Strage di Ustica: differenze tra le versioni
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|Identificativo =
*IH870 <small>(IATA)</small>
*IHS870 <small>(ICAO)</small>
*ITAVIA 870 <small>(Indicativo di chiamata)</small>
|Tipo_evento = Incidente aereo
|Ora = 20:59:45 ([[UTC+1]])<br />(19:59:45 [[UTC+0|UTC]])
|Tipo = * Abbattimento da parte di aereo non identificato in scenario di guerra aerea (secondo il governo italiano)<ref>La causa del missile è così descritta dalla sentenza 1871/2013 III sezione civile della corte suprema di cassazione. {{Cita web |url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/cassazione13.pdf|titolo=Sentenza 1871/2013 III sezione civile della corte suprema di Cassazione |autore= |editore= |data= |formato=pdf |accesso=27 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160325014004/http://www.stragi80.it/documenti/civile/cassazione13.pdf|urlmorto=no}}</ref>
* Abbattimento errato con missile a ricerca termica da parte di caccia francese con intento di colpire un MiG libico (secondo [[Giuliano Amato]])<ref>{{cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2023/09/02/strage-ustica-giuliano-amato-francia|titolo=Strage di Ustica, Amato riapre il caso. Meloni: "Ci dia gli elementi"|pubblicazione=SkyTG24|data=2 settembre 2023}}</ref>
*Esplosione di un ordigno a bordo dell'aereo (secondo [[NTSB]])
|Luogo = [[Mar Tirreno]]
|Tipo_aeromobile = [[Douglas DC-9|Douglas DC-9-15]]
|Partenza = [[Aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi]]
|Destinazione = [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi]]
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|Vittime = 81
|Feriti = 0
|Sopravvissuti = 0
|Nomestato = ITA
}}
La '''strage di Ustica''' fu un [[incidente aereo]], avvenuto alle 20:59 (UTC+1) del 27 giugno 1980 nel [[mar Tirreno]] meridionale, nel tratto compreso tra le isole [[italia]]ne di [[Isola di Ponza|Ponza]] e [[Isola di Ustica|Ustica]].<ref>{{Cita news|nome=Maurizio|cognome=Tortorella|url=https://www.panorama.it/news/cronaca/ustica-e-lipocrita-giustizia-bifronte/|titolo=Ustica e l'ipocrita giustizia bifronte|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=26 giugno 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/22/strage-ustica.html|titolo=Strage di Ustica, dalla tragedia ai processi: un mistero lungo 38 anni|accesso=11 dicembre 2018|data=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419031524/https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/22/strage-ustica.html}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2015/06/27/due-verita-e-una-domanda-irrisolta-a-35-anni-dalla-strage-di-ustica_n_7677898.html|titolo=Ustica, 35 anni dopo la strage manca l'ultima verità: Chi ha sparato il missile che ha abbattuto il Dc9?|pubblicazione=L'Huffington Post|data=27 giugno 2015|accesso=11 dicembre 2018|nome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419045945/https://www.huffingtonpost.it/2015/06/27/due-verita-e-una-domanda-irrisolta-a-35-anni-dalla-strage-di-ustica_n_7677898.html}}</ref>
Vi fu coinvolto il volo di linea IH870 della compagnia aerea [[Itavia]], partito dall'[[aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi]] e diretto all'[[aeroporto di Palermo-Punta Raisi]]. La partenza era programmata, come da orario della compagnia Itavia, per le 18:15, ma venne posticipata di quasi due ore a causa di una tempesta su Bologna e dell'arrivo in ritardo dell'[[aeromobile]] [[Douglas DC-9|Douglas DC-9-15]] con marche I-TIGI.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/lultimo-messaggio-del-pilota-ai-passeggeri-del-dc9/|titolo=L’ultimo messaggio del pilota ai passeggeri del Dc9|sito= Stragi80.it|data=11 giugno 2013|accesso=5 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140710140824/https://www.stragi80.it/lultimo-messaggio-del-pilota-ai-passeggeri-del-dc9/|urlmorto=no}}</ref>
L'aereo perse il contatto radio col [[centro di controllo d'area]] di Roma (nominativi radio ''Roma Radar'' con frequenza 124,2 MHz e, successivamente, ''Roma Controllo'', frequenza 128,8 MHz), responsabile del servizio di [[controllo del traffico aereo]] in quel settore e ubicato presso l'[[aeroporto di Roma-Ciampino]], si spezzò — come appurato dopo lunghe analisi dei dati radar e con il successivo recupero del relitto dal fondo del mare — in almeno due grossi tronconi e cadde nel [[mar Tirreno]] meridionale.
Nell'incidente morirono tutti gli 81 occupanti dell'aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio. È il quarto disastro aereo italiano per numero di vittime, dopo quelli del [[volo Alitalia 4128]], del [[volo Alitalia 112]] e di [[Disastro aereo di Linate|Linate]].
A diversi decenni di distanza, vari aspetti dell'incidente non sono ancora chiariti in maniera compiuta, a partire dalla dinamica stessa.<ref>{{Cita news | url = http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/ustica-processo/cronologia-fatti/cronologia-fatti.html | titolo = Cronologia Strage di Ustica: 27 anni di misteri | pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | città = Roma | data = 10 gennaio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170048/https://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/ustica-processo/cronologia-fatti/cronologia-fatti.html |urlmorto=no}}</ref>
Varie ipotesi sono state formulate nel corso degli anni riguardo alla natura, alla dinamica e alle cause dell'incidente: una delle più battute, e accettata con valenza in sede civile e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento internazionale, in particolare [[Francia|francese]], [[Libia|libico]] e [[statunitense]], con il DC-9 che si sarebbe trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo e sarebbe stato bersagliato per "errore" da un missile lanciato nello specifico da un caccia francese o NATO con l'intenzione di colpire un [[Mikoyan Gurevich|Mig]] delle forze aeree [[Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista|libiche]].<ref>{{Cita news | url = http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ | titolo = Ustica, Stato condannato a risarcire vittime. "Congruamente motivata la tesi del missile" | editore = la Repubblica | data = 28 gennaio 2013 | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170319183313/http://www.repubblica.it/cronaca/2013/01/28/news/ustica_stato_condannato_a_risarcire_vittime-51464446/ }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH |titolo = Ustica: fu un missile, ora i danni | pubblicazione = [[Il Sole 24 Ore]] | data = 29 gennaio 2013 |accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170627171251/http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-01-29/ustica-missile-danni-063916.shtml?uuid=AbHDH7OH }}</ref><ref>{{Cita news | url = http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml | titolo = Ustica, lo Stato risarcirà le famiglie delle vittime | editore = [[Corriere della Sera]] | data = 29 gennaio 2013 | citazione = La strage di Ustica avvenne a causa di un missile | accesso = 27 giugno 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304111111/http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_28/ustica-cassazione-condanna_b0ca5fee-6961-11e2-a947-c004c7484908.shtml }}</ref>
La più autorevole opinione sulla causa del disastro venne nel febbraio 2007 dal [[Presidente emerito della Repubblica Italiana|Presidente emerito della Repubblica]] Francesco Cossiga, che all'epoca dell'incidente era il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] in carica, il quale, riferendo all'autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell'abbattimento a un [[missile]] francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell'[[Aéronavale]] decollato dalla portaerei ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei ''[[Foch (R 99)|Foch]]'', e che furono i [[servizi segreti italiani]] a informare lui e l'allora (2007) ministro dell'interno [[Giuliano Amato]] dell'accaduto.<ref name="Corriere Cossiga 2007" /> Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga si sarebbe trovato il dittatore libico [[Muʿammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]].<ref name="Corriere Cossiga 2007">{{Cita news | titolo = Strage di Ustica, nuove indagini. Sentito Cossiga: un missile francese | url = http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110719031129/http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml | pubblicazione = [[Corriere della Sera]] |p=19 | data = 22 giugno 2008 | accesso = 28 gennaio 2013}}</ref> Tesi analoga è alla base della [[Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica|conferma]], da parte della [[Corte di cassazione|cassazione]], della [[sentenza|sentenza di condanna]] [[Diritto processuale civile|civile]] al [[risarcimento]] ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di [[Ministero dei trasporti|trasporti]] e [[Ministero della difesa|difesa]] dal tribunale di [[Palermo]].<ref>{{Cita news | titolo = Ustica: Marrazzo, sentenza Cassazione coincide con dichiarazioni Cossiga | url = http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380 | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]| data = 28 gennaio 2013 | accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190421175545/https://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:50-17:50/4292380|urlmorto=no}}</ref> Nel settembre 2023, lo stesso Giuliano Amato ha confermato tale ricostruzione, dichiarando al quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' che la strage fu conseguenza di "''un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi''".<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2023/09/02/-ustica-amato-a-la-repubblica-missile-francese-colpi-dc9-_9fd0d3fe-42bf-44a4-b127-69988a8a647d.html|titolo=Ustica, Amato a La Repubblica "missile francese colpì Dc9" - Ultima ora - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2023-09-02|lingua=it|accesso=2023-09-02}}</ref><ref>{{cita news|nome=Concetto|cognome=Vecchio|url=https://www.repubblica.it/politica/2023/09/05/news/ustica_strage_amato_conferenza_stampa-413424903/|titolo=Amato su Ustica: "Non ritratto nulla, ho parlato perché sento il peso dell'età"|data=5 settembre 2023|pubblicazione=la Repubblica|citazione=ha invece ammesso di aver commesso un errore nel ricostruire il ruolo di Bettino Craxi. "Un errore, segnalato anche da figli di Craxi. Inizio ad avere una certa età e ho ammesso che non sono in grado dire se l'errore l'ho fatto io o se lo fece chi mi disse che Craxi informò Gheddafi. È un fatto che lo informò nell'86"}}</ref>
La compagnia aerea [[Itavia]], di proprietà di [[Aldo Davanzali]], era già pesantemente indebitata prima dell'incidente<ref name="RS19-01-81">{{Cita pubblicazione | formato = PDF | url = http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf | editore = [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] | titolo = Resoconto stenografico 267 della seduta del 19 gennaio 1981 | data = 19 gennaio 1981 | accesso = 12 dicembre 2017 |p=22493|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010124/http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0267/sed0267.pdf |urlmorto=no }}</ref><ref>{{Cita news | nome= Gianluca|cognome=Di Feo | url = http://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/ | titolo = Itavia, la guerra segreta tra Andreotti e la Thatcher | pubblicazione =[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 27 giugno 2011|accesso = 12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804170557/https://inchieste.repubblica.it/it/espresso/2011/06/27/news/itavia_la_guerra_segreta_tra_andreotti_e_la_thatcher-18265117/|urlmorto=no}}</ref> e cessò le operazioni poco meno di sei mesi dopo, il 10 dicembre 1980; il 12 dicembre le fu revocata la licenza di operatore aereo<ref name="RS19-01-81" /> con messa a rischio dei livelli occupazionali<ref name="RS19-01-81" /> e, nel giro di un anno, si aprì la procedura di [[amministrazione controllata]], cui fece seguito il conferimento di [[flotta]] aerea e personale ad [[Aermediterranea]], società partecipata dall'allora [[compagnia aerea di bandiera|compagnia di bandiera]] [[Alitalia]] e dalla sua consociata [[Aero Trasporti Italiani|ATI]].
