Strage di Ustica: differenze tra le versioni

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{{P|In più paragrafi i fatti sono riportati ad arte per indurre opinioni di parte non adeguatamente attestate e/o condivise (e comunque inaccettabili per l'enciclopedia). Vedasi ad esempio la trattazione dell'[[incidente aereo di Castelsilano]] (MiG libico) o la trascrizione dei tracciati radar. Inoltre note, bibliografia e l'elenco di link esterni contengono riferimenti, collegamenti e fonti di dubbia attendibilità (per esempio blog personali o contenuti atti alla pratica di [[Wikipedia:NPOV|punti di vista parziali]]) di cui bisognerebbe valutare la rimozione.|storia|arg2=aviazione|gennaio 2013}}
{{Infobox incidenteIncidente aereo
|Identificativo =
|Nome = Strage di Ustica
*IH870 <small>(IATA)</small>
|Immagine = 45724_800627_I-TIGI.jpg
*IHS870 <small>(ICAO)</small>
|Didascalia = Il DC-9 Itavia I-TIGI caduto su Ustica, in una foto scattata nel [[1972]] durante un transito all'[[aeroporto di Basilea]].
*ITAVIA 870 <small>(Indicativo di chiamata)</small>
|Tipo_evento = Incidente aereo
|Ora = 20:59:45 ([[UTC+1]])<br />(19:59:45 [[UTC+0|UTC]])
|Data = 27 giugno [[1980]]
|Tipo = * Abbattimento da parte di aereo non identificato in scenario di guerra aerea (secondo il governo italiano)<ref>La causa del missile è così descritta dalla sentenza 1871/2013 III sezione civile della corte suprema di cassazione. {{Cita web |url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/cassazione13.pdf|titolo=Sentenza 1871/2013 III sezione civile della corte suprema di Cassazione |autore= |editore= |data= |formato=pdf |accesso=27 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160325014004/http://www.stragi80.it/documenti/civile/cassazione13.pdf|urlmorto=no}}</ref>
|Ora = 20:59
* Abbattimento errato con missile a ricerca termica da parte di caccia francese con intento di colpire un MiG libico (secondo [[Giuliano Amato]])<ref>{{cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2023/09/02/strage-ustica-giuliano-amato-francia|titolo=Strage di Ustica, Amato riapre il caso. Meloni: "Ci dia gli elementi"|pubblicazione=SkyTG24|data=2 settembre 2023}}</ref>
|Tipo = Destrutturazione in volo per causa incerta (bomba collocata a bordo, missile o collisione con altro velivolo<ref>La causa del missile è stata formalmente stabilita dalla sentenza 1871/2013 III sezione civile della corte suprema di Cassazione.</ref>.)
*Esplosione di un ordigno a bordo dell'aereo (secondo [[NTSB]])
|Luogo = Cielo tra [[Ustica]] e [[Ponza]]
|Luogo = [[Mar Tirreno]]
|Nomestato = ITA
|Tipo_aeromobile = [[Douglas DC-9|Douglas DC-9-15]]
|LatGradi = 39
|Partenza = [[Aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi]]
|LatPrimi = 43
|Destinazione = [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi]]
|LatSecondi = 0
|LatNSOccupanti = N81
|LongGradiPasseggeri = 1277
|LongPrimiEquipaggio = 554
|LongSecondi = 0
|LongEW = E
|Vittime = 81
|Feriti = 0
|Sopravvissuti = 0
|Nomestato = ITA
|Tipo_aeromobile = [[Douglas DC-9]]
|Nome_dell'aeromobile =
|Operatore = [[Itavia]]
|Numero_registrazione = I-TIGI
|Partenza = [[aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|Bologna]]
|Destinazione = [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Palermo]]
|Passeggeri = 77
|Equipaggio = 4
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Incidente
|titolo = Strage di Ustica
|nazione = ITA
|obiettivo = possibile intercettazione di velivolo sconosciuto in volo nei pressi dell'I-TIGI<ref>Dati della perizia radar Dalle Mese.</ref>.
|ora = 20:59
|tipologia = [[incidente aereo]] di causa incerta
|vittime = 81 (77 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio)
|esecutori = ignoti
|sospetti = aviazione straniera (NATO o libica<ref>[http://www.airil.it/articoli/2003/2003_131.html Zamberletti parla della matrice libica su Bologna e Ustica].</ref>)
|motivazione = ignota (sospetto errore durante azione militare)
}}
La '''strage di Ustica''' fu un [[incidente aereo]], avvenuto alle 20:59 (UTC+1) del 27 giugno 1980 nel [[mar Tirreno]] meridionale, nel tratto compreso tra le isole [[italia]]ne di [[Isola di Ponza|Ponza]] e [[Isola di Ustica|Ustica]].<ref>{{Cita news|nome=Maurizio|cognome=Tortorella|url=https://www.panorama.it/news/cronaca/ustica-e-lipocrita-giustizia-bifronte/|titolo=Ustica e l'ipocrita giustizia bifronte|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=26 giugno 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/22/strage-ustica.html|titolo=Strage di Ustica, dalla tragedia ai processi: un mistero lungo 38 anni|accesso=11 dicembre 2018|data=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419031524/https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/22/strage-ustica.html}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2015/06/27/due-verita-e-una-domanda-irrisolta-a-35-anni-dalla-strage-di-ustica_n_7677898.html|titolo=Ustica, 35 anni dopo la strage manca l'ultima verità: Chi ha sparato il missile che ha abbattuto il Dc9?|pubblicazione=L'Huffington Post|data=27 giugno 2015|accesso=11 dicembre 2018|nome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419045945/https://www.huffingtonpost.it/2015/06/27/due-verita-e-una-domanda-irrisolta-a-35-anni-dalla-strage-di-ustica_n_7677898.html}}</ref>
 
Vi fu coinvolto il volo di linea IH870 della compagnia aerea [[Itavia]], partito dall'[[aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi]] e diretto all'[[aeroporto di Palermo-Punta Raisi]]. La partenza era programmata, come da orario della compagnia Itavia, per le 18:15, ma venne posticipata di quasi due ore a causa di una tempesta su Bologna e dell'arrivo in ritardo dell'[[aeromobile]] [[Douglas DC-9|Douglas DC-9-15]] con marche I-TIGI.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/lultimo-messaggio-del-pilota-ai-passeggeri-del-dc9/|titolo=L’ultimo messaggio del pilota ai passeggeri del Dc9|sito= Stragi80.it|data=11 giugno 2013|accesso=5 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140710140824/https://www.stragi80.it/lultimo-messaggio-del-pilota-ai-passeggeri-del-dc9/|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Dc9 I-TIGI.png|upright=1.3|thumb|Ultima livrea del DC9 I-TIGI prima dell'incidente]]
 
L'aereo perse il contatto radio col [[centro di controllo d'area]] di Roma (nominativi radio ''Roma Radar'' con frequenza 124,2&nbsp;MHz e, successivamente, ''Roma Controllo'', frequenza 128,8&nbsp;MHz), responsabile del servizio di [[controllo del traffico aereo]] in quel settore e ubicato presso l'[[aeroporto di Roma-Ciampino]], si spezzò — come appurato dopo lunghe analisi dei dati radar e con il successivo recupero del relitto dal fondo del mare — in almeno due grossi tronconi e cadde nel [[mar Tirreno]] meridionale.
La '''strage di Ustica''' fu un [[disastro aereo]], avvenuto nella sera di venerdì 27 giugno [[1980]], quando un aereo di linea [[Douglas DC-9|Douglas DC-9-15]] della compagnia aerea italiana [[Itavia]]<ref>Marca del registro aeronautico, secondo l'Annesso 7 ICAO: la lettera I (Italia) rappresenta la marca di nazionalità ed è seguita dalla marca di immatricolazione, composta da una sequenza di quattro lettere diversa per ciascun aeromobile a motore. Nel presente caso, ai sensi dell'alfabeto aeronautico, la marca è da leggersi "India-Tango-India-Golf-India".</ref>, decollato dall'[[Aeroporto di Bologna]] e diretto all'[[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Aeroporto di Palermo]], si squarciò in volo all'improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole [[Mar Tirreno|tirreniche]] di [[Ustica]] e [[Ponza]], chiamata posizione Condor. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo.
 
Nell'incidente morirono tutti gli 81 occupanti dell'aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio. È il quarto disastro aereo italiano per numero di vittime, dopo quelli del [[volo Alitalia 4128]], del [[volo Alitalia 112]] e di [[Disastro aereo di Linate|Linate]].
Molti aspetti di questo disastro, a partire dalle cause stesse, non sono ancora stati chiariti.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/ustica-processo/cronologia-fatti/cronologia-fatti.html|titolo=Cronologia Strage di Ustica 27 anni di misteri|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=10 gennaio 2007}}</ref><ref>[http://www.stragi80.it/?page_id=7 ''Cronologia della Strage di Ustica'']. Stragi 80. 16 marzo 2012.</ref>
 
A diversi decenni di distanza, vari aspetti dell'incidente non sono ancora chiariti in maniera compiuta, a partire dalla dinamica stessa.<ref>{{Cita news | url = http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/ustica-processo/cronologia-fatti/cronologia-fatti.html | titolo = Cronologia Strage di Ustica: 27 anni di misteri | pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | città = Roma | data = 10 gennaio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170048/https://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/ustica-processo/cronologia-fatti/cronologia-fatti.html |urlmorto=no}}</ref>
Nel corso degli anni, sulla strage di Ustica si sono dibattute principalmente le ipotesi di un coinvolgimento internazionale (in particolare [[Francia|francese]], [[Libia|libico]] e [[Stati Uniti d'America|statunitense]], con una delle tre aviazioni che avrebbe colpito per errore il DC-9 con un missile diretto al nemico), di un cedimento strutturale o di un [[attentato]] [[Terrorismo|terroristico]] (un ordigno esplosivo nella ''toilette'' del velivolo<ref>I vani carrelli e bagagliaio, così come la coda dell'aereo, furono ritrovati integri; si veda {{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|titolo=DAGLI OBLO' LA PROVA: FU UN MISSILE|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=14 settembre 1991}}</ref>).
 
Varie ipotesi sono state formulate nel corso degli anni riguardo alla natura, alla dinamica e alle cause dell'incidente: una delle più battute, e accettata con valenza in sede civile e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento internazionale, in particolare [[Francia|francese]], [[Libia|libico]] e [[statunitense]], con il DC-9 che si sarebbe trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo e sarebbe stato bersagliato per "errore" da un missile lanciato nello specifico da un caccia francese o NATO con l'intenzione di colpire un [[Mikoyan Gurevich|Mig]] delle forze aeree [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|libiche]].<ref>{{Cita news | url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ | titolo = Ustica, Stato condannato a risarcire vittime. "Congruamente motivata la tesi del missile" | editore = la Repubblica | data = 28 gennaio 2013 | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170319183313/http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH |titolo = Ustica: fu un missile, ora i danni | pubblicazione = [[Il Sole 24 Ore]] | data = 29 gennaio 2013 |accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170627171251/http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml | titolo = Ustica, lo Stato risarcirà le famiglie delle vittime | editore = [[Corriere della Sera]] | data = 29 gennaio 2013 | citazione = La strage di Ustica avvenne a causa di un missile | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304111111/http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml }}</ref>
Nel [[2007]] l'ex-[[presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga|Cossiga]], all'epoca della strage [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]], ha attribuito la responsabilità del disastro a un [[missile]] francese «a risonanza e non ad impatto», destinato ad abbattere l'aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico [[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]<ref name="archiviostorico.corriere.it">{{Cita news|titolo=Strage di Ustica, nuove indagini Sentito Cossiga: un missile francese|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|pubblicazione=Corriere della Sera|pagina=19|città=Roma|data=22 giugno 2008|accesso=28 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2014/07/19/aerei-civili-abbattuti-per-sbaglio/|titolo=Sette storie di aerei civili abbattuti per sbaglio|editore=ilpost.it|data=19 luglio 2014|accesso=19 luglio 2014}}</ref>. Tesi analoga è alla base della [[Condanna dello Stato nella strage di Ustica|conferma]], da parte della [[Corte di Cassazione]], della [[condanna]] al pagamento di un [[risarcimento]] ai familiari delle vittime, inflitta in sede [[Diritto processuale civile|civile]] ai Ministeri dei [[Ministero dei Trasporti|Trasporti]] e della [[Ministero della Difesa|Difesa]] dal [[Tribunale]] di [[Palermo]]<ref>{{Cita news|titolo=Ustica: Marrazzo, sentenza Cassazione coincide con dichiarazioni Cossiga|url=http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380|pubblicazione=la Repubblica Palermo|città=Roma|data=28 gennaio 2013}}</ref>.
 
La più autorevole opinione sulla causa del disastro venne nel febbraio 2007 dal [[Presidente emerito della Repubblica Italiana|Presidente emerito della Repubblica]] Francesco Cossiga, che all'epoca dell'incidente era il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] in carica, il quale, riferendo all'autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell'abbattimento a un [[missile]] francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell'[[Aéronavale]] decollato dalla portaerei ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei ''[[Foch (R 99)|Foch]]'', e che furono i [[servizi segreti italiani]] a informare lui e l'allora (2007) ministro dell'interno [[Giuliano Amato]] dell'accaduto.<ref name="Corriere Cossiga 2007" /> Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga si sarebbe trovato il dittatore libico [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]].<ref name="Corriere Cossiga 2007">{{Cita news | titolo = Strage di Ustica, nuove indagini. Sentito Cossiga: un missile francese | url = http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110719031129/http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | pubblicazione = [[Corriere della Sera]] |p=19 | data = 22 giugno 2008 | accesso = 28 gennaio 2013}}</ref> Tesi analoga è alla base della [[Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica|conferma]], da parte della [[Corte di cassazione|cassazione]], della [[sentenza|sentenza di condanna]] [[Diritto processuale civile|civile]] al [[risarcimento]] ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di [[Ministero dei trasporti|trasporti]] e [[Ministero della difesa|difesa]] dal tribunale di [[Palermo]].<ref>{{Cita news | titolo = Ustica: Marrazzo, sentenza Cassazione coincide con dichiarazioni Cossiga | url = http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380 | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]| data = 28 gennaio 2013 | accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190421175545/https://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380|urlmorto=no}}</ref> Nel settembre 2023, lo stesso Giuliano Amato ha confermato tale ricostruzione, dichiarando al quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' che la strage fu conseguenza di "''un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi''".<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/09/02/-ustica-amato-a-la-repubblica-missile-francese-colpi-dc9-_9fd0d3fe-42bf-44a4-b127-69988a8a647d.html|titolo=Ustica, Amato a La Repubblica "missile francese colpì Dc9" - Ultima ora - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-09-02|lingua=it|accesso=2023-09-02}}</ref><ref>{{cita news|nome=Concetto|cognome=Vecchio|url=https://www.repubblica.it/politica/2023/09/05/news/ustica_strage_amato_conferenza_stampa-413424903/|titolo=Amato su Ustica: "Non ritratto nulla, ho parlato perché sento il peso dell'età"|data=5 settembre 2023|pubblicazione=la Repubblica|citazione=ha invece ammesso di aver commesso un errore nel ricostruire il ruolo di Bettino Craxi. "Un errore, segnalato anche da figli di Craxi. Inizio ad avere una certa età e ho ammesso che non sono in grado dire se l'errore l'ho fatto io o se lo fece chi mi disse che Craxi informò Gheddafi. È un fatto che lo informò nell'86"}}</ref>
I procedimenti [[Diritto processuale penale|penali]] per [[alto tradimento]], a carico di quattro esponenti dei vertici militari italiani, si sono conclusi con l'assoluzione degli imputati. Altri procedimenti a carico di militari (circa 80) del personale AM si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.
 
La compagnia Itavia, già pesantemente indebitata<ref name="RS19-01-81">[http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf Camera dei Deputati - Resoconto stenografico 267 del 19 gennaio 1981].</ref><ref>{{Cita news|autore=Gianluca di Feo|url=http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/|titolo=Itavia, la guerra segreta tra Andreotti e la Thatcher|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=27 giugno 2011}}</ref>, cessò le operazioni il 10 dicembre; il 12 dicembre le fu revocata la licenza di operatore aereo (su rinuncia della stessa compagnia) e, nel giro di un anno, si aprì la procedura di [[Fallimento (ordinamento giuridico italiano)|fallimento]]<ref name="RS19-01-81" />.
 
== Ricostruzione cronologica dell'avvenimento ==
* Alle 20:08 del 27 giugno 1980 il DC-9 [[Codice di registrazione degli aeromobili|immatricolato]] I-TIGI decolla per il volo IH870<ref>"IH" era al tempo il [[Codice vettore IATA|codice IATA]] di Itavia; in seguito è stato riassegnato.</ref> da [[aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|Bologna]] diretto a [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Palermo]] con 113 minuti di ritardo accumulati nei servizi precedenti<ref>[http://pernondimenticare.blogspot.it/ ''Per non dimenticare'']. 27 giugno 1980. La strage di Ustica. Ghino di Tacco. 11 ottobre 2005.</ref>; una volta partito, si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta assegnata (lungo l'[[aerovia]] "Ambra 13") fino all'ultimo contatto radio<ref>Per la precisione, ultimo segnale del [[transponder]] dell'aereo.</ref>, tra velivolo e controllore procedurale di [[Roma]] Controllo, che avviene alle 20:59.
* Alle 21:04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su [[Palermo]], dove era previsto arrivasse alle 21:13, il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate; lo fa chiamare, sempre senza ottenere risposta, anche da due voli dell'[[Air Malta]], KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758<ref>{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.pdf|titolo=3.7. Conversazioni telefoniche da e per Ciampino|formato=pdf|editore=stragi80.it}}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Titolo 2, pag. 468. I tentativi di ripresa del contatto.</ref>, oltre che dal [[radar]] militare di [[Marsala]] e dalla [[Torre di controllo del traffico aereo|torre di controllo]] di [[Palermo]]. Passa senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21:13.
* Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di [[Martina Franca]] assume la direzione delle operazioni di ricerca, allerta il [[15º Stormo]] a [[Ciampino]], sede degli [[elicottero|elicotteri]] [[Sikorsky S-61|Sikorsky HH-3F]] del [[ricerca e salvataggio|soccorso aereo]].
* Alle 21:55 decolla il primo HH-3F e inizia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo viene dato per disperso.
* Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba, un elicottero di soccorso individua alcune decine di miglia a nord di Ustica alcuni detriti in affioramento. Poco dopo raggiunge la zona un [[Breguet Br 1150 Atlantic|Breguet Atlantic]] dell'[[Aeronautica Militare|Aeronautica]], che avvista una grossa chiazza di carburante; nel giro di qualche ora cominciano ad affiorare altri detriti e i primi cadaveri dei passeggeri. Ciò conferma che il velivolo è precipitato nel [[mar Tirreno]], in una zona in cui la profondità dell'acqua supera i tremila metri.
 
== Il recupero delle salme e gli esami autoptici ==
Le vittime del disastro furono ottantuno, di cui tredici bambini, ma furono ritrovate e recuperate solo trentotto salme.
 
La Procura di Palermo dispose l'ispezione esterna di tutti i cadaveri rinvenuti e l'[[autopsia]] completa di 7 cadaveri, richiedendo ai periti di indicare<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf ''Perizie dell'AG di Palermo'']. Titolo 3: le perizie. pagina 1727.</ref>:
# causa, mezzi ed epoca dei decessi;
# le lesioni presentate dai cadaveri;
# se su di essi si ravvisassero presenze di sostanze tossiche e di corpi estranei;
# se vi fossero tracce evidenti di [[ustioni]] o di [[annegamento]].
 
Sulle sette salme di cui fu disposta l'autopsia furono riscontrati sia grandi [[Trauma fisico|traumi]] da caduta (a livello scheletrico e viscerale), sia lesioni [[enfisema]]tose polmonari da [[malattia da decompressione|decompressione]] (tipiche di sinistri in cui l'[[aereo]] si apre in volo e perde repentinamente la pressione interna).<ref>[http://www.pendragon.it/libro.do?id=953 ''Punto Condor: Ustica il processo'']. Daniele Biacchessi, Fabrizio Colarieti. Pendragon. 2002. pagina 40. ISBN 88-8342-134-5.</ref>
 
Nelle perizie gli esperti affermarono che l'instaurarsi degli enfisemi da [[Pressurizzazione (aeronautica)|depressurizzazione]] precedette cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate, ma non causò direttamente il decesso dei passeggeri facendo loro soltanto perdere conoscenza. La morte, secondo i medesimi esperti, sopravvenne soltanto in seguito, a causa di traumi fatali, riconducibili (così come la presenza di schegge e piccole parti metalliche in alcuni dei corpi) a reiterati urti con la struttura dell'aereo in caduta e, in ultima analisi, all'impatto del DC9 con l'acqua<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf ''Perizie dell'AG di Palermo'']. Titolo 3: le perizie. Alfredo Magazzù, Luigi La Franca, Marco Stassi, Nunzia Albano. pagina 1728.</ref>. La ricerca tossicologica dell'[[ossido di carbonio]] e dell'[[acido cianidrico]] (residui da combustione) fu negativa nel sangue e nei polmoni. Nessuna delle salme presentava segni di ustione o di annegamento<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/pm/prima3.pdf ''Requisitoria P.P. N° 266/90 A P.M. e 527/84 A G.I'']. Indagini autoptiche. I.12 pagina 121.</ref>.
 
Il controllo radiografico, alla ricerca di residui metallici, risultò positivo su cinque cadaveri. Più precisamente:
* nel cadavere 20 due piccole schegge nell'indice e nel medio sinistri;
* nel cadavere 34 piccoli frammenti metallici in proiezione della testa dell'omero destra e della quinta vertebra lombare;
* nel cadavere 36 minuti frammenti nella coscia sinistra;
* nel cadavere 37 un bullone con relativo dado nelle parti molli dell'emibacino;
* nel cadavere 38 un frammento delle dimensioni di un seme di zucca e di forma irregolare nella mano destra.
 
La compagnia aerea [[Itavia]], di proprietà di [[Aldo Davanzali]], era già pesantemente indebitata prima dell'incidente<ref name="RS19-01-81">{{Cita pubblicazione | formato = PDF | url = http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf | editore = [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] | titolo = Resoconto stenografico 267 della seduta del 19 gennaio 1981 | data = 19 gennaio 1981 | accesso = 12 dicembre 2017 |p=22493|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010124/http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf |urlmorto=no }}</ref><ref>{{Cita news | nome= Gianluca|cognome=Di Feo | url = http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/ | titolo = Itavia, la guerra segreta tra Andreotti e la Thatcher | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 27 giugno 2011|accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170557/https://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/|urlmorto=no}}</ref> e cessò le operazioni poco meno di sei mesi dopo, il 10 dicembre 1980; il 12 dicembre le fu revocata la licenza di operatore aereo<ref name="RS19-01-81" /> con messa a rischio dei livelli occupazionali<ref name="RS19-01-81" /> e, nel giro di un anno, si aprì la procedura di [[amministrazione controllata]], cui fece seguito il conferimento di [[flotta]] aerea e personale ad [[Aermediterranea]], società partecipata dall'allora [[compagnia aerea di bandiera|compagnia di bandiera]] [[Alitalia]] e dalla sua consociata [[Aero Trasporti Italiani|ATI]].
La perizia ritenne di escludere, per le caratteristiche morfologiche e dimensionali, la provenienza dei minuscoli corpi estranei dall'eventuale frammentazione di involucro di un qualsiasi ordigno esplosivo<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf ''Perizie dell'AG di Palermo'']. Titolo 3: le perizie. pagina 1729.</ref>.
 
Nel 2018 la cassazione ha condannato i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e della difesa a risarcire gli eredi del titolare della compagnia Itavia per il dissesto finanziario al quale andò incontro dopo il disastro aereo di Ustica; i due Ministeri sono stati riconosciuti colpevoli dell'omesso controllo della situazione di rischio venutasi a creare nei cieli di Ustica dove aerei militari non autorizzati e non identificati incrociarono l'aerovia assegnata al volo Itavia.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2018/12/06/news/disastro_aereo_di_ustica_i_265_milioni_di_risarcimento_ad_itavia_non_bastano-213566888/|titolo=Disastro aereo di Ustica, i 265 milioni di risarcimento ad Itavia non bastano|nome=Alessandra|cognome=Ziniti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 dicembre 2018|accesso=11 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181206230521/https://www.repubblica.it/cronaca/2018/12/06/news/disastro_aereo_di_ustica_i_265_milioni_di_risarcimento_ad_itavia_non_bastano-213566888/|urlmorto=no}}</ref>
== Scatola nera e comunicazioni radio ==
{{Approfondimento|titolo=Comunicazioni radio del DC-9 con Roma Ciampino|contenuto =
 
== Ricostruzione cronologica ==
'''18:26:06Z'''. (ora in [[Greenwich Mean Time|GMT]])
* Alle 20:08 del 27 giugno 1980 il DC-9 I-TIGI decolla per il volo IH870<ref>"IH" era al tempo il [[Codice vettore IATA|codice IATA]] di Itavia; in seguito è stato riassegnato.</ref> da [[Aeroporto di Bologna|Bologna]] diretto a [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Palermo]] con 113 minuti di ritardo, accumulati nei servizi precedenti. Il volo si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta assegnata (lungo l'[[aerovia]] "Ambra 13") fino all'ultimo contatto radio<ref>Per la precisione, all'ultimo segnale del [[transponder]] dell'aereo.</ref> tra il velivolo ed il controllore procedurale di [[Roma]], che avviene alle 20:59.<ref>{{Cita web |url =http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-speciale-ustica/2010/06/26/il-giudice-francesi-a-caccia-di-gheddafi/ |titolo =Il giudice: "Francesi a caccia di Gheddafi" |nome= Luigi|cognome=Spezia |editore = [[la Repubblica (quotidiano)]] |data = 26 giugno 2010 |accesso = 27 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160420145319/http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-speciale-ustica/2010/06/26/il-giudice-francesi-a-caccia-di-gheddafi/ |urlmorto = no}}</ref><ref>{{Google books
|id=LfH4J1ncYPAC|nome=Sandro|cognome=Bruni|nome2=Gabriele|cognome2=Moroni|titolo=Ustica, la tragedia e l'imbroglio|pagina =65|ISBN = 88-87373-32-9 |editore=Edizioni Memoria - Luigi Pellegrini Editore|anno=2003|città=Cosenza}}</ref> Al momento della sparizione l'aeromobile si trova a circa {{M|7000|u=m}} di altezza sul braccio di mare compreso tra le isole di [[Ponza (isola)|Ponza]] e [[Ustica]] e sta volando alla velocità di {{M|800|u=km/h}}.
* Alle 21:04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su [[Palermo]] (dove era previsto arrivasse alle 21:13), il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate e lo fa chiamare anche da due voli dell'[[Air Malta]] (KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758<ref>{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.pdf|titolo=3.7. Conversazioni telefoniche da e per Ciampino|formato=pdf|editore=stragi80.it|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071010132202/https://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.pdf|urlmorto=no}}</ref>), sempre senza ricevere risposta.<ref>Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, [[Rosario Priore]], nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Titolo 2, pag. 468.</ref> I tentativi di ripresa del contatto vengono effettuati anche dal [[radar|Centro radar dell'Aeronautica Militare]] (CRAM) di [[Marsala]] e dalla [[Torre di controllo del traffico aereo|torre di controllo]] di [[Palermo]]. Trascorre senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21:13.
* Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di [[Martina Franca]] assume la direzione delle operazioni di ricerca e allerta il [[15º Stormo]] a [[Ciampino]], sede degli [[elicottero|elicotteri]] [[Sikorsky S-61|Sikorsky HH-3F]] del [[Ricerca e soccorso|soccorso aereo]].
* Alle 21:55 il primo HH-3F decolla e incomincia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo viene dato per disperso.
* Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba un elicottero di soccorso individua a circa {{M|110|u=km}} a nord di [[Ustica]] alcuni detriti in affioramento. Poco dopo raggiunge la zona un [[Breguet Br 1150 Atlantic]] dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]], che avvista una grossa chiazza di carburante; nel giro di qualche ora cominciano ad affiorare altri detriti e i primi cadaveri dei passeggeri. Ciò conferma che il velivolo è precipitato nel [[mar Tirreno]], in una zona in cui la profondità dell'acqua supera i tremila metri.
* Nel corso della mattina del 28 giugno vengono recuperati alcuni cadaveri e vengono dirottate sul punto stimato di caduta alcune navi e imbarcazioni civili tra cui la [[Pascoli (traghetto)|nave traghetto Pascoli]] della società [[Tirrenia di Navigazione]] in servizio di linea tra Napoli e Palermo.
 
=== Scatola nera e comunicazioni radio ===
{{Approfondimento
|larghezza=100%
|allineamento = centro
|titolo = Comunicazioni radio del DC-9 con Roma Ciampino
|contenuto = '''18:26:06[[UTC+0|Z]]'''
* Roma: «870 identifichi.»
* IH870: «Arriva.»
Riga 103 ⟶ 64:
* IH870: «Ci dica cosa dobbiamo fare.»
* Roma: «Adesso vedo che sta rientrando, quindi, praticamente, diciamo che è allineato, mantenga questa prua.»
* IH870: «Noi non ci siamo mossi, eh?!.»
 
'''18:44:08Z'''
* IH870: «Roma, la 870.»
* Roma: «IH870 per [[Ponza (isola)|Ponza]], 127,35.»
* IH870: «127,35. Grazie, buonasera.»
'''18:44:44Z'''
Riga 144 ⟶ 105:
* IH870: «115 miglia per Papa-Alfa... per Papa-Romeo-Sierra, scusate. Mantiene 250.»
* Roma: «Ricevuto IH870. E può darci uno stimato per [[aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Raisi]]?»
* IH870: «Sì: Raisi lo stimiamo perintorno gliagli uno-tre.»
* Roma: «870 ricevuto. Autorizzati a Raisi [[VHF Omnidirectional Range|VOR]]. Nessun ritardo è previsto, ci richiami per la discesa.»
* IH870: «A Raisi nessun ritardo, chiameremo per la discesa, 870.»
* Roma: «È corretto.»
}}
 
Il ''[[flight data recorder]]'' dell'aereo,<ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |titolo=Dagli USA è arrivato il nastro del DC9|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=16 giugno 1987|accesso=28 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220855/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |urlmorto=no}}</ref> recuperato dopo diversi anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, ha registrato valori regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], la quota circa {{Converti|25000|ft|m|lk=on|order=flip}} con prua a 178°, l'[[Accelerazione di gravità|accelerazione verticale]] oscillava senza oltrepassare {{TA|1,15 [[Accelerazione di gravità|g]]}}. Il [[Cockpit Voice Recorder|''cockpit voice recorder'']], recuperato nel corso della prima campagna di recupero subacqueo dopo anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, ha registrato un tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il primo ufficiale Enzo Fontana, che in quel momento sembravano particolarmente rilassati e si raccontavano barzellette; la registrazione si interrompe senza preavviso.
'''18:59:45Z - ultimo segnale del [[transponder]]'''}}
Il [[scatola nera|flight data recorder]] (FDR) dell'aereo<ref>{{Cita news|titolo=Dagli USA è arrivato il nastro del DC9|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html|accesso=28 gennaio 2013|data=16 giugno 1987|pubblicazione=La Repubblica|città=Roma}}</ref> aveva registrato dati di volo assolutamente regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], la quota circa 7&nbsp;630&nbsp;m (25&nbsp;000 [[piede (unità di misura)|piedi]]) con prua a 178°, l'[[Accelerazione di gravità|accelerazione verticale]] oscillava senza oltrepassare 1,15&nbsp;g. La registrazione del tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il copilota, che si raccontavano barzellette, restituito dal [[scatola nera|cockpit voice recorder]] (CVR), si era interrotta improvvisamente e senza alcun segnale allarmante che precedesse la troncatura.
 
