|Marte]]<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma - Velletri'', vol. III p. 449.</ref>. Il [[Antonio Nibby|Nibby]] ipotizza<ref>Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma - Velletri'', vol. III p. 450.</ref> anche la presenza di una [[basilica]] civile]], attestata da un brandello di iscrizione murata in una casa sull'attuale piazza Caduti del Lavoro. È stata attestata l'esistenza in ''Velitrae'' di un [[anfiteatro]] romano, la cui presenza oltre che in un'iscrizione rinvenuta nel [[1565]] è provata da una curva nel tessuto viario nell'area adiacente ilal Palazzo Comunale.
 
Nel [[1784]], nell'ambito di lavori nella Chiesachiesa delle SS. StimmatiStimmate di San Francesco, venne rinvenuta scavando la nota ''lamina bronzea di Velletri'', di fabbricazione volsca, e 16sedici lastre di rivestimento, di provenienza etrusca, appartenenti ad un tempio etrusco-italico del [[VI secolo a.C.]] Tutto il materiale è conservato al [[Museo archeologico nazionale di Napoli|Museo Nazionale Archeologico]] di [[Napoli]].
 
Fuori ldall'abitato, nelle campagne in località San Cesareo è stato identificato il sito della ''Villa degli Ottavi'', residenza sub-urbana della ''gens Ottavia'' e di Ottaviano Augusto, nonché unica [[villa romana]] del territorio veliterno. Scavatache accuratamentesia distata recente,sottoposta sea nescavi sonometodici trovatein benoccasione pochedel tracce:bimillenario una [[cisterna]] di età repubblicana a tre navate della dimensione di 15augusteo.05x13.20, unicaNel nel suo genere per1930 l'utilizzoarcheologo diGiuseppe archiLugli ogivali,mise ein luce un [[mosaicobattistero]] sulcristiano qualericavato èda statoun collocatoambiente untermale palocon dell'[[ENEL]].condutture Ld'area,acqua {{chiarire|attualmente|quando?}}e lottizzata,resti appartiene a privati. Vi è stato rinvenuto nel [[1930]]di un [[battistero]]monastero cristiano per opera dell'archeologo Giuseppe Luglimedioevale.
 
Della grandiosa villa, costruita su tre terrazzamenti in tre diversi periodi (repubblicano, imperiale e cristiano), non rimane alcuna traccia mentre è ancora in buone condizioni la cisterna di età repubblicana. Infatti la zona, nonostante il vincolo, è stata lottizzata per cui la cisterna è oggi inglobata in un’abitazione privata e non accessibile. Particolarità di questa [[cisterna]] di età repubblicana a tre navate della dimensione di 15,05 x 13,20, sono i pilastri che sostengono archi ogivali a sesto molto acuto, unico esempio conosciuto della loro utilizzazione nel mondo romano.
Un'altra [[cisterna]] romana esiste in località Capanna Murata, e prende nome di ''Cisterna di Centocolonne''. Rinvenuta nel [[1982]] lungo l'antico tracciato della via Appia, è stata coinvolta nell'area di una lottizzazione.
 
L'ultima testimonianza della decorazione della villa era un [[mosaico]] sul quale è stato collocato un palo dell'[[Enel]]. L'area, lottizzata, appartiene a privati.
Ancora una cisterna romana delle dimensioni di 25.80x11.60 è stata trovata in località Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120x120 a ridosso dell'antica via Appia.
 
Un'altra [[cisterna]] romana esiste in località Capanna Murata e prende nome di ''Cisterna di Centocolonne'' poiché sorretta da trentadue pilastri, disposti su quattro file. Situata lungo il tracciato dell’Appia antica, fino al [[1982]] sembrava isolata nella campagna e non se ne capiva la funzione. Quell’anno (nonostante il vincolo archeologico apposto sull’area) il terreno su cui è ubicata è stato oggetto di uno sbanco edilizio che, oltre a sfondare la volta della monumentale costruzione, ha messo in luce resti di una villa, solo in parte interessata dal successivo sondaggio di scavo promosso dalla Soprintendenza.
 
Ancora una cisterna romana, delle dimensioni di 25,80 x 11,60 m, è stata trovata in località Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120 x 120 m, a ridosso dell'antica via Appia.
 
===Aree naturali===
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Elenco principali aree verdi di Velletri:
* Parco di Villa Ginnetti: villa storica della città di Velletri, era l'antico giardino del distrutto Palazzo Ginnetti. L'imponente edificio della famiglia Ginnetti, che dominava l'antistante Piazza Cairoli ed era arricchito al retro dall'enorme giardino, è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale. È rimasta soltanto l'area verde, impreziosita dal cancello monumentale della villa stessa. Ristrutturata nel 2008 è punto d'incontro dei giovani e luogo di eventi culturali, oltre ad essere museo a cielo aperto con l'esposizione di alcuni ruderi della persa villa a cavallo tra le aree verdi. Centro pulsante di eventi cittadini di prim'ordine quali la festa dell'uva e quella delle Camelie, è dotata di una vasta area pianeggiante per concerti ed iniziative.
* Parco Muratori: secondo parco cittadino per estensione, si trova immerso nel centro urbano periferico e dispone di un largo parcheggio. A pochi metri è situato il distaccamento dell'Università della Tuscia di Viterbo. Anch'esso ristrutturato nel 2008, è stato dotato di una grossa area coperta al centro del parco dove hanno luogo iniziative culturali.
* Giardini Comunali di via Metabo: situati in vicinanza della Basilica di S.Clemente, sono abituale ritrovo di bambini e famiglie dell'area Sud del centro cittadino. Arredati con fontane, panchine, aiuole e giochi per bambini rappresentano un'area preziosa
* Giardinetti di Piazza Martiri di Pratolungo: in posizione strategica tra il corso della Repubblica e le vie interne, sono corredati da una fontana e da aiuole con panchine. Recentemente costruiti (negli anni duemila) sono punto di ritrovo abituale per molte famiglie che decidono di passare in pieno centro le proprie giornate.
* Parco S.Maria dell'Orto: in posizione periferica rispetto agli altri parchi cittadini, annovera una delle più antiche fonti di acqua pubblica di Velletri. Utilizzato per feste e aperto al pubblico quotidianamente, dispone di un bar, una pista di pattinaggio pubblica e di servizi igienici. Teatro delle iniziative annuali del "Velletri blues", eventi musicali che richiamano pubblico da tutti i Castelli Romani.
* Giardini Comunali del Ponte Rosso: in posizione sottostante alla via Appia, sono uno dei polmoni verdi più suggestivi della città. Da qualche anno sede dello Skate Park, rappresentano un ritrovo per i giovani del luogo e per i residenti della zona Nord di Velletri.
* Villa di Viale Marconi (ex villa romana): costruita sulle rovine della vecchia villa romana che si vocifera sia appartenuta ad Ottaviano Augusto, il giardino di Viale Marconi è una delle aree verdi più imponenti della città. A due passi dalla stazione ferroviaria di Velletri nei mesi estivi ospitail "Marconi Village", appuntamento fisso dell'estate veliterna con stand e musica nell'arco di tempo da luglio a settembre. Dotata di una pista di pattinaggio pubblica.
* Giardinetti di Piazzale Donatori del Sangue (o Belvedere)
* Villa Comunale di Piazza Garibaldi (con busto di Giuseppe Garibaldi): area verde ad inizio corso della Repubblica, tristemente famosa per il busto in bronzo di Giuseppe Garibaldi trafugato da ignoti. Nel 2010 è stato ri-installato il monumento all'eroe dei due mondi, e la villa è stata oggetto di restyling con l'installazione di nuovi arredi urbani.
* Monumento ai Caduti: situato in posizione sopraelevata, è chiuso al pubblico e visibile soltanto dall'esterno. È dotato di giardini ornamentali che fanno da contorno alle incisioni dei nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale. Annualmente, in occasione dell'anniversario del bombardamento su Velletri del 22 gennaio 1944, avvengono le celebrazioni di autorità e superstiti per commemorare i caduti.
* Giardini del Centro Culturale Amministrativo ([[zona 167]]): costruiti insieme al Centro Culturale Amministrativo, volgarmente detto "Ciammellone", sono dotati di panchine e aree verdi che abbracciano l'area della zona 167 e del quartiere S. Biagio.
 
