Caio Mario Garrubba: differenze tra le versioni

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|Nome = Caio Mario
|Cognome = Garrubba
|Sesso = M
|Immagine = Caio Mario Garrubba.jpg
|LuogoNascita = Napoli
|GiornoMeseNascita = 19 dicembre
|NoteNascita = <ref>Caio Mario Garrubba è nato il 17 dicembre ma i suoi genitori hanno aspettato troppo a lungo per dichiarare la sua nascita, hanno detto che era nato il 19 dicembre</ref>
|AnnoNascita = 1923
|NoteNascita = <ref>Caio Mario Garrubba è nato il 17 dicembre ma i suoi genitori hanno aspettato troppo a lungo per dichiarare la sua nascita, hanno detto che era nato il 19 dicembre</ref>
|LuogoNascita = Napoli
|LuogoMorte = Spoleto
|GiornoMeseMorte = 3 maggio
|AnnoMorte = 2015
|NoteMorte = <ref name="cinquantamila.corriere.it">{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=16 ottobre 2016|dataarchivio=17 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917115118/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|urlmorto=sì}}</ref>
|Nazionalità = italiano
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Immagine = Caio Mario Garrubba.jpg
|Didascalia = Caio Mario Garrubba ritratto in vacanza a [[Cirella]] di [[Diamante (Italia)|Diamante]] nella sua [[Calabria]]. Il Comune di Diamante conferì a Garrubba la [[cittadinanza onoraria]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune-diamante.it/olmo/olmogiugno2015.pdf|titolo=Caio Mario Garrubba grande fotografo e cittadino onorario di Diamante - l'Olmo giugno 2015|accesso=30 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161030144242/http://www.comune-diamante.it/olmo/olmogiugno2015.pdf|dataarchivio=30 ottobre 2016|urlmorto=sì}}</ref>
|Attività = fotoreporter
|Nazionalità = italiano
}}
Uno dei massimi esponenti della [[fotografia]] italiana del [[XX secolo]]<ref>{{cita web|url=http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_06/brend-brescia-centro-fotografia-italiana-alessandra-troncana-a856d606-136f-11e6-acb9-4814fe47e238.shtml|titolo=brescia: all’ex brend nasce il centro della fotografia italiana|accesso=25 settembre 2016}}</ref> diventa ben presto noto come "il fotografo del [[comunismo]] della speranza"<ref>La definizione attributa a [[Goffredo Parise]], estimatore del fotografo, voleva sottolineare non il «propagandista del comunismo» bensì il suo «critico»</ref><ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/#comments|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo
|accesso=3 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=3 ottobre 2016}}</ref>. Esclusivi i suoi reportage su [[Ho Chi Minh]], [[Mao Zedong]] e [[Nikita Sergeevič Chruščёv]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo |accesso=25 settembre 2016}}</ref>. È stato il fotografo che con il suo obiettivo ha saputo mettere in risalto gli aspetti sociali e le contraddizioni del [[socialismo reale]]<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|titolo=Garrubba, uno sguardo dietro l'utopia|accesso=25 settembre 2016}}</ref>.
 
Uno dei massimi esponenti della [[fotografia]] italiana del [[XX secolo]]<ref>{{cita web|url=http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_06/brend-brescia-centro-fotografia-italiana-alessandra-troncana-a856d606-136f-11e6-acb9-4814fe47e238.shtml|titolo=brescia: all’ex brend nasce il centro della fotografia italiana|accesso=25 settembre 2016}}</ref>, diventa ben presto noto come "il fotografo del [[comunismo]] della speranza"<ref>La definizione attribuita a [[Goffredo Parise]], estimatore del fotografo, voleva sottolineare non il «propagandista del comunismo» bensì il suo «critico»</ref><ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/#comments|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=3 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=3 ottobre 2016|dataarchivio=17 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917115118/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|urlmorto=sì}}</ref>. Esclusivi i suoi reportage su [[Ho Chi Minh]], [[Mao Zedong]] e [[Nikita Sergeevič Chruščёv]]<ref name="ilmattino.it_A">{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo |accesso=25 settembre 2016}}</ref>. È stato il fotografo che con il suo obiettivo ha saputo mettere in risalto gli aspetti sociali e le contraddizioni del [[socialismo reale]]<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|titolo=Garrubba, uno sguardo dietro l'utopia|accesso=25 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160927050320/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|dataarchivio=27 settembre 2016}}</ref>.
==Biografia==
{{S sezione|biografie}}
Garruba nasce a [[Napoli]] nel [[1923]] da genitori calabresi<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=27 settembre 2016}}</ref> della [[provincia di Catanzaro]], consegue la maturità classica e quindi studia medicina prima, poi storia e filosofia nelle università di Napoli e [[Roma]], dove ben presto si trasferisce. La passione della fotografia nasce nel [[1953]]<ref>{{cita web|url=http://www.comunicati.net/comunicati/arte/varie/12652.html|titolo=Caio Mario Garrubba - Fotografie 1953-1990|accesso=27 settembre 2016}}</ref>, cinque anni dopo aver lasciato definitivamente l'università e mentre era già impegnato politicamente (dal [[1946]]) con il [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]] collaborando con i giornali del suo sindacato [[CGIL]] e del relativo patronato (INCA)<ref>{{cita web|url=http://www.cultframe.com/2005/03/intervista-a-caio-mario-garrubba-fotografia-festival-internazionale-di-roma-2005/|titolo=Intervista a Caio Mario Garrubba. FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma 2005|accesso=27 settembre 2016}}</ref>. Nel [[1952]] parte per la [[Spagna]] dove inizia la sua carriera di fotoreporter; scatta le sue prime foto che saranno pubblicate sulla rivista [[Il Mondo (rivista 1949)|il Mondo]] di [[Mario Pannunzio]], una delle più importanti riviste del [[dopoguerra]] che aggregava e diffondeva le istanze intellettuali di quel periodo<ref>Negli anni Duemila, a seguito della disponibilità delle molte migliaia di lettere scritte e ricevute da Pannunzio, è stato possibile ricostruire nel dettaglio l'evoluzione del giornalismo culturale e politico interpretato dall'artefice del ''Mondo''. Si veda in particolare: Antonio Cardini, ''Mario Pannunzio, giornalismo e liberalismo'', Napoliti, [[Edizioni Scientifiche Italiane]], Napoli 2011.</ref>. Sarà da quel momento che Garrubba inizia anche la sua stretta collaborazione con la rivista di politica e cultura fondata da [[Elio Vittorini]], [[Il Politecnico (rivista)|Il Politecnico]], e in seguito con il settimanale [[l'Espresso]]<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|titolo=Garrubba lo sguardo dietro l'utopia|accesso=29 settembre 2016}}</ref>.
 
