Giovanni Morselli: differenze tra le versioni
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|carica2= [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni|Consigliere nazionale del Regno d'Italia]]
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|gruppo parlamentare2= Corporazione della chimica
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|carica3= Consigliere Comunale di Milano
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|carica4= Assessore ai Lavori Pubblici
|mandatoinizio4= 1925
|mandatofine4= 1934
}}
{{Bio
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== Biografia ==
Nasce da una famiglia agiata del modenese (suo padre Luigi è un [[medico condotto]] e grande proprietario terriero), frequenta le scuole inferiori e superiori a [[Modena]] per poi trasferirsi a [[Bologna]], dove nella locale [[Università di Bologna|università]] si laurea nel [[1900]] in [[chimica]] e [[farmacia]]. Tornato in famiglia per alcuni mesi sovrintende l'[[Amministrazione aziendale|amministrazione]] delle tenute di [[famiglia]], per le quali mette a frutto le sue competenze tecniche con un efficace [[antiparassitario]].<ref>{{cita|Morselli|
Chiamato a ricoprire il ruolo di direttore dello stabilimento di [[Dronero]], Morselli deve di fatto sovrintendere ad un ampliamento della produzione aziendale alla [[chimica]] industriale (ad esempio la [[Idrossido di sodio|soda caustica]]), e ai prodotti per l'igiene della casa e personale ([[detergente|detersivi]], [[sapone|saponi]], eccetera), dando pratica applicazione alla sua convinzione che la produzione debba procedere di pari passo con la ricerca. A tale scopo nel giro di pochi mesi apre un nuovo reparto dedicato ai [[reagente|reagenti]] per la sintetizzazione delle sostanze necessarie ai nuovi prodotti, da cui deriva i primi prodotti per l'igiene personale e l'assoluta novità di una linea di alimenti per [[neonati]] inaugurata nel [[1904]] con ''GIM, l'alimento per lattanti'', il primo di una lunga serie di prodotti dovuti alla sua personale inventiva e l'unico che riesce a vedere Luigi Erba, mancato nello stesso anno. Le redini dell'azienda sono prese in via provvisoria da [[Giuseppe Visconti di Modrone]], genero dello scomparso e suo [[procura (ordinamento civile italiano)|procuratore]] legale, che sulla base di questi primi risultati gli conferisce piena fiducia a nome della vedova (Anna Brivio) e delle figlie (Carla e Lina Erba).
Decise a portare avanti l'attività di famiglia queste ultime nel [[1906]] danno vita a una [[Società in nome collettivo|s.n.c.]] denominata ''Carlo Erba - Milano'', della quale Giuseppe Visconti, che vi lavora anche come creatore di [[profumo|essenze]], viene confermato [[presidente]]. Questi affida a Morselli, che ha intanto messo a punto altri prodotti come la ''Carta senapata Erba'' e il ''Neogadol'' ([[olio di fegato di merluzzo]]), la responsabilità dell'intero settore produttivo aziendale (attrezzaggio dei laboratori, coordinamento delle ricerche, commercializzazione dei prodotti per nomi ed etichette, etc),
Nel [[1911]] la straordinaria esperienza di Morselli, che in cinque anni di lavoro aumenta la produzione differenziandola in varie linee produttive, gli vale la nomina a [[direttore generale]] della [[Carlo Erba (azienda)|Carlo Erba]] e di [[consigliere delegato]] della [[Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro]], la seconda impresa di famiglia che gli Erba hanno fondato a Brescia nel [[1906]] in società con Pietro Curletti, un chimico di lungo corso che fin dal [[1860]] aveva fatto tesoro dell'esperienza nella ditta paterna, dedita alla lavorazione del [[nitrato di potassio]]. La Caffaro sta uscendo in quel periodo da una fase di avviamento a regime della produzione rivelatosi più lungo del previsto sia per l'ammortamento del capitale investito (tra cui le somme dovute alla [[Solvay Group|Solvay]] per lo sfruttamento di alcuni [[brevetto|brevetti]]), sia per eventi imprevisti come l'esondazione del [[Caffaro (fiume)|Caffaro]] (novembre [[1906]]), che comporta spese notevoli per i danni. Stante la situazione economica del momento, incerta ma non foriera di crolli, Morselli preferisce non mettersi fretta per dedicarsi alle limitate potenzialità del momento, che consistono in una produzione annua globale di {{formatnum:85000}} [[tonnellata|tonnellate]] tra [[Idrossido di sodio]], [[Ipoclorito di calcio]], [[cloro]] liquido, ipoclorito di soda e ipoclorito di calce.
