Vangelo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: sostituisco template da cancellare (come da decisione comunitaria), replaced: {{Polytonic → {{subst:Polytonic |
|||
(312 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua|il nome proprio|
{{organizzare|le note a pié pagina sono da riorganizzare, in particolare bisognerebbe raggruppare quelle uguali per evitare ridondanze (vedere [[Aiuto:Note#Richiamo della nota|aiuto:note]]).|cristianesimo|dicembre 2014}}
{{Libro
|tipo = testo sacro
|titolo = Vangeli canonici
|titoloorig =
|titolialt =
|titoloalfa =
|immagine = P46.jpg
|didascalia =
|autore =
|annoorig =
|forza_cat_anno = 50 <!-- anno per categorizzazione per secolo -->
|periodo = dal [[I secolo]] in poi
|annoita =
|genere =
|sottogenere =
|lingua = grc
}}
I '''Vangeli''' (talvolta indicati nel complesso con '''Vangelo''') sono libri che raccontano la vita e la predicazione di [[Gesù]] di Nazareth, la base su cui si fonda il [[cristianesimo]]. "Vangelo" deriva dalla parola [[lingua greca|greca]] ευ-αγγέλιον (''eu anghélion''), che arriva all'[[lingua italiana|italiano]] attraverso il [[lingua latina|latino]] ''evangelium'' e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia".▼
▲I '''Vangeli''' (talvolta indicati
Nell'arco di diversi secoli furono composti numerosi testi designati come "vangeli", sebbene di genere letterario diverso. Alcuni di essi, diffusi nei primi secoli di vita della comunità cristiana, sono andati persi, divenendo noti solo per la citazione della loro esistenza in opere successive alla loro composizione; parte di questi sono stati riscoperti grazie ai ritrovamenti archeologici a partire dal [[XIX secolo]]. ▼
▲Nell'arco di diversi secoli furono composti numerosi testi designati come "vangeli", sebbene di genere letterario diverso. Alcuni di essi, diffusi nei primi secoli di vita della comunità cristiana, sono andati persi, divenendo noti solo per la citazione della loro esistenza in opere successive alla loro composizione; parte di questi sono stati riscoperti grazie ai ritrovamenti archeologici a partire dal [[XIX secolo]].
Tra i vangeli sopravvissuti fino ai nostri giorni, i quattro più antichi, che narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo (''[[Vangelo secondo Matteo]]'', ''[[Vangelo secondo Marco]]'', ''[[Vangelo secondo Luca]]'' e ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') sono considerati [[vangeli canonici|canonici]] dalla religione cristiana, gli altri sono detti [[vangeli apocrifi]].▼
▲Tra i vangeli sopravvissuti fino ai nostri giorni, i quattro più antichi, che narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo (''[[Vangelo secondo Matteo]]'', ''[[Vangelo secondo Marco]]'', ''[[Vangelo secondo Luca]]'' e ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'') sono considerati [[vangeli canonici|canonici]]
== Utilizzo del termine "vangelo" o Evangelo ==▼
"Evangelo" è il termine per tradurre il greco ''εὐαγγέλιον'' (lett. "buona notizia" o "lieta novella"). Indica come tale non tanto le varie composizioni, pure chiamate "vangeli", ma il loro contenuto, il messaggio della [[redenzione (religione)|redenzione]] in [[Gesù Cristo]], quello che si ritrova nel [[Nuovo Testamento]] e della [[fede]] della chiesa cristiana. Nel Nuovo Testamento esso è dapprima la proclamazione stessa di Gesù che il [[Regno di Dio]] si è avvicinato e poi la proclamazione dei suoi [[apostoli]] che nella sua vita, morte e risurrezione, il Regno di Dio è stato stabilito e che la [[salvezza (Bibbia)|salvezza]], il perdono dei [[peccato|peccati]], la risurrezione e la vita eterna sono offerti a tutti coloro che l'accolgono con fede.▼
È solo più tardi che questo termine è stato usato nei primi scritti cristiani che narrano la storia di quell'unica manifestazione della "buona notizia" nella persona e nell'opera di Gesù Cristo. Già nel 160, infatti, [[Giustino (filosofo)|Giustino]], nella sua ''Prima apologia'', afferma che le memorie degli apostoli vengono chiamate Vangeli. È la prima testimonianza in cui si passa dal Vangelo come annuncio predicato al Vangelo come testo scritto<ref>cfr. [[Giustino Martire|Giustino]], ''Apologia Prima'' 66:3, [[Clemente di Alessandria]], ''Stromata'' 3:13</ref>.▼
▲
▲È solo più tardi che questo termine è stato usato nei primi scritti cristiani che narrano la storia di quell'unica manifestazione della "buona notizia" nella persona e nell'opera di Gesù Cristo. Già nel 160, infatti, [[Giustino (filosofo)|Giustino]], nella sua ''Prima apologia'', afferma che le memorie degli apostoli vengono chiamate Vangeli. È la prima testimonianza in cui si passa dal Vangelo come annuncio predicato al Vangelo come testo scritto<ref>cfr. [[Giustino Martire|Giustino]], ''Apologia Prima'', 66
Il contesto dell'uso del
Nella teologia [[Martin Lutero|luterana]] il termine Evangelo è usato per rappresentare la rivelazione del ''Nuovo Testamento in contrasto'' con [[Legge di Dio|la Legge]] (l'antica dispensazione).
=== Nell'Antico Testamento ===
In ''[[Libro di Isaia|Isaia]]'' {{Passo biblico|Is|52,7|libro=no}}
''Isaia'', {{Passo biblico|Is|61,1|libro=no}} è un passo profetico ripreso da Gesù quando si presentò nella [[sinagoga]] di [[Nazaret]], sua città natale. Parla dell'azione dello [[Spirito Santo|Spirito]] di Dio sul
=== Nel Nuovo Testamento ===
Riga 45:
Troviamo il termine nei [[vangeli sinottici]], in bocca allo stesso [[Gesù]]:
{{quote biblico|Il tempo è compiuto, e il [[Regno di Dio]] è vicino: convertitevi e credete alla buona notizia (vangelo)|Mc|1,15}}
Qui la parola indica l'irruzione di Dio nella storia degli uomini attraverso la persona di Gesù di Nazaret. Lo stesso significato si trova in [[Paolo di Tarso]] nella ''[[Lettera ai Filippesi]]'', dove lungo tutta la lettera ritorna l'idea del vangelo-buona notizia che si è diffuso nella comunità di [[Filippi]]: parla della sua gioia per la loro "cooperazione alla diffusione del Vangelo" ({{Passo biblico|Filip|1,5|libro=no}}) e della "grazia che mi è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del Vangelo" ({{Passo biblico|Filip|1,7|libro=no}}); riconosce che le sue "vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del Vangelo" ({{Passo biblico|Filip|1,12|libro=no}}); è cosciente di essere stato "posto per la difesa del Vangelo" ({{Passo biblico|Filip|1,16|libro=no}}); invita i filippesi a comportarsi "da cittadini degni del Vangelo" ({{Passo biblico|Filip|1,27|libro=no}}); ecc. ecc.
Lo stesso significato appare nella ''[[Lettera agli Efesini]]'', dove risalta che il vangelo è l'annunzio di Cristo, trasmesso dagli apostoli:
{{quote biblico|In lui ([[Gesù|Cristo]]) anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso [[fede|creduto]], avete ricevuto il suggello dello [[Spirito Santo]] che era stato promesso|Ef|1,13}}
{{quote biblico|I pagani cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo|Ef|3,6}}
Riga 53:
==== Vangelo come ''kerigma'' ====
{{vedi anche|kerigma}}
In altro contesto Paolo usa invece la parola riferendosi all'annunzio fondamentale (''[[kerigma]]'') che egli faceva nelle comunità cristiane, annuncio incentrato nella [[Pasqua]] di Gesù. Nella ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'' afferma:
{{quote biblico|Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.|1Cor|15, 1-8}}
Appare già una leggera trasformazione semantica: dal messaggio della vicinanza di Dio e del suo regno siamo passati al contenuto della prima [[Credo (liturgia)|professione di fede]], centrato sulla [[morte di Gesù|morte]] e [[risurrezione di Gesù|risurrezione di Cristo]].