Gli ultimi secondi daldella CVRregistrazione recitano:
{{q|Allora siamo a discorsi da fare... [...] Va bene i capelli sono bianchi... È logico... Eh, lunedì intendevamo trovarci ben poche volte, se no... Sporca eh! Allora sentite questa... Gua...»Guarda, cos'è?}}
La registrazione in realtà termina tagliando la prima parola pronunciata dopo "sentite questa", che per anni si ipotizzò fosse «Guarda».<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html|titolo=QUELLA SERA NEL CIELO DI USTICA UN PILOTA GRIDO': ' GUARDA...'|autore=Franco Scottoni |editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 agosto 1991|accesso=14 novembre 2019|citazione = Gli esperti fonici hanno stabilito che si tratta, in modo inequivocabile, della parola "guarda"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191115045828/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html |urlmorto=no}}</ref>
Il 10 giugno 2020, un'accurata pulizia dell'audio suggerisce che le ultime parole pronunciate dal copilota siano state «Guarda, cos'è?», lasciando presupporre che i due membri dell'equipaggio avessero individuato un'anomalia o comunque qualcosa visibile fuori dall'abitacolo.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Strage-UsticaGuarda-cos-e-Le-ultime-parole-prima-del-disastro-audio-documento-c4b41d6d-1418-4fda-8308-3cd56778381b.html|titolo="Guarda, cos'è?". Le ultime parole prima del disastro: un documento sulla strage di Ustica|data=10 giugno 2020}}</ref>
 
== Gli esami autoptici delle vittime ==
La registrazione si era fermata tagliando l'ultima parola («Guarda!»). Questo particolare potrebbe indicare un'improvvisa interruzione dell'alimentazione elettrica.
Le vittime del disastro furono ottantuno, ma furono ritrovate e recuperate solo trentanove salme.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_giugno_27/ustica-volti-storie-81-vittime-dc9-88ffcd12-b7d0-11ea-b7f2-bfb2b67ec0ad.shtml|titolo=Strage di Ustica, le foto mai viste degli 81 morti del Dc9 e le loro storie|autore=Alessandro Fulloni, Alessio Ribaudo, Carlotta Lombardo, Giovanni Viafora|sito=Corriere della Sera|data=27 giugno 2020|accesso=27 giugno 2020}}</ref> Dopo quarant'anni, alcune inchieste giornalistiche del Corriere della Sera hanno mostrato per la prima volta i volti e tutte le storie. L'ultima in ordine di tempo è stata quella della professoressa universitaria Giulia Maria Tripiciano rintracciata da Alessio Ribaudo.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_04/giulia-maria-40-anni-ha-volto-matematica-morta-ustica-1f22e0fe-0678-11eb-a2e0-350f742b3f9d.shtml|titolo=Chi era Giulia, la matematica che stava per tornare a casa e morì a Ustica: trovata la foto dopo 40 anni|autore=Alessio Ribaudo|sito=Corriere della Sera|data=10 aprile 2020|accesso=5 ottobre 2020}}</ref>
 
La procura di Palermo dispose l'ispezione esterna di tutti i cadaveri rinvenuti e l'[[autopsia]] completa di sette cadaveri, richiedendo ai periti di indicare:<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=Perizie dell'AG di Palermo|p=1727|formato = PDF|accesso=12 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160320104110/https://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|urlmorto=no}}</ref>
== Le ipotesi ==
# causa, mezzi ed epoca dei decessi
Le principali ipotesi sulle quali gli inquirenti hanno indagato sono<ref>{{Cita news|autore=Stefano Rodota'|titolo=E ora chiarezza sull'esplosione e sulle omissioni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/08/ora-chiarezza-sull-esplosione-sulle-omissioni.html|accesso=28 gennaio 2013|data=8 maggio 1988|pubblicazione=La Repubblica|pagina=17}}</ref>:
# le lesioni presentate dai cadaveri
* il DC-9 sarebbe stato abbattuto da un [[missile aria-aria]] sparato da un aereo militare;
# se sui corpi si ravvisassero presenze di sostanze tossiche e di corpi estranei
* il DC-9 sarebbe precipitato dopo essere entrato in collisione (o in semicollisione) con un aereo militare.
# se vi fossero evidenti tracce di [[ustioni]] o di [[annegamento]]
* sarebbe avvenuto un cedimento strutturale;
* sarebbe esplosa una [[bomba (ordigno)|bomba]] a bordo<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, cancellata l'ipotesi bomba|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/01/ustica-cancellata-ipotesi-bomba.html|accesso=28 gennaio 2013|data=1º dicembre 1994|pubblicazione=La Repubblica|pagina=21}}</ref>;
 
Sulle sette salme di cui fu disposta l'autopsia furono riscontrati sia grandi [[Trauma fisico|traumi]] da caduta (a livello scheletrico e viscerale), sia lesioni [[enfisema]]tose polmonari da [[malattia da decompressione|decompressione]], tipiche di sinistri in cui l'[[aereo]] si apre in volo e perde repentinamente la pressione interna.<ref>{{Google books
A partire dalla succitata prima ipotesi, negli anni si è affermata la tesi che in zona vi fosse un'intensa attività aerea internazionale: sebbene dagli enti militari, nazionali e alleati, sino ai primi anni novanta non fosse mai giunta alcuna segnalazione di anomalie (che pure è stato ipotizzato possano essere state occultate<ref name="bugieAeronautica" />), né sul relitto sia mai stato trovato alcun frammento di missile, ma soltanto tracce di esplosivo, si sarebbe determinato uno scenario di guerra aerea, nel quale il DC-9 Itavia si sarebbe trovato per puro caso mentre era in volo livellato sulla rotta Bologna-Palermo<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/pm/RequisitoriePm.pdf ''Requisitorie del Pubblico Ministero nel procedimento NR. 266/90A P.M. E 527/84A G.I. a carico di ignoti imputati'']. Procura di Roma.</ref>. Testimonianze emerse nel 2013 confermerebbero la presenza di aerei da guerra<ref>{{Cita news|autore=Federica Angeli|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/testimone_ustica-55770712/|titolo=Ustica, spunta un nuovo supertestimone: "Navi da guerra in azione la sera della strage"|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=2 aprile 2013}}</ref> e navi portaerei<ref>{{Cita news|autore=Salvatore Maria Righi|url=http://www.unita.it/italia/ustica-spunta-altro-testimone-br-vide-la-portaerei-1.494923|titolo=Ustica, spunta altro testimone: quella notte vide la portaerei...|pubblicazione=[[L'Unità]]|data=16 aprile 2013}}</ref>. L'occultamento<ref name="bugieAeronautica" /><ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf ''Gli inquinamenti'']. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4533.</ref> e la distruzione<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf ''La distruzione delle prove'']. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4592.</ref>,<ref name="provedistrutte" /> di alcuni registri (Marsala<ref name="registroMarsala" />, Licola<ref name="registoLicola" />, Grosseto<ref name="registrazioniGrosseto" />) e di alcuni nastri radar (Marsala, Grosseto) che registrarono il tracciato del volo DC-9 IH870, a fronte delle prove prodotte da altri analoghi registri e nastri non occultabili e non distrutti (Fiumicino<ref name="radarFiumicino" />, Satellite russo<ref name="registrazioneRussa" />), vengono portati a sostegno di tale ipotesi<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf ''Le conclusioni per effetto delle perizie'']. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4944.</ref>.
|id=cVCO6mhOWmwC
|nome=Daniele
|cognome=Biacchessi
|wkautore=Daniele Biacchessi
|nome2=Fabrizio
|cognome2=Colarieti
|titolo=Punto Condor. Ustica: il processo
|pagina =40
|ISBN = 88-8342-134-5
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|anno=2002
|città=Bologna
}}</ref> Nelle perizie gli esperti affermarono che l'instaurarsi degli enfisemi da [[Pressurizzazione (aeronautica)|depressurizzazione]] precedette cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate, ma non causò direttamente il decesso dei passeggeri, facendo loro solamente perdere conoscenza. La morte, secondo i medesimi esperti, sopravvenne soltanto in seguito a causa di traumi fatali, riconducibili (così come la presenza di schegge e piccole parti metalliche in alcuni dei corpi) a reiterati urti con la struttura dell'aereo in caduta e, in ultima analisi, all'impatto del velivolo con l'acqua.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=''Perizie dell'AG di Palermo''}}. Titolo 3: le perizie. Alfredo Magazzù, Luigi La Franca, Marco Stassi, Nunzia Albano. pagina 1728.</ref> La ricerca tossicologica dell'[[ossido di carbonio]] e dell'[[acido cianidrico]] (residui da combustione) fu negativa sia nel sangue sia nei polmoni. Nessuna delle salme presentava segni di ustione o di annegamento.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/pm/prima3.pdf|titolo=''Requisitoria P.P. N° 266/90 A P.M. e 527/84 A G.I'' Indagini autoptiche. I.12|p=121|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160315030744/https://www.stragi80.it/documenti/pm/prima3.pdf|urlmorto=no}}</ref>
 
Il controllo radiografico, alla ricerca di residui metallici, risultò positivo su cinque cadaveri. Più precisamente:
Da testimonianze risulta che se il disastro avesse avuto cause chiare (difetto strutturale o bomba) non sarebbe stato necessario occultare e distruggere prove di primaria importanza sul volo, come è stato stabilito dalle conclusioni della sentenza nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G. I.<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf ''L'opposizione della reticenza assoluta'']. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4958.</ref>. I dati di volo distrutti e recuperati da altre fonti nazionali e internazionali<ref name="bugieAeronautica">[http://www.stragi80.it/?p=1453 ''Strage di Ustica, ecco i pezzi mancanti e tutte le bugie dell'Aeronautica'']. Stragi 80. 27 giugno 2012.</ref> e l'allarme generale della difesa aerea lanciato da due piloti dell'aeronautica militare italiana potrebbero confermare la tesi accusatoria, secondo la quale l'aereo DC-9 Itavia del volo IH870, attorno al quale volavano almeno tre aerei dei quali uno a velocità supersonica<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf ''Gli aerei vicino al DC9'']. Ricostruzione dei fatti avvenuti la sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica. 1999. pagina 37.</ref>, sia stato abbattuto<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf ''Gli indizi di esplosione'']. Ricostruzione dei fatti avvenuti la sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica. 1999. pagina 44-52.</ref> da un aereo che volava a velocità supersonica<ref name="radarFiumicino">{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/?page_id=22|autore=|titolo=Il tracciato radar di Fiumicino del 27 giugno 1980 (dalle ore 20,58 alle 21,02)|editore=stragi80.it|data=|accesso=28 gennaio 2013}}</ref>, tesi proposta per la prima volta dall'esperto del [[National Transportation Safety Board]], John Macidull<ref name="Macidull" />.
* nel cadavere 20 due piccole schegge nell'indice e nel medio sinistri
* nel cadavere 34 piccoli frammenti in proiezione della testa dell'omero destra e della quinta vertebra lombare
* nel cadavere 36 minuti frammenti nella coscia sinistra
* nel cadavere 37 un bullone con relativo dado nelle parti molli dell'emibacino
* nel cadavere 38 un frammento delle dimensioni di un seme di zucca e di forma irregolare nella mano destra
 
La perizia ritenne di escludere, per le caratteristiche morfologiche e dimensionali, la provenienza dei minuscoli corpi estranei dall'eventuale frammentazione di involucro di un qualsiasi ordigno esplosivo.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=''Perizie dell'AG di Palermo''}}. Titolo 3: le perizie. pagina 1729.</ref>
 
== Le indagini ==
=== Le prime perizie e le tracce di esplosivi ===
Sul ''caso Ustica'' la [[magistratura (diritto)|magistratura]] italiana ha condotto un'attività di indagine durata per decenni, con cospicue cartelle di atti: al processo di primo grado si giunse con due milioni di pagine di istruttoria, 4&nbsp;000 testimoni, 115 perizie, un'ottantina di rogatorie internazionali e 300 miliardi di lire di sole spese processuali<ref>Daniele Biacchessi, Fabrizio Colarieti, ''Punto Condor: Ustica il processo'', Pendragon. 2002. pagina 121. ISBN 88-8342-134-5.</ref> e quasi trecento udienze processuali.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|p. 102}}.</ref>.
Sui pochi resti disponibili, i periti rinvennero tracce di esplosivi. Nel 1982, una perizia eseguita da parte di esperti dell'Aeronautica militare italiana rilevò del [[ciclotrimetilentrinitroammina|T4]] (esplosivo plastico presente nelle bombe, come quella fatta esplodere nel successivo 1987 da agenti della Corea del Nord sul [[volo Korean Air 858]]).<ref>{{Cita news|url=http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-120314.html |titolo=Asia's long history of carnage in the air|lingua=en |cognome=McBeth |nome=John |data=12 marzo 2014 |pubblicazione=Asia Times Online|accesso=20 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140313023053/http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-120314.html }}</ref> La causa dell'incidente viene individuata nella detonazione di una massa di esplosivo presente a bordo del velivolo,<ref>Relazione della Direzione laboratori dell'A.M. - IV Divisione Esplosivi e Propellenti (Torri) del 5 ottobre 1982 (parte I, Libro I, Capo I, Titolo III, capitolo III della sentenza ordinanza del giudice istruttore)</ref> in ragione della rilevata presenza su alcuni reperti di tracce di T4 e dell'assenza di tracce di [[Trinitrotoluene|TNT]].<ref name="T4">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pagina 21.</ref>
 
La perizia dell'Aeronautica Militare venne seguita da una controperizia dell'accusa.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/024.pdf|titolo=''Perizia chimica Acampora-Malorni a chiarimenti - 19.04.91''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123185056/http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/024.pdf }}. Capitolo XXIV, pagina 6.</ref> La seconda repertazione, nel 1987, trovò T4 e TNT su di un frammento dello schienale nº 2 rosso:<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pagina 22.</ref> la perizia chimica Malorni Acampora del 3 febbraio 1987 (disposta dal giudice istruttore nel corso della perizia Blasi: parte I, libro I, capo I, titolo III, capitolo IV, pag. 1399 e ss. della sentenza ordinanza del giudice istruttore) rileva la presenza chiara e inequivocabile sia di T4 sia di TNT (sempre nel frammento dello schienale nº 2 rosso), miscela la cui presenza è tipica degli ordigni esplosivi.<ref name="T4" /><ref name="T4+TNT">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pag. 21-22.</ref> Queste componenti di esplosivi, solitamente presenti nelle miscele di ordigni esplosivi, hanno indebolito l'ipotesi di un cedimento strutturale, come era stato ipotizzato il 28 gennaio 1981 dalla commissione Ministeriale "Luzzatti" (seppure al pari, come si è visto, di altre ipotesi) nominata dal ministro dei trasporti Formica.<ref>{{cita web|url=https://www.fattodiritto.it/strage-di-ustica-lultimo-volo/|titolo=Strage di Ustica: l'ultimo volo del DC-9 Itavia precipitato nel mistero|pubblicazione=Fatto di Diritto|data=27 settembre 2011|accesso=30 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190530190510/https://www.fattodiritto.it/strage-di-ustica-lultimo-volo/|urlmorto=no}}</ref>
Le indagini vennero avviate immediatamente sia dalla magistratura sia dal [[Ministero dei Trasporti]], all'epoca ministro [[Rino Formica|Formica]]. Aprirono un procedimento le [[Procura della Repubblica|procure]] di Palermo, Roma e Bologna, mentre il ministro dei trasporti nominò una [[commissione d'inchiesta]] tecnico-formale diretta dal dottor Carlo Luzzatti, che però non concluse mai i suoi compiti, visto che, dopo aver presentato due relazioni preliminari, decise per l'autoscioglimento nel [[1982]] a causa di insanabili contrasti di attribuzioni con la magistratura. Formica finì con l'adeguarsi alla tesi prevalente, che l'aereo era precipitato per un cedimento strutturale dovuto alla cattiva manutenzione. Il 10 dicembre [[1980]] Itavia interruppe l'attività, mentre ai dipendenti non veniva più corrisposto lo stipendio. Il Ministero dei Trasporti il 12 dicembre [[1980]] revocò all'Itavia le concessioni per l'esercizio dell'attività, su rinuncia della stessa compagnia aerea.<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/comstragi/minoranza.pdf ''Sciagura aerea del 27 giugno 1980'']. Vincenzo Ruggero Manca, Alfredo Mantica, Vincenzo Fragalà, Marco Taradash. pagina 378 e nota 17 pagina 399.</ref>
 
L'acclarata presenza di esplosivi indeboliva l'ipotesi di cedimento strutturale, tanto più per cattiva manutenzione. Ciò aprì, in epoche successive, spiragli per richieste di risarcimenti a favore dell'Itavia (cui tuttavia il ministro dei trasporti Formica aveva revocato la concessione dei servizi aerei di linea per il pesante passivo dei conti aziendali, non per il disastro).
Dal [[1982]] l'indagine divenne, di fatto, di esclusiva competenza della magistratura, nella persona del [[giudice istruttore]] di Roma Vittorio Bucarelli. La ricerca delle cause dell'incidente, nei primi anni e senza disporre del relitto, non permise di raggiungere dati sufficientemente attendibili.
 
Secondo le rivelazioni di due [[Cablogramma|cablogrammi]] (03ROME2887<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html|titolo=Viewing cable 03ROME2887, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES|editore=[[WikiLeaks]]|accesso=4 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150309145938/http://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html|urlmorto=no}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref> e 03ROME3199<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://wikileaks.org/cable/2003/07/03ROME3199.html|titolo=Viewing cable 03ROME3199, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES: REQUEST FOR|editore=[[WikiLeaks]]}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref>) pubblicati sul sito [[WikiLeaks]], l'allora ministro per i rapporti con il Parlamento [[Carlo Giovanardi]] difese in Parlamento la versione della bomba, paragonandola a quella della [[Volo Pan Am 103|strage di Lockerbie]].<ref>{{Cita news|nome=Antonella|cognome=Beccaria|wkautore=Antonella Beccaria|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/13/ustica-giovanardi-spara-sui-giudici-come-aver-condannato-tortora-per-droga/157140/|titolo=Ustica, Giovanardi sui giudici: Come aver condannato Tortora per droga|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|città=Bologna|data=13 settembre 2011|accesso=19 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140411215434/http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/13/ustica-giovanardi-spara-sui-giudici-come-aver-condannato-tortora-per-droga/157140/|urlmorto=no}}</ref> In un'intervista concessa ad AgoraVox Italia, tuttavia, Giovanardi smentì la versione dell'ambasciata statunitense, in cui si legge che lo stesso avrebbe espresso la sua volontà di "mettere a tacere" le ipotesi sulla strage di Ustica.<ref>{{Cita news|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/ustica-giovanardi-sinfervora-lascia-studio/199841/|nome=Gisella|cognome=Ruccia|titolo=Giovanardi ne infila una dietro l'altra su Ustica, poi urla e lascia lo studio tv|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=18 giugno 2012|accesso=19 giugno 2012|dataarchivio=20 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120620232300/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/ustica-giovanardi-sinfervora-lascia-studio/199841/|urlmorto=sì}}</ref> Le parole di Giovanardi furono poi contestate da [[Daria Bonfietti]], senatrice e presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica<ref>{{Cita web|url=http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/03/16/giovanardi-e-la-verita-su-ustica/|titolo=Giovanardi e la verità su Ustica|editore=blogautore.espresso.repubblica.it|data=16 marzo 2011|accesso=|nome=Daria|cognome=Bonfietti|wkautore=Daria Bonfietti|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110609045715/http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/03/16/giovanardi-e-la-verita-su-ustica/|urlmorto=no}}</ref> e sorella di Alberto Bonfietti, perito nella strage.
=== Tracce di esplosivi ===
Sui pochi resti disponibili, i periti rinvennero tracce di esplosivi.
 
=== Recupero del relitto ===
Nel [[1982]], una perizia eseguita da parte di esperti dell'aeronautica militare italiana, trovò solo [[ciclotrimetilentrinitroammina|C4]], esplosivo plastico presente nelle bombe, come quella fatta esplodere nel successivo 1987 da agenti della Corea del Nord sul [[volo Korean Air 858]].<ref>{{Cita web |url=http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-120314.html |titolo=
Nel 1987 il ministro del tesoro [[Giuliano Amato]] stanziò i fondi per il recupero del relitto del DC-9, che giaceva in fondo al mar Tirreno. La profondità di {{formatnum:3700}} metri alla quale si trovava il relitto rendeva complesse e costose le operazioni di localizzazione e recupero e le imprese specializzate che disponevano delle attrezzature e dell'esperienza necessarie erano pochissime. La scelta, dopo una iniziale considerazione di inopportunità di coinvolgimento di operatori francesi, ricadde proprio sulla ditta Ifremer (''Institut français de recherche pour l'exploitation de la mer'', Istituto di ricerca francese per lo sfruttamento del mare), che il giudice [[Rosario Priore]] avrebbe poi ritenuto collegata ai [[DGSE|servizi segreti francesi]].<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, il giudice Priore indaga sul supersismi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|accesso=28 gennaio 2013|data=6 ottobre 1990|pubblicazione=La Repubblica|p=20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140810205702/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|urlmorto=no}}</ref> Sulla conduzione dell'operazione di recupero effettuata dai ''[[Deep Submergence Rescue Vehicle]]'' della Ifremer, che portò in superficie la maggior parte della cellula dell'aeromobile, scaturirono molti dubbi, principalmente sui filmati consegnati in copia e sul fatto che l'ispezione al relitto documentata dalla ditta francese fosse davvero stata la prima.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/057.pdf|titolo=''Capitolo LVII. Quesiti a chiarimento sui recuperi.''}}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. 30 novembre 1994. pagina 2801.</ref> Le difficoltà tecniche, i problemi di finanziamento e le resistenze esercitate da varie delle parti interessate contribuirono a rimandare il recupero per molti anni.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo1.pdf|titolo=''Le attività istruttorie fino al luglio 90''}}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Motivazione. Titolo 1. Capitolo I. L'evento e le prime indagini. pagina 30. 2.5. Campagne di recupero del relitto. pagina 70.</ref> Alla fine due distinte campagne di recupero, nel 1987 e nel 1991, riportarono in superficie circa il 96% del relitto del DC-9; si specifica che è stato recuperato l'85% della ''superficie bagnata'' dell'aereo.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/048.pdf|titolo=''XLVIII – Perizia tecnico-scientifica Misiti ed altri''}}. Perizie istruttoria. 23 luglio 1994. pagina 2433.</ref> Il relitto venne ricomposto in un [[hangar]] dell'[[aeroporto di Pratica di Mare]], dove rimase a disposizione della magistratura per le indagini fino al 5 giugno 2006, data in cui fu trasferito e sistemato, grazie al contributo dei Vigili del fuoco di Roma,<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/25/ustica.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=26 giugno 2006|pubblicazione=Corriere della Sera|città=Bologna|titolo=Ustica, l'ultimo viaggio del Dc-9 Itavia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160409072013/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/25/ustica.shtml|urlmorto=sì}}</ref> nel [[Museo per la memoria di Ustica|museo per la memoria]], approntato appositamente a [[Bologna]].
Asia's long history of carnage in the air |cognome=McBeth |nome=John |data=12 marzo 2014 |editore=Asia Times Online|accesso=20 luglio 2014 }}</ref>. Nella relazione della Direzione laboratori dell'A.M. - IV Divisione Esplosivi e Propellenti (Torri) del 5 ottobre 1982 (parte I, Libro I, Capo I, Titolo III, capitolo III della sentenza ordinanza del giudice istruttore) la causa dell'incidente viene individuata nella detonazione di una massa di esplosivo presente a bordo del velivolo, in ragione della rilevata presenza su alcuni reperti di tracce di T4, e dell'assenza di tracce di [[Trinitrotoluene|TNT]]<ref name="T4">[http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf ''Sentenza del tribunale di Palermo'']. 2007. pagina 21.</ref>.
 
=== Il serbatoio esterno di un aereo militare ===
La perizia dell'Aeronautica Militare venne seguita da una controperizia dell'accusa<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/024.pdf ''Perizia chimica Acampora-Malorni a chiarimenti - 19.04.91'']. Capitolo XXIV. pagina 6.</ref>. La seconda repertazione, nel [[1987]], trovò T4 e TNT su di un frammento dello schienale nº 2 rosso<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf ''Sentenza del tribunale di Palermo'']. 2007. pagina 22.</ref>: la Perizia chimica Malorni Acampora del 3 febbraio 1987 (disposta dal giudice istruttore nel corso della perizia Blasi: parte I, Libro I, Capo I, Titolo III, capitolo IV pag. 1399 e ss. della sentenza ordinanza del giudice istruttore) rileva la presenza chiara e inequivocabile sia di T4 che di TNT (sempre nel frammento dello schienale nº 2 rosso), miscela la cui presenza è tipica degli ordigni esplosivi<ref name="T4" /><ref name="T4+TNT">[http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf ''Sentenza del tribunale di Palermo'']. 2007. pagina 21-22.</ref>. Queste componenti di esplosivi, solitamente presenti nelle miscele di ordigni esplosivi, hanno indebolito l'ipotesi di un cedimento strutturale, come era stato ipotizzato il 28 gennaio 1981 da una commissione nominata dal ministro dei trasporti Formica<ref>[http://www.fattodiritto.it/strage-di-ustica-l%E2%80%99ultimo-volo-del-dc-9-itavia-precipitato-nel-mistero/ ''Strage di Ustica: l'ultimo volo del DC-9 Itavia precipitato nel mistero'']. Fatto di Diritto. 27 settembre 2011.</ref>.
Molto interesse destò nell'opinione pubblica il rinvenimento il 10 maggio 1992, durante la seconda campagna di recupero, al limite orientale della zona di ricerca (zona D),<ref name="Priore 1609">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2b.pdf|titolo=''Il serbatoio eiettabile rinvenuto nel maggio 92, in zona D''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100215084912/http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2b.PDF }}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. L'istruttoria dal 27 luglio 1990 al 31 dicembre 1997 (II parte). Titolo II. Capitolo XIX. Gli Stati Uniti d'America. Paragrafo 6. pagina 1609.</ref> di un serbatoio esterno sganciabile di un [[aereo militare]], schiacciato e frammentato, ma completo di tutti i pezzi; tali serbatoi esterni generalmente vengono sganciati in caso di pericolo<ref>"Non viene di norma eiettato se non in condizioni di emergenza":{{cita testo|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/terrorismo-e-stragi-x-xiii-leg/IT-SEN-114-016436/incontri-informali-n-1-ispezione-dc-9-itavia-pratica-mare-21-luglio-1993#lg=1&slide=0|titolo=Commissione stragi, XI legislatura, Incontri informali n. 1. Ispezione Dc 9 Itavia - Pratica di mare, 21 luglio 1993" (21 luglio 1993)}}, p. 3, in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Terrorismo e stragi (X-XIII leg.), 4.1.</ref> o più semplicemente in caso di necessità (ad esempio in fase di atterraggio) per aumentare la manovrabilità dell'apparecchio.
 
Il serbatoio fu recuperato il 18 maggio<ref name="Priore 1609" /> e fu sistemato a [[Aeroporto di Pratica di Mare|Pratica di Mare]] con gli altri reperti. Lungo 3 metri, per una capienza di {{Converti|300|gal|l|lk=on}} di combustibile, presentava i dati identificativi:
L'acclarata presenza di esplosivi indeboliva l'ipotesi di cedimento strutturale, tanto più per cattiva manutenzione. Ciò aprì, in epoche successive, spiragli per richieste di risarcimenti a favore dell'Itavia (cui tuttavia il ministro dei Trasporti Formica aveva revocato la concessione dei servizi aerei di linea per il pesante passivo dei conti aziendali, non per il disastro).
:''Pastushin Industries inc. pressurized 300 gal fuel tank installation diagram plate 225-48008 plate 2662835''<ref name="Priore 1609" />
che lo indicavano quindi prodotto dalla Pastushin Aviation Company di [[Huntington Beach]], [[Los Angeles]], [[California]] (divenuta poi Pavco)<ref name="Priore 1497">Ordinanza-sentenza Priore, Titolo II, Capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', Paragrafo 14 - ''La richiesta di informazioni sui serbatoi costruiti dalla società statunitense Pavco'', pag. 1497.</ref> negli Stati Uniti oppure all'estero su licenza. Tale tipo di serbatoio era installabile su almeno quattro modelli di aerei: [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|MD F-4 Phantom]] (in servizio nelle flotte di Stati Uniti, Israele, Germania, Grecia e Regno Unito), [[Northrop F-5]] (in servizio nel 1980 nelle flotte di Arabia Saudita, Austria, Bahrein, Botswana, Brasile, Canada, Cile, Corea del Sud, Etiopia, Filippine, Giordania, Grecia, Honduras, India, Iran, Kenya, Libia, Malesia, Norvegia, Pakistan, Paesi Bassi, Singapore, Spagna, Sudan, Svizzera, Thailandia, Taiwan, Tunisia, Turchia, Stati Uniti, Venezuela, Vietnam del Sud e Yemen), [[McDonnell Douglas F-15 Eagle|F-15 Eagle]] (in servizio nelle flotte di Arabia Saudita, Giappone, Israele e Stati Uniti), [[Vought A-7 Corsair II]] (in servizio nelle flotte di Stati Uniti, Grecia, Portogallo e Thailandia). Nessuno degli aerei listati è stato impiegato nelle flotta di Francia, nazione responsabile dell'abbattimento secondo le ipotesi di Francesco Cossiga<ref name="Corriere Cossiga 2007" /> e [[Canal+]].<ref name="repubblica.it">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2016/01/22/news/strage_di_ustica_un_documentario_svela_le_bugie_di_stato_dei_francesi-131783536/|titolo=Strage di Ustica, un documentario svela le bugie di Stato dei francesi|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 gennaio 2016|accesso=24 gennaio 2019|nome=Anais|cognome=Ginori|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419233506/https://www.repubblica.it/esteri/2016/01/22/news/strage_di_ustica_un_documentario_svela_le_bugie_di_stato_dei_francesi-131783536/|urlmorto=no}}</ref> Tuttavia la Francia impiegava il Caccia imbarcato [[Vought F-8 Crusader|Vought F 8 Crusader]] simile all'[[A-7 Corsair II|A7 Corsair II]].
 
