Rapporto Sangiorgi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
(26 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Sicilian mafia 1901 maxi trial.jpg|thumb|Disegno relativo al processo ai presunti mafiosi fatti arrestare dal questore Sangiorgi, pubblicato sul quotidiano ''[[L'Ora]]'' (maggio [[1901]]).]]
Il '''Rapportorapporto Sangiorgi''' è il nome con il quale è ricordato l'insieme dei resoconti sulla [[mafia in Italia|mafia]] realizzatiin [[Sicilia]] realizzato dal [[Questore (ordinamento italiano)|questore]] di [[Palermo]] [[Ermanno Sangiorgi]] e inviatiinviato al [[ministero dell'Interno]]. È composto di 31 rapportiresoconti per un totale di 485 pagine manoscritte, stese tra il novembre [[1898]] e il febbraio 1900<ref>Salvatore Lupo, ''Storia della mafia'', Donzelli, 2004, pag. 136.</ref>.
 
Il rapporto contiene il primo quadro completo delladell'epoca di ''[[Cosa Nostra|mafia siciliana]]'' che sia stato delineato ed è il primo documento ufficiale che definisce la mafia come un'organizzazione criminale fondata su un giuramento, la cui attività principale è il "[[Pizzo (mafia)|racket della protezione]]".<ref>John Dickie, ''Cosa Nostra'', Laterza, 2005, pag. 93.</ref>
 
==L'arrivo a Palermo==
Il rapporto contiene il primo quadro completo della [[Cosa Nostra|mafia siciliana]] che sia stato delineato ed è il primo documento ufficiale che definisce la mafia come un'organizzazione criminale fondata su un giuramento, la cui attività principale è il "[[Pizzo (mafia)|racket della protezione]]".<ref>John Dickie, ''Cosa Nostra'', Laterza, 2005, pag. 93.</ref>
Di origini [[Romagna|romagnole]]<ref>Ermanno Sangiorgi fu battezzato a Riolo ([[Diocesi di Imola]], [[Legazione di Ravenna]]), oggi [[Riolo Terme]], il 6 aprile [[1840]] come Ermanno Carlo Gaspare Sangiorgi di Sante Sangiorgi e Clotilde Costa. Morì a Napoli il 3 novembre [[1908]] nella sua casa in Piazza Ascensione 21.</ref>, Sangiorgi, che aveva iniziato la carriera giovanissimo nella polizia pontificia, arrivò a [[Palermo]] nell'agosto del [[1898]], dopo aver prestato servizio anche in altre città [[sicilia]]ne ed aver conseguito numerosidiversi successi contro le cosche della costa sud-occidentale (un esempio su tutti, nel 1883, la "[[Fratellanza di Favara]]" nell'agrigentino).
 
Quando il nuovo questore tornò a [[Palermo]], vi era già stato dal 1875 al 1877 come ispettore nel mandamento Castel-Molo, era in corso una guerra di mafia iniziata due anni prima, nel 1896. Insieme a lui arrivò anche un nuovo prefetto, [[Francesco De Seta]].
==L'indagine==
Di origini [[Romagna|romagnole]]<ref>Ermanno Sangiorgi fu battezzato a Riolo ([[Diocesi di Imola]], [[Legazione di Ravenna]]), oggi [[Riolo Terme]], il 6 aprile [[1840]] come Ermanno Carlo Gaspare Sangiorgi di Sante Sangiorgi e Clotilde Costa. Morì a Napoli il 3 novembre [[1908]] nella sua casa in Piazza Ascensione 21.</ref>, Sangiorgi arrivò a [[Palermo]] nell'agosto del [[1898]], dopo aver prestato servizio in altre città [[sicilia]]ne ed aver conseguito numerosi successi contro le cosche della costa occidentale (un esempio su tutti, la "[[Fratellanza di Favara]]").
 
