Belcastro: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{W|Calabria|giugno 2013}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Belcastro
|Panorama = Belcastro.jpg
|Bandiera = Belcastro-Gonfalone.png
|
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Calabria
|Divisione amm grado 2 = Catanzaro
|Amministratore locale = Antonio Torchia
|Partito = [[lista civica]] "Per Belcastro"
|Data elezione = 21-9-2020
|Data istituzione =
|Altitudine = 495
|Sottodivisioni = Belcastro Marina (Fieri, Condoleo e [[Magliacane]]) e Acquavona (in Presila)
|Divisioni confinanti = [[Andali]], [[Botricello]], [[Cerva]], [[Cutro]] ([[Provincia di Crotone|KR]]), [[Marcedusa]], [[Mesoraca]] ([[Provincia di Crotone|KR]]), [[Petronà]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 1.700
|Nome abitanti = belcastresi
|Patrono = [[San Tommaso d'Aquino]]
|Festivo = 21 marzo
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Belcastro (province of Catanzaro, region Calabria, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Belcastro all'interno della provincia di Catanzaro
}}
'''Belcastro''' (''
== Geografia fisica ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
== Storia ==
{{NN|storia|settembre 2025}}
Di origine neolitica (5000 a.C.), poi enotrica e magnogreca (''Kone''?, 1100 a.C.), quindi romana (''Paleocastrum'', 300 d.C.) e bizantina (''Geniocastrum'', 900 d.C.) fino all'odierna Belcastro (''Bellicastrum'', 1300), si espande dalle falde sud-orientali della [[Sila]] Piccola fino alla costa del Medioionio, giusto a metà strada tra [[Crotone]] e [[Catanzaro]] al di qua del Fiume [[Tacina]], dove il suo territorio, tra i più vasti della provincia, s'affaccia sul mare per un lembo di terra lungo appena tre chilometri (Belcastro Marina) che, ancora quasi incontaminato, separa Cutro da Botricello e comprendente le frazioni di ''Fieri, Condoleo'' e ''Magliacane''. Altra Frazione trovasi a nord-ovest nel cuneo presilano, tra Cerva e Petronà, denominata ''Acquavona'', antica e salubre area di villeggiatura.
La posizione del sito permette di vagare tra mare e montagna in pochi minuti. A mezz'ora di auto si possono raggiungere località balneari rinomate, come [[Capo Rizzuto]] e [[Le Castella (Isola di Capo Rizzuto)|Le Castella]], nel Crotonese, nonché [[Catanzaro Lido]], [[Copanello]], [[Soverato]] e il Parco Archeologico di [[Scolacium]],
L'abitato di Belcastro sorge su uno sperone roccioso, alla cui sommità si staglia il castello medievale, in stile normanno, dei conti d'[[Aquino]] (restaurato tra il 2006 e il 2012), che secondo alcuni storici locali sarebbe il luogo di nascita di san [[Tommaso d'Aquino]] (1226). La struttura edilizia della cittadina è quella tipica del borgo medievale, dove si alternano ai caratteristici vicoli della parte vecchia del paese, zone di nuova costruzione nella parte bassa. Particolarmente numerose le chiese di varie epoche, tra cui l'ex Cattedrale di S. Michele Arcangelo (''Duomo'', XI
Dopo essere stato a lungo feudo dei
Data l'importanza del luogo, nel 1806 fu elevata dai Francesi a Distretto della Calabria Ulteriore, comprendente i luoghi di Andali, Arietta, Cerva, Crichi, Cropani, Cuturella, Marcedusa, Sersale, Sellia, Simbario, Soveria e Zagarise. Il Risorgimento vide impegnati oltre che al gran Giureconsulto
Nel
Il nipote, comm. Vittorio Ciacci, divenne nell'aprile 1947 primo sindaco dell'attuale
Belcastro fu anche [[diocesi di Belcastro|sede vescovile]] dal [[IX secolo]] fino al [[1818]].
