Giovanni Verga: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome = Giovanni Carmelo Verga
|immagine = Portrait of Giovanni Verga.jpg
|istituzione = Senato del Regno
|carica = [[Senatore del Regno d'Italia]]
|immagine = Giovanni-Verga.jpg
|mandatoinizio = 11 dicembre [[1920]]
|dimensione =
|mandatofine = 27 gennaio [[1922]]
|didascalia = Giovanni Verga
|legislatura = {{NumLegRegno|S|XXV|3 ottobre 1920}} alla {{NumLegRegno|A|XXVI}}
|luogo_nascita = [[Catania]]
|gruppo parlamentare = Indipendente
|data_nascita = 2 settembre [[1840]]
|tipo nomina = {{Categoria Senatori|20}}
|luogo_morte = Catania
|incarichi =
|data_morte = 27 gennaio [[1922]]
|sito = {{Senatori Regno}}
|titolo =
|partito = {{Lista|[[Sinistra storica]] (corrente [[Francesco Crispi|crispina]]) <small>(1890-1896)</small>|[[Destra storica]] <small>(1896-1911)</small>|[[Associazione Nazionalista Italiana]] <small>(1911-1922)</small>}}
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = Scrittore
|firma = Giovanni Verga firma.png
|partito = [[Sinistra storica]]
|legislatura = [[XXV legislatura del Regno d'Italia]]
|gruppo_parlamentare =
|coalizione =
|circoscrizione =
|nomina_senatore_a_vita = Categoria 20 (Coloro che con servizi o meriti eminenti hanno illustrato la Patria)
|data_nomina_senatore_a_vita = 3 ottobre [[1920]]
|incarichi =
|sito = http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/8c58c55c1230e7f8c125703d002fe257/0bd4d422580b0e044125646f00616a3e?OpenDocument
}}
{{Citazione|La sua anima errava vagamente dietro i rumori della campagna, il pianto del chiù, l'uggiolare lontano, le forme confuse che viaggiavano nella notte, tutte quelle cose che le facevano una paura deliziosa.|Giovanni Verga, ''[[Mastro-don Gesualdo]]''}}
{{Bio
|Nome = Giovanni Carmelo
|Cognome = Verga di Fontanabianca
|Sesso = M
|LuogoNascita = Catania
|GiornoMeseNascita = 2 settembre
|AnnoNascita = 1840
|NoteNascita = <ref name=treccani.enciclopedia>{{treccani|giovanni-verga/|titolo=Vérga, Giovanni|accesso=11 luglio 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/ddee2edffd561928c1257114005998d3/0bd4d422580b0e044125646f00616a3e?OpenDocument|titolo=Senato della Repubblica|lingua=|data=|accesso=|urlmorto=sì}}</ref>
|LuogoMorte = Catania
|GiornoMeseMorte = 27 gennaio
|AnnoMorte = 1922
|NoteMorte =
|Attività = scrittore
|Attività2 = drammaturgo
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = scrittore
|Attività2 = drammaturgo
|Attività3 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , considerato il maggior esponente delladel [[letteratura|verismo]], corrente letteraria]] delche si ispira al [[verismoNaturalismo (letteratura)|naturalismo]] francese<ref name=treccani.enciclopedia/>
}}
 
Di famiglia borghese, con antiche origini nobili<ref name=treccani.enciclopedia/><ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Paternò|titolo=Giovanni Verga: scrittore, romanzier, novelliere|url=https://books.google.it/books?id=1p4yAQAAIAAJ&q=giovanni+verga+dei+baroni+di+fontanabianca&dq=giovanni+verga+dei+baroni+di+fontanabianca&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj6s7657dDwAhXKM-wKHZfTAw0Q6AEwAHoECAMQAw|accesso=17 maggio 2021|data=1964|editore=Etna}}</ref>, visse in un ambiente di tradizioni liberali. Si dedicò inizialmente alla scrittura di romanzi avventurosi su influsso delle opere di [[Alexandre Dumas (padre)|Dumas padre]]<ref name="Buti">Ettore Allodoli, Giovanni Buti, ''Storia della letteratura italiana'', Sandron, Firenze, 1963.</ref>; in seguito scrisse romanzi di argomento passionale, tra cui ''[[Storia di una capinera]]'', che riscosse un discreto successo. Si trasferì a [[Firenze]] nel 1869 e tre anni dopo a [[Milano]], dove frequentò circoli letterari, facendo la conoscenza di [[Arrigo Boito]] e [[Giuseppe Giacosa]]. Con la novella ''[[Rosso Malpelo]]''<ref>{{Cita web|url=https://www.tecnicadellascuola.it/maturita-2022-polemiche-per-la-traccia-su-verga-laccusa-nedda-non-e-verista-alunni-chiamati-a-dimostrare-lindimostrabile-e-ad-asserire-falsita-ma-e-davvero-cosi|titolo=Maturità 2022, polemiche per la traccia su Verga. L'accusa: 'Nedda' non è verista, alunni chiamati a dimostrare l'indimostrabile e ad asserire falsità. Ma è davvero così?|autore=Carla Virzì|sito=Tecnica della Scuola|data=2022-06-26|accesso=2023-01-26}}</ref> diede inizio alla maniera verista, già in parte anticipata dalla novella ''[[Nedda (novella)|Nedda]]''.<ref name=treccani.enciclopedia/> Di impronta più decisamente verista sono due fra i più notevoli romanzi della [[letteratura italiana]], ''[[I Malavoglia]]'' (1881) e ''[[Mastro-don Gesualdo]]'' (1889).<ref name="Buti" />
== Biografia ==
=== Il luogo e la data di nascita===
{{P|La voce sembra sposare la teoria della nascita a Vizzini, quando essa sembra supportata solo da un libro (Mazzone, 1971). Sembra che lo stesso Verga nella lettera a Croce parlasse di Catania (cfr. discussione voce)|letteratura|settembre 2016}}
[[File:Autografo Verga.jpg|thumb|left|upright=0.8|Autografo di G. Verga<ref>Autografo proveniente da lettera del [[1890]] a [[Francesco Paolo Frontini]]</ref>]]
 
La nuova concezione verista di Verga pose il cardine dell'opera letteraria sulla "sparizione" dell'autore, facendo in modo che nella narrazione i fatti si sviluppassero da soli, come per una necessità spontanea.<ref>La Nuova Enciclopedia della Letteratura, Garzanti Editore, Milano, 1985</ref> Il linguaggio di Verga è rude e spoglio come un riflesso del mondo che rappresenta, fatto sia di povera gente, come ne ''I Malavoglia'', sia di ricchi, come in ''Mastro-don Gesualdo''. Tutti, comunque, dei "vinti" nella lotta quotidiana della vita (e a costoro dedicò il cosiddetto [[Ciclo dei Vinti]], gruppo di cinque romanzi di cui solo i primi due vengono completati).
Giovanni Verga viene registrato all'anagrafe di Catania il 2 settembre 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri; vista la natura dell'atto di registrazione e diversi elementi, sia la data sia il luogo di nascita non sono universalmente accettati. Il padre, Giovanni Battista Catalano, era di [[Vizzini]], dove la famiglia Verga - di lontane ascendenze [[spagnole]], visto che erano giunti in [[Sicilia]] col nome di Vegas nel [[1282]] circa<ref name=Mostra>[http://www.comune.catania.it/informazioni/news/cultura/musei/archivio-storico/allegati/scheda_illustrativa_mostra__verga_dietro_le_quinte.pdf Scheda della Mostra "Verga dietro le quinte"]</ref> - aveva delle proprietà e discendeva dal ramo cadetto della famiglia alla quale appartenevano anche i baroni di Fontanabianca; la madre si chiamava Caterina Di Mauro e apparteneva ad una famiglia [[borghesia|borghese]] di Catania. Il nonno di Giovanni, come testimonia il [[Federico De Roberto|De Roberto]]<ref>Federico De Roberto, ''Casa Verga e altri saggi verghiani'', Firenze, Le Monnier, 1964</ref> in un articolo raccolto, insieme a molti altri, in un volume a cura di Carmelo Musumarra, era stato [[Carboneria|carbonaro]] e, nel [[1812]], eletto [[deputato]] per Vizzini al primo [[Assemblea regionale siciliana|Parlamento Siciliano]].<ref>Alfredo Mazzone, ''Polemiche verghiane'', Catania, Edigraf, 1971</ref> Verga aveva due fratelli, Mario e Pietro.<ref name=Mostra/>
 
Lo scrittore si occupò anche di teatro, sceneggiando alcune sue novelle; di queste, la più famosa è ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' (1880), da cui poi, dieci anni dopo, il compositore [[Pietro Mascagni]] trasse l'[[Cavalleria rusticana (opera)|opera omonima]].
[[File:Ritratto penna e acq. verga.jpg|thumb|Verga - ritratto penna acquarello di [[Antonino Gandolfo]], collezione [[Francesco Paolo Frontini]]]]
Rappresenta da sempre motivo di acceso dibattito la questione riguardante l'esatto luogo di nascita di Giovanni Verga, nonché la data dell'evento; benché gran parte dei testi lo collochino a Catania, basandosi sul contenuto dell'atto di nascita, esistono fondate argomentazioni sulla base delle quali è possibile ritenere che essa sia avvenuta nei pressi di [[Vizzini]].
 
Verga divenne senatore del [[Regno d'Italia]] nel 1920 su nomina del re [[Vittorio Emanuele III]].
La seconda tesi, secondo cui Verga sarebbe nato in un podere di campagna, di proprietà dello zio don Salvatore, in contrada Tièpidi (una zona di campagna a pochi chilometri dal centro abitato di Vizzini, citata dall'autore verista nei suoi scritti col nome di ''Tebidi'' o ''Tèpidi''), poggia su diverse constatazioni. La prima riguarda l'epidemia di [[colera]] che nell'estate del [[1840]] si era abbattuta su Catania, e che avrebbe spinto la famiglia Verga (già abituata ad abbandonare l'afosa [[Catania]] d'estate per la frescura collinare di [[Vizzini]]) a scegliere il piccolo centro del [[Calatino]] per proteggere sia la madre sia il nascituro da ogni potenziale rischio. Nato prematuro, di sette mesi, il piccolo sarebbe poi stato riportato nel capoluogo, dove il padre, Giovanni Battista Verga (originario di [[Vizzini]] ma residente nel capoluogo), registrò il figlio come nato a [[Catania]], nell'abitazione di via Sant'Anna. Il documento aveva riporta infatti il numero ''284 ter'', prova del fatto che si tratta di un atto famiglia. È probabile, inoltre, che Giovanni Battista Verga avrebbe scelto [[Catania]] anche per compiacere la moglie Caterina Di Mauro (o Mauro), catanese, ed anche per comodità, visto che la futura eventuale richiesta di certificazioni avrebbe necessitato un viaggio nella distante [[Vizzini]].
 
== Biografia ==
La terza constatazione è relativa a un'annotazione apposta sull'occhiello di una copia della prima edizione delle ''Novelle Rusticane'', che Verga regalò all'amico scrittore [[Luigi Capuana]]. Si legge:
=== Famiglia ===
La famiglia Verga, di lontane ascendenze [[Aragonesi (gruppo etnico)|aragonesi]], era giunta in [[Storia della Sicilia aragonese|Sicilia]] con il nome di ''Vergas'' o ''Vargas'', all’epoca dei [[Vespri siciliani|Vespri]]. Tradizionalmente il capostipite dei Verga di [[Vizzini]] è considerato Laian Gonzalo de Vergas<ref>Nell'articolo derobertiano "Il Maestro di Giovanni Verga" si fa cenno come fonte il volume seicentesco ''Raguagli historici del Vespro Siciliano'' (1645) scritto da [[Filadelfo Mugnos]]. Cfr. {{Cita|De Roberto|''Casa Verga ...'', p. 29, 30, 32.|"Casa_Verga"}}</ref> – rispetto a studi più recenti, dove emergono nuovi membri della famiglia<ref>Nei recenti studi si elencano i nuovi nomi del nobile ''milite'' « Pietro Ferrandi de Vergua », signore di Caltavuturo e di Mistretta al tempo di [[Federico III di Sicilia|Federico III]] nel 1309, di Pietro Enegius de Verga, di Cambarano (Corbuano) de Verga fratello di Pietro. Cfr. {{Cita pubblicazione|autore = Antonio Marrone|capitolo=Vergua o Verga|titolo=Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390)|città= Palermo |editore=Mediterranea |anno=2006 |ISBN=8890239301|url=http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/b350.pdf}}</ref> –, venuto in Sicilia dalla Spagna al seguito del re [[Pietro III d'Aragona]] nel 1282, il cui figlio Antonio nel 1318 sposò Margherita La Gurna, stabilendosi a Vizzini, borgo degli [[Iblei]].<ref name="Mostra">{{Cita web|curatore= Archivio Storico Comunale di Catania|url=http://www.comune.catania.it/informazioni/news/cultura/musei/archivio-storico/allegati/scheda_illustrativa_mostra__verga_dietro_le_quinte.pdf|titolo=Scheda della Mostra "Verga dietro le quinte"}}</ref>
 
Il padre dello scrittore, Giovanni Battista Verga Catalano<ref>{{Cita web|url=http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/ddee2edffd561928c1257114005998d3/0bd4d422580b0e044125646f00616a3e?OpenDocument|titolo=Scheda senatore VERGA Giovanni|sito=notes9.senato.it|accesso=17 maggio 2021|urlmorto=sì}}</ref>, era nativo di Vizzini, dove la famiglia Verga possedeva alcune proprietà; la madre si chiamava Caterina Di Mauro Barbagallo e apparteneva a una famiglia borghese di [[Belpasso]]. Giovanni era il maggiore di cinque fratelli: oltre a lui, Mario, Rosa, Pietro e Teresa.<ref name="Mostra" /><ref>{{Cita web|url=http://www.museumland.com/verga/work/baseMix.html|titolo=Giovanni Verga|accesso=9 giugno 2021}}</ref>
{{Citazione|A Luigi Capuana "villano" di Mineo - Giovanni Verga "villano" di Vizzini.}}
 
Il nonno di Giovanni, Giovanni Carmelo Verga [[Distefano]], era stato [[Carboneria|carbonaro]]<ref>Nell'articolo dal titolo "Il Maestro di Giovanni Verga" si dice che è «viva la memoria del nonno paterno». Cfr. {{Cita|De Roberto|''Casa Verga ...'', p. 43.|"Casa_Verga"}}</ref> e, nel 1812, eletto [[deputato]] per Vizzini al primo [[Parlamento siciliano]].<ref>Alfredo Mazzone, ''Polemiche verghiane'', Catania, [[Edigraf]], 1971</ref> Quest'ultimo aveva ereditato dalla famiglia della madre, nel 1771, il feudo di Fontanabianca, al quale perteneva il titolo di barone, riconfermato da [[Ferdinando III di Borbone|Ferdinando III]] nel 1781 a don Gaetano Verga, che dava quindi il diritto a Giovanni Verga di fregiarsi del predicato "di Fontanabianca", nonché del titolo di "nobile dei baroni di Fontanabianca", anche se non ne fece mai uso. La famiglia Verga era comunque già iscritta nella [[mastra nobile]] di Vizzini sino al 1813, quando in Sicilia furono aboliti il [[feudalesimo]] e le mastre nobili; sino al 1813, quindi, i Verga potevano qualificarsi "nobili di Vizzini". Poiché successivamente il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] non riconobbe Vizzini tra le città aventi patriziato o nobiltà civica, i Verga non poterono vedersi riconosciuto il titolo di "nobili di Vizzini" dalla [[Consulta Araldica del Regno d'Italia]].<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Marrone|titolo=Repertorio della feudalità siciliana}}</ref>
Sebbene secondo Corrado Di Blasi, curatore della biblioteca Capuana, la nota esatta sarebbe
 
=== Il luogo e la data di nascita ===
{{Citazione|A Luigi Capuana da Mineo Giovanni Verga da Vizzini o quasi "villani entrambi".}}
[[File:Autografo Verga.jpg|thumb|left|upright=0.8|Autografo di G. Verga<ref>Autografo proveniente da lettera del 1890 a [[Francesco Paolo Frontini]]</ref>]]
[[File:Atto di Battesimo di Giovanni Verga.jpg|miniatura|Atto di battesimo del Verga]]
Giovanni Carmelo Verga venne registrato presso l'ufficio nascite dello Stato Civile del comune di [[Catania]], all'atto numero 284 (l'anagrafe sarebbe stata creata solamente nel 1871 in occasione del censimento dello stesso anno), allora parte del [[Regno delle Due Sicilie]], il 2 settembre 1840; la data e il luogo di nascita non sono però universalmente accettati.
 
