Luisa Ferida: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Luisa
|Cognome =
|Pseudonimo = Luisa Ferida
|ForzaOrdinamento = Ferida ,Luisa
|Sesso = F
|LuogoNascita = Castel San Pietro Terme
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|Immagine = Luisa Ferida2.jpg
}}
Fu una delle più note attrici del [[cinema italiano]] nel decennio 1935-1945 e fu la protagonista più pagata di tale periodo.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/luisa-ferida_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo=FERIDA, Luisa - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|citazione=enciclopedia del cinema: è riportato il cognome Manfrina, ma in altre fonti il cognome è Manfrini|accesso=14 settembre 2024}}</ref><ref>
==Biografia==▼
{{Cita web|url=https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero%20e%20Cultura/storie-della-storia/archivio-2009/storie-storia-180309-Luisa-Ferida.shtml?uuid=f66ecb1e-0a6c-11de-8220-445edc903c06&DocRulesView=Libero|titolo=18 Marzo 1914: nasce Luisa Ferida, «la più bella» - Il Sole 24 ORE|sito=st.ilsole24ore.com|citazione=sezione 'La coppia'-Convivono ai Parioli, lavorano a pieno ritmo, lei è una bellissima musa di carne (e l'attrice più pagata d'Italia), lui è un leader sullo schermo, nei vizi e nella vita|accesso=14 settembre 2024}}</ref> L'attrice era celebre come [[divo|diva]] cinematografica e viene ricordata per la sua tragica morte.<ref name="treccani.it">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/luisa-manfrini_(Dizionario-Biografico)/|titolo=MANFRINI, Luisa - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|accesso=14 settembre 2024}}</ref> Infatti, subito dopo la [[Guerra di liberazione italiana]], in seguito ad un processo sommario, accusata di partecipazione ai [[crimini di guerra]] e alle torture della "[[banda Koch]]", fatti per i quali fu poi ritenuta innocente nel dopoguerra (come provato dalla [[Corte d'appello di Milano]]). Venne fucilata dai partigiani con il convivente, l'attore e membro della [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|X Flottiglia MAS]] [[Osvaldo Valenti]]. Al momento dell’esecuzione Luisa Ferida era incinta, quando trovarono il cadavere in mano stringeva ancora la scarpina azzurra del figlio, morto qualche anno prima. Qualche tempo dopo il responsabile dell'esecuzione, [[Giuseppe Marozin]], dichiarò che la Ferida era completamente estranea ai fatti<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=|url=https://www.museostorico.com/approfondimenti/luisa-ferida/|titolo=Chi era Luisa Ferida: vita e morte di una grande attrice|pubblicazione=Museo 1914-1945|giorno=11|mese=luglio|anno=2023|p=|accesso=3 aprile 2025|cid=}}</ref>, anche se pare, secondo testimonianze, fosse a conoscenza delle torture di Villa Triste<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=|url=https://italianiinguerra.wordpress.com/2019/04/30/fucilali-e-non-perdere-tempo-la-fucilazione-di-farida-e-valenti/|titolo=“Fucilali, e non perdere tempo!” la morte degli attori Luisa Ferida e Osvaldo Valenti|pubblicazione=Italiani in guerra|giorno=30|mese=aprile|anno=2019|p=|accesso=3 aprile 2025|cid=}}</ref>.
