Decimomannu: differenze tra le versioni
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{{F|centri abitati della Sardegna|Novembre 2017}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Decimomannu
|Nome ufficiale = {{it}}Decimomannu<br/>{{sc}}Deximumànnu
|Panorama = Foto_Aerea_Decimomannu_Ott_2019.jpg
|Didascalia =
|Bandiera = Decimomannu-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Sardegna
|Divisione amm grado 2 = Cagliari
|Amministratore locale =
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione =
|Mandato = 1
|Data istituzione =
|Altitudine = 10
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Assemini]], [[Decimoputzu]], [[San Sperate]], [[Uta (Italia)|Uta]], [[Villasor]], [[Villaspeciosa]]
|Zona sismica = 4
|Gradi giorno =
|Nome abitanti = {{it}}decimesi<br/>{{sc}}''deximesus''
|Patrono = [[sant'Antonio abate]], [[santa Greca]]
|Festivo = 17 gennaio
|
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Decimomannu (province of Cagliari, region Sardinia, Italy) - until 2016.svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Decimomannu nella città metropolitana di Cagliari
}}
'''Decimomannu''' (''Deximumannu'' o ''Dèximu Mannu'' in [[lingua sarda|sardo]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
== Geografia fisica ==
===Territorio===
''Decimomannu'' è sorto in una zona pianeggiante all'interno di un'ansa del fiume [[
Per la sua posizione [[Topografia|topografica]] ha sempre avuto una rilevante funzione itineraria: in epoca romana la famosa via che da Caralis conduceva a Sulcis, si biforcava a Mansum (oggi [[Elmas]]); un ramo proseguiva per Sextum ([[Sestu]]), Biora e Valenza (distrutte); l'altro ramo passava per Decimum proseguendo per Valeria, florida cittadina, e da lì per
== Origini del nome ==
Il toponimo Decimomannu ha origini romane, come attesta il suo nome che significa "a dieci miglia da [[Cagliari]]" (''Decimo ab urbe Karali miliario''). Nel corso dei secoli, pur rimanendo simile, è stato modificato più volte.
Su carte e documenti di epoche diverse, ritroviamo: ''Decimo, Decimo Mayore, Decimo Manu, Decimopoco, Decimo susu, Decimo Mayor, Decimum Magnum''. Il territorio di Decimo era molto più vasto di quello che occupa l'attuale comune e comprendeva anche comuni che ora hanno denominazioni diverse.
== Storia ==
===Preistoria e storia antica===
I primi stanziamenti umani nel territorio di Decimomannu si fanno risalire al [[neolitico]]-[[calcolitico]]. {{
Nel [[1879]] fu riportata alla luce, durante i lavori della stazione, una necropoli nella quale, in molte tombe, furono rinvenute monete puniche in bronzo di conio globulare.
L'abitato, come in altri esempi nel [[Campidano]], deve essersi formato in un tessuto originariamente costituito da un castrum militare che si è evoluto in seguito a diversi processi economici di sviluppo succedutisi col passare del tempo. Secondo
La più rilevante testimonianza del periodo romano è costituita da due ponti, la cui presenza ci conferma che Decimo, grazie alla sua posizione, aveva una grande importanza nel campo della comunicazione sin dal periodo della dominazione romana.
I resti di un ponte si trovano sul
Altra opera, notevole del periodo romano, era l'acquedotto che da [[Villamassargia]] portava l'acqua a Cagliari. Anche di questa opera non sono quasi rimaste tracce.
===Storia medievale e moderna===
Nel [[medioevo]] il paese appartenne al [[Giudicato di Cagliari]] e fu il capoluogo della [[Curatoria]] omonima. Molti [[Giudici di Cagliari|giudici]] fecero di Decimo la loro residenza. Con la distruzione di [[Santa Igia]] nel [[1258]], il territorio giudicale fu smembrato e la curatoria di Decimo fu assegnata a Ugolino e [[Gherardo della Gherardesca]] (dopo il [[1272]]-[[1282]] Decimo passò agli eredi di Gherardo).
