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{{nota disambigua|la concezione della divinità nell'Islam|Dio (islam)}}
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[[File:Allah11.svg|thumb|Allāh scritto in caratteri arabi]]
[[File:Moschea di Sheikh Zayed 10.jpg|thumb|Una parte dei [[Nomi di Dio nell'islam|99 nomi di Allāh]]. Particolare della [[Moschea]] di [[Abu Dhabi]]]]
'''Allah''' ({{arabo|
== Origine del termine ==
Il termine ''Allāh'' deriva linguisticamente dalla radice arabo-semitica ''ʾ-l-h'', che indica la generica "[[divinità]]" (in arabo "al-ilāh"), unita all'articolo determinativo arabo ''al
La radice etimologica di Allāh è la stessa del nome del Dio supremo dell'universo delle religioni antiche di tutta l'area semitica, [[El (divinità)|El]] ("Dio"; diverso dal dio dei soli [[ebrei]], [[Yahweh]], di cui parla la [[Bibbia]]). Secondo [[Francis Edward Peters]], «...il Corano insiste, i musulmani credono e gli storici sostengono che Maometto e i suoi successori seguono lo stesso dio dei
Altri sinonimi di Dio di cui è invalso l'uso nel mondo musulmano, oltre ad ''al-Raḥmān'', suggerito dal Corano, sono ''Rabb'' (Signore) o, in [[Iran]], il preislamico ''Khodā''.
Allah avrebbe rivelato ad Adamo, il primo uomo, la
▲Secondo [[Francis Edward Peters]], «...il Corano insiste, i musulmani credono e gli storici sostengono che Maometto e i suoi successori seguono lo stesso dio dei [[Giudei]]. (29:46). L'Allah del Corano è lo stesso Dio creatore in cui credeva [[Abramo]]».<ref>F.E. Peters, ''Islam'', Princeton University Press, 2003, p. 4</ref> Peters rileva che il Corano descrive Allah come una divinità ancora più trascendente dello ''Yahvè'' degli Israeliti e come il Dio di tutti gli uomini che lo seguono, una divinità universale, non legata al solo Popolo Eletto.
Tale
▲== Nel Corano ==
▲Per il Corano, Allāh è invece il benevolo Creatore ''ex-nihilo'' dell'universo, riassumibile nella ricorrente espressione ''Khāliq al-samāwāt wa l-arḍ'', "Creatore dei cieli e della Terra" e giudice dell'umanità, eterno, onnipotente, onnisciente, totalmente libero, misericordioso e benevolo con le Sue creature, dio personale e di solo Spirito, assolutamente trascendente e non comparabile con nessuna delle Sue creature, inconoscibile dagli uomini se non per mezzo della rivelazione dei testi profetici e della loro interpretazione. La tradizione islamica gli riconosce [[Nomi di Dio (Corano)|99 "bei nomi"]] (o ''al-asmāʾ al-ḥusnā''), che servono poi a formare nomi teofori assai diffusi nell'[[onomastica araba]] quando siano preceduti dal termine ''ʿabd'' (servo di): ''ʿAbd Allāh'', ''ʿAbd al-Raḥmān'', ''ʿAbd al-Raḥīm'', ''ʿAbd al-Nāṣir'', ''ʿAbd al-Majīd'', ecc. Ognuno di questi nomi evoca una sua diversa caratteristica o attributo, come ''al-Raḥmān'' (il Misericordioso) o ''al-Raḥīm'' (il Compassionevole), e tutti si riferiscono ad Allāh, cioè il nome supremo che comprende tutti gli altri.
Il fluire del tempo, coi suoi inevitabili oblii, e l'azione talora ostile degli uomini avrebbe provocato la riproposizione sempre identica nei contenuti della
== Nella riflessione teologica e linguistica di Fakhr Al-Dīn Al-Rāzī ==
▲Allah avrebbe rivelato ad Adamo, il primo uomo, la Sua volontà, additandogli i suoi doveri. Conoscere tali voleri Allah avrebbe reso Adamo il primo profeta perché egli avrebbe poi riportato quanto rivelatogli alla sua discendenza. L'obbedienza al volere divino sarebbe stata ricompensata da Dio con il premio eterno del [[Paradiso]] mentre la sua disubbidienza sarebbe stata punita con l'[[Inferno]], ed entrambe le cose sarebbero determinate in via definitiva nel corso di un futuro [[Giorno del Giudizio]] (''yawm al-dīn'') alla fine dei tempi.
