Battaglia di Groznyj (1996): differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo = Battaglia
|Nome del conflitto= Battaglia di Groznyj
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|Data=6 agosto – 20 agosto [[1996]]
|Esito= Riconquista della città da parte degli insorti
|Schieramento1={{RUS}} <br />
|Schieramento2=[[File:Flag of Chechen Republic of Ichkeria.svg|20px|border]] [[Repubblica cecena di Ichkeria]]
|Comandante1={{Bandiera|RUS}} <br /> [[Konstantin PulikovskyPulikovskij]] <br />{{simbolo|Flag of Chechen Republic since 2004.svg}} [[Doku ZavgayevZavgaev]]
|Comandante2= [[File:{{simbolo|Flag of Chechen Republic of Ichkeria.svg|20px|border]]}} [[Repubblica cecena diAslan Ichkeria|ChRIMaschadov]] <br />{{simbolo|Flag [[Aslanof Maskhadov]]Chechen <brRepublic of Ichkeria.svg}} />[[IbnŠamil' al-KhattabBasaev]]<br />{{simbolo|Flag of Chechen Republic of Ichkeria.svg}} [[ShamilRuslan BasayevGelaev]]<br />{{simbolo|Flag of Chechen Republic of Ichkeria.svg}} [[RuslanDoku GelayevUmarov]]<br />{{simbolo|Flag of Chechen Republic of Ichkeria.svg}} [[DokuAchmed UmarovZakaev]]<br />{{simbolo|Flag of Jihad.svg}} [[AkhmedIbn Zakayeval-Khattab]]
|Effettivi1= 12.000{{formatnum:12000}} uomini<ref name=soviet/>
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|Perdite1= 494 morti, 182 dispersi, 1407 feriti (ufficiali)<ref name=soviet>Matthew Evangelista, ''The Chechen Wars: Will Russia Go the Way of the Soviet Union?'', page 44</ref>.
|Perdite2= perdite militari sconosciute. Più di 2.000{{formatnum:2000}} civili<ref name=soviet/>
}}
{{Campagnabox primaPrima guerra cecena}}
 
La '''battaglia di agostoGroznyj del 1996''' (conosciuta anche comefu un'''Operazione [[Jihādoperazione militare]]''') fucompiuta l'operazionedurante militarela messa[[prima inguerra attocecena]] dalle forze indipendentiste cecene, tramite la quale la [[Repubblica cecena di Ichkeria]] riprese il controllo della sua capitale, [[Groznyj]]<ref name="Knezys">The War in Chechnya, Stasys Knezys and Romanas Sedlickas, Texas A&M University Press, College Station, TX, 1999, page 288.</ref>, precedentemente occupata dalle truppe della [[Federazione Russa]] durante l'[[Assedioassedio di Groznyj (1994 - 1995)]]. Durante la battaglia piccoli gruppi di fuoco ceceni tennero in scacco la cospicua guarnigione russa posta di stanza nella città, frammentandola in numerose sacche e decimando sia i reparti in sortita, sia quelli inviati dall'esterno a liberare gli assediati<ref name=pf>[httphttps://www.bu.edu/iscip/vol10/Felgenhauer.html Russia's Forces Unreconstructed], ISCIP, Volume X, Number 4 (March - April 2000)</ref>. La sconfitta dell'esercito federale determinò il definitivo [[cessate il fuoco]] che avrebbe portato alla fine della guerra ed agli [[Accordiaccordi di Khasav-yurt]].
 
== Premessa ==
Nel luglio del [[1996]] la leadershipFederazione russaRussa decise di abbandonare il travagliato processo di pace che si protraeva dalla [[Assedio di Groznyj (1994 - 1995)|conquista di GroznyGroznyj]] di un anno prima per riprendere le operazioni militari. Fra il 9 e il 16 luglio di quell'anno le forze federali portarono a termine una serie di missioni nel sud della [[Cecenia]], dove i separatisti avevano approntato le loro basi. Il 20 luglio i russi, supportatiappoggiati da circa 1.500{{formatnum:1500}} paramilitari, lanciarono una nuova offensiva su larga scala per bonificare tutto il settore meridionale. Mentre la maggior parte delle unità operative usciva dalle basi nei dintorni di [[Groznyj]] per eseguire il rastrellamento, l'Alto Comando separatista decise che l'unico modo per sottrarre l'esercito indipendentista alla sconfitta sarebbe stato quello di "filtrare" attraverso le linee nemiche, raggiungere i sobborghi della capitale e tentare un colpo di mano. Ciò avrebbe riconsegnato per l'ultima volta l'iniziativa ai ribelli, dando loro un'ultima possibilità di volgere le sorti del conflitto a loro favore.
 
