Automotrice: differenze tra le versioni

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Un{{'}}'''automotrice''' è un rotabile circolante su [[ferrovia|linee ferroviarie]] in grado di muoversi autonomamente, in quanto dotato di uno o più apparati [[motore|motori]] e relativo sistema di trasmissione, adibito al contempo al trasporto di viaggiatori, presentando così l'aspetto esteriore di una [[carrozza ferroviaria]]. Lo stesso termine nacque come semplificazione del termine originario, più lungo, ''carrozza automotrice''.
{{L|trasporti|agosto 2013}}
Il termine '''automotrice''' identifica generalmente un rotabile circolante su [[ferrovia|linee ferroviarie]] in grado di muoversi autonomamente, in quanto dotato di uno o più apparati [[motore|motori]] e relativo sistema di trasmissione, adibito al contempo al trasporto di viaggiatori, presentando così l'aspetto esteriore di una [[carrozza ferroviaria]]. Lo stesso termine nacque come semplificazione del termine originario, più lungo, ''carrozza automotrice''.
 
[[File:Fce a Valcorrente.jpg|thumb|right|Moderna automotrice di costruzione IMPA per ferrovia a scartamento ridotto]]
 
==Storia==
[[File:L'ALn 56.06 in sosta alla stazione di Misterbianco (1).jpg|thumb|left|L'ALn 56.06 della [[Ferrovia Circumetnea]] (appartenente alla serie delle [[Automotrice FCE ALn 56|ALn 56.01-06]]), del 1937, restaurata e riportata nella [[livrea]] originale, fotografata alla [[stazione di Misterbianco]] il 22 dicembre 2012.]]
Le automotrici vennero inizialmente progettate e realizzate soprattutto per risolvere una serie di problemi che affliggevano l'esercizio delle linee secondarie: il [[bilancio]] economico sempre più deficitario e la eccessiva lentezza dei [[treno|treni]] composti di materiale ordinario e [[locomotiva a vapore]] nelle tratte con molte fermate, cose che le rendevano sempre meno competitive rispetto al crescente [[trasporto su strada|traffico su strada]].
[[File:Novara - frazione Vignale - stazione ferroviaria - ALn 668.jpg|thumb|left|L'[[Automotrice FS ALn 668|ALn 668]].1551 delle [[Ferrovie dello Stato]], in arrivo a [[Stazione di Vignale|Vignale]].]]
Le automotrici vennero inizialmente progettate e realizzate soprattutto per risolvere una serie di problemi che affliggevano l'esercizio delle linee secondarie: il [[bilancio d'esercizio]] sempre più deficitario e l'eccessiva lentezza dei [[treno|treni]] composti di materiale ordinario e [[locomotiva a vapore]] nelle tratte con molte fermate, cose che le rendevano sempre meno competitive rispetto al crescente [[trasporto su strada|traffico su strada]].
 
Le prime realizzazioni furono simili ai [[tram|veicoli tranviari]] all'alba del [[XX secolo]]; in vari stati europei ove esistevano fabbriche di materiale motore vennero realizzate sia automotrici a [[motore a vapore|vapore]] che con [[motore elettrico|motori elettrici]] a [[corrente continua]], alimentati da [[Linea elettrica|linea aerea]], [[terza rotaia]] o [[pila (elettrotecnica)|accumulatori]].
 
Agli inizi degli [[anni 1910|anni dieci]] furono realizzati i primi rotabili dotati di un [[motore endotermico]] il più delle volte a [[benzina]] e a [[ciclo Otto]]. Si trattava tuttavia di veri e propri [[autobus]] su [[rotaia]], [[cambio (meccanica)|cambio]] e [[Freno|freni]] di tipo [[Automobile|automobilistico]], di scarsa potenza che presentarono però molti inconvenienti, fra cui l'alto consumo di carburante e l'elevato rischio di incendio. Vennero realizzati in Ungheria anche rotabili con tale impostazione ma muniti di trasmissione elettrica usati a partire dal [[1903]] sulle linee ferroviarie della compagnia ungherese ACsEV.
[[File:08.11.02 Otranto FSE Ad58.jpg|sinistra|miniatura|L'[[Automotrici Ad 51-80|Ad 58]] delle [[Ferrovie del Sud Est]], in sosta ad [[Stazione di Otranto|Otranto]].]]
 
Che il problema di un mezzo di trazione leggero ed economico fosse molto sentito dagli esercenti ferroviari e che non fosse solo italiano lo dimostra l'interesse suscitato nel [[1925]] dall'esposizione dei rotabili ferroviari di [[Seddin (Seddiner See)|Seddin]], presso [[Berlino]], dove tra l'altro si concretizzò la decisione delle [[Ferrovie dello Stato]] di ordinare e sperimentare le [[automotrici DWK]] ivi esposte.
[[File:ALn56 Fiat.jpg|thumb|right|Una ''Littorina'' della FCE restaurata]]
 
Nel [[1934]] la [[Fiat Ferroviaria]] consegnò alle [[Ferrovie dello Stato]] italiane le prime automotrici con [[motore Diesel]], dopo che l'anno prima aveva fornito una serie denominata Auto 48 (riclassificata in seguito [[Automotrice FS ALb 48|ALb 48]]); previa un'accurata campagna di stampa effettuata dal [[quotidiano|giornale]] "[[Il Popolo d'Italia]]", a fine ottobre del [[1933]] vienevenne coniato e diffuso il termine ''Littorina''. cheTale termine accompagnerà a lungo nel gergo popolare anche altri tipi di automotrice.
 
Le automotrici ovunque produssero incrementi, a volte incredibili, di traffico viaggiatori perché dimezzavano le percorrenze in molti casi e avevano in genere un [[comfort]] più elevato rispetto alle vecchie carrozze a due assi e terrazzini di uso generale. Nel settore delle automotrici [[elettricità|elettriche]] lo sviluppo è stato maggiormente precoce; già a partire dagli [[anni 1920|anni venti]] molte ferrovie secondarie private e pubbliche avevano adottato vari tipi di ''elettromotrici'' per economizzare sulla gestione.
 
Gli [[Anni 1940|anni quaranta]] hanno visto nascere molti progetti innovativi nel campo della trazione termica che spesso hanno visto la luce nell'[[secondo dopoguerra|immediato Dopoguerra]]; sono così nate automotrici sempre più capienti e prestanti.
 
