Prossemica: differenze tra le versioni

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{{NN|linguistica|arg2=scienze sociali|gennaio 2012|}}
La '''prossemica''' è la disciplina [[Semiologia|semiologica]] che studia i [[Gesto|gesti]], il comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una [[comunicazione]], sia verbale sia non verbale.
[[File:Personal Space.svg|thumb|upright=1.4|''Diagramma di [[Edward Hall (antropologo)|Edward T. Hall]] con i [[raggio (geometria)|raggi]] espressi in [[piede (unità di misura)|piedi]] e metri.'']]
 
== Etimologia ==
Il termine, derivato dall'inglesedal latino ''prox(imityimitas)'' «''prossimità''», probabilmente composto col suffisso inglese ''-emics'' come per ''phonemics'' «''fonemica''» e simili<ref>{{cita webTreccani|url=http://www.treccani.it/vocabolario/prossemica/|titolo=Prossemicaprossèmica|editorev=treccani.itsi|accesso=284 dicembrenovembre 20142021}}</ref>, è stato introdotto e coniato dall'[[antropologia|antropologo]] [[Edward Hall (antropologo)|Edward T. Hall]] nel [[1963]] per indicare lo studio delle relazioni di vicinanza nella comunicazione.
 
== Specifiche ==
Hall ha osservato che la distanza relazionale tra le persone è correlata con la distanza fisica, ha definito e misurato quindi quattro "zone" interpersonali:
 
* La '''distanza intima''' (0-45 [[MetroCentimetro|cm]]).
* La '''distanza personale''' (45–120&nbsp; [[Centimetro|cm]]) per l'interazione tra amici.
* La '''distanza sociale''' (1,-2-3,-4-5 [[metro|metri]]) per la comunicazione tra conoscenti o il rapporto insegnante-allievo.
* La '''distanza pubblica''' (oltre i 3,-4-5 [[metro|metri]]) per le pubbliche relazioni.
 
== Esempi ==
Nel libro ''La dimensione nascosta'' [[Edward Hall (antropologo)|Edward Hall]] osservò che la distanza alla quale ci si sente a proprio agio con le altre persone vicine dipende dalla propria cultura: i [[Arabia Saudita|sauditi]], i [[norvegesi]], gli [[italiani]] e i [[giapponesi]] hanno infatti diverse concezioni di vicinanza.
 
Come tutti i linguaggi, anche la prossemica varia da luogo a luogo. Lo stesso [[Edward T. Hall]] nel suo libro ''La dimensione nascosta'' osservò che la distanza da mantenere, interloquendo con altre persone e attraverso cui ci si sente a proprio agio, dipende dalla propria cultura.
Gli [[arabi]] preferiscono stare molto vicini tra loro, quasi gomito a gomito, gli europei e gli asiatici si tengono invece fuori dal raggio di azione del braccio. In alcune regioni meridionali dell'[[India]], dove la distanza che gli appartenenti alle diverse caste devono mantenere fra di loro è rigidamente stabilita, quando gli individui della [[casta]] più bassa ([[paria]]) incontrano i [[Brahmano|bramini]], la casta più elevata, debbono tenersi a una distanza di 39 metri.
 
I popoli dell’Europa settentrionale e del Nord America tengono solitamente distanze maggiori di quelli mediterranei e tollerano male il contatto fisico fra conoscenti. In Italia si possono notare alcune lievi differenze fra Nord e Sud.
Altra differenza è quella tra i sessi, i maschi si trovano più a loro agio a lato di una persona, invece le femmine di fronte.
 
ParticolareSembra che le persone che abitano in campagna o in montagna gestiscano lo spazio prendendo più distanza dall'interlocutore, mentre gli abitanti di città accorciano le distanze. In [[discoteca]] le distanze si accorciano particolarmente. Notevole rilevanza ha acquistato anche la prossemica dell'[[ascensore]]: ad esempio gli europei in ascensore si pongono a cerchio con la schiena appoggiata alle pareti, mentre gli americani si pongono in fila con la faccia rivolta alla porta.
 
