Utente:Jose Antonio/Sandbox: differenze tra le versioni

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{{militare
|Nome = Raul Forti
|Immagine = Raul Forti.jpg
|Didascalia =
|Data_di_nascita =9 febbraio 1897
|Nato_a = [[Argenta]]
|Data_di_morte =9 luglio 1945
|Morto_a = [[Palermo]]
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946}}<br />
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]<br />
|Arma =[[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]]<br />
|Specialità = [[Fanteria d'assalto]]
|Grado = [[Colonnello|Console]] della [[MVSN]]
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]-[[Guerra d'Etiopia]]
|Campagne =
|Battaglie =[[Battaglia del solstizio]]
|Comandante_di =[[76ª Legione CC.NN. "Estense"|76ª Legione CC.NN. "Ferrara"]]<br />[[80ª Legione CC.NN. d'Assalto "Alessandro Farnese"|80ª Legione CC.NN. "Alessandro Farnese"]]<br />[[]]
|Decorazioni = 2 [[Medaglia d'argento al valor militare|Medaglie d'argento al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni = ''L'Avvento del Fascismo cronache ferraresi 1920-1922''
}}
 
{{Bio
|Nome = GiovanniRaul
|Cognome = CanevaForti
|Sesso = M
|LuogoNascitaImmagine =
|LuogoNascita = Argenta
|GiornoMeseNascita =
|GiornoMeseNascita = 21 giugno
|AnnoNascita =
|LuogoMorteAnnoNascita = 1893
|LuogoMorte = Palermo
|GiornoMeseMorte =
|GiornoMeseMorte = 9 luglio
|AnnoMorte =
|AnnoMorte = 1945
|Epoca = 1900
|Attività = prefettomilitare
|Attività2 =
|Attività3 =
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
==Biografia ==
Raul Forti, [[Ufficiale (forze armate)|ufficiale]] degli [[alpini]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 42}}</ref>, prese parte alla [[prima guerra mondiale]] nel [[22º Reggimento fanteria "Cremona"]] venendo decorato con due [[medaglia d'argento al valor militare|medaglie d'argento al valor militare]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 195}}</ref>. Entrambe le medaglie furono conquistate sul [[monte Grappa]] durante la [[battaglia del solstizio]].
Campione italiano nel 1937 del [[Campionato italiano di salto con gli sci]]<ref>http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Canove%20di%20Roana%2011-07-1944.pdf</ref>.
 
===A Ferrara===
Succeduto al moderato [[Bruno Mazzaggio]] il 12 novembre 1943 divenne [[capo della Provincia]] di [[Vicenza]] http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html
Il 20 settembre 1920 Forti aderì alla chiamata del professore [[Francesco Brombin]] che aveva selezionato una quarantina di giovani con i quali costituire un [[fascio di combattimento]] a [[Ferrara]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 195}}</ref><ref>{{cita|Vivarelli|p. 94 una dozzina secondo altre fonti}}</ref>. Forti ne divenne segretario amministrativo e poco tempo dopo anche comandante della squadra d'azione ferrarese<ref>{{cita|Ferretti|p. 43}}</ref>. Inizialmente la squadra di Forti iniziò sottraendo dagli edifici pubblici le [[Bandiera rossa|bandiere rosse]] esposte sostituendole con il [[tricolore italiano]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 43}}</ref>. Il primo scontro di piazza a Ferrara avvenne il 15 novembre 1920 quando in corso Vittorio Emanuele II la squadra fascista incappò in una comunista che marciava intonando [[Bandiera rossa (canzone)|bandiera rossa]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 45}}</ref>. Nello scontro che seguì Forti, che comandava i fascisti, in una colluttazione fu ferito a un dito da un colpo di pistola<ref>{{cita|Ferretti|p. 45}}</ref>.
 
Su richiesta del bolognese [[Leandro Arpinati]] al federale di Ferrara [[Olao Gaggioli]] fu costituito un plotone di ferraresi da inviare in supporto a Bologna<ref>http://parridigit.istitutoparri.eu/public/multimediale/1/Monografie/multimedia_source/La_/st/La_strage_di_palazzo_d_Accursio.pdf p.268</ref> dove le elezioni amministrative erano state vinte dai socialisti<ref>{{cita|Ferretti|p. 46}}</ref>, il 19 novembre il comando fu affidato a Forti e al [[tenente]] Magni. La rappresentanza ferrarese il 21 novembre 1920 ebbe l'onore di aprire il corteo, ma quando giunsero quasi in piazza del Nettuno dove erano state esposte numerose bandiere rosse sfondarono il cordone di sicurezza predisposto dalla forza pubblica dirigendosi quindi verso il Comune che si trovava in [[palazzo d'Accursio]]<ref>{{cita|Ferretti|p. 46}}</ref>. Nella piazza la folla accorsa per presenziare l'insediamento del nuovo sindaco, il socialista [[Ennio Gnudi]], presa dal panico, cercò rifugio sotto gli archi di palazzo d'Accursio dove fu bersagliata da [[bombe a mano]] dalle [[Guardie Rosse (Italia)|Guardie Rosse]] che l'aveva scambiata per gli assalitori. [[Strage di Palazzo d'Accursio|Nella giornata si contarono diversi morti]].
==Note==
<references/>
 
