Gromo: differenze tra le versioni

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{{nd}}
{{Divisione amministrativa
| Nome = Gromo
| Panorama =Gromo borgoBorgo di Gromo.jpg
| Didascalia = Borgo con Torre Ginami Buccelleni
| Bandiera = Gromo-Gonfalone.png
| Voce bandiera =
| Stemma = Gromo-Stemma.png
| Voce stemma =
| Stato = ITA
| Grado amministrativo = 3
| Divisione amm grado 1 = Lombardia
| Divisione amm grado 2 = Bergamo
| Amministratore locale = Sara Riva <!--nome, cognome SENZA titoli-->
| Partito = [[lista civica]]
| Data elezione =5/06/2016 4-10-2021 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/-MM/-AAAA senza zeri superflui-->
| Data istituzione =
| Sottodivisioni = [[Boario (Gromo)|Boario Spiazzi]], [[Ripa (Gromo)|Ripa]]<ref>
|Altitudine=676
[https://www.comuniecitta.it/risorse/statuti/gromo.pdf Comune di Gromo - Statuto]</ref>
|Superficie=20.07
| Divisioni confinanti = [[Ardesio]], [[Gandellino]], [[Oltressenda Alta]], [[Valbondione]], [[Valgoglio]], [[Vilminore di Scalve]]
|Note superficie=
|Zona sismica = 3
|Abitanti=1252
|Gradi giorno = 3040
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento Nome abitanti =31-12-2010 gromesi
| Patrono = patrono del comune [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]] la parrocchia dedicata ai santi [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]] e [[Vincenzo di Saragozza|Vincenzo levita]]
|Sottodivisioni=[[Boario (Gromo)|Boario]], [[Ripa di Gromo|Ripa]], [[Spiazzi di Gromo|Spiazzi]]
| Festivo = 25 luglio
|Divisioni confinanti=[[Ardesio]], [[Gandellino]], [[Oltressenda Alta]], [[Valbondione]], [[Valgoglio]], [[Vilminore di Scalve]]
| PIL =
|Zona sismica=4
| PIL procapite =
|Gradi giorno=
| Mappa = Map of comune of Gromo (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Nome abitanti=Gromesi
| Didascalia mappa = Posizione del comune di Gromo nella provincia di Bergamo
|Patrono=patrono del comune [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]] la parrocchia dedicata ai santi [[Giacomo il Maggiore|Giacomo]] e [[Vincenzo di Saragozza|Vincenzo levita]]
|Festivo=25 luglio e 3 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Gromo (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Gromo nella provincia di Bergamo
|Diffusività=
}}
 
'''Gromo''' {{IPA|[ˈɡroːmo]}} (''Gróm'' {{IPA|[ˈɡɾom]}} in [[dialetto bergamasco]]<ref>Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di {{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |url=https://archive.org/details/dizionarioitalia0000unse |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 1.204{{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]]. Territorialmente posizionato nelle [[Alpi meridionali]] indicate con il termine [[Alpi e Prealpi Bergamasche]]<ref>{{cita libro|titolo=in Loco de Par|autore=Renata Carissoni Cossali|editore=Novecento Grafico Bergamo|citazione=Relazione del Geologo Ravagnani ''il territorio appartiene alla grande unità strutturale delle Alpi Meridionali,...che …che normalmente si indica con termine di Prealpi''}}</ref>. SituatoÈ situato sulla destra orografica del fiume [[Serio]], in alta [[Valval Seriana]], dista circa 40&nbsp;chilometri a nord-est dal [[Bergamo|capoluogo]] orobico, dai caratteristici i tetti neri in [[ardesia]] (''pióde'' in [[dialetto bergamasco]]). Il comune fa parte della [[Comunità montana della Valle Seriana Superiore|Comunità Montana della Val Seriana Superiore]].e Durantedurante il [[Medioevo]] era soprannominato "la piccola [[Toledo]]"<ref>{{cita web|url=http://www.perantichecontrade.it/___location/185|titolo= Gromo-Piaza Dante Alighieri|editore=Per antiche contrade}}</ref> essendo dotatadotato di numerose [[Fucina|fucine]], che ne facevano un centro molto importante per la lavorazione del ferro e la conseguente realizzazione di [[Arma bianca|armi bianche]], [[Alabarda|alabarde]], scudi e corazze.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Gromo e frazioni.JPG|left|thumb|upright=1.4|Il borgo di Gromo, con i nuclei di Ripa (a sinistra) e Boario con Spiazzi (a destra)]]
Il comune è composto dal capoluogo sul fondovalle, posto su una roccaaltura rocciosa che domina il fiume [[Serio]], a 676 m s.l.m. e da alcunedue frazioni che occupano entrambe le pendici montuose dei due lati della valle. Il territorio è compreso tra i 604 e i 2.354534<ref>{{cita testo|autore=ISTAT|titolo=Atlante Statistico dei Comuni}}</ref> m s.l.m.
 
A Nordnord si trova la frazione di ''[[Ripa (Gromo)|Ripa]]'', mentre a Estest si trova la frazione di ''Boario'', a sua volta formata da vari agglomerati posti tutti tra i 900 e i 1.200 m.
 
La strada che collega Gromo e il fondovalle con ''[[Spiazzi (Gromo)|Spiazzi]]'' è lunga circa 7,5&nbsp;km, tortuosa e panoramica, corre per i primi chilometri immersa in splendidi boschi sino alla frazione dilocalità ''Valzella'', primo minuscolo nucleo abitato composto originariamente da una dozzina di cascine e abitazioni in pietra con tetti in ardesia,oggi ben conservate e abitate, arricchitosi oggi di alcune decine di palazzine di villeggiatura.
 
Dalla ''Valzella'' in poi la strada esce dai boschi, raggiunge il piccolo abitato di ''Boario'' e prosegue su ripidi pendii erbosi, fino a raggiungere le pinete della località Spiazzi.<ref>{{cita web|url=http://gromo.eu/index.php/itinerari-e-percorsi/item/7-itinerario-2-da-gromo-a-boario-e-agli-spiazzi#.VhjfXvntmko|titolo=da Gromo a Boario e Spiazzi|editore=Gromo Ufficio turistico|accesso=10 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160120220010/http://gromo.eu/index.php/itinerari-e-percorsi/item/7-itinerario-2-da-gromo-a-boario-e-agli-spiazzi#.VhjfXvntmko|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Grotta Carsica ===
Una grotta di origine carsica posta sul monte Redondo è il [[Bus di Tacoi]]. Custodisce i migliori esempi di forme carsiche conosciute. La si raggiunge con un'ora di cammino dagli Spiazzi di Gromo, con la quota di ingresso posta a 1550m. Si divide in quattro settori formati da cunicoli, corridoi e salti sviluppandosi per 1217 m con un dislivello di 189 m fino a raggiungere il ''lago verde''.<ref>{{cita web|url=http://www.valseriana.eu/it/natura/sottosuolo/il-bues-di-tacoi|titolo=SCOPRI DI PIÙ - IL “BÜS DI TACOI”|editore=Val Seriana}}</ref> L'origine del nome in italiano ''Buco dei Gracchi'' è riconducibile all'uccello montano omonimo, che nidificava nell'ingresso della grotta.
{{vedi anche|Bus di Tacoi}}
Una grotta di origine carsica posta sul monte Redondo è il [[Bus di Tacoi]]. Custodisce i migliori esempi di forme carsiche conosciute. La si raggiunge con un'ora di cammino dagli [[Spiazzi (Gromo)|Spiazzi di Gromo]], con la quota d'ingresso posta a 1550 m. Si divide in quattro settori formati da cunicoli, corridoi e salti sviluppandosi per 1217 m con un dislivello di 189 m fino a raggiungere il ''lago verde''.<ref>{{cita web|url=http://www.valseriana.eu/it/natura/sottosuolo/il-bues-di-tacoi|titolo=SCOPRI DI PIÙ - IL “BÜS DI TACOI”|editore=Val Seriana|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141229090514/http://www.valseriana.eu/it/natura/sottosuolo/il-bues-di-tacoi}}</ref> L'origine del nome in italiano ''Buco dei Gracchi'' è riconducibile all'uccello montano omonimo, che nidificava nell'ingresso della grotta.
 
=== ''Argentiere'' ===
{{Citazione|Poco più su di Gromo, vi era una miniera d'argento non usata, sebbene viene affermato che essendone stata fatta una prova parecchi anni or sono riuscì argento perfettissimo […] nel monte Cereto confine di Gromo, verso la chiesa di S.. Giacomo[…]|1599 - Giovanni Renier capitano di Bergamo}}
Le antiche [[Miniere d'argento dell'alta Val Seriana|miniere d'argento]] sul territorio di Gromo e di Ardesio, sono una parte importante nell'origine del paese, vengono documentate dagli atti notarili successivi al [[1026]] anno in cui il vescovo [[Ambrogio II]], riprenderà i diritti sui territori della [[val Seriana]] dopo la transazione con il monastero di San Martino di Tours che li aveva ricevuti da [[Carlo Magno]] nel [[774]], ma che alcune famiglie nobili di Bergamo avevano occupato.<ref>{{cita libro|titolo=le miniere di piombo e zingo nella bergamasca|autore=Luigi Furia|editore=Bolis Edizioni|anno=2012|citazione=Dalla pergamena n. 3661 conservata nella [[Biblioteca civica Angelo Mai]]: ''in predicta valle que dicitur Seriana in locis et fundis Bundelione, Gandaline, Ardesie, Clisione, Gorno''}}</ref> Il vescovo Ambrogio però donò le miniere e parte del territorio di Clusone ai suoi congiunti i conti di Bergamo [[Lanfranco de Martinengo|de Martinengo]].<ref>{{cita libro|autore=Arveno Sala|titolo=Fra Bergamo e Brescia una famiglia capitaneale nei secoli XI e XII i ''De Martinengo''|editore=Ateneo di scienza lettere e arti Brescia-MCMXC|anno=1990}}.</ref>
 
[[Enrico III il Nero|Enrico III]] aveva conferito all'[[Diocesi di Bergamo|episcopato]] il dominio temporale sul territorio<ref>{{cita|Barachetti|p. VII}}.</ref>, ma stavano crescendo nuove realtà politiche che avrebbero portato alla nascita dei [[Età comunale|comuni]] e a questo la [[Stato Pontificio|chiesa]] che dei territori voleva e ne godeva i diritti, porre impedimento. Bergamo nel [[1077]] ebbe un nuovo vescovo, [[Arnolfo (vescovo di Bergamo)|Arnolfo]], poi deposto, ma dalla sua nomina sono documentate le prime notizie delle miniere d'argento, con atti di acquisto dei territori e dei diritti minerari, atti a volte interposti da terze persone.
 
Difficile localizzare l'esatta posizione delle miniere d'argento sul [[Monte Secco]] ad Ardesio, mentre quelle di Gromo si trovavano in località ''Coren del cucì''<ref>Il toponimo ''cucì'' non deriva dal nome di una famiglia, piuttosto dal materiale con cui era composto il territorio</ref> che pur essendo una miniera chiusa è visibile, e altre verso la località Bettuno Alto. Non è neppure possibile stabilire quanto fossero ricche di galena argentifera, anche se gli atti notarili del [[XII secolo]] con la dicitura: ''vena d'argento'', ne indicherebbero un'abbondante quantità e ottima qualità.<ref>{{cita|Barachetti|p. X}}.</ref>.
 
Nel 1179 il vescovo [[Guala (vescovo di Bergamo)|Guala]] di Bergamo, a causa di un grave dissesto finanziario della diocesi, concesse i diritti sulle estrazioni, previa il pagamento di un obolo. Nel [[1229]] furono redatti i ''Capitularia de metallis'' istituiti dal [[Podestà (medioevo)|podestà]] di Bergamo [[Rubaconte da Mandello]]. Il regolamento proibiva la lavorazione dell'argento sui luoghi d'estrazione, e l'esportazione del metallo nei comuni rivali che ne erano privi, doveva obbligatoriamente essere portato a Bergamo per il conio.<ref>{{cita web|url=http://www.historiafaentina.it/Personaggi/rubaconte_da_mandello.html|titolo=Robaconte da Mondello|autore=Miro Gamberini|accesso=10 novembre 2017}}</ref> Ma solo pochi anni dopo con la nomina a vescovo di [[Giovanni Tornielli]], le cose tornarono a complicarsi, tantoché l'atto che indica la vendita dei diritti per la miniera di Gromo dalla famiglia Rivola al vescovo Giovanni risale al [[1213]],<ref>{{cita libro|autore=Marco Carobbio|curatore=Maria Teresa Brolis|titolo=La Valle della speranza|editore=Equa edizioni|anno=2023|isbn=978 88 98637 38 6|pp=107-109}}</ref> e il vescovo minacciò di scomunica tutte le altre famiglie che non avessero adempiuto a questo obbligo, nominando nel 1229 giudice delle dispute minerarie con gli abitanti di Ardesio, il vescovo [[Guala de Roniis|Guala di Brescia]], che si dichiarerà nel 1235 a favore dell'episcopato, pur non riuscendo materialmente a ottenere i privilegi, risulta infatti che fossero diverse società private a gestire la miniera, tra queste la società “Ardizzone”.
 