== La battaglia ==
Le forze operative a disposizione dei ribelli ammontavano a qualche migliaio di unità, presumibilmente fra i 1.300{{formatnum:1300}} e i 3.000{{formatnum:3000}} uomini equipaggiati con armamento leggero ede lanciarazzi [[RPG (lanciarazzi)|RPG]]. La guarnigione di stanza a Groznyj era di circa 12.000{{formatnum:12000}} uomini.<ref name=soviet/>. La maggior parte di essi tuttavia erano soldati di guarnigione, sicuramente meno armati e meno esperti dei loro commilitoni impiegati in montagna. Inoltre non conoscevano la topografia della città che stavano presidiando, tantomenotanto meno dopo gli aspri combattimenti dell'anno precedente, che avevano raso al suolo interi quartieri. Il Comandante ceceno [[Aslan MaskhadovMaschadov]] dispiegò i suoi uomini in piccoli gruppi per facilitarne l'infiltrazione. Un'attenta pianificazione permise ai ribelli di eludere i checkpoint russi, permettendo loro di penetrare profondamente nel tessuto urbano della città e colpire i punti nevralgici del dispositivo russo. I quattro obiettivi militari erano l'aeroporto militare di [[Khankala]], l'aeroporto civile a nord della città ed i quartier generali dell'[[Federal'naja služba bezopasnosti|FSB]] (ex KGB) e GRU (Ii servizi di intelligencesegreti nei territori occupati). Gli attacchi avrebbero dovuto paralizzare l'attività delle guarnigioni poste all'interno delle rispettive caserme. Parallelamente, contingenti di insorti avrebbero dovuto barricarsi ai quattro ingressi principali della città, attaccando qualunque forza fosse intervenuta in aiuto agli assediati.<ref>Robert Bunker, ''Non-state Threats and Future Wars'', page 177</ref>. Non appena gli insorti furono ben posizionati a ridosso dei loro obiettivi, iniziò un attacco simultaneo che paralizzò il network dell'esercito federale. Secondo il comandante ceceno [[TourpalTurpal Ali Kaimov]], soltanto 47 dei 1.500{{formatnum:1500}} miliziani infiltrati persero la vita nel primo assalto.

L'attacco iniziò alle 5.50 ed infuriò per tre ore. L'attività principale dei ribelli fu in questa fase quella di isolare i reparti russi senza attaccarli frontalmente, limitandosi ad impedire a questi di muoversi l'uno in soccorso dell'altro. Le vie di fuga furono minate e cecchini furono appostati sulle rovine degli alti palazzi residenziali. La convinzione di MaskhadovMaschadov era che i reparti sotto assedio, già scarsamente motivati, si sarebbero arresi senza offrire una significativa resistenza.<ref>[httphttps://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9907E4DC1431F937A2575BC0A960958260&sec=&spon=&pagewanted=all Risky Walk in Rebel-Held Chechen Capital], ''The New York Times'', August 14, 1996</ref>. Nei giorni successivi le manovre di accerchiamento portarono i ceceni a bloccare quasi tutta la guarnigione presente in città. Il 9 agosto l'agenzia di informazioni russa [[Interfax]] riportava che circa settemila soldati erano intrappolati in città<ref>{{Cita web
 