Nel 2018 la cassazione ha condannato i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e della difesa a risarcire gli eredi del titolare della compagnia Itavia per il dissesto finanziario al quale andò incontro dopo il disastro aereo di Ustica; i due Ministeri sono stati riconosciuti colpevoli dell'omesso controllo della situazione di rischio venutasi a creare nei cieli di Ustica dove aerei militari non autorizzati e non identificati incrociarono l'aerovia assegnata al volo Itavia.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2018/12/06/news/disastro_aereo_di_ustica_i_265_milioni_di_risarcimento_ad_itavia_non_bastano-213566888/|titolo=Disastro aereo di Ustica, i 265 milioni di risarcimento ad Itavia non bastano|nome=Alessandra|cognome=Ziniti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 dicembre 2018|accesso=11 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181206230521/https://www.repubblica.it/cronaca/2018/12/06/news/disastro_aereo_di_ustica_i_265_milioni_di_risarcimento_ad_itavia_non_bastano-213566888/|urlmorto=no}}</ref>
== Ricostruzione cronologica ==
* Alle 20:08 del 27 giugno 1980 il DC-9 I-TIGI decolla per il volo IH870<ref>"IH" era al tempo il [[Codice vettore IATA|codice IATA]] di Itavia; in seguito è stato riassegnato.</ref> da [[Aeroporto di Bologna|Bologna]] diretto a [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Palermo]] con 113 minuti di ritardo, accumulati nei servizi precedenti. Il volo si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta assegnata (lungo l'[[aerovia]] "Ambra 13") fino all'ultimo contatto radio<ref>Per la precisione, all'ultimo segnale del [[transponder]] dell'aereo.</ref> tra il velivolo ed il controllore procedurale di [[Roma]], che avviene alle 20:59.<ref>{{Cita web |url =http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-speciale-ustica/2010/06/26/il-giudice-francesi-a-caccia-di-gheddafi/ |titolo =Il giudice: "Francesi a caccia di Gheddafi" |nome= Luigi|cognome=Spezia |editore = [[la Repubblica (quotidiano)]] |data = 26 giugno 2010 |accesso = 27 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160420145319/http://temi.repubblica.it/repubblicabologna-speciale-ustica/2010/06/26/il-giudice-francesi-a-caccia-di-gheddafi/ |urlmorto = no}}</ref><ref>{{Google books
|id=LfH4J1ncYPAC|nome=Sandro|cognome=Bruni|nome2=Gabriele|cognome2=Moroni|titolo=Ustica, la tragedia e l'imbroglio|pagina =65|ISBN = 88-87373-32-9 |editore=Edizioni Memoria - Luigi Pellegrini Editore|anno=2003|città=Cosenza}}</ref> Al momento della sparizione l'aeromobile si trova a circa {{M|7000|u=m}} di altezza sul braccio di mare compreso tra le isole di [[Ponza (isola)|Ponza]] e [[Ustica]] e sta volando alla velocità di {{M|800|u=km/h}}.
* Alle 21:04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su [[Palermo]] (dove era previsto arrivasse alle 21:13), il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate e lo fa chiamare anche da due voli dell'[[Air Malta]] (KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758<ref>{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.pdf|titolo=3.7. Conversazioni telefoniche da e per Ciampino|formato=pdf|editore=stragi80.it|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071010132202/https://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2a.pdf|urlmorto=no}}</ref>), sempre senza ricevere risposta.<ref>Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, [[Rosario Priore]], nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Titolo 2, pag. 468.</ref> I tentativi di ripresa del contatto vengono effettuati anche dal [[radar|Centro radar dell'Aeronautica Militare]] (CRAM) di [[Marsala]] e dalla [[Torre di controllo del traffico aereo|torre di controllo]] di [[Palermo]]. Trascorre senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21:13.
* Alle 21:25 il Comando del soccorso aereo di [[Martina Franca]] assume la direzione delle operazioni di ricerca e allerta il [[15º Stormo]] a [[Ciampino]], sede degli [[elicottero|elicotteri]] [[Sikorsky S-61|Sikorsky HH-3F]] del [[Ricerca e soccorso|soccorso aereo]].
* Alle 21:55 il primo HH-3F decolla e incomincia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo viene dato per disperso.
* Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba un elicottero di soccorso individua a circa {{M|110|u=km}} a nord di [[Ustica]] alcuni detriti in affioramento. Poco dopo raggiunge la zona un [[Breguet Br 1150 Atlantic]] dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]], che avvista una grossa chiazza di carburante; nel giro di qualche ora cominciano ad affiorare altri detriti e i primi cadaveri dei passeggeri. Ciò conferma che il velivolo è precipitato nel [[mar Tirreno]], in una zona in cui la profondità dell'acqua supera i tremila metri.
* Nel corso della mattina del 28 giugno vengono recuperati alcuni cadaveri e vengono dirottate sul punto stimato di caduta alcune navi e imbarcazioni civili tra cui la [[Pascoli (traghetto)|nave traghetto Pascoli]] della società [[Tirrenia di Navigazione]] in servizio di linea tra Napoli e Palermo.
=== Scatola nera e comunicazioni radio ===
{{Approfondimento
|larghezza=100%
|allineamento = centro
|titolo = Comunicazioni radio del DC-9 con Roma Ciampino
|contenuto = '''18:26:06[[UTC+0|Z]]'''
* Roma: «870 identifichi.»
* IH870: «Arriva.»
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* IH870: «Ci dica cosa dobbiamo fare.»
* Roma: «Adesso vedo che sta rientrando, quindi, praticamente, diciamo che è allineato, mantenga questa prua.»
* IH870: «Noi non ci siamo mossi, eh?!
'''18:44:08Z'''
* IH870: «Roma, la 870.»
* Roma: «IH870 per [[Ponza (isola)|Ponza]], 127,35.»
* IH870: «127,35. Grazie, buonasera.»
'''18:44:44Z'''
Riga 144 ⟶ 105:
* IH870: «115 miglia per Papa-Alfa... per Papa-Romeo-Sierra, scusate. Mantiene 250.»
* Roma: «Ricevuto IH870. E può darci uno stimato per [[aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Raisi]]?»
* IH870: «Sì: Raisi lo stimiamo
* Roma: «870 ricevuto. Autorizzati a Raisi [[VHF Omnidirectional Range|VOR]]. Nessun ritardo è previsto, ci richiami per la discesa.»
* IH870: «A Raisi nessun ritardo, chiameremo per la discesa, 870.»
* Roma: «È corretto.»
}}
Il ''[[flight data recorder]]'' dell'aereo,<ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |titolo=Dagli USA è arrivato il nastro del DC9|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=16 giugno 1987|accesso=28 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220855/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/16/dagli-usa-arrivato-il-nastro-del.html |urlmorto=no}}</ref> recuperato dopo diversi anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, ha registrato valori regolari: prima della sciagura la velocità era di circa 323 [[Nodo (unità di misura)|nodi]], la quota circa {{Converti|25000|ft|m|lk=on|order=flip}} con prua a 178°, l'[[Accelerazione di gravità|accelerazione verticale]] oscillava senza oltrepassare {{TA|1,15 [[Accelerazione di gravità|g]]}}. Il [[Cockpit Voice Recorder|''cockpit voice recorder'']], recuperato nel corso della prima campagna di recupero subacqueo dopo anni di immersione in mare a oltre 3000 metri di profondità, ha registrato un tranquillo dialogo tra il comandante Domenico Gatti e il primo ufficiale Enzo Fontana, che in quel momento sembravano particolarmente rilassati e si raccontavano barzellette; la registrazione si interrompe senza preavviso.