Gli Stati Uniti, interpellati dagli inquirenti, risposero che dopo tanti anni non era loro possibile risalire a date e matricole per stabilire se e quando il serbatoio fosse stato usato in servizio dall'[[United States Air Force|Aviazione]] o dalla [[United States Navy|Marina degli Stati Uniti]].<ref name="Priore 1609" />
Secondo le rivelazioni di due cablogrammi (cable) (03ROME2887<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html|titolo=Viewing cable 03ROME2887, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES|editore=[[WikiLeaks]]}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref> e 03ROME3199<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://wikileaks.org/cable/2003/07/03ROME3199.html|titolo=Viewing cable 03ROME3199, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES: REQUEST FOR|editore=[[WikiLeaks]]}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref>) pubblicati sul sito [[WikiLeaks]], l'allora ministro per le relazioni con il parlamento, [[Carlo Giovanardi]], difese in Parlamento la versione della bomba, paragonandola a quella della [[Volo Pan Am 103|strage di Lockerbie]]<ref>{{Cita news|autore=Antonella Beccaria|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/13/ustica-giovanardi-spara-sui-giudici-come-aver-condannato-tortora-per-droga/157140/|titolo=Ustica, Giovanardi sui giudici: Come aver condannato Tortora per droga|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|città=Bologna|data=13 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.agoravox.it/ESCLUSIVO-Cable-WikiLeaks-su.html|titolo=Giovanardi tentò di coprire lo scandalo|editore=AgoraVox Italia|data=5 settembre 2010}}</ref>. Tuttavia, in un'intervista concessa ad AgoraVox Italia, Giovanardi smentì la versione dell'ambasciata statunitense, in cui si legge che lo stesso avrebbe espresso la sua volontà di "mettere a tacere" le ipotesi sulla strage di Ustica<ref>{{Cita web|url=http://www.agoravox.it/Carlo-Giovanardi-smentisce.html|titolo=Carlo Giovanardi smentisce ambasciata USA. “Su Ustica ho fatto il mio dovere”|editore=AgoraVox Italia|data=5 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/ustica-giovanardi-sinfervora-lascia-studio/199841/|titolo=Giovanardi ne infila una dietro l'altra su Ustica, poi urla e lascia lo studio tv|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=18 giugno 2012}}</ref>.
Le parole di Carlo Giovanardi furono poi contestate dalla senatrice Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica<ref>{{Cita web|url=http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/03/16/giovanardi-e-la-verita-su-ustica/|titolo=Giovanardi e la verità su Ustica|editore=blogautore.espresso.repubblica.it|data=16 marzo 2011|accesso=}}</ref>.
 
Furono interpellate anche le autorità francesi, che risposero di non aver mai acquistato o costruito su licenza serbatoi di quel tipo;<ref name="Priore 1497" /> fornirono inoltre copie dei libri di bordo di quel periodo delle [[portaerei]] della [[Marine nationale]] ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' e ''[[Foch (R 99)|Foch]]''.<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Titolo II, Capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', Paragrafo 20 - ''Conclusioni'', pag. 1510.</ref>
== Il recupero del relitto ==
Nel [[1987]] l'allora ministro del Tesoro [[Giuliano Amato]] stanziò i fondi per il recupero del relitto del DC-9, che giaceva in fondo al mar Tirreno.
La profondità di 3700 metri alla quale si trovava il relitto rendeva complesse e costose le operazioni di localizzazione e recupero.
 
=== Gli oblò del DC-9 ===
Pochissime erano le imprese specializzate che disponevano delle attrezzature e dell'esperienza necessarie: la scelta ricadde sulla ditta francese Ifremer (''Institut français de recherche pour l'exploitation de la mer'', Istituto di ricerca francese per lo sfruttamento del mare), che il giudice [[Rosario Priore]] avrebbe poi ritenuto collegata ai [[DGSE|servizi segreti francesi]]<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, il giudice Priore indaga sul supersismi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|accesso=28 gennaio 2013|data=6 ottobre 1990|pubblicazione=La Repubblica|pagina=20}}</ref>.
Buona parte degli oblò del DC-9, malgrado la presunta esplosione, è rimasta integra; è stato pertanto escluso che, qualora sia realmente avvenuta un'esplosione, essa sia stata causata da una bomba collocata all'interno dell'aereo.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|accesso=28 gennaio 2013|data=14 settembre 1991|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|citazione = Appare evidente che quei finestrini integri sono la prova più consistente che la strage di Ustica è stata causata da un missile con piccola carica esplosiva (fino a 10 chilogrammi), come avevano stabilito i periti Imbimbo, Migliaccio e Lecce nella prima maxiperizia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006234028/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html |urlmorto=no}}</ref>
 
=== Indagini successive ===
Sulla conduzione dell'operazione di recupero effettuata dai [[DSRV]] della Ifremer, che portò in superficie la maggior parte della cellula dell'aeromobile, scaturirono molti dubbi, principalmente sui filmati consegnati in copia e sul fatto che l'ispezione al relitto documentata dalla ditta francese fosse davvero stata la prima.<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/057.pdf ''Capitolo LVII. Quesiti a chiarimento sui recuperi.'']. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. 30 novembre 1994. pagina 2801.</ref>
Anche gli inquirenti denunciarono esplicitamente che il sostanziale fallimento delle indagini sarebbe stato dovuto a estesi depistaggi e inquinamenti delle prove, operati da soggetti ed entità molteplici, come riportano i passi introduttivi del procedimento penale nº 527/84 A G. I.
 
{{Citazione|Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione e comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l'evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tali e tanti e non solo all'interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l'occultamento delle prove e il lancio di sempre nuove ipotesi — questo con il chiaro intento di soffocare l'inchiesta — il raggiungimento della comprensione dei fatti [...] Non può perciò che affermarsi che l'opera di inquinamento è risultata così imponente da non lasciar dubbi sull'ovvia sua finalità: impedire l'accertamento della verità. E che, va pure osservato, non può esserci alcun dubbio sull'esistenza di un legame tra coloro che sono a conoscenza delle cause che provocarono la sciagura ed i soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni.|CAPO 3° ''Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari''. pag. 3.<ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I.; Titolo 2, pag. 29, 185, 186 e successive.</ref>}}
Le difficoltà tecniche, i problemi di finanziamento e le resistenze esercitate da varie delle parti interessate contribuirono a rimandare il recupero per molti anni.<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo1.pdf ''Le attività istruttorie fino al luglio 90'']. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Motivazione. Titolo 1.Capitolo I.L'evento e le prime indagini. pagina 30. 2.5. Campagne di recupero del relitto. pagina 70.</ref>
 
Per questa ipotesi investigativa, assieme alle indagini per la ricerca delle cause si sovrapposero le indagini per provare quegli inquinamenti e quei depistaggi.
Alla fine due distinte campagne di recupero, nel [[1987]] e nel [[1991]], consentirono di riportare in superficie circa il 96% del relitto del DC-9; si specifica che è stato recuperato l'85% della ''superficie bagnata'' dell'aereo<ref>[http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/048.pdf ''XLVIII – Perizia tecnico-scientifica Misiti ed altri'']. Perizie istruttoria. 23 luglio 1994. pagina 2433.</ref>
 
=== Tracciati radar ===
Il relitto venne ricomposto in un [[hangar]] dell'[[aeroporto di Pratica di Mare]], dove rimase a disposizione della magistratura per le indagini fino al 5 giugno [[2006]], data in cui fu trasferito e sistemato, grazie al contributo dei Vigili del Fuoco di Roma<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/25/ustica.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=26 giugno 2006|pubblicazione=Corriere della Sera|città=Bologna|titolo=Ustica, l'ultimo viaggio del Dc-9 Itavia}}</ref>, nel [[Museo per la memoria di Ustica|Museo della Memoria]], approntato appositamente a [[Bologna]].
Il volo IH870, dal punto di vista del controllo del traffico aereo civile, si trovava nell'area di competenza del Centro regionale di controllo (ACC) di Roma, che si avvaleva (e si avvale tuttora) di personale e impianti ubicati presso l'aeroporto di Ciampino. Parallelamente, lo spazio aereo attraversato dal volo IH870 del DC-9 I-TIGI era sotto la sorveglianza dei radar di difesa aerea gestiti dall'Aeronautica Militare, tra cui quelli dei Centri radar dell'Aeronautica Militare (CRAM) di [[Licola]] (vicino a Napoli) e di Marsala (in Sicilia).
 
I sistemi radar civili dispongono di capacità di rilevamento dei segnali primari (gli echi radar, dovuti alla riflessione da parte di aeromobili o altri oggetti delle onde radar emesse dall'antenna, che forniscono informazioni sul [[rilevamento polare]] dell'oggetto volante e della sua distanza dall'antenna radar) e secondari (derivanti dall'interrogazione dei [[Transponder code|transponder]] a bordo degli aerei che ne sono dotati, che fornisce un codice identificativo di 4 cifre e l'altitudine) e di apparati di registrazione automatica delle tracce (elaborate con procedimenti informatici) su supporti magnetici digitali. Usualmente, soltanto i segnali secondari vengono presentati sulle ''console'' degli operatori radar civili, mentre i segnali primari non accompagnati dalle informazioni digitali trasmesse dai transponder vengono filtrati, non essendo normalmente di interesse per il controllo del traffico aereo il rilevamento di "oggetti non cooperanti". Sia i dati primari che i dati secondari vengono comunque registrati sugli apparati di registrazione.
=== Il serbatoio esterno di un aereo militare ===
Molto interesse destò nell'opinione pubblica il rinvenimento il 10 maggio [[1992]], durante la seconda campagna di recupero al limite orientale della zona di ricerca (zona D),<ref name="Priore 1609">[http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2b.pdf ''Il serbatoio eiettabile rinvenuto nel maggio 92, in zona D'']. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. L'istruttoria dal 27 luglio 90 al 31 dicembre 1997 (II parte). Titolo II. Capitolo XIX. Gli Stati Uniti d'America. paragrafo 6. pagina 1609.</ref> di un serbatoio esterno sganciabile di un [[aereo]] [[militare]], schiacciato e frammentato ma completo di tutti i pezzi; tali serbatoi esterni generalmente vengono sganciati in caso di pericolo o più semplicemente in caso di necessità (come ad esempio in fase di atterraggio) per aumentare la manovrabilità dell'apparecchio.
 
Vale poi la pena di ricordare che, prima della diffusione del moderno sistema [[ADS-B]], era compito del controllore di volo associare al [[Transponder code|codice SSR]] (la risposta del transponder, che sono quattro cifre da 0 a 7, per es. 4246) l'identificativo dell'aeromobile (per es. IH870), azione che prende il nome di [[identificazione radar]]. Questo può avvenire, ad esempio, tramite il passaggio tra i vari enti di controllo del traffico, man mano che il volo procede, delle informazioni contenute nelle cosiddette [[Striscia progresso volo|strip]], tra le quali vi è il codice transponder assegnato, oppure tramite la richiesta da parte del controllore al pilota di "identificarsi" ("squawk ident"), che consiste nell'attivare sul transponder il pulsante IDENT, il quale aggiunge temporaneamente un ''flag'' al segnale di ritorno; esso, ricevuto dal sistema radar, mette maggiormente in risalto la traccia rispetto alle altre sulla console dell'operatore.
Il serbatoio fu recuperato il 18 maggio<ref name="Priore 1609" /> e fu sistemato a [[Aeroporto di Pratica di Mare|Pratica di Mare]] con gli altri reperti. Lungo 3 metri, per una capienza di 300 [[gallone americano|U.S. gal]] (1135 [[litro|litri]]) di combustibile, presentava i dati identificativi:
:''Pastushin Industries inc. pressurized 300 gal fuel tank installation diagram plate 225-48008 plate 2662835''<ref name="Priore 1609" />
che lo indicavano quindi prodotto dalla Pastushin Aviation Company di [[Huntington Beach]], [[Los Angeles]], [[California]] (divenuta poi Pavco)<ref name="Priore 1497">Ordinanza-sentenza Priore, titolo II, capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', paragrafo 14 - ''La richiesta di informazioni sui serbatoi costruiti dalla società statunitense Pavco'', pag. 1497.</ref> negli Stati Uniti oppure all'estero su licenza. Tale tipo di serbatoio era installabile su almeno 4 modelli di aerei: [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|MD F-4 Phantom]], [[Northrop F-5]], [[McDonnell Douglas F-15 Eagle|F-15 Eagle]], [[Vought A-7 Corsair II]].
 
Nei voli commerciali normalmente il codice transponder viene assegnato quando viene trasmessa al velivolo l'autorizzazione di rotta, prima del decollo, e può essere cambiato solo su specifica richiesta del controllore di volo (eccetto casi di emergenza); tuttavia, essendo appunto tale codice inserito nel transponder dal pilota, è tecnicamente possibile, per quanto non desiderabile, che in volo vi siano più aeromobili con lo stesso codice SSR; la richiesta di attivazione del comando di IDENT è utile anche per differenziare gli eventuali velivoli con codice uguale.
Gli Stati Uniti, interpellati dagli inquirenti, risposero che dopo tanti anni non era loro possibile risalire a date e matricole per stabilire se e quando il serbatoio fosse stato usato in servizio dall'[[United States Air Force|Aviazione]] o dalla [[United States Navy|Marina degli Stati Uniti]].<ref name="Priore 1609" />
 
I sistemi radar di difesa aerea dispongono sia di capacità di rilevamento polare (posizione dell'aereo) sia di rilevamento azimutale (per stimare l'altitudine di volo) tramite radar ausiliari detti ''quotametri,'' e all'epoca dell'incidente producevano registrazioni automatiche su supporti magnetici oppure, in mancanza anche temporanea di apparati automatici, operavano in modalità "fonetico-manuale" con la trascrizione dei dati di rotta rilevati su appositi registri cartacei.
Furono interpellate anche le autorità francesi, che risposero di non aver mai acquistato o costruito su licenza serbatoi di quel tipo<ref name="Priore 1497" />; fornirono inoltre copie dei libri di bordo di quel periodo delle [[portaerei]] della [[Marine nationale]] ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' e ''[[Foch (R 99)|Foch]]''.<ref>Ordinanza-sentenza Priore, titolo II, capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', paragrafo 20 - ''Conclusioni'', pag. 1510.</ref>
 
Occorre tenere presente che i CRAM dell'Aeronautica Militare erano gestiti tramite il sistema NADGE e pertanto integrati nella rete di difesa aerea NATO, disponendo di capacità di trasmissione, visualizzazione e registrazione dei rilevamenti radar tra i diversi centri della difesa aerea nazionali e alleati.
=== Gli oblò del DC-9 ===
Buona parte degli oblò del DC-9, malgrado l'esplosione, sono rimasti integri; secondo i {{chiarire|periti|quali?}}, questo fatto escluderebbe che l'esplosione sia avvenuta a causa di una bomba messa all'interno dell'aereo<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|accesso=28 gennaio 2013|data=14 settembre 1991|pubblicazione=La Repubblica}}</ref>.
 
Tra le tracce radar oggetto di visione, è stata accertata la presenza di tracciati radar di numerose stazioni, civili e militari, nazionali e internazionali.<ref>{{Cita news|nome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|titolo=Un terzo centro radar militare vide cadere il DC 9 di Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=1º luglio 1989|p=17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304120031/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|urlmorto=no}}</ref>
== La ''Commissione Stragi'' ==
Nel [[1989]] la [[Commissione Stragi]], istituita l'anno precedente e presieduta dal senatore [[Libero Gualtieri]], deliberò di inserire tra le proprie competenze anche le indagini relative all'incidente di Ustica, che da quel momento divenne pertanto, a tutti gli effetti, la ''Strage di Ustica''.
 
==== Le registrazioni del Centro radar AM di Marsala ====
L'attività istruttoria della Commissione determinò la contestazione di reati a numerosi militari in servizio presso i centri radar di [[Marsala]] e [[Licola]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/16/davanti-al-giudice-sedici-militari-indiziati-per.html ''Davanti al giudice i 16 militari indiziati per Ustica'']. La Repubblica. Cronaca. 16 giugno 1989, pag. 20.</ref>.
Il Centro radar AM di Marsala ha rivestito un ruolo importante nella vicenda del DC-9 I-TIGI, trovandosi in posizione particolarmente favorevole per rilevare gli oggetti volanti nel basso mar Tirreno, e a questo centro hanno fatto riferimento gli investigatori giudiziari per cercare di acquisire informazioni sui traffici in volo al momento dell'incidente.
 
Nonostante la posizione favorevole, e nonostante il volo IH870 fosse stato seguito dagli operatori del CRAM di Marsala nelle fasi di volo livellato fino al momento dell'incidente, le registrazioni nei minuti precedenti e seguenti l'incidente risultarono mancanti in quanto, per una singolare coincidenza, proprio in quei minuti sarebbe iniziata un'esercitazione con traffico sintetico (''Synthetic Air Defense Exercise'' - SynADEx) e, mentre il controllo del traffico era assicurato da operatori alle console che controllavano i segnali reali, la gran parte del personale era impegnato nell'esercitazione e osservava un traffico fittizio, simulato. Al fine di eseguire l'esercitazione SynADEx era necessario montare una bobina di nastro magnetico contenente i dati simulati e proprio in ragione dell'utilizzo dell'unità nastro del sistema computerizzato non era possibile in quei momenti registrare.
Per undici anni i lavori si susseguirono, interessando i vari governi del tempo e le autorità militari. Come riportato esplicitamente nelle considerazioni preliminari dell'inchiesta del giudice Priore<ref>Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. CAPO 3° Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari. pag 3.</ref>, sin dalle prime fasi gli inquirenti mossero accuse di scarsa collaborazione e trasparenza da parte di, come definito: "soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni". Venne coniato il termine ''muro di gomma'', divenuto poi il termine utilizzato per descrivere il comportamento delle istituzioni nei confronti delle ricostruzioni che attribuivano la causa del disastro aereo di Ustica ad un'azione militare. Dopo cinque mesi, infatti, venne presentata una secca ed essenziale ricostruzione da parte dei due esperti Rana e Macidull, che affermavano con certezza che si era di fronte ad un abbattimento causato da un missile. La ricostruzione non venne presa in seria considerazione dal governo presieduto dall'onorevole [[Francesco Cossiga]], che assunse un orientamento diverso e non fu disposto a modificarlo. Il presidente della società Itavia, Aldo Davanzali, per aver condiviso la tesi del missile, fu indiziato del reato di diffusione di notizie atte a turbare l'ordine pubblico, su iniziativa del giudice romano Santacroce a cui era affidata l'inchiesta sul disastro.
 
Nonostante l'intenso lavoro investigativo, nessun operatore in servizio presso il CRAM di Marsala la sera del 27 giugno 1980 è stato in grado di confermare la propria partecipazione all'esercitazione SynADEx che sarebbe avvenuta in tali momenti.
L'ex ministro [[Rino Formica]], ascoltato dalla Commissione, dichiarò di ritenere verosimile l'ipotesi di un missile, già da lui sostenuta in un'intervista all<nowiki>'</nowiki>''[[l'Espresso|Espresso]]'' del [[1988]]: a suo dire, a convincerlo tempestivamente che il DC-9 era stato abbattuto da un missile era stato il generale [[Saverio Rana]], presidente del [[Registro Aeronautico]], il quale all'indomani della sciagura, dopo un primo esame dei dati radar, avrebbe detto al ministro dei Trasporti che l'aereo dell'Itavia era stato attaccato da un caccia ed abbattuto con un missile. Per Formica, il generale Rana - nel frattempo morto per tumore - era «un compagno, un amico» nel quale aveva piena fiducia<ref>Nell'intervista a Maurizio Capara pubblicata sul ''[[Corriere della sera]]'' del 28 giugno 2010, Rino Formica dichiarò che la fiducia gli derivava dal fatto che Rana era stato il «pilota di Pietro Nenni».</ref>. In seguito all'intervista all<nowiki>'</nowiki>''Espresso'', interrogato dalla commissione parlamentare sulle stragi, Formica disse di aver parlato dopo l'incidente solo col ministro della Difesa [[Lelio Lagorio]] delle informazioni avute da Rana, anche se non era andato oltre, trattandosi ''non di certezze'' ma di ''opinioni ed intuizioni''; ma Lagorio, il 6 luglio [[1989]], davanti alla stessa commissione, nel confermare che Formica gli parlò del missile, commentò: «Mi parve una di quelle improvvise folgorazioni immaginifiche e fantastiche per cui il mio caro amico Formica è famoso»<ref>Nell'intervista del 28 giugno 2010, Formica dichiarò che il commento derivava dal fatto che Lagorio «doveva reggersi sullo stato maggiore: che poteva dire?».</ref>.
 
Al di là della veridicità e della credibilità della ricostruzione effettuata dall'Aeronautica Militare, il dato oggettivo consiste nell'indisponibilità di registrazioni del radar di difesa aerea di Marsala proprio nel momento più importante, per verificare la possibile presenza di traffici che abbiano interferito con il volo del DC-9 I-TIGI.
Il 27 maggio [[1990]] i periti, hanno concluso che si tratta di un missile e non di una bomba a bordo. Malgrado ciò gli esperti dell'aeronautica militare italiana che hanno partecipato alla superperizia, in qualità di consulenti di parte, continuano a sostenere la tesi della bomba<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/27/disastro-di-ustica-periti-confermano-fu-un.html|titolo=Disastro di Ustica, i periti confermano: fu un missile|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=27 maggio 1990|pagina=20}}</ref>.
 
Durante le indagini si appurò, inoltre, che il registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti del sito radar di [[Marsala]], aveva una pagina strappata nel giorno della perdita del DC-9.<ref name="registroMarsala">{{Cita news|nome=Attilio|cognome=Bolzoni|wkautore=Attilio Bolzoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|titolo=I militari non ricordano e a Marsala resta aperto il giallo del Rad|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=5 novembre 1988|p=10|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304135706/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|urlmorto=no}}</ref> Il [[pubblico ministero]] giunse quindi alla conclusione che fosse stata sottratta la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una diversa versione.
== Le indagini successive ==
Anche gli inquirenti denunciarono esplicitamente che il sostanziale fallimento delle indagini fosse dovuto a estesi depistaggi ed inquinamenti delle prove, operati da soggetti ed entità molteplici, come riportano i passi introduttivi del Procedimento Penale Nr. 527/84 A G. I.
 
Durante il processo, la difesa contestò questa conclusione e affermò che la pagina mancante non sarebbe stata riferita al giorno della tragedia, ma alla notte tra il 25 e il 26 giugno. L'analisi diretta della Corte concluse che la pagina tra il 25 e il 26 era stata tagliata, come osservato dalla difesa, ma quella che riguarda la sera del 27 giugno era recisa in modo estremamente accurato, così che fosse difficile accorgersene (il particolare era infatti stato omesso all'avvocato difensore). La numerazione delle pagine non aveva invece interruzioni ed era quindi posteriore al taglio. Interrogato a questo proposito, il sergente Muti, l'IC in servizio quella sera a Marsala non fornì alcuna spiegazione («Non so cosa dirle»). La difesa riconobbe in seguito che la pagina del registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti in servizio il 27 giugno, era stata effettivamente rimossa dal registro.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|pp. 95, 96, 97}}.</ref>
{{Citazione|Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione e comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l'evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tali e tanti e non solo all'interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l'occultamento delle prove e il lancio di sempre nuove ipotesi – questo con il chiaro intento di soffocare l'inchiesta – il raggiungimento della comprensione dei fatti [...] Non può perciò che affermarsi che l'opera di inquinamento è risultata così imponente da non lasciar dubbi sull'ovvia sua finalità: impedire l'accertamento della verità. E che, va pure osservato, non può esserci alcun dubbio sull'esistenza di un legame tra coloro che sono a conoscenza delle cause che provocarono la sciagura ed i soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni.|CAPO 3° ''Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari''. pag 3<ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I.; titolo 2, pag. 29, 185, 186 e successive.</ref>}}
 
==== Le registrazioni del Centro radar AM di Licola ====
Per questa ipotesi investigativa, assieme alle indagini per la ricerca delle cause si sovrapposero le indagini per provare quegli inquinamenti e quei depistaggi.
Il [[22º Gruppo radar|Centro radar di Licola]]<ref name="registoLicola">{{Cita news|nome=Giovanni Maria|cognome=Bellu|wkautore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/25/anche-licola-come-marsala-aveva-un-buco.html|titolo=Anche Licola come Marsala aveva un buco nei nastri radar|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=25 ottobre 1989|p=9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215143412/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/25/anche-licola-come-marsala-aveva-un-buco.html|urlmorto=no}}</ref> è il più vicino al punto del disastro. All'epoca era di tipo fonetico-manuale: nella sala operativa del sito le coordinate delle tracce venivano comunicate a voce dagli operatori seduti alle console radar ad altri operatori, che le disegnavano stando in piedi dietro un pannello trasparente. Parallelamente tali dati venivano scritti da altri incaricati sul modello "DA 1". Il "DA 1" del 27 giugno 1980 non fu mai ritrovato.<ref name="provedistrutte">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, le prove distrutte|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/28/ustica-le-prove-distrutte.html|accesso=28 gennaio 2013|data=28 novembre 1989|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=21|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215142044/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/28/ustica-le-prove-distrutte.html |urlmorto=no}}</ref><ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I. TITOLO 2 - L'istruttoria dal 27 luglio 1990 al 31 dicembre 1997.
2.3. La scomparsa del DA1.
«Una complessa ed articolata attività istruttoria e di polizia giudiziaria è stata compiuta al fine di accertare la distruzione ovvero la soppressione del DA1 (registro, lo si ricordi, sul quale l'operatore trascriveva i plottaggi che gli venivano comunicati in cuffia dal "lettore" ed in particolare, orario, vento, posizioni in coordinate polari, direzione, forza, quota e velocità, IFF)».
«Sul DA1 vengono indicati dall'operatore i dati degli avvistamenti radar in azimuth (gradi) e distanza dal sito. Tutte le volte che da parte di Comandi viene richiesta una informativa sugli avvistamenti, viene effettuata la seguente operazione consistente nella trasposizione su una cartina muta delle indicazioni sempre in gradi e distanze dell'avvistamento. Sulla cartina muta sulla quale è indicato il reticolo Georef (una sorta di indicazioni simili a latitudine e longitudine). Il posizionamento in angoli e distanze dei dati radar sulla cartina reticolata dà automaticamente la lettura in Georef. Sono questi dati che vengono rilevati dall'addetto alla compilazione del prospetto dati e indicati nel documento da inviare al richiedente».</ref>
 
==== TracciatiAeroporto di Grosseto e Centro radar AM di Poggio Ballone ====
Il giudice istruttore e la Commissione stragi sono in possesso dei tracciati del radar di [[Aeroporto di Grosseto|Grosseto]]:<ref name="altriradar">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|titolo=Ustica 4 caccia sulla rotta del DC-9|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º giugno 1990|p=9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130710171001/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|urlmorto=no}}</ref> nelle registrazioni del radar dell'aeroporto di Grosseto si vedono due aerei in volo in direzione nord, sulla rotta del DC-9 Itavia. Due altre tracce di velivoli, provenienti dalla Corsica, giungono sul posto alcuni minuti dopo l'orario stimato di caduta del DC-9 stesso.<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=DC9 Itavia, i misteri di Grosseto|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131215142853/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml |urlmorto=sì}}</ref> I nastri con le registrazioni radar del [[121ª Squadriglia radar remota|centro della difesa aerea di Poggio Ballone]] sarebbero invece spariti: ne rimangono soltanto alcune trasposizioni su carta di poche tracce.<ref name="registrazioniGrosseto">{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Sparite le registrazioni|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/sparite_registrazioni_co_0_92030318672.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>
L'aereo DC-9 era sotto il controllo del Centro regionale di controllo del traffico aereo di Ciampino e sotto la sorveglianza dei radar militari di Licola (vicino Napoli) e di Marsala (in Sicilia).
Tra le tracce radar oggetto di visione, è stata accertata la presenza di tracciati radar di numerose stazioni, civili e militari, nazionali ed internazionali<ref>{{Cita news|autore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|titolo=Un terzo centro radar militare vide cadere|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º luglio 1989|pagina=17}}</ref>.
 
==== IlLe registroregistrazioni radar del radarcentro di controllo d'area di MarsalaRoma ====
I radar per il [[controllo del traffico aereo]] affidato al [[centro di controllo d'area]] di Roma (con impianti e personale ubicati presso l'aeroporto di Roma-Ciampino e antenne collocate sul litorale laziale nei pressi di Fiumicino) registrarono parte del volo del DC-9 Itavia del 27 giugno 1980, ma nel lasso di tempo intercorso tra le ore 20:58 e le 21:02,<ref name="radarFiumicino" /> solo il secondo dei due sistemi radar attivi (uno a stato solido, di produzione Selenia, e un altro valvolare, di produzione Marconi) registrò riflessi "primari" (gli echi radar dovuti alla riflessione radio sulla superficie esterna dell'aereo) e segnali secondari emessi dal transponder del DC-9 nella zona e al momento del disastro, benché il punto in cui si verificò l'incidente fosse a distanza (dall'antenna) di poco superiore alla portata nominale dell'impianto.
[[File:Strageusticaradar1.gif|upright=1.3|thumb|Animazione a velocità raddoppiata del tracciato [[radar]], registrato dall'impianto di [[Ciampino]], degli ultimi minuti del volo.]]
 
Il DC-9 era infatti diretto a sud a livello di volo FL250 pari a {{Converti|25000|ft|m|lk=on}} con vento a circa 200&nbsp;km/h da nord-ovest, in posizione intermedia tra l'isola di Ponza e l'isola di Ustica.
Il DC-9 è diretto a sud e vi è un vento a circa 200&nbsp;km/h verso sud-est. Si notino i due echi senza identificazione sulla sinistra: secondo alcuni periti si tratta della traccia di un aereo, secondo altri di falsi plot, errori del radar. La scritta "IH870" scompare con l'ultima risposta del [[transponder]]. Altri contatti su cui si sono concentrate le indagini sono i plot doppi dopo il disastro, sospettati di essere tracce di altri aerei in volo. Tali plot potrebbero anche essere stati determinati, si è ipotizzato, dalla struttura principale dell'aereo in caduta e da fenomeni di ''[[chaff]]ing'' causati da frammenti, anche se restano i dubbi per i plot ad ovest del punto di caduta in quanto sopravvento e quindi difficilmente attribuibili a rottami che cadono nel letto del forte vento di [[maestrale]] (che proviene appunto da Nord-Ovest e spinge verso Sud-Est).
Durante le indagini si appurò che il registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti del sito radar di [[Marsala]], aveva una pagina strappata nel giorno della perdita del DC-9<ref name="registroMarsala">{{Cita news|autore=Attilio Bolzoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|titolo=I militari non ricordano e a Marsala resta aperto il giallo del Rad|pubblicazione=la Repubblica|data=5 novembre 1988|pagina=10}}</ref>. Il [[pubblico ministero]] giunse quindi alla conclusione che fosse stata sottratta la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una diversa versione.
 
