Giovanni Verga: differenze tra le versioni
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{{Carica pubblica
|nome = Giovanni
|immagine = Portrait of Giovanni Verga.jpg
|carica = [[Senatore del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio = 11 dicembre [[1920]]
|mandatofine = 27 gennaio [[1922]]
|legislatura = {{NumLegRegno|S|XXV|3 ottobre 1920}} alla {{NumLegRegno|A|XXVI}}
|gruppo parlamentare = Indipendente
|tipo nomina = {{Categoria Senatori|20}}
|incarichi =
|sito = {{Senatori Regno}}
|partito = {{Lista|[[Sinistra storica]] (corrente [[Francesco Crispi|crispina]]) <small>(1890-1896)</small>|[[Destra storica]] <small>(1896-1911)</small>|[[Associazione Nazionalista Italiana]] <small>(1911-1922)</small>}}
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = Scrittore
|firma = Giovanni Verga firma.png
}}
{{Bio
|Nome = Giovanni Carmelo
|Cognome = Verga di Fontanabianca
|Sesso = M
|LuogoNascita = Catania
|GiornoMeseNascita = 2 settembre
|AnnoNascita = 1840
|NoteNascita = <ref name=treccani.enciclopedia>{{treccani|giovanni-verga/|titolo=Vérga, Giovanni|accesso=11 luglio 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/ddee2edffd561928c1257114005998d3/0bd4d422580b0e044125646f00616a3e?OpenDocument|titolo=Senato della Repubblica|lingua=|data=|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>
|LuogoMorte = Catania
|GiornoMeseMorte = 27 gennaio
|AnnoMorte = 1922
|NoteMorte =
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = drammaturgo
|Attività3 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , considerato il maggior esponente
}}
Di famiglia borghese, con antiche origini nobili<ref name=treccani.enciclopedia/><ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Paternò|titolo=Giovanni Verga: scrittore, romanzier, novelliere|url=https://books.google.it/books?id=1p4yAQAAIAAJ&q=giovanni+verga+dei+baroni+di+fontanabianca&dq=giovanni+verga+dei+baroni+di+fontanabianca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj6s7657dDwAhXKM-wKHZfTAw0Q6AEwAHoECAMQAw|accesso=17 maggio 2021|data=1964|editore=Etna}}</ref>, visse in un ambiente di tradizioni liberali. Si dedicò inizialmente alla scrittura di romanzi avventurosi su influsso delle opere di [[Alexandre Dumas (padre)|Dumas padre]]<ref name="Buti">Ettore Allodoli, Giovanni Buti, ''Storia della letteratura italiana'', Sandron, Firenze, 1963.</ref>; in seguito scrisse romanzi di argomento passionale, tra cui ''[[Storia di una capinera]]'', che riscosse un discreto successo. Si trasferì a [[Firenze]] nel 1869 e tre anni dopo a [[Milano]], dove frequentò circoli letterari, facendo la conoscenza di [[Arrigo Boito]] e [[Giuseppe Giacosa]]. Con la novella ''[[Rosso Malpelo]]''<ref>{{Cita web|url=https://www.tecnicadellascuola.it/maturita-2022-polemiche-per-la-traccia-su-verga-laccusa-nedda-non-e-verista-alunni-chiamati-a-dimostrare-lindimostrabile-e-ad-asserire-falsita-ma-e-davvero-cosi|titolo=Maturità 2022, polemiche per la traccia su Verga. L'accusa: 'Nedda' non è verista, alunni chiamati a dimostrare l'indimostrabile e ad asserire falsità. Ma è davvero così?|autore=Carla Virzì|sito=Tecnica della Scuola|data=2022-06-26|accesso=2023-01-26}}</ref> diede inizio alla maniera verista, già in parte anticipata dalla novella ''[[Nedda (novella)|Nedda]]''.<ref name=treccani.enciclopedia/> Di impronta più decisamente verista sono due fra i più notevoli romanzi della [[letteratura italiana]], ''[[I Malavoglia]]'' (1881) e ''[[Mastro-don Gesualdo]]'' (1889).<ref name="Buti" />
La nuova concezione verista di Verga pose il cardine dell'opera letteraria sulla "sparizione" dell'autore, facendo in modo che nella narrazione i fatti si sviluppassero da soli, come per una necessità spontanea.<ref>La Nuova Enciclopedia della Letteratura, Garzanti Editore, Milano, 1985</ref> Il linguaggio di Verga è rude e spoglio come un riflesso del mondo che rappresenta, fatto sia di povera gente, come ne ''I Malavoglia'', sia di ricchi, come in ''Mastro-don Gesualdo''. Tutti, comunque, dei "vinti" nella lotta quotidiana della vita (e a costoro dedicò il cosiddetto [[Ciclo dei Vinti]], gruppo di cinque romanzi di cui solo i primi due vengono completati).
Lo scrittore si occupò anche di teatro, sceneggiando alcune sue novelle; di queste, la più famosa è ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' (1880), da cui poi, dieci anni dopo, il compositore [[Pietro Mascagni]] trasse l'[[Cavalleria rusticana (opera)|opera omonima]].
Verga divenne senatore del [[Regno d'Italia]] nel 1920 su nomina del re [[Vittorio Emanuele III]].