==Società==
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|-
|[[1827]]
|9.744{{formatnum:9744}}<ref>''Statistica dello Stato Pontificio - [[1827]]'', da Antonio Nibby, ''Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma'', Roma 1829.</ref>
|-
|[[1832]]
|12.395{{formatnum:12395}}<ref>''Statistica dello Stato Pontificio - [[1831]]'', da Renato Mammuccari, ''Velletri nelle sue stampe'', Velletri 1980.</ref>
|-
|[[1853]]
|14.474{{formatnum:14474}}<ref>''Statistica dello Stato Pontificio - [[1853]]'', da Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 214, Venezia 1850.</ref>
|-
|[[1961]]
|38.571{{formatnum:38571}}<ref>Dati [[Censimento della popolazione e delle abitazioni]] [[ISTAT]] [[1961]], in Gian Luigi Camera, ''Velletri'', da ''Grande Dizionario Enciclopedico [[UTET]]'', vol. XII (SPIT-Z), [[Torino]], Tipografia Sociale Torinese, 1962.</ref>
|-
|[[1982]]
|41.273{{formatnum:41273}}<ref name="autogenerato1">{{cita web|url=http://demo.istat.it/dat81-91/COMUNI/058/T_HTM/058111_T.HTM|titolo=Popolazione totale del Comune di Velletri|editore=[[ISTAT]]|accesso=17 marzo 2011}}</ref>
|-
|[[1985]]
|41.801{{formatnum:41801}}<ref name="autogenerato1" />
|-
|[[1991]]
|43.476{{formatnum:43476}}<ref name="autogenerato1" />
|-
|[[1995]]
|45.533{{formatnum:45533}}<ref>{{cita web|titolo=Popolazione al 1º gennaio 1995|editore=ISTAT|url=http://demo.istat.it/ric/index.html|accesso=17 marzo 2011}}</ref>
|-
|[[2001]]
|48.236{{formatnum:48236}}<ref>{{Cita web|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90009OG0&v=1UH07B07SS40000|titolo=Censimento della popolazione e delle abitazioni ISTAT 2001|accesso=17 marzo 2011}}</ref>
|-
|[[2005]]
|50.324{{formatnum:50324}}<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/pop2005/index.html|editore=ISTAT|titolo=Popolazione residente al 1º gennaio 2005|accesso=19 marzo 2011|dataarchivio=25 marzo 2012|urlarchivio=https://www.webcitation.org/66PukLs8h?url=http://demo.istat.it/pop2005/index.html|urlmorto=sì}}</ref>
|-
|[[2006]]
|50.699{{formatnum:50699}}<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/pop2006/index.html|editore=ISTAT|titolo=Popolazione residente al 1º gennaio 2006|accesso=19 marzo 2011|dataarchivio=8 novembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091108235558/http://demo.istat.it/pop2006/index.html|urlmorto=sì}}</ref>
|-
|[[2007]]
|51.021{{formatnum:51021}}<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/pop2007/index.html|editore=ISTAT|titolo=Popolazione residente al 1º gennaio 2007|accesso=19 marzo 2011|dataarchivio=23 giugno 2013|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6Ha5QqdaP?url=http://demo.istat.it/pop2007/index.html|urlmorto=sì}}</ref>
|-
|[[2010]]
|53.447{{formatnum:53447}}<ref name="autogenerato1" />
|}
 
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===Etnie e minoranze straniere===
Al 31 dicembre 2023 i residenti stranieri erano 5.207, ovvero il 9,81% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2022&i=P03}}</ref>
All'anno [[1999]], il totale dei cittadini stranieri residenti è di 830 individui, di cui la comunità più consistente proveniente dalla [[Tunisia]] (183 individui), seguita dalle comunità maggiori provenienti da [[Marocco]] (105), [[Romania]] (73), [[Albania]] (71), [[India]] (53), [[Polonia]] (38), [[Egitto]] (26), [[Stati Uniti d'America]] (25), ex-[[Jugoslavia]] (23). I restanti 234 stranieri provengono da altri paesi<ref name="Sistan">{{cita web|url=http://www.sistan.it/strum/pie/velletri.pdf|formato=pdf|editore=ISTAT-Comune di Velletri|titolo=Velletri - L'informazione torna ai cittadini|accesso=19 marzo 2011}}</ref>.
 
Secondo i dati ISTAT<ref>[http://demo.istat.it/str2010/index.html Statistiche demografiche ISTAT<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 4.754 persone di 81 nazionalità (2.093 di 21 Stati dell'UE e 2.661 di 60 Paesi extra EU). Le dieci nazionalità maggiormente rappresentate in base alla percentuale sul totale della popolazione residente con il 4,89% è quella [[Romania|rumena]] con 2.617 unità, seguita da Albania (399), Marocco (291), Tunisia (216), India (174), Ucraina (157), Moldavia (106), Polonia (96), Cina (66), Gran Bretagna (44).
 
===Lingue e dialetti===
{{Citazione|''Cent'anni pozza campà chi dice da 'i a magnà, nun pozza campà 'n ora chi dice che n'è ora''|[[Proverbio]] in dialetto velletrano, [{{Cita web | titolo=Proverbi e modi di dire | url=http://www.webgif.com/bonfa/tuttovelletri/pagine/proverbi.asp]{{collegamento interrotto| sito=Tuttovelletri | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030816011150/http://www.webgif.com/bonfa/tuttovelletri/pagine/proverbi.asp | dataarchivio=16 agosto 2003 | urlmorto=sì }}. }}
 
L'idioma ufficiale di Velletri è ovviamente la [[lingua italiana]], mentre il suo dialetto più diffuso è il veliterno detto anche [[velletrano]]., tipico esempio di [[Dialetti italiani mediani|dialetto mediano]], questo dialetto è influenzato minormente dal [[Dialetto romanesco|romanesco]], ma è un dialetto del gruppo [[laziale centro-settentrionale]], avendo molte stesure, vocaboli ed elementi della sintassi in comune con le altre parlate delle province di Frosinone e Latina. Importante pilastro del velletrano sono state la ''[[Poesie in dialetto velletrano]]'' di [[Giovanni Battista Iachini]] ([[1884]]), prima espressione letteraria del dialetto locale, seguiti da altre opere simili, fra le quali ricordiamo le ''Poesie e canti in dialetto velletrano'' del professor Antonio Venditti ([[1979]]) e ''Velletri mia'' di Lucia Mammucari (1988). Il "velletrano", vera e propria lingua con sue regole grammaticali ben precise, poco comprensibile a chi non lo parla abitualmente, ha molti vocaboli di origine spagnola, francese ed ovviamentee latina. Tipica è la sostituzione dell'articolo il con ''"o". ''Il dizionario ''Il dialetto velletrano'' di Roberto Zaccagnini (1992) illustra la sua grammatica e vocabolario etimologico.
 
===Religione===
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* ''Festa patronale di [[Papa Clemente I|San Clemente]]''; ricorre il 23 novembre.
* ''Festa patronale di [[Madonna delle Grazie (Velletri)|Santa Maria delle Grazie]]''.
* ''La Pasquella''; si tiene il 5 gennaio: Si tratta di un canto augurale portato dalle diverse squadre di pasquellari alle famiglie veliterne, un augurio che copre la famiglia da quel momento all'avvento della pasqua.<ref>[https://www.reteitalianaculturapopolare.org/archivio-partecipato/item/3135-la-tradizione-della-pasquella-a-velletri.html Rete di cultura popolare]</ref>
* ''Palio delle Decarcie''.<ref>[http://paliodecarcie.blogspot.com/p/le-origini.html Palio Decarcie]</ref>
 
===Istituzioni, enti e associazioni===
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Velletri è, assieme a Lariano, parte del distretto H5 (che proprio in città ha sede) dell'ASL RMH.
L<nowiki>{{'</nowiki>}}''Ospedale Civile "Paolo Colombo"'' è la locale struttura sanitaria pubblica.
 
Sono presenti una struttura sanitaria privata, la ''Casa di Cura Madonna delle Grazie'', con 175 posti letto ed una [[residenza sanitaria assistenziale]] accreditata, la casa di cura ''Il Pigneto''<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/24/Anziani_sanita_Accreditate_nuove_strutture_co_0_20131124_f972615e-54d6-11e3-97e7-9f27278aa1c5.shtml Anziani e sanità Accreditate 15 nuove strutture<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> con 40 posti residenziali. Il ''San Raffaele'' nota un tempo come ''Clinica Madonna della Letizia'', anch'essa accreditata come residenza sanitaria assistenziale, dotata di pronto soccorso e 402 posti letto non è più operativa<ref>[http://www.castellinotizie.it/2012/01/04/velletri-rabbia-e-indignazione-per-la-chiusura-del-san-raffaele/ Castelli Notizie – Velletri, INDIGNAZIONE PER LA CHIUSURA DEL SAN RAFFAELE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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Nel [[1874]] venne aperta una scuola elementare di tirocinio annessa alla Reale Scuola Normale.
 