[[File:Ritratto penna e acq. verga.jpg|thumb|Verga - ritratto penna acquarello di [[Antonino Gandolfo]], collezione [[Francesco Paolo Frontini]]]]
l'uso del termine ''villani'' dimostrerebbe, comunque, come Verga fosse a conoscenza di essere nato in un piccolo paese di provincia (come Capuana), a Vizzini o quasi, appunto in una contrada di campagna, e pertanto ''villano''.<br />
Vi è, tuttavia, una seconda tesi secondo cui Verga sarebbe nato in un podere di campagna di proprietà dello zio don Salvatore in contrada Tiepidi (una zona di campagna a pochi chilometri dal centro abitato di [[Vizzini]]). Questa tesi sarebbe supportata da diverse ipotesi: la prima riguarda l'epidemia di [[colera]] che nell'estate del 1840 si era abbattuta su Catania e che avrebbe potuto spingere la famiglia Verga ad abbandonare l'afosa Catania d'estate, per la frescura collinare di Vizzini e a scegliere il piccolo centro del [[Calatino]] per proteggere sia la madre sia il nascituro da ogni potenziale rischio. Di fatto, però, l'ondata di colera si era esaurita già nel 1837.
Infine lo stesso Verga, in molte delle sue missive a diversi interlocutori, si dimostra schivo nell'affrontare l'argomento, segno che, effettivamente, anche in lui esiste la consapevolezza che [[Catania]] come luogo di nascita è una dichiarazione più che dubbia. Non è da trascurare, inoltre, che molti amici personali dell'epoca, come lo scienziato geologo Ippolito Cafici, il chirurgo don. Gesualdo Costa, il prof. comm. Luigi La Rocca e l'avv. Giovanni Selvaggi, sostenevano, per conoscenza diretta, che Verga fosse nato nelle campagne di Vizzini.
 
La seconda ipotesi è che, nato prematuro, a sette mesi, il piccolo sarebbe poi stato riportato nel capoluogo, dove il padre, Giovanni Battista Catalano Verga (originario di Vizzini, ma residente nel capoluogo), registrò il figlio come nato a Catania, nell'abitazione di via Sant'Anna; inoltre, è probabile che Giovanni Battista Verga avesse scelto Catania come città ufficiale di appartenenza anche per compiacere la moglie Caterina Di Mauro (o Mauro), catanese, e anche per comodità, visto che la futura eventuale richiesta di certificazioni non avrebbe così necessitato un viaggio nella distante Vizzini. Anche questa teoria è priva di prove scritte, senza contare che la madre e il bimbo, forse prematuro, sarebbero stati portati d'urgenza nel capoluogo, dove il Verga padre avrebbe commesso un reato, con la complicità dell'ufficiale di Stato Civile e due testimoni, quando, per avere un certificato dal comune di Catania, sarebbe stata sufficiente una legalissima e semplice trascrizione. La terza ipotesi emerge da un'annotazione apposta sull'occhiello di una copia della prima edizione delle ''[[Novelle rusticane]]'', che Verga regalò all'amico scrittore [[Luigi Capuana]], dove si legge: «A Luigi Capuana "villano" di [[Mineo (Italia)|Mineo]] - Giovanni Verga "villano" di Vizzini» (l'uso del termine ''villano'' dimostrerebbe, quindi, come Verga fosse a conoscenza di essere nato in un piccolo paese di provincia come Capuana, a Vizzini o comunque in una contrada di campagna). O potrebbe solo essere stata, nell'ambito dell'amicizia verso l'amico Capuana, una testimonianza di affetto verso un paese dove l'autore catanese aveva trascorso lunghi periodi della propria infanzia e fanciullezza.
Sull'esatta data di nascita l'incertezza è altrettanto ampia, ma si pensa che sia il 2 settembre del 1840. L'atto di nascita<ref>Archivio generale del Municipio di Catania, volume anno 1840, sezione II, pagina 284 ter</ref> riporta la data del 2 settembre 1840. Il 1º marzo 1915, Verga scrive tuttavia in una sua missiva a [[Benedetto Croce]] quanto segue<ref>[http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/viewFile/7366/7348 Citata] nella rivista da Croce stesso diretta, "[[La Critica]]", nel [[1916]].</ref>:
 
Negli archivi del Senato della [[Repubblica italiana]], nel fascicolo personale del Senatore del Regno Giovanni Verga, si trova l'estratto dell'atto di nascita, che riporta Catania come luogo di nascita.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/repertorio-senatori-regno/attach//senregno/0BD4D422580B0E044125646F00616A3E/2306%20Verga%20Giovanni%20fascicolo.pdf|titolo=Fascicolo Giovanni Verga del Senato}}</ref>
{{Citazione|Illustre amico, sono stato al Municipio per avere la data precisa che desidera conoscere: 31 agosto 1840, Catania. Io invece credevo fosse il 2, oppure l'8 settembre dello stesso anno. Eccomi dunque più vecchio di una settimana, ma sempre con grande stima ed affetto per Lei.}}
 
Sull'esatta data di nascita l'incertezza è altrettanto ampia, ma si pensa che sia il 2 settembre 1840. L'atto di nascita<ref>Archivio generale del Municipio di Catania, volume anno 1840, sezione II, p. 284 ter.</ref> riporta la data del 2 settembre 1840. Il 1º marzo 1915 Verga scrive tuttavia in una sua missiva a [[Benedetto Croce]] quanto segue<ref>[http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/viewFile/7366/7348 Citata] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120210151500/http://ojs.uniroma1.it/index.php/lacritica/article/viewFile/7366/7348 |date=10 febbraio 2012 }} nella rivista da Croce stesso diretta, "[[La Critica]]", nel 1916.</ref>:
L'8 settembre è in realtà la data di battesimo, mentre quella di nascita è probabilmente antecedente e potrebbe risalire alla fine di agosto, se non addirittura il 29, giorno in cui a [[Vizzini]] si festeggia San Giovanni. Il trasferimento da Vizzini a Catania giustificherebbe, dunque, il ritardo nella registrazione e la posticipazione della data.
{{Citazione|Illustre amico, sono stato al Municipio per avere la data precisa che desidera conoscere: 31 agosto 1840, Catania. Io invece credevo fosse il 2, oppure l'8 settembre dello stesso anno. Eccomi dunque più vecchio di una settimana, ma sempre con grande stima e affetto per Lei.}}
 
L'8 settembre è in realtà la data di battesimo, celebrato a Catania, presso la Chiesa dedicata a San Filippo, come risulta dall'allegato "ter", notamento restituito dal Parroco della stessa Chiesa a pochi passi dalla casa natale di via San'Anna, mentre quella di nascita è secondo alcuni antecedente e potrebbe risalire alla fine di agosto, se non addirittura al 29, giorno in cui a [[Vizzini]] si festeggia San Giovanni. Il trasferimento da Vizzini a Catania potrebbe spiegare, dunque, il ritardo nella registrazione e la posticipazione della data. Queste sono, comunque, solo delle ipotesi, non supportate da alcuna prova. L'unico dato certo è che la nascita fu registrata a Catania da Giovanbattista Verga, il quale dichiarò che Giovanni Carmelo era nato alle ore 5 dello stesso giorno, nella casa posta in Catania, via Sant'Anna numero 8, presentando il bambino, alla presenza di due testimoni, al senatore del Regno e ufficiale di Stato Civile, don Francesco Bicocca. Il nome Giovanni Carmelo gli sarebbe stato dato in memoria del nonno paterno Giovanni Carmelo e non per una supposta nascita il 29 agosto, festa di San Giovanni a Vizzini.
 
=== Gli studi e la prima formazione ===
[[File:Casa di Verga.JPG|thumb|upright=1.2|La [[Casa Museo Giovanni Verga|Casa-Museo di Verga]] a [[Catania]].]]
Verga, compiuti gli studi primari presso la scuola di [[Francesco Carrara (giurista)|Francesco Carrara]], venne inviato, per gli studi secondari, alla scuola di don [[Antonino Abate]], scrittore, fervente [[Patriottismo|patriota]] e [[repubblicano]], dal quale assorbì il gusto letterario [[Romanticismo|romantico]] ede il [[patriottismo]]. Abate faceva leggere ai suoi allievi le opere di [[Dante Alighieri|Dante]], [[Francesco Petrarca|Petrarca]], [[Ludovico Ariosto]], [[Torquato Tasso]], [[Vincenzo Monti]], [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] e pagine dell{{'}}''Estetica'' di [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]]; inoltre proponeva anche il [[romanzo storico]]-[[Patriottismo|patriottico]] ''[[I tre dell'assedio di Torino]]'' (scritto nel 1847) del poeta catanese [[Domenico Castorina]], che era lontano parente di Verga e che a quei tempi era considerato dai contemporanei "il miglior poeta e scrittore catanese della prima metà dell'Ottocento".<ref>Sarah Zappulla Muscarà, ''Invito alla lettura di Verga'', Milano, Mursia, 1984, pag. 37</ref>
Abate faceva leggere ai suoi allievi le opere di [[Dante Alighieri|Dante]], [[Francesco Petrarca|Petrarca]], [[Ludovico Ariosto]], [[Torquato Tasso]], [[Vincenzo Monti]], [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] e pagine dell<nowiki>'</nowiki>''Estetica'' di [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]]; inoltre proponeva anche il [[romanzo storico]]-[[Patriottismo|patriottico]] ''[[I tre dell'assedio di Torino]]'' (scritto nel [[1847]]) del poeta catanese [[Domenico Castorina]], che era lontano parente di Verga e che a quei tempi era considerato dai contemporanei "il miglior poeta e scrittore catanese della prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]".<ref>Sarah Zappulla Muscarà, ''Invito alla lettura di Verga'', Milano, Mursia, 1984, pag. 37</ref>
 