Il 12 ottobre 1921 si sposò con Elsa Castaldini.
http://www.ilpost.it/2015/12/24/hassan-aboud-isis/
 
Già membro della [[Massoneria in Italia|massoneria]], Forti continuò a farne parte anche dopo che il 23 febbraio 1923 ne era stata decisa l'incompatibilità con l'iscrizione al [[Partito Nazionale Fascista]]<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 205}}</ref>. Nel marzo 1923 entrò a far parte della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] in cui si occupò di sviluppare la [[76ª Legione CC.NN. "Estense"|76ª Legione CC.NN. "Ferrara"]] e a marzo con il grado di seniore ne assunse il comando<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 195}}</ref>. Passò la maggior parte del tempo a Ferrara allontanandosi dalla città in poche occasioni, in una di queste, o l'8 o il 10 di agosto si incontrò ad [[Argenta]] con don [[Giovanni Minzoni]] cui offrì di diventare [[cappellano militare]] della [[MVSN]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 196}}</ref>, la questione fu lasciata sospesa da don Minzoni che aveva opposto delle questioni personali<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 72}}</ref>. Il rapporto tra i due fu sempre cordiale e amichevole tanto che don Minzoni a chi lo avvertiva dei pericoli nella sua attività rispondeva di non aver "''nulla da temere dai fascisti perchè era protetto da Forti''"<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 72}}</ref>.
==Bruno Mazzaggio==
Il 16 agosto 1923 Forti andò a [[Arquà Polesine]] dove risiedeva il padre affetto da [[Paralisi sopranucleare progressiva|paralisi progressiva]] per arredargli la nuova casa e restò laggiù fino al 23 agosto per poi andare a [[Saint-Vincent (Italia)|Saint Vincent]] a trovare il console Giuseppe Marciante ricoverato in [[ospedale]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 196}}</ref>.
{{Infobox militare
In autunno, Forti superati gli esami a Firenze, fu promosso console<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 197}}</ref>.
|Nome = Bruno Mazzaggio
|Immagine =
|Didascalia =
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 20 aprile 1897
|Nato_a = [[Agugliaro]]
|Data_di_morte =
|Morto_a =
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura =
|Nazione_servita = {{ITA 1861-1946|Regno d'Italia|}}
|Forza_armata = [[Regio Esercito]]
|Arma =
|Corpo = [[Fanteria]]
|Specialità = [[Artiglieria]]
|Unità =
|Reparto=
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[Sottotenente]]
|Ferite = Ferito alla testa il 22 agosto 1917
|Comandanti =
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]-[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di =
|Decorazioni = [[Medaglia d'argento al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Carica pubblica
|nome = Bruno Mazzaggio
|immagine =
|didascalia =
|carica = [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni|Consigliere nazionale del Regno d'Italia]]
|mandatoinizio =
|mandatofine =
|legislatura = [[XXX legislatura del Regno d'Italia]]
|gruppo parlamentare =
|coalizione =
|circoscrizione =
|collegio =
|tipo nomina =
|incarichi =
|sito =
|partito = [[Partito Nazionale Fascista|PNF]]
|tendenza =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Bruno
|Cognome = Mazzaggio
|Sesso = M
|LuogoNascita = Agugliaro
|GiornoMeseNascita = 20 aprile
|AnnoNascita = 1897
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = .
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = militare
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
}}
 
Il 23 agosto 1923 don Giovanni Minzoni fu ucciso con una bastonata nel corso di una spedizione punitiva e nel dicembre 1924, a seguito della pubblicazione del memoriale Beltrani, Forti fu indagato con l'accusa di aver organizzato l'aggressione<ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 229}}</ref>. Processo dal quale uscì assolto il 31 luglio 1925 insieme a tutti gli imputati<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 73}}</ref>
===Biografia===
Mazzaggio prese parte alla [[prima guerra mondiale]] come [[sottotenente]] di [[fanteria]] nel raggruppamento bombardieri. Durante la [[sesta battaglia dell'Isonzo]], a [[Brestovizza in Valle]] il 22 agosto 1917 sul fronte del [[Carso]] fu ferito alla testa, ciononostante rifiutò di farsi medicare per continuare a seguire le oprazioni. Fu decorato con la [[medaglia d'argento al valor militare]].
 