Nacque a [[Castel San Pietro Terme]], in [[provincia di Bologna]], il 18 marzo [[1914]]. Dopo alcune esperienze teatrali con le compagnie di [[Ruggero Ruggeri]] e [[Paola Borboni]], esordì sul grande schermo con il film ''[[Freccia d'oro (film 1935)|Freccia d'oro]]'' ([[1935]]) di [[Piero Ballerini]] e [[Corrado D'Errico]]. Si mise in evidenza quasi subito, interpretando numerosi film di registi minori, che le dettero però visibilità e successo di pubblico. Fra il [[1937]] e il [[1938]] costituì una coppia di successo con [[Amedeo Nazzari]], col quale interpretò ''[[La fossa degli angeli]]'', ''[[I fratelli Castiglioni]]'' e ''[[Il conte di Brechard]]''.▼
▲== Biografia ==
Quando venne richiesta da [[Alessandro Blasetti]] per il film ''[[Un'avventura di Salvator Rosa]]'' ([[1939]]), era già una giovane attrice conosciuta e apprezzata, ormai pronta per il salto di qualità. In ''Un'avventura di Salvator Rosa'' interpretò il ruolo della contadina Lucrezia, ponendosi all'attenzione della critica e del grande pubblico. Il film di Blasetti la proiettò rapidamente verso un orizzonte divistico di rilievo, permettendole di mettere in evidenza il suo temperamento grintoso e la sua recitazione asciutta e nervosa.▼
▲Nacque a [[Castel San Pietro Terme]], in [[provincia di Bologna]], il 18 marzo
{{Cita web|url=https://www.puntodincontro.com.mx/articoli/donneditalia29052011.htm|titolo=Punto d'Incontro - donne d'Italia - Luisa Ferida.|sito=www.puntodincontro.com.mx|accesso=14 settembre 2024}}</ref> Fra il 1937 e il 1938 costituì una coppia cinematografica di successo con [[Amedeo Nazzari]], col quale interpretò ''[[La fossa degli angeli]]'', ''[[I fratelli Castiglioni]]'' e ''[[Il conte di Bréchard]]''.
▲Quando venne richiesta da [[Alessandro Blasetti]] per il film ''[[Un'avventura di Salvator Rosa]]'' (
===Osvaldo Valenti===▼
▲===Relazione con Osvaldo Valenti===
[[File:Luisa Ferida e Osvaldo Valenti.jpg|thumb|Luisa Ferida e [[Osvaldo Valenti]]]]
L'incontro
Durante la convivenza con il suo collega attore, l'attrice nel 1942 partorì il primogenito Kim Valenti, che morì a [[Bologna]] cinque giorni dopo il parto per [[asfissia]], poi nel 1944 non riuscì a partorire per un aborto spontaneo e nel 1945 era gravida per la terza volta quando fu ammazzata dai partigiani.<ref name="ReferenceA">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/osvaldo-valenti_(Dizionario-Biografico)/|titolo=VALENTI, Osvaldo - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|accesso=14 settembre 2024}}</ref>
Durante il [[fascismo|regime fascista]] i due attori non si erano distinti per le loro posizioni politiche. Famosa era, negli ambienti mondani romani, l'imitazione che Valenti faceva del Duce, suscitando l'ilarità generale. A seguito dell'[[Armistizio di Cassibile|Armistizio]], Ferida e Valenti furono tuttavia fra i pochi divi del [[cinema dei telefoni bianchi]] - come viene abitualmente chiamato il periodo della cinematografia [[fascista]] - ad aderire alla [[Repubblica Sociale Italiana]]. Lasciarono così [[Roma]] (e [[Cinecittà]]) per trasferirsi al [[Cinevillaggio]], il neonato centro cinematografico della [[Repubblica Sociale Italiana|R.S.I.]] di [[Venezia]], sorto per volere del ministro [[Ferdinando Mezzasoma]], diventandone due dei più noti esponenti. Qui, insieme a Valenti, girò ''[[Fatto di cronaca|Un fatto di cronaca]]'', film diretto da [[Piero Ballerini]] ([[1944]]). Fu il suo ultimo lungometraggio. Dopo si stabilirono per qualche giorno a [[Bologna]], dove la Ferida, che aspettava un bambino, desiderava andare a trovare la madre. Mentre si trovavano all'albergo "Brues", improvvisamente colta da forti dolori, ebbe un [[aborto spontaneo]]. Valenti fu colto da grande dolore e, come scrisse ad un amico: «''Non voglio più sentir parlare di arte e di cinema, e non mi voglio più recare nella Spagna dove pur ho un contratto vantaggiosissimo. Io sento che il mio dovere sarebbe di fare qualcosa di positivo per questo pezzo di terra che ancora ci rimane''.»<ref>Luigi Cazzadori, ''Osvaldo Valenti-Luisa Ferida'', Novantico Editore, gennaio 1998, Pinerolo, p. 40</ref>▼
===Trasferimento al Cinevillaggio===
Durante il [[fascismo|regime fascista]] i due attori non si erano pubblicamente manifestati per le loro posizioni politiche e {{Senza fonte|famosa era, negli ambienti mondani romani, l'imitazione che Valenti faceva del [[Benito Mussolini|Duce]], suscitando l'ilarità generale, inoltre mai l'attrice prese la tessera del [[PNF]] così come il suo convivente}}. A seguito dell'[[Armistizio di Cassibile|Armistizio]], la Ferida e Valenti furono tuttavia fra i pochi divi del [[cinema dei telefoni bianchi]] - come viene abitualmente chiamato il periodo della cinematografia [[fascista]] - ad aderire alla [[Repubblica Sociale Italiana]].