Nel 1854, a causa di un'epidemia di [[colera]], la famiglia si rifugiò nella campagna di Tèbidi e vi ritornò nel 1855 per lo stesso motivo. I ricordi di questo periodo, legati alle sue prime esperienze adolescenziali e alla campagna, ispirarono molte delle sue [[novella|novelle]], come ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' e ''[[Jeli il pastore]]'', oltre al romanzo ''[[Mastro-don Gesualdo]]''. A soli sedici anni, tra il 1856 e il 1857, Verga scrisse il suo primo romanzo di ispirazione risorgimentale ''Amore e patria'' rimasto inedito. Il romanzo ottenne giudizio positivo da parte di Abate, ma venne considerato immaturo dall'insegnante di [[Lingua latina|latino]], don Mario Torrisi, che lo convinse a non pubblicarlo. Iscrittosi nel 1858 alla facoltà di legge all'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]], non dimostrò però grande interesse per le materie giuridiche e nel 1861 abbandonò i corsi, preferendo dedicarsi all'attività letteraria e al giornalismo politico. Con il denaro datogli dal padre per concludere gli studi, il giovane pubblicò a sue spese il romanzo ''I carbonari della montagna'' (1861- 1862), un [[romanzo storico]] che si ispira alle imprese della [[Carboneria]] [[Calabria|calabrese]] contro il dispotismo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] di [[Gioacchino Murat|Murat]]. La sua formazione fu dunque irregolare e, come scrive [[Guido Baldi]],<ref>{{Cita|Baldi|p. 13}}.</ref> «[…] segna inconfondibilmente la sua fisionomia di scrittore, che si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica che caratterizza la nostra letteratura, anche quella moderna: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni, più che i classici italiani e latini sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità, ai limiti con la [[letteratura di consumo]], come [[Alexandre Dumas padre|Dumas padre]] (''[[I tre moschettieri]]'') e [[Alexandre Dumas figlio|Dumas figlio]] (''[[La signora delle camelie]]''), [[Eugène Sue|Sue]] (''[[I misteri di Parigi (romanzo)|I misteri di Parigi]]''), [[Octave Feuillet|Feuillet]] (''[[Il romanzo di un giovane povero (romanzo)|Il romanzo di un giovane povero]]'')». Oltre a questo genere di romanzi egli prediligeva i [[romanzo storico|romanzi storici]] italiani, soprattutto quelli a carattere fortemente romantico, come quelli di [[Francesco Domenico Guerrazzi|Guerrazzi]] la cui influenza si coglie anche nel suo terzo romanzo intitolato ''Sulle lagune'', pubblicato tra il 1862 e il 1863, dapprima a puntate in appendice della rivista fiorentina "La nuova Europa", nel periodo in cui [[Venezia]] è ancora sotto la malvista potenza austriaca. Il romanzo narra la vicenda sentimentale di un ufficiale ungherese e di una giovane veneta di [[Oderzo]], in uno stile severo e privo di retorica. Entrambi innamorati della vita finiranno per morire insieme. Verga lavorò in questo periodo frequentemente anche ad [[Aci Trezza|Acitrezza]] ed [[Aci Castello|Acicastello]].
Nel [[1854]], a causa di un'epidemia di [[colera]], la famiglia si rifugiò nella campagna di Tèbidi e vi ritornerà nel [[1855]] per lo stesso motivo. I ricordi di questo periodo, legati alle sue prime esperienze [[adolescenza|adolescenziali]] e alla [[campagna]], ispireranno molte delle sue [[novella|novelle]], come ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' e ''[[Jeli il pastore]]'', oltre al romanzo ''[[Mastro-don Gesualdo]]''.
A soli 18 anni, tra il [[1856]] ed il [[1857]], Verga scrisse il suo primo romanzo d'ispirazione risorgimentale ''Amore e patria'' rimasto inedito. Il romanzo infatti ottenne giudizio positivo da parte di Abate, ma venne considerato immaturo dall'insegnante di [[Lingua latina|latino]], don Mario Torrisi, che lo convinse a non pubblicarlo.
Iscrittosi nel [[1858]] alla [[Facoltà universitaria|facoltà]] di [[legge]] all'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]], non dimostrò però grande interesse per le materie giuridiche e nel [[1861]] abbandonò i corsi, preferendo dedicarsi all'attività letteraria e al [[giornalismo]] politico.
Con il denaro datogli dal padre per concludere gli studi, il giovane pubblicò a sue spese il romanzo ''I carbonari della montagna'' ([[1861]]- [[1862]]), un [[romanzo storico]] che si ispira alle imprese della [[Carboneria]] [[Calabria|calabrese]] contro il dispotismo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] di [[Gioacchino Murat|Murat]].
La sua fu dunque una formazione irregolare che, come scrive [[Guido Baldi]],<ref>Guido Baldi, ''Verga e il verismo. Sperimentazione formale e critica del progresso'', Torino, Paravia, 1980, pag. 13</ref> "... segna inconfondibilmente la sua fisionomia di scrittore, che si discosta dalla tradizione di scrittori letteratissimi e di profonda cultura umanistica che caratterizza la nostra letteratura, anche quella moderna: i testi su cui si forma il suo gusto in questi anni, più che i classici italiani e latini sono gli scrittori francesi moderni di vasta popolarità, ai limiti con la [[letteratura di consumo]], come [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas padre]] (''[[I tre moschettieri]]'') e [[Alexandre Dumas (figlio)|figlio]] (''[[La signora delle camelie (romanzo)|La signora delle camelie]]''), [[Eugène Sue|Sue]] (''[[I misteri di Parigi (romanzo)|I misteri di Parigi]]''), [[Octave Feuillet|Feuillet]] (''[[Il romanzo di un giovane povero (romanzo)|Il romanzo di un giovane povero]]'')".
Oltre a questo genere di romanzi egli prediligeva i [[romanzo storico|romanzi storici]] italiani, soprattutto quelli a carattere fortemente romantico, come quelli di [[Francesco Domenico Guerrazzi|Guerrazzi]] la cui influenza si coglie anche nel suo terzo romanzo, pubblicato nel [[1863]], dapprima a puntate sulle appendici della [[rivista]] fiorentina ''La nuova Europa'', intitolato ''Sulle lagune'', nel periodo in cui, ottenuta ormai l'[[Italia]] l'[[Risorgimento#La Spedizione dei Mille e la proclamazione del Regno d'Italia|indipendenza]], [[Venezia]] è ancora sotto la potenza austriaca. Il romanzo narra la vicenda sentimentale di un ufficiale [[austria]]co con una giovane veneziana in uno stile severo e privo di [[retorica]]. Entrambi innamorati della vita finiranno per morire insieme. Verga lavorò in questo periodo frequentemente anche ad [[Aci Trezza|Acitrezza]] ed [[Aci Castello|Acicastello]].
 
===Le prime esperienze a Catania===
In [[Sicilia]] si verificò un periodo di violente [[sommossa|sommosse]] popolari per l'abolizione del [[dazioTassa (economia)sul macinato|dazio]] sul [[Tassa sul macinato|macinato]] e, soprattutto nella provincia catanese, si assistette alla reazione dei contadini che, esasperati, arrivarono ada uccidere e a saccheggiare le terre. Sarà [[Nino Bixio]] che, con la forza, riuscirà a riportare l'ordine. Nella novella ''[[Libertà (novella)|Libertà]]'', il Verga rivive con forza drammatica una di queste rivolte, quellaossia dii [[Fattifatti di Bronte|Bronte]].
 
{{Citazione|Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: "Viva la libertà!". Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei ''galantuomini'', davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche, le scuri e le falci che luccicavano<ref>Giovanni Verga, Tutte le novelle, Milano, Arnoldo Mondadori, 1979, pag. 338</ref>.}}
 
Con l'arrivo di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a [[Catania]] venne istituita la [[Guardia Nazionale Italiana|Guardia Nazionale]] e Verga, nel [[1860]], si arruolò in essa prestando servizio per circa quattro anni ma, non avendo inclinazioni per la disciplina militare, se ne liberò con un versamento di 3.100 [[Lira italiana|lire]]<ref>Prendendo i dati della tabella Istat (che purtroppo sono disponibili solo dal 1861 e non dal 1860 come la voce richiederebbe) che prendono come riferimento il 2008 si ottiene che 3.100 lire del 1861 corrispondono a 13.631 euro del 2008. Se il calcolo è stato fatto nel 2004 risultano invece 12.514 euro. Per chiarimenti sul valore della lira negli anni e sulla conversione da lire in euro vedi tabella Istat per il 2004: {{cita web |url= http://www.istat.it/dati/catalogo/20090303_00/inf_08_08_valore_moneta_in_italia_1861_2007.pdf |titolo= Il valore della moneta in Italia dal 1861 al 2007 n. 8 – 2008 |editore= Istat |data= 2008 |paginep= 158 |formato= PDF |accesso= 20 dicembre 2009 |dataarchivio= 28 dicembre 2009 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20091228203527/http://www.istat.it/dati/catalogo/20090303_00/inf_08_08_valore_moneta_in_italia_1861_2007.pdf |urlmorto= sì }} e tabella Istat aggiornata al 2008: {{cita web |url= http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/val_moneta_2008.html |titolo= Coefficienti per tradurre valori monetari dei periodi sotto indicati in valori del 2008 |editore= Istat |accesso= 20 dicembre 2009 |dataarchivio= 17 dicembre 2009 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20091217105249/http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/val_moneta_2008.html |urlmorto= sì }}</ref> alla Tesoreria Provinciale. Nel frattempo, insieme a Nicolò Niceforo, conosciuto con lo [[pseudonimo]] di Emilio Del Cerro, fondò il [[Periodico (stampa)|settimanale]] ''Roma degli Italiani'', che si basava su un programma anti-regionale, e lo diresse per tre mesi oltre a collaborare alla [[rivista]] ''L'Italia contemporanea''. Il settimanale passeràpassò in seguito sotto la direzione di Antonino Abate.
 
Nel [[1862]], Verga e Niceforo ritentanoritentarono l'esperienza con la [[rivista]] letteraria ''L'Italia contemporanea'' sulla quale il Verga pubblicapubblicò la sua prima novella [[verismo|verista]], ''Casa da thè''. La rivista però haebbe breve durata e, dopo il primo numero, vienevenne assimilata da [[Enrico Montazio]] alla rivista fiorentina ''Italia, veglie letterarie''.
 
Anche il giornale l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Indipendente'', fondato e diretto da Verga sempre nel '621864<ref>{{Cita pubblicazione|autore=M. Bonura|coautori=Prefazione di L. A. Callari, vennescritto introduttivo di G. C. Marino, dopopostfazione diecidi numeriA. Arena|anno=2021|titolo=Verga e i mass media. Il giornalismo politico-teatrale e il cinema|editore=Palermo University Press|città=Palermo}}</ref>, fu lasciato alla direzione dell'di Abate dopo dieci numeri. In quello stesso anno Verga pubblicò sulla ''Nuova Europa'' le prime due puntate del romanzo ''Sulle lagune'', che verrannopoi sospese per un anno e infine riprese dall'inizio e terminate il 15 marzo [[1863]] dopo 22 puntate.
 
Verso la fine di aprile o agli inizi di maggio 1865 si recò per la prima volta a [[Firenze]] dopo aver abbandonato gli studi di legge presso l'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Carmelo Musumarra|titolo=Giovanni Verga "I nuovi tartufi" in Firenze capitale|rivista=Nuova Antologia|editore=Felice Le Monnier - Firenze|numero=Luglio - Settembre 1980|p=4}}</ref> In questo periodo scrisse una [[commedia]], pubblicata solo nel 1980, dal titolo ''[[I nuovi tartufi]]'', che venne inviata, sotto forma [[anonimo|anonima]], al Concorso Drammatico bandito dalla Società di incoraggiamento all'arte teatrale ma senza successo. Nello stesso periodo scrisse il romanzo ''[[Una peccatrice]]''.
===Gli anni fiorentini===
Verso la fine di aprile o agli inizi di maggio [[1865]] si recò per la prima volta a [[Firenze]], dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza presso l'[[Università degli Studi di Catania|Università di Catania]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Carmelo Musumarra|titolo=Giovanni Verga "I nuovi tartufi" in Firenze capitale|rivista=Nuova Antologia|editore=Felice Le Monnier - Firenze|volume=|numero=Luglio - Settembre 1980|p=4}}</ref> In questo periodo scrisse una [[commedia]], che è stata pubblicata solo nel [[1982]], dal titolo ''[[I nuovi tartufi]]'', che venne inviata, sotto forma [[anonimo|anonima]], al Concorso Drammatico bandito dalla Società d'incoraggiamento all'arte teatrale ma senza successo e il romanzo ''[[Una peccatrice]]''.
 
Firenze era a quei tempi la [[capitale (città)|capitale]] del Regno e rappresentava il punto d'di incontro degli [[intellettuale|intellettuali]] italiani. e ilIl giovane Verga avràebbe modo di conoscere, in questo primo breve periodo, [[Luigi Capuana]], allora [[critica letteraria|critico]] della ''Nazione'', i pittori [[Michele Rapisardi]] e [[Antonino Gandolfo]], il maestro [[Giuseppe Perrotta]] e il [[poeta]] [[Mario Rapisardi]].
 
A Firenze ritorneràritornò nell'aprile [[1869]] dopo che la nuova [[epidemia]] di [[colera]] diffusasi nel [[1867]] l'aveva costretto, insieme alla famiglia, a trovare rifugio dapprima nelle proprietà di [[Sant'Agata li Battiati]] e poi a [[Trecastagni]].
 
A Firenze decise quindi di stabilirsi, dove rimarràrimanendovi fino al [[1871]], decise quindi di stabilirsi avendo compreso che la sua cultura provincialedella provincia era troppo restrittiva e che gli impediva di realizzarsi come scrittore.
 
Nel [[1866]] l'[[editore]] [[Torino|torinese]] Negro gli aveva intanto pubblicato ''Una peccatrice'', un romanzo di carattere [[autobiografia|autobiografico]] e fortemente [[melodramma]]tico, che narra la vicenda di un piccolo borghese catanese, Pietro Brosio, che, pur avendo ottenuto la ricchezza e il successo, ed essere riuscito a conquistare la donna dei suoi sogni, Narcisa, ritornerà alla sua mediocrità dopo che Narcisa, impazzita per amore, si toglieràtoglie la vita.
 
Gli anni fiorentini sarannofurono fondamentali per la formazione del giovane scrittore che avràebbe modo di conoscere [[artista|artisti]], [[musicista|musicisti]], letterati e uomini [[politico|politici]] oltre che di frequentare i salotti più conosciuti del momento.
 
Con una lettera di presentazione di Mario Rapisardi si introdusse facilmente nei ricevimenti in casa dello scrittore e patriota [[Francesco Dall'Ongaro]] dove incontraincontrò [[Giovanni Prati]], [[Aleardo Aleardi]], [[Andrea Maffei (poeta)|Andrea Maffei]] e [[Arnaldo Fusinato]].
 
Introdotto dalda Dall'Ongaro presso i salotti culturali di [[Ludmilla Assing]] e delle signore [[Swanzberg]], madre e figlia entrambe pittrici, conobbe [[Vittorio Imbriani]] e altri letterati. Iniziò quindi a condurre una vita mondana frequentando il [[Gran Caffè Doney|Caffè Doney]], dove conosceconobbe letterati e attori, il [[Caffè Michelangiolo|Caffè Michelangelo]], luogo d'di incontro dei pittori [[macchiaioli]] più noti dell'epoca e recandosi spesso alla sera a [[teatro]].
 
Risale a questo periodo la stesura del [[romanzo epistolare]] ''[[Storia di una capinera]]'' che apparve nel [[1870]] sul giornale di [[moda]] ''Il Corriere delle Dame'' e che l'anno seguente verràfu pubblicato, per interessamento del Dall'Ongaro, dalla [[tipografia]] Lampugnani di [[Milano]]. La [[prefazione]] al romanzo venne scritta dal Dall'Ongaro che riportava la lettera da lui scritta a [[Caterina Percoto]] per presentarle il libro. Il romanzo ebbe un gran successo e Verga incominciò ada ottenere i suoi primi guadagni.
 
===Il ventennio a Milano. ''I Malavoglia''===
[[File:Sebastianutti, Guglielmo (1825-1881) & Benque, Franz (1841-1921) - Giovanni Verga.jpg|thumb|Ritratto di Verga]]
Il 20 novembre [[1872]] Verga si trasferì a Milano dove si fermeràfermò, pur con diversi e lunghi ritorni a Catania, fino al [[1893]]. Lo presenteranno lL'amico Capuana lo presentò con una lettera per ilal romanziere [[Salvatore Farina]], direttore della ''[[Rivista minima]]'', e il Dall'Ongaro fece lo stesso con una al pittore e scrittore [[Tullo Massarani]].
 
A Milano frequenteràfrequentò in modo assiduo il [[salotto Maffei]] dove conosceconobbe i maggiori rappresentanti del secondo romanticismo lombardo e si incontraincontrò con l'ambiente degli [[scapigliatura|scapigliati]], legando soprattutto con [[Arrigo Boito]], [[Emilio Praga]] e [[Luigi Gualdo]].
 
Frequentando i ristoranti, come il Cova e il Savini, ritrovo di scrittori e artisti, conosceconobbe [[Gerolamo Rovetta]], [[Giuseppe Giacosa]], [[Emilio Treves]] e il [[Felice Cameroni]] con il quale intrecceràintrecciò una fitta corrispondenza epistolare, molto interessante sia per le opinioni espresse sul [[verismo]] e sul [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] espresse, sia per i giudizi dati sulla narrativa contemporanea, da [[Émile Zola|Zola]] a [[Gustave Flaubert|Flaubert]], a [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]]. ConosceràConobbe inoltre il De Roberto con il quale saràrimase amico per tutta la vita.
 