{{Citazione|''Velletri si distingue anche nel pubblico insegnamento, sì per l'istruzione e educazione della gioventù, sì per l'emulazione nelle scienze, come ancora negli istituti benefici e caritatevoli a vantaggio dei bisognosi.|''|Gaetano Moroni'', ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 238, Venezia, [[1851]].}}
 
Nell'anno scolastico [[1999]]-[[2000]], 10.090{{formatnum:10090}} ragazzi frequentavano scuole di ogni ordine e grado nel territorio di Velletri.<ref name="Sistan">{{cita web|url=http:/>/www.sistan.it/strum/pie/velletri.pdf|editore=ISTAT-Comune di Velletri|titolo=Velletri - L'informazione torna ai cittadini|accesso=19 marzo 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060511112920/http://www.sistan.it/strum/pie/velletri.pdf}}</ref>
 
;Scuole superiori
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* Una Reale Scuola Normale fu istituita a Velletri con Regio Decreto del 23 settembre [[1872]], e concepita come istituto magistrale per adempiere alla ''necessità di meglio provvedere alla formazione di buoni insegnanti per le scuole elementari maschili e femminili in provincia di Roma''<ref>R.D. 23 settembre [[1872]],
[{{cita web |url=http://www.mancinelli-falconi.it/index1.htm] |titolo=Copia archiviata |accesso=7 luglio 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.{{collegamentoarchive.org/web/20070330171034/http://www.mancinelli-falconi.it/index1.htm |dataarchivio=30 marzo 2007 interrotto}}.</ref>. Nel [[1891]] la scuola venne intitolata a Clemente Cardinali ([[1789]]-[[1839]]), archeologo e intellettuale velletrano. Stabilita la sede in prossimità della chiesa di San Lorenzo, nell'ex-convento dei [[Francescani|PP. Francescani]], la scuola venne dotata di una scuola elementare di tirocinio, di un Convitto, di un Osservatorio Sismico nel cortile, più un gabinetto di fisica, uno di scienze naturali, una biblioteca, ed un museo scolastico. La scuola, tramutata in seguito in Istituto Magistrale e dedicata a Dante Falconi<ref>Eroe della prima guerra mondiale nativo di Velletri.</ref>, è stata nel [[1999]] accorpata all{{'}}''Istituto di Istruzione Superiore "Mancinelli-Falconi"'', e gradualmente sostituita dagli indirizzi di liceo socio-psicopedagogico e liceo di scienze sociali.
 
* L'Istituto di Istruzione Superiore "Antonio Mancinelli-Dante Falconi" è frutto dell'unione tra varie istituzioni scolastiche, e offre i corsi di [[liceo classico]], liceo linguistico, [[liceo socio-psicopedagogico]] e liceo delle scienze sociali. Il liceo ha una succursale a Velletri Centro.
* Dal 1990 ha aperto i battenti il Liceo Scientifico Statale "Ascanio Landi", con il corso di [[liceo scientifico]], liceo Scientifico Informatico e Liceo Scientifico Linguistico. Il liceo ha una succursale presso un'altra scuola veliterna.
* L<nowiki>{{'</nowiki>}}Istituto Tecnico Industriale Statale "[[Giancarlo Vallauri]]" è un [[istituto tecnico]] nato nel [[1960]] come succursale dell<nowiki>{{'</nowiki>}}Istituto "[[Enrico Fermi]]" di Roma: divenuto autonomo nel [[1968]]. Offre i corsi di Istituto Tecnico e Liceo Scientifico Tecnologico.
* L<nowiki>{{'</nowiki>}}Istituto Tecnico Commerciale Professionale Statale "[[Cesare Battisti]]" è nato negli [[anni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo]].
* L<nowiki>{{'</nowiki>}}Istituto di Istruzione Superiore "[[Juana Romani]]" è una scuola con principale indirizzo artistico.
* Velletri è inoltre sede dell'Istituto Agrario nel quale alloggia anche la sede dell'Istituto per Geometri, sede distaccata è invece l'istituto di Ragioneria.
* L'"Enrico Fermi", è invece un istituto tecnico commerciale e liceo privato con scuole serali.
* L' " I.P.S.S.A.R Ugo Tognazzi" è invece un istituto alberghiero.
 
====Università====
L<nowiki>{{'</nowiki>}}Università di Velletri consisteva in una teorica istituzione concessa da secoli in favore della [[Sede suburbicaria di Ostia]], dal [[1150]] unita alla [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni|Diocesi di Velletri]]: Pertanto, visto lo spopolamento di [[Ostia (Roma)|Ostia]], il diritto all'università venne spostato a Velletri, presso il [[seminario]], dove fin dal [[1817]] si tenevano corsi umanistici che terminavano con la [[laurea]]<ref name="autogenerato3">Gaetano Moroni, ''[Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 238.</ref>.
 
Agli inizi del [[XX secolo]] scoppiò un'ardua lotta tra [[Marino (Italia)|Marino]] e Velletri per ospitare la sede distaccata della ''Facoltà di Agraria'' dell'[[Università "La Sapienza"]] di [[Roma]]; la lotta venne infine spuntata da Velletri, con grande delusione dei marinesi<ref>Giovanni Lovrovich, Franco Negroni, ''Lo vedi ecco Marino'', Marino, Tipografia Santa Lucia, 1984.</ref>. La sede, tuttavia, venne in seguito chiusa.
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A Velletri ha sede la ''Facoltà di Agraria'' dell'[[Università della Tuscia]] di [[Viterbo]] con le specializzazioni in Viticoltura, Enologia, Tecniche alimentari.
 
Sempre a livello universitario, in città ha sede l'Università della Terza Età, aperta a tutti gli over 65. È una delle sedi del polo laziale insieme a quelle di AricciaRoma, Frosinone, Cassino,Ariccia Romae Cassino.
 
=====Seminari=====
Il [[seminario]] vescovile venne fondato una prima volta nel [[1570]] dal [[cardinale vescovo]] [[Giovanni Girolamo Morone]], tuttavia per carenza di rendite venne chiuso pochi anni dopo. Il cardinale vescovo [[Alfonso Gesualdo]] nel [[1592]] provò a riaprire il seminario, riuscendo stavolta a trovare le rendite con difficoltà. La Comunità di Velletri manteneva due posti al seminario a sue spese, uno per un nobile, l'altro per un popolano; attorno al [[1860]] la popolazione scolastica del seminario era di una ventina di seminaristi, più una cinquantina di convittori<ref name="autogenerato3" />.
 
Gli studenti del seminario venivano istruiti in ''grammatica inferiore, grammatica superiore, umanità, retorica, filosofia, teologia dogmatica, morale, storia ecclesiastica e storia sacra, canto fermo''.
Nel [[1601]] la Sacra Congregazione del Concilio concesse al [[cardinale vescovo]] [[Alfonso Gesualdo]] il seguente privilegio per il seminario della sua [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni|sede vescovile di Velletri]]:
{{Citazione|''Ut qui in collegio illo per triennium studuerit, habeat privilegia data ipsis universitatibus.''|}}
Così in forza di ciò il cardinale vescovo [[Alessandro Mattei]] ([[1814]]-[[1820]]) ottenne in seguito da [[papa Pio VII]] l'autorizzazione ad aprire nel seminario veliterno corsi di [[filosofia]] e [[teologia]] che dessero la laurea ai seminaristi: tuttavia questo privilegio venne abrogato da [[papa Leone XII]].
 
Nel [[1967]], dopo lo smembramento della [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni|Diocesi di Velletri]] in favore della nuova Diocesi di Latina, il seminario venne chiuso, suscitando grande delusione nell'ambiente ecclesiastico veliterno. In seguito, il seminario è stato ricostituito con sede in località Colle dell'Acero.
 
====Musei====
* [[Museo civico archeologico Oreste Nardini]]; il Museo, riaperto da alcuni anni dopo una serie di restauri ed interventi sulla struttura, accoglie alcune opere considerevoli, come il famoso ''sarcofago di Velletri'' o ''Sarcofago delle Fatiche di Ercole''. Fin dal [[XVII secolo]] umanisti e prelati si cimentarono nel raccogliere antichità che affioravano nel territorio di Velletri, dando vita così al ''[[Stefano Borgia#Museo Borgiano|Museo Borgiano]]'', alla ''Collezione Ginnetti'', al ''Museo Diocesano'', che in buona parte sono poi confluite nel Museo Civico Archeologico inaugurato nel [[1920]] dall'ingegner Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi di Velletri. I reperti che poi comporranno il Museo furono visti anche da [[Johann Wolfgang von Goethe]], il quale ne decantò la bellezza nel suo libro ''Italienische Reise'' ''(Viaggio in Italia)''. Buona parte delle opere più pregevoli, come la ''Pallade di Velletri'' conservata al [[Louvre]] di [[Parigi]], sono lontane da Velletri.
 