Le ultime evoluzioni del concetto di automotrice, sempre più confortevoli e accessoriate, hanno visto nascere composizioni binate e veri e propri treni leggeri di tre o più elementi, in versione elettrica, Diesel o bimodale e più recentemente a idrogeno o a batteria.
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== Automotrici elettriche ==
[[File:Elettromotrice trifase E1-1902 cr.jpg|thumb|left|Una automotrice elettrica trifase, tipo RA 32.]]
Sulla scorta dell'esperienza maturata nel settore [[Tram|tranviario]] con l'uso dei motori a [[corrente continua]] a 650 Volt, furono sviluppati, in varie parti del mondo, mezzi di trazione automotori a trazione elettrica in grado di rimorchiare carrozze che, viaggiando promiscuamente con i treni ordinari su linee a grande traffico, non ne penalizzassero la circolazione a causa dello loro frequenti fermate.
L'ostacolo principale era l'elevato costo delle linee elettriche e delle apparecchiature di produzione e alimentazione dell'energia che non giustificava l'uso della trazione elettrica se non nel caso di ferrovie con lunghe [[Galleria (ingegneria)|gallerie]] o forti pendenze. La Svizzera in tal caso fu quella che più di altri puntò sul sistema.
 
=== Le automotrici elettriche in Italia ===
[[File:Laveno FNM elettromotrici.jpg|thumb|left|Automotrice pesante elettrica e rimorchiate delle Ferrovie Nord Milano in arrivo a Laveno nel 1979]]
[[File:Ancona - stazione ferroviaria - ALe 601.jpg|thumb|left|L'elettromotrice FS ''ALe 601.016'' (serie [[Automotrice FS ALe 601|ALe 601]]), e la rimorchiata ''Le 780.008'' (in primo piano), in sosta ad [[Ancona]], il 12 settembre 2000.]]
Le prime automotrici italiane furono elettriche, non a [[vapore]]. Lo scopo principale è da collegare al disavanzo di bilancio delle società ferroviarie nel caso molto frequente di treni composti da una sola vettura e al più un [[carro ferroviario merci|carro merci]] o un bagagliaio.
Il sistema si diffuse nelle zone di produzione di [[energia idroelettrica]] in cui la vicinanza alle [[centrale idroelettrica|centrali]] di produzione ne conteneva i costi di trasporto e in seguito nelle aree suburbane attorno alle grandi città come [[Milano]], [[Napoli]] e [[Roma]].
 
Il [[Governo]] italiano, nel [[1897]], nell'intento di porre soluzione ai problemi dell'economicità della gestione ferroviaria, patrocinò quattro esperimenti di trazione elettrica:
* Trazione elettrica con automotrici ad [[batteria ricaricabile|accumulatori]] sulla [[Ferrovia Milano-Monza]] della [[Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo|Rete Mediterranea]].
* Trazione elettrica con automotrici ad [[Batteria ricaricabile|accumulatori]], sulla linea [[Bologna]] [[San Felice sul Panaro]] della [[Società Italiana per le strade ferrate meridionali|Rete Adriatica]].
* Trazione elettrica a [[corrente continua]] a 650 [[volt]] sulla linea Milano [[Varese]], della Rete Mediterranea, con alimentazione a [[terza rotaia]].
* Trazione elettrica [[trifase]] ad alta tensione sulla linea della [[Valtellina]] della Rete Adriatica. Quest'ultimo esperimento fu una vera e assoluta novità mondiale che produsse l'interesse di molte ferrovie estere.
 
La prima realizzazione fu quella della Milano-Monza che iniziò l'esercizio nel febbraio del [[1899]] con una coppia di automotrici a [[carrello (ferrovia)|carrelli]] classificate [[Automotrici RM 5101-5102|RM 5101 e 5102]], dotate di due motori da 22 [[chilowatt|kW]] di [[potenza (fisica)|potenza]]. Offrivano 64 posti a sedere e raggiungevano la [[velocità]] di 60 [[chilometro orario|km/h]]. I motori venivano alimentati da una batteria di accumulatori al [[piombo]] disposte su due rami disponibili in serie o in parallelo. I rotabili pesavano 58 [[tonnellata|tonnellate]] di cui la maggior parte era costituita dalle batterie. L'esperimento, pur gradito dall'utenza, patì molti inconvenienti ed ebbe fine nel [[1904]].
 
Il secondo progetto, realizzato il 1º maggio [[1901]], ebbe un risultato migliore, tanto che le corse da Bologna vennero effettuate fino a [[Poggio Rusco]] e anche su [[Modena]] ma ebbe fine ugualmente nel [[1903]]. Anche qui veniva raggiunta la velocità di 60 km/h utilizzando quattro rotabili con 52 posti a sedere, classificati [[Automotrici RA 001-004|001 ÷ 004]] dalla [[Rete Adriatica]], di costruzione [[Diatto]] con due motori elettrici [[Ganz Transelektro|Ganz]] da 30 kW. Questi due esperimenti mostrarono la limitatezza della trazione ad accumulatori e spensero molte speranze.
Le automotrici ovunque produssero incrementi, a volte incredibili, di traffico viaggiatori perché dimezzavano le percorrenze in molti casi e avevano in genere un [[comfort]] più elevato rispetto alle vecchie carrozze a due assi e terrazzini di uso generale.
Nel settore delle automotrici [[elettricità|elettriche]] lo sviluppo è stato maggiormente precoce; già a partire dagli [[anni 1920|anni venti]] molte ferrovie secondarie private e pubbliche avevano adottato vari tipi di ''elettromotrici'' per economizzare sulla gestione.
 
Il 16 ottobre del [[1901]] ebbe inizio l'esercizio a corrente continua a 650 Volt, a [[terza rotaia]], sulla linea Milano Varese della [[Rete Mediterranea]]. Si trattava di una linea molto trafficata e vi vennero immesse 20 automotrici, classificate [[Automotrici RM 5111-5130|5111 ÷ 5130]] e 20 rimorchiate similari costruite in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]] di Milano su progetto [[General Electric|General Electric Company]]. Montavano 2 motori per carrello della potenza continuativa di 70 kW, raggiungevano la velocità di 85 km/h fornendo 63 posti a sedere. Il successo fu tale che l'elettrificazione venne prolungata fino a [[Porto Ceresio]]. Non essendo sufficienti i rotabili, nel [[1903]] venne fatta un'ulteriore ordinazione di 5 unità da 40 posti, bagagliaio e postale e l'anno dopo un ulteriore gruppo di 15 rotabili classificati [[Automotrici RM 5131-5146|5131 ÷ 5146]], di potenza inferiore ma attrezzate con un dispositivo di telecomando che ne rendeva possibile la composizione multipla. Nel [[1925]] queste ultime vennero trasferite a far servizio sulla [[Linea 2 (servizio ferroviario metropolitano di Napoli)|"metropolitana FS"]] di [[Napoli]], ove vennero accoppiate permanentemente con l'interposizione di una carrozza a due assi.
Gli [[Anni 1940|anni quaranta]] hanno visto nascere molti progetti innovativi nel campo della trazione termica che spesso hanno visto la luce nell'immediato Dopoguerra; sono così nate automotrici sempre più capienti e prestanti.
 