Gli anni milanesi sarannofurono ricchi di esperienze e favorirannofavorirono la nuova poetica dello scrittore. Risalgono a questi anni ''[[Eva (romanzo)|Eva]]'' ([[1873]]), ''[[Nedda (novella)|Nedda]]'' ([[1874]]), ''[[Eros (romanzo)|Eros]]'' e ''[[Tigre reale (romanzo)|Tigre reale]]'' ([[1875]]). Sono opere che si iscrivono nella poetica tardoromantica del primo Verga, ada eccezione di ''Nedda'', anticipo verista, corrente di cui lo scrittore catanese saràsarebbe stato il massimo esponente dalle novelle di ''[[Vita dei campi]]'' in poi.
 
Lo scrittore intanto si era avvicinato ad autori nuovi per tematiche e forme, come [[Émile Zola|Zola]], [[Gustave Flaubert|Flaubert]], [[Honoré de Balzac|Balzac]], [[Guy de Maupassant|Maupassant]], [[Alphonse Daudet|Daudet]], [[Paul Bourget|Bourget]], e aveva iniziato un abbozzo del romanzo ''[[I Malavoglia]]''.
 
Nel [[1877]] verràfu pubblicata dall'editore [[Brigola]] una raccolta di novelle, ''Primavera e altri racconti'', che erano precedentemente apparsi sulle riviste ''Illustrazione italiana'' e ''Strenna italiana'', che presentano stile e soggetto diversi dai precedenti scritti.
 
Nel [[1878]] apparve sulla rivista ''[[Il Fanfulla]]'' la novella ''[[Rosso Malpelo]]'' e nel frattempo egli iniziò a scrivere ''[[Fantasticheria]]''. Lo stesso anno morì sua madre.<ref name=Mostra/>
 
Risale a questi anni il progetto, annunciato in una lettera del 21 aprile all'amico [[Salvatore PaoloPaola Verdura]],<ref>{{cita web | url= http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/scienzaeletteratura/t_verga_1.htm | titolo= Giovanni Verga - Lettera a Salvatore Paolo Verdura (1878) | editore= IRRE-Piemonte | accesso= 19 settembre 2009 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120212030723/http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/scienzaeletteratura/t_verga_1.htm | dataarchivio= 12 febbraio 2012 | urlmorto= sì }}</ref> di scrivere un ciclo di cinque romanzi, ''Padron 'Ntoni'', ''Mastro-don Gesualdo'', ''La Duchessa delle Gargantas'', ''L'onorevole Scipioni'', ''L'uomo di lusso'', che in origine avrebbero dovuto essere titolati la ''Marea'' per poi essere cambiati in ''I vinti'', che, nell'intenzione deldi Verga, dovevano rappresentare ogni strato sociale, da quello più umile a quello più aristocratico. e saràFu questo "l'inizio della più felice e fervida stagione narrativa dello scrittore catanese".<ref>Sarah Zappulla Muscarà, ''Invito alla lettura di Verga'', Mursia, Milano, 1984, pag. 50</ref>
 
Il 5 dicembre [[1878]] Verga ritornò a Catania in seguito alla morte della madre e farà seguitotrascorse un lungo periodo di [[disturbo depressivo|depressione]]. In luglio lasciò Catania e, dopo essere stato a Firenze, ritornò a Milano dove ricominceràricominciò, con maggior fervore, a scrivere. Nell'agosto [[1879]] usciràuscì ''FantasticherieFantasticheria'' sul ''Fanfulla della domenica'' e, nello stesso anno, scriveràscrisse ''Jeli il pastore'' oltre a pubblicare, su diverse riviste, alcune novelle di ''Vita dei campi'' chepoi vedrà la luceraccolte presso l'editore [[Fratelli Treves|Treves]] nel [[1880]].
 
Nel [[1881]] apparve sul numero di gennaio della ''[[Nuova Antologia]]'' l'episodio tratto da ''[[I Malavoglia]]'' che narra della [[tempesta]] con il titolo ''Poveri pescatori'' e, nello stesso anno, verràfu pubblicato da Treves ill'intero romanzo, che saràfu però accolto molto freddamente dalla [[critica]] come confesserà ilconfessò Verga stesso all'amico Capuana in una lettera dell'11 aprile da Milano: "''I Malavoglia'' hanno fatto fiasco, fiasco pieno e completo. Tranne Boito e Gualdo, che ne hanno detto bene, molti, Treves il primo, me ne hanno detto male".<ref>''Carteggio Verga-Capuana'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1984</ref>
 
Nel [[1882]], oppresso da bisogni economici, pubblicò presso l'editore Treves il romanzo "''[[Il marito di Elena]]''" dove verrannofurono ripresi i temi erotico-mondani della prima maniera anche se con una più accurata indagine psicologica.
 
Risale a questo periodo la stesura delle future "''Novelle rusticane''" che verrannofurono pubblicate man mano su alcune riviste.
 
Durante la primavera lo scrittore si recò a [[Parigi]] dove incontreràincontrò lo scrittore [[Svizzera|svizzero]] di [[lingua francese]] [[Louis EdouardÉdouard Rod]], conosciuto l'anno precedente, che nel [[1887]] pubblicheràpubblicò ''I Malavoglia'' nella [[traduzione]] francese. Dopo Parigi compì un altro viaggio a [[Médan]] per vedere Zola e a giugno si recò a [[Londra]]. Alla fine dell'anno, ma con data [[1883]], pubblicò la raccolta di dodici novelle con il titolo ''Novelle rusticane'' dove si fa predominante il tema della "roba". Lavorava intanto intensamente ai racconti ''Per le vie'', iniziati l'anno precedente, che sarannofurono pubblicati sul ''Fanfulla della domenica'', nella ''[[Domenica letteraria]]'' e sulla ''[[Cronaca bizantina]]'' e da Treves nello stesso anno.
 
Il [[1884]] saràfu caratterizzato dall'esordio [[teatro|teatrale]] dello scrittore che, adattando la novella omonima apparsa in ''Vita dei campi'', mise in scena ''[[Cavalleria rusticana (novella)|Cavalleria rusticana]]'' che verrà, rappresentata il 14 gennaio 1884 dalla [[compagnia teatrale|compagnia]] di [[Cesare Rossi (attore)|Cesare Rossi]] al [[Teatro Carignano]] di [[Torino]], e avrà come attoricon [[Eleonora Duse]] nella parte di Santuzza e [[Flavio Andò]] nella parte di Turiddu. Il dramma, come già aveva intuito il [[Giuseppe Giacosa|Giacosa]] che aveva seguito il lavoro deldi Verga, ottenne un grande successo.
 
Confortato da ciò, Verga preparò un'altra commedia adattando una novella di ''Per le vie'', ''Il canarino del n. 15'', e il 16 maggio [[1885]], con il titolo ''In portineria'', essa venne rappresentata a Milano al [[Teatro Manzoni (Milano)|Teatro Manzoni]], senza però ottenere il successo di quella precedente.
 
===Il ritorno a Catania. ''Mastro-don Gesualdo''===
AfflittoAffetto da una grave crisi psicologica dovuta alle preoccupazioni di carattere finanziario e dal fatto che non riusciva a portare avanti come voleva il ''[[Ciclo dei Vinti]]'', decise di ritornare in Sicilia. Nel [[1887]] uscì, presso l'[[Casa Editrice Barbèra|editore Barbèra]] di Firenze, la raccolta ''Vagabondaggio''.
 
Gli anni tra l'[[il 1886|86]] e l'87il 1887 li trascorse lavorando, ampliandole,ampliando allele novelle pubblicate dal 1884 in poi per la raccolta ''Vagabondaggio'' che usciràuscì nel 1887 presso l'editore Barbèra.
 
Durante il 1889 si dedicò completamente alla revisione del ''Mastro-don Gesualdo'' che uscì a puntate sulla ''[[Nuova Antologia]]'' dal 1º luglio al 16 dicembre 1888 e poi in volume presso l'editore [[Fratelli Treves|Treves]], nel 1889, a fine anno, ottenendo una buona accoglienza sia dal pubblico sia dalla critica.
Nel [[1890]] soggiornò per un periodo di alcuni mesi a Roma e all'inizio dell'estate ritornò in Sicilia e, tranne alcuni soggiorni a Roma, vi rimase fino al novembre del 1890. Terminata nel frattempo la prima stesura del romanzo ''[[Mastro-don Gesualdo]]'', esso venne pubblicato a puntate sulla rivista ''La Nuova Antologia''.
 
Lo scrittore, rincuorato dal buon successo del romanzo, progettò di continuare il ''Ciclo dei Vinti'' con ''[[La duchessa di Leyra]]'' e ''L'Onorevole Scipioni'' mentre continuò la pubblicazione delle novelle che fecero poi parte delle due ultime raccolte.
Durante il [[1889]] si dedicò completamente alla revisione del ''Mastro-don Gesualdo'' che venne dato alle stampe, da Treves, a fine anno ottenendo una buona accoglienza sia dal pubblico sia dalla critica.
 
Nel 1890 all'inizio dell'estate ritornò in Sicilia e, tranne alcuni soggiorni a Roma per progetti teatrali, vi rimase fino a novembre: l'8 aprile, al [[Teatro dell'Opera di Roma|Teatro Costanzi di Roma]], venne messa in scena ''Mala Pasqua'', tratta dalla novella dello scrittore, che però non ottenne un gran successo. Solo un mese dopo venne rappresentata, nello stesso teatro, l'opera ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'', musicata da [[Pietro Mascagni]], che riscosse grande successo di pubblico e di critica. L'opera continuò a essere rappresentata con sempre maggior successo e Verga chiese al musicista e all'[[Sonzogno (editore)|editore Sonzogno]], come da accordi pattuiti, la parte di guadagno per i [[diritto d'autore|diritti d'autore]]. Gli fu offerta una modesta cifra, 1.000 lire, che Verga non volle accettare. Si rivolse alla Società degli Autori, che si dimostrò solidale con lo scrittore, ma fu comunque costretto ad agire attraverso vie legali. Iniziò così nel 1891 una complessa vicenda giudiziaria che sembrò concludersi, il 22 gennaio 1893, allorché Verga accettò, ''[[una tantum]]'', la considerevole somma di 143.000 lire come "compensazione finale".<ref>op. cit., ''Invito alla lettura di Verga'', pag. 59</ref>
Lo scrittore, rincuorato dal buon successo del romanzo, progettò di continuare il ''Ciclo dei Vinti'' con ''La duchessa di Leyra'' e ''L'Onorevole Scipioni'' mentre continuò la pubblicazione delle novelle che faranno poi parte delle due ultime raccolte.
 
Nel 1891 erano intanto usciti presso l'editore Treves ''I ricordi del capitano d'Arce''.
L'8 aprile [[1890]], al [[Teatro dell'Opera di Roma|Teatro Costanzi]] di Roma, venne intanto messa in scena ''Mala Pasqua'' tratta dalla novella dello scrittore che però non ottenne un gran successo. Solo un mese dopo venne rappresentata, nello stesso teatro, l'opera ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'' musicata da [[Pietro Mascagni]] riscuotendo grande applauso di pubblico e di critica.
 
Nel 1893 lo scrittore si trasferì definitivamente a Catania dove rimase, a parte qualche breve viaggio a Milano e a Roma, fino alla morte. Oltre alla scrittura, si dedicò anche alla [[fotografia]].
L'opera continuò ad essere rappresentata con sempre maggior successo e il Verga chiese al musicista e all'editore, come da accordi pattuiti, la parte di guadagno per i [[diritto d'autore|diritti d'autore]]. Gli verrà offerta una modesta cifra, 1.000 [[lira italiana|lire]] che il Verga non volle accettare. Rivoltosi alla Società degli Autori, che si dimostrò solidale con lo scrittore, egli sarà però costretto ad agire attraverso vie legali. Ha inizio così nel [[1891]] una complessa vicenda giudiziaria che sembra concludersi, il 22 gennaio [[1893]], allorché Verga accetta, ''[[una tantum]]'', la somma di lire 143.000 come "compensazione finale".<ref>op. cit., ''Invito alla lettura di Verga'', pag. 59</ref>
 
Nel 1894 pubblica presso il Treves ''Don Candeloro e C.i''. una raccolta di 12 novelle che raccontano il dietro le quinte del mondo dei "[[Opera dei pupi|pupari]]".
Nel [[1891]] erano intanto usciti presso l'editore Treves ''I ricordi del capitano d'Arce'' e nel [[1894]] ''Don Candeloro e C.i''.
 
Nel [[1893]] lo scrittore si trasferì definitivamente a Catania dove rimase, a parte qualche breve viaggio a Milano e a Roma, fino alla morte.
Sebbene continuasse a scrivere, si dedicò anche alla [[fotografia]].
 
===La crisi creativa===
Ebbe inizio tuttavia la sua crisi creativa, che gli impedì di proseguire sulla strada del Verismo, per riaccostarsi allo stile post-romantico.<ref name="ReferenceA">Sambugar, Salà - ''Letteratura italiana'', La nuova Italia</ref> Non smise mai, tuttavia, di tentare il completamento del ''[[Ciclo dei Vinti]]'': nel 1895 iniziò minuziose indagini di costume che affermava necessarie per il terzo romanzo, ''La duchessa di Leyra'', che però non terminò mai (ci rimangono solamente il primo capitolo e un frammento del secondo), a causa della difficoltà di mantenere la poetica dell'impersonalità verso le classi agiate, e che aveva già descritto efficacemente nei romanzi milanesi.<ref name="ReferenceA"/>
Non smise mai, tuttavia, di tentare il completamento del ''[[Ciclo dei Vinti]]'': nel [[1895]] iniziò minuziose indagini di costume che affermava necessarie per il terzo romanzo dei ''Cicli dei vinti'', ''La duchessa di Leyra'', che però non terminò mai (ci rimangono solamente il primo capitolo e un frammento del secondo), a causa della difficoltà di mantenere la poetica dell'impersonalità verso le classi agiate che disprezza, e che aveva già descritto efficacemente nei romanzi milanesi.<ref name="ReferenceA"/>
 
Da alcuni anni lo scrittore aveva intanto intrapresoiniziato una relazione con la [[pianista]] Francesca Giovanna Annunziata "Dina" Castellazzi, [[conte]]ssa di [[Sordevolo]], che durò tutta la vita, anche se la riluttanza deldi Verga al [[matrimonio]] ridusse la relazione amorosa ad un'affettuosa [[amicizia]]. Un'altra relazione sentimentale conosciuta fu con la contessa milanese Paolina Greppi Lester, che durò dal 1878 al 1905. La Greppi è l'amica del Verga che compare, in forma romanzata, come interlocutrice in ''Fantasticheria'', la novella che racconta il soggiorno della coppia ad Aci Trezza, e che è considerata il preludio a ''I Malavoglia''.<ref>[http://books.google.it/books?id=asTk6I327SYC&pg=PT15&lpg=PT15&dq=dina+castellazzi+di+sordevolo+fantasticheria&source=bl&ots=_aNBhxI9Vb&sig=y1mSBDbMniZZliK2Qalt6aFVQQs&hl=it&sa=X&ei=jE7EUp-lFujNygO2ooHwDw&ved=0CEAQ6AEwAg#v=onepage&q=dina%20castellazzi%20di%20sordevolo%20fantasticheria&f=false Cronologia della vita e delle opere di Giovanni Verga, pag. III, in: G. Verga, ''Tutti i romanzi, le novelle e il teatro'', Newton e Compton, 2005]</ref>
 
[[File:Sicilia rurale fotografata da Giovanni Verga.jpg|thumb|Una fotografia scattata da Verga: ''La Sicilia rurale'']]
Presso Treves vennero pubblicati nel 1896 i drammi ''[[La lupa]]'', ''In portineria'', ''Cavalleria rusticana'', tutti ricavati da novelle. ''La Lupa'' venne rappresentata con successo sulle scene del [[Teatro Gerbino]] di Torino e a metà dell'anno lo scrittore ricominciò a lavorare a ''La duchessa di Leyra''.
 
