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←Nuova pagina: Gli Autoritratti di Paul Gauguin Tra le opere del pittore francese Paul Gauguin sono numerosi gli autoritratti di natura espressionista che ripropongono alcuni periodi... |
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Gli '''Autoritratti di Paul Gauguin''' sono [[dipinti]] di natura [[espressionista]] che il pittore francese [[Paul Gauguin]] ha realizzato durante la sua carriera artistica e che ripropongono alcuni periodi storici e psicologici della sua vita. Per il pittore gli [[autoritratti]] divengono una vera e propria ossessione, un'occasione per guardare in profondità nella propria anima alla ricerca della più intima identità spirituale.
Gli Autoritratti di Paul Gauguin▼
2. Autoritratto con Aureola (1889)▼
5.1 Storia ▼
== I Miserabili (1888) ==
[[File:Paul Gauguin 112.jpg|thumb|Paul Gauguin-''Autoritratto "I miserabili"-''1888-Olio su tela 45X55cm-Van Gogh Museum - Amsterdam
]]
=== Storia ===
L'autoritratto ''"I Miserabili"'' è un dipinto
=== Descrizione ===
Il quadro è carico di intenzioni extrapittoriche, messaggi che vanno al di là del mondo pittorico: l'intonazione giallo-rossastra e il tratto incisivo conferiscono al dipinto una grande forza espressiva. La composizione cromatica è divisa in tre blocchi: il blocco verde all'estrema destra con il ritratto di ''[[Bernard]]'', il blocco solare e giallastro al centro e il blocco più scuro e rossastro a sinistra con il busto di ''[[Gauguin]]'',che appare come infuocato. L'artista si ritrae con il volto incandescente, come a voler indicare la
== Autoritratto con Aureola (1889) ==
[[File:Paul Gauguin - Self-Portrait with Halo and Snake.jpg|thumb|Paul Gauguin-''"Autoritratto con Aureola"-''1889-Olio su tavola 50x70cm-National Gallery of Art-Washington
]]
=== Storia ===
Dopo il soggiorno a [[Pont-Aven]] Gauguin decide di accettare l'insistente invito di ''[[Van Gogh]]'' a raggiungerlo ad [[Arles]], in [[Provenza]]. La decisione sembra essere influenzata da diversi fattori tra cui il sostegno economico fornito dal fratello di Van Gogh, ''[[Theo Van Gogh]]'', che stipula un contratto con Gauguin quello stesso anno e lo invita a raggiungere il fratello Vincent, pagandogli il soggiorno. Mentre Van gogh dimostra molta ammirazione per il compagno e nutre la speranza di poter finalmente fondare un'associazione di pittori, Gauguin scrive all'amico ''[[Bernard]]'' di sentirsi completamente spaesato, di trovare tutto piccolo e meschino. Alla delusione iniziale segue ben presto l'affiorarsi di alcune divergenze sorte dalla
=== Descrizione ===
Il quadro, in linea con la tendenza [[simbolista]], è carico di simboli complessi e di significato spesso oscuro che sembrano trattare concetti opposti come il bene e il male, il paradiso e l'inferno. La vicinanza con artisti malati di [[misticismo]] e cultori delle [[religioni orientali]], come ''[[Bernard]]'', motiva la tendenza di Gauguin a caricare la pittura di valori etici e sacri, a trasporre stati d'animo e preoccupazioni personali e ad assumere atteggiamenti da [[predicatore]]. Colpisce la superficie di color rosso intenso uniformemente distribuita sul fondo, in contrasto con il giallo che incornicia la testa galleggiante dell' artista, stilizzata sopra steli curvi e fiori dalla forma inconsueta. Gauguin suggerisce appena il proprio aspetto mostrando di sè solo la testa e una mano, mentre stringe un serpente tra le dita. Il dipinto è fortemente ambivalente e per questo motivo offre diversi spunti d'interpretazione. Il serpente, solitamente associato al [[peccato originale]], potrebbe simboleggiare il male e la tentazione in quanto convinse ''[[Eva]]'', personaggio biblico, a gustare la mela proibita dall' ''Albero della conoscenza'' ma potrebbe anche rappresentare la conoscenza stessa del bene e del male, quella che ''[[Adamo]]'' ed Eva ebbero da allora in poi. L'aureola sopra la testa di Gauguin suggerisce la divinità o santità del personaggio, alludendo agli angeli e al cielo, come ad informare l'osservatore che egli è in parte buono (aureola) e in parte cattivo (serpente). L'intero dipinto sembra improntato alla rappresentazione del [[Giardino dell'