==== Vangelo nella lettera ai Galati ====
Nella ''[[Lettera ai Galati]]'' di Paolo di Tarso, scritta [[Concilio di Gerusalemme|nel contesto del conflitto]] di Paolo contro l'obbligo della [[circoncisione]] e del rispetto globale della tradizione ebraica, come interpretata nelle chiese ellenistiche da lui fondate e diversamente dalla [[Chiesa di Gerusalemme]], "vangelo" significa la condizione di libertà dalla legge mosaica che Cristo avrebbe portato. Tale libertà, diversamente dalle chiese [[Giudeo-cristiano|giudeo-cristiane]], a suo parere permetteva l'abolizione totale della legge mosaica e dell'obbligo della circoncisione per i cristiani provenienti dal [[paganesimo]]:
{{quote biblico|Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro Vangelo. In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!|Gal|1, 6-8}}
Riga 65:
=== Vangelo come genere letterario ===
A partire dal [[II secolo]],
Questo genere letterario si distingue da quello delle [[biografie]]: queste hanno di mira fornire un'informazione completa sulla vita di una persona; invece nei vangeli la finalità è trasmettere la predicazione della [[Chiesa (
Non stupisce quindi il fatto che in molti dei vangeli non compaiano le informazioni sui primi trent'anni di vita di Gesù, o, dove queste sono presenti abbiano in primo luogo una funzione [[teologia|teologica]]<ref name="Kelly">Per un approfondimento sull'intreccio tra storia e teologia nelle narrazioni dell'infanzia di Gesù
== Analisi storico-filologica ==
La diffusione delle comunità cristiane nei primi secoli dopo Cristo
Così come per un importante sito archeologico esistono più strati ciascuno dei quali appartenente ad epoche diverse nel caso dei vangeli l'analisi storico-filologica ricava dall'esame dei testi una struttura "a strati".
Riga 84:
* testi o tradizioni orali basati risalenti alle sette cosiddette giudeo-cristiane (nelle lingue semitiche di allora, in particolare in aramaico, o in copto, in riferimento a molti vangeli apocrifi).
La trasmissione orale della vita e dell'insegnamento di Gesù, così come della storia della sua resurrezione, avvenuta nei decenni immediatamente successivi alla sua morte, potrebbero aver causato una sorta di selezione sugli eventi riportati, mantenendo solo quelli ritenuti più importanti per il messaggio religioso, così come una modifica dell'ordine degli avvenimenti<ref name=oraltradition>{{en}}L. Michael White, Helmut Koester, ''[http://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/shows/religion/story/oral.html Importance of the Oral Tradition]'', dal sito della [[PBS (azienda)|PBS]]</ref>. La trasformazione in forma scritta della tradizione orale potrebbe aver avuto, tra le altre motivazioni, anche quella di creare una versione condivisa che potesse essere diffusa in comunità differenti, senza le modifiche che la trasmissione orale rischiava di comportare<ref name=oraltradition />. Tra le altre motivazioni della redazione scritta del messaggio evangelico ci furono anche la necessità di testi per la celebrazione liturgica, di testi per la catechesi, e quindi per la formazione dei credenti, di redazioni evangeliche che consentissero la difesa della chiesa primitiva da accuse, calunnie e fraintendimenti. In occasione del Concilio Vaticano II si sottolineò, tra l'altro, che «gli autori scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte tramandate a voce o già per iscritto, redigendo una sintesi delle altre o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere»<ref>Concilio Vaticano II, ''Dei Verbum'', 19</ref>
Stando ai frammenti a noi giunti e alle opere successive che ne parlano, il vescovo [[Papia di Ierapoli]], nella sua ''Esegesi delle parole del Signore'' (120/125 circa), cerca di raccogliere le testimonianze orali relative all'operato di Gesù: questo dimostrerebbe che, anche a distanza di un secolo dagli eventi narrati e di alcuni decenni dalla scrittura dei primi Vangeli, a fianco alle opere scritte, era ancora presente e diffusa nelle comunità cristiane una forte tradizione orale degli insegnamenti di Cristo<ref>
== Vangeli canonici ==
{{vedi anche|Età apostolica|Vangeli apocrifi}}
Dei vari vangeli scritti tra il [[I secolo|I]] e il [[II secolo]] [[d.C.]] diffusi nelle [[Giudeo-cristianesimo|
Il primo a formare un canone del Nuovo Testamento fu il teologo [[Marcione]], attorno al [[140]]. Marcione, che riteneva che il Dio degli ebrei non fosse lo stesso Dio dei cristiani, formò un proprio canone composto dal [[Vangelo di Marcione]], una rielaborazione del ''Vangelo secondo Luca'' dal quale Marcione aveva rimosso tutte le parti non compatibili con il proprio insegnamento e che riteneva fossero interpolazioni successive<ref>
Ad insistere che i vangeli dovessero essere quattro fu [[Ireneo di Lione]], un teologo del [[II secolo]], il quale, contestando gruppi cristiani da lui ritenuti eretici come gli [[Ebioniti]] o i [[Valentino (filosofo)|seguaci di Valentino]] e [[Marcionismo|Marcione]], che ne usavano un numero differente, affermò: "Poiché il mondo ha quattro regioni e quattro sono i venti principali [...] il Verbo creatore di ogni cosa [...] rivelandosi agli uomini, ci ha dato un Vangelo quadruplice, ma unificato da un unico
Riferimenti ai vangeli e citazioni di loro passi sono presenti fin dalla prima letteratura cristiana: notizie sui vangeli di Marco e Matteo si hanno ad esempio verso il [[120]], quando [[Papia di Ierapoli]], secondo quanto ritrovato nella ''Storia ecclesiastica'' di [[Eusebio di Cesarea]], riferisce che
La formazione definitiva del canone cristiano della ''[[Bibbia]]'' fu però un processo lungo, che avvenne nel corso del [[IV secolo]]: a seguito dei risultati del [[concilio di Roma (382)|concilio di Roma]] ([[382]]), del [[sinodo di Ippona]] ([[393]]) e dei [[sinodi di Cartagine]] ([[397]] e [[419]]), [[papa Innocenzo I]] riconobbe i quattro vangeli nominati dal ''Muratoriano'' come canonici. Per avere prese di posizione ufficiali e dogmatiche sul canone biblico (che per tutte le principali confessioni cristiane comprenderà sia i quattro Vangeli canonici che gli ''[[Atti degli Apostoli]]'') occorrerà tuttavia attendere gli effetti della [[riforma protestante]] e della successiva [[controriforma]]: per i cattolici il 1545, con il [[concilio di Trento]]<ref>{{en}} Catholic Encyclopedia, ''[http://www.newadvent.org/cathen/03274a.htm Canon of the New Testament]''</ref>, i ''[[Trentanove articoli di religione]]'' del 1562 per la [[Chiesa anglicana]], la [[confessione di fede di Westminster]], sviluppata negli [[anni 1640|anni '40]] del [[XVII secolo]] per il [[Calvinismo]] e il [[sinodo di Gerusalemme]] del 1672 per la [[chiesa ortodossa greca]].