L'esperimento a corrente trifase ebbe luogo sulla [[Ferrovia della Valtellina|linea della Valtellina]] della Rete Adriatica e vide l'utilizzo di un mezzo di trazione innovativo che utilizzava non più corrente a bassa tensione ma tensioni oltre i 3000 Volt. Le automotrici elettriche furono di due tipi, cinque, classificate [[Automotrice FS E.1|RA 321 ÷ 325]] con 24 posti di 1ª classe e 32 di 2ª classe con [[carro merci|bagagliaio]] e postale, e cinque arredate lussuosamente con un salone dotato di [[divano|divani]] e tavolini. Queste erano tutte di costruzione Ganz e Mavag e svolsero servizio fino al [[1923]]. Nel 1914 in seguito alla elettrificazione della linea fino a Monza si spinsero fino a Milano, trainate da una locomotiva a vapore nel tratto Milano-Monza<ref>{{Cita|Cornolò, ''Automotrici''|p. 34|Cornolò 1985}}.</ref>. Nonostante la buona qualità e le tecniche innovative tuttavia rimasero l'unico esempio di automotrice trifase.
Le ultime evoluzioni del concetto di automotrice, sempre più confortevoli e accessoriate, hanno visto nascere composizioni binate o a tre elementi in versione sia elettrica, Diesel o bimodale.
 
Alla soglia degli [[anni 1930|anni trenta]] l'automotrice elettrica, a terza rotaia, trova la sua specializzazione nei servizi a carattere pendolare su linee a traffico intenso e vicinali delle grandi [[area metropolitana|aree metropolitane]] di Milano, nella direttrice di Varese e Porto Ceresio e di Napoli. In quest'ultima tuttavia, a partire dal [[1935]] e in conseguenza della elettrificazione a 3000 Volt della linea [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Napoli]], anche la [[Linea 2 (servizio ferroviario metropolitano di Napoli)|"metropolitana"]] viene trasformata con presa di corrente da linea aerea mediante [[Pantografo (trasporti)|pantografo]], a 3000 volt.
==Le automotrici elettriche==
[[File:Elettromotrice trifase E1-1902 cr.jpg|thumb|right|Una automotrice elettrica trifase tipo RA 32]]
 
In entrambi i casi si trattava di automotrici pesanti, che dopo la trasformazione a 3&nbsp;kV verranno denominate [[Automotrice FS E.623|E.623]]. Essendo dotate di avviatore automatico vennero permanentemente accoppiate alle rimorchiate pilota realizzando così dei complessi reversibili che presteranno servizio fino agli [[anni 1980|anni ottanta]].
Sulla scorta dell'esperienza maturata del settore [[Tram|tranviario]] furono sviluppati mezzi di trazione automotori a trazione elettrica in grado di rimorchiare carrozze che, viaggiando promiscuamente con i treni ordinari su linee a grande traffico, non ne penalizzassero la circolazione a causa dello loro frequenti fermate.
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]], ebbero successo gli elettrotreni ETR 200. Nel [[1935]] furono ordinate 12 unità del tipo [[Automotrici FS ALe 792 e ALe 882|ALe 792]] con cassa a trave tubolare e con largo uso di leghe leggere, con ambedue le testate [[aerodinamica|aerodinamiche]]; dotate di avviatore automatico erano telecomandabili fino a tre unità. Nello stesso anno ne vennero ordinate altre 10 di sola terza classe che presero il nome di [[Automotrici FS ALe 792 e ALe 882|ALe 882]]. Nel [[1938]] Breda realizzò anche una versione di lusso in due unità che prese il nome di [[Automotrice FS ALe 782|ALe 402]]: munita di cucina a bordo, presentava 17 posti di 1ª classe e 23 di 2ª. Raggiungeva la velocità di 130&nbsp;km/h.
==Le automotrici a vapore==
[[File:Automotrice a vapore FS gruppo 85.jpg|thumb|right|Figurino di automotrice a vapore del gruppo 85 FS]]
 