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Nei giorni successivi le manovre di accerchiamento portarono i ceceni a bloccare quasi tutta la guarnigione presente in città. Il 9 agosto l'agenzia di informazioni russa [[Interfax]] riportava che circa settemila soldati erano intrappolati in città.<ref>{{Cita web|url = https://edition.cnn.com/WORLD/9608/09/chechnya.fighting/index.html|titolo = Fighting rages on in Chechnya - Situation said to be 'totally out of control'|editore = Cable News Network, Inc.|data = 9 agosto 1996|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20030322151230/http://edition.cnn.com/WORLD/9608/09/chechnya.fighting/index.html|urlmorto = sì}}</ref> La maggior parte di questi erano asserragliati nel quartiere amministrativo centrale, dove avevano sede il ministero degli interni del governo filorusso (nel frattempo ritiratosi nella base militare di Khankala<ref>{{Cita web|url = https://edition.cnn.com/WORLD/9608/07/chechnya/|titolo = Rebel attack on Grozny intensifies - Chechen government retreats to base outside capital|editore = Cable News Network, Inc.|data = 7 agosto 1996|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080503034653/http://edition.cnn.com/WORLD/9608/07/chechnya/|urlmorto = sì}}</ref>) e i servizi di sicurezza federali.<ref name="residents" /> Un altro consistente gruppo di militari, provenienti da diverse unità, si barricò nell'ospedale municipale numero 9, dove prese in ostaggio circa 500 civili iniziando le trattative per l'evacuazione<ref>[http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/szczyt/eng/Chapter7.htm Occupation of Municipal Hospital No. 9] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160303195318/http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/szczyt/eng/Chapter7.htm |data=3 marzo 2016 }}, Memorial 1996</ref>.
|titolo=Fighting rages on in Chechnya - Situation said to be 'totally out of control'
 
|editore=Cable News Network, Inc.
}}</ref>) ed i servizi di sicurezza federali<ref name="residents" />. Un altro consistente gruppo di militari, provenienti da diverse unità, si barricò nell'ospedale municipale numero 9, dove prese in ostaggio circa 500 civili iniziando le trattative per l'evacuazione<ref>[http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/szczyt/eng/Chapter7.htm Occupation of Municipal Hospital No. 9], Memorial 1996</ref>. Mentre [[Groznyj]] sprofondava nel caos, i ribelli attaccavano altre città minori della [[Cecenia]]: [[Gudermes]] veniva presa senza combattere, mentre ad [[Argun (Cecenia)|Argun]] la guarnigione veniva assediata nella caserma locale. Circa 200 civili ceceni, accusati di collaborazionismo, vennero passati per le armi<ref>[http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/checheng/fin_rep.htm The Violation of Human Rights and Norms of Humanitarian Law in the Course of the Armed Conflict in the Chechen Republic] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161215094538/http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/checheng/fin_rep.htm |data=15 dicembre 2016 }}, Memorial</ref>. [[SaindSaid-Magomed KakiyevKakiev]] fifu l'unico sopravvissuto di un gruppo di poliziotti ceceni dipendenti dalla dall'[[OMON]] che venne completamente liquidato dai miliziani di [[Dokka Umarov]] e [[Ruslan GelayevGelaev]], dopo che la guarnigione postposta a difesa del palazzo municipale si arrese (6 agosto) dietro la promessa di poter attraversare le linee disarmati. In una un'intervista sui fatti, GelayevGelaev sostenne che ad eccezione di poche dozzine, la maggior parte delle forze al servizio del governo filorusso smobilitarono, passando in massa dalla parte degli insorti<ref>Interview with Commander Khamzat Gelayev, Kavkaz Center, 27 October 2003</ref>. Nel giro di una settimana il numero dei rivoltosi in armi era cresciuto sensibilmente, arrivando a contare fra le sei e le settemila unità, in massima parte provenienti dall'apparato di polizia del governo collaborazionista, guidato da [[Doku ZavgayevZavgaev]]. Anche numerosi residenti che avevano rifiutato di abbandonare la città presero parte agli scontri.
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}}</ref>. La maggior parte di questi erano asserragliati nel quartiere amministrativo centrale, dove avevano sede il ministero degli interni del governo filorusso (nel frattempo ritiratosi nella base militare di Khankala<ref>{{Cita web
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|titolo=Rebel attack on Grozny intensifies - Chechen government retreats to base outside capital
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|data=7 agosto 1996
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}}</ref>) ed i servizi di sicurezza federali<ref name="residents" />. Un altro consistente gruppo di militari, provenienti da diverse unità, si barricò nell'ospedale municipale numero 9, dove prese in ostaggio circa 500 civili iniziando le trattative per l'evacuazione<ref>[http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/szczyt/eng/Chapter7.htm Occupation of Municipal Hospital No. 9], Memorial 1996</ref>. Mentre [[Groznyj]] sprofondava nel caos, i ribelli attaccavano altre città minori della [[Cecenia]]: [[Gudermes]] veniva presa senza combattere, mentre ad [[Argun (Cecenia)|Argun]] la guarnigione veniva assediata nella caserma locale. Circa 200 civili ceceni, accusati di collaborazionismo, vennero passati per le armi<ref>[http://www.memo.ru/hr/hotpoints/chechen/checheng/fin_rep.htm The Violation of Human Rights and Norms of Humanitarian Law in the Course of the Armed Conflict in the Chechen Republic], Memorial</ref>. [[Saind-Magomed Kakiyev]] fi l'unico sopravvissuto di un gruppo di poliziotti ceceni dipendenti dalla [[OMON]] che venne completamente liquidato dai miliziani di [[Dokka Umarov]] e [[Ruslan Gelayev]] dopo che la guarnigione post a difesa del palazzo municipale si arrese (6 agosto) dietro la promessa di poter attraversare le linee disarmati. In una intervista sui fatti, Gelayev sostenne che ad eccezione di poche dozzine, la maggior parte delle forze al servizio del governo filorusso smobilitarono, passando in massa dalla parte degli insorti<ref>Interview with Commander Khamzat Gelayev, Kavkaz Center, 27 October 2003</ref>. Nel giro di una settimana il numero dei rivoltosi in armi era cresciuto sensibilmente, arrivando a contare fra le sei e le settemila unità, in massima parte provenienti dall'apparato di polizia del governo collaborazionista, guidato da [[Doku Zavgayev]]. Anche numerosi residenti che avevano rifiutato di abbandonare la città presero parte agli scontri.
 