Vennero immediatamente evidenziate nelle registrazioni del radar Marconi dell'ACC di Roma due echi primari privi di segnale secondario a ovest della traccia del DC-9 (che volava con prua sud di circa 178°) che potevano essere correlati tra loro a formare una traccia con rotta quasi perpendicolare a quella del DC-9. A questi primi due ''plot'' se ne poteva correlare un terzo che appariva poco dopo più a est, oltre la linea di rotta del DC-9, nei minuti successivi all'interruzione del segnale secondario SSR di I-TIGI (l'etichetta "IH870" scompariva con l'ultima risposta del [[transponder]] alla "battuta" del radar secondario, e da quel momento in poi rimanevano registrati soltanto gli echi o ''plot'' grezzi). Proprio questi tre ''plot'' sono stati considerati dal [[National Transportation Safety Board|National Transportation Safety Board (NTSB)]] statunitense come traccia di un aereo in volo con traiettoria da ovest a est che intersecava ad alta velocità (circa 350 nodi) la rotta del DC-9, senza entrare in collisione con esso e che mostrava un comportamento tipico di un attacco con [[Missile aria-aria|missili aria-aria a guida radar semi-attiva]]. La distanza dell'aereo aggressore dal bersaglio implicava che dovesse esserci una stazione radar di supporto (di superficie, navale o aerotrasportata) in grado di rilevare sia il velivolo da caccia attaccante sia il suo bersaglio, in funzione di ''guidacaccia''.
Durante il processo, la difesa contestò questa conclusione e affermò che la pagina mancante non sarebbe stata riferita al giorno della tragedia, ma alla notte tra il 25 e il 26 giugno. L'analisi diretta della Corte concluse che la pagina tra il 25 e il 26 era stata tagliata, come osservato dalla difesa, ma quella che riguarda la sera del 27 giugno era recisa in modo estremamente accurato, così che fosse difficile accorgersene (il particolare era infatti sfuggito all'avvocato difensore). La numerazione delle pagine non aveva invece interruzioni ed era quindi posteriore al taglio.
 
Anche secondo i periti interpellati dall'associazione dei parenti delle vittime, oltre che i periti della società Itavia, le tracce registrate dal Radar Marconi di Ciampino potevano essere identificate come una manovra d'attacco aereo condotta nei pressi della rotta del DC-9.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/28/sul-dc9-frammenti-sospetti.html|titolo=Sul DC-9 frammenti sospetti|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna|data=28 giugno 1991|p=22|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130506060223/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/28/sul-dc9-frammenti-sospetti.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.museomemoriaustica.it/la-storia/|titolo=La storia|editore=[[Museo per la memoria di Ustica]]|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180424201153/http://www.museomemoriaustica.it/la-storia/|urlmorto=no}}</ref>
Interrogato a questo proposito, il sergente Muti, l'IC in servizio quella sera a Marsala non fornì alcuna spiegazione («Non so cosa dirle»).
 
Secondo altri analisti si trattava invece di echi spurii, frutto di errori casuali prodotti dal radar, che tuttavia avevano superato la fase di correlazione da parte degli algoritmi software utilizzati per la gestione dei segnali radar.
La difesa riconobbe in seguito che la pagina del registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti in servizio il 27 giugno, era stata effettivamente rimossa dal registro.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|pp. 95, 96, 97}}.</ref>
 
Altri elementi su cui si sono concentrate le indagini sono i ''plot'' doppi presenti nel tracciato Marconi di Ciampino dopo il disastro, sospettati di essere tracce di altri aerei in volo. Tali plot potrebbero anche essere stati determinati, si è ipotizzato, dalla struttura principale dell'aereo in caduta e da fenomeni di ''[[chaff]]ing'' causati da frammenti, anche se restano i dubbi per i plot a ovest del punto di caduta in quanto sopravvento e quindi difficilmente attribuibili a rottami che cadono nel letto del forte vento di [[maestrale]] (che proviene appunto da nord-ovest e spinge verso sud-est).
==== Il registro del radar di Licola ====
Il [[22º Gruppo Radar|centro radar di Licola]]<ref name="registoLicola">{{Cita news|autore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/25/anche-licola-come-marsala-aveva-un-buco.html|titolo=Anche Licola come Marsala aveva un buco|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=25 ottobre 1989|pagina=9}}</ref> è il più vicino al punto del disastro. All'epoca era di tipo fonetico-manuale: nella sala operativa del sito, le coordinate delle tracce venivano comunicate a voce dagli operatori seduti alle console radar ad altri operatori, che le disegnavano stando in piedi dietro un pannello trasparente. Parallelamente tali dati venivano scritti da altri incaricati sul modello "DA 1". Il "DA 1" del 27 giugno 1980 non fu mai ritrovato<ref name="provedistrutte">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, le prove distrutte|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/28/ustica-le-prove-distrutte.html|accesso=28 gennaio 2013|data=28 novembre 1989|pubblicazione=La Repubblica|pagina=21}}</ref><ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I. TITOLO 2 -L'istruttoria dal 27 luglio 90 al 31 dicembre 97.
2.3. La scomparsa del DA1.
«Una complessa ed articolata attività istruttoria e di polizia giudiziaria è stata compiuta al fine di accertare la distruzione ovvero la soppressione del DA1 (registro, lo si ricordi, sul quale l'operatore trascriveva i plottaggi che gli venivano comunicati in cuffia dal “lettore” ed in particolare, orario, vento, posizioni in coordinate polari, direzione, forza, quota e velocità, IFF).»
«Sul DA1 vengono indicati dall'operatore i dati degli avvistamenti radar in azimuth (gradi) e distanza dal sito. Tutte le volte che da parte di Comandi viene richiesta una informativa sugli avvistamenti viene effettuata la seguente operazione consistente nella trasposizione su una cartina muta delle indicazioni sempre in gradi e distanze dell'avvistamento. Sulla cartina muta sulla quale è indicato il reticolo Georef (una sorta di indicazioni simili a latitudine e longitudine). Il posizionamento in angoli e distanze dei dati radar sulla cartina reticolata dà automaticamente la lettura in Georef. Sono questi dati che vengono rilevati dall'addetto alla compilazione del prospetto dati e indicati nel documento da inviare al richiedente».</ref>.
 
==== Aeroporto di Grosseto e centro radar di Poggio Ballone ====
Il giudice istruttore e la Commissione stragi sono in possesso dei tracciati del radar di [[Aeroporto di Grosseto|Grosseto]]<ref name="altriradar">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|titolo=Ustica 4 caccia sulla rotta del DC-9|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º giugno 1990|pagina=9}}</ref>: nelle registrazioni del radar dell'aeroporto di Grosseto si vedono due aerei in volo in direzione nord, sulla rotta del DC-9 Itavia. Mentre due altre tracce di velivoli, provenienti dalla Corsica, giungono sul posto alcuni minuti dopo l'orario stimato di caduta del DC-9 stesso<ref>{{Cita news|autore=Purgatori Andrea|titolo=DC9 Itavia, i misteri di Grosseto|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>. I nastri con le registrazioni radar del [[121ª Squadriglia Radar Remota|centro della Difesa aerea di Poggio Ballone]] sarebbero invece spariti: ne rimangono soltanto alcune trasposizioni su carta di poche tracce<ref name="registrazioniGrosseto">{{Cita news|autore=Purgatori Andrea|titolo=Sparite le registrazioni|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/sparite_registrazioni_co_0_92030318672.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>.
 
==== Aeroporto di Ciampino ====
Il radar di [[Aeroporto di Roma-Ciampino|Ciampino]] quella sera registrò delle tracce che, secondo i periti interpellati dall'associazione dei parenti delle vittime, potevano essere identificate come una manovra d'attacco aereo condotta nei pressi della rotta del DC-9<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/28/sul-dc9-frammenti-sospetti.html|titolo=Sul DC-9 frammenti sospetti|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna|data=28 giugno 1991|pagina=22}}</ref><ref>[http://www.museomemoriaustica.it/storia.htm Museo della memoria di Ustica - storia].</ref>.
 
==== Aeroporto di Fiumicino ====
Il radar dell'Aeroporto di Roma-Fiumicino registrò il volo del DC-9 Itavia del 27 giugno 1980 nel lasso di tempo intercorso tra le ore 20:58 e le 21:02<ref name="radarFiumicino" />.
 
==== AWACS ====
In quelle ore, un aereo radar [[Airborne Early Warning and Control System|AWACS]], un quadrireattore [[Boeing E-3 Sentry|Boeing E-3A Sentry]], dell'USAF, uno degli unici due presenti in Europa nel 1980, basati a Ramstein (Germania) dall'ottobre del 1979, risulta orbitante con rotta circolare nell'area a Nordnord di Grosseto.<ref name="altriradar" />. Dotato dell'avanzatissimo radar 3D Westinghouse AN/APY-1 con capacità “Look"Look down”down", in grado di distinguere i velivoli dagli echi del terreno, era in condizione di monitorare tutto il traffico, anche di bassa quota, per un raggio di 500&nbsp;km.
 
==== Portaerei Saratoga ====
L'Il [[ammiragliocontrammiraglio]] James Flatley, al comando della [[portaerei]] [[USS Saratoga (CV-60)|USS ''Saratoga'']] della [[United States Navy|US Navy]], ancorata il 27 giugno 1980 nel [[golfo di Napoli]], dopo aver inizialmente dichiarato che «''dalla Saratoga non fu possibile vedere nulla perché tutti i radar erano in manutenzione» e che l'impianto funzionava con un carico fittizio ('»,'dummy successivamenteload''), cambiò versione: disse che nonostante fossero in corso lavori di manutenzione dei radar, uno di essi era comunque in funzione ede aveva registrato «''un traffico aereo molto sostenuto nell'area di [[Napoli]], soprattutto in quella meridionale''» e che le registrazioni relative erano state richieste e inoltrate, il giorno dopo l'incidente, ai comandi superiori. A detta dell'ammiraglio, si videro passare'' «moltissimi aerei''».<ref>{{Cita news|autorecognome=Purgatori |nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=A Ustica c'era anche una portaerei|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/19/Ustica_era_anche_una_portaerei_co_0_97061916751.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/19/Ustica_era_anche_una_portaerei_co_0_97061916751.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|accesso=28 gennaio 2013|data=19 giugno 1997|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]}}</ref><ref>Intervista{{Cita diTV|lingua Manuela= Cadringherit|autore dal= Tg2Giovanni delMinoli|wkautore 3= luglioGiovanni 1990,Minoli|trasmissione visibile= inLa ''Raistoria Educationalsiamo -noi|wktrasmissione = La storia siamo noi'',|titolo a= curaUstica di- GiovanniLa Minoli,verità RAI,negata|canale 28= Rai 3|wkcanale = Rai 3|url = https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data = 27 giugno 2010,2011|ora al= 0|minuto 32= circa.36|secondo = 37|citazione = Sul radar abbiamo visto passare moltissimi aerei}}</ref>. I registri radar della ''Saratoga'' sono andati persi.<ref>''Rai{{Cita EducationalTV|lingua -= it|autore = Giovanni Minoli|wkautore = Giovanni Minoli|trasmissione = La storia siamo noi'',|wktrasmissione a= curaLa distoria Giovannisiamo Minoli,noi|titolo RAI,= 28Ustica - La verità negata|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|url = https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data = 27 giugno 2010,2011|ora al= 0|minuto 33= circa.37|secondo = 30}}</ref>.
Secondo altre fonti, la ''Saratoga'' non si trovava affatto in rada a Napoli il 27 giugno 1980.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|titolo=Saratoga, la portaerei fantasma|pubblicazione=la Repubblica|città=Napoli|data=14 novembre 1992|p=2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110502055109/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|urlmorto=no}}</ref> Brian Sandlin, ex militare della US Navy in forza sulla Saratoga nel 1980, ha confermato nell'intervista rilasciata al giornalista Andrea Purgatori e trasmessa durante la trasmissione televisiva Atlantide del 20 dicembre 2017 che quella sera il comandante della Saratoga informava l'equipaggio che aerei F4 della Saratoga avevano dovuto abbattere due MiG libici che apparentemente si apprestavano ad attaccarli smentendo le dichiarazioni ufficiali a suo tempo rilasciate dal governo americano al giudice Rosario Priore che si occupava del caso, stando alle quali la nave Saratoga quella notte era ancorata in rada a Napoli. Sandlin dichiara, senza elementi, che quella sera la portaerei era al largo, che oltre metà dei caccia era decollato per una prova di forza con la Libia e che due di questi erano rientrati senza armamenti perché avevano sostenuto uno scontro con due MiG libici e li avevano abbattuti. In zona era presente anche la portaerei francese Clemenceau per lo stesso motivo.<ref>{{Cita news|cognome=QuotidianoNet|url=http://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|titolo=Strage di Ustica, militare Usa rivela: "Quella notte la Nato abbatté due Mig libici" - QuotidianoNet|pubblicazione=QuotidianoNet|data=20 dicembre 2017|accesso=21 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171221184559/https://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|urlmorto=no}}</ref><ref name="atlantide_la7"/>
Secondo altre fonti, la ''Saratoga'' non si trovava affatto in rada a Napoli il 27 giugno 1980<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|titolo=Saratoga, la portaerei fantasma|pubblicazione=la Repubblica|città=Napoli|data=14 novembre 1992|pagina=2}}</ref>.
 
D'altronde già durante l'istruttoria Priore la posizione della Saratoga fu ampiamente ricostruita e confermata essere incontrovertibilmente in porto a Napoli.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/21/la-saratoga-era-in-rada.html|titolo='La Saratoga era in rada'|sito=Archivio - la Repubblica.it|autore=Stella Cervasio|data=21 gennaio 1993|accesso=23 aprile 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200501133406/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/21/la-saratoga-era-in-rada.html?refresh_ce|urlmorto=no}}</ref>
 
==== Civilavia e Centro bolognese ====
Le stazioni radar di Civilavia e di Centro bolognese si occupavano di registrare tutti i voli nazionali ede internazionali civili, commerciali e militari, per poi procedere alla stampa e alla fatturazione dei costi di ogni passaggio aereo a ciascuna compagnia, società o autorità competente. I nastri con le registrazioni dei voli, decrittati e stampati, furono acquisiti dal giudice istruttore.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/06/ustica-spuntano-nuovi-nastri.html|titolo=Ustica, spuntano nuovi nastri|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna|data=6 novembre 1991|paginap=21|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180204071047/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/06/ustica-spuntano-nuovi-nastri.html |urlmorto=no}}</ref>.
 
==== Radar russo ====
Nell'aprile del 1993 il generale YuriJurij Salimov, in forza ai [[servizi segreti]] russi, affermò di aver seguito i fatti di Ustica attraverso un radar russo basato in Libia che, con l'ausilio di un satellite, era in grado di monitorare il mar Tirreno meridionale.<ref name="registrazioneRussa">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/07/27/strage-di-ustica-russi-collaborano-nel-nome.html|titolo=Strage di Ustica: i russi collaborano nel nome di Falcone|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=27 luglio 1993|paginap=19|nome=Franco|cognome=Scottoni|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304110146/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/07/27/strage-di-ustica-russi-collaborano-nel-nome.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/08/ustica-nessun-missile-fu-una-bomba.html|titolo=Ustica, nessun missile, fu una bomba a tempo|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=8 giugno 1994|paginap=20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304122659/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/06/08/ustica-nessun-missile-fu-una-bomba.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/04/vidi-quel-missile-usa-colpire-per.html|titolo=Vidi quel missile USA colpire per errore il DC-9|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=4 marzo 1993|paginap=20|nome=Franco|cognome=Scottoni|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220748/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/04/vidi-quel-missile-usa-colpire-per.html|urlmorto=no}}</ref>.
 
=== Il traffico aereo ===
Diversi elementi portarono gli inquirenti ada indagare sull'eventuale presenza di altri aerei coinvolti nel disastro.<br />Si determinarono con certezza alcuni punti:
 
* In generale la zona sud del [[Tirreno]] era utilizzata per esercitazioni [[NATO]].
* Furono inoltre accertate in quel periodo penetrazioni dello spazio aereo italiano da parte di aerei militari libici. Tali azioni erano dovute alla necessità da parte dell'[[Aeronautica Militare Libica|Aeronautica militare libica]] di trasferire i vari aerei da combattimento da e per la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], nelle cui basi<ref>[[Base aerea di Batajnica]] presso la [[vazduhoplovni zavod]] (fabbrica aeroplani) - [[Vazduhoplovni Zavod "Moma Stanojlović"|VZ]] "[[Momčilo Moma Stanojlović|Moma Stanojlović]]".</ref><ref>[[Aeroporto internazionale di Mostar|Aeroporto di Mostar]] presso la fabbrica aeroplani [[SOKO]] della quale la Libia era cliente in quanto in possesso dei modelli [[SOKO G2 Galeb|G2 Galeb]] e [[SOKO J1 Jastreb|J1 Jastreb]].</ref> veniva assicurata la manutenzione ai diversi [[Mikoyan Gurevich|MiG]] e [[Sukhoi]] di fabbricazione sovietica, presenti in gran quantità nell'aviazione del regime guidato dal colonnello [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]].<ref>Procedimento penale n. 527/84 a G. I.; titoloTitolo 2, pagg. 1431-1435.</ref><!-- Il ruolo del governo ed i suoi intenti siano cortesemente spiegati con riferimenti precisi alle fonti che li spiegano, pagine di atti giudiziari non significano nulla. Soprattutto si spieghi il concreto nesso con le questioni alluse -->
* Il governo italiano, fortemente debitore verso il governo libico dal punto di vista economico (non si dimentichi che dal 1º dicembre [[1976]] addirittura la [[FIAT]] era parzialmente in mani libiche, con una quota azionaria del 13% detenuta dalla finanziaria libica [[Lybian Arab Foreign Investiments Company|LAFICO]]<ref>A tal proposito si veda anche il libro di A. Purgatori, ''A un passo dalla guerra'', pagg. 257-258.</ref>), tollerava tali attraversamenti e li mascherava con piani di volo autorizzati per non impensierire gli [[USA]]. Spesso gli aerei libici si mimetizzavano nella rete radar, disponendosi in coda al traffico aereo civile italiano, riuscendo così a fare in modo che non allertarevenissero allertate le difese [[NATO]].<ref>Procedimento penale n. 527/84 a G. I., volumeVolume 6, capitoloCapitolo XVII, ''La Libia'', parPar. 8 e 9 (''I sorvoli nelle nostre FIR'' e ''Il corridoio'') - pagg. 1449-1462; capoCapo 7, - capitoloCapitolo III - pag. 4962.</ref><ref>Ordinanza-sentenza Priore, sottotitoloSottotitolo 2, pag. 3956; capoCapo 7, capitoloCapitolo III, pag. 4963. Citiamo : «[...] Tutti, quelli che dovevano provvedere, erano a conoscenza di queste penetrazioni; nessuno se ne curava; non pochi ne lucravano in giochi di potere e denaro. Quasi si chiudeva, la Difesa, al tramonto ed altri apparivano come delegati alla bisogna [...]».</ref><!-- Il ruolo del governo ed i suoi intenti siano cortesemente spiegati con riferimenti precisi alle fonti che li spiegano, pagine di atti giudiziari non significano nulla. Soprattutto si spieghi il concreto nesso con le questioni alluse (Citiamo Capo 7, pag. 4963: «Tutti, quelli che dovevano provvedere, erano a conoscenza di queste penetrazioni; nessuno se ne curava; non pochi ne lucravano in giochi di potere e denaro. Quasi si chiudeva, la Difesa, al tramonto ed altri apparivano come delegati alla bisogna». -->
* Diverse testimonianze, inoltre, avevano descritto l'area come soggetta a improvvisa comparsa di traffico militare [[Stati Uniti d'America|statunitense]]. Uncon traffico diun'intensità tale intensità da far preoccupare piloti, civili e controllori: poche settimane prima della tragedia di Ustica, un volo Roma-[[Cagliari]] aveva deciso per sicurezza di tornare all'aeroporto di partenza; in altre occasioni i controllori di volo avevano contattato l'addetto aeronautico dell'ambasciata USA per segnalare la presenza di aerei pericolosamente vicini alle rotte civili. Più specificamente, durante la giornata del 27 giugno [[1980]], era segnata nei registri, dalle 10.:30 alle 15.:00, l'esercitazione aerea USA "Patricia", ed era poi in corso un'esercitazione italiana ''h. 24'' (cioè della durata di ventiquattro ore) a [[Capo Teulada]], segnalata nei [[NOTAM]].
* Durante quella sera, tra le ore 20:00 e le 24:00 locali, erano testimoniati diversi voli nell'area da parte di aerei militari non appartenenti all'aeronautica militare italiana: un [[quadrireattore]] [[E-3A Sentry]] (aereo [[AWACS]] o aereo radar), che volava da oltre due ore a 50&nbsp;km da [[Grosseto]] in direzione nord ovest, un [[North American Sabreline|CT-39G Sabreliner]], un [[jet executive]] militare e vari [[Lockheed P-3 Orion]] ([[aereo da pattugliamento marittimo|pattugliatori marini]]) partiti dalla base di [[NAS Sigonella|Sigonella]], un [[Lockheed C-141 Starlifter]] (quadrireattore da trasporto strategico) in transito lungo la costa tirrenica, diretto a sud.
* Inoltre, sembraSembra che in quei giorni (ede anche quella sera) alcuni [[cacciabombardiere|cacciabombardieri]] [[F-111]] dell'[[USAF]] basati a [[RAF Lakenheat|Lakenheath]] ([[Suffolk]], [[Gran Bretagna]]), si stessero trasferendo verso l'[[Egitto]] all'aeroporto di [[Cairo West]], lungo una rotta che attraversava la penisola italiana in prossimità della costa tirrenica, con l'appoggio di aerei da trasporto strategico C-141 Starlifter. Gli aerei facevano parte di un [[ponte aereo]] in atto da diversi giorni, che aveva lo scopo di stringere una cooperazione con l'[[Egitto]]<ref>Il presidente egiziano [[Anwar al-Sadat|Sadat]] aveva appena espulso i vari consiglieri militari sovietici, portando di fatto il paesePaese nella sfera di influenza della dell'[[Alleanza Occidentale]].</ref> e ridurre la Libia, con la quale vigeva uno stato di crisi aperta sin dal [[1973]],<ref>Tensione scaturita dall'azione unilaterale libica di estendere, nel 1973, le proprie [[acque territoriali]] tracciando la così detta "''linea della morte''", crisi che porterà, il 19 agosto [[1981]], ad un [[Primo scontro aereo del golfo della Sirte|primo scontro aereo sul golfo della Sirte]] tra due [[F-14 Tomcat]] del [[VF-41]] ''Black Aces'', [[call sign]] ''Fast Eagle 102'' (CDR "Hank" Kleeman/LT "DJ" Venlet) e ''Fast Eagle 107'' (LT "Music" Muczynski/LTJG "Amos" Anderson) e due [[Sukhoi Su-22]] Fitter dell'[[Aeronautica Militare Libica]].</ref> a più miti consigli.
* IntensaUn'intensa e insolita attività di volo fino a tarda sera era testimoniata anche dal generale dei [[Carabinieri]] [[Nicolò Bozzo]],<ref>[{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/comstragi/bozzo.pdf |titolo=''Testimonianza del generale Bozzo'']|formato=PDF|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160316191718/https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/bozzo.pdf|urlmorto=no}} 28ª seduta. Commissione Parlamentare d'inchiesta sul [[terrorismo]] in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi. 21 gennaio 1998.</ref> in quel periodo in vacanza con la famiglia presso la base aerea di [[Solenzara]], in [[Corsica]], che ospitava vari stormi dell'[[Armée de l'air]] francesi: ciò smentiva i vertici militari francesi, i quali avevano affermato ai magistrati italiani di non aver svolto con la loro aeronautica militare alcuna attività di volo nei cieli italiani nel pomeriggio del 27 giugno 1980.
* La sera della strage di Ustica, 4quattro aerei volavano con lo stesso [[Transponder code|codice di transponder]]. Il DC-9 Itavia aveva come codice il n.º 1136, ema vi erano altri tre velivoli, di cui uno sicuramente militare, erano dotati dello stesso numero di riconoscimento.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/20/quella-sera-quattro-aerei-una-sola-sigla.html|titolo=Quella sera 4 aerei, una sola sigla, dietro al DC-9 c'erano tre velivoli|editore=la Repubblica|città=Roma|data=20 febbraio 1992|paginap=13|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804173836/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/02/20/quella-sera-quattro-aerei-una-sola-sigla.html|urlmorto=no}}</ref>.
* Dalla perizia tecnico-radaristica risulta che 30trenta aerei supersonici militari, difensori e attaccanti, sorvolarono la zona di Ustica nel pomeriggio e alla sera del 27 giugno 1980, dalle 17:30 alle 21:15, per 3 ore e 45 minuti. Gli aerei militari avevano tutti il transponder spento per evitare di essere compiutamente identificati dai radar per il controllo del traffico aereo.<ref>{{Cita news|autorenome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/11/trenta-aerei-fantasma-nei-cieli-di-ustica.html|titolo=Trenta aerei fantasma nei cieli di Ustica|editorepubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=11 dicembre 1997|paginap=23|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804165811/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/11/trenta-aerei-fantasma-nei-cieli-di-ustica.html|urlmorto=no}}</ref>. Una Un'esercitazione d'aviazione di marina, come ha detto l'ammiraglio James H. Flatley, nella sua prima versione<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/si-nella-notte-di-ustica.html|titolo=Si, nella notte di Ustica la Saratoga lasciò il porto|editorepubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=20 novembre 1992|paginap=18|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108001819/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/20/si-nella-notte-di-ustica.html |urlmorto=no}}</ref> e che conferma la presenza di una portaerei che raccolse i propri aerei.
 
==== Intensa attività militare ====
Successivamente, all'inizio dell'agosto 1980, oltre a vari relitti furono ritrovati in mare anche due salvagenti e un casco di volo della marina americana; a settembre, presso [[Messina]], si rinvennero frammenti di aerei bersaglio italiani, che sembrano però risalenti a esercitazioni terminate nel gennaio dello stesso anno.
 
Questi dati evidenziano che nell'area tirrenica, in quel periodo del 1980, si svolgeva un'intensa attività militare. Inoltre, benchéBenché molti di questi fatti, se presi singolarmente, appaiano in relazione diretta con la caduta del DC-9, si è notata da alcuni la coincidenza temporale dell'allarme degli [[F-104]] italiani su [[Firenze]], al momento del passaggio del DC-9, dell'esistenza di tracce radar non programmate che transitano ada oltre 600 nodi in prossimità dell'aereo civile, della pluritestimonianza dell'inseguimento tra aerei da caccia sulla costa [[Calabria|calabra]]<ref name="ReferenceA">Procedimento penale n. 527 84 a G. I., capoCapo 2, capCap. 11, pagg. 4283 e successive.</ref> e, infine, delle attività di ricerca, in una zona a 20 miglia ada est del punto di caduta, effettuate da velivoli non appartenenti al [[Soccorso aereo Italiano]].
 
==== Due aerei militari italiani danno l'allarme ====
Due [[F-104]] del [[4º Stormo]] dell'aeronautica[[Aeronautica Militare italiana|Aeronautica militare italiana]], di ritorno da una missione di addestramento sull'[[aeroporto di Verona-Villafranca]], mentre effettuavano l'avvicinamento alla [[Aeroporto di Grosseto|base aerea di Grosseto]], si trovarono in prossimità del DC-9 Itavia. Uno era un [[F-104]] monoposto, con un l'allievo Aldo Giannelli ai comandi; l'altro, un [[TF 104 G|TF-104 G]] biposto, ospitava due istruttori, i comandanti [[Mario Naldini]] e [[Ivo Nutarelli]].<ref name="righi_2013-06-27">{{Cita news|url = https://archivio.unita.news/assets/derived/2013/06/27/issue_full.pdf|nome= Salvatore Maria|cognome = Righi|data = 27 giugno 2013|titolo = Ustica e Ramstein: «Non fu errore umano. Un filo lega le due stragi»|pubblicazione = [[l'Unità]]|p = 13 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190531144456/https://archivio.unita.news/assets/derived/2013/06/27/issue_full.pdf|urlmorto=no}}</ref>
 
Alle ore 20:24, all'altezza di [[Aeroporto di Firenze-Peretola|Firenze-Peretola]], il biposto con a bordo Naldini e Nutarelli, mentre era ancora in prossimità dell'aereo civile, emise un segnale di allarme generale alla Difesadifesa Aerea (''codice 73'', che significa emergenza generale e non emergenza velivolo) e nella registrazione radar di Poggio Ballone «il SOS-SIF è [...] settato a 2, ovvero emergenza confermata, ede il blink è settato ada 1, ovvero accensione della spia di Alert sulle consolles degli operatori»<ref>Ordinanza-sentenza Priore, titoloTitolo 2, capitoloCapitolo 4.14, ''I dati radaristici'', paginapag. 565.</ref> in italianolinguaggio corrente: «il segnale di allarme-SIF (''Selective Identification Feature'', caratteristica di identificazione selezionabile) è posizionato su 2, ossia ''emergenza confermata'', ede il lampeggìo è posizionato su 1, ossia accensione della spia di allarme sulla strumentazione degli operatori»: ciò quindi risultasignifica che Naldini e Nutarelli segnalarono un problema di [[sicurezza aerea]] e i controllori ottennero conferma della situazione di pericolo.
 
I significati di tali codici, smentiti o sminuiti di importanza da esperti dell'aeronautica militare italiana sentitiascoltati in qualità di testitestimoni, furono invece confermati in sede della ''Commissione ad hoc'' della NATO, da esperti dell'[[NATO Programming Centre|NPC]] (NATO Programming Centre),<ref>Procedimento penale n. 527 84 A G. I., capitoloCapitolo LXV, pag. 2917.</ref>. i quali difatti hanno affermato nel loro rapporto del 10 marzo 1997:
Hanno scritto difatti costoro nel loro rapporto del 10 marzo [[1997]]:
 
{{citazione|Varie volte è stato dichiarato lo stato di emergenza confermata relativa alla traccia LL464/LG403 sulla base del codice SIF1 73, che all'epoca del disastro veniva usato come indicazione di emergenza. La traccia ha attraversato la traiettoria del volo del DC-9 alle 18:26, ed è stata registrata per l'ultima volta nei pressi della base aerea di Grosseto alle 18:39}}
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==== Il MiG-23 precipitato in Calabria ====
{{vedi anche|Incidente aereodel diMiG-23 Castelsilanodell'Aeronautica militare libica del 1980}}
Il 18 luglio 1980 la carcassa di un [[MiG-23#Varianti|MiG-23MS]] della dell'[[Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya|l'Aeronautica militare libica]] venne ritrovato sui monti della [[Sila]] in zona Timpa delle Magare, nell'attuale comune di [[Castelsilano]], (all'epoca nella [[provincia di Crotone|crotoneseCatanzaro]], (alloraoggi in [[provinciaProvincia di CatanzaroCrotone|quella di Crotone]]), in [[Calabria]], dalla popolazione locale.;<ref name="stragi80.it">[{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/mig/commig2.pdf |titolo=Verbale dei Carabinieri allegato H alla Documentazione tecnico formale - Informazioni supplementari - Vol. 2]|formato=pdf|data=24 luglio 1980|accesso=10 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202045944/https://www.stragi80.it/documenti/mig/commig2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/05IlMiGlibicorinvenutoaCastelsilano.pdf |titolo=Strage di Ustica La sentenza-ordinanza Priore - CAPO 2° Il MiG libico rinvenuto a Castelsilano|formato=pdf|accesso=10 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170923000238/http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/05IlMiGlibicorinvenutoaCastelsilano.pdf |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.airmanshiponline.com/30sept2003/16-mig%20libico.pdf|formato=pdf|titolo=In avanzato stato di disinformazione Enigmi: il Mig libico a Castelsilano|autore=Gianluca Caputo|editore=airmanshiponline.com|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928121142/http://www.airmanshiponline.com/30sept2003/16-mig%20libico.pdf|urlmorto=sì}}</ref> di costoro, però, in sede di [[inchiesta parlamentare]] fu affermato che nessuno fu testimone oculare della caduta.<ref>Secondo il deputato [[Massimo Teodori]] "l'unica persona che ha visto realmente (...) è una contadina che non ha visto l'incidente, ma ha visto da lontano una fiammata": {{cita testo|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/terrorismo-e-stragi-x-xiii-leg/IT-SEN-114-015807/seduta-n-40-del-23-novembre-1989-declassificata-ex-dps-12785-del-22-luglio-2020#lg=1&slide=0|titolo=Commissione stragi, X legislatura, Resoconto stenografico della Seduta n. 40 del 23 novembre 1989}}, p. 71, in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Terrorismo e stragi (X-XIII leg.), 1.40.</ref>
 
Il Giudice Istruttore ipotizzò una correlazione del fatto con la caduta del DC-9 Itavia, in quanto furono depositate agli atti delle testimonianze di diversi militari in servizio in quel periodo, tra le quali quelle del caporale Filippo Di Benedetto e dei suoi commilitoni del battaglione "Sila",<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/18/feci-la-sentinella-quel-mig-23.html|titolo=Feci la sentinella a quel MiG-23|pubblicazione=La Repubblica|città=Roma|data=18 novembre 1990|paginap=19|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140929064954/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/18/feci-la-sentinella-quel-mig-23.html |urlmorto=no}}</ref>, del 67º battaglione Bersaglieri "Persano" e del [[244º battaglioneBattaglione fanteria "Cosenza"]],<ref>La Repubblicaname="ricerca. Cronacarepubblica. 15 febbraio 1991.<it"/ref><ref name="ReferenceC">Procedimento Penale Nr. 527/84 A G. I.CAPO, Capo''Il MiG libico rinvenuto a Castelsilano''.</ref>, che affermavano di aver effettuato servizi di sorveglianza al MiG-23 non a luglio, bensì a fine giugno 1980, il periodo cioè della caduta del DC-9 Itavia. Si teorizzò quindi che il caccia libico non fosse caduto il giorno in cui fu dichiarato il ritrovamento dalle forze dell'ordine (cioè 18 luglio), ma molto prima, probabilmente la stessa sera della strage, e che quindi il velivolo fosse stato coinvolto, attivamente o passivamente, nelle circostanze che condussero alla caduta dell'aereo Itavia.
 