==Automotrici a vapore==
Mantenendo lo schema motore tradizionale, quello a [[Motore a vapore|vapore]] a stantuffi e [[biella (meccanica)|bielle]] si realizzarono realizzato vari tipi di automotrice a vapore in cui la parte motrice era accentrata sul primo [[carrello (ferrovia)|carrello]] che quindi risultava complesso e pesante, al quale faceva seguito la carrozza vera e propria con un carrello posteriore di tipo classico. Gli inconvenienti però erano tanti: La [[caldaia]], verticale, era piccola e il meccanismo motore ingombrante, le scorte d'[[acqua]] e di [[carbone]] troppo esigue per ragioni di spazio; ciò si traduceva in poca potenza e bassa autonomia. Inoltre la disposizione squilibrata dei pesi si traduceva in cattiva qualità di marcia e aggressività verso il [[Binario ferroviario|binario]]. Vi era infine l'handicap dei lunghi tempi di approntamento e di rimessaggio del rotabile che per giunta richiedeva la presenza di due agenti a bordo. Ce n'era abbastanza per raffreddare gli entusiasmi iniziali, tuttavia fino agli [[anni 1910|anni dieci]] in tutta [[Europa]] continuarono gli esperimenti di ogni tipo al punto che entro la prima decade del [[XX secolo]] si contavano più di un centinaio di automotrici a vapore nelle varie amministrazioni ferroviarie.
[[File:AEGV gőzmotorkocsi.JPG|thumb|left|Automotrice a vapore Ganz-DeDion Bouton a vapore del 1900, a scartamento 760 mm]]
[[File:Automotrice a vapore FS gruppo 85.jpg|thumb|left|Figurino di un'automotrice a vapore FS del gruppo 85.]]
La trazione a vapore con locomotive e treni di carrozze passeggeri spesso risultava avere un costo di esercizio eccessivo nelle ferrovie secondarie con pochi passeggeri; allo scopo di ridurre i costi si pensò di accorpare in un solo veicolo sia la locomotiva che il comparto passeggeri. Mantenendo lo schema motore tradizionale, quello a [[Motore a vapore|vapore]] a stantuffi e [[biella (meccanica)|bielle]], furono studiati, in varie nazioni, alcuni prototipi di automotrice a vapore in cui la parte motrice era accentrata sul primo [[carrello (ferrovia)|carrello]], che quindi risultava complesso e pesante, al quale faceva seguito la carrozza vera e propria con un carrello posteriore di tipo classico. Gli inconvenienti però erano tanti: La [[generatore di vapore|caldaia]], verticale, per ragioni di ingombro massimo, era piccola e il meccanismo motore ingombrante; le scorte d'[[acqua]] e di [[carbone]] erano troppo esigue per ragioni di spazio; l'insieme di queste cose si traduceva ovviamente in una potenza limitata e una bassa autonomia. C'era anche il problema della ripartizione delle masse, la cui disposizione squilibrata si traduceva in una cattiva qualità di marcia e un'elevata aggressività verso il [[Binario ferroviario|binario]]. Vi era infine l'handicap dei lunghi tempi di approntamento e di rimessaggio del rotabile che per giunta richiedeva la presenza di due agenti a bordo.
Gli entusiasmi iniziali si ridimensionarono presto, tuttavia fino agli [[anni 1910|anni dieci]] in tutta [[Europa]] continuarono ad essere fatti esperimenti e approntate configurazioni di ogni tipo, al punto che entro il primo decennio del [[XX secolo]] si contavano più di un centinaio di automotrici a vapore ripartite nelle varie amministrazioni ferroviarie.
 
==Le prime automotrici con motore endotermico==
[[File:Acsev14.jpg|thumb|left|Una delle prime automotrici termiche (n.14 della ACsEV anno 1903 prodotta dalla Johann Weitzer Company (Arad)) di costruzione ungherese]]
Una delle prime utilizzazioni al mondo di rotabili automotori dotati di motori termici fu quella operata dalla compagnia ferroviaria ungherese ACsEV che dopo il deludente esercizio con automotrici a vapore nel [[1903]] iniziò a provare automotrici a motori termici a trasmissione elettrica. In seguito alla riuscita dell'esperimento a partire dal 1906 acquistò circa 40 rotabili del tipo; realizzati dalla fabbrica Johann Weitzer di Arad (Weitzer János Gép,- Waggongyár és Vasöntöde Részvénytársaság) montavano motori De Dion-Bouton ed equipaggiamenti elettrico Siemens-Schuckert.
[[File:Acsev14.jpg|thumb|right|Una delle prime automotrici termiche di costruzione ungherese]]
Può sembrare paradossale ma fu la [[prima guerra mondiale]] a dare un forte impulso allo sviluppo dei [[motore endotermico|motori endotermici]]; infatti nei primi [[anni 1920|anni venti]] cominciò a manifestarsi un sempre maggiore interesse allo sviluppo di progetti che usassero tale propulsione per muovere una carrozza, dato che l'uso del [[motore elettrico]], pur dando eccellenti risultati, necessitava di complesse e costose linee aeree per alimentarlo con la [[corrente elettrica]], ancor più se si trattava di un sistema [[trifase]] e quindi diveniva conveniente solo in presenza di un forte traffico di viaggiatori.
 
Può sembrare paradossale ma fu la [[prima guerra mondiale]] a dare un forte impulso allo sviluppo dei [[motore endotermico|motori endotermici]]: nei primi [[anni 1920|anni venti]] cominciò a manifestarsi un sempre maggiore interesse allo sviluppo di progetti che usassero tale propulsione per muovere una carrozza, dato che l'uso del [[motore elettrico]], pur dando eccellenti risultati, necessitava di complesse e costose linee aeree per alimentarlo con la [[corrente elettrica]], ancor più se si trattava di un sistema [[trifase]] e quindi diveniva conveniente solo in presenza di un forte traffico di viaggiatori.
L'anno [[1924]] fu un anno cruciale: a [[Berlino]], alla stazione di Seddin si tenne un congresso ferroviario in occasione del quale si organizzò un'esposizione di rotabili ferroviari. La delegazione di funzionari delle FS si interessò molto, e volle provarli, a un gruppo di nuove automotrici costruite dalla ''[[Deutsche Werke]] Kiel A.G.''(DWK). Si trattava di un rotabile a carrelli che veniva mosso da un motore [[Mercedes-Benz]] a 6 [[cilindro (meccanica)|cilindri]], alimentato a [[benzolo]] a [[ciclo Otto]] con [[carburatore]]; la trasmissione era composta da [[frizione (meccanica)|frizione]] e [[cambio (meccanica)|cambio]] meccanico a [[ingranaggio|ingranaggi]]. Il rotabile era disponibile in varie versioni con motori e [[scartamento ferroviario|scartamento]] differenti. Nello stesso anno la ditta Romeo di [[Milano]] otteneva la licenza di costruzione che venne attuata nello stabilimento [[CEMSA]] di [[Saronno]]. Nello stesso 1924 venne emanato un decreto che incentivava l'uso di automotrici a motore endotermico così le FS ne ordinarono quattro unità ma ne chiesero la trasformazione dell'alimentazione a miscela di [[nafta]] e [[benzina]] con l'applicazione di uno speciale carburatore brevettato, [[Aliverti]]. Le unità furono la C.8701, poi N.8701, del ''tipo 1'' da 160&nbsp;CV e le C.8801-03 (poi N.8801-03) da 100&nbsp;CV.
L'anno [[1924]] fu un anno cruciale: a [[Berlino]], alla stazione di Seddin si tenne un congresso ferroviario in occasione del quale si organizzò un'esposizione di rotabili ferroviari. La delegazione di funzionari delle FS si interessò molto, e volle provarli, a un gruppo di nuove automotrici costruite dalla ''[[Deutsche Werke]] Kiel A.G.''(DWK). Si trattava di un rotabile a carrelli che veniva mosso da un motore [[Mercedes-Benz]] a 6 [[cilindro (meccanica)|cilindri]], alimentato a [[benzolo]] a [[ciclo Otto]] con [[carburatore]]; la trasmissione era composta da [[frizione (meccanica)|frizione]] e [[cambio (meccanica)|cambio]] meccanico a [[ingranaggio|ingranaggi]]. Il rotabile era disponibile in varie versioni con motori e [[scartamento ferroviario|scartamento]] differenti. Nello stesso anno la ditta Romeo di [[Milano]] otteneva la licenza di costruzione che venne attuata nello stabilimento [[CEMSA]] di [[Saronno]]. Nello stesso 1924 venne emanato un decreto che incentivava l'uso di automotrici a motore endotermico così le FS ne ordinarono quattro unità ma ne chiesero la trasformazione dell'alimentazione a miscela di [[nafta]] e [[benzina]] con l'applicazione di uno speciale carburatore brevettato, [[CEMSA#I rotabili ferroviari|Aliverti]]. Le unità furono la C.8701, poi N.8701, del ''tipo 1'' da 160&nbsp;CV e le C.8801-03 (poi N.8801-03) da 100&nbsp;CV.
 