== Biografia ==
Le tappe della'attività di Garrubba sono diverse, dal suo iniziale interesse per la fotografia con l'approdo alla "scuola romana"; al fotogiornalismo internazionale, e al suo matrimonio.
Garrubba nasce a [[Napoli]] nel [[1923]] da genitori calabresi<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=27 settembre 2016}}</ref> della [[provincia di Catanzaro]] (oggi di [[Crotone]]), consegue la maturità classica e quindi studia medicina prima, poi storia e filosofia nelle università di Napoli e [[Roma]], dove ben presto si trasferisce. Incomincia nel [[1953]] l'intesa sua attività fotografica nel campo del fotogiornalismo (che cesserà operativamente nel [[1990]]<ref>{{cita web|url=http://www.comunicati.net/comunicati/arte/varie/12652.html|titolo=Caio Mario Garrubba - Fotografie 1953-1990|accesso=27 settembre 2016}}</ref>), cinque anni dopo aver lasciato definitivamente l'università e mentre era già impegnato politicamente (dal [[1946]]) con il [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]] collaborando con i giornali del suo sindacato [[CGIL]] e del relativo patronato (INCA)<ref>{{cita web|url=http://www.cultframe.com/2005/03/intervista-a-caio-mario-garrubba-fotografia-festival-internazionale-di-roma-2005/|titolo=Intervista a Caio Mario Garrubba. FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma 2005|accesso=27 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160819081641/http://www.cultframe.com/2005/03/intervista-a-caio-mario-garrubba-fotografia-festival-internazionale-di-roma-2005/|dataarchivio=19 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref>. Nel [[1952]] parte per la [[Spagna]] dove inizia la sua carriera di fotoreporter; scatta le sue prime foto che saranno pubblicate sulla rivista ''[[Il Mondo (rivista)|il Mondo]]'' di [[Mario Pannunzio]], una delle più importanti riviste del [[dopoguerra]] che aggregava e diffondeva le istanze intellettuali di quel periodo<ref>Negli anni Duemila, a seguito della disponibilità delle molte migliaia di lettere scritte e ricevute da Pannunzio, è stato possibile ricostruire nel dettaglio l'evoluzione del giornalismo culturale e politico interpretato dall'artefice del ''Mondo''. Si veda in particolare: Antonio Cardini, ''Mario Pannunzio, giornalismo e liberalismo'', Napoliti, [[Edizioni Scientifiche Italiane]], Napoli 2011.</ref>. Sarà da quel momento che Garrubba inizia anche la sua stretta collaborazione con la rivista di politica e cultura fondata da [[Elio Vittorini]], [[Il Politecnico (rivista)|Il Politecnico]], e in seguito con il settimanale [[l'Espresso]]<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|titolo=Garrubba lo sguardo dietro l'utopia|accesso=29 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160927050320/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/75000/70840.xml?key=wladimiro+settimelli&first=251&orderby=0&f=fir|dataarchivio=27 settembre 2016}}</ref>.
 
Particolari sul suo interesse iniziale per la fotografia, li fornisce lui stesso in una intervista riportata dal [[Corriere della Sera]], in cui dichiara che nacque fin da ragazzo quando negli anni che visse a [[Strongoli]] in Calabria, paese natale dei genitori, grazie alla vasta biblioteca di famiglia, contenente moltissimi libri d'arte, lesse di tutto : «non facevo che cibarmi dalla mattina alla sera di libri d’arte»<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=2 ottobre 2016}}</ref>. Fondamentale poi, fu anni dopo, l'incontro con uno dei fotoreporter degli anni cinquanta, [[Plinio De Martiis]]<ref>[[Plinio De Martiis]] oltre che fotoreporter italiano, da ricordare i suoi reportage sull' [[Alluvione del Polesine del novembre 1951]], fu fondatore della [[Galleria La Tartaruga]] ed è ricordato anche per la [[Scuola di Piazza del Popolo]]</ref> con cui dettero vita a [[Roma]] ad una cooperativa di fotografi che doveva sul modello della [[Magnum Photos]] fungere da agenzia fotografica internazionale. Con Garrubba e De Martiis si consolidò un gruppo di fotografi che divenne ben presto un importante riferimento del fotogiornalismo italiano, la cosiddetta "scuola romana", di cui fecevano parte [[Franco Pinna]], [[Pablo Volta]], [[Ermanno Rea]], Antonio Sansone e suo fratello Nicola<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=oT-ODAAAQBAJ&pg=PA1912&lpg=PA1912&dq=Caio+Mario+Garrubba+e+la+%22scuola+romana%22&source=bl&ots=7q7XyiGQha&sig=Z3kNgGt-bxuhLSpFd6GWtrfQr7I&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj3r7rCz7vPAhUHyRQKHdK8DqIQ6AEIJzAC#v=onepage&q=Caio%20Mario%20Garrubba%20e%20la%20%22scuola%20romana%22&f=false|titolo=Lo scatto umano: Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York|accesso=2 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita libro | nome=Mario | cognome=Dondero | titolo=Lo scatto umano: Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York| anno=2014 | editore=Giuseppe Laterza & Figli | città=Roma-Bari }}</ref>
Le tappe dell'attività di Garrubba come fotografo furono diverse, dal suo iniziale e preponderante interesse per la fotografia iniziato in giovane età in Calabria, alla "formazione" della cosiddetta "scuola romana" con la realizzazione di una sodalistica agenzia fotografica per il fotogiornalismo internazionale (Fotografi Associati<ref>{{cita web|url=http://www.internetculturale.it/opencms/ricercaMagExpansion.jsp?q=&searchType=avanzato&channel__creator=Fotografi+associati+%3CRoma%3E&channel__contributor=Fotografi+associati+%3CRoma%3E&opCha__contributor=OR&opCha__creator=OR|titolo=Internet Culturale - cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane|accesso=10 ottobre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161010213421/http://www.internetculturale.it/opencms/ricercaMagExpansion.jsp?q=&searchType=avanzato&channel__creator=Fotografi+associati+%3CRoma%3E&channel__contributor=Fotografi+associati+%3CRoma%3E&opCha__contributor=OR&opCha__creator=OR|dataarchivio=10 ottobre 2016|urlmorto=sì}}</ref>), al matrimonio con una donna che l'accompagnerà per tutta la vita e che fu per il suo lavoro, la sua principale collaboratrice<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo|accesso=9 ottobre 2016}}</ref>, al suo lavoro di fotogiornalista internazionale e la sua prevalente collaborazione con testate non italiane.
 