Gli ultimi secondi
La registrazione in realtà termina tagliando la prima parola pronunciata dopo "sentite questa", che per anni si ipotizzò fosse «Guarda».<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html|titolo=QUELLA SERA NEL CIELO DI USTICA UN PILOTA GRIDO': ' GUARDA...'|autore=Franco Scottoni |editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 agosto 1991|accesso=14 novembre 2019|citazione = Gli esperti fonici hanno stabilito che si tratta, in modo inequivocabile, della parola "guarda"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191115045828/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/08/31/quella-sera-nel-cielo-di-ustica-un.html |urlmorto=no}}</ref>
Il 10 giugno 2020, un'accurata pulizia dell'audio suggerisce che le ultime parole pronunciate dal copilota siano state «Guarda, cos'è?», lasciando presupporre che i due membri dell'equipaggio avessero individuato un'anomalia o comunque qualcosa visibile fuori dall'abitacolo.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Strage-UsticaGuarda-cos-e-Le-ultime-parole-prima-del-disastro-audio-documento-c4b41d6d-1418-4fda-8308-3cd56778381b.html|titolo="Guarda, cos'è?". Le ultime parole prima del disastro: un documento sulla strage di Ustica|data=10 giugno 2020}}</ref>
== Gli esami autoptici delle vittime ==
Le vittime del disastro furono ottantuno, ma furono ritrovate e recuperate solo trentanove salme.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_giugno_27/ustica-volti-storie-81-vittime-dc9-88ffcd12-b7d0-11ea-b7f2-bfb2b67ec0ad.shtml|titolo=Strage di Ustica, le foto mai viste degli 81 morti del Dc9 e le loro storie|autore=Alessandro Fulloni, Alessio Ribaudo, Carlotta Lombardo, Giovanni Viafora|sito=Corriere della Sera|data=27 giugno 2020|accesso=27 giugno 2020}}</ref> Dopo quarant'anni, alcune inchieste giornalistiche del Corriere della Sera hanno mostrato per la prima volta i volti e tutte le storie. L'ultima in ordine di tempo è stata quella della professoressa universitaria Giulia Maria Tripiciano rintracciata da Alessio Ribaudo.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_04/giulia-maria-40-anni-ha-volto-matematica-morta-ustica-1f22e0fe-0678-11eb-a2e0-350f742b3f9d.shtml|titolo=Chi era Giulia, la matematica che stava per tornare a casa e morì a Ustica: trovata la foto dopo 40 anni|autore=Alessio Ribaudo|sito=Corriere della Sera|data=10 aprile 2020|accesso=5 ottobre 2020}}</ref>
La procura di Palermo dispose l'ispezione esterna di tutti i cadaveri rinvenuti e l'[[autopsia]] completa di sette cadaveri, richiedendo ai periti di indicare:<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=Perizie dell'AG di Palermo|p=1727|formato = PDF|accesso=12 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160320104110/https://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|urlmorto=no}}</ref>
# causa, mezzi ed epoca dei decessi
# le lesioni presentate dai cadaveri
# se sui corpi si ravvisassero presenze di sostanze tossiche e di corpi estranei
# se vi fossero evidenti tracce di [[ustioni]] o di [[annegamento]]
Sulle sette salme di cui fu disposta l'autopsia furono riscontrati sia grandi [[Trauma fisico|traumi]] da caduta (a livello scheletrico e viscerale), sia lesioni [[enfisema]]tose polmonari da [[malattia da decompressione|decompressione]], tipiche di sinistri in cui l'[[aereo]] si apre in volo e perde repentinamente la pressione interna.<ref>{{Google books
|id=cVCO6mhOWmwC
|nome=Daniele
|cognome=Biacchessi
|wkautore=Daniele Biacchessi
|nome2=Fabrizio
|cognome2=Colarieti
|titolo=Punto Condor. Ustica: il processo
|pagina =40
|ISBN = 88-8342-134-5
|editore=Pendragon
|anno=2002
|città=Bologna
}}</ref> Nelle perizie gli esperti affermarono che l'instaurarsi degli enfisemi da [[Pressurizzazione (aeronautica)|depressurizzazione]] precedette cronologicamente tutte le altre lesioni riscontrate, ma non causò direttamente il decesso dei passeggeri, facendo loro solamente perdere conoscenza. La morte, secondo i medesimi esperti, sopravvenne soltanto in seguito a causa di traumi fatali, riconducibili (così come la presenza di schegge e piccole parti metalliche in alcuni dei corpi) a reiterati urti con la struttura dell'aereo in caduta e, in ultima analisi, all'impatto del velivolo con l'acqua.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=''Perizie dell'AG di Palermo''}}. Titolo 3: le perizie. Alfredo Magazzù, Luigi La Franca, Marco Stassi, Nunzia Albano. pagina 1728.</ref> La ricerca tossicologica dell'[[ossido di carbonio]] e dell'[[acido cianidrico]] (residui da combustione) fu negativa sia nel sangue sia nei polmoni. Nessuna delle salme presentava segni di ustione o di annegamento.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/pm/prima3.pdf|titolo=''Requisitoria P.P. N° 266/90 A P.M. e 527/84 A G.I'' Indagini autoptiche. I.12|p=121|formato=PDF|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160315030744/https://www.stragi80.it/documenti/pm/prima3.pdf|urlmorto=no}}</ref>
Il controllo radiografico, alla ricerca di residui metallici, risultò positivo su cinque cadaveri. Più precisamente:
* nel cadavere 20 due piccole schegge nell'indice e nel medio sinistri
* nel cadavere 34 piccoli frammenti in proiezione della testa dell'omero destra e della quinta vertebra lombare
* nel cadavere 36 minuti frammenti nella coscia sinistra
* nel cadavere 37 un bullone con relativo dado nelle parti molli dell'emibacino
* nel cadavere 38 un frammento delle dimensioni di un seme di zucca e di forma irregolare nella mano destra
La perizia ritenne di escludere, per le caratteristiche morfologiche e dimensionali, la provenienza dei minuscoli corpi estranei dall'eventuale frammentazione di involucro di un qualsiasi ordigno esplosivo.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/001-007.pdf|titolo=''Perizie dell'AG di Palermo''}}. Titolo 3: le perizie. pagina 1729.</ref>
== Le indagini ==
=== Le prime perizie e le tracce di esplosivi ===
Sui pochi resti disponibili, i periti rinvennero tracce di esplosivi. Nel 1982, una perizia eseguita da parte di esperti dell'Aeronautica militare italiana rilevò del [[ciclotrimetilentrinitroammina|T4]] (esplosivo plastico presente nelle bombe, come quella fatta esplodere nel successivo 1987 da agenti della Corea del Nord sul [[volo Korean Air 858]]).<ref>{{Cita news|url=http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-120314.html |titolo=Asia's long history of carnage in the air|lingua=en |cognome=McBeth |nome=John |data=12 marzo 2014 |pubblicazione=Asia Times Online|accesso=20 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140313023053/http://www.atimes.com/atimes/Southeast_Asia/SEA-01-120314.html }}</ref> La causa dell'incidente viene individuata nella detonazione di una massa di esplosivo presente a bordo del velivolo,<ref>Relazione della Direzione laboratori dell'A.M. - IV Divisione Esplosivi e Propellenti (Torri) del 5 ottobre 1982 (parte I, Libro I, Capo I, Titolo III, capitolo III della sentenza ordinanza del giudice istruttore)</ref> in ragione della rilevata presenza su alcuni reperti di tracce di T4 e dell'assenza di tracce di [[Trinitrotoluene|TNT]].<ref name="T4">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pagina 21.</ref>
La perizia dell'Aeronautica Militare venne seguita da una controperizia dell'accusa.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/024.pdf|titolo=''Perizia chimica Acampora-Malorni a chiarimenti - 19.04.91''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123185056/http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/024.pdf }}. Capitolo XXIV, pagina 6.</ref> La seconda repertazione, nel 1987, trovò T4 e TNT su di un frammento dello schienale nº 2 rosso:<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pagina 22.</ref> la perizia chimica Malorni Acampora del 3 febbraio 1987 (disposta dal giudice istruttore nel corso della perizia Blasi: parte I, libro I, capo I, titolo III, capitolo IV, pag. 1399 e ss. della sentenza ordinanza del giudice istruttore) rileva la presenza chiara e inequivocabile sia di T4 sia di TNT (sempre nel frammento dello schienale nº 2 rosso), miscela la cui presenza è tipica degli ordigni esplosivi.<ref name="T4" /><ref name="T4+TNT">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf|titolo=''Sentenza del tribunale di Palermo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111014110613/http://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf }}. 2007. pag. 21-22.</ref> Queste componenti di esplosivi, solitamente presenti nelle miscele di ordigni esplosivi, hanno indebolito l'ipotesi di un cedimento strutturale, come era stato ipotizzato il 28 gennaio 1981 dalla commissione Ministeriale "Luzzatti" (seppure al pari, come si è visto, di altre ipotesi) nominata dal ministro dei trasporti Formica.<ref>{{cita web|url=https://www.fattodiritto.it/strage-di-ustica-lultimo-volo/|titolo=Strage di Ustica: l'ultimo volo del DC-9 Itavia precipitato nel mistero|pubblicazione=Fatto di Diritto|data=27 settembre 2011|accesso=30 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190530190510/https://www.fattodiritto.it/strage-di-ustica-lultimo-volo/|urlmorto=no}}</ref>
L'acclarata presenza di esplosivi indeboliva l'ipotesi di cedimento strutturale, tanto più per cattiva manutenzione. Ciò aprì, in epoche successive, spiragli per richieste di risarcimenti a favore dell'Itavia (cui tuttavia il ministro dei trasporti Formica aveva revocato la concessione dei servizi aerei di linea per il pesante passivo dei conti aziendali, non per il disastro).
