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{{Nota disambigua||La mano invisibile}}
La '''mano invisibile''' è una [[metafora]] che si crede, in genere, creata dall'[[Economia|economista]] [[Adam Smith]] per rappresentare il ruolo della ''Provvidenza ''(in qualche modo [[Immanenza|immanente]]), per virtù della quale all'interno del [[libero mercato]] la ricerca [[egoismo|egoistica]] del proprio interesse, che è favorevole non soltanto a sé stessi ma anche all'interesse dell'intera [[società (sociologia)|società]], porta l'intero [[sistema economico]] al cosiddetto [[equilibrio economico generale]].<ref name="treccani.it">{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/mano-invisibile_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)|titolo=mano invisibile in "Dizionario di Economia e Finanza"|lingua=it-IT|accesso=2019-12-04|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190705061523/http://www.treccani.it/enciclopedia/mano-invisibile_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)|dataarchivio=5 luglio 2019|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.tesionline.it/appunti/Etica-ed-economia.-Paradigmi---Principi---Applicazioni./La-mano-invisibile-di-Adam-Smith-(1723--1790)/447/15|titolo=La mano invisibile di Adam Smith (1723- 1790) - Appunti - Tesionline|accesso=2019-12-03}}</ref>
In [[economia]] la '''Mano Invisibile''' è una metafora creata da [[Adam Smith]] per rappresentare la ''Provvidenza ''(in qualche modo immanente), grazie alla quale nel [[libero mercato]] la ricerca egoistica del proprio interesse gioverebbe tendenzialmente all'interesse dell'intera società e mirerebbe a trasformare quelli che costituiscono "vizi privati" in "pubbliche virtù".
In realtà il concetto, e la stessa metafora della 'mano' è presente già nell'economista napoletano [[Ferdinando Galiani]]: "Benedico al contrario la suprema Mano, ognora che contemplo l’ordine, con cui il tutto è a nostra utilitá costituito; e nelle opere sue, ovunque io mi rivolga, non incontro altro che giustizia ed egualitá" (Della moneta, 1751, capo III).<ref name="Della Moneta">{{Cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Della_moneta/Libro_I/Capo_III|titolo=Della Moneta, 1751, capo III, p.47}}</ref>
 
Successivamente, dopo [[Léon Walras]] e [[Vilfredo Pareto]], è stata normalmente intesa come metafora dei meccanismi economici che regolano l'[[economia di mercato]] in modo tale da garantire che il [[comportamento]] dei singoli [[consumatore|consumatori]] e [[imprenditore|imprenditori]], teso alla ricerca della massima soddisfazione individuale, conduca al [[benessere]] delladell'intera società, attraverso il soddisfacimento dei propri desideri personali.
Adam Smith si pose questo problema proprio per capire come funzionava il mercato.
 
Nelle moderne teorie economiche, tuttavia, non viene più utilizzato il concetto di mano invisibile, in quanto richiede
# Assenza d'[[asimmetria informativa]]
# [[Concorrenza perfetta]]
entrambe impossibili nel mercato reale.
 
== La mano invisibile in Adam Smith ==
L'espressione viene usata da [[Adam Smith]] in vari luoghi di tre delle sue opere maggiori, e più precisamente in ''Storia dell'astronomia'', ''Teoria dei sentimenti morali'' e infine nella più celebre ''[[Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni]]'' chiamata, più popolarmente, la Ricchezza delle nazioni. Il concetto di mano invisibile è legato a quello che Smith nomina risultato non intenzionale: gli individui generano ordine sociale e sviluppo economico nonostante non agiscano con l'intenzione di generarlo, ma con quella di perseguire il proprio interesse personale. Esiste quindi una mano invisibile che fa sì che le società e le loro economie siano in equilibrio e si sviluppino.<ref name="treccani.it" /> Non c'è tuttavia in Adam Smith una sistematizzazione del concetto di ''[[homo oeconomicus]]'', ovvero di un soggetto individualista e perfettamente razionale: il concetto di mano invisibile non è utilizzato da Smith per sostenere l’ottimalità di un mercato concorrenziale basato sul meccanismo della domanda e dell’offerta, come spesso il concetto appare riproposto in ambito mediatico e divulgativo<ref>Ivan Giovi, [http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/lequivoco-di-adam-smith-e-della-mano-invisibile/ ''L'equivoco di Adam Smith e della mano invisibile''], Osservatorio Globalizzazione, 5 luglio 2019</ref>.
L'espressione usata da [[Adam Smith]] in vari luoghi di tre delle sue opere maggiori, e più precisamente in ''Storia dell'astronomia'', ''Teoria dei sentimenti morali'' e infine nella più celebre ''[[Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni]]''.
 