Particolari sul suo interesse iniziale per la fotografia, li fornisce lui stesso in una intervista riportata dal [[Corriere della Sera]], in cui dichiara che nacque fin da ragazzo quando negli anni che visse a [[Strongoli]] in Calabria, paese natale dei genitori, grazie alla vasta biblioteca di famiglia, contenente moltissimi libri d'arte, lesse di tutto: «non facevo che cibarmi dalla mattina alla sera di libri d’arte»<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=2 ottobre 2016|dataarchivio=17 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917115118/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|urlmorto=sì}}</ref>. Fondamentale poi, fu anni dopo, l'incontro con uno dei fotoreporter degli anni cinquanta, [[Plinio De Martiis]]<ref>[[Plinio De Martiis]] oltre che fotoreporter italiano, da ricordare i suoi reportage sull'[[Alluvione del Polesine del novembre 1951]], fu fondatore della [[Galleria La Tartaruga]] ed è ricordato anche per la [[Scuola di Piazza del Popolo]]</ref> con cui dettero vita a [[Roma]] nel [[1952]] ad una cooperativa di fotografi che doveva sul modello della [[Magnum Photos]] fungere da agenzia fotografica internazionale. Con Garrubba e De Martiis si consolidò un gruppo di fotografi che divenne ben presto un importante riferimento del fotogiornalismo italiano, la cosiddetta "scuola romana", di cui fecevano parte [[Franco Pinna]], [[Pablo Volta]], [[Ermanno Rea]], Antonio Sansone e suo fratello Nicola<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=oT-ODAAAQBAJ&pg=PA1912&lpg=PA1912&dq=Caio+Mario+Garrubba+e+la+%22scuola+romana%22&source=bl&ots=7q7XyiGQha&sig=Z3kNgGt-bxuhLSpFd6GWtrfQr7I&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj3r7rCz7vPAhUHyRQKHdK8DqIQ6AEIJzAC#v=onepage&q=Caio%20Mario%20Garrubba%20e%20la%20%22scuola%20romana%22&f=false|titolo=Lo scatto umano: Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York|accesso=2 ottobre 2016}}</ref><ref>{{cita libro |nome=Mario | cognome=Dondero | titolo=Lo scatto umano: Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York| anno=2014 | editore=Giuseppe Laterza & Figli | città=Roma-Bari }}</ref>. Il sodalizio, che il fotografo stesso definisce in una intervista «di tipo sovietista»<ref>Come spiega Garrubba stesso in una intervista: "di tipo sovietista" perché «ognuno lavorava quanto poteva e prendeva quello che gli serviva»</ref><ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=9 ottobre 2016|dataarchivio=17 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917115118/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|urlmorto=sì}}</ref> dura quasi un anno sciogliendosi nel [[1954]]<ref>{{cita web|url=http://www.comune.terralba.or.it/dati/ContentManager/files/Progetto%20Tesi%20di%20Laurea/Arte/Il%20Cinema%20Documentario%20in%20Sardegna.%20Dal%20Secondo%20Dopoguerra%20a%20Banditi%20a%20Orgosolo%20-%20Corona%20Francesco.pdf|titolo=Il cinema documentario in Sardegna. Dal secondo dopoguerra a "Banditi a Orgosolo", pag 40, nota 37|accesso=15 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141213184852/http://www.comune.terralba.or.it/dati/ContentManager/files/Progetto%20Tesi%20di%20Laurea/Arte/Il%20Cinema%20Documentario%20in%20Sardegna.%20Dal%20Secondo%20Dopoguerra%20a%20Banditi%20a%20Orgosolo%20-%20Corona%20Francesco.pdf|dataarchivio=13 dicembre 2014|urlmorto=sì}}</ref> per mancanza di fondi. Con i fotografi [[Calogero Cascio]] e i fratelli Sansone fondò nel 1963 l’agenzia "Realphoto"<ref>{{Cita notizia|lingua=it|autore=|url=https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/lazio/2021/10/06/calogero-cascio-fotografo-di-lotta-e-denuncia-sociale_7401237c-c2b0-41bc-8151-e579256af2cc.html|titolo=Calogero Cascio, fotografo di lotta e denuncia sociale|pubblicazione=Ansa|giorno=6|mese=ottobre|anno=2021|p=|accesso=22 giugno 2023|cid=}}</ref>.
 
Una tappa importante della vita sentimentale e lavorativa di Garrubba è contrassegnata dall'incontro nel [[1961]] con Alla Folomietova (09.11.1931 - 04.01.2019). In [[Polonia]] per la realizzazione di un reportage, il fotografo conosce Alla ad una festa a [[Varsavia]]. La conoscenza porta in poco tempo al matrimonio<ref>È la Folomietova stessa a raccontare in una intervista a Manuela De Leonardis poi pubblicata nel libro ''A tu per tu con i grandi fotografi'' (pag. 84) il loro incontro e il matrimonio « [...] Mario era venuto a Varsavia per fare un reportage, sarebbe dovuto rimanere una settimana al massimo, invece si è fermato tre mesi, e in tutto quel tempo non ha fatto neanche una foto! Poi andò a Berlino e, lo stesso giorno in cui arrivò, mi telefonò dicendomi che mi amava e che non immaginava la vita senza di me. Esattamente un anno dopo ci sposammo a Varsavia. Mario era bellissimo e mi piaceva il suo modo di essere. [...]»</ref> che durerà per quarantatré anni, ovvero fino alla scomparsa del fotografo. Subito dopo il matrimonio Alla diventa la principale assistente della vita lavorativa di suo marito fino ad accompagnarlo anche in tutti i suoi viaggi intorno al mondo per la realizzazione di servizi fotogiornalistici<ref>{{cita libro|nome=Manuela|cognome=De Leonardis|titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 84|anno=2011|editore=Postcart|città=Roma}} ISBN 978-88-86795-58-6</ref>.
 
Con le sue macchine fotografiche, una [[Leica M4|Leica]] e una [[Rolleiflex]], Garrubba gira l'Italia e molti paesi del mondo. Fotografa [[Napoli]], il [[Sud Italia]] e specialmente la [[Calabria]]; [[Beirut]], [[Istanbul]], [[Ulan Bator]]; alcuni paesi del [[Maghreb]] (famoso il suo reportage a [[Casablanca]] in [[Marocco]] nel [[1954]] con la foto del militare della [[Legione straniera francese|legione straniera]] e della giovane donna che lo bacia e l'abbraccia)<ref>«“Casablanca”, scatto del 1954 in cui vengono immortalati due giovani, una donna e un soldato, in una strada isolata di Casablanca. Come ricorda il fotoreporter stesso, “Casablanca l’ho scattata nel quartiere chiuso, abitato solo dalle prostitute, che da allora era controllato dalla polizia. Scattai due foto di nascosto con la Rollei. Tra la ragazza e il soldato c’era una certa intimità, sembrava che i due si conoscessero già. (…) Comunque mi è andata bene perché il soldato si accorse che avevo fatta la foto e mi si avvicinò di corsa, ma negai l’evidenza. La foto è bellissima, lo sapevo anche mentre la scattavo. Questa è la prima fotografia che ho venduto a un collezionista”» testo di {{cita web|url=https://ghigliottinapuntoit.wordpress.com/2014/10/24/la-storia-vista-dai-fotoreporter/|titolo=La storia vista dai fotoreporter| accesso=18 ottobre 2016}}</ref><ref name="ilmattino.it">{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo| accesso=18 ottobre 2016}}</ref>; diversi [[paesi dell'Est]] dietro la [[cortina di ferro]], la [[Repubblica Democratica Tedesca]], la [[Polonia]], la [[Russia]] (famosa la sua foto realizzata nel [[1957]] in un mercatino degli uccelli in una Mosca innevata con una colomba bianca che fa capolino da una valigia, foto che piacque molto anche a Cartier- Bresson)<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=18 ottobre 2016}}</ref><ref>La foto fu scelta anche da Cartier-Bresson per la copertina di un libro sul ''socialismo reale'' che Garrubba aveva in cantiere ma non pubblicherà mai per sopraggiunta morte</ref>, la [[Cina]], il [[Vietnam]] dove indirizza l'obbiettivo sulla gente comune e sugli aspetti della loro vita quotidiana, ma anche su personaggi della [[nomenklatura]] comunista come [[Mao Zedong]], [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Chruščëv]] e [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]] e [[Ho Chi Minh]] o il giovane [[Papa Giovanni Paolo II|Wojtyla]] in una processione quando era arcivescovo a [[Cracovia]], sui quali realizza reportage esclusivi. I suoi reportage saranno pubblicati da riviste come [[Life (periodico)|Life]], [[l'Espresso]] e soprattutto da [[Der Spiegel]], con un susseguirsi di mostre in Italia e all'estero e con la realizzazione di libri fotografici<ref name="ilmattino.it" /><ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi ([...] la storia di due fra le [...] fotografie più significative, scattate a Casablanca e a Mosca), pag. 90| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref>.
 