Secondo le rivelazioni di due [[Cablogramma|cablogrammi]] (03ROME2887<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html|titolo=Viewing cable 03ROME2887, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES|editore=[[WikiLeaks]]|accesso=4 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150309145938/http://wikileaks.org/cable/2003/06/03ROME2887.html|urlmorto=no}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref> e 03ROME3199<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://wikileaks.org/cable/2003/07/03ROME3199.html|titolo=Viewing cable 03ROME3199, USTICA CRASH BACK IN THE HEADLINES: REQUEST FOR|editore=[[WikiLeaks]]}} Cable Viewer. The full text of the original cable is not available.</ref>) pubblicati sul sito [[WikiLeaks]], l'allora ministro per i rapporti con il Parlamento [[Carlo Giovanardi]] difese in Parlamento la versione della bomba, paragonandola a quella della [[Volo Pan Am 103|strage di Lockerbie]].<ref>{{Cita news|nome=Antonella|cognome=Beccaria|wkautore=Antonella Beccaria|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/13/ustica-giovanardi-spara-sui-giudici-come-aver-condannato-tortora-per-droga/157140/|titolo=Ustica, Giovanardi sui giudici: Come aver condannato Tortora per droga|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|città=Bologna|data=13 settembre 2011|accesso=19 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140411215434/http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/13/ustica-giovanardi-spara-sui-giudici-come-aver-condannato-tortora-per-droga/157140/|urlmorto=no}}</ref> In un'intervista concessa ad AgoraVox Italia, tuttavia, Giovanardi smentì la versione dell'ambasciata statunitense, in cui si legge che lo stesso avrebbe espresso la sua volontà di "mettere a tacere" le ipotesi sulla strage di Ustica.<ref>{{Cita news|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/ustica-giovanardi-sinfervora-lascia-studio/199841/|nome=Gisella|cognome=Ruccia|titolo=Giovanardi ne infila una dietro l'altra su Ustica, poi urla e lascia lo studio tv|pubblicazione=[[il Fatto Quotidiano]]|data=18 giugno 2012|accesso=19 giugno 2012|dataarchivio=20 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120620232300/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/06/18/ustica-giovanardi-sinfervora-lascia-studio/199841/|urlmorto=sì}}</ref> Le parole di Giovanardi furono poi contestate da [[Daria Bonfietti]], senatrice e presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica<ref>{{Cita web|url=http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/03/16/giovanardi-e-la-verita-su-ustica/|titolo=Giovanardi e la verità su Ustica|editore=blogautore.espresso.repubblica.it|data=16 marzo 2011|accesso=|nome=Daria|cognome=Bonfietti|wkautore=Daria Bonfietti|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110609045715/http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/03/16/giovanardi-e-la-verita-su-ustica/|urlmorto=no}}</ref> e sorella di Alberto Bonfietti, perito nella strage.
=== Recupero del relitto ===
Nel 1987 il ministro del tesoro [[Giuliano Amato]] stanziò i fondi per il recupero del relitto del DC-9, che giaceva in fondo al mar Tirreno. La profondità di {{formatnum:3700}} metri alla quale si trovava il relitto rendeva complesse e costose le operazioni di localizzazione e recupero e le imprese specializzate che disponevano delle attrezzature e dell'esperienza necessarie erano pochissime. La scelta, dopo una iniziale considerazione di inopportunità di coinvolgimento di operatori francesi, ricadde proprio sulla ditta Ifremer (''Institut français de recherche pour l'exploitation de la mer'', Istituto di ricerca francese per lo sfruttamento del mare), che il giudice [[Rosario Priore]] avrebbe poi ritenuto collegata ai [[DGSE|servizi segreti francesi]].<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, il giudice Priore indaga sul supersismi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|accesso=28 gennaio 2013|data=6 ottobre 1990|pubblicazione=La Repubblica|p=20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140810205702/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/06/ustica-il-giudice-priore-indaga-sul-supersismi.html|urlmorto=no}}</ref> Sulla conduzione dell'operazione di recupero effettuata dai ''[[Deep Submergence Rescue Vehicle]]'' della Ifremer, che portò in superficie la maggior parte della cellula dell'aeromobile, scaturirono molti dubbi, principalmente sui filmati consegnati in copia e sul fatto che l'ispezione al relitto documentata dalla ditta francese fosse davvero stata la prima.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/057.pdf|titolo=''Capitolo LVII. Quesiti a chiarimento sui recuperi.''}}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. 30 novembre 1994. pagina 2801.</ref> Le difficoltà tecniche, i problemi di finanziamento e le resistenze esercitate da varie delle parti interessate contribuirono a rimandare il recupero per molti anni.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo1.pdf|titolo=''Le attività istruttorie fino al luglio 90''}}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. Motivazione. Titolo 1. Capitolo I. L'evento e le prime indagini. pagina 30. 2.5. Campagne di recupero del relitto. pagina 70.</ref> Alla fine due distinte campagne di recupero, nel 1987 e nel 1991, riportarono in superficie circa il 96% del relitto del DC-9; si specifica che è stato recuperato l'85% della ''superficie bagnata'' dell'aereo.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/perizie/048.pdf|titolo=''XLVIII – Perizia tecnico-scientifica Misiti ed altri''}}. Perizie istruttoria. 23 luglio 1994. pagina 2433.</ref> Il relitto venne ricomposto in un [[hangar]] dell'[[aeroporto di Pratica di Mare]], dove rimase a disposizione della magistratura per le indagini fino al 5 giugno 2006, data in cui fu trasferito e sistemato, grazie al contributo dei Vigili del fuoco di Roma,<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/25/ustica.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=26 giugno 2006|pubblicazione=Corriere della Sera|città=Bologna|titolo=Ustica, l'ultimo viaggio del Dc-9 Itavia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160409072013/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/25/ustica.shtml|urlmorto=sì}}</ref> nel [[Museo per la memoria di Ustica|museo per la memoria]], approntato appositamente a [[Bologna]].
=== Il serbatoio esterno di un aereo militare ===
Molto interesse destò nell'opinione pubblica il rinvenimento il 10 maggio 1992, durante la seconda campagna di recupero, al limite orientale della zona di ricerca (zona D),<ref name="Priore 1609">{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2b.pdf|titolo=''Il serbatoio eiettabile rinvenuto nel maggio 92, in zona D''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100215084912/http://www.stragi80.it/documenti/gi/Titolo2b.PDF }}. Sentenza-ordinanza del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. L'istruttoria dal 27 luglio 1990 al 31 dicembre 1997 (II parte). Titolo II. Capitolo XIX. Gli Stati Uniti d'America. Paragrafo 6. pagina 1609.</ref> di un serbatoio esterno sganciabile di un [[aereo militare]], schiacciato e frammentato, ma completo di tutti i pezzi; tali serbatoi esterni generalmente vengono sganciati in caso di pericolo<ref>"Non viene di norma eiettato se non in condizioni di emergenza":{{cita testo|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/terrorismo-e-stragi-x-xiii-leg/IT-SEN-114-016436/incontri-informali-n-1-ispezione-dc-9-itavia-pratica-mare-21-luglio-1993#lg=1&slide=0|titolo=Commissione stragi, XI legislatura, Incontri informali n. 1. Ispezione Dc 9 Itavia - Pratica di mare, 21 luglio 1993" (21 luglio 1993)}}, p. 3, in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Terrorismo e stragi (X-XIII leg.), 4.1.</ref> o più semplicemente in caso di necessità (ad esempio in fase di atterraggio) per aumentare la manovrabilità dell'apparecchio.