La [[Galena|galena argentifera]], estratta nelle miniere dell'alta val Seriana sarà la principale fornitura della [[Palazzo Pacchiani Rivola|zecca]] di Bergamo per il [[conio]] del ''[[Monete di Bergamo|pergaminus]]'' di cui rimane documentazione fino al [[1302]].<ref>{{cita libro|autore=Carlo Capasso|titolo=Il Pergaminus: E La Prima Eta Comunale a Bergamo|editore= Kessinger Publishing|anno=2010|isbn=978-1160880992}}</ref> Dall'anno seguente Bergamo venne governata da [[Alberto Scotti]] di [[Piacenza]] e con lui entrarono le nuove monete come il [[fiorino]] e lo [[zecchino]]<ref>{{cita|Barachetti|p. L}}.</ref>.
 
[[File:Gromo 2.jpg|thumb|Gromo veduta dalla frazione Ripa]]
 
=== Clima ===
Gromo è situato in una vallata e possiede un fondovalle stretto e ripido.<br/>
Il suo clima è continentale, con inverni freddi e moderatamente secchi ed estati relativamente calde e umide. In condizioni di cielo sereno, in inverno si ha la tipica inversione con minime tra -4 e -6; in estate invece da minime di 16-17° si può arrivare a massime intorno ai 25-26°. Spesso l'inverno dà luogo a precipitazioni nevose. Anche nel caso di temperature superiori ai 30-33°, il vento è quasi sempre presente e soffia moderato e secco.
 
== Origini del nome ==
[[File:Gromo Bus di Tacoi.jpg|left|thumb|Gromo visto dal Buco di Cornalta sul monte Redondo]]
Il toponimo del paese deriva da una parola latina: ''Grumus'' difatti significa collina, altura. A suffragio di questa teoria ci sono altri esempi nella bergamasca, riferiti a luoghi posti in prossimità di colli o montagne: [[Grumello del Monte]] Gromlongo, frazione di [[Palazzago]], e il colle o “collina” Gromo di Bergamo, che ha dato nome alla via Gromo diventata poi via san Cassiano e successivamente via Gaetano Donizetti.<ref>{{cita web|url=http://bergamasca.eu/7-colli-di-bergamo/|titolo=7 colli di Bergamo|sito=Bergamasc.net|accesso=18 agosto 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.perantichecontrade.it/___location/185|titolo=Gromo Piazza Dante Alighieri|editore=Per antiche contrade|accesso=18 agosto 2021}}</ref><ref>{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Gromo|editore=Comune di Gromo|anno=2019|url=https://www.rbbg.it/opac/detail/view/bg:catalog:768677|p=9}}</ref>
 
== Storia ==
=== Origini e medioevo ===
{{Vedi anche|Storia della Lombardia}}
''[[Damnatio ad metalla]]'', così chiamò [[Plinio il Vecchio]] (23-79 d.C.) nel suo ''[[Naturalis historia]]''<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=mEbIvj4UXMcC&pg=PA428&lpg=PA428&dq=%22Dannati+ad+Metallo%22&source=bl&ots=apuQfjU2Ky&sig=wkey7RXexwZtoP7FmcuVu6VNYx0&hl=it&sa=X&ei=2iaTVK3gKcPlUsnSgrgL&ved=0CCgQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22Dannati%20ad%20Metallo%22&f=false|titolo=Relazione di alcuni viaggi|autore=Giovanni Targioni Tozzetti|pubblicazione=In FirenzeMDCCLII}}</ref> i cristiani condannati dai romani a cavar metalli nelle miniere dell'alta [[Val Seriana]]<ref group=nota>Il libro ''L'Antica cattedrale di San Vincenzo Martire in Bergamo'' di Bruno Caccia, identifica in questi primi cristiani la nascita del cristianesimo nella bergamasca</ref>. Questo e alcune tracce in armi, cocci, testimoniano la presenza di abitanti sul territorio fin dall'epoca romana, nonché rifugio per i primi italici dalle invasioni barbariche.
{{Approfondimento
 
|titolo=Le origini del nome
Nel [[774]] il re dei [[Franchi]], [[Carlo Magno]], donò i territori dell'Alta [[Val Seriana]] al [[Abbazia di Marmoutier|monastero]] di [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] a [[Tours]] e a quello di ''[[Abbazia di Saint-Denis|Saint Denis De Paris]]''<ref>{{cita web|url=http://extra.retescolasticamuna.it/progetti/orme/storia.html|titolo=Carlo Magno storia e leggenda|pubblicazione=LICEO CAMMILLO GOLGI DI BRENO}}</ref>. Successivamente nel [[1026]] l'[[Vescovo|Episcopato]] di [[Bergamo]] con il vescovo [[Ambrogio II]] se ne riappropriò in cambio di altri poderi, riservandosi il diritto sui ricavi della estrazione e lavorazione di argento e di ferro sicuramente presenti in valle, dando inizio a un periodo di gravi controversie tra il potere laico, rappresentato dal [[feudatario]], e il potere ecclesiastico, rappresentato dal [[vescovo]]. L'atto fu rogato il 30 luglio 1026, alla presenza del vescovo di Bergamo e del prelato don Raginardo preposito della Canonica di S. Martino di Tours.<ref>{{cita web|url=https://www.archiviostoricodiocesibg.it/wp-content/uploads/2017/01/patr-pergamene-die.pdf|titolo=archivio della Mensa vescovile di Bergamo|accesso=24 marzo 2024}}</ref> Anche i primi documenti scritti in cui si attesta l'esistenza del borgo risalgono a quel periodo: compaiono per la prima volta le espressioni "vallis Ardexie seu Grumi" oppure "curia Ardesii er Grummi"<ref>{{cita libro|autore=Paolo Gabriele Nobili|titolo=Statuerent Quod Comune ed Gromo et Omnes Hatantes Sint Burgum Et Burgienses|url=http://rm.univr.it/biblioteca/scaffale/Download/Autori_N/RM-Nobili-Gromo.pdf|accesso=29 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160122061915/http://rm.univr.it/biblioteca/scaffale/Download/Autori_N/RM-Nobili-Gromo.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, proprio ad indicare Ardesio e Gromo, quelli che diventeranno i ''[[Comune rurale|comuni rurali]]''.
|contenuto=
 
Il toponimo del paese deriva da una parola latina: ''Grumus'' difatti significa collina, altura. A suffragio di questa teoria ci sono altri esempi nella bergamasca, riferiti a luoghi posti in prossimità di colli o montagne: [[Grumello del Monte]] e Gromlongo, frazione di [[Palazzago]].
Nel [[1179]] il vescovo [[Guala (vescovo di Bergamo)|Guala]] di [[Diocesi di Bergamo|Bergamo]] concesse l'uso dei beni dell'alta valle alle famiglie montane, previa l'oneroso pagamento di 200 lire, la comunità venne rappresentata da ''consoli'', tra questi compare ''Cremonese de Cromo'', anche se il territorio di Gromo è da considerarsi ancora parte della valle di Ardesio. Inizia però la formazione della vicinia di Gromo che nel XIII secolo risulta essere autonoma<ref>{{cita|Nobili|p 15}}.</ref>.
}}
[[File:Castello Ginami e chiesaChiesa di Ssan Gregorio -piazza Gromo (Foto Luca Giarelli)Dante.jpg|left|upright=1.4|thumb|Castello Ginami e [[chiesaChiesa di San Gregorio-piazza Magno (Gromo)|chiesa di San Gregorio]].Dante]]
L'alta valle divenne area di possedimenti delle famiglie della ''civitas'', [[Valbondione]] dai [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]], [[Valgoglio]] dai della [[Crotta (famiglia)|Crotta]], mentre Gromo dai [[Palazzo Pacchiani Rivola|Rivola]], ma le concessioni vennero contestate dai vescovi che si susseguirono, fino al [[1219]] quando il vescovo [[Giovanni Tornielli]] minacciò di scomunica chi non avesse rimesso le proprietà alla chiesa di Bergamo<ref>{{cita|Nobili|p. 17}}.</ref>, causando non poche controversie tra il comune urbano di Bergamo e l'episcopato che avrà a rappresentanza come delegato pontificio negli anni successivi, il vescovo [[Guala de Roniis|Guala di Brescia]]<ref>{{cita|Nobili|p 18}}.</ref>.
La famiglia dei [[Palazzo Gromo dei Rivola|Rivola]] che aveva estratto argento dalle miniere per coniare monete nella prima [[Zecca (moneta)|zecca]] di Bergamo, cedette i territori al vescovo, è del 13 marzo [[1214]] un atto stilato nel palazzo vescovile dove ''Mazzocco di Rivola e Olcinio'' suo figlio vendono al vescovo [[Giovanni Tornielli]] anche il diritto sulla miniera d'argento<ref>{{cita web|url=https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Finazzi_-_Sulle_antiche_miniere_di_Bergamo,_1860.djvu/17|titolo=sulle antiche miniere di Bergamo 1860|autore=Gio Finazzi|editore=SOCIETÀ PER LA PUBBLICAZIONE DEGLI ANNALI UNIVERSALI DELLE SCIENZE E DELL’INDUSTRIA|citazione=1214 abbiamo un istrumento stipulato nel Palazzo Vescovile, pel quale Mazzocco di Rivola e Oldicino suo figlio vendono al vescovo Giovanni i suoi diritti|accesso=22 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita libro|autore= Gianni Barachetti|titolo= Possedimenti del vescovo di Bergamo nella valle di Ardesio-Documenti dei secc. XII-XV|editore= editrice Secomandi|città=Bergamo|p=29}}</ref>.
 
Gromo divenne un comune autonomo come [[vicinia]] rurale nella prima parte del [[XIII secolo]], venne infatti redatto il primo [[Statuto (Medioevo)|statuto]] il 30 marzo [[1238]]<ref group=nota>Nel 1512 venne stilato un ulteriore staturo ora conservato presso la Biblioteca Angelo Mai{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB0001FB/|titolo=Comune di Gromo|editore=Lombardia Beni Culturali|citazione= stilato dal notaio Bernardino de Maffeis di Bergamo nel 1512. Nell'intestazione è specificato che tali norme sono "...noviter compillata, facta et reformata...", ma anche "...partim etiam effectualiter exstracta ex quodam suo statuto antiquissimo seu volumine statutorum in dicto comuni compillatorum Anno domini curente Millesimo ducentessimo sexto nona Indictione".
Esso si presenta articolato in sei "collationes", per un totale di 140 capitoli|accesso=20 settembre 2017}}</ref>, nel giardino della [[Chiesa di San Giacomo e San Vincenzo (Gromo)|chiesa dei santi Giacomo e Vincenzo]] di ''Betuno'' di Gromo, da 12 contabili e 4 notai che lo affideranno al podestà Nantelmo da Crema<ref>{{cita libro|url= http://www.rmoa.unina.it/2897/1/nobili.pdf|titolo=COMUNI MONTANI E ISTITUZIONI URBANE A BERGAMO
NEL DUECENTO|autore=Paolo Gabriele Nobili|editore=BERGOMUM
Bollettino annuale della Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo|anno=2009-2010|p=6|citazione=“ibi ubi solita fieri contio in publica contione”|accesso=27 novembre 2016}}</ref>.
 