Fin dal [[XVII secolo]] umanisti e prelati si cimentarono nel raccogliere antichità che affioravano nel territorio di Velletri, dando vita così al ''[[Stefano Borgia#Museo Borgiano|Museo Borgiano]]'', alla ''Collezione Ginnetti'', al ''Museo Diocesano'', che in buona parte sono poi confluite nel Museo Civico Archeologico inaugurato nel [[1920]] dall'ingegner Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi di Velletri. I reperti che poi comporranno il Museo furono visti anche da [[Johann Wolfgang von Goethe]], il quale ne decantò la bellezza nel suo libro ''Italienische Reise'' ''(Viaggio in Italia)''. {{chiarire|Oggi|quando?}} buona parte delle opere più pregevoli, come la ''Pallade di Velletri'' conservata al [[Louvre]] di [[Parigi]], sono lontane da Velletri.
 
Il museo si suddivide in due itinerari:
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::* ''Protostoria''; viene analizzata la vita dell'uomo prima della scrittura.
 
* [[Museo Diocesano di Velletri|Museo Diocesano]]; a Velletri, nel chiostro della Cattedrale, ha sede il Museo Diocesano. Raccoglie opere d'Arte di inestimabile valore, importanti soprattutto per la loro unicità. Tra queste la ''Crux Veliterna'', prezioso reliquiario dell'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] in oro filigranato e smalti; opere di [[Gentile da Fabriano]], [[Bicci di Lorenzo]], [[Antoniazzo Romano]], Giovan Battista Rositi, Francesco da Siena, Giuliano Finelli e Sebastiano Conca, nonché paramenti ed arredi liturgici. La ''Crux Veliterna'' o ''Croce Veliterna'' è una stauroteca in oro (cioè una croce contenente la reliquia di un frammento della Santa Croce), in filigrana, pietre preziose e smalti cloisonné posta su un piede di argento e bronzo dorati. Sul lato frontale vediamo un frammento di [[enkolpion]] raffigurante Cristo Crocifisso, mentre nel verso l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Agnus Dei'' è circondato dai simboli antropomorfi degli Evangelisti. La Croce, che racchiude un frammento della vera Croce, venne donata da [[Federico II di Svevia]] al [[papa Alessandro IV]] che la donò, a sua volta alla Cattedrale veliterna. L'analisi stilistica permette di supporre che la sua realizzazione sia avvenuta in ambito palermitano nella prima metà del [[XII secolo]]. La ''Madonna con Bambino'' di [[Gentile da Fabriano]] è l'unica opera rimasta dell'artista fra quelle realizzate durante il suo periodo romano (settembre [[1426]]-settembre [[1427]]) essendo andati perduti gli affreschi di San Giovanni in Laterano. Di [[Sebastiano Conca]] è la ''Madonna del Rosario'' con i Santi Domenico, Caterina da Siena e Giovanni Battista. La tela è opera del famoso pittore nato a [[Gaeta]], ma formatosi a [[Napoli]] alla scuola del Solimena e operoso a Roma nella prima metà del [[XVIII secolo|Settecento]]. Il dipinto venne realizzato su commissione della famiglia veliterna Fiscari e posto nella Cappella del Rosario della Cattedrale per ordine del cardinale Tommaso Ruffo vescovo di Velletri. Il dipinto benché risponda a delle istanze prettamente devozionali, è di grande levatura pittorica e costituisce uno dei pezzi più importanti della collezione del Museo. Il Museo è privo di barriere architettoniche. Inoltre è presente una Sala Mostre dove si tengono esposizioni temporanee.
* Museo delle Religioni (via Ettore Novelli);{{senza fonte}}
* Museo di Geopaleontologia e preistoria dei Colli Albani;<ref>{{Cita web|url=https://www.velletrimusei.it/it/museo-geopaleontologico|titolo=Museo geopaleontologico|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
*Museo di Geopaleontologia
* Casa museo Ugo Tognazzi;<ref>{{Cita web|url=https://www.visitcastelliromani.it/guida/la-tognazza-casa-museo/|titolo=Casa Museo Ugo Tognazzi|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
*Museo delle Decarcie "Nicola Ferri"
* Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola<ref>{{Cita web|url=https://fondmagnimirisola.blogspot.com/|titolo=Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola|accesso=1º agosto 2024}}</ref>
 
===Media===
====Radio====
Dal [[1976]] è stata attiva la rete radiofonica Radio Delta Velletri Stereo sulla frequenza 103.3&nbsp;MHz, che ha cessato di trasmettere il 31 ottobre 2015. Un'altra stazione, chiamata Radio Mania, emittente radiofonica veliterna che trasmette sulla frequenza 88.2&nbsp;MHz dal 1995. Le radio locali si occupano di politica, cronaca, spettacolo, sport, musica con programmi di varietà e finestre sulla quotidianità veliterna.A Velletri risulta molto seguita anche Radio Antenne Erreci storica emittente con sede a Cisterna di Latina sulla frequenza 97.300,
 
====Stampa====
Il primo giornale stabile pubblicato a Velletri è stato il ''Bullettino di Velletri e del Lazio'', risalente al [[1870]]. In seguito, è stato il turno de: ''Il Censore'' ([[1878]]-[[1879]]), ''La Falce'', quindicinale pubblicato a Velletri e [[Frosinone]] tra il [[1881]] ed il [[1886]], ''L'Avvenire del Lazio'', quotidiano di [[Albano Laziale|Albano]], [[Frascati]] e Velletri uscito tra il 1881 ed il [[1888]], ''Il Nuovo Censore'', settimanale edito tra il [[1882]] ed il [[1915]], ''La Gazzetta di Velletri'' ([[1884]]), ''Camicia Rossa'' (a frequenza irregolare tra il [[1884]] ed il [[1887]]), ''La Sfinge Volsca'', mensile di [[enigmistica]] pubblicato nel decennio [[1890]]-[[1900]], ''La Favilla'' ([[1897]]-[[1913]]), ''L'incubo'' ([[1905]]-[[1907]]), ''In Alto!'' ([[1908]]), ''Abbattiamo per riedificare'', quindicinale socialista del [[Lazio]] edito tra il [[1908]] ed il [[1909]], il settimanale ''La Democrazia'' ([[1910]]-[[1911]]), ''Il Fargo'' ([[1912]]), ''Lo studente'' ([[1913]]), ''Il lavoratore'' ([[1913]]-[[1914]]), ''Velester'' ([[1929]]-[[1930]]), ''L'Araldo'' ([[1961]]), ''La Torre''" (fondato nel 1969 e tornato in edicola nel 2020), le"Velletri cuiOggi" (pubblicazioni sonosospese statenel 2018), "Informa Oggi" (pubblicazioni sospese nel 20142020), "''Eolo"'' (1999-2001), "''Milleluci"'' (pubblicazioni sospese nel 2012), ''Il Cittadino'' (pubblicazioni sospese nel 2016), ''L'Artemisio'' (settimanale, nelle edicole dal 2001). Proprio a Velletri, nel 2011, è stato fondato il quotidiano telematico, dal 2016 anche cartaceo, Oggi'',Castelli Notizie''L<ref>{{cita web|url=http://www.castellinotizie.it|titolo=Castelli notizie |lingua= |data= |accesso= }}</ref>. Dal 2013 è operativo il quotidiano on line 'Artemisio'Velletri Life Giornale'', che riprende in veste telematica e giornaliera il vecchio mensile cartaceo edito negli anni Duemila.
 
====CinemaRadio====
Dal 1976 è stata attiva la rete radiofonica Radio Delta Velletri Stereo sulla frequenza 103,3&nbsp;MHz, che ha cessato di trasmettere il 31 ottobre 2015. Un'altra stazione, chiamata Radio Mania, emittente radiofonica veliterna che trasmette sulla frequenza 100,7&nbsp;MHz dal 1995.
Velletri ha una ben radicata tradizione cinematografica. Oltre ad alcuni studi di produzione installati in città agli inizi del [[XX secolo]], è sempre esistita in città almeno una sala cinematografica.
 
