Piero Calamandrei: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up, replaced: {{cn| → {{Senza fonte|, citazione necessaria → Senza fonte, |date= → |data= |
|||
(236 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{
{{Carica pubblica
|nome = Piero Calamandrei
|immagine = Piero Calamandrei 2.JPG
|carica = Capogruppo all'[[Assemblea Costituente
|mandatoinizio = 25 giugno [[1946]]
|mandatofine = 31 gennaio [[1948]]
|presidente =
|predecessore = ''nessuno
|successore = ''nessuno''
|partito = [[Unione Nazionale (Italia)|UN]] <small>(1924-1926)</small><br />[[Partito d'Azione|Pd'A]] <small>(1942-1947)</small><br />[[Unione dei Socialisti|UdS]] <small>(1948-1949)</small><br />[[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]] <small>(1949-1953)</small><br />[[Unità Popolare (Italia)|UP]] <small>(1953-1955)</small><br />vicino al [[Partito Radicale (Italia)|PR]] <small>(1955-1956)</small><!-- [[Partito d'Azione|Pd'A]] (1942-1947) !--><!-- [[Unione dei Socialisti|UdS]] (1948-1949), [[Partito Socialista Democratico Italiano#La rinascita del PSLI|PSLI]] (1949-1951), [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]] (1951-1953) !-->
|titolo di studio = laurea in giurisprudenza
|professione = avvocato, docente universitario e scrittore
|carica2 = [[Assemblea Costituente (Italia)|Deputato dell'Assemblea Costituente]]
|mandatoinizio2 =
|mandatofine2 =
|legislatura2 =
|gruppo parlamentare2 = Autonomista
|coalizione2 = [[Comitato di Liberazione Nazionale|CLN]] (1942-1947)
|circoscrizione2 =
|collegio2 = Collegio Unico Nazionale
|tipo nomina2 =
|incarichi2 = * Componente della Giunta delle elezioni
* Componente della Commissione per la Costituzione
* Componente della Seconda Sottocommissione
Riga 31 ⟶ 29:
* Componente della prima commissione per l'esame dei disegni di legge
* Componente del Comitato consultivo per l'esame della riforma del [[Codice di procedura civile italiano|Codice di Procedura Civile]]
|sito2 = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=Assemblea%20Costituente\I%20Costituenti&content=altre_sezioni/assemblea_costituente/composizione/costituenti/framedeputato.asp?Deputato=1d25450
|carica3 = [[
|mandatoinizio3 =
|mandatofine3 =
|legislatura3 = [[Deputati della I Legislatura della Repubblica Italiana|I]]
|gruppo parlamentare3 = US-PSU-PS, PSDI, Misto
|coalizione3 = [[Unità Socialista]] (1948)
|circoscrizione3 =
|collegio3 = Collegio Unico Nazionale
|tipo nomina3 =
|incarichi3 = * Vicepresidente della Giunta delle elezioni
* Componente della Giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio
* Componente della III Commissione (Giustizia)
* Componente della Commissione speciale per l'esame dei provvedimenti relativi ai danni di guerra (nn. 1348 e 2379)
* Componente della Commissione speciale per l'esame dei provvedimenti relativi alla [[Corte costituzionale
* Componente della Commissione parlamentare di vigilanza sulle condizioni dei detenuti negli stabilimenti carcerari
|sito3 = http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=I%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/framedeputato.asp?Deputato=1d25450
}}
[[File:Piero Calamandrei.jpg|
{{Bio
|Nome = Piero
Riga 60 ⟶ 58:
|GiornoMeseMorte = 27 settembre
|AnnoMorte = 1956
|Epoca =
|Attività = politico
|Attività2 =
|Attività3 =
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , nonché uno dei fondatori del [[Partito d'Azione]]
Riga 70 ⟶ 67:
== Biografia ==
Era il figlio di Rodolfo Calamandrei, professore universitario di sentimenti [[mazziniani]] e deputato radicale dal 1909 al 1910, e di Laudomia Pimpinelli.
=== Origini e formazione ===
[[Interventismo|Interventista]], prese parte alla [[prima guerra mondiale]] come [[volontario di guerra|volontario]] con il grado di sottotenente di complemento<ref name="cita-Barbera-p45"/> nel 218º reggimento di fanteria. Ne uscì col grado di [[capitano]], e lasciò il [[Regio esercito]] nel 1919 per proseguire la propria carriera accademica.