== L'accerchiamento ==
MalgradoNonostante l'estensione generalizzata dei combattimenti, il Ministero degli Interni russo sottostimò il potenziale della rivolta, rimandando a precedenti raid operati dai ribelli nel corso dell'occupazione di Groznyj, uno dei quali occorso appena nel Marzomarzo precedente. Soltanto nel pomeriggio del 7 agosto, a trentasei ore dall'inizio della battaglia, un primo contingente corazzato venne inviato in soccorso delle forze federali assediate. Una grossa colonna corazzata appartenente alla 205esima205ª Brigata Motorizzata venne inviata verso il centro della città. I comandi russi erano convinti che i separatisti avessero dovuto abbandonare buona parte del loro arsenale anticarro durante la manovra di infiltrazione. La convinzione era corretta, ma i ribelli avevano trovato ottime dotazioni anticarro nei depositi dell'esercito federale che avevano conquistato il giorno precedente, durante un sanguinoso assalto alla stazione ferroviaria. In quel frangente le milizie agli ordini di [[Akhmed Zakayev]] avevano catturato un gran numero di lanciamissili [[RPO-A Shmel|RPO]], mettendo peraltro fuori combattimento alcune centinaia di soldati russi<ref>[http://www.hri.org/news/balkans/rferl/2002/02-11-05.rferl.html#01 PROSECUTOR DETAILS ACCUSATIONS AGAINST ZAKAEV], RFE/RL, November 5, 2002</ref>). Per questo motivo la colonna corazzata venne letteralmente investita da una pioggia di missili anticarro e costretta a ripiegare. Il giorno successivo il comando russo inviò una seconda colonna: questa venne fatta avanzare verso il centro cittadino ed attirata in una imboscata, dove perse quasi tutti i suoi mezzi blindati (come era giù successo durante le prime fasi dell'[[Assedio di Groznyj (1994 - 1995)|Assedio di Groznyj]]. Dopo cinque giorni di combattimenti, un terzo tentativo fu operato dal 276esimo Reggimento Motorizzato, che inviò un grosso reparto di circa 900 uomini verso il centro della città. Anche questo tentativo fallì, e il gruppo di assalto perse circa la metà degli effettivi. Nel corso dei primi cinque giorni di battaglia, l'esercito federale aveva perduto 18 carri da battaglia, 69 veicoli blindati, 23 veicoli da trasporto e 3 elicotteri.
Soltanto l'11 agosto alcuni veicoli corazzati riuscirono a penetrare nel centro cittadino, depositando qualche rifornimento ed evacuando i feriti più gravi<ref>{{Cita web
|url=http://edition.cnn.com/WORLD/9608/10/chechnya/index.html
|titolo=Residents flee in panic as Grozny becomes a battleground
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|data=11 agosto 1996
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|dataarchivio=18 giugno 2002
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}}</ref>. Di fronte alla prospettiva di un'ennesima battaglia casa per casa, l'[[Unione europea]] chiese ad entrambe le fazioni di cessare il fuoco immediatamente, permettendo ai civili di abbandonare il campo di battaglia. L'appello cadde però nel vuoto, fatta eccezione per il "giorno di lutto" istituito da [[Boris Eltsin]] in onore delle vittime della Cecenia.<ref name="residents">{{Cita web
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}}</ref>. Di fronte al fallimento della politica di contenimento della guerriglia, il Cremlino silurò l'allora Plenipotenziario di Mosca in Cecenia, [[Oleg Lobov]] sostituendolo col Generale [[Alexander Lebed]]. Lebed riconobbe l'impossibilità di piegare gli insorti con i mezzi a sua disposizione, ed intavolò trattative di pace con i separatisti. I negoziati tra Lebed e Maskhadov iniziarono l'11 agosto. Come garanzia alla serietà della trattativa, Lebed richiese la sostituzione dei ministri dell'Interno e della Difesa. Di fronte alle esitazioni di Elstin, Lebed invioè un rapporto tattico nel quale si registrava che nelle ultime 48 ore i ribelli avevano stretto sempre più il cerchio intorno ai reparti asserragliati nel centro cittanino, ormai in buona parte distrutto o occupato dagli insorti. Oltre a questo, la città poteva considerarsi perduta, fatta eccezione per la base militare di Khankala e l'aeroporto civile. Nel rapporto si citavano circa 2.000 soldati russi inchiodati nelle loro sacche di resistenza, ormai quasi privi di munizioni e vettovaglie, stretti fra il tiro dei cecchini e dei mortai ceceni e quello dell'artiglieria russa. Le principali città della Cecenia erano saldamente in mano ribelle, fatta eccezione per [[Urus-Martan]] e [[Vedeno]] che erano sotto assedio. Elstin accettò di aprire un dialogo ufficiale con Maskhadov, ed il 17 agosto 1996 si giunse ad un primo [[cessate il fuoco]].
 