Fece poi parte della Viscontea di [[Sanluri]] e, nel 1519, sotto gli Spagnoli, passò alla Baronia di [[Monastir (Italia)|Monastir]], restandovi fino al [[1839]], quando, ormai in epoca [[Storia della Sardegna sabauda|sabauda]], fu riscattata dagli ultimi feudatari, i Bou Crespi di [[Valdaura]].
Al periodo spagnolo risale il sarcofago di
===Storia contemporanea===
La guerra alla [[malaria]] fu sostenuta dall'ERLAAS ([[Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofelica in Sardegna]]) dal [[1946]] al [[1950]], con il contributo organizzativo della [[Fondazione Rockefeller]].
La campagna di disinfestazione fu condotta irrorando tutte le zone paludose, i rigagnoli, le pozzanghere, tutti i luoghi in cui potevano annidarsi le [[Culicidae|zanzare]] del tipo ''Anopheles Labranchiae'' e le loro larve con il [[Diclorodifeniltricloroetano|DDT]]. È stata un'impresa di enorme portata, dal momento che in Sardegna vi lavorarono per 4 anni ben 32000 persone. Da molte decine di migliaia di casi di malaria, nel [[1946]], si scese a quota zero nel [[1952]].
===
Lo stemma e il gonfalone del comune di Decimomannu sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 29 luglio 1993.<ref>{{cita web|titolo= Decimomannu, decreto 1993-07-29 DPR, concessione di stemma e gonfalone |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?1550 |accesso= 5 febbraio 2022 }}</ref>
{{citazione|[[Troncato]]: il primo, di rosso, al numero romano X d'oro; il secondo, d'oro, alla [[Terza (araldica)|terza]] in fascia, ondata, di azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Lo stemma è uno scudo troncato: nella parte superiore, su campo rosso, il numero romano X richiama la prima parte del nome del comune, mentre nella parte inferiore, su campo oro, una fascia ondata simboleggia il rio Mannu che bagna il paese.
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.decimomannu.ca.it/amministrazione/stemma-gonfalone/|titolo=Stemma e gonfalone|autore=Comune di Decimomannu|accesso=2022-02-05}}</ref>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di Sant'Antonio Abate
[[File:Chiesa di Sant'Antonio Abate Decimomannu.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Antonio Abate]]
La chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate risale al XVI secolo ed è in stile [[Gotico spagnolo|gotico-catalano]]. Nell'unica navata si innestano tre cappelle per lato: quelle a destra, originarie, hanno volte a crociera con nervature e gemme pendule, mentre quelle a sinistra, coperte a botte, sono più recenti e hanno subito rifacimenti. Attraverso un maestoso arco ad ogiva si accede al [[presbiterio]] dalla volta stellare. Di notevole rilievo sono i capitelli gotici dei pilastri sul lato destro della navata e il fonte battesimale del '700.
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Nel [[1922]] fu fatta una questua nel paese per raccogliere i fondi necessari per il restauro della chiesa. In quella occasione la facciata subì una trasformazione notevole: su di essa fu eretto un timpano triangolare sormontato da una croce, la finestra rettangolare sopra il portone fu sostituita da una apertura circolare e furono eliminati i sedili in pietra.
In successivi restauri fu aggiunta la bussola nella porta della chiesa e il pavimento, inizialmente di pietra, fu rifatto con pianelle di cemento bianche e nere; per avere più spazio, furono eliminati i due altarini collocati davanti ai primi pilastri della navata centrale (in uno vi era un quadro raffigurante ''[[Francesco di Paola|
Nel [[1931]], essendo aumentata la popolazione, si sentì l'esigenza di avere una chiesa più spaziosa: si resero comunicanti le cappelle di sinistra con porte ampie, seguendo lo stile delle medesime, e di fare archi ogivali tra le cappelle di destra, in modo da poter sfruttare tutto lo spazio. Nello stesso anno fu eliminata anche la scala in muratura all'interno del campanile, sostituita con una scala in legno che, passando vicino alla stanza dell'orologio, portava sopra questa, alle campane.