Nel 1990 il fotografo, cessa dopo circa 45 anni, la sua attività di fotoreporter. «Si era stancato» dichiarò in una intervista. Continuerà comunque a pianificare e seguire le mostre personali e collettive come la «sua prima antologica italiana» nel [[2005]] a Roma: ''Fotografie 1953-1990''<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 84, 86| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.cultframe.com/2005/03/intervista-a-caio-mario-garrubba-fotografia-festival-internazionale-di-roma-2005/|titolo=Intervista a Caio Mario Garrubba. FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma 2005|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160819081641/http://www.cultframe.com/2005/03/intervista-a-caio-mario-garrubba-fotografia-festival-internazionale-di-roma-2005/|dataarchivio=19 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Muore il 3 maggio 2015 all'età di 91 anni a [[Spoleto]], città in cui risiedeva da tempo.<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/umbria/morto_caio_mario_garrubba_reportage_fotografo-1013049.html|titolo=Morto Caio Mario Garrubba, i suoi scatti hanno raccontato il mondo|accesso=16 ottobre 2016}}</ref>
 
== I temi ==
{{citazione|Non lavora di moda, né per la moda, non lavora troppo spesso per i giornali, egli osserva e ogni tanto lo coglie quell’attimo fulmineo che coincide con il suo occhio e fotografa”|[[Goffredo Parise]]<ref name="cinecitta">{{cita web|url=http://www.cinecittadue.com/arte-contemporanea/caio-mario-garrubba/|titolo=cinecittadue arte contemporanea - caio mario garrubba|accesso=25 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160920185527/http://www.cinecittadue.com/arte-contemporanea/caio-mario-garrubba/|dataarchivio=20 settembre 2016|urlmorto=sì}}</ref>}} I suoi natali napoletani e la provenienza dei suoi genitori calabresi nonché la sua permanenza a Strongoli in Calabria, avranno molta influenza sui temi futuri che svilupperà in tutta la sua attività fotografica. I due temi predominanti rispetto alle altre relative categorie, saranno: l'[[Italia del Sud]], quella della gente comune, di strada, con la descrizione della loro vita quotidiana, il lavoro e le privazioni, la morte, famosa una foto del 1955 scattata in una casa in Calabria di un anziano medico di campagna ricurvo su un vecchio contadino morente mentre ausculta il cuore<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/search?q=%22Garrubba%2C+uno+sguardo+dietro+l%27utopia%22&start_date=30%2F12%2F2002&end_date=30%2F12%2F2002|titolo=Garrubba, uno sguardo dietro l'utopia|autore=Wladimiro Settimelli|editore=[[l'Unità]]|data=30/12/2002|p=29|accesso=17 novembre 2021}}</ref>; e il [[comunismo]] analizzato nonostante la sua fede politica con distacco, a volte con l'ironia che ne esaltava le contraddizioni, infatti come ammise un suo critico estimatore «non [...] fu mai il propagandista o l'apologeta, per un semplice banalissimo essenziale motivo: era un fotografo autentico»<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo, di Michele Smargiassi|accesso=16 ottobre 2016}}</ref>. Anche nei suoi reportage di importanti personaggi politici comunisti dell'epoca, non fotografava mai per esaltarne il ruolo istituzionale, è lui stesso ad asserirlo, come per le foto fatte a [[Leonid Il'ič Brežnev]] capo assoluto dell'[[Unione Sovietica]] dal [[1982]] al [[1982]]: «Devo dire la verità che le persone importanti che ho fotografato mi stavano sempre antipatiche. Tant’è vero che ho tutta una serie di scatti, ad esempio di Brežnev, che se lui li avesse visti mi avrebbe preso a calci nel sedere [...] Cercavo di fotografarlo nei momenti più fetenti»<ref name="cinquantamila.corriere.it"/><ref>{{cita web|url=http://caiomario.garrubba.photography/2016/05/16/brezhnev-2/|titolo=BREZHNEV|accesso=16 ottobre 2016|dataarchivio=19 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161019014757/http://caiomario.garrubba.photography/2016/05/16/brezhnev-2/|urlmorto=sì}}</ref>.
{{S sezione|biografie}}
Garrubba ha fotografato soprattutto in bianco e nero prediligendolo al colore, che ha usato pochissimo. Un'altra caratteristica che lo contraddistinse è stata che anche per temi importanti, come i reportage esclusivi, non fece mai scatti a ripetizione, non fu un fotografo dallo scatto facile, scattava solo se convinto, una peculiarità che ammetteva quasi come una "deficienza" quando faceva notare che era capace di girare per le stradine di Napoli per 4-5 ore e far ritorno a casa con solo sei scatti<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 90| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref>. Fra l'altro la moglie Alla in una intervista ha detto che i negativi del marito in suo possesso erano "solo" 9.000<ref>«Ci sono nella mia casa di Spoleto oltre novemila negativi, frutto del lavoro di Mario. Non sono ancora classificati. Ho iniziato a far fare questo lavoro, ci vogliono troppi soldi» da {{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo|accesso=16 ottobre 2016}}.</ref>.
{{citazione|Non lavora di moda, né per la moda, non lavora troppo spesso per i giornali, egli osserva e ogni tanto lo coglie quell’attimo fulmineo che coincide con il suo occhio e fotografa”|[[Goffredo Parise]]<ref name="cinecitta">{{cita web|url=http://www.cinecittadue.com/arte-contemporanea/caio-mario-garrubba/|titolo=cinecittadue arte contemporanea - caio mario garrubba|accesso=25 settembre 2016}}</ref>}} I suoi natali napoletani e la provenienza dei suoi genitori calabresi influenzeranno moltissimo i temi della fotografia di Garrubba.
 
===La fotografia come valore sociale===
{{citazione|Scavò tra le malinconie individuali e collettive degli orti socialisti|[[Ermanno Rea]]<ref name="ilmattino.it_A" />}}
{{S sezione|biografie}}
Garrubba è stato definito anche il fotografo del sociale. Il suo impegno politico non annacquò infatti il suo punto di vista sul socialismo reale di cui ne documentò anche le incoerenze rifiutando la morale sociale stabilita e dominante al tempo in cui operava.<br /> E sono proprio i critici della fotografia e i suoi colleghi fotografi che danno su Garrubba giudizi del suo impegno sociale, che ne fecero un fotografo "diverso".
{{citazione|Scavò tra le malinconie individuali e collettive degli orti socialisti|[[Ermanno Rea]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilmattino.it/cultura/mostre/l_39_occhio_magico_di_garrubba_comunismo-1240423.html|titolo=L'occhio magico di Garrubba sul comunismo
 
|accesso=25 settembre 2016}}</ref>}}
Nonostante Garrubba abbia documentato con il suo [[obiettivo fotografico]] "i grandi" della terra come i personaggi che appartennero alla nomenklatura del comunismo internazionale, fu per le strade e nelle strade che la sua fotografia ha saputo esprimere meglio condizioni e contraddizioni della gente comune come anche quella dei regimi comunisti che aveva visto delusa la speranza di un mondo migliore. Che "la strada" fu il proscenio naturale delle sue opere principali, lo ricorda il suo amico fotoreporter [[Tano D'Amico]] che fa rilevare che Garrubba stesso coniò per quel genere dominante nella sua fotografia un nuovo termine, che chiamò: ''la stradale''<ref name="memecult.it">{{cita web|url=http://www.memecult.it/tano-damico-la-fotografia-stradale-centimetri-pellicola-kilometri-umanita/|titolo=Tano d’Amico, centimetri di pellicola e kilometri di umanità|accesso=29 ottobre 2016|dataarchivio=29 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161029235445/http://www.memecult.it/tano-damico-la-fotografia-stradale-centimetri-pellicola-kilometri-umanita/|urlmorto=sì}}</ref>. Ed è nella "stradale" che a Garrubba gli viene riconosciuto anche dai suoi stessi colleghi l'impegno sociale: «un altro che [...] dedicò la sua vita a documentare gli anni intensi delle rivoluzioni, delle lotte politiche e sociali, delle contestazioni giovanili, fra gli anni ’50 e gli anni ’70»<ref name="memecult.it"/>. Il fotografo napoletano definito dai critici come «colto» ed «incredibilmente ironico» seppe, a loro avviso, guardare «la realtà con spirito acuto, anche un po' romantico. Lo sguardo di chi ha creduto nei cambiamenti, politici e sociali, fotografandoli per più di quarant'anni»<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag.84 | anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref>.
Garrubba è stato definito anche il fotografo del sociale. Il suo impegno politico non annacquò infatti il suo punto di vista sul socialismo reale di cui ne documentò anche le contraddizioni.
 