==Le indagini==
Quando il nuovo Questore arrivò a [[Palermo]], era in corso una guerra di mafia, iniziata due anni prima, nel [[1896]].
Nel [[1899]] Sangiorgi mise a segno una delle sue azioni più celebri, ossia l'arresto del parlamentare [[Raffaele Palizzolo]] e del ''boss'' mafioso Giuseppe Fontana, ritenuti responsabili del clamoroso omicidio del marchese [[Emanuele Notarbartolo]].<ref name=":22">{{cita news|lingua=|autore=Salvatore Lupo|url=http://www.rivistameridiana.it/files/Lupo,-Il-delitto-Notarbartolo.pdf|titolo=Tra banca e politica: il delitto Notarbartolo|pubblicazione=|data=|accesso=|formato=}} Rivista Meridiana</ref> Indagando sui delitti commessi dalle cosche della [[Conca d'Oro]], Sangiorgi capì che gli omicidi non erano il prodotto di iniziative individuali, ma implicavano leggi, decisioni collegiali, e un sistema di controllo territoriale.
L'indagine, avviata in un'azienda di agrumi nei pressi dell'[[Arenella (Palermo)|Arenella]] (il Fondo Laganà), dove in una grotta erano stati scoperti quattro cadaveri in decomposizione, passò successivamente a due ricchissime e famose famiglie palermitane, i [[Florio]] e i [[Whitaker (famiglia)|Whitaker]]<ref>I Whitaker avevano messo radici in [[Sicilia]] al tempo delle guerre Napoleoniche, quando le forze britanniche avevano occupato l'isola.</ref>. Sangiorgi scoprì che le due dinastie vivevano fianco a fianco con i [[Cosa Nostra|mafiosi]] della [[Conca d'Oro]], che venivano assunti come guardiani e fattori nelle loro tenute e pagati per ricevere "[[Pizzo (mafia)|protezione]]"; ma i [[Cosa Nostra|mafiosi]] ricorrevano spesso a minacce e intimidazioni per ottenere queste occupazioni: la famiglia Whitaker aveva subito il rapimento della piccola Audrey, che era stata riscattata solo con il pagamento di una forte somma di denaro.
 
Sangiorgi scoprì che i cadaveri occultati nella grotta del Fondo Laganà appartenevano a dei "[[picciotto|picciotti]]" che Francesco Noto, capo della ''[[cosca]]'' [[Cosa Nostra|mafiosa]] dell'[[Olivuzza]], aveva fatto inserire presso la famiglia Florio come cocchieri ma li aveva uccisi per vendicarsi di uno sgarbo da loro commesso; lo stesso Noto lavorava nella tenuta dei [[Florio]] come giardiniere mentre il fratello Pietro, vicecapo della ''[[cosca]]'', svolgeva il lavoro di guardiano. Alla famiglia [[Florio]] non venne in mente di collaborare con la procura. Il suo potente status, d'altronde, le permetteva di rifiutare gli inviti di comparire davanti a Sangiorgi anche per rilasciare una semplice testimonianza.
 
La Questura era alla ricerca di testimoni disposti a collaborare. L'occasione si presentò nell'ottobre [[1899]], quando un uomo conosciuto dalle forze dell'ordine, [[Francesco Siino]], sfuggì miracolosamente ad un agguato. Siino era il capo della ''[[cosca]]'' di [[Malaspina-Palagonia|Malaspina]] ed era considerato da Sangiorgi il «capo regionale o supremo» della [[mafia]]. Siino iniziò le sue deposizioni dicendo che faceva parte di una "compagnia di amici", ma messo alle strette, confessò risvolti più particolareggiati. Nel [[1898]] le sue fortune stavano ormai declinando: il suo avversario [[Antonino Giammona]], capo della ''[[cosca]]'' dell'[[Uditore (Palermo)|Uditore]], gli contendeva i [[racket]] del commercio di limoni, delle rapine, delle [[estorsione|estorsioni]] e della falsificazione delle banconote. Nel [[1896]] Siino aveva scatenato una guerra contro la cosca di Giammona, ma la stava perdendo. Il mandante dell'attentato cui era sfuggito era Giammona. La notte tra il 27 e il 28 aprile [[1900]] la Questura fece arrestare diversi mafiosi, tra cui Antonino Giammona.
 
== Dati contenuti ==
Il rapporto (in verità una serie di rapporti) descrive accuratamente i metodi imprenditoriali utilizzati dalla malavita come: commettere rapine, infiltrarsi nelle aziende ortofrutticole, falsificare banconote. Ed anche i suoi metodi repressivi come la sistematica minaccia dei testimoni fino alla loro uccisione. Il questore descrive inoltre, come avviene la gestione congiunta del territorio da parte dei capi cosca e come essi amministrino i fondi utilizzati per le famiglie dei detenuti e per pagare gli avvocati. Vengono individuati 218 mafiosi, divisi in otto gruppi, in un’area che dalle campagne va alle periferie, fino al centro città.
Siino rivelò che le ''cosche'' che si spartivano la [[Conca d'Oro]] erano otto:
 
* [[Piana dei Colli]]
* [[Acquasanta (UPL di Palermo)|Acquasanta]]
* Falde
* [[Malaspina-Palagonia|Malaspina]]
* [[Uditore (Palermo)|Uditore]]
* [[Passo di Rigano]]
* Perpignano
* [[Olivuzza]].
 
