George Armstrong Custer: differenze tra le versioni

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{{militare
{{vaglio|/2|arg=guerra|arg2=biografie}}
{{Infobox militare
|Nome = George Armstrong Custer
|Immagine = GilcreaseCuster -Bvt GeneralMG CusterGeo A 1865 LC-BH831-365-crop.jpg
|Didascalia = Custer con i gradi da maggior generale (brevetto) nel 1865
|Didascalia =
|Soprannome = "Armstrong", "Artie", "Autie", "FunnyThe Boy General", "Curly", "Yellow HairFunny", "The BoyHard GeneralAss", "Iron Butt", "HardRinglets", Ass"Yellow Hair", "RingletsSon of the Morning Star"
|Data_di_nascita = 5 dicembre [[1839]]
|Nato_a = [[New Rumley]], [[Ohio]]
|Data_di_morte = 25 giugno [[1876]]
|Morto_a = [[Little Bighorn]], [[Montana]]
|Cause_della_morte = caduto in combattimento
|Luogo_di_sepoltura = inizialmente sul campo di battaglia<br, />successivamente interrato nel [[West Point Cemetery]]
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica. -->
|Religione = <!-- solo se enciclopedica. -->
|Nazione_servita = [[File:Flag of the United States (1867–1877).svg|21px]] [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] <br/> [[File:Flag of the United States (1861-1863).svg|21px]] [[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]]
|Nazione_servita = {{USA}}
|Forza_armata = [[File:Flag of the United States Army.svg|21px]] [[United States Army]]<br />[[File:Flag of the United States of America (1863–1865).svg|21px]] [[Union Army]]
|Arma =
|Corpo = [[cavalleria]]
|Specialità = Cavalleria
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = [[1861]]–[[1876]]1861–1876
|Grado = [[Tenente colonnello]] <br/> (United States Army) <br/> [[Maggior generale]] <br/> (United States Volunteers)
|Grado =<nowiki></nowiki>
|Ferite =
* [[Tenente colonnello]] ([[United States Army|Esercito regolare]])
|Comandanti =
* [[Brevetto (militare)|Brevetto]] di [[maggior generale]] dei [[United States Volunteers|volontari]]
|Guerre = [[Guerra civile americana]] <br/> [[Guerre indiane]]
|Ferite =
|Campagne = [[Campagna di Gettysburg]] <br/> [[Campagna terrestre]] <br/> [[Campagna della Valle dello Shenandoah (1864)]] <br/> [[Campagna di Appomattox]]
|Comandanti = <nowiki></nowiki>
|Battaglie = [[Prima battaglia di Bull Run]] <br/> [[Battaglia di Antietam]] <br/> [[Battaglia di Chancellorsville]] <br/> [[Battaglia di Gettysburg]] <br/> [[Battaglia di Manassas Gap]] <br/> [[Battaglia del Wilderness]] <br/> [[Battaglia di Yellow Tavern]] <br/> [[Battaglia di Trevilian Station]] <br/> [[Battaglia di Guard Hill]] <br/> [[Terza battaglia di Winchester]] <br/> [[Battaglia di Cedar Creek]] <br/> [[Battaglia di Tom's Brook]] <br/> [[Assedio di Petersburg]] <br/> [[Battaglia del Washita]] <br/> [[Battaglia del Little Bighorn]]
* [[George B. McClellan]]
* [[Alfred Pleasonton]]
* [[Philip Sheridan]]
* [[Alfred Howe Terry]]
|Guerre = <nowiki></nowiki>
* [[Guerra di secessione americana]]
* [[Guerre indiane]]
|Campagne =<nowiki></nowiki>
* [[Campagna Peninsulare|Peninsulare]]
* [[Campagna di Gettysburg|Gettysburg]]
* [[Campagna Terrestre|Terrestre]]
* [[Campagna della Valle dello Shenandoah (1864)|Shenandah]]
|Battaglie = <nowiki></nowiki>
* [[Prima battaglia di Bull Run|Bull Run]]
* [[Battaglia di Antietam|Antietam]]
* [[Battaglia di Fredericksburg|Fredericksburg]]
* [[Battaglia di Chancellorsville|Chancellorsville]]
* [[Battaglia di Gettysburg|Gettysburg]]
* [[Battaglia del Wilderness|Wilderness]]
* [[Battaglia di Yellow Tavern|Yellow Tavern]]
* [[Battaglia di Opequon|Opequon]] (Terza Winchester)
* [[Battaglia di Fisher's Hill|Fisher's Hill]]
* [[Battaglia di Five Forks|Five Forks]]
* [[Battaglia del fiume Washita|fiume Washita]]
* [[Battaglia del Little Bighorn|Little Bighorn]]
|Comandante_di = [[Michigan Brigade]]<br />3rd Cavalry Division<br />2nd Cavalry Division<br />[[7th Cavalry Regiment|7th U.S. Cavalry]]
|Decorazioni =
|Studi_militari = Accademia[[United diStates WestMilitary PointAcademy]]
|Pubblicazioni = George Armstrong Custer (ed. 1991), La mia vita nelle Pianure. Esperienze personali tra gli indiani Milano, Mursia, ISBN 88-425-1078-5
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = ''The Harper Encyclopedia of Military Biography''<ref>{{cita libroCita|autore=Trevor Nevitt Dupuy, Curte Johnson e David L|pp. Bongard|titolo=The Harper Encyclopedia of Military Biography|anno= 1995|editore=Castle Book|isbn=0-7858-0437-4|pp=204-205}}.</ref>
}}
{{Bio
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|GiornoMeseMorte = 25 giugno
|AnnoMorte = 1876
|Epoca = 1800
|Attività = militare
|Nazionalità = statunitense
}}
}} Fu [[Ufficiale (forze armate)|ufficiale]] dell'[[United States Army|Esercito degli Stati Uniti]] e comandante di reparti di [[cavalleria]] durante la [[guerra di secessione americana]] e le [[guerre indiane]]. Cresciuto nel [[Michigan]] e nell'[[Ohio]], Custer venne ammesso a [[United States Military Academy|West Point]] nel 1857 dove si diplomò, ultimo della sua classe, nel 1861. Allo scoppio della guerra civile americana venne chiamato a servire nell'esercito dell'[[Unione (guerra di secessione americana)|Unione]].
 
Fu [[Ufficiale (forze armate)|ufficiale]] dell'[[United States Army|esercito degli Stati Uniti d'America]] e comandante di reparti di [[cavalleria]] durante la [[guerra civile americana]] e le [[guerre indiane]]. Cresciuto nel [[Michigan]] e nell'[[Ohio]], Custer venne ammesso a [[United States Military Academy|West Point]] nel 1857 dove si diplomò nel 1861 come ultimo della sua classe. Allo scoppio della guerra civile statunitense venne chiamato a servire nell'esercito dell'[[Unione (guerra civile americana)|Unione]]. Durante la guerra civile si guadagnò una buona reputazione ede il suo battesimo del fuoco avvenne nella [[prima battaglia di Bull Run]] del 21 giugnoluglio [[1861]]. I suoi rapporti con alcuni importanti ufficiali favorirono la sua carriera, così come la sua capacitàdeterminazione dinel comando di reparti di cavalleria. Venne promosso capitano nel [[1864]] ede ottenne il rango temporaneo (brevet) ([[brevetto (militare)|brevetto]] (rango temporaneo) di [[maggior generale]] neldei 1865volontari pernel riprendere il grado di capitano al termine del conflitto1865. Alla conclusione della [[campagna di Appomattox]], nella quale le sue truppe giocarono un ruolo decisivo, Custer fu presente alla resa del generale [[Robert Edward Lee|Robert E. Lee]] nelle mani del generale [[Ulysses S. Grant]] il 9 aprile [[1865]].
 
Dopo la guerra di secessione ("la grande ribellione" scrisse nella sua autobiografia) Custer mantenne il grado "brevet"brevetto di maggior generale dei volontari fino al loro congedo definitivo nel 1866. Riassunto il grado di capitano che per progressione di carriera gli spettava, venne promosso [[tenente colonnello]] del [[7th Cavalry Regiment]] nel luglio del 1866; l'anno successivo, nel 1867, vennefu invece destinato nell'ovest per prendere parte alle [[guerre indiane]]. CusterIl 27 novembre 1868 si rese responsabile del [[Battaglia del Washita|massacro del Washita]], iviai compresidanni di un accampamento di indiani [[Cheyenne]]. Custer, due suoi fratelli, e tuttigran gliparte degli uomini del 7º Cavalleriacavalleria appartenenti alla colonna da lui capeggiata furono uccisi il 25 giugno [[1876]] nella [[battaglia del Little Bighorn]], combattuta contro una coalizione di tribù [[Nativi americani degli Stati Uniti d'America|native]]. La battaglia divenne popolarmente nota, nella storia statunitense, come "''Custer's Last Stand'' ("L'ultima resistenza di Custer").
 
Benché colloquialmente e popolarmente indicato come "generale", di fatto Custer non raggiunse mai questo grado effettivoin forma effettiva, bensì solo come "brevet"brevetto, ovvero gradiun temporaneigrado concessi,temporaneo campagne durante,concesso per l'assolvimento di specifici incarichi o per la durata di una campagna o di una sola missione.
 
== Biografia ==
{{dx|[[File:George-a-custer west-point.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Il cadetto George Armstrong Custer nel 1859 all'[[United States Military Academy|Accademia Militare di West Point]]]]}}
[[File:Custer Portrait Restored.jpg|thumb|left|Custer nel 1865 con i gradi da Major General "brevet"]]
Gli antenati di Custer, Paulus e Gertrude Küster (in seguito [[Lingua inglese|anglofonizzato]] in ''Custer''), immigrarono negli Stati Uniti d'America nel 1693 provenienti dalla [[Renania]]<ref>{{Cita|Wert|p. 15}}.</ref><ref>{{Cita|Connell|p. 352}}.</ref>.
 
George Armstrong nacque a [[New Rumley]], nell'[[Ohio]], il 5 dicembre 1839, da Emmanuel Henry Custer (1806-1892), fabbro, e dalla sua seconda moglie Marie Ward Kirkpatrick (1807-1882)<ref group="N">I "Custer" secondo il 7º censimento della popolazione degli Stati Uniti d'America del 1º giugno 1850. Si trattò del primo censimento in cui, oltre ai capi-famiglia, vennero censiti tutti i membri di ciascuna compagine, schiavi compresi (che risultarono essere oltre 3 milioni, su una popolazione complessiva di circa 23.200.000 unità).</ref>. Il nome fu scelto dalla madre in onore di un [[Pastore (religione)|pastore protestante]] nella speranza che seguisse la carriera ecclesiastica.
[[File:ThomasCuster.jpg|thumb|right|ThomasCuster]]
 
Gli antenati di Custer, Paulus e Gertrude ''Küster'' (in seguito [[Lingua inglese|anglofonizzato]] in ''Custer''), immigrarono negli Stati Uniti nel 1693 provenienti dalla [[Renania]]<ref>{{Cita|Wert|p. 15}}.</ref><ref>{{Cita|Connell|p. 352}}.</ref>. George Armstrong, così chiamato dalla madre in onore di un [[Pastore (religione)|pastore]] con la speranza che seguisse la carriera ecclesiastica, nacque a [[New Rumley]], nell'[[Ohio]], il 5 dicembre 1839, da Emmanuel Henry Custer (1806-1892), fabbro, e da Marie Ward Kirkpatrick (1807-1882)<ref group="N">I "Custer" secondo il 7° censimento della popolazione degli Stati Uniti del 1º giugno 1850. Si trattò del primo censimento in cui, oltre ai capi-famiglia, vennero censiti tutti i membri di ciascuna compagine, schiavi compresi (che risultarono essere oltre 3 milioni, su una popolazione complessiva di circa 23 milioni e 200 mila unità).</ref>, seconda moglie del padre. Custer crebbe in una famiglia molto numerosa; il padre, infatti, da un primo matrimonio aveva avuto tre figli e dal matrimonio con la vedova Ward (che a sua volta ne aveva altri tre) ne ebbe altri cinque (George, Nevin, [[Thomas Custer|Thomas]] detto Tom<ref group="N">Thomas Custer (1845-1876), fratello minore di George, partecipò dapprima come soldato semplice alla guerra di secessione durante la quale ottenne i gradi "brevet"brevetti di capitano, maggiore e tenente colonnello. Gli furono conferite due Medagliemedaglie d'Onoreonore, la più alta ricompensa al valor militare degli Stati Uniti d'America, per atti di eroismo; fu il primo soldato ad ottenere il duplice riconoscimento ed uno dei quattro che lo ottennero durante la guerra di secessione. Nel 1866, durante le guerre indiane, venne promosso sottotenente ed aggregato al 7º Cavalleria comandato dal fratello George. Promosso capitano, e comandante della Compagnia "C", divenne aiutante di campo del fratello durante la campagna e morì nella battaglia di Little Big Horn.</ref>, [[Boston Custer|Boston]]<ref group="N">Boston Custer (1848-1876), fratello minore di George, pur avendo iniziato la carriera militare la lasciò ben presto per la carente salute. Seguì tuttavia il fratello ed il 7º Cavalleria come addetto ai rifornimenti. Dello stesso convoglio di salmerie faceva parte anche il nipote diciottenne di Custer, Henry Armstrong Reed "Autie" (1858-1876). Ricevuta la richiesta di George di ulteriori munizionamenti, i due lasciarono il convoglio e raggiunsero la colonna poco prima dell'attacco al villaggio indiano nel corso del quale entrambi persero la vita.</ref> e Margareth). Tom e Boston, come il marito di Margareth, James Calhoun<ref group="N">James Calhoun (1845-1876), cognato di Custer, al termine della guerra di secessione aveva raggiunto il grado di sergente. Nel 1864 si arruolò nuovamente come secondo sottotenente dell'esercito. Dopo il matrimonio con la sorella di George Armstrong Custer, Margareth, nel 1870, venne assegnato come sottotenente alla Compagnia "C" del 7º Cavalleria. Un altro suo cognato, Myles Moylan (1838-1909) marito della sorella Charlotte, faceva parte come capitano della colonna comandata dal maggiore Reno che non prese parte al combattimento principale di Little Big Horn.</ref>, morirono poi nella [[battaglia del Little Bighorn]] insieme a George Armstrong<ref name="cita-Panzeri-p39">Jefferson{{Cita|Panzeri|p. County Library History Rescue, ''The Story of the Calhoun Family and General Armstrong Custer''39}}.</ref>.
 
Nel 1849 laLa sorellastra, Lydia Ann Kirkpatrick, nel 1849 sposò tale David Reed trasferendosi nella città di quest'ultimo, [[Monroe (Contea di Monroe, Michigan)|Monroe]] ([[Michigan]]), ad oltre 320 chilometri da New Rumley; il giovane George Armstrong accompagnò la sorellastra quale legame affettivo con la famiglia d'origine<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 3}}.</ref>.
 
=== La carriera militare: West Point ===
[[File:GACuster.jpg|thumb|left|George Armstrong Custer in abiti civili, nel 1876 poco prima della sua morte]]
Nel 1857, su raccomandazione<ref group="N">La lettera di raccomandazione del deputato Bingham al segretario della guerra, [[Jefferson Davis]], reca la data del 18 novembre 1856 ed è conservata negli Archivi Nazionali degli Stati Uniti d'America.</ref> del deputato [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicano]] John Bingham e nonostante la famiglia fosse notoriamente di "fede" [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratica]]<ref name="cita-Stefanon-pp4-5">{{Cita|Stefanon|pp. 4-5}}.</ref><ref group="N">Nella sua lettera al deputato Bingham, il giovane Custer ebbe a scrivere tra l'altro di essere certo che: «...non faccia alcuna differenza per l'onorevole, se fosse un ragazzo whig o democratico, ma che, ciononostante, desiderava specificare chiaramente di essere un ragazzo democratico...».</ref>, George Armstrong Custer fu ammesso all'[[United States Military Academy|Accademia Militare degli Stati Uniti d'America]] di [[West Point (New York)|West Point]]. Di carattere testardo, ribelle, orgoglioso, permaloso, scarso amante dello studio, in pochi mesi raggiunse tante e tali note di demerito da rischiare l'espulsione, evitata, anche in questo caso, per intervento del deputato Bingham<ref name="cita-Stefanon-pp4-5"/>. Uniche materie in cui eccelse erano quelle pratiche: [[scherma]], tiro con la pistola, [[equitazione]]. Durante una licenza a Monroe conobbe [[Elizabeth Bacon Custer|Elizabeth Clift Bacon]] (1842-1933), soprannominata "Libbie", che successivamente sposò<ref>L'incontro avvenne presso il Boyd's Seminary il quarto giovedì di novembre, [[Giorno del ringraziamento]]; {{Cita|Stefanon|p. 23}}.</ref>.
Custer sposò nel 1864 Elizabeth Bacon. La stessa, così descrive il marito all'età di 34 anni, nel 1873:
 
==== Vicende matricolari: promozioni e incarichi ====
{{Citazione|''...alto 1,78 pesava circa 75 chili, i suoi occhi erano azzurri e con lo sguardo profondo, i suoi capelli corti ondulati e del colore dell'oro. I suoi baffi erano lunghi, folti ed ambrati, il colore della sua carnagione era vivo...''}}
[[File:Gilcrease - General Custer.jpg|alt=|miniatura|Ritratto di George Armstrong Custer]]
Le promozioni e gli incarichi sotto riportati comprendono anche i gradi temporanei ("brevetto") assunti in occasione di particolari situazioni e che valevano solo fino al raggiungimento dell'obiettivo o al termine delle operazioni per cui furono concessi<ref>''George Armstrong Custer: West Point Class of June 24, 1861'' in ''Cullum's Register'', Vol II, pp. 837-840.</ref>:
* 1º luglio 1857 - 24 giugno 1861: Cadetto presso l'Accademia Militare di West Point;
* 24 giugno 1861: sottotenente, assegnato al 2º Cavalleria; partecipa alla [[guerra di secessione]]; alla [[Prima battaglia di Bull Run|battaglia di Bull Run]]; alla difesa di [[Washington]];
* 5 giugno 1862: brevetto di capitano di stato maggiore e aiutante di campo del generale [[Alfred Pleasonton]];
* 17 luglio 1862: tenente, 5º Cavalleria in Yorktown; partecipa alle battaglie di South Mountain, Antietam e alla campagna di Rappahannock (armata del Potomac);
* 29 giugno 1863: generale di brigata dei volontari degli Stati Uniti d'America;
* 3 luglio 1863: brevetto di maggiore (per la [[battaglia di Gettysburg]]); comandante di brigata di cavalleria dell'armata del Potomac nella campagna di Richmond; partecipa alla battaglia di Wilderness;
* 8 maggio 1864: capitano, 5º Cavalleria; partecipa alla battaglia di Yellow Tavern;
* 11 maggio 1864: brevetto di tenente colonnello (per la [[battaglia di Yellow Tavern]]); partecipa alle battaglie di Hawes's Shop, Cold Harbor, Trevillian Station, Opequan;
* 19 settembre 1864: brevetto di colonnello (per la [[terza battaglia di Winchester|battaglia di Winchester]] e [[battaglia di Fisher's Hill|Fisher's Hill]]);
* 19 ottobre 1864: brevetto di generale di divisione dei volontari degli Stati Uniti d'America (per la battaglia di Wichester e Fisher Hill); partecipa ai combattimenti di Waynesborough;
* 13 marzo 1865: brevetto di generale di brigata (per la [[battaglia di Five Forks]]);
* 13 marzo 1865: brevetto di generale di divisione; comandante di una divisione di cavalleria; partecipa alle battaglie di Dinwiddie, Five Forks, Sailor's Creek;
* 15 aprile 1865: generale di divisione dei volontari degli Stati Uniti d'America fino allo scioglimento del reparto il 1º febbraio 1866;
* 28 luglio 1866: tenente colonnello, 7º Cavalleria fino alla morte nella battaglia di Little Big Horn del 25 giugno 1876.
 
==== Tabella delle insegne di grado e date di promozione ====
Tra il gennaio del 1872 e l'ottobre del 1874 Custer scrisse una serie di articoli, sulle sue esperienze, per la rivista ''Galaxy'' successivamente raccolti e pubblicati nel 1874 con il titolo ''My Life on the Plains'' (traduzione in italiano ''[[La mia vita nelle grandi pianure]]'').
{| class="wikitable"
|+
! Insegna !! Grado !! Data !! Organizzazione
|-
|nessuna || Cadetto (''cadet'') || 1º luglio 1857 || [[United States Military Academy|Accademia Militare di West Point]]
|-
|[[File:Union army 2nd lt rank insignia.jpg|75px]] || Sottotenente (''second lieutenant'') || 24 giugno 1861 || Regular Army (Esercito regolare)
|-
|[[File:Union army cpt rank insignia.jpg|75px]] || Capitano (Captain) || 5 giugno 1862 || [[brevetto (militare)|grado brevet (brevetto)]] come ufficiale di stato maggiore aiutante di campo
|-
|[[File:Union army 1st lt rank insignia.jpg|75px]] || Tenente (''first lieutenant'') || 17 luglio 1862 || Regular Army (Esercito regolare)
|-
|[[File:Union army brig gen rank insignia.jpg|75px]] || Generale di brigata (''brigadier general'') || 29 giugno 1863 || Volontari degli Stati Uniti
|-
|[[File:Union army maj rank insignia.jpg|75px]] || Maggiore (''major'') || 3 luglio 1863 || grado ''brevet'' per la battaglia di Gettysburg
|-
|[[File:Union army cpt rank insignia.jpg|75px]] || Capitano (''captain'') || 8 maggio 1864 || Regular Army (Esercito regolare)
|-
|[[File:Union Army LTC rank insignia.png|75px]] || Tenente colonnello (''lieutenant colonel'') || 11 maggio 1864 || grado ''brevet'' per le battaglie di Yellow Tavern
|-
|[[File:Union Army colonel rank insignia.png|bordo|75px]] || Colonnello (''colonel'') || 19 settembre 1864 || grado ''brevet'' per la battaglia di Winchester e Fisher Hill
|-
|[[File:Union army brig gen rank insignia.jpg|75px]] || Generale di brigata (''brigadier general'') || 13 marzo 1865 || Regular Army (Esercito regolare)
|-
|[[File:Union army maj gen rank insignia.jpg|75px]] || Generale di divisione (''major general'') || 13 marzo 1865 || grado ''brevet'' per le battaglie di Five Forks, Dinwiddie e Sailor's Creek
|-
|[[File:Union army maj gen rank insignia.jpg|75px]] || Generale di divisione (''major general'') || 15 aprile 1865 || Volontari degli Stati Uniti (fino allo scioglimento del reparto)
|-
|[[File:Union Army LTC rank insignia.png|75px]] || Tenente colonnello (''lieutenant colonel'') || 28 luglio 1866 || grado effettivo Regular Army (Esercito regolare) nel 7º cavalleria che comanda alla battaglia di Little Big Horn
|}
 
=== La guerra di secessione ===
Secondo notizie riportate dal capitano Frederick Benteen<ref group="N">Frederick Benteen (1834-1898), ufficiale durante la guerra civile americana e nelle successive guerre indiane (nel corso delle quali funse anche da capo degli scouts nativi), fu il comandante del battaglione che comprendeva le compagnie D, H e K che non presero tuttavia parte alla battaglia di Little Big Horn perché impegnate, per ordine dello stesso Custer, a caricare le munizioni da far pervenire ai reparti in previsione dell'attacco</ref> nonché dal capo degli scout Ben Clark e dalla tradizione orale degli [[Cheyenne (popolazione)|Cheyenne]], nel 1868, dopo la [[battaglia del Washita]], Custer ebbe una relazione con Mo-nah-se-tah ("Erba di Primavera"), figlia del capo Cheyenne Hō-hăn-ĭ-no-o′ ("Piccola Roccia"), da cui sarebbe nato un figlio<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 107}}.</ref>. La narrazione Cheyenne vuole che dalla relazione nascesse anche un secondo figlio alla fine del 1869, tuttavia alcuni studiosi statunitensi<ref>{{Cita|Wert|p. 107}}.</ref> ritengono che Custer fosse sterile a seguito di una malattia venerea contratta durante il periodo a West Point e che il padre, in realtà, fosse suo fratello Thomas<ref>Gail-Kelly Custer (dichiaratamente figlia del secondo figlio di Mo-na-se-tah), ''Princess Monahsetah: The Concealed Wife of General Custer'', 2007, Trafford Publishing.</ref>.
{{vedi anche|Presidenza di Abraham Lincoln}}
Allo scoppio della [[guerra civile americana|guerra civile]], la classe di Custer, il cui corso sarebbe dovuto durare 5 anni, venne diplomata con un anno di anticipo nel 1861 per fornire ufficiali alle truppe nordiste; in origine facevano parte del corso di Custer 68 cadetti, ridotti a 57 a causa di espulsioni o di dimissioni volontarie e nel 1860 a 34 per le dimissioni degli allievi provenienti dagli Stati del Sud<ref>{{Cita|Stefanon|p. 9}}.</ref>. Classificatosi ultimo del suo corso (34º su 34 con un ammontare record, per West Point, di 726 note di demerito<ref name="e196">{{Cita|Eicher e Eicher|p. 196}}.</ref>), Custer fu assegnato con il grado di [[sottotenente]] al 2º Cavalleria, Compagnia "G", di stanza a [[Washington]]<ref>{{Cita|Stefanon|p. 11}}.</ref><ref group="N">Custer raggiunse il reparto di assegnazione il 15 luglio, con 15 giorni di ritardo rispetto ai suoi pari corso e pari grado essendo stato sottoposto, prima della partenza, a procedimento disciplinare per non essere intervenuto, quale ufficiale di servizio, a sedare una rissa scoppiata tra cadetti non ancora promossi.</ref>, ed ebbe il battesimo del fuoco il 21 luglio 1861 nella [[prima battaglia di Bull Run]].
 