I sottufficiali Nicola De Giosa e Giulio Linguanti dissero altresì che la fusoliera del MiG era sforacchiata "«come se fosse stata mitragliata"» da "«sette od otto fori da 20 &nbsp;mm"» simili a quelli causati da un [[Cannoncino automatico|cannoncino]].<ref name="ReferenceC" />.
 
La perizia eseguita nel corso dell'istruttoria del giudice Vittorio Bucarelli fece bensì emergere elementi che vennero interpretati come coerenti con la tesi che l'aereo fosse precipitato proprio il 18 luglio: dalle testimonianze dei vigiliVigili del fuoco e dai carabinieriCarabinieri accorsi sul luogo dello schianto e dal primo esame del medico legale si evinse che il pilota era morto da poco; il paracadute nel quale era parzialmente avvolto era sporco di sangue e il cadavere (non ancora in [[rigor mortis]]) riportava ferite in cui era visibile del sangue che iniziavaincominciava a coagularsi. In aggiunta fu riportato che dai rottami del MiG usciva il fumo di un principio di incendio (subito domato dai vigiliVigili del fuoco).<ref>[http{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/mig/periziemig.pdf|titolo=TITOLO Perizie2 MiG]Le -perizie. Perizie MiG|editore=''stragi80.it''|citazione=In base agli elementi disponibili, si ritiene che la morte del pilota libico dell'aereo MiG23 si sia verificata in occasione e per causa dell'incidente aereo del 18 luglio 80|formato=PDF|data=|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180204183922/https://www.stragi80.it/documenti/mig/periziemig.pdf |urlmorto=no}}</ref>. Per contro questetali affermazioni vennero confutatecriticate, nonostante avessero essi stessi confermato inizialmente la data del decesso al 18 luglio, dal professor Zurlo, che in una lettera scritta con il dottor Rondanelli e inviata nel 1981 alla sede dell'Itavia definìaffermò che il cadavere del pilota del MiG era in avanzato stato di decomposizione, tale da suggerire una morte avvenuta almeno 20 giorni prima del 2318 luglio.<ref name="ricerca.repubblica.it">{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/15/si-quel-mig-libico-precipito-la.html|titolo='SÌ, QUEL MIG LIBICO PRECIPITÒ LA SERA DELLA TRAGEDIA DI USTICA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190531180321/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/15/si-quel-mig-libico-precipito-la.html?ref=search |urlmorto=no}}</ref>
 
A gennaio 2016 un’inchiestaun'inchiesta del canale televisivo francese [[Canal+]] addebitò la responsabilità dell'abbattimento dell'aereo Itavia ad alcuni caccia francesi impegnati in un'operazione militare sul mar Tirreno: secondo la ricostruzione proposta, un velivolo estraneo si sarebbe nascosto ai radar volando sotto il DC-9, non riuscendo però ada evitare l'intercettazione da parte dei suddetti caccia francesi, che nel tentativo di attaccarlo avrebbero inizialmente colpito per errore l'I-TIGI. Il velivolo nascosto sarebbe poi comunque stato colpito e infine sarebbe precipitato in Calabria, venendo quindi identificato col MiG caduto a Timpa delle Magare.<ref>http://www. name="repubblica.it" /esteri/2016/01/22/news/strage_di_ustica_un_documentario_svela_le_bugie_di_stato_dei_francesi-131783536/</ref>. Le ipotesi del documentario vennero però prestoin parte refutateconfutate dai documenti di anni di indagini e perizie, come dalla sentenza-ordinanza del giudice Priore.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.iltempo.it/cronache/2016/02/11/news/dalla-francia-unaltra-bufala-su-ustica-1001490/|titolo=Dalla Francia un’altraun'altra bufala su Ustica|pubblicazione=[[Il Tempo]]|data=11 Febbraiofebbraio 2016|accesso=22 novembre 2016-|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180204070435/https://www.iltempo.it/cronache/2016/02/11/news/dalla-22francia-unaltra-bufala-su-ustica-1001490/|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Tra le testimonianze che datano la caduta del MiG al giorno stesso della strage di Ustica, il 27 giugno, si annovera quella dell'ex caporale Filippo Di Benedetto e alcuni suoi ex commilitoni<ref>http:// name="ricerca.repubblica.it" /repubblica/archivio/repubblica/1991/02/15/si-quel-mig-libico-precipito-la.html</ref>; la tesi è sostenuta dal maresciallo Giulio Linguanti e dal giudice istruttore Rosario Priore, che a sua volta trovò una serie di testimoni che raccontaronoriferirono di aver visto il 27 giugno 1980 due caccia che ne inseguivano un terzo, sparando con il cannoncino, lungo una rotta che da Ustica andava su Lamezia e fino a Castelsilano.<ref>http{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2013/06/27/strage-ustica-giulio-linguanti-mig-libico-23-sila-27-giugno-1980_n_3507719.html|titolo=Strage di Ustica: Giulio Linguanti: "Il Mig libico cadde sulla Sila molto prima. La stessa sera del DC9, il 27 giugno 1980" (FOTO)|sito=L'Huffington Post|data=27 giugno 2013|accesso=24 gennaio 2019|autore=[[Andrea Purgatori]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130906222941/https://www.huffingtonpost.it/2013/06/27/strage-ustica-giulio-linguanti-mig-libico-23-sila-27-giugno-1980_n_3507719.html|urlmorto=no}}</ref>
 
=== La tesi della bomba ===
Il giorno dopo il disastro, alle 1214:1015, una telefonata al ''[[Corriere della Sera]]'' annunciò a nome dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari]], un gruppo terrorista neofascista, chela l'aereopresenza eraa statobordo fattodell'aereo esploderedi con una bomba daun loro postaaffiliato nella(chiamato toilette<ref name="ReferenceBcamerata"/>), da uno dei passeggeri: tal [[Marco Affatigato]] (imbarcato sotto falso nome), membroil deiquale [[Nuclei"doveva Armaticompiere Rivoluzionariuna missione a Palermo".<ref>{{Cita web|NAR]]titolo=Capo che3 - inveceGli Inquinamenti - sentenza ordinanza Priore, pag.4596|url=https://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf}}</ref> Affatigato era in quei mesi al servizio dell'intelligence francese e che, nel settembre dello stesso anno, rientrato in Italia, venne rinchiusorecluso nel carcere di [[Ferrara]]. Affatigato, però,tuttavia sconfessò rapidamente la telefonata: per rassicurare la madre chiese alle [[DigosDIGOS]] di [[Palermo]] e di [[Lucca]] di smentire la notizia della sua presenza a bordo dell'aereo precipitato. Tuttavia, l'indomani, il Corriere della sera, titolava a tutta pagina «l'unica ipotesi per ora è l'esplosione», evidenziando insinuante nell'occhiello «I Nar annunciano che a bordo c'era uno di loro (aveva una bomba?)» e prospettando nell'articolo l'idea che l'ordigno, che il giovane neofascista avrebbe portato con sé o imbarcato in un suo bagaglio allo scopo di utilizzarlo altrove, fosse scoppiato per errore.<ref>{{Cita news|cognome=Gotor|nome=Miguel|titolo=Ustica, la verità è rimasta in fondo al mare|url=https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/06/25/news/ustica-verita-in-fondo-al-mare-1.350181|data=25 giugno 2020|pubblicazione=l'Espresso}}</ref>
 
Circa un mese dopo ci fu la [[strage di Bologna]]. In entrambi i casi, Bologna era la città in cui avevanoavrebbero colpito i NAR, ema per tutti e due i casi [[Giuseppe Valerio Fioravanti]] e [[Francesca Mambro]], ai vertici del gruppo terrorista, smentirono un coinvolgimento dell'organizzazione negli eventi, come la smentì il colonnello [[Amos Spiazzi]] dopo aver conosciuto in carcere Marco Affatigato. Vi fuè quindi chi ipotizza un depistaggio nel depistaggio, ovvero che la strage di Bologna sia servita ad avvalorare la tesi della bomba dei NAR collocata all'interno dell'aereo.
 
La bomba sarebbe stata collocata durante la sosta nell'aeroporto di Bologna, nella toilette posteriore dell'aereo, tuttavia la perizia sulle suppellettili del gabinetto ritrovate ha confermato che la tavoletta del water e il lavandino erano intatti e secondo gli specialisti britannici del Dra di Halstead nessuno dei pezzi della toilette è stato scheggiato da residui di esplosivo.<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Ustica, perito inglese: depistaggio il missile Contesta le tesi degli altri esperti: c'è molta puzza di disinformazione "Un nesso con la strage di Bologna"|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=12 luglio 1994|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>
La tesi della bomba avrebbe diviso anche i periti incaricati dal giudice [[Vittorio Bucarelli]] di analizzare i resti ripescati dal fondale marino: un primo momento li vide concordi all'unisono circa il missile; successivamente, due dei cinque tecnici avrebbero cambiato versione propendendo per la bomba.
 
La bomba sarebbe stata collocata durante la sosta nell'aeroporto di Bologna, nella toilette posteriore dell'aereo. La perizia sulle suppellettili del gabinetto ritrovate ha confermato che erano intatte la tavoletta del water e il lavandino: inoltre secondo gli specialisti britannici del Dra di Halstead, nessuno dei pezzi della toilette, water e lavandino è scheggiato da residui di esplosivo<ref>{{Cita news|autore=Purgatori Andrea|titolo=Ustica, perito inglese: depistaggio il missile Contesta le tesi degli altri esperti: c'è molta puzza di disinformazione "Un nesso con la strage di Bologna"|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|accesso=28 gennaio 2013|data=12 luglio 1994|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>.
 
Inoltre il giudice si chiese come fosse possibile mettere una bomba su un aereo partito con due ore di ritardo avendo la certezza che sarebbe esplosa in volo, invece che a terra.
 
==== I dialoghi registrati ====
Alle 20:58 di quella sera, nella registrazione di un dialogo tra due operatori radar a Marsala, seduti di fronte allo schermo radar, si sentì uno dei due esclamare:
 
[...] Sta' a vedere che quello mette la freccia e sorpassa!»
 
e poco dopo anche:
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Alle 22:04 a [[aeroporto di Grosseto|Grosseto]] gli operatori radar non si accorsero che il contatto radio con [[aeroporto di Ciampino|Ciampino]] era rimasto aperto e che le loro voci venivano registrate. Nella registrazione si sente:
 
[...] Qui, poi... il governo, quando sono americani...»
 
e quindi:
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Alle 22:05, a Ciampino, gli operatori, parlando del radar di Siracusa, dissero:
 
[...] Stavano razzolando degli aerei americani... Io stavo pure ipotizzando una collisione in volo.»
 
ede anche:
 
:«Sì, o... di un'esplosione in volo!»
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|27 giugno 1980, ore 22:39 locali. Dalla telefonata tra Ciampino e l'ambasciata USA}}
 
Nel 1991 gli inquirenti entrarono in possesso solo di una piccola parte dei nastri delle comunicazioni telefoniche fatte quella notte e la mattina seguente. La maggior parte di tali nastri è andata perduta, in quanto erano stati riutilizzati sovraincidendo le registrazioni.
 
Dall'analisi dei dialoghi saltò fuoriemerse che la prima ipotesi fatta dagli ufficiali dell'aeronautica militare italiana era stata la collisione e che in tal senso avevano intrapreso azioni di ricerca di informazioni, sia presso vari siti dell'aeronautica sia presso l'ambasciata USA a Roma.<ref>[http{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/?page_idaudio/ |titolo=48Audio (registrazione di contatti radio e diverse telefonate importanti per le indagini)|citazione=*L''Registrazioneultimo audiomessaggio delladel pilota Domenico Gatti ai passeggeri *Penultimo contatto radio del Dc9 IH-870 con Ciampino (20.50) *Ultimo contatto radio del Dc9 IH-870 con Ciampino (20.56) *Ciampino parla con Marsala (22.16) *Soccorso Martina Franca parla con Soccorso Ciampino (ore 22.22) *Soccorso Martina Franca parla con il Cop-Stato Maggiore (22.25) *Comunicazioni SAR-Martina Franca (22.31) telefonata*Telefonata tra Ciampino e l'ambasciataAmbasciata USA'']Americana di Roma (ore 22.39) Stragi80*Marsala-Martina Franca (ore 23) *Licola-Martina Franca (ore 23.18)(ore Strage23.24)(ore di23.28) Ustica*Martina Franca-Jacotenente (ore 23.31) *Licola-Martina Franca (ore 23.32)(ore 23.35)(ore 23.44) *Licola-Marsala (ore 23.47) *Martina Franca-Licola (0re 24.22)|accesso=1º maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191118212629/https://www.stragi80.it/audio/|urlmorto=no}}</ref>
Più volte si parlava di aerei americani che "razzolano", di esercitazioni, di collisione ed esplosione, di come ottenere notizie certe al riguardo.
 
Tutto il personale che partecipava alle telefonate venne identificato tramite riconoscimenti e incrocio di informazioni. Solo dopo il rinvenimento di quei nastri, si ammise per la prima volta di aver contattato l'ambasciata USA o di aver parlato di "traffico americano"; prima era sempre stato negato. Le spiegazioni fornite dagli interessati durante deposizioni e interrogatori contrastano comunque con il contenuto delle registrazioni o con precedenti deposizioni.
 
* Udienza del 21 febbraio [[2001]]:
: PM - «Furono fatte delle ipotesi sulla perdita del DC-9 in relazione alle quali era necessario contattare l'ambasciata americana?»
: Chiarotti - «Assolutamente no, per quello che mi riguardi <nowiki>[...]</nowiki> La telefonata fu fatta per chiedere se avessero qualche notizia di qualsiasi genere che interessasse il volo dell'Itavia, <nowiki>[...]</nowiki>»
 
: PM ― «Furono fatte delle ipotesi sulla perdita del DC-9 in relazione alle quali era necessario contattare l'ambasciata americana?»
* Udienza del 7 febbraio [[2001]]:
: Chiarotti - «Assolutamente no, per quello che mi riguardi <nowiki>[...]</nowiki> La telefonata fu fatta per chiedere se avessero qualche notizia di qualsiasi genere che interessasse il volo dell'Itavia, <nowiki>[...]</nowiki>».
: capitano Grasselli - «Normalmente chiamavamo l'ambasciata americana per conoscere che fine avevano fatto dei loro aerei di cui perdevamo il contatto. Non penso però che quella sera la telefonata all'ambasciata americana fu fatta per sapere se si erano persi un aereo. Ho ritenuto la telefonata un'iniziativa goliardica in quanto tra i compiti del supervisore non c'è quello di chiamare l'ambasciata <nowiki>[...]</nowiki>».
 
* Udienza del 7 febbraio 2001:
* Deposizione del 31 gennaio [[1992]] del colonnello Guidi:
 
: - «Ho un ricordo labilissimo anzi inesistente di quella serata. Nessuno in sala operativa parlava di traffico americano, che io ricordi. <nowiki>[...]</nowiki> pensando che l'aeromobile avesse tentato un ammaraggio di fortuna, cercavamo l'aiuto degli americani per ricercare e salvare i superstiti.»
: capitano Grasselli ― «Normalmente chiamavamo l'ambasciata americana per conoscere che fine avevano fatto dei loro aerei di cui perdevamo il contatto. Non penso però che quella sera la telefonata all'ambasciata americana fu fatta per sapere se si erano persi un aereo. Ho ritenuto la telefonata un'iniziativa goliardica in quanto tra i compiti del supervisore non c'è quello di chiamare l'ambasciata <nowiki>[...]</nowiki>».
 
* Deposizione del 31 gennaio 1992 del colonnello Guidi:
 
: ― «Ho un ricordo labilissimo anzi inesistente di quella serata. Nessuno in sala operativa parlava di traffico americano, che io ricordi. <nowiki>[...]</nowiki> pensando che l'aeromobile avesse tentato un ammaraggio di fortuna, cercavamo l'aiuto degli americani per ricercare e salvare i superstiti».
 
Una volta fatta ascoltare in aula la telefonata all'ambasciata, Guidi affermò di non riconoscere la propria voce nella registrazione e ribadì che non ricordava la telefonata.
 
Nel 1991 affermava: - «Quella sera non si fece l'ipotesi della collisione.» e ancora «Non mi risulta che qualcuno mi abbia parlato d'intenso traffico militare <nowiki>[...]</nowiki>. Se fossi stato informato di una circostanza come quella dell'intenso traffico militare, avrei dovuto informare nella linea operativa l'[[ITAV]], nella persona del capo del II Reparto, ovvero: Fiorito De Falco.».
 
Nel nastro di una telefonata delle 22.:23 Guidi informò espressamente il suo diretto superiore, il colonnello Fiorito De Falco, sia del traffico americano, sia di un'ipotesi di collisione, sia del contatto che si cercava di stabilire con le forze USA.
 
Ma nellaNella deposizione dell'ottobre 1991, tuttavia, anche il generale Fiorito De Falco affermava: - «[...] Guidi non mi riferì di un intenso traffico militare.».
 
=== Le morti sospette secondo l'inchiesta Priore ===
{{Citazione|La maggior parte dei decessi che molti hanno definito sospetti, di sospetto non hanno alcunché. Nei casi che restano si dovrà approfondire <nowiki>[...]</nowiki> giacché appare sufficientemente certo che coloro che sono morti erano a conoscenza di qualcosa che non è stato mai ufficialmente rivelato e da questo peso sono rimasti schiacciati.|Ordinanza-sentenza Priore, capo 4, pag. 4674}}
 
Per due dei 12 casi di decessi sospetti permangono indizi di relazione al caso Ustica:<ref>Ordinanza-sentenza Priore, capoCapo 4, pagg. 4670 e seguenti.</ref>:
 
* '''maresciallo Mario Alberto Dettori''': trovato [[impiccagioneImpiccamento|impiccato]] il 31 marzo [[1987]], in un modo definito dalla [[PoliziaServizio Scientificadi polizia scientifica|polizia scientifica]] ''innaturale'',<ref name="ReferenceB">Dal{{Cita serialTV|lingua di= RAIit|nome 3:= Carlo|cognome = Lucarelli|wkautore = Carlo Lucarelli|trasmissione = ''Blu notte''. - Misteri italiani|wktrasmissione = Blu notte - Misteri italiani|titolo = La strage di Ustica|wktitolo = Strage di Ustica|stagione = 5|episodio = 2|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 5 gennaio 2003}}</ref>, presso [[Grosseto]]. Mesi prima, preoccupato, aveva rovistato tutta la casa alla ricerca di presunte microspie.<ref name="ReferenceB" /><ref>{{Cita news|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/03/16/news/ustica_parla_la_vedova_del_radarista_dopo_la_notte_di_ustica_cambio_poi_mi_disse_ho_paura_per_noi_-160677389/|nome=Laura|cognome=Montanari|titolo=Ustica, parla la vedova del radarista: "Dopo quella notte cambiò poi mi disse: ho paura per noi"|data=16 marzo 2017|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180816062700/http://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/03/16/news/ustica_parla_la_vedova_del_radarista_dopo_la_notte_di_ustica_cambio_poi_mi_disse_ho_paura_per_noi_-160677389/|urlmorto=no}}</ref> Vi sono indizi che fosse in servizio la sera del disastro presso il radar di Poggio Ballone (GR) e che avesse in seguito sofferto di «manie di persecuzione» relativamente a tali eventi. Confidò alla moglie: «Sono molto scosso... Qui è successo un casino... Qui vanno tutti in galera!». Dettori confidò con tono concitato alla cognata che "eravamo stati a un passo dalla guerra". Tre giorno dopo telefonò al capitano Mario Ciancarella e disse: "Siamo stati noi a tirarlo giù, capitano, siamo stati noi." "Ho paura, capitano, non posso dirle altro al telefono. Qui ci fanno la pelle."<ref>http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/03/31/news/una-nuova-verita-sulla-fine-di-dettori-1.6795677</ref>{{Google Il giudice Priore conclude: «Sui singoli fatti come sulla loro concatenazione non si raggiunge però il grado della prova».books
|id=Kp1mAwAAQBAJ
* '''maresciallo Franco Parisi''': trovato impiccato il 21 dicembre [[1995]], era di turno la mattina del 18 luglio [[1980]], data del ritrovamento del MiG libico sulla Sila. Proprio riguardo alla vicenda del MiG erano emerse durante il suo primo esame testimoniale palesi contraddizioni; citato a ricomparire in tribunale, muore pochi giorni dopo aver ricevuto la convocazione. Non si riesce a stabilire se si tratti di omicidio.
|titolo= Stragi delitti misteri
|nome = Arcangelo
|cognome= Badolati
|wkautore= Arcangelo Badolati
|p=21
|editore=Pellegrini
|anno=2011
|città=Cosenza
|isbn= 978-88-8101-724-9
}}</ref> Dettori confidò con tono concitato alla cognata che «eravamo stati a un passo dalla guerra». Tre giorni dopo telefonò al capitano Mario Ciancarella e disse: «Siamo stati noi a tirarlo giù, capitano, siamo stati noi [...]. Ho paura, capitano, non posso dirle altro al telefono. Qui ci fanno la pelle».<ref>{{cita news|url=http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2013/03/31/news/una-nuova-verita-sulla-fine-di-dettori-1.6795677|nome=Piero|cognome=Mannironi|data=31 marzo 2013|città=Sassari|titolo=Una nuova verità sulla fine di Dettori|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419065828/http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2013/03/31/news/una-nuova-verita-sulla-fine-di-dettori-1.6795677}}</ref> Il giudice Priore conclude: «Sui singoli fatti come sulla loro concatenazione non si raggiunge però il grado della prova».
*'''maresciallo Franco Parisi''': trovato impiccato il 21 dicembre 1995, era di turno la mattina del 18 luglio 1980, data del ritrovamento del MiG libico sulla Sila. Proprio riguardo alla vicenda del MiG erano emerse durante il suo primo esame testimoniale palesi contraddizioni; citato a ricomparire in tribunale, muore pochi giorni dopo aver ricevuto la convocazione.
 
Sui suicidi di Dettori e Parisi, Priore scrive<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Capo 4, pagg. 4672.</ref>:
"Entrambi marescialli controllori di sala operativa in Centro radar. Entrambi in servizio, il Dettori con alta probabilità il Parisi con certezza, dinnanzi ai PPI, con funzioni delicatissime, rispettivamente la sera e la notte del 27 giugno e il mattino del 18 luglio. Venuti a conoscenza di fatti diversi dalle ricostruzioni ufficiali, rivelano la loro conoscenza in ambiti strettissimi, ma non al punto tale da non essere percepita da ambienti che li stringono od osteggiano anche in maniera pesante. E così ne restano soffocati. E quindi, anche se non si raggiunge la prova di atti omicidiari, resta che gli atti di costoro, se suicidî, furono determinati da stati psichici di profonde prostrazioni connesse con gli eventi."
 
Gli altri casi presi in esame dall'inchiesta, sono:
 
* '''colonnello Pierangelo Tedoldi''': incidente stradale il 3 agosto 1980;<ref name="fq_20120201">{{Cita news|titolo=Una lunga scia di morti sospette|data=1º febbraio 2012|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/01/lunga-scia-morti-sospette/188299/|pubblicazione=[[1980il Fatto Quotidiano]];|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171029235827/https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/01/lunga-scia-morti-sospette/188299/|urlmorto=no}}</ref> avrebbe in seguito assunto il comando dell'aeroporto di Grosseto.
* '''capitano Maurizio Gari''': [[infarto]], 9 maggio [[1981]]; capo controllore di sala operativa della Difesadifesa Aerea presso il 21º CRAM (Centro Radarradar Aeronautica Militaremilitare Italianaitaliana) di [[Poggio Ballone]], era in servizio la sera della strage. Dalle registrazioni telefoniche si evince un particolare interessamento del capitano per la questione del DC-9 e la sua testimonianza sarebbe stata certo «di grande utilità all'inchiesta», visto il ruolo ricoperto dalla sala sotto il suo comando, nella quale, peraltro, era molto probabilmente in servizio il maresciallo Dettori. La morte appare naturale, nonostante la giovane età.
* '''[[Giovanni Battista Finetti]]''', [[sindaco]] di [[Grosseto]]: incidente stradale; 23 gennaio [[1983]]. Era opinione corrente che avesse informazioni su fatti avvenuti la sera dell'incidente del DC-9 all'aeroporto di Grosseto. L'incidente in cui perde la vita, peraltro, appare casuale.
* '''maresciallo Ugo Zammarelli''': incidente stradale; 12 agosto [[1988]]. Era stato in servizio presso il [[SIOS]] di [[Cagliari]], tuttavia non si sa se fosse a conoscenza d'informazioni riguardanti la strage di Ustica, o la caduta del MiG libico.
* '''colonnelli [[Mario Naldini]] e [[Ivo Nutarelli]]''': [[Collisione aerea di Ramstein|incidente di Ramstein]], 28 agosto [[1988]].<ref>{{Cita news|autore=Redazione Online|titolo=Ustica, torna l'ipotesi del depistaggio che porta alla all'incidente di Ramstein|url=http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_01/ustica-appello-giallo-freccetricolore_77da9474-4d0b-11e1-8838-1be80b480ae6.shtml|accesso=28 gennaio 2013|pubblicazione=Corriere della Sera|data=1º febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130906222941/https://www.huffingtonpost.it/2013/06/27/strage-ustica-giulio-linguanti-mig-libico-23-sila-27-giugno-1980_n_3507719.html|urlmorto=sì}}</ref>. In servizio presso l'aeroporto di Grosseto all'epoca dei fatti, la sera del 27 giugno, come già accennato, erano in volo su uno degli [[Lockheed F-104 Starfighter|F-104]] e lanciarono l'allarme di emergenza generale. La loro testimonianza sarebbe stata utile anche in relazione agli interrogatori del loro allievo Aldo Giannelli,<ref name="righi_2013-06-27"/> in volo quella sera sull'altro [[F-104]], durante i quali, secondo l'istruttoria, è «apparso sempre terrorizzato»<ref>Ordinanza-sentenza Priore, capoCapo 4, pag. 4667.</ref>. Sempre secondo l'istruttoria, appare sproporzionato - tuttavia non inverosimile - organizzare un simile incidente, con esito incerto, per eliminare quei due importanti testimoni.<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Capo 4, pag. 4667: «Quello che però non convince è la sproporzione tra fini e mezzi, e cioè che si dovesse cagionare una catastrofe – con modalità peraltro incerte nel conseguimento dell'obbiettivo, cioè l'eliminazione di quei due testimoni per impedirne rivelazioni».</ref>
* '''maresciallo Antonio Muzio''': [[omicidioparricidio]], 1º febbraio 1991;<ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/02/assassinato-dai-figli-sedicenni.html|titolo=Assassinato dai figli sedicenni|data=2 febbraio 1991|nome=Filippo|cognome=Veltri|pubblicazione=[[1991la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]];|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180130100550/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/02/02/assassinato-dai-figli-sedicenni.html|urlmorto=no|città=Pizzo Calabro}}</ref> in servizio alla torre di controllo dell'aeroporto di [[Lamezia Terme]] nel [[1980]], poteva forse essere venuto a conoscenza di notizie riguardanti il MiG libico, ma non ci sono certezze.
* '''tenente colonnello Sandro Marcucci''': incidente aereo; 2 febbraio [[1992]]. Marcucci era un ex pilota dell'Aeronautica militareMilitare coinvolto come testimone nell'inchiesta per la strage di Ustica. L'incidente fu archiviato motivando l'errore del pilota. Tuttavia, nel [[2013]] il pm di [[Massa -Carrara]], Vito Bertoni, riaprì l'inchiesta contro ignoti per l'accusa di omicidio. L'[[Associazioneassociazione Antimafieantimafia "Rita Atria|associazione antimafia “Rita Atria”]]" denunciò che l'incidente non fu causato da una condotta di volo azzardata, come sostennero i tecnici della commissione di inchiesta, ma probabilmente da una [[Fosforo#Applicazioni|bomba al fosforo]] piazzata nel cruscotto dell'aereo.<ref>{{Cita news|url=http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/02/23/news/aereo_cadde_sulle_apuane_indagini_per_omicidio-53252276/|titolo=Aereo caduto nel '92, riaperta l'indagine uno dei due morti era testimone Ustica|pubblicazione=La Repubblica|città=Firenze|data=23 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190407030100/https://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/02/23/news/aereo_cadde_sulle_apuane_indagini_per_omicidio-53252276/|urlmorto=no}}</ref>.
* '''maresciallo Antonio Pagliara''': incidente stradale; 2 febbraio [[1992]]. In servizio come controllore della Difesadifesa Aerea presso il 32º CRAM di [[Otranto]], dove avrebbe potuto avere informazioni sulla faccendasull'abbattimento del MiG. Le indagini propendono per la casualità dell'incidente.
* '''generale Roberto Boemio''': omicidio; 12 gennaio 1993 a [[1993Bruxelles]].<ref>{{Cita anews|titolo="La morte di mio zio Roberto resta avvolta nel mistero"|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/2010/06/29/351158-morte_roberto.shtml|data=29 giugno 2010|pubblicazione=[[Bruxellesil Resto del Carlino]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170459/https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/2010/06/29/351158-morte_roberto.shtml|urlmorto=no}}</ref> Da sue precedenti dichiarazioni durante l'inchiesta, appare chiaro che «la sua testimonianza sarebbe stata di grande utilità», sia per determinare gli eventi inerenti al DC-9, sia per quelli del MiG libico. La magistratura belga non ha risolto il caso.
* '''maggiore medico Gian Paolo Totaro''': trovato impiccato alla porta del bagno, il 2 novembre [[1994]]. Gian Paolo Totaro era in contatto con molti militari collegati agli eventi di Ustica, tra i quali Nutarelli e Naldini.<ref>{{Cita news|autorecognome=Purgatori |nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Ustica, altra morte sospetta suicida ex ufficiale medico|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/novembre/06/Ustica_altra_morte_sospetta_suicida_co_0_9411068373.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/novembre/06/Ustica_altra_morte_sospetta_suicida_co_0_9411068373.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|accesso=28 gennaio 2013|data=6 novembre 1994|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]}}</ref>
 
=== Il rinvio a giudizio ===
Alla luce di queste anomalie inspiegate<ref>[{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/30/soppresse-molte-prove-forse-anche-uomini.html ''|titolo=Soppresse molte prove forse anche uomini''].|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|nome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|pubblicazione=[[la Repubblica. Cronaca.(quotidiano)|la Repubblica]]|data=30 giugno 1989. pagina |p=4|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804153608/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/30/soppresse-molte-prove-forse-anche-uomini.html|urlmorto=no}}</ref> e delle risposte, da parte del personale dei due siti radar di Marsala e Licola, ritenute insoddisfacenti,<ref>[{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/28/impegno-di-andreotti-colpevoli-pagheranno.html |titolo=L''Impegnoimpegno di Andreotti: i colpevoli pagheranno''].|pubblicazione=[[la Repubblica. Cronaca.(quotidiano)|la Repubblica]]|data=28 settembre 1989. pagina |p=2|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|nome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804153330/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/28/impegno-di-andreotti-colpevoli-pagheranno.html|urlmorto=no}}</ref>, il 28 giugno [[1989]] il giudice Bucarelli accolse la richiesta del procuratore Santacroce e rinviò a giudizio per falsa testimonianza aggravata e concorso in favoreggiamento personale aggravato, ventitré tra ufficiali e avieri in servizio il giorno del disastro.<ref>{{Google books|id=cVCO6mhOWmwC|nome=Daniele|cognome=Biacchessi|wkautore=Daniele Biacchessi, |nome2=Fabrizio |cognome2=Colarieti, ''|titolo=Punto Condor:. Ustica: il processo'',|pp Pendragon, 2002, pagg.= 72-73|ISBN e= 73.88-8342-134-5|editore=Pendragon|anno=2002|città=Bologna}}</ref>,<ref>[{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/28/ora-qualcuno-deve-pagare.html ''|titolo=Ora qualcuno deve pagare'']. Repubblica. Cronaca.|wkautore=Enzo Forcella|nome=Enzo|cognome=Forcella|data=28 settembre 1989.|p=1|pubblicazione=[[la paginaRepubblica 1(quotidiano)|la Repubblica]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170312/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/28/ora-qualcuno-deve-pagare.html|urlmorto=no}}</ref>.
 