=== La scelta dei vangeli canonici ===
Il processo che porterà alla definizione dei quattro vangeli canonici ha il suo momento decisivo nel [[II secolo]]<ref name="Stefani">Piero Stefani, ''La Bibbia'', Il Mulino, 2004.</ref>
L'ipotesi che il primo a redigere un canone del ''Nuovo Testamento'' sia stato Marcione, sviluppata da [[Adolf von Harnack]]<ref>[[Adolf von Harnack]], ''Marcione. Il Vangelo del Dio straniero'', Marietti, 2007</ref>,è comunque oggetto di dibattito<ref name="ReferenceA">
L'accenno più antico ai quattro vangeli canonici si ha probabilmente nel [[150]] in [[Giustino (filosofo)|Giustino]]<ref>Giustino Martire, ''Dialogo con Trifone'', 103,8, cfr. [[Gerd Theissen]], ''Il Nuovo Testamento'', Carocci, 2003.</ref>, cui segue [[Ireneo di Lione]]
La scelta dei quattro vangeli canonici trova riscontro nel [[canone muratoriano]] del [[170]] e nell'ampia testimonianza dei [[Padri della Chiesa]], oltre che nella quantità di manoscritti neotestamentari ritrovati, che possono essere così divisi: 115 papiri (tra cui il [[papiro 45]] che contiene i 4 vangeli canonici e gli [[Atti degli Apostoli]]), 309 [[onciali]] (codici a carattere maiuscolo), 2862 minuscoli, 2412 lezionari ad uso liturgico<ref>{{fr}} Roselyne Dupont-Roc, ''Le texte du Nouveau testament et son histoire'', in: Daniel Marguerat, ''Introduction au Nouveau Testament: Son histoire, son écriture, sa théologie'', Labor et Fides, 2008</ref>. Tra questi codici la metà contengono tutti i quattro vangeli canonici<ref>
Abbiamo circa ventimila citazioni dei vangeli canonici, delle quali circa settemila nei primi 190 anni dopo Cristo, e pressoché nessuna
Quando nel cristianesimo delle origini si definì la canonicità dei quattro vangeli vennero seguiti alcuni criteri di inclusione, alcuni presenti anche nel [[canone muratoriano]] del [[170]]:<ref>''[[Dei Verbum]]'', II 7-10</ref>
* L'[[antichità]] delle fonti. I quattro Vangeli canonici, risalenti al I secolo d.C., sono tra le fonti cristiane più antiche e meglio documentate per numero dei manoscritti o codici. Per questo motivo vengono esclusi dal canone ''[[Il pastore di Erma]]'' e molti vangeli apocrifi<ref name="ReferenceC"/>, alcuni dei quali scritti a trecento anni di distanza dagli eventi.
* L'[[apostolicità]]. Gli scritti per essere "canonici" dovevano risalire agli Apostoli o a loro diretti discepoli, come per i quattro Vangeli canonici<ref>Cfr. testo latino [[canone muratoriano]]</ref><ref>Cfr. anche ''[[Dei Verbum]]'' II,8 [http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione - Dei Verbum]</ref>, la cui struttura linguistica rivela evidenti tracce semitiche.▼
* La [[cattolicità]] o [[universalità]] dell'uso dei Vangeli. I testi, in base a questo criterio, dovevano essere accettati da tutte le chiese principali ("cattolico" significa "universale"), quindi dalla chiesa di Roma, Alessandria, Antiochia, Corinto, Gerusalemme, e dalle altre comunità dei primi secoli. Ci doveva essere insomma un accordo su un punto della dottrina della fede che non era stato contestato per lungo tempo<ref>
▲* L'[[apostolicità]]. Gli scritti per essere "canonici" dovevano risalire agli Apostoli o a loro diretti discepoli, come per i quattro Vangeli canonici<ref>Cfr. testo latino [[canone muratoriano]]</ref><ref>Cfr. anche [[Dei Verbum]] II,8 [http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione - Dei Verbum]</ref>, la cui struttura linguistica rivela evidenti tracce semitiche.
* L'ortodossia o retta fede. I testi dovevano essere coerenti con l'ortodossia del tempo<ref name="Pesce"/>, anche in relazione alle divisioni sorte con Marcione e lo gnosticismo
* La [[molteplicità delle fonti]], con la quale ci si riferisce alla molteplice attestazione dei vangeli canonici
▲* La [[cattolicità]] o [[universalità]] dell'uso dei Vangeli. I testi, in base a questo criterio, dovevano essere accettati da tutte le chiese principali ("cattolico" significa "universale"), quindi dalla chiesa di Roma, Alessandria, Antiochia, Corinto, Gerusalemme, e dalle altre comunità dei primi secoli. Ci doveva essere insomma un accordo su un punto della dottrina della fede che non era stato contestato per lungo tempo<ref>{{it}}{{cita libro| Ignazio | Petriglieri | La definizione dogmatica di Calcedonia nella cristologia italiana contemporanea p. 54| Gregorian& | 2007 }}</ref>. [[Egesippo]] fu tra i primi a giudicare la dottrina cristiana sulla base di questo criterio, controllando la corrispondenza nelle comunità apostoliche e la continuità della tradizione, respingendo in questo modo le dottrine gnostiche<ref>{{it}}{{cita libro| Gaspare | Mura | La teologia dei Padri, Volume 5 p. 137| 1987 }}</ref>
* La [[plausibilità esplicativa]]<ref>
▲* L'ortodossia o retta fede. I testi dovevano essere coerenti con l'ortodossia del tempo<ref name="Pesce"/>, anche in relazione alle divisioni sorte con Marcione e lo gnosticismo<ref>In particolare, due criteri di fondamentale importanza furono l'unità di Dio e la realtà dell'incarnazione (cfr. Gerd Theissen, ''Il Nuovo Testamento'', Carocci, 2003).</ref>.
▲* La [[molteplicità delle fonti]], con la quale ci si riferisce alla molteplice attestazione dei vangeli canonici<ref>''"Come reazione alla scelta di Marcione il cristianesimo primitivo trovò un accordo su un canone che, intenzionalmente, accordava una maggiore pluralità rispetto agli scritti e ai contenuti da accogliere in esso. Dal momento che l'eretico Marcione aveva scelto un solo vangelo, il riconoscimento di quattro vangeli come canonici divenne il segno della retta fede [...]"'' in [[Gerd Theissen]], ''Il Nuovo Testamento'', Carocci, 2003. Discorso analogo anche per le lettere, estese anche ad autori e contenuti diversi rispetto al nucleo paolino.</ref>.
▲* La [[plausibilità esplicativa]]<ref>{{it}}{{cita libro| Rene | Latourelle | Miracoli di Gesù e teologia del miracolo | Cittadella | 1987}}</ref>. Una fonte storica deve fornire al lettore una spiegazione consequenziale degli eventi, secondo una coerenza di causa ed effetto, che renda comprensibile il succedersi degli eventi.
=== Storicità dei vangeli canonici ===
{{vedi anche|Archeologia biblica|Archeologia paleocristiana|Cristologia|Gesù storico|Mito di Gesù|Ricerca del Gesù storico|Storia di Israele|Storicità della Bibbia|Storicità di Gesù}}
{{Citazione|La documentazione su Gesù contrariamente a ciò che spesso si dice, si rivela, per la quantità, molto più ricca di quella che informa su altri grandi uomini dell'antichità|Paul Mattei<ref>''Il cristianesimo antico da Gesù a Costantino'',
I cristiani affermano che i quattro vangeli canonici e gli altri scritti del ''[[Nuovo Testamento]]'' sono ispirati da Dio e raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù
Fino al [[XVIII secolo]] non ci fu una posizione critica nei confronti della storicità dei vangeli, anzi l'[[esegesi biblica]] [[Cristianesimo|cristiana]] era caratterizzata da una piena fiducia nei confronti del narrato neotestamentario, e anche di quello veterotestamentario, tant'è che, prima del Settecento, nessuna chiesa o teologo cristiano metteva in dubbio l'[[Infallibilità delle Scritture|inerranza biblica]]. Fu dunque nel Settecento, a causa della nascita dell'[[illuminismo]], che si mise in discussione la veridicità, e quindi la storicità, del resoconto evangelico, dando il via
Mentre nell'[[XIX secolo|Ottocento]] l'analisi storica razionalistica venne indirizzata da alcuni autori su posizioni che negavano l'esistenza stessa di Gesù
Col tempo la radicalità della posizione di Bultmann e della scuola razionalista fu abbandonata
Nel [[1976]] uscì ''[[Ipotesi su Gesù]]'' di [[Vittorio Messori]]. Fra le varie prove, Messori presenta l'assenza nei testi di parole di Gesù sui problemi dottrinali che la Chiesa dovette immediatamente affrontare alle sue origini, comparando i Vangeli con l'insegnamento di [[Socrate]], scritto da [[Platone]]; infatti Messori si chiede perché la fabulazione non abbia creato le parole che eliminassero eresie e scismi<ref>{{Cita|Messori|pp. 200-202}}.</ref>. Un'altra prova è la presenza di antenate dallo scrittore definite "scandalose" nella [[genealogia di Gesù]], come [[Raab (mitologia)|Raab]] e [[Libro di Rut|Rut]]<ref>{{Cita|Messori|p. 190}}.</ref>.