La storia di Gromo è legata a quella del territorio bergamasco e dell'alta valle. Dopo la [[Pace di Costanza]] del [[1183]], la valle fu donata da ''Arnolfo conte d'Austria'' a ''Pantaleone Burgente'', che promettendo il mantenimento dei privilegi ottenne il giuramento di fedeltà dei cittadini. Nel 1252 gli succedette il nipote ''conte Antonio Patavino'' che però concesse al genero Alessandro Ferrarense il governo sul territorio e che giurò di mantenere i diritti e privilegi. Mallevadore al Ferrarense fu ''Bono Buccelleni'' che ottenne per questo incarico il possesso della Pretura<ref>{{cita libro|titolo=Memoria storica intorno alla val Seriana|autore=Pietro Antonio Brasi|anno=1823}}</ref><ref>Il testo di Antonio Brasi del 1823 riporta la storia dell'alta valle, a cui è legata la storia di Gromo, ma questa parte non ha riscontro da altre fonti certe.</ref>
 
Con atto ufficiale del 12 febbraio [[1267]]<ref>{{cita testo |autore=Gabriele Nobili|titolo=Statuerent Quod Comune ed Gromo et Omnes Hatantes Sint Burgum Et Burgienses|ISBN=88-89393-03-3}}</ref> Gromo conquistò la sua autonomia diventando borgo, mantenendo i diritti sulla vendita dei metalli, nonché l'esenzione di ogni [[tributo]] trasformando il suo stato di ''comunia vicinorum e universitates vicinorum'' in ''burgus''.<br/>
[[Napoleone della Torre]], [[Podestà (medioevo)|podestà]] di Milano e Bergamo, per ricompensare l'apporto di 200 uomini a sostegno della espugnazione del castello di [[Covo]] occupato da [[Buoso da Duera]]<ref>Gli abitanti di Gromo con quelli di Gandellino e Valgoglio non ebbero incarichi militari, ma furono occupati nel ruolo di devastatori, dovevano aprire un varco nel castello per permettere l'accesso ai soldati, essi scavarono fossi e gallerie e nella primavera del 1267 crollò una torre e un lato del fabbricato permettendone l'espugnazione{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Borgo di Covo-Storia di un Comune di confine|editore=Banca di Credito Cooperativo|anno=1995|p=38}}</ref> , concesse ufficialmente a Gromo il privilegio di essere nominato [[borghi|borgo]] di Bergamo,<ref>{{cita libro|autore=Ronchetti Giuseppe|titolo=Memorie Istoriche|pp=302 303}}</ref> previo il pagamento di un riscatto, contabilizzato in 433 lire. Il documento, detto [[Museo delle armi bianche e delle pergamene#Instrumento del Privilegio|Instrumento del privilegio]]<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA0005EF/|titolo=Privilegi|editore=Lombardia beni culturali|accesso=1º dicembre 2016}}</ref>, è conservato e consultabile presso il [[Museo delle armi bianche e delle pergamene|museo]] sito nel [[Palazzo Milesi (Gromo)|palazzo Milesi]], sede del municipio. Furono due le famiglie che si affermarono con il loro potere e i loro castelli: i Buccelleni, con il loro ''Castrum de Bucellenis'', ed i Priacini, con il ''Castrum de Priacinis'', dal [[XV secolo]] dal ramo dei Ginami della famiglia Zuchinali. Intorno a loro si sviluppò il paese con la costruzione delle fucine e il commercio delle armi<ref>{{cita libro|titolo= Gromo nel XV secolo|autore=Bortolo Pasinelli|anno=2011|p=15}}</ref>.
 
Con l'occupazione di Bergamo e della bergamasca dei [[Visconti]], l'amministrazione fu retta da podestà nominati dalla sede centrale, e con la venuta dei [[Malatesta]] nel 1408 fu confermato il sistema del vicariato pur confermando i privilegi e le franchigie precedenti. Gromo, come tutta la val Seriana era di fazione guelfa, contrariamente alla [[valle di Scalve]] ghibellina, questo portò a scontri violenti fino all'occupazione veneta del 1427.
 
=== L'antichitàSerenissima Repubblica di Venezia e il medioevodeclino ===
{{Vedi anche|Rovina del Goglio del 1º novembre 1666}}
[[Damnatio ad metalla]], così chiamò [[Plinio il Vecchio]] (23-79 d.C.) nel suo [[Naturalis historia]]<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=mEbIvj4UXMcC&pg=PA428&lpg=PA428&dq=%22Dannati+ad+Metallo%22&source=bl&ots=apuQfjU2Ky&sig=wkey7RXexwZtoP7FmcuVu6VNYx0&hl=it&sa=X&ei=2iaTVK3gKcPlUsnSgrgL&ved=0CCgQ6AEwAQ#v=onepage&q=%22Dannati%20ad%20Metallo%22&f=false|titolo=Relazione di alcuni viaggi|autore=Giovanni Targioni Tozzetti|pubblicazione=In FirenzeMDCCLII}}</ref> i cristiani condannati dai romani a cavar metalli nelle miniere dell'alta [[Val Seriana]]<ref group=nota> Il libro ''L'Antica cattedrale di San Vincenzo Martire in Bergamo'' di Bruno Caccia, identifica in questi primi cristiani la nascita del cristianesimo nella bergamasca</ref>. Questo e alcune tracce in armi, cocci, testimoniano la presenza di abitanti sul territorio fin dall'epoca romana, nonché rifugio per i primi italici dalle invasioni barbariche.
Seguì un periodo di prosperità economica, con conseguente significativo sviluppo architettonico: al castello del [[XIII secolo]], si aggiunse il palazzo quattrocentesco, proprietà del comune, la [[Chiesa di San Gregorio Magno (Gromo)|chiesa di San Gregorio]] e la piazza così come si è mantenuta nel corso dei secoli, piazza che era conosciuta come piazza del Mercato.
 
Dopo la [[battaglia di Maclodio]] del 12 ottobre 1427, nel [[1428]]<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=03.03#03.03.01.02|titolo=Il dominio della terraferma veneta|capitolo=Autonomia delle valli bergamasche|sito=Lombardia beni culturali}}</ref> la [[Repubblica di Venezia]] espanse il suo dominio anche alla Città di Bergamo ed ai suoi contadi, e non sfuggì certo a quest'ultima il potenziale economico che offriva l'alta [[val Seriana]], e nemmeno la qualità delle armi bianche prodotte dagli armaioli di Gromo<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/LO330-00798/|titolo=Spada da lato. Produzione bottega degli Scacchi di Gromo|editore=Lombardia Beni Culturali|accesso=21 ottobre 2017}}</ref>. Il Trecento era stato il secolo governato dai Visconti, caratterizzato dalle terribile lotte fratricide tra i guelfi e ghibellini, e l'alta val Seriana era diventata una roccaforte guelfa. Con la repubblica di Venezia questa situazione iniziò a migliorare ma i paesi dell'alta valle non volevano più vendette e beghe sul territorio, decisero quindi di formare una unione dei comuni autonoma completamente staccata da Clusone. Il 17 luglio 1473 ad Ardesio fu firmato l'accordo di nove comuni dell'alta valle che si dichiararono a favore della Repubblica di Venezia.<ref>{{citazione|Volendo il comune di Ardesio, con i comuni e gli abitanti di Gromo, Gandellino, Valgoglio, Gorno, Parre, Oneta e Premolo, evitare le spese, i disagi, gli oneri e le discordie che quotidianamente accadono o possono accadere con Clusone, nomina alcuni sindaci, messi, nunzi, difensori, attori e procuratori perché compaiano, insieme ai delegati degli altri succitati comuni, dinnanzi all'autorità veneta a chiedere la loro separazione dal resto della valle e per aver una propria giurisdizione|Notai Stefano Bonvicino, Leone Cacciamali, 17 luglio 1473}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Lorenzo Conforti|titolo=I Moreschi|anno=1992|editore=Tipografia Artigianelli|pp=141-142}}</ref> Questo favorì nuovi rapporti commerciali anche oltre il territorio lombardo, diventando così il paese noto come "la piccola [[Toledo]]". La produzione delle lame è testimoniata dai numerosi atti di vendita conservati sia nel palazzo che negli archivi di Stato di Bergamo e Venezia. In particolare del 1526 un atto di vendita rogato dal notaio Giovanni Buccelleni dove risulta un ordine per la forgiatura di 12000 lame, per la fucina “Maserola” posta lungo il torrente Goglio verso la località Colarete di [[Valgoglio]].<ref>{{cita libro|titolo=Il sentiero da “Tutte belle” a Ripa Alta|autore=Ketto Cattaneo, Renato Morgandi|editore=Maggioni Lino srl |città=Ranica|anno=2006}}</ref>
Nel [[774]] il re dei [[Franchi]], [[Carlo Magno]], donò i territori dell'Alta [[Val Seriana]] al Monastero di [[Martino di Tours|San Martino di Tours]] ed a quello di ''Saint Denis De Paris''<ref>{{cita web|url=http://extra.retescolasticamuna.it/progetti/orme/storia.html|titolo=Carlo Magno storia e leggenda|pubblicazione=LICEO CAMMILLO GOLGI DI BRENO}}</ref>. Successivamente nel [[1026]] l'[[Vescovo|Episcopato]] di [[Bergamo]] se ne riappropriò in cambio di altri poderi, riservandosi il diritto sui ricavi della estrazione e lavorazione di argento e di ferro sicuramente presenti in valle, dando inizio a un periodo di gravi controversie tra il potere laico, rappresentato dal [[feudatario]], e il potere ecclesiastico, rappresentato dal [[Vescovo]]. Anche i primi documenti scritti in cui si attesta l'esistenza del borgo risalgono a quel periodo: compaiono per la prima volta le espressioni "vallis Ardexie seu Grumi" oppure "curia Ardesii er Grummi"<ref>{{cita libro|autore=Paolo Gabriele Nobili|titolo=Statuerent Quod Comune ed Gromo et Omnes Hatantes Sint Burgum Et Burgienses|url=http://rm.univr.it/biblioteca/scaffale/Download/Autori_N/RM-Nobili-Gromo.pdf}}</ref>, proprio ad indicare Ardesio e Gromo, quelli che diventeranno i ''[[Comune rurale|comuni rurali]]''.
 
Ma durante il [[XVII secolo]] la situazione socio economica del paese cambiò profondamente. [[Celestino Colleoni]] nel suo documento ''"Historia quadripartita di Bergamo et suo territorio"'' ne fa una descrizione particolareggiata<ref>{{cita web|url=http://www.bergamopost.it/vivabergamo/la-rovina-del-goglio-del-1666-quando-fini-leta-delloro-di-gromo/|titolo=La rovina del Goglio|editore=Bergamo post|citazione=Scriveva in merito Celestino Colleoni: «Ha Gromo diverse fucine ove si fabbricano in eccellenza a migliaia armi offensive d’ogni sorte, come da fodero, mezze spade, stocchi, ronconi, coltelli, pugnali e daghe et simili. Vi si raffinano quantità infinite di acciaio e Colarete e Valgoglio, che sono sopra Gromo, hanno il medesimo esercizio di siffatte armi»|accesso=20 settembre 2017}}</ref>.
Emancipatosi in comune autonomo nella prima parte del [[XIII secolo]] (i primi documenti a riguardo risalgono al [[1238]]), con atto ufficiale del 12 febbraio 1267<ref>{{cita testo |autore=Gabriele Nobili|titolo=Statuerent Quod Comune ed Gromo et Omnes Hatantes Sint Burgum Et Burgienses|ISBN=88-89393-03-3}}</ref> Gromo conquistò la sua autonomia e i diritti sulla vendita dei metalli, nonché l'esenzione di ogni tributo.
 
L'alta val Seriana era governata dal ''Consiglio della valle'', ma per migliorare la propria gestione, nel [[1610]] i comuni dell'alta valle uscirono dal consiglio unendosi in quella che venne chiamata ''Unione'' formata da Gromo, Valgoglio ed Ardesio, quando nell'anno successivo entrò anche Gandellino si chiamò ''La Quadra di Ardesio''. La frazione [[Boario (Gromo)|Boario]] sembrò non gradire l'unione tanto che divenne autonoma nel 1612 per poi tornare a unirsi al capoluogo nel [[1621]]<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB0001FB/|titolo=Comune di Gromo|sito=Lombardiabeniculturali|accesso=11 luglio 2017}}</ref>.
''Napoleone Della Torre'', [[Podestà (medioevo)|podestà]] di Bergamo, per ricompensare l'apporto di 200 uomini a sostegno della espugnazione del paese di [[Covo]], concesse ufficialmente a Gromo il privilegio di essere nominato [[borghi|borgo]] di Bergamo, previo il pagamento di 1300 lire. Il documento, detto "Instrumento del privilegio", è ora conservato e consultabile presso il museo sito nel Palazzo Milesi, sede del municipio. Furono due le famiglie che si affermarono con il loro potere e i loro castelli: i Buccelleni, con il loro ''Castrum de Bucellenis'', ed i Priacini, con il ''Castrum de Priacinis''. Intorno a loro si sviluppò il paese con la costruzione delle fucine e il commercio delle armi<ref>{{cita libro|titolo= Gromo nel V secolo|autore= Bortolo Pasinelli|anno= 2011|Pag=15}}</ref>.
 