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=== Architetture religiose ===
==== Chiesa dell'Annunziata ====
Dopo le prime case del paese
==== Chiesa della Pietà ====
Procedendo per la strada principale del paese si arriva alla Chiesa di S. Maria della Pietà, anch'essa restaurata dal Comune tra il 2005 e il 2007 e restituita integralmente al culto (vicaria parrocchiale), nella quale sono custodite un'icona di Madonna col Bambino, ''Madonna Greca di Belcastro'', di fattura bizantina ([[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]]) e collegata alla sua origine basiliana, e tre sculture barocche, attribuite a G.B. Mazzolo ([[XVI secolo]]), che un tempo adornavano la chiesa dell'Annunziata e costituenti appunto il ''Gruppo dell'Annunciazione'', cioè Maria Vergine Annunziata, l'Angelo Nunziante ed il Padre Eterno che regge il mondo. Di notevole interesse sono i diversi motivi orientali della struttura, quali la cupola in stile basiliano, che richiama quella del battistero di Santa Severina, e l'arco in pietra con fregi bizantini che delinea oggi il presbiterio, ma che in origine ornava la facciata della chiesa, opera di maestranze locali del [[XV secolo]]. La chiesa, che fino al 1631 era sotto il titolo di S. Pietro apostolo, fu ricostruita ed ampliata con accordo tra il canonico titolare don Scipione Vivacqua e la Confraternita della SS. Annunziata, di cui erano grandemente partecipi i fratelli Giambattista, notaio apostolico, e [[Lucio d'Orsi]], storico e scrittore.
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Salendo ancora verso il centro del paese si giunge nella principale Piazza Giuseppe Poerio, dove ci s'imbatte subito sulla sinistra nella Cappella di S. Rocco. Fu costruita nel 1645 dal duca di Belcastro Francesco Sersale come cappella di famiglia, perciò annessa all'attiguo palazzo Poerio. Il portale, in pietra rettangolare con colonne, è opera di scalpellini locali del sec. XVII. Ha subito nel tempo molti rifacimenti, l'ultimo e più importante nel 2004 con il rifacimento della porta d'ingresso. L'impianto è formato da una struttura semplice in miniatura.
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Da Piazza Poerio, l'itinerario turistico può prendere più direzioni. Andando verso Piazzetta Margherita si può ammirare l'imponente ''Albero della Libertà'' (''Milicuccio''), piantato dal barone Alfonso Poerio durante la Repubblica Napoletana, e da qui avviarsi verso la ''Fontana di Caria'', d'epoca romano-bizantina, dove sgorga una millenaria sorgente d'acqua pura e fresca; oppure inoltrarsi, su per la Via Castellacci, fra vicoli e scalinate tipicamente medievali. Ritornando a Piazza Poerio, ci si immette immediatamente nella predetta Piazza S. Tommaso d'Aquino da dove si può ammirare tutta la parte occidentale del Marchesato di Crotone, fino al mare. Si procede, poi verso la Via Lamia e da qui nella Via Castello. Giunti alla sommità della strada vi è la Chiesa Matrice di San Michele Arcangelo, ex Cattedrale di Belcastro. Costruito a croce latina, rivolto verso oriente, l'edificio ostenta una prospettiva dei secoli XV - XVI, pur con i rifacimenti successivi, e comunque tutta la struttura si richiama al romanico. Nella facciata a timpano cuspidato si aprono tre portali tufacei con decorazioni e sculture di putti e piccole maschere, opera di artisti calabresi che alcuni datano al Cinquecento; ma, una data impressa con colore nero su una colonna alla destra della Cappella del SS. Sacramento reca l'anno 1626, per cui è presumibile che i portali non risalgano alla fine del secolo XVI, ma all'anno riportato sulla colonna della chiesa. Alla destra della chiesa si impone l'alta torre campanaria, a forma quadrata, terminante in alto a poligono ottagonale.