Nel 1862, destinato al 5º Reggimento cavalleria, Custer partecipò all'[[assedio di Yorktown]], dal 5 aprile al 4 maggio, ed entrò a far parte dello [[stato maggiore]] del [[maggior generale]] [[George B. McClellan]], comandante dell'unità più grande dell'esercito nordista, l'[[Armata del Potomac]]. Nel giugno dello stesso anno, dopo un'azione nel corso della quale il suo reparto catturò 50 tra militari e ufficiali confederati, Custer fu promosso capitano dallo stesso McClellan, ma nel mese successivo, a causa della cattiva condotta delle operazioni<ref>{{Cita|Stefanon|p. 22}}.</ref>, il generale McClellan venne esonerato dal comando e sostituito dal generale [[Ambrose Burnside]]; Custer, che faceva parte dello stato maggiore, fu retrocesso al grado di tenente<ref>{{Cita|Tagg|p. 184}}.</ref>, posto in aspettativa e inviato in licenza, nel corso della quale si fidanzò con [[Elizabeth Bacon Custer|Elizabeth Bacon]]<ref>{{Cita|Stefanon|p. 23}}.</ref>.
=== La carriera militare: West Point ===
[[File:George Armstrong Custer and Elizabeth Bacon Custer -a-custer westBrady-pointHandy.jpg|thumbminiatura|leftsinistra|upright|Il cadetto George Armstrong Custer all'[[United States Military Academy|Accademiae MilitareElizabeth diBacon Westnel Point]]1864]]
 
Nel 1863 Custer fu trasferito, con il grado di [[tenente]], alle dipendenze di [[Alfred Pleasonton]], tenente colonnello "brevet" dell'Esercito Regolare ma Brigadier Generale comandante di una delle [[divisione (militare)|divisioni]] di [[cavalleria]] dell'Armata del Potomac. Alla fine di giugno, e due giorni prima della [[battaglia di Gettysburg]], il Brigadier Generale Pleasonton gli conferì il brevetto di Generale, ovvero un grado valido per il solo periodo di durata del conflitto, e lo assegnò al comando della [[brigata]] di cavalleria del Michigan con la quale Custer si distinse in vari interventi<ref>Marguerite Merrington, ''The Custer Story In Letters'', University of Nebraska Press, 1987.</ref>. In tale periodo Custer, inizio ad utilizzare capi di vestiario fuori ordinanza<!-- non conformi al regolamento sulle uniformi --> tra cui il fazzoletto da collo rosso che venne adottato dal suo reparto di cavalleria<ref group="N">{{Cita|Stefanon|p. 28}}, riporta la seguente notizia derivante da Lawrence A. Frost: «L'uniforme dei soldati a quei tempi era disordinata e senza alcuna pretesa. Custer cercò di riordinarla un po' abbassando il cocuzzolo del cappello e allargandone la tesa. Scartò la giacca a code della cavalleria e la sostituì con un giacchetto di velluto nero con calzoni dello stesso tipo. [...] per dare risalto al giacchetto vi fece applicare dei galloni d'oro che ne guarnivano le maniche fin sopra i gomiti. Utilizzando una camicia blu della marina, con il largo colletto, aveva reso evidente il proprio grado di generale di brigata facendo cucire una stelletta d'argento su ciascun angolo del colletto. Una larga cravatta rossa era annotata intorno al collo...».</ref>.
Nel 1857, su raccomandazione<ref group="N">La lettera di raccomandazione del deputato Bingham al segretario della guerra, [[Jefferson Davis]], reca la data del 18 novembre 1856 ed è conservata negli Archivi Nazionali degli Stati Uniti.</ref> del deputato [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicano]] John Bingham nonostante la famiglia fosse notoriamente di "fede" [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratica]]<ref>{{Cita|Stefanon 1992|pp. 4-5}}</ref><ref group="N">Nella sua lettera al deputato Bingham, il giovane Custer ebbe a scrivere tra l'altro di essere certo che: «...non faccia alcuna differenza per l'onorevole, se fosse un ragazzo whig o democratico, ma che, ciononostante, desiderava specificare chiaramente di essere un ragazzo democratico...»</ref>, George Armstrong Custer fu ammesso all'[[United States Military Academy|Accademia Militare degli Stati Uniti]] di [[West Point (New York)|West Point]]. Di carattere testardo, ribelle, orgoglioso, permaloso, scarso amante dello studio, in pochi mesi raggiunse tante e tali note di demerito da rischiare l'espulsione, evitata, anche in questo caso, per intervento del deputato Bingham<ref>{{Cita|Stefanon 1992|pp. 4-5}}</ref>. Uniche materie in cui eccelse erano quelle pratiche: [[scherma]], tiro con la pistola, [[equitazione]]. Durante una licenza a Monroe conobbe [[Elizabeth Cliff Bacon]] (1842-1933), soprannominata "Libbie", che successivamente sposò<ref>L'incontro avvenne presso il Boyd's Seminary il quarto giovedì di novembre, ''Thanksgiving Day'', [[Giorno del ringraziamento]]; {{Cita|Stefanon 1992|p. 23}}</ref>.
 
==== Promozioni e incarichi ====
Le promozioni e gli incarichi sotto riportati comprendono anche i "brevet", ovvero gradi temporanei assunti in occasione di particolari situazioni e che valevano solo fino al raggiungimento dell'obiettivo o al termine delle operazioni per cui furono concessi<ref> "George Armstrong Custer: West Point Class of June 24, 1861 • Cullum's Register". Vol II pp. 837-840 </ref>:
* 24 giugno 1861: sottotenente, 2º Cavalleria;
* 5 giugno 1862: capitano di stato maggiore "brevet" e aiutante di campo del generale [[Alfred Pleasonton]];
* 17 luglio 1862: tenente, 5º Cavalleria;
* 29 giugno 1863: generale di brigata dei volontari degli Stati Uniti;
* 3 luglio 1863: maggiore "brevet" (per la [[battaglia di Gettysburg]]);
* 8 maggio 1864: capitano, 5º Cavalleria;
* 11 maggio 1864: tenente colonnello "brevet" (per la [[battaglia di Yellow Tavern]]);
* 19 settembre 1864: colonnello "brevet" (per la [[prima battaglia di Wichester|battaglia di Wichester]] e [[battaglia di Fisher's Hill|Fisher Hill]]);
* 19 ottobre 1864: generale di divisione "brevet" dei volontari degli Stati Uniti (per la battaglia di Wichester e Fisher Hill);
* 13 marzo 1865: generale di brigata "brevet" (per la [[battaglia di Five Forks]]);
* 13 marzo 1865: generale di divisione "brevet";
* 15 aprile 1865: generale di divisione dei volontari degli Stati Uniti fino allo scioglimento del reparto il 1º febbraio 1866;
* 28 luglio 1866: tenente colonnello, 7º Cavalleria fino alla morte nella battaglia di Little Big Horn del 25 giugno 1876.
 
=== La guerra di secessione ===
Allo scoppio della [[guerra di secessione statunitense]], la classe di Custer, il cui naturale corso sarebbe durato 5 anni, venne diplomata con un anno di anticipo nel 1861 dovendo fornire ufficiali alle truppe nordiste; in origine facevano parte del corso di Custer 68 cadetti, ridotti a 57 a causa di espulsioni o di dimissioni volontarie e successivamente a 34 per le dimissioni, nel 1860, degli allievi provenienti dagli Stati del Sud<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p.9}}</ref>. Classificatosi ultimo del suo corso (34º su 34 con un ammontare record, per West Point, di 726 note di demerito<ref name="e196">{{Cita|Eicher e Eicher|p. 196}}.</ref>), Custer fu assegnato con il grado di [[sottotenente]] al 2º Cavalleria, Compagnia "G", di stanza a [[Washington D.C.]]<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 11}}</ref><ref group="N">Custer raggiunse il reparto di assegnazione il 15 luglio, con 15 giorni di ritardo rispetto ai suoi pari corso e pari grado essendo stato sottoposto, prima della partenza, a procedimento disciplinare per non essere intervenuto, quale ufficiale di servizio, a sedare una rissa scoppiata tra cadetti non ancora promossi.</ref>, ed ebbe il battesimo del fuoco il 21 luglio 1861 nella [[Battaglia di Bull Run (prima)|prima battaglia di Bull Run]]. Nel 1862, destinato al 5º Reggimento Cavalleria, Custer partecipò all'[[assedio di Yorktown]], dal 5 aprile al 4 maggio, ed entrò a far parte dello [[stato maggiore]] del [[maggior generale]] [[George B. McClellan]], comandante dell'unità più grande dell'esercito nordista, l'[[Armata del Potomac]]. Nel giugno dello stesso anno, dopo un'azione nel corso della quale il suo reparto catturò 50 tra militari e ufficiali confederati, Custer fu promosso capitano dallo stesso McClellan, ma nel mese successivo, a causa della cattiva condotta delle operazioni<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p.22}}</ref>, il generale McClellan venne esonerato dal comando e sostituito dal generale [[Ambrose Burnside]]; Custer, che faceva parte dello stato maggiore, fu retrocesso al grado di tenente<ref>{{Cita|Tagg 1988|p. 184}}</ref>, posto in aspettativa e inviato in licenza, nel corso della quale si fidanzò con Elizabeth Bacon<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p.23}}</ref>.
[[File:Custer4.jpg|thumb|right|Il [[Alfred Pleasonton|generale Pleasonton]] e il tenente Custer]]
 
il 9 febbraio 1864 Custer sposò [[Elizabeth Bacon Custer|Elizabeth Clift Bacon]], nonostante il padre di lei, il giudice Daniel Bacon di Monroe nel Michigan, osteggiasse il suo legame con George Armstrong non ritenuto per lignaggio degno della figlia, essendo figlio di un fabbro.
Nel 1863 Custer fu trasferito, con il grado di [[tenente]], alle dipendenze del tenente colonnello "brevet" [[Alfred Pleasonton]], comandante di una delle [[divisione (militare)|divisioni]] di [[cavalleria]] dell'Armata del Potomac. Alla fine di giugno, e due giorni prima della [[battaglia di Gettysburg]], il generale Pleasonton gli conferì il [[brevetto (militare)|brevetto]] di generale, ovvero un grado valido per il solo periodo di durata del conflitto, e lo assegnò al comando della [[brigata]] di cavalleria del Michigan con la quale si distinse in vari interventi<ref> Marguerite Merrington, ''The Custer Story In Letters'', University of Nebraska Press, 1987.</ref>. Risale a tale periodo l'inizio dell'uso, da parte di Custer, di capi di vestiario non conformi al regolamento sulle uniformi tra cui il fazzoletto da collo rosso che venne adottato dal suo reparto di cavalleria<ref group="N">{{Cita|Stefanon 1992|p. 28}}, riporta la seguente notizia derivante da Lawrence A. Frost: «L'uniforme dei soldati a quei tempi era disordinata e senza alcuna pretesa. Custer cercò di riordinarla un po' abbassando il cocuzzolo del cappello e allargandone la tesa. Scartò la giacca a code della cavalleria e la sostituì con un giacchetto di velluto nero con calzoni dello steso tipo. [...] per dare risalto al giacchetto vi fece applicare dei galloni d'ioro che ne guarnivano le maniche fin sopra i gomiti. Utilizzando una camicia blu della marina, con il largo coleltto, aveva reso evidente il proprio grado di generale di brigata facendo cucire una stelletta d'argento su ciascun angolo del colletto. Una larga cravatta rossa era annotata intorno al collo...»</ref>.
[[File:George Armstrong Custer and Elizabeth Bacon Custer - Brady-Handy.jpg|thumb|left|George Armstrong Custer e Elizabeth Bacon nel 1864 - Brady-Handy]]
 
La stessa, così descrive il marito all'età di 34 anni, nel 1873: «alto 1,78 pesava circa 75 chili, i suoi occhi erano azzurri e con lo sguardo profondo, i suoi capelli corti ondulati e del colore dell'oro. I suoi baffi erano lunghi, folti e ambrati, il colore della sua carnagione era vivo».
L'anno seguente, Custer sposò Elizabeth Clift Bacon il 9 febbraio 1864 nonostante il padre di Elizabeth, il giudice Daniel Bacon di Monroe nel Michigan, osteggiasse il suo legame con George Armstrong non ritenuto per lignaggio, essendo figlio di un fabbro, degno della figlia.
[[File:Custer Bvt MG Geo A 1865 LC-BH831-365-crop.jpg|thumb|Custer con i gradi da Maggior Generale "Brevet" nel 1865]]
 
[[File:Custer4.jpg|miniatura|Il [[Alfred Pleasonton|generale Pleasonton]] e il tenente Custer]]
La fama di Custer proseguì durante la guerra, che concluse con il grado di "[[Maggior generale|major general]] brevet" (un grado valido temporaneamente e concesso in occasione di eventi bellici che richiedevano effettivi assai più numerosi per la conduzione delle operazioni). Dal punto di vista eminentemente [[Tattica militare|tattico]], Custer non dimostrò particolare immaginazione nell'esecuzione degli attacchi, limitandosi a sfruttare quello che era il criterio di [[attacco frontale]] normalmente insegnato presso le scuole militari dell'epoca e giustificando così l'asserzione di un suo collega che dichiarò che era salito ai vertici della carriera militare «camminando sulla schiena dei suoi soldati caduti in battaglia»<ref>{{Cita|d'Aniello 1995|p. 28}}.</ref>.
La fama di Custer proseguì durante la guerra, che concluse con il grado di "[[Maggior generale|major general]] brevet" (un grado valido temporaneamente e concesso in occasione di eventi bellici che richiedevano effettivi assai più numerosi per la conduzione delle operazioni). Dal punto di vista eminentemente [[Tattica militare|tattico]], Custer non dimostrò particolare immaginazione nell'esecuzione degli attacchi, limitandosi a sfruttare quello che era il criterio di [[attacco frontale]] normalmente insegnato presso le scuole militari dell'epoca e giustificando così l'asserzione di un suo collega che dichiarò che era salito ai vertici della carriera militare «camminando sulla schiena dei suoi soldati caduti in battaglia»<ref name="cita-d-Aniello-p28">{{Cita|d'Aniello|p. 28}}.</ref>.
 
Spesso avventato, abituato ad attaccare sempre il nemico anche in condizioni di evidente inferiorità numerica, Custer ebbe di certo dalla sua una notevole fortuna: a Gettysburg la brigata comandata da Custer ebbe circa 300 caduti su una forza complessiva di 1700 unità<ref>Larry {{Cita|Tagg (1988) The Generals of Gettysburg. Savas Publishing. ISBN 1-882810-30-9. |p. 185}}.</ref><ref group="N"> A proposito di un tale alto numero di caduti, in un suo rapporto, citato da James Robbins (2006) in ''Last in their class: Custer, Pickett and the Goats of West Point'', p. 268, Custer ebbe a scrivere: «sfido gli annali di guerra a produrre una carica di cavalleria più brillante o vincente»).</ref>, nella [[battaglia del Wilderness]] cadde oltre un terzo degli effettivi, mentre alla [[battaglia di Appomattox]], l'ultima della guerra di secessione, solo la sua brigata subì gravissime perdite<ref>{{Cita| name="cita-d'-Aniello 1995|p. 28}}<-p28"/ref>. Tuttavia, di fronte alla manifesta inettitudine di altri generali nordisti, i giornali dell'epoca si appropriarono della figura di George Armstrong Custer, facendone l'eroe per eccellenza e coniando per lui il soprannome di «[[Gioacchino Murat|Murat]] americano» e, ancor più data la giovane età, di ''Boy General'' ("generale ragazzino").
 
=== Il comando del 7º Cavalleria ===
{{vedi anche|7th Cavalry Regiment}}
[[File:Pres andrew johnson.jpg|thumb|rightminiatura|Il Presidentepresidente [[Andrew Johnson]]]]
[[File:7thCav.JPG|miniatura|sinistra|Il fregio da berretto del 7º Cavalleria]]
Nel 1866 la [[presidenza di Andrew Johnson]] firmò una legge che ristrutturò profondamente l'esercito, trasformandolo, di fatto, in un organismo di polizia militare con compiti di controllo dell'ordine negli ex [[Confederazione degli Stati d'America|Stati confederati]] e nei territori dell'Ovest. A seguito di tale legge, tutti gli ufficiali con "brevet" temporaneo furono retrocessi al grado che per progressione di carriera loro competeva. Anche George Armstrong Custer, generale di brigata dei volontari, fu retrocesso al grado di [[capitano]], tanto che egli accarezzò l'idea di trasferirsi in [[Messico]], allettato dalla necessità dell'imperatore [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Austria]] di disporre di molti generali esperti per combattere i patrioti ribelli di [[Benito Juárez]].
 
Ad analoga "retrocessione" furono soggetti gli ufficiali confederati transitati nell'esercito degli Stati Uniti d'America; tale disagio si ripercosse, per ovvi motivi, sulla linea di comando, giacché ufficiali già esperti si trovarono a dover sottostare, di fatto, ad altri più giovani, spesso meno preparati e con minore esperienza sul campo.
[[File:7thCav.JPG|thumb|left|Il fregio da berretto del 7º Cavalleria]]
 
Contestualmente, dal febbraio 1866, Custer si assentò dal servizio<ref group="N">"George A. Custer • Cullum's Register • pp. 837-840. Il Cullum's Register è un documento ufficiale dell'Accademia di West Point che riporta, classe per classe, i nominativi dei cadetti che si sono susseguiti nei vari corsi dell'istituto indicandone, peraltro, la posizione in graduatoria dal 1818 al 1978, quando si decise di non più riportare le graduatorie finali. Il registro trae il suo nome da colui che lo istituì, il gen. [[George Washington Cullum]], classe d'accademia 1833 (3° del suo corso) e direttore della stessa dal 1864 al 1866.</ref> sondando la possibilità di trovare impiego civile a [[New York]] presso industrie ferroviarie o minerarie<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 39}}.</ref>. Nel maggio 1866, rientrato a Monroe a seguito della scomparsa del suocero, Custer considerò la possibilità di candidarsi per il [[Congresso degli Stati Uniti d'America]], prendendo parte a numerosi comizi ed eventi; nel settembre 1866 accompagnò il presidente Andrew Johnson in un viaggio elettorale in treno attraverso gli Stati, che si concluse nei pressi di Monroe quando Custer, colpito dalle frasi ingiuriose rivolte al presidente da abitanti del luogo, decise di rientrare nella sua cittadina<ref>{{Cita|Utley 2001|pp. 39-40}}.</ref>.
Nel 1866 il presidente [[Andrew Johnson]] firmò una legge che ristrutturò profondamente l'esercito trasformandolo, di fatto, in un organismo di polizia militare con compiti di controllo dell'ordine negli ex [[Confederazione degli Stati d'America|Stati confederati]] e nei territori dell'Ovest. A seguito di tale legge, tutti gli ufficiali con "brevet" temporaneo furono retrocessi al grado che per progressione di carriera loro competeva. Anche George Armstrong Custer, generale di brigata dei volontari, fu retrocesso al grado di [[capitano]], tanto che egli accarezzò l'idea di trasferirsi in [[Messico]], allettato dalla necessità dell'imperatore [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Austria]] di disporre di molti generali esperti per combattere i patrioti ribelli di [[Benito Juarez]].
 
Custer abbandonò il progetto di trasferirsi in Messico solo quando il generale [[Philip Henry Sheridan]], già suo comandante di divisione, lo assegnò al comando di un nuovo [[reggimento]] in via di formazione<ref group="N">Il 28 luglio 1866 il presidente Johnson firmò la legge che definiva forza e organizzazione degli Stati Uniti d'America per il tempo di pace. I reggimenti di fanteria salivano da 19 a 45 (con ferma di 3 anni), quelli di cavalleria da 6 a 10 (con ferma di 5 anni), quelli di artiglieria restavano in numero di 5. Per la fanteria, i reggimenti dal 38º al 41º erano costituiti da soldati di colore, dal 42º al 45º da veterani; per la cavalleria venivano istituiti nuovi reggimenti dal 7º al 10º. Di questi, gli ultimi due, 9° e 10°, erano costituiti da militari di colore.</ref><ref>{{Cita|Stefanon|pp. 71-72}}.</ref>. Si trattava del [[7th Cavalry Regiment|7º Cavalleria]], che si formò a [[Fort Riley]] ([[Kansas]]) tra l'agosto ed il settembre del 1866<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 41}}.</ref><ref>{{Cita|Stefanon|p. 74}}.</ref>. Custer assunse il comando del 7º il 3 novembre 1866 con il grado di [[tenente colonnello]], in sostituzione del [[colonnello]] Andrew Smith che era stato distaccato al quartier generale dell'esercito.
Ad analoga "retrocessione" furono soggetti gli ufficiali confederati transitati nell'esercito degli Stati Uniti; tale disagio si ripercosse, per ovvi motivi, sulla linea di comando giacché ufficiali già esperti si trovarono a dover sottostare, di fatto, ad altri più giovani, spesso meno preparati e con minore esperienza sul campo.
 