Nel [https://its.org.uk/catalogue/the-great-exegesis/#tab-description commento] alla [[Al-Fātiḥa|Sura aprente]], primo volume del suo estesissimo [[Tafsir|commentario coranico]] <nowiki>''Le chiavi dell'occulto''</nowiki>, [[Fakhr al-Dīn al-Rāzī|Fakhr Al-Dīn Al-Rāzī]] espone un intero capitolo dedicato a possibili origini linguistiche da cui il termine Allāh potrebbe derivare e che hanno il pregio di rivelare particolari aspetti della realtà divina. Ecco un elenco testuale delle derivazioni:
* ''Alaha -->'' Forma base del verbo arabo <nowiki>''adorare''</nowiki>. In questo senso Allāh deriva più propriamente da ''ilāh'', definita dall'autore, a seguito di una lunga dissertazione, come ''entità che per via dei suoi atti merita di essere adorata da chi ha sufficienti capacità per farlo.''
▲Tale Rivelazione sarebbe stata nuovamente trasmessa ad altri uomini prescelti, i profeti, che talora avrebbero assolto la funzione di inviati di Dio presso le nazioni del mondo. Il loro numero sarebbe altissimo e in questo lungo elenco sarebbero compresi tutti i profeti antico-testamentari, dal momento che anche la ''[[Torah|Tōrāh]]'' è considerato ciò che resta, sia pur alterato, d'una originaria piena Rivelazione divina. Lo stesso Gesù Cristo è considerato un profeta inviato da Allah, per importanza secondo a Maometto, e anche il Nuovo Testamento è in buona parte ritenuto verità divina rivelata.
* ''Alihta ilā fulān'' --> Frase araba che l'autore traduce con ''trovare riposo con qualcuno''. Ciò perché nessun essere umano può trovare il vero riposo se non nel [[Dhikr|ricordare]] Dio con costanza, come espressamente chiarito nel versetto coranico: ″coloro che credono, che rasserenano i loro cuori al Ricordo di Allah. In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Allah″ [https://ilcorano.net/il-sacro-corano/13-sura-ar-rad/#_ftnref17:~:text=28.%20coloro%20che%20credono%2C%20che%20rasserenano%20i%20loro%20cuori%20al%20Ricordo%20di%20Allah.%20In%20verit%C3%A0%20i%20cuori%20si%20rasserenano%20al%20Ricordo%20di%20Allah (C: 13,28)]
▲{{Vedi anche|Gesù nell'Islam}}
* ''Walah'' --> Tradotto dall'autore con ''perdita di coscienza'', perché coloro che non conoscono Dio vivono in uno stato di ignoranza e confusione paragonabile a quello di un totale obnubilamento delle facoltà intellettuali.
▲Il fluire del tempo, coi suoi inevitabili oblii, e l'azione talora ostile degli uomini avrebbe provocato la riproposizione sempre identica nei contenuti della Rivelazione, fino all'ultima che sarebbe stata portata una volta per tutte, su ordine divino, dall'[[arcangelo Gabriele]] (Gibrīl) a [[Maometto]], per questo definito "Sigillo dei Profeti". Maometto quindi è l'ultimo e il più importante dei profeti inviati da Allah.
* ''Lahā'' --> Ovvero ''venire elevato''. Questo perché Dio è totalmente trascendente e superiore rispetto alla totalità Creazione, la quale, invece, risulta contingente all'essenza divina e trae da essa l'esistenza. [[Letteralismo islamico|In polemica con gli intellettuali musulmani più rigoristi]], Al-Rāzī sottolinea anche come Dio sia superiore persino alla possibilità di risiedere in un luogo elevato. Questo perché se uno spazio fisico sostenesse davvero l'essenza divina, l'altezza e la superiorità di quest'ultima su tutte le cose non deriverebbe più da se stessa, ma dal luogo in cui risiede. Dunque, Dio diverrebbe contingente a una realtà diversa da Lui e non sarebbe più essenziale a tutto il Creato.
* ''Aliha -->'' Ovvero ''essere confusi e non riuscire a trovare la strada percorsa da qualcuno''. Ciò è dovuto al fatto che quando l'uomo tenta di comprendere col ragionamento l'essenza divina fallisce inevitabilmente, perché nulla di ciò che appartiene al Creato può essere posto a paragone con Dio, ma allo stesso tempo ogni ente porta in sé l'impronta divina dell'atto creatore. Infatti, sia che l'intelletto si sforzi di negare l'esistenza di Dio o sia che l'intelletto pretenda di trovare un singolo ente del Creato ed elevarlo a Dio, la natura umana più profonda e istintiva ([[Fitra|fitrah]]) rifiuterà tale soluzione e il disaccordo tra essa e l'intelletto non farà altro che gettare l'uomo nello sconforto e nell'insoddisfazione. Dunque, tutto ciò che può fare l'uomo è ammettere con sincerità l'inefficacia di comprendere pienamente Dio, ma è proprio questa consapevolezza a costituire il culmine della Sua comprensione.