[[Michele Smargiassi]] giornalista del quotidiano [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]], dove cura anche il blog ''Fotocrazia'' fa rilevare che «quando [Garrubba] si immergeva nel socialismo reale, ci trovava poi le persone reali, ed erano le loro facce a raccontargli la storia e il potere, e il rapporto degli uomini con la storia e con il potere. E indagando quel rapporto cominciò a sentirsi cogliere da quello che poi definì un sentimento di "malinconia diffusa"»<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=29 ottobre 2016}}</ref>, e infatti è proprio Alla Fotomietova, la moglie della Polonia comunista che il fotografo aveva sposato, a raccontare quali fossero gli stati d'animo e i sentimenti provati dal marito dopo il ritorno da viaggi in cui aveva fotografato la vita reale dei paesi del regime comunista: Delusione ed amarezza per la gente che in quelle nazioni continuava a soffrire vivendo di stenti sotto regimi dittatoriali che non avevano realizzato quanto promesso dall'ideologia, un socialismo reale che aveva dimostrato nella vita pratica come l'esigenza «della speranza di giustizia per un mondo migliore»<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag.88 | anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref> era stata non solo disattesa ma sostituita, secondo quanto asserì in una pubblicazione [[Ermanno Rea]] riportando le stesse parole di Garruba, con «uno stato di sottomissione poliziesca di quei paesi».<ref>{{cita libro |nome=Ermanno | cognome=Rea | titolo=1960.Io giornalista, pag.36 | anno=2012 | editore=Feltrinelli | città=Milano |isbn=978-88-07-49131-3 }}</ref><ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=rFIHbs3rWr4C&pg=PA29&lpg=PA29&dq=Caio+garrubba+ed+Ermanno+rea&source=bl&ots=sh7cJL5QCt&sig=RZnHupo0DKgc9Wl0xtZjspSbBfg&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjHzYrPoIDQAhUIaRQKHVIqAm4Q6AEIWDAJ#v=onepage&q=Caio%20garrubba%20ed%20Ermanno%20rea&f=false|titolo=1960. Io reporter di Ermanno Rea pag.36|accesso=29 ottobre 2016}}</ref>
 
Da quasi tutte le fotografie di Garrubba emerge, dalle condizioni lavorative, dai visi, dalle espressioni tristi e mai felici delle persone che fotografa, "il peso" di una esistenza delusa che arranca, e questo sia che fotografa l'Italia del sud come gli [[scugnizzi]] nelle stradine a Napoli, la gente al lavoro nella sua Calabria sia che fotografa i giovanissimi cinesi i cui volti denunciano l'identica impersonale espressione, un "tutto uguale" dove si "legge" la mancanza di prospettiva del domani. In queste fotografie secondo i critici, Garrubba coglie per ognuna di esse
"una storia" non avendo bisogno per forza di raccoglierne una "serie", concetto espresso anche dallo storico e critico della fotografia Diego Mormorio che parla delle sue foto come di «immagini che hanno tutte una loro autonomia».<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/155000/154347.xml?key=De+Sanctis+&first=101&orderby=0&f=fir|titolo=Occhi di scugnizzi da Roma alla Cina|accesso=30 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20161026084444/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/155000/154347.xml?key=De+Sanctis+&first=101&orderby=0&f=fir|dataarchivio=26 ottobre 2016}}</ref>
 
Ed è ancora un suo collega fotografo, [[Cesare Colombo]], che spiegando il modo di Caio di essere fotografo osserva come il coinvolgimento con i soggetti fotografati fosse per lui totalizzante, un approccio diverso, una etica sociale ben specifica e mai appartenuta, secondo Colombo, anche ai fotografi famosi a cui Garrubba si era ispirato: «Pochi ricordano le foto di Caio Garrubba, quasi mai organizzate in servizi ampi e completi. Ma proprio i suoi antichi esordi su ''il Mondo'' mostrano uno sguardo bressoniano nella immediatezza e tuttavia diverso nelle 'motivazioni' dell'accostamento al soggetto. L'adesione, la vicinanza culturale ed etica di Caio al popolo di Napoli, ad esempio, o alle borgate di Roma chiarisce una diversità assoluta dal modello di Henry Cartier Bresson. Caio era senz'altro un comunista-fideista, ma trasferiva la sua solidarietà verso gli umili in forme umanissime. Molto lontane dallo scetticismo - o cattiveria - di HCB [Henry Cartier Bresson] maestro dell'attacco 'distaccato'. Che in Italia non si è mai curato di capire il nostro carattere, chiudendoci in formidabili stereotipi. [...] Nessuno come lui in quegli anni sviluppò una pietas perfettamente colta ed organizzata sul piano formale. Forse per questo piacque - senza diventare ricco - alla stampa tedesca ed inglese... che vi riconosceva i tratti italiani migliori, quelli meno caracaturali e cialtroni. Quelli che forse HCB [Henry Cartier Bresson] e Klein [William Klein] prediligevano, ahimè»<ref>{{cita web|url=http://www.erodoto108.com/pochi-ricordano-le-foto-di-caio-mario-garrubba/|titolo=Pochi ricordano le foto di Caio Mario Garrubba...|accesso=30 ottobre 2016}}</ref>.
 
== Lo stile e la tecnica ==
[[File:Logo-der spiegel.svg|thumb|Logo del settimanale tedesco ''Der Spiegel''. La rivista di [[Amburgo]], con la maggior tiratura in Germania, è stata la testata giornalistica con cui Garrubba pubblicò all'estero più reportage che per altre testate<ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/155000/154347.xml?key=De+Sanctis+&first=101&orderby=0&f=fir|titolo=Occhi di scugnizzi da Roma alla Cina|accesso=17 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20161026084444/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/155000/154347.xml?key=De+Sanctis+&first=101&orderby=0&f=fir|dataarchivio=26 ottobre 2016}}</ref>]]
{{S sezione|biografie}}
Come il fotografo francese [[Henri Cartier-Bresson]], di cui era grande amico, Garrubba è stato definito il fotografo che ''coglie l'attimo'' in maniera «fulminea»<ref name="cinecitta">{{cita web|url=http://www.cinecittadue.com/arte-contemporanea/caio-mario-garrubba/|titolo=cinecittadue arte contemporanea - caio mario garrubba|accesso=25 settembre 2016}}</ref> quando qualcosa o qualcuno cattura la sua attenzione.
 