▲
===Controversia sulla "banda Koch"===
Nella primavera del 1944, i due si spostarono a [[Milano]], dopo che Valenti era entrato col grado di tenente nella [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|X Flottiglia MAS]] comandata dal principe [[Junio Valerio Borghese]]. Come ufficiale di collegamento della Decima MAS, Valenti ebbe contatti con la famigerata banda di [[Pietro Koch]], ma in tali rapporti, secondo molti storici, rimase estranea la Ferida, che era ricoverata in ospedale, dopo un incidente automobilistico, proprio in quel periodo incriminato;<ref name="ReferenceA"/><ref>
{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/luisa-ferida_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo=FERIDA, Luisa - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|accesso=14 settembre 2024}}</ref> infatti altri confermano che la frequentazione di [[Villa Triste]] da parte della Ferida, nonché la sua presunta complicità con i torturatori di partigiani, sarebbero solo calunnie prive di fondamento<ref>Silvio Bertoldi, ''Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana'', BUR, 2005, pp. 249-250: «Non è vero che vada a Villa Triste a godere dell'agonia delle vittime. Non è vero che sia sadica, che si spogli davanti ai torturatori per eccitarli, che si offra in cambio di confessioni, che anche lei colpisca con scudisci, che spenga la sigarette sulle pelli. Sono calunnie, leggende d'epoca».</ref>.
Un'altra testimonianza di Carlo Corbella, ex militare decorato per la [[campagna italiana di Russia]], riportò un episodio piuttosto equivoco, che non trova peraltro ulteriori riscontri, il cui valore sta principalmente nel sostenere che l'attrice soggiornò per diversi giorni nella famigerata "Villa Triste"<ref>{{Cita web|url=https://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_aprile_24/villa-triste-torture-nazisti-partigiani-ferida-corbella-koch-2004206878491.shtml|titolo=«Quelle torture della banda Koch a Villa Triste»|autore=Paolo Di Stefano|sito=Corriere della Sera Milano|lingua=it|accesso=14 settembre 2024}}</ref>, ma non partecipò alle sevizie sui partigiani mentre sempre Corbella accusò una delle amanti di Koch, la [[soubrette]] Daisy Marchi nonché la segretaria del capo della "banda" Alba Giusti Cimini, della partecipazione alle torture sui partigiani; entrambe le donne citate, secondo questa tardiva testimonianza, si spacciavano, talvolta con i prigionieri, per la celebre Ferida, approfittando della penombra delle celle e della somiglianza fisica della Marchi con Luisa<ref>[http://www.infodefunti.it/dusnella-marchi Dusnella Marchi - Necrologio e sepoltura]</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-934885d2-aec6-4294-9fbf-c53f1f848fcf.html|titolo=Rai Uno Sanguepazzo - Note di regia|sito=www.rai.it|accesso=14 settembre 2024}}</ref>; la Marchi e la Cimini mai subirono conseguenze per la loro collaborazione<ref>Odoardo Reggiani, ''Luisa Ferida, Osvaldo Valenti: ascesa e caduta di due stelle del cinema'', Spirali, 2001, pag. 290</ref>.
[[Natalia Ginzburg]], nella sua celebre opera del 1963 ''[[Lessico famigliare]]'', asserì che fu proprio la Ferida a condurre l'interrogatorio della sua amica Lisetta Giua, partigiana e moglie di [[Vittorio Foa]], incarcerata a [[Villa Triste]] di Milano e riuscita fortunosamente a scappare dalle grinfie dei fascisti<ref>Natalia Ginzburg, ''Lessico famigliare'', Einaudi, Torino, 1972, p. 216.</ref>.