Proprio agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], in città nacquero gli stabilimenti cinematografici ''Helios Film''. Il primo film uscito da questi stabilimenti è stato del [[1911]], col titolo ''L'Inferno'', basato sull'inferno dantesco: film muto, in [[bianco e nero]], della durata di 15', è stato girato interamente nelle campagne di Velletri e presso il [[lago di Giulianello]], sotto [[Cori]]. Recentemente è stato rinvenuto nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato nel ''I festival del cinema dei Castelli Romani'' a [[Ciampino]]. La ''Helios'' perse per questo film una causa con la ''Milano Films'', autrice di un altro ''Inferno'' praticamente coevo di questo, che viene considerato il primo [[lungometraggio]] della storia del [[cinema italiano]].
 
Esiste una sala cinematografica: il ''multisala "Augustus"'', quattro sale per un totale di 860 posti con accesso per disabili ed aria condizionata. Lo storico Cinema "Fiamma" è stato invece chiuso per lavori di ristrutturazione.
 
Una commedia cinematografica del [[1974]] tratta di un ipotetico ''[[Fra' Tazio da Velletri]]'', per la regia di Romano Gastaldi (con nome d'arte Romano Scandariato) e la partecipazione di [[Remo Capitani]], [[Glauco Onorato]], Christa Linder, Margaret Rose Keil.
 
===Arte===
;Letteratura
Nel [[XVII secolo]] iniziarono a sorgere diverse accademie letterarie, fondate da eruditi e umanisti, che si riunivano nelle sale di qualche palazzo nobiliare. Vennero fondate l<nowiki>'</nowiki>''Accademia degli Affaticati'', quella ''degli Erranti'', ''degli Estinti'', ''dei Gonfiatori'', ''dei Riaccesi'', ''dei Sollevati'', e ''degli Innominati''<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 244.</ref>. Particolare era poi l<nowiki>'</nowiki>''Accademia degli Incogniti'', che si riuniva nei locali del [[seminario]] vescovile.
 
Nel [[1755]] Clemente Erminio Borgia e Domenico Antonio Cardinali, entrambi velletrani, fondarono la ''Società letteraria Volsca Veliterna'' . Gli ''Atti'' di questa ''Società'', editi alcuni anni dopo la fondazione, sono conservati nel ''fondo Antico'' della Biblioteca "Oreste Nardini" e rappresentano un'importante fonte storica e letteraria su Velletri.
 
Un'importante opera di letteratura dialettale velletrana è rappresentata dalle ''[[Poesie in dialetto velletrano]]'' di [[Giovanni Battista Iachini]], edite nel [[1884]].
 
Diversi storici e studiosi in varie epoche si sono dedicati a Velletri:
* ''Italia illustrata'', [[Flavio Biondo]], [[1527]];
* ''Gerarchia Cardinalizia'', Carlo Bartolomeo Piazza, [[1703]];
* ''Description of Latium'', [[Ellis Cornelia Knight]], [[1809]];
* ''Viaggio antiquario ne' dintorni de Roma'', Antonio Nibby, [[1819]];
* ''Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni de Roma'', Antonio Nibby, [[1837]];
* ''New guide of Rome and the environments'', Antonio Nibby, [[1849]];
* ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (vol. LXXXIX-XC)'', Gaetano Moroni, [[1847]];
* ''La Campagna Romana antica, medioevale e moderna (vol. II)'', Giuseppe Tomassetti, [[1910]];
 
Delle altre opere monografiche dedicate a Velletri, la più antica è il ''Theatro Istorico di Velletri Insigne città e Capo dei Volsci'', di padre [[Bonaventura Teuli]]<ref>Anche chiamato ''Theuli''.</ref> ([[1590]]-[[1670]]), ristampata nel [[1885]]; la più nota è invece l<nowiki>'</nowiki>''Istoria della Città e della Chiesa di Velletri'', del cardinale Alessandro Borgia.
 
La prima edizione del ''Theatro Istorico di Velletri'' di fra' Bonaventura Theuli è del [[1644]]. La seconda edizione venne ristampata nel [[1885]] da Cesare Bertini, libraio ed editore con sede in strada Vittorio Emanuele 99, con lo stesso titolo ma con i seguenti sottotitoli: ''Insegne città e capo dei Volsci, del Rev. Padre Fra' Bonaventura Teoli, Velletrano Dott. Teol. Francescano Conv. Opera già dedicata all'Em. e R.m Card. Geronimo Verospi, Vescovo d'Osimo.''
Reca inciso in antiporta un ritratto di fra' Bonaventura disegnato da Oreste Nardini traendo spunto da un quadro ad olio esistente nella biblioteca Comunale e inciso da I. Marelli
 
L<nowiki>'</nowiki>''Istoria della Città e della Chiesa di Velletri'' è del cardinale Alessandro Borgia, zio di [[Stefano Borgia]]. Per quanto riguarda questo autore, recentemente sono state tradotte dal latino, con testo originale a fronte, a cura di L. Bartelli, del professore M. Lozzi e di B. Pallotti, due opere importantissime: ''Sinossi del cardinale Stefano Borgia'', opera del carmelitano scalzo fra' Paolino di San Bartolomeo, e la ''De Cruce Veliterna'', minuziosa descrizione fatta dallo stesso cardinale Stefano Borgia della famosa opera di oreficeria parlermitana conservata presso il [[Museo Diocesano di Velletri]].
Queste due opere, finemente rilegate, in tre volumi, in marocchino e seta rossi, sono state dagli stessi curatori offerte pubblicamente a [[papa Benedetto XVI]] durante la sua visita alla città del 23 settembre [[2007]].
 
===Teatro===
Durante tutto il Medioevo e poi nel [[Rinascimento]], a Velletri era operativo un teatro all'aperto chiamato ''Teatro della Passione'', dalle rappresentazioni della [[Passione di Gesù|Passione di Gesù Cristo]] che vi si tenevano a [[Pasqua]]. Il Teatro venne raso al suolo nel [[1765]] perché la Confraternita del Gonfalone di San Giovanni ''in Plagis'', proprietaria del luogo, vi eresse un granaio.
{{Citazione|Questo antichissimo teatro della Venerabile Arciconfraternita di San Giovanni ''in Plagis'' nella piazza chiamata di San Giacomo verso oriente costruito per le pubbliche rappresentazione dei Misteri della Passione del Signore adibito ad area di granaio di proprietà della Confraternita.|''Avanzi del Teatro della Passione'', xilografia 70x150, da La Patria, 1894.|''Vetustissimum Hoc V. Confraternitatis S. Iohannis in Plagis Teatrum In Foro S. Iacobi Nuncupato Contra Orientem Ad Publice Representanda Dominicae Passionys Mysteria Constructum in Horreum Aere Proprio Conf.<sup>as</sup> Convertita.''|lingua=la}}
 
{{Teatro
|NomeTeatro = Teatro ''[[Ugo Tognazzi]]''
|Immagine =
|Didascalia =
|Paese = ITA
|Città = Velletri
|CittàLink =
|Indirizzo = via Filippo Turati
|CoordTitolo = no
|Tipologia = sala con platea
|Fossa = assente
|Capienza = 450
|Periodo =
|Progettista =
|Sito =
}}
 
Tuttavia, le rappresentazioni teatrali pubbliche vennero spostate nella cornice del Palazzo Comunale.
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Nel [[1850]] il Moroni<ref>''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 243.</ref> afferma che si stava costruendo un Teatro Comunale, iniziato nel [[1835]] e ai suoi tempi ancora incompiuto. Sempre il Moroni afferma che era stata appena fondata una ''Società accademica Filodrammatica'' che si esibiva nel teatro privato di palazzo Graziosi, ricostruito appositamente da Giuseppe Graziosi.
 
