Gneo Cornelio Scipione Calvo: differenze tra le versioni

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| data di nascita =
| luogo di nascita=
| data di morte = [[212 a.C.|212]]<ref name="Livio25,32-39">Secondo {{cita|Livio|XXV, 32-39}} la battaglia avvenne nel corso del 212 a.C.; della stessa idea è lo storico moderno {{cita|Martinez 1986|p. 8}}.</ref>/[[211 a.C.]]<ref name="De Sanctis432">Secondo invece [[Gaetano De Sanctis]] ({{cita|De Sanctis 1917|vol. III.2, ''L'età delle guerre puniche'', p. 432, n.4}}) la battaglia venne combattuta nel 211 a.C.</ref>
| luogo di morte = ''[[Spagna romana|Hispania]]''
| consolato = [[222 a.C.]]
| tribunato consolare =
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|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Hispania
|LuogoMorteLink = Spagna romana
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 212/211 a.C.
|Epoca = -200
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|AttivitàAltre = e statista
|Nazionalità = romano
}}
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{{Vedi anche|Cursus honorum}}
==== Consolato (222 a.C.) ====
Gneo Cornelio Scipione Calvo fu nominato [[Console (storia romana)|console]] nel [[222 a.C.]] insieme a [[Marco Claudio Marcello]], e con lo stesso [[Assedio di Milano (222 a.C.)|assediò e prese]] ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]), capitale [[Insubri|insubre]], ponendo fine alla guerra.<ref>{{cita|Polibio|II, 34.10-15}}; {{cita|Cassio Dione|XII, 51-52}}; {{cita|Zonara|''L'epitome delle storie'', VIII, 20}}.</ref> Gneo Cornelio Scipione fu soprannominato Calvo per distinguerlo da suo zio, un altro [[Gneo Cornelio Scipione Asina|Gneo Cornelio Scipione]] soprannominato Asina (o asino), che fu per due volte console durante la [[prima guerra punica]].
 
====InAlla Spagnaconquista durantedella Spagna lacon secondail guerrafratello punicaPublio (218 - 212/211 a.C.)====
{{Vedi anche|Conquista romana della Spagna durante la seconda guerra punica}}
[[File:Iberia 218-211BC-it.png|miniatura|upright=1.4|L'avanzata dei Romani in Spagna (dal 218 al 211 a.C.) sotto i due Scipioni, Publio e Gneo]]
 
Gneo Cornelio Scipione Calvo combatté nella [[seconda guerra punica]] in [[conquista romana della Spagna|Iberia]] ([[Spagna]]) dalla fine del 218,<ref>{{cita|Polibio|III, 49, 76, 95-97}}.</ref> al 212/211 a.C. ottenendo numerosi successi contro le forze cartaginesi di [[Asdrubale Giscone]].<ref>{{cita|Periochae|23.9 e 14}}.</ref>
 
Livio racconta che verso la metà del [[218 a.C.]], il fratello [[Publio Cornelio Scipione (console 218 a.C.)|Publio]] gli affidò il comando della spedizione in Iberia, poiché egli doveva difendere i territori della [[Gallia cisalpina]] dall'avanzata di [[Annibale]]. Le forze a sua disposizione erano di [[marina militare romana|60 quinqueremi]], due [[legione romana|legioni]] e i corrispettivi [[cavalleria legionaria|reparto di cavalleria]], oltre a 14.000 fanti alleati e 1.600 cavalieri (pari ad oltre tre [[ala (esercito romano)|''alae'']]).<ref name="LivioXXI17,8">{{cita|Livio|XXI, 17.8}}.</ref>
 
Gneo partì dalla foce del [[Rodano]] e passati i [[Pirenei]], approdò ad ''Emporion'' ([[Empúries]]), antica [[colonia greca|colonia]] [[Focea|focese]].<ref>{{cita|Livio|XXI, 60.1-2}}.</ref> Questa fu la località da dove Roma iniziò la sua conquista della penisola. Una volta sbarcato iniziò la sua avanzata dal paese dei [[Lacetani]], inducendoli a far causa comune con i Romani, insieme a tutte le genti del litorale iberico fino al fiume [[Ebro]]. Egli in parte rinnovò antiche alleanza, in parte ne creò di nuove.<ref>{{cita|Livio|XXI, 60.3}}.</ref>
A lui ed al fratello Publio si deve la costruzione della mura ciclopiche della città di ''[[Tarragona|Tarraco]]''.<ref name="Piganiol234">{{cita|Piganiol 1989|p. 234}}.</ref> Alla fine venne ucciso nel corso delle [[battaglie del Baetis superiore]]<ref>{{cita|Livio|XXV, 35-36}}.</ref> nel [[212 a.C.|212]]<ref name="Livio25,32-39"/>/[[211 a.C.]]<ref name="De Sanctis432"/> poco dopo la morte di suo fratello minore.<ref name="Periochae25.12">{{cita|Periochae|25.12}}.</ref>
 