{{Senza fonte|Fu successivamente promosso [[tenente colonnello]]}}.
Nel [[1918]] fu chiamato all'[[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|Università di Modena]], per poi passare a [[Università degli Studi di Siena|quella di Siena]] diventandone ordinario nel 1919 in seguito alla morte di Lessona<ref name="cita-Barbera-p45">{{cita|Barbera|p. 45}}.</ref>. Della commissione incaricata a valutarne le capacità faceva parte il giurista [[Alfredo Rocco]]<ref name="cita-Barbera-p45"/>. Infine, nel [[1924]], scelse di passare alla nuova facoltà giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile.
=== Il ventennio fascista e l'attività di giurista ===
Quando nel 1924 fu istituita la Commissione per la riforma dei codici, Calamandrei fu inserito nella sottocommissione incaricata di riformare il [[Codice di procedura penale italiano|codice di procedura penale]]<ref name="cita
Partecipò, insieme a [[Dino Vannucci]], [[Ernesto Rossi]], [[Carlo Rosselli]] e [[Nello Rosselli]] alla formazione di ''[[Italia libera]]'', un gruppo clandestino di ispirazione repubblicana e antifascista. Dopo il [[delitto Matteotti]] entrò a far parte del movimento ''[[Unione Nazionale (Italia)|Unione Nazionale]]'', un partito liberale e antifascista fondato da [[Giovanni Amendola]], entrando nel consiglio direttivo
Negli anni seguenti vi furono altri tentativi da parte dei ministri [[Pietro De Francisci]] prima e del nuovo ministro [[Arrigo Solmi]] di riformare i codici ma non ebbero sviluppo pratico<ref name="cita
Nel corso del 1940 Grandi, nel frattempo diventato Presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni, decise di privilegiare il rapporto con lo stesso Calamandrei che infatti convocò il 26 aprile 1940<ref name="cita
Nella relazione preparata per il Re, Calamandrei espose come nel nuovo codice di procedura civile fossero presenti i principi legislativi cui si erano ispirati e come le più importanti innovazioni di quei principi avessero trovato attuazione<ref name="cita
Calamandrei partecipò anche ai lavori preparatori per il nuovo [[Codice civile italiano|codice civile]] di cui partecipò attivamente alla stesura del VI
=== I lavori
{{NN|diritto|maggio 2015}}
Secondo lo stesso Calamandrei, nel nuovo [[Codice di procedura civile (Italia)|codice di procedura civile]], approvato con R.d. del 28 ottobre 1940, trovano formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di [[Giuseppe
Secondo
Ad esempio lo stesso Calamandrei fu molto critico rispetto ad essa, ma solo sul piano tecnico, sapendo di non poter contrastare il fascismo sul piano dei principi. Grandi, che succedette a Solmi nel 1939 ed era un fine politico, si avvalse principalmente dell'apporto di
La tesi secondo la quale il codice di procedura civile
=== La seconda guerra mondiale ===
{{citazione|La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare|Piero Calamandrei}}
Contrario all'ingresso dell'[[Italia]] nella [[seconda guerra mondiale]] a fianco della [[Germania]], nel [[1941]] aderì al movimento ''[[Giustizia e Libertà]]''<ref name=":0">{{
Nel maggio 1943 Calamandrei - accusato di [[disfattismo]] da un suo collega appena rientrato dal fronte -
Il 31 agosto 1943, subito dopo la [[caduta del fascismo]], fu nominato Rettore dell'[[Università di Firenze]], ma dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] precauzionalmente lasciò Firenze, trasferendosi prima a [[Treggiaia]] e successivamente dimettendosi da Rettore il 2 ottobre. In seguito si trasferì a [[
Dopo la liberazione di Firenze ritornò nella sua città nell'agosto 1944<ref name="cita-Barbera-p49"/> e riprese nel settembre successivo ad esercitare il suo ruolo di [[Rettore (università)|rettore]] dell'Università fino al 1947. Calamandrei fu inoltre autore di numerose poesie ed epigrafi celebrative del mito della resistenza.