Nel [[1932]] furono decorate le cappelle laterali con dipinti eseguiti dal pittore Peppino Scano e da suo figlio e l'anno successivo furono riparati e ridipinti soffitto, porte e confessionali, in quanto era attesa la [[visita pastorale]] dell'
Nel [[1938]] fu realizzato l'impianto di illuminazione elettrica e fu collocato un cancelletto in ferro a chiudere le due balaustre che delimitavano il [[presbiterio]]. In un successivo intervento effettuato negli anni '50 venne riparata e modificata la facciata, prolungando lo spiovente destro della navata centrale anche sulla stanza accanto alla chiesa (sede dell'ufficio parrocchiale) e rivestendo il tutto, compreso il campanile, con lastroni di marmo. L'effetto estetico non era gradevole: la chiesa assunse l'aspetto di un capannone.
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Nel [[1993]] viene restaurato il campanile e riportato all'antica bellezza: i lastroni di rivestimento vengono rimossi e le finestre ad arco, chiuse probabilmente nel secolo scorso, riaperte. Si mette in evidenza la tecnica di costruzione: la solidità della struttura è dovuta alla presenza di robusti tiranti posti a due diverse altezze.
Nel mese di gennaio
==== Chiesa di Santa Greca ====
[[File:Santa Greca chiesa.png|miniatura|Chiesa di Santa Greca]]
Si ha notizia certa dell'esistenza a Decimo di una chiesa dedicata alla santa nel 1500, edificata su una più antica, non si sa di quale periodo (secondo Coroneo, dallo stile dovrebbe essere del XIII secolo), che aveva annesso un monastero di monache. Nel [[1777]] fu costruita una nuova chiesa su quella preesistente, della quale è rimasta solo l'abside, simile a quella nella forma e nelle strutture principali. Qualche anno dopo, nel [[1792]], furono edificati in marmo policromo l'altare ed il pulpito che si possono ammirare; l'autore era Giovanni Battista Franco marmoraro della valle d'Intelvi.
È in una bella posizione, a sud-ovest del paese, orientata, come si usava nell'antichità, con l'entrata principale a ponente e l'altare maggiore ad oriente. Ha subito modifiche in alcune parti esterne: nel [[1928]] fu demolito il campanile a vela che era situato al centro della facciata, costruito il timpano, ingrandita la finestra e costruito il campanile alto 18 metri.
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Nel [[1981]] si dovette intervenire in modo radicale su tutto l'edificio che presentava gravi lesioni agli archi e alle strutture portanti, per impedirne il crollo. Con l'interessamento dell'allora parroco, Raimondo Podda, e con la collaborazione dell'Amministrazione Comunale e della popolazione, si è riusciti ad ottenere dall'Assessorato ai Beni Culturali della [[Regione Sardegna]] i fondi necessari per un restauro completo.
Fondazioni, tetto, pavimento, intonaci, porte, finestre, impianto elettrico, lampadari: tutto è stato rinnovato riportando la chiesa alla sua struttura antica, quella del [[
Successivamente si è proceduto alla sistemazione dell'area antistante la chiesa: ora vi è un ampio sagrato pavimentato, interrotto da molte e grandi aiuole. In questo modo la chiesa rimane isolata dal traffico e dal rumore.
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=== Architetture civili ===
==== Ponte romano ====
[[File:Ponte romano di Bingia Manna.jpg|thumb|Ponte romano di Bingia Manna]]
Di notevole interesse è la presenza di un ponte romano attraversato dal rio Mannu, in località Bingia Manna, a sinistra della SS 130, all'altezza dell'odierno ponte.