L'interno della chiesa è a forma basilicale a tre navate e absidi. Prima del 1957 le pareti delle due navate esterne erano arricchite ciascuna da tre altari barocchi: su quella di destra vi erano quelli di S. Lucia e S. Antonio, adesso eliminati, e di S.Tommaso tuttora esistente; nella navata di sinistra è rimasto solo l'altare dell'Immacolata, mentre gli altri due, quello dell'Addolorata e di S. Filomena, sono stati disfatti. Sull'arco dell'abside centrale vi è collocato lo stemma vescovile di Monsignor Orazio Schipano (1591/1595) con decorazioni di ispirazione barocca, mentre all'interno si conserva l'ampio coro ligneo, fatto costruire dal vescovo Antonio Ricciulli ad artigiani locali.
Nell'[[abside]] di sinistra vi è la Cappella del SS. Sacramento, dove spicca un bell'altare marmoreo intarsiato del 1774, un tempo arricchito da pale cinquecentine, ormai scomparse. Nell'abside di destra vi è la cappella di S. Michele, nel cui “sacello” si trova una bella statua del santo, risalente al secolo XVIII. Al lato sinistro dell'altare centrale si trova il sedile degli eletti, costruito nel 1634.
La chiesa è dotata, inoltre, di altre statue del 1700-1800: S. Giuseppe, S. Vito, i Santi Medici, S. Antonio, il Cristo morto, il Cristo risorto e S. Lucia. Il fonte battesimale, in marmo verde del secolo XVI, è stato sostituito dalla ''Magella di pozzo'' del castello. Vi sono, inoltre, due lapidi tombali poco decifrabili a causa dell'usura, ma da quel poco che si può scorgere si deve dedurre che una appartenesse ad un vescovo, in quanto si intravedono a mala pena i cordoni del cappello vescovile, mentre l'altra appartenne certamente ai d'Aquino, essendone evidenti i simboli. A seguito di poco fortunato restauro effettuato negli anni '90, è affiorata la vecchia capriata risalente al 1627, fatta collocare da monsignor Ricciulli e sulle due pareti laterali delle navate esterne sono venute alla luce due affreschi, uno di epoca tardo rinascimentale ed un altro forse di epoca [[Barocco|barocca]]. Il primo, situato sulla parete destra della navata esterna, ritrae verosimilmente S. Nicola di Myria in una grande nicchia ad arco, la cui cornice murale è ravvivata da motivi floreali. Il secondo affresco, situato sulla parete sinistra, anch'esso a forma di nicchia, è completamente rovinato e si intravede a mala pena sul suo sfondo una crocifissione. Sono affiorate anche alcune nicchie e finestre a feritoie di epoche diverse. Nella Cappella del SS. Sacramento alla base della cupola è venuto alla luce l'originario coronamento in pietra locale, opera di scalpellini belcastresi del 1626. Da alcuni sondaggi, eseguiti durante l'ultima pavimentazione, è risultato che al di sotto del pavimento vi sono alcuni locali che non sono stati ancora esplorati.
==== Cappella di San Tommaso d'Aquino ====
Ubicata ai piedi del Mastio del castello, fu edificata in seguito alla beatificazione di [[Tommaso d'Aquino]] (15 agosto 1333), avvenuta il 18 ottobre 1334, proprio sullo stesso perimetro della stanza dove si dice sia nato il Santo, come riferisce l'Istrumento di richiesta per questa costruzione al vescovo pro-tempore Gregorio e rogato dal notaio apostolico Girolamo Cavallo. Al suo interno si trova un grande affresco del Santo ed uno stemma gentilizio in marmo, utilizzato come sedile. Anch'essa è stata oggetto del programma di restauro dei beni storici ed architettonici del paese, posto in essere nel 2010 (''POR Cal. 2007/13-APQ BB.CC.'') e, allo stato attuale, giunto finalmente alla fase ultimativa dei lavori.