Il serbatoio fu recuperato il 18 maggio<ref name="Priore 1609" /> e fu sistemato a [[Aeroporto di Pratica di Mare|Pratica di Mare]] con gli altri reperti. Lungo 3 metri, per una capienza di {{Converti|300|gal|l|lk=on}} di combustibile, presentava i dati identificativi:
:''Pastushin Industries inc. pressurized 300 gal fuel tank installation diagram plate 225-48008 plate 2662835''<ref name="Priore 1609" />
che lo indicavano quindi prodotto dalla Pastushin Aviation Company di [[Huntington Beach]], [[Los Angeles]], [[California]] (divenuta poi Pavco)<ref name="Priore 1497">Ordinanza-sentenza Priore, Titolo II, Capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', Paragrafo 14 - ''La richiesta di informazioni sui serbatoi costruiti dalla società statunitense Pavco'', pag. 1497.</ref> negli Stati Uniti oppure all'estero su licenza. Tale tipo di serbatoio era installabile su almeno quattro modelli di aerei: [[McDonnell Douglas F-4 Phantom II|MD F-4 Phantom]] (in servizio nelle flotte di Stati Uniti, Israele, Germania, Grecia e Regno Unito), [[Northrop F-5]] (in servizio nel 1980 nelle flotte di Arabia Saudita, Austria, Bahrein, Botswana, Brasile, Canada, Cile, Corea del Sud, Etiopia, Filippine, Giordania, Grecia, Honduras, India, Iran, Kenya, Libia, Malesia, Norvegia, Pakistan, Paesi Bassi, Singapore, Spagna, Sudan, Svizzera, Thailandia, Taiwan, Tunisia, Turchia, Stati Uniti, Venezuela, Vietnam del Sud e Yemen), [[McDonnell Douglas F-15 Eagle|F-15 Eagle]] (in servizio nelle flotte di Arabia Saudita, Giappone, Israele e Stati Uniti), [[Vought A-7 Corsair II]] (in servizio nelle flotte di Stati Uniti, Grecia, Portogallo e Thailandia). Nessuno degli aerei listati è stato impiegato nelle flotta di Francia, nazione responsabile dell'abbattimento secondo le ipotesi di Francesco Cossiga<ref name="Corriere Cossiga 2007" /> e [[Canal+]].<ref name="repubblica.it">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2016/01/22/news/strage_di_ustica_un_documentario_svela_le_bugie_di_stato_dei_francesi-131783536/|titolo=Strage di Ustica, un documentario svela le bugie di Stato dei francesi|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 gennaio 2016|accesso=24 gennaio 2019|nome=Anais|cognome=Ginori|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419233506/https://www.repubblica.it/esteri/2016/01/22/news/strage_di_ustica_un_documentario_svela_le_bugie_di_stato_dei_francesi-131783536/|urlmorto=no}}</ref> Tuttavia la Francia impiegava il Caccia imbarcato [[Vought F-8 Crusader|Vought F 8 Crusader]] simile all'[[A-7 Corsair II|A7 Corsair II]].
Gli Stati Uniti, interpellati dagli inquirenti, risposero che dopo tanti anni non era loro possibile risalire a date e matricole per stabilire se e quando il serbatoio fosse stato usato in servizio dall'[[United States Air Force|Aviazione]] o dalla [[United States Navy|Marina degli Stati Uniti]].<ref name="Priore 1609" />
Furono interpellate anche le autorità francesi, che risposero di non aver mai acquistato o costruito su licenza serbatoi di quel tipo;<ref name="Priore 1497" /> fornirono inoltre copie dei libri di bordo di quel periodo delle [[portaerei]] della [[Marine nationale]] ''[[Clemenceau (R 98)|Clemenceau]]'' e ''[[Foch (R 99)|Foch]]''.<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Titolo II, Capitolo XIX - ''Gli Stati Uniti d'America'', Paragrafo 20 - ''Conclusioni'', pag. 1510.</ref>
=== Gli oblò del DC-9 ===
Buona parte degli oblò del DC-9, malgrado la presunta esplosione, è rimasta integra; è stato pertanto escluso che, qualora sia realmente avvenuta un'esplosione, essa sia stata causata da una bomba collocata all'interno dell'aereo.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|accesso=28 gennaio 2013|data=14 settembre 1991|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|citazione = Appare evidente che quei finestrini integri sono la prova più consistente che la strage di Ustica è stata causata da un missile con piccola carica esplosiva (fino a 10 chilogrammi), come avevano stabilito i periti Imbimbo, Migliaccio e Lecce nella prima maxiperizia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006234028/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html |urlmorto=no}}</ref>
=== Indagini successive ===
Anche gli inquirenti denunciarono esplicitamente che il sostanziale fallimento delle indagini sarebbe stato dovuto a estesi depistaggi e inquinamenti delle prove, operati da soggetti ed entità molteplici, come riportano i passi introduttivi del procedimento penale nº 527/84 A G. I.
{{Citazione|Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione e comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l'evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tali e tanti e non solo all'interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l'occultamento delle prove e il lancio di sempre nuove ipotesi — questo con il chiaro intento di soffocare l'inchiesta — il raggiungimento della comprensione dei fatti [...] Non può perciò che affermarsi che l'opera di inquinamento è risultata così imponente da non lasciar dubbi sull'ovvia sua finalità: impedire l'accertamento della verità. E che, va pure osservato, non può esserci alcun dubbio sull'esistenza di un legame tra coloro che sono a conoscenza delle cause che provocarono la sciagura ed i soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni.|CAPO 3° ''Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari''. pag. 3.<ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I.; Titolo 2, pag. 29, 185, 186 e successive.</ref>}}
Per questa ipotesi investigativa, assieme alle indagini per la ricerca delle cause si sovrapposero le indagini per provare quegli inquinamenti e quei depistaggi.
=== Tracciati radar ===
Il volo IH870, dal punto di vista del controllo del traffico aereo civile, si trovava nell'area di competenza del Centro regionale di controllo (ACC) di Roma, che si avvaleva (e si avvale tuttora) di personale e impianti ubicati presso l'aeroporto di Ciampino. Parallelamente, lo spazio aereo attraversato dal volo IH870 del DC-9 I-TIGI era sotto la sorveglianza dei radar di difesa aerea gestiti dall'Aeronautica Militare, tra cui quelli dei Centri radar dell'Aeronautica Militare (CRAM) di [[Licola]] (vicino a Napoli) e di Marsala (in Sicilia).
I sistemi radar civili dispongono di capacità di rilevamento dei segnali primari (gli echi radar, dovuti alla riflessione da parte di aeromobili o altri oggetti delle onde radar emesse dall'antenna, che forniscono informazioni sul [[rilevamento polare]] dell'oggetto volante e della sua distanza dall'antenna radar) e secondari (derivanti dall'interrogazione dei [[Transponder code|transponder]] a bordo degli aerei che ne sono dotati, che fornisce un codice identificativo di 4 cifre e l'altitudine) e di apparati di registrazione automatica delle tracce (elaborate con procedimenti informatici) su supporti magnetici digitali. Usualmente, soltanto i segnali secondari vengono presentati sulle ''console'' degli operatori radar civili, mentre i segnali primari non accompagnati dalle informazioni digitali trasmesse dai transponder vengono filtrati, non essendo normalmente di interesse per il controllo del traffico aereo il rilevamento di "oggetti non cooperanti". Sia i dati primari che i dati secondari vengono comunque registrati sugli apparati di registrazione.
Vale poi la pena di ricordare che, prima della diffusione del moderno sistema [[ADS-B]], era compito del controllore di volo associare al [[Transponder code|codice SSR]] (la risposta del transponder, che sono quattro cifre da 0 a 7, per es. 4246) l'identificativo dell'aeromobile (per es. IH870), azione che prende il nome di [[identificazione radar]]. Questo può avvenire, ad esempio, tramite il passaggio tra i vari enti di controllo del traffico, man mano che il volo procede, delle informazioni contenute nelle cosiddette [[Striscia progresso volo|strip]], tra le quali vi è il codice transponder assegnato, oppure tramite la richiesta da parte del controllore al pilota di "identificarsi" ("squawk ident"), che consiste nell'attivare sul transponder il pulsante IDENT, il quale aggiunge temporaneamente un ''flag'' al segnale di ritorno; esso, ricevuto dal sistema radar, mette maggiormente in risalto la traccia rispetto alle altre sulla console dell'operatore.
Nei voli commerciali normalmente il codice transponder viene assegnato quando viene trasmessa al velivolo l'autorizzazione di rotta, prima del decollo, e può essere cambiato solo su specifica richiesta del controllore di volo (eccetto casi di emergenza); tuttavia, essendo appunto tale codice inserito nel transponder dal pilota, è tecnicamente possibile, per quanto non desiderabile, che in volo vi siano più aeromobili con lo stesso codice SSR; la richiesta di attivazione del comando di IDENT è utile anche per differenziare gli eventuali velivoli con codice uguale.
I sistemi radar di difesa aerea dispongono sia di capacità di rilevamento polare (posizione dell'aereo) sia di rilevamento azimutale (per stimare l'altitudine di volo) tramite radar ausiliari detti ''quotametri,'' e all'epoca dell'incidente producevano registrazioni automatiche su supporti magnetici oppure, in mancanza anche temporanea di apparati automatici, operavano in modalità "fonetico-manuale" con la trascrizione dei dati di rotta rilevati su appositi registri cartacei.
Occorre tenere presente che i CRAM dell'Aeronautica Militare erano gestiti tramite il sistema NADGE e pertanto integrati nella rete di difesa aerea NATO, disponendo di capacità di trasmissione, visualizzazione e registrazione dei rilevamenti radar tra i diversi centri della difesa aerea nazionali e alleati.
Tra le tracce radar oggetto di visione, è stata accertata la presenza di tracciati radar di numerose stazioni, civili e militari, nazionali e internazionali.<ref>{{Cita news|nome=Daniele|cognome=Mastrogiacomo|wkautore=Daniele Mastrogiacomo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|titolo=Un terzo centro radar militare vide cadere il DC 9 di Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=1º luglio 1989|p=17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304120031/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/07/01/un-terzo-centro-radar-militare-vide-cadere.html|urlmorto=no}}</ref>
==== Le registrazioni del Centro radar AM di Marsala ====
Il Centro radar AM di Marsala ha rivestito un ruolo importante nella vicenda del DC-9 I-TIGI, trovandosi in posizione particolarmente favorevole per rilevare gli oggetti volanti nel basso mar Tirreno, e a questo centro hanno fatto riferimento gli investigatori giudiziari per cercare di acquisire informazioni sui traffici in volo al momento dell'incidente.