Nel [[1925]] anche la ''Compagnia Generale Tranvie Piemontesi'' e la ''Compagnia delle Ferrovie del Mezzogiorno d'Italia'' (CMFI, [[Ferrovia Alifana]]) ne acquisirono una ciascuno. Quest'ultima poi la cedette, assieme a un'altra automotrice [[Allgemeine Elektrizitäts-Gesellschaft|AEG]]-OM, a ciclo Otto e alimentazione mista, alla ''Società per le Ferrovie Secondarie della Sicilia'' che le impiegò per molti anni sulla [[ferrovia Siracusa Ragusa Vizzini]].
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Tra il 1925 e il [[1926]] le officine FS di [[Firenze]] utilizzando la cassa di una vecchia automotrice a vapore del gruppo 85, costruirono una automotrice dotata di un motore a ciclo Otto, alimentato a nafta, con carburatore riscaldato dai gas di scarico, e una trasmissione elettrica, sicuramente molto più efficiente rispetto alla trasmissione meccanica tradizionale; venne denominata CE.860 (poi N.8301) e rimase utilizzata fino al [[1934]]. Utilizzando la trasmissione elettrica ne vennero costruite ulteriori unità tra cui, intorno al [[1928]] una per la rete a [[scartamento ridotto]] della [[Sicilia]].
 
==Le automotriciAutomotrici Diesel==
[[File:Littorina a bronte.jpg|thumb|left|Automotrice a [[Bronte]]]]
{{Approfondimento
|titolo = Il mito della ''Littorina''
[[File:Stazione di aosta 0003452 m.jpg|thumb|left|Una littorina ferma alla [[stazione di Aosta]], in una cartolina degli anni '30.]]
|contenuto=Il termine "littorina" nell’immaginario popolare evocava fino a qualche tempo fa il materiale rotabile leggero a [[motore endotermico|trazione termica]] (Diesel, benzina, gas) di qualunque [[Scartamento ferroviario|scartamento]]. Dato che quantomeno nella colorazione i rotabili appartenenti alle classi [[Automotrice ALb 48|ALb 48]], [[Automotrice ALn 56|ALn 56]] e [[Automotrice ALn 772|ALn 772]] si rassomigliavano, l'uso popolare del termine si è esteso anche ad altri tipi di rotabili automotori, mentre nella terminologia ufficiale delle FS è sempre stato usato il termine "automotrice".
|contenuto = Il termine "littorina" nell'immaginario popolare evocava fino a qualche tempo fa il materiale rotabile leggero a [[motore endotermico|trazione termica]] (Diesel, benzina, gas) di qualunque [[Scartamento ferroviario|scartamento]]. Dato che quantomeno nella colorazione i rotabili appartenenti alle classi [[Automotrice ALb 48|ALb 48]], [[Automotrice ALn 56|ALn 56]] e [[Automotrice ALn 772|ALn 772]] si rassomigliavano, l'uso popolare del termine si è esteso anche ad altri tipi di rotabili automotori, mentre nella terminologia ufficiale delle FS è sempre stato usato il termine "automotrice".
 
L'allora ''neologismo'', coniato intorno al 1932-1933, non è certo come sia nato: è probabilmente derivato dall’apposizione sul muso dell'automotrice Alb 48 di un fascio littorio (messo davanti alla locomotiva o all’automotrice come spesso accade per i simboli del potere assoluto davanti alla locomotiva o all’automotrice; esempi ne sono le locomotive sovietiche o cinesi con altrettanto vistose simbologie comuniste). Da ricordare che nell'immaginario collettivo [[Futurismo|futuristico]] proprio di quell'epoca il treno era considerato un autentico mito di velocità e progresso. [[Benito Mussolini|Mussolini]] stesso contribuì al lancio d'immagine di questo mezzo effettuando appositamente un viaggio su una Alb 48 in visita alla [[Stazione di Latina|stazione di Littoria]] (oggi [[Latina]])<ref>Altre fonti (cf {{Cita|Pedrazzini, ''A.T.R. 100''|p. 5|CP-NMSF8-1976}}) sostengono che la denominazione di littorine deriva proprio da Littoria, città che vide il loro esordio.</ref><ref>Vedi [[Francesco Guccini]]: ''[[Dizionario delle cose perdute]]'', Arnoldo Mondadori editore, 2012 ISBN 9788852023378</ref>, qualche settimana prima della inaugurazione ufficiale della nuova città<ref>Giornale Luce B0172 del 2/12/1932 "S.E. il Capo del Governo si è recato nell'Agro Pontino su di una nuova auto-vettura ferroviaria che può raggiungere una velocità oraria di 118 km."</ref>. Il termine tuttavia risulta enfaticamente usato anche nelle locandine pubblicitarie delle prime ALb 48 dalla stessa casa costruttrice, [[Fiat]], e nell'annuncio della presentazione del nuovo rotabile sul quotidiano di regime ''[[Il Popolo d'Italia]]''.
Proprio a causa della capillarità di diffusione delle automotrici in tutta la rete ferroviaria italiana di stato e in concessione il termine si estese a macchia d’olio sopravvivendo ampiamente alla caduta del regime fino a quando la sempre maggiore diffusione dei rotabili moderni e innovativi e il cambio generazionale dell’utenza ferroviaria ha decretato la quasi scomparsa del termine.
[[File:Stazione di aosta 0003452 m.jpg|thumb|right||Una littorina ferma alla [[stazione di Aosta]] in una cartolina d'epoca degli anni '30.]]
}}
Proprio a causa della capillarità di diffusione delle automotrici in tutta la rete ferroviaria italiana di stato e in concessione il termine si estese a macchia d’olio sopravvivendo ampiamente alla caduta del regime fino a quando la sempre maggiore diffusione dei rotabili moderni e innovativi e il cambio generazionale dell’utenza ferroviaria ha decretato la quasi scomparsa del termine.}}
Gli esperimenti di trazione termica applicati a rotabili automotori in Europa risalgono di massima agli [[anni 1930|anni trenta]] sono quelli della svolta; dopo i tanti progetti che avevano evidenziato i limiti e l'inaffidabilità dei vari sistemi adottati,a le FS provarono ancora due [[prototipo|prototipi]] di automotrici, la VT.63 [[Austro-Daimler]] detta anche ''Blauer Pfeil'' di costruzione [[austria]]ca nel [[1934]]<ref>{{Cita|Luigi Munzi, ''Austro-Daimler sui binari italiani''|| iT4}}</ref> e la [[Micheline]], di costruzione [[francia|francese]] nel [[1932]]vapore.
 