== Biografia ==
=== Famiglia ===
La famiglia Verga, di lontane ascendenze [[Aragonesi (gruppo etnico)|aragonesi]], era giunta in [[Storia della Sicilia aragonese|Sicilia]] con il nome di ''Vergas'' o ''Vargas'', all’epoca dei [[Vespri siciliani|Vespri]]. Tradizionalmente il capostipite dei Verga di [[Vizzini]] è considerato Laian Gonzalo de Vergas<ref>Nell'articolo derobertiano "Il Maestro di Giovanni Verga" si fa cenno come fonte il volume seicentesco ''Raguagli historici del Vespro Siciliano'' (1645) scritto da [[Filadelfo Mugnos]]. Cfr. {{Cita|De Roberto|''Casa Verga ...'', p. 29, 30, 32.|"Casa_Verga"}}</ref> – rispetto a studi più recenti, dove emergono nuovi membri della famiglia<ref>Nei recenti studi si elencano i nuovi nomi del nobile ''milite'' « Pietro Ferrandi de Vergua », signore di Caltavuturo e di Mistretta al tempo di [[Federico III di Sicilia|Federico III]] nel 1309, di Pietro Enegius de Verga, di Cambarano (Corbuano) de Verga fratello di Pietro. Cfr. {{Cita pubblicazione|autore = Antonio Marrone|capitolo=Vergua o Verga|titolo=Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390)|città= Palermo |editore=Mediterranea |anno=2006 |ISBN=8890239301|url=http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/b350.pdf}}</ref> –, venuto in Sicilia dalla Spagna al seguito del re [[Pietro III d'Aragona]] nel 1282, il cui figlio Antonio nel 1318 sposò Margherita La Gurna, stabilendosi a Vizzini, borgo degli [[Iblei]].<ref name="Mostra">{{Cita web|curatore= Archivio Storico Comunale di Catania|url=http://www.comune.catania.it/informazioni/news/cultura/musei/archivio-storico/allegati/scheda_illustrativa_mostra__verga_dietro_le_quinte.pdf|titolo=Scheda della Mostra "Verga dietro le quinte"}}</ref>
Il padre dello scrittore, Giovanni Battista Verga Catalano<ref>{{Cita web|url=http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/ddee2edffd561928c1257114005998d3/0bd4d422580b0e044125646f00616a3e?OpenDocument|titolo=Scheda senatore VERGA Giovanni|sito=notes9.senato.it|accesso=17 maggio 2021|urlmorto=sì}}</ref>, era nativo di Vizzini, dove la famiglia Verga possedeva alcune proprietà; la madre si chiamava Caterina Di Mauro Barbagallo e apparteneva a una famiglia borghese di [[Belpasso]]. Giovanni era il maggiore di cinque fratelli: oltre a lui, Mario, Rosa, Pietro e Teresa.<ref name="Mostra" /><ref>{{Cita web|url=http://www.museumland.com/verga/work/baseMix.html|titolo=Giovanni Verga|accesso=9 giugno 2021}}</ref>
Il nonno di Giovanni, Giovanni Carmelo Verga [[Distefano]], era stato [[Carboneria|carbonaro]]<ref>Nell'articolo dal titolo "Il Maestro di Giovanni Verga" si dice che è «viva la memoria del nonno paterno». Cfr. {{Cita|De Roberto|''Casa Verga ...'', p. 43.|"Casa_Verga"}}</ref> e, nel 1812, eletto [[deputato]] per Vizzini al primo [[Parlamento siciliano]].<ref>Alfredo Mazzone, ''Polemiche verghiane'', Catania, [[Edigraf]], 1971</ref> Quest'ultimo aveva ereditato dalla famiglia della madre, nel 1771, il feudo di Fontanabianca, al quale perteneva il titolo di barone, riconfermato da [[Ferdinando III di Borbone|Ferdinando III]] nel 1781 a don Gaetano Verga, che dava quindi il diritto a Giovanni Verga di fregiarsi del predicato "di Fontanabianca", nonché del titolo di "nobile dei baroni di Fontanabianca", anche se non ne fece mai uso. La famiglia Verga era comunque già iscritta nella [[mastra nobile]] di Vizzini sino al 1813, quando in Sicilia furono aboliti il [[feudalesimo]] e le mastre nobili; sino al 1813, quindi, i Verga potevano qualificarsi "nobili di Vizzini". Poiché successivamente il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] non riconobbe Vizzini tra le città aventi patriziato o nobiltà civica, i Verga non poterono vedersi riconosciuto il titolo di "nobili di Vizzini" dalla [[Consulta Araldica del Regno d'Italia]].<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Marrone|titolo=Repertorio della feudalità siciliana}}</ref>
=== Il luogo e la data di nascita ===
[[File:Autografo Verga.jpg|thumb|left|upright=0.8|Autografo di G. Verga<ref>Autografo proveniente da lettera del 1890 a [[Francesco Paolo Frontini]]</ref>]]
[[File:Atto di Battesimo di Giovanni Verga.jpg|miniatura|Atto di battesimo del Verga]]
Giovanni Carmelo Verga venne registrato presso l'ufficio nascite dello Stato Civile del comune di [[Catania]], all'atto numero 284 (l'anagrafe sarebbe stata creata solamente nel 1871 in occasione del censimento dello stesso anno), allora parte del [[Regno delle Due Sicilie]], il 2 settembre 1840; la data e il luogo di nascita non sono però universalmente accettati.
[[File:Ritratto penna e acq. verga.jpg|thumb|Verga - ritratto penna acquarello di [[Antonino Gandolfo]], collezione [[Francesco Paolo Frontini]]]]
Vi è, tuttavia, una seconda tesi secondo cui Verga sarebbe nato in un podere di campagna di proprietà dello zio don Salvatore in contrada Tiepidi (una zona di campagna a pochi chilometri dal centro abitato di [[Vizzini]]). Questa tesi sarebbe supportata da diverse ipotesi: la prima riguarda l'epidemia di [[colera]] che nell'estate del 1840 si era abbattuta su Catania e che avrebbe potuto spingere la famiglia Verga ad abbandonare l'afosa Catania d'estate, per la frescura collinare di Vizzini e a scegliere il piccolo centro del [[Calatino]] per proteggere sia la madre sia il nascituro da ogni potenziale rischio. Di fatto, però, l'ondata di colera si era esaurita già nel 1837.
La seconda ipotesi è che, nato prematuro, a sette mesi, il piccolo sarebbe poi stato riportato nel capoluogo, dove il padre, Giovanni Battista Catalano Verga (originario di Vizzini, ma residente nel capoluogo), registrò il figlio come nato a Catania, nell'abitazione di via Sant'Anna; inoltre, è probabile che Giovanni Battista Verga avesse scelto Catania come città ufficiale di appartenenza anche per compiacere la moglie Caterina Di Mauro (o Mauro), catanese, e anche per comodità, visto che la futura eventuale richiesta di certificazioni non avrebbe così necessitato un viaggio nella distante Vizzini. Anche questa teoria è priva di prove scritte, senza contare che la madre e il bimbo, forse prematuro, sarebbero stati portati d'urgenza nel capoluogo, dove il Verga padre avrebbe commesso un reato, con la complicità dell'ufficiale di Stato Civile e due testimoni, quando, per avere un certificato dal comune di Catania, sarebbe stata sufficiente una legalissima e semplice trascrizione. La terza ipotesi emerge da un'annotazione apposta sull'occhiello di una copia della prima edizione delle ''[[Novelle rusticane]]'', che Verga regalò all'amico scrittore [[Luigi Capuana]], dove si legge: «A Luigi Capuana "villano" di [[Mineo (Italia)|Mineo]] - Giovanni Verga "villano" di Vizzini» (l'uso del termine ''villano'' dimostrerebbe, quindi, come Verga fosse a conoscenza di essere nato in un piccolo paese di provincia come Capuana, a Vizzini o comunque in una contrada di campagna). O potrebbe solo essere stata, nell'ambito dell'amicizia verso l'amico Capuana, una testimonianza di affetto verso un paese dove l'autore catanese aveva trascorso lunghi periodi della propria infanzia e fanciullezza.