* ''Yalūhu'' --> Ovvero ''essere celato, nascosto'', dato che, per via della sua trascendenza e assolutezza, ''Dio nasconde se stesso agli intelletti''. La frase risulta apparentemente contraddittoria, ma viene spiegata dal teologo persiano con una fine analogia. Infatti, se il sole restasse fermo nel cielo, ogni superficie sulla Terra verrebbe illuminata costantemente fino a indurci a pensare che quest'ultime posseggano una fonte di luce intrinseca. Ma è solo con il tramonto del sole che ci accorgiamo che la vera fonte della luce è la stella, dunque una fonte esterna al resto degli oggetti. Allo stesso modo, la condizione d'essere del Creato è costantemente supportata dalla fonte assoluta dell'esistenza, ovvero Dio. Così come i raggi dell'ipotetico sole statico citato sopra, i ''raggi dell'esistenza'' illuminano costantemente ogni cosa e ci accorgeremmo in maniera evidente della loro presenza solo con la loro scomparsa. Ma Dio non è una creatura e non è sottoposto ad alcun tramonto, né alcun termine, e la fine dell'esistenza ci sottrarrebbe le facoltà intellettive per notarne la mancanza. In conclusione, Dio risulta nascosto al nostro intelletto proprio a causa della sua onnipresenza eterna ed evidente.
* ''Aliha al-faṣīl'' --> Espressione che indica l'affetto che un cammello in fase di svezzamento (''faṣīl'') prova per la madre, un rapporto paragonabile a quello che intercorre tra l'essere umano e Dio.
* ''Aliha/Ya'lahu'' --> Espressioni che significano <nowiki>''</nowiki>essere terrorizzati<nowiki>''</nowiki> e allo stesso tempo <nowiki>''</nowiki>garantire protezione<nowiki>''</nowiki>. È Dio stesso che origina i pericoli, ma anche la protezione che dobbiamo cercare di fronte a essi. Allo stesso modo, continua l'autore, se normalmente il debitore per salvarsi deve fuggire dal creditore, Dio è l'unico creditore verso cui il debitore, cioè il peccatore, è incoraggiato ad accorrere se vuole ottenere la salvezza, proprio per il perdono gratuito dei peccati. Ecco la citazione completa:
<blockquote>Generalmente, se un debitore nota il suo creditore da lontano, lui cercherà di sfuggirgli. Ma Dio direbbe:
<< Miei servitori, voi siete in debito con me a causa dei vostri numerosi peccati, ma non fuggite da me. Piuttosto, io dico ″fuggite a Dio″ (C: 51,50). In verità, io sono colui che riparerà i vostri debiti e perdonerà i vostri peccati. Inoltre, mentre i re chiudono gli ingressi delle loro dimore escludendo i poveri e ammettendo i ricchi, io faccio l'opposto. >><ref>{{Cita libro|titolo=The Great Exegesis Al Tafsir Al Kabir The Fatiha By Fakhr Al Din Razi (z Lib.org)|url=https://archive.org/details/the-great-exegesis/page/n135/mode/2up?view=theater#:~:text=Commonly,%20if,your%20debts%20an|accesso=2025-01-16}}</ref></blockquote>
== Nel Cristianesimo ==
Il termine, che significa letteralmente "
Quest'uso, però, non è privo di controversie. Se nei Paesi arabi con forti minoranze cristiane questa consuetudine è ormai accettata, in altri contesti alcuni gruppi ritengono invece che l'uso di questa parola debba essere riservato a loro soli, connotando nello specifico il Dio rivelato dal Corano, intendendo dunque la parola "Allah" come nome proprio e non come nome comune. Ciò, in molti casi, è legato al timore che l'uso del termine "Allah" abbia fini di proselitismo. Un caso eclatante, sotto questo punto di vista, è costituito dalla [[
== Uso ==
===Popoli arabi pre-islamici===
Nell'Arabia pre-islamica, inclusa la Mecca, il nome
== Curiosità ==
L'etimologia del nome della città di [[Marsala]] è ''Mars-Allah'', cioè "porto di Allah".<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/marsala|titolo=}}</ref>
== Note ==
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== Voci correlate ==
* [[Corano]]
* [[
* [[
* [[Maometto]]
* [[Islam]]
==Altri progetti==
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* {{Collegamenti esterni}}
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[[Categoria:Lessico islamico]]
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