Il 1º novembre [[1666]]<ref>{{cita libro|titolo=La Rovina del Goglio|autore=Gabriele Medolago|editore=CPZ Group|p=17, 18, 19}}</ref> una sciagura si abbatté sul paese: [[Rovina del Goglio del 1º novembre 1666|una rovinosa frana]] staccatasi dal monte sovrastante detto Cima Bani, portò materiale in massi di pietra e piante, nel torrente [[Goglio]], distruggendo le 32 fucine per la lavorazione del ferro con la produzione di lame e armi in asta, causando la morte di 67 abitanti, le loro abitazioni e ponendo così drammaticamente e sistematicamente fine a un periodo di ricchezza e prosperità. Ne seguì un periodo di grande carestia e miseria. Il verbale dell'evento redatto dall'incaricato della Serenissima ne riporta dettagliata cronaca.
=== La Serenissima Repubblica di Venezia e il declino ===
Ne dà relazione anche [[Giovanni Maironi da Ponte]] nel suo lavoro del 1817<ref>{{cita libro|autore=[[Giovanni Maironi da Ponte]]|titolo=Dizionario odeporico o sia storico politico naturale della provincia bergamasca|volume=II|editore=Stamperia Mazzoleni|anno=1820|pp=129-130}}</ref>:{{citazione|In una ducale poi dell'eccelso Veneto Senato del di 19 marzo 1667, la quale accorda alla comunità di Gromo per dieci anni la esenzione da tutte le gravezze reali e personali […] a motivo dell'infortunio accaduto al comune stesso nella contrada di Goglio, essendovi in esso mancate di vita sessantatre persone, sotto le rovine di un pezzo di montagna caduta ed asportate per tal causa non solo le abitazioni di tutta la suddetta contrada, ma distrutti li terreni colle rovine di trentadue edifizj, che erano il loro sostentamento […]|Maironi da Ponte, ''Dizionario odeporico o sia storico politico naturale''}}
Seguì un periodo di prosperità economica, con conseguente significativo sviluppo architettonico: al Castello del [[XIII secolo]], si aggiunse il Palazzo quattrocentesco, ora proprietà del Comune, la Chiesa di S. Gregorio e la piazza così come la si può vedere ancora oggi.
La relazione del podestà di Bergamo [[Alvise Contarini II]] del 10 giugno 1949 riporta che a Gromo vi fossero alcune fucine che lavoravano: “spade e altre arme da punta”.<ref>{{cita libro|autore=Umberto Gamba|titolo=Ubiale Clanezzo : storia di una comunità|editore=Ferrari|anno=2000|pp=685, 718|sbn=LO10621123}}</ref>
 
Furono, nel secolo successivo, costruite due nuove fucine ma anche queste vennero distrutte dall'alluvione sempre del Goglio nel 1834.<ref>Documentazione conservata nell'Archivio di Stato di Bergamo</ref>
Nel [[1428]]<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/storia/?unita=03.03#03.03.01.02|titolo=Il dominio della terraferma veneta|capitolo=autonomia delle valli bergamasche|edizione=Lombardia beni culturali}}</ref> la [[Repubblica di Venezia]] espanse il suo dominio anche alla Città di Bergamo ed ai suoi contadi, e non sfuggì certo a quest'ultima il potenziale economico che offriva l'alta [[Val Seriana]], e nemmeno la qualità delle armi bianche prodotte dagli armaioli di Gromo. Questo favorì nuovi rapporti commerciali anche oltre il territorio lombardo, diventando così il paese noto come "la piccola [[Toledo]]". Ma durante il [[XVII secolo]] la situazione socio economica del paese cambiò profondamente.
Il 1º novembre [[1666]]<ref>{{cita libro|titolo=La Rovina del Goglio|autore=Gabriele Medolago|editore=CPZ Group|p.17 18 19}}</ref>una sciagura si abbatté sul paese: [[Alluvione del 1° novembre 1666|una rovinosa frana]] staccatasi dal monte sovrastante, cadde nel torrente [[Goglio]], distruggendo le 27 fucine per la lavorazione del ferro, causando la morte di 67 abitanti, le loro abitazioni e ponendo così drammaticamente e sistematicamente fine ad un periodo di ricchezza e prosperità. Ne seguì un periodo di grande carestia e miseria. Il verbale dell'evento redatto dall'incaricato della Serenissima ne riporta dettagliata cronaca.
{{Vedi anche|Rovina del Goglio del 1° novembre 1666}}
 
=== L'etàEtà moderna e contemporanea ===
[[File:Bergamo e sue valli, Brescia e sue valli, Lago d'Iseo, Valcamonica p072b.jpg|thumb|left|upright=1.4|Vista di Gromo versonei laprimi fineanni del [[XIXXX secolo]]]]
Con l'arrivo di [[Napoleone Bonaparte]], Gromo perse i suoi poteri statutari e il 7 marzo 1798<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=8JFaAAAAYAAJ&pg=RA1-PA81&lpg=RA1-PA81&dq=sorgenti+del+serio+cisalpina&source=bl&ots=IEqYzmCSaU&sig=rgVdmeKziSh5AwfiFwIU7cFy6yY&hl=it&sa=X&ei=1zuYVKP1NqeqywPz6IDYCw&ved=0CCwQ6AEwAg#v=onepage&q=sorgenti%20del%20serio%20cisalpina&f=false|titolo=Sorgenti del Serio|pubblicazione=Leggi della Repubblica Cisalpina}}</ref>, venne nominato dal compartimento di Bergamo capoluogo del XIX distretto delle "[[Dipartimento del Serio|Sorgenti del Serio]]".
Nel [[1809]] una revisione dei confini mediante un'imponente opera di accorpamento dei piccoli centri ai più grandi portò Gromo ada inglobare nei propri confini amministrativi anche i vicini comuni di Valgoglio e Gandellino. L'unione tra i tre borghi durò poco, dal momento che nel [[1816]], in occasione del nuovo cambio di governo che vide subentrare l'austriaco [[Regno Lombardo-Veneto]] alle istituzioni francesi, questi vennero nuovamente scissi.
 
La storia del paese negli anni seguenti seguì le vicende della penisola italiana con il passaggio dal dominio [[Impero austro-ungarico|Austro-Ungarico]] all'[[Proclamazione del Regno d'Italia|unità d'Italia]].
 
Nel [[1927]] il [[Storia dell'Italiadel fascistafascismo italiano|regime fascista]], nell'ambito di una riorganizzazione amministrativa volta a favorire i grossi centri a scapito dei più piccoli, unì nuovamente Gromo con Valgoglio e Gandellino. L'unione durò fino al termine della seconda guerra mondiale, quando il 6 maggio 1947 i tre centri riacquisirono l'autonomia, divenuta però esecutiva soltanto nel [[1954]].
 
La costruzione delle [[centrale idroelettrica|centrali idroelettriche]] dalla fine del [[XIX secolo]] al [[XX secolo|XX]] diede breve risveglio all'economia del territorio.
 
Nel [[1968]], dopo una formale richiesta inoltrata nel [[1955]] ede approvata nel [[1965]], le frazioni di [[Ripa (Gromo)|Ripa]] e ''Bettuno'', già parte del comune di [[Gandellino]], furono aggregate a Gromo<ref>{{Cita legge italiana
|tipo = DPR|anno = 1968|mese = 05|giorno = 28|numero = 767|titolo = Distacco delle frazioni Ripa e Bettuno dal comune di Gandellino con aggregazione al comune di Gromo}}</ref>.
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}}</ref>.
 
In tempi più recenti il paese visse periodi di relativa tranquillità, trovando un deciso rilancio, nel [[XX secolo]], grazie all'industria del turismo.
 
Le sempre difficili situazioni economiche portarono ad una unione amministrativa di Gromo con i paesi confinanti e ilIl 17 luglio 2014, con seduta straordinaria, il Consiglioconsiglio Comunalecomunale approvaapprovò lo ''Statuto Costitutivo'' dell'[[unione di comuni|Unione di Comuni]]<ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/00267dl.htm|titolo="Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"|pubblicazione=Gazzetta Ufficiale|accesso=31 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110522092712/http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/00267dl.htm|urlmorto=sì}}</ref> dell{{'}}''Alto Serio'' con [[Gandellino]], [[Valgoglio]] e [[Valbondione]].
 
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] del 27 novembre 2009.<ref>{{cita web|url= http://presidenza.governo.it/onorificenze_araldica/araldica/emblemi/2009/comuni/gromo.html |titolo= Gromo (Bergamo) D.P.R. 27.11.2009 concessione di stemma e gonfalone |editore= Governo italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica |anno= 2009 |accesso= 23 ottobre 2020 }}</ref>
{{citazione|Di azzurro, al [[Cigno (araldica)|cigno]] di argento, imbeccato e [[Attributi araldici di modifica#Piotato|piotato]] d’oro, allumato di rosso, tenente nel becco un serpentello di verde, sinuoso in banda e con la testa all'ingiù, esso cigno attraversante la campagna di verde, accompagnato a destra da un [[Abete (araldica)|abete]] dello stesso, fustato al naturale, nodrito nella campagna. Ornamenti esteriori da Comune.|D.P.R. 27 novembre 2009}}
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.
{{clear}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Municipio - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|left|upright=1.4|thumb|[[Palazzo Milesi (Gromo)|Municipio di Gromo]]]]
=== [[Castello Ginami]] ===
[[File:Castello Ginami-Buccelleni e stemma.jpg|thumb|Castello Ginami-Buccelleni e stemma]]
Costruito sopra uno sperone di roccia sulla parte più elevata del territorio, nella prima metà del [[XIII secolo]] della famiglia Bucelleni, il castello domina il paese. L'imponenza della torre armigera, rimasta quasi intatta nei secoli, ne è la sua caratteristica. Nel [[XVI secolo]] divenne di proprietà della famiglia Ginami, da cui ora ne prende il nome, continuando a subire modifiche architettoniche di ampliamento, fino al [[XVII secolo]]. Solo della prima metà del [[1900|'900]], è invece l'affresco di [[San Cristoforo]] che si trova sulla parete che si affaccia alla piazza. Ora il castello ospita un rinomato ristorante.
 
=== Architetture religiose ===
=== [[Palazzo Milesi (Gromo)|Palazzo Milesi]] ===
; [[Chiesa di San Gregorio Magno (Gromo)|Chiesa di San Gregorio Magno]]
Costruito del [[XV secolo]], il palazzo Milesi è rivestito di [[marmo]] grigio venato delle vicine cave di [[Ardesio]]. Mantiene intatta la sua facciata, con le cornici e le profilature delle finestre, così come i travetti che formano il soffitto nei salone centrale al primo piano. Due loggiati, soprapposti al portico di pianoterra, con i capitelli dalle colonne a foglie angolari tipiche dell'edilizia bergamasca lo datano nella metà del quattrocento. Il palazzo Ginami, cambiò proprietari in Franzini prima e Scacchi poi, mentre verso la fine del [[XVIII secolo|‘700]] passò alla famiglia Milesi. Una fontana circolare, presente nei documenti già dal [[1399]], di marmo bianco adorna la piazza di fronte al palazzo, che rimane uno dei pochi monumenti a non aver subito negli anni alterazione dell'arte [[barocco|barocca]]. Con atto del [[1924]], la famiglia Milesi cedette il palazzo all'amministrazione comunale, compresi i tanti documenti della fondazione Valerio Milesi, databili ad un periodo che va dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XIX secolo]], testimonianza del patrimonio culturale del territorio. Attualmente il Palazzo è sede dell'amministrazione Comunale e dell'Ufficio Turistico, mentre ai piani superiori ospita il [[Museo delle armi bianche e delle pergamene]] ed il [[Palazzo Milesi (Gromo)#Ecomuseo Naturalistico|Museo EcoNaturalistico]]. Durante il periodo estivo vi si svolgono numerose mostre d'arte, che hanno visto tra gli espositori [[Cesare Paolantonio]].
: La piazza è completata dalla quattrocentesca chiesa di [[Papa Gregorio I|San Gregorio]], di proprietà del comune con portale in pietra di Sarnico e soffitto a [[Volta a botte|botte]] leggermente decorato. Vi è conservata la [[Pala d'altare|pala]] [[sacra conversazione]] chiamata la ''[[Madonna col Bambino e i santi Gregorio Magno e Carlo Borromeo|Vergine col Bambino]]'' del [[1625]] di [[Enea Salmeggia]] detto ''il Talpino'', dove ai piedi dei [[Papa Gregorio I|santi Gregorio Magno]] e [[Carlo Borromeo]] c'è il paesaggio di Gromo antica e turrita, così come si presentava nel [[XVII secolo]].
 