=== Il dopoguerra e l'attività politica ===
[[File:Calamandrei.jpg|
Nel gennaio del [[1945]], a Firenze, Calamandrei fondò l'[[Associazione Federalisti Europei]] insieme ad altri importanti personalità tra cui [[Corrado Tumiati]], [[Giacomo Devoto]], [[Paride Baccarini]] e [[Enzo Enriques Agnoletti]]. Finita la guerra, nel [[1945]] fu nominato membro della [[Consulta Nazionale]] in rappresentanza del [[Partito d'Azione]].
Nel giugno 1946 venne eletto all'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]] per il Partito d'Azione<ref>Calamandrei, oltre ad essere stato «uno dei
padri fondatori e, insieme, dei critici più avvertiti della Costituzione del
1948», si è rivelato «uno dei maggiori rappresentanti del liberalismo
sociale di matrice azionista»: così F. SBARBERI, ''Piero Calamandrei: la rivoluzione democratica come discontinuità dello Stato'', in ''L’utopia della libertà eguale. Il liberalismo sociale da Rosselli a Bobbio'', Bollati Boringhieri, 1999, p. 115.</ref>. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni, della commissione d'inchiesta e della [[Commissione per la Costituzione]] (detta "dei 75"). I suoi interventi nei dibattiti dell'Assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sui [[Patti lateranensi]], sulla [[divorzio|indissolubilità del matrimonio]], sul [[potere giudiziario]].
Calamandrei propose una [[repubblica presidenziale]] con "pesi e contrappesi", come negli [[Stati Uniti]], o un sistema di [[premierato]] sul [[sistema Westminster|modello Westminster]] [[Regno Unito|britannico]], per evitare la debolezza dei governi, come si verificò poi puntualmente durante la storia della [[repubblica]], e, allo stesso tempo, impedire la deriva autoritaria insita sia nel troppo potere, sia nel disordine delle istituzioni, come era avvenuto col fascismo<ref>Roberto Bin, [[Giovanni Pitruzzella]], ''Diritto costituzionale.''</ref>. Retrospettivamente, fu suo il giudizio sulla Costituzione "tripartitica", "di compromesso", nella quale le forze di destra per compensare quelle di sinistra per "una rivoluzione mancata" concessero loro "una rivoluzione promessa"<ref>Piero Calamandrei, ''Costruire la democrazia'', Vallecchi.</ref>. Nonostante ciò, difese sempre la [[repubblica parlamentare]] e la Costituzione, così come erano uscite dal dibattito [[democratico]] nella Costituente.
Quando il Partito d'Azione si sciolse, entrò a far parte dell'[[Unione dei Socialisti]], nelle cui liste (che si presentarono insieme a quelle del [[Partito Socialista Democratico Italiano
Avvocato di fama, fu presidente del [[Consiglio Nazionale Forense]] dal 1946 alla morte.
Il 26 gennaio [[1955]] tenne a [[Milano]] un famoso discorso<ref name="Testo del discorso">[
[
[
[
</ref> presso la Società Umanitaria
(Pisa: Fabrizio Serra).</ref>. Il discorso era animato da un'ispirazione risorgimentale<ref>D'Auria Matthew, ''Risorgimento addio? : alcune riflessioni sulla nazione italiana di Alberto Mario Banti '', Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, Rivista di politica (trimestrale di studi, analisi e commenti) 2, 2011, p. 28: "Piero Calamandrei poteva vedere con chiarezza nell'articolo 2 della Costituzione, sui «doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale» o nell'articolo 11, sul «ripudio della guerra», «la voce di [[Mazzini]]»; nel principio dell'uguaglianza e della libertà di tutte le religioni sancito dall'articolo 8 trovava [[Cavour]]; nel riconoscimento delle autonomie locali (art. 5) [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]]; nel ripudio della pena di morte (art. 27) riscopriva invece le idee di [[Beccaria]]: «Grandi voci lontane, grandi nomi lontani». Per Calamandrei i principi della nostra Costituzione non venivano dal nulla: erano già nelle idee politiche che avevano mosso e ispirato gli uomini del [[Risorgimento]], certo adattati, rivisti alle necessità dell'Italia postfascista".</ref> ed il suo finale è rimasto celebre:
{{citazione|Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione|Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955<ref name="Testo del discorso"/>}}
Nello stesso periodo compì anche un viaggio in [[Cina]], con altri giuristi ed esponenti socialdemocratici e liberalsocialisti, tra cui [[Norberto Bobbio]].<ref>[http://www.museorientale.beniculturali.it/index.php?it/22/archivio-eventi/107/il-drago-e-la-farfalla-immagini-di-cina-a-montepulciano Il drago e la farfalla: immagini di Cina a Montepulciano] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20210519001735/http://www.museorientale.beniculturali.it/index.php?it/22/archivio-eventi/107/il-drago-e-la-farfalla-immagini-di-cina-a-montepulciano |data=19 maggio 2021 }}.</ref>
=== Gli ultimi anni e la morte ===
Nel febbraio del [[1956]],
Morì a [[Firenze]] qualche mese dopo<ref>"Prof. P. Calamandrei." Times [London, England] 28 Sept. 1956: 13.</ref>, il 27 settembre [[1956]], a 67 anni, per le complicazioni di un [[intervento chirurgico]].<ref>[http://www.thinktag.it/system/files/1392/Pannello_8.pdf?1292060546 Pannello PDF: da un viaggio in Cina a un mondo meno chiuso], cit.: "1956, settembre, a Firenze, a seguito di un intervento chirurgico, muore improvvisamente Piero Calamandrei".</ref>
A lui sono dedicate vie a Roma e in molte cittadine toscane.