Molte compagnie teatrali conosciute a Velletri sono:
{{Teatro
|NomeTeatro = ''Teatro di Terra''
|Immagine =
|Didascalia =
|Paese = ITA
|Città = Velletri
|CittàLink =
|Indirizzo = via san Crispino 18, 00049 Velletri, [[Italia]]
|CoordTitolo = no
|Tipologia = sala con platea
|Fossa = assente
|Capienza = 100
|Periodo = [[1995]]
|Progettista =
|Sito = http://www.teatroditerra.it
}}
 
Velletri è dotata di quattro teatri:
* ''Teatro "Ugo Tognazzi"''; il cartellone degli spettacoli che vi si tengono è, questi anni, sempre più ricco di grandi nomi del teatro. Inaugurato da [[Gianmarco Tognazzi]] e [[Bud Spencer]], nel marzo [[2007]] è andata anche in scena un adattamento teatrale di un'opera ispirata al sonetto ''La Battaglia di Marino'' del velletrano ''Giovanni Battista Iachini'' liberamente tratta dalla poesia dello stesso poeta e messa in scena dall'Associazione Culturale " 'A matticella" (myspace.com/amatticella). Il dissesto finanziario del comune ha portato alla temporanea chiusura del teatro, riaperto il 1º gennaio 2012.
* ''Teatro di Terra''; fondato nel [[1995]] dall'associazione culturale ''Artemista'', fino ad oggi ha visto stagioni teatrali dai fervidi programmi: tra le principali rappresentazioni ''[[La locandiera (Goldoni)|La locandiera]]'' di [[Carlo Goldoni]], ''[[La coscienza di Zeno]]'' di [[Italo Svevo]], e molto altro ancora.
* ''Teatro Artemisio'': è la sala storica veliterna. Recentemente ristrutturato, è pronto ad accogliere oltre 400 spettatori. Negli anni scorsi ha ospitato il Festival Nazionale della Canzone Italiana veliterno (che si oppose a quello di Sanremo più blasonato) oltre ad una vasta di gamma di spettacoli. Il teatro, molto ampio, è vanto della città per la sua caratteristica architettura e la sua alta capienza. In alcune foto storiche si nota il doppio utilizzo come teatro e come cinema.
* ''Teatro Aurora'';
*Adiacente alla cattedrale di San Clemente, abbastanza ampio e spesso utilizzato per varie manifestazioni. La sala è munita sia di platea che di galleria.
{{Teatro
|NomeTeatro = Teatro ''Aurora''
|Immagine =
|Didascalia =
|Paese = ITA
|Città = Velletri
|CittàLink =
|Indirizzo = Piazza Clemente Micara
|CoordTitolo = no
|Tipologia = sala con platea
|Fossa = assente
|Capienza = 250
|Periodo =
|Progettista =
|Sito =
}}
 
Molte Compagnie Teatrali conosciute a Velletri sono:
* Compagnia Anim'Azione Velletrana di Sandro Natalizi
* Compagnia Teatrale 'A Matticella
* Compagnia Già e non ancora
* Gruppo 'o Stazzo
* Compagnia Teatrale Aquerò
 
Nel 2009 ha invece chiuso il più piccolo ''Teatro della Neve'', situato in vicolo della Neve e salito alla ribalta della cronaca per gli spettacoli comici tra cui quello del napoletano [[Peppe Barra]].
 
=== Cinema ===
Velletri ha una ben radicata tradizione cinematografica. Oltre ad alcuni studi di produzione installati in città agli inizi del [[XX secolo]], è sempre esistita in città almeno una sala cinematografica.
 
Proprio agli inizi del [[XX secolo|Novecento]], in città nacquero gli stabilimenti cinematografici ''Helios Film''. Il primo film uscito da questi stabilimenti è stato del [[1911]], col titolo ''L'Inferno'', basato sull'inferno dantesco: film muto, in [[bianco e nero]], della durata di 15', è stato girato interamente nelle campagne di Velletri e presso il [[lago di Giulianello]], sotto [[Cori]]. Recentemente è stato rinvenuto nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato nel ''I festival del cinema dei Castelli Romani'' a [[Ciampino]]. La ''Helios'' perse per questo film una causa con la ''Milano Films'', autrice di un altro ''Inferno'' praticamente coevo di questo, che viene considerato il primo [[lungometraggio]] della storia del [[cinema italiano]].
 
Una commedia cinematografica del [[1974]] tratta di un ipotetico ''[[Fra' Tazio da Velletri]]'', per la regia di Romano Gastaldi (con nome d'arte Romano Scandariato) e la partecipazione di [[Remo Capitani]], [[Glauco Onorato]], Christa Linder, Margaret Rose Keil.
 
===Musica===
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Agli inizi del XIX secolo era attiva a Velletri la ''Banda Musicale del Garofano Rosso'', in seguito scioltasi.
Nel XIX secolo risultano tra i direttori: [[Filippo Angelini]] (dal 1868 al 1885), Giovanni Battista Checcucci (dal 1886 al 1888), [[Agoardo Bernabei]] (dal 1891 al 1902)<ref>http://archivicomunali.lazio.beniculturali.it/ProgettoRinasco/inventarionline/html/roma/VelletriBandaM.html</ref>.
 
{{Senza fonte|Nel 1988 viene fondato il '''''Coro Ruggero Giovannelli''''' diretto dal M° Claudio Micheli. Da allorache svolge attività di divulgazione del canto corale sul territorio. Si è esibito fino ad oggi in più di 300 concerti, di cui oltre cento nella Capitale, presso sedi prestigiose come l'Arena di Verona col M° Ennio Morricone, l'Altare della Patria in Roma, i Campi Flegrei di Napoli, il Palazzo dei Congressi di Parigi, etc. Il suo repertorio spazia dalla polifonia con l'Ensemble R. Giovannelli, al grande repertorio sinfonico-corale e all'opera. Nel 2012 è stato invitato dall'amministrazione comunale ad inaugurare la riapertura del Teatro Artemisio con i Carmina Burana di C. Orff.}}
 
Protagonista dal 2006<ref>{{Cita web |url=http://www.festivaldeicastelli.it/it/la_banda-musicale_citt%C3%A0_di_velletri_Umberto_cavola_special_guest-fcr/ |titolo=Copia archiviata |accesso=27 dicembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171228171732/http://www.festivaldeicastelli.it/it/la_banda-musicale_citt%C3%A0_di_velletri_Umberto_cavola_special_guest-fcr/ |dataarchivio=28 dicembre 2017 |urlmorto=sì }}</ref> degli eventi cittadini è la ''Banda Comunale "Città di Velletri"'', sempre presente in occasione di pubbliche cerimonie.
 
===Cucina===
La cucina velletrana è fortemente influenzata sia dalla cucina romana che da quella ciociaralaziale in genere, ed i piatti principali sono: il [[carciofo]] ''alla matticella''<ref>{{Cita news|autore=Federico Boldrin|url=https://castelliromani.news/carciofi-matticella-velletri/|titolo=I carciofi alla matticella di Velletri: tra storia culinaria e benefici salutari|pubblicazione=CastelliRomani.news|data=2 maggio 2024}}</ref>; le [[pasta|fettuccine]] ''al bastone'', gli [[gnocchi]] ''alla velletrana'', la zuppa di [[cavolo|cavoli]] con [[baccalà]], la [[panzanella]] ''alla velletrana'', i polli in [[porchetta]], la zuppa di [[fagioli]] con cotiche. Il tutto è ovviamente accompagnato da vino locale, istituito a [[Denominazione di Origine Controllata]] nel [[1972]], distinguibile in varie categorie, dal [[Velletri bianco]] al [[Velletri rosso riserva]].
 
Uno ''[[chef]]'' di Velletri si occupa dei pranzi ufficiali della [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] a [[Palazzo Chigi (Roma)|Palazzo Chigi]]<ref>[http://roma.repubblica.it/dettaglio/Benito-lo-chef-di-Palazzo-Chigi-alla-sua-tavola-i-potenti-della-terra/1320765 La Repubblica 11-6-2007]</ref>.
 
===Eventi===
* Festa dell'Uva e del Vino; festività organizzata dall'[[Opera Nazionale Dopolavoro|OND]] a partire dal 28 settembre [[1938]], data della ''I Festa Nazionale dell'Uva e del Vino'', per esaltare le qualità del [[vino]] della zona di Velletri; organizzata dal Comune si svolge, solitamente, la terza domenica di settembre.
* Carnevale Popolare Veliterno; la manifestazione si contraddistingue per il suo carattere popolare e si svolge ogni anno con quattro sfilate di carri allegorici e una festa per i bambini; evento organizzato dal Comune veliterno con il contributo dei carristi locali.
* Festa delle Camelie; le [[camelia|camelie]], la manifestazione è legata alla ricca presenza di piante di camelie che crescono nelle campagne velletrane, si festeggiano dal [[1994]] nel mese di marzo (organizzata dal Comune veliterno).
* Festa del Carciofo alla Matticella; si svolge solitamente a maggio ma nel 2014 e nel 2015 non si è svolta.
* Estate Veliterna: rassegna di eventi culturali, cinematografici, musicali e folcloristici. Ogni anno viene stilato un calendario che copre tutto l'arco dei tre mesi estivi.
 