Entro la fine dell'anno, il 7º Cavalleria contò 800 uomini, tra cui moltissimi stranieri (si calcola che l'incidenza di stranieri, [[Polonia|polacchi]], [[italia]]ni, messicani, [[Germania|tedeschi]], [[Inghilterra|inglesi]], [[Irlanda|irlandesi]], fosse all'epoca, nell'esercito degli Stati Uniti, del 70%), cui si era intanto aggiunto il capitano Thomas "Tom" Custer, fratello di George<ref name="cita-d-Aniello-p31">{{Cita|d'Aniello|p. 31}}.</ref>. La paga era molto scarsa (13 $ al mese per un soldato, 15 $ per un [[caporale]], 22 $ per un [[sergente]], che salivano a 34 $ se con molti anni di servizio e sposato<ref name="cita-d-Aniello-p31"/>), l'armamento quanto mai eterogeneo<ref group="N">Nel giugno 1867 il 7º Cavalleria disponeva di: 119 carabine Spencer cal. 52; 369 carabine Spencer cal. 50; 70 fucili Sharp cal. 50; 492 carabine cal 45 e altre armi di calibro e marca vari. Il differente calibro e la differente marca comportavano anche la differenziazione del relativo munizionamento, con notevole difficoltà di approvvigionamento specie in zona di combattimento. L'opera di standardizzazione delle armi porterà l'armamento del 7°, nel 1874, a poter disporre di: 736 carabine Spriengfield cal. 45 e 201 fucili Sharp cal. 50.</ref> e l'addestramento altrettanto scarso, anche per la difficoltà di trasmissione degli ordini a causa delle differenti lingue parlate<ref>{{Cita|Stefanon|p. 75}}.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 40-41}}.</ref>. Le punizioni erano molto severe (dalla camera di punizione alla marcia con lo zaino carico di sassi sotto il sole, alla [[fustigazione]], alla legatura a terra sotto il sole, alla [[fucilazione]]) e anche in questo Custer si distinse per severità, pur avendo il pregio di dare l'esempio, sottoponendosi assieme ai suoi uomini alle medesime esercitazioni e alle marce più dure<ref group="N">Per questa intransigenza, e per la capacità di restare a cavallo per molto tempo, venne soprannominato, dai suoi soldati ''Iron Butt'', letteralmente "Culo di Ferro".</ref>.
Contestualmente, dal febbraio 1866, Custer si assentò dal servizio<ref group="N">"George A. Custer • Cullum's Register • pp. 837-840. Il Cullum's Register è un documento ufficiale dell'Accademia di West Point che riporta, classe per classe, i nominativi dei cadetti che si sono susseguiti nei vari corsi dell'istituto indicandone, peraltro, la posizione in graduatoria dal 1818 al 1978, quando si decise di non più riportare le graduatorie finali. Il registro trae il suo nome da colui che lo istituì, il Gen. [[George Washington Cullum]], classe d'accademia 1833 (3° del suo corso) e direttore della stessa dal 1864 al 1866.</ref> sondando la possibilità di trovare impiego civile a [[New York]] presso industrie ferroviarie o minerarie<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 39}}.</ref>. Nel maggio 1866, rientrato a Monroe a seguito della scomparsa del padre, Custer considerò la possibilità di candidarsi per il [[Congresso degli Stati Uniti d'America]] prendendo parte a numerosi comizi ed eventi; nel settembre 1866 accompagnò il presidente Andrew Johnson in un viaggio elettorale in treno attraverso gli Stati che si concluse nei pressi di Monroe quando Custer, colpito dalle frasi ingiuriose rivolte al Presidente da abitanti del luogo, decise di rientrare nella sua cittadina<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 39-40}}.</ref>.
 
Custer abbandonò il progetto di trasferirsi in Messico solo quando il generale [[Philip Henry Sheridan]], già suo comandante di divisione, lo assegnò al comando di un nuovo [[reggimento]] in via di formazione<ref group="N">Il 28 luglio 1866 il presidente Johnson firmò la legge che definiva forza e organizzazione degli Stati Uniti d'America per il tempo di pace. I reggimenti di fanteria salivano da 19 a 45 (con ferma di 3 anni), quelli di cavalleria da 6 a 10 (con ferma di 5 anni), quelli di artiglieria restavano in numero di 5. Per la fanteria, i reggimenti dal 38° al 41° erano costituiti da soldati di colore, dal 42° al 45° da veterani; per la cavalleria venivano istituiti nuovi reggimenti dal 7° al 10°. Di questi, gli ultimi due, 9° e 10°, erano costituiti da militari di colore.</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|pp. 71-72}}.</ref>. Si trattava del [[7th Cavalry Regiment|7º Cavalleria]] che si formò a [[Fort Riley]] ([[Kansas]]) tra l'agosto ed il settembre del 1866<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 41}}.</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 74}}.</ref>. Custer assunse il comando del 7° il 3 novembre 1866 con il grado di [[tenente colonnello]], in sostituzione del [[colonnello]] Andrew Smith che era stato distaccato al quartier generale dell'esercito.
 
Entro la fine dell'anno, il 7º Cavalleria contò 800 uomini, tra cui moltissimi stranieri<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 31}}</ref>(si calcola che l'incidenza di stranieri, [[Polonia|polacchi]], [[italia]]ni, messicani, [[Germania|tedeschi]], [[Inghilterra|inglesi]], [[Irlanda|irlandesi]], fosse all'epoca, nell'esercito degli Stati Uniti, del 70%), cui si era intanto aggiunto il capitano Thomas "Tom" Custer, fratello di George. La paga era molto scarsa (13 $ al mese per un soldato; 15 $ per un [[caporale]]; 22 $ per un [[sergente]] che salivano a 34 $ se con molti anni di servizio e sposato<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 31}}</ref>), l'armamento quanto mai eterogeneo<ref group="N">Nel giugno 1867 il 7º Cavalleria disponeva di: 119 carabine Spencer cal. 52; 369 carabine Spencer cal. 50; 70 fucili Sharp cal. 50; 492 carabine cal 45 e altre armi di calibro e marca vari. Il differente calibro e la differente marca comportavano anche la differenziazione del relativo munizionamento, con notevole difficoltà di approvvigionamento specie in zona di combattimento. L'opera di standardizzazione delle armi porterà l'armamento del 7°, nel 1874, a poter disporre di: 736 carabine Spriengfield cal. 45 e 201 fucili Sharp cal. 50</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|p. 40-41}}.</ref> e l'addestramento altrettanto scarso<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 75}}.</ref> anche per la difficoltà di trasmissione degli ordini a causa delle differenti lingue parlate. Le punizioni erano molto severe (dalla camera di punizione alla marcia con lo zaino carico di sassi sotto il sole, alla [[fustigazione]], alla legatura a terra sotto il sole, alla [[fucilazione]]) e anche in questo Custer si distinse per severità, pur avendo il pregio di dare l'esempio sottoponendosi assieme ai suoi uomini alle medesime esercitazioni e alle marce più dure<ref group="N">Per questa intransigenza, e per la capacità di restare a cavallo per molto tempo, venne soprannominato, dai suoi soldati ''Iron Butt'', letteralmente "Culo di Ferro"</ref>.
 
=== La corte marziale ===
[[File:GACuster.jpg|miniatura|George Armstrong Custer, in abiti civili, nel 1876, poco prima della sua morte]]
Nel 1867 il generale [[Winfield Scott Hancock]] organizzò una campagna contro i Cheyenne; si trattò, tuttavia, di una campagna dissennata ed inutile, giacché i [[nativi americani]] erano in pace e l'intera spedizione non portò a nessun risultato concreto<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 32-33}}</ref> e, anzi, scatenò i Cheyenne sul «sentiero di guerra»<ref>{{Cita|Winfield|p. 194}}.</ref>. Tutti i reparti impegnati vennero sottoposti a massacranti turni di servizio e a marce forzate<ref group="N">Il 30 giugno 1867, con partenza alle 04:00, il 7º cavalleria percorse una tappa di circa 55 miglia (90 km) sino a notte inotrata; il giorno successivo 1º luglio, la tappa fu di circa 65 miglia (105 km) fino a circa la mezzanotte quando raggiunse il fiume Platte dove venne impiantato il campo. Il giorno 2 la tappa fu di 50 miglia (80 km).</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|pp. 105-106}}</ref> che, nel caso del 7º Cavalleria, forte di circa 800 uomini, finirono con l'arrecare gravi danni al reparto stesso che fu oggetto, come altri del resto, di centinaia di diserzioni<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 33}}</ref><ref group="N">La vita militare era, normalmente, dura per la disciplina intransigente, e pericolosa per le malattie contraibili oltre che per i rischi delle battaglia e degli scontri. Ancor più dura per chi prestava servizio in frontiera; nel solo 1871 le diserzioni arrivarono a 8.000 unità su 27.000 arruolati</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|p. 35}}</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 107.}}</ref><ref group="N">Il giorno 3 luglio risultavano mancanti all'appello 40 militari. Alla sera dello stesso giorno tredici soldati (di cui sette a cavallo) si diedero alla fuga inseguiti, per ordine di Custer, da un contingente comandato dal maggiore Eliott che riuscì a riportare all'accampamento solo i sei appiedati di cui tre feriti nel corso di un breve combattimento.</ref>.
Nel 1867 il generale [[Winfield Scott Hancock]] organizzò una campagna contro i Cheyenne; si trattò, tuttavia, di una campagna dissennata e inutile, giacché i [[nativi americani]] erano in pace e l'intera spedizione non portò a nessun risultato concreto e, anzi, scatenò i Cheyenne sul "sentiero di guerra"<ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 32-33}}.</ref><ref>{{Cita|Winfield|p. 194}}.</ref>. Tutti i reparti impegnati vennero sottoposti a massacranti turni di servizio e a marce forzate<ref group="N">Il 30 giugno 1867, con partenza alle 04:00, il 7º cavalleria percorse una tappa di circa 55 miglia (90 km) sino a notte inoltrata; il giorno successivo 1º luglio, la tappa fu di circa 65 miglia (105 km) fino a circa la mezzanotte, quando raggiunse il fiume Platte dove venne impiantato il campo. Il giorno 2 la tappa fu di 50 miglia (80 km).</ref> che, nel caso del 7º Cavalleria, forte di circa 800 uomini, finirono con l'arrecare gravi danni al reparto stesso, che fu oggetto, come altri del resto<ref group="N">La vita militare era, normalmente, dura per la disciplina intransigente, e pericolosa per le malattie contraibili oltre che per i rischi delle battaglie e degli scontri. Ancor più dura per chi prestava servizio in frontiera; nel solo 1871 le diserzioni arrivarono a 8.000 unità su 27.000 arruolati.</ref>, di centinaia di diserzioni<ref>{{Cita|Stefanon|pp. 105-106}}.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 33-35}}.</ref><ref>{{Cita|Stefanon|p. 107}}.</ref><ref group="N">Il giorno 3 luglio risultavano mancanti all'appello 40 militari. Alla sera dello stesso giorno tredici soldati (di cui sette a cavallo) si diedero alla fuga, inseguiti, per ordine di Custer, da un contingente comandato dal maggiore Eliott, che riuscì a riportare all'accampamento solo i sei appiedati, di cui tre feriti nel corso di un breve combattimento.</ref>.
 
Benché non prevista dall'ordinamento militare, Custer applicò ai [[Diserzione|disertori]] la [[pena di morte]], talché, al termine della campagna, fu arrestato, tradotto a [[Fort Leavenworth]] e accusato dal Comando supremo di<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 33}}.</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|,ppp. 111-113}}.</ref>di:
* assenzaAssenza senza autorizzazione e abbandono del posto di comando (era di fatto andato a trovare la moglie, abbandonando il reparto in pieno territorio "nemico");
* crudeltàCrudeltà verso i propri soldati (tra l'altro, aveva fatto colpire alcuni soldati che stavano per disertare, vietando poi ai medici poi di curarli)<ref group="N">Accusa mossa da un suo ufficiale, il capitano Robert M. West.</ref>;
* abbandonoAbbandono dei corpi di due suoi soldati nelle mani dei nativi americani;
* mancatoMancato intervento in difesa di una postazione attaccata dai nativi americani;
* comportamentoComportamento pregiudizievole per il buon ordine e la disciplina militare;
* distruzioneDistruzione di proprietà del governo.
 
La [[corte marziale]], riunitasi il 15 settembre 1867 a Fort Leavenworth, giudicò il 20 novembre successivo giudicò Custer colpevole di tutti i reati ascrittigli, ma, grazie alle amicizie altolocate<ref>{{Cita|Ambrose|p. 334-335}}</ref> (il generale Sheridan lo aveva richiesto per la imminente nuova campagna contro i Cheyenne) e politiche che intanto aveva coltivato, e alla fama ottenuta durante la guerra di secessione, la pena si limitò alla sospensione dal grado e, dal comando, nonché dall'attività militare in genere, con confisca dello stipendio per un anno fino al 7 ottobre 1868<ref>{{Cita|Ambrose|pp. 334-335}}.</ref>. Quanto alla fucilazione dei disertori, Custer fece notare alla corte che dagli inizi del 1867, da quando cioè la fucilazione era stata commutata in detenzione per sei mesi, le diserzioni erano notevolmente aumentate.
 
A riprova della considerazione in cui era tenuto dal generale Sheridan, durante il periodo di sospensione dal servizio e dal comando Custer e la moglie alloggiarono presso l'appartamento messo a loro disposizione dallo stesso Sheridan a Fort Laevenworth.<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 115}}.</ref>.
 
=== La battaglia del Washita e le rivalità all'interno del 7°º Cavalleria ===
{{vedi anche|Battagliabattaglia del Washita}}
[[File:Custer Portrait Restored.jpg|miniatura|Custer nel 1865 con i gradi da Major General "brevet"]]
Il 24 settembre 1868 Custer fu reintegrato in servizio dal generale Sheridan in vista della campagna invernale contro i Cheyenne meridionali e raggiunse il 7º Cavalleria il 7 ottobre 1868, riassumendone il comando il successivo giorno 15. Il 27 novembre<ref>{{Cita|Hoig|p. 179}}.</ref>il 7º Cavalleria, dopo circa due settimane di marcia nella neve e forte di 11 compagnie, sorprese un villaggio indiano sul fiume Washita ([[Oklahoma]]). L'accampamento, sotto il comando di Capo [[Black Kettle|Motavato]] (il cui vero nome era Mokatavatah Black Kettle, detto anche "Caldaia Nera" o "Pentola Nera"), era quanto restava di un più vasto campo che si era diviso quando una parte dei guerrieri aveva deciso un'incursione contro la tribù dei [[Pawnee]]. Si trattava di 50 tende Cheyenne, più altre due di ospiti [[Arapaho]] e due di ospiti [[Lakota]]<ref>{{Cita|Greene|p. 103}}</ref>, per un totale di circa 250 persone<ref name=Hoig-93>{{Cita|Hoig|p. 93}}.</ref>. Black Kettle Motavato era già sopravvissuto nel 1864 al [[massacro di Sand Creek]] ad opera del colonnello [[John Chivington]]. Di fatto Black Kettle puntava ad una pace duratura per il suo accampamento e in una riunione del 26 novembre prese la decisione di raggiungere un accordo alla fine dell'inverno e di spostare intanto il campo, il giorno seguente, oltre il fiume Washita per ricollegarsi ad altri accampamenti ivi esistenti di [[Kiowa]]-[[Apache]] e [[Comanche]] per un totale di circa 6.000 unità<ref>{{Cita|Greene|p. 1023}}.</ref><ref name=Hoig-93 />.
Il 24 settembre 1868 Custer fu reintegrato in servizio dal generale Sheridan in vista della campagna invernale contro i Cheyenne meridionali e raggiunse il 7º Cavalleria il 7 ottobre 1868, riassumendone il comando il successivo giorno 15. Il 27 novembre il 7º Cavalleria<ref>{{Cita|Hoig|p. 179}}.</ref>, dopo circa due settimane di marcia nella neve e forte di 11 compagnie, sorprese un villaggio indiano sul fiume Washita ([[Oklahoma]]). L'accampamento, sotto il comando di [[Pentola Nera]], era quanto restava di un più vasto campo che si era diviso quando una parte dei guerrieri aveva deciso un'incursione contro la tribù dei [[Pawnee]]. Si trattava di 50 tende Cheyenne, più altre due di ospiti [[Arapaho]] e due di ospiti [[Lakota]]<ref>{{Cita|Greene|p. 103}}.</ref>, in totale circa 250 persone<ref name=Hoig-93>{{Cita|Hoig|p. 93}}.</ref>. Pentola Nera, che era già sopravvissuto nel 1864 al [[massacro di Sand Creek]] ad opera del colonnello [[John Chivington]], puntava ad una pace duratura per il suo accampamento e in una riunione del 26 novembre prese la decisione di raggiungere un accordo alla fine dell'inverno e di spostare intanto il campo, il giorno seguente, oltre il fiume Washita per ricollegarsi ad altri accampamenti ivi esistenti di [[Kiowa]]-[[Apache]] e [[Comanche]] per un totale di circa 6.000 unità<ref name=Hoig-93 /><ref>{{Cita|Greene|p. 1023}}.</ref>.
 
Le guide [[Nazione Osage|Osage]] di Custer individuarono il percorso del gruppo guerriero che si era allontanato dal campo di BlackPentola KettleNera e, seguendolo a ritroso, raggiunsero l'accampamento. Custer suddivise il suo reparto in quattro colonne<ref>{{Cita|Hoig|p. 124}}.</ref> e portò un attacco convergente alle prime luci dell'alba<ref>{{Cita|Hoig|p. 124}}.</ref>; da qui il soprannome, assegnatogli dai [[nativi americani]], di "Figlio della Stella del Mattino". Secondo il resoconto di Custer, nel corso delldella battaglia vennero uccisi 103 guerrieri e alcune donne e bambini, mentre 53 tra donne, vecchi e bambini furono presi prigionieri; secondo glii Cheyenne il bilancio sarebbe stato invece molto più basso, con 11 guerrieri e 19 tra donne e bambini uccisi<ref>{{Cita testoweb|url=https://www.nps.gov/waba/learn/historyculture/index.htm|titolo=The story of the Battle of Washita|annooriginalesito=1999nps.gov|annolingua=2010en|editoreaccesso=National Park Service27 degliottobre Stati Uniti2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161028040327/https://www.nps.gov/waba/learn/historyculture/index.htm|urlmorto=no}}</ref>. BlackPentola KettleNera Motavato e la moglie, Donna Medicina, trovarono la morte nello scontromorirono colpiti alle spalle mentre fuggivano a dorso di [[pony]]<ref>{{Cita|Lewis|p. 231}}.</ref>.
 
Secondo studi più recenti del Centro di Storia Militare dell'Esercito degli Stati Uniti, ilmentre tra Cavalleriai persenativi nellai battagliacaduti 21furono tracirca ufficiali e soldati50 ed ebbe 13altrettanti feriti, mentreil i cadutiCavalleria perse 21 tra iufficiali nativie furonosoldati circaed 50ebbe con altrettanti13 feriti. Nel numero diNei 21 morti devono esserevanno annoverati tutti ei 20 gli appartenenti addi un piccolo distaccamentodrappello capeggiatoal dalcomando del [[maggiore]] Joel ElliotElliott che, apparentemente senza autorizzazione di Custer<ref name="cita-Wert-p276">{{Cita|Wert|p. 276}}.</ref> che, apparentemente senza autorizzazione di Custer, si era staccato dalle altre tre compagnie per attaccare un gruppo di Cheyenne in fuga<ref>{{Cita|Axelrod|p. 209}}</ref><ref>{{Cita|Ward|p. 236}}</ref>, trovandosi quindi contrattaccato da guerrieri Cheyenne, Kiowa e Arapaho<ref>{{Cita|Wert|p. 276}}.</ref> che si stavano dirigendo verso il campo di BlackPentola KettleNera per portare il loro aiuto<ref name="cita-Wert-p276" /><ref>{{Cita|Axelrod|p. 209}}.</ref><ref>{{Cita|Ward|p. 236}}.</ref>. L'unico caduto del reparto di Custer nell'attacco del villaggio al Washita fu il capitano Hamilton.
 
Il brusco ritiro di Custer e il diniegorifiuto di portare aiuto al reparto di EliottElliott portòportarono a renderlo inviso alla maggior parte dei suoi ufficiali<ref>{{Cita|Stefanon| 1992|p. 145}}; i corpi di Eliott e dei suoi uomini, denudati ed irrigiditi dal gelo, raccolti in un cerchio di circa 20venti metri di diametro, vennero recuperati solo il 9 dicembre 1868.</ref>.
 
Nel 7º Cavalleria, anche a seguito dell'attacco del Washita e del comportamento del comandante nelldell'episodio del maggiore Elliott, si formarono addirittura quattro fazioni<ref>{{Cita|d'Aniello| 1995, p. 38}}.</ref>:
* unaUna, capeggiata dal fratello Tom, appoggiava Custer e; ne facevano parte alcuni ufficiali e tutti igli altri parenti del generale che militavano nel 7°º, il cosiddetto "Custer Clan" (Harry Armstrong Reed, nipote;, il [[tenente]] James Calhoun, marito di Margareth, sorella di Custer;, e Boston Custer, fratello del generale);
* unUn'altra faceva riferimento al capitano Frederick W. Benteen<ref group="N">Il capitano Benteen, in una sua lettera ad un conoscente, Theo Goldin, aveva criticato aspramente il comportamento di Custer al Washita e l'aver abbandonato il contingente di Elliott (tra l'altro dichiarò «I'm only too proud to say that I despised him», «Sono orgoglioso di dire che lo disprezzo»); la lettera, senza il consenso dell'autore, fu pubblicata sul ''St. Louis Democrat newspaper''.</ref><ref>Bruce Brown (2007)che, Who killed Custer? The Eye-witness Answer, Astonisher web book</ref> che dopo la questione del Washita, aveva addirittura sfidato a [[duello]] Custer<ref>{{Cita|Utley 1984|p. 158}}.</ref>;
* unUn'altra aveva come riferimento il maggiore [[Marcus Reno]], vicecomandante del reggimento;
* lL'ultima raggruppava ufficiali e sottufficiali che preferivano restare fondamentalmente neutrali.
 
Ad aggravare ancor più la situazione interna al 7º Cavalleria, si consideri che, a seguito delle retrocessioni conseguenti alla fine della guerra di secessione, molti ufficiali alle dipendenze di Custer, provenienti anche dall'ex-esercito sudista, avevano avuto durante la guerra un grado effettivo superiore a quello di generale "brevet", ovvero provvisorio, raggiunto da Custer e perciò mal tolleravano le imposizioni del tenente colonnello Custer.
 
Secondo notizie riportate dal capitano [[Frederick Benteen]], nonché dal capo degli scout Ben Clark e dalla tradizione orale dei [[Cheyenne]], nel 1868, dopo la [[battaglia del Washita]], Custer ebbe una relazione con Mo-nah-se-tah ("Erba di Primavera"), figlia del capo Cheyenne Hō-hăn-ĭ-no-o′ ("Piccola Roccia"), da cui sarebbe nato un figlio<ref>{{Cita|Utley 2001|p. 107}}.</ref>. La narrazione Cheyenne vuole che dalla relazione nascesse anche un secondo figlio alla fine del 1869; tuttavia, alcuni studiosi statunitensi ritengono che Custer fosse sterile a seguito di una malattia venerea contratta durante il periodo a West Point e che il padre dei piccoli, in realtà, fosse suo fratello Thomas<ref>{{Cita|Wert|p. 107}}.</ref>.
 