Dalla casa milanese di Valenti e Ferida, qualche giorno dopo la loro fucilazione, venne sottratto un autentico tesoro, del quale Marozin nel dopoguerra ammise la "confisca", ma sostenendo di non ricordare dove tali beni fossero finiti: «Una parte fu restituita, credo, alla madre della Ferida<ref>Circostanza categoricamente smentita da quest'ultima</ref> il resto andò a Milano»<ref>Intervista di Giuseppe Grazzini a Vero Marozin, EPOCA n. 392/1958.</ref>.▼
===La morte per fucilazione===
[[File:Grave Luisa Ferida Manfrini.jpg|thumb|Tomba di Luisa Manfrini Farnet "in arte" Luisa Ferida al Campo X del [[Cimitero Maggiore di Milano]]]]
Nei giorni immediatamente successivi alla [[caduta della Repubblica Sociale Italiana]], l'attrice pagò con la vita la sua notorietà associata alla relazione amorosa con Valenti, che era stato combattente fascista nella X Flottiglia MAS e probabile frequentatore di [[Villa Triste]] a Milano, sede della banda Koch. A 31 anni, il 30 aprile 1945, Luisa Ferida nel suo quarto mese di [[gravidanza]],<ref>{{Cita web|url=https://www.secoloditalia.it/2021/04/la-tragica-storia-di-luisa-ferida-innocente-fu-fucilata-dai-partigiani-con-il-bimbo-in-grembo/|titolo=La tragica storia di Luisa Ferida: innocente, fu fucilata dai partigiani con il bimbo in grembo|sito=Secolo d'Italia|data=30 aprile 2021|lingua=it|accesso=14 settembre 2024}}</ref> fu fucilata dai [[partigiani]] in via Poliziano a Milano assieme a Valenti, dopo un processo sommario nel quale fu accusata di [[collaborazionismo]] e soprattutto di essere collegata alla banda Koch: un interrogatorio fu fatto in una cascina vicino a Milano tra il 21 e 22 aprile, dopo che l'attrice raggiunse Valenti, il quale si era spontaneamente consegnato ai partigiani in qualità di [[prigioniero di guerra]].<ref name="ReferenceA"/> La [[bara]] fu sepolta sotto una lapide, che riporta il suo nome e cognome ossia Luisa Manfrini, assieme al compagno di vita e lavoro [[Osvaldo Valenti]], nel Campo X detto ''Campo dell’Onore'' del [[Cimitero Maggiore di Milano]], noto anche come [[cimitero di Musocco]]; le salme della coppia, portate al cimitero dopo la benedizione di un prete, furono riconosciute da Nelly Valenti, sorella di Osvaldo: i cadaveri avevano al petto ancora i cartelli infamanti, che inneggiavano a una sommaria giustizia eseguita, su imitazione del trattamento riservato ai cadaveri dei partigiani uccisi dai fascisti.<ref name="ReferenceA"/>
===
Responsabile dell'esecuzione tramite fucilazione fu [[Giuseppe Marozin]],<ref name=Bertoldi>{{cita news|autore=Silvio Bertoldi|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/giugno/24/Luisa_Ferida_Osvaldo_Valenti_dal_co_0_01062411922.shtml|titolo=Luisa Ferida e Osvaldo Valenti, dal set al muro|pubblicazione=Corriere della Sera|giorno=24|mese=6|anno=2001|accesso=14 agosto 2021.|dataarchivio=20 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110520060514/http://archiviostorico.corriere.it/2001/giugno/24/Luisa_Ferida_Osvaldo_Valenti_dal_co_0_01062411922.shtml|urlmorto=sì}}</ref> nome di battaglia ''Vero'', capo della [[Formazioni autonome militari|divisione Pasubio]], in seguito imputato di vari altri crimini, fra cui omicidi a danno di partigiani e civili.