È però a partire dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] che matura, nell'ambito anglo-americano, una reazione all'esegesi tedesca, finalizzata
Oggi alla ricerca sulla storicità dei vangeli contribuisce una molteplicità di scoperte storiche e archeologiche relative ad esempio ai luoghi descritti nei vangeli. In particolare scavi condotti negli ultimi due secoli confermano l'attendibilità delle descrizioni fornite in relazioni a luoghi quali la [[Piscina di Siloe]] e la [[Piscina di Betzaeta]], così come la pratica della [[crocifissione]] a Gerusalemme durante il I secolo d.C.<ref>{{en}} Mladen Popovi, ''The Jewish Revolt Against Rome: Interdisciplinary Perspectives'', 2011,
Si hanno evidenze archeologiche anche degli antichi villaggi di [[Nazareth]] e [[Cafarnao]], e attestazioni della presenza di cristiani nei primi secoli, come molteplici sono anche i riferimenti storici presenti nei vangeli e confermati dall'esame comparativo di altre fonti; a tal proposito esistono concordanze tra i [[vangeli sinottici]] e le testimonianze del [[Ellenismo|mondo greco-romano]]: nel ''Vangelo di Luca'' ({{Passo biblico|Lc|3,1-3|libro=no}}) il testo enumera sette distinti capi religiosi e politici, tutti con i loro nomi e titoli e tutti storicamente documentati<ref>
È tuttora materia di discussione, in alcuni ambiti di studio, quali siano state, tra le parole che i vangeli gli attribuiscono, quelle effettivamente da lui pronunciate. La ricerca esegetica attuata con il [[metodo storico-critico]] condivide alcuni criteri per risalire al nocciolo più antico nell'indagine storica su Gesù<ref
Una parte della critica rifiuta in blocco il valore storico dei vangeli, affermando che essi sono documenti "di parte" e quindi non attendibili, benché alcuni vangeli presentino riferimenti storici riportati anche da fonti indipendenti (come gli ''[[Annales (Tacito)|Annali]]'' di [[Tacito]], le ''[[Antichità giudaiche]]'' di [[Giuseppe Flavio]], le epistole di [[Plinio il Giovane]] all'imperatore [[Traiano]], il ''[[Vite dei Cesari|De Vita Caesarum]]'' di [[Svetonio]], l'orazione contro i cristiani di [[Marco Cornelio Frontone]] e altri) e fatti coerenti con la [[Palestina]] del [[I secolo]]<ref name="veritàvinci"/>.
=== Data di composizione ===
La maggior parte degli studiosi è concorde nel ritenere che la stesura definitiva dei sinottici fu conclusa entro gli anni 70-90 del primo secolo; ciò non toglie che la loro composizione possa essere incominciata in epoca precedente, secondo alcuni persino negli anni 30-40, allorché i primi cristiani andavano raccogliendo i detti e gli insegnamenti del loro maestro. La precocità del materiale evangelico è stata, nell'ultimo cinquantennio, assai rivalutata da numerosi studi (
Secondo la datazione più comunemente accettata, il ''[[Vangelo secondo Marco]]'' sarebbe stato composto tra il [[65]] e l'[[80]], probabilmente dopo il [[70]] (il discrimine è dato dalla distruzione del [[Tempio di Gerusalemme]], di cui l'evangelista sembra essere a conoscenza);<ref>Randel Helms, ''Who Wrote the Gospels?'', Millennium Press, 1997, ISBN 0-9655047-2-7, p. 8;
Nel periodo in cui venivano messi per iscritto i Vangeli sinottici venivano composti anche gli ''[[Atti degli Apostoli]]'', probabilmente dallo stesso autore, tradizionalmente considerato filo-romano<ref>
Numerosi studiosi
{{
==== Manoscritti antichi ====
{{Vedi anche|Fonti del testo greco della Bibbia}}
Si conoscono diverse decine di manoscritti attribuiti ai vangeli, scritti su [[papiro]] e risalenti ai primi secoli del cristianesimo. Su alcuni i pareri degli studiosi sono discordi. I più antichi sono i seguenti:
* [[Papiro 52]] (Rylands): datato tra il [[120]]-[[130]], è un frammento di un singolo foglio contenente nel fronte e retro 5 versetti di Giovanni (18, 31-33; 37-38). Originario dell'[[Egitto]], è attualmente conservato a [[Manchester]]. Sebbene il Rylands P52 sia quasi universalmente considerato come il più antico frammento del [[Nuovo Testamento]] canonico,
* [[Papiro 66]] (Bodmer II): datato al [[II secolo]], contiene in 104 pagine danneggiate parti del ''Vangelo secondo Giovanni'': i primi 14 capitoli quasi completi e parti degli altri 7. È attualmente conservato a [[Cologny]], presso [[Ginevra]].
* [[Papiro 45]] (Chester Beatty I): datato alla metà del [[III secolo]], contiene in 30 fogli ampi frammenti dei vangeli. Conservato a [[Dublino]].
Riga 167 ⟶ 162:
* [[Papiro 75]] (Bodmer XIV-XV): datato all'inizio del [[III secolo]], contiene in 27 fogli ampi frammenti di Luca e i primi 14 capitoli di Giovanni. È attualmente conservato a [[Cologny]], presso [[Ginevra]].
* [[Papiro 64]], meglio noto come ''Papiro Magdalen'', è un antico [[manoscritto]] del [[Nuovo Testamento]], contenente frammenti del ''[[Vangelo secondo Matteo]]'', datato tra la fine del II e gli inizi del III secolo. L'ipotesi del papirologo [[Carsten Peter Thiede]], secondo il quale il papiro andrebbe retro-datato all'anno 70 diventando dunque il più antico testimone del vangelo matteano, è rigettata dalla gran parte degli studiosi, ma ha non di meno reso famoso questo frammento.
* Papiro [[7Q4]], datato dal paleografo [[Colin H. Roberts]] tra il 50 a.C. e il 50 d.C., conterrebbe secondo l'[[ipotesi O'Callaghan]] trascrizioni di parti del [[Nuovo Testamento]]. Nel caso di 7Q4 si sarebbe trattato di un frammento della [[Prima lettera a Timoteo]]. La tesi, che ha avuto grande eco, e seppur sostenuta da altri esperti ([[Herbert Hunger]], [[Carsten Peter Thiede]], ecc.<ref>Antonio
* Il [[7Q5|Papiro 7Q5]], ritrovato tra i [[manoscritti del Mar Morto]] delle grotte di [[Qumran]] e datato tra il [[50 a.C.]] e il [[50 d.C.]], contiene poche lettere (9 identificabili con certezza) che secondo l'[[ipotesi O'Callaghan]] (1972) corrispondono a ''Vangelo secondo Marco'' 6,52-53; l'identificazione avanzata da [[José O'Callaghan]] ha incontrato tuttavia lo scetticismo del mondo accademico.
Vi sono inoltre centinaia di codici su [[pergamena]], i più antichi dei quali, il [[Codex Vaticanus|Codice Vaticano]] e il [[Codex Sinaiticus|Codice Sinaitico]], risalgono all'inizio del [[IV secolo]]. Entrambi contengono i quattro vangeli completi, oltre a gran parte dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Riga 175 ⟶ 170:
=== Lingua ===
I più antichi manoscritti dei vangeli canonici, come pure di tutto il ''Nuovo Testamento'', ci sono pervenuti in greco (''[[Koinè]]'') e buona parte degli studiosi oggi ritiene che i quattro vangeli siano stati scritti originariamente in greco, la lingua franca dell'oriente romano.
Sulla traccia di alcuni commentatori antichi si è tuttavia avanzata l'ipotesi che Matteo abbia scritto originariamente in aramaico il suo vangelo (detto ''[[Vangelo degli
In effetti già i [[Padri della Chiesa]] avevano parlato del Vangelo di Matteo scritto in ebraico
Inoltre la tesi della primogenitura di Matteo, seppur [[Ipotesi Griesbach|non del tutto abbandonata]], è oggi considerata sorpassata, secondo alcuni studiosi, da ipotesi [[Teoria delle due fonti|come quella delle due]] o delle [[Ipotesi delle quattro fonti|quattro fonti]], che vedono [[Priorità marciana|Marco come il primo ad essere scritto]] tra i quattro vangeli canonici insieme a fonti [[Fonte Q|di cui si è successivamente persa traccia]].