Due [[prototipo|prototipi]] di automotrici, la VT.63 [[Austro-Daimler]] detta anche ''Blauer Pfeil'' di costruzione [[austria]]ca nel [[1934]]<ref>{{Cita|Luigi Munzi, ''Austro-Daimler sui binari italiani''||iT4}}</ref> e la [[Micheline]], di costruzione [[francia|francese]] nel [[1932]] fecero sensazione per le soluzioni adottate.
La prima era una bassa e profilata vettura a due assi le cui ruote avevano interposto tra l'asse e il [[cerchione]] uno [[pneumatico]] che serviva a rendere la marcia dolce e senza scosse. Era azionata da due motori a benzina da 60&nbsp;kW con trasmissione idraulica [[Voith]] e raggiungeva i 100&nbsp;km/ora.
 
La prima era una bassa e profilata vettura a due assi le cui ruote avevano interposto tra l'asse e il [[cerchione]] uno [[pneumatico]] che serviva a rendere la marcia dolce e senza scosse. Era azionata da due motori a benzina da 60&nbsp;kW con trasmissione idraulica [[Voith (azienda)|Voith]] e raggiungeva i 100&nbsp;km/ora.
La seconda era un'automotrice articolata, costruita dalla [[Michelin]], con il gruppo cabina-motore a tre assi sul quale era montato un motore [[Panhard|Panhard & Levassor]] a benzina da 70&nbsp;kW. La trasmissione avveniva attraverso un cambio meccanico sul secondo asse accoppiato per mezzo di una [[catena di trasmissione]] al terzo. La carrozza era appoggiata su uno [[snodo]] e posteriormente aveva un carrello a due assi. Piccola e leggerissima, pesava a pieno carico appena 6.900&nbsp;kg; raggiungeva i 70&nbsp;km/ora. La vera particolarità di questa automotrice era quella di avere al posto delle solite ruote di [[metallo]] degli pneumatici veri e propri che facevano presa sulla [[rotaia]] assicurando un'aderenza elevata. Un bordino metallico le teneva sul binario. All'ottimo coefficiente di [[aderenza]] era però contrapposto l'elevato consumo degli pneumatici, ovviamente di costruzione Michelin.
 
La seconda era un'automotrice articolata, costruita dalla [[Michelin]], con il gruppo cabina-motore a tre assi sul quale era montato un motore [[Panhard|Panhard & Levassor]] a benzina da 70&nbsp;kW. La trasmissione avveniva attraverso un cambio meccanico sul secondo asse accoppiato per mezzo di una [[catena di trasmissione]] al terzo. La carrozza era appoggiata su uno [[snodo]] e posteriormente aveva un carrello a due assi. Piccola e leggerissima, pesava a pieno carico appena 6.900&nbsp;kg; raggiungeva i 70&nbsp;km/ora. La vera particolarità di questa automotrice era quella di avere al posto delle solite ruote di [[metallo]] degli pneumatici veri e propri che facevano presa sulla [[rotaia]] assicurando un'aderenza elevata. Un bordino metallico le teneva sul binario. All'ottimo coefficiente di [[aderenza]] era però contrapposto l'elevato consumo degli pneumatici, ovviamente di costruzione Michelin. Ambedue i rotabili effettuarono un lungo giro dimostrativo anche in [[Italia]] ma non diedero alcun seguito di ordinazione.
Ambedue i rotabili effettuarono un lungo giro dimostrativo per l'[[Italia]] suscitando più curiosità che vero interesse e non diedero alcun seguito di ordinazione. Pur interessanti erano di poca utilità pratica nel variegato e difficile panorama delle ferrovie italiane. L'ultimo rotabile, che concluse il periodo degli esperimenti fu l'automotrice a due assi [[Automotrice FS ALb 25|ALb 25]] [[Fiat Ferroviaria|Fiat]] costruita nel [[1931]] per la brevissima [[Ferrovia Cerignola Campagna-Cerignola Città|linea ferroviaria Cerignola Città-Cerignola Campagna]] in grado di trainare un rimorchio di tipo analogo, a due assi. Si trattava di un vero e proprio [[autobus]] su rotaia da 25 posti e svolse un modesto servizio per alcuni anni.
 
La [[Fiat Ferroviaria|Fiat]] costruì nel [[1931]], per la brevissima [[Ferrovia Cerignola Campagna-Cerignola Città|linea ferroviaria Cerignola Città-Cerignola Campagna]], un'automotrice a due assi [[Automotrice FS ALb 25|classificata ALb 25]] in grado di trainare un rimorchio di tipo analogo, a due assi. Si trattava di un vero e proprio [[autobus]] su rotaia da 25 posti.
[[File:Littorina36.jpg|thumb|left|upright=1.2|Littorina per il trasporto feriti [[Etiopia]] nel 1936]]
Tra il [[1932]] e il [[1933]] avvenne la presentazione di un nuovo tipo di automotrice Fiat, bidirezionale, con un singolo motore a benzina, della capienza di 48, 64 e 80 posti con delle prestazioni interessanti in termini di velocità; raggiungevano infatti agevolmente i 110&nbsp;km/h. Si trattava della prima realizzazione che, abbandonati i vecchi concetti, adottava una cassa leggera montata su due carrelli a due assi di cui uno motore; uno dei carrelli alloggiava il motore, ma nella versione da 80 posti erano motorizzati ambedue. Il modello in oggetto venne al principio denominato '''''Auto 48.xx''''' e solo in seguito prese la numerazione [[Automotrice ALb 48|ALb 48.xx]].
 