=== La guerra delle Colline Nere e le guerre indiane ===
{{vedi anche|Grandegrande guerra Sioux del 1876}}
{{Citazione| ''le Paha Shapa sono la mia terra e io le amo. Chiunque vi metterà piede sentirà il suono di questo fucile» disse Little Big Man''|"Piccolo Grande Uomo", vice capovicecapo degli [[Oglala]] di [[Cavallo Pazzo]], alla commissione del governo che cercò di acquistare le [[Colline Nere]]}}
{{Citazione| ''...La terra che ho sotto i piedi è ancora mia. Non l'ho mai ceduta o venduta a nessuno, se ho lasciato le Paha Sapa cinque anni fa, fu perché desideravo tirare su la mia famiglia in tranquillità. È la legge della Gran Madre che tutto sia in pace nel suo territorio ...omissis... scrivete che sono stato l'ultimo della mia gente a deporre il fucile.''|[[Toro Seduto]] nel 1881 nel discorso per la sua resa}}
Tra il gennaio del 1872 e l'ottobre del 1874 Custer scrisse una serie di articoli, sulle sue esperienze, per la rivista ''Galaxy'' successivamente raccolti e pubblicati nel 1874 con il titolo ''My Life on the Plains'' (traduzione in italiano ''[[La mia vita nelle grandi pianure]]'').
 
Nel giugno del 1873 Custer, con dieci squadroni del 7º Cavalleggeri, fu di appoggio alla [[spedizione di Yellowstone del 1873|spedizione esplorativa nello Yellowstone]] guidata dal colonnello [[David S. Stanley]], che aveva anche il compito di proteggere gli uomini che stavano lavorando alla costruzione della ferrovia [[Northern Pacific Railway|Northern Pacific]] cui si opponevano i nativi.
{{Citazione|''...La terra che ho sotto i piedi è ancora mia. Non l'ho mai ceduta o venduta a nessuno, se ho lasciato le Paha Sapa cinque anni fa, fu perché desideravo tirare su la mia famiglia in tranquillità. È la legge della Gran Madre che tutto sia in pace nel suo territorio ...omissis... scrivete che sono stato l'ultimo della mia gente a deporre il fucile.''|[[Toro Seduto]] nel 1881 nel discorso per la sua resa}}
 
Dopo le spedizioni con cui l'esercito annientò la resistenza dei nativi americani che si opponeva alla realizzazione della ferrovia [[Northern Pacific Railway|Northern Pacific]], i bianchi volsero la loro attenzione alle ''Paha Shapa'', le "[[Colline Nere]]" (Black Hills), su cui si riteneva, a ragione, potesse essere trovato l'[[oro]]. Tuttavia esse erano considerate terreno sacro dai [[Lakota]] e, checon siil opponevano[[trattato alledi ingerenzaFort Laramie (1868)|trattato di Fort Laramie del governo1868]], erano state assegnate ai nativi americani; nel 1870 le voci sulla presenza di oro si fecero più insistenti e, nel 1874, l'esercito venne inviato ad esplorarle in previsione di una proposta d'acquisto, con la motivazione ufficiale di impiantare nuove postazioni a difesa delle statunitensemontagne.
 
Con ilLa [[trattatospedizione dinelle FortBlack Laramie (1868)|trattato di Fort LaramieHills]] del 1868 le Colline Nere erano state assegnate ai nativi americani, ma nel 1870 le voci sulla presenza di oro si fecero più insistenti e, nel 1874, l'esercito venne inviato, con la motivazione ufficiale di impiantare nuove postazioni a difesa delle montagne, ad esplorarle in previsione di una proposta d'acquisto. La spedizione si componeva di 10 compagnie del 7º Cavalleria comandato da Custer, coadiuvate da esploratori [[Arikara]] e [[Dakota (gruppo etnico)|Santee]], per un totale di oltre 1.000 uomini, 2.000 cavalcature e oltre 100 carri. Solo alcuni mesi dopo, agli inizi del 1875, confermata la presenza dell'oro (in un rapporto informale inviato da Custer nell'agosto del 1874 si legge: «lo si trova (l'oro) persino nelle radici dell'erba»<ref>John G. Gray, ''Centennial campaign. The Sioux war of 1876'', The Old Army press, Fort Collins, 1976, pp. 37-45.</ref>), le Colline Nere videro sopraggiungere oltre un migliaio di minatori. Il governo tentò di acquistare le Colline Nere dai Sioux, ma nel settembre 1875 alla commissione inviata dal governo i rappresentanti di oltre 14.000 nativi americani opposero il loro parere contrario; impossibilitato ad acquistare le colline, il governo statunitense tuttavia cessò i blandi tentativi fatti fino ad allora per tenere lontani i minatori dalla zona<ref>{{Cita|Panzeri|p. 11}}.</ref><ref group="N">Nel maggio 1876 Edwards Pierrepont (West's Encyclopedia of American Law (2005), "Pierrepont, Edwards" p. 445, vol. 2 ISBN 978-0-7876-6367-4), allora [[procuratore generale degli Stati Uniti]], emise una sentenza che giustificava l'invasione governativa: la legge con cui era stato proibito ai bianchi di entrare nelle Colline Nere era, tuttavia, incostituzionale e, comunque, non era applicabile ai cittadini degli Stati Uniti, ma solo agli stranieri.</ref>:; solosoltanto la neonata cittadina di [[Deadwood (Dakota del Sud)|Deadwood]], nel cuore delle Colline Nere, alla fine del 1876 contava oltre 20.000 abitanti<ref group="N">Se i capi anziani delle riserve erano forse più disposti a negoziare con il governo, la resistenza all'accordo era portata avanti in special modo da un gruppo di capi relativamente più "giovani", capeggiati da Toro Seduto (Tȟatȟaŋka Iyotȟaŋka) e Cavallo Pazzo (Tashunka Uitko), propugnatori dell'idea che indiani e bianchi dovessero vivere separati. Questi capi si attenevano strettamente alle pratiche culturali e spirituali tradizionali, rifiutandosi di vivere nelle riserve e continuando a muoversi e cacciare nei territori al di fuori di esse.</ref>.
 
[[File:USGrant.gif|miniatura|sinistra|Il presidente [[Ulysses Grant]] all'epoca della [[guerra di secessione americana]]]]
L'amministrazione del Presidente [[Ulysses Simpson Grant|Ulysses Grant]] decise di rimuovere l'ostacolo rappresentato da questi indiani "ribelli" ricorrendo alla forza militare<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 9-11}}.</ref>: il 9 novembre venne redatto un rapporto da cui risultavano accuse, poi risultate infondate, a carico dei nativi americani, tra cui quella che i Lakota [[Hunkpapa]] di Toro Seduto rifiutassero i benefici della civiltà e rappresentassero un pericolo per tutto il sistema delle riserve; fu caldeggiato l'intervento dell'esercito se i nativi americani non avessero immediatamente fatto rientro nelle loro riserve, e un ultimatum in tal senso fu emanato il 3 dicembre: Toro Seduto rispose che sarebbe «forse» rientrato nella riserva la primavera successiva, mentre Cavallo Pazzo non rispose affatto<ref>{{Cita|Brown|pp. 300-301}}.</ref>.
La [[presidenza di Ulysses S. Grant]] decise di rimuovere l'ostacolo rappresentato da questi indiani "ribelli" ricorrendo alla forza militare<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 9-11}}.</ref>: il 9 novembre 1876 venne redatto un rapporto da cui risultavano accuse a carico dei nativi americani, poi rivelatesi infondate, tra cui quella che i Lakota [[Hunkpapa]] di Toro Seduto rifiutassero i benefici della civiltà e rappresentassero un pericolo per tutto il sistema delle riserve; fu caldeggiato l'intervento dell'esercito se i nativi americani non avessero immediatamente fatto rientro nelle loro riserve e un ultimatum in tal senso fu emanato il 3 dicembre; Toro Seduto rispose che sarebbe «forse» rientrato nella riserva la primavera successiva, mentre Cavallo Pazzo non rispose affatto<ref>{{Cita|Brown|pp. 300-301}}.</ref>.
 
Nel frattempo il generale Sheridan aveva dato ordine alle truppe di muovere verso le Colline Nere con partenza da [[Fort Abraham Lincoln]] nell'aprile 1876. Le forze dovevano essere suddivise in tre colonne (le Colonne del [[Montana]], del [[Wyoming]] e del [[Territorio del Dakota|Dakota]]) e convergere sulla regione del [[fiume Powder]] per individuare gli accampamenti dei nativi americani e costringere i "ribelli" a rientrare nelle riserve.
Nel frattempo, il generale Sheridan aveva dato ordine alle truppe di muovere verso le Colline Nere con partenza da [[Fort Abraham Lincoln]] nell'aprile 1876. Le forze dovevano essere suddivise in tre colonne (le Colonne del [[Montana]], del [[Wyoming]] e del [[Territorio del Dakota|Dakota]]) e convergere sulla regione del fiume [[Powder River (Wyoming)|Powder]] per individuare gli accampamenti dei nativi americani e costringere i "ribelli" a rientrare nelle riserve. Tra i reparti di cui era previsto il coinvolgimento nell'operazione vi era anche il 7º Cavalleria: il generale Sheridan aveva selezionato Custer come comandante dell'intera Colonna del Dakota, ma nel marzo dello stesso anno il colonnello fu trattenuto a Washington per rendere testimonianza davanti a una commissione d'inchiesta del Congresso relativa a uno scandalo per corruzione, dallo stesso Custer sollevato, che coinvolgeva il Segretario di Stato per la guerra [[William W. Belknap]], il fratello del Presidente Grant, Orville, e commercianti che fornivano approvvigionamenti all'esercito in zona d'operazioni<ref name=Panzeri-19>{{Cita|Panzeri|p. 19}}.</ref>. La testimonianza di Custer fu duramente criticata dalla stampa repubblicana poiché egli costituiva l'unica fonte dell'accusa, e all'opposto lodata dalla stampa democratica. Screzi vari a livello politico, tra cui uno con lo stesso presidente Grant per aver pubblicato un articolo in cui criticava la sua politica di pacificazione con gli indiani, ritardarono il rientro di Custer a Fort Lincoln (ove era di stanza il 7° e da dove, secondo la tattica del generale Sheridan, avrebbe dovuto muovere la Colonna del Dakota per convergere sui nativi americani "ostili"). Il generale [[Alfred Terry]] tentò di intercedere dichiarando di non avere a disposizione abbastanza ufficiali di alto rango cui affidare i comandi, ma il generale Sheridan rifiutò di aderire alla richiesta e impose a Custer di non lasciare Washington prima di aver incontrato il Presidente Grant. Per tutta risposta, dopo aver richiesto tre colloqui con il Presidente, Custer lasciò Washington il 2 maggio recandosi a [[Chicago]] con l'idea di ricongiungersi al suo reparto, ma venne arrestato per ordine dello stesso Grant per non aver ottemperato all'ordine ricevuto. Il generale Terry incontrò Custer a Fort Snelling, in [[Minnesota]], il 6 maggio 1876 e perorò nuovamente la sua causa presso il Presidente Grant sottolineando i vantaggi che sarebbero derivati dall'essere Custer a capo della spedizione. Sheridan intervenne, questa volta, in favore di Custer suggerendo di valutare le colpe di Custer al termine della missione.
[[File:USGrant.gif|thumb|left|Il presidente [[Ulysses Grant]] all'epoca della [[guerra di secessione americana]].]]
 
Tra i reparti di cui era previsto il coinvolgimento nell'operazione vi era anche il 7º Cavalleria: il generale Sheridan aveva selezionato Custer come comandante dell'intera Colonna del Dakota, ma nel marzo dello stesso anno il colonnello fu trattenuto a Washington per rendere testimonianza davanti a una commissione d'inchiesta del Congresso relativa a uno scandalo per corruzione, dallo stesso Custer sollevato, che coinvolgeva il Segretario di Stato per la guerra [[William W. Belknap]], il fratello del presidente Grant, Orville, e commercianti che fornivano approvvigionamenti all'esercito in zona d'operazioni<ref name="Panzeri-19">{{Cita|Panzeri|p. 19}}.</ref>.
Di fatto, perciò, Custer arrivò a Fort Lincoln soltanto l'8 maggio 1876, ma gli era stato tolto il comando della Colonna del Dakota che passò alle dirette dipendenze del generale Terry (alla sua prima esperienza di guerra contro gli indiani) e lo stesso incarico di comando del 7° era sottoposto alla diretta supervisione del medesimo generale<ref name=Panzeri-19>{{Cita|Panzeri|p. 19}}.</ref>; la colonna lasciò così il forte il 17 maggio 1876 diretta ad ovest. L'approssimazione con cui la campagna di guerra stava iniziando era considerevole dacché mancavano le più elementari informazioni necessarie per organizzare un qualsivoglia movimento tattico<ref>{{Cita|Stefanon 1992|}}</ref>: non era nota l'entità del "nemico" (le notizie in possesso facevano supporre una forza di 800-1.000 unità), né la sua dislocazione sul territorio e non era neppure ben noto, di conseguenza, il terreno su cui lo scontro avrebbe avuto luogo. In realtà, a febbraio, Toro Seduto aveva chiamato a raccolta tutte le principali tribù [[Sioux]] al solo scopo di vivere, almeno per un'ultima volta, «all'antica maniera», con cacce al bisonte e cerimonie sacre, prima di decidere cosa fare nei rapporti con "l'uomo bianco"<ref>{{Cita|Marshall}}</ref>; Cavallo Pazzo, a sua volta, aveva invitato alla riunione gli Cheyenne del Capo [[Due Lune]] e alla medesima area, lungo il torrente [[Bighorn]], si diressero i [[Brulé]] di [[Coda Chiazzata]], i [[Piedi Neri]], i [[Dakota (gruppo etnico)|Santee]], i [[Sans-Arcs]], gli [[Assiniboin]], gli [[Yankton]], gli [[Arapaho]] per un totale, stimato, di oltre 3.000 tende, ovvero 10-15.000 unità con un numero di guerrieri valutato tra i 1.800<ref>{{Cita|Michno|pp. 10-20}}</ref> ed i 3.000<ref>{{Cita|Utley| 2001}}.</ref>.
 
La testimonianza di Custer fu duramente criticata dalla stampa repubblicana, poiché egli costituiva l'unica fonte dell'accusa, e all'opposto lodata dalla stampa democratica. Screzi vari a livello politico, tra cui uno con lo stesso presidente Grant per aver pubblicato un articolo in cui criticava la sua politica di pacificazione con gli indiani, ritardarono il rientro di Custer a Fort Lincoln (ove era di stanza il 7º e da dove, secondo la tattica del generale Sheridan, avrebbe dovuto muovere la Colonna del Dakota per convergere sui nativi americani "ostili"). Il generale [[Alfred Terry]] tentò di intercedere, dichiarando di non avere a disposizione abbastanza ufficiali di alto rango cui affidare i comandi, ma il generale Sheridan rifiutò di aderire alla richiesta e impose a Custer di non lasciare Washington prima di aver incontrato il presidente Grant. Per tutta risposta, dopo aver richiesto tre colloqui con il presidente, Custer lasciò Washington il 2 maggio, recandosi a [[Chicago]] con l'idea di ricongiungersi al suo reparto, ma venne arrestato per ordine dello stesso Grant per non aver ottemperato all'ordine ricevuto. Il generale Terry incontrò Custer a Fort Snelling, in [[Minnesota]], il 6 maggio 1876 e perorò nuovamente la sua causa presso il presidente Grant, sottolineando i vantaggi che sarebbero derivati dall'avere Custer a capo della spedizione. Sheridan intervenne, questa volta, in favore di Custer, suggerendo di valutare le colpe di Custer al termine della missione<ref>{{Cita|Donovan|pp. 111-114}}.</ref>.
La Colonna del Dakota avanzò molto lentamente, percorrendo solo 260 chilometri in due settimane; il 29 maggio Custer prese quattro compagnie del 7º Cavalleria e si separò dalla colonna principale per due giorni per condurre un'esplorazione a corto raggio: non furono trovate tracce di indiani ostili, e al rientro il tenente colonnello fu rimproverato da Terry per aver diviso le forze e perché, senza la sua guida, la colonna principale aveva preso una pista sbagliata. Dopo essersi ricongiunto l'8 giugno alla Colonna del Montana, arrivata da ovest, il 10 giugno il generale Terry distaccò metà del 7° Cavalleria per condurre una ricognizione lungo i torrenti Rosebud e Tongue; Terry affidò il comando del distaccamento al maggiore Reno, provocando le ire di Custer: è possibile che la decisione fosse una mossa di Terry per riaffermare la sua autorità sull'indisciplinato colonnello, ma del resto Custer era vitale per coordinare le guide e gli esploratori e mantenere la colonna principale sulla pista giusta<ref>{{Cita|Panzeri|p. 36}}.</ref>. È noto, specie dalle lettere che giornalmente Custer inviava con corriere alla moglie Elizabeth, che tale decisione fu aspramente criticata ritenendo che il comportamento del generale Terry fosse dettato dalla paura di fornire a Custer un motivo in più per farsi onore sul campo di battaglia.
[[File:Tatanka Lyotake.jpg|thumb|right|upright|[[Toro Seduto]] in una fotografia del 1882.]]
 
[[File:Gen Alfred Terry.jpg|miniatura|sinistra|Il generale [[Alfred Terry]], superiore di Custer durante la campagna del Little Bighorn]]
Spingendosi oltre il limite inizialmente previsto per la ricognizione (cosa che gli costò poi i rimproveri di Terry e Custer), Reno individuò l'area di un grosso accampamento smobilitato e un'enorme pista percorsa di fresco che si dirigeva a ovest verso la vallata del Rosebud: prima di tornare indietro per ricongiungersi a Terry il 19 giugno, gli scout indiani di Reno arrivarono fino a un solo giorno di cammino dietro l'accampamento di Toro Seduto e Cavallo Pazzo<ref>{{Cita|Panzeri|p. 39}}.</ref>. Il 21 giugno Terry riunì i suoi comandanti a bordo del battello fluviale ''Far West'' ancorato sul fiume [[Yellowstone (fiume)|Yellowstone]]: ritenendo verosimile che il nemico si fosse spostato nella valle del fiume [[Little Bighorn]], il generale prevedeva di condurre il grosso delle Colonne del Montana e del Dakota a nord del fiume dopo averle traghettatte attraverso lo Yellowstone, mentre Custer con l'intero 7º Cavalleria si doveva muovere verso sud come forza indipendente per raggiungere l'area del campo smobilitato e seguire la pista individuata da Reno fino al nuovo accampamento, ma senza attaccare se non quando fosse stato raggiunto dalle restanti forze di Terry; molta attenzione doveva essere data all'impedire agli indiani di fuggire stringendoli, in una manovra a tenaglia, tra le due forze avanzanti. Terry assegnò a Custer, oltre agli scout indiani [[Arikara]] già aggregati al 7º Cavalleria, i sei migliori esploratori [[Crow|Absaroka]] (o Crow) di cui disponeva, ottimi conoscitori della zona, privandosi così di guide affidabili; il generale offrì inoltre a Custer, che rifiutò, una sezione di due [[Gatling (mitragliatrice)|mitragliatrici Gatling]] a sei canne rotanti (ritenute un impaccio per un'unità di cavalleria) e quattro compagnie del 2º Cavalleria già parte della Colonna del Montana: Custer affermò deciso che «il 7º Cavalleria può affrontare qualunque cosa si trovi davanti»<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 41-44}}.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 405-407}} che recano il rapporto del generale Terry.</ref>.
Custer arrivò a Fort Lincoln soltanto l'8 maggio 1876, ma gli era stato tolto il comando della Colonna del Dakota, che passò alle dirette dipendenze del generale Terry (alla sua prima esperienza di guerra contro gli indiani), e lo stesso incarico di comando del 7º era sottoposto alla diretta supervisione del medesimo generale<ref name=Panzeri-19/>; la colonna lasciò così il forte il 17 maggio 1876 diretta ad ovest.
 
L'approssimazione con cui la campagna di guerra stava iniziando era considerevole, dacché mancavano le più elementari informazioni necessarie per organizzare un qualsivoglia movimento tattico: non era nota l'entità del "nemico" (le notizie in possesso facevano supporre una forza di 800-1.000 unità), né la sua dislocazione sul territorio e, di conseguenza, nemmeno il terreno su cui lo scontro avrebbe avuto luogo.
Prima di lasciare il Forte Custer offrì a [[Coltello Insanguinato]]<ref group="N">Coltello Insanguinato, ''Bloody Knife'': Tamena Way Way in lingua Sioux, Nee si Ra Pat in lingua Arikara (circa 1840-1876), figlio di un Sioux Hunkpapa e di una Harikara, venne discriminato dalla sua gente Sioux per la sua discendenza mista e, costretto a lasciare il suo accampamento, dapprima trovò impiego come cacciatore e guida per la American Fur Company e successivamente come guida dapprima per il gen. Alfred Sully (1820-1879) e poi per George Armstrong Custer. Anch'egli perderà la vita al Little Big Horn</ref> capo delle sue guide Arikara, molteplici doni dicendogli che quella sarebbe stata per lui l'ultima campagna indiana e che se lui e i suoi esploratori lo avessero bene aiutato nel conseguimento di una brillante vittoria, egli sarebbe diventato Presidente<ref>{{Cita|Van de Logt|pp. 78–79}}</ref>.
 