===Gli ultimi anni===
Presso Treves, vennero pubblicati nel [[1896]] i drammi ''La Lupa'', ''In portineria'', ''Cavalleria rusticana'', tutti ricavati da novelle. ''La Lupa'' venne rappresentata con successo sulle scene del [[Teatro Gerbino]] di Torino e a metà dell'anno lo scrittore ricominciò a lavorare a ''La duchessa di Leyra''.
Sulla rivista di Catania ''Le Grazie'', il 1º gennaio 1897, venne pubblicata la novella intitolata ''La caccia al lupo'' e l'editore Treves pubblicò una nuova versione di ''Vita dei campi'', con le [[Illustrazione|illustrazioni]] di Arnaldo Ferraguti che presentava notevoli cambiamenti se confrontata all'edizione del 1880.
 
===Gli ultimi anni===
Sulla rivista di Catania ''Le Grazie'', il 1º gennaio [[1897]], venne pubblicata la novella intitolata ''La caccia al lupo'' e l'editore Treves pubblicò una nuova versione di ''Vita dei campi'', con le [[Illustrazione|illustrazioni]] di Arnaldo Ferraguti che presentava notevoli cambiamenti se confrontata all'edizione del 1880.
====L'adesione al colonialismo e al nazionalismo====
Nel [[1896]], lo scrittore, che non era mai stato un [[progressista]], ma aveva comunque di idee [[liberalismo|liberali]], approvò la repressione delle proteste sindacali dei ''[[Fasci siciliani]]'' attuata dal governo di [[Francesco Crispi]], segno della sua {{da chiarire|involuzione}}rivoluzione politica, e del suo distacco totale dalle idee politiche dei naturalisti francesi come [[Émile Zola]]. Essi infatti credevano nel [[socialismo]], mentre il [[pessimismo]] verghiano lo portaportò a negare ogni riscatto degli umili che si distaccano dalla tradizione, verso cui prova comunque simpatia, e nei suoi ultimi anni Verga adottò [[conservatorismo|idee conservatrici]], anche se continuava comunque a provare disgusto verso le classi ricche.<ref name="ReferenceA"/> Egli giustificò anche la sanguinosa repressione dei [[moti di Milano (1898)|moti di Milano]] adper opera di [[Fiorenzo Bava- Beccaris]], esprimendo anche una certa insofferenza verso la [[democrazia parlamentare]], e appoggiò il [[colonialismo italiano]].<ref name="Giovanni Verga: vita e opere">[{{Cita web |url=http://www.italialibri.net/autori/vergag.html |titolo=Giovanni Verga: vita e opere]}}</ref> Queste posizioni furono dovute anche ad alcune leggi economiche che avevano, a suo dire, danneggiato la produzione dei suoi agrumeti. Durante la vecchiaia, la sua chiusura contro il resto del mondo e la sua riservatezza aumentarono sempre di più.<ref name="Giovanni Verga: vita e opere"/> Nonostante questo, mantenne una certa benevolenza per le classi umili.
Queste posizioni furono dovute anche ad alcune leggi economiche che avevano, a suo dire, danneggiato la produzione dei suoi agrumeti, e, durante la vecchiaia, la sua chiusura contro il resto del mondo e la sua riservatezza aumentarono sempre di più.<ref name="Giovanni Verga: vita e opere"/> Nonostante questo, mantiene comunque una certa benevolenza per le classi umili.
Sembra intanto proseguire assiduamente la stesura de ''La duchessa di Leyra'', come si apprende da una lettera scritta all'amico Edouard Rod nel [[1898]], notizia confermata da ''La Nuova Antologia'' che ne annuncia la prossima pubblicazione.<ref>Carla Riccardi, in ''Giovanni Verga. Tutte le novelle'', Milano, Arnoldo Mondadori, 1979, pag. XL</ref>
 
Sembrò intanto proseguire assiduamente la stesura de ''La duchessa di Leyra'', come si apprende da una lettera scritta all'amico Édouard Rod nel 1898, notizia confermata da ''La Nuova Antologia'' che ne annunciò la prossima pubblicazione.<ref>Carla Riccardi, in ''Giovanni Verga. Tutte le novelle'', Milano, Arnoldo Mondadori, 1979, pag. XL</ref>
Nel [[1901]] furono rappresentati i bozzetti ''La caccia al lupo'' e ''La caccia alla volpe'' al teatro Manzoni di Milano e gli stessi saranno pubblicati nel [[1902]] dall'editore Treves.
 
Nel 1901 furono rappresentati i bozzetti "''La caccia al lupo"'' e "''La caccia alla volpe"'' al teatro Manzoni di Milano e gli stessi furono pubblicati nel 1902 dall'editore Treves.
[[File:Verga.jpg|thumb|left|Busto del Verga nel [[Giardino Bellini]].]]
 
[[File:Verga.jpg|thumb|left|Busto del Verga nel [[Giardino Bellini]]]]
Alla morte del fratello Pietro, avvenuta nel [[1903]], il Verga ebbe in [[Affido familiare|affido]] i nipoti, Giovanni Verga Patriarca, Caterina e Marco, che poi [[adozione|adottò]] facendone i suoi figli adottivi.<ref name=Mostra/>
Alla morte del fratello Pietro, avvenuta nel 1903, Verga ebbe in affido i nipoti, Giovanni Verga Patriarca, Caterina e Marco, che poi [[adozione|adottò]] come figli.<ref name=Mostra/>
 
Nel novembre dello stesso anno venne rappresentato, sempre al teatro Manzoni, il dramma ''Dal tuo al mio'', che uscirà solamente nel [[1905]] uscì a puntate, rielaborato come romanzo breve, su ''La Nuova Antologia'' e vedràvide le stampe, ancora da Treves, nel [[1906]].
 
Lontano ormai dalla scena letteraria, il Verga rallentò notevolmente la sua attività di scrittore per dedicarsi in modo assiduo alla cura delle sue terre anche se, come abbiamo notizia da una lettera all'amico Rod del 1º gennaio [[1907]], egli continuava a lavorare a ''La duchessa di Leyra'' del quale vedràvide la luce un solo capitolo, pubblicato postumo in ''La Letteratura'' a cura deldi [[Federico De Roberto|De Roberto]] il 1º giugno [[1922]]. AlA De Roberto lo scrittore affidò, tra il [[1912]] e il [[1914]], la sceneggiatura [[cinema]]tografica di alcune delle sue opere ed egli stesso provvedetteprovvide alla riduzione della ''Storia di una capinera'' e dellade ''La caccia al lupo'' allo scopo di farne una versione per il teatro.
 
Nel [[1915]], alla [[prima guerra mondiale]], prese posizione a fianco degli [[interventismo|interventisti]], entrando a far parte dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]], a fianco di [[Enrico Corradini]] e [[Gabriele D'Annunzio]], del quale apprezzava l'azione politica. Nel dopoguerra si avvicinò al movimento [[fascista]], mostrando simpatia per la figura politica in ascesa di [[Benito Mussolini]], anche se non si iscrisse mai ai [[Fasci di combattimento]].<ref name="Giovanni Verga: vita e opere"/>
Nel 1915, dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], prese posizione a fianco degli [[interventismo|interventisti]], entrando a far parte dell'[[Associazione Nazionalista Italiana]], a fianco di [[Enrico Corradini]] e [[Gabriele D'Annunzio]], del quale apprezzava l'azione politica. Nel dopoguerra si avvicinò al movimento [[fascista]], mostrando simpatia per la figura politica in ascesa di [[Benito Mussolini]], anche se non si iscrisse mai ai [[Fasci italiani di combattimento|Fasci di combattimento]].<ref name="Giovanni Verga: vita e opere"/>
 
====Riconoscimenti pubblici e morte====
La sua ultima novella, intitolata ''Una capanna e il tuo cuore'', risale al [[1919]] e fu pubblicata anch'essa postuma, il 12 febbraio 1922, sull'''Illustrazione italiana'', mentre nel [[1920]] verràfu pubblicata una un'edizione riveduta delle ''Novelle rusticane'' a Roma sulladalla casa editrice rivistade ''[[La Voce (rivistaperiodico)|La Voce]]''.
 
Nel luglio di quell'anno, per l'ottantesimo compleanno dello scrittore, si tennero a Catania le onoranze presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini alla presenza dell'allora [[Ministero della pubblica istruzione|ministro della Pubblica Istruzione]] [[Benedetto Croce]]; il discorso ufficiale fu tenuto da [[Luigi Pirandello]]. Sempre in quell'anno Verga ricevette, a [[Roma]], la nomina a [[Senato del Regno (Italia)|senatore]] del Regno, per decisione del re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]]. Furono tra le poche apparizioni pubbliche dello scrittore dopo il ritiro a Catania.
 
Il 24 gennaio 1922 fu colto da [[ictus]], non riprese più conoscenza e il 27 gennaio morì per [[emorragia cerebrale]] a Catania, nella casa di via Sant'Anna, assistito dai nipoti e dall'amico [[Federico De Roberto|De Roberto]]<ref>Leggi il resoconto nell'articolo della Gazzetta del Popolo del giorno 26 gennaio 1922 ''[[:s:Giovanni Verga colpito da paralisi|Giovanni Verga colpito da paralisi]]'' su Wikisource.</ref>, e dopo aver ricevuto l'[[estrema unzione]], richiesta dai familiari nonostante durante tutta la vita fosse stato dichiaratamente [[Scetticismo filosofico|scettico]], se non [[ateo]] e [[materialista]]. Il patrimonio di Verga passò, in maggioranza, al nipote primogenito Giovanni Verga Patriarca.<ref>{{Cita web|url=http://www.giornalettismo.com/archives/1037235/i-36-manoscritti-di-giovanni-verga-ritrovati/|titolo=I 36 manoscritti di Giovanni Verga ritrovati|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140102194303/http://www.giornalettismo.com/archives/1037235/i-36-manoscritti-di-giovanni-verga-ritrovati/|dataarchivio=2 gennaio 2014}}</ref>
Nel luglio di quell'anno, per gli [[80 (numero)|ottanta]] anni dello scrittore, si tennero a Catania le onoranze presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini alla presenza dell'allora [[Ministero della Pubblica Istruzione|Ministro della Pubblica Istruzione]] [[Benedetto Croce]] e il discorso ufficiale fu tenuto da [[Luigi Pirandello]]. Sempre in quell'anno Verga ricevette, a [[Roma]], la nomina di [[senato del Regno d'Italia|senatore]] del Regno, per decisione del re [[Vittorio Emanuele III]].
Furono tra le poche apparizioni pubbliche dello scrittore dopo il ritiro a Catania.
 
Giovanni Verga è sepolto nel "viale degli uomini illustri" del [[cimitero monumentale di Catania]].<ref>{{cita news |url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/cronaca/2011/11-luglio-2011/verga-riposa-degrado-cosi-cataniaabbandona-tomba-celebre-scrittore-1901063792236.shtml |titolo=Verga riposa nel degrado. Così Catania abbandona la tomba del celebre scrittore |pubblicazione=[[Corriere del Mezzogiorno|corrieredelmezzogiorno.corriere.it]] |data=11 luglio 2011 |accesso=4 febbraio 2012}}</ref>
Il 24 gennaio 1922, colto da [[ictus]], non riprese conoscenza e il 27 gennaio morì per [[emorragia cerebrale]] a Catania nella casa di via Sant'Anna, assistito dai nipoti e dall'amico De Roberto<ref>Leggi il resoconto nell'articolo della Gazzetta del Popolo del giorno 26 gennaio 1922 ''[[:s:Giovanni Verga colpito da paralisi|Giovanni Verga colpito da paralisi]]'' su Wikisource. </ref>, e dopo aver ricevuto l'[[estrema unzione]], richiesta dai familiari nonostante durante tutta la vita fosse stato dichiaratamente [[Scetticismo filosofico|scettico]], se non [[ateo]] e [[materialista]], posizione che emerge da molti scritti e che contrasta con le sue idee moderate.<ref>http://trucheck.it/letteratura/23706-giovanni-verga.html L'ideologia verghiana</ref> Il patrimonio di Verga passò, in maggioranza, al nipote primogenito Giovanni Verga Patriarca.<ref>[http://www.giornalettismo.com/archives/1037235/i-36-manoscritti-di-giovanni-verga-ritrovati/ I 36 manoscritti di Giovanni Verga ritrovati]</ref>
 
====Il Verismo e il vocabolario: Accademia della Crusca====
Giovanni Verga riposa oggi nel "viale degli uomini illustri" del [[cimitero monumentale di Catania]].<ref>{{cita news |lingua= |autore= |url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/cronaca/2011/11-luglio-2011/verga-riposa-degrado-cosi-cataniaabbandona-tomba-celebre-scrittore-1901063792236.shtml |titolo=Verga riposa nel degrado. Così Catania abbandona la tomba del celebre scrittore |pubblicazione=[[Corriere del Mezzogiorno|corrieredelmezzogiorno.corriere.it]] |data=11 luglio [[2011]] |accesso=4 febbraio 2012}}</ref>
In occasione del primo centenario della morte di Verga, l'[[Accademia della Crusca]] e la Fondazione Verga hanno organizzato lunedì 9 maggio 2022 a [[Firenze]] un convegno dal titolo ''I vocabolari del vero''<ref>{{cita web|url=http://www.toscanalibri.it/it/news/i-vocabolari-del-vero-il-9-maggio-alla-crusca-tavola-rotonda-sul-linguaggio-dei-veristi_13055.html|titolo="Vocabolari del vero": tavola rotonda il 9 Maggio alla Crusca sul linguaggio dei veristi|data=6 Maggio 2022}}</ref> per evidenziare il rapporto fra [[Verismo]] e vocabolario italiano. Presentato nel convegno il progetto ''VIVer-Vocabolario dell'Italiano verista'' al quale lavorano un gruppo di lessicografi, informatici, autori coordinati da Gabriella Alfieri,<ref>{{cita web|URL=https://accademiadellacrusca.it/it/accademici/alfieri-gabriella/50|titolo=Accad. Crusca Gabriella Alfieri}}</ref> Marco Biffi, Antonio di Silvestro, Giovanni Salucci e Rosaria Sardo.
 