===; [[Chiesa di San GregorioGiacomo Magnoe San Vincenzo (Gromo)|Chiesa di San GregorioGiacomo e San MagnoVincenzo]] ===
[[File:Chiesa di S Giacomo - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|thumb|Chiesa di San Giacomo]]
La piazza è completata dalla quattrocentesca chiesa di [[Papa Gregorio I|San Gregorio]], ora proprietà del comune con portale in pietra di Sarnico e soffitto a botte leggermente decorato. Vi è conservata la pala denominata “La Vergine col bambino” del [[1625]] di [[Enea Salmeggia]] detto ''il Talpino'', dove ai piedi dei [[Papa Gregorio I|Santi Gregorio Magno]] e [[Carlo Borromeo]] c'è il paesaggio di Gromo antica e turrita, così come si presentava nel [[XVII secolo]].
: Nel [[1184]] il vescovo [[Guala (vescovo di Bergamo)|Guala]] di Bergamo nominò un certo Marinono e successivamente il presbitero Alberto di [[Parre]] come [[Parrocchia|parroci]] di questa chiesa, che è la [[Chiesa parrocchiale|parrocchiale]], dedicata ai santi Giacomo Apostolo e [[Vincenzo di Saragozza|san Vincenzo Levita]]. La struttura nasce come chiesa romanica, ancora visibile nelle aperture [[Monofora|monofore]] poste sul lato a sud, e internamente [[Basilica (architettura cristiana)|basilicale]] a tre [[Navata|navate]] con [[Arco a sesto acuto|archi a sesto acuto]] che reggono la coperture lignea. L'edificio ha subito nei secoli molti cambiamenti che ne hanno modificato l'aspetto originale. All'interno numerose sono le opere degne di nota: le navate poste a nord e sud presentano un forte intervento [[Architettura barocca|barocco]]; il [[presbiterio]] offre un pregevole scenario dato dall'altare ligneo dorato ([[1645]]); il coro con 34 cariatidi; sei tele del [[clusone]]se [[Antonio Cifrondi|Cifrondi]] raffiguranti il martirio e la morte dei santi patroni, e due portelle in rame dorato contenenti le reliquie di notevole pregio. Nella navata a sud, la [[Pala di Ognissanti (Marinoni Gromo)|pala di Ognissanti]] di [[Antonio Marinoni]], autore dell'opera simile in [[Chiesa di San Martino (Nembro)|San Martino]] di [[Nembro]] mentre la [[Pala di Ognissanti (Boselli)|pala di Ognissanti]] ospitata nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] a [[Bergamo]] nell'altare di San Marco del [[XVI secolo]], è opera di [[Antonio Boselli]].
 
Il [[polittico]] di San Giovanni con cornice in legno dorato, sul lato a nord, opera [[Marinoni (famiglia)|marinoniana]].<ref>{{cita libro|autore=Chiara Paratico|titolo=La bottega dei Marinoni|editore=Bolis|anno=2013}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Marco Albertario|titolo=Pietro Bussolo scultore a Bergamo nel segno del rinascimento|editore=Lubrina Editore|anno=2016|pp=174-176|ISBN=978-88-7766-597-3}}</ref> Il [[battistero]] è datato 1511, in [[architettura rinascimentale|stile rinascimentale]]. All'esterno al termine del portico del [[XVII secolo]], vi è la cappella di [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]], a fianco è allestito il [[Museo parrocchiale Luigi Morstabilini|museo]] che custodisce opere della storia cristiana di Gromo ed è dedicata al [[Diocesi di Brescia|vescovo di Brescia]] [[Luigi Morstabilini]] nato nella piccola frazione della Ripa.
=== [[Chiesa di San Giacomo e San Vincenzo]] ===
[[File:Chiesa di S Giacomo - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|left|upright=1.4|thumb|Chiesa di San Giacomo]]
Nel [[1184]] il vescovo di Bergamo nominò un certo Alberto di [[Parre]] come parroco di questa chiesa, che ora è la chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Giacomo Apostolo e [[Vincenzo di Saragozza|San Vincenzo Levita]]. La sua struttura architettonica è romanica a tre navate, ed ha subito nei secoli tanti cambiamenti. All'interno numerosi sono le opere degne di nota: le navate poste a nord e sud presentano un forte intervento barocco; il presbiterio offre un pregevole scenario dato da un altare ligneo dorato ([[1645]]); un coro con 34 cariatidi; sei tele del [[Antonio Cifrondi|Cifrondi]] raffiguranti il martirio e la morte dei santi patroni, e due portelle in rame dorato contenenti le reliquie di notevole pregio. Nella navata a sud, una [[Pala di Ognissanti (Antonio Marinoni Gromo)|pala di Ognissanti]] di [[Marinoni (famiglia)#Antonio|Antonio Marinoni]], autore dell'opera simile in San Martino di Nembro mentre la [[Pala di Ognissanti (Antonio Boselli)|pala di Ognissanti]] presente nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] a [[Bergamo]] del [[XVI secolo]], è opera di [[Antonio Boselli]]. Un [[polittico]], con cornice in legno dorato, sul lato a nord. Il [[Battistero]] è datato 1511, in [[architettura rinascimentale|stile rinascimentale]]. All'esterno al termine del portico [[XVII secolo]], si può ammirare la cappella di [[Benedetto da Norcia|S. Benedetto]] [[1456]] e la finezza dei suoi [[affresco|affreschi]], a fianco è allestito il museo che custodisce opere della storia cristiana di Gromo.
[[File:Chiesa di San Giacomo (Gromo) affreschi.jpg|thumb|Chiesa di San Giacomo (Gromo) affreschi]]
{{vedi anche|Chiesa di San Giacomo e San Vincenzo}}
 
; [[Cappella di San Benedetto]]
=== [[Chiesa di San Bartolomeo (Gromo)|Chiesa Di San Bartolomeo Frazione Boario]] ===
[[File:Chiesa di San Giacomo (Gromo) affreschi.jpg|thumb|Affreschi del Quattrocento della [[Cappella di San Benedetto]]]]
La chiesa della frazione Boario dedicata a [[Bartolomeo apostolo|San Bartolomeo]] viene citata in un primo documento nel [[1401]] e nominata Parrocchia dal Vescovo Daniele Giustiniani nel [[1677]]. In essa si trovano opere di pregio, tra cui il polittico dei [[Giovanni Marinoni|Marinoni]] dipinto a più mani nel corso degli anni. Iniziato da [[Marinoni (famiglia)|Antonio Marinoni]], proseguito poi dal figlio Ambrogio, e consegnato nel 1531, quanto anche questo era morto nel frattempo, tanto che nel 1563 dato il mancato pagamento del saldo dell'opera, la vedova di quest'ultimo, Giulia Pedruzzi, incaricò due pittori per la sua ultimazione Nicola Boneri, sostituito da Giovan Antonio Agnelli, e Giovanni Battista Moroni<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/pittori/cinquecento/marinoni_giovanni/marinoni_dottore.html|titolo=Marinoni Giovanni|editore=Associazione socio culturale S.Agostino}}</ref>, il polittico verrà però terminato da [[Lucano da Imola]]<ref>{{cita libro|titolɒLa pala di Ognissanti aGromo San Giacomo|autore = Simone Facchinetti|editore =Videocomp.it|anno =2009}}</ref>.
: La piccola cappella dedicata al [[Benedetto da Norcia|santo norcese]], è stata edificata sull'antico cimitero che circondava la chiesa parrocchiale nel [[1454]] per volontà del vescovo [[Giovanni Buccelleni]] oriundo di Gromo. È collocata in fondo al porticato sul lato a ovest della chiesa ed è rivolta a nord. Vi si accede da due grandi gradini in pietra nella piccola navata a pianta rettangolare che presenta affreschi giotteschi che narrano la storia di san Benedetto e della sorella santa Scolastica. Sulla pavimentazione vi è la pietra tombale del vescovo Francesco Buccelleni morto nel 1482.<ref>{{cita libro|titolo=Gromo|autore=AA.VV.|editore=Comune di Gromo|anno= 2019}}</ref>
La pala della Natività e Santi, datata 1777, posta sull'altare di destra è opera di [[Saverio Dalla Rosa]].
{{vedi anche|Chiesa di San Bartolomeo (Gromo)}}
 
; [[Chiesa di San Bartolomeo (Gromo)|Chiesa di San Bartolomeo]]
=== Castello e Torre Priacini o Torre del Lavanderio ===
: La chiesa della frazione Boario dedicata a [[Bartolomeo apostolo|san Bartolomeo]] viene citata in un primo documento nel [[1401]] e nominata [[parrocchia]] dal vescovo [[Daniele Giustiniani]] nel [[1677]]. Conserva opere di pregio, tra cui il polittico dei [[Giovanni Marinoni|Marinoni]] dipinto a più mani nel corso degli anni. Iniziato da [[Marinoni (famiglia)|Antonio Marinoni]], proseguito poi dal figlio Ambrogio, e consegnato nel 1531, quanto anche questo era morto nel frattempo, tanto che nel 1563 dato il mancato pagamento del saldo dell'opera, la vedova di quest'ultimo, Giulia Pedruzzi, incaricò due pittori per la sua ultimazione Nicola Boneri, sostituito da Giovan Antonio Agnelli, e Giovanni Battista Moroni<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/pittori/cinquecento/marinoni_giovanni/marinoni_dottore.html|titolo=Marinoni Giovanni|editore=Associazione socio culturale S.Agostino}}</ref>, il polittico verrà però terminato da [[Lucano da Imola]]<ref>{{cita libro|titolo= La pala di Ognissanti aGromo San Giacomo|autore = Simone Facchinetti|editore =Videocomp.it|anno =2009}}</ref>. La pala della ''Natività e Santi'', datata 1777, posta sull'altare di destra è opera di [[Saverio Dalla Rosa]].
Un documento del [[1428]]<ref>{{cita libro|titolo=Gromo nel XV secolo|autore=Bortolo Pasinelli|editore=Corponove|anno=2011|p. 80|citazione=citato come ''castrum de Priacinis'' in documento del 1428,è ubicato sopra un dosso ad Occidente del borgo di Gromo...}}</ref> nomina il Castello Priacini sopra un dosso del borgo di Gromo verso il torrente [[Goglio]] di proprietà della famiglia Bucelleni. Resta visibile, nella sua parte originale, solo la prima porzione della torre, detta ''del Lavanderio'', mentre il resto del castello ha subito nel corso degli anni varie trasformazioni, attualmente di stile castellato con torre, cortile interno e merlature, di proprietà della famiglia Lubrini.
 
; [[Chiesa della Santissima Trinità (Gromo)|Chiesa della Santissima Trinità]]
=== Ville stile Liberty ===
[[File:Chiesa della Santissima Trinità località Ripa alta3.jpg|thumb|Chiesa della Santissima Trinità.- Ripa Alta]]
Lungo la mulattiera che porta dal borgo alla frazione Ripa troviamo alcune ville dall'architettura in [[Art Nouveau|stile Liberty]] dei primi novecento, realizzazione di [[Berardo Cittadini]] ed ora residenze private.
: La piccola chiesa della frazione della Ripa Alta è intitolata alla Santissima Trinità e risale alla prima metà del [[XVI secolo]] per volere di Andriolo de Burlandis che mise a disposizione un ducato d'oro per l'edificazione di un luogo di culto nelle contrade Burlandis e Mascheri. L'antica mulattiera conduce alla chiesa che si presenta con una semplice facciata rivolta a est dove c'è l'unico ingresso lateralmente accompagnato da due piccole finestre. L'interno, a cui si accede da quattro gradini in pietra arenaria, è a pianta rettangolare a una sola navata, affreschi risalenti al [[XVI secolo]] adornano lateralmente le pareti. L'altare maggiore è in legno la cui pala settecentesca raffigura la [[Trinità (cristianesimo)|Santissima Trinità]]. Lateralmente vi sono le raffigurazioni a fresco di sant'Antonio da Padova e san Giovanni Apostolo. Una tela raffigurante san Francesco è posta a fianco l'ingresso alla sagrestia.
[[File:Chiesa S.Maria Elisabetta.jpg|thumb|Chiesa della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta]]
; [[Chiesa della Visitazione di Maria Santissima (Gromo)|Chiesa della Visitazione di Maria Santissima]]
: La chiesa della Ripa Bassa è dedicata alla visita di Maria alla cugina Elisabetta, fu originariamente edificata nel [[1565]] venendo poi distrutta e ricostruita nel [[1945]]. La chiesa, rivolta a sud, è visibile anche dal fondovalle. Il [[Facciata a capanna|tetto a capanna]] ha grandi in legno spiovente. Il [[Portale (architettura)|portale]] centinato con conci di serizzo rosso sagomati e svasati verso l'esterno, è sormontato da una lunetta affrescata con l'immagine del ''Cuore Immacolato di Maria'', mentre le due finestre laterali presentano negli archi superiori la raffigurazione di San [[Francesco d'Assisi|Francesco]] e santa [[Teresa d'Avila]]. L'interno è a un'unica navata rettangolare divisa in due campate da due grosse colonne a tutto tondo che portano l'arcata. La chiesa è illuminata da finestre a tutto sesto. Un ingresso secondario è presente nella seconda campata. Il [[presbiterio]] con [[volta a botte]], è leggermente ristretto rispetto alla navata e preceduto dall'[[Arco trionfale (chiesa)|arco trionfale]] in pietra, poggiante su pilastri quadrati, e prende luce dalla finestra posta a destra. L'altare maggiore in legno ha l'ancona del [[XVI secolo]] in barocco alpino raffigurante la ''Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta con santi''.
 