Nonostante la posizione favorevole, e nonostante il volo IH870 fosse stato seguito dagli operatori del CRAM di Marsala nelle fasi di volo livellato fino al momento dell'incidente, le registrazioni nei minuti precedenti e seguenti l'incidente risultarono mancanti in quanto, per una singolare coincidenza, proprio in quei minuti sarebbe iniziata un'esercitazione con traffico sintetico (''Synthetic Air Defense Exercise'' - SynADEx) e, mentre il controllo del traffico era assicurato da operatori alle console che controllavano i segnali reali, la gran parte del personale era impegnato nell'esercitazione e osservava un traffico fittizio, simulato. Al fine di eseguire l'esercitazione SynADEx era necessario montare una bobina di nastro magnetico contenente i dati simulati e proprio in ragione dell'utilizzo dell'unità nastro del sistema computerizzato non era possibile in quei momenti registrare.
Nonostante l'intenso lavoro investigativo, nessun operatore in servizio presso il CRAM di Marsala la sera del 27 giugno 1980 è stato in grado di confermare la propria partecipazione all'esercitazione SynADEx che sarebbe avvenuta in tali momenti.
Al di là della veridicità e della credibilità della ricostruzione effettuata dall'Aeronautica Militare, il dato oggettivo consiste nell'indisponibilità di registrazioni del radar di difesa aerea di Marsala proprio nel momento più importante, per verificare la possibile presenza di traffici che abbiano interferito con il volo del DC-9 I-TIGI.
Durante le indagini si appurò, inoltre, che il registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti del sito radar di [[Marsala]], aveva una pagina strappata nel giorno della perdita del DC-9.<ref name="registroMarsala">{{Cita news|nome=Attilio|cognome=Bolzoni|wkautore=Attilio Bolzoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|titolo=I militari non ricordano e a Marsala resta aperto il giallo del Rad|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=5 novembre 1988|p=10|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304135706/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/11/05/militari-non-ricordano-marsala-resta-aperto.html|urlmorto=no}}</ref> Il [[pubblico ministero]] giunse quindi alla conclusione che fosse stata sottratta la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una diversa versione.
Durante il processo, la difesa contestò questa conclusione e affermò che la pagina mancante non sarebbe stata riferita al giorno della tragedia, ma alla notte tra il 25 e il 26 giugno. L'analisi diretta della Corte concluse che la pagina tra il 25 e il 26 era stata tagliata, come osservato dalla difesa, ma quella che riguarda la sera del 27 giugno era recisa in modo estremamente accurato, così che fosse difficile accorgersene (il particolare era infatti stato omesso all'avvocato difensore). La numerazione delle pagine non aveva invece interruzioni ed era quindi posteriore al taglio. Interrogato a questo proposito, il sergente Muti, l'IC in servizio quella sera a Marsala non fornì alcuna spiegazione («Non so cosa dirle»). La difesa riconobbe in seguito che la pagina del registro dell'IC, cioè del guida caccia Muti in servizio il 27 giugno, era stata effettivamente rimossa dal registro.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|pp. 95, 96, 97}}.</ref>
==== Le registrazioni del Centro radar AM di Licola ====
Il [[22º Gruppo radar|Centro radar di Licola]]<ref name="registoLicola">{{Cita news|nome=Giovanni Maria|cognome=Bellu|wkautore=Giovanni Maria Bellu|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/25/anche-licola-come-marsala-aveva-un-buco.html|titolo=Anche Licola come Marsala aveva un buco nei nastri radar|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=25 ottobre 1989|p=9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215143412/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/25/anche-licola-come-marsala-aveva-un-buco.html|urlmorto=no}}</ref> è il più vicino al punto del disastro. All'epoca era di tipo fonetico-manuale: nella sala operativa del sito le coordinate delle tracce venivano comunicate a voce dagli operatori seduti alle console radar ad altri operatori, che le disegnavano stando in piedi dietro un pannello trasparente. Parallelamente tali dati venivano scritti da altri incaricati sul modello "DA 1". Il "DA 1" del 27 giugno 1980 non fu mai ritrovato.<ref name="provedistrutte">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|titolo=Ustica, le prove distrutte|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/28/ustica-le-prove-distrutte.html|accesso=28 gennaio 2013|data=28 novembre 1989|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=21|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215142044/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/28/ustica-le-prove-distrutte.html |urlmorto=no}}</ref><ref>Procedimento penale n. 527/84 A G. I. TITOLO 2 - L'istruttoria dal 27 luglio 1990 al 31 dicembre 1997.
2.3. La scomparsa del DA1.
«Una complessa ed articolata attività istruttoria e di polizia giudiziaria è stata compiuta al fine di accertare la distruzione ovvero la soppressione del DA1 (registro, lo si ricordi, sul quale l'operatore trascriveva i plottaggi che gli venivano comunicati in cuffia dal "lettore" ed in particolare, orario, vento, posizioni in coordinate polari, direzione, forza, quota e velocità, IFF)».
«Sul DA1 vengono indicati dall'operatore i dati degli avvistamenti radar in azimuth (gradi) e distanza dal sito. Tutte le volte che da parte di Comandi viene richiesta una informativa sugli avvistamenti, viene effettuata la seguente operazione consistente nella trasposizione su una cartina muta delle indicazioni sempre in gradi e distanze dell'avvistamento. Sulla cartina muta sulla quale è indicato il reticolo Georef (una sorta di indicazioni simili a latitudine e longitudine). Il posizionamento in angoli e distanze dei dati radar sulla cartina reticolata dà automaticamente la lettura in Georef. Sono questi dati che vengono rilevati dall'addetto alla compilazione del prospetto dati e indicati nel documento da inviare al richiedente».</ref>
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Il giudice istruttore e la Commissione stragi sono in possesso dei tracciati del radar di [[Aeroporto di Grosseto|Grosseto]]:<ref name="altriradar">{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|titolo=Ustica 4 caccia sulla rotta del DC-9|pubblicazione=la Repubblica|città=Roma|data=1º giugno 1990|p=9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130710171001/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/06/01/ustica-quattro-caccia-sulla-rotta-del-dc9.html|urlmorto=no}}</ref> nelle registrazioni del radar dell'aeroporto di Grosseto si vedono due aerei in volo in direzione nord, sulla rotta del DC-9 Itavia. Due altre tracce di velivoli, provenienti dalla Corsica, giungono sul posto alcuni minuti dopo l'orario stimato di caduta del DC-9 stesso.<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=DC9 Itavia, i misteri di Grosseto|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131215142853/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml |urlmorto=sì}}</ref> I nastri con le registrazioni radar del [[121ª Squadriglia radar remota|centro della difesa aerea di Poggio Ballone]] sarebbero invece spariti: ne rimangono soltanto alcune trasposizioni su carta di poche tracce.<ref name="registrazioniGrosseto">{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Sparite le registrazioni|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/sparite_registrazioni_co_0_92030318672.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/03/DC9_Itavia_misteri_Grosseto_co_0_92030318628.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=3 marzo 1992|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>
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I radar per il [[controllo del traffico aereo]] affidato al [[centro di controllo d'area]] di Roma (con impianti e personale ubicati presso l'aeroporto di Roma-Ciampino e antenne collocate sul litorale laziale nei pressi di Fiumicino) registrarono parte del volo del DC-9 Itavia del 27 giugno 1980, ma nel lasso di tempo intercorso tra le ore 20:58 e le 21:02,<ref name="radarFiumicino" /> solo il secondo dei due sistemi radar attivi (uno a stato solido, di produzione Selenia, e un altro valvolare, di produzione Marconi) registrò riflessi "primari" (gli echi radar dovuti alla riflessione radio sulla superficie esterna dell'aereo) e segnali secondari emessi dal transponder del DC-9 nella zona e al momento del disastro, benché il punto in cui si verificò l'incidente fosse a distanza (dall'antenna) di poco superiore alla portata nominale dell'impianto.
Il DC-9 era infatti diretto a sud a livello di volo FL250 pari a {{Converti|25000|ft|m|lk=on}} con vento a circa 200 km/h da nord-ovest, in posizione intermedia tra l'isola di Ponza e l'isola di Ustica.
Vennero immediatamente evidenziate nelle registrazioni del radar Marconi dell'ACC di Roma due echi primari privi di segnale secondario a ovest della traccia del DC-9 (che volava con prua sud di circa 178°) che potevano essere correlati tra loro a formare una traccia con rotta quasi perpendicolare a quella del DC-9. A questi primi due ''plot'' se ne poteva correlare un terzo che appariva poco dopo più a est, oltre la linea di rotta del DC-9, nei minuti successivi all'interruzione del segnale secondario SSR di I-TIGI (l'etichetta "IH870" scompariva con l'ultima risposta del [[transponder]] alla "battuta" del radar secondario, e da quel momento in poi rimanevano registrati soltanto gli echi o ''plot'' grezzi). Proprio questi tre ''plot'' sono stati considerati dal [[National Transportation Safety Board|National Transportation Safety Board (NTSB)]] statunitense come traccia di un aereo in volo con traiettoria da ovest a est che intersecava ad alta velocità (circa 350 nodi) la rotta del DC-9, senza entrare in collisione con esso e che mostrava un comportamento tipico di un attacco con [[Missile aria-aria|missili aria-aria a guida radar semi-attiva]]. La distanza dell'aereo aggressore dal bersaglio implicava che dovesse esserci una stazione radar di supporto (di superficie, navale o aerotrasportata) in grado di rilevare sia il velivolo da caccia attaccante sia il suo bersaglio, in funzione di ''guidacaccia''.