I comandi russi erano convinti che i separatisti avessero dovuto abbandonare buona parte del loro arsenale anticarro durante la manovra di infiltrazione. La convinzione era corretta, ma i ribelli avevano trovato ottime dotazioni anticarro nei depositi dell'esercito federale che avevano conquistato il giorno precedente, durante un sanguinoso assalto alla stazione ferroviaria. In quel frangente le milizie agli ordini di [[Achmed Zakaev]] avevano catturato un gran numero di lanciamissili [[RPO-A Shmel|RPO]], mettendo peraltro fuori combattimento alcune centinaia di soldati russi<ref>[http://www.hri.org/news/balkans/rferl/2002/02-11-05.rferl.html#01 PROSECUTOR DETAILS ACCUSATIONS AGAINST ZAKAEV], RFE/RL, November 5, 2002</ref>. Per questo motivo la colonna corazzata venne investita da una pioggia di missili anticarro e costretta a ripiegare.
Due giorni dopo tuttavia, il comandante delle forze russe sul campo, Generale Pulikovsky, tentò un colpo di mano, inviando ai ribelli un ultimatum di 48 ore nel quale si intimava lo sgombero della città. La notizia sparse il panico fra la residua popolazione residente, ammontante ormai a non più di 70.000 unità. Alle prime ore del 20 agosto iniziò un poderoso bombardamento aereo e d'artiglieria. Le principali vittime di questo attacco furono i civili, assiepati a ridosso del centro cittadino, ed i reparti russi tagliati fuori dall'avanzata nemica. Venne fatto largo uso di bombe a grappolo, che falcidiarono le colonne di profughi in fuga dalla città<ref>[http://www.telegraph.co.uk/htmlContent.jhtml?html=/archive/1996/08/22/wrus22.html Lebed calls off assault on Grozny], ''The Daily Telegraph'', August 22, 1996</ref> Ad aggravare la situazione umanitaria, le disposizioni dei militari posti a guardia dei checkpoint furono quelle di non far passare maschi che avessero più di 11 anni. Dopo 48 ore di infruttuosi attacchi, Pulikovsky venne allontanato dal comando da Lebed, che aveva passato i due giorni precedenti a Mosca e non era stato avvisato della rottura dei negoziati. Le trattative ripresero sotto l'egida dell'[[Unione europea]] tramite il commissario UE della, Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa ([[OSCE]])<ref>[http://edition.cnn.com/WORLD/9607/22/chechnya/index.html Chechen peace talks may resume; But civilian casualties mount in intensified fighting], CNN, July 22, 1996</ref>. Il 22 agosto il governo russo accettò di ritirare tutte le sue truppe all'interno delle basi di [[Khankala]] e [[Serverny]]. Otto giorni dopo Lebed e Maskhadov averebbero firmaro gli [[Accordi di Khasavyurt]], ponendo fine alla [[Prima guerra cecena]].
 