Di questa antica costruzione, originariamente formata da 13 arcate, edificata in conci calcarei squadrati, oggi rimangono in piedi appena tre arcate; su una di esse è visibile quello che presumibilmente doveva essere un sarcofago in tufo calcareo, incastonato nella struttura della costruzione.
La misura complessiva di quanto ancora rimane è di m. 36,40. Secondo il Can. [[Giovanni Spano]], ai suoi tempi il ponte romano di Decimo era assai più bello di quello di [[Porto Torres]] che, insieme a quelli di [[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]] e di [[Gavoi]] erano gli unici ancora in piedi in [[Sardegna]]. Anche
Nel periodo compreso tra luglio [[1995]] e febbraio [[1996]] veniva effettuato il primo intervento di restauro e scavo archeologico. Durante quell'intervento, oltre agli urgenti lavori di restauro, vennero studiate le tecniche costruttive del ponte, di cui rimanevano ancora in piedi le prime tre arcate sul lato pertinente al territorio comunale di Decimomannu. L'uso di blocchi squadrati in calcare locale, perfettamente lavorati e combacianti tra loro, permette di datare l'opera tra la fine del [[I secolo a.C.]] e l'inizio del I secolo dell'era volgare.
Alcune strutture presso l'alveo del fiume facevano ipotizzare la sopravvivenza del piano stradale antico anche in questa zona. In occasione del nuovo cantiere, nel novembre [[1999]] veniva effettuato un saggio di scavo ai margini del rio Flumineddu, ormai a pieno regime d'acqua.
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=== Altro ===
==== Base
{{vedi anche|Aeroporto di Decimomannu}}
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{{Demografia/Decimomannu}}
===
Al 31 dicembre [[2019]] la popolazione straniera ammontava a 203 persone, pari al 2,5% della popolazione totale. Le nazionalità principali sono<ref>https://www.tuttitalia.it/sardegna/19-decimomannu/statistiche/cittadini-stranieri-2019/</ref>:
* [[Romania]] 47
* [[Nigeria]] 42
* [[Marocco]] 28
=== Lingue e dialetti ===
La variante del [[Lingua sarda|sardo]] parlata a Decimomannu è il [[Lingua sarda campidanese#Campidanese occidentale|campidanese occidentale]].
=== Tradizioni e folclore ===
==== Decimomannu e il culto di Santa Greca ====
Non è semplice spiegare chi era Santa Greca, perché si rischia di scambiare la leggenda per storia. Da circa 1700 anni è conosciuta, amata e venerata non solo dai decimesi ma dalla [[Sardegna]] intera.
Secondo la lapide funeraria che sovrasta la sua tomba, ritenuta autentica del IV o V secolo dell'era cristiana, quando morì era una ragazza di 20 anni, 2 mesi e 9 giorni. I suoi genitori erano probabilmente oriundi della [[Grecia]] o esiliati in [[Sardegna]] perché cristiani, e proprio per ricordo della patria lontana avrebbero chiamato questa loro figlia con il nome di Greca. La reliquia di santa Greca fu ritrovata nel 1633,anni di ritrovamenti di molte false reliquie, come risulta dai documenti e atti notarili.
La data esatta della nascita di Greca è inutile cercarla nel buio della storia. Tenendo però per buona la tradizione che pone il suo [[Martirio (cristianesimo)|martirio]] nella persecuzione di [[Diocleziano]] e [[Massimiano]] che raggiunse il suo culmine come estensione territoriale e come ferocia nel 304 d.C. Possiamo quindi dire che ci avviciniamo alla verità se diciamo che Santa Greca nacque nell'anno 284, il 12 ottobre.
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Decimomannu|Stazione di Decimomannu (1871)}}
[[File:Fabbricato Viaggiatori Stazione di Decimomannu Novembre 2019.jpg|thumb|La stazione ferroviaria di Decimomannu]]
Importante crocevia ferroviario sardo, il comune è dotato dal [[1871]] di una stazione ferroviaria (l'[[Stazione di Decimomannu (1871)|originaria]] è stata sostituita da un [[Stazione di Decimomannu|nuovo impianto]] nel [[1984]]) lungo la [[Dorsale Sarda]], da cui ha origine inoltre una [[ferrovia Decimomannu-Iglesias|ferrovia verso Iglesias]], entrambe gestite da [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]].