Anche secondo i periti interpellati dall'associazione dei parenti delle vittime, oltre che i periti della società Itavia, le tracce registrate dal Radar Marconi di Ciampino potevano essere identificate come una manovra d'attacco aereo condotta nei pressi della rotta del DC-9.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/28/sul-dc9-frammenti-sospetti.html|titolo=Sul DC-9 frammenti sospetti|pubblicazione=la Repubblica|città=Bologna|data=28 giugno 1991|p=22|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130506060223/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/28/sul-dc9-frammenti-sospetti.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.museomemoriaustica.it/la-storia/|titolo=La storia|editore=[[Museo per la memoria di Ustica]]|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180424201153/http://www.museomemoriaustica.it/la-storia/|urlmorto=no}}</ref>
Secondo altri analisti si trattava invece di echi spurii, frutto di errori casuali prodotti dal radar, che tuttavia avevano superato la fase di correlazione da parte degli algoritmi software utilizzati per la gestione dei segnali radar.
Altri elementi su cui si sono concentrate le indagini sono i ''plot'' doppi presenti nel tracciato Marconi di Ciampino dopo il disastro, sospettati di essere tracce di altri aerei in volo. Tali plot potrebbero anche essere stati determinati, si è ipotizzato, dalla struttura principale dell'aereo in caduta e da fenomeni di ''[[chaff]]ing'' causati da frammenti, anche se restano i dubbi per i plot a ovest del punto di caduta in quanto sopravvento e quindi difficilmente attribuibili a rottami che cadono nel letto del forte vento di [[maestrale]] (che proviene appunto da nord-ovest e spinge verso sud-est).
==== AWACS ====
In quelle ore
==== Portaerei Saratoga ====
Secondo altre fonti, la ''Saratoga'' non si trovava affatto in rada a Napoli il 27 giugno 1980.<ref>{{Cita news|autore=Franco Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|titolo=Saratoga, la portaerei fantasma|pubblicazione=la Repubblica|città=Napoli|data=14 novembre 1992|p=2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110502055109/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/11/14/saratoga-la-portaerei-fantasma.html|urlmorto=no}}</ref> Brian Sandlin, ex militare della US Navy in forza sulla Saratoga nel 1980, ha confermato nell'intervista rilasciata al giornalista Andrea Purgatori e trasmessa durante la trasmissione televisiva Atlantide del 20 dicembre 2017 che quella sera il comandante della Saratoga informava l'equipaggio che aerei F4 della Saratoga avevano dovuto abbattere due MiG libici che apparentemente si apprestavano ad attaccarli smentendo le dichiarazioni ufficiali a suo tempo rilasciate dal governo americano al giudice Rosario Priore che si occupava del caso, stando alle quali la nave Saratoga quella notte era ancorata in rada a Napoli. Sandlin dichiara, senza elementi, che quella sera la portaerei era al largo, che oltre metà dei caccia era decollato per una prova di forza con la Libia e che due di questi erano rientrati senza armamenti perché avevano sostenuto uno scontro con due MiG libici e li avevano abbattuti. In zona era presente anche la portaerei francese Clemenceau per lo stesso motivo.<ref>{{Cita news|cognome=QuotidianoNet|url=http://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|titolo=Strage di Ustica, militare Usa rivela: "Quella notte la Nato abbatté due Mig libici" - QuotidianoNet|pubblicazione=QuotidianoNet|data=20 dicembre 2017|accesso=21 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171221184559/https://www.quotidiano.net/cronaca/strage-ustica-mig-libico-1.3619101|urlmorto=no}}</ref><ref name="atlantide_la7"/>
D'altronde già durante l'istruttoria Priore la posizione della Saratoga fu ampiamente ricostruita e confermata essere incontrovertibilmente in porto a Napoli.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/21/la-saratoga-era-in-rada.html|titolo='La Saratoga era in rada'|sito=Archivio - la Repubblica.it|autore=Stella Cervasio|data=21 gennaio 1993|accesso=23 aprile 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200501133406/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/21/la-saratoga-era-in-rada.html?refresh_ce|urlmorto=no}}</ref>
==== Civilavia e Centro bolognese ====
Le stazioni radar di Civilavia e di Centro bolognese si occupavano di registrare tutti i voli nazionali
==== Radar russo ====
Nell'aprile del 1993 il generale
=== Il traffico aereo ===
Diversi elementi portarono gli inquirenti
* In generale la zona sud del [[Tirreno]] era utilizzata per esercitazioni [[NATO]].
* Furono inoltre accertate in quel periodo penetrazioni dello spazio aereo italiano da parte di aerei militari libici. Tali azioni erano dovute alla necessità da parte dell'[[Aeronautica Militare Libica|Aeronautica militare libica]] di trasferire i vari aerei da combattimento da e per la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], nelle cui basi<ref>[[Base aerea di Batajnica]] presso la [[vazduhoplovni zavod]] (fabbrica aeroplani) - [[Vazduhoplovni Zavod "Moma Stanojlović"|VZ]] "[[Momčilo Moma Stanojlović|Moma Stanojlović]]".</ref><ref>[[Aeroporto internazionale di Mostar|Aeroporto di Mostar]] presso la fabbrica aeroplani [[SOKO]] della quale la Libia era cliente in quanto in possesso dei modelli [[SOKO G2 Galeb|G2 Galeb]] e [[SOKO J1 Jastreb|J1 Jastreb]].</ref> veniva assicurata la manutenzione ai diversi [[Mikoyan Gurevich|MiG]] e [[Sukhoi]] di fabbricazione sovietica, presenti in gran quantità nell'aviazione del regime guidato dal colonnello [[Muʿammar Gheddafi|Gheddafi]].<ref>Procedimento penale n. 527/84 a G. I.;
* Il governo italiano, fortemente debitore verso il governo libico dal punto di vista economico (non si dimentichi che dal 1º dicembre
* Diverse testimonianze, inoltre, avevano descritto l'area come soggetta a improvvisa comparsa di traffico militare [[Stati Uniti d'America|statunitense]]
* Durante quella sera, tra le ore 20:00 e le 24:00 locali, erano testimoniati diversi voli nell'area da parte di aerei militari non appartenenti all'aeronautica militare italiana: un [[quadrireattore]] [[E-3A Sentry]] (aereo [[AWACS]] o aereo radar), che volava da oltre due ore a 50 km da [[Grosseto]] in direzione nord ovest, un [[North American Sabreline|CT-39G Sabreliner]], un [[jet executive]] militare e vari [[Lockheed P-3 Orion]] ([[aereo da pattugliamento marittimo|pattugliatori marini]]) partiti dalla base di [[NAS Sigonella|Sigonella]], un [[Lockheed C-141 Starlifter]] (quadrireattore da trasporto strategico) in transito lungo la costa tirrenica, diretto a sud.
*
*
* La sera della strage di Ustica,
* Dalla perizia tecnico-radaristica risulta che
==== Intensa attività militare ====
Successivamente, all'inizio dell'agosto 1980, oltre a vari relitti furono ritrovati in mare anche due salvagenti e un casco di volo della marina americana; a settembre, presso [[Messina]], si rinvennero frammenti di aerei bersaglio italiani, che sembrano però risalenti a esercitazioni terminate nel gennaio dello stesso anno.