====Il caso don Minzoni====
In qualità di [[federale]] del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] di [[Vicenza]] nel 1939 fu nominato [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni|Consigliere nazionale del Regno d'Italia]]<ref>http://www.wikilibri.it/elencoconsiglieri.pdf pag. 1285</ref><ref>http://storia.camera.it/deputato/bruno-mazzaggio-18970420</ref>. Richiamato durante la [[seconda guerra mondiale]] fu posto al comando del forte di [[Osoppo]] e dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] si scontrò con i tedeschi finchè non trattò la resa.
In conseguenza della pubblicazione del ''"memoriale Beltrani"''<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 64}}</ref> il 15 dicembre 1924 Forti fu indagato nella seconda fase istruttoria come mandante dell'aggressione in cui aveva trovato la morte don [[Giovanni Minzoni]] insieme ad Augusto Maran, Giorgio Molinari, Vittore Casoni, Tomaso Beltrani, Agostino Guaraldi, Carlo Ciaccia e Antonio Lanzoni<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 67}}</ref>. Per quanto riguardava Forti, nel memoriale [[Tomaso Beltrani]] sosteneva di aver raccolto una confidenza dello stesso [[Italo Balbo]] il quale gli avrebbe detto: "''Si tratta di Maran, c'è implicato Forti, non si può abbandonarli; uno è console, l'altro è il più bel fascista e il più bel fedele della provincia''"<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 64}}</ref><ref>{{cita|Giordano Bruno Guerri|p. 230}}</ref>. Subito dopo la pubblicazione del memoriale Beltrani fuggì in [[Francia]] rendendosi cosi irreperibile e rendendo impossibile ogni contraddittorio<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 65}}</ref>.
Nei giorni successivi Mazzaggio iniziò a raggruppare attorno a se i fascisti di Vicenza e il 17 di settembre 1943 su il [[Giornale di Vicenza]] ribadì la rinnovata alleanza alleanza con la Germania e distensivamente annunciò per il futuro ''" nessuna imposizione nessuna vendetta ma una volontà tesa ad una fervida fusione fra popolo e soldati ed una pronta collaborazione con le autorità e le forze armate tedesche”''<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>. Contro il moderato Mazzaggio iniziò rapidamente a coagularsi una opposizione attorno a [[Giovanni Caneva]], ex responsabile dell’Ufficio Sindacale della Federazione di Vicenza<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>. I frondisti si riunirono per qualche tempo all'Albergo Due Mori finchè non si decisero a chiedere le dimissioni di Mazzaggio<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>.
 
[[Tomaso Beltrani]]<ref>http://www.anpiravenna.it/combattenti-antifranchisti-di-ravenna/beltrani-tommaso/</ref> nel 1921 era giunto a Ferrara qualificandosi come [[Impresa di Fiume|ex legionario fiumano]] e aveva in breve tempo scalato le gerarchie del partito fascista diventando nel marzo 1923 federale cittadino<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 52}}</ref>. Fin dal suo arrivo Forti non si era fidato e aveva preso molto seriamente le maldicenze che circolavano sul suo conto<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 53}}</ref>. Lo stesso Forti raccontò di aver incontrato nel 1922 a [[Gardone Riviera]] il genero di Gabriele D'Annunzio e di avere a lui rivolto delle domande relative a Beltrani e di essere venuto a conoscenza che pur essendo stato a [[Fiume]] ne era stato cacciato per comportamento indegno per aver fatto abuso di [[cocaina]] e di essersi indebitato con il [[gioco d'azzardo]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 53}}</ref>. Già nel 1923 Forti sulle base delle informazioni avute a Gardone aveva accusato Beltrani di essere un "disonesto". Analogo giudizio fu confermato dal questore di Ferrara Alfredo Granito che in una lettera confermava come Beltrani si fosse attribuito [[medaglia d'argento al valore militare|due medaglie d'argento al valore militare]] mai assegnate e cone fosse un ''"trasfuga da altri partiti"''<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 54}}</ref>. Da successivi atti processuali fu acclarato come già nel giugno 1924 Beltrani avesse sottratto dei documenti riservati del PNF tentando di rivenderli inizialmente al deputato dissidente [[Barbato Gattelli]] e poi ad esponenti del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare Italiano]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 56}}</ref>. Barbato Gattelli nello stesso dicembre testimoniò di essersi rifiutato di acquisire i documenti e ipotizzò che il memoriale "Beltrani" fosse una vendetta contro Raul Forti e [[Italo Balbo]] per l'espulsione dal partito<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 56}}</ref>. Nell'agosto 1924 Beltrani fu espulso dal partito.
Il 12 novembre 1943 Mazzaggio si dimise e fu sostituito da [[Giovanni Caneva]]<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>
 