==Geografia antropica==
===Urbanistica===
{{Citazione|''Moltissime sono le città, che col volger de' secoli hanno in tutto, e almeno in parte cambiato l'antico sito; non però Velletri, che sempre dalla sua antichissima origine ha occupato i medesimo colli su cui tuttora esiste.''|Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 213-214.}}
[[File:Velletri - Via Appia - Via Roma.JPG|thumb|upright|La Via Appia in entrata da nord, in questo tratto chiamata Viale Roma]]
[[File:Velletri - corso della Repubblica.JPG|thumb|Corso della Repubblica, principale arteria cittadina.]]
[[File:Velletri - fontana piazza Mazzini.JPG|thumb|Piazza Mazzini]]
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===Suddivisioni storiche===
====Decarcie====
Velletri fin dal periodo medioevale è stata suddivisa in cinque ''decarcìe'' (singolare ''decarcìa''), zone equivalenti ai rioni. L'origine del nome decarcia è plausibilmente legata al greco {{Polytoniclang|grc|δεκα}} (''deka'', "dieci") e {{Polytoniclang|grc|αρχια}} (''arkia'', "potere"), quindi "potere dei dieci"<ref>Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 413.</ref>.
 
Le decarcie sono in numero di sei:
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====Contrade====
La nuova toponomastica comunale estesa a tutto il territorio comunale, ha sostituito nei documenti ufficiali la dicitura di ''contrada'' ma nella cultura popolare, dopo secoli di uso, esse sono ancora ben radicate ad indicare le aree rurali del territorio velletrano: le contrade di Velletri sono più di cento. Potrebbero essere paragonate alle frazioni o alle località di alcuni comuni, ma si trovano in un paesaggio di campagna e distaccato dal centro. Le contrade fanno da cornice al centro cittadino e sono sparse per tutto il territorio comunale. In molte di esse non vi è alcun servizio, mentre in altre vi sono supermercati, centri sportivi, vivai, scuole elementari. I nomi sono dovuti ad antiche leggende o a soprannomi dei vari colli sulle quali sorgono. Quasi tutte sono servite dalle autolinee comunali. Sono in genere composte da una strada principale che prende il nome dalla contrada in cui si trova e da numerose viuzze secondarie spesso senza uscita. Nelle contrade vi sono numerosi villini. Esse sono 90:
{{Colonne}}
* Acqua Lucia
* Acqua PalombaLucia
* Acqua Palomba
* Acquavivola
* Acquavivola
* Arcioni
* Arcioni
* Aria Fina
* Aria Fina
* Campetto Macellari
* Campetto Macellari
* Capanna Murata
* Capanna Murata
* Capitancelli
* Capitancelli
* Carbonara
* Carbonara
* Carciano
* Carciano
* Casale
* Casale
* Castel Ginnetti
* Castagnoli
* Ceppeta
* Cigliolo
* Cinque Archi
* Colle Barberetti
* Colle Calcagno
* Colle Caldara
* Colle Catalini
* Colle Cicerchia
* Colle dei Marmi
* Colle d'Oro
* Colle Formica
* Colle Gallinelli
* Colle Giorgi
* Colle Ionci
* Colle Noce
* Colle Ospedale
* Colle Ottone
{{Colonne spezza}}
* Colle Perino
* Colle PetronePerino
* Colle PiomboPetrone
* Colle PipinoPiombo
* Colle RossoPipino
* Colle SalviaRosso
* Colle Salvia
* Colle San Clemente
* Colle San FrancescoClemente
* Colle San GiovanniFrancesco
* Colle SantaSan MariaGiovanni
* Colle ScaranoSanta Maria
* Colle StringaScarano
* Colle ZioniStringa
* Colle Zioni
* Colonnella
* Colonnella
* Comune
* Comune
* Crocefissi
* Crocefissi
* Faiola
* Faiola
* Fienili
* Fienili
* Fiume
* Fiume
* Fossatello
* Fossatello
* Giannettola
* Giannettola
* La Chiusa
* La ParataChiusa
* La PilaraParata
* La Pilara
* Lazzaria
* Lazzaria
* Le Corti
* Le FornaciCorti
* Le MoleFornaci
* Le Mole
* Lupacchiotti
* Lupacchiotti
* Madonna degli Angeli
* Madonna degli Angeli
* Malatesta
{{Colonne spezza}}
* Mercatora
* Malatesta
* Monaci
* Mercatora
* Morice
* Monaci
* Muracce
* Morice
* Paganico
* Muracce
* Papazzano
* Paganico
* Peschio
* Papazzano
* Piazza di Mario
* Peschio
* Poggi d'Oro
* Ponte Piazza di MeleMario
* Poggi d'Oro
* Pozzetti
* Prato Ponte di MaggioMele
* Pozzetti
* Pratolungo
* Prato di Maggio
* Pratone
* Pratolungo
* Ponte Massorano
* Pratone
* Pratolungo
* Ponte Massorano
* Retarola
* Pratolungo
* Rioli
* Retarola
* Sant'Eurosia
* Rioli
* San Pietro
* Sant'Eurosia
* Santirecchia
* San Pietro
* Santo Tomao
* Santirecchia
* Selvanova
* Santo Tomao
* Soleluna
* Selvanova
* Spirito Santo
* Soleluna
* Tevola
* Spirito Santo
* Troncavia
* Tevola
* Ulica
* Troncavia
* Vascucce
* Ulica
 
* Vascucce
{{EndMultiCol}}
{{Colonne fine}}
 
==Economia==
===Agricoltura===
{{Vedi anche|Velletri bianco|Velletri bianco superiore|Velletri rosso|Velletri rosso riserva}}
 
{{Citazione|''L'industria della massa del popolo veliterno è la coltivazione delle vigne e de' campi, il che forma tutta la ricchezza della città.''|Gaetano Moroni, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri'', vol. LXXXIX p. 253.}}
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Nel XIX secolo l'industria veliterna consisteva in una ''ricca ed eccellente fabbrica di [[cera]]'', una fabbrica di [[sapone]], cinque speziarie, alcuni droghieri e mercanti di panni, nove mulini da [[olio di oliva|olio]], e un opificio a vapore per il [[Triticum|grano]].
 
Il settore industriale è piuttosto vivace e l'area industriale ed artigianale si concentra lungo la via Appia Nuova, principale arteria di collegamento con le grandi industrie dell'[[Agro Pontino]]. L'effettiva zona industriale però si trova in Contrada Lazzaria, sede del Carcerecarcere e della discarica comunale, e consta di svariati impianti al confine con la provincia di Latina. Tra le attività artigianali più diffuse e rinomate vi sono l'arte della [[ceramica]] e della [[Ceramica#Le_terrecotteLe terrecotte|terracotta]].<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=19}}</ref>
 
===Servizi===
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Nel [[1885]] nacque la prima banca velletrana, la ''Cassa di Risparmio di Velletri''; nel [[1895]] venne invece costituita la ''Banca Cooperativa Commerciale-Agricola di Velletri'', e nel [[1903]] la ''Banca Cooperativa Pio X''.
 
Velletri è sede della [[Banca Popolare del Lazio]], una Societàsocietà cooperativa per azioni che ha filiali in tutta la regione.
 
Fin da tempo immemorabile si celebra la fiera in occasione della festa patronale di [[Papa Clemente I|san Clemente]], che nel [[XIX secolo]] durava dal 23 novembre al 2 dicembre; anticamente, si celebravano anche altre due fiere: una dal 15 al 23 agosto e una dal primo lunedì di maggio a dieci giorni a venire<ref name="autogenerato2" />.
 
Mentre in tempi antichi il giorno di mercato franco era il [[sabato]]<ref name="autogenerato2" />, il mercato settimanale si tiene di [[giovedì]] nel quartiere San Biagio. Il mercato dell'usato è invece situato, sempre di giovedì, nell'area adiacente al Parco Muratori.
 
L'11 maggio [[2003]] è stato inaugurato il nuovo ''Mercato Ortofrutticolo di Velletri'', dotato di 44 banchi su un'area di 1.800 m<sup>2</sup>. È costato 950.000 euro con i contributi della [[provincia di Roma]] e del Comunecomune di Velletri<ref>{{cita web|url=http://www.cronachecittadine.it/ArchivioCC/298int/Pagina10.pdf|formato=pdf|editore=Cronache cittadine|titolo=Inaugurato a Velletri il nuovo mercato|data=11 maggio 2003|accesso=19 marzo 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050124061007/http://www.cronachecittadine.it/ArchivioCC/298int/Pagina10.pdf|dataarchivio=24 gennaio 2005}}</ref>.
 