È sepolto nel [[cimitero di Trespiano|cimitero fiorentino di Trespiano]].
== Archivio ==
I nuclei in cui oggi si divide l'archivio Calamandrei<ref name=":1">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=350308|titolo=Fondo Calamandrei Piero|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=12 settembre 2018}}</ref> sono quattro, conservati a Trento, Firenze, Roma e Montepulciano.
Cronologicamente il primo ad uscire dal complesso originario fu quello donato nel 1960 dalla moglie Ada Cocci al [[Museo storico del Trentino]], comprendente i documenti relativi alla partecipazione del marito alla Grande guerra e in particolare all'ingresso delle truppe italiane in Trento avvenuto il 3 novembre 1918.
Il secondo è quello conservato presso l'Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea di Firenze (ISRT).<ref>{{Cita web|url=http://www.istoresistenzatoscana.it/|titolo=Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea|accesso=12 settembre 2018}}</ref>
Il terzo nucleo è quello depositato nel 2007 dalla nipote Silvia Calamandrei presso la fondazione Centro d'iniziativa giuridica Piero Calamandrei di Roma, che conserva documenti di natura strettamente giuridica.
Infine il quarto nucleo documentario è stato donato nel 2008 alla [[Biblioteca e archivio Piero Calamandrei|Biblioteca archivio Piero Calamandrei]] di Montepulciano e comprende le carte più strettamente private del giurista fiorentino e della sua famiglia. Donato a partire dal 1960 da Ada Cocci<ref>{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=327380|titolo=Fondo Calamandrei Agostino, Rodolfo, Piero, Cocci Calamandrei Ada|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=12 settembre 2018}}</ref>, il fondo conservato presso l'ISRT rispecchia fedelmente l'ordinamento che fu dato alle carte negli anni '60 del '900 da Maria Piani Vigni, storica segretaria di Piero Calamandrei. A tale ordinamento, basato su di un criterio essenzialmente tematico, è seguito negli anni 2000 un lavoro di inventariazione analitica delle carte a cura di Michela Nicastro<ref name=":1" />.
Dal 2024 l'archivio Calamandrei è consultabile online su un'unica piattaforma<ref>{{Cita web|url=https://archiviocalamandrei.it/|titolo=Archivio Calamandrei|accesso=25 giugno 2024}}</ref>.