Al termine del processo l'accusa chiese la condanna di Forti insieme ad Augusto Maran e Antonio Lanzoni mentre erano nel frattempo completamente cadute le accuse contro Ciaccia e Guaraldi. Secondo il teorema accusatorio Forti sarebbe stato il collegamento tra i presunti mandanti Carlo Ciaccia e Agostino Guaraldi e i presunti esecutori Giorgio Molinari e Vittore Casoni. Il [[proscioglimento]] di Ciaccia e Guaraldi, creò per quanto riguardava Forti un vuoto probatorio, che si aggiungeva al fatto che era stato ducumentato che Forti nei giorni tra il 16 agosto e il 26 non si trovava nemmeno a Ferrara<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 72}}</ref>.
Mazzaggio si recò quindi a [[Gargnano]] per un incontro e Mussolini lo promosse alla guida del [[Partito Fascista Repubblicano]] di tutto il [[Veneto]], ma Mazzaggio rifiutò<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>. Secondo la testimonianza del fratello Aldo Mazzaggio resa nel 1984, rifiutò in quanto non intendeva porsi ''"agli ordini di qualche caporale tedesco"''<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>.
I dieci giurati giunsero alla conclusione che tutti gli indagati non avessero in alcun modo preso parte all'omicidio e il 31 luglio 1925 il tribunale assolse tutti gli imputati<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 73}}</ref>.
 
Il processo relativo all'omicidio di don Minzoni fu nuovamente celebrato nel 1947, nei confronti di Forti che nel frattempo era deceduto il reato fu giudicato estinto<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 123}}</ref>.
Nel dicembre fu comunque nominato vicecommissario governativo dell’[[AGIP]] appena trasferitasi a [[Milano]]<ref>http://www.storiavicentina.it/vicenza-in-guerra/92-la-seconda-guerra-mondiale/273-il-fascismo-repubblicano-vicentino.html</ref>, il commissario e amministratore delegato era l'ingegnere [[Carlo Zanmatti]].
 
===A Parma===
Alla fine del 1925 Forti divenne segretario [[federale]] di [[Parma]] dopo una elezione plebiscitaria<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Gli%20anni%20del%20Littorio.aspx?idMostra=49&idNode=370</ref> e comandante della [[80ª Legione CC.NN. d'Assalto "Alessandro Farnese"|80ª Legione CC.NN. "Alessandro Farnese"]]<ref>{{cita|Vincenzo Caputo|p. 197}}</ref>. L'anno seguente la federazione fascista di Parma raggiunse il primato di federazione con il maggior numero di iscritti di tutta l'[[Emilia Romagna]]<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Gli%20anni%20del%20Littorio.aspx?idMostra=49&idNode=370</ref>
 
[[Renato Ricci]] decise l'espulsione di [[Luigi Lusignani (politico)|Luigi Lusignani]], cui impose anche le dimissioni dalla presidenza dalla [[Cassa di Risparmio]]<ref>{{cita|Sicuri|p. 45}}</ref> e nell'aprile la segreteria fu assunta dal console della [[MVSN]] Raul Forti indicato da Ricci stesso<ref>{{cita|Sicuri|p. 47}}</ref>.
[[80ª Legione CC.NN. d'Assalto "Alessandro Farnese"|80ª Legione CC.NN. "Alessandro Farnese"]]
 
Nel dicembre 1925 la federazione parmense fu commissariata dal vicesegretario nazionale Renato Ricci che decise l'espulsione di Lusignani e nell'aprile la segreteria fu assunta dal console della [[MVSN]] Raul Forti mantenendola fino al settembre 1927<ref>{{cita|Sicuri|p. 47}}</ref>.
Il nuovo segretario nazionale [[Augusto Turati]], succeduto a [[Roberto Farinacci]], nominò Raul Forti nuovo federale e decise la riammissione di [[Remo Ranieri]]<ref>{{cita|Sicuri|p. 50}}</ref>. Ranieri e Forti insieme allontanarono dal partito tutti gli esponenti farinacciani<ref>{{cita|Lupo|p. 263}}</ref>
 
Il 21 agosto 1926 Raul Forti fu nominato commissario del [[Parma Football Club]]<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/La%20fascistizzazione%20dello%20sport.aspx?idMostra=49&idNode=381</ref>. Sempre nello stesso anno divenne direttore del quotidiano "''[[Gazzetta di Parma|Il corriere emiliano]]''"<ref>http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Gli%20anni%20del%20Littorio.aspx?idMostra=49&idNode=370</ref>.
 