A sud dell'Ebro vi era la provincia cartaginese assegnata ad [[Annone (generale della battaglia di Cissa)|Annone]], il quale credendo che fosse giunto il momento per muovere contro Gneo, pose il campo di fronte a quello romano. Poi schierò l'esercito pronto al combattimento. E poiché a Gneo non pareva il caso di rimandare lo scontro, attendendo l'arrivo di Asdrubale, preferì combattere i due comandanti cartaginesi separatamente. Si fece incontro così ad Annone.<ref>{{cita|Livio|XXI, 60.5-6}}.</ref>
 
La prima importante battaglia tra Cartaginesi e Romani ebbe luogo a Cissa, che qualcuno ha identificato con la stessa ''[[Tarraco]]'' ([[Tarragona]]).<ref name="Cissa">Mario Scandola (''Storia di Roma dalla sua fondazione'' di Tito Livio, ed. [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] del 1991, nota 60.2 p. 553), scrive che alcuni hanno identificato ''Cissa'', la capitale dei [[Cassetani]] con la stessa ''[[Tarraco]]''.</ref> Qui i Cartaginesi [[battaglia di Cissa|subirono una pesante sconfitta]] ad opera dello stesso Gneo.<ref>{{cita|Livio|XXI, 60.7}}.</ref>
 
Rese quindi amiche ed alleate di Roma tutte le popolazioni che si trovavano a nord dell'Ebro e riuscì a prendere vivi il generale dei Cartaginesi, Annone, e quello degli [[Iberi]], [[Indibile]], che era il sovrano indiscusso di tutte le regioni interne dell'Iberia.<ref name="PolibioIII,76,6">{{cita|Polibio|III, 76, 6-7}}.</ref>
 
Gneo riuscì a consolidare la sua posizione a nord del fiume [[Ebro]], mentre [[Asdrubale Barca|Asdrubale]] arrivò troppo tardi per aiutare Annone, ma in ogni caso attraversò il fiume e con una forza di 8.000 fanti e 1.000 cavalieri riuscì a sorprendere i legionari romani nei pressi di ''Tarraco'' e a distruggere 25 navi romane, riducendone il numero da 60 a sole 35. Quindi si ritirò, pronto a fortificare i suoi territori a sud dell'Ebro, e andando a svernare a ''[[Nova Carthago]]''.<ref>{{cita|Polibio|III, 76, 8-11}}; {{cita|Livio|XXI, 61.1-3}}.</ref> Gneo, invece, una volta raggiunta la flotta, dopo aver punito i responsabili della sconfitta subita contro Asdrubale, lasciò a Tarraco ([[Tarragona]]) un modesto presidio e andò a svernare a ''[[Emporiae]]'', dove distribuì ai soldati il bottino.<ref>{{cita|Polibio|III, 76, 12-13}}; {{cita|Livio|XXI, 61.4}}.</ref>
 
Allontanatosi Gneo da quei territori, riapparve [[Asdrubale Barca|Asdrubale]], il quale non solo spinse la popolazione degli [[Ilergeti]] alla defezione, sebbene questi ultimi avessero appena dato in ostaggio ai Romani i propri giovani, ma si mise anche a devastare i campi di tutte le popolazioni limitrofe alleate dei Romani. Richiamato pertanto Scipione dai [[hiberna|quartieri invernali]], Asdrubale si allontanò andando a rifugiarsi ancora una volta a sud del fiume Ebro.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.5-6}}.</ref>
 
Gneo allora, deciso a dare una lezione agli Ilergeti che avevano defezionato e che ora erano stati abbandonati dal comandante cartaginese, si diresse verso la loro capitale, ''[[Atanagrum]]'', e la [[assedio (storia romana)|cinse d'assedio]]. In poi giorni ne ottenne la resa e ridusse in suo potere questo popolo, obbligandolo a pagare un tributo e ad inviargli un numero di ostaggi maggiore della volta precedente.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.6-7}}.</ref>
 
[[File:218 AC - Iter Gnaei Scipionis in Hispania.png|thumb|center|upright=3.6|Avanzata di Gneo Scipione in Spagna nel 218 a.C.]]
 