== Il dibattito sulla figura ==
=== Citazioni ===
Il suo discorso al ''III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale'', Roma, 11 febbraio 1950, in difesa della scuola pubblica, e in particolare la parte «Facciamo l'ipotesi»,<ref>[[s:Facciamo l'ipotesi|Il discorso su Wikisource]].</ref> è stato spesso citato nel [[2008]] contro le politiche in materia d'istruzione del [[Governo Berlusconi IV|governo Berlusconi]] e del ministro [[Mariastella Gelmini]].<ref>''il manifesto'', 24 ottobre 2008; Piergiorgio Odifreddi, ''Così la scuola diventa un affare privato'', ''L'espresso'', anno LIV, n. 44, 6 novembre 2008.</ref> Il discorso è stato ripreso anche da [[Tullio De Mauro]], in un suo articolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.legambiente.eu/associazione/rassegnaStampa/articolo.php?id=5611|titolo=Scuola pubblica addio: la storia si ripete 60 anni dopo|autore=[[Tullio De Mauro]]|sito=[[l'Unità]]|data=3 dicembre 2008|accesso=8 gennaio 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220108182947/https://archivio.unita.news/assets/main/2008/12/03/page_022.pdf|dataarchivio=8 gennaio 2022|urlmorto=si}}</ref>
=== Il ruolo di giurista ===
Della sua vasta produzione giuridica, è da ricordare soprattutto l{{'}}''Introduzione allo studio delle misure cautelari'' del 1936 una trattazione all'avanguardia, che farà compiere un vero e proprio balzo in avanti alla scienza processuale italiana. Gli spunti di questo lavoro sono interamente confluiti nel libro quarto del codice di procedura civile del [[1942]], e segnatamente nel capo terzo (articoli da 670 a 702 del vecchio testo). La giurisprudenza e le novelle successive all'entrata in vigore del codice ricalcheranno fedelmente il percorso tracciato da Calamandrei, secondo cui "compito della scienza
del diritto è quello di suggerire nuove prospettive avendo la
consapevolezza che tutto ciò che ne verrà fuori, in termini di teoria e di riflessioni dottrinali, risulterà sempre incompatibile con la verità, la certezza e la conoscenza"; ciò perché Calamandrei "porta avanti una battaglia intellettuale contro il formalismo kelseniano (...) e contro tutti coloro che, al pari di [[Francesco Carnelutti]], pensano i concetti del diritto come solide verità. Le costruzioni astratte della scienza giuridica per Calamandrei non potrebbero
ambire a traguardi surreali, come la pretesa di individuare
certezze metafisiche volte ad accompagnare dall’alto i ritmi storici e revisionabili del [[diritto positivo]]"<ref>Francesco Postorino, ''Alle origini del socialismo liberale'', [[Mondoperaio]], n. 12/2016, p. 53.</ref>.
"Secondo Calamandrei, la concezione del [[diritto libero]], che è suscettibile di essere spiegata e accettata sul piano filosofico (se si confina l’attività [[Legislatore|legislativa]] nel mondo delle irrealtà e si vede nella fase applicativa delle norme e dunque nella funzione del giudice la sola e vera volizione del [[diritto]]), sul terreno pratico deve essere recisamente rigettata, se all’individuo e alla collettività si vuol dare la preventiva sicurezza, rispetto alle azioni da compiere e alle pretese da avanzare, di una valutazione precisa che verrà fatta della condotta, o dell’omissione, in termini di legittimità o di illiceità. La giustizia del caso singolo, contrapposta alla legge generale e astratta in una rapida ed efficace semplificazione di linguaggio, di concetti e di scelte positive, lascia al contrario i soggetti nella più grave incertezza, affidando la soluzione dei conflitti alla discrezione e all’arbitrio di [[Giudice|chi è chiamato a decidere]] e cancellando la distinzione tra politica e [[giurisdizione]], una separazione che all’una deve attribuire il compito di formulare il precetto, mentre alla funzione giudiziale spetta la traduzione dell’astratta previsione in regola dell’ipotesi verificata"<ref>P. Rescigno, G. Resta e A. Zoppini, ''Diritto privato. Una conversazione'', Bologna, Il Mulino, 2017, pp. 153-154.</ref>.