In realtà, a febbraio, Toro Seduto aveva chiamato a raccolta tutte le principali tribù [[Sioux]] al solo scopo di vivere, almeno per un'ultima volta, "all'antica maniera", con cacce al bisonte e cerimonie sacre, prima di decidere cosa fare nei rapporti con l'uomo bianco<ref>{{Cita|Panzeri|p. 13}}.</ref>; Cavallo Pazzo, a sua volta, aveva invitato alla riunione i Cheyenne del Capo [[Due Lune]] e alla medesima area, lungo il torrente [[Bighorn (fiume)|Bighorn]], si diressero i [[Brulé]] di [[Coda Chiazzata]], i [[Piedi Neri]], i [[Dakota (gruppo etnico)|Santee]], i [[Itazipcho|Sans Arc]], gli [[Assiniboin]], gli [[Yankton]], gli [[Arapaho]], per un totale, stimato, di oltre 3.000 tende, ovvero 10-15.000 unità, con un numero di guerrieri valutato tra i 1.800 e i 2.000<ref>{{Cita|Michno|pp. 10-20}}.</ref><ref>{{Cita|Panzeri|p. 47}}.</ref>.
=== Lo scontro a Little Big Horn e la morte ===
{{vedi anche|Battaglia del Little Bighorn}}
[[File:Custer9.jpg|thumb|left|Il tenente colonnello Custer nel 1875]]
 
La Colonna del Dakota avanzò molto lentamente, percorrendo solo 260 chilometri in due settimane; il 29 maggio Custer prese quattro compagnie del 7º Cavalleria e si separò dalla colonna principale per due giorni per condurre un'esplorazione a corto raggio: non furono trovate tracce di indiani ostili e al rientro il tenente colonnello fu rimproverato da Terry per aver diviso le forze e perché, senza la sua guida, la colonna principale aveva preso una pista sbagliata. Dopo essersi ricongiunto l'8 giugno alla Colonna del Montana, arrivata da ovest, il 10 giugno il generale Terry distaccò metà del 7º Cavalleria per condurre una ricognizione lungo i torrenti [[Rosebud (torrente)|Rosebud]] e Tongue; Terry affidò il comando del distaccamento al maggiore Reno, provocando le ire di Custer: è possibile che la decisione fosse una mossa di Terry per riaffermare la sua autorità sull'indisciplinato colonnello, ma del resto Custer era vitale per coordinare le guide e gli esploratori e mantenere la colonna principale sulla pista giusta<ref>{{Cita|Panzeri|p. 36}}.</ref>. È noto, specie dalle lettere che giornalmente Custer inviava con corriere alla moglie Elizabeth, che tale decisione fu aspramente criticata, ritenendo che il comportamento del generale Terry fosse dettato dalla paura di fornire a Custer un motivo in più per farsi onore sul campo di battaglia.
Alla data del 17 maggio 1876, il 7º Cavalleria aveva una forza di 33 ufficiali e 718 militari suddivisi in 12 compagnie, più la compagnia comando e la banda<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 45}}.</ref>. Il 25 giugno 1876 la forza effettiva era scesa a 31 ufficiali (di cui 3 medici) e 617 tra sottufficiali, truppa, esploratori Arikara e Absaroka e civili bianchi (interpreti, imballatori e addetti ai muli)<ref group="N">Oltre le assenze dovute a malattia, 2 ufficiali e 152 soldati erano stati distaccati presso il comando della spedizione alle dirette dipendenze del generale Terry. Il motivo principale di tale distacco era dovuto alla carenza di cavalli data anche la grande mortalità dei quadrupedi durante le campagne in genere, e quella nelle Grandi Pianure in particolare: il 7° era entrato in campagna, a maggio, con 644 cavalli, ma ai primi di giugno poteva invece contare su 597 cavalcature.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|p. 45-46}}.</ref>. A mezzogiorno del 22 giugno Custer e il 7º Cavalleria lasciarono la colonna di Terry in assetto "leggero"<ref group="N">Fu disposto che venissero lasciati al campo, oltre alla banda, anche i carri da trasporto, le sciabole e lo stesso stendardo del reggimento, che entrò in battaglia, perciò, con i soli guidoncini delle singole compagnie; vedi {{Cita|Stefanon 1992|}}.</ref>, accompagnato da un convoglio di 175 muli da soma con munizioni e rifornimenti per 15 giorni<ref>{{Cita|Panzeri|p. 41}}.</ref>; quel 22 giugno la colonna risalì il Rosebud percorrendo circa {{converti|20|miglia|km}} prima di accamparsi, ma nei due giorni successivi, il 23 e 24 giugno, il 7º Cavalleria coprì invece circa {{converti|100|miglia|km}} (ben oltre la tappa giornaliera di 20–25&nbsp;miglia prevista dal "Manuale di tattica della Cavalleria" degli Stati Uniti<ref>"Manuale di tattica della Cavalleria" degli Stati Uniti, edizione 1874: «La media per la marcia della cavalleria è stabilita dalle 15 alle 20 miglia al giorno. L'andatura abituale è il passo [...] con una pausa di 15 minuti ogni ora. [...] Durante una marcia prolungata gli ufficiali e i soldati [...] devono smontare e procedere a piedi con il cavallo al fianco per venti o quaranta minuti ogni due o tre ore di marcia.»</ref>), tenendosi sul terreno elevato in modo da avere la massima visibilità possibile<ref>{{Cita|Panzeri|p. 44}}.</ref>.
 
[[File:Custer Staghounds.jpg|miniatura|destra|Custer (seduto al centro) e Coltello Insanguinato (in ginocchio a sinistra)]]
Dopo aver superato il punto dove la ricognizione di Reno si era arrestata, nel pomeriggio del 24 giugno il 7º Cavalleria raggiunse una pista fresca che conduceva alla vallata del Litte Bighorn: gli scout Absaroka si arrampicarono sulle alture dello [[spartiacque]] tra la vallata del Rosebud e quella del Little Bighorn, e dal promontorio poi noto come Crow's Nest ("Nido del Corvo") notarono alcuni ''[[tipi]]'' lontano sull'orizzonte, circa 13 chilometri più a valle. Le istruzioni di Terry imponevano al 7º Cavalleria di dirigere ancora più a sud lungo il Rosebud prima di piegare verso il Little Bighorn e raggiungere il luogo del presunto accampamento per il 26 giugno, ma Custer trovò nelle tracce fresche appena scoperte «un motivo sufficiente per discostarsene»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Maria Luisa Rizzati|titolo=La morte di Custer|rivista=La storia illustrata|numero=8|anno=1965|p=206|postscript=nessuno}}: «Nelle disposizioni date da Terry, Custer intravide l'occasione tanto cercata. Il generale in verità aveva parlato chiaro: inseguimento non doveva spingersi oltre il fiume Big Horn, col proposito di risalire la corrente verso il campo Sioux».</ref><ref>{{Cita|Panzeri|pp. 44-47}}.</ref>: alle 23:30 circa del 24 giugno, con uomini e cavalli decisamente stanchi, Custer riprese l'avanzata verso l'area in cui presumibilmente si trovava l'accampamento indiano, procedendo per nove chilometri e mezzo su per le colline fermandosi solo alle 02:00 del 25 giugno per far bivaccare gli esausti soldati.
Spingendosi oltre il limite inizialmente previsto per la ricognizione (cosa che gli costò poi i rimproveri di Terry e Custer), Reno individuò l'area di un grosso accampamento smobilitato e un'enorme pista percorsa di fresco che si dirigeva a ovest verso la vallata del Rosebud: prima di tornare indietro per ricongiungersi a Terry il 19 giugno, gli scout indiani di Reno arrivarono fino a un solo giorno di cammino dietro l'accampamento di Toro Seduto e Cavallo Pazzo<ref name="cita-Panzeri-p39"/>.
[[File:Custer Staghounds.jpg|thumb|right|Custer (seduto al centro) e Coltello Insanguinato (in ginocchio a sinistra)]]
 
Il 21 giugno Terry riunì i suoi comandanti a bordo del battello fluviale ''Far West'', ancorato sul [[Yellowstone (fiume)|fiume Yellowstone]]; ritenendo verosimile che il nemico si fosse spostato nella valle del fiume [[Little Bighorn]], il generale prevedeva di condurre il grosso delle Colonne del Montana e del Dakota a nord del fiume, dopo averle traghettate attraverso lo Yellowstone, mentre Custer con l'intero 7º Cavalleria si doveva muovere verso sud come forza indipendente per raggiungere l'area del campo smobilitato e seguire la pista individuata da Reno fino al nuovo accampamento, ma senza attaccare se non quando fosse stato raggiunto dalle restanti forze di Terry; molta attenzione doveva essere data all'impedire agli indiani di fuggire, stringendoli, in una manovra a tenaglia, tra le due forze avanzanti. Terry assegnò a Custer, oltre agli scout indiani [[Arikara]] già aggregati al 7º Cavalleria, i sei migliori esploratori [[Crow|Absaroka]] (o Crow) di cui disponeva, ottimi conoscitori della zona, privandosi così di guide affidabili; il generale offrì inoltre a Custer una sezione di due [[Gatling (mitragliatrice)|mitragliatrici Gatling]] a sei canne rotanti, che rifiutò ritenendole d'impaccio per un'unità di cavalleria, e quattro compagnie del 2º Cavalleria già parte della Colonna del Montana: Custer affermò deciso che «il 7º Cavalleria può affrontare qualunque cosa si trovi davanti»<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 41-44}}.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 405-407}} che recano il rapporto del generale Terry.</ref>.
La mattina del 25 giugno, mentre il 7º Cavalleria riprendeva a marcia verso lo spartiacque, Custer salì al Crow's Nest per verificare gli avvistamenti dei suoi scout; Coltello Insanguinato riferì a Custer che, dall'analisi delle tracce sul terreno, i Sioux erano certamente più numerosi delle pallottole di cui il 7° disponeva<ref group="N">Secondo Gray (1976), p. 356, le forze dell'accampamento comprendevano appartenenti alle tribù Cheyenne, Hunkpapa, Oglala, Miniconjou, Sans Arc, Brulè, Piedi Neri, Oohenonpa, per un totale di circa 1.000 tende, 7.120 nativi di cui 1.782 maschi</ref><ref>Tabella riassuntiva recante la situazione delle singole tribù in "tipì", ovvero tende, popolazione complessiva e uomini in {{Cita|d'Aniello|p. 79}}.</ref>, ma Custer si dimostrò poco preoccupato per il numero dei nemici quanto più per il fatto che potessero fuggire<ref>{{Cita|Panzeri|p. 49}}.</ref>. Dal Crow's Nest Custer non riuscì a vedere niente con il suo cannocchiale, ma mentre scendeva per riunirsi al suo reggimento un piccolo gruppo di Sioux fu visto di sfuggita darsi alla fuga sopra alcuni crinali; riuniti i suoi ufficiali, Custer stabilì che «ogni speranza di sorpresa era ormai perduta» e che per impedire la fuga degli indiani bisognava attaccare il più presto possibile quello che riteneva fosse «il più grande accampamento indiano del continente nordamericano». Custer divise il 7º Cavalleria in quattro distaccamenti: il maggiore Reno avrebbe condotto un battaglione di tre compagnie in direzione nord-ovest, lungo il corso principale di un torrente (poi "Reno Creek") che dal Crow's Nest andava a immettersi nel Little Bighorn più a ovest, seguito dal convoglio di muli scortato dalla compagnia del capitano McDouglas che prevedibilmente sarebbe rimasto attardato più indietro; Custer avrebbe condotto un battaglione di cinque compagnie alla destra di Reno, sul terreno elevato lungo la riva opposta del torrente, mentre al capitano Benteen furono affidate le restanti tre compagnie per condurre un'ampia manovra sul fianco sinistro di Reno per esplorare una serie di alture che impedivano la visuale e intercettare eventuali gruppi di indiani in fuga verso sud. L'obiezione di Benteen che questo piano finiva con il frammentare le forze del reggimento fu ignorata da Custer<ref>{{Cita|Panzeri|p. 50}}.</ref>.
 
Prima di lasciare il forte, Custer offrì a [[Coltello Insanguinato]]<ref group="N">Coltello Insanguinato, Tamena Way Way in lingua Sioux, Nee si Ra Pat in lingua Arikara (circa 1840-1876), figlio di un Sioux Hunkpapa e di una Harikara, venne discriminato dalla sua gente Sioux per la sua discendenza mista e, costretto a lasciare il suo accampamento, dapprima trovò impiego come cacciatore e guida per la American Fur Company e successivamente come guida dapprima per il generale Alfred Sully (1820-1879) e poi per George Armstrong Custer. Anch'egli perderà la vita al Little Big Horn.</ref>, capo delle sue guide Arikara, molteplici doni, dicendogli che quella sarebbe stata per lui l'ultima campagna indiana e che, se lui e i suoi esploratori lo avessero bene aiutato nel conseguimento di una brillante vittoria, egli sarebbe diventato presidente<ref>{{Cita|Van de Logt|pp. 78-79}}.</ref>.
La battaglia che ne seguì, passata alla storia come [[battaglia del Little Bighorn]], ebbe inizio verso le 15:00 del 25 giugno 1876: dopo aver guadato la confluenza tra il Reno Creek e il Little Bighorn e procedendo lungo la riva occidentale del secondo, il battaglione di Reno finì con il cozzare inaspettatamente contro l'angolo meridionale dell'immenso accampamento indiano, un'area di tende lunga circa 5 chilometri. Reno decise di attaccare convinto che gli indiani, presi completamente di sorpresa, fossero in fuga: mentre i non combattenti (donne, bambini e anziani) fuggivano verso nord, da ogni parte dell'accampamento i guerrieri presero invece a convergere sulla posizione di Reno, che si ritrovò ben presto in schiacciante inferiorità numerica<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 52-53}}.</ref>. Da verifiche e analisi sui bossoli e sulle pallottole repertate sul luogo della battaglia, è stato possibile valutare che i nativi disponevano di oltre 30 tipi di armi da fuoco di marca e calibro differenti in numero di circa 370, oltre ad archi di due tipi (semplici e composti) con una gittata media di 150-200 metri e armi bianche (coltelli, asce, mazze e lance)<ref>Tabella sinottica delle differenti tipologie di armi da fuoco in uso ai nativi in {{Cita|d'Aniello|p. 80-83}}.</ref>; verosimilmente, al momento dell'attacco i nativi non riconobbero il reparto giacché la bandiera del 7º Cavalleria, costituita da uno stendardo blu con frange e l'aquila americana, non era presente essendo rimasta con le salmerie<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 61}}.</ref>. Reno si ritrovò ben presto sconfitto dalla massa dei guerrieri e respinto in una disordinata fuga sulla riva orientale del Little Bighorn: trinceratosi su una collina (poi "Reno Hill"), fu qui raggiunto da Benteen e dal convoglio dei muli, ma l'intero contingente si ritrovò bloccato e circondato su ogni lato dagli indiani<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 60-65}}.</ref>.
[[File:Giovanni Martini (militare).jpg|thumb|right|Giovanni Martini nel 1904 con i gradi da Primo Sergente Maggiore]]
 
=== Lo scontro a Little Big Horn ===
Non esistono resoconti certi delle vicende accadute al battaglione di Custer. L'ultimo bianco a vedere vivo il colonnello fu il trombettiere [[Giovanni Martini (militare)|John Martin]] (italiano naturalizzato il cui nome era Giovanni Martini), che alle 15:20 fu inviato da Custer a recapitare un messaggio per Benteen dove si chiedevano rinforzi e munizioni<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 57-58}}.</ref>; due esploratori indiani, il meticcio [[Mitch Bouyer]] e l'Absaroka [[Curly (scout)|Curly]] (Ashishishe), raggiunsero Custer verso le 16:00 dopo essere sopravvissuti alla rotta del battaglione di Reno: il colonnello lasciò i due liberi di andarsene e, mentre Bouyer scelse di restare e rimase ucciso più tardi, Curly si nascose su un'altura più a est e osservò la distruzione della forza di Custer da un chilometro e mezzo di distanza<ref>{{Cita|Panzeri|p. 68}}.</ref>. A parte questo, le uniche fonti per ricostruire i movimenti del battaglione di Custer sono le testimonianze rese dai capi indiani che presero parte alla battaglia, spesso imprecise e prive di una visione generale, e i rilevamenti archeologici fatti nei decenni successivi; conseguentemente, qualunque ricostruzione contiene una certa dose di speculazioni e supposizioni, cosa che diede adito, soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla battaglia, a resoconti degli eventi fantasiosi e largamente imprecisi, spesso tesi a dare una visione a effetto della battaglia per ammantare di gloria il disastro o coprire gli errori commessi dai protagonisti<ref>{{Cita|Panzeri|p. 68}}.</ref>.
{{vedi anche|battaglia del Little Bighorn}}
[[File:Custer9.jpg|miniatura|sinistra|Il tenente colonnello Custer nel 1875]]
Alla data del 17 maggio 1876, il 7º Cavalleria aveva una forza di 33 ufficiali e 718 militari suddivisi in 12 compagnie, più la compagnia comando e la banda<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 45}}.</ref>. Il 25 giugno 1876 la forza effettiva era scesa a 31 ufficiali (di cui 3 medici) e 617 tra sottufficiali, truppa, esploratori Arikara e Absaroka e civili bianchi (interpreti, imballatori e addetti ai muli)<ref group="N">Oltre le assenze dovute a malattia, 2 ufficiali e 152 soldati erano stati distaccati presso il comando della spedizione alle dirette dipendenze del generale Terry. Il motivo principale di tale distacco era dovuto alla carenza di cavalli, data anche la grande mortalità dei quadrupedi durante le campagne in genere e quella nelle Grandi Pianure in particolare: il 7° era entrato in campagna, a maggio, con 644 cavalli, ma ai primi di giugno poteva soltanto contare su 597 cavalcature.</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 45-46}}.</ref>. A mezzogiorno del 22 giugno Custer e il 7º Cavalleria lasciarono la colonna di Terry in assetto "leggero"<ref group="N">Fu disposto che venissero lasciati al campo, oltre alla banda, anche i carri da trasporto, le sciabole e lo stesso stendardo del reggimento, che entrò in battaglia, perciò, con i soli guidoncini delle singole compagnie; vedi {{Cita|Stefanon|p. 217}}.</ref>, accompagnato da un convoglio di 175 muli da soma con munizioni e rifornimenti per 15 giorni<ref>{{Cita|Panzeri|p. 41}}.</ref><ref group="N">Per ordine di Custer, ogni squadrone doveva costituire una propria salmeria su cui caricare: 15 giornate di gallette, zucchero e caffè; 12 giornate di pancetta affumicata; 50 pallottole per carabina per ogni uomo. Questi ultimi dovevano portare, nella sacche da sella: 100 colpi per carabina e 24 per pistola; ogni cavallo doveva inoltre trasportare 5 chili di avena. vedi {{Cita|Stefanon|p. 222}}.</ref>; quel 22 giugno la colonna risalì il [[Rosebud (torrente)|Rosebud]], percorrendo circa {{converti|20|miglia|km}} prima di accamparsi, ma nei due giorni successivi, il 23 e 24 giugno, il 7º Cavalleria coprì invece circa {{converti|100|miglia|km}} (ben oltre la tappa giornaliera di 20-25&nbsp;miglia prevista dal ''Manuale di tattica della Cavalleria'' degli Stati Uniti<ref group="N">''Manuale di tattica della Cavalleria'' degli Stati Uniti, edizione 1874: «La media per la marcia della cavalleria è stabilita dalle 15 alle 20 miglia al giorno. L'andatura abituale è il passo [...] con una pausa di 15 minuti ogni ora. [...] Durante una marcia prolungata gli ufficiali e i soldati [...] devono smontare e procedere a piedi con il cavallo al fianco per venti o quaranta minuti ogni due o tre ore di marcia».</ref>), tenendosi sul terreno elevato in modo da avere la massima visibilità possibile<ref>{{Cita|Panzeri|p. 44}}.</ref>.
 
Dopo aver superato il punto dove la ricognizione di Reno si era arrestata, nel pomeriggio del 24 giugno il 7º Cavalleria raggiunse una pista fresca che conduceva alla vallata del Little Bighorn: gli scout Absaroka si arrampicarono sulle alture dello [[spartiacque]] tra la vallata del Rosebud e quella del Little Bighorn e, dal promontorio poi noto come Crow's Nest ("Nido del Corvo"), notarono alcuni ''[[tipi]]'' lontano sull'orizzonte, circa 13 chilometri più a valle. Le istruzioni di Terry imponevano al 7º Cavalleria di dirigere ancora più a sud lungo il Rosebud prima di piegare verso il Little Bighorn e raggiungere il luogo del presunto accampamento per il 26 giugno, ma Custer trovò nelle tracce fresche appena scoperte «un motivo sufficiente per discostarsene»<ref>{{Cita|Rizzati|p. 206}}: «Nelle disposizioni date da Terry, Custer intravide l'occasione tanto cercata. Il generale in verità aveva parlato chiaro: l'inseguimento non doveva spingersi oltre il fiume Big Horn, col proposito di risalire la corrente verso il campo Sioux».</ref><ref>{{Cita|Panzeri|pp. 44-47}}.</ref>; alle 23:30 circa del 24 giugno, con uomini e cavalli decisamente stanchi, Custer riprese l'avanzata verso l'area in cui presumibilmente si trovava l'accampamento indiano, procedendo per nove chilometri e mezzo su per le colline, fermandosi solo alle 2:00 del 25 giugno per far bivaccare gli esausti soldati.
Dalla posizione occupata alle 15:20 (una piccola altura poi nota come "Weir Point"<ref group="N">Il nome deriva dal capitano Thomas Weir, comandante della Compagnia D assegnata al battaglione di Benteen, che più avanti nel corso della battaglia si spinse fino a questo punto alla ricerca del battaglione di Custer prima di tornare indietro a causa degli attacchi degli indiani.</ref>) Custer ebbe per la prima volta una visione completa dell'accampamento indiano, della massa dei guerrieri che convergeva sulle posizioni di Reno per dare battaglia, e dei gruppi di non combattenti che all'opposto fuggivano a nord del campo verso un torrente tributario del Little Bighorn (poi "Squaw Creek"). Fu questo il momento decisivo della battaglia<ref>{{Cita|Panzeri|p. 60}}.</ref>: lo scopo della spedizione dell'esercito era di obbligare i gruppi di nomadi nativi a rientrare nelle riserve dove potevano essere disarmati e tenuti sotto controllo, e un ottimo sistema per realizzare ciò sarebbe stato il prendere in ostaggio le famiglie dei guerrieri; il battaglione di Custer non era molto numeroso (220 tra ufficiali, sottufficiali e truppa<ref group="N">Di questi, 27 provenivano dalla Germania, 28 dall'Irlanda, 16 dalla Gran Bretagna e 17 da altri paesi; {{Cita|d'Aniello|p. 51}}.</ref>), ma le alture a picco sul Little Bighorn ne celavano la vista agli indiani nella vallata e la strada alle sue spalle era ancora aperta<ref group="N">Boston Custer, aggregato al convoglio dei muli come interprete civile, se ne distaccò al momento dei primi spari e raggiunse indisturbato il battaglione del fratello verso le 16:30.</ref>: se Benteen fosse arrivato con il suo battaglione, ci sarebbero stati soldati a sufficienza per portare un attacco oltre il Little Bighorn e catturare i gruppi di non combattenti che si nascondevano nella zona dello Squaw Creek<ref>{{Cita|Panzeri|p. 71}}.</ref>.
 
[[File:Edgar Samuel Paxson - Custer's Last Stand.jpg|miniatura|upright=1.4|L'ultima resistenza di Custer in un quadro di Edgar Samuel Paxson del 1899]]
Il battaglione di Custer si spinse quindi verso nord tenendosi sulla riva orientale del Little Bighorn; verso le 15:45 l'ala sinistra fu inviata sulla sponda del Little Bighorn, poco a nord del margine settentrionale dell'accampamento, in una mossa tesa probabilmente ad allentare la pressione sul battaglione di Reno più a sud: ne seguì un breve scontro con i pochi guerrieri rimasti in quella zona, prima che i soldati si ritirassero sulle alture e procedessero ulteriormente verso nord. I soldati attraversarono una vallata ("Deep Ravine") e raggiunsero un crinale ("Battle Ridge") dove si attestarono tra due colline, "Calhoun Hill"<ref group="N">Dal nome del tenente James Calhoun, comandante della Compagnia L assegnata al battaglione di Custer, che qui fu ucciso.</ref> a sud e "Custer Hill" a nord, inviando distaccamenti fin verso la confluenza dello Squaw Creek con il Little Bighorn più a nord. A quest'ora, però, lo scontro con Reno nella vallata era ormai cessato e la massa dei guerrieri indiani cambiò direzione: vari gruppi di indiani presero ad attraversare il Little Bighorn e a fronteggiare i soldati da nord e ovest, mentre una formazione più numerosa guidata da Cavallo Pazzo risalì la Deep Ravine e tagliò la via di fuga di Custer verso sud. Attaccate da tutti i lati, le compagnie del battaglione di Custer furono sopraffatte una dopo l'altra e annientate senza lasciare alcun superstite<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 68-80}}.</ref>.
La mattina del 25 giugno, mentre il 7º Cavalleria riprendeva la marcia verso lo spartiacque, Custer salì al Crow's Nest per verificare gli avvistamenti dei suoi scout; Coltello Insanguinato riferì a Custer che, dall'analisi delle tracce sul terreno, i Sioux erano certamente più numerosi delle pallottole di cui il 7º disponeva<ref group="N">Secondo Gray (1976), p. 356, le forze dell'accampamento comprendevano appartenenti alle tribù Cheyenne, Hunkpapa, Oglala, Miniconjou, Sans Arc, Brulè, Piedi Neri, Oohenonpa, per un totale di circa 1.000 tende, 7.120 nativi di cui 1.782 maschi.</ref><ref>Tabella riassuntiva recante la situazione delle singole tribù in "tipì", ovvero tende, popolazione complessiva e uomini in {{Cita|d'Aniello|p. 79}}.</ref>, ma Custer si dimostrò poco preoccupato per il numero dei nemici, quanto più per il fatto che potessero fuggire<ref>{{Cita|Panzeri|p. 49}}.</ref>. Dal Crow's Nest Custer non riuscì a vedere niente con il suo cannocchiale, ma mentre scendeva per riunirsi al suo reggimento un piccolo gruppo di Sioux fu visto di sfuggita darsi alla fuga sopra alcuni crinali; riuniti i suoi ufficiali, Custer stabilì che «ogni speranza di sorpresa era ormai perduta» e che, per impedire la fuga degli indiani, bisognava attaccare il più presto possibile quello che riteneva fosse «il più grande accampamento indiano del continente nordamericano». Custer divise il 7º Cavalleria in quattro distaccamenti: il maggiore Reno avrebbe condotto un battaglione di tre compagnie in direzione nord-ovest, lungo il corso principale di un torrente (poi "Reno Creek") che dal Crow's Nest andava a immettersi nel Little Bighorn più a ovest, seguito dal convoglio di muli scortato dalla compagnia del capitano McDouglas, che prevedibilmente sarebbe rimasto attardato più indietro; Custer avrebbe condotto un battaglione di cinque compagnie alla destra di Reno, sul terreno elevato lungo la riva opposta del torrente, mentre al capitano Benteen furono affidate le restanti tre compagnie per condurre un'ampia manovra sul fianco sinistro di Reno per esplorare una serie di alture che impedivano la visuale e intercettare eventuali gruppi di indiani in fuga verso sud. L'obiezione di Benteen che questo piano finiva con il frammentare le forze del reggimento fu ignorata da Custer<ref>{{Cita|Panzeri|p. 50}}.</ref>.
 