Poco dopo fu la volta degli [[Ausetani]], popolazione che non distava molto dal fiume Ebro, alleati anch'essi dei Cartaginesi. Anche la loro capitale venne assediata, mentre i vicini [[Lacetani]], che avevano tentato di aiutare questa popolazione confinante durante la notte, furono respinti. Dopo trenta giorni d'assedio, peraltro favorito dal tempo inclemente, durante il quale raramente la neve era inferiore ai tre piedi (oltre un metro) d'altezza, queste due popolazioni videro uccisi 12.000 uomini dei loro.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.8-10}}.</ref> Alla fine, dopo che il loro comandante, [[Amusico]], si era rifugiato presso Asdrubale, i Lacetani pattuirono la resa per venti [[talento (peso)|talenti]] d'argento (65&nbsp;kg circa) e si arresero. Fu così che, alla fine di questo primo anno di guerra, i Romani preferirono ritirarsi a ''Tarraco'' utilizzando questa città come loro nuova base per i quartieri d'inverno.<ref>{{cita|Livio|XXI, 61.11}}.</ref> A lui ed al fratello Publio si deve, infatti, la costruzione della mura ciclopiche di [[Tarragona|questa città]].<ref name="Piganiol234">{{cita|Piganiol 1989|p. 234}}.</ref>
 
==== Morte in battaglia (212/211 a.C.) ====
A lui ed al fratello Publio si deve la costruzione della mura ciclopiche della città di ''[[Tarragona|Tarraco]]''.<ref name="Piganiol234">{{cita|Piganiol 1989|p. 234}}.</ref> Alla fine venneVenne ucciso nel corso delle [[battaglie del Baetis superiore]]<ref>{{cita|Livio|XXV, 35-36}}.</ref> nel [[212 a.C.|212]]<ref name="Livio25,32-39"/>/[[211 a.C.]]<ref name="De Sanctis432"/> poco dopo la morte di suo fratello minore.<ref name="Periochae25.12">{{cita|Periochae|25.12}}.</ref>
{{Citazione|Secondo alcuni, Gneo Scipione restò ucciso sull'altura al primo assalto, secondo altri riparò con pochi in una torre vicina all'accampamento; questa fu circondata con fuochi e così fu presa dopo che ne furono arse le porte contro le quali nessun assalto era valso. E tutti quelli che vi erano furono uccisi col comandante. Così nell'ottavo anno della sua permanenza in Spagna, ventinove giorni dopo il fratello, Gneo Scipione morì.<ref name="Periochae25.12"/>|{{cita|Livio|XXV, 36.13-14}}.|Cn. Scipionem alii in tumulo primo impetu hostium caesum tradunt, alii cum paucis in propinquam castris turrim perfugisse; hanc igni circumdatam, atque ita, exustis foribus quas nulla moliri potuerant vi captam, omnesque intus cum ipso imperatore occisos. Anno octavo postquam in Hispaniam venerat, Cn. Scipio undetricensimo die post fratris mortem est interfestus.|lingua=la}}
Gli ispanici provavano cordoglio e rimpianto per la perdita dei due generali, soprattutto per Gneo che più a lungo li aveva governati e che prima del fratello aveva guadagnato la loro fiducia, dando loro per primo la testimonianza della giustizia e della moderazione dei Romani.<ref>{{cita|Livio|XXV, 36.16}}.</ref>
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=== Discendenza ===
Suo figlio fu [[Publio Cornelio Scipione Nasica]], console nel [[191 a.C.]], il primo Scipione Nasica (soprannominato Nasica per il suo prominente naso), che diede inizio al ramo ''nasica'' della famiglia degli Scipioni. Il figlio di Scipione Nasica, che a sua volta si chiamava Scipione Nasica (soprannominato Corculum), sposò la sua seconda cugina Cornelia Africana Maggiore, la figlia maggiore di Scipione Africano, e in questo modo riunì i due rami della famiglia. I loro discendenti in linea diretta perpetuarono il nome della famiglia fino al [[46]], quando Scipione Metello fu adottato dalla famiglia dei Cecili Metelli.
 