== Buongiorno Signor Gauguin (1889) ==
[[File:Paul Gauguin 066.jpg|thumb|Paul Gauguin -''Autoritratto "Buongiorno, signor Gauguin"-''1889-Olio su tela 113x92cm-Národní Galerie-Praga
]]
=== Storia ===
Ai periodi di lavoro in [[Bretagna]] tra il [[1889]] e il [[1890]] appartengono tutte quelle opere di impronta [[simbolista]] che rappresentano il fondamento della nuova arte, cosiddetta ''"ideista"'', che riassume in
=== Descrizione ===
Il quadro, come suggerisce il titolo, ha come protagonista lo stesso Gauguin e lascerebbe intendere il riferimento all'inizio di una nuova giornata. Una donna bretone, che indossa un abito tipicamente contadino, è rivolta verso di lui e solo il capo chinato nella direzione del pittore lascia intendere un cenno di saluto. Gauguin invece è quasi interamente coperto dal cappotto e dal cappello, lascia intravedere solo pochi tratti del viso mentre i due terzi del dipinto sono occupati da una natura fredda e poco rassicurante. Si tratta di un paesaggio fatto di alberi spogli e arbusti, privo di fiori e sovrastato da un cielo blu, cupo, che insieme all'espressione vuota e nascosta del protagonista sembra voler rispecchiare le vere emozioni provate dall'autore mentre lo realizza. Il contrasto con il titolo è forte e delude le attese di un "buongiorno". Osservando il quadro risulta infatti evidente la descrizione del termine di un giorno faticoso e malinconico e del rientro a "casa", forse in un freddoloso pomeriggio, di un uomo sconfitto, con il peso del lavoro sulle spalle. Il dipinto esprime un grande malessere e le sensazioni che trasmette ne sono la prova: la rassegnazione di una lunga giornata e l'impotenza di fronte a un paesaggio, a una natura dominante che lascia poco spazio alla persona; non ci sono segni di speranza ma un unico elemento consolatorio, il saluto comprensivo di una persona estranea alla sua vita. In questo scenario l'autoritratto che realizza non è altro che una malinconica testimonianza di se stesso.
== Autoritratto con Cristo Giallo (1890-91) ==
[[File:Paul Gauguin 109.jpg|thumb|Paul Gauguin -''"Autoritratto con Cristo giallo"-''1890/1891-Olio su tela 30 x 46cm-Musée d'Orsay-Parigi
]]
=== Storia ===
La produzione pittorica realizzata in Bretagna non sembra bastare a Gauguin, il quale ha bisogno di arricchire la propria opera di contenuti che rispondano alla sua
=== Descrizione ===
In primo piano compare Gauguin, con lo sguardo fisso allo spettatore e il volto deciso e serio, come a voler esprimere il peso delle difficoltà che l'artista affrontava in quel periodo ma anche tutta la sua determinazione nel continuare la sua battaglia artistica. Alle sue spalle fanno da sfondo i due quadri. A sinistra
== Autoritratto con cappello (1893-94) ==
[[File:Paul Gauguin 111.jpg|thumb|Paul Gauguin -''"Autoritratto con cappello"-''1893/1894-Olio su tela a doppia faccia 46 x 38 cm-Musée d'Orsay-Parigi
]]
=== Storia ===
La permanenza a [[Tahiti]] dura due anni e nell'aprile del [[1893]] Gauguin ritorna a [[Parigi]], con un bagaglio di opere nuove e un obiettivo ben preciso: farle conoscere e rafforzare la sua fama di caposcuola, grazie a creazioni nuove e di un tipo ancora mai visto. Malgrado i suoi sforzi l'effetto non è tuttavia quello sperato: a Novembre l'artista propone di regalare un quadro al ''museo del Luxembourg'', ma l'opera viene rifiutata, e successivamente presenta una mostra con i maggiori capolavori realizzati a Tahiti, anche questa conclusa in modo fallimentare. Gauguin è sostenuto soltanto da un numero esiguo di pittori e critici, mentre la maggior parte dei suoi colleghi si mostra restio nei suoi confronti. Il sentimento di estraneità provocato dalle tele ''"barbare"'' e dalle sculture ''"ultraselvagge"'',
=== Descrizione ===