Il giorno successivo il comando russo inviò una seconda colonna: questa venne fatta avanzare verso il centro cittadino ed attirata in un'imboscata, dove perse quasi tutti i suoi mezzi blindati, come era giù successo durante le prime fasi dell'[[Assedio di Groznyj (1994-1995)|assedio di Groznyj]]. Dopo cinque giorni di combattimenti, un terzo tentativo fu operato dal 276º Reggimento Motorizzato, che inviò un grosso reparto di circa 900 uomini verso il centro della città. Anche questo tentativo fallì, e il gruppo di assalto perse circa la metà degli effettivi. Nel corso dei primi cinque giorni di battaglia, l'esercito federale aveva perduto 18 carri da battaglia, 69 veicoli blindati, 23 veicoli da trasporto e 3 elicotteri.
 
Soltanto l'11 agosto alcuni veicoli corazzati riuscirono a penetrare nel centro cittadino, depositando qualche rifornimento ed evacuando i feriti più gravi<ref>{{Cita web|url = https://edition.cnn.com/WORLD/9608/10/chechnya/index.html|titolo = Residents flee in panic as Grozny becomes a battleground|editore = Cable News Network, Inc.|data = 11 agosto 1996|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20020618045604/http://edition.cnn.com/WORLD/9608/10/chechnya/index.html|urlmorto = sì}}</ref>. Di fronte alla prospettiva di un'ennesima battaglia casa per casa, l'[[Unione europea]] chiese ad entrambe le fazioni di cessare il fuoco immediatamente, permettendo ai civili di abbandonare il campo di battaglia. L'appello cadde però nel vuoto, fatta eccezione per il "giorno di lutto" istituito da [[Boris El'cin]] in onore delle vittime della Cecenia<ref name="residents">{{Cita web|url = https://edition.cnn.com/WORLD/9608/11/russia.grozny/|titolo = Civilians flee besieged Chechen capital|editore = Cable News Network, Inc.|data = 11 agosto 1996|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080503034658/http://edition.cnn.com/WORLD/9608/11/russia.grozny/|urlmorto = sì}}</ref>. Di fronte al fallimento della politica di contenimento della guerriglia, il Cremlino silurò l'allora plenipotenziario di Mosca in Cecenia, [[Oleg Lobov]] sostituendolo col generale [[Aleksandr Lebed']]. Lebed' riconobbe l'impossibilità di piegare gli insorti con i mezzi a sua disposizione, ed intavolò trattative di pace con i separatisti. I negoziati tra Lebed' e Maschadov iniziarono l'11 agosto.
 