Negli archivi del Senato della [[Repubblica italiana]], nel fascicolo personale del Senatore del Regno Giovanni Verga, si trova l'estratto dell'atto di nascita, che riporta Catania come luogo di nascita.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/repertorio-senatori-regno/attach//senregno/0BD4D422580B0E044125646F00616A3E/2306%20Verga%20Giovanni%20fascicolo.pdf|titolo=Fascicolo Giovanni Verga del Senato}}</ref>
Sull'esatta data di nascita l'incertezza è altrettanto ampia, ma si pensa che sia il 2 settembre 1840. L'atto di nascita<ref>Archivio generale del Municipio di Catania, volume anno 1840, sezione II, p. 284 ter.</ref> riporta la data del 2 settembre 1840. Il 1º marzo 1915 Verga scrive tuttavia in una sua missiva a [[Benedetto Croce]] quanto segue<ref>[http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/viewFile/7366/7348 Citata] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120210151500/http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/viewFile/7366/7348 |date=10 febbraio 2012 }} nella rivista da Croce stesso diretta, "[[La Critica]]", nel 1916.</ref>:
{{Citazione|Illustre amico, sono stato al Municipio per avere la data precisa che desidera conoscere: 31 agosto 1840, Catania. Io invece credevo fosse il 2, oppure l'8 settembre dello stesso anno. Eccomi dunque più vecchio di una settimana, ma sempre con grande stima e affetto per Lei.}}
L'8 settembre è in realtà la data di battesimo, celebrato a Catania, presso la Chiesa dedicata a San Filippo, come risulta dall'allegato "ter", notamento restituito dal Parroco della stessa Chiesa a pochi passi dalla casa natale di via San'Anna, mentre quella di nascita è secondo alcuni antecedente e potrebbe risalire alla fine di agosto, se non addirittura al 29, giorno in cui a [[Vizzini]] si festeggia San Giovanni. Il trasferimento da Vizzini a Catania potrebbe spiegare, dunque, il ritardo nella registrazione e la posticipazione della data. Queste sono, comunque, solo delle ipotesi, non supportate da alcuna prova. L'unico dato certo è che la nascita fu registrata a Catania da Giovanbattista Verga, il quale dichiarò che Giovanni Carmelo era nato alle ore 5 dello stesso giorno, nella casa posta in Catania, via Sant'Anna numero 8, presentando il bambino, alla presenza di due testimoni, al senatore del Regno e ufficiale di Stato Civile, don Francesco Bicocca. Il nome Giovanni Carmelo gli sarebbe stato dato in memoria del nonno paterno Giovanni Carmelo e non per una supposta nascita il 29 agosto, festa di San Giovanni a Vizzini.
=== Gli studi e la prima formazione ===
[[File:Casa di Verga.JPG|thumb|upright=1.2|La [[Casa Museo Giovanni Verga|Casa-Museo di Verga]] a [[Catania]]
Verga, compiuti gli studi primari presso la scuola di [[Francesco Carrara (giurista)|Francesco Carrara]], venne inviato, per gli studi secondari, alla scuola di don [[Antonino Abate]], scrittore, fervente [[Patriottismo|patriota]] e [[repubblicano]], dal quale assorbì il gusto letterario [[Romanticismo|romantico]]
Nel 1854, a causa di un'epidemia di [[colera]], la famiglia si rifugiò nella campagna di Tèbidi e vi ritornò nel 1855 per lo stesso motivo. I ricordi di questo periodo, legati alle sue prime esperienze adolescenziali e alla campagna, ispirarono molte delle sue [[novella|novelle]], come ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' e ''[[Jeli il pastore]]'', oltre al romanzo ''[[Mastro-don Gesualdo]]''. A soli sedici anni, tra il 1856 e il 1857, Verga scrisse il suo primo romanzo di ispirazione risorgimentale ''Amore e patria'' rimasto inedito. Il romanzo ottenne giudizio positivo da parte di Abate, ma venne considerato immaturo dall'insegnante di [[Lingua latina|latino]], don Mario Torrisi, che lo convinse a non pubblicarlo. Iscrittosi nel 1858 alla facoltà di legge all'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]], non dimostrò però grande interesse per le materie giuridiche e nel 1861 abbandonò i corsi, preferendo dedicarsi all'attività letteraria e al giornalismo politico. Con il denaro datogli dal padre per concludere gli studi, il giovane pubblicò a sue spese il romanzo ''I carbonari della montagna'' (1861- 1862), un [[romanzo storico]] che si ispira alle imprese della [[Carboneria]] [[Calabria|calabrese]] contro il dispotismo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] di [[Gioacchino Murat|Murat]]. La sua formazione fu dunque irregolare e, come scrive [[Guido Baldi]],<ref>{{Cita|Baldi|p. 13}}.</ref> «[…] segna inconfondibilmente la sua fisionomia di scrittore, che si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica che caratterizza la nostra letteratura, anche quella moderna: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni, più che i classici italiani e latini sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità, ai limiti con la [[letteratura di consumo]], come [[Alexandre Dumas padre|Dumas padre]] (''[[I tre moschettieri]]'') e [[Alexandre Dumas figlio|Dumas figlio]] (''[[La signora delle camelie]]''), [[Eugène Sue|Sue]] (''[[I misteri di Parigi (romanzo)|I misteri di Parigi]]''), [[Octave Feuillet|Feuillet]] (''[[Il romanzo di un giovane povero (romanzo)|Il romanzo di un giovane povero]]'')». Oltre a questo genere di romanzi egli prediligeva i [[romanzo storico|romanzi storici]] italiani, soprattutto quelli a carattere fortemente romantico, come quelli di [[Francesco Domenico Guerrazzi|Guerrazzi]] la cui influenza si coglie anche nel suo terzo romanzo intitolato ''Sulle lagune'', pubblicato tra il 1862 e il 1863, dapprima a puntate in appendice della rivista fiorentina "La nuova Europa", nel periodo in cui [[Venezia]] è ancora sotto la malvista potenza austriaca. Il romanzo narra la vicenda sentimentale di un ufficiale ungherese e di una giovane veneta di [[Oderzo]], in uno stile severo e privo di retorica. Entrambi innamorati della vita finiranno per morire insieme. Verga lavorò in questo periodo frequentemente anche ad [[Aci Trezza|Acitrezza]] ed [[Aci Castello|Acicastello]].