Gauguin si raffigura con un'aria seria e impenetrabile nel contesto ''"tahitianizzato"'' della sua nuova bottega, una sorta di studio-abitazione messo su come un "atelier dei mari del sud"<ref>{{cita|Damigella, ''Gauguin a Tahiti''|p.27.}}</ref>: muri gialli e verdi, su una finestra il motto «Ici faruru» (" Qui si fa l'amore"), tele "barbare" e opere di impressionisti, oggetti esotici di ogni genere come il pareo giallo e blu sulla destra. L'immagine che il pittore vuole trasmettere è quella di un artista selvaggio, dai tratti "primitivi", la cui rudezza è accentuata dalla semplicità della pennellata e dal materiale ruvido con cui è composta la tela. Nello studio dell'artista,il giovedì, si organizzavano serate durante le quali Gaguguin si atteggiava a maestro, raccontava dei suoi viaggi, parlava delle opere esotiche, leggeva brani di ''"Noa Noa"'', portava [[Tahiti]] nel raffinato ''circolo simbolista'' parigino. Talvolta vi si affacciavano scrittori simbolisti e personaggi illustri che a quel tempo si attivarono per far conoscere l'opera di Gauguin come ''[[Stéphane Mallarmé]]'', ''[[August Strindberg]]'', ''Paco Durrio'', ''illiam Molard''; quest'ultimo compare sul retro del quadro, con il viso dall'espressione un pò stravolta. Dietro la figura di Gauguin, a rovescio come fosse visto in uno specchio, l'artista colloca il famoso ''"Manau Tupapaù"'' ("[[Lo spirito dei morti veglia]]",un [[olio su tela]] (73x92cm) realizzato nel [[1892]] e conservato nel ''[[Albright-Knox Art Gallery]]'',a [[Buffalo]]) che, a detta dell'artista, rappresenta l'opera più importante e più significativa realizzata durante il suo soggiorno nel Pacifico. Il dipinto ritrae una giovane donna che giace supina e nuda nel proprio letto mentre alle sue spalle aleggiano gli spiriti con velo nero; la donna raffigurata nella tela è Teha'amana,la giovane compagna del pittore, che avrebbe preso ispirazione per il quadro quando tornando da Papeete in una sera di pioggia tra lampi e tuoni,trovò la donna al buio nella capanna, sdraiata sul letto e terrorizzata dall'oscurità e dalla tempesta. Il pittore aggiunge a sinistra nel quadro una figura incappucciata, con l'aria minacciosa, una sorta di demone o spettro polinesiano dei morti ("Tupapau") che evoca la paura della fanciulla nella notte di pioggia. L'intero quadro, con le sue due facce, fornisce una sintesi esatta dell'inverno 1893-1894 che il pittore trascorse a [[Parigi]].
[[File:Paul Gauguin 110.jpg|thumb|Paul Gauguin -''"Autoritratto presso il Golgota"-''1896-olio su tela 76 x 64 cm-Museu de Arte-San Paolo
]]
Durante il secondo soggiorno a [[Tahiti]] Gauguin si impegna nella ricerca di un dialogo tra la cultura polinesiana e quella francese e la sua posizione "ambivalente" di artista e teorico riflette la sua personale variante di ''"primitivismo moderno"'': un'insieme di elementi europei e polinesiani, prestiti dalla religione cattolica e dalle tradizioni spirituali extraeuropee. Questa è la nuova direzione che intraprende e che si apre con la serie di dipinti iniziata al principio del [[1896]], dopo un lungo periodo di inattività per le cattive condizioni di salute e la sistemazione della nuova abitazione a [[Punaauia]], sulla costa ovest di Tahiti. Il riflesso di uno stato d'animo negativo, influenzato in parte dagli insuccessi parigini, si avverte nel primo quadro dipinto da Gauguin dopo il ritorno a Tahiti: l'''"Autoritratto presso il Golgota"'' (1896), [[olio su tela]] (76x64cm), custodito al ''[[Museu de Arte]]'', [[San Paolo]]. L'artista si presenta assimilato a Cristo, come martire e vittima dell'arte nuova, l'arte primitiva e pura; il dipinto è infatti caratterizzato da una forte pregnanza simbolica ed assume i caratteri di una meditazione personale. Ad avvalere questa ipotesi è il fatto che questo quadro non fu destinato al mercato poiché Gauguin lo tenne sempre con sé come icona dell'ultimo periodo della sua vita e testimone delle sue meditazioni: un "memento". Fu acquistato solo dopo la sua morte dallo scrittore e amico ''[[Victor Segalen]]'', che si era recato alle [[Isole Marchesi]] per incontrarlo.