La battaglia che ne seguì, passata alla storia come [[battaglia del Little Bighorn]], ebbe inizio verso le 15:00 del 25 giugno 1876: dopo aver guadato la confluenza tra il Reno Creek e il Little Bighorn e procedendo lungo la riva occidentale del secondo, il battaglione di Reno finì con il cozzare inaspettatamente contro l'angolo meridionale dell'immenso accampamento indiano, un'area di tende lunga circa 5 chilometri. Reno decise di attaccare, convinto che gli indiani, presi completamente di sorpresa, fossero in fuga: mentre i non combattenti (donne, bambini e anziani) fuggivano verso nord, da ogni parte dell'accampamento i guerrieri presero invece a convergere sulla posizione di Reno, che si ritrovò ben presto in schiacciante inferiorità numerica<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 52-53}}.</ref>. Da verifiche e analisi sui bossoli e sulle pallottole repertate sul luogo della battaglia, è stato possibile valutare che i nativi disponevano di oltre 30 tipi di armi da fuoco, di marca e calibro differenti, in numero di circa 370, oltre ad archi di due tipi (semplici e composti) con una gittata media di 150-200 metri e armi bianche (coltelli, asce, mazze e lance)<ref>Tabella sinottica delle differenti tipologie di armi da fuoco in uso ai nativi in {{Cita|d'Aniello|pp. 80-83}}.</ref>; verosimilmente, al momento dell'attacco i nativi non riconobbero il reparto, giacché la bandiera del 7º Cavalleria, costituita da uno stendardo blu con frange e l'aquila americana, non era presente, essendo rimasta con le salmerie<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 61}}.</ref><ref>{{Cita|Stefanon|p. 217}}.</ref>. Reno si ritrovò ben presto sconfitto dalla massa dei guerrieri e respinto in una disordinata fuga sulla riva orientale del Little Bighorn; trinceratosi su una collina (poi "Reno Hill"), fu qui raggiunto da Benteen e dal convoglio dei muli, ma l'intero contingente si ritrovò bloccato e circondato su ogni lato dagli indiani<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 60-65}}.</ref>.
La postazione del 7º Cavalleria sulla Reno Hill fu bersagliata dagli indiani per tutta la notte, anche se la gran parte dei guerrieri si ritirò nell'accampamento che fu spostato un po' più a nord<ref group="N">I soldati dichiararono di aver udito i tamburi della danza degli scalpi, ovvero della vittoria; in realtà, stando anche a testimonianze dei nativi che avevano preso parte al combattimento, una tale danza non si tenne poiché la sera dei combattimenti, in genere e in presenza di propri morti, era riservata al dolore. I Sioux non celebravano una tale cerimonia festiva se non quattro giorni dopo la battaglia e solo dopo aver ottenuto il parere favorevole dei parenti delle vittime; vedi {{Cita|Vestal|p. 164}},</ref>. Nella mattinata del 26 giugno i combattimenti continuarono intorno alla Reno Hill, ma gli indiani non fecero alcun serio tentativo di espugnare la postazione e infine, quel pomeriggio, si ritirarono dal luogo della battaglia<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 81-82}}.</ref>: i guerrieri avevano consumato gran parte delle loro riserve di munizioni e gli esploratori avevano segnalato l'approssimarsi al Little Bighorn della colonna di Terry da nord<ref name=Brown-312>{{Cita|Brown|p. 312}}.</ref>.
 
=== La morte ===
[[File:Giovanni Martini (militare).jpg|miniatura|destra|verticale|Giovanni Martini, nel 1904, con i gradi da primo sergente maggiore]]
Non esistono resoconti certi delle vicende accadute al battaglione di Custer. L'ultimo bianco a vedere vivo il colonnello fu il trombettiere [[Giovanni Martini (militare)|John Martin]] (italiano naturalizzato, il cui nome era Giovanni Martini), che alle 15:20 fu inviato da Custer a recapitare un messaggio per Benteen dove si chiedevano rinforzi e munizioni<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 57-58}}.</ref>; due esploratori indiani, il meticcio [[Mitch Bouyer]] e l'Absaroka [[Curly (scout)|Curly]] (Ashishishe), raggiunsero Custer verso le 16:00 dopo essere sopravvissuti alla rotta del battaglione di Reno; il colonnello lasciò i due liberi di andarsene e, mentre Bouyer scelse di restare e rimase ucciso più tardi, Curly si nascose su un'altura più a est e osservò la distruzione della forza di Custer da un chilometro e mezzo di distanza<ref name="cita-Panzeri-p68">{{Cita|Panzeri|p. 68}}.</ref>. A parte questo, le uniche fonti per ricostruire i movimenti del battaglione di Custer sono le testimonianze rese dai capi indiani che presero parte alla battaglia, spesso imprecise e prive di una visione generale, e i rilevamenti archeologici fatti nei decenni successivi; conseguentemente, qualunque ricostruzione contiene una certa dose di speculazioni e supposizioni, cosa che diede adito, soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla battaglia, a resoconti degli eventi fantasiosi e largamente imprecisi, spesso tesi a dare una visione a effetto della battaglia per ammantare di gloria il disastro o coprire gli errori commessi dai protagonisti<ref name="cita-Panzeri-p68"/>.
 
Dalla posizione occupata alle 15:20 (una piccola altura poi nota come "Weir Point"<ref group="N">Il nome deriva dal capitano Thomas Weir, comandante della Compagnia D assegnata al battaglione di Benteen, che più avanti nel corso della battaglia si spinse fino a questo punto alla ricerca del battaglione di Custer prima di tornare indietro a causa degli attacchi degli indiani.</ref>), Custer ebbe per la prima volta una visione completa dell'accampamento indiano, della massa dei guerrieri che convergeva sulle posizioni di Reno per dare battaglia e dei gruppi di non combattenti che all'opposto fuggivano a nord del campo verso un torrente tributario del Little Bighorn (poi "Squaw Creek"). Fu questo il momento decisivo della battaglia<ref>{{Cita|Panzeri|p. 60}}.</ref>: lo scopo della spedizione dell'esercito era di obbligare i gruppi di nomadi nativi a rientrare nelle riserve dove potevano essere disarmati e tenuti sotto controllo e un ottimo sistema per realizzare ciò sarebbe stato il prendere in ostaggio le famiglie dei guerrieri; il battaglione di Custer non era molto numeroso (220 tra ufficiali, sottufficiali e truppa<ref group="N">Di questi, 27 provenivano dalla Germania, 28 dall'Irlanda, 16 dalla Gran Bretagna e 17 da altri paesi; {{Cita|d'Aniello|p. 51}}.</ref>), ma le alture a picco sul Little Bighorn ne celavano la vista agli indiani nella vallata e la strada alle sue spalle era ancora aperta<ref group="N">Boston Custer, aggregato al convoglio dei muli come interprete civile, se ne distaccò al momento dei primi spari e raggiunse indisturbato il battaglione del fratello verso le 16:30.</ref>: se Benteen fosse arrivato con il suo battaglione, ci sarebbero stati soldati a sufficienza per portare un attacco oltre il Little Bighorn e catturare i gruppi di non combattenti che si nascondevano nella zona dello Squaw Creek<ref>{{Cita|Panzeri|p. 71}}.</ref>.
 
Il battaglione di Custer si spinse quindi verso nord, tenendosi sulla riva orientale del Little Bighorn; verso le 15:45 l'ala sinistra fu inviata sulla sponda del Little Bighorn, poco a nord del margine settentrionale dell'accampamento, in una mossa tesa probabilmente ad allentare la pressione sul battaglione di Reno più a sud; ne seguì un breve scontro con i pochi guerrieri rimasti in quella zona, prima che i soldati si ritirassero sulle alture e procedessero ulteriormente verso nord. I soldati attraversarono una vallata ("Deep Ravine") e raggiunsero un crinale ("Battle Ridge") dove si attestarono tra due colline, "Calhoun Hill"<ref group="N">Dal nome del tenente James Calhoun, comandante della Compagnia L assegnata al battaglione di Custer, che qui fu ucciso.</ref> a sud e "Custer Hill" a nord, inviando distaccamenti fin verso la confluenza dello Squaw Creek con il Little Bighorn più a nord. A quell'ora, però, lo scontro con Reno nella vallata era ormai cessato e la massa dei guerrieri indiani cambiò direzione: vari gruppi di indiani presero ad attraversare il Little Bighorn e a fronteggiare i soldati da nord e ovest, mentre una formazione più numerosa, guidata da Cavallo Pazzo, risalì la Deep Ravine e tagliò la via di fuga di Custer verso sud. Attaccate da tutti i lati, le compagnie del battaglione di Custer furono sopraffatte una dopo l'altra e annientate senza lasciare alcun superstite<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 68-80}}.</ref>.
 
{{Doppia immagine|destra|ThomasCuster.jpg|170|Boston-Custer.jpg|170|Thomas (a sinistra) e Boston Custer, entrambi uccisi al Little Bighorn insieme al fratello George Armstrong}}
La postazione del 7º Cavalleria sulla Reno Hill fu bersagliata dagli indiani per tutta la notte, anche se la gran parte dei guerrieri si ritirò nell'accampamento, che fu spostato un po' più a nord<ref group="N">I soldati dichiararono di aver udito i tamburi della danza degli scalpi, ovvero della vittoria; in realtà, stando anche a testimonianze dei nativi che avevano preso parte al combattimento, una tale danza non si tenne poiché la sera dei combattimenti, in genere e in presenza di propri morti, era riservata al dolore. I Sioux non celebravano una tale cerimonia festiva se non quattro giorni dopo la battaglia e solo dopo aver ottenuto il parere favorevole dei parenti delle vittime; vedi {{Cita|Vestal|p. 164}}.</ref>. Nella mattinata del 26 giugno i combattimenti continuarono intorno alla Reno Hill, ma gli indiani non fecero alcun serio tentativo di espugnare la postazione e infine, quel pomeriggio, si ritirarono dal luogo della battaglia<ref>{{Cita|Panzeri|pp. 81-82}}.</ref>: i guerrieri avevano consumato gran parte delle loro riserve di munizioni e gli esploratori avevano segnalato l'approssimarsi al Little Bighorn della colonna di Terry da nord<ref name=Brown-312>{{Cita|Brown|p. 312}}.</ref>.
 
=== Il ritrovamento del corpo ===
Il generale Terry arrivò sul luogo dello scontro la mattina del 27 giugno, dopo un approccio molto cauto; dopo aver soccorso i superstiti del 7º Cavalleria sulla Reno Hill, iniziò l'esplorazione del campo di battaglia:; l'opera di ricerca e riconoscimento delle vittime, per una sepoltura sul luogo ove erano cadute, fu resa difficile, e talvolta impossibile, dal gran caldo estivo e dalle mutilazioni cui i corpi erano stati sottoposti e si concluse solo il 30 giugno. Il corpo di Custer fu rinvenuto ilin 27giornata giugnosulla cima della Custer Hill da [[Fred Gerard]], esploratore bianco del battaglione di Reno, sulla Custer Hill: completamente nudo<ref name="cita-Vestal-p163">{{Cita|Vestal|p. 163}}.</ref>, eratranne sedutoi acalzini, era terrareclinato, poggiato ai corpi di altri due soldati. Il viso, al contrario di quello di altri caduti, contratto, teso e dolorante, appariva disteso e sereno<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 244}}: il viso di Custer venne descritto «like one resting, or asleep», ovvero «come uno che stia riposando, o dormendo».</ref>; il corpo presentava un foro di pallottola all'altezza del cuore, con sangue raggrumato, e un altro alla tempia sinistra<ref>{{Cita|d'Aniello 1995|p. 18}}, con la precisazione, trattandosi di tempia sinistra, che Custer non era mancino.</ref><ref>{{Cita|Wert 1996|p. 355}}.</ref>: la dichiarata mancanza del cosiddetto "orletto escoriativo"<ref group="N"> In caso di suicidio mediante esplosione di un colpo d'arma da fuoco a contatto con la pelle (c.d.cosiddetto "a bruciapelo"), come nel caso appunto di un colpo alla tempia, si evidenzia attorno al foro d'entrata un "orletto escoriativo" causato dalla compressione della bocca dell'arma sull'epidermide dovuta specialmente al colpo di rinculo, nonché alla bruciatura dell'epidermide a causa della vampa generata dalla combustione della polvere; attorno alla ferita si evidenzia, inoltre, un c.d.cosiddetto "tatuaggio", ovvero residui di polvere da sparo incombusta che vengono "iniettati" sotto pelle dalla violenza dell'esplosione.</ref>, fece escludere si fosse trattato diil suicidio. Tutto intorno al comandante del 7°, sulla cima della Custer Hillº vennero trovati 42 corpi e 39 cavalli morti, abbattuti verosimilmente per farne riparo;, trae i42 corpi, figuravanotra cui quelli dei fratelli Tom e Boston Custer, del nipote [[Henry Armstrong Reed|'Autie' Reed]]<ref>{{Cita|Ambrose|p. 488}}.</ref>, del tenente William Cooke (aiutante di campo di Custer), del trombettiere Henry Voss (primo trombettiere del reggimento) Henry Voss e del sergente Hughes Farther (alfiere del guidone personale di Custer)<ref>{{Cita|Panzieri|p. 80}}.</ref>.
 
Particolarmente dura fu la reazione del capitano Benteen, il più anziano degli ufficiali del 7º, che, davanti al corpo del suo comandante esclamò: «È qui, che Dio lo maledica! Finalmente non combatterà più!»<ref name="Stefanon-X" />.
Lo [[scalpo]] di Custer non fu asportato<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 18}}.</ref>, probabilmente perché al momento dello scontro i suoi capelli erano particolarmente corti<ref>{{Cita|Vestal|p. 163}}.</ref> avendoli tagliati prima di lasciare Fort Lincoln: questa circostanza rese Custer irriconoscibile agli indiani, e per gran tempo i Sioux ritennero di aver sconfitto un reparto comandato dal generale Crook<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 358}}.</ref>. Il corpo di Custer non venne mutilato, salvo una punta di freccia che gli era stata conficcata lungo il pene<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 245}}; tale ferita venne portata a conoscenza dell'opinione pubblica solo alla morte della moglie Elizabeth Bacon.</ref>, e questo confermerebbe che non fu riconosciuto dai suoi avversari oppure che doveva esser stato ucciso quasi subito<ref>{{Cita|Vestal|pp. 159-160}}</ref> perché gli attaccanti non avevano riscontrato, da parte sua, azioni particolarmente meritevoli da giustificare le mutilazioni rituali sul nemico<ref>{{Cita|Vestal|p. 163}}: secondo le usanze Sioux, il nemico più audace era soggetto alle mutilazioni più gravi. Il solo militare citato dai Sioux come il più audace fu identificato nel sergente Butler indicato come "l'uomo con tre strisce sulla manica"</ref>. Molti nativi, quando successivamente si seppe che il reparto era comandato da Custer, cercarono di accreditarsi come coloro che lo avevano ucciso: tra questi vi furono "Joseph" White Bull (Tȟatȟáŋka Ská in lingua Lakota)<ref group="N">Secondo la versione di "Joseph" White Bull, nelle prime fasi del combattimento, durante la fase di avvicinamento del reparto militare all'accampamento, tre o quattro guerrieri avevano ingaggiato una sparatoria con i militari, mentre attraversavano un guado, nel corso della quale era stato colpito un ufficiale che indossava una giacca in pelle di daino e che cavalcava un sauro - capo che effettivamente indossava Custer quel giorno e tipologia di cavallo, di proprietà, cavalcato - e portava un cappello a tesa larga. L'uccisione di Custer nelle fasi iniziali è stata usata da alcuni autori per spiegare poi la successiva sconfitta del suo battaglione.</ref>, Toro Bianco dei [[Miniconjou]] e Pioggia sul Viso (Ité Omáǧažu in Lakota); il capo Cavallo Rosso disse che Custer fu ucciso da un guerriero Dakota Santee non identificato, mentre Toro Seduto sostenne che il colonnello fu riconosciuto da un gruppo di indiani subito prima di essere ucciso<ref name=Brown-312 />.
 
Lo [[scalpo]] di Custer non era stato asportato<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 18}}.</ref>, probabilmente perché al momento dello scontro i suoi capelli erano particolarmente corti<ref name="cita-Vestal-p163" />, avendoli tagliati prima di lasciare Fort Lincoln; questa circostanza rese Custer irriconoscibile agli indiani e per gran tempo i Sioux ritennero di aver sconfitto un reparto comandato dal generale Crook<ref>{{Cita|d'Aniello|p. 358}}.</ref>. Il corpo di Custer non venne mutilato o sfregiato, salvo, secondo alcune fonti <ref>{{Cita|Stefanon|p. 245}}; l'esistenza di tale ferita sarebbe stata taciuta per rispetto verso la vedova Elizabeth Bacon e portata a conoscenza dell'opinione pubblica solo dopo la sua morte.</ref>, una punta di freccia che gli era stata conficcata lungo il pene; questo confermerebbe che non fu riconosciuto dai suoi avversari, oppure che doveva esser stato ucciso quasi subito<ref>{{Cita|Vestal|pp. 159-160}}.</ref>, perché gli attaccanti non avevano riscontrato, da parte sua, azioni particolarmente meritevoli da giustificare le mutilazioni rituali sul nemico<ref>{{Cita|Vestal|p. 163}}: secondo le usanze Sioux, il nemico più audace era soggetto alle mutilazioni più gravi. Il solo militare citato dai Sioux come il più audace fu identificato nel sergente Butler, indicato come "l'uomo con tre strisce sulla manica".</ref>. Quando successivamente si seppe che il reparto era comandato da Custer, molti nativi cercarono di accreditarsi come coloro che lo avevano ucciso; tra questi vi furono "Joseph" White Bull (Tȟatȟáŋka Ská in lingua Lakota)<ref group="N">Secondo la versione di "Joseph" White Bull, nelle prime fasi del combattimento, durante la fase di avvicinamento del reparto militare all'accampamento, tre o quattro guerrieri avevano ingaggiato una sparatoria con i militari, mentre attraversavano un guado, nel corso della quale era stato colpito un ufficiale che indossava una giacca in pelle di daino e che cavalcava un sauro - capo che effettivamente indossava Custer quel giorno e tipologia di cavallo, di proprietà, cavalcato - e portava un cappello a tesa larga. L'uccisione di Custer nelle fasi iniziali è stata usata da alcuni autori per spiegare poi la successiva sconfitta del suo battaglione.</ref>, Toro Bianco dei [[Miniconjou]] e [[Pioggia in Faccia|Pioggia sul Viso]] (Ité Omáǧažu in Lakota). Il capo Cavallo Rosso disse che Custer fu ucciso da un guerriero Dakota Santee non identificato, mentre Toro Seduto sostenne che il colonnello fu riconosciuto da un gruppo di indiani subito prima di essere ucciso<ref name="Brown-312" />.
La sepoltura dei caduti fu necessariamente sommaria, per mancanza di attrezzi idonei allo scavo di fosse, ricoprendo i corpi di un sottile strato di terra e sassi; solo per Custer e per suo fratello Tom venne scavata una fossa di circa 30 cm di profondità. I corpi furono avvolti con pezzi di coperta e teli da tenda prima di coprire il tutto con terra e sassi; quale segnacolo della sepoltura, una stanga da carro venne piantata a colpi di pietra<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 246.}}.</ref>; 26 dei caduti del battaglione di Custer non vennero mai rinvenuti e nulla si è mai più saputo di loro.
[[File:WarCemCustLStand.jpg|thumb|left|Il campo di battaglia del Little Big Horn nel 1994. La lapide contrassegnata da un simbolo nero indica il luogo in cui venne rinvenuto il corpo di Custer]]
 
La sepoltura dei caduti fu necessariamente sommaria, per mancanza di attrezzi idonei allo scavo di fosse, ricoprendo i corpi di un sottile strato di terra e sassi; solo per Custer e per suo fratello Tom venne scavata una fossa di circa 30&nbsp;cm di profondità. I corpi furono avvolti con pezzi di coperta e teli da tenda, prima di coprire il tutto con terra e sassi; quale segnacolo della sepoltura, una stanga da carro venne piantata a colpi di pietra<ref>{{Cita|Stefanon|p. 246}}.</ref>; 26 dei caduti del battaglione di Custer non vennero mai rinvenuti e nulla si è mai più saputo di loro.
Solo il 2 luglio Terry inviò corrieri con la notizia della disfatta del Little Bighorn e gli Stati Uniti vennero a conoscenza dei fatti solo il 5 luglio, nel pieno dei festeggiamenti del centenario dell'indipendenza: prevedibilmente, la notizia scatenò le ire dell'opinione pubblica e degli ambienti politici, i quali pretesero un'inchiesta formale sull'accaduto e immediate azioni di rappresaglia contro gli indiani ostili. Tanto Terry quanto il generale Sheridan presentarono rapporti fortemente revisionistici, ignorando quelle che erano le loro responsabilità nella pianificazione della campagna e lasciando intendere in sottotraccia che la colpa del disastro dovesse essere ripartita unicamente tra Custer, Reno e Benteen<ref>{{Cita|Panzeri|p. 85}}.</ref>. In un suo rapporto al generale Sheridan datato 27 giugno, il generale Terry riferì che quanto era accaduto a Custer e agli uomini del suo reggimento era derivato, verosimilmente, «perché quasi certamente era convinto che gli indiani fossero in fuga»<ref group="N">Nello stesso rapporto, Terry dichiarò «per quanto posso immaginare, Custer agì in maniera errata [...] decise di attaccarli, senza che i suoi uomini fossero pronti, e divise il suo comando in gruppi che vennero battuti separatamente»</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 405-407}}.</ref>. A sua volta Sheridan, nel suo rapporto al generale Sherman, ritenne di dover imputare l'azione «né ad avventatezza né al desiderio di porsi in luce, ma a scarsa conoscenza della situazione e ad eccessivo coraggio»<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 247}}.</ref>. Nel settembre 1876, il presidente degli Stati Uniti Grant dichiarò al quotidiano ''[[New York Herald]]'': «considero il ''Custer's massacre'' come un inutile sacrificio di uomini, di cui ritengo responsabile lo stesso Custer»<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 247}}.</ref>. Dinanzi alla corte che lo interrogava per valutare il suo comportamento nella battaglia del Little Big Horn, il maggiore Marcus Reno ebbe a dichiarare che «conosceva da lungo tempo il generale Custer come soldato, e non aveva stima delle sue capacità professionali»<ref name="Stefanon-X">{{Cita|Stefanon 1992|Introduzione, p. X}}.</ref>. Particolarmente dura la reazione del capitano Benteen, il più anziano degli ufficiali del 7° che davanti al corpo del suo comandante esclamò: «è qui che Dio lo maledica! Finalmente non combatterà più!»<ref name="Stefanon-X" />.
 
