Colorante al tino: differenze tra le versioni
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{{S|chimica industriale}}
Il '''colorante al tino''', detto anche '''leucocolorante'''<ref>{{cita web|titolo=Leucocolorante|opera=Vocabolario on-line|editore=Treccani|url=http://www.treccani.it/vocabolario/leucocolorante|accesso=2016-08-22}}</ref> ({{lang-grc|λευκός|leukόs
Le [[Molecola|molecole]] dei coloranti al tino sono [[Solubilità|insolubili]]; per poter essere quindi solubilizzati, questi coloranti vengono [[Riduzione (chimica)|ridotti]] con [[idrosolfito di sodio]] in una forma solubile, non colorante, chiamata "leuco" (dal [[Greco antico|greco]] ''leukós'', bianco), con cui vengono impregnate le [[Fibra tessile|fibre]] del tessuto da tingere. Il substrato tessile impregnato viene successivamente esposto all'aria dove la forma leuco si [[Ossidazione|ossida]], ritornando alla forma insolubile ma colorata.
Questa colorazione risulta essere di notevole [[solidità]] e brillantezza,{{citazione necessaria}} anche se non tutti i coloranti al tino sono solidi agli agenti atmosferici.
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*[[Tintura]]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|chimica}}
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