==La poetica e le idee==
{{vedi anche|Opere e poetica di Giovanni Verga|GiovanniDarwinismo Vergasociale (darwinismodi sociale)Giovanni Verga|Tecnica narrativa di Giovanni Verga}}
L'ideologia che sta alla base della sua letteratura migliore è una personale ripresa della scientificità, dell'impersonalità e del positivismo dei naturalisti, declinati in senso pessimistico, senza alcuna speranza di miglioramento sociale. Forte è l'influsso di alcune teorie dell'epoca, come quella del [[darwinismo sociale]]. Agli umili delle sue novelle e romanzi è negata quasi ogni speranza, sia [[Divina provvidenza|provvidenziale]] rifacendosi allo stile deldi [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], sia laica e sociale di ispirazione Zolianazoliana. Verga nega che una vera felicità sia presente o raggiungibile anche da parte degli appartenenti alle classi ricche, data la rappresentazione che egli ne fa sia nei romanzi non veristi, sia in alcune parti del ''Ciclo dei Vinti'' e delle novelle. Solo alcuni valori, come la famiglia, il proprio ambiente ede il lavoro ("[[concettoideale dell'ostrica]]") possono dare un po' di serenità.<ref>[{{Cita web |url=http://www.homolaicus.com/letteratura/verga.htm |titolo=Giovanni Verga]}}</ref>
 
== Onorificenze ==
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|collegamento_onorificenza=Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
|motivazione=
|luogo=
}}
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona d'Italia
|motivazione=
|luogo=
}}
 
==Opere==
=== Romanzi ===
{{vedi anche|Opere di Giovanni Verga}}
=== Romanzi ===
[[File:I Malavoglia.djvu|thumb|right|Frontespizio della prima edizione de ''I Malavoglia'']]
[[File:I Malavoglia.djvu|thumb|Frontespizio di un'edizione de ''I Malavoglia'']]
* ''Amore e Patria'' ([[1856]]-[[1857]]) [inedito di 672 ff. ms. parzialmente riportati in Lina Perroni, ''Studi verghiani'', II, ''Ricordi di D'Artagnan. La prima giovinezza di Giovanni Verga e due suoi romanzi sconosciuti: Amore e patria; I carbonari della montagna'', Palermo, Ed. del sud, 1929].
* ''Amore e Patria'' (1856-1857) [inedito di 672 ff. ms. parzialmente riportati in Lina Perroni, ''Studi verghiani'', II, ''Ricordi di D'Artagnan. La prima giovinezza di Giovanni Verga e due suoi romanzi sconosciuti: Amore e patria; I carbonari della montagna'', Palermo, Ed. del sud, 1929].
* ''I carbonari della montagna'', 4 volumi, [[Catania]], Galatola, [[1861]]-[[1862]].
* ''I carbonari della montagna'', 4 volumi, Catania, Galatola, 1861-1862.
* ''Sulle lagune'', in "La Nuova Europa", 5 e 9 agosto [[1862]]-13 gennaio e 15 marzo [[1863]].
* ''Sulle lagune'', in "La Nuova Europa", 5 e 9 agosto 1862-13 gennaio e 15 marzo 1863.
* ''[[Una peccatrice]]'', [[Torino]], Negro, [[1866]].
* ''[[StoriaUna di una capinerapeccatrice]]'', [[Milano]]Torino, LampugnaniNegro, [[1871]]1866.
* ''[[EvaStoria (romanzo)|Evadi una capinera]]'', Milano, [[Fratelli Treves|Treves]]Lampugnani, [[1873]]1871.
* ''[[ErosEva (romanzo)|ErosEva]]'', Milano, [[Brigola]]Treves, [[1875]]1873.
* ''[[Tigre realeEros (romanzo)|Tigre realeEros]]'', Milano, Brigola, [[1875]].
* ''[[ITigre Malavogliareale (romanzo)|Tigre reale]]'', Milano, TrevesBrigola, [[1881]]1875.
* ''[[IlI marito di ElenaMalavoglia]]'', Milano, Treves, [[1882]]1881.
* ''[[Mastro-donIl Gesualdomarito di Elena]]'', Milano, Treves, [[1889]]1882.
* ''Dal[[Mastro-don tuo al mioGesualdo]]'', Milano, Treves, [[1906]]1889.
* ''Dal tuo al mio'', Milano, Treves, 1906.
* ''[[La duchessa di Leyra]]'', incompiuto in [[Federico De Roberto]], ''Casa Verga e altri saggi verghiani'', Firenze, Le Monnier, 1964.
* ''Romanzi giovanili'', a cura e con postfazione di Giuseppe Leonelli, Milano, Frassinelli, 1996.
 
===Novelle===
* ''[[Casa da thè]]Nedda (novella), [[1862|Nedda]]. Bozzetto siciliano'', Milano, Brigola, 1874.
* ''Primavera''; ''La coda del diavolo''; ''X''; ''Certi argomenti''; ''Le storie del castello di Trezza''; ''Nedda'', Milano, Brigola, 1877.
* ''[[Nedda (novella)|Nedda]]. Bozzetto siciliano'', Milano, Brigola, [[1874]].
* ''[[Rosso Malpelo]]'', in "Fanfulla", 2-5 agosto 1878.
* ''Primavera''; ''La coda del diavolo''; ''X''; ''Certi argomenti''; ''Le storie del castello di Trezza''; ''Nedda'', Milano, Brigola, [[1877]].
* ''[[Vita dei campi]]. Nuove novelle'', Milano, Treves, 1880. [''Fantasticheria'', ''Jeli il pastore'', ''Rosso Malpelo'', ''Cavalleria rusticana'', ''[[La lupa]]'', ''L'amante di Gramigna'', ''Guerra di Santi'', ''Pentolaccia'']
* ''[[Rosso Malpelo]]'', in "Fanfulla", 2-5 agosto [[1878]].
* ''Vita dei campi. Nuove novelle'', Milano, Treves, [[1880]]. [''Fantasticheria'', ''Jeli il pastore'', ''Rosso Malpelo'', ''Cavalleria rusticana'', ''La Lupa'', ''L'amante di Gramigna'', ''Guerra di Santi'', ''Pentolaccia'']
* ''Un'altra inondazione'', in "Roma-Reggio", numero speciale del "Corriere dei Comuni", Roma, Tipografia elzeviriana dell'Officina Statistica, 1880.
* ''[[La roba]]'', in "[[Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere ed arti]]", 26 dicembre 1880.
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* ''I dintorni di Milano'', in ''Milano 1881'', Milano, Ottino, 1881.
* ''Il come, il quando ed il perché'', in appendice alla seconda edizione di ''Vita dei campi'', Milano, Treves, 1881.
* ''Pane nero'', Catania, Giannotta, [[1882]].
* ''Libertà'', in "Domenica letteraria", 12 marzo 1882.
* ''[[Novelle rusticane]]'', Torino, Casanova, [[1883]]. [''Il Reverendo'', ''Cos'è il Re'', ''Don Licciu Papa'', ''Il Mistero'', ''Malaria'', ''Gli orfani'', ''La roba'', ''Storia dell'asino di S. Giuseppe'', ''Pane nero'', ''I galantuomini'', ''Libertà'', ''Di là del mare'']
* ''Per le vie'', Milano, Treves, 1883. [''Il bastione di Monforte'', ''In piazza della Scala'', ''Al veglione'', ''Il canarino del N. 15'', ''Amore senza benda'', ''Semplice storia'', ''L'osteria dei «Buoni Amici»'', ''Gelosia'', ''Camerati'', ''Via Crucis'', ''Conforti'', L{{'}}''ultima giornata'']
* ''Nella stalla'', in ''Arcadia della carità. Strenna internazionale a beneficio degli inondati'', Lonigo, Tipo-litografia ed. Luigi Pasini, 1883.
* ''Drammi intimi'', Roma, Sommaruga, [[1884]]. [''Drammi intimi'', ''frammento 2'', ''«Nel carrozzone dei profughi» (frammento 3)'', ''frammento IV'', ''Un'altra inondazione'', ''- Il Carnevale fallo con chi vuoi; - Natale e Pasqua falli con i tuoi. -'', ''Ultima visita'']
* ''Mondo piccino'', in "Nuova Antologia", 1º ottobre 1884.
* ''Vagabondaggio'', Firenze, Barbera, [[1887]]. [''Vagabondaggio'', ''Il maestro dei ragazzi, ''Un processo'', ''La festa dei morti'', ''Artisti da strapazzo'', ''Il segno d'amore'', ''L'agonia d'un villaggio'', ''...e chi vive si dà pace'', ''Il bell'Armando'', ''Nanni Volpe'', ''Quelli del colèra'', ''Lacrymae rerum'']''
* ''I ricordi del capitano d'Arce'', Milano, Treves, [[1891]]. [''I ricordi del capitano d'Arce'', ''Giuramenti di marinaio'', ''Commedia da salotto'', ''Né mai, né sempre!'', ''Carmen'', ''Prima e poi'', ''Ciò ch'è in fondo al bicchiere'', ''Dramma intimo'', ''Ultima visita'', ''Bollettino sanitario (Corrispondenza in 4ª pagina)'']
* ''Don Candeloro e C.i'', Milano, Treves, [[1894]]. [''Don Candeloro e C.i'', ''Le marionette parlanti'', ''Paggio Fernando'', ''La serata della diva'', ''Il tramonto di Venere'', ''Papa Sisto'', ''Epopea spicciola'', ''L'opera del Divino Amore'', ''Il peccato di donna Santa'', ''La vocazione di suor Agnese'', ''Gli innamorati'', ''Fra le scene della vita'']
* ''Una capanna e il tuo cuore'', in "Illustrazione italiana", 12 febbraio [[1922]].
* ''Tutte le novelle'', 2 voll., Milano, A. Mondadori, 1940-1942.
 
===Trasposizioni teatrali===
[[File:Verga. caccia a lupo.volpe.jpg|thumb|''La caccia al lupo - La caccia alla volpe''. bozzettiBozzetti scenici, ed. Treves, Milano 1902.]]
* ''[[I nuovi tartufi]]'' ([[1865]]-[[1866]])
* ''Rose caduche'' ([[1867]])
* ''L'onore I'' ([[1869]])
* ''L'onore II''
* ''Cavalleria rusticana'' ([[1884]])
* ''[[In portineria]]''<ref>{{Radiocorriere|1964|9|44-45}}</ref> ([[1885]])
* ''La lupa'' ([[1886]])
* ''Dopo'' ([[1886]])
* ''Mastro-don Gesualdo'' ([[1889]])
* ''Cavalleria rusticana'' ([[1896]])
* ''La caccia al lupo'' ([[1901]])
* ''La caccia alla volpe'' ([[1901]])
* ''Dal tuo al mio'' ([[1903]])
* ''Libertà'', Atto unico (2014)
 
===Versioni cinematografiche===
* '' Chavalerie[[Chevalerie rustique ]]'' (1910) di [[Victorin Jasset]] (o, secondo altri storici, Emile[[Émile Chautard]] o ancora [[Raymond Agnel]]).
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1916 Falena)|Cavalleria rusticana]]'' (1916) di [[Ugo Falena.]]
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1916 Del Colle)|Cavalleria rusticana]]'' (1916) di [[Ubaldo Maria Del Colle.]]
* ''[[Tigre reale (film 1916)|Tigre reale]]'' (1916) diretto dadi Piero Fosco ([[Giovanni Pastrone]]).
* ''[[La storia di una capinera (film 1917)|La storia di una capinera]]'' (1917) di [[Giuseppe Sterni.]]
* ''[[Caccia al lupo (film)|Caccia al lupo]]'' (1917) di Giuseppe Sterni.
* '' [[Una peccatrice]]'' (1918) di [[Giulio Antamoro.]]
* ''[[Eva (film 1919)|Eva]]'' (1919) di [[Ivo Illuminati.]]
* ''[[Il marito di Elena (film)|Il marito di Elena]]'' (1921) di [[Riccardo Cassano]]
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1924)|Cavalleria rusticana]]'' (1924) di [[Mario Gargiulo.]]
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1939)|Cavalleria rusticana]]'' (1939) di [[Amleto Palermi.]]
* ''[[La storia di una capinera (film 1943)|La storia di una capinera]]'' (1943) di [[Gennaro Righelli.]]
* ''[[La terra trema]]'' (1948) diretto dadi [[Luchino Visconti]], ispirato a ''[[I Malavoglia]]''.
* ''[[La lupa (film 1953)|La lupa]]'' (1953) di [[Alberto Lattuada.]]
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1953)|Cavalleria rusticana]]'' (1953) di [[Carmine Gallone.]]
* ''[[L'amante di Gramigna (film)|L'amante di Gramigna]]'' (1968) di Carlo Lizzani.
* '' [[Bronte: - Cronacacronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato]]'' 1972(1971) diretto dadi [[Florestano Vancini]], tratto dalla novella di Giovanni Verga intitolata ''Libertà.''
* '' [[Cavalleria rusticana (film 1982)|Cavalleria rusticana]]'' (1982) di [[Franco Zeffirelli]], film-opera.
* ''[[Storia di una capinera (film)|Storia di una capinera]]'' (1993) di [[Franco Zeffirelli]], con [[Vanessa Redgrave]], ispirato al romanzo omonimo.
* ''[[La lupa (film 1996)|La lupa]]'' (1996) diretto dadi [[Gabriele Lavia]], con [[Monica Guerritore]], [[Michele Placido]] e [[Raoul Bova]], ispirato alla novella omonima.
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1996)|Cavalleria rusticana]]'' (1996) di [[Liliana Cavani]], film per la TV
* ''[[Rosso Malpelo (film)|Rosso malpelo]]'' (2007) di [[Pasquale Scimeca.]]<ref>La presente filmografia verghiana è tratta da Franco La Magna, ''Lo schermo trema. Letteratura siciliana e cinema'', Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2010.</ref>
* ''[[Malavoglia]]'' (2010) di Pasquale Scimeca
 