Il ''[[dossier]]'' conteneva anche dati relativi alla presenza e alla distribuzione mafiosa nella città di [[Palermo]] e nelle [[borgata|borgate]] rurali:
Riga 31 ⟶ 35:
|- bgcolor=#F0F0F0 style="border-bottom:1px solid #C4C4C4;"
! width=30 |
! width=250 bgcolor=#F0F0F0 | '''Mafia delle borgate palermitane e mafia rurale:<br/>composizione sociale<ref>[https://books.google.it/books?id=LU88NcBnr0kC&pg=PA142#v=onepage&q&f=false Salvatore Lupo, ''Storia della mafia'', pag. 142.]</ref>.'''
composizione sociale<ref>Salvatore Lupo, ''Storia della mafia'', pag. 142.</ref>.'''
! width=30 | Borgate (218 elementi)
! width=30 | Provincia (206 elementi)
Riga 82 ⟶ 85:
 
==Il processo==
[[File:Sicilian mafia 1901 maxi trial.jpg|thumb|Disegno relativo al processo ai presunti mafiosi fatti arrestare dal questore Sangiorgi, pubblicato sul quotidiano ''[[L'Ora]]'' (maggio [[1901]]).]]
Il rapporto venne presentato alla Procura di [[Palermo]] nel quadro della preparazione di un processo.
Scopo del lavoro di Sangiorgi era stato raccogliere prove che dimostrassero che il racket, unito ai contatti politici, sono alla base del modus operandi della mafia<ref>John Dickie, ''Cosa Nostra'', Laterza, 2005, pag. 95.</ref>.<br/>
Una sentenza di condanna avrebbe dimostrato che la mafia è un fenomeno organico, quindi unitario. Per questo motivo, la Questura puntava ad utilizzare una specifica legge che puniva il reato di associazione criminale.
 
Il processo ai 51 imputati cominciò nel maggio [[1901]]. L'anno precedente, però, Sangiorgi aveva perso il suo appoggio politico a [[Roma]]: nel giugno [[1900]] era caduto il governo di [[Luigi Pelloux]]. Pelloux, generale dell'esercito, conosceva personalmente Sangiorgi ed era stato lui a promuoverlo nel [[1898]] Questore di [[Palermo]].
Intuendo il mutato clima politico, Siino ritrattò completamente le sue dichiarazioni. Anche gli altri testi si prodigarono in attestati di stima degli imputati, che vennero descritti come «veri gentiluomini». Dopo solo un mese, giunsero le condanne di primo grado. Soltanto 32 imputati furono giudicati colpevoli di aver dato vita a un'associazione criminale. Tenuto conto del tempo già trascorso in carcere, molti furono rilasciati il giorno dopo.
 
Dopo solo un mese, giunsero le condanne di primo grado. Furono 32 gli imputati giudicati colpevoli di aver dato vita a un'associazione criminale, la maggior parte condannati a 3 anni e 6 mesi. 19 furono assolti. Le condanne verranno confermate in appello e in Cassazione<ref>[https://www.centroimpastato.com/17921/ I rapporti del questore Sangiorgi]</ref>.
Sangiorgi commentò laconicamente la sentenza:
Tenuto conto del tempo già trascorso in carcere, molti furono rilasciati il giorno dopo.
 
Sangiorgi commentò laconicamente la sentenza:
{{citazione|Non poteva essere diversamente, se quelli che li denunziavano la sera andavano a difenderli la mattina.}}
 
Rimase questore di Palermo fino al [[1907]].
 
==Note==
Riga 98 ⟶ 104:
 
== Bibliografia ==
* [[Salvatore Lupo]], ''Storia della mafia'', Donzelli, 2004.
* John Dickie, ''Cosa Nostra'', Laterza, 2005,
* Carolina Castellano, ''[https://www.iris.unina.it/handle/11588/742071 Un'inchiesta dimenticata: il Rapporto Sangiorgi riletto da Umberto Santino]'', 2018, UniNA
* [[Giuseppe Governale]], ''La lotta alla mafia dal Questore Sangiorgi (1898) al Colonnello dalla Chiesa (1971)'', DIA, 2020, Roma
 
==Voci correlate==
* [[Cosa nostra]]
* [[Emanuele Notarbartolo|Delitto Notarbartolo]]
* [[Ermanno Sangiorgi]]
* [[Fratellanza di Favara]]
* [[Mafia in Italia]]
 
==Collegamenti esterni==
*[https://www.balarm.it/news/si-nascose-in-un-porcile-per-evitare-le-botte-sangiorgi-il-questore-verace-di-palermo-125221 Si nascose in un porcile per evitare le botte: Sangiorgi, il questore (verace) di Palermo]
{{Cosa Nostra}}
{{Portale|italia|Sicilia|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Storia di Cosa nostra]]
[[Categoria:Storia della Sicilia post unitaria]]