<ref>{{cita web|url=http://www.cardinibruno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=66:processo-marozin&catid=8:cardinibruno-generale&Itemid=17|titolo=Processo Marozin|sito=cardinibruno.it|accesso=14 agosto 2021|dataarchivio=5 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305030909/http://www.cardinibruno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=66:processo-marozin&catid=8:cardinibruno-generale&Itemid=17|urlmorto=sì}}</ref> Nel corso del procedimento penale a suo carico per quel crimine, Marozin ebbe a dichiarare: «La Ferida non aveva fatto niente, veramente niente. Ma era con Valenti. La rivoluzione travolge tutti».<ref name=marozin>G. Marozin, ''Odissea Partigiana'', Milano, Azione Comune, 1965</ref> Marozin sostenne anche, per discolparsi, che l'ordine di procedere all'esecuzione di Ferida e Valenti fosse venuto direttamente dal [[C.L.N.A.I.]] nella persona di [[Sandro Pertini]], dichiarando: «Quel giorno - 30 aprile 1945 - Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: "Fucilali, e non perdere tempo!"».<ref name=marozin/> Sempre secondo Marozin, Pertini si sarebbe rifiutato di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva scritto durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni a difesa e dei tanti partigiani aiutati, che scagionavano i due attori da ogni accusa, ma la fucilazione della celebre coppia era ormai decisa in una rappresaglia simbolicamente punitiva.<ref name="ReferenceA"/> Questa ricostruzione è invero controversa, in quanto manca un ordine scritto, riscontrato invece in altri casi, come a esempio la fucilazione di [[Benito Mussolini]], seppur emesso a esecuzione avvenuta.<ref name=Bertoldi />
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] la madre della Ferida fece domanda al [[Ministero del Tesoro]] per ottenere una pensione di guerra, essendo la figlia la sua unica fonte di sostentamento. Si rese necessaria, pertanto, un'accurata inchiesta da parte dei [[Carabinieri]] di Milano per accertare le reali responsabilità della Ferida, al termine della quale si concluse che «la Manfrini dopo l'8 settembre 1943 si è mantenuta estranea alle vicende politiche dell'epoca e non si è macchiata di atti di terrorismo e di violenza in danno della popolazione italiana e del movimento partigiano»<ref name=ferida>[http://www.puntodincontro.com.mx/articoli/donneditalia30052011.htm Punto d'Incontro - donne d'Italia - Luisa Ferida<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. La madre di Luisa Ferida ottenne la pensione di guerra comprensiva di arretrati.▼
▲Dalla casa milanese di Valenti e Ferida, qualche giorno dopo la loro fucilazione, venne sottratto un autentico tesoro, del quale lo stesso Marozin, nel dopoguerra, ammise
Nel [[1991]] lo storico [[Italo Moscati]] ha realizzato ''[[Gioco perverso (film 1993)|Gioco perverso]]'' una pellicola ispirata alla tragica storia d'amore della coppia interpretato da [[Fabio Testi]] e [[Ida Di Benedetto]].▼
===Totale innocenza dell'attrice===
Nel [[2008]] il regista [[Marco Tullio Giordana]] ha presentato fuori concorso al [[Festival di Cannes]] il film ''[[Sanguepazzo]]'', ispirato alla vita di [[Osvaldo Valenti]] (interpretato da [[Luca Zingaretti]]) e di Luisa Ferida (interpretata da [[Monica Bellucci]]).▼
▲Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] la madre
==Filmografia==
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[[File:La bella addormentata (film 1942).png|thumb|Luisa Ferida ne ''[[La bella addormentata (film 1942)|La bella addormentata]]'' (1942)]]
* ''[[Freccia d'oro (film 1935)|Freccia d'oro]]'', regia di [[Piero Ballerini]] e [[Corrado D'Errico]] ([[1935]])▼
▲* ''[[Freccia d'oro (film 1935)|Freccia d'oro]]'', regia di [[Piero Ballerini]] e [[Corrado D'Errico]] (