===Le prime esperienze a Catania===
In [[Sicilia]] si verificò un periodo di violente
{{Citazione|Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: "Viva la libertà!". Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei ''galantuomini'', davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche, le scuri e le falci che luccicavano<ref>Giovanni Verga, Tutte le novelle, Milano, Arnoldo Mondadori, 1979, pag. 338</ref>.}}
Con l'arrivo di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a [[Catania]] venne istituita la [[Guardia Nazionale Italiana|Guardia Nazionale]] e Verga, nel
Nel
Anche il giornale l
Verso la fine di aprile o agli inizi di maggio 1865 si recò per la prima volta a [[Firenze]] dopo aver abbandonato gli studi di legge presso l'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Carmelo Musumarra|titolo=Giovanni Verga "I nuovi tartufi" in Firenze capitale|rivista=Nuova Antologia|editore=Felice Le Monnier - Firenze|numero=Luglio - Settembre 1980|p=4}}</ref> In questo periodo scrisse una [[commedia]], pubblicata solo nel 1980, dal titolo ''[[I nuovi tartufi]]'', che venne inviata, sotto forma [[anonimo|anonima]], al Concorso Drammatico bandito dalla Società di incoraggiamento all'arte teatrale ma senza successo. Nello stesso periodo scrisse il romanzo ''[[Una peccatrice]]''.
Firenze era a quei tempi la
A Firenze
A Firenze decise quindi di stabilirsi,
Nel
Gli anni fiorentini
Con una lettera di presentazione di Mario Rapisardi si introdusse facilmente nei ricevimenti in casa dello scrittore e patriota [[Francesco Dall'Ongaro]] dove
Introdotto
Risale a questo periodo la stesura del [[romanzo epistolare]] ''[[Storia di una capinera]]'' che apparve nel
===Il ventennio a Milano. ''I Malavoglia''===
[[File:Sebastianutti, Guglielmo (1825-1881) & Benque, Franz (1841-1921) - Giovanni Verga.jpg|thumb|Ritratto di Verga]]
Il 20 novembre
A Milano
Frequentando i ristoranti, come il Cova e il Savini, ritrovo di scrittori e artisti,
Gli anni milanesi
Lo scrittore intanto si era avvicinato ad autori nuovi per tematiche e forme, come [[Émile Zola|Zola]], [[Gustave Flaubert|Flaubert]], [[Honoré de Balzac|Balzac]], [[Guy de Maupassant|Maupassant]], [[Alphonse Daudet|Daudet]], [[Paul Bourget|Bourget]], e aveva iniziato un abbozzo del romanzo ''[[I Malavoglia]]''.
Nel
Nel
Risale a questi anni il progetto, annunciato in una lettera del 21 aprile all'amico [[Salvatore
Il 5 dicembre
Nel
Nel
Risale a questo periodo la stesura delle future "''Novelle rusticane''" che
Durante la primavera lo scrittore si recò a [[Parigi]] dove
Il
Confortato da ciò, Verga preparò un'altra commedia adattando una novella di ''Per le vie'', ''Il canarino del n. 15'', e il 16 maggio
===Il ritorno a Catania. ''Mastro-don Gesualdo''===
Gli anni tra
Durante il 1889 si dedicò completamente alla revisione del ''Mastro-don Gesualdo'' che uscì a puntate sulla ''[[Nuova Antologia]]'' dal 1º luglio al 16 dicembre 1888 e poi in volume presso l'editore [[Fratelli Treves|Treves]], nel 1889, a fine anno, ottenendo una buona accoglienza sia dal pubblico sia dalla critica.
Lo scrittore, rincuorato dal buon successo del romanzo, progettò di continuare il ''Ciclo dei Vinti'' con ''[[La duchessa di Leyra]]'' e ''L'Onorevole Scipioni'' mentre continuò la pubblicazione delle novelle che fecero poi parte delle due ultime raccolte.
Nel 1890 all'inizio dell'estate ritornò in Sicilia e, tranne alcuni soggiorni a Roma per progetti teatrali, vi rimase fino a novembre: l'8 aprile, al [[Teatro dell'Opera di Roma|Teatro Costanzi di Roma]], venne messa in scena ''Mala Pasqua'', tratta dalla novella dello scrittore, che però non ottenne un gran successo. Solo un mese dopo venne rappresentata, nello stesso teatro, l'opera ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'', musicata da [[Pietro Mascagni]], che riscosse grande successo di pubblico e di critica. L'opera continuò a essere rappresentata con sempre maggior successo e Verga chiese al musicista e all'[[Sonzogno (editore)|editore Sonzogno]], come da accordi pattuiti, la parte di guadagno per i [[diritto d'autore|diritti d'autore]]. Gli fu offerta una modesta cifra, 1.000 lire, che Verga non volle accettare. Si rivolse alla Società degli Autori, che si dimostrò solidale con lo scrittore, ma fu comunque costretto ad agire attraverso vie legali. Iniziò così nel 1891 una complessa vicenda giudiziaria che sembrò concludersi, il 22 gennaio 1893, allorché Verga accettò, ''[[una tantum]]'', la considerevole somma di 143.000 lire come "compensazione finale".<ref>op. cit., ''Invito alla lettura di Verga'', pag. 59</ref>
Nel 1891 erano intanto usciti presso l'editore Treves ''I ricordi del capitano d'Arce''.
Nel 1893 lo scrittore si trasferì definitivamente a Catania dove rimase, a parte qualche breve viaggio a Milano e a Roma, fino alla morte. Oltre alla scrittura, si dedicò anche alla [[fotografia]].
Nel 1894 pubblica presso il Treves ''Don Candeloro e C.i''. una raccolta di 12 novelle che raccontano il dietro le quinte del mondo dei "[[Opera dei pupi|pupari]]".