; [[Chiesa di San Bernardino (Gromo)|Chiesa di San Bernardino da Siena]]
Dal 2008 Gromo è stato insignito della qualifica di Borgo Medievale e della [[Bandiera arancione]] del [[Touring Club Italiano]]<ref>[http://www.bandierearancioni.it/comune/100/Gromo-BG Bandiere Arancioni TCI<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
[[File:Chiesa di san Bernardino (Gromo) 5.jpg|thumb|Chiesa di San Bernardino-interno]]
:Piccolo oratorio, posto nella contrada di San Bernardino, della frazione Spiazzi e intitolato al santo senese. Fu edificato nel [[XV secolo]], un documento lo indicato terminato nel 1479, sull'onda della santificazione del predicatore (1450). La volta presenta un affresco con l'immagine del santo che regge il trigramma. Un ottimo polittico copre la parte del presbiterio.
 
; [[Chiesa della Beata Vergine Addolorata (Gromo)|Chiesa della Beata Vergine Addolorata]]
== Cultura ==
Il concorso ''Penna d'Oro'', fondato nel 1958 dalle [[sorelle De Marchi]], l'Avv. Licinio Filisetti e l'ing. Ferrari, con il poeta [[Giacinto Gambirasio]]<ref>{{cita web|url=http://www.alpdn.org/alp/modules.php?name=News&file=article&sid=40|
titolo=Concorso di poesia in lingua lombarda|pubblicazione=ALP Associazione Linguistica Lombarda}}</ref>, avente lo scopo di stimolare l'elaborazione letteraria in lingua dialettale è, ed è stato, l'appuntamento culturale più importante del paese. Nel 1988 la Pro loco, rimasta per anni l'organizzatrice, estese l'ambito del concorso a livello regionale<ref>{{cita web|url=http://www.ecceitalia.com/newsborghi.php|titolo=News dai Borghi|pubblicazione=Ecce Italia}}</ref>. Numerosi furono i poeti lombardi che si presentarono con le loro opere a questo concorso, mettendo così a confronto le diverse caratteristiche delle ''lingue'' dialettali. Tra i vincitori ricordiamo il primo Franco Ferrari e Abele Ruggeri che nel 1960 dedicò la sua ode proprio al paese fondatore, nonché i pluripremiati [[Umberto Zanetti]], [[Carmelo Francia]] e [[Manerbio|Memo Bortolazzi]].
 
: Il piccolo oratorio conosciuto anche come ''chiesa della crocetta'', costruito a scopo devozionale, conserva un affresco della prima metà del Cinquecento, si considera quindi che la sua edificazione risalga a quel periodo.
==Persone legate a Gromo==
 
* [[Sorelle De Marchi]] insegnanti
; Chiesa di San Rocco
* [[Tito Terzi]] fotografo,
: La piccola chiesa si trovava ubicata presso la ''contrada del Goglio'' sulla piazzetta accanto alla locanda Santus. Gli atti della [[visita pastorale]] del 1575 di san [[Carlo Borromeo]] ne danno una descrizione molto dettagliata. Venne distrutta durante l'alluvione del 1666 rimane a testimonianza la [[carta topografica]] e il dipinto del [[Enea Salmeggia|Salmeggia]] esposto come [[pala d'altare]] nella chiesa dedicata a san [[Papa Gregorio I|Gregorio Magno]].<ref>{{cita testo|titolo=La chiesa di Gromo Fede,Storia,Arte| autore=Virgilio Fenaroli, Bortolo Pasinelli|editore=Listostampa Istituto Grafica Bergamo}}.</ref>
* [[Benvenuto Terzi]] chitarrista,
 
* [[Antonio Gonzales (musicista)|Antonio Gonzales]] musicista
Gli archivi documentano anche la presenza di altre chiese poi scomparse, tra queste l'oratorio di San Luigi Gonzaga, posto nel centro del borgo collegato con palazzo Bonetti, e diventato poi ospedale e successivamente locale commerciale; l'oratorio detto ''Tribulina'' o forse ''Santa Croce'' posto ''al confine di Gromo'' di cui si ha notizia negli atti della [[visita pastorale]] di san [[Carlo Borromeo]] del 1575, che lo descrive: ''Ha cappella involtata e con dipinti, fu trovato che ove le pareti erano state dipinte le immagini di S. Giacomo e di un altro santo, gli occhi erano scavati...fatta inquisizione, non si è trovato nulla.'', seguì l'ordine del Borromeo di eliminare l'edificio nell'arco di tre giorni, probabilmente era stato profanato.
* [[Berardo Cittadini]] ingegnere,
 
* [[Cesare Paolantonio]] pittore,
=== Architetture civili ===
* [[Benedetto De Beni]] giusto tra le nazioni,
<blockquote>[…] uno dei pochi esempi delle Valli Bergamasche, di paesi tipici ancora ben conservati sulle antiche strutture urbanistiche con le caratteristiche locali. La piazzetta centrale di Gromo sulla quale si affacciano la Sede Municipale, la Chiesetta di S. Gregorio e la casa antica dei Ginammi, ora Gelmini, coll'alta torre medioevale, ha un'armonia di rapporti, di proporzioni e alternanza di chiaroscuri di gradevole e insolita attrattiva.[…] A Est strade discendenti sotto un dosso roccioso, portano al ponte sul Serio stretto e incassato per salire alla frazione alpestre di Boario, […] del piccolo ponte arcuato, elemento romantico di paesaggio, ora purtroppo è stato costruito da pochi anni un ponte di maggior portata</blockquote>({{cita libro|autore=[[Luigi Angelini]] Arte minore bergamsca|anno=1948|editore=Istituto Italiano d'Arti Grafiche|p=20}})
* [[Carlo Maria Pensa]] commediografo
; [[Palazzo Milesi (Gromo)|Palazzo Milesi]]
==Sport==
[[File:Municipio - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|thumb|[[Palazzo Milesi (Gromo)]]-Municipio di Gromo]]
===Persone sportive legate a Gromo===
[[File:Palazzo Milesi-loggiato.jpg|thumb|Loggiato di Palazzo Milesi]]
* [[Giacomo Fornoni]] ciclista,
: Costruito del [[XV secolo]], il palazzo Milesi è rivestito di [[marmo]] grigio venato delle vicine cave di [[Ardesio]]. Mantiene intatta la sua facciata, con le cornici e le profilature delle finestre, così come i travetti che formano il soffitto nei salone centrale al primo piano. Due loggiati, soprapposti al portico di pianoterra, con i capitelli dalle colonne a foglie angolari tipiche dell'edilizia bergamasca lo datano nella metà del quattrocento. Il palazzo Ginami, cambiò proprietari in Franzini prima e Scacchi poi, mentre verso la fine del [[XVIII secolo|‘700]] passò alla famiglia Milesi. Una fontana circolare, presente nei documenti già dal [[1399]], di marmo bianco adorna la piazza di fronte al palazzo, che rimane uno dei pochi monumenti a non aver subito negli anni alterazione dell'arte [[barocco|barocca]]. Con atto del [[1924]], la famiglia Milesi cedette il palazzo all'amministrazione comunale, compresi i tanti documenti della fondazione Valerio Milesi, databili a un periodo che va dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XIX secolo]], testimonianza del patrimonio culturale del territorio. Il palazzo è sede dell'amministrazione Comunale e dell'ufficio Turistico, mentre ai piani superiori ospita il [[Museo delle armi bianche e delle pergamene]] e il [[Palazzo Milesi (Gromo)#Ecomuseo naturalistico|Museo EcoNaturalistico]]. Durante il periodo estivo vi si svolgono numerose mostre d'arte, che hanno visto tra gli espositori [[Cesare Paolantonio]], [[Trento Longaretti]].<ref>{{cita web|url=https://www.bergamonews.it/evento/gromo-festeggia-i-centanni-di-longaretti-con-una-mostra/|titolo=Gromo festeggia i cent'anni di Longaretti con una mostra|editore=Bergamo news|anno=2016|accesso=28 giugno 2020}}</ref>
* [[Renato Pasini]] fondista,
 
* [[Fabio Santus]] fondista
; Palazzo Bonetti
:Posto nella parte centrale del borgo sull'antica via Milesi che conduce all'antica piazza del mercato, poi piazza Dante; è composto da più corpi con un cortile interno, dove vi sono i sotterranei, che nel medioevo erano adibiti a magazzini di deposito di spade e barre di ferro. Il palazzo era adiacente alla chiesa di San Luigi Gonzaga, e in prossimità dell'ospedale, poi soppressi. Il palazzo presenta il loggiato [[XVI secolo|cinquecentesco]] posto su due ordini con colonnine in marmo e capitelli [[Ordine dorico|dorici]]. Un'antica leggenda, lo vorrebbe abitazione del brigante Rossì o Rusì, che nei locali dei sotterranei rinchiuse una giovane pastorella.<ref>{{cita libro|autore=Luigi Volpi|titolo=Usi costumi e tradizioni bergamasche|editore=Edizioni il Conventino Bergamo|anno=1978}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Gromo|capitolo=La leggenda del Rossì|autore=Palmiro Gelmini|editore=Comune di Gromo|anno=2019}}.</ref><ref>{{cita libro|titolo=Leggende Bergamasche|autore=Carlo Traini|pp=123-126}}</ref>
 
; Ville liberty
: Lungo la mulattiera che porta dal borgo alla frazione Ripa si trovano alcune ville in [[Art Nouveau|stile Liberty]] dei primi novecento, realizzazione di [[Berardo Cittadini]] e adibite a residenze private.
 
; Centrale Crespi
:La costruzione della centrale idroelettrica la si deve a [[Benigno Crespi]], proprietario della grande fabbrica di filatura del cotone di [[Nembro]], edificata nel 1878 e fratello di [[Cristoforo Benigno Crespi]]. Negli ultimi anni dell'Ottocento la fabbrica occupava molti dipendenti arrivando a più di un migliaio, per la maggior parte di genere femminile.<ref>{{cita web|url=https://www.comune.nembro.bg.it/Mupic/eventi/La-storia-della-Manifattura-Crespi|titolo=La storia della Manifattura Crespi|editore=Comune di Nembro|accesso=29 maggio 2024}}</ref> L'energia idroelettrica era quindi fondamentale per il funzionamento dell'industria e Benigno Crespi costruì nei primi anni del XX secolo la centrale idroelettrica a Gromo che fu inaugurata nel 1903 che aveva di una linea di trasmissione, tra le più potenti in Europa per i primi anni del Novecento, tra Gromo e Nembro di 40.000 volt.<ref>{{cita web|url=https://www.crespidadda.it/focus/la-guerra-per-elettricita-dei-fratelli-crespi/|titolo=La guerra per elettricità dei fratelli Crespi|sito=Crespidadda.it|accesso=29 maggio 2024}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/blog/up/2018/08/NembroManifattura-Crespi-di-Nembro.pdf|titolo=Nembro Manifattura- Crespi di Nembro|editore=LombaerdiaBeniCulturali|accesso=29 maggio 2024}}.</ref> La famiglia costruì sul territorio del paese l'asilo per l'infanzia Crespi, poi Crespi Morbio, cognome preso dai figli dopo il matrimonio con Giulia Morbio dell'importante famiglia Morbio di Milano che con Pio Morbio era stata tra i fondatori del [[Corriere della Sera]]. La centrale fu poi ritirata nel 1964 dall'ENEL.
 