=== Mobilità urbana ===
I servizi di autolinee dell'[[ARST]] e del [[CTM (Cagliari)|CTM]] collegano Decimomannu con Cagliari e coi comuni limitrofi.
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Leonardo Dario Mele
|Inizio = 23 aprile 1995
|Fine = 29 novembre 1998
|Partito = [[lista civica]]
|Note = <ref name="95-98">{{Cita web|titolo=Comunali 23/04/1995|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=23/04/1995&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=170150&levsut3=3&lev3=150&lev2=17&ne2=17&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Eliseo Secci
|Inizio = 29 novembre 1998
|Fine = 25 maggio 2003
|Partito = [[lista civica|liste civiche]] di [[centro-destra]]
|Note = <ref name="98-03">{{Cita web|titolo=Comunali 29/11/1998|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=29/11/1998&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=170150&levsut3=3&lev3=150&lev2=17&ne2=17&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Leopoldo Trudu
|Inizio = 25 maggio 2003
|Fine = 15 giugno 2008
|Partito = [[lista civica]]
|Note = <ref name="03-08">{{Cita web|titolo=Comunali 25/05/200|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=25/05/2003&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=170150&levsut3=3&lev3=150&lev2=17&ne2=17&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Luigi Porceddu
|Inizio = 15 giugno 2008
|Fine = 26 maggio 2013
|Partito = [[lista civica]] "Cambiamo Insieme"
|Note = <ref name="08-13">{{Cita web|titolo=Comunali 15/06/2008|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=15/06/2008&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=170150&levsut3=3&lev3=150&lev2=17&ne2=17&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Anna Paola Marongiu
|Inizio = 27 maggio 2013
|Fine = 10 giugno 2018
|Partito = [[lista civica]] "Progetto X Decimo"
|Note = <ref name="13-18">{{Cita web|titolo=Comunali 26/05/2013|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?back=yes&tpel=G&dtel=26/05/2013&tpa=I&tpe=C&ms=S&es3=N&ne3=170150&levsut3=3&lev3=150&lev2=17&ne2=17&es2=S&levsut2=2&lev1=20&ne1=20&es1=S&levsut1=1&lev0=0&es0=S&levsut0=0&unipro=uni|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=16 agosto 2017}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Anna Paola Marongiu
|Inizio = 11 giugno 2018
|Fine = 29 maggio 2023
|Partito = [[lista civica]] "Progetto X Decimo 2.0"
|Note = <ref name="18-">{{Cita web|titolo=Comunali 10/06/2018|url=http://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20180610/scrutiniGI200170150|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=11 giugno 2018|dataarchivio=12 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180612141741/http://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20180610/scrutiniGI200170150|urlmorto=sì}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|Nome = Monica Cadeddu
|Inizio = 29 maggio 2023
|Fine = in carica
|Partito = [[lista civica]] "Nuova mente Decimo"
|Note = <ref name="23-">{{Cita web|titolo=Comunali 28 e 29 maggio 2023|url=https://elezioni.interno.gov.it/comunali/scrutini/20230528/scrutiniGI200170150|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=4 giugno 2023}}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
== Note ==
Riga 168 ⟶ 227:
==Bibliografia==
* {{cita libro|||Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna|2006|Carlo Delfino editore|Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589019|isbn=88-7138-430-X}}
* {{cita libro|1=|2=|3=Grande Enciclopedia della Sardegna|4=2007|5=Newton&ComptonEditori|6=Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|accesso=4 dicembre 2012|dataarchivio=11 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120611055129/http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|urlmorto=sì}}
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comunas.it/decimomannu/|La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna}}
{{
{{ParcoGeominerario}}
{{Controllo di autorità}}
| |||