====Ruderi della Chiesa e Convento di San Francesco (XV sec.)====
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====Ruderi della Chiesa di S. Maria della Sanità (XVI sec.)====
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====Ruderi del Castellaccio (Paleocastrum, VII-IX sec.)====
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=== Architetture civili ===
==== Palazzo Poerio ====
Così detto dal nome degli ultimi feudatari, ma costruito dalla famiglia dei duchi Sersale. È chiamato volgarmente ''Palazzo Cirillo'', dal nome della famiglia tenutaria in seguito alla confisca dei beni dei Poerio. L'edificio fu edificato dal duca Francesco Sersale nel 1645, in seguito al terremoto di quell'anno che distrusse gran parte del paese ed il castello, provocando 61 vittime. Il palazzo, guardandolo dall'attigua Piazza S.
==== Castello dei Conti d'Aquino ====
Avviato dal Comune nel 2005 a restauro conservativo, peraltro
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Belcastro}}
==
=== Cucina ===
Il piatto forte della gastronomica locale sono ''i 'mparrettati ccu sazizza,'' pasta fatta in casa con sugo e carne di maiale. Caratteristica è anche ''a Tiana e baccala'', una pasta al forno con mollica e baccala. Nel periodo natalizio si prepara un dolce molto tipico, detto ''pittanchiùsa'', a base di noci, [[uva passa]], [[Cinnamomum verum|cannella]] e altre spezie; mentre, nel periodo pasquale, si prepara la [[Cuzzupa|cuzzùpa]],<ref>{{Cita web|url=http://www.belcastroweb.com/belcastro/index.htm|titolo=.::Benvenuti a Belcastro::.|accesso=19 giugno 2016}}</ref> una ciambella decorata con uova, tipiche di Pasqua. Ma tra i dolci spicca pure ''a pasta 'cumpettata'', pasta frolla farcita con miele. Il paese, oltre a produrre un tipo d'olio molto apprezzato, offre una vasta gamma di salumi lavorati in casa e olive preparate in vari modi (sott'acqua, sottolio, sottaceto, infornate).
== Economia ==
{{...|centri abitati d'Italia}}
Economia agricola derivante dalla produzione di olio di oliva
==
Belcastro è collegata alla [[Strada statale 106 Jonica]] tramite le Strade Provinciali 4 e 5.
Il comune è servito da autolinee extraurbane, inoltre Belcastro Marina è attraversata dalla [[Ferrovia Jonica]], infatti il territorio comunale ospita la [[Stazione di Roccabernarda]], oggi dismessa in favore dei vicini scali maggiori di [[Stazione di Botricello|Botricello]] e [[Stazione di Cropani|Cropani]].
L'aeroporto civile più vicino è quello di [[Aeroporto di Crotone|Crotone-Sant'Anna]], seguito da quello di [[Aeroporto di Lamezia Terme|Lamezia Terme]].
== Amministrazione ==
Fonte<ref>{{Cita web|url=
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Galati
{{ComuniAmminPrec|Nome=Tallarico Raffaele|Inizio=1861|Fine=1866|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciacci Antonio|Inizio=1866|Fine=1867|Carica=|Partito=|Note=}}
Riga 117:
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciacci Luigi|Inizio=1902|Fine=1926|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciacci Luigi|Inizio=1926|Fine=1926|Carica=podestà|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciacci Antonio|Inizio=1926|Fine=1933|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Cardile Placido|Inizio=1933|Fine=1933|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Piterà Tommaso|Inizio=1933|Fine=1933|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pirozzi Salvatore|Inizio=1933|Fine=1935|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Gimigliano Alberto|Inizio=1936|Fine=1940|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Pascuzzi Beniamino|Inizio=1940|Fine=1940|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Piterà Saul|Inizio=1940|Fine=1944|Carica=