Ebbe anche una figlia, [[Megulia Dotata|Megulia]], divenuta famosa per la sua eccezionale dote, dando origine all'appellativo ''Megulia Dotata'' dato a chi era accompagnata da dote cospicua.
 
==Note==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
<div class="references-medium" style="-moz-column-count: 2; column-count: 2;">
;Fonti primarie:
* {{cita libro |autore=[[Appiano di Alessandria]]|titolo=Historia Romana (Ῥωμαϊκά)|volume=VII e VIII|cid=Appiano|lingua=grc}} Versione in inglese [http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html qui] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151120053128/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html |data=20 novembre 2015 }}.
* {{Cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=Breviarium ab Urbe condita|url=https://la.wikisource.org/wiki/Breviarium_historiae_romanae|volume=III|cid=Eutropio|lingua=latino}} [[File:{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15px]]15}}
* {{Cita libro|autore=Polibio|wkautore=Polibio|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|volume=VII|cid=Polibio|lingua=grc}} Versioni in inglese disponibili [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/home.html qui] e [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0234%3Abook%3D1%3Achapter%3D1 qui].
* {{cita libro|autore=Strabone|wkautore=Strabone|titolo=Geografia|volume=V|cid=Strabone|lingua=grc}} Versione in inglese disponibile [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/home.html qui].
* {{Cita libro|autore=Tito Livio|wkautore=Tito Livio|titolo=Ab Urbe condita libri|url=httphttps://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita|volume=XXI-XXX|cid=Livio|lingua=latino}} [[File:{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15px]]15}}
* {{Cita libro|autore=Tito Livio|wkautore=Tito Livio|titolo=Periochae|url=httphttps://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita_%E2%80%93_Periochae|volume=21-30|cid=Periochae|lingua=latino}} [[File:{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15px]]15}}
 
;Fonti storiografiche moderne:
* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio|anno=1997|editore=Patron|città=Bologna|ISBN=978-88-555-2419-3|cid=Brizzi 1997}}
* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma|url=https://archive.org/details/scipioneeannibal0000briz|anno=2007|editore=Laterza|città=Bari-Roma|ISBN=978-88-420-8332-0|cid=Brizzi 2007}}
* {{cita libro|autore=Guido Clemente|titolo=La guerra annibalica|collanaopera=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani|editore=Il Sole 24 ORE|città=Milano|anno=2008|volume=XIV|cid=Guido Clemente 2008}}
* {{cita libro| titolo = Rome's Enemies (4): Spanish Armies | url = https://archive.org/details/isbn_9780850457018 | anno = 1986 | autore = Rafael Treviño Martinez | autore2 = Angus McBride (illustratore) | editore = Osprey | lingua = inglese| isbn = 0-85045-701-7 |cid = Martinez 1986 }}
* {{cita libro|autore=Theodor Mommsen|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|volume=vol.II|editore=Sansoni|città=Milano|anno=2001|ISBN=978-88-383-1882-5|cid=Mommsen 2001}}
* {{cita libro|autore=André Piganiol|wkautore=André Piganiol|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|cid=Piganiol 1989}}
* {{cita libro|autore=Howard H.Scullard|titolo=Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine|editore=BUR|volume=vol.I|città=Milano|anno=1992|ISBN=88-17-11574-6|cid=Schullard 1992}}
* ''Libri nove spettanti a diverse materie, cioè della religione, delli Dii, delli ordinamenti antichi, della testificanza, della moderazione etc'', di [[Valerius Maximus]], Cap. VI. p.&nbsp;XXXVII, 1504.
</div>
 
==Collegamenti esterni==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{EI|nome=Gneo Cornelio Scipione Calvo|nomeurl=scipione-calvo-gneo-cornelio|autore=Alfredo Passerini|anno=1936|accesso=3 giugno 2018}}
 
{{Box successione
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|successivo = [[Publio Cornelio Scipione Asina]]<br />e<br />[[Marco Minucio Rufo]]
}}
{{Gens Cornelia}}
{{Seconda guerra punica}}
{{Cornelii Scipiones}}
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|Biografiebiografie}}
 
[[Categoria:Consoli repubblicani romani|Scipione Calvo, Cornelio, Gneo]]
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[[Categoria:PersonaggiPolitici figli d'arte]]
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