}}</ref>. Di fronte al fallimento della politica di contenimento della guerriglia, il Cremlino silurò l'allora Plenipotenziario di Mosca in Cecenia, [[Oleg Lobov]] sostituendolo col Generale [[Alexander Lebed]]. Lebed riconobbe l'impossibilità di piegare gli insorti con i mezzi a sua disposizione, ed intavolò trattative di pace con i separatisti. I negoziati tra Lebed e Maskhadov iniziarono l'11 agosto. Come garanzia alla serietà della trattativa, Lebed' richiese la sostituzione dei ministri dell'Interno e della Difesa. Di fronte alle esitazioni di ElstinEl'cin, Lebed' invioèinviò un rapporto tattico nel quale si registrava che nelle ultime 48 ore i ribelli avevano stretto sempre più il cerchio intorno ai reparti asserragliati nel centro cittaninocittadino, ormai in buona parte distrutto o occupato dagli insorti. Oltre a questo, la città poteva considerarsi perduta, fatta eccezione per la base militare di Khankala e l'aeroporto civile. Nel rapporto si citavano circa 2.000{{formatnum:2000}} soldati russi inchiodati nelle loro sacche di resistenza, ormai quasi privi di munizioni e vettovaglie, stretti fra il tiro dei cecchini e dei mortai ceceni e quello dell'artiglieria russa. Le principali città della Cecenia erano saldamente in mano ribelle, fatta eccezione per [[Urus-Martan]] e [[Vedeno]] che erano sotto assedio. ElstinEl'cin accettò di aprire un dialogo ufficiale con MaskhadovMaschadov, ed il 17 agosto 1996 si giunse ad un primo [[cessate il fuoco]].
 
Due giorni dopo, tuttavia, il comandante delle forze russe sul campo, Generalegenerale PulikovskyPulikovskij, tentò un colpo di mano, inviando ai ribelli un ultimatum di 48 ore nel quale si intimava lo sgombero della città. La notizia sparse il panico fra la residua popolazione residente, ammontante ormai a non più di 70.000{{formatnum:70000}} unità. Alle prime ore del 20 agosto iniziò un poderoso bombardamento aereo e d'artiglieria. Le principali vittime di questo attacco furono i civili, assiepaticoncentrati a ridosso del centro cittadino, ed i reparti russi tagliati fuori dall'avanzata nemica. Venne fatto largo uso di [[Bomba a grappolo|bombe a grappolo]], che falcidiarono le colonne di profughi in fuga dalla città.<ref>[httphttps://www.telegraph.co.uk/htmlContent.jhtml?html=/archive/1996/08/22/wrus22.html Lebed calls off assault on Grozny] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080503023200/http://www.telegraph.co.uk/htmlContent.jhtml?html=%2Farchive%2F1996%2F08%2F22%2Fwrus22.html |data=3 maggio 2008 }}, ''The Daily Telegraph'', August 22, 1996</ref> Ad aggravare la situazione umanitaria, le disposizioni dei militari posti a guardia dei checkpoint furono quelle di non far passare maschi che avessero più di 11 anni. Dopo 48 ore di infruttuosi attacchi, PulikovskyPulikovskij venne allontanato dal comando da Lebed', che aveva passato i due giorni precedenti a Mosca e non era stato avvisato della rottura dei negoziati. Le trattative ripresero sotto l'egida dell'[[Unione europea]] tramite il commissario UE della, Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa ([[OSCE]])<ref>[http://edition.cnn.com/WORLD/9607/22/chechnya/index.html Chechen peace talks may resume; But civilian casualties mount in intensified fighting], CNN, July 22, 1996</ref>. Il 22 agosto il governo russo accettò di ritirare tutte le sue truppe all'interno delle basi di [[Khankala]] e [[Serverny]]. Otto giorni dopo Lebed e Maskhadov averebbero firmaro gli [[Accordi di Khasavyurt]], ponendo fine alla [[Prima guerra cecena]].
 