== Omaggi ==
* [[Luigi Pirandello]] pronunziòpronunciò il discorso dal titolo "Celebrazione di Giovanni Verga", al Teatro Massimo Bellini di Catania il 2 settembre 1920 in occasione dell'ottantesimo compleanno di Giovanni Verga. Vittorio Emanuele Orlando pronunziò l'"Orazione commemorativa di Giovanni Verga", il 27 gennaio 1923 in occasione dell'anniversario della scomparsa di Verga (''Scritti su Verga'', di Luigi Pirandello e Vittorio Emanuele Orlando, prefazione di Giuseppe Giarrizzo, Giuseppe Maimone Editore, Catania, 1992)
* Nel 2010 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DTK).
* L'ottantenne Giovanni Verga appare interpretato da [[Renato Carpentieri]] nel film italiano ''[[La stranezza]]'' del 2022 diretto da [[Roberto Andò]], con [[Toni Servillo]] e [[Ficarra e Picone]].
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
=== Biografie ===
* Massimo Bonura, ''Verga e i mass media. Il giornalismo politico-teatrale e il cinema'', pref. di L. A. Callari, scritto intr. di G. C. Marino, postf. di A. Arena, Palermo, Palermo University Press, 2021.
* Cappellani Nino, ''Vita di Giovanni Verga, Opere di Giovanni Verga'', volumi 2, [[Firenze]], [[Le Monnier]], [[1940]]
* CattaneoNino GiulioCappellani, ''Vita di Giovanni Verga, Opere di Giovanni Verga'', [[Torino]]volumi 2, [[UTET]]Firenze, Le Monnier, [[1963]]1940
* DeGiulio Felice FrancescoCattaneo, ''Le donne che amarono Giovanni Verga'', [[Roma]]Torino, CirannaUTET, [[1964]]1963
* Francesco De Felice, ''Le donne che amarono Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1964
* De Roberto Federico, ''Casa Verga e altri saggi verghiani'', a cura di C. Musumarra, Firenze, Le Monnier, [[1964]]
* {{Cita pubblicazione|autore=Federico De Roberto |curatore=Carmelo Musarra|titolo=Casa Verga e altri saggi verghiani|città= Firenze |editore=Felice le Monnier |anno=1964|cid="Casa_Verga"}}
* Garra Agosta Giovanni, ''La biblioteca di Giovanni Verga'', [[Catania]], Greco, [[1977]]
* Giovanni Garra Agosta Giovanni, ''VergaLa innamoratobiblioteca di Giovanni Verga'', [[Catania]], Greco, [[1980]]1977
* Giovanni Garra Agosta, ''Verga innamorato'', Catania, Greco, 1980
 