GliLa [[arabi]] preferiscono stare molto vicini tra loro, quasi gomito a gomito, gli europei e gli asiatici si tengonoprossemica inveceha fuorianche dalun raggiovalore di azionemarcatore delsociale: braccio. Inin alcune regioni meridionali dell'[[India]], dove la distanza che gli appartenenti alle diverse caste devono mantenere fra di loro è rigidamente stabilita, quando gli individui della [[casta]] più bassa ([[dalit|paria]]) incontrano i [[Brahmano|bramini]], la casta più elevata, debbono tenersi a una distanza di 39 metri.
Interessante è pure la prossemica degli ecclesiastici, che chiamando "figli" le persone che incontrano cosi alla cazzo, accorciano la distanza relazionale e, di conseguenza, quella spaziale.
 
Altra differenza è quella tra i sessi,: i maschi si trovano più a loro agio a lato di una persona, invece le femmine di fronte.
 
L'[[oscurità]] tende a far accorciare le distanze, mentre con la luce le persone tendono a stare più lontane.
 
Quando l'interlocutore vìola la distanza considerata come "normale" in un certo contesto, chi parla normalmente cerca di allontanarsi o di dirigere il corpo in un'altra direzione o frappone una barriera (una borsa, un giornale, un braccio).
 
== Prossemica e tecnologia ==
 
La diffusione delle comunicazioni digitali, in particolare tramite videoconferenze e ambienti virtuali, ha portato a studiare come la gestione dello spazio e della distanza si adatti ai nuovi contesti. La posizione della telecamera, l’inquadratura e la distanza dal dispositivo influenzano la percezione di prossimità o lontananza, simulando distanze intime o sociali anche in ambienti digitali. Questo fenomeno è stato descritto come una forma di “prossemica virtuale”, che ripropone dinamiche simili a quelle delle interazioni faccia a faccia, ma adattate alla mediazione tecnologica.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Matthew|cognome=Lombard|nome2=Theresa|cognome2=Ditton|data=2006-06-23|titolo=At the Heart of It All: The Concept of Presence|rivista=Journal of Computer-Mediated Communication|volume=3|numero=2|pp=0–0|lingua=en|accesso=2025-03-25|doi=10.1111/j.1083-6101.1997.tb00072.x|url=https://academic.oup.com/jcmc/article/4080403}}</ref>
 
==Note==
<references group=" Lombard, M., & Ditton, T. (1997). Al centro di tutto: il concetto di presenza. Journal of Computer-Mediated Communication" />
<references/>
 
==Bibliografia==
*[[Edward T. Hall]], ''La dimensione nascosta. Il significato delle distanze tra i soggetti umani'', Bompiani, Milano, 1968.
*Franca Pregnolato Rotta Loria, ''Antropologia e prossemica'', Campanotto Editore, Udine, 1998.
*Corrado Veneziano, ''Didattica della comunicazione verbale e non verbale. Sguardi, prossemica, parole, espressività nella scuola primaria'', con una introduzione di Maria Serena Veggetti, Besa, Lecce 2014.
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Proxemicssulla|wikt=prossemica}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Michele Bracco, [http://www.treccani.it/enciclopedia/prossemica_%28Universo_del_Corpo%29/ Prossemica], ''Universo del Corpo'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], 2000
* [https://web.archive.org/web/20050426071058/http://www.estovest.net/identita/astuzienatura.html Astuzie della natura e richiami etnici: un percorso di ricerca], di Giovanni Monastra
* {{cita web | 1 = http://www.comunicobene.com/contenuto/prossemica.html | 2 = Prossemica e mimica facciale | accesso = 30 giugno 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050308155154/http://www.comunicobene.com/contenuto/prossemica.html | dataarchivio = 8 marzo 2005 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.psychomedia.it/neuro-amp/03-04/ferrante.htm|Come la disposizione spaziale degli alunni in una classe può influenzare la comunicazione fra loro e l'insegnante}}
* {{cita web|http://www.edscuola.it/archivio/lre/prossemica.htm|Comunicazione in rete e spazialità prossemica}}
* {{cita web | 1 = http://psicocafe.blogosfere.it/2006/09/la-prossemica-nel-mondo-reale-e-nel-mondo-virtuale.html | 2 = La prossemica nel mondo reale e nel mondo virtuale | accesso = 23 giugno 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080418104944/http://psicocafe.blogosfere.it/2006/09/la-prossemica-nel-mondo-reale-e-nel-mondo-virtuale.html | dataarchivio = 18 aprile 2008 | urlmorto = sì }}
 
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