=== ''Storia dell'astronomia'' ===
Nella ''Storia dell'astronomia'' (pubblicata postuma nei ''Saggi filosofici'' e risalente probabilmente al 1750), scrive:
 
{{Citazione|In tutte le religioni politeiste, tra i selvaggi così come nei primi tempi dell'antichità pagana, sono solo gli eventi irregolari della natura che vengono attribuiti all'azione ed al potere dei loro dei. Il fuoco scotta e l'acqua rinfresca, i corpi pesanti vengono giù e le sostanze più leggere volano in alto [esempi di eventi regolari] come conseguenza necessaria della loro natura, e non si ricorreva all'intervento della mano invisibile di Giove in questi casi|Trad. da [http://oll.libertyfund.org/Texts/LFBooks/Smith0232/GlasgowEdition/PhilosophicalSubjects/HTMLs/0141-04_Pt02_Astron.html ''The History of Astronomy''], sez. III,2}}
In questo passo, la "mano invisibile di Giove" è una metafora dell'ordine impresso dall'unico vero Dio ai fenomeni naturali.
 
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{{Citazione|Non serve a niente che il superbo e insensibile proprietario terriero ispezioni i suoi vasti campi, e che, senza pensare ai bisogni dei suoi fratelli, nell'immaginazione consumi da solo tutto il grano che vi cresce. Il familiare e comune proverbio, che dice che l'occhio è più grande della pancia, non è mai stato così vero come nel suo caso. La capacità del suo stomaco non regge il paragone con l'immensità dei suoi desideri, e non è maggiore di quella del più umile contadino. [...] La produzione del terreno mantiene in ogni momento quasi lo stesso numero di persone che è in grado di mantenere. I ricchi non fanno altro che scegliere nella grande quantità quel che è più prezioso e gradevole. Consumano poco più dei poveri, e, a dispetto del loro naturale egoismo e della loro naturale rapacità, nonostante non pensino ad altro che alla propria convenienza, nonostante l'unico fine che si propongono dando lavoro a migliaia di persone sia la soddisfazione dei loro vani e insaziabili desideri, essi condividono con i poveri il prodotto di tutte le loro migliorie. Sono condotti da una mano invisibile a fare quasi la stessa distribuzione delle cose necessarie alla vita che sarebbe stata fatta se la terra fosse stata divisa in parti uguali tra tutti i suoi abitanti, e così, senza volerlo, senza saperlo, fanno progredire l'interesse della società, e offrono mezzi alla moltiplicazione della specie. Quando la Provvidenza divise la terra tra pochi proprietari, non dimenticò né abbandonò quelli che sembravano essere stati lasciati fuori dalla spartizione.|''[[Adam Smith|Teoria dei sentimenti morali]]'' - BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2001, pp. 375-376}}
Anche in questo passo, nonostante Smith tratti di un argomento economico (la [[distribuzione della ricchezza]]), la «mano invisibile» che conduce i ''proprietari terrieri'' a «fare quasi la stessa distribuzione delle cose necessarie alla vita che sarebbe stata fatta se la terra fosse stata divisa in parti uguali tra tutti i suoi abitanti» è strettamente correlata alla ''Provvidenza'' che «non dimenticò né abbandonò quelli che sembravano essere stati lasciati fuori dalla spartizione».
 
Smith spiegherà poi nella ''[[La ricchezza delle nazioni|Ricchezza delle nazioni]]'' perché vede la mano invisibile operare efficacemente sui proprietari terrieri, non anche su commercianti e manifatturieri.
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Vede nell'agricoltura, più che nella manifattura, la vera fonte della ricchezza:
 
{{Citazione|Il piantare o il dissodare spesso regolano, più che animare, l'attiva fertilità della natura; e dopo che queste operazioni sono state compiute, gran parte del lavoro è sempre lei a doverlo fare. I lavoratori e gli animali da lavoro impiegati nell'agricoltura, pertanto, non solo danno luogo, come gli operai delle manifatture, alla riproduzione di un valore uguale al loro consumo, ossia uguale al capitale che li impiega, aumentato dei profitti del suo proprietario, ma danno luogo a un valore molto maggiore [...] Nessuna uguale quantità di [[lavoro produttivo]] impiegata nelle manifatture può mai dar luogo ad una così grande riproduzione di valore. Nelle manifatture la natura non agisce affatto ed è l'uomo che fa tutto|''[[La ricchezza delle nazioni|Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni]]'' - Libro II, Cap. V, p. 358)}}
L'estensione delle colture porta ad un aumento sia delle [[Rendita (economia)|rendite]] dei proprietari terrieri (maggiore domanda di terra) sia dei [[salario|salari]] (maggiore [[domanda di lavoro]]).
Da ciò segue che l'interesse di coloro che vivono di [[Rendita (economia)|rendita]] e di [[salario]] «è strettamente e inseparabilmente connesso all'interesse generale della società» (Libro I, Cap. XI, p.&nbsp;252).
 