{{ComuniAmminPrec|Nome=Gigliotti Ferdinando|Inizio=1944|Fine=1946|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Fiorino Francesco|Inizio=1946|Fine=1947|Carica=|Partito=|Note=}}
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{{ComuniAmminPrec|Nome=Grimaldi Vincenzo|Inizio=1980|Fine=1985|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciaccio Severino|Inizio=1985|Fine=1999|Carica=|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Megna Antonio|Inizio=1999|Fine=2002|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Salvatore Gullì|Inizio=2002|Fine=2002|Carica=Commissario Prefettizio|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ivan Ciacci|Inizio=2002|Fine=2012|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Ciaccio Severino|Inizio=2012|Fine=2015|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Rechichi Valeria|Inizio=2015|Fine=2016|Carica=Commissario Prefettizio|Partito=|Note=}}
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{{ComuniAmminPrec|Nome=Calenda Antonio|Inizio=2019|Fine=2020|Carica=Commissario Prefettizio|Partito=|Note=}}{{ComuniAmminPrec|Nome=Torchia Antonio|Inizio=2020|Fine=In carica}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Roccasecca}}, dal 7 marzo [[1983]]<ref>L'evento fu promosso dalle due amministrazioni comunali ''pro tempore'' per celebrare i natali di S. Tommaso d'Aquino da sempre contesi dalle due cittadine.</ref>;
* {{Gemellaggio|Italia|Isola di Capo Rizzuto}}, dal 16 agosto [[2009]]<ref>Sono state le parrocchie delle due cittadine, vivamente coadiuvate dai sindaci [[Carolina Girasole]] di [[Isola di Capo Rizzuto]] e [[Ivan Ciacci]] di Belcastro, a promuovere tale gemellaggio nel corso delle celebrazioni patronali della Madonna Greca di Isola C.R. (maggio-agosto 2009), per la sua tradizionale affinità a quella di Belcastro nonché per la comune venerazione verso le due sacre e preziose effigi.</ref>.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* ''Dizionario di toponomastica'', UTET Torino, 1990.
* Accattatis Luigi, ''Biografie degli uomini illustri delle Calabrie'', Cosenza 1869.
* Archivio di Stato di Catanzaro.
* Archivio Storico di Crotone.
* Raffaele Aversa, ''Fu la Calabria a dare i natali all'Italia nell'età della pietra levigata'', Nuova Impronta Ed. 1996.
* Ivan Ciacci, ''Belcastro e la Grande Guerra'', ''Calabria Letteraria'' 2017.
* Ivan Ciacci, ''La chiesetta di San Tommaso d'Aquino'', ''Calabria Letteraria'', 2017.
* Ivan Ciacci, ''La chiesa della SS. Annunziata di Belcastro,'' Storie di Calabria, Titani Editore – Anno II, nº 4, Roma 2018.
* Ivan Ciacci, ''Belcastro durante il Fascismo. La lunga notte delle beghe,'' Storie di Calabria, Titani Editore - Anno III, nº7, Roma 2019.
* Benedetto Croce, ''Una famiglia di patrioti,'' Laterza Bari 1919.
* Oreste Dito, ''Calabria. Disegno dai tempi più antichi ai nostri,'' CS 1972.
* Lutio d'Orsi, ''I terremoti delle due Calavrie...,'' Neapoli: typis Roberti Molli, 1640; riediz. online a cura di Ivan Ciacci, 2005.
* Giovanni Fiore, ''Della Calabria illustrata'', Savio Napoli, 1791.
* Giuseppe Galasso, ''Economia e soc. nella Calabria del 500'', Guida NA, 1992.
* Girolamo Marafioti, ''Cronache e antichità di Calabria'', Padova 1601.
* Mario Pellicano-Castagna, ''Ultime intestazioni feudali'', Chiaravalle 1978.
* Cesare Sinopoli, ''La Calabria, storia, geografia, arte'', Catanzaro 1925.
* Nicola Sinopoli, ''San Tommaso cittadino del cielo'', Ed. Templari, Roma 1982.
* Taccone-Gallucci, ''Vescovi di Cal. in Regesti dei Pontefici'', Roma 1902.
* Domenico Teti, ''La Calabria e l'Italia nella preistoria'', Napoli 1968.
* Gustavo Valente, ''Cal. e Turcheschi nei sec. della pirateria'', Chiaravalle 1973.
* Vittorio Visalli, ''I calabresi nel Risorgimento Italiano'', 1893.
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Belcastro| ]]
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