===La crisi creativa===
Ebbe inizio tuttavia la sua crisi creativa, che gli impedì di proseguire sulla strada del Verismo, per riaccostarsi allo stile post-romantico.<ref name="ReferenceA">Sambugar, Salà - ''Letteratura italiana'', La nuova Italia</ref> Non smise mai, tuttavia, di tentare il completamento del ''[[Ciclo dei Vinti]]'': nel 1895 iniziò minuziose indagini di costume che affermava necessarie per il terzo romanzo, ''La duchessa di Leyra'', che però non terminò mai (ci rimangono solamente il primo capitolo e un frammento del secondo), a causa della difficoltà di mantenere la poetica dell'impersonalità verso le classi agiate, e che aveva già descritto efficacemente nei romanzi milanesi.<ref name="ReferenceA"/>
Da alcuni anni lo scrittore aveva intanto
[[File:Sicilia rurale fotografata da Giovanni Verga.jpg|thumb|Una fotografia scattata da Verga: ''La Sicilia rurale'']]
Presso Treves vennero pubblicati nel 1896 i drammi ''[[La lupa]]'', ''In portineria'', ''Cavalleria rusticana'', tutti ricavati da novelle. ''La Lupa'' venne rappresentata con successo sulle scene del [[Teatro Gerbino]] di Torino e a metà dell'anno lo scrittore ricominciò a lavorare a ''La duchessa di Leyra''.
===Gli ultimi anni===
Sulla rivista di Catania ''Le Grazie'', il 1º gennaio 1897, venne pubblicata la novella intitolata ''La caccia al lupo'' e l'editore Treves pubblicò una nuova versione di ''Vita dei campi'', con le [[Illustrazione|illustrazioni]] di Arnaldo Ferraguti che presentava notevoli cambiamenti se confrontata all'edizione del 1880.
====L'adesione al colonialismo e al nazionalismo====
Nel
Sembrò intanto proseguire assiduamente la stesura de ''La duchessa di Leyra'', come si apprende da una lettera scritta all'amico Édouard Rod nel 1898, notizia confermata da ''La Nuova Antologia'' che ne annunciò la prossima pubblicazione.<ref>Carla Riccardi, in ''Giovanni Verga. Tutte le novelle'', Milano, Arnoldo Mondadori, 1979, pag. XL</ref>
Nel 1901 furono rappresentati i bozzetti "''La caccia al lupo"'' e "''La caccia alla volpe"'' al teatro Manzoni di Milano e gli stessi furono pubblicati nel 1902 dall'editore Treves.
[[File:Verga.jpg|thumb|left|Busto del Verga nel [[Giardino Bellini]]]]
Alla morte del fratello Pietro, avvenuta nel 1903, Verga ebbe in affido i nipoti, Giovanni Verga Patriarca, Caterina e Marco, che poi [[adozione|adottò]] come figli.<ref name=Mostra/>
Nel novembre dello stesso anno venne rappresentato, sempre al teatro Manzoni, il dramma ''Dal tuo al mio'', che
Lontano ormai dalla scena letteraria,
Nel 1915, dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], prese posizione a fianco degli [[interventismo|interventisti]], entrando a far parte dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]], a fianco di [[Enrico Corradini]] e [[Gabriele D'Annunzio]], del quale apprezzava l'azione politica. Nel dopoguerra si avvicinò al movimento [[fascista]], mostrando simpatia per la figura politica in ascesa di [[Benito Mussolini]], anche se non si iscrisse mai ai [[Fasci italiani di combattimento|Fasci di combattimento]].<ref name="Giovanni Verga: vita e opere"/>
====Riconoscimenti pubblici e morte====
La sua ultima novella, intitolata ''Una capanna e il tuo cuore'', risale al
Nel luglio di quell'anno, per l'ottantesimo compleanno dello scrittore, si tennero a Catania le onoranze presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini alla presenza dell'allora [[Ministero della pubblica istruzione|ministro della Pubblica Istruzione]] [[Benedetto Croce]]; il discorso ufficiale fu tenuto da [[Luigi Pirandello]]. Sempre in quell'anno Verga ricevette, a [[Roma]], la nomina a [[Senato del Regno (Italia)|senatore]] del Regno, per decisione del re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]. Furono tra le poche apparizioni pubbliche dello scrittore dopo il ritiro a Catania.
Il 24 gennaio 1922 fu colto da [[ictus]], non riprese più conoscenza e il 27 gennaio morì per [[emorragia cerebrale]] a Catania, nella casa di via Sant'Anna, assistito dai nipoti e dall'amico [[Federico De Roberto|De Roberto]]<ref>Leggi il resoconto nell'articolo della Gazzetta del Popolo del giorno 26 gennaio 1922 ''[[:s:Giovanni Verga colpito da paralisi|Giovanni Verga colpito da paralisi]]'' su Wikisource.</ref>, e dopo aver ricevuto l'[[estrema unzione]], richiesta dai familiari nonostante durante tutta la vita fosse stato dichiaratamente [[Scetticismo filosofico|scettico]], se non [[ateo]] e [[materialista]]. Il patrimonio di Verga passò, in maggioranza, al nipote primogenito Giovanni Verga Patriarca.<ref>{{Cita web|url=http://www.giornalettismo.com/archives/1037235/i-36-manoscritti-di-giovanni-verga-ritrovati/|titolo=I 36 manoscritti di Giovanni Verga ritrovati|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140102194303/http://www.giornalettismo.com/archives/1037235/i-36-manoscritti-di-giovanni-verga-ritrovati/|dataarchivio=2 gennaio 2014}}</ref>
Giovanni Verga è sepolto nel "viale degli uomini illustri" del [[cimitero monumentale di Catania]].<ref>{{cita news |url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/cronaca/2011/11-luglio-2011/verga-riposa-degrado-cosi-cataniaabbandona-tomba-celebre-scrittore-1901063792236.shtml |titolo=Verga riposa nel degrado. Così Catania abbandona la tomba del celebre scrittore |pubblicazione=[[Corriere del Mezzogiorno|corrieredelmezzogiorno.corriere.it]] |data=11 luglio 2011 |accesso=4 febbraio 2012}}</ref>
====Il Verismo e il vocabolario: Accademia della Crusca====
In occasione del primo centenario della morte di Verga, l'[[Accademia della Crusca]] e la Fondazione Verga hanno organizzato lunedì 9 maggio 2022 a [[Firenze]] un convegno dal titolo ''I vocabolari del vero''<ref>{{cita web|url=http://www.toscanalibri.it/it/news/i-vocabolari-del-vero-il-9-maggio-alla-crusca-tavola-rotonda-sul-linguaggio-dei-veristi_13055.html|titolo="Vocabolari del vero": tavola rotonda il 9 Maggio alla Crusca sul linguaggio dei veristi|data=6 Maggio 2022}}</ref> per evidenziare il rapporto fra [[Verismo]] e vocabolario italiano. Presentato nel convegno il progetto ''VIVer-Vocabolario dell'Italiano verista'' al quale lavorano un gruppo di lessicografi, informatici, autori coordinati da Gabriella Alfieri,<ref>{{cita web|URL=https://accademiadellacrusca.it/it/accademici/alfieri-gabriella/50|titolo=Accad. Crusca Gabriella Alfieri}}</ref> Marco Biffi, Antonio di Silvestro, Giovanni Salucci e Rosaria Sardo.