In questi anni un problema di non facile soluzione è lo smaltimento delle grandi quantità di [[cloro]] prodotto per la fabbricazione della soda, elemento oltremodo tossico che non si può disperdere nell'ambiente. Per ogni tonnellata di soda rimangono 900 kg di cloro che sono reimpiegati nella produzione di liquidi e polveri sbiancanti come l'[[ipoclorito di calcio]], dei quali si riesce a vincere la concorrenza straniera grazie ad alcuni provvedimenti [[protezionismo|protezionisti]] del [[governo]].<ref>{{cita|Ruzzenenti|p. 65. L'importazione dei corrispondenti prodotti stranieri è stata condizionata nel [[1907]] al pagamento di un [[dazio (economia)|dazio]] del 4% per ogni quintale di merce.}}.</ref> Ma tali misure non sono la soluzione, servono a dare a Morselli il tempo di guidare la ricerca verso un possibile e proficuo utilizzo di quel sottoprodotto di lavorazione, che fa presto a diventare un punto di forza dell'azienda. Viene infatti messo a punto l'ossicloruro di rame, un [[anticrittogamico]] per le [[Vitis vinifera|viti]] commercializzato come ''Pasta Caffaro'', un nome che lancia il marchio dell'azienda sull'intero mercato europeo, vince ogni tentativo di concorrenza e compensa le perdite per le infruttuose ricerche portate avanti da un certo prof. Nicholas Helbig sull'utilizzo di un composto a base di nitrato di calce. Per la Caffaro è il trampolino di lancio verso una lunga serie di successi commerciali che Morselli gestisce con una forte gerarchizzazione dei rapporti interni e una ferrea disciplina sul rispetto dei regolamenti, cui corrisponde un ''welfare'' aziendale avanzato tramite la società mutua interna (finanziata dalle multe comminate ai dipendenti), la mensa e un piccolo ambiente per i figli delle operaie.<ref>{{cita|Ruzzenenti|p. 70}}.</ref>
Questo manifesto del [[1918]], peraltro, mostra la grande diversificazione produttiva nel frattempo attuata alla [[Carlo Erba (industria)|Carlo Erba]], da dove Morselli non ha mai distolto l'attenzione e dalla quale esce una gamma di prodotti tale da andare incontro a tutte le possibili esigenze salutistiche della clientela.
Il [[1918]] è anche l'anno in cui il chimico modenese attua la sua prima compartecipazione societaria entrando nella [[Fabbriche Italiane Materie Coloranti Bonelli]], uno dei primi tentativi italiani di arginare la dipendenza dalle importazioni nel settore dei coloranti artificiali per tessuti. Questa alleanza nasce a seguito della [[prima guerra mondiale|guerra]], il cui inizio ha trasformato il [[cloro]] da sottoprodotto di lavorazione a materia di prima necessità. A parte l'utilizzo come arma di offesa fatto dall'esercito tedesco<ref>{{cita|
Questa lunga serie di successi consente alla Erba e alla Caffaro di affrontare in buone condizioni la crisi economica del primo dopoguerra, dove molte [[azienda|aziende]] sono penalizzate dagli accertamenti sui sopraprofitti e da una svalutazione che ha ridotto quasi della metà il [[potere d'acquisto]] della [[moneta]] italiana. Da artefice di questi successi, conosciuto ed apprezzato per lunghe maratone oratorie a sostegno dello sforzo bellico tenute in varie città, Morselli scende in campo nella convulsa lotta politica del dopoguerra in rappresentanza degli interessi della grande [[industria]], per i quali nel [[1922]] viene eletto [[consigliere comunale]] di [[Milano]] in una lista di intesa tra [[partito Nazionale Fascista|fascisti]], [[Partito Liberale Italiano|liberali]] e [[partito Popolare Italiano (1919)|popolari]] che vince contro tre liste di ispirazione socialista e una indipendente. Due anni dopo, causa un rimpasto nella [[giunta comunale]] dovuto a conseguenze della [[Giacomo Matteotti#Le accuse a Mussolini|crisi Matteotti]], accetta la carica di [[assessore]] ai lavori pubblici e aderisce definitivamente al [[fascismo]], nel quale dichiara di schierarsi a rappresentare «''numerosa schiera d'industriali che, al di sopra di ogni minore contingenza, hanno fede che i diritti ed i doveri dei datori e dei prestatori d'opera si possono e si debbono ricomporre in una superiore armonia, sotto l'egida luminosa dello Stato''»<ref>''Scritti e discorsi 1926/IV-1941/XIX''</ref>
Sempre nel [[1924]] con la [[presidente|presidenza]] della [[Società di chimica industriale]], inizia una scalata che lo porta ai vertici delle maggiori organizzazioni di rappresentanza del settore, alle quali cumula le cariche di [[presidente]] e [[amministratore delegato]] di Caffaro e Carlo Erba e la rappresentanza del [[comune]] di [[Milano]] nel [[comitato (collegio)|comitato]] di [[beneficenza]] della [[Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde|Ca.Ri.P.Lo.]].