L'ipotesi accusatoria fu che i militari, con una vasta operazione di occultamento delle prove e di depistaggio, avrebbero tentato di nascondere una battaglia tra aerei militari, nel corso della quale il DC-9 sarebbe precipitato.
 
==== Telefonata anonima a ''Telefono Giallo'' ====
Nel [[1988]], l'anno prima, durante la trasmissione ''[[Telefono giallo]]'' di [[Corrado Augias]], con una telefonata anonima qualcuno aveva dichiarato di essere stato «un [[aviere]] in servizio a Marsala la sera dell'evento della sciagura del DC-9». L'anonimo aveva riferito che i presenti come lui, avrebbero esaminato le tracce, i dieci minuti di trasmissione di cui parlavano nella puntata, dichiarando: «noi li abbiamo visti perfettamente. Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella vicenda. <nowiki>[...]</nowiki> la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti».<ref>{{Cita TV|urllingua =http://www.misteriditalia.com:80/ustica/ciFuDettoDiStareZitti.htm it|autore = Corrado Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono Giallogiallo|wktrasmissione = Telefono giallo|canale = Rai Tre3|wkcanale = Rai 3|data = 6 maggio 1988|accesso=|citazione ="CI FUCi DETTOfu DIordinato STAREdi ZITTI"starci Telefonatazitti|titolo anonima= Il giallo di unUstica|url addetto= radarhttps://www.raiplay.it/video/2018/01/Telefono-giallo-Puntata-del-06051988-e19ec880-932d-4aac-b9fd-935e511606d2.html|accesso alla= trasmissione29 televisivamaggio di2019|dataarchivio Raitre= 29 maggio 2019|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190529220518/https://www.raiplay.it/video/2018/01/Telefono-giallo-Puntata-del-06051988-e19ec880-932d-4aac-b9fd-935e511606d2.html|urlmorto = Giallo}}</ref>.
 
==== Scontro aereo tra caccia ====
In un articolo dal titolo ''Battaglia aerea poi la tragedia'', pubblicato dal quotidiano [[L'Ora]] il 12 febbraio 1992, il giornalista [[Nino Tilotta]] affermò che l'autore della telefonata sarebbe stato in effetti in servizio allo [[Supreme Headquarters Allied Powers Europe|SHAPE]] di [[Mons]], in [[Belgio]], e che avrebbe detto in trasmissione di essere a Marsala per non farsi riconoscere. Avrebbe rivelato la sua identità rilasciando l'intervista anni dopo essere andato in pensione in quanto, come aveva affermato, non si sentiva più vincolato dall'obbligo di mantenere il [[segreto militare]]. L'articolo parlava di uno scontro aereo avvenuto tra due caccia [[F-14 Tomcat]] della [[US Navy]] e un [[MiG-23]] [[Libia|libico]].
In un articolo dal titolo ''Battaglia aerea poi la tragedia''<ref>{{Cita web
 
|url=http://web.tiscali.it/till_news/ustica2.htm
Secondo questa versione, il [[SISMI]] all'epoca comandato dal generale [[Giuseppe Santovito]] avrebbe avvertito gli aviatori libici di un progetto di attaccare sul mar Tirreno l'aereo nel quale Gheddafi andava in Unione Sovietica. Sembra che i progettisti di questa azione di guerra siano da ricercare tra quelli indicati dall'ammiraglio Martini, e cioè tra francesi e americani. In seguito alla spiata del SISMI, l'aereo che trasportava Gheddafi, arrivato su Malta, tornò indietro, mentre altri aerei libici proseguivano la rotta.<ref>{{Cita news|wkautore=Sandra Bonsanti|nome=Sandra|cognome=Bonsanti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/01/il-sismi-avverti-gli-amici-libici.html|titolo=Il SISMI avvertì gli amici libici|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=1º luglio 1990|p=11|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804173839/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/01/il-sismi-avverti-gli-amici-libici.html|urlmorto=no}}</ref>
|titolo=Battaglia aerea poi la tragedia
|autore=Nino Tilotta
|data=12 febbraio 1992
|accesso=12 luglio 2011}}</ref>, pubblicato dal quotidiano [[L'Ora]] il 12 febbraio [[1992]], il giornalista [[Nino Tilotta]] affermò che l'autore della telefonata sarebbe stato in effetti in servizio allo [[Supreme Headquarters Allied Powers Europe|SHAPE]] di [[Mons]], in [[Belgio]], e che avrebbe detto in trasmissione di essere a Marsala per non farsi riconoscere. Avrebbe rivelato la sua identità rilasciando l'intervista anni dopo essere andato in pensione in quanto, come aveva affermato, non si sentiva più vincolato dall'obbligo di mantenere il [[segreto militare]]. L'articolo parlava di uno scontro aereo avvenuto tra due caccia [[F-14 Tomcat]] della [[US Navy]] ed un [[MiG-23]] [[Libia|libico]].
Secondo questa versione, il [[SISMI]] all'epoca comandato dal generale [[Giuseppe Santovito]] avrebbe avvertito gli aviatori libici di un progetto di attaccare sul Mar Tirreno l'aereo nel quale Gheddafi andava in Unione Sovietica. Sembra che i progettisti di questa azione di guerra siano da ricercare tra quelli indicati dall'ammiraglio Martini, e cioè tra francesi e americani. In seguito alla spiata del SISMI l'aereo che trasportava Gheddafi, arrivato su Malta, tornò indietro, mentre altri aerei libici proseguivano la rotta<ref>{{Cita news|autore=[[Sandra Bonsanti]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/01/il-sismi-avverti-gli-amici-libici.html|titolo=Il SISMI avvertì gli amici libici|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º luglio 1990|pagina=11}}</ref>.
 
==== Testimonianze americane ====
24 Ventiquattr'ore dopo il disastro del DC-9, l'addetto militare aeronautico americano Joe Bianckino, dell'ambasciata americana a Roma, organizzò una squadra di esperti, formata da William McBride, Dick Coe, William McDonald, e ildal direttore della CIA a Roma, Duane Clarridge, ildal colonnello Zeno Tascio, responsabile del SIOS (servizio segreto aeronautica militare italiana) insieme a due ufficiali italiani. Il giorno successivo alla strage Joe Bianckino era già in possesso dei tabulati radar e i suoi esperti li avevano sottoposti ad analisi. John Tresue, esperto missilistico del Pentagono, affermò, durante il suo interrogatorio come testimone, che gli furono consegnate dopo la sciagura, diverse cartelle con i tabulati dei radar militari; John Tresue informò il Pentagono, che ad abbattere il DC-9 era stato un missile.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/12/13/ustica-stato-un-missile-gli.html|titolo=Ustica, è stato un missile, gli USA sicuri fin dal 1980|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Los Angeles|data=13 dicembre 1991|paginap=20|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160305073257/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/12/13/ustica-stato-un-missile-gli.html |urlmorto=no}}</ref>.
 
Il 25 novembre 1980, John Macidull, un esperto americano del National Transportation Safety Board, analizzò il tracciato radar dell'aeroporto di Fiumicino e si convinse che, al momento del disastro, accanto al DC-9 volava un altro aereo. Macidull disse che il DC-9 era stato colpito da un missile lanciato dal velivolo che era stato rilevato nelle vicinanze, velivolo non identificato in quanto aveva volontariamente spento il dispositivo di riconoscimento (transponder). Tale aereo, secondo Macidull, attraversava la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità, tra 300 e 550 nodi, nello stesso momento in cui si verificava l'incidente al DC-9, ma senza entrare in collisione.<ref name="Macidull">{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/?page_id=7|titolo=Strage di Ustica, 27 giugno 1980 |editore=stragi80.it |accesso=13 novembre 2019|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110618145437/http://www.stragi80.it/?page_id=7 |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|titolo=Ustica, polemica su De Carolis esperto USA, John Macidull|editore=la Repubblica|città=Roma|data=7 novembre 1989|p=19|pubblicazione=|accesso=27 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222104932/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|urlmorto=no}}</ref>
 
Il 19 dicembre 2017, Brian Sandlin, all'epoca marinaio statunitense sulla Saratoga, destinata dagli Usa al pattugliamento del Mediterraneo, intervistato nel programma televisivo Atlantide di [[LA7|La7]] racconta che la sera del 27 giugno 1980 assistette al rientro di due aerei disarmati "che sarebbero serviti ad abbattere due MiG libici in volo lungo la traiettoria del DC-9" nel corso di un'operazione [[NATO]] affiancati da una [[portaerei]] britannica e una francese.<ref name="atlantide_la7">{{Cita TV|lingua = it|nome = Andrea|cognome= Purgatori|wkautore = Andrea Purgatori|trasmissione = Atlantide|wktrasmissione = Atlantide - Storie di uomini e di mondi|titolo = Ustica: l'ultimo miglio|canale = LA7|wkcanale = LA7|url = https://www.youtube.com/watch?v=P8jYbIEtCbM|data = 20 dicembre 2017|stagione = 20|episodio =6}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Ilaria|cognome=Sacchettoni|url=http://www.corriere.it/cronache/17_dicembre_19/strage-ustica-militare-usa-due-mig-abbattuti-nostri-caccia-sera-dell-esplosione-df862f9c-e50e-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml?refresh_ce-cp|titolo="Il giorno della strage di Ustica sparammo a due Mig libici"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=20 dicembre 2017|accesso=20 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171222052731/http://www.corriere.it/cronache/17_dicembre_19/strage-ustica-militare-usa-due-mig-abbattuti-nostri-caccia-sera-dell-esplosione-df862f9c-e50e-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml?refresh_ce-cp|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/strage-ustica-ex-militare-della-us-navy-quella-sera-abbattuti-due-mig-libici-_3113095-201702a.shtml|titolo=Strage Ustica, ex militare della Us Navy: "Quella sera abbattuti due Mig libici"|pubblicazione=[[TGcom24]]|accesso=20 dicembre 2017|data=20 dicembre 2017}}</ref>
Il 25 novembre [[1980]], John Macidull, un esperto americano del National Transportation Safety Board, analizzò il tracciato radar dell'aeroporto di Fiumicino e si convinse che, al momento del disastro, accanto al DC-9 volava un altro aereo. Macidull disse che il DC-9 era stato colpito da un missile lanciato dal velivolo che era stato rilevato nelle vicinanze, velivolo non identificato in quanto aveva volontariamente spento il dispositivo di riconoscimento (transponder). Tale aereo, secondo Macidull, attraversava la zona dell'incidente da Ovest verso Est ad alta velocità, tra 300 e 550 nodi, nello stesso momento in cui si verificava l'incidente al DC-9, ma senza entrare in collisione<ref name="Macidull">[http://www.stragi80.it/?page_id=7 ''Cronologia 25 novembre 1980'']. Stragi 80. 16 marzo 2012.</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|titolo=Ustica, polemica su De Carolis esperto USA, John Macidull|editore=la Repubblica|città=Roma|data=7 novembre 1989|pagina=19}}</ref>
 
==== Testimonianze libiche ====
Nel 1989 l'agenzia di stampa libica Jana preannunciò la costituzione di un comitato supremo d'inchiesta sulla strage di Ustica: ''«Tale decisione è stata presa dopo che si è intuito che si è trattato di un brutale crimine commesso dagli USA, che hanno lanciato un missile contro l'aereo civile italiano, scambiato per un aereo libico a bordo del quale viaggiava il leader della rivoluzione''».<ref>{{Cita news|autorenome=Giovanni Maria|cognome=Bellu|wkautore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/09/02/gli-usa-volevano-colpire-me-bordo-del.html|titolo=Gli Usa volevano colpire me a bordo del DC-9 di Ustica|pubblicazione=La[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=2 settembre 2003|paginap=4|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170226/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/09/02/gli-usa-volevano-colpire-me-bordo-del.html|urlmorto=no}}</ref>.
 
=== La firma falsa del Presidente della Repubblica ===
Mario Ciancarella, ex capitano che indagava sull'incidente aereo, venne cacciatoespulso dall’Aeronauticadall'Aeronautica con decreto del Quirinale nel 1983. Tuttavia; il decreto, tuttavia, non era stato firmato veramente dal Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]], ma da un soggetto esterno che ha falsificato la sua firma.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_11/ustica-firma-pertini-era-falsa-l-ufficiale-che-cercava-verita-ustica-radiato-ingiustamente-b0ad379a-8f8a-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml|titolo=Ustica, la firma di Pertini era falsa: l'ufficiale pilota che cercava la verità sul Dc 9 venne radiato ingiustamente|autore=Alessandro Fulloni|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=10 novembre 2016|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170706233750/http://www.corriere.it/cronache/16_ottobre_11/ustica-firma-pertini-era-falsa-l-ufficiale-che-cercava-verita-ustica-radiato-ingiustamente-b0ad379a-8f8a-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml|urlmorto=sì}}</ref> In seguito a questa scoperta, è stato richiesto il reintegro del Capitano Mariocapitano Ciancarella aldal ministro della difesa [[Roberta Pinotti]].<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/11/12/ASlfhv5E-reintegra_ufficiale_cacciato.shtml|titolo=I misteri di ustica - Dopo 33 anni Pinotti reintegra l'ufficiale cacciato con una firma falsa di Pertini|pubblicazione=[[Il Secolo XIX]]|accesso=24 gennaio 2019|data=12 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190124152402/http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/11/12/ASlfhv5E-reintegra_ufficiale_cacciato.shtml|urlmorto=no}}</ref>
 
== Il processo della strage di Ustica ==
{{vedi anche|Processo della strage di Ustica}}
Il processo sulle cause e sugli autori della strage in realtà non si è mai tenuto in quanto l'istruttoria relativa definì "ignoti gli autori della strage" e concluse con un non luogo a procedere nel 1999. (ref. "L'istruttoria Priore")
Il [[reato]] di [[strage]] non cade comunque in [[prescrizione (diritto)|prescrizione]] per cui, se dovessero emergere nuovi elementi relativi, un eventuale processo potrebbe essere ancora condotto.
 
Il processo complementare sui fatti di Ustica, per la parte riguardante i reati di depistaggio, imputati a carico di alti ufficiali dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|aeronauticaAeronautica militare italiana]], è stato invece definitivamente concluso in Cassazionecassazione nel gennaio del 2007, con una sentenza assolutoria che ha negato si siano verificati depistaggi.
 
=== L'istruttoria Priore ===
Le indagini si conclusero il 31 agosto [[1999]], con l<nowiki>{{'</nowiki>}}''ordinanza di rinvio a giudizio-sentenza istruttoria di proscioglimento'', rispettivamente, nei procedimenti penali nº 527/84 e nº 266/90, un documento di dimensioni notevoli che, dopo anni di indagini, la quasi totale ricostruzione del relitto, notevole impiego di fondi, uomini e mezzi, escluse le ipotesi di una bomba a bordo<ref>Sentenza-ordinanza, Conclusioni sulle perizie, Capitolo II, pag. 3922.</ref> e di un cedimento strutturale,<ref>Sentenza-ordinanza, Conclusioni sulle perizie, Capitolo I, pag. 3895: "«In conclusione si deve ritenere che l'esclusione del cedimento strutturale – anche se nel corso dei lavori peritali erano emerse delle tendenze a favore, probabilmente nell'intento di offrire un verdetto neutro – sia più che sufficientemente motivata e pertanto debba essere accolta. Peraltro non era mai risultato, nel corso della pluriennale istruttoria, alcun elemento di fatto in tal senso. Basterà ricordare che sia dal velivolo che dalle sale operative nessuna voce aveva riferito di alcun genere di turbolenza. Così come era stato accertato, dagli atti acquisiti, che la macchina non soffriva di alcun danno che ne determinasse pericoli di cedimento. Nessuna parte ha contestato questi risultati né ha addotto elementi in pro dell'ipotesi in questione".</ref> circoscrivendo di conseguenza le cause della sciagura ada un evento esterno al DC-9.<ref>Sentenza-ordinanza, Capo 7, pag. 4944: "«Esclusa – attraverso l'esame critico di cento e oltre documenti tecnici elaborati con intelligenza e vigore polemico da una schiera tra le migliori di specialisti nelle varie dottrine che son servite con più che sufficiente certezza qualsiasi altra causa di caduta del velivolo dall'improvviso cedimento strutturale all'altrettanto improvviso cedimento psichico dei piloti, dall'esplosione interna alla precipitazione di meteoriti o altre similari, parti di fantasie tanto fervide quanto inquinanti - resta il contesto esterno."» e pag. 4949: "«quello scenario esterno che nasce in negativo dalla esclusione delle altre ipotesi, seppellite dalle ragionevoli critiche, su cui a lungo s'è discusso; e in positivo dalla sequenza di ''break up'' scritta dagli aeronautici"».</ref>. Non si giunse però a determinare un quadro certo ede univoco di tale evento esterno. Mancano tuttora, del resto, elementi per individuare i responsabili.
 
«L'inchiesta», si legge nel documento, «è stata ostacolata da reticenze e false testimonianze, sia nell'ambito dell'aeronautica militare italiana chesia della [[NATO]], le quali hanno avuto l'effetto di inquinare o nascondere informazioni su quanto accaduto».<ref>{{Cita news|autorenome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Ustica, atto d'accusa contro l'Aeronautica|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/febbraio/20/Ustica_atto_accusa_contro_Aeronautica_co_0_92022012585.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/febbraio/20/Ustica_atto_accusa_contro_Aeronautica_co_0_92022012585.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|accesso=28 gennaio 2013|data=20 febbraio 1992|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|paginap=12}}</ref>.
 
L'ordinanza-sentenza concludeva:
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{{citazione|L'incidente al DC-9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC-9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti.}}
 
=== Il processo in Cortecorte di Assised'assise sui presunti depistaggi ===
Il 28 settembre [[2000]], nell'aula-[[bunker]] di [[Rebibbia]] appositamente attrezzata, iniziòincominciò il processo sui presunti depistaggi, davanti alla terza sezione della [[Cortecorte di Assised'assise]] di [[Roma]].
 
Dopo 272 udienze e dopo aver ascoltato migliaia tra testimoni, consulenti e periti, il 30 aprile [[2004]], la corte assolse dall'imputazione di alto tradimento - per aver gli imputati ''turbato'' (e non ''impedito'') le funzioni di governo - i generali [[Corrado Melillo]] e [[Zeno Tascio]] "per non aver commesso il fatto". I generali [[Lamberto Bartolucci (generale)|Lamberto Bartolucci]] e Franco Ferri furono invece ritenuti colpevoli ma, essendo ormai passati più di 15 anni, il reato era già caduto in [[prescrizione (diritto)|prescrizione]].
 
Anche per molte imputazioni relative ad altri militari dell'Aeronautica Militaremilitare Italianaitaliana ([[falsa testimonianza]], [[favoreggiamento]], ecc.e così via) fu accertata l'intervenuta prescrizione. Il reato di [[abuso d'ufficio]], invece, non sussisteva più per successive modifiche alla legge.
 
La sentenza non risultò soddisfacente né per gli imputati Bartolucci e Ferri, né per la [[Procuraprocura della repubblica|ProcuraRepubblica]], né infine per le [[Parte civile|parti civili]]. Tutti, infatti, presentarono ricorso in [[appello (dirittoordinamento penale italiano)|appello]].
 
=== Il processo in Cortecorte di Assised'assise d'Appelloappello, sui depistaggi ===
Anche il processo davanti alla Cortecorte di Assised'assise d'Appelloappello di Roma, aperto il 3 novembre [[2005]], si è chiuso il successivo 15 dicembre con l'[[Assoluzione (diritto)|assoluzione]] dei generali Bartolucci e Ferri dalla imputazione loro ascritta perché ''il fatto non sussiste''.
 
La Corte rilevava infatti che non vi erano prove a sostegno dell'accusa di ''alto tradimento''.
 
Le analisi condotte nella perizia radaristica Dalle Mese, sono state eseguite con «sistemi del tutto nuovi e sconosciuti nel periodo giugno-dicembregiugno–dicembre [[1980]]» e pertanto non possono essere prese in considerazione per giudicare di quali informazioni disponessero, all'epoca dei fatti, gli imputati. In ogni caso la presenza di altri aerei deducibile dai tracciati radar non raggiunge in alcuna analisi il valore di certezza e quindi di prova. Non vi è poi prova che gli imputati abbiano ricevuto notizia della presenza di aerei sconosciuti o USA collegabili alla caduta del DC-9.
 
=== Il ricorso in Cassazionecassazione (procedimento penale) ===
La Procuraprocura generale di Roma propose ricorso per cassazione chiedendo l'annullamento della sentenza della Cortecorte d'Appelloappello del 15 dicembre [[2005]], e come effetto dichiarare che «il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato» anziché «perché il fatto non sussiste». La legge inerente all'alto tradimento venne infatti modificata con decreto riguardante i reati d'opinione l'anno successivo.<ref>L'articolo 4 della legge nº 85 del 24 febbraio 2006, n. 85 ha abolito il punto riguardante la ''turbativa'' e ha dichiarato reato l<nowiki>{{'</nowiki>}}''impedimento'' soltanto se violento.</ref>.
 
Il 10 gennaio [[2007]] la prima sezione penale della Cassazionecassazione ha assolto con formula piena i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri dichiarando inammissibile il ricorso della Procuraprocura generale e rigettando anche il ricorso presentato dal governo italiano.<ref>[{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/processo/cassazione/motivi.pdf |titolo=''Sentenza di assoluzione dal reato di alto tradimento per Lamberto Bartolucci e Franco Ferri'']}}. Motivazioni della sentenza. Stragi80.it.</ref>.
 
=== Le dichiarazioni di Cossiga: ipotesi francese e nuova inchiesta ===
A ventotto anni dalla strage, la procura di Roma ha deciso di riaprire una nuova inchiesta a seguito delle dichiarazioni rilasciate nel febbraio 2007 da Francesco Cossiga. L'ex presidentePresidente della Repubblica, [[presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidentePresidente del Consiglio]] all'epoca della strage, ha dichiarato che ad abbattere il DC-9 sarebbe stato un [[AIM-9 Sidewinder#AIM-9J.2C AIM-9N.2C Rb 24|missile]] «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell'[[Aéronavale]] decollato dalla portaerei ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'', e che furono i [[servizi segreti italiani]] ada informare lui e l'allora ministrosottosegretario dell'Internoalla Presidenza [[Giuliano Amato]] dell'accaduto.<ref name="archiviostorico.corriere.itCorriere Cossiga 2007" />
 
In relazione a ciò, il giudice Priore dichiarò in un'intervista all'emittente francese [[France 2]] che l'ipotesi più accreditata era che ci fosse un elemento militare francese<ref>{{Cita video|url=http://www.museomemoriaustica.it/video/servizio_france2.swf|titolo=Servizio France 2|editore=museomemoriaustica.it}}</ref>.
 
=== Perizie d'ufficio e consulenze tecniche di parte ===
Volendo fare una breve una sintesi dell'enorme numero di perizie d'ufficio e consulenze di parte, oltre un centinaio al termine del 31 dicembre 1997, possiamo ricordare:
 
# perizie tecnico-scientifiche: necroscopiche, medico-legali, chimiche, foniche, acustiche, di trascrizione, grafiche, metallografico-frattografiche, esplosivistiche, che non sono mai state contestate da alcuna parte. Sono state essenzialmente quattro4:
#* Stassi, Albano, Magazzù, La Franca, Cantoro, riguardanti le autopsie dei cadaveri ritrovati, durata anni, non s'è mai pienamente conclusa;
#* Blasi, riguardante il missile militare che ha colpito l'aereo civile, durata molti anni, è sfociata in spaccature profondissime e mai risolte;
#* Misiti, riguardante l'ipotesi bomba, durata più anni, è stata rigettata dal magistrato perché affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderlo inutilizzabile ai fini della ricostruzione della verità;. Di questo collegio peritale faceva parte anche Frank Taylor, un ingegnere aeronautico britannico coinvolto nell'inchiesta sul [[volo Pan Am 103]] e assertore della teoria di una bomba a bordo del DC-9. Lo stesso Taylor ha in seguito sostenuto una teoria marginale sulla presenza di una bomba come causa dell'[[incidente del Tupolev Tu-154 dell'Aeronautica Militare Polacca del 2010|incidente del Tupolev Tu-154 dell'Aeronautica militare polacca del 2010]]<ref>{{Cita web|data=3 febbraio 2018|titolo=Smolensk crash: Explosions on board before plane hit ground, investigator says|url=https://news.sky.com/story/smolensk-crash-explosions-on-board-before-plane-hit-ground-investigator-says-11233792|accesso=18 gennaio 2022|lingua=en}}</ref>, che uccise l'allora presidente polacco Kaczynski e diversi esponenti delle istituzioni polacche. Tuttavia, le investigazioni ufficiali russe e polacche non hanno mai trovato prove a supporto di questa teoria.
#* Casarosa, Dalle Mese, Held, concernente la caduta del MiG-23.
# Perizieperizie d'ordine generale ovvero quelle con quesiti sulla ricostruzione dei fatti e sulle loro cause, che sono state sottoposte a critiche, contestazioni ede accuse:
#* radaristiche che hanno determinato documenti di parte critici e contrastati, in particolare l'interpretazione dei dati radar ovvero l'assenza o la presenza di altri velivoli all'intorno temporale e spaziale del disastro;
#* [[esplosivistica]], dalle cui sperimentazioni sono state tratte deduzioni di parte a volte non coincidenti.
 
=== Le dichiarazioni di Giorgio Napolitano ===
L'8 maggio [[2010]], il [[presidentePresidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]], in occasione del [[Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo]], ha chiesto la verità sulla strage di Ustica. Poco prima Fortuna Piricò, vedova di una delle vittime della strage, aveva chiesto di «completare la verità giudiziaria che ha parlato di una guerra non dichiarata, di completarla definendo le responsabilità». Una richiesta che Napolitano ha appoggiato: «Comprendo il tenace invocare di ogni sforzo possibile per giungere ada una veritiera ricostruzione di quel che avvenne quella notte». Intorno a quella strage, Napolitano ha visto «anche forse intrighi internazionali, [...] opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato».<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/05/08/news/napolitano-terrorismo-3907912/index.html|titolo=Stragi, Napolitano chiede "tutela per le vittime" - "Tenere la guardia alta contro il terrorismo"|data=8 maggio 2010|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=12 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804153812/http://www.repubblica.it/politica/2010/05/08/news/napolitano-terrorismo-3907912/index.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita video|url=http://video.repubblica.it/cronaca/ustica-napolitano-anni-di-intrighi-internazionali/46780/46441|titolo=Ustica, Napolitano: 'Anni di intrighi internazionali'|editorepubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 maggio 2010|accesso=1º maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804153406/https://video.repubblica.it/cronaca/ustica-napolitano-anni-di-intrighi-internazionali/46780/46441|urlmorto=no}}</ref>
 
Poco tempo dopo, il 26 giugno 2010, in occasione del Trentennaletrentennale del Disastrodisastro, il Presidente ha inviato un messaggio di cordoglio ai parenti delle vittime: «Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili... Occorre il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni.».<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/26/news/napolitano_i_processi_non_hanno_fatto_luce_polemica-5170387/index.html|titolo="Ustica, i processi non hanno fatto luce" - Napolitano parla ai parenti delle vittime|data=26 giugno 2010|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bologna|accesso=12 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804164616/http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/26/news/napolitano_i_processi_non_hanno_fatto_luce_polemica-5170387/index.html|urlmorto=no}}</ref>
 
Anche in occasione del trentunesimo anniversario della strage, il 27 giugno [[2011]], il presidente Napolitano ha lanciato un appello perché si compia ogni sforzo, anche internazionale, per dare risposte risolutive.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/27/news/ustica-18274928/index.html|titolo=Ustica, il monito di Napolitano - "Ogni sforzo per rimuovere le ombre"|data=27 giugno 2011|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|accesso=12 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804173934/https://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/27/news/ustica-18274928/index.html|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Il Memorandummemorandum e le intercettazioni di Massimo Carminati ===
Il 2 settembre 2014, sono stati rivelati gli appunti segreti, le informative e i carteggi segreti del Ministero degli Affariaffari Esteriesteri, contenuti nel Memorandum[[memorandum]] che ha per oggetto la strage di Ustica in relazione alle questioni informative aperte con gli Stati Uniti.<ref>[{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2014/09/02/news/il_memorandum_e_il_giallo_del_casco_americano_sparito-94717390/?ref=HREC1-20 |titolo=''Memorandum'']}}. Archivio di Stato. Roma. 2 settembre 2014.</ref>
 
Sempre nel 2014, stando ad alcune intercettazioni emerse durante le indagini sulla cosiddetta ''[[Mafia Capitale]]'', uno dei boss della cupola mafiosa, [[Massimo Carminati]], anch'esso già membro dei NAR, conversando con un suo collaboratore, avrebbe affermato che "''«la responsabilità di Ustica era degli Stati Uniti''"».<ref>[http{{Cita news|titolo=Dalla strage di Ustica a Dalla Chiesa. Carminati e i suoi ricordi da criminale|url=https://www.iltempo.it/roma-capitalecronache/2014/12/17/news/dalla-strage-di-ustica-a-dalla-chiesa-carminati-e-i-suoi-ricordi-da-criminale-1963201/|urlarchivio=https://web.1358545 ''Carminati archive.org/web/20180707101048/http://www.iltempo.it/cronache/2014/12/17/news/dalla-strage-di-ustica-a-dalla-chiesa-carminati-e -i -suoi -ricordi -da -criminale'', ''-963201/|pubblicazione=[[Il Tempo'', ]]|data=17 dicembre 2014].|urlmorto=no}}</ref>
 
== CondanneLe condanne ==
{{vedi anche|Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica}}
=== Condanna in sede civile dei ministeri dell'interno e dei trasporti ===
{{vedi anche|Condanna dello Stato Italiano nella strage di Ustica}}
 
Il 10 settembre [[2011]], dopo tre anni di [[dibattimento]], una sentenza emessa dal giudice civile Paola Proto Pisani, ha condannato i ministeriMinisteri della Difesadifesa e dei Trasportitrasporti al pagamento di oltre 100 milioni di euro in favore di 42 (quarantadue)<ref>causaCausa iscritta al n. 10354 del Ruolo Generale degli affari contenziosi civili dell'anno 2007 (recante riunita quella n. 12865/2007 RG).</ref> familiari delle vittime della Stragestrage di Ustica. Alla luce delle informazioni raccolte durante il processo, i due Ministeri sono stati condannati per non aver agito correttamente al fine di prevenire il disastro, non garantendo che il cielo di Ustica fosse controllato a sufficienza dai radar italiani, militari e civili (alché non fu garantita la sicurezza del volo e dei suoi occupanti), e per aver successivamente ostacolato l'accertamento dei fatti.<brref>Procedimento Civile n° 10354-12865/2007.</ref>
Alla luce delle informazioni raccolte durante il processo, i due ministeri sono stati condannati per non aver fatto abbastanza per prevenire il disastro (il tribunale ha stabilito che il cielo di Ustica non era controllato a sufficienza dai radar italiani, militari e civili, talché non fu garantita la sicurezza del volo e dei suoi occupanti) e fu ostacolato l'accertamento dei fatti<ref>Procedimento Civile n° 10354-12865/2007.</ref>.
 