==La poetica e le idee==
{{vedi anche|Opere e poetica di Giovanni Verga|
L'ideologia che sta alla base della sua letteratura migliore è una personale ripresa della scientificità, dell'impersonalità e del positivismo dei naturalisti, declinati in senso pessimistico, senza alcuna speranza di miglioramento sociale. Forte è l'influsso di alcune teorie dell'epoca, come quella del [[darwinismo sociale]]. Agli umili delle sue novelle e romanzi è negata quasi ogni speranza, sia [[Divina provvidenza|provvidenziale]] rifacendosi allo stile
== Onorificenze ==
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|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
}}
==Opere==
{{vedi anche|Opere di Giovanni Verga}}
=== Romanzi ===
[[File:I Malavoglia.djvu|thumb|Frontespizio di un'edizione de ''I Malavoglia'']]
* ''Amore e Patria'' (1856-1857) [inedito di 672 ff. ms. parzialmente riportati in Lina Perroni, ''Studi verghiani'', II, ''Ricordi di D'Artagnan. La prima giovinezza di Giovanni Verga e due suoi romanzi sconosciuti: Amore e patria; I carbonari della montagna'', Palermo, Ed. del sud, 1929].
* ''I carbonari della montagna'', 4 volumi, Catania, Galatola, 1861-1862.
* ''Sulle lagune'', in "La Nuova Europa", 5 e 9 agosto 1862-13 gennaio e 15 marzo 1863.
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''[[
* ''
* ''Dal tuo al mio'', Milano, Treves, 1906.
* ''[[La duchessa di Leyra]]'', incompiuto in [[Federico De Roberto]], ''Casa Verga e altri saggi verghiani'', Firenze, Le Monnier, 1964.
* ''Romanzi giovanili'', a cura e con postfazione di Giuseppe Leonelli, Milano, Frassinelli, 1996.
===Novelle===
* ''[[
* ''Primavera''; ''La coda del diavolo''; ''X''; ''Certi argomenti''; ''Le storie del castello di Trezza''; ''Nedda'', Milano, Brigola, 1877.
* ''[[Rosso Malpelo]]'', in "Fanfulla", 2-5 agosto 1878.
* ''[[Vita dei campi]]. Nuove novelle'', Milano, Treves, 1880. [''Fantasticheria'', ''Jeli il pastore'', ''Rosso Malpelo'', ''Cavalleria rusticana'', ''[[La lupa]]'', ''L'amante di Gramigna'', ''Guerra di Santi'', ''Pentolaccia'']
* ''Un'altra inondazione'', in "Roma-Reggio", numero speciale del "Corriere dei Comuni", Roma, Tipografia elzeviriana dell'Officina Statistica, 1880.
* ''[[La roba]]'', in "[[Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere ed arti]]", 26 dicembre 1880.
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* ''I dintorni di Milano'', in ''Milano 1881'', Milano, Ottino, 1881.
* ''Il come, il quando ed il perché'', in appendice alla seconda edizione di ''Vita dei campi'', Milano, Treves, 1881.
* ''Pane nero'', Catania, Giannotta,
* ''Libertà'', in "Domenica letteraria", 12 marzo 1882.
* ''[[Novelle rusticane]]'', Torino, Casanova,
* ''Per le vie'', Milano, Treves, 1883. [''Il bastione di Monforte'', ''In piazza della Scala'', ''Al veglione'', ''Il canarino del N. 15'', ''Amore senza benda'', ''Semplice storia'', ''L'osteria dei «Buoni Amici»'', ''Gelosia'', ''Camerati'', ''Via Crucis'', ''Conforti'', L{{'}}''ultima giornata'']
* ''Nella stalla'', in ''Arcadia della carità. Strenna internazionale a beneficio degli inondati'', Lonigo, Tipo-litografia ed. Luigi Pasini, 1883.
* ''Drammi intimi'', Roma, Sommaruga,
* ''Mondo piccino'', in "Nuova Antologia", 1º ottobre 1884.
* ''Vagabondaggio'', Firenze, Barbera,
* ''I ricordi del capitano d'Arce'', Milano, Treves,
* ''Don Candeloro e C.i'', Milano, Treves,
* ''Una capanna e il tuo cuore'', in "Illustrazione italiana", 12 febbraio
* ''Tutte le novelle'', 2 voll., Milano, A. Mondadori, 1940-1942.
===Trasposizioni teatrali===
[[File:Verga. caccia a lupo.volpe.jpg|thumb|''La caccia al lupo - La caccia alla volpe''.
* ''[[I nuovi tartufi]]'' (
* ''Rose caduche'' (
* ''L'onore I'' (
* ''L'onore II''
* ''Cavalleria rusticana'' (
* ''[[In portineria]]''<ref>{{Radiocorriere|1964|9|44-45}}</ref> (
* ''La lupa'' (
* ''Dopo'' (
* ''Mastro-don Gesualdo'' (
* ''Cavalleria rusticana'' (
* ''La caccia al lupo'' (
* ''La caccia alla volpe'' (
* ''Dal tuo al mio'' (
* ''Libertà'', Atto unico (2014)
===Versioni cinematografiche===
* ''
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1916 Falena)|Cavalleria rusticana]]'' (1916) di [[Ugo Falena
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1916 Del Colle)|Cavalleria rusticana]]'' (1916) di [[Ubaldo Maria Del Colle
* ''[[Tigre reale (film 1916)|Tigre reale]]'' (1916)
* ''[[La storia di una capinera (film 1917)|La storia di una capinera]]'' (1917) di [[Giuseppe Sterni
* ''[[Caccia al lupo (film)|Caccia al lupo]]'' (1917) di Giuseppe Sterni
* ''
* ''[[Eva (film 1919)|Eva]]'' (1919) di [[Ivo Illuminati
* ''[[Il marito di Elena (film)|Il marito di Elena]]'' (1921) di [[Riccardo Cassano]]
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1924)|Cavalleria rusticana]]'' (1924) di [[Mario Gargiulo
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1939)|Cavalleria rusticana]]'' (1939) di [[Amleto Palermi
* ''[[La storia di una capinera (film 1943)|La storia di una capinera]]'' (1943) di [[Gennaro Righelli
* ''[[La terra trema]]'' (1948)
* ''[[La lupa (film 1953)|La lupa]]'' (1953) di [[Alberto Lattuada
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1953)|Cavalleria rusticana]]'' (1953) di [[Carmine Gallone
* ''[[L'amante di Gramigna (film)|L'amante di Gramigna]]'' (1968) di Carlo Lizzani
* ''
* ''
* ''[[Storia di una capinera (film)|Storia di una capinera]]'' (1993) di
* ''[[La lupa (film 1996)|La lupa]]'' (1996)
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1996)|Cavalleria rusticana]]'' (1996) di [[Liliana Cavani]], film per la TV
* ''[[Rosso Malpelo (film)|Rosso malpelo]]'' (2007) di [[Pasquale Scimeca * ''[[Malavoglia]]'' (2010) di Pasquale Scimeca
== Omaggi ==
* [[Luigi Pirandello]]
* Nel 2010 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DTK).