Garrubba è stato definito fotografo ''neorealista''<ref>{{cita web|url=http://www.fotomuseum.ch/en/explore/still-searching/articles/26985|titolo=Foto situations museum|accesso=6 ottobre 2016|urlmorto=sì}}</ref> e'' [[Fotografia umanista|umanista]]''<ref>{{cita libro|nome=Martina|cognome=Caruso|titolo=Italian Humanist Photography from Fascism to the Cold War|anno=2016|editore=Bloomsbury Academic|città=Londra - New York}} ISBN 978-1-4742-4693-4</ref>, appartenente ad una schiera di fotografi che hanno fatto conoscere «la bella fotografia» in Italia e nel mondo nel dopoguerra. Per il suo collega [[Cesare Colombo]], il fotogiornalista fu probabilmente influenzato dal modello di [[Fotografia umanista|fotografi umanisti]] francesi come [[Robert Doisneau]], [[Édouard Boubat]] e [[Izis Bidermanas]]<ref>{{cita web|url=http://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2015/05/04/ma-alla-fine-caio-scelse-luomo/|titolo=Ma alla fine Caio scelse l'uomo|accesso=6 ottobre 2016}}</ref>. Di carattere schivo e timido non cercò mai nelle sue fotografie "il sensazionale". Come il fotografo francese [[Henri Cartier-Bresson]], di cui era grande amico<ref>{{cita web|url=http://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20150504/282286728824938|titolo=Mario Garrubba, comunista dallo sguardo umano, il fotografo della tenerezza|accesso=10 ottobre 2016}}</ref>, Garrubba è stato il fotografo che ''coglieva l'attimo'' in maniera «fulminea»<ref name="cinecitta"/> quando qualcosa o qualcuno catturava la sua attenzione emozionandolo, «uno sguardo bressoniano nella immediatezza e tuttavia diverso nelle "motivazioni" dell'accostamento al soggetto»<ref>{{cita web|url=http://www.erodoto108.com/pochi-ricordano-le-foto-di-caio-mario-garrubba/|titolo='Pochi ricordano le foto di Caio Mario Garrubba...'|accesso=9 ottobre 2016}}</ref>.
== Analisi e critiche al [[fotoreporter|fotogiornalismo]] italiano ==
{{S sezione|biografie}}
Grazie alle interviste concesse a quotidiani e riviste, Garrubba ha fatto conoscere anche il suo punto di vista, non privo di critiche, sullo sviluppo e sul valore della fotografia in [[Italia]] e del ruolo carente e inadeguato del [[fotoreporter|fotogiornalista]] italiano<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=1° ottobre 2016}}</ref>. In Italia al contrario di altri paesi, ad avviso del fotoreporter, il valore del fotogiornalista è stato non solo sottovalutato ma anche bistrattato, propenso e proteso a vedere nel fotografo che documentava con immagini gli avvenimenti, un semplice "[[paparazzo]]". Ad avviso di Garrubba infatti oltre che a mancare in Italia una vera "cultura fotografica" è mancata (e manca tuttora), proprio nel campo del fotogiornalismo, la figura del [[Picture editor|photo-editor]] proponente di suggerimenti e direttive sulla scelta delle foto dei reportage, un gap di moltissime testate italiane che hanno segnato un enorme divario con quanto accade in altre nazioni<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=1° ottobre 2016}}</ref>.
 
Garrubba infatti è stato il fotografo del sociale, un «fotografo di lotta», e fu lui stesso ad ammettere l'influenza dello stimato Bresson di cui disse che «una sua fotografia è un racconto [ma] potrebbe essere anche una poesia concentrata», un fotografo che con la sua [[fotocamera]] aveva avuto un modo esclusivo e personale di "vedere" le cose e che non si fece «minimamente influenzare dall'esterno». Garrubba ammise che: «È stato sicuramente uno dei miei punti di riferimento» ma dichiarò anche, che, nonostante quell'influenza bressoniana, si era sempre «sentito più vicino» al fotografo documentarista [[statunitense]] [[William Eugene Smith|Eugene Smith]]<ref>{{cita libro|nome=Manuela|cognome=De Leonardis|titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 87|anno=2011|editore=Postcart|città=Roma}} ISBN 978-88-86795-58-6</ref>.
Gran parte della responsabilità, secondo Garrubba, è da attribuire proprio alle testate di quelle riviste italiane che non si sono sprecate per dar risalto a servizi fotografici di reportage «classici» sul modello di riviste come la statunitense [[Life (periodico)|Life]] e della tedesca [[Stern (periodico)|Stern]]. Con la rara eccezione dell'Espresso e in minor misura del settimanale [[L'Europeo]], infatti, secondo il fotografo napoletano, fallirono perfino i tentativi di [[Epoca (rivista)|Epoca]] della [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] che aveva chiamato a collaborare perfino importanti «fotografi americani» proprio per ricalcare il modello di Life<ref>{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=1° ottobre 2016}}</ref>.
 
È stata la stessa critica fotografica ad accostare il nome del fotografo napoletano ai grandi nomi della fotografia internazionale, facendo notare come la notorietà di Garrubba in Italia non ebbe la stessa risonanza dei suoi colleghi in altri paesi. Lo storico e critico della fotografia Diego Mormorio ne spiega le ragioni in una scheda di una delle tante pagine dedicate al fotografo italiano in un libro che raggruppa i più rappresentativi fotografi del mondo:
{{citazione|Gli scatti di Caio Mario Garrubba sono rifugi in grado di salvarti la vita, sono alcuni dei momenti più alti della fotografia degli ultimi cinquant'anni, tanto che per rimanere nell'ambito del reportage, possiamo affiancare il nome di Garrubba a quelli di Eugene Smith, Èdouard Boubat, Micha Bar-Am, Werner Bishof, Robert Capa e Henry Cartier-Bresson: figure assai più note del fotografo italiano ma solo per motivi, possiamo dirlo, di pubblicità. I primi infatti hanno lavorato in ambienti culturali a loro molto favorevoli, che hanno alimentato la loro notarietà. Garrubba - e insieme a lui tutti i fotografi italiani - hanno sofferto dei pregiudizi della cultura italiana che, con qualche rara eccezione, ha ritenuto la fotografia un'attività creativa marginale<ref>{{cita libro |nome=Hans-Michael| cognome=Koetzle | titolo=Fotografi A-Z, pag.139 | anno=2011 | editore=Taschen | città=Köln}} ISBN 978-3-8365-2567-1</ref>|Diego Mormorio}}
 
== Analisi e critiche al fotogiornalismo italiano ==
Grazie alle interviste concesse a quotidiani e riviste, Garrubba ha fatto conoscere anche il suo punto di vista, non privo di critiche, sullo sviluppo e sul valore della fotografia in [[Italia]] e del ruolo carente e inadeguato del [[fotoreporter|fotogiornalista]] italiano<ref name="ReferenceA">{{cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|titolo=Caio Mario Garrubba|accesso=1º ottobre 2016|dataarchivio=17 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160917115118/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=GARRUBBA+Caio+Mario|urlmorto=sì}}</ref>. In Italia al contrario di altri paesi, ad avviso del fotoreporter, il valore del fotogiornalista è stato non solo sottovalutato ma anche bistrattato, propenso e proteso a vedere nel fotografo che documentava con immagini gli avvenimenti, un semplice "[[paparazzo]]". Ad avviso di Garrubba infatti oltre che a mancare in Italia una vera "cultura fotografica" è mancata (e manca tuttora), proprio nel campo del fotogiornalismo, la figura del [[Picture editor|photo-editor]] proponente di suggerimenti e direttive sulla scelta delle foto dei reportage, un gap di moltissime testate italiane che hanno segnato un enorme divario con quanto accade in altre nazioni<ref name="ReferenceA"/>.
 
Gran parte della responsabilità, secondo Garrubba, è da attribuire proprio alle testate di quelle riviste italiane che non si sono sprecate per dar risalto a servizi fotografici di reportage «classici» sul modello di riviste come la statunitense [[Life (periodico)|Life]] e della tedesca [[Stern (periodico)|Stern]]. Con la rara eccezione dell'Espresso e in minor misura del settimanale [[L'Europeo]], infatti, secondo il fotografo napoletano, fallirono perfino i tentativi di [[Epoca (rivista)|Epoca]] della [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] che aveva chiamato a collaborare perfino importanti «fotografi americani» proprio per ricalcare il modello di Life<ref name="ReferenceA"/>.
 