[[File:WarCemCustLStand.jpg|miniatura|sinistra|Il campo di battaglia del Little Big Horn nel 1994: la lapide contrassegnata da un simbolo nero indica il luogo in cui venne rinvenuto il corpo di Custer]]
Solo più di un anno dopo, il 10 ottobre 1877, quelli che si ritiene essere i resti mortali di Custer<ref group="N">Molte testimonianze di militari addetti al recupero sottolinearono che le operazioni avvennero in una situazione di confusione: il sergente Michael C. Caddle riferì che una camicia su cui si riteneva essere stato appoggiato il corpo di Custer risultò di fatto appartenere al caporale William Teeman -come risultava da un documento rinvenuto in una tasca- e nel 1911 George Herendeen, guida bianca di Sheridan, dichiarò che «dalla tomba di Custer non furono estratte più di due manciate di piccole ossa. Il corpo era stato dissepolto dai coyotes e fatto a pezzi e le ossa erano sparpagliate tutto intorno». Analoga versione venne resa da Thomas la Forge, interprete Crow del reparto, che dichiarò che «la quantità di sostanza corporale che fu possibile raccogliere e trasferire nella bara non era sufficiente a riempire il mio cappello». James P. McNally, altro militare della squadra di esumazione, dichiarò inoltre che l'ufficiale preposto, il capitano Michael V. Sheridan fratello del generale, ebbe a dire: «chiudete la cassa; va benissimo così, purché la gente creda che sia lui».</ref><ref>{{Cita|Stefanon 1992|pp. 253-256}}.</ref> vennero recuperati e sepolti, con tutti gli onori militari, nel cimitero dell'accademia militare di West Point ove ancora oggi si trovano. Sulla tomba fu posta una statua di bronzo che però, non essendo gradita alla vedova Elizabeth Bacon Custer, fu in seguito rimossa; oggi il luogo di sepoltura di Custer è contrassegnato da un [[obelisco]].
Solo il 2 luglio Terry inviò corrieri con la notizia della disfatta del Little Bighorn e gli Stati Uniti vennero a conoscenza dei fatti solo il 5 luglio, nel pieno dei festeggiamenti del centenario dell'indipendenza; prevedibilmente, la notizia scatenò le ire dell'opinione pubblica e degli ambienti politici, i quali pretesero un'inchiesta formale sull'accaduto e immediate azioni di rappresaglia contro gli indiani ostili. Tanto Terry quanto il generale Sheridan presentarono rapporti fortemente revisionistici, tralasciando le proprie responsabilità nella pianificazione della campagna e lasciando intendere in sottotraccia che la colpa del disastro dovesse essere ripartita unicamente tra Custer, Reno e Benteen<ref>{{Cita|Panzeri|p. 85}}.</ref>. In un rapporto al generale Sheridan, datato 27 giugno, il generale Terry riferì che il massacro si era verificato, probabilmente, «perché [Custer] quasi certamente era convinto che gli indiani fossero in fuga»<ref group="N">Nello stesso rapporto, Terry dichiarò «per quanto posso immaginare, Custer agì in maniera errata [...] decise di attaccarli, senza che i suoi uomini fossero pronti, e divise il suo comando in gruppi che vennero battuti separatamente».</ref><ref>{{Cita|d'Aniello|pp. 405-407}}.</ref>. A sua volta Sheridan, nel suo rapporto al generale Sherman, ritenne di dover imputare l'azione «né ad avventatezza né al desiderio di porsi in luce, ma a scarsa conoscenza della situazione e ad eccessivo coraggio»<ref name="cita-Stefanon-p247">{{Cita|Stefanon|p. 247}}.</ref>. Nel settembre 1876 il presidente degli Stati Uniti Grant dichiarò al quotidiano ''[[New York Herald]]'': «considero il ''Custer's massacre'' come un inutile sacrificio di uomini, di cui ritengo responsabile lo stesso Custer»<ref name="cita-Stefanon-p247"/>. Dinanzi alla corte che lo interrogava per valutare il suo comportamento nella battaglia del Little Big Horn, il maggiore Marcus Reno ebbe a dichiarare che «conosceva da lungo tempo il generale Custer come soldato, e non aveva stima delle sue capacità professionali»<ref name="Stefanon-X">{{Cita|Stefanon|Introduzione, p. X}}.</ref>.
 
Solo più di un anno dopo, il 10 ottobre 1877, quelli che si ritenne essere i resti mortali di Custer<ref group="N">Molte testimonianze di militari addetti al recupero sottolinearono che le operazioni avvennero in una situazione di confusione: il sergente Michael C. Caddle riferì che una camicia su cui si riteneva essere stato appoggiato il corpo di Custer risultò di fatto appartenere al caporale William Teeman -come risultava da un documento rinvenuto in una tasca- e nel 1911 George Herendeen, guida bianca di Sheridan, dichiarò che «dalla tomba di Custer non furono estratte più di due manciate di piccole ossa. Il corpo era stato dissepolto dai coyote e fatto a pezzi e le ossa erano sparpagliate tutto intorno». Analoga versione venne resa da Thomas la Forge, interprete Crow del reparto, che dichiarò che «la quantità di sostanza corporale che fu possibile raccogliere e trasferire nella bara non era sufficiente a riempire il mio cappello». James P. McNally, altro militare della squadra di esumazione, dichiarò inoltre che l'ufficiale preposto, il capitano Michael V. Sheridan, fratello del generale, ebbe a dire: «Chiudete la cassa; va benissimo così, purché la gente creda che sia lui».</ref> vennero recuperati e sepolti, con tutti gli onori militari<ref>{{Cita|Stefanon|pp. 253-256}}.</ref>, nel cimitero dell'accademia militare di West Point ove ancora oggi si trovano. Sulla tomba fu posta una statua di bronzo che, però, non essendo gradita alla vedova Elizabeth Bacon Custer, fu in seguito rimossa; oggi il luogo di sepoltura di Custer è contrassegnato da un [[obelisco]].
 
== Soprannomi ==
I colleghi di accademia, i nativi ed i suoi militari assegnarono a Custer diversi soprannomi:
* ''"Fanny''" per la sua carnagione chiara, da biondo, dai suoi colleghi di West Point<ref>{{Cita|Stefanon 1992|p. 6}}.</ref>
* ''"Hard Ass''" e ''"Iron Butt''", con lo stesso significato di "DeretanoCulo duro", dai suoi militari (per la sua capacità di restare in sella molto a lungo e per la sua intransigenza);
* ''"Ringlets''" e ''"Yellow Hair''", rispettivamente "Boccoli" e "Capelli Biondibiondi" (per la sua vanità e per i suoi capelli biondi);
* ''"Son of the Morning Star''", "Figlio della Stellastella del Mattinomattino", dai nativi (per la sua "abitudine" ad attaccare i villaggi alle prime luci dell'alba).
* ''"The Boy General''", "Il Generalegenerale Ragazzoragazzo", dalla stampa con riferimento alla sua giovane età durante la Guerra di Secessione.
Per la moglie Elizabeth era invece ''"Autie''", abbreviazione derivante dal modo in cui, da infante, pronunciava il suo nome Armstrong.
 
== Monumenti e luoghi intitolati ==
[[File:General Custer statue Monroe Michigan.JPG|thumbminiatura|La statua equestre di Custer eretta a Monroe]]
Una statua equestre dedicata a George Armstrong Custer, opera di [[Edward Clark Potter]], fu eretta a Monroe nel Michigan e inaugurata dal Presidente [[William Howard Taft]] il 4 giugno 1910; dal 1992 la statua fu designata come sito storico dello Stato del Michigan e, dal 9 dicembre 1994, è stata inserita nel [[National Register of Historic Places]] come il [[Monumento equestre a George Armstrong Custer]]<ref>{{cita web|url=https://home.nps.gov/state/mi/index.htm?program=all|titolo=Michigan (U.S. National Park Service)|sito=nps.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161022223108/https://home.nps.gov/state/mi/index.htm?program=all|urlmorto=no}}</ref>. Un altro memoriale completo di una statua è stato eretto nella città natale di Custer, New Rumley in Ohio, ad opera della locale società storica<ref>{{cita web|url=https://www.ohiohistory.org/visit/museum-and-site-locator/custer-monument|titolo=Custer Monument|sito=ohiohistory.org|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150519044321/http://www.ohiohistory.org/visit/museum-and-site-locator/custer-monument|urlmorto=no}}</ref>. Il parco statale di [[Fort Abraham Lincoln]] nel Dakota del Sud contiene una ricostruzione dell'alloggio occupato da Custer e dalla moglie dal 1873 al 1876<ref>{{cita web|url=http://www.parkrec.nd.gov/parks/falsp/falsp.html|titolo=Fort Abraham Lincoln State Park|sito=parkrec.nd.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161104025300/http://www.parkrec.nd.gov/parks/falsp/falsp.html|urlmorto=no}}</ref>; gran parte delle Colline Nere è, dal 1912, ricompresa nel [[Custer State Park]], primo e più grande parco nazionale del Dakota del Sud<ref>{{cita web|url=http://gfp.sd.gov/state-parks/directory/custer/|titolo=Custer State Park|sito=gfp.sd.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161027035633/http://gfp.sd.gov/state-parks/directory/custer/|urlmorto=no}}</ref>.
 
Una statua equestre dedicata a George Armstrong Custer, opera di [[Edward Clark Potter]], fu eretta a Monroe nel Michigan e inaugurata dal Presidente [[William Howard Taft]] il 4 giugno 1910; dal 1992 la statua fu designata come sito storico dello Stato del Michigan e, dal 9 dicembre 1994, è stata inserita nel [[National Register of Historic Places]] come [[George Armstrong Custer Equestrian Monument]]<ref>{{cita web|url=https://home.nps.gov/state/mi/index.htm?program=all|titolo=Michigan (U.S. National Park Service)|sito=nps.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>. Un altro memoriale completo di una statua è stato eretto nella città natale di Custer, New Rumley in Ohio, ad opera della locale società storica<ref>{{cita web|url=https://www.ohiohistory.org/visit/museum-and-site-locator/custer-monument|titolo=Custer Monument|sito=ohiohistory.org|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>. Il parco statale di [[Fort Abraham Lincoln]] nel Dakota del Sud contiene una ricostruzione dell'alloggio occupato da Custer e dalla moglie dal 1873 al 1976<ref>{{cita web|url=http://www.parkrec.nd.gov/parks/falsp/falsp.html|titolo=Fort Abraham Lincoln State Park|sito=parkrec.nd.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>; gran parte delle Colline Nere è, dal 1912, ricompresa nel [[Custer State Park]], primo e più grande parco nazionale del Dakota del Sud<ref>{{cita web|url=http://gfp.sd.gov/state-parks/directory/custer/|titolo=Custer State Park|sito=gfp.sd.gov|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>.
 
Sei contee in altrettanti stati portano il nome di "Contea di Custer": [[Contea di Custer (Colorado)|in Colorado]], [[Contea di Custer (Idaho)|in Idaho]], [[Contea di Custer (Montana)|in Montana]], [[Contea di Custer (Nebraska)|in Nebraska]], [[Contea di Custer (Oklahoma)|in Oklahoma]] e [[Contea di Custer (Dakota del Sud)|in Dakota del Sud]]. Il capoluogo della contea di Custer del Dakota del Sud è la città di [[Custer (Dakota del Sud)|Custer]], costruita sulle Colline Nere nel 1875 dai minatori accorsi dopo l'esplorazione della regione ad opera del 7º Cavalleria; svariate altre ''[[township (Stati Uniti d'America)|township]]'' e piccoli centri abitati sono intitolati in onore di Custer in vari stati degli USA.
 
Sei contee in altrettanti stati portano il nome di "Contea di Custer": [[Contea di Custer (Colorado)|in Colorado]], [[Contea di Custer (Idaho)|in Idaho]], [[Contea di Custer (Montana)|in Montana]], [[Contea di Custer (Nebraska)|in Nebraska]], [[Contea di Custer (Oklahoma)|in Oklahoma]] e [[Contea di Custer (Dakota del Sud)|in Dakota del Sud]]. Il capoluogo della contea di Custer del Dakota del Sud è la città di [[Custer (Dakota del Sud)|Custer]], costruita sulle Colline Nere nel 1875 dai minatori accorsi dopo l'esplorazione della regione ad opera del 7º Cavalleria; svariate altre ''[[township (Stati Uniti d'America)|township]]'' e piccoli centri abitati sono intitolati in onore di Custer in vari stati degli Stati Uniti.
La [[85th Infantry Division (United States Army)|85th Infantry Division]], una [[divisione (unità militare)|divisione]] di fanteria dell'esercito statunitense attiva nella [[seconda guerra mondiale]] e come unità di riserva dal 1947 al 2007, portò l'appellativo di "Custer Division"<ref>{{cita web|url=http://www.custermen.com/History85.htm|titolo=85th 'Custer' Division|sito=custermen.com|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016}}</ref>; la divisione aveva sede al [[Fort Custer Training Center]], nel Michigan, uno dei più importanti centri d'addestramento militare della regione del [[Stati Uniti d'America medio-occidentali|Midwest]].
 
La [[85th Infantry Division]], una [[divisione (unità militare)|divisione]] di fanteria dell'esercito statunitense attiva nella [[seconda guerra mondiale]] e come unità di riserva dal 1947 al 2007, portò l'appellativo di "Custer Division"<ref>{{cita web|url=http://www.custermen.com/History85.htm|titolo=85th 'Custer' Division|sito=custermen.com|lingua=en|accesso=22 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160713235203/http://custermen.com/History85.htm|urlmorto=no}}</ref>; la divisione aveva sede al [[Fort Custer Training Center]], nel Michigan, uno dei più importanti centri d'addestramento militare della regione del [[Stati Uniti d'America medio-occidentali|Midwest]].
== La figura di "Custer" nella filmografia e nella cultura popolare ==
Dopo la tragica fine, la figura di Custer, nonostante non fosse certo priva di ombre, fu celebrata come quella di un eroe senza macchia e senza paura dalle cronache dell'epoca a partire dai giornali, che già ne avevano fatto un simbolo durante la guerra di secessione, entrando di fatto nella mitologia assieme agli altri "eroi del selvaggio West".
 
== La figura di Custer nella filmografia e nella cultura di massa ==
L'alone di mistero che aleggia attorno alla fine, sua e dei suoi uomini al Little Big Horn, ha consentito di spaziare, in modo più o meno romanzato, in numerose opere di fantasia. Oltre a romanzi e film (sotto riportati), non sono mancati i fumetti; tra questi giova ricordare il volume della collana ''Tex'' n° 492 (''Little Bighorn''), testi di [[Claudio Nizzi|Nizzi]], disegni di [[Giovanni Ticci|Ticci]].
Dopo la tragica fine, la figura di Custer, nonostante non fosse certo priva di ombre, fu celebrata come quella di un eroe senza macchia e senza paura dalle cronache dell'epoca a partire dai giornali, che già ne avevano fatto un simbolo durante la guerra di secessione, entrando di fatto nella mitologia assieme agli altri "eroi del selvaggio West". L'alone di mistero che aleggia attorno alla fine, sua e dei suoi uomini, al Little Big Horn ha consentito di spaziare, in modo più o meno romanzato, in numerose opere di fantasia, spesso caratterizzate da marchiane imprecisioni sullo svolgimento dei fatti.
 
=== Filmografia ===
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* ''[[On the Little Big Horn or Custer's Last Stand]]'' - USA - Regia di [[Francis Boggs]] (1909) - [[Hobart Bosworth]];
* ''[[Custer's Last Fight]]'' - USA - Regia di [[Francis Ford]] (1912) - [[Francis Ford]];
* ''[[The Massacre (film 1912)|The Massacre]]'' - USA - Regia di [[David Wark Griffith]] (1912) - [[Wilfred Lucas]];
* ''Colonel Custard's Last Stand'' - USA - Regia di [[Richard Garrick]] (1914)<ref group="N">Pur non riferendosi esplicitamente a Custer, il film è ispirato alla sua vicenda e la sua figura è il personaggio interpretato da Lloyd Hamilton, il colonnello Custard.</ref>;
* ''Britton of the Seventh'' - USA - Regia di [[Lionel Belmore]] (1916) - [[Ned Finley]];
* ''Bob Hampton of Placer'' - USA - Regia di [[Marshall Neilan]] (1921) - [[T. D. Crittenden]]<ref group="N">Nato 27 settembre 1878 a Oakland (California); morto a Los Angeles (California) 17 febbraio 1938.</ref>;
* ''Wild Bill Hiccup'' - USA - Regia di [[George Jeske]] (1924) - [[Al Forbes]]<ref group="N">Nato in Inghilterra 1896; morto negli Stati Uniti nel 1951.</ref>;
* ''The Flaming Frontier'' - USA - Regia di [[Edward Sedgwick]] (1926) - [[Dustin Farnum]];
* ''[[General Custer ofat Little Big Horn]]'' - USA - Regia di [[Harry L. Fraser]] (1926) - [[John Beck]];
* ''The World Change'' - USA - Regia di [[Mervyn LeRoy]] (1933) - [[Clay Clement]]<ref group="N"> Nato a Lebanon (Ohio) 19 maggio 1888; morto a Watertown (New York) 20 ottobre 1956.</ref>;
* ''[[La conquista del West (film 1936)|La conquista del westWest]]'' (''The Plainsman'') - USA - Regia di [[Cecil B. DeMille]] (1936) - [[John Miljan]]<ref group="N">Nato a Lead City (South Dakota) 9 novembre 1892; morto a Hollywood, Los Angeles (California) 24 gennaio 1960.</ref>;
* ''Pantere Rosse'' (''Custer's Last Stand'') - USA - Regia di [[Elmer Clifton]] (1936) - [[Frank McGlynn Jr.]]<ref group="N">Nato il 9 luglio 1904 a Marin County (California), morì il 29 marzo del 1939.</ref>;
* ''[[I pascoli dell'odio]]'' (''Santa Fe Trail'') - USA - Regia di [[Michael Curtiz]] (1940) - [[Ronald Reagan]];
* ''[[La storia del generale Custer]]'' (''They Died with Their Boots on'') - USA - Regia di [[Raoul Walsh]] (1941) - [[Errol Flynn]];
* ''[[Il massacro di Fort Apache]]'' (''Fort Apache'') - USA - Regia di [[John Ford]] (1947) - [[Henry Fonda]]<ref group="N">Pur non riferendosi esplicitamente a Custer, il film è ispirato alla sua vicenda e la sua figura è il personaggio interpretato da Fonda, il tenente colonnello Owen Thursday.</ref>;
* ''[[Squilli al tramonto]]'' (''Bugles in the Afternoon'') - USA - Regia di [[Roy Rowland]] (1951) - [[Sheb Wooley]]<ref group="N">Nato a Erick (Oklahoma); morto a Nashville (Tennessee) il 16 settembre 2003.</ref>;
* ''[[La trappola degli indiani]]'' (''Little Big Horn'') - USA - Regia di [[Charles Marquis Warren]] (1951)<ref group="N">Non esiste il personaggio "Custer" se non come citazione poiché il protagonista, contravvenendo agli ordini ricevuti, decide al termine del film di aggregarsi alla colonna di Custer che si sta dirigendo verso il Little Big Horn.</ref>;
* ''Warpath, sentiero[[Sentiero di guerra]]'' (''Warpath'') - USA - Regia di [[Byron Haskin]] (1952) - [[James Millican]]<ref group="N">Nato 17 febbraio 1910 a Palisades (New Jersey), morto a Los Angeles (California) il 24 novembre 1955.</ref>;
* ''[[La strage del 7º cavalleggeriCavalleggeri]]'' (''Sitting Bull'') - USA - Regia di [[Sidney Salkow]] (1954) - [[Douglas Kennedy (attore)|Douglas Kennedy]];
* ''[[Furia indiana]]'' (''Chief Crazy Horse'') - USA - Regia di [[George Sherman]] (1955)<ref group="N">Si tratta di una biografia di Cavallo Pazzo in cui la figura di Custer è solo menzionata, ma non esiste in quanto personaggio.</ref>;
* ''Settimo[[7º Cavalleria (film)|7º Cavalleria]]'' (''7th Cavalry'') - USA - Regia di [[Joseph H. Lewis]] (1956)<ref group="N">Non esiste il personaggio "Custer" poiché narra la storia di un ufficiale del 7°, accusato di codardia, che si offre volontario per il recupero del corpo di Custer.</ref>;
* ''[[L'ultima battaglia del generale Custer]]'' (''Tonka'') - USA - Regia di [[Lewis R. Foster]] (1958) - [[Britt Lomond]]<ref group="N"> Nato 12 aprile 1925 a Chicago (Illinois); morto a Huntington Beach (California) 22 marzo 2006.</ref>;
* ''Massacro alle Colline Nere'' (''Requiem to a massacreMassacre'') - USA - Regia di [[George WagnerWaggner]] (1960) - [[Clint Walker]];
* ''[[Doringo!]]'' (''The gloryGlory guysGuys'') - USA - Regia di [[Arnold Laven]] (1965)<ref group="N">Il film non tratta direttamente della vicenda di Custer, ma vi si ispira.</ref>;
* ''[[Il massacro dei Sioux]]'' (''The greatGreat Sioux massacresMassacres'') - USA - Regia di [[Sidney Salkow]] (1965) - [[Philip Carey]];
* ''[[Custer eroe del West]]'' (''Custer of the West'') - USA - Regia di [[Robert Siodmak]] (1968) - [[Robert Shaw (attore britannico)|Robert Shaw]];
* ''[[Il piccolo grande uomo (film)|Il piccolo grande uomo]]'' (''Little Big Man'') - USA - Regia di [[Arthur Penn]] (19691970) - [[Richard Mulligan]];
* ''[[Non toccare la donna bianca]]'' (''Touche pas à la femme blanche'') - Francia - Regia di [[Marco Ferreri]] (1974) - [[Marcello Mastroianni]]<ref group="N">Film di satira surreale sulle vicende del generale Custer.</ref>;
* ''The Court-Martial of George Armstrong Custer'' - USA - Regia di [[Glenn Jordan]] (1977) - [[James Olson]]<ref group="N">Nato a Evanston (Illinois) l'8 ottobre 1930; vivente.</ref>;
* ''Class of '61'' - USA - Regia di [[Gregory Hoblit]] (1993) - [[Josh Lucas]];
* ''Stolen Women: Captured Hearts'' - USA - Regia di [[Jerry London]] (1997) - [[William Shockley]];
* ''[[Una notte al museo 2 - La fuga]]'' (''Night at the Museum: Battle of the Smithsonian'') - USA - Regia di [[Shawn Levy]] (2009) - [[Bill Hader]].;
* ''[[The Ridiculous 6]]'' - USA - Regia di [[Frank Coraci]] (2015) - [[David Spade]].
 