; Centrale Albini
:La centrale Albini è stata costruita nel 1920 dalla famiglia Albini lungo il corso del Goglio, nel punto in cui il torrente si immette nel fiume Serio.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello Ginami-Buccelleni e stemma.jpg|thumb|Castello Ginami-Buccelleni e stemma]]
 
;[[Castello Ginami]]
: Costruito sopra uno sperone di roccia sulla parte più elevata del territorio, nella prima metà del [[XIII secolo]] della famiglia Bucelleni, il castello domina il paese. L'imponenza della torre armigera, rimasta quasi intatta nei secoli, ne è la sua caratteristica. Nel [[XVI secolo]] divenne di proprietà della famiglia Ginami, da cui ne prende il nome, continuando a subire modifiche architettoniche di ampliamento, fino al [[XVII secolo]]. Solo della prima metà del [[1900|'900]], è invece l'affresco di [[San Cristoforo]] che si trova sulla parete che si affaccia alla piazza. Il castello ospita un ristorante.
 
; Castello e Torre Priacini o Torre del Lavanderio
: Il castello ha una storia antica, la famiglia Priacini che dà il nome al castello, risulta spostarsi nei primi anni del [[XIV secolo]] a Bergamo dove abiterà la torre [[Casa Migliavacca dei Rivola|Migliavacca]] dei [[Palazzo Pacchiani Rivola|Rivola]] in [[via Arena]]; sarà Antoniolo Priacini nel [[1399]] a donare la torre alla [[Fondazione MIA|Congregazione della Misericordia Maggiore]] con l'obbligo di convertirla in ospedale<ref>{{cita web|url=http://www.bergamosera.com/cms/2017/03/30/bergamo-scomparsa-la-sanita-prima-dellhospital-grande/|titolo=Bergamo scomparsa: la sanità prima dell'Hospital Grande|editore=Bergamo sera|accesso=19 maggio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170609082913/http://www.bergamosera.com/cms/2017/03/30/bergamo-scomparsa-la-sanita-prima-dellhospital-grande/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://territorio.comune.bergamo.it/sites/default/files/Documenti/SiBC/Picta/BgPicta_014.pdf|titolo=Abitazioni private - Civici 16/18/20|editore=comune di Bergamo|accesso=19 maggio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171114145216/https://territorio.comune.bergamo.it/sites/default/files/Documenti/SiBC/Picta/BgPicta_014.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Un documento del [[1428]]<ref>{{cita libro|titolo=Gromo nel XV secolo|autore=Bortolo Pasinelli|editore=Corponove|anno=2011|p= 80|citazione=citato come ''castrum de Priacinis'' in documento del 1428, è ubicato sopra un dosso ad Occidente del borgo di Gromo…}}</ref> nomina il castello Priacini sopra un dosso del borgo di Gromo verso il torrente [[Goglio]] di proprietà della famiglia Buccelleni. Resta visibile, nella sua parte originale, solo la prima porzione della torre, detta ''del Lavanderio'', dalle fontane o ''laandére'' che vi erano in prossimità, mentre il resto del castello ha subito nel corso degli anni varie trasformazioni, presentandosi in stile castellato con torre, cortile interno e merlature. La proprietà passò dalla famiglia Milesi, a quella Avogadro, ai Ciuffrida che ne compirono una grande ristrutturazione per passare poi alla famiglia Lubrini. Per un'errata interpretazione della calligrafia nell'estimo del [[1428]] il castello venne erroneamente indicato come del Ganaderio. Dal 2008 Gromo è stato insignito della qualifica di Borgo Medievale e della [[Bandiera arancione]] del [[Touring Club Italiano]]<ref>{{cita web|url=http://www.bandierearancioni.it/comune/100/|titolo=Gromo-BG Bandiere Arancioni TCI|accesso=26 luglio 2021}}</ref>.
 
; Torre degli Olivari
:L'antica torre è posta sulla parte alta del borgo, viene indicata in un documento del 1406 come ''curtis'' degli Olivari. La torre non ha più l'altezza originaria ma si presenta con l'importante struttura a blocchi di pietra, inserita nel grande complesso di fabbricati.<ref>{{cita libro|autore=Bortolo Pasinelli|titolo=Gromo nel XV secolo|editore=Corponove|città= Bergamo|anno=2011|p=81}}</ref>
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Gromo}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Mura castello Ginami - Gromo.jpg|thumb|Mura esterne del castello Ginami Buccelleni di Gromo|alt=]]
Coinvolgente e suggestiva è la processione che si svolge la sere del [[Venerdì santo]]<ref>{{cita web|http://www.ilmadeinbergamo.it/gromo-lo-spettacolo-della-montagna-fortificata/|editore=IlmadeinBergamo|titolo=LA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO È UNA DELLE CELEBRAZIONI PIÙ PITTORESCHE DELLA ZONA|data=2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.eventiesagre.it/Pasqua_Venerdi+Santo/21092968_La+Tradizione+Del+Venerdi+Santo.html|editore=Benvenuti sul Portale degli Eventi in Italia|data =2016}}</ref>
La sera del [[Venerdì santo]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilmadeinbergamo.it/gromo-lo-spettacolo-della-montagna-fortificata/|editore=IlmadeinBergamo|titolo=LA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO È UNA DELLE CELEBRAZIONI PIÙ PITTORESCHE DELLA ZONA|data=2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.eventiesagre.it/Pasqua_Venerdi+Santo/21092968_La+Tradizione+Del+Venerdi+Santo.html|titolo=La Tradizione Del Venerdi' Santo a Gromo {{!}} 2019 {{!}} (BG) Lombardia {{!}} eventi e sagre<!-- titolo generato automaticamente -->|editore=Benvenuti sul Portale degli Eventi in Italia|data =2016}}</ref>
lungo le antiche vie del paese. Una processione notturna composta di centinaia di credenti con i lumi accesi che, partendo dalla Chiesa Parrocchiale,<ref>{{cita web|url=http://www.gromo.eu/index.php/eventi-e-sagre/item/19-tradizioni-venerdi-santo#.VuWBavnhBdg|editore=Ufficio turistico}}</ref>al suono mesto di una [[marcia funebre]], accompagnano la Statua del Cristo Morto, opera [[Andrea Fantoni|fantoniana]], fino alla piazza mentre nei prati e sui pendii dei monti piccoli fuochi fatti di stracci imbevuti di olio e grasso rappresentano le vicende del [[Vangelo]] sul monte [[Calvario]]<ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|editore=Ferrari edizioni|p=112|''lo splendore che avvolge questa processione è il frutto di una illuminazione curata nei minimi particolari tutti facenti perno sui simboli della passione di Cristo''}}.</ref>
si svolge una processione notturna molto sentita dalla popolazione.<ref>{{cita web|url=http://www.gromo.eu/index.php/eventi-e-sagre/item/19-tradizioni-venerdi-santo#.VuWBavnhBdg|editore=Ufficio turistico|titolo=Copia archiviata|accesso=13 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160314054628/http://www.gromo.eu/index.php/eventi-e-sagre/item/19-tradizioni-venerdi-santo#.VuWBavnhBdg|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|anno=1993|editore=Ferrari edizioni|p=112|citazione= Lo splendore che avvolge questa processione è il frutto di una illuminazione curata nei minimi particolari tutti facenti perno sui simboli della passione di Cristo }}</ref>
In quel giorno si usa mangiare la ''maiassa'', una torta particolare, fatta di farina gialla, cipolle, mele e fichi, condita con olio e poi cotta in forno<ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|editore=Ferrari edizioni|p=111|''attorno a questa manifestazione di fede si è sviluppata anche la tradizione di una specie di torta chiamata in dialetto maiasa, con ingredienti che vanno dalla cipolla ai fichi al grasso di maiale''}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.araberara.it/vecchiosito/archivio/archivio.pdf.2012/araberara.12.ottobre.2012_pdf/27.pdf|editore =Araberara|data=2012}}</ref>.<br>
In quel giorno si usa mangiare la ''maiassa'', una torta particolare, fatta di farina gialla, cipolle, mele e fichi, condita con olio e poi cotta in forno.<ref>{{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|anno=1993|editore=Ferrari edizioni|p=111|citazione= Attorno a questa manifestazione di fede si è sviluppata anche la tradizione di una specie di torta chiamata in dialetto maiasa, con ingredienti che vanno dalla cipolla ai fichi al grasso di maiale }}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.araberara.it/vecchiosito/archivio/archivio.pdf.2012/araberara.12.ottobre.2012_pdf/27.pdf|editore=Araberara|data=2012|titolo=Copia archiviata|accesso=13 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160314060727/http://www.araberara.it/vecchiosito/archivio/archivio.pdf.2012/araberara.12.ottobre.2012_pdf/27.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
Era d'uso raccontare nelle sere d'inverno una leggenda:
 
====La leggenda del Rusì====
== Cultura ==
[[File:Mura castello Ginami - Gromo.jpg|sinistra|thumb|Mura esterne del castello Ginami Buccelleni di Gromo]]
;Penna d'Oro - Concorso dialettale:
''Si racconta che a Gromo, vivesse un omaccio tarchiato e dai cappelli fulvi, un brigante che viveva di espedienti; si dice anche che nessuna pallottola di piombo sparata dagli archibugi degli sbirri che gli davano la caccia potesse ferirlo, e che entrava nelle case la notte a rubare formaggi, burro e uova.
Il concorso ''Penna d'Oro'', fondato nel 1958 dalle [[sorelle De Marchi]],<ref>{{cita libro|titolo=Dalle De Marchi Una scuola per la vita|autore=Mina Bonetti|editore=Bolis Edizioni|anno=2019|ISBN=978-88-7827-436-5}}.</ref> l'avvocato [[Licinio Filisetti]] e l'ingegnere Adolfo Ferrari, con rappresentante della giuria il poeta [[Giacinto Gambirasio]]<ref>{{cita web|url=http://www.alpdn.org/alp/modules.php?name=News&file=article&sid=40|
''Abitava una antica casa con archi di pietra e neri sotterranei che portavano alle galleria che passavano sotto la piazza del paese fino al Serio, e nei boschi e prati della valle abitati anche da orsi e lupi.<br>
titolo=Concorso di poesia in lingua lombarda|pubblicazione=ALP Associazione Linguistica Lombarda}}</ref>, avente lo scopo di stimolare l'elaborazione letteraria in lingua dialettale è, ed è stato, l'appuntamento culturale più importante del paese. Nel 1988 la Pro loco, rimasta per anni l'organizzatrice, estese l'ambito del concorso a livello regionale<ref>{{cita web|url=http://www.ecceitalia.com/newsborghi.php|titolo=News dai Borghi|pubblicazione=Ecce Italia|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150120123117/http://www.ecceitalia.com/newsborghi.php}}</ref>. Numerosi furono i poeti lombardi che si presentarono con le loro opere a questo concorso, mettendo così a confronto le diverse caratteristiche delle ''lingue'' dialettali.
''In autunno, quando ormai la transumanza riportava a valle i greggi, il Rosì si metteva lungo il percorso obbligato del paese di Gromo e riusciva a ghermire una sfortunata pecorella, che sarebbe diventata un buon arrosto, e il suo vello un caldo giaciglio.<br >
 
''Ma un autunno, al Rosì non bastò rapire una pecorella, rapì la bionda figlia del pastore, di soli 200 mesi. La portò nel suo rifugio e sprangò la porta. La povera, spaventata e atterrita rivolte le sue preghiere alla Madonna dell'Apparizione del paese di Ardesio. La sua preghiera non rimase senza ascolto, la povera iniziò a tastare i muri fino a sentire il rumore delle acque del Serio, e a trovare le gallerie e passaggi che vi conducevano, e da lì ripercorrere la valle felice della grazie che le era stata accordata. Questa volta il brigante l'aveva fatta troppo grossa, armati i tromboni di pallettoni d'oro, i gendarmi, lo cercarono e lo uccisero. Il Rosì venne sepolto colla sua corazza crivellata di pallottole d'oro, sul molte Cornalta, oltre Corna Bianca, dove le aquile fanno il nido, e dove mai arriva il sole ne il suono di alcuna sacra campana.''<ref>{{cita libro|titolo =Gromo, da un brano di Palmiro Gelmini|autore =Comune di Gromo|editore = Comune di Gromo|anno =1972}}</ref><ref>{{cita web|url =http://italiaparallela.blogspot.it/2015/08/leggende-e-folklore-del-borgo-di-gromo.html|titolo =Leggende e folklore del borgo di Gromo: tra streghe, briganti ed anime vaganti|editore =Italia parallela|accesso =23 agosto 2016}}</ref>.
Dal 2013 il concorso viene organizzato dal consiglio della biblioteca comunale, ampliandone la partecipazione non solo alle poesie ma anche a brevi poemi, sempre in dialetto lombardo.<ref>{{cita web|url=http://usr.istruzione.lombardia.gov.it/penna-oro-poesia-dialettale/|titolo=Concorso di poesia dialettale. “Penna d’oro”|editore=Ministero dell’Istruzione - Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia|accesso=20 maggio 2020|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=https://patrimonilinguistici.it/lingue-gallo-italiche/page/3/|titolo=10-16 luglio 2017: Una settimana densa per il lombardo|editore=Patrimonio linguistico|accesso=20 maggio 2020}}.</ref>
 