A Manuela De Leonardis<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo= A tu per tu con i grandi fotografi, aletta anteriore copertina| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma|isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref> giornalista e collaboratrice presso la Fototeca Nazionale dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione (ICCD) (organo del [[Ministero per i Beni e le Attività Culturali]]), che raccoglieva interviste ai fotografi più significativi nel libro ''A tu per tu con i grandi fotografi'' nel [[2005]], Garrubba, rispondendo alla domanda «Perché in Italia non ha avuto successo, invece all'estero era molto conosciuto?», fece un'ampia critica al fotogiornalismo italiano: «Chi è che ha avuto successo in Italia? [[Carlo Bavagnoli|Bavagnoli]] e [[Romano Cagnoni|Cagnoni]] erano conosciuti soprattutto all'estero. Chi sono, poi, gli altri?»<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo= A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 89| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma|isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref>. Ad avviso di Garrubba, il vero problema è che da sempre, in Italia, erano mancati e continuavano a mancare i giornali che "uscivano" con le foto per cui anche i bravi fotografi suoi colleghi, anche quelli che avevano fatto «tentativi» di reportage da inchieste (quello che definiva «classico»), in Italia avevano trovato "il vuoto". La causa principale secondo Garrubba era abbastanza evidente: «L'Italia non ha avuto una cultura fotografica. Non ce l'ha tuttora» e ancora, «In Italia, il fotogiornalismo non è mai interessato. Tant'è vero che i grandi fotografi italiani non hanno lavorato per i giornali»<ref>{{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo= A tu per tu con i grandi fotografi, pagg. 89, 90| anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma|isbn=978-88-86795-58-6 }}</ref>
 
== Il fondo Garrubba ==
Nel 2017 il fondo di Mario Caio Garrubba prodotto dal 1953 al 2000, fu acquisito dall' [[Istituto Luce Cinecittà]] di Roma. Il fondo è formato da più di 100.000 pezzi, ovvero 40.000 negativi, 60.000 diapositive e da alcune stampe. L'Istituto Luce ha iniziato a digitalizzare una parte del materiale, tanto che a marzo 2022 il materiale digitalizzato e messo online constava di 4198 foto.<ref>{{Cita web|url=https://www.archivioluce.com/fondo-caio-mario-garrubba/|titolo=Fondo Caio Mario Garrubba (1953-2000)|accesso=19 marzo 2022}}</ref>
 
==Ma.Co.f. - Centro della Fotografia Italiana a Brescia==
Dal 14 maggio 2016, il piano nobile del palazzo [[Palazzo Martinengo Colleoni di Malpaga]] di Brescia ospita il museo ''Ma.Co.f. - Centro della Fotografia Italiana''. Creato per volontà dei fotografi [[Gianni Berengo Gardin]] e [[Uliano Lucas]], in collaborazione con l'architetto Renato Corsini, il museo espone una collezione permanente di circa 240 fotografie originali di 42 tra i più importanti e rappresentativi fotografi italiani del XX secolo, tra i quali Caio Mario Garrubba.<ref>{{cita web|url=http://www.ulianolucas.it/news/apre-il-macof-centro-della-fotografia-italiana/|titolo=Apre il MACOF - Centro della fotografia italiana|accesso=10 ottobre 2016}}</ref>
 
== Rai 1: Garruba allo speciale ''centocinquanta anni dalla nascita della fotografia'' ==
Il 9 gennaio [[1989]] a [[Unomattina]], il programma televisivo su [[Rai 1]] realizzato in collaborazione con il [[TG1]], per lo speciale ''centocinquanta anni dalla nascita della fotografia'', Caio Mario Garrubba spiegò, come rappresentante di tutta la categoria, uno dei traguardi più importanti della storia della fotografia: il fotogiornalismo<ref>{{cita web|url=http://archivio.agi.it/articolo/06f9bbb15b799e9006f630af99db937e_19890109_raiuno-unomattina/?query=gaio_mario|titolo=raiuno: ''unomattina''|accesso=18 ottobre 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
 
==Curiosità==
*La prima foto venduta ad un collezionista fu quella realizzata a Casablanca con la ripresa del militare della Legione Straniera Francese e della ragazza che lo bacia e l'abbraccia. Fu venduta a [[Luisa Spagnoli]] nel [[1961]] per 80.000 lire ad una mostra del fotografo alla [[Galleria La Tartaruga]] di Roma<ref>{{cita libro |nome=Manuela| cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 90 | anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma|ISBN 978-88-86795-58-6}}</ref>.
* Una grande estimatrice del fotografo napoletano è stata [[Brigitte Bardot]] che fu fotografata ancor giovanissima da Garrubba molto tempo prima che diventasse famosa in tutto il mondo<ref name="ilmattino.it" />.
*Il suo amico e fotografo [[Tazio Secchiaroli]] asseriva che Garrubba oltre che grande fotografo fosse anche un grande cuoco e che «gli piaceva moltissimo il suo polpettone». Ma fu lo stesso Garrubba in una intervista con fare stizzito a ribattere: «Grande cuoco per il polpettone?» facendo notare al suo intervistatore che sapeva fare molto bene anche il «"fritto napoletano", la "parmigiana con le melenzane", gli "spaghetti alle vongole"» ma che cucinava molto bene anche il [[sartù di riso]] e il «timballo di maccheroni in pasta»<ref>{{cita libro |nome=Manuela| cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi, pag. 91 | anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma| ISBN 978-88-86795-58-6}}</ref>.
 
== Pubblicazioni ==
===Libri fotografici di Garrubba===
* ''I cinesi'', Milano 1959
* ''Le due Germanie'', Amburgo 1963
* ''China'', New York 1963
* {{cita libro | cognome=con [[Goffredo Parise]] | titolo=Lazzaro alla tua porta| anno=1967 | editore=AVE| città=Roma}}
* {{cita libro | titolo=Crotone colori d'antiche pietre| anno=1987 | editore=Frama Sud| città=Chiaravalle Centrale}}
* {{cita libro | titolo=Caio Garrubba| anno=1983 | editore=Gruppo editoriale Fabbri| città=Milano|isbn=978-88-581-1397-4}}
* {{cita libro | titolo=Napoli d'inverno. Caio Garrubba 1956-1983| anno=1983 | editore=Electa| città=Milano}}
* {{cita libro | titolo=Caio Mario Garrubba -Fotografie| anno=2000 | editore=Peliti Associati Editore| città=Roma}}
 
==== Libri fotografici di Garrubba in altre lingue ====
*{{de}} ''Totale Photographie'' di Karl Pawek, Olten/Friburgo, 1960
*{{de}} ''Weltausstellung der Photographie'', Amburgo 1964, 1968, 1973
*{{de}} ''Revision einer Legende'', Monaco 1995
 
== Mostre ==
Oltre a diverse mostre in diversemolte città italiane<ref>Milano, Torino, Genova, Piacenza, Modena, Pesaro, Spoleto, Roma, Napoli, Sorrento, Bari, Diamante (Cosenza), Cagliari, Palermo</ref>, Garruba ha esposto i suoi lavori in città dell'[[Europa dell'Est]] in cui aveva realizzato parte dei suoi reportages come [[Mosca (Russia)|Mosca]] e [[San Pietroburgo]] in [[Russia]], e [[Vilnius]] in [[Lituania]]; dellnell'[[Europa occidentale]] come in [[Germania]], [[Francia]] e [[FranciaSvizzera]], oltre che in [[Canada]].
 