=== Descrizione ===
A differenza degli altri dipinti in cui Gauguin, divenuto capo di una piccola accolita di artisti, sovrappone a se stesso l'immagine di Gesù, capo e guida degli apostoli, nell'''"Autoritratto presso il golgota"'' l'identificazione è meno ostentata: l'artista è vestito con una lunga tunica bianca, probabilmente un camice d'ospedale, e con i capelli più lunghi del reale. Il camice bianco evoca Gesù Cristo mentre nello sfondo scuro il Golgota (o [[Calvario]]), luogo in cui Gesù fu crocifisso, sembra annunciare la fine vicina. Gauguin, immerso nelle tenebre, fissa negli occhi l'osservatore con uno sguardo spento, il volto serio e teso, a sottintendere una sofferta meditazione e le sofferenze fisiche che gli procuravano i suoi mali. Le braccia abbandonate lungo i fianchi raccontano la resa di un uomo ormai minato da malattie, in ospedale con le gambe piagate e con la sifilide. Se però nel ''"Cristo nell'orto"'' lo sguardo abbassato sottolineava la rassegnazione di chi si compiaceva di essere riconosciuto come un [[martire]] della fede nell'arte, l'atteggiamento di questo lavoro è diverso. Lo sguardo sicuro diventa un atto di d'accusa rivolto non solo alla società francese del tempo, che aveva disprezzato il suo [[profeta]], ma a tutti gli uomini, compresi quelli che in un prossimo futuro fossero stati incapaci di riconoscere il valore del suo messaggio artistico. Gauguin è come il Cristo che muore, nell'isolamento morale e affettivo, per le colpe commesse da tutti gli uomini, anche da quelli non ancora nati, ed egli stesso affermerà che il vero calvario è «questa spaventosa società che fa trionfare i piccoli a spese dei grandi e che pure dobbiamo sopportare»<ref>{{cita|Citazione riportata da Rigotto, ''PsicoArt''|p.12.}}</ref>.
== Altre opere ==
Numerosi sono i dipinti di Gauguin che colpiscono per la presenza di strane ceramiche di forma primitiva , inserite con il valore di una seconda firma, le quali rimandano a una nuova esperienza di lavoro avviata dal pittore francese durante il suo soggiorno a [[Pont-Aven]].[[File:Paul Gauguin, 1889, Pot Anthropomorphe, glazed stoneware, 28.4 cm, Musée d'Orsay, Paris.jpg|thumb|Paul Gauguin-''"Vaso-Autoritratto in forma di testa grottesca"-''1889-Grès smaltato 28.4 cm-Musée d'Orsay-Parigi
]]
=== Sculture ===
Dal [[1873]] Gauguin comincia a lavorare il marmo sotto la guida di scultori con i quali viene fortuitamente a contatto e, dopo qualche saggio di maniera accademica, si dedica rapidamente a soggetti di costume moderno modellati o intagliati nel legno con una tecnica rapida e sommaria di tipo [[impressionista]]. La scultura va incontro a una vocazione per l'artigianato artistico e risponde alle sue capacità di manipolare materiali diversi; è un campo in cui l'impronta della personalità dell'artista è più spontanea e immediata. Nel [[1886]] Gauguin ha l'occasione di conoscere il noto incisore ''[[Félix Bracquemond]]'', esperto di arte giapponese, e di venire a contatto, attraverso di lui, con il ceramista ''Champlet''. Comincia a lavorare con quest'ultimo dimostrando subito una particolare predisposizione nel trattare la ceramica e, da semplice decoratore, passa a creare pezzi originali che si possono considerare ceramiche d'arte. Si tratta di vasi in ''grès smaltato'', dalle forme strane, che spesso ricordano le ceramiche inca che l'artista aveva visto in [[Perù]] durante la sua infanzia: alcuni decorati da figurine di bretoni o di ballerine di ''[[Degas]]'', mentre altri sono modellati in forma di testa con il suo stesso volto, autoritratti scultorei. Un esempio è il ''vaso-autoritratto in forma di testa grottesca'' ([[1889]]), in grès smaltato, conservato al''[[Musée d'Orsay]]'', a [[Parigi]]. La connotazione ''primitivistica'' del vaso emerge dai processi di trasformazione subiti dall'argilla in seguito alla cottura nel forno, che portano a un'alterazione delle fattezze inizialmente modellate tant'è che lo stesso Gauguin definisce il vaso «una delle mie cose migliori, ancorchè non molto riuscita dal punto di vista della cottura»<ref>{{cita|Citazione riportata da Messina, ''Paul Gauguin''|p.29.}}</ref>; l'esito infatti è una maschera dal rilievo stirato, con accento deformante, conseguenza della temperatura di cottura eccessiva. Il risultato acquista però un carattere rivelatore e la maschera così deformata ricorda a Gauguin la polarità "selvaggia" del proprio carattere tanto che l'opera, realizzata originariamente come omaggio, diventa in seguito un vero e proprio autoritratto dell'uomo che l'ha realizzata, una «testa di Gauguin il selvaggio». A complicare l'accezione di "selvaggio" è un elemento curioso del vaso-autoritratto, il pollice fra le labbra:un tratto tipicamente infantile che allude a una disarmata innocenza. E' probabile che la stretta equivalenza fra infanzia e stato primitivo o selvaggio, più volte citata come dato qualificante dell'arte giapponese, sia divenuta familiare al pittore per questa via e che egli l'abbia ripresa come mezzo per esternare la nostalgia di una condizione ormai perduta. Queste componenti si sommano nel vaso in un effetto [[grottesco]] fatto di lineamenti sfuggenti, occhi distanti, sottilmente obliqui e naso rincagnato. Quando Gauguin nel [[1895]] lascia la Francia per sempre rinunciando all'utopia di gettare un ponte tra due culture, sancisce la rottura con la società civilizzata con altri due capolavori da lui realizzati: la scultura ''"Oviri"'' (" Selvaggio",[[1894]]), ceramica in parte smaltata e conservata al ''[[Musée d'Orsay]]'' a [[Parigi]], e l' ''"autoritratto-Oviri"'' (1894-95), modellato in [[gesso]] e pervenutoci nella fusione in [[bronzo]]. Gauguin chiamava questi lavori «piccoli prodotti delle mie sublimi follie»<ref>{{cita|Citazione riportata da Damigella, ''Gauguin''|p.15.}}</ref>sentendoli come un'immediata proiezione del suo io.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Damigella, Anna Maria. 1989. ''Gauguin''. Firenze-Milano, Giunti Editore, Collana Art e Dossier.
* Damigella, Anna Maria. 2005. ''Gauguin a Tahiti''. Firenze-Milano, Giunti Editore, Collana Art e Dossier.
* Messina, Maria Grazia. 2006. ''Paul Gauguin. Un esotismo controverso''. Firenze, Firenze University Press, Collana Monografie.Umanistica.
* Rigotto, Lidia. 2006-2007. ''PsicoArt. La psicologia dell'arte a Bologna''. Bologna, Università di bologna.
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.zebrart.it/autoritratto-scuola-media|Paul Gauguin-"Autoritratto con Aureola"}}
*{{cita web|http://www.traccedistudio.it/2811/buongiorno-signor-gaugin.html|Paul Gauguin-"Buongiorno signor Gauguin"}}
*{{cita web|http://www.musee-orsay.fr|Paul Gauguin-Autoritratto con Cristo Giallo e con cappello}}
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