===Turismo===
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===Gemellaggi===
Da oltre sessant'anni Velletri è gemellata con<ref>{{cita web|url=http://www.comune.velletri.rm.it/pagina35_cittpagina1535_citt-gemellate.html|titolo=Elenco e link delle città gemellate con il Comune di Velletri|editoresito=Sito web istituzionale del Comune di Velletri.velletri.rm.it|accesso=19 marzo 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006152150/http://www.comune.velletri.rm.it/pagina1535_citt-gemellate.html|dataarchivio=6 ottobre 2013|urlmorto=sì}}</ref>:
* {{Gemellaggio|Lussemburgo|Esch-sur-Alzette}}
* {{Gemellaggio|Francia|Puteaux}}
* {{Gemellaggio|Austria|Mödling}}
* {{Gemellaggio|Germania|Offenbach am Main}}
* {{Gemellaggio|Serbia|Zemun}}
* {{Gemellaggio|Ungheria|Kőszeg}}
* {{Gemellaggio|Repubblica Ceca|Vsetín}}
 
==Sport==
===Atletica leggera===
{{F|centri abitati del Lazio|arg2=sport|marzo 2014|}}
*''ASD Atletica Velletri''.<ref name=Atl>[http://www.fidal.it/mappa.php?regione=LAZ La società sul sito della Fidal (funzione cerca sulla mappa)]</ref>
*''Giovanni Scavo Velletri''.<ref name=Atl />
*''Amatori Top Runners Castelli Romani''.<ref name=Atl />
 
===Calcio===
{{vedi anche|VJS Velletri}}
La VJS Velletri, società fondata nel 1955, con colori sociali rosso-nero giunse fino alla Serie D nel 1978, arrivando negli anni successivi, ripetutamente ad un passo dalla promozione in serie C. Milita nel 20112024-1225 nel Campionato di Promozione.
 
Altra formazione veliterna è la "SPQV Velletri Calcio" nata nel 2020 dalla fusione delle 4 principali società di calcio a Velletri, nella stagione 2024-25 partecipa al campionato di Prima Categoria.
Altra formazione veliterna è la "ASD Vittorio Recine Velletri" ex AC Velletri, con colori sociali nero-azzurri che milita nel campionato di Seconda Categoria. Ha rilevato il titolo lasciato vacante dalla società Nuova Velletri che ha a sua volta operato una fusione con la VJS Velletri. Il nuovo nome oggi è "Sporting Velletri ASD", con colori sociali bianco-azzurri, militante nel campionato di seconda categoria e con un forte settore giovanile.<ref>[http://www.sportingvelletri.it]</ref>
 
Ci sono anche due società di livello minore: Il rayo velletrano che milita in seconda categoria e lo Sparta Velletri che milita in terza categoria.
È presente una squadra di Calcio femminile militante in Serie C oltre a due società sportive di calcio a 5, una delle quali ha militato anche in serie B nazionale prima di retrocedere in terza serie.
 
Sono presenti anche quattro società sportive di calcio a 5
===Pallavolo===
 
L<nowiki>'</nowiki>AS Pallavolo Velletri, è un'associazione sportiva che pratica da 45 anni attività a livello nazionale. Fondata nel 1963, la squadra maschile dopo avere militato per tanti anni nella serie B nazionale, oggi milita in [[Serie C (pallavolo maschile)|Serie C]].
'''Calcio a 5'''
* A.S.D. Technology C5, fondata nel 2018, vanta due promozioni di fila. Vincitrice del campionato Serie D nel 2018/2019 e 3' classificata nel campionato Serie C2 nel 2019/2020. Nella stagione 2023-24 ha vinto il campionato di Serie B, nella stagione 2024-25 giocherà in [[Serie A2 (calcio a 5)|Serie A2]]
* Atletico Velletri che milita nel campionato di [[Serie C2 (calcio a 5)|Serie C2]]
* FC Blaugrana milita nel campionato di [[Serie C2 (calcio a 5)|Serie C2]]
* Olympia Velletri che milita in [[Serie D (calcio a 5)|Serie D]]
 
===Pallacanestro===
* ''Virtus Velletri'' che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di [[Serie C regionale|Serie C Silver]].<ref name="fip.it">[http://www.fip.it/risultati.aspx?com=RLA&IDRegione=LA&IDProvincia=RM Il campionato regionale sul sito della FIP]</ref>
L<nowiki>'</nowiki>ASD Virtus Velletri e A.S. Velester, militanti in [[Serie C2 (Pallacanestro)|Serie C2]], si applicano per promuovere la pallacanestro a velletri, e a far praticare ai ragazzi e ai giovanissimi del territorio questa disciplina sportiva.
* ''A.S. Velester'' che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di [[Promozione (pallacanestro maschile)|Promozione]].<ref name="fip.it"/>
 
===Pallanuoto===
{{vedi anche|F&D H2O}}A Velletri ha sede l'F&D H2O Velletri, squadra di pallanuoto femminile militante in Serie A1.
Per quanto riguarda la pallanuoto maschile ha sede l’Aquademia A.S.D.
La prima squadra maschile milita in serie B.
 
===Pallavolo===
* ''ASD Pallavolo Velletri'', fondata nel 1963, che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di [[Serie C (pallavolo maschile)|Serie C]].<ref>{{cita web|url=https://fipavonline.it/main/gare_girone/28758/1|titolo=Il campionato sul sito Federvolley Comitato regionale Lazio |lingua= |data= |accesso= }}</ref>
 
===Atletica Tennistavolo ===
Il tennistavolo a Velletri esiste fin dagli anni ’70. L’attuale ''ASD Vigor Velletri'' è stata fondata nel 1990, anno in cui è partita dalla Serie D. Dagli anni 2000 la prima squadra ha militato fra la C1 e la C2. Nellastagion e 2024/2025 la formazione principale parteciperà al campionato di Serie C2.<ref>{{Cita web|url=https://www.fitet.org/news/attivita-nazionale/14683-vigor-velletri,-maestro-nella-promozione,-ma-fatica-ad-ampliare-il-vivaio.html|titolo=Vigor Velletri, maestro nella promozione, ma fatica ad ampliare il vivaio|autore=Roberto Levi|sito=www.fitet.org|accesso=2024-09-22}}</ref>
Presenti le associazioni di atletica leggera Atletica Roma Sud e Atletica Giovanni Scavo. Di prestigio è il [[Meeting Internazionale Città di Velletri]]. Giunto nel 2010 alla sua nona edizione, ha visto moltissimi nomi di lusso scendere in pista tra cui [[Andrew Howe]], [[Libania Grenot]], [[Oscar Pistorius]]. La manifestazione, in un'unica giornata, si tiene allo Stadio Comunale Giovanni Scavo che diventa per un giorno impianto internazionale e cittadella dell'atletica.
 
===Impianti sportivi===
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==Note==
{{<references|2}}/>
 
==Bibliografia==
* [[Giovanni Battista Iachini]], ''[[Poesie in dialetto velletrano]]'', Edizioni Scorpius, Velletri [[1884]].
{{Vedi anche|Bibliografia sui Castelli Romani}}
* Antonio Venditti, ''Velester, Velitrae, Velletri: Storia di una città millenaria'', Editrici Vela
* Ferdando De Mei, ''La meravigliosa storia di Velletri''
* Marcello di Falco, ''Velletri storia di una città Ferrigna e piantagrane''
* Renato Mammuccari, ''Velletri e le sue stampe'', Velletri, Edizioni ''"Tra 8 & 9"'', 1980.
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Velletri|wikt=Velletri}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.velletri.rm.it/museocivico/home.htm|Museo Civico Archeologico di Velletri}}
* {{cita web|http://www.comuni-italiani.it/058/111|Scheda di Velletri su Comuni-Italiani.it}}
* {{cita web | 1 = http://www.intornoaroma.it/articoli/3/velletri/ | 2 = Informazioni su Velletri e tutta la Provinciaprovincia di Roma | accesso = 28 giugno 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090911085304/http://www.intornoaroma.it/articoli/3/velletri/ | dataarchivio = 11 settembre 2009 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.laspinosavelletri.blogspot.com|Informazioni sull'Ambiente nel territorio di Velletri}}
* {{cita web|http://www.velletri-univercarnevale.it|Università del Carnevale, Associazione Culturale Veliterna}}
* {{cita web|http://www.prolocodivelletri.it|sito della Pro Loco Punto di Informazione Turistica Piazza Garibaldi chiosco verde}}
* {{cita web|http://www.sbandieratorivelletri.it|Sito ufficiale dell'Associazione Sbandieratori e Musici di Velletri}}
* {{cita web|http://www.u-space.it/velletri/|il sito ufficiale del progetto Velletri: Park e Bus in Centro finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare}}
 
{{Velletri}}
{{Città romane della Regio I Latium et Campania}}
{{Parco dei Castelli Romani}}
{{ProvinciaComuni della città metropolitana di Roma Capitale}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Velletri| ]]