=== Personali ===
* 1961: ''Un punto di vista'', Galleria La Tartaruga, [[Roma]]
* 1963-1964: ''Sguardo sulla Cina'', [[Pesaro]], [[Palermo]], [[Genova]] e [[Roma]]
* 1969: ''I cinesi'', Il Diaframma, [[Milano]]
* 1969: ''Caio Carrubba'', [[Mosca (Russia)|Mosca]]
* 1969: ''Caio Carrubba'', [[Vilnius]]
* 1970: ''New! York City Transit System'', Galleria La Tartaruga, [[Roma]]
* 1973: ''Napoli d‘inverno'', Villa Pignatelli, [[Napoli]]
* 1988: ''Caio Carrubba'', [[Mosca (Russia)|Mosca]]
* 1988: ''Dal punto di vista'', [[San Pietroburgo]]
* 1988: ''Caio Garrubba'', [[Vilnius]]
* 1992: ''Uno & Due'', Punto Eggi / Eggi di Spoleto, [[Spoleto]]
* 2005: ''Caio Mario Garrubba - Fotografie 1953-1990 - Arte contemporanea'', Centro commerciale Cinecittà 2, [[Roma]]
* 2010: ''Out book. Moltiplicazioni e sconfinamenti del libro d'artista contemporaneo'', [[Spoleto]]
* 2015: ''Il Sacro'', [[Palermo]]
* 2015: ''La Calabria di Caio Carrubba'', Festival del Peperoncino, [[Diamante (Italia)|Diamante]]
* 2016: ''Il mondo di Caio M. Garruba'', Punto Eggi / Eggi di Spoleto, [[Spoleto]]
* 2016: ''Caio Garrubba. Cina 1959'', Loggia degli Abati, [[Genova]]
* 2017: ''Caio Mario Garrubba. I cinesi nel 1959'', Brescia Photo Festival, [[Brescia]]<ref>{{cita web|url=http://bresciaphotofestival.it/mostre/caio-mario-garrubba/|titolo=Caio Maria Garrubba|accesso=14 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180414234005/http://bresciaphotofestival.it/mostre/caio-mario-garrubba/|dataarchivio=14 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>
*2019: ''Lontano. Caio Mario Garrubba. Fotografie''. La Galleria Nazionale, [[Roma]]
*2021: ''Caio Mario Garrubba. FREElance sulla strada.'' Palazzo Merulana, Roma
 
=== Collettive ===
* 1965: ''Weltausstellung der Photographie'', [[Germania]]
* 1967: ''The Camera as Witness'', [[Canada]]
* 1968: Photokina, [[Colonia (Germania)|Colonia]]
* 1968: ''Weltausstellung der Photographie'', [[Germania]]
* 1973: ''Weltausstellung der Photographie'', [[Germania]]
* 1978: ''Appunti sulla storia del fotogiornalismo'', [http://docplayer.it/12145649-Le-mostre-alla-galleria-il-diaframma-1967-1992.html Il Diaframma], [[Milano]]
* 1978-1979: ''Per una storia del fotogiornalismo in Italia'' [[Milano]], [[Torino]], [[Palermo]], [[Sorrento]]
* 1981-1982: ''L'informazione negata'', [[Bari]], [[Cagliari]], [[Milano]]
* 1983: Premio Scanno — [[Scanno]]
* 1990: ''Il mondo dei fotografi'', Istituto nazionale per la grafica, [[Roma]]
* 2005: ''Il fotogiornalismo in Italia 1945-2005'', Linee di tendenza e percorsi, Palazzo Bricherasio, [[Torino]], [[Milano]], [[Cagliari]], [[Montpellier]]
* 2006: ''Pogrom a Leapoli 1941'', Punto Eggi / Eggi di Spoleto, [[Spoleto]]
* 2008: ''Photo20esimoPhoto20º, maestri della fotografia del XX secolo'', [[Lugano]]
* 2010: ''La fotografia in Italia - 1945-1975'', Centro internazionale di Fotografia, [[Milano]] ([https://barbaradejavu.wordpress.com/tag/mario-dondero/])
* 2014: ''Il Piacere dell'occhio'', Galleria Biffi Arte, [[Piacenza]] ([http://wsimag.com/it/arte/6934-il-piacere-dellocchio Wall Street International])
* 2014: ''Fotogiornalismo e Reportage'', Galleria Civica, [[Modena]] ([http://wsimag.com/it/arte/6980-fotogiornalismo-e-reportage Wall Street International])
* 2016: ''Nostalgia di grigio - Mostra dei grandi fotografi del 900'', Art House Gallery, [[Bagno Vignoni]] ([http://www.giuseppeborsoi.it/2016/08/11/nostalgia-grigio-mostra-dei-grandi-fotografi-del-900/] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161010044304/http://www.giuseppeborsoi.it/2016/08/11/nostalgia-grigio-mostra-dei-grandi-fotografi-del-900/ |data=10 ottobre 2016 }})
 
== Premi ==
* 1965: 1°º Premio Internazionale di fotografia (ex-equo aequo), [[Genova]]
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro |nome=Mario| cognome=Dondero | titolo=Lo scatto umano: Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York| anno=2014 | editore=Gius. Laterza & Figli| città=Roma-Bari|isbn=978-88-581-1397-4}}
{{S sezione|biografie}}
* {{cita libro |nome=Manuela | cognome=De Leonardis | titolo=A tu per tu con i grandi fotografi | anno=2011 | editore=Postcart | città=Roma |isbn=978-88-86795-58-6 }}
===Libri fotografici di Garrubba===
* {{cita libro |nome=Hans-Michael| cognome=Koetzle | titolo=Fotografi A-Z | anno=2011 | editore=Taschen | città=Köln|isbn=978-3-8365-2567-1}}
* ''I cinesi'', Milano 1959
* {{cita libro |nome=Martina| cognome=Caruso | titolo=Italian Humanist Photography from Fascism to the Cold War | anno=2016 | editore=Bloomsbury Academic | città=Londra - New York|isbn=978-1-4742-4693-4| lingua=en }}
* ''Totale Photographie'' di Karl Pawek, Olten/Friburgo, 1960
* ''Le due Germanie'', Amburgo 1963
* ''China'', New York 1963
* ''Weltausstellung der Photographie'', Amburgo 1964, 1968, 1973
* ''Lazzaro alla sua porta'', Roma 1967
* ''Revision einer Legende'', Monaco 1995
* ''Caio Mario Garrubba -Fotografie'', di Diego Mormorio, Peliti Associati, Roma 2000
 
===Bibliografia suVoci Garrubbacorrelate ===
* [[Fotografia umanista]]
* Manuela de Leonardis, ''A Tu Per Tu Con i Grandi Fotografi''
* [[Street photography]]
* ''I grandi fotografi - Caio Garrubba'', Gruppo Editoriale Fabbri, Milano 1983
* {{cita libro | nome=Hans-Michael| cognome=Koetzle | titolo=Fotografi A-Z | anno=2011 | editore=Taschen | città=Köln}}
 
== Altri progetti ==
====Bibliografia in altre lingue ====
{{interprogetto}}
* {{en}} {{cita libro | nome=Martina| cognome=Caruso | titolo=Italian Humanist Photography from Fascism to the Cold War | anno=2016 | editore=Bloomsbury Academic | città=Londra - New York}} ISBN 978-1-4742-4693-4
 
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.archivioluce.com/caio-mario-garrubba-il-fotoreporter/ Caio Mario Garruba nell'Istituto Luce che conserva il suo fondo]
* [http://caiomario.garrubba.photography Sito di Garrubba]
* [https://www.fotostreet.it/la-strada-mario-caio-garrubba/ Garrubba in Italian Street Photography Resource]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|fotografia}}