Non esiste comunque alcun manoscritto in aramaico che possa provare l'origine semitica dei vangeli, ma solo tarde traduzioni dal greco ([[Peshitta]]) e, al momento, si ritiene che chi li scrisse non fosse, verosimilmente, di lingua madre greca. Lo studio sulla lingua dei vangeli ha sollevato numerosi interrogativi in quanto, sia dal punto di vista linguistico che della coerenza interna, alcuni passi risultano ambigui. Sono perciò in corso numerosi tentativi di spiegare tali incongruenze lavorando su possibili traduzioni alternative.
Il biblista francese [[Jean Carmignac]] ipotizzò l'esistenza di una versione in lingua aramaica andata perduta, che fu poi tradotta in greco. Ciò fu fatto sulla base di una retrotraduzione dal greco al testo ebraico presunto e di alcuni [[Padri della Chiesa]] che accennano all'esistenza della versione ebraica<ref>{{cita web|url=https://lanuovabq.it/it/i-vangeli-furono-scritti-in-ebraico|titolo=I Vangeli furono scritti in ebraico}}</ref>:
Il Vangelo di Matteo era rivolto alla comunità ebraica e, secondo la ''Redationgeschichte'' (RG) del [[metodo storico-critico]], si differenzia dal Vangelo secondo Luca proprio per il fatto di citare l'Antico Testamento che era ben noto alla sua comunità di uditori, mentre Luca omette le citazioni, essendo un pagano convertito che si rivolge ai pagani. Inoltre, sempre secondo la RG, il Vangelo secondo Matteo è strutturato in 5 parti che ricordano il [[Pentateuco]].
Inoltre:
{{quote|Marco, interprete di Pietro, riferì con precisione, ma disordinatamente, quanto ricordava dei detti e delle azioni compiute dal Signore. Non lo aveva infatti ascoltato di persona, e non era stato suo discepolo, ma [...] di Pietro; questi insegnava secondo le necessità, senza fare ordine nei detti del Signore. In nulla sbagliò perciò Marco nel riportarne alcuni come li ricordava. Di una sola cosa infatti si preoccupava, di non tralasciare alcunché di ciò che aveva ascoltato e di non riferire nulla di falso|[[Eusebio di Cesarea]], ''[[Historia Ecclesiatica]]'', III, 39. 15}}
In quest'ultimo passo, Marco è definito con la parola greca ''ermeneutes'', che significa traduttore.
==== Ipotesi greca ====
A sostenere la posizione dell'originalità greca dei vangeli, {{
==== Ipotesi semitica ====
Riga 192 ⟶ 193:
Un recente contributo è stato proposto dalla "[[scuola esegetica di Madrid|scuola di Madrid]]". Secondo gli esperti di tale scuola il testo greco conosciuto sarebbe la traduzione di un testo precedente in aramaico, la lingua parlata da Gesù e dagli apostoli. Molte incongruenze si spiegherebbero quindi come errori di traduzione dall'aramaico al greco. Tale lavoro, che peraltro non modificherebbe la sostanza dei contenuti dei vangeli, è ancora all'esame della comunità scientifica. Uno degli esperti della "[[scuola esegetica di Madrid|scuola di Madrid]]", [[José Miguel Garcia]], ha evidenziato come l'ipotesi semitica sia in grado di offrire una spiegazione alla difficoltà dei testi e ha proposto quindi di approfondire gli studi e il confronto sul piano strettamente linguistico e filologico.<ref name="totustuus.it"/>
Tra gli studiosi che si dedicarono alla ricerca dell'origine semitica dei vangeli ci fu [[Jean Carmignac]], che, retro-traducendo dal greco all'ebraico tutti i vangeli, ritenne che le loro parti poetiche, il Benedictus, il Magnificat, il Padre Nostro, il Prologo di Giovanni, non rispetterebbero nessuna delle leggi della poesia greca ma sarebbero costruiti secondo le leggi della poesia ebraica.<ref>
Carmignac aveva attinto a una quantità di studi fatti per secoli da diversi studiosi, spesso ebrei, come Zvi Hirsch Perez Chajes, rabbino a Vienna e Trieste, che sostenne l'origine ebraica dei vangeli.<ref>
Le maggiori obiezioni alle tesi di Carmignac vennero dal mondo cattolico, basti pensare allo scetticismo espresso, a quel tempo, da luminari come [[Gianfranco Ravasi]] e padre [[Pierre Grelot]]. Il libro di quest'ultimo era "contro Jean Carmignac" fin dal titolo. Per Grelot "la presenza dei semitismi può essere spiegata anche in altri modi: come traccia del fatto che l'autore ha l'aramaico come lingua madre, o come risultato di una cosciente imitazione dello stile della traduzione dei Settanta, che ricalca volutamente l'ebraico, per fedeltà al testo sacro".<ref>
La questione non è di poco conto: ammettere infatti un originale semitico alla base dei vangeli significherebbe spostare la loro realizzazione a ridosso delle vicende di Gesù,
A tal proposito il [[filologo]] e [[teologo]] [[francia|francese]] [[Claude Tresmontant]] commentando la
=== Vangelo secondo Matteo ===
Riga 207 ⟶ 208:
Il suo Vangelo è stato composto probabilmente ad Antiochia, in Siria, fra l'80 e il 90 d.C.
La tradizione cristiana attribuisce la composizione del vangelo a [[Matteo apostolo ed evangelista|Matteo]], uno degli [[apostolo|apostoli]] di Gesù.
La ricostruzione ampiamente prevalente tra gli esegeti biblici moderni è che l'autore del ''Vangelo secondo Matteo'' (come pure quello del ''[[Vangelo secondo Luca]]'') abbia usato come fonte la narrazione del ''[[Vangelo secondo Marco]]'' per la vita e la morte di Gesù, più l'ipotetica [[fonte Q]] per i suoi detti; una ricostruzione che ha avuto minore successo vuole che ''Matteo'' sia stato il primo vangelo ad essere scritto, che sia stato usato per la stesura di ''Luca'' e che ''Marco'' sia il risultato dell'unione di ''Matteo'' e ''Luca''.<ref name="Amy">Levine (2001), p.372-373.</ref><ref name="Cambridge3[[">Howard Clark Kee]] (1997), p.
Dei quattro vangeli canonici, ''Matteo'' è quello più vicino all'[[Ebraismo]] del I secolo; una caratteristica di questo vangelo, ad esempio, è che si sottolinea ripetutamente come Gesù soddisfacesse le profezie ebraiche;<ref name="Harris">
=== Vangelo secondo Marco ===
{{vedi anche|Vangelo secondo Marco}}
Il ''[[Vangelo secondo Marco]]'' è il secondo dei quattro [[vangeli canonici]] del [[Nuovo Testamento]], sebbene la maggior parte degli studiosi moderni concordino sul fatto che sia stato il primo ad essere scritto e sia poi stato usato come fonte dagli autori degli altri due [[vangeli sinottici]] (il ''[[Vangelo secondo Matteo]]'' e il ''[[Vangelo secondo Luca]]''), in accordo con la teoria della [[priorità marciana]]. Si tratta di un testo in [[lingua greca]] di autore anonimo,<ref
Due temi importanti del ''Vangelo secondo Marco'' sono il [[segreto messianico]] e l'ottusità dei [[discepoli]]. In questo vangelo Gesù ordina frequentemente di mantenere il segreto riguardo aspetti della sua identità e di particolari azioni.
Raymond Edward Brown nel suo libro ''An Introduction to the New Testament'', Doubleday, 1997, considera che gli anni più accettati per la realizzazione del Vangelo secondo Marco siano tra il 68 e il 73 d.C., ponendolo storicamente così come il primo e più antico Vangelo.