=== Televisione ===
Il personaggio "Custer" è stato più volte interpretato in serie televisive tra le quali (tra parentesi l'attore che ha impersonato Custer):
* ''[[Cheyenne (serie televisiva)|Cheyenne]]'' - USA (1955-1962): episodi ''The Broken Pledge'' ([[Whit Bissell]]) e ''Gold, Glory and Custer'' ([[Barry Atwater]]);
* ''[[Yancy Derringer]]'' - USA (1958-1959): episodio ''Longhair'' ([[Grant Williams]]<ref group="N">Nato a New York il 18 agosto 1931; morto a Los Angeles (Californiaattore)|Grant il 28 luglio 1985.</ref>Williams]]);
* ''[[I forti di Forte Coraggio]]'' (''F Troop'') - USA (1965-1967): episodio ''Old Ironpants'' ([[John Stephenson (attore)|John Stephenson]]<ref group="N">Nato a Kenosha (Wisconsin) il 9 agosto 1923; morto a Woodland Hills, Los Angeles (California) il 15 maggio 2015.</ref>);
* ''[[Kronos - Sfida al passato]]'' (''The Time Tunnel'') - USA (1966-1967): episodio ''Massacre'' ([[Joe Maross]]);
* ''[[Custer (serie televisiva)|Custer]]'' (''The legend of Custer'') - USA (1967): personaggio protagonista in tutti gli episodi ([[Wayne Maunder]]<ref group="N">Nato 19 dicembre 1935 a New Brunswick (Canada); vivente.</ref>);
* ''Son of the Morning Star'' - USA (1991): mini serie televisiva ([[Gary Cole]]);
* ''[[La signora del West]]'' (''Dr. Quinn, Medicine Woman'') - USA (1993-1998): personaggio ricorrente della terza stagione ([[James Leland Adams]]);
* ''Into the West'' - USA (2005): episodio ''Manifest Destiny'' ([[Jonathan Scarfe]]<ref group="N">Nato a Toronto (Canada) il 16 dicembre 1975.</ref>).
 
=== Videogiochi ===
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* ''[[Duke Nukem: Zero Hour]]'' (1999): nel livello ''Fort Roswell'' Custer interviene come nemico del protagonista del gioco;
* ''[[Age of Empires III: The WarChiefs]]'' (2006): nel livello finale il giocatore collabora con i Sioux nella sconfitta di Custer nella battaglia di Little Bighorn;
* ''[[Darkest of Days]]'' (2009): il giocatore è un membro del 7°º Cavalleria durante la battaglia di Little Bighorn.
 
=== Musica ===
* ''[[Custer (singolo)|Custer]]'' è un singolo del gruppo [[heavy metal]] statunitense [[Slipknot]], estratto dall'album ''[[.5: The Gray Chapter]]'' pubblicato nel 2014.
 
=== Fumetti ===
* La vita di Custer è stata narrata da [[Giancarlo Berardi|Berardi]] e [[Ivo Milazzo|Milazzo]] nel numero 32 della serie ''[[Ken Parker]]'' della [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] Comics<ref>{{cita web|url=http://www.mondadoricomics.it/uscita/ken-parker-classic/la-leggenda-del-generale|titolo=La leggenda del generale|accesso=22 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161123053036/http://www.mondadoricomics.it/uscita/ken-parker-classic/la-leggenda-del-generale|urlmorto=sì}}</ref>
* Il generale Custer compare come co-protagonista in un'avventura del fumetto ''[[Tex (fumetto)|Tex]]'' (albi ''Congiura contro Custer'', ''Le grandi praterie'' e ''Little Bighorn''), testi di [[Claudio Nizzi]], disegni di [[Giovanni Ticci]].
* Il generale Allister, personaggio della serie western franco-belga ''[[Blueberry (fumetto)|Blueberry]]'', è ispirato palesemente a Custer, anche nel soprannome che gli hanno dato gli indiani ("Testa Gialla").
* Nel manga western ''[[Red - Living on the Edge]]'' il generale Custer compare durante la rappresentazione della battaglia di Little Bighorn.
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
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<References group="N" />
<References group="N"/>
{{div col end}}
 
=== Fonti ===
<references/>
{{References}}
 
== Bibliografia ==
=== Testi utilizzati nella stesura della voce ===
* {{Cita libro|autore=Alexander B. Adams|data=1978|titolo=Sitting Bull. An epic of the Plains|editore=Putnam's Son|lingua=en}}
* {{Cita libro|anno=1989|titolo=Archaeological perspectives on the Battle of Little Big Horn|editore=University of Oklahoma|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Thomas Bookwalter|anno=1979|titolo=Honor tarnished. The Reno Court of inquiry|editore=West Carrolton|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Walter Boyes|anno=1974|titolo=Surgeon's diary with Custer relief column|città=Washington D.C.|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Stephen E. Ambrose|anno=1978|titolo=Cavallo Pazzo e Custer|città=Milano|editore=Rizzoli|cid=Ambrose}}
* {{Cita libro|autore=EarlAlan A. BrininstoolAxelrod|anno=19941993|titolo=TroopersChronicle withof Custerthe Indian Wars: from colonial times to Wounded Knee|url=https://archive.org/details/chronicleofindia00axel|editore=StackpolePrantice BooksHall|ISBN=978-0-671-84650-3|lingua=en|cid=Axelrod}}
* {{Cita pubblicazionelibro|autore=Leslie G.Dee Brown|anno=1976|titolo=MedalSeppellite ofil honormio Couriers|giornale=Bycuore valora &Wounded Army. Custer Centennial Issue'Knee|ppeditore=56Mondadori|anno=2013|isbn=978-6388-04-42383-6|linguacid=enBrown}}
* {{Cita libro|autore=Evan S. Connell|anno=1984|titolo=Son of the Morning Star|url=https://archive.org/details/sonofmorningstar0000conn_o4s3|città=San Francisco, California|editore=North Point Press|ISBN=0-86547-160-6|lingua=en|cid=Connell}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Donald Brown|data=agosto 1975|titolo=Reno and Benteen at Little Big Horn|giornale=Military History|pp=82-87|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=RogerRaffaele Darlingd'Aniello|anno=19891995|titolo=Custer'sLittle SeventhBig CavalryHorn comes- toIl Dakotapopolo Sioux contro Custer|editore=UptonErre & SonsEmme|linguaisbn=en88-85378-71-4|cid=d'Aniello}}
* {{Cita libro|autore=RogerJames DarlingDonovan|anno=2008|titolo=GeneralA Terrible Glory: Custer's finaland hoursthe Little Bighorn|annourl=1993https://archive.org/details/isbn_9780316155786|città=New York|editore=PotomacLittle, WesternBrown, Pressand Company|isbn=978-0-316-15578-6|cid=Donovan|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Trevor Nevitt Dupuy|autore2=Curt Johnson|autore3=David L. Bongard|titolo=The Harper Encyclopedia of Military Biography|url=https://archive.org/details/harperencycloped01dupu|editore=Castle Book|ISBN=0-7858-0437-4|anno=1995|lingua=en|cid=Dupuy e Johnson}}
* {{Cita libro|autore=Roger Darling|titolo=A sad and terrible blundder. Generals Terry and Custer at the Little Big Horn|anno=1993|editore=Potomac Western Press|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Eicher|nome=John H.|cognome2=Eicher |nome2=David J. |titolo=Civil War High Commands|url=https://archive.org/details/civilwarhighcomm0000eich|città=Stanford|editore=Stanford University Press|anno=2001|lingua=en|isbn=0-8047-3641-3|cid=Eicher e Eicher}}
* {{Cita libro|autore=Charles Du Bois|titolo=The Custer mystery|anno=1986|Upton & Sons|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=FredJerome DustinGreene|anno=2008|titolo=Washita: The CusterU.S. tragedyArmy and the Southern Cheyennes|annocollana=1987|editore=Upton1867–1869 &(Campaigns Sonsand Commanders Series)|lingua=en|cid=Greene}}
* {{Cita libro|autore=Stan Hoig|anno=1979|titolo=The Battle of the Washita: the Sheridan-Custer Indian campaign of 1867-69|url=https://archive.org/details/battleofwashitas0000hoig_m0a7|città=Lincoln|editore=University of Nebraska Press|lingua=en|ISBN=0-8032-2307-2|cid=Hoig}}
* {{Cita libro|autore=Jon E. Lewis|anno=2004|titolo=The Mammoth Book of Native Americans: The Story of America's Original Inhabitants in All Its Beauty, Magic, Truth, and Tragedy|url=https://archive.org/details/mammothbookofnat00jone|città=New York|editore=Carroll & Graf|lingua=en|ISBN=0-7867-1290-2|cid=Lewis}}
* {{Cita libro|autore=Joseph M. Marshall|anno=2007|titolo=The Day the World Ended at Little Bighorn: A Lakota History|url=https://archive.org/details/dayworldendedatl00mars|città=New York|editore=Viking Press|ISBN=978-0-670-03853-4|lingua=en|cid=Marshall}}
* {{Cita libro|autore=Peter F. Panzeri|titolo=Little Big Horn 1876|editore=Osprey Publishing/Edizioni Del Prado|anno=1999|isbn=84-8372-033-7|cid=Panzeri}}
* {{cita pubblicazione|autore=Maria Luisa Rizzati|anno=1965|titolo=La morte di Custer|rivista=La storia illustrata|numero=8|cid=Rizzati}}
* {{Cita libro|autore=Gualtiero Stefanon|anno=1992|titolo=Il Figlio della Stella del Mattino|editore= Mursia|isbn=88-425-1208-7|cid=Stefanon}}
* {{Cita libro|autore=Larry Tagg|anno=1988|titolo=The Generals Of Gettysburg: Appraisal Of The Leaders Of America's Greatest Battle|editore=Savas Publishing Company|lingua=en|ISBN=1-882810-30-9|cid=Tagg}}
* {{Cita libro|autore=Robert Utley|annooriginale=1973|titolo=Frontier Regulars: The United States Army and the Indian 1866-1891|editore=McMillan Publishing, Bison Press|anno=1984|ISBN=0-8032-9551-0|lingua=en|cid=Utley 1984}}
* {{Cita libro|autore=Robert Utley|anno=2001|titolo=Cavalier in Buckskin: George Armstrong Custer and the Western Military Frontier|url=https://archive.org/details/cavalierinbucksk0000utle|città=Norman|editore=University of Oklahoma Press|ISBN= 0-8061-3387-2|lingua=en|cid=Utley 2001}}
* {{Cita libro|curatore=Spencer C. Tucker|autore=Mark Van de Logt|anno=2011|voce=Bloody Knife|titolo=The Encyclopedia of North American Indian Wars, 1607–1890: A Political, Social, and Military History|pp=78-79|ISBN=978-1-85109-697-8|lingua=en|cid=Van de Logt}}
* {{Cita libro|autore=Stanley Vestal|annooriginale=1932|titolo=Toro Seduto campione dei Sioux|editore=Mursia|anno=1984|cid=Vestal}}
* {{Cita libro|autore=Churchill Ward|anno=1997|titolo=A little matter of genocide: holocaust and denial in the Americas 1492 to present|editore=City Light Book|città=San Francisco|lingua=en|cid=Ward}}
* {{Cita libro|autore=Jeffrey D. Wert|anno=1996|titolo=Custer: The Controversial Life of George Armstrong Custer|url=https://archive.org/details/custercontrovers0000wert_v6x0|città=New York|editore=Simon and Schuster|ISBN=0-684-81043-3|lingua=en|cid=Wert}}
* {{Cita libro|autore=David M. Winfield Jordan|anno=1988|titolo=Scott Hancock: A Soldier's Life|url=https://archive.org/details/winfieldscotthan0000jord_g7v7|città=Bloomfield|editore=Indiana University Press|p=[https://archive.org/details/winfieldscotthan0000jord_g7v7/page/194 194]|ISBN=0-253-36580-5|lingua=en|cid=Winfield}}
 
=== Testi di approfondimento ===
* {{Cita libro|autore=Lawrence Frost|titolo=L'album del Generale Custer. L'autentica storia e le immagini inedite|anno=1976|editore=Vallecchi}}
* {{Cita libro|autore=E. S. Godfrey|titolo=Custer's last battle|anno=1976|editore=Outbook}}
Riga 344 ⟶ 388:
* {{Cita libro|autore=Margaret Leighton|titolo=L'ultima carica di Custer|anno=1971|città=Milano|editore=Mondadori}}
* {{Cita libro|autore=David Humphreys Miller|titolo=La fine del generale Custer, come raccontano gli indiani|anno=1966|città=Milano|editore=Rizzoli}}
* {{Cita libro|autore=Andrea Bosco, |autore2= Domenico Rizzi|titolo=I cavalieri del West|anno=2011|città=Recco|editore=Le Mani|ISBN=978-88-8012-604-1}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Rizzi|titolo=Il giorno di Custer. La battaglia del Little Big Horn|anno=1999|città=Como|editore=Actac Edizioni}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Rizzi|titolo=Monahseetah e il generale Custer|anno=2005|città=Como|editore=Actac Edizioni|ISBN=88-872887284-41818-0}}
* {{Cita libro|autore=Trevor Nevitt Dupuy|autore2=Curt Johnson|autore3=David L. Bongard|titolo=The Harper Encyclopedia of Military Biography|editore=Castle Book|ISBN=0-7858-0437-4|anno=1995}}
* {{Cita libro|autore=Evan S. Connell|anno=1984|titolo=Son of the Morning Star|città=San Francisco, California|editore=North Point Press|ISBN=0-86547-160-6|lingua=en|cid=Connell}}
* {{Cita libro|autore=Margurite Merington|anno=1987|titolo=The Custer Story: The Life and Intimate Letters of George A. Custer and His Wife Elizabeth|città=Lincoln|editore=University of Nebraska Press|ISBN=0-8032-8138-2|lingua=en|cid=Merington}}
* {{Cita libro|autore=Robert Utley|annooriginale=1973|titolo=Frontier Regulars: The United States Army and the Indian 1866-1891|editore=McMillan Publishing, Bison Press|anno=1984|ISBN=0-8032-9551-0|lingua=en|cid=Utley 1984}}
* {{Cita libro|autore=Robert M. Utley|anno=2001|titolo=Cavalier in Buckskin: George Armstrong Custer and the Western Military Frontier|città=Norman|editore=University of Oklahoma Press|ISBN= 0-8061-3387-2|lingua=en|cid=Utley 2001}}
* {{Cita libro|autore=Gail-Kelly Custer|anno=2007|titolo=Princess Monahsetah: The Concealed Wife of General Custer|editore=Trafford Publishing}}
* {{Cita libro|autore=Gualtiero Stefanon|anno=1992|titolo=Il Figlio della Stella del Mattino|editore= Mursia|cid=Stefanon 1992}} ISBN 88-425-1208-7|
* {{Cita libro|autore=Gualtiero Stefanon|titolo=Uomini bianchi contro uomini rossi|editore=Rusconi}}
* {{Cita libro|cognome=Eicher|nome=John H.|cognome2=Eicher |nome2=David J. |titolo=Civil War High Commands|città=Stanford|editore=Stanford University Press|anno=2001|isbn=0-8047-3641-3|cid=Eicher e Eicher}}
* {{Cita libro|autore=Larry Tagg|anno=1988|titolo=The Generals Of Gettysburg: Appraisal Of The Leaders Of America's Greatest Battle|editore=Savas Publishing Company|ISBN=1-882810-30-9|cid=Tagg 1988}}
* {{Cita libro|autore=Raffaele d'Aniello|anno=1995|titolo=Little Big Horn - il popolo Sioux contro Custer|editore=Erre Emme|cid=d'Aniello}} ISBN 88-85378-71-4.
* {{Cita libro|autore=Walter Pedrotti|anno=1999|titolo=Le Guerre Indiane|editore=Demetra}}
* {{cita libro|autore= Enzo Braschi (|wkautore= Enzo Braschi |anno= 2008). ''|titolo= Sono tra noi. -storiaStoria del genocidio degli Indiani d'America -'',|editore= Mursia.}}
* {{cita libro|autore= Enzo Braschi (|anno= 1986), ''|titolo= Il popolo del Grande Spirito, |editore= Mursia.}}
* {{cita libro|autore= Vittorio Zucconi |wkautore= Vittorio Zucconi |anno= 1999 |titolo= Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux |editore= Mondadori}}
* {{Cita libro|autore=Stan Hoig|anno=1979|titolo=The Battle of the Washita: the Sheridan-Custer Indian campaign of 1867-69|città=Lincoln|editore=University of Nebraska Press|ISBN=0-8032-2307-2|cid=Hoig}}
* {{cita libro|autore= Philippe Jacquin |wkautore= Philippe Jacquin |titolo= Storia degli indiani d'America |editore= Mondadori}}
* {{Cita libro|autore=Jerome Greene|anno=2008|titolo=Washita: The U.S. Army and the Southern Cheyennes|collana=1867–1869 (Campaigns and Commanders Series)|cid=Green}}
* {{cita libro|lingua= en icon}}''|titolo= The story of the Battle of Washita'', |anno= 1999, revisione del 2010,|editore= National Park Service degli Stati Uniti.(USA)}}
* {{cita libro|lingua= en |autore= Jefferson County Library History Rescue |titolo= The Story of the Calhoun Family and General Armstrong Custer}}
* {{Cita libro|autore=Jon E. Lewis|anno=2004|titolo=The Mammoth Book of Native Americans: The Story of America's Original Inhabitants in All Its Beauty, Magic, Truth, and Tragedy|città=New York|editore=Carroll & Graf|ISBN=0-7867-1290-2|cid=Lewis}}
* {{Citacita libro|lingua= en |autore=Jeffrey D.Marguerite Merrington Wert|anno=1996 1987 |titolo=Custer: The ControversialCuster LifeStory ofin George Armstrong Custer|città=New YorkLetters|editore=Simon andUniversity Schuster|ISBN=0-684-81043-3|lingua=en|cid=Wertof Nebraska Press}}
* {{cita libro|lingua= en |titolo= West's Encyclopedia of American Law |anno= 2005 |autore= Edwards Pierrepont |wkautore= Edwards Pierrepont |p=445|volume= 2 |ISBN= 978-0-7876-6367-4}}
* Vittorio Zucconi (1999). ''Gli spiriti non dimenticano - Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux'', Mondadori.
* {{Cita libro|autore=Gregory F. Michno|anno=1997|titolo=Lakota Noon: The Indian Narrative of Custer's Defeat|url=https://archive.org/details/lakotanoonindian0000mich|editore=Mountain Press Publishing Company|ISBN=0-87842-349-4|lingua=en|cid=Michno}}
* Joaquin Philippe. ''Storia degli indiani d'America'', Mondadori.
* {{Cita libro|autore=Alexander B. Adams|data=1978|titolo=Sitting Bull. An epic of the Plains|editore=Putnam's Son|lingua=en}}
* {{en icon}}Jefferson County Library History Rescue, "The Story of the Calhoun Family and General Armstrong Custer".
* {{Cita libro|anno=1989|titolo=Archaeological perspectives on the Battle of Little Big Horn|editore=University of Oklahoma|lingua=en}}
* {{en icon}}Marguerite Merrington (1987), The Custer Story In Letters|University of Nebraska Press.
* {{Cita libro|autore=DavidThomas M. Winfield JordanBookwalter|anno=19881979|titolo=ScottHonor Hancock:tarnished. AThe Soldier'sReno Life|città=BloomfieldCourt of inquiry|editore=IndianaWest University Press|p=194|ISBN=0-253-36580-5Carrolton|lingua=en|cid=Winfield}}
* {{Cita libro|autore=AlanWalter AxelrodBoyes|anno=19931974|titolo=ChronicleSurgeon's ofdiary thewith IndianCuster Wars:relief from colonial times to Wounded Kneecolumn|editorecittà=PranticeWashington Hall|ISBN=978-0-671-84650-3D.C.|lingua=en|cid=Axelrod}}
* {{Cita libro|autore=ChurchillEarl WardA. Brininstool|anno=19971994|titolo=ATroopers littlewith matter of genocideCuster|url=https: holocaust and denial in the Americas 1492 to present//archive.org/details/trooperswithcust0000brin|editore=CityStackpole Light Book|città=San FranciscoBooks|lingua=en|cid=Ward}}
* {{Cita libro|autore=Roger Darling|anno=1989|titolo=Custer's Seventh Cavalry comes to Dakota|url=https://archive.org/details/custersseventhca0000darl|editore=Upton & Sons|lingua=en}}
* West's Encyclopedia of American Law (2005), "Pierrepont, Edwards" p. 445, vol. 2 ISBN 978-0-7876-6367-4.
* {{Cita libro|autore=JosephRoger M. Marshall|anno=2007Darling|titolo=TheGeneral DayCuster's thefinal World Ended at Little Bighorn: A Lakota Historyhours|cittàanno=New York1993|editore=VikingPotomac Western Press|ISBN=9780670038534|lingua=en|cid=Marshall}}
* {{Cita libro|autore=GregoryRoger F. Michno|anno=1997Darling|titolo=LakotaA Noon:sad Theand Indianterrible Narrativeblundder. Generals Terry ofand Custer's Defeat|editore=Mountainat Pressthe Little PublishingBig CompanyHorn|ISBNanno=0-87842-349-41993|linguaeditore=enPotomac Western Press|cidlingua=Michnoen}}
* {{Cita libro|autore=Charles G. Du Bois|titolo=The Custer mystery|anno=1986|editore= Upton & Sons|lingua=en}}
* {{Cita libro|curatore=Spencer C. Tucker|autore=Mark Van de Logt|anno=2011|voce=Bloody Knife|titolo=The Encyclopedia of North American Indian Wars, 1607–1890: A Political, Social, and Military History|pp=78–79|ISBN=978-1-85109-697-8|lingua=en|cid=Van de Logt}}
* {{Cita libro|autore=StanleyFred Vestal|annooriginale=1932Dustin|titolo=ToroThe SedutoCuster campione dei Siouxtragedy|editoreanno=Mursia1987|annoeditore=1984Upton & Sons|cidlingua=Vestalen}}
* {{Cita libro|autore=Peter F. Panzeri|titolo=Little Big Horno 1876|editore=Osprey Publishing/Edizioni Del Prado|anno=1999|isbn=84-8372-033-7|cid=Panzeri}}
* {{Cita libro|autore=Dee Brown|titolo=Seppellite il mio cuore a Wounded Knee|editore=Mondadori|anno=2013|isbn=978-88-04-42383-6|cid=Brown}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Colline Nere]]
* [[Nativi americani]]
* [[Guerra civiledi secessione americana]]
* [[Guerre indiane]]
* [[Prima battaglia di Bull Run]]
* [[Storia degli Stati Uniti d'America]]
* [[Generali dell'Unione (guerra di secessione americana)]]
* [[Memoriali e monumenti unionisti]]
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20200112161522/http://www.treccani.it/enciclopedia/george-armstrong-custer/ Il generale Custer sull'enciclopedia Treccani]
 
{{PersGettysburg}}
{{PersGuerraSecessione}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|guerra|storia}}
 
{{Vetrina|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/George Armstrong Custer|arg=biografie|arg2=storia|giorno=12|mese=dicembre|anno=2016}}
 
[[Categoria:Generali statunitensi]]