In seguito Forti fu trasferito a [[Genova]] dove fu al centro di un caso relativo alla [[massoneria]]. Nel giugno 1928 arrestò il professor Nalbone, un importante esponente della [[Gran Loggia d'Italia degli Alam]], più nota come loggia di [[Piazza del Gesù (Roma)|loggia di piazza del Gesù]]. Forti si impossessò della borsa del professore che conteneva gli elenchi degli iscritti alla massoneria fino al trentesimo grado che aveva vistato lui stesso. E' possibile che Forti avesse cercato di impossessarsi della borsa per eliminare le prove della sua militanza ad alti gradi della massoneria. Ma ciononostante la polizia, nel corso di una ispezione a casa di Nalboni rinvenne l'intero archivio massonico. Poche settimane dopo Forti fu escluso dai ranghi della [[MVSN]].
 
== Opere ==
* ''L'avvento del fascismo. Cronache ferraresi 1920-1922'', Editore: S.T.E.T. - Societa' Tipografica Editrice "Taddei", Ferrara, 1923<ref>https://books.google.it/books/about/L_avvento_del_fascismo_Cronache_ferrares.html?id=q95ztwAACAAJ&redir_esc=y</ref><ref>http://www.mymilitaria.it/liste/AvventoFascismoFerrara.htm</ref>
 
== Onorificenze ==
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|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= Tenente 22º Reggimento fanteria. Con grande ardimento riusciva, sotto nutrito fuoco di fucileria, a penetrare in un ricovero nemico, incendiando e distruggendo un deposito di munizioni e catturando armi. Ammirevole ed ardito contegno sempre tenuto in operazioni del genere.
|motivazione= Sottotenente raggruppamento bombardieri, gruppo batteria. Ferito al capo da una scheggia di granata avversaria, e sommariamente medicato, tornava al proprio posto di combattimento e rifiutandosi di allontanarsi dalla linea per le cure ulteriori, prendeva parte ancora ad altri quattro giorni di azioni continue di fuoco.
|luogo= Vallone diTasson Brestvizza-Carso quota 1443 (Monte Grappa), 2228 agostoaprile 19171918<ref>http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-19181925%20vol_420vol_1/e-19181925%20vol_4_0000008220vol_1_00000120.jpgJPG</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Valor militare silver medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= Tenente 22º Reggimento fanteria. Per ben quattro volte, durante il combattimento, si spingeva fuori dalle linee di difesa con militari arditi, ed a colpi di bombe a mano fugava nuclei nemici, che tentavano avvicinarsi; e faceva anche alcuni prigionieri. Pochi giorni dopo, in altra azione, sotto intenso bombardamento avversario che produceva gravi perdite nel suo plotone, uscito fuori dalla trincea sconvolta, la percorreva ripetutamente con insuperabile sprezzo del pericolo, rincuorando ed incitando con la parola, e con l'esempio i propri dipendenti alla difesa. Con mirabile coraggio fermava poi e metteva in fuga il nemico, che minacciava di aggirare la nostra posizione.
|luogo= Croce di Termine, 15 giugno 1918, Monte Asolone (Monte Grappa), 24 giugno 1918<ref>http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1920%20vol_3/e-1920%20vol_3_00000051.JPG</ref>
}}
 
== Bibliografia ==
* Vincenzo Caputo, Il caso don Minzoni, [[Edizioni Settimo Sigillo]], Roma, 2000
* Alberto Ferretti, L'Avvento del Fascismo cronache ferraresi 1920-1922, Tricase (LE), 2012, Ristampa anastatica del 1923
* [[Roberto Vivarelli]], Storia delle origini del fascismo, volume III, Il Mulino, 2012
* [[Giordano Bruno Guerri]], Italo Balbo, Bompiani, Milano, 2013
 
==Note==
<references/>
 
==Angelo Maestrini==
{{Bio
|Nome = Angelo
|Cognome = Maestrini
|Sesso = M
|Immagine =
|LuogoNascita = Gavorrano
|GiornoMeseNascita = 26 gennaio
|AnnoNascita = 1902
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte = 15 maggio
|AnnoMorte = 1945
|Epoca = 1900
|Attività = ingegnere
|Attività2 = politico
|Attività3 = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = fu [[Sindaci di Grosseto|podestà di Grosseto]] dal 1938 al 1943
}}