▲Due temi importanti del ''Vangelo secondo Marco'' sono il [[segreto messianico]] e l'ottusità dei [[discepoli]]. In questo vangelo Gesù ordina frequentemente di mantenere il segreto riguardo aspetti della sua identità e di particolari azioni.<ref>{{passo biblico|Mc|1,43-45}} (guarigione; al lebbroso), {{passo biblico|Mc|3,12}} (identità del Figlio di Dio; agli spiriti maligni), {{passo biblico|Mc|5,43}} (resurrezione di una ragazza; ai discepoli e ai genitori della ragazza), {{passo biblico|Mc|7,36}} (guarigione; al guarito e ad alcune persone), {{passo biblico|Mc|8,30}} (identità come Messia; a Pietro e a discepoli non meglio identificati), {{passo biblico|Mc|9,9}} (identità come Figlio di Dio; a Pietro, Giacomo e Giovanni); secondo alcuni manoscritti {{passo biblico|Mc|8,25}} (guarigione del cieco; al guarito).</ref> [[Parabole di Gesù|Gesù utilizza parabole]] per spiegare il suo messaggio e realizzare profezie ({{passo biblico|Mc|4,10-12}}). Alle volte i discepoli hanno problemi a comprendere le parabole, ma Gesù ne spiega il significato, in segreto ({{passo biblico|Mc|4,13-20}}, {{passo biblico|Mc|4,33-34}}). Non riescono neanche a comprendere le conseguenze dei miracoli che egli compie dinanzi a loro.<ref name="Harris"/>
=== Vangelo secondo Luca ===
{{vedi anche|Vangelo secondo Luca}}
Il ''[[Vangelo secondo Luca]]'' (greco: {{
L'autore, tradizionalmente identificato con [[Luca evangelista]], è interessato a temi quali l'etica sociale, i diseredati, le donne e altri gruppi oppressi.<ref
Secondo gli studiosi contemporanei, l'autore di ''Luca'', un [[gentili|gentile]] cristiano che scrisse intorno all'[[85]]-[[90]],<ref name="Harris Gospels">{{en}} Harris,
=== Vangelo secondo Giovanni ===
{{vedi anche|Vangelo secondo Giovanni}}
Il ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', per stile e contenuto, è molto diverso dagli altri tre: ci sono meno parabole, meno "segni", non vi è accenno all'istituzione dell'[[Eucaristia]] durante l'[[ultima cena]] (tuttavia parla del pane disceso dal cielo col quale si identifica {{Passo biblico|Gv| 6,32-35|libro=no}}, {{Passo biblico|Gv| 6,51-54|libro=no}}), al [[Padre nostro]], alle [[beatitudini]], mentre sono aggiunti altri miracoli come quello delle nozze di Cana e della [[risurrezione di Lazzaro]]. Il motivo di tale diversità potrebbe essere spiegabile con una redazione di molto successiva a quella degli altri tre, risalente alla fine del I secolo: l'autore o gli autori, pertanto, non ritennero necessario riportare materiale già abbondantemente presente nei precedenti vangeli, mentre aggiunse o ampliò materiale da essi tralasciato o solo abbozzato.
Compaiono inoltre nuove espressioni per indicare Gesù, prima fra tutte quella di ''logos'' (letteralmente
Il testo fa intendere (cfr. Gv {{passo biblico|Gv|21,20-24|libro=no}}) che ne sia autore il [[discepolo che Gesù amava]], che la tradizione identifica (seppur in maniera non unanime) con l'apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello dell'altro apostolo Giacomo. Sempre la tradizione gli attribuisce anche le tre [[Prima lettera di Giovanni|lettere conosciute sotto il suo nome]] e l'[[Apocalisse di Giovanni]], quest'ultima attribuzione a volte disputata.
L'ipotesi tradizionale, che identificava l'anonimo autore del vangelo - il [[discepolo che Gesù amava]] -, con l'apostolo [[San Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]], è attestata a partire dalla fine del [[II secolo]]. [[Ireneo di Lione|Ireneo]], vescovo di [[Lione]], fu il primo ad attribuirgli quel quarto vangelo che circolava nelle comunità dei nazareni.
[[Eusebio di Cesarea]], che riporta questa notizia, ritiene che Ireneo si basasse sulle testimonianze di [[Policarpo di Smirne|Policarpo]] [[vescovo]] di [[Smirne]] (morto [[
Questo è anche confermato da [[Ireneo di Lione|Ireneo]] medesimo, che nella sua lettera a [[Florino]] ricorda il suo incontro con [[Policarpo di Smirne]],
=== Le analogie tra i vangeli sinottici ===
Riga 251 ⟶ 254:
== Vangeli apocrifi ==
{{Vedi anche|
La letteratura apocrifa costituisce un fenomeno religioso e letterario importante del periodo patristico. Una volta passata la prima generazione cristiana, le successive sentirono il bisogno di contrarre ulteriori informazioni sulle vicende di [[Gesù]], e questo fu uno dei motivi che diede impulso alla nuova forma letteraria sviluppatasi intorno ai testi biblici che oggi costituiscono il Nuovo Testamento. Tra le finalità di questa produzione si possono individuare un obiettivo storico, uno apologetico-dottrinale, uno devozionale-liturgico<ref name="ref_B">
=== Definizione di
Secondo il Bergier<ref>S. Berger, ''Dizionario di Teologia'', Milano 1854</ref> i cristiani utilizzarono la significazione "apocrifo" per indicare "qualunque libro dubbio, d'autore incerto, sulla cui fede non si può far
[[Willy Rordorf]]<ref>{{en}} W.
=== Organizzazione degli apocrifi ===
La letteratura apocrifa ha esercitato un notevole influsso nel campo artistico, devozionale e liturgico<ref
==== Gli apocrifi di origine giudeo-cristiana ====
Gli
Questi ultimi sono più vicini ai vangeli canonici che agli altri testi pervenutici e compresi nella categoria “vangelo”<ref name="ref_D">{{en}} Paul Foster,
Alcuni studiosi li hanno datati alla prima metà del II secolo<ref>{{en}} Hans-Josef Klauck, ''The Apocryphal Gospels: An Introduction'', Continuum International Publishing Group, 2004, p. 37</ref><ref>{{en}} James Keith Elliott,
==== Gli apocrifi gnostici ====
I testi ricondotti al fenomeno gnostico si presentano come "segreti", in quanto provenienti da un insegnamento esoterico di Gesù o degli apostoli riservato ai soli iniziati. Tra questi scritti il ''[[Vangelo greco degli Egiziani|Vangelo degli Egiziani]]'', il ''[[Vangelo di Mattia]]'', il ''[[vangelo di Maria Maddalena]]'', l{{'}}''[[Apocrifo di Giovanni]]'', la ''[[Sophia di Gesù]]'', il ''[[vangelo di Tommaso]] (copto)'', il ''[[vangelo di Pietro]]''. In essi la dottrina gnostica traspare da alcune accentuazioni estremizzanti<ref
==== Gli apocrifi di origine ecclesiastica ====
Già i [[Padri della Chiesa]] distinguevano tra apocrifi eretici e apocrifi di origine ecclesiastica, esclusi dal canone ma che potevano essere utilmente letti. Tra essi il ''[[Protovangelo di Giacomo]]'' e gli ''[[Atti di Paolo e Tecla]]''<ref
=== L'opposizione dei Padri della Chiesa ===
Contro la vasta circolazione degli scritti apocrifi la Chiesa delle origini fece valere la tradizione pubblica definendo progressivamente un consenso sui libri cristiani ritenuti autentici e ispirati<ref
I pronunciamenti della Chiesa primitiva sono tuttavia molto più antichi, e ci sono pervenuti anche tramite la testimonianza dei [[Padri della Chiesa]]. [[Ireneo di Lione]], ad esempio, sosteneva che gli gnostici "insinuano una massa indescrivibile di scritti apocrifi e spuri, forgiati da loro stessi"<ref>''Contro le eresie'' 1,20,1</ref>, attaccando la pretesa di [[Basilide]] di possedere discorsi apocrifi (lógous apokryphous) che l'apostolo Mattia avrebbe ricevuto dal Signore<ref>''Contro le eresie'' 7,20</ref>.