=== Musei ===
* Ecomuseo naturalistico<ref>{{cita web|url=https://www.paesionline.it/italia/musei-e-pinacoteche-gromo/ecomuseo-naturalistico|titolo=Ecomuseo Naturalistico a Gromo|editore=Paesi on line|accesso=22 maggio 2020}}.</ref>
* [[Museo delle armi bianche e delle pergamene]]
* [[Museo parrocchiale Luigi Morstabilini]]
 
== Geografia antropica ==
Il capoluogo si divide in tre località: '' Gromo centro'', dove è posizionata la parte amministrativa e antica del paese, con il castello Ginami, il Comune nel [[Palazzo Milesi (Gromo)|Palazzo Milesi]], la [[Chiesa di San Gregorio Magno (Gromo)|chiesa di San Gregorio]], rimasto quasi intatto nella sua conformazione di borgo medioevale. Nella parte a sud del paese la località ''Pranzera''. Nella parte a nord del paese la località ''Bettuno'', sicuramente la più antica dove è presente la chiesa [[Chiesa di San Giacomo e San Vincenzo (Gromo)|parrocchiale]] già nominata nel [[1184]].
Il capoluogo comprende le frazioni:
=== [[Boario (Gromo)|Frazione Boario]] ===
[[File:Boario.jpg|thumb|Frazione di Boario]]
 
=== Frazioni ===
La frazione ''Boario'' è situata sulla sinistra orografica del fiume Serio, è ormai quasi fusa completamente con ''Valzella'', grazie alla recente costruzione di un nuovo complesso di palazzine. Boario è il nucleo originariamente più grande composto da una chiesa barocca con annessa casa del Curato e da altre costruzioni sempre in pietra con copertura in ardesia L'etimologia deriva dall'essere sempre stato un luogo destinato all'allevamento del bestiame. Una pergamena del 1179 riporta ''Paulus de Boero.''
 
{{vedi''' anche|[[Boario (Gromo)}}|Boario]] '''
 
La frazione Boario Spiazzi è situata sulla sinistra orografica del fiume Serio, è ormai quasi fusa completamente con la contrada Valzella, grazie alla costruzione di un nuovo complesso di palazzine. Boario è il nucleo originariamente più grande composto dalla chiesa barocca dedicata a [[Chiesa di San Bartolomeo (Gromo)|san Bartolomeo]] con annessa canonica e da altre costruzioni sempre in pietra con copertura in ardesia. L'etimologia deriva dall'essere sempre stato un luogo destinato all'allevamento del bestiame. La presenza della frazione è indicata in una antica pergamena del 1179 che riporta ''Paulus de Boero'' a conferma che la frazione era presente già prima che il borgo di Gromo fosse riconosciuto come entità comunale.
=== [[Spiazzi (Gromo)|Località Spiazzi]] ===
Da Boario con alcuni ripidi tornanti la strada continua la salita e dopo poche centinaia di metri si iniziano ad incontrare le prime ville e palazzine di villeggiatura che compongono gli [[Spiazzi di Gromo|Spiazzi]]. Rinomata stazione sciistica, ha conosciuto un notevole incremento del turismo invernale nei primi [[anni 2000]], grazie all'ampliamento degli [[Trasporto a fune|impianti di risalita]] fino alla località piani di Vodala.
{{vedi anche|Spiazzi (Gromo)}}
 
===''' [[RipaSpiazzi (Gromo)|Frazione RipaSpiazzi]] ==='''
Da Boario con alcuni ripidi tornanti la strada continua la salita e dopo poche centinaia di metri si iniziano a incontrare le prime ville e palazzine di villeggiatura che compongono gli [[Spiazzi di Gromo|Spiazzi]]. Rinomata stazione sciistica, ha conosciuto un notevole incremento del turismo invernale nei primi [[anni 2000]], grazie all'ampliamento degli [[Trasporto a fune|impianti di risalita]] fino alla località piani di Vodala.
Posta sul versante a nord ovest del paese, si divide in due contrade la ''Ripa Bassa'' e la ''Ripa Alta'', dove sono presenti le due chiese quella di ''Santa Maria Elisabetta'', e l'oratorio della ''Ss. Trinità''. La frazione è scarsamente abitata avendo subito la migrazione dei suoi abitanti verso le località industriali negli anni '50 e '60<ref>{{cita web|url=http://www.pieroweb.com/latuafoto/fotopronte/brunosantinelli/Cardeto-3lu10/|autore=Bruno Santinelli}}</ref>.
 
{{vedi anche|Ripa (Gromo)}}
''' [[Ripa (Gromo)|Ripa]] '''
Posta sul versante a nord ovest del paese, si divide in due contrade la ''Ripa Bassa'' e la ''Ripa Alta'', dove sono presenti le due chiese quella della [[Chiesa della Visitazione di Maria Santissima (Gromo)|Visitazione di Maria]], e l'oratorio della [[Chiesa della Santissima Trinità (Gromo)|Santissima Trinità]]. La frazione è scarsamente abitata avendo subito la migrazione dei suoi abitanti verso le località industriali negli anni '50 e '60<ref>{{cita web|url=http://www.pieroweb.com/latuafoto/fotopronte/brunosantinelli/Cardeto-3lu10/|titolo=Ripa di Gromo - laghetti di Cardeto 4 luglio 2010<!-- titolo generato automaticamente -->|autore=Bruno Santinelli}}</ref>.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1945]]
|[[1946]]
|Negroni Simone
|
|[[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1947]]
|Santus Guido
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1947]]
|[[1951]]
|Cattaneo Giuseppe Emilio
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1951]]
|[[1955]]
|Morstabilini Agostino
|
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1955]]
Riga 222 ⟶ 299:
|[[1970]]
|[[1974]]
|Andreoletti Cav. Benito
|Democrazia Cristiana
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
Riga 230 ⟶ 307:
|[[1974]]
|[[1978]]
|Cittadini Geom Andrea
|Democrazia Cristiana
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
Riga 246 ⟶ 323:
|[[1978]]
|[[1988]]
|Oprandi Umberto
|Democrazia Cristiana
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
Riga 262 ⟶ 339:
|6 giugno [[1993]]
|26 aprile [[1997]]
|Beatrice Santina Olivari
|Lista civica (area centro-sinistra)
|[[Sindaco (Italia)|Sindaca]]
Riga 270 ⟶ 347:
|27 aprile [[1997]]
|13 maggio [[2001]]
|Beatrice Santina Olivari
|Lista civica (area centro-sinistra)
|[[Sindaco (Italia)|Sindaca]]
Riga 301 ⟶ 378:
{{ComuniAmminPrec
|5 giugno [[2016]]
|4 ottobre 2021
|''in carica''
|Sara Avv. Riva
|[[Lista civica]] ''Gromo.Presente per il futuro''
|[[Sindaco (Italia)|Sindaca]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|4 ottobre [[2021]]
|''in carica''
|Sara Avv. Riva
|[[Lista civica]] ''Gromo da vivere''
|[[Sindaco (Italia)|Sindaca]]
|
Riga 309 ⟶ 394:
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
==Sport==
==Galleria d'immagini==
Sul territorio è presente l'associazione sportiva [[Sci Club Gromo]], fondata il 13 dicembre 1952, con lo scopo di avviare ed educare i giovani dell'alta valle, allo sport [[Sci alpino|alpino]] e successivamente allo [[sci di fondo]]<ref>{{cita web|url =http://www.sciclubgromo.it/default.asp|titolo =Sci Club Gromo|accesso =25 febbraio 2018}}</ref>.
<Gallery>
File:Alabarde.jpg|Alabarde
File:Tetti in ardesia.jpg|Tetti in ardesia
File:Fontana centro storico.jpg|Fontana centro storico
File:Pala Salmeggia.jpg|Pala Salmeggia
File:Loggiato Palazzo MIlesi.jpg|Loggiato Palazzo MIlesi
File:Torre Palazzo Ginami.jpg|Torre Palazzo Ginami
File:Torre Granaderio - Gromo (Foto Luca Giarelli).jpg|Torre Priacini o Lavanderio - Gromo
File:Gromo Landscape 01.JPG|Panorama
File:Gromo e Redorta.JPG|Vista di Gromo con il [[pizzo Redorta]] sullo sfondo
File:Vicolo del centro storico - Gromo.jpg|Vicolo del centro storico
</gallery>
 
== Note ==
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<references group=nota/>
;Fonti
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Bortolo Pasinelli|titolo=Gromo nel XV secolo|editore=Corponove|città= Bergamo|anno=2011}}
* {{cita libro|autore=Don Virgilio Fenaroli|titolo=Gromo sfogliando l'album del novecento|anno=1993|editore=Ferrari edizioni|sbn=LO11483168}}
* {{cita testo |autore=Gabriele Nobili|titolo=Statuerent Quod Comune ed Gromo et Omnes Hatantes Sint Burgum Et Burgienses|ISBNisbn=88-89393-03-3|cid=Nobili}}
* {{cita testo |titolo=Penna d'Oro concorso di poesia in lingua lombarda|editore=EQUA Edizioni}}
* {{cita testo|titolo= Il sentiero da "Tutte Belle" a Ripa Alta|autore= Ketto Cattaneo Renato Morgandi|editore=Maggioni Lino srl|data=2006}}
* {{cita testo|titolo=La chiesa di Gromo Fede, Storia, Arte| autore=Virgilio Fenaroli|editore=Listostampa Istituro Grafica Bergamo|sbn=LO11203295}}
* {{cita libro|autore=Umberto Zanetti|titolo=Paesi e luoghi di Bergamo. Note di etimologia di oltre 1.000 toponimi''|editore= |città=Bergamo|anno=1985 }}{{NoISBN}}
* {{cita libro|autore=Paolo Oscar e, Oreste Belotti|titolo=Atlante storico del territorio bergamasco|editore=Ferrari|città=Clusone|anno=2000|isbn=88-86536-17-8}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Silini, Antonio Previtali|titolo=Statuta de Gromo|editore=Litoripografia presservice 80-Rovetta|anno=1998|sbn=LO11343509}}
* {{cita libro|autore=Gabriele Medolago|titolo=La Rovina del Goglio|editore=Comune di Gromo e Valgoglio|anno=2015|sbn=VEA1181896}}
* {{cita libro|autore=Comune di GromoAA.VV.|titolo=Gromo|editore=Comune di Gromo|anno=19721975|sbn=LO10342801}}
* {{cita libro|autore=Simone Facchinetti|titolo=LaIl palasentgiero dida Ognissanti“tutte belle” a GromoRipa Alta|cittàautore=BergamoKetto Cattaneo, Renato Morgandi|editore=Maggioni Lino srl - Ranica|anno=20092006}}
* {{cita libro|autore=[[Simone Facchinetti]]|titolo=La pala di Ognissanti a Gromo|città=Bergamo|anno=2009|sbn=LO11286807}}
* {{cita libro|autore=Bortolo Pasinelli|titolo=L'arte della spaderia a Gromo nei contratti del XV secolo|editore=cura edizionale Renato Morganti|città =Bergamo|anno = 2016}}
* {{cita libro|autore=Gianni Barachetti|titolo=Possedimenti del vescovo di Bergamo nella valle di Ardesio documenti del sec. XI-XV|editore=Secomandi|cid=Barachetti}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Gromo|editore=Comune di Gromo|anno=2019|sbn=LO11927683}}
 
=== Romanzi storici ===
* {{cita libro|autore=Nazareth Simoncelli|titolo=Aeternum. Confitemini Domino In Aeternum Misericordia Eius|anno=2019|isbn=88-6912-153-4}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Castello Ginami]]
* [[Chiesa di San Bartolomeo (Gromo)]]
* [[Chiesa di San Giacomo e San Vincenzo (Gromo)]]
* [[Chiesa di San Gregorio Magno (Gromo)]]
* [[Croce Blu Gromo]]
* [[Museo delle armi bianche e delle pergamene]]
* [[Museo parrocchiale Luigi Morstabilini]]
* [[Palazzo Milesi (Gromo)]]
* [[Ripa (Gromo)]]
* [[Spiazzi (Gromo)]]
* [[Rovina del Goglio del 1°º novembre 1666]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Lombardia/Provincia_di_Bergamo/Località/Gromo}}
 
{{Comuni di Val Seriana}}
{{ProvinciaComuni della provincia di Bergamo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Bergamo}}
 
[[Categoria:Gromo| ]]
[[Categoria:ComuniBorghi di Val Serianafranchi]]