Il motore a benzina, in Italia, fu presto abbandonato in favore di quello a [[gasolio]], più sicuro nel funzionamento e con curva di [[coppia motrice]] più favorevole.
Presto comunque verrà abbandonato il pur prestante motore a benzina in favore di quello a [[gasolio]], più lento ma più sicuro e con curva di [[coppia motrice]] più favorevole. Inoltre il numero di posti offerti verrà standardizzato a 56 anche nelle versioni della Breda e dell'Ansaldo. Le nuove automotrici costruite a centinaia, anche nella versione a comando multiplo [[Automotrice FS ALn 556|Aln 556]], vennero prodotte in svariate versioni anche per le ferrovie in concessione, in vari tipi di allestimento, e anche in versioni allungate da 80 posti e miste [[Automotrice FS ALDn 32|ALDn 32]] per servizi di posta e merci. Una versione speciale fu il poco noto [[Autotreno FS ATR 100|ATR 100]], prodotto in nove unità con allestimenti lussuosi e che nelle intenzioni doveva essere il fiore all'occhiello ma che risentì molto dei limiti tecnici rappresentati dai motori montati sui carrelli.
Fu scelto un modello di automotrice a 56 posti. Le automotrici furono prodotte da Fiat, Breda e Ansaldo a centinaia, anche a comando multiplo e anche in versioni allungate da 80 posti e miste [[Automotrice FS ALDn 32|ALDn 32]] per servizi di posta e merci.
 
[[File:Littorina36.jpg|thumb|left|upright=1.3|Littorina per il trasporto feriti [[Etiopia]] 1936]]
 
Dello stesso periodo si ricorda la scelta operata da alcune ferrovie in concessione in favore di un modello di automotrice tedesca costruita dalla [[MAN AG|MAN]] (Maschinenfabrik Augsburg Nürnberg) a partire dal [[1934]] che venne costruita su licenza in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche della Stanga]] e dalle [[Officine Meccaniche Reggiane|Officine Meccaniche Italiane]] di [[Reggio Emilia]], conosciute anche come ''Reggiane'' e acquistate dalla [[Società Veneta]] che le immatricolò come [[Automotrice SV ADn 500|ADn 500]]; dalle [[Ferrovie del Sud Est]] che le denominò [[Automotrice FSE Ad 01-10|Ad 01-10]]; e dalle [[Ferrovie Reggiane|CCFR]] dove furono numerate [[Automotrice ALn 9000|ALn 9000]]. La robustezza di tale rotabile venne dimostrata dalla sua sopravvivenza fin quasi ai giorni nostri.
 
Le automotrici del tipo ALn 56 e derivate vennero costruite fino al [[1939]], tuttavia a tale data si manifestavano già chiari i limiti dell'impostazione meccanica del gruppo propulsore montato sul carrello; oltre ai problemi di stabilità alle velocità più elevate e alla criticità della distribuzione dei pesi c'era anche il problema delle avarie che il motore subiva a causa dei continui urti e scossoni indotti dalla marcia. La soluzione venne trovata nel motore ancorato alla cassa. Le masse non sospese così diminuirono drasticamente con un beneficio complessivo del rotabile. Fu la OM, associata alla Fiat, a produrre il modello ALn 72, seguito da quello [[Automotrice ALn 772|ALn 772]] che oltre ad avere il motore ancorato alla cassa presentava anche l'innovazione del cambio idraulico e un carrello a passo lungo che determinava una elevata stabilità di marcia dei rotabili.
 
In [[Germania]] ebbe successo un modello di automotrice costruita dalla [[MAN AG|MAN]] (Maschinenfabrik Augsburg Nürnberg) a partire dal [[1934]] costruita su licenza anche in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche della Stanga]] e dalle [[Officine Meccaniche Reggiane|Officine Meccaniche Italiane]] di [[Reggio Emilia]], acquistate dalla [[Società Veneta]] che le immatricolò come [[Automotrice SV ADn 500|ADn 500]]; dalle [[Ferrovie del Sud Est]] che le denominò [[Automotrice FSE Ad 01-10|Ad 01-10]]; e dalle [[Ferrovie Reggiane|CCFR]] dove furono numerate [[Automotrice ALn 9000|ALn 9000]].
Con la stessa filosofia costruttiva vennero alla luce anche le automotrici dei gruppi [[Automotrice ALn 880|ALn 880]] e [[Automotrice ALn 990|ALn 990]], quest'ultima la più grande automotrice immatricolata nel parco FS fino allora. Il successo della ALn 772 veniva ritentato dall'OM con le [[Automotrice ALn 773|ALn 773]] e [[Automotrice ALn 873|ALn 873]] anche in questo caso però con il motore sottocassa.
[[File:Boston and Maine RDC 6127 on Railroad Enthusiasts fantrip at West Peabody, April 27, 1969 (26151951526).jpg|thumb|left|upright=1.2|Treno di automotrici Budd della ferrovia Boston and Maine]]
[[File:ALn668-1061.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Automotrice FS ALn 668.1000|Automotrice Fiat 668 della serie 1000]] di [[Trenitalia]] con motore turbocompresso]]
Nel Dopoguerra si diffuse l'uso di motori sottocassa nei rotabili nella soluzione del [[motore a sogliola]].
 