* ''[[Re burlone]]'', regia di [[Enrico Guazzoni]] (1935)
* ''[[Lo smemorato]]'', regia di [[Gennaro Righelli]] (
* ''[[Il grande silenzio (film 1936)|Il grande silenzio]]'', regia di [[Giovanni Zannini]] (1936)
* ''[[I due sergenti (film 1936)|I due sergenti]]'', regia di Enrico Guazzoni (1936)
* ''[[L'ambasciatore (film 1936)|L'ambasciatore]]'', regia di [[Baldassarre Negroni]] (1936)
* ''[[Amazzoni bianche]]'', regia di Gennaro Righelli (1936)
* ''[[I fratelli Castiglioni]]'', regia di Corrado D'Errico (
* ''[[La fossa degli angeli]]'', regia di [[Carlo Ludovico Bragaglia]] (1937)
* ''[[I due barbieri]]'', regia di [[Duilio Coletti]] (incompiuto) (1937)
* ''[[I tre desideri]]'', regia di [[Kurt Gerron]] (1937)
* ''[[Tutta la vita in una notte]]'', regia di Corrado D'Errico (
* ''[[Il conte di
* ''[[L'argine]]'', regia di Corrado D'Errico (1938)
* ''[[Il suo destino (film 1938)|Il suo destino]]'', regia di Enrico Guazzoni (1938)
* ''[[Stella del mare]]'', regia di Corrado D'Errico (1938)
* ''[[Animali pazzi]]'', regia di Carlo Ludovico Bragaglia (
* ''[[Un'avventura di Salvator Rosa]]'', regia di [[Alessandro Blasetti]] (1939)
* ''[[Il segreto di Villa Paradiso]]'', regia di [[Domenico Gambino]] (
* ''[[La fanciulla di Portici]]'', regia di Mario Bonnard (1940)
* ''[[Nozze di sangue (film)|Nozze di sangue]]'', regia di [[Goffredo Alessandrini]] (
* ''[[La corona di ferro]]'', regia di Alessandro Blasetti (1941)
* ''[[Amore imperiale]]'', regia di [[Aleksandr Aleksandrovič Volkov (regista)|Aleksandr Volkov]] (1941)
* ''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'', regia di Alessandro Blasetti (
* ''[[I cavalieri del deserto]]'', regia di [[Gino Talamo]] e [[Osvaldo Valenti]] (incompiuto) (1942)
* ''[[Fari nella nebbia]]'', regia di [[Gianni Franciolini]] (1942)
Riga 89 ⟶ 94:
* ''[[Fedora (film 1942)|Fedora]]'', regia di [[Camillo Mastrocinque]] (1942)
* ''[[Gelosia (film 1942)|Gelosia]]'', regia di [[Ferdinando Maria Poggioli]] (1942)
* ''[[Il figlio del corsaro rosso (film 1943)|Il figlio del corsaro rosso]]'', regia di [[Marco Elter]] (
* ''[[Grazia (film 1943)|Grazia]]'', regia di [[Esodo Pratelli]] (incompiuto) (1943)
* ''[[Harlem (film
* ''[[Tristi amori (film)|Tristi amori]]'', regia di [[Carmine Gallone]] (1943)
* ''[[La locandiera (film 1944)|La locandiera]]'', regia di [[Luigi Chiarini]] (
* ''[[Fatto di cronaca]]'', regia di [[Piero Ballerini]] (
===Doppiatrici===
*[[Lydia Simoneschi]] in ''Fari nella nebbia'', ''Fedora'', ''La locandiera''
*[[Tina Lattanzi]] in ''Nozze di sangue''
== Citazioni e omaggi ==
▲* Nel
▲* Nel
* L'anno successivo il gruppo musicale [[Ianva]] le dedica un brano intitolato semplicemente ''Luisa Ferida'' all'interno dell'album ''Italia: Ultimo Atto''.
* Nel 2011 la decisione di porre una «lapide alla memoria» in via Poliziano, per omaggio a Luisa Ferida, fu revocata dal consiglio di circoscrizione della zona 8 di Milano, diretto da un esponente di [[Sinistra Ecologia Libertà]], ma la vicenda è ancora controversa e non conclusa.
== Note ==
Riga 118 ⟶ 129:
* [[Cinema dei telefoni bianchi]]
* [[Osvaldo Valenti]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cinema|fascismo}}
[[Categoria:
[[Categoria:Attori teatrali italiani]]
[[Categoria:Personalità della Repubblica Sociale Italiana]]
[[Categoria:Persone giustiziate per fucilazione]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero maggiore di Milano]]
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