* L'ottantenne Giovanni Verga appare interpretato da [[Renato Carpentieri]] nel film italiano ''[[La stranezza]]'' del 2022 diretto da [[Roberto Andò]], con [[Toni Servillo]] e [[Ficarra e Picone]].
== Note ==
== Bibliografia ==
=== Biografie ===
* Massimo Bonura, ''Verga e i mass media. Il giornalismo politico-teatrale e il cinema'', pref. di L. A. Callari, scritto intr. di G. C. Marino, postf. di A. Arena, Palermo, Palermo University Press, 2021.
*
*
* Francesco De Felice, ''Le donne che amarono Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1964
* {{Cita pubblicazione|autore=Federico De Roberto |curatore=Carmelo Musarra|titolo=Casa Verga e altri saggi verghiani|città= Firenze |editore=Felice le Monnier |anno=1964|cid="Casa_Verga"}}
* Giovanni Garra Agosta
* Giovanni Garra Agosta, ''Verga innamorato'', Catania, Greco, 1980
=== Studi sull'opera ===
*
*
* [[Alberto Asor Rosa
* [[Riccardo Bacchelli
*
* {{Cita libro|curatore=[[Guido Baldi]]|titolo=Verga e il verismo. Sperimentalismo formale e critica del progresso|città=Torino|editore=Paravia|anno=1980|cid=Baldi}}
* {{Cita libro|autore=Guido Baldi|titolo=L'artificio della regressione. Tecnica narrativa e ideologia nel Verga verista|url=https://archive.org/details/lartificiodellar0000bald|città=Napoli|editore=Liguori editore|anno=1980|isbn=88-207-0890-6}}
* [[Ettore Bonora]] ''Le novelle milanesi del Verga'' e ''Lo stile dei Malavoglia esemplificato nel capitolo dodicesimo'' in " Manzoni e la via italiana al realismo", Napoli, Liguori 1989
* [[Massimo Bontempelli]], ''Verga'', in "Nuova Antologia", marzo 1940, poi in ''Verga, l'Aretino, Scarlatti, Verdi'', Milano, Bompiani, 1941
* Massimo Bontempelli, ''Sette discorsi'', Milano, Bompiani, 1942
* Nino Borsellino , ''Storia di Verga'', Bari, Laterza, 1982
* [[Felice Cameroni]], ''Realismo. "Tigre reale" di Giovanni Verga'', in "L'Arte drammatica", 10 luglio 1975; "''I Malavoglia''", in "La rivista repubblicana", n. 2, 1881; "''Novelle rusticane''", in "La Farfalla", 17 dicembre 1882; poi in ''Interventi critici sulla letteratura italiana'', a cura di G. Viazzi, Napoli, Guida, 1974
* [[Luigi Capuana
* Luigi Capuana, ''Gli "ismi" contemporanei'', Catania, Giannotta, 1898
* Luigi Capuana, ''Verga e D'Annunzio'', a cura di M. Pomilio, Bologna, Cappelli, 1972
* [[
* Carmelo Ciccia, ''Giovanni Verga'', in ''Impressioni e commenti'', Milano, Virgilio, 1974
* Carmelo Ciccia, ''Giovanni Verga'', in ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX'', Catania, Centro di Ricerca Economica e Scientifica, 2002
* Carmelo Ciccia, ''Gli scrittori che hanno unito l’Italia'', Padova, Libraria Padovana, 2010
*
* [[Giacomo Debenedetti]], ''Presagi del Verga'', in ''Saggi critici'', III serie, Milano, Il Saggiatore, 1959
* [[Eurialo De Michelis]], ''L'arte del Verga'', Firenze, La Nuova Italia, 1941
* [[Giacomo Devoto]], I "piani del racconto" in due capitoli dei "Malavoglia", in "Bollettino del Centro studi filologici e linguistici siciliani", II, 1954; poi in ''Nuovi studi di stilistica'', Firenze, Le Monnier, 1962 e in ''Itinerario stilistico'', Firenze, Le Monnier, 1975
* [[Arnaldo Di Benedetto]], ''Verga, D'Annunzio, Pirandello'', Torino, Fògola, 1994.
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Enrico Falqui]], ''Verga, il verismo e il novecento'', in "Giornale"di Sicilia", 28 novembre 1940
* Dino Garrone, ''Giovanni Verga'', prefazione di L. Russo, Firenze, Vallecchi, 1941
* [[Emerico Giachery]], ''"La roba" e l'arte del Verga'', Roma, Quaderni di Marsia, 1959
* Emerico Giachery, ''Verga e D'Annunzio. Ritorno a Itaca'', Roma, Studium, 1991
* Mario Gabriele Giordano, "Il Verismo, Verga e i veristi minori", Napoli, Conte, 1992.