[[Tertulliano]] accoppia come equivalenti i concetti di apocrifo e falso<ref>''De pudicitia'', 10,12</ref>, mentre [[Origene]] applica il termine di apocrifi a scritti giudaici non canonici, senza con ciò condannarli<ref>''Lettera a Giulio Africano'', 9; Comm. a Mt 10,18; ecc.</ref>, e afferma che non tutto ciò che si trova negli apocrifi è da respingere.
[[Atanasio di Alessandria]], stabilendo nella sua ''Lettera festale 39'', del 367, il canone degli scritti biblici, pone all'indice gli apocrifi come invenzione di eretici, composti tardivamente e spacciati per antichi. Il consolidamento dei canone in Occidente e in Oriente condusse alla definitiva svalutazione dei termine "apocrifo" e alla sua associazione con "eretico"<ref
=== Esclusione e tentativi di riabilitazione ===
Le Chiese che si richiamavano alla fondazione apostolica operarono una selezione all'interno di una vasta produzione che imitava i generi letterari del NT con l'intento di esplicitarne i messaggi e colmarne le lacune<ref
I [[vangeli apocrifi]] furono scritti sia da autori cristiani in comunione con la Chiesa che da svariate comunità giudicate eretiche<ref
=== Datazione ===
Generalmente la comunità scientifica riconduce l'origine dei [[vangeli apocrifi]] al [[II secolo]], ma ci sono controversie interessanti circa la datazione del [[Protovangelo di Giacomo]], del [[Vangelo di Tommaso]], e del [[Vangelo greco degli Egiziani]]. In questi ultimi due, per quanto datati comunemente nel II secolo
Il ''[[Protovangelo di Giacomo]]'' e i ''[[Racconti dell'infanzia del Signore Gesù]]'' risalgono alla seconda metà del II secolo, nonostante
== Confronto dei vangeli maggiori ==
Il materiale di questa tabella proviene da ''Gospel Parallels'' di B. H. Throckmorton<ref>{{en}} Burton H. Throckmorton Jr., ''Gospel Parallels: A Comparison of the Synoptic Gospels'', 5th revised edition, Thomas Nelson 1992.</ref>, ''The
{|class="wikitable"
Riga 293 ⟶ 296:
! !! [[Vangeli sinottici|Matteo, Marco, Luca]] !! [[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] !! [[Vangelo secondo Tommaso|Tommaso]] !! [[Vangelo degli Ebrei]]
|-
| Nuova Alleanza || Il tema centrale dei vangeli - Ama Dio con tutto il tuo cuore e il tuo prossimo come te stesso
|-
| Perdono || Molto importante - in particolare in Matteo e Luca<ref>Mt18:21, Lc17:4</ref> || Supposto<ref>Gv20:23</ref> || Non menzionato|| Molto importante - Il perdono è un tema centrale e questo vangelo entra nei maggiori dettagli<ref>[[San Girolamo]], ''Against Pelagius'' 3.2</ref>
|-
| [[Padre nostro]] || In Matteo e Luca ma non in Marco || Non menzionato || Non menzionato || Importante - “mahar” o "di domani"
|-
| Amare i poveri || Molto importante - Il giovane ricco<ref>Mt19:16, Mr10:17 e Lc8:18</ref>|| Supposto<ref>Gv12:8</ref> || Importante<ref>Tm 54</ref>||Molto importante - Il giovane ricco<ref>[[Origene di Alessandria]], ''Commento a Matteo'' 15:14</ref>
|-
| Inizio del ministero di Gesù || Gesù conosce [[Giovanni Battista]] ed è battezzato<ref>Mt3:1, Mr1:9, 3:21</ref>|| Gesù conosce Giovanni Battista<ref>Gv1:29</ref> ||Parla soltanto di Giovanni Battista<ref>Tm 46</ref> || Gesù incontra Giovanni Battista ed è battezzato. Questo vangelo espone i maggiori dettagli<ref name="Epiphanius, Panarion 30:13">Epifanio di Salamina, ''Panarion'', 30:13</ref>
|-
| Numero degli apostoli || Dodici<ref name="Mt10:1, Mr6:8, Lk 9:3">Mt10:1, Mr 6:8, Lc 9:3</ref> ||Dodici<ref name="Jn 13:23, 19:26, 20:2, 21:7, 21:20">Gv 13:23, 19:26, 20:2, 21:7, 21:20</ref>|| Non menzionato<ref name="Log 13">Tm 13</ref> || Dodici<ref name="Epiphanius, Panarion 30:13"/>
Riga 334 ⟶ 337:
Giuda<ref>Epiphanius, ''Panarion'' 30:13, Jerome, ''On Illustrious Men'', 2</ref>
|-
| Possibile autore || Sconosciuto;
|-
| Verginità di Maria|| In Matteo e Luca, ma non in Marco<ref>Matt 1:18</ref>|| Non menzionata || N/A dato che è un vangelo di detti di Gesù || Non menzionata
Riga 342 ⟶ 345:
| Stile di predicazione || Brevi battute; parabole || Saggio, [[Midrash]] || Detti, parabole<ref>Tm 107</ref> || Brevi battute; parabole
|-
| Narrazione || Parabole<ref>{{en}} [http://books.google.ca/books?id=goq0VWw9rGIC&pg=PA643&dq=Metaphor+Parables+%22gospel+of+John%22&lr=&num=100&cd=4#v=onepage&q=Metaphor%20Parables%20%22gospel%20of%20John%22&f=false Parables]</ref>|| Linguaggio figurato e metafore<ref>
|-
| Teologia di Gesù || Giudaismo liberale del I secolo<ref name="Hillel">Simile alle convinzioni espresse da [[Hillel]] (ad esempio, la "regola d'oro") [
|-
| Miracoli || Molti miracoli || Sette segni miracolosi || N/A || Pochi miracoli ma più credibili<ref>Girolamo, ''Commento a Matteo'' 2</ref>
Riga 354 ⟶ 357:
| Pasto pasquale|| Corpo e sangue = pane e vino || Il pasto è interrotto dalla lavanda dei piedi || N/A || La Pasqua ebraica è celebrata ma i dettagli sono sconosciuti<ref>[[Epifanio di Salamina]], Panarion 30:22</ref>
|-
| Sudario || Un singolo pezzo di stoffa || Molteplici pezzi di stoffa
|-
|Resurrezione|| Maria e le donne sono le prime a sapere che Gesù è risorto<ref>Mt28:1 Mt16:1 Lc24:1</ref>|| Aggiunge dettagli circa l'esperienza della Resurrezione di Gesù da parte di Maria Maddalena<ref>Gv20:11</ref>|| N/A || Gesù appare a suo fratello, Giacomo il Giusto.<ref name="Gerolamo, De viris illustribus, 2"/>
|}
== La Chiesa e la lettura dei vangeli ==
{{vedi anche|
Nel corso del I millennio, la Chiesa cattolica non ha mai sentito la necessità di promulgare nessuna regola circa la lettura dei vangeli in particolare e della Bibbia in generale: a tal proposito, infatti, l{{'}}''Enchiridion Symbolorum'' (la raccolta dei documenti ufficiali della Chiesa cattolica, a cura di
Tendenzialmente, monaci e clero secolare erano incoraggiati a leggere le scritture secondo le loro necessità spirituali, come scrive [[Ireneo]] in ''Contro gli eretici'' (3, 4)<ref>''[[Catholic Encyclopedia]]'', voce ''Scripture''</ref>.
Dall'inizio del II millennio cambia notevolmente il panorama teologico-sociale. Soprattutto nel sud della Francia e nel nord Italia compaiono le eresie di tipo gnostico, che sulla base di interpretazioni spiritualiste del messaggio dei vangeli, in particolare Giovanni, arrivavano a negare la bontà della materia in genere e delle sue manifestazioni concrete: matrimonio e procreazione, stato e potere temporale, sacramenti e Chiesa, erano tutti visti come frutti malvagi della corruzione del peccato originale. Il perfetto credente, in tale ottica, era l'asceta estraniato dal mondo e contrario alla corporeità, legato spesso a movimenti sociali che potevano sfociare in rivolte sociali.