=== I rapporti col fascismo ===
I rapporti tra Calamandrei e il fascismo, negli ultimi anni, sono stati oggetto di un acceso dibattito tra gli studiosi del diritto processuale civile. In particolare autori come [[Franco Cipriani]], da un lato hanno contestato l'effettiva adesione di Calamandrei a [[Giustizia e Libertà]] ed al [[Partito d'Azione]]<ref>Cipriani, ''La consulenza tecnica e i doni natalizi di Piero Calamandrei'', in ''Il giusto processo civile'', 2009, p. 143 ss.; Id., ''Il codice di procedura civile tra gerarchi e processualisti, op. loc. cit.; Id.'', ''Piero Calamandrei e la procedura civile. Miti leggende interpretazioni documenti'', Napoli, 2009.</ref>, dall'altro hanno evidenziato la stretta collaborazione del maestro fiorentino con [[Dino Grandi]] nella redazione del codice di procedura civile (v. ''
==
[[File:Borgo san lorenzo, palazzo del podestà, lapide resistenza, 1954.JPG|miniatura|La "Lapide ad ignominia" epigrafe scolpita sul marmo a [[Borgo San Lorenzo]]]]
{{citazione|[...] morti e vivi collo stesso impegno / popolo serrato intorno al monumento / che si chiama / ora e sempre / RESISTENZA|Piero Calamandrei, ''Lapide ad ignominia''}}
{{Approfondimento
|larghezza = 280px
|titolo = ''Lapide ad ignominia''
Lo avrai, camerata Kesselring... |contenuto = Lo avrai<br />camerata Kesselring<br />il monumento che pretendi da noi italiani<br />ma con che pietra si costruirà<br />a deciderlo tocca a noi.<br />Non coi sassi affumicati<br />dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio<br />non colla terra dei cimiteri<br />dove i nostri compagni giovinetti<br />riposano in serenità<br />non colla neve inviolata delle montagne<br />che per due inverni ti sfidarono<br />non colla primavera di queste valli<br />che ti videro fuggire.<br />Ma soltanto col silenzio dei torturati<br />più duro d'ogni macigno<br />soltanto con la roccia di questo patto<br />giurato fra uomini liberi<br />che volontari si adunarono<br />per dignità e non per odio<br />decisi a riscattare<br />la vergogna e il terrore del mondo.<br />Su queste strade se vorrai tornare<br />ai nostri posti ci ritroverai<br />morti e vivi collo stesso impegno<br />popolo serrato intorno al monumento<br />che si chiama<br />ora e sempre<br />RESISTENZA|Piero Calamandrei, ''Lapide ad ignominia''
}}
Un suo testo particolarmente noto è l'[[epigrafe]] dedicata ad [[Albert Kesselring]].
== Opere
[[File:Calamandrei, Piero – Chiamata in garantia, 1913 – BEIC 15545800.tif|thumb|''Chiamata in garantia'', 1913]]
* {{Cita libro|titolo=Chiamata in garantia|volume=|editore=Società Edittrice Libraria|città=Milano|anno=1913|lingua=it|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=15545800}}
* {{Cita libro|titolo=Troppi avvocati!|edizione=Quaderni della Voce|città=Firenze|anno=1921}}
* {{Cita libro|titolo=Elogio dei giudici scritto da un avvocato|editore=Le Monnier|città=Direnze|anno=1935}} - III ed. raddoppiata, Le Monnier, 1954; introduzione di Paolo Barile, Firenze, Ponte alle Grazie, 1989.
* ''Delle buone relazioni fra giudici e avvocati nel nuovo processo civile. Due dialoghi'', Firenze, Le Monnier, 1941.
* {{Cita libro|titolo=Inventario della casa di campagna|città=Roma|editore=Tumminelli|anno=1945}} [I ed. privata 1941]; a cura di G. Mazzoni Rajna, Firenze, La Nuova Italia, 1965; prefazione di [[Giorgio Luti]], Vallecchi, 1989; a cura di Christophe Carraud, Edizioni di Storia e Letteratura, 2013, ISBN 978-88-6372-489-9.
* ''Costruire la democrazia. Premesse alla Costituente'', Edizioni U, 1946; Montepulciano (Siena), Le Balze, 2004.
* {{Cita libro|titolo=Uomini e città della Resistenza|editore=Laterza|città=Bari|anno=1955}} - a cura di [[Sergio Luzzatto]], prefazione di [[Carlo Azeglio Ciampi]], Laterza, 2006.
* ''Parlare di Firenze'', Firenze, La Nuova Italia, 1958.
* ''Opere giuridiche'', a cura di Mauro Cappelletti, 10 voll., Morano, Napoli.
* ''Scritti e discorsi politici'' (vol. I: Storia di dodici anni; vol.II: Discorsi parlamentari e politica costituzionale), a cura di [[Norberto Bobbio]], La Nuova Italia, Firenze 1966.
* ''Lettere 1915-1956'', 2 voll., a cura di [[Giorgio Agosti]] e [[Alessandro Galante Garrone]], Firenze, La Nuova Italia, 1968.
