Tito Romilio Roco Vaticano: differenze tra le versioni
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| Riga 14: | dinastia        = | Gens            = [[Gens Romilia]] | data di nascita = [[490 a.C.]] circa | luogo di nascita= | data di morte   = dopo il [[451 a.C.]] | luogo di morte  = | decemvirato = [[451 a.C.]] | consolato       = [[455 a.C.]] {{Bio |Nome = Tito Riga 33: |GiornoMeseMorte =  |AnnoMorte = dopo il [[451 a.C.]] |Epoca = -400 |Attività = politico |Attività2 = militare |Nazionalità = romano |FineIncipit = fu un politico della [[Repubblica romana]] }} Apparteneva alla [[patrizio (storia romana)|patrizia]] ''[[gens Romilia]]'', e sia suo padre che suo nonno si chiamavano Tito, secondo quanto riportato dai ''[[Fasti consolari]]''. == Biografia == Fu eletto [[console (storia romana)|console]] assieme a [[Gaio Veturio Cicurino]] nel [[455 a.C.]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], Libro X, 33.</ref>. Riga 46 ⟶ 47: Il consolato iniziò con il forte dissenso tra i Consoli e i Tribuni della plebe, sulla necessità di procedere alla leva militare, sostenendo i tribuni, che si trattasse dell'usuale manovra per non portare a votazione la distribuzione delle terre pubbliche. Alla fine sembrò che i plebei riuscissero a portare la legge a votazione, ma i Patrizi vi si opposero, anche fisicamente, impedendo che si formassero le tribù per le votazioni, od ostacolando l'attività di quanti erano addetti alle votazioni. Si arrivò anche alla citazione in giudizio dei più facinorosi tra gli oppositori dei patrizi, che però, condannati a pene pecuniarie, furono rifusi dagli altri componenti della propria classe. Il tentativo di portare la legge in votazione, fu però definitivamente stroncato dalla notizia delle razzie portarta dagli Equi a danno dalla città alleata di [[Tusculum]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], Libro X, 33-43.</ref>. I Tuscolani chiesero l'aiuto dei Romani contro le incursioni degli [[Equi]], che i due consoli affrontarono e sconfissero in battaglia nei pressi del [[monte Algido]]. Romilio e Cicurino decisero di vendere il bottino per rimpinguare le vuote casse dell'[[erario]], ma così facendo si inimicarono i [[plebei]], che costituivano la gran parte dell'esercito, e che avevano sperato di spartirsi quel bottino<ref name="ReferenceA">[[Tito Livio]], [[Ab Urbe Condita Libri]], Libro III, 2, 31.</ref>. L'anno dopo, nel [[454 a.C.]], convocato in giudizio dal [[tribuno della plebe]] [[Gaio Calvo Cicerone]], con l'accusa di aver illecitamente impedito che il bottino fosse diviso tra i soldati, e riconosciuto colpevole, venne condannato a pagare una pesante multa di 10.000 assi di bronzo<ref Nel [[451 a.C.]] fece parte del [[Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (451 a.C.)|primo decemvirato]], che elaborò le Leggi delle X tavole, completate dal successivo decemvirato, che emise le [[Leggi delle XII tavole]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe Condita Libri]]'', III, 31-33.</ref>. == Note ==▼ == Bibliografia == Riga 59 ⟶ 63: * [[Consoli repubblicani romani]] * [[Gens Romilia]] ▲== Note == ▲{{references}} {{Box successione Riga 74 ⟶ 75: |successivo2 = [[Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (450 a.C.)|Secondo decemvirato (450 – 449 a.C.)]] }} {{Portale|Antica Roma|biografie}} | |||