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Il [[Teoremi dell'economia del benessere|primo teorema dell'economia del benessere]] afferma che qualsiasi [[concorrenza perfetta|sistema economico perfettamente concorrenziale]] raggiunge un equilibrio [[Ottimo paretiano|Pareto-ottimale]], ovvero una situazione in cui non è possibile incrementare l'[[utilità (economia)|utilità]] di un agente, senza ridurre quella di almeno un altro agente.
Tale teorema, che sostituisce le leggi del mercato alle «inclinazioni naturali» di Smith, viene spesso considerato come una formulazione analitica della metafora della mano invisibile<ref>Ad esempio: Bruna Ingrao e Giorgio Israel, ''La mano invisibile. L'equilibrio economico nella storia della scienza'', ISBN 88-420-7977-4, Laterza, Bari, 2006</ref>
La mano invisibile viene pertanto assunta, sia dai sostenitori che dai critici del [[liberismo]] e del [[neoliberismo]], come il principio fondamentale di tali dottrine<ref>Ad esempio tra i sostenitori l'[http://www.adamsmith.org/about/ Adam Smith Institute], tra i critici [[Joseph Stiglitz]][{{cita web|url=https://www2.gsb.columbia.edu/faculty/jstiglitz/download/opeds/There_Is_No_Invisible_Hand.htm|titolo=Copia archiviata|accesso=25 agosto 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060911081949/http://www2.gsb.columbia.edu/faculty/jstiglitz/download/opeds/There_Is_No_Invisible_Hand.htm]|dataarchivio=11 settembre 2006|urlmorto=sì}}, ''[[I ruggenti anni Novanta]]'', ISBN 88-06-17651-X, Torino, Einaudi, 2005</ref>
Tuttavia, i lavori di [[Amartya Sen|Sen]], [[Herbert Scarf|Scarf]], [[Gérard Debreu|Debreu]] e Sonnenschein hanno dimostrato come tali teoremi siano falsi nei mercati reali, mancando il requisito della [[concorrenza perfetta]].
Restano utilizzabili per una teoria economica "matematicamente corretta", sia la [[teoria dei giochi]] sia l'[[econofisica]] ove non richiedano [[ipotesi]] non presenti nel mondo reale.
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==Critiche==
Il concetto nella sua presunta efficacia ed efficienza è stato fortemente criticato dall'economista [[John Maynard Keynes]] nel [[XX secolo]]. il quale aA fondamento della sua [[economiateoria keynesiana]]economica Keynes ha posto il concetto che qualunque sistema economico lasciato completamente libero a se stesso, pur raggiungendo un certo equilibrio in un certo lasso di tempo, porta a inevitabili distorsioni del sistema (ad es.esempio in termini di redistribuzione di ricchezza) se soggetto unicamente all'interesse privato egoistico dei singoli fino al caso limite di produrre grandi [[crisi economica|crisi economiche]], come accadde anche nella [[grande depressione]],. daDa cui la necessità di un sostegno interventista statale correttivo sull'economia attraverso la [[politica economica]] in sistemi detti a [[economia mista]]<ref>http://www.ginnasi.it/E_lezione_3/manuale_3.pdf</ref>.
 
== Note ==
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* [[Teorema dell'impossibilità di Arrow]]
* [[Léon Walras]]
* [[Equilibrio economico generale]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|1=http://oll.libertyfund.org/ToC/0141-04.php|2=''The History of Astronomy'', in ''Essays on Philosophical Subjects'' (testo completo)|lingua=en|accesso=25 agosto 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051222085838/http://oll.libertyfund.org/ToC/0141-04.php|dataarchivio=22 dicembre 2005|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.adamsmith.org/smith/tms/tms-index.htm|2=''The Theory of Moral Sentiments'' (testo completo)|lingua=en|accesso=25 agosto 2006|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927202818/http://www.adamsmith.org/smith/tms/tms-index.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.bibliomania.com/2/1/65/112/frameset.html|''An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations'' (testo completo)|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.econlib.org/LIBRARY/Smith/smWN.html|''An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations''|lingua=en}}
* {{en}}[http://cowles.econ.yale.edu/~hes/ Sito personale] di [[Herbert Scarf]]
* {{cita web|http://documentazione.altervista.org/ae_riabilitare_adam_smith.htm|Riabilitare Adam Smith, di Raveaud Gilles (sulla "mano invisibile")}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|economia|filosofia}}
 
[[Categoria:Storia del pensiero economico]]