* ''Scritti ed inediti celliniani'', Firenze, La Nuova Italia, 1971.
* ''La burla di Primavera con altre fiabe, e prose sparse'', Palermo, Sellerio, 1987.
* ''In difesa dell'onestà e della libertà della scuola'', Palermo, Sellerio, 1994.
* ''Diario (1939-1945)'', a cura di Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone
* ''La Costituzione e leggi per attuarla'', Milano, Giuffré, 2000.
* ''Futuro postumo: testi inediti 1950'', a cura di Silvia Calamandrei, Montepulciano (SI), Le Balze, 2004.
* ''Costituzione e le leggi di Antigone'', Firenze, Sansoni, 2004.
* ''Ada con gli occhi stellanti.
* ''
* ''
* ''Fede nel diritto'', Roma-Bari, Laterza, 2008.
* ''Per la scuola'', Palermo, Sellerio, 2008.
* ''Lo Stato siamo noi'', prefazione di [[Giovanni De Luna (storico)|Giovanni De Luna]], Milano, Chiarelettere, 2011.
* ''Chiarezza nella Costituzione'', introduzione di C. A. Ciampi, Roma, Ed. di Storia e Letteratura, 2012.
* ''
* ''Il fascismo come regime della menzogna'', Roma-Bari, Laterza, 2014.
* ''Il mio primo processo'', Milano, Ed. Henry Beyle, 2014.
* ''Un incontro con Piero Della Francesca'', Milano, Ed. Henry Beyle, 2015.
* ''Gli avvocati'', Milano, Ed. Henry Beyle, 2015.
* ''Diario'' (1939-45), edizione integrale riscontrata su manoscritto, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2015.
* {{Cita libro|titolo=Colloqui con Franco|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|città=Roma|anno=2016|isbn=978-88-6372-884-2}}
* ''Vino colorato artificialmente con sostanza vietata dalla legge'', Milano, Ed. Henry Beyle, 2016.
* {{Cita libro|titolo=La politica non è una professione|editore=Edizioni Henry Beyle|città=Milano|anno=2018|isbn=}}
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = 1020px ribbon bar of Italian tricolour.svg
|nome_onorificenza = Medaglia Commemorativa della Consulta Nazionale
|collegamento_onorificenza = Medaglia Commemorativa della Consulta Nazionale
|motivazione =
|data = [[Roma]], 17 luglio [[1946]]
}}
==Note==
==Bibliografia==
* {{cita libro|autore=Enrico Finzi|titolo=Piero Calamandrei avvocato|città=Milano|anno=1957|editore=Vallardi}}
* {{cita pubblicazione|autore=[[Salvatore Satta]]|titolo=Interpretazione di Calamandrei|pubblicazione=Soliloqui e colloqui di un giurista|città=Padova|anno=1968|pp=478 ss}}
* {{DBI|nome=Piero Calamandrei|nomeurl=piero-calamandrei_(Dizionario-Biografico)|autore=Stefano Rodotà|anno=1973|volume=16|accesso=3 febbraio 2017|cid=Dizionario Biografico degli Italiani}}
* ''Piero Calamandrei: ventidue saggi su un grande maestro'', a cura di Paolo Barile, Milano, Giuffrè, 1990.
* [[Michele Taruffo]], ''
* Norberto Bobbio, ''Maestri e compagni'', Firenze, Passigli Editori, 1984.
* Giulio Cianferotti, «Ufficio del giurista nello stato autoritario ed ermeneutica della reticenza. Mario Bracci e Piero Calamandrei dalle giurisdizioni di equità della grande guerra al codice di procedura civile del 1940», in ''Quaderni fiorentini'', 37, 2008, p. 284
* [[Franco Cipriani]], «La consulenza tecnica e i doni natalizi di Piero Calamandrei», in ''Il giusto processo civile'', 2009, p. 143 ss.
* Franco Cipriani, ''Il codice di procedura civile tra gerarchi e processualisti'', Napoli, ESI, 1992
* {{cita libro|Franco
* [[Alessandro Galante Garrone]], ''Calamandrei'', Milano, Garzanti, 1987 (nuova edizione Effepi Libri, Monte Porzio Catone, 2018).