Le trattative ripresero sotto l'egida dell'[[Unione europea]] tramite il commissario UE dell'Organizzazione per la Sicurezza e la cooperazione in Europa ([[OSCE]])<ref>[https://edition.cnn.com/WORLD/9607/22/chechnya/index.html Chechen peace talks may resume; But civilian casualties mount in intensified fighting] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080504221728/http://edition.cnn.com/WORLD/9607/22/chechnya/index.html |data=4 maggio 2008 }}, CNN, July 22, 1996</ref>. Il 22 agosto il governo russo accettò di ritirare tutte le sue truppe all'interno delle basi di [[Khankala]] e [[Serverny]]. Otto giorni dopo Lebed' e Maschadov avrebbero firmato gli [[accordi di Khasavyurt]], ponendo fine alla [[prima guerra cecena]].
 
== Conseguenze ==
Gli accordi di KhasavChasav-yurtjurt aprirono la strada alla firma di due successivi trattati fra [[Russia]] e [[Repubblica cecena di Ichkeria]]. A metà novembre 1996, EltsinEl'cin e MaskhadovMaschadov firmarono un accordo inerente all'onere delle riparazioni di guerra, che furono poste a carico della Federazione. Nel Maggiomaggio del 1997 venne sottoscritto il [[Trattato di Pace Russo-Ceceno]] "sulla pace e sui principi delle relazioni russo-cecene"<ref>[http://www.friends-partners.org/friends/news/omri/1997/05/970512I.html YELTSIN, MASKHADOV SIGN PEACE AGREEMENT.] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151117033829/http://www.friends-partners.org/friends/news/omri/1997/05/970512I.html |data=17 novembre 2015 }}, RFE/RL, May 12, 1997</ref>, il quale sarebbe stato infranto nel 1999 da un gruppo armato ceceno guidato da [[ShamilŠamil' BasayevBasaev]], dando luogo alla [[Secondaseconda guerra cecena]].
 
== Note ==
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* ''The War in Chechnya'' by Stasys Knezys and Romanas Sedlickas. Texas A&M University Press. College Station, TX. 1999.
* [http://www.watchdog.cz/index.php?show=000000-000005-000004-000128&lang=1 Hot August in Grozny] by Oleg Lukin for [[Prague Watchdog]]
* {{Cita web|url = http://www.caucasus.dk/publication1.htm|titolo = The Battle(s) of Grozny|autore1 = Ib Faurby|autore2 = Märta-Lisa Magnusson|editore = Baltic Defence Review, [[University of Southern Denmark]]|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110720083400/http://www.caucasus.dk/publication1.htm|urlmorto = sì}}
* {{Cita web
* {{Cita web|url = http://www.smallwarsjournal.com/documents/wolvesden.htm|titolo = View From the Wolves' Den - The Chechens and Urban Operations|autore = David P. Dilegge|editore = Small Wars Journal|lingua = en|accesso = 3 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070927220039/http://www.smallwarsjournal.com/documents/wolvesden.htm|urlmorto = sì}}
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}}
* {{Cita web
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|urlmorto=si
}}
* Smith, Sebastian (2001). ''Allah's Mountains: The Battle for Chechnya'' pp 240–256
* Oliker, Olga (2001). ''Russia's Chechen Wars 1994-2000: Lessons from Urban Combat'' MR 1289, Rand, Santa Monica, CA, ISBN 0-8330-2998-3 [https://web.archive.org/web/20061009090351/http://www.rand.org/pubs/monograph_reports/MR1289/MR1289.ch2.pdf Chapter 2: "Grozny I: 1994-1995"] pp.&nbsp;30–32{{Collegamento interrotto|date=August 2012}}
* Evangelista, Matthew (2002). ''The Chechen Wars: Will Russia Go the Way of the Soviet Union?'' Brookings Institution Press, Washington, D.C., ISBN 0-8157-2498-5
* Youngs, Tim. [https://web.archive.org/web/20000824155856/http://www.parliament.uk/commons/lib/research/rp2000/rp00-014.pdf The Conflict in Chechnya], Research Paper 00/14, February 7, 2000, International Affairs and Defence Section, House of Commons Library, London, UK
 
== Voci correlate ==
* [[Assedio di Groznyj (1994 - 1995)]]
* [[Battaglia di Groznyj (1994)]]
* [[Assedio di Groznyj (1994 - 1995)]]
* [[Prima guerra cecena]]
 
{{Guerre cecene}}
{{Portale|guerra|storia}}
 
[[Categoria:Storia della Cecenia]]
[[Categoria:Groznyj]]