* Silvia Iannello, ''Le immagini e le parole dei Malavoglia'', Roma, Sovera, 2008
* Franco La Magna, ''Giovanni Verga e il "Castigo di Dio". Per una storia dei rapporti tra cinema e narrativa'', Algra Editore, Viagrande (Catania), 2022, prefazione di Antonio Di Silvestro
* Ignazio Lampasona, ''Verga, poeta dei vinti'', Milano, Gastaldi, 1956
* Sebastiano Lo Nigro, ''Le due redazioni di Mastro-don Gesualdo'', in "Lettere italiane", I, 1, 1949
* [[Vittorio Lugli]], I due "Mastro-don Gesualdo", in "Rivista d'Italia", marzo 1925, poi in Dante, Balzac, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1952 (contiene anche ''Il [[discorso indiretto libero]] in Flaubert e in Verga'')
* [[Gaetano Mariani]], ''Sul teatro di Verga'', in "Rassegna di cultura e vita scolastica", nn. 7-8 e 9, 1953; poi in ''Ottocento romantico e verista'', Napoli, Giannini, 1972
* Giulio Marzot, ''L'arte del Verga'', in "Annuario dell'Istituto Magistrale A. Fogazzaro", Vicenza, 1930; rielaborato in ''Preverismo, Verga e la generazione verghiana'', Bologna, Cappelli, 1965
* [[Attilio Momigliano]], ''Giovanni Verga narratore'', Palermo, Priulla, 1923; poi in ''Dante, Manzoni, Verga'', Messina, D'Anna, 1944
* Aurelio Navarria, "''L'amante di Raya''" e "''L'amante di Gramigna''", in "Belfagor", VI, 2, 1951
* Aurelio Navarria, ''"Nedda" e "Primavera" nell'opera di Verga'', in "Narrativa", giugno, 1961
* Aurelio Navarria, ''Lettura di poesia nell'opera di Giovanni Verga'', Messina-Firenze, D'Anna, 1962
* Aurelio Navarria, ''Giovanni Verga'', Catania-Roma-Milano, "La Navicella", 1964
* Aurelio Navarria, ''Annotazioni verghiane e pagine staccate'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, 1976
* Francesco Nicolosi, ''Il realismo nelle opere giovanili di Giovanni Verga'', Firenze-Messina, D'Anna, 1960
* Francesco Nicolosi, ''Il Mastro don Gesualdo: dalla prima alla seconda redazione'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1967
* Francesco Nicolosi, ''Questioni verghiane'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1969
* [[Ugo Ojetti]], ''Alla scoperta dei letterati'', Milano, Fratelli Bocca editori, 1899
* [[
* [[Giuseppe Petronio]], ''Lettura di Mastro-don Gesualdo'', in ''Dall'illuminismo al verismo'', Palermo, Manfredi, 1962
* ''Studi Verghiani'', a cura di L. Perroni, Palermo, Edizioni del Sud, 1929 (ristampati con il titolo ''Studi critici su Giovanni Verga'', Roma, Bibliotheca, 1934)
* [[Leone Piccioni]], ''Per una storia dell'arte del Verga'', in ''Lettura leopardiana e altri saggi'', Firenze, Vallecchi, 1952
* [[Luigi Pirandello]], ''Giovanni Verga'', in ''Studi critici su Giovanni Verga''; poi in ''Saggi'', Milano, Mondadori, 1939 e in ''Saggi, poesie e scritti vari'', a cura di M. Lo Vecchio Musti, Milano, Mondadori, 1960
*
*
* Gaetano Ragonese, ''La lingua parlata dei "Promessi Sposi" e del Verga'', in "[[Belfagor (rivista)|Belfagor]]", III, 3, 1948
* Gaetano Ragonese, ''Interpretazione del Verga. Saggi e ricerche'', Palermo, Manfredi, 1965
* [[Gino Raya]], ''Un secolo di bibliografia verghiana'', Padova, Cedam, 1960
* Gino Raya, ''Ottocento inedito'', Roma, Ciranna, 1960
* Gino Raya, ''La lingua di Verga'', Firenze, Le Monnier, 1961
* Gino Raya, ''Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1967
* Gino Raya, ''Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1970
*
* Gino Raya, ''Verga e il cinema'', Roma, Herder, 1984
* Gino Raya, ''Carteggio Verga-Capuana'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1984
* Gino Raya, ''Verga e i Treves'', Roma, Herder, 1986
* Gino Raya, ''Carteggio Verga-Monleone'', Roma, Herder, 1987
*
*
* [[Luigi Russo]], ''Giovanni Verga'', Napoli, Ricciardi, 1920; nuova edizione, Bari, Laterza, 1934; terza edizione ampliata 1941; ultima edizione, 1974
* Luigi Russo, Prefazione a G. V., Opere, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955
* Luigi Russo, Profilo critico in ''I narratori (1850-1957)'', Milano-Messina, Principato, 1958
* Luigi Russo, ''Verga romanziere e novelliere'', Torino, Eri, 1959
*
* [[Natalino Sapegno]], ''Appunti per un saggio sul Verga'', in "Risorgimento", I, 3, 1945; poi in ''Ritratto di Manzoni e altri saggi'', Bari, Laterza, 1961
* [[
* [[Leonardo Sciascia]], ''I fatti di Bronte'', in ''Pirandello e la Sicilia'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, 1961
* Leonardo Sciascia, ''Verga e la libertà'', in ''La corda pazza'', Torino, Einaudi, 1970
*
* [[Riccardo Scrivano]], ''La narrativa di Verga'', Roma, Bulzoni, 1977
* Ermanno Scuderi, ''Interpretazioni verghiane'', Firenze, La Nuova Italia, 1937
* Ermanno Scuderi, ''Verga'', Catania, Camene, 1950
* Ermanno Scuderi, ''La cultura del Verga'', Torino, Bottega d'Erasmo, 1965
* Ermanno Scuderi, ''Verga: la condizione storica ed esistenziale, l'arte'', Catania, Tringale. 1976
* Ermanno Scuderi, ''Interpretazioni verghiane ieri e oggi'', Catania, Tringale, 1979
* [[Adriano Seroni]], ''La Nedda nella storia dell'arte verghiana'', Lucca, Lucentia, 1950
* Adriano Seroni, ''Studi verghiani'', in ''Nuove ragioni critiche'', Firenze, Vallecchi, 1960
* Adriano Seroni, ''Verga (antologia della critica''), Palermo, Palumbo, 1960
* Adriano Seroni, ''Da Dante a Verga'', Roma, Editori Riuniti, 1972
* [[Renato Serra]], ''Le lettere'', Roma, Bontempelli, 1914
* [[Leo Spitzer]], ''L'originalità della narrazione nei "Malavoglia"'', in "Belfagor", XI, 1, 1956
* [[Francesco Torraca]], ''Saggi e rassegne'', Livorno, Vigo, 1885
* [[Federigo Tozzi]], ''Giovanni Verga e noi'', in "Il messaggero della domenica", 17 novembre 1918; poi in ''Realtà di ieri e di oggi'', Milano, Alpes, 1928
* [[Gaetano Trombatore]], ''Mastro-don Gesualdo'', in "Ateneo veneto", luglio-agosto, 1935; poi in ''Saggi critici'', Firenze, La Nuova Italia, 1950
* [[Karl Vossler]], ''Letteratura italiana contemporanea'', Napoli, Ricciardi, 1916
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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