* Roberta Gambacciani Lucchesi, ''Piero Calamandrei: i due volti del federalismo'', Firenze, Polistampa, 2004
* Stefano Merlini, ''Piero Calamandrei e la costruzione dello stato democratico. 1944-1948'', Bari-Roma, Laterza 2007
Riga 222 ⟶ 265:
|cid = Barbera
}}
* Paola Roncarati e Rossella Marcucci, ''Codici e rose, L'erbario di Piero Calamandrei tra storia, fiori e paesaggio'',
*Silvia Bertolotti, ''Contrasti: la Grande Guerra nel racconto fotografico di Piero Calamandrei'', Fondazione Museo Storico del Trentino, Trento 2017.
*Gennaro Sasso, ''Sul Diario di Piero Calamandrei. Considerazioni e qualche ricordo'', in Id., ''Biografia e storia. Saggi e variazioni'', Roma, Viella, 2020, pp. 233–81.
*V. Dolara, Divina Vitale, (a cura di), ''Piero Calamandrei politico, fiorentino, europeista'', "Quaderni del Circolo Rosselli" n.4/2007, Alinea Ed. Firenze. Con interventi di R. Barzanti, N. Bobbio, A. Cecchi, V. Dolara, A. Galante Garrone, G. Giovannoni, L. Lagorio, A. Landuyt, T. Mattei, G. Morales, S. Nocentini, D. Ravenna, G. Spini, V. Spini.
==Voci correlate==
Riga 230 ⟶ 276:
* [[Partito d'Azione]]
* [[Resistenza italiana]]
* [[Piazzetta Piero Calamandrei]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.territorioscuola.com/youtube/index.php?key=%22Piero+Calamandrei%22+%22Universit%C3%A0+di+Milano+1955+parte+%2A%22|titolo=Audio registrazioni dei discorsi di Piero Calamandrei tenuti agli studenti dell'università di Milano alla Società Umanitaria - Anno 1955|accesso=24 settembre 2010|dataarchivio=28 settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100928165312/http://www.territorioscuola.com/youtube/index.php?key=%22Piero+Calamandrei%22+%22Universit%C3%A0+di+Milano+1955+parte+*%22|urlmorto=sì}}
* [https://web.archive.org/web/20150609010914/http://wiki-cost.criad.unibo.it/content/advancedsearch?qt=standard&SearchText=&PhraseSearchText=&speaker=calamandrei&SubTreeArray=-1&SearchButton=Cerca Interventi di Calamandrei] nell'Assemblea Costituente del 1946-47.
* {{cita web|http://www.fondazionecalamandrei.it|www.fondazionecalamandrei.it}}
* {{cita web|http://www.ilponterivista.com/|Il Ponte cinquanta anni dopo}}
* {{cita web|http://www.biblioteca.montepulciano.si.it|Biblioteca archivio "Piero Calamandrei", istituzione del Comune di Montepulciano}}
* {{Cita pubblicazione|titolo = Piero Calamandrei e il codice di procedura civile del 1940. Rileggendo alcuni contributi di storici e processualisti|autore = Laura Passero|rivista = Giustizia insieme|volume = |numero =
|editore = |città = |data = 24 giugno 2025 |anno = |mese = |p = |pp = |lingua = it |ISSN = 2974-9999|doi = |PMID =
|id = |cid = Passero 2025|url = https://www.giustiziainsieme.it/it/processo-civile/3539-piero-calamandrei-e-il-codice-di-procedura-civile-del-1940-laura-passero|formato = |accesso = |abstract = |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto = }}
{{Antifascismo}}
Riga 246 ⟶ 296:
{{Portale|biografie|diritto|politica|storia d'Italia}}
[[Categoria:Accademici
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
[[Categoria:Deputati della Consulta
[[Categoria:Deputati dell'Assemblea Costituente
[[Categoria:Deputati della I legislatura della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Fondatori di riviste italiane]]
Riga 260 ⟶ 309:
[[Categoria:Schedati al Casellario Politico Centrale]]
[[Categoria:Scrittori italiani del XX secolo]]
[[Categoria:
[[Categoria:Studenti dell'Università di Pisa]]
[[Categoria:Studiosi di diritto processuale civile del XX secolo]]
[[Categoria:Rettori dell'Università degli Studi di Firenze]]
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia]]
[[Categoria:Professori dell'Università degli Studi di Messina]]
|