La Chiesa pertanto, dietro pressante richiesta delle autorità politiche (Roberto II re di Francia, Guglielmo conte di Poitiers e duca di Aquitania, l'imperatore Enrico III)<ref>[[Rino Cammilleri]], ''Storia dell'inquisizione'', 1997, ISBN 88-8183-885-0, p. 16.</ref>, inizia a contrastare la lettura personale della Bibbia in lingua volgare per evitare gli eccessi gnostici:
{{Citazione|Proibiamo che qualsiasi laico possieda i libri dell'Antico o del Nuovo Testamento tradotti in lingua volgare. Se una persona pia lo desidera, può avere un Salterio o un Breviario... ma in nessun caso dovrà possedere i libri sopra menzionati tradotti in lingua romanza.|[[Sinodo di Tolosa]], sud della [[Francia]], [[1229]], durante l'apice dell'uragano gnostico<ref>Citato
Da notare come:
* la lettura biblica in lingua latina (traduzione della [[Vulgata]]) era permessa, pertanto è inesatto sostenere che in tale occasione la Chiesa vietò la Bibbia;
* il Sinodo di Tolosa non era un Concilio Ecumenico, ma appunto un sinodo locale: le sue deliberazioni, tra cui quella sopra riportata, non avevano valenza universale ed eterna per tutta la Chiesa cattolica, ma solo per i territori rappresentati dai partecipanti al sinodo (nella fattispecie, il sud della Francia) e solo per un limitato periodo di tempo (il periodo dell'emergenza gnostica).
La Chiesa infatti, in seguito, non si è opposta a priori alla diffusione di traduzioni bibliche in lingue moderne, ma solo a quelle che, a suo giudizio, veicolavano giudizi eretici. Queste le principali traduzioni
* in spagnolo, la ''Bibbia Alfonsina'', dedicata al re di Castiglia Alfonso X e realizzata in epoca pre-stampa nel 1280;
* in tedesco, una traduzione integrale a cura di John Rellach, pubblicata a Costanza nel 1450;
* in italiano, la ''Bibbia del Malermi'' (1471), ad opera del monaco camaldolese [[Nicolò Malermi]], soppiantata poi nel 1778 dalla ''Bibbia'' di [[Antonio Martini]];
* in francese, la ''Bibbia'' di [[Jacques Lefèvre d'Étaples]], pubblicata ad Anversa (1523-8);
* in inglese, la ''Bibbia di Douai'' (o di Reims) (1582 NT, 1609 intera Bibbia), tuttora la Bibbia cattolica ufficiale di lingua inglese.
Va sottolineato come tali Bibbie cattoliche, che si basavano sulla Vulgata latina e non sui testi originali greci ed ebraici, contenevano numerosi errori sia di stile sia di significato originario.
del gennaio 2006
Dopo il sinodo di Tolosa, il divieto relativo alla traduzione, possesso e uso di traduzioni volgari non autorizzate venne ribadito molte volte da singole Chiese locali allorquando si avvertiva il pericolo della diffusione di idee giudicate [[eresia|eretiche]]. In varie parti d'Europa si verificarono dunque roghi di copie non autorizzate e sanzioni di natura spirituale ai lettori di tali versioni (non sono infatti documentati processi e pene civili ai semplici lettori). Circa gli autori di traduzioni non autorizzate sono attestate solo due condanne capitali, entrambe in Inghilterra, relative a [[John Wycliffe]] e [[William Tyndale]]. Va sottolineato tuttavia che, per Wycliffe, la condanna a morte per eresia fu postuma (nel [[1415]] venne riesumato il corpo, sepolto alla morte nel [[1384]], e ne vennero bruciati i resti), e per Tyndale la condanna fu sancita non da un tribunale cattolico ma da un tribunale inglese, dunque anglicano, nel [[1536]]. Non è pertanto corretto, dunque, sostenere che la Chiesa cattolica ha ucciso chi traduceva la Bibbia.
Riga 391 ⟶ 394:
* non viene espresso un giudizio negativo sulla Bibbia;
* non viene vietata la lettura della Bibbia, ma solo vincolata alla sua traduzione ufficiale latina;
* non vengono vietate le traduzioni in lingue volgari per uso personale, che infatti continuarono a circolare liberamente, previa approvazione ecclesiastica.
In tale ottica, dunque, non dovrebbe essere visto come in contrasto con le promulgazioni precedenti l'affermazione del [[Concilio Vaticano II]] nel 1965:
Riga 397 ⟶ 400:
{{Citazione|È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura.|''[[Dei Verbum]]'' 22}}
Secondo altri invece questa affermazione sarebbe una conversione piuttosto controversa.
In tempi più recenti la Chiesa
== La visione islamica
Nell'[[Islam]] il termine [[Injil]] ({{
== Note ==
;Annotazioni
{{references}}▼
{{Gruppo di note}}
;Fonti
== Bibliografia ==
* Massimo Astrua, ''La storicità dei vangeli: una guerra vinta!'', Pessano, Mimep-Docete Edizioni,
* {{cita libro|autore=[[Corrado Augias]]|autore2=[[Mauro Pesce]]|titolo=[[Inchiesta su Gesù]]|editore=[[Oscar Mondadori]]|isbn= 978-88-04-57132-2|cid=Augias, 2006}}
* [[Rudolf Bultmann]], ''Nuovo Testamento e mitologia - Il manifesto della demitizzazione'', Queriniana Editrice, Brescia 1970, ISBN 978-88-399-0541-3▼
* {{cita libro|autore=Frederick Fyvie Bruce|titolo=The Acts of the Apostles|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|anno=1988|isbn=978-0-8028-2505-6|cid=Fyvie Bruce, 1988|lingua=en}}
▲* [[Rudolf Bultmann]], ''Nuovo Testamento e mitologia - Il manifesto della demitizzazione'', Brescia, Queriniana Editrice,
* Andrea Filippini, ''Protocristianesimo. Il cristianesimo del I secolo alla luce degli scritti neotestamentali'', GB EditoriA, Roma, 2013 ISBN 978-88-98158-08-9▼
*
▲* Andrea Filippini, ''Protocristianesimo. Il cristianesimo del I secolo alla luce degli scritti neotestamentali'', Roma, GB EditoriA
* [[Paul Mattei]], ''Il Cristianesimo antico. Da Gesù a Costantino'', Bologna, Il Mulino, 2012, ISBN 978-88-15-23762-0
* {{cita libro|autore=Battista Mondin|titolo=Storia della teologia: Epoca contemporanea|editore=Edizioni Studio Domenicano|anno=1997|isbn=978-88-7094-248-4|cid=Mondin, 1997}}
* Alberto Stefano, ''Vangelo e Storicità'', Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1995 ISBN 978-88-17-11122-5▼
* {{cita libro|autore=Stanley Porter|titolo=Reading the Gospels today|url=https://archive.org/details/readinggospelsto0000unse|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|anno=2004|isbn=978-0-8028-0517-1|cid=Porter, 2004|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Wilhelm Schneemelcher|autore2=Robert McLachlan Wilson|titolo=New Testament Apocrypha: Gospels and related writings|città=Westminster|editore=John Knox Press|anno=2003|isbn=0-664-22721-X|cid=Schneemelcher e McLachlan Wilson, 2003|lingua=en}}
▲* Alberto Stefano, ''Vangelo e Storicità'', Milano, Biblioteca Universale Rizzoli,
== Voci correlate ==
* [[Acqua della vita]]
* [[Bibbia]]
* [[Catena (bibbia) |Catena]] (commento [[Padri della Chiesa|patristico]])
* [[Dio (cristianesimo)]]
* [[Età apostolica]]
* [[Gesù]]
* [[Gesù nel Nuovo Testamento]]
* [[Gesù nel
* [[Kerigma]]
* [[Primi centri del
* [[Problema sinottico]]
* [[Vangeli sinottici]]
* [[Vangelo secondo Matteo]]
* [[Vangelo secondo Marco]]
Riga 432 ⟶ 445:
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|wikt=Vangelo
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM ''Vangelo''], su Vatican.va{{Collegamenti esterni}}
{{
{{Cristologia}}
{{Storia del cristianesimo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Bibbia|Gesù|letteratura}}
|