Negli [[Stati Uniti d'America]] intorno al 1932 la [[Budd Company]] iniziò a produrre automotrici, ma la produzione di una grande serie avvenne intorno al 1949 quando produsse una serie di veicoli definiti [[Budd Rail Diesel Car]].
[[File:ALn668-1061.jpg|thumb|right|[[Automotrice FS ALn 668.1000|Automotrice Fiat 668 della serie 1000]] con motore turbocompresso]]
[[File:Lecce - Stazione - FSE Ad44.jpg|sinistra|miniatura|[[Automotrici Ad 31-45|Automotrice Fiat Ad 44]] (variante della ALn 668) delle [[Ferrovie del Sud Est]] con motore turbocompresso]]
Il Dopoguerra vide la nascita di rotabili tutti costruiti con la ormai classica soluzione del [[motore a sogliola]] montato sottocassa, a volte [[sovralimentazione|turbocompresso]], e con la scelta quasi obbligata del cambio meccanico per la Fiat e il cambio idraulico per la OM.
{{-}}
 
== Automotrici ad alimentazione alternativa ==
L'automotrice [[Automotrice FS RALn 60|RALn 60]] e la sua omologa a scartamento ordinario [[Automotrice ALn 64|ALn 64]] furono il preludio al più diffuso modello unificato di automotrice Fiat; l'[[Automotrice ALn 668]] costruita in svariate versioni fino a tempi recenti.
A partire dal 2000, in conseguenza di una maggiore sensibilità ai problemi ambientali, iniziò la progettazione di veicoli automotori più rispondenti alla necessità di abbattere le emissioni inquinanti.
La trasmissione elettrica, già sperimentata agli albori, venne utilizzata per lo più in automotrici per ferrovie in concessione di costruzione [[Tecnomasio Italiano-Brown-Boveri]] ma non più adottata per i rotabili FS.
 
Nel 2012 in [[Germania]] la compagnia ferroviaria statale [[LNGV]] iniziò a sostituire le locomotive diesel da manovra con nuove a idrogeno. Nacque così anche la progettazione di automotrici, per servizio viaggiatori, alimentate ad idrogeno<ref>{{cita web|url=https://www.stadlerrail.com/it/flirt-h2/details/|accesso=13 gennaio 2024|titolo=Stadler FLIRT H<sub>2</sub>|}}</ref> e altre soluzioni sperimentali con alimentazione ad accumulatori di nuova generazione. La [[Stadler Rail|Stadler]] ha venduto il suo primo [[Stadler FLIRT|FLIRT]] H₂, per trasporto passeggeri negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel 2019. Il 17 settembre 2018, un treno a idrogeno, virtualmente a zero emissioni, [[Alstom Coradia-LINT|Alstom Coradia]] iLint da 300 passeggeri ha iniziato a circolare in Bassa Sassonia, nel Nord della Germania, sulla tratta Cuxhaven - Bremerhaven - Bremervörde - Buxtehude di circa 160 chilometri; è il primo di una serie di 14 treni già ordinati<ref>{{cita web|url=https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/in-germania-il-primo-treno-al-mondo-a-idrogeno|accesso=13 gennaio 2024|titolo=In Germania il primo treno al mondo a idrogeno|}}</ref>. In Italia [[Gruppo FNM|FNM]] e [[Alstom]] hanno presentato nel corso di [[EXPO Ferroviaria]] 2023 il 1° treno a idrogeno HMU 214.003, che dopo una prima fase di prove, entrerà in servizio sulla [[Ferrovia Brescia-Iseo-Edolo|linea Brescia-Iseo-Edolo]]<ref>{{cita web|url=https://www.rinnovabili.it/le-aziende-informano/fnm-alstom-treno-a-idrogeno-italia/|accesso=13 gennaio 2024|titolo=FNM e Alstom presentano il primo treno a idrogeno in Italia}}</ref> nel 2025. Nel marzo 2024 il secondo treno ad idrogeno HMU 214.002, è stato inviato da [[Savigliano]] allo stabilimento [[Alstom]] di [[Salzgitter]] per dei test. Quattro convogli identici sono in produzione per le [[Ferrovie del Sud Est]] al fine di utilizzarli sulle tratte non elettrificate e, quindi, candidate all'uso dell'idrogeno, ovvero le linee [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]], [[Ferrovia Casarano-Gallipoli|Casarano-Gallipoli]] e [[Ferrovia Lecce-Gallipoli|Lecce-Gallipoli]], con riutilizzo dell'attuale scalo merci abbandonato di [[Melissano]], riconvertito appositamente per la sosta e il rifornimento di queste unità ad idrogeno.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=La Redazione|url=https://www.rinnovabili.it/mobilita/ferrovie/alstom-primo-treno-a-idrogeno-italia-2025/|titolo=Il primo treno a idrogeno italiano sta per partire|sito=Rinnovabili|data=2024-09-03|accesso=2025-09-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://openpnrr.it/progetti/380821/|titolo=Progetto PNRR per acquisto Treni ad Idrogeno}}</ref>
L'ultima generazione di automotrici vede il sempre maggiore impiego di automotrici a composizione bloccata di due, tre o più elementi come nel caso delle ALn 501/502 ''[[Minuetto (treno)|Minuetto]]'', tuttavia è doveroso precisare che nonostante la sigla ALn significhi automotrice leggera, il loro peso, conseguentemente alle nuove concezioni del servizio non permette più di considerarle ''leggere''.
 
==Note==
Riga 94 ⟶ 120:
| anno = 1959
| ed = 2
| ISBN = {{NoISBN}}
| cid = Costantini
}}
Riga 102 ⟶ 128:
| mese= luglio-agosto
| titolo = La trazione a combustione interna
| rivista = [[Ingegneria ferroviariaFerroviaria (rivista)|Ingegneria Ferroviaria]]
| volume = 16
| numero = n. 7-8
Riga 147 ⟶ 173:
| mese = dicembre
| titolo = Austro Daimler sui binari italiani
| rivista = [[I treniTreni oggiOggi]]
| volume = 1 (1980)
| numero = n,&nbsp;4
Riga 233 ⟶ 259:
| mese = maggio
| titolo = Purrey in Italia
| rivista = [[I treniTreni]]
| volume = 20
| numero = n. 204
Riga 269 ⟶ 295:
| cid = CP-NMSF8-1976
}}
* {{cita libro
| autore = Stefano Maggi, Gian Guido Turchi, Marcello Cruciani
| titolo = Littorine. L'interpretazione italiana dell'automotrice termica
| editore = Pegaso
| città = Firenze
| anno = 2008
| ISBN = 978-88-95248-15-8
| cid =
}}
 
==Voci correlate==
Riga 277 ⟶ 312:
*[[Micheline]]
*[[Elettrotreno]]
*[[Lista dei rotabiliRotabili italiani]]
 
==Collegamenti esterni==
== Altri progetti ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Interprogetto| commons=Category:Multiple units, motor coaches and railcars of Italy| commons_etichetta=Automotrici in Italia| commons_preposizione=sulle}}
* {{cita web|https://scalaenne.wordpress.com/2019/05/04/antologia-visuale-delle-littorine-fiat-cronologia-della-produzione-anteguerra/|Automotrici FIAT di prima generazione (1931-1945)}}
 
{{Treni e ferrovie}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|trasporti}}