Infatti, secondo leLe conclusioni del giudice di Palermo, nessunaescludono che una bomba esplosefosse esplosa a bordo del DC-9, affermando bensì che l'aereo civile fufosse stato abbattuto durante una vera e propria azione di guerra, che si svolse nei cieli italianidipanatasi senza che nessuno degli enti controllori preposti intervenisse. Inoltre, secondo laLa sentenza, viindividuò sonoinoltre responsabilità e complicità di soggetti dell'Aeronautica Militaremilitare Italianaitaliana chenel impedironoperpetrare l'accertamentoatti deiillegali fattifinalizzati attraversoa unaimpedire innumerevolel'accertamento seriedella dicorretta attidinamica illegalidei commessifatti che successivamentecondussero alalla disastrostrage.
 
Il 28 gennaio [[2013]] la Cortecorte di Cassazionecassazione, nel respingere i ricorsi dell'[[avvocatura dello Stato]] ha confermato la precedente condanna, sentenziandocondividendo che il DC-9 Itavia caddefosse caduto non per un'esplosione interna, bensì a causa di un missile o di una collisione con un aereo militare, essendosi trovato nel mezzo di una vera e propria azione di guerra.<ref name="corriere.it">{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml|titolo=Ustica, lo Stato risarcirà le famiglie delle vittime|pubblicazione=Corriere della Sera|data=28-29 gennaio 2013|accesso=29 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304111111/http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml|urlmorto=no}}</ref>. I competenti ministeriMinisteri furono dunque condannati a risarcire i familiari delle 81 vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli.<ref name="corriere.it" />. La sentenza fu accolta favorevolmente dall'associazione dei familiari delle vittime.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/?ref=HREA-1|titolo=Ustica, Stato condannato a risarcire vittime. "Congruamente motivata la tesi del missile"|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=28 gennaio 2013|citazione=La strage di Ustica avvenne a causa di un missile e non di una esplosione interna al Dc-9 Itavia con 81 persone a bordo, e lo Stato deve risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli. Lo sottolinea la Cassazione in sede civile nella prima sentenza definitiva di condanna al risarcimento|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804165052/https://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/?ref=HREA-1|urlmorto=no}}</ref>.
 
Il 28 giugno 2017 un ulteriore ricorso dell'[[avvocatura dello Stato]] è stato rigettato dalla corte d'appello di [[Palermo]], che ha nuovamente additato a causa dell'incidente un atto ostile perpetrato da un aereo militare straniero.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/29/strage-di-ustica-stato-condannato-al-risarcimento-laereo-fu-abbattuto-da-un-missile-e-dopo-ci-furono-depistaggi/3696625/|titolo=Strage di Ustica, Stato condannato al risarcimento: "L'aereo fu abbattuto da un missile. E dopo ci furono depistaggi"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=29 giugno 2017|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200322125621/https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/29/strage-di-ustica-stato-condannato-al-risarcimento-laereo-fu-abbattuto-da-un-missile-e-dopo-ci-furono-depistaggi/3696625/|urlmorto=no}}</ref>
== Risarcimenti ==
=== Risarcimento danni all'Itavia e ai suoi dipendenti ===
Aldo Davanzali, anche se formalmente non per motivi direttamente correlati alla sciagura, perse la compagnia aerea Itavia, che cessò di volare e fu posta in amministrazione controllata nel 1980, con i conti in rosso, previa revoca della licenza di operatore aereo: un migliaio di dipendenti restarono senza lavoro. Probabilmente anche l'errata conclusione peritale in merito ai motivi del disastro influì sulla decisione di chiudere la società<ref>{{Cita news|autore=Purgatori Andrea|titolo=Davanzali: dissi che era un atto di guerra, mi incriminarono|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|accesso=28 gennaio 2013|data=2 settembre 1999|pubblicazione=Corriere della Sera|pagina=3}}</ref>. Lo stesso Davanzali chiese allo Stato un risarcimento di 1.700 miliardi di [[lira italiana|lire]] per i danni morali e patrimoniali subìti a seguito della strage di Ustica, nell'aprile 2001. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9<ref name="risarcimenti">{{Cita web|autore=Cristiano Zepponi|url=http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|titolo=La verità affondò al tramonto Ustica, 27 giugno 1980|editore=In Storia|data=dicembre 2009|accesso=}}</ref>.
 
Dal punto di vista penale, i procedimenti per [[alto tradimento]] a carico di quattro esponenti dei vertici militari italiani — riguardanti la falsità o l'omissione di comunicazioni a organi di governo e all'[[autorità giudiziaria italiana]] e non l'accertamento delle responsabilità e della causa dell'incidente — si sono conclusi con l'assoluzione dei principali imputati "perché il fatto non sussiste" o per intervenuta prescrizione. Altri procedimenti, a carico di circa 80 militari del personale dell'Aeronautica, si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.<ref>Anteprima limitata:{{Cita libro|titolo =L'ITALIA DEI MISTERI|autore =Antonio Giangrande |url = https://books.google.it/books?id=eKd6DwAAQBAJ&pg=PA173&lpg=PA173&dq=procedimenti+a+carico+di+circa+80+militari+del+personale+dell%27Aeronautica+si+sono+conclusi+con+condanne+per+vari+reati,+tra+i+quali+falso+e+distruzione+di+documenti&source=bl&ots=g8Ra9MGRmQ&sig=ACfU3U15TYshs8J8Fd8hLUFrzEGoHLBp_w&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwidn5HR2eLlAhXQ-6QKHc30A04Q6AEwAHoECBMQAQ#v=onepage&q=procedimenti%20a%20carico%20di%20circa%2080%20militari%20del%20personale%20dell'Aeronautica%20si%20sono%20conclusi%20con%20condanne%20per%20vari%20reati%2C%20tra%20i%20quali%20falso%20e%20distruzione%20di%20documenti&f=false |editore =Independently published (17 novembre 2018) |ISBN =978-1731482594 |accesso =11 novembre 2019|citazione = [...] Altri procedimenti a carico di militari (circa 80) del personale AM si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.}}</ref>
=== Risarcimento recupero carcassa del DC-9 ===
La Corte dei Conti richiese un risarcimento di 27 miliardi di lire a militari e personaggi coinvolti, come compenso per il recupero della carcassa del DC9<ref name="risarcimenti" />.
 
=== RisarcimentoI vittimerisarcimenti ===
'''Risarcimento danni all'Itavia e ai suoi dipendenti'''
La Corte di Cassazione, il 28 gennaio 2013, ha riconosciuto un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di 4 vittime della strage di Ustica<ref name=risarcimento>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2014/9-ottobre-2014/ustica-risarcimento-familiari-vittime-ministeri-condannati-pagare-5-milioni-mezzo-230311535322.shtml ''Ustica, 5 milioni e mezzo a familiari vittime'']. Corriere della Sera. Cronaca. Palermo. 9 ottobre 2014.</ref>.<br />
 
Il giudice di Palermo, il 9 ottobre 2014, ha condannato il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti, a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire con 5.637.199 euro, 14 familiari o eredi, di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica<ref name=risarcimento />.
Aldo Davanzali, anche se formalmente non per motivi direttamente correlati alla sciagura, perse la compagnia aerea Itavia, che cessò di volare e fu posta in amministrazione controllata nel 1980, con i conti in rosso, previa revoca della licenza di operatore aereo: un migliaio di dipendenti restò senza lavoro. Probabilmente, anche l'errata conclusione peritale in merito ai motivi del disastro influì sulla decisione di chiudere la società.<ref>{{Cita news|wkautore=Andrea Purgatori|nome=Andrea|cognome=Purgatori|titolo=Davanzali: dissi che era un atto di guerra, mi incriminarono|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=2 settembre 1999|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|p=3}}</ref> Lo stesso Davanzali chiese allo Stato un risarcimento di {{formatnum:1700}} miliardi di [[lira italiana|lire]] per i danni morali e patrimoniali subìti a seguito della strage di Ustica, nell'aprile 2001. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9.<ref name="risarcimenti">{{Cita web|autore=Cristiano Zepponi|url=http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|titolo=La verità affondò al tramonto Ustica, 27 giugno 1980|editore=In Storia|data=dicembre 2009|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130427054721/http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Il 22 aprile 2020 la corte d'appello di Roma ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti a risarcire alla società di trasporto aereo Itavia 320 milioni di euro, per non aver garantito la sicurezza dei cieli.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|titolo=Ustica, i ministeri della Difesa e dei trasporti condannati a risarcire 330 milioni all'Itavia per non aver garantito la sicurezza dei cieli|data=23 aprile 2020|accesso=1º maggio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200501180316/https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|urlmorto=no}}</ref>
Mentre l'unico processo penale per la strage di Ustica, dei generali dell'Aeronautica ([[Lamberto Bartolucci (generale)|Lamberto Bartolucci]], [[Franco Ferri (militare)|Franco Ferri]], [[Zeno Tascio]] e [[Corrado Melillo]]), accusati di depistaggio, si è concluso con l'assoluzione definitiva, i procedimenti civili sono giunti alla conclusione che un missile ha centrato l'aereo passeggeri, causandone l'esplosione. Ciò metterebbe sotto accusa l'aeronautica di essere stata incapace di difendere il cielo italiano da attacchi stranieri.
 
'''Risarcimento recupero carcassa del DC-9'''
 
La [[Corte dei conti (Italia)|Corte dei conti]] richiese un risarcimento di 27 miliardi di lire a militari e personaggi coinvolti, come compenso per il recupero della carcassa del DC-9<ref name="risarcimenti" />.
 
'''Risarcimento vittime'''
 
La corte di cassazione, il 28 gennaio 2013, ha riconosciuto un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di quattro vittime della strage di Ustica.<ref name="risarcimento">{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2014/9-ottobre-2014/ustica-risarcimento-familiari-vittime-ministeri-condannati-pagare-5-milioni-mezzo-230311535322.shtml|titolo=Ustica, 5 milioni e mezzo a familiari vittime|editore=[[Corriere del Mezzogiorno]]|data=9 ottobre 2014|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141011231507/http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2014/9-ottobre-2014/ustica-risarcimento-familiari-vittime-ministeri-condannati-pagare-5-milioni-mezzo-230311535322.shtml |urlmorto=sì}}</ref><br />
Il giudice di Palermo, il 9 ottobre 2014, ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti, a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire con {{formatnum:5637199}} euro, 14 familiari o eredi, di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica.<ref name="risarcimento" />
 
Il 10 luglio 2017 la prima sezione civile della corte d'appello di Palermo ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti a risarcire 45 familiari di alcune delle 81 vittime della strage di Ustica per complessivi 55 milioni di euro.<ref>{{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2017/07/10/italia/cronache/ustica-altre-tre-condanne-in-appello-per-lo-stato-0VpkTNGrUnGWCQJO7ywhSM/pagina.html|titolo=''Ustica: altre tre condanne in appello per lo Stato''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170710155944/http://www.lastampa.it/2017/07/10/italia/cronache/ustica-altre-tre-condanne-in-appello-per-lo-stato-0VpkTNGrUnGWCQJO7ywhSM/pagina.html }}. La Stampa. Cronaca. 10 luglio 2017.</ref> La sentenza s'inscrive nella ricostruzione della dinamica dei fatti inerente all'atto ostile perpetrato da un velivolo terzo: secondo i giudici, i dicasteri non avrebbero attuato le "opportune reazioni" atte a consentire l'intercettazione del velivolo ostile e la garanzia della sicurezza delle rotte civili sopra il mar Tirreno. La corte indica inoltre nuovamente la sussistenza di un depistaggio delle indagini.<ref>{{Cita web|url=http://www.palermotoday.it/cronaca/strage-ustica-ministeri-difesa-trasporti-condannati-risarcimento.html |titolo= Strage di Ustica, nuova condanna per lo Stato: risarcimento agli eredi delle vittime|editore=PalermoToday|data=10 luglio 2017|accesso=17 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190813041741/http://www.palermotoday.it/cronaca/strage-ustica-ministeri-difesa-trasporti-condannati-risarcimento.html |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2017/07/10/ustica-altre-3-sentenze-condannano-lo-stato-risarcimenti-ai-familiari-delle-vittime-6aeadfba-88ad-4802-bf6e-8a0b6ef263df/|titolo=Ustica, altre tre sentenze condannano lo Stato: risarcimenti ai familiari delle vittime|editore= [[Giornale di Sicilia]]|data=10 luglio 2017|accesso=17 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191117160952/https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2017/07/10/ustica-altre-3-sentenze-condannano-lo-stato-risarcimenti-ai-familiari-delle-vittime-6aeadfba-88ad-4802-bf6e-8a0b6ef263df/|urlmorto=no}}</ref>
 
Per altri quattro processi civili, avviati in parallelo con quelli di cui sopra e patrocinati dagli avvocati Alfredo Galasso e Daniele Osnato, la corte d'appello di Palermo ha confermato sia il depistaggio attuato dai dipendenti dei Ministeri difesa e trasporti le cui posizioni invece erano state archiviate in sede penale per prescrizione di reato. La corte d'appello ha anche accertato la responsabilità dello Stato italiano per non avere garantito la sicurezza del volo civile, condannandolo per concorso colposo nel disastro aviatorio. I Ministeri non hanno impugnato in cassazione, prestando acquiescenza. I Ministeri, però, non pagheranno buona parte dei risarcimenti, ritenendo di potere compensarli con le indennità mensili che nel frattempo erano stati riconosciuti ai parenti delle vittime essendo stati equiparati alle vittime di atti terroristici. La compensazione ha riguardato i ratei mensili spettanti sino al compimento del 75º anno di età, con il risultato che i figli delle vittime della strage, essendo ancora adesso giovani, non hanno percepito alcuna somma e non percepiranno alcun risarcimento. Qualora dovessero morire prima del 75º anno di età, il risarcimento non pagato potrà essere richiesto dai loro eventuali eredi.
 
== L'intervento della ''Commissione Stragi'' ==
Nel 1989 la [[Commissione stragi]], istituita l'anno precedente e presieduta dal senatore [[Libero Gualtieri]], deliberò di inserire tra le proprie competenze anche le indagini relative all'incidente di Ustica, che da quel momento divenne pertanto, a tutti gli effetti, la s''trage di Ustica''.
 
L'attività istruttoria della Commissione determinò la contestazione di reati a numerosi militari in servizio presso i centri radar di [[Marsala]] e [[Licola]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/16/davanti-al-giudice-sedici-militari-indiziati-per.html|titolo=Davanti al giudice i 16 militari indiziati per Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 giugno 1989|p=20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419050148/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/16/davanti-al-giudice-sedici-militari-indiziati-per.html|urlmorto=no}}</ref>
 
Per undici anni i lavori si susseguirono, interessando i vari governi del tempo e le autorità militari. Come riportato esplicitamente nelle considerazioni preliminari dell'inchiesta del giudice Priore,<ref>Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. CAPO 3° Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari. pag. 3.</ref><ref>{{Google books
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}}</ref> sin dalle prime fasi gli inquirenti mossero accuse di scarsa collaborazione e trasparenza da parte di, come definito: «soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni». Venne coniato il termine ''muro di gomma'', divenuto poi il termine utilizzato per descrivere il comportamento delle istituzioni nei confronti delle ricostruzioni che attribuivano la causa del disastro aereo di Ustica a un'azione militare. Dopo cinque mesi, infatti, venne presentata una secca ed essenziale ricostruzione da parte dei due esperti Rana e Macidull, che affermavano con certezza che si era di fronte a un abbattimento causato da un missile. La ricostruzione non venne presa in seria considerazione dal governo presieduto dall'onorevole [[Francesco Cossiga]], che assunse un orientamento diverso e non fu disposto a modificarlo. Il presidente della società Itavia, Aldo Davanzali, per aver condiviso la tesi del missile, fu indiziato del reato di diffusione di notizie atte a turbare l'ordine pubblico, su iniziativa del giudice romano Santacroce a cui era affidata l'inchiesta sul disastro.
 
L'ex ministro [[Rino Formica]], ascoltato dalla Commissione, dichiarò di ritenere verosimile l'ipotesi di un missile, già da lui sostenuta in un'intervista all{{'}}''[[l'Espresso|Espresso]]'' del 1988: a suo dire, a convincerlo tempestivamente che il DC-9 era stato abbattuto da un missile era stato il generale [[Saverio Rana]], presidente del [[Registro Aeronautico]], il quale all'indomani della sciagura, dopo un primo esame dei dati radar, avrebbe detto al ministro dei trasporti che l'aereo dell'Itavia era stato attaccato da un caccia e abbattuto con un missile. Per Formica, il generale Rana — nel frattempo morto per tumore — era «un compagno, un amico» nel quale aveva piena fiducia.<ref name="caprara2010">{{Cita news|url=https://www.corriere.it/cronache/10_giugno_28/caprara-ustica-un-missile-su-aereo_996665be-8287-11df-9406-00144f02aabe.shtml|titolo=«Ustica, un missile sull'aereo. Me lo disse subito un generale»|nome=Maurizio|cognome=Caprara|data=28 giugno 2010|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170408015756/https://www.corriere.it/cronache/10_giugno_28/caprara-ustica-un-missile-su-aereo_996665be-8287-11df-9406-00144f02aabe.shtml}}</ref> In seguito all'intervista all{{'}}''Espresso'', interrogato dalla commissione parlamentare sulle stragi, Formica disse di aver parlato dopo l'incidente solo col ministro della difesa [[Lelio Lagorio]] delle informazioni avute da Rana, anche se non era andato oltre, trattandosi ''non di certezze'' ma di ''opinioni e intuizioni''; ma Lagorio, il 6 luglio 1989, davanti alla stessa commissione, nel confermare che Formica gli parlò del missile, commentò: «Mi parve una di quelle improvvise folgorazioni immaginifiche e fantastiche per cui il mio caro amico Formica è famoso».<ref name="caprara2010"/>
 
== Le ipotesi principali ==
Le principali ipotesi sulle quali gli inquirenti — sia in sede giudiziaria sia in sede amministrativa — hanno indagato sono che il volo:<ref>{{Cita news|nome=Stefano|cognome=Rodotà|wkautore=Stefano Rodotà|titolo=E ora chiarezza sull'esplosione e sulle omissioni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/08/ora-chiarezza-sull-esplosione-sulle-omissioni.html|accesso=28 gennaio 2013|data=8 maggio 1988|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220236/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/08/ora-chiarezza-sull-esplosione-sulle-omissioni.html |urlmorto=no}}</ref>
* sarebbe stato abbattuto da un [[missile aria-aria]] lanciato da un aereo militare
* sarebbe entrato in collisione (o in semicollisione) con un aereo militare
* sarebbe precipitato a causa di un cedimento strutturale
* sarebbe precipitato in seguito all'esplosione di una [[bomba]] a bordo<ref>{{Cita news|nome=Franco|cognome=Scottoni|titolo=Ustica, cancellata l'ipotesi bomba|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/01/ustica-cancellata-ipotesi-bomba.html|accesso=28 gennaio 2013|data=1º dicembre 1994|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=21|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804164311/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/01/ustica-cancellata-ipotesi-bomba.html|urlmorto=no}}</ref>
 
A partire dalla succitata prima ipotesi, negli anni si è affermata la tesi che in zona vi fosse un'intensa attività aerea internazionale: sebbene dagli enti militari, nazionali e alleati, sino ai primi anni novanta non fosse mai giunta alcuna conferma di tali attività (che pure è stato ipotizzato possano essere state occultate<ref name="bugieAeronautica" />), né sul relitto sia mai stato trovato alcun frammento di missile, ma soltanto tracce di esplosivo, si sarebbe determinato uno scenario di guerra aerea, nel quale il DC-9 Itavia si sarebbe trovato per puro caso mentre era in volo livellato sulla rotta Bologna-Palermo.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/pm/RequisitoriePm.pdf|titolo=Requisitorie del pubblico ministero nel procedimento NR. 266/90A P.M. E 527/84A G.I. a carico di ignoti imputati|editore=Procura di Roma|formato=PDF|accesso=13 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150428201638/https://www.stragi80.it/documenti/pm/RequisitoriePm.pdf |urlmorto=no}}</ref>
 
Testimonianze emerse nel 2013 confermerebbero la presenza di aerei da guerra<ref>{{Cita news|wkautore=Federica Angeli|nome=Federica|cognome=Angeli|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/testimone_ustica-55770712/|titolo=Ustica, spunta un nuovo supertestimone: "Navi da guerra in azione la sera della strage"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=2 aprile 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130531052547/https://www.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/testimone_ustica-55770712/ |urlmorto=no}}</ref> e navi portaerei.<ref>{{Cita news|autore=Salvatore Maria Righi|url=http://www.unita.it/italia/ustica-spunta-altro-testimone-br-vide-la-portaerei-1.494923|titolo=Ustica, spunta altro testimone: quella notte vide la portaerei...|pubblicazione=[[L'Unità]]|data=16 aprile 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130420112728/http://www.unita.it/italia/ustica-spunta-altro-testimone-br-vide-la-portaerei-1.494923}}</ref> L'occultamento<ref name="bugieAeronautica" /><ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf|titolo=''Gli inquinamenti''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924110815/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4533.</ref> e la distruzione<ref name="provedistrutte" /><ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''La distruzione delle prove''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4592.</ref> di alcuni registri (Marsala,<ref name="registroMarsala" /> Licola<ref name="registoLicola" /> e Grosseto<ref name="registrazioniGrosseto" />) e di alcuni nastri radar (Marsala e Grosseto) che registrarono il tracciato del volo DC-9 IH870, a fronte delle prove prodotte da altri analoghi registri e nastri non occultabili e non distrutti (Ciampino,<ref name="radarFiumicino" /> satellite russo<ref name="registrazioneRussa" />), vengono portati a sostegno di tale ipotesi.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''Le conclusioni per effetto delle perizie''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4944.</ref>
 
Da testimonianze risulta che se il disastro avesse avuto cause chiare (difetto strutturale o bomba) non sarebbe stato necessario occultare e distruggere prove di primaria importanza sul volo, come è stato stabilito dalle conclusioni della sentenza nel procedimento penale nº 527/84 A G. I.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''L'opposizione della reticenza assoluta''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4958.</ref> I dati di volo distrutti e recuperati da altre fonti nazionali e internazionali<ref name="bugieAeronautica">{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/la-notte-in-cui-laeronautica-menti/|titolo=Strage di Ustica, ecco i pezzi mancanti e tutte le bugie dell'Aeronautica|autore=Fabrizio Colarieti|editore=stragi80.it|data= 27 giugno 2012|accesso=12 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180712035054/https://www.stragi80.it/la-notte-in-cui-laeronautica-menti/|urlmorto=no}}</ref> e l'allarme generale della difesa aerea lanciato da due piloti dell'aeronautica militare italiana potrebbero confermare la tesi accusatoria, secondo la quale l'aereo DC-9 Itavia del volo IH870, attorno al quale volavano almeno tre aerei dei quali uno a velocità supersonica,<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf |titolo=Procedimento Penale n°. 527/84A G.I. |autore1=Franco Algostino|autore2=Mario Pent|autore3=Mario Vadacchino|editore=Tribunale Penale di Roma Ufficio Istruzione - Sezione 1a Stralcio |data=19 marzo 1999|p=37|formato=PDF|accesso=13 novembre 2019|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111123060627/https://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf |urlmorto=no}}</ref> sia stato abbattuto<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf|titolo=''Gli indizi di esplosione''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123060627/http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf }}. Ricostruzione dei fatti avvenuti la sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica. 1999. pagina 44-52.</ref> da un aereo che volava a velocità supersonica.<ref name="radarFiumicino">{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/?page_id=22|autore=|titolo=Il tracciato radar di Fiumicino del 27 giugno 1980 (dalle ore 20,58 alle 21,02)|editore=stragi80.it|data=|accesso=28 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160213211250/https://www.stragi80.it/tracciato/ |urlmorto=no}}</ref>
 
La tesi era emersa già nel novembre 1980 dal rapporto tecnico del [[National Transportation Safety Board]], ente federale americano per la sicurezza dei trasporti. L'NTSB è particolarmente autorevole a livello mondiale per l'analisi degli incidenti aerei anche in considerazione del suo coinvolgimento, in base alle procedure previste dall'[[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|International Civil Aviation Organization]] (ICAO) per le investigazioni sugli incidenti aerei, in tutti i casi che coinvolgano su scala mondiale velivoli di produzione americana. Il rapporto NTSB, redatto con il contributo principale dell'analista John Macidull<ref name="Macidull" />, fu trasmesso alla Commissione Ministeriale d'inchiesta tecnica formale nominata dal [[Ministero dei trasporti|ministro dei trasporti]] [[Rino Formica]] e presieduta da Carlo Luzzatti, direttore dell'[[Aeroporto di Alghero-Fertilia|aeroporto di Alghero]], che sulla base delle informazioni ricevute fu in grado di elaborare una pre-relazione già nel dicembre 1980 e di ultimare poi i lavori con la relazione conclusiva del 16 marzo 1982.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|anno=1982|titolo=Relazione della Commissione d'inchiesta tecnica formale incivolo a/m DC9 I-TIGI - Giorno 27 giugno 1980|pp=41-42|url=https://www.stragi80.it/documenti/Luzzatti/Luzzatti.pdf}}</ref>
 
Si leggeva infatti alle pagine 41–42 della relazione della Commissione "Luzzatti" che:
{{q|l'NTSB, analizzando le informazioni radar disponibili, è giunto alle seguenti conclusioni:
 
# un oggetto volante non identificato ha attraversato la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità e circa allo stesso momento dell'incidente
# l'a/m I-TIGI non è, comunque, entrato in collisione con tale oggetto
 
Si fa notare che l'NTSB basa la traccia dell'oggetto sconosciuto sulla correlazione di soli 3 plots, situati a ovest della rotta dell'I-TIGI.
 
Inoltre, l'ente americano considera significativa l'esistenza della traccia veloce relativa alla 1ª ipotesi della relazione Selenia.
 
A tal proposito, la stessa Selenia aveva accennato alla possibilità di correlare i due plots a ovest della rotta dell'I-TIGI con la traccia in questione.}}
 
La Magistratura italiana ha condotto un'attività di indagine durata decenni, con cospicue cartelle di atti: al processo di primo grado si giunse con due milioni di pagine di istruttoria, 4&nbsp;000 testimoni, 115 perizie, un'ottantina di rogatorie internazionali e 300 miliardi di lire di sole spese processuali<ref>{{Google books
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}}</ref> e quasi trecento udienze.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|p. 102}}.</ref>
 
Le indagini giudiziarie vennero avviate immediatamente dal sostituto procuratore della procura della Repubblica di Palermo dott. Aldo Guarino. Aprirono poi un procedimento anche le [[Procura della Repubblica|procure]] di Roma e Bologna, ma l'inchiesta fu trasferita presso la procura di Roma in considerazione del fatto che l'aeroplano I-TIGI avesse la propria base di abituale ricovero presso l'aeroporto di Roma-Ciampino e che si considerasse in quel momento come tesi prevalente che l'aereo fosse precipitato per un cedimento strutturale dovuto alla cattiva manutenzione, quindi con possibile responsabilità del vettore. Il 10 dicembre 1980 la Itavia interruppe l'attività, mentre ai dipendenti non veniva più corrisposto lo stipendio e il Ministero dei trasporti, dopo due giorni, su rinuncia della compagnia, revocò le concessioni per l'esercizio dell'attività di trasporto passeggeri di linea.<ref>{{Cita web||titolo=Sciagura aerea del 27 giugno 1980|nome=Vincenzo Ruggero|cognome=Manca|wkautore=Vincenzo Ruggero Manca|nome2=Alfredo|cognome2=Mantica|wkautore2=Alfredo Mantica|nome3=Vincenzo|cognome3=Fragalà|wkautore3=Enzo Fragalà|nome4=Marco|cognome4=Taradash|wkautore4=Marco Taradash|url=https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/minoranza.pdf|data=28 giugno 2000|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160317034037/https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/minoranza.pdf|urlmorto = no|pp=378,399}}</ref>
 
Dal 1982 l'indagine divenne di esclusiva competenza della Magistratura, nella persona del [[giudice istruttore]] di Roma Vittorio Bucarelli. La ricerca delle cause dell'incidente, nei primi anni e senza disporre del relitto, non permise di raggiungere dati sufficientemente attendibili.
 