In un discorso tenuto al III Congresso Nazionale di Chimica pura ed applicata (Firenze, 26-28 maggio 1929), Morselli tira le somme dei risultati ottenuti dalle due imprese. La [[Carlo Erba (azienda)|Carlo Erba]] è passata da 400 ad oltre 2000 [[operaio|dipendenti]], da uno a tre stabilimenti e ad una produzione diversificata in vari settori (farmaceutica, igiene, alimentare, chimica industriale, apparecchiature e strumenti da laboratorio); la [[Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro|Caffaro]] dà lavoro a circa 2500 persone su quattro stabilimenti ubicati in tre diverse città e produce una vasta gamma di prodotti chimici per gli usi più svariati. Entrambe le imprese hanno triplicato il [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] e investono consistenti risorse nella ricerca, nella [[pubblicità]] e nell'assistenza ai lavoratori (dopolavoro, mensa, mutua aziendale, colonie per i figli), dove sono anzi considerate all'avanguardia al punto da essere definite da [[Benito Mussolini]], in visita a [[Milano]] nel [[1934]], un modello di impresa industriale fascista da emulare.
Negli anni trenta Morselli è dunque al culmine del suo successo professionale e personale, pur offuscato dalla scomparsa prematura della moglie ([[1924]]), e di una figlia ([[1936]]), e dalla delusione per la diversa strada intrapresa da suo figlio [[Guido Morselli|Guido]], rivelatosi inadatto alla dirigenza industriale.<ref>{{cita|Morselli|
È solo con lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] che l'attività finora proficura di Morselli inizia a conoscere fasi di declino. Un primo ostacolo lo incontra con il [[Regio decreto-legge]] n. 759 del [[1940]], che prevede la ''sottomissione a sindacato, a sequestro ed a liquidazione, di tutte le aziende industriali o commerciali esistenti nel Regno esercitate da sudditi di Stati nemici o nelle quali essi abbiano interessi prevalenti''. È la fine del connubio tra la Erba e la compagnia inglese Liebig, che per l'utilità dei suoi prodotti può continuare l'attività in sindacato sotto il diretto controllo del [[prefetto]] e dei [[ministero|ministeri]] competenti, ma significa anche il blocco di una scalata appena compiuta con [[Alberto Pirelli (imprenditore 1882)|Alberto Pirelli]] nella [[Società italiana industria gomma]], proprietà della [[Francia|francese]] Hutchinson. Vengono poi a mancare numerose [[materie prime]] a partire dal [[rame]], componente essenziale dei numerosi [[anticrittogamici]] in commercio, e si bloccano le importazioni di alcune sostanze chimiche non presenti in [[Italia]].
Nel periodo della [[Repubblica Sociale Italiana]] si batte in prima linea contro gli effetti del decreto per la [[socializzazione dell'economia|socializzazione]] delle imprese, riuscendo ad evitarne l'applicazione sia alla Erba che alla Caffaro.
Alla cessazione delle ostilità deve lasciare tutte le cariche ricoperte a causa delle [[Commissione di epurazione|procedure di epurazione]], dalle quali riesce ad uscire tutto sommato indenne.<ref>{{cita|Morselli|
== Onorificenze ==
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|data =
}}
{{Onorificenza
|immagine = Grande ufficiale OCI BAR.svg
|nome_onorificenza = Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Riga 156 ⟶ 122:
* ''La produzione farmaceutica nel quadro dell'economia italiana'', in La Chimica e l'industria, XVII (1935), n. 4
* ''Scritti e discorsi 1926/IV-1941/XIX'', Milano 1941
== Archivio ==
Parte della documentazione prodotta da Giovanni Morselli nel corso della propria attività imprenditoriale è conservata nel fondo ''Carlo Erba'' ''spa'' (estremi cronologici: 1834-1982)<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA0182C1/|titolo=fondo Carlo Erba|sito=LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi|accesso=26 luglio 2018}}</ref> del Centro per la cultura d'impresa di Milano<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-conservatori/MIAA000AB7/|titolo=Centro per la cultura d'impresa|sito=LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi|accesso=26 luglio 2018}}</ref>, e nell’archivio storico aziendale della milanese Caffaro - Società per l'industria chimica ed elettrochimica spa (estremi cronologici: 1922-1997)<ref>{{Cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA01AD19/|titolo=fondo Caffaro - archivio storico-aziendale|sito=LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi|accesso=26 luglio 2018}}</ref>.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Giovanni Morselli|titolo=Immagini di una vita|curatore=V. Fortichiari|cid=Morselli}}
* {{cita libro|M.|Ruzzenenti|Un secolo di cloro e... PCB: storia delle industrie Caffaro di Brescia|2001|Jaca Book|ISBN=88-16-40569-4|cid=Ruzzenenti}}
== Voci correlate ==
*[[Carlo Erba (farmacista)
*[[Giuseppe Visconti di Modrone]]
*[[Guido Morselli]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=123622&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|titolo=Giovanni Morselli|sito=SAN - Portale degli archivi d'impresa|accesso=26 luglio 2018}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Aziende|biografie|Chimica|Medicina|politica}}
[[Categoria:Consiglieri della Corporazione della Chimica]]
[[Categoria:Consiglieri nazionali della Camera dei fasci e delle corporazioni]]
[[Categoria:Fondatori di impresa]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Bologna]]
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