Questi dati evidenziano che nell'area tirrenica, in quel periodo
==== Due aerei militari italiani danno l'allarme ====
Due [[F-104]] del [[4º Stormo]] dell'
Alle ore 20:24, all'altezza di [[Aeroporto di Firenze-Peretola|Firenze-Peretola]], il biposto con a bordo Naldini e Nutarelli, mentre era ancora in prossimità dell'aereo civile, emise un segnale di allarme generale alla
I significati di tali codici, smentiti o sminuiti di importanza da esperti dell'aeronautica militare italiana
{{citazione|Varie volte è stato dichiarato lo stato di emergenza confermata relativa alla traccia LL464/LG403 sulla base del codice SIF1 73, che all'epoca del disastro veniva usato come indicazione di emergenza. La traccia ha attraversato la traiettoria del volo del DC-9 alle 18:26, ed è stata registrata per l'ultima volta nei pressi della base aerea di Grosseto alle 18:39}}
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==== Il MiG-23 precipitato in Calabria ====
{{vedi anche|Incidente
Il 18 luglio 1980 la carcassa di un [[MiG-23#Varianti|MiG-23MS]]
Il Giudice Istruttore ipotizzò una correlazione del fatto con la caduta del DC-9 Itavia, in quanto furono depositate agli atti delle testimonianze di diversi militari in servizio in quel periodo, tra le quali quelle del caporale Filippo Di Benedetto e dei suoi commilitoni del battaglione "Sila",<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/18/feci-la-sentinella-quel-mig-23.html|titolo=Feci la sentinella a quel MiG-23|pubblicazione=La Repubblica|città=Roma|data=18 novembre 1990|
I sottufficiali Nicola De Giosa e Giulio Linguanti dissero altresì che la fusoliera del MiG era sforacchiata
La perizia eseguita nel corso dell'istruttoria del giudice Vittorio Bucarelli fece bensì emergere elementi che vennero interpretati come coerenti con la tesi che l'aereo fosse precipitato proprio il 18 luglio: dalle testimonianze dei
A gennaio 2016
Tra le testimonianze che datano la caduta del MiG al giorno stesso della strage di Ustica, il 27 giugno, si annovera quella dell'ex caporale Filippo Di Benedetto e alcuni suoi ex commilitoni<ref
=== La tesi della bomba ===
Il giorno dopo il disastro, alle
Circa un mese dopo ci fu la [[strage di Bologna]]. In entrambi i casi, Bologna era la città in cui
La bomba sarebbe stata collocata durante la sosta nell'aeroporto di Bologna, nella toilette posteriore dell'aereo, tuttavia la perizia sulle suppellettili del gabinetto ritrovate ha confermato che la tavoletta del water e il lavandino erano intatti e secondo gli specialisti britannici del Dra di Halstead nessuno dei pezzi della toilette è stato scheggiato da residui di esplosivo.<ref>{{Cita news|cognome=Purgatori|nome=Andrea|wkautore=Andrea Purgatori|titolo=Ustica, perito inglese: depistaggio il missile Contesta le tesi degli altri esperti: c'è molta puzza di disinformazione "Un nesso con la strage di Bologna"|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/12/Ustica_perito_inglese_depistaggio_missile_co_8_9407122121.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=12 luglio 1994|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>
==== I dialoghi registrati ====
Alle 20:58 di quella sera, nella registrazione di un dialogo tra due operatori radar a Marsala, seduti di fronte allo schermo radar, si sentì uno dei due esclamare:
:«[...] Sta' a vedere che quello mette la freccia e sorpassa!»
e poco dopo anche:
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Alle 22:04 a [[aeroporto di Grosseto|Grosseto]] gli operatori radar non si accorsero che il contatto radio con [[aeroporto di Ciampino|Ciampino]] era rimasto aperto e che le loro voci venivano registrate. Nella registrazione si sente:
:«[...] Qui, poi... il governo, quando sono americani...»
e quindi:
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Alle 22:05, a Ciampino, gli operatori, parlando del radar di Siracusa, dissero:
:«[...] Stavano razzolando degli aerei americani... Io stavo pure ipotizzando una collisione in volo.»
:«Sì, o... di un'esplosione in volo!»
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|27 giugno 1980, ore 22:39 locali. Dalla telefonata tra Ciampino e l'ambasciata USA}}
Nel 1991 gli inquirenti entrarono in possesso solo di una piccola parte dei nastri delle comunicazioni telefoniche fatte quella notte e la mattina seguente. La maggior parte di tali nastri è andata perduta, in quanto erano stati riutilizzati sovraincidendo le registrazioni.
Dall'analisi dei dialoghi
Più volte si parlava di aerei americani che "razzolano", di esercitazioni, di collisione ed esplosione, di come ottenere notizie certe al riguardo.
Tutto il personale che partecipava alle telefonate venne identificato tramite riconoscimenti e incrocio di informazioni. Solo dopo il rinvenimento di quei nastri, si ammise per la prima volta di aver contattato l'ambasciata USA o di aver parlato di "traffico americano"; prima era sempre stato negato. Le spiegazioni fornite dagli interessati durante deposizioni e interrogatori contrastano comunque con il contenuto delle registrazioni o con precedenti deposizioni.
* Udienza del 21 febbraio
: PM ― «Furono fatte delle ipotesi sulla perdita del DC-9 in relazione alle quali era necessario contattare l'ambasciata americana?»
: Chiarotti - «Assolutamente no, per quello che mi riguardi <nowiki>[...]</nowiki> La telefonata fu fatta per chiedere se avessero qualche notizia di qualsiasi genere che interessasse il volo dell'Itavia, <nowiki>[...]</nowiki>».
* Udienza del 7 febbraio 2001:
: capitano Grasselli ― «Normalmente chiamavamo l'ambasciata americana per conoscere che fine avevano fatto dei loro aerei di cui perdevamo il contatto. Non penso però che quella sera la telefonata all'ambasciata americana fu fatta per sapere se si erano persi un aereo. Ho ritenuto la telefonata un'iniziativa goliardica in quanto tra i compiti del supervisore non c'è quello di chiamare l'ambasciata <nowiki>[...]</nowiki>».
* Deposizione del 31 gennaio 1992 del colonnello Guidi:
: ― «Ho un ricordo labilissimo anzi inesistente di quella serata. Nessuno in sala operativa parlava di traffico americano, che io ricordi. <nowiki>[...]</nowiki> pensando che l'aeromobile avesse tentato un ammaraggio di fortuna, cercavamo l'aiuto degli americani per ricercare e salvare i superstiti».
Una volta fatta ascoltare in aula la telefonata all'ambasciata, Guidi affermò di non riconoscere la propria voce nella registrazione e ribadì che non ricordava la telefonata.
Nel 1991 affermava:
Nel nastro di una telefonata delle 22
=== Le morti sospette secondo l'inchiesta Priore ===
{{Citazione|La maggior parte dei decessi che molti hanno definito sospetti, di sospetto non hanno alcunché. Nei casi che restano si dovrà approfondire <nowiki>[...]</nowiki> giacché appare sufficientemente certo che coloro che sono morti erano a conoscenza di qualcosa che non è stato mai ufficialmente rivelato e da questo peso sono rimasti schiacciati.|Ordinanza-sentenza Priore, capo 4, pag. 4674}}
Per due dei 12 casi di decessi sospetti permangono indizi di relazione al caso Ustica:<ref>Ordinanza-sentenza Priore,
*
|id=Kp1mAwAAQBAJ
|titolo= Stragi delitti misteri
|nome = Arcangelo
|cognome= Badolati
|wkautore= Arcangelo Badolati
|p=21
|editore=Pellegrini
|anno=2011
|città=Cosenza
|isbn= 978-88-8101-724-9
}}</ref> Dettori confidò con tono concitato alla cognata che «eravamo stati a un passo dalla guerra». Tre giorni dopo telefonò al capitano Mario Ciancarella e disse: «Siamo stati noi a tirarlo giù, capitano, siamo stati noi [...]. Ho paura, capitano, non posso dirle altro al telefono. Qui ci fanno la pelle».<ref>{{cita news|url=http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2013/03/31/news/una-nuova-verita-sulla-fine-di-dettori-1.6795677|nome=Piero|cognome=Mannironi|data=31 marzo 2013|città=Sassari|titolo=Una nuova verità sulla fine di Dettori|pubblicazione=[[La Nuova Sardegna]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419065828/http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2013/03/31/news/una-nuova-verita-sulla-fine-di-dettori-1.6795677}}</ref> Il giudice Priore conclude: «Sui singoli fatti come sulla loro concatenazione non si raggiunge però il grado della prova».
*'''maresciallo Franco Parisi''': trovato impiccato il 21 dicembre 1995, era di turno la mattina del 18 luglio 1980, data del ritrovamento del MiG libico sulla Sila. Proprio riguardo alla vicenda del MiG erano emerse durante il suo primo esame testimoniale palesi contraddizioni; citato a ricomparire in tribunale, muore pochi giorni dopo aver ricevuto la convocazione.
Sui suicidi di Dettori e Parisi, Priore scrive<ref>Ordinanza-sentenza Priore, Capo 4, pagg. 4672.</ref>:
"Entrambi marescialli controllori di sala operativa in Centro radar. Entrambi in servizio, il Dettori con alta probabilità il Parisi con certezza, dinnanzi ai PPI, con funzioni delicatissime, rispettivamente la sera e la notte del 27 giugno e il mattino del 18 luglio. Venuti a conoscenza di fatti diversi dalle ricostruzioni ufficiali, rivelano la loro conoscenza in ambiti strettissimi, ma non al punto tale da non essere percepita da ambienti che li stringono od osteggiano anche in maniera pesante. E così ne restano soffocati. E quindi, anche se non si raggiunge la prova di atti omicidiari, resta che gli atti di costoro, se suicidî, furono determinati da stati psichici di profonde prostrazioni connesse con gli eventi."
Gli altri casi presi in esame dall'inchiesta, sono:
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=== Il rinvio a giudizio ===
Alla luce di queste anomalie inspiegate<ref>
L'ipotesi accusatoria fu che i militari, con una vasta operazione di occultamento delle prove e di depistaggio, avrebbero tentato di nascondere una battaglia tra aerei militari, nel corso della quale il DC-9 sarebbe precipitato.
==== Telefonata anonima a ''Telefono Giallo'' ====
Nel
==== Scontro aereo tra caccia ====
In un articolo dal titolo ''Battaglia aerea poi la tragedia'', pubblicato dal quotidiano [[L'Ora]] il 12 febbraio 1992, il giornalista [[Nino Tilotta]] affermò che l'autore della telefonata sarebbe stato in effetti in servizio allo [[Supreme Headquarters Allied