=== Altre ipotesi ===
 
Nel 1994, nel libro di [[Claudio Gatti]] "Il quinto scenario" pubblicato da [[Rizzoli]], l'autore espose la pista israeliana, con il DC-9 che era divenuto bersaglio di un missile lanciato da un caccia israeliano, con l'intenzione di colpire l'aereo di linea con a bordo gli 81 passeggeri poiché scambiato per errore con un aereo francese con un carico di plutonio sulla rotta Marsiglia-Baghdad, a causa di una errata raccolta delle informazioni relative al volo da parte dei servizi israeliani.<ref>{{Cita libro|nome=Claudio|cognome=Gatti|wkautore=Claudio Gatti|nome2=Gail|cognome2=Hammer|titolo=Il quinto scenario|editore=Rizzoli|anno=1994|città=Milano|isbn=88-17-84317-2}}</ref>
 
Altre ipotesi, tuttavia meno accreditate e, alla prova dei fatti, rivelatesi inconsistenti, parlano di cedimento strutturale o di [[attentato terroristico]] (un ordigno esplosivo di cui è stata ipotizzata la collocazione a bordo in varie posizioni, per ultimo nella [[toilette]] del velivolo). Quest'ultima ipotesi appare in forte contrasto sia con la scoperta di varie parti integre della [[fusoliera]], quali vani carrelli e bagagliaio e perfino il sedile del WC della toilette, risultato intatto, che suggerivano che non vi fosse stata alcuna esplosione interna,<ref>{{Cita news|nome=Franco|cognome=Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 settembre 1991|accesso=12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010656/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|urlmorto=no}}</ref> sia con la accertata presenza di sostanze esplosive come il T4 e il TNT compresenti su alcuni rottami e suppellettili recuperate e perciò indicativa — per la delicatezza della lavorazione congiunta delle due sostanze — di un ordigno esplosivo di fabbricazione industriale e non artigianale.
 
== Elenco delle vittime ==
I membri dell'equipaggio sono indicati con un asterisco.<ref>[{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/vittime/ "|titolo=Le vittime"]|editore=stragi80.it|accesso=14 Straginovembre '802019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190313091153/http://www.stragi80.it/vittime/ |urlmorto=no}}</ref>
{{div col}}
* Andres Cinzia (24)
* Andres Luigi (32)
* Baiamonte Francesco (55)
* BonatiBonanti Paola (16)
* Bonfietti Alberto (37)
* Bosco Alberto (41)
Riga 541 ⟶ 609:
* Cammarata Giuseppe (19)
* Campanini Arnaldo (45)
* CasdiaCandia Antonio (32)
* Cappellini Antonella (57)
* Cerami Giovanni (34)
* Croce Maria Grazia (40)
Riga 549 ⟶ 617:
* D'Alfonso Sebastiano (4)
* Davì Michele (45)
 
* De Cicco Giuseppe Calogero (28)
* De Dominicis Rosa (Allieva Assistenteassistente di volo Itavia) (21)'''*'''
* De Lisi Elvira (37),
* Di Natale Francesco (2),
* Diodato Antonella (7),
* Diodato Giuseppe (1),
* Diodato Vincenzo (10),
* Filippi Giacomo (47),
* Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32)'''*'''
* Fontana Vito (25),
* Fullone Carmela (17),
* Fullone Rosario (49),
* Gallo Vito (25),
* Gatti Domenico (Comandante Pilotapilota Itavia) (44)'''*'''
* Gherardi Guelfo (59),
* Greco Antonino (23),
* Gruber Berta (55),
* Guarano Andrea (37),
* Guardì Vincenzo (26),
* Guerino Giacomo (19)
* Guerra Graziella (27)
* Guzzo Rita (30)
* Lachina Giuseppe (58)
* La Rocca Gaetano (39)
* Licata Paolo (71)
* Liotta Maria Rosaria (24)
* Lupo Francesca (17)
* Lupo Giovanna (32)
* Manitta Giuseppe (54)
* Marchese Claudio (23)
* Marfisi Daniela (10)
* Marfisi Tiziana (5)
* Mazzel Rita Giovanna (37)
* Mazzel Erta Dora Erica (48)
* Mignani Maria Assunta (30)
* Molteni Annino (59)
* Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39)'''*'''
* Norrito Guglielmo (37)
* Ongari Lorenzo (23)
* Papi Paola (39)
* Parisi Alessandra (5)
* Parrinello Carlo (43)
* Parrinello Francesca (49)
* Pellicciani Anna Paola (44)
* Pinocchio Antonella (23)
* Pinocchio Giovanni (13)
* Prestileo Gaetano (36)
* Reina Andrea (34)
* Reina Giulia (51)
* Ronchini Costanzo (34)
* Siracusa Marianna (61)
* Speciale Maria Elena (55)
* Superchi Giuliana (11)
* Torres Pierantonio (32)
* Tripiciano Giulia Maria Concetta (44)
* Ugolini Pierpaolo (33)
* Valentini Daniela (29)
* Valenza Giuseppe (33)
* Venturi Massimo (31)
* Volanti Marco (26)
* Volpe Maria (48)
* Zanetti Alessandro (8)
* Zanetti Emanuele (39)
* Zanetti Nicola (6)
{{div col end}}
 
== Commemorazioni ==
* Guerino Giacomo (19),
{{vedi anche|Museo per la memoria di Ustica}}
* Guerra Graziella (27),
* Guzzo Rita (30),
* Lachina Giuseppe (58),
* La Rocca Gaetano (39),
* Licata Paolo (71),
* Liotta Maria Rosaria (24),
* Lupo Francesca (17),
* Lupo Giovanna (32),
* Manitta Giuseppe (54),
* Marchese Claudio (23),
* Marfisi Daniela (10),
* Marfisi Tiziana (5),
* Mazzel Rita Giovanna (37),
* Mazzel Erta Dora Erica (48),
* Mignani Maria Assunta (30),
* Molteni Annino (59),
* Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39)*
* Norrito Guglielmo (37),
* Ongari Lorenzo (23),
* Papi Paola (39),
* Parisi Alessandra (5),
* Parrinello Carlo (43),
* Parrinello Francesca (49),
* Pelliccioni Anna Paola (44),
* Pinocchio Antonella (23),
* Pinocchio Giovanni (13),
* Prestileo Gaetano (36),
* Reina Andrea (34),
* Reina Giulia (51),
* Ronchini Costanzo (34),
* Siracusa Marianna (61),
* Speciale Maria Elena (55),
* Superchi Giuliana (11),
* Torres Pierantonio (32),
* Tripiciano Giulia Maria Concetta (45)
* Ugolini Pierpaolo (33),
* Valentini Daniela (29),
* Valenza Giuseppe (33),
* Venturi Massimo (31),
* Volanti Marco (26),
* Volpe Maria (48),
* Zanetti Alessandro (18),
* Zanetti Emanuele (39),
* Zanetti Nicola (6).
 
Il 27 giugno 2007, ventisettesimo anniversario della strage, fu aperto a [[Bologna]] il museo per la memoria di Ustica, sito in via di Saliceto 3/22,<ref>{{Cita web|url=https://www.museomemoriaustica.it/il-museo/ |titolo=Museo per la Memoria di Ustica (Via di Saliceto, 3/22 – Bologna)|autore=|editore=|data=|accesso=11 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190614132935/https://www.museomemoriaustica.it/il-museo/ |urlmorto=no}}</ref> presso gli ex magazzini dell'[[ATC (Bologna)|ATC]], ove è tuttora conservato l'aereo così come fu ricostruito durante le indagini.
== Museo per la Memoria di Ustica ==
{{vedi anche|Museo per la Memoria di Ustica}}
[[File:Museo ustica.JPG|top|thumb|Il [[museo per la memoria di Ustica]]]]
 
L'artista francese [[Christian Boltanski]] ha creato intorno alla carcassa un'[[Installazione (arte)|installazione]] composta da 81 lampadine flebilmente pulsanti sospese sui resti dell'aereo (a metafora del battito dei cuori delle vittime) e da 81 specchi neri, posti accanto alla passerella ove transitano i visitatori, inclinati verso l'aereo, i quali, oltre a ricordare gli oblò del DC-9, riflettono il viso degli spettatori oscurandolo, ricordando la notte della tragedia.
Il 27 giugno [[2007]] fu aperto a [[Bologna]] il [[Museo per la Memoria di Ustica]], sito in via di Saliceto 5, presso gli ex magazzini dell'[[ATC (Bologna)|ATC]], ove è tuttora conservato l'aereo così come fu ricostruito durante le indagini.
 
Dietro ciascuno specchio è posizionato un altoparlante che diffonde la registrazione sonora di una frase che esprime un semplice pensiero/preoccupazione, volendo rappresentare ciascuno dei passeggeri del velivolo; le voci che recitano le frasi sono state attentamente scelte in base all'età, alla provenienza e alle caratteristiche fisiche delle vittime.
L'artista [[Christian Boltanski]] ha creato intorno alla carcassa una [[Installazione (arte)|installazione]] su misura, composta da:
 
Tutti gli oggetti ritrovati nei pressi dell'aereo sono conservati in alcune casse di legno rivestite di plastica nera, poiché, come Boltanski sottolinea, non sono considerati particolari importanti per il ricordo che il museo vuole lasciare ai visitatori.
* 81 lampade flebilmente pulsanti sospese sui resti dell'aereo
[[File:Museo per la memoria di Ustica 2.png|thumb|I resti del DC-9 all'interno del museo]]
* 81 specchi neri, posti accanto alla passerella ove transitano i visitatori.
Ai visitatori viene consegnato un piccolo libro con le foto degli oggetti e un [[Pieghevole|dépliant]] che riassume i fatti sulla strage di Ustica.<ref>{{Cita news|url=http://static.repubblica.it/bologna/DepliantUstica.pdf|formato=pdf|titolo=Depliant Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bologna|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180204070806/http://static.repubblica.it/bologna/DepliantUstica.pdf |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita video|nome=Lorenzo Maria|cognome=Falco|nome2=Micol Lavinia|cognome2=Lundari|url=https://bologna.repubblica.it/multimedia/home/6639363|titolo=Il ricordo di Ustica, ventinove anni dopo|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bologna|data=26 giugno 2009|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102011436/https://bologna.repubblica.it/multimedia/home/6639363|urlmorto=no}}</ref>
 
== Nell'arte ==
Dietro ciascuno specchio è posizionato un [[altoparlante]] che diffonde un semplice pensiero/preoccupazione, volendo rappresentare ciascuno dei passeggeri del velivolo. Contigui alla carcassa del DC-9, in alcune casse di legno rivestite di plastica nera, sono conservati tutti gli oggetti ritrovati nei pressi dell'aereo.
 
Ai visitatori viene consegnato un piccolo libro con le foto degli oggetti ed un [[Pieghevole|dépliant]] che riassume i fatti sulla strage di Ustica<ref>{{Cita news|url=http://static.repubblica.it/bologna/DepliantUstica.pdf|formato=pdf|titolo=Depliant Ustica|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna}}</ref><ref>{{Cita video|autore=Lorenzo Maria Falco e Micol Lavinia Lundari|url=http://bologna.repubblica.it/multimedia/home/6639363|titolo=Il ricordo di Ustica, ventinove anni dopo|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna|data=26 giugno 2009|accesso=}}</ref>.
 
== Influenze culturali ==
=== Cinema ===
* ''[[Il muro di gomma]]'', regia di [[Marco Risi]] ([[1991]])
* ''[[Ustica. - Una spina nel cuore]]'', regia di [[Romano Scavolini]] ([[2001]])
* ''[[Sopra e sotto il tavolo]]'', regia di [[Gianluca Cerasola]] e [[Giampiero Marrazzo]] ([[2011]]2010), - film inchiesta pubblicato in libro e [[DVD]]
* ''[[Ustica (film)|Ustica]]'', regia di [[Renzo Martinelli]] ([[2016]])
 
=== Televisione ===
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Corrado|cognome = Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono giallo|wktrasmissione = Telefono giallo|titolo = Il giallo di Ustica|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 6 maggio 1988}}
* ''[[I-TIGI Canto per Ustica]]'', scritto da [[Daniele Del Giudice]] e [[Marco Paolini]], con Marco Paolini e il Quartetto vocale [[Giovanna Marini]] ([[DVD]], 150 minuti, con allegato il libro ''Quaderno dei Tigi''), [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Stile Libero/Video, [[2001]]
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Corrado|cognome = Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono giallo|wktrasmissione = Telefono giallo|titolo = Ustica - Speciale Telefono Giallo |canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 10 ottobre 1991}}
* ''[[Blu notte|Blu notte - Misteri italiani]]'' - ''La strage di Ustica'', a cura di [[Carlo Lucarelli]], [[RAI]], [[2004]]
* ''[[I-TIGI Canto per Ustica]]'', scritto da [[Daniele Del Giudice]] e [[Marco Paolini]], con Marco Paolini e il Quartetto vocale [[Giovanna Marini]] ([[DVD]], 150 minuti, con allegato il libro ''Quaderno dei Tigi''), [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Stile Libero/Video, 2001.
* ''Ustica, la verità negata'', [[Rai Educational]] - [[La storia siamo noi]], a cura di [[Giovanni Minoli]], [[RAI]], 28 giugno 2010; 27 giugno 2011<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=197 ''Ustica, la verità negata''].</ref>
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Carlo|cognome = Lucarelli|wkautore = Carlo Lucarelli|trasmissione = Blu notte - Misteri italiani|wktrasmissione = Blu notte - Misteri italiani|titolo = La strage di Ustica|stagione = 5|episodio = 02|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 5 gennaio 2003}}
* ''[[Tg2 Storie - Racconti della settimana]]'', a cura di [[Marcello Masi]], [[RAI]], 27 giugno 2010
* ''[[InTg2 onda|In ondaStorie - SpecialeRacconti - Ustica - Tragedia neidella cielisettimana]]'', condottoa da [[Luisella Costamagna]]cura edi [[LucaMarcello TeleseMasi]], [[La7Rai]], 2827 giugno 2010.
* ''[[In onda|In onda - Speciale - Ustica - Tragedia nei cieli]]'', condotto da [[Luisella Costamagna]] e [[Luca Telese]], [[LA7]], 28 giugno 2010.
* ''[[indagini ad alta quota]]'', la serie in onda su National Geographic trasmette nel 2014 un episodio dal titolo "Massacro sul Mediterraneo", nel quale si sostiene la teoria della bomba a bordo<ref>[http://www.youtube.com/watch?v=_zLUiLCx3vY ''Air Crash Investigation S13E06 - Massacre Over The Mediterranean''].</ref>.
* {{Cita TV|lingua=it|autore=Giovanni Minoli|wkautore=Giovanni Minoli|trasmissione=La storia siamo noi|wktrasmissione=La storia siamo noi|titolo=Ustica - La verità negata|canale=Rai 3|wkcanale=Rai 3|url=https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data=27 giugno 2011}}
* {{Cita TV|lingua=|trasmissione=Indagini ad alta quota|wktrasmissione=Indagini ad alta quota|titolo=Ustica: una tragedia italiana|stagione=13|episodio=7|canale=Discovery|wkcanale=Discovery Channel (Canada)|data=20 gennaio 2014}}
* [[Paolo Mieli]], [https://www.raiplay.it/programmi/ustica-veritasenzanomi-lagrandestoria Ustica-verità senza nomi], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 2019.
* {{Cita TV|nome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|trasmissione=Atlantide|wktrasmissione=Atlantide - Storie di uomini e di mondi|titolo=Ustica, 40 Anni di Bugie|episodio|canale=LA7|wkcanale=LA7|data=24 giugno 2020}}
* [[Franco Di Mare]], [https://www.raiplay.it/programmi/voloitavia870 Volo Itavia 870], [[Rai 3|RAI 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 2020.
* ''Il V Scenario'' servizio di Luca Chianca, in onda in [[prima visione]] su [[Raitre]] domenica 26 maggio 2024 in seconda serata, nella rubrica ''Report Plus'' all'interno di [[Report]], condotto da [[Sigfrido Ranucci]]<ref>servizio disponibile su ''[[RaiPlay]]'' all'interno della sezione dedicata a ''Report'' [https://www.raiplay.it/video/2024/05/Il-V-scenario---Report-26052024-8ca27ebb-bafe-4580-9d3c-3ca4972cf0d4.html].</ref>.
* [[Massimo Giletti]], [https://www.raiplay.it/video/2024/06/Speciale-Ustica-una-breccia-nel-muro-25062024-1ad57728-e4b1-45e9-a58a-784b94f1391c.html Ustica una breccia nel muro], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 25 giugno 2024.
 
=== Musica ===
* ''Ustica'' ([[Flavio Giurato]], Il manuale del cantautore 2002 / 2007)
* ''Ballata di Ustica'' ([[Giovanna Marini]])
* ''Brescia Bologna Ustica'' ([[Fratelli di Soledad]])
* ''CanzoneChe percosa hai fatto a Ustica?'' ([[stefanopzTito Schipa Jr.]])
* ''Che cosa hai fatto a Ustica?'' ([[Tito Schipa jr.]])
* ''Ultimo volo (Orazione civile per Ustica)'' ([[Pippo Pollina]])
* ''Ustica'' ([[Zarathustra (gruppo musicale)|Zarathustra]])
* ''Vieni dentro'' ([[Afterhours]])
* ''Naso di falco'' ([[Claudio Baglioni]])
* ''Sangue su sangue'' ([[Francesco De Gregori]])
* ''Ti Giri'' ([[Caparezza]])
* ''Io so tutto'' ([[Fabrizio Moro]])
* ''Sfida il buio'' (Speaker Dee Mo & [[DJ Gruff|Dj Gruff]])
* ''Flight data recorder'' (Ultimo Attuale Corpo Sonoro)
 
== Note ==
{{references|note strette}}
 
== Bibliografia ==
 
* Giovanni Fasanella, Rosario Priore, ''Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire'', Chiarelettere, 2010
 
* Daniele Biacchessi, ''Ustica, ultimo volo '', Milano, Jaca Book, collana Contastorie, 2025 ISBN 978-88-16419-285
* Gregory Alegi (a cura di), "Uscire dal labirinto. Ustica dalla A alla Z", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-934
* Claudio E.A. Pizzi, "Paradossi di Ustica. Al vaglio della logica e del ragionevole dubbio", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-835
* Paolo Cucchiarelli, "Ustica e Bologna. Attacco all'Italia", La Nave di Teseo, collana I fari, 2020.
* Claudio E.A. Pizzi, "Ustica 40 anni dopo. Riflessioni su un caso aperto", Vicchio (FI), LoGisma, 2020 ISBN 978-88-94926-354
* Franco Bonazzi e Francesco Farinelli, ''Ustica, i fatti e le fake news. Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica'', Vicchio (FI), LoGisma, 2019 ISBN 978-88-94926-187
* Andrea Foffano, ''Segreti e intelligence: Ustica, Ilaria Alpi, Nicola Calipari, Giulio Regeni'', Milano, Mursia, 2019
* Benito Li Vigni, ''Stragi: da Ustica a Bologna le verità nascoste: i depistaggi hanno occultato mandanti ed esecutori ma soprattutto le responsabilità politiche'', Roma, Sovera, 2014, (Dentro le storie), ISBN 978-88-6652-264-5
* Göran Lilja, ''Ustica: il mistero e la realtà dei fatti: un perito racconta la propria esperienza'', traduzione di Alberto Notari, Vicchio (FI), LoGisma, 2014,(Aeronautica), ISBN 978-88-97530-45-9
* ''Ustica, la verità inconfessabile: dall'esplosione del DC9 Itavia alla sentenza del 2013 nelle pagine dei giornali siciliani: Palermo, 13 giugno-15 luglio 2013, Palazzo Reale, Loggiato del piano parlamentare'', Palermo, ARS, Assemblea regionale siciliana, Biblioteca e archivio storico, 2013, Catalogo della Mostra
* Arcangelo Badolati, ''Stragi, delitti e misteri: la tragedia di Ustica e il mistero del MiG libico, la morte del generale Mino, la Freccia del Sud e il golpe della 'ndrangheta, il mancato putsch e la superloggia massonica, l'assassinio di Roberta Lanzino''; prefazione di [[Nicola Gratteri]], Cosenza, Pellegrini, 2011, (Mafie; 10), ISBN 978-88-8101-724-9
* Vincenzo Ruggero Manca, ''Giustizia e verita: Ustica, trent'anni di immaginario collettivo, imperizie, sofferenze e mistificazioni: per la prima volta parla il capo di Stato Maggiore dell'A. M. dell'epoca'', con la collaborazione di [[Enrico Pinto]], Roma, Koinè nuove edizioni, 2010, (Storia e storie), prefazione di [[Giuseppe Scandurra]], ISBN 978-88-89828-03-8
* Giovanni Fasanella, [[Rosario Priore]], ''Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire'', [[Chiarelettere]], 2010 rist. 2018
* ''Gli impuniti: da Ustica al Moby Prince, dal Vajont alla Valtellina, da don Pessina agli immigrati africani di Castel Volturno: le tragedie italiane "senza colpevoli"'', Milano, L'Europeo, 2009, (L'europeo cronaca nera; 7), sulla copertina: 'Quando la giustizia è complice'
* ''Ero nato per volare: Museo per la memoria delle vittime di Ustica'', regia Enza Negroni; prodotto da Valeria Consolo, Bologna, Comune di Bologna, 2008, 1 DVD (22 min.)
* [[Giovanni Minoli]], [[Piero Corsini]], ''Quella maledetta estate'', Rizzoli, 2007
* Enzo Fantini, ''Ustica, una strage che fa paura alle stragi'', Modena, Il fiorino, 2007, ISBN 9788875491871
* Fabrizio Colarieti, Leonora Sartori, Andrea Vivaldo, ''Ustica, scenari di guerra'', Becco Giallo, 2007
* Vincenzo Ruggero Manca, ''Ustica assoluzione dovuta, giustizia negata'', Koinè, 2007
* Carlo Casarosa, ''Ustica. Storia di un'indagine'', Plus, 2006
* {{Cita libro|autorenome=Erminio |cognome=Amelio, [[|nome2=Alessandro|cognome2=Benedetti|wkautore2=Alessandro Benedetti]]| titolo=IH870. Il volo spezzato. Strage di Ustica: le storie, i misteri, i depistaggi, il processo| editore=Editori Riuniti|anno=2005| cid=Amelio-Benedetti, 2005|anno=2005|città=Roma|ISBN=88-359-5595-5|postscript= nessuno}}
* [[Luigi Di Stefano]], ''Il Buco. Scenari di guerra nel cielo di Ustica'', Vallecchi, 2005
* [[Carlo Lucarelli]], ''Strage di Ustica'' in ''Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu Nottenotte'' (pagg. 46-73). Torino, Einaudi, 2004
* [[Arcangelo Badolati]], ''Il MiG delle bugie. Segreti di stato e verità nascoste'', Pellegrini editore, 2004
*Sandro Bruni, Gabriele Moroni, ''Ustica: la tragedia e l'imbroglio '', Cosenza, Memoria - Pellegrini, 2003, (Senzaconfine; 6), ISBN 88-87373-32-9
* [[Daniele Biacchessi]], Fabrizio Colarieti, ''Punto Condor: Ustica il processo'', Pendragon, 2002
* {{Cita libro |titolo =Punto Condor, Ustica: il processo |autore1 = [[Daniele Biacchessi]] |autore2 = Fabrizio Colarieti |editore = Pendragon |città = Bologna |anno = 2002 |ISBN = 88-8342-134-5 |oclc=260014585|cid = Condor|postscript= nessuno}}<br />Visualizzazione limitata su Google Libri: {{cita web|url=https://books.google.it/books?id=cVCO6mhOWmwC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Punto Condor, Ustica: il processo|postscript= nessuno}}
* Leonora Sartori, Andrea Vivaldo, Ustica: scenari di guerra, Sommacampagna, BeccoGiallo, 2010, (Cronaca storica; 6), ISBN 978-88-85832-69-5
* [[Daniele Del Giudice]], [[Marco Paolini]], ''Quaderno dei Tigi'' (con il video [[I-TIGI Canto per Ustica]], con [[Marco Paolini]] e il Quartetto vocale [[Giovanna Marini]], 150 minuti), [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Stile Libro/Video, Torino, 2001
* [[Lelio Lagorio]], ''Il "Caso Ustica"'', Testimonianza davanti alla Corte d'Assise di Roma, 6 dicembre 2001
* Flaminia Cardini (a cura di), ''Ustica, la via dell'ombra'', Sapere 2000, 1990
* [[Paolo Guzzanti]], ''Ustica. Verità svelata'', Edizioni Bietti, 1999
* Masa Mbatha-Opasha, ''Morti in cielo: Ustica perché?'', prefazioni di Gabriele Ratini e Laura Carlodalatri, Roma, Il ventaglio, 1996 (L'orso bianco), ISBN 88-8126-049-2
* [[Daria Lucca]], [[Paolo Miggiano]], [[Andrea Purgatori]], ''A un passo dalla guerra - Ustica: Storia di un segreto inconfessabile'', Sperling & Kupfer, 1995
* [[Giuseppe Zamberletti]], ''La minaccia e la vendetta. Ustica e Bologna: un filo tra due stragi'', Franco Angeli, 1995
*''Oltre il buio dei misteri italiani: Ustica 27 giugno 1980-1995: atti del convegno Il segreto del segreto, Bologna, 28 giugno 1995'', a cura di Paola Pullega [del] Cerimoniale del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, Bozza non corretta, [s.l., s.e.], 1995
* [[Andrea Purgatori]], [[Daria Bonfietti]], [[Michele Serra]], ''Com'è profondo il mare, la strage di Ustica e la satira: moralità della risata e immoralità della vergogna'', Cuore, 1994
* [[Claudio{{Cita libro|nome1=Claudio|cognome1=Gatti]],|wkautore1=Claudio [[Gatti|nome2=Gail |cognome2=Hammer]],|wkautore2=Gail ''Hammer|titolo=Il quinto scenario - I missili di Ustica'', |editore=Rizzoli, |anno=1994|ISBN=9788817843171}}
* Dario Celli, ''Roberto Superchi, Ustica 50 lire per la verità'', Publiprint, 1993
* Gina Negrini, ''La verità ha un prezzo che vogliamo pagare: mostra a favore delle Associazioni delle Vittime delle stragi del 2 agosto e di Ustica: Bologna, Palazzo d'Accursio, 23 marzo-20 aprile 1991'', Bologna, 1991, sulla cop.: Promossa dalle Cooperative Federcoop, Co.FA.MO., CO.TA.BO., Facchini Portabagagli; con il patrocinio del Comune e della Provincia di Bologna
* Annibale Paloscia, ''Uccidete Gheddafi (Il complotto)'', Newton Compton, 1990
* Annibale Paloscia, ''Ustica: un caso ancora aperto'', Roma, Libera informazione, 1992
* Franco Scottoni, Luigi Di Stefano, ''Ustica. Quel maledetto missile'', Atlantis, 1990
* {{Cita libro|nome=Annibale|cognome=Paloscia|titolo=Uccidete Gheddafi. Il complotto: il mistero di Ustica in una fiction che non si ferma davanti ai silenzi|editore=Newton Compton|anno=1990|città=Roma|ISBN= 88-7780-462-9|postscript= nessuno}}
* [[Enzo Catania]], ''Ustica: un giallo nel cielo'', Longanesi, 1988
* {{Cita libro|nome=Franco|cognome=Scottoni|nome2=Luigi|cognome2=Di Stefano|titolo=Ustica. Quel maledetto missile|editore=Atlantis|città=Roma|anno=1990|postscript= nessuno}}
* {{Cita libro|nome=Enzo|cognome=Catania|wkautore=Enzo Catania|titolo=Ustica: un giallo nel cielo|editore=Longanesi|anno=1988|città=Milano|ISBN=88-304-0797-6|postscript= nessuno}}
* Flaminia Cardini (a cura di), ''Ustica, la via dell'ombra'', Sapere 2000, 1990
* Giuseppe Zamberletti, ''La minaccia e la vendettaː Ustica e Bolognaː un filo tra le due stragi'', F. Angeli, 1995
* Fabrizio Clementi e Aldo Musci, ''Il segreto di Stato: dal caso Sifar alla giustizia negata di Ustica e Bologna: profili giuridici e prospettive di riforma'', Roma, Editori riuniti riviste, 1990,(Materiali e atti, Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato; 19), Suppl. a: ''Democrazia e diritto'', settembre-dicembre 1990, nº 5-6
* Antonio Mazzeo, ''Non solo Ustica: il rischio militare in Sicilia'', Messina, Il professore, 1990, in testa al frontespizio: 'Comitato messinese per la pace e il disarmo nucleare'
 
== Voci correlate ==
* [[Affare maltese]]
{{Div col|cols=2|small=no}}
* [[AffareCommissione Maltesestragi]]
* [[Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica]]
* [[Commissione Stragi]]
* [[Incidente del MiG-23 dell'Aeronautica militare libica del 1980]]
* [[Condanna dello Stato Italiano nella strage di Ustica]]
* [[IncidenteCollisione aereoaerea di Ramstein]]
* [[Incidente aereo di Castelsilano]]
* [[Itavia]]
* [[Ivo Nutarelli]]
* [[Mario De Paolis]]
* [[Museo per la Memoriamemoria di Ustica]]
* [[Negabilità plausibile]]
* [[Processo della strage di Ustica]]
* [[Ran Goren]]
* [[Ustica]]
* [[Volo KAL 007]]
* [[Incidente di Ramstein]]
{{Div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Aerolinee Itavia Flight 870|qsulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | url = http://www.comune.bologna.it/iperbole/ustica | titolo = Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica | accesso = 30 maggio 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050307011003/http://www.comune.bologna.it/iperbole/ustica/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.airdisaster.com/cgi-bin/view_details.cgi?date=06271980&reg=I-TIGI&airline=Itavia|titolo=AirDisaster.Com Accident Synopsis of Flight 870|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130502234741/http://www.airdisaster.com/cgi-bin/view_details.cgi?date=06271980&reg=I-TIGI&airline=Itavia}}
* [{{cita web|url=http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-speciale-ustica/ ''La verità negata''] |titolo=repubblicabologna- ''larepubblicaspeciale-ustica/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160315223420/http://temi.repubblica.it''/repubblicabologna-speciale-ustica/ |urlmorto=no}}
* {{cita web|url=http://www.stragi80.it|Stragi80titolo= www.stragi80.it}}
* [{{cita testo|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/ustica/500/default.aspx |titolo=Ustica - La verità negata]|accesso=8 maggio 2019|dataarchivio=28 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121228024217/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/ustica/500/default.aspx|urlmorto=sì}} - ''[[La Storiastoria siamo noi]]''
* [{{cita testo|url=http://www.ceifan.org/scenario_inventato_ustica.htm |titolo=Ustica: l'ipotesi dello scenario inventato]|accesso=12 aprile 2018|dataarchivio=6 aprile 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130406062549/http://ceifan.org/scenario_inventato_ustica.htm|urlmorto=sì}} - ''ceifan.org''
* {{Cita web|url=http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/02Leattivitaistruttoriefinoalluglio1990.pdf|titolo=Strage di Ustica - La sentenza-ordinanza Priore - Le attività istruttorie fino al luglio 90|editore=Misteri d'Italia|formato=pdf|accesso=27 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071024185848/http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/02Leattivitaistruttoriefinoalluglio1990.pdf|urlmorto=no}}
* [http://web.archive.org/web/20021201230525/misteriditalia.com/ustica/ Ustica: una strage nel cielo] - ''misteriditalia.com''
* [http://web.tiscali.it/tillnews/ustica.htm La verità su Ustica-Battaglia aerea poi la tragedia] - ''[[L'Ora]]'', 11 febbraio [[1992]]
 
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