=== Studi sull'opera ===
* Alexander Alfred Alexander, ''Giovanni Verga'', London, Grant & Cutler, [[1972]]
* Arrighi Paul Arrighi, ''Le vérisme dans la prose narrative italienne'', Paris, Boivin e C., [[1937]]
* [[Alberto Asor Rosa|Asor Rosa Alberto]], ''Scrittori e popolo. Saggio sulla letteratura populista in Italia'', Roma, Samonà e Savelli, [[1965]]
* [[Riccardo Bacchelli|Bacchelli Riccardo]], ''L'ammirabile Verga'', in ''Confessioni letterarie'', Milano, Soc. ed. "La Cultura", [[1932]]; poi in ''Saggi critici'', Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[1962]]
* [[Riccardo Bacchelli|Bacchelli Riccardo]], ''Giovanni Verga, le canzoni, il romanzo, la tragedia'', prefazione a G. V., ''I grandi romanzi'', Milano, Mondadori, [[1972]]
* {{Cita libro|curatore=[[Guido Baldi]]|titolo=Verga e il verismo. Sperimentalismo formale e critica del progresso|città=Torino|editore=Paravia|anno=1980|cid=Baldi}}
* [[Ettore Bonora|Bonora Ettore]] ''Le novelle milanesi del Verga'' e ''Lo stile dei Malavoglia esemplificato nel capitolo dodicesimo'' in " Manzoni e la via italiana al realismo", Napoli, Liguori [[1989]]
* {{Cita libro|autore=Guido Baldi|titolo=L'artificio della regressione. Tecnica narrativa e ideologia nel Verga verista|url=https://archive.org/details/lartificiodellar0000bald|città=Napoli|editore=Liguori editore|anno=1980|isbn=88-207-0890-6}}
* [[Massimo Bontempelli|Bontempelli Massimo]], ''Verga'', in "Nuova Antologia", marzo [[1940]], poi in ''Verga, l'Aretino, Scarlatti, Verdi'', Milano, [[Bompiani]], [[1941]]
* [[Ettore Bonora]] ''Le novelle milanesi del Verga'' e ''Lo stile dei Malavoglia esemplificato nel capitolo dodicesimo'' in " Manzoni e la via italiana al realismo", Napoli, Liguori 1989
* [[Massimo Bontempelli|Bontempelli Massimo]], ''Sette discorsi'', Milano, Bompiani, [[1942]]
* [[Massimo Bontempelli]], ''Verga'', in "Nuova Antologia", marzo 1940, poi in ''Verga, l'Aretino, Scarlatti, Verdi'', Milano, Bompiani, 1941
* Nino Borsellino, ''Storia di Verga'', [[Bari]], Laterza, [[1982]]
* Massimo Bontempelli, ''Sette discorsi'', Milano, Bompiani, 1942
* [[Felice Cameroni|Cameroni Felice]], ''Realismo. "Tigre reale" di Giovanni Verga'', in "L'Arte drammatica", 10 luglio [[1975]]; "''I Malavoglia''", in "La rivista repubblicana", n. 2, [[1881]]; "''Novelle rusticane''", in "La Farfalla", 17 dicembre [[1882]]; poi in ''Interventi critici sulla letteratura italiana'', a cura di G. Viazzi, [[Napoli]], Guida, [[1974]]
* Nino Borsellino , ''Storia di Verga'', Bari, Laterza, 1982
* [[Luigi Capuana|Capuana Luigi]], ''Studi sulla letteratura contemporanea'', I serie, [[Milano]], Brigola, [[1880]]; II serie, Giannotta, [[Catania]], [[1882]]; ristampa a cura di G. Luti, Milano, [[Fratelli Fabbri Editori|Fabbri]], [[1973]]
* [[Felice Cameroni]], ''Realismo. "Tigre reale" di Giovanni Verga'', in "L'Arte drammatica", 10 luglio 1975; "''I Malavoglia''", in "La rivista repubblicana", n. 2, 1881; "''Novelle rusticane''", in "La Farfalla", 17 dicembre 1882; poi in ''Interventi critici sulla letteratura italiana'', a cura di G. Viazzi, Napoli, Guida, 1974
* [[Luigi Capuana|Capuana Luigi]], ''Gli "ismi" contemporanei'', [[Catania]], Giannotta, [[1898]]
* [[Luigi Capuana|Capuana Luigi]], ''VergaStudi esulla D'Annunzioletteratura contemporanea'', I serie, Milano, Brigola, 1880; II serie, Giannotta, Catania, 1882; ristampa a cura di MG. PomilioLuti, [[Bologna]]Milano, CappelliFabbri, [[1972]]1973
* Luigi Capuana, ''Gli "ismi" contemporanei'', Catania, Giannotta, 1898
* [[Benedetto Croce|Croce Benedetto]], ''Giovanni Verga'', in "La Critica", I, IV, [[1903]]; poi in ''La Letteratura della nuova Italia'', III, [[Bari]], [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], [[1922]]
* Luigi Capuana, ''Verga e D'Annunzio'', a cura di M. Pomilio, Bologna, Cappelli, 1972
* [[Giacomo Debenedetti|Debenedetti Giacomo]], ''Presagi del Verga'', in ''Saggi critici'', III serie, Milano, [[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]], [[1959]]
* [[EurialoCarmelo De Michelis|De Michelis EurelioCiccia]], ''L'arteIl delmondo popolare di Giovanni Verga'', FirenzeMilano, [[La Nuova Italia]]Gastaldi, 19411967
* Carmelo Ciccia, ''Giovanni Verga'', in ''Impressioni e commenti'', Milano, Virgilio, 1974
* [[Giacomo Devoto|Devoto Giacomo]], I "piani del racconto" in due capitoli dei "Malavoglia", in "Bollettino del Centro studi filologici e linguistici siciliani", II, [[1954]]; poi in ''Nuovi studi di stilistica'', Firenze, Le Monnier, [[1962]] e in ''Itinerario stilistico'', Firenze, Le Monnier, [[1975]]
* Carmelo Ciccia, ''Giovanni Verga'', in ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX'', Catania, Centro di Ricerca Economica e Scientifica, 2002
* [[Arnaldo Di Benedetto|Di Benedetto Arnaldo]], ''Verga, D'Annunzio, Pirandello'', Torino, Fògola, 1994.
* Carmelo Ciccia, ''Gli scrittori che hanno unito l’Italia'', Padova, Libraria Padovana, 2010
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Falqui Enrico]], ''Verga, il verismo e il novecento'', in "Giornale"di Sicilia", 28 novembre [[1940]]
* Garrone[[Benedetto DinoCroce]], ''Giovanni Verga'', prefazionein di"La L.Critica", RussoI, FirenzeIV, [[Vallecchi]]1903; poi in ''La Letteratura della nuova Italia'', III, Bari, Laterza, 19411922
* [[Giacomo Debenedetti]], ''Presagi del Verga'', in ''Saggi critici'', III serie, Milano, Il Saggiatore, 1959
* Giordano Mario Gabriele , "Il Verismo, Verga e i veristi minori", Napoli, Conte, 1992.
* [[Eurialo De Michelis]], ''L'arte del Verga'', Firenze, La Nuova Italia, 1941
* Iannello Silvia, ''Le immagini e le parole dei Malavoglia'', Roma, Sovera, [[2008]]
* [[Giacomo Devoto]], I "piani del racconto" in due capitoli dei "Malavoglia", in "Bollettino del Centro studi filologici e linguistici siciliani", II, 1954; poi in ''Nuovi studi di stilistica'', Firenze, Le Monnier, 1962 e in ''Itinerario stilistico'', Firenze, Le Monnier, 1975
* Lampasona Ignazio, ''Verga, poeta dei vinti'', [[Milano]], Gastaldi, [[1956]]
* [[Arnaldo Di Benedetto]], ''Verga, D'Annunzio, Pirandello'', Torino, Fògola, 1994.
* Lo Nigro Sebastiano, ''Le due redazioni di Mastro-don Gesualdo'', in "Lettere italiane", I, 1, [[1949]]
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Enrico Falqui]], ''Verga, il verismo e il novecento'', in "Giornale"di Sicilia", 28 novembre 1940
* [[Vittorio Lugli|Lugli Vittorio]], I due "Mastro-don Gesualdo", in "Rivista d'Italia", marzo 1925, poi in Dante, Balzac, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1952 (contiene anche ''Il [[discorso indiretto libero]] in Flaubert e in Verga'')
* Dino Garrone, ''Giovanni Verga'', prefazione di L. Russo, Firenze, Vallecchi, 1941
* Marzot Giulio, ''L'arte del Verga'', in "Annuario dell'Istituto Magistrale A. Fogazzaro", [[Vicenza]], [[1930]]; rielaborato in ''Preverismo, Verga e la generazione verghiana'', Bologna, Cappelli, [[1965]]
* [[Emerico Giachery]], ''"La roba" e l'arte del Verga'', Roma, Quaderni di Marsia, 1959
* [[Attilio Momigliano|Momigliano Attilio]], ''Giovanni Verga narratore'', Palermo, Priulla, [[1923]]; poi in ''Dante, Manzoni, Verga'', Messina, D'Anna, [[1944]]
* Emerico Giachery, ''Verga e D'Annunzio. Ritorno a Itaca'', Roma, Studium, 1991
* Navarria Aurelio, "''L'amante di Raya''" e "''L'amante di Gramigna''", in "Belfagor", VI, 2, [[1951]]
* Mario Gabriele Giordano, "Il Verismo, Verga e i veristi minori", Napoli, Conte, 1992.
* Navarria Aurelio, ''"Nedda" e "Primavera" nell'opera di Verga'', in "Narrativa", giugno, [[1961]]
* Silvia Iannello, ''Le immagini e le parole dei Malavoglia'', Roma, Sovera, 2008
* Navarria Aurelio, ''Lettura di poesia nell'opera di Giovanni Verga'', Messina-Firenze, D'Anna, [[1962]]
* Franco La Magna, ''Giovanni Verga e il "Castigo di Dio". Per una storia dei rapporti tra cinema e narrativa'', Algra Editore, Viagrande (Catania), 2022, prefazione di Antonio Di Silvestro
* Navarria Aurelio, ''Giovanni Verga'', Catania-Roma-Milano, "La Navicella", [[1964]]
* Ignazio Lampasona, ''Verga, poeta dei vinti'', Milano, Gastaldi, 1956
* Navarria Aurelio, ''Annotazioni verghiane e pagine staccate'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, [[1976]]
* Sebastiano Lo Nigro, ''Le due redazioni di Mastro-don Gesualdo'', in "Lettere italiane", I, 1, 1949
* [[Ugo Ojetti|Ojetti Ugo]], ''Alla scoperta dei letterati'', Milano, Fratelli Bocca editori, [[1899]]
* [[Vittorio Lugli]], I due "Mastro-don Gesualdo", in "Rivista d'Italia", marzo 1925, poi in Dante, Balzac, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1952 (contiene anche ''Il [[discorso indiretto libero]] in Flaubert e in Verga'')
* [[Enrico Panzacchi|Panzacchi Enrico]], ''Morti e viventi'', Catania, Giannotta, [[1898]]
* [[Gaetano Mariani]], ''Sul teatro di Verga'', in "Rassegna di cultura e vita scolastica", nn. 7-8 e 9, 1953; poi in ''Ottocento romantico e verista'', Napoli, Giannini, 1972
* [[Giuseppe Petronio|Petronio Giuseppe]], ''Lettura di Mastro-don Gesualdo'', in ''Dall'illuminismo al verismo'', [[Palermo]], Manfredi, [[1962]]
* Giulio Marzot, ''L'arte del Verga'', in "Annuario dell'Istituto Magistrale A. Fogazzaro", Vicenza, 1930; rielaborato in ''Preverismo, Verga e la generazione verghiana'', Bologna, Cappelli, 1965
* ''Studi Verghiani'', a cura di L. Perroni, Palermo, Edizioni del Sud, [[1929]] (ristampati con il titolo ''Studi critici su Giovanni Verga'', Roma, Bibliotheca, [[1934]])
* [[Attilio Momigliano]], ''Giovanni Verga narratore'', Palermo, Priulla, 1923; poi in ''Dante, Manzoni, Verga'', Messina, D'Anna, 1944
* [[Leone Piccioni|Piccioni Leone]], ''Per una storia dell'arte del Verga'', in ''Lettura leopardiana e altri saggi'', Firenze, Vallecchi, [[1952]]
* Aurelio Navarria, "''L'amante di Raya''" e "''L'amante di Gramigna''", in "Belfagor", VI, 2, 1951
* [[Luigi Pirandello|Pirandello Luigi]], ''Giovanni Verga'', in ''Studi critici su Giovanni Verga''; poi in ''Saggi'', Milano, Mondadori, [[1939]] e in ''Saggi, poesie e scritti vari'', a cura di M. Lo Vecchio Musti, Milano, Mondadori, [[1960]]
* Aurelio Navarria, ''"Nedda" e "Primavera" nell'opera di Verga'', in "Narrativa", giugno, 1961
* Pullega Paolo, ''Leggere Verga'', [[Bologna]], [[Zanichelli]], [[1975]]
* Aurelio Navarria, ''Lettura di poesia nell'opera di Giovanni Verga'', Messina-Firenze, D'Anna, 1962
* Ragonese Gaetano, ''Giovanni Verga. Studio critico'', Roma, Maglione, [[1931]]
* Aurelio Navarria, ''Giovanni Verga'', Catania-Roma-Milano, "La Navicella", 1964
* Ragonese Gaetano, ''La lingua parlata dei "Promessi Sposi" e del Verga'', in "[[Belfagor (rivista)|Belfagor]]", III, 3, [[1948]]
* Aurelio Navarria, ''Annotazioni verghiane e pagine staccate'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, 1976
* Ragonese Gaetano, ''Interpretazione del Verga. Saggi e ricerche'', Palermo, Manfredi, [[1965]]
* Francesco Nicolosi, ''Il realismo nelle opere giovanili di Giovanni Verga'', Firenze-Messina, D'Anna, 1960
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Un secolo di bibliografia verghiana'', [[Padova]], Cedam, [[1960]]
* Francesco Nicolosi, ''Il Mastro don Gesualdo: dalla prima alla seconda redazione'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1967
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Ottocento inedito'', [[Roma]], Ciranna, [[1960]]
* Francesco Nicolosi, ''Questioni verghiane'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1969
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''La lingua di Verga'', [[Firenze]], Le Monnier, [[1961]]
* [[Ugo Ojetti]], ''Alla scoperta dei letterati'', Milano, Fratelli Bocca editori, 1899
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga'', [[Roma]], Ciranna, [[1967]]
* [[GinoEnrico Raya|Raya GinoPanzacchi]], ''GiovanniMorti Vergae viventi'', [[Roma]]Catania, CirannaGiannotta, [[1970]]1898
* [[Giuseppe Petronio]], ''Lettura di Mastro-don Gesualdo'', in ''Dall'illuminismo al verismo'', Palermo, Manfredi, 1962
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Bibliografia verghiana'', [[Roma]], Ciranna, [[1972]]
* ''Studi Verghiani'', a cura di L. Perroni, Palermo, Edizioni del Sud, 1929 (ristampati con il titolo ''Studi critici su Giovanni Verga'', Roma, Bibliotheca, 1934)
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Verga e il cinema'', [[Roma]], Herder, [[1984]]
* [[Leone Piccioni]], ''Per una storia dell'arte del Verga'', in ''Lettura leopardiana e altri saggi'', Firenze, Vallecchi, 1952
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Carteggio Verga-Capuana'', [[Roma]], Edizioni dell'Ateneo, [[1984]]
* [[Luigi Pirandello]], ''Giovanni Verga'', in ''Studi critici su Giovanni Verga''; poi in ''Saggi'', Milano, Mondadori, 1939 e in ''Saggi, poesie e scritti vari'', a cura di M. Lo Vecchio Musti, Milano, Mondadori, 1960
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Verga e i Treves'', [[Roma]], Herder, [[1986]]
* [[GinoPaolo Raya|Raya Gino]]Pullega, ''CarteggioLeggere Verga-Monleone'', [[Roma]]Bologna, HerderZanichelli, [[1987]]1975
* [[GinoGaetano Raya|Raya Gino]]Ragonese, ''Giovanni Verga. e gliStudio avvocaticritico'', [[Roma]], HerderMaglione, [[1988]]1931
* Gaetano Ragonese, ''La lingua parlata dei "Promessi Sposi" e del Verga'', in "[[Belfagor (rivista)|Belfagor]]", III, 3, 1948
* [[Gino Raya|Raya Gino]], ''Vita di Giovanni Verga'', [[Roma]], Herder, [[1990]]
* Gaetano Ragonese, ''Interpretazione del Verga. Saggi e ricerche'', Palermo, Manfredi, 1965
* [[Luigi Russo|Russo Luigi]], ''Giovanni Verga'', Napoli, Ricciardi, [[1920]]; nuova edizione, Bari, Laterza, [[1934]]; terza edizione ampliata [[1941]]; ultima edizione, [[1974]]
* [[Gino Raya]], ''Un secolo di bibliografia verghiana'', Padova, Cedam, 1960
* [[Luigi Russo|Russo Luigi]], Prefazione a G. V., Opere, Milano-Napoli, Ricciardi, [[1955]]
* Gino Raya, ''Ottocento inedito'', Roma, Ciranna, 1960
* [[Luigi Russo|Russo Luigi]], Profilo critico in ''I narratori (1850-1957)'', Milano-Messina, [[Principato Editore|Principato]], [[1958]]
* Gino Raya, ''La lingua di Verga'', Firenze, Le Monnier, 1961
* [[Luigi Russo|Russo Luigi]], ''Verga romanziere e novelliere'', Torino, Eri, [[1959]]
* Gino Raya, ''Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1967
* Santangelo Giorgio, ''Storia della critica verghiana'', Firenze, La Nuova Italia, [[1954]], ultima edizione [[1969]]
* Gino Raya, ''Giovanni Verga'', Roma, Ciranna, 1970
* [[Natalino Sapegno|Sapegno Natalino]], ''Appunti per un saggio sul Verga'', in "Risorgimento", I, 3, [[1945]]; poi in ''Ritratto di Manzoni e altri saggi'', Bari, Laterza, [[1961]]
* [[EdoardoGino Scarfoglio|Scarfoglio Edoardo]]Raya, ''Il libro di donBibliografia Chisciotteverghiana'', Roma, SommarugaCiranna, 18851972
* Gino Raya, ''Verga e il cinema'', Roma, Herder, 1984
* [[Leonardo Sciascia|Sciascia Leonardo]], ''I fatti di Bronte'', in ''Pirandello e la Sicilia'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, [[1961]]
* Gino Raya, ''Carteggio Verga-Capuana'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1984
* [[Leonardo Sciascia|Sciascia Leonardo]], ''Verga e la libertà'', in ''La corda pazza'', Torino, [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], [[1970]]
* Gino Raya, ''Verga e i Treves'', Roma, Herder, 1986
* [[Leonardo Sciascia|Sciascia Leonardo]], ''Giovanni Verga e la memoria'', in "Notiziario culturale italiano", Istituto italiano di cultura, [[Parigi]], XIV, 1, [[1973]]
* Gino Raya, ''Carteggio Verga-Monleone'', Roma, Herder, 1987
* Scuderi Ermanno, ''Interpretazioni verghiane'', [[Firenze]], La Nuova Italia, [[1937]]
* ScuderiGino ErmannoRaya, ''Verga e gli avvocati'', [[Catania]]Roma, CameneHerder, [[1950]]1988
* ScuderiGino ErmannoRaya, ''LaVita culturadi delGiovanni Verga'', [[Torino]]Roma, Bottega d'ErasmoHerder, [[1965]]1990
* [[Luigi Russo]], ''Giovanni Verga'', Napoli, Ricciardi, 1920; nuova edizione, Bari, Laterza, 1934; terza edizione ampliata 1941; ultima edizione, 1974
* Scuderi Ermanno, ''Verga: la condizione storica ed esistenziale, l'arte'', [[Catania]], Tringale. [[1976]]
* Luigi Russo, Prefazione a G. V., Opere, Milano-Napoli, Ricciardi, 1955
* Scuderi Ermanno, ''Interpretazioni verghiane ieri e oggi'', [[Catania]], Tringale, [[1979]]
* Luigi Russo, Profilo critico in ''I narratori (1850-1957)'', Milano-Messina, Principato, 1958
* Seroni Adriano, ''La Nedda nella storia dell'arte verghiana'', [[Lucca]], Lucentia, [[1950]]
* Luigi Russo, ''Verga romanziere e novelliere'', Torino, Eri, 1959
* Seroni Adriano, ''Studi verghiani'', in ''Nuove ragioni critiche'', Firenze, Vallecchi, [[1960]]
* SeroniGiorgio AdrianoSantangelo, ''Verga (antologiaStoria della critica verghiana''), [[Palermo]]Firenze, [[PalumboLa (editore)|Palumbo]]Nuova Italia, [[1960]]1954, ultima edizione 1969
* [[Natalino Sapegno]], ''Appunti per un saggio sul Verga'', in "Risorgimento", I, 3, 1945; poi in ''Ritratto di Manzoni e altri saggi'', Bari, Laterza, 1961
* Seroni Adriano, ''Da Dante a Verga'', [[Roma]], [[Editori Riuniti]], [[1972]]
* [[RenatoEdoardo Serra|Serra RenatoScarfoglio]], ''LeIl letterelibro di don Chisciotte'', Roma, BontempelliSommaruga, [[1914]] 1885
* [[Leonardo Sciascia]], ''I fatti di Bronte'', in ''Pirandello e la Sicilia'', Caltanissetta-Roma, Sciascia, 1961
* [[Leo Spitzer|Spitzer Leo]], ''L'originalità della narrazione nei "Malavoglia",'' in "Belfagor", XI, 1, [[1956]]
* Leonardo Sciascia, ''Verga e la libertà'', in ''La corda pazza'', Torino, Einaudi, 1970
* [[Francesco Torraca|Torraca Francesco]], ''Saggi e rassegne'', [[Livorno]], Vigo, [[1885]]
* [[FederigoLeonardo Tozzi|Tozzi Federigo]]Sciascia, ''Giovanni Verga e noila memoria'', in "IlNotiziario messaggeroculturale della domenicaitaliano", 17Istituto novembre [[1918]]; poi in ''Realtàitaliano di iericultura, e di oggi''Parigi, MilanoXIV, Alpes1, [[1928]]1973
* [[Riccardo Scrivano]], ''La narrativa di Verga'', Roma, Bulzoni, 1977
* [[Gaetano Trombatore|Trombatore Gaetano]], ''Mastro-don Gesualdo'', in "Ateneo veneto", luglio-agosto, [[1935]]; poi in ''Saggi critici'', Firenze, [[La Nuova Italia]], [[1950]]
* Ermanno Scuderi, ''Interpretazioni verghiane'', Firenze, La Nuova Italia, 1937
* [[Karl Vossler|Vossler Karl]], ''Letteratura italiana contemporanea'', Napoli, Ricciardi, [[1916]]
* Ermanno Scuderi, ''Verga'', Catania, Camene, 1950
* Ermanno Scuderi, ''La cultura del Verga'', Torino, Bottega d'Erasmo, 1965
* Ermanno Scuderi, ''Verga: la condizione storica ed esistenziale, l'arte'', Catania, Tringale. 1976
* Ermanno Scuderi, ''Interpretazioni verghiane ieri e oggi'', Catania, Tringale, 1979
* [[Adriano Seroni]], ''La Nedda nella storia dell'arte verghiana'', Lucca, Lucentia, 1950
* Adriano Seroni, ''Studi verghiani'', in ''Nuove ragioni critiche'', Firenze, Vallecchi, 1960
* Adriano Seroni, ''Verga (antologia della critica''), Palermo, Palumbo, 1960
* Adriano Seroni, ''Da Dante a Verga'', Roma, Editori Riuniti, 1972
* [[Renato Serra]], ''Le lettere'', Roma, Bontempelli, 1914
* [[Leo Spitzer]], ''L'originalità della narrazione nei "Malavoglia"'', in "Belfagor", XI, 1, 1956
* [[Francesco Torraca]], ''Saggi e rassegne'', Livorno, Vigo, 1885
* [[Federigo Tozzi]], ''Giovanni Verga e noi'', in "Il messaggero della domenica", 17 novembre 1918; poi in ''Realtà di ieri e di oggi'', Milano, Alpes, 1928
* [[Gaetano Trombatore]], ''Mastro-don Gesualdo'', in "Ateneo veneto", luglio-agosto, 1935; poi in ''Saggi critici'', Firenze, La Nuova Italia, 1950
* [[Karl Vossler]], ''Letteratura italiana contemporanea'', Napoli, Ricciardi, 1916
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |url= http://www.italialibri.net/autori/vergag.html |titolo= Giovanni Verga: vita e opere |editore= ItaliaLibri, Milano |data= 2006
|accesso= 20 settembre 2009 }}
* {{cita web |url= http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp?ID=3&IdSito=27 |titolo= Casa Museo Giovanni Verga |editore= Regione siciliana |accesso= 20 settembre 2009 }}
* {{cita web |autore=Giuseppe Bonghi |url=http://www.classicitaliani.it/verga/critica/Bonghi_Cronologia_verghiana.htm |titolo= Cronologia essenziale di Giovanni Verga |editore= Biblioteca dei Classici italiani |data= 9 aprile 2006 |accesso= 25 ottobre 2009}}
* {{cita web |url= http://www.interbooks.eu/poesia/ottocento/giovanniverga.html |titolo= Bibliografia e opere complete di Giovanni Verga |editore= www.interbooks.eu }}
* {{cita web |url= http://www.pirandelloweb.com/vergaweb/ |titolo= Vergaweb, sito amatoriale |data= 6 marzo 2009 |accesso= 20 settembre 2009 }}
* {{cita web |url= http://www.homolaicus.com/letteratura/verga2.htm |titolo= Vita di Giovanni Verga, poetica |accesso= 20 settembre 2009 }}
* [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT391.HTM Opere di Giovanni Verga]: testi con concordanze e liste di frequenza.
* {{Cita video|titolo=Giovanni Verga vita e opere|url=https://www.youtube.com/watch?v=R-aPgltEBlU|accesso=25 settembre 2016}}
* [http://digilander.libero.it/il_verga_giovanni/index.html Giovanni Verga]: l'archivio cronologico.
* [http://www.tesionline.com/intl/pdfpublicview.jsp?url=../__PDF/8020/8020p.pdf La trilogia catanese]: approfondimento generale.
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-verga_(Enciclopedia-Italiana)/ Attilio Momigliano, «VERGA, Giovanni» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 35, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937]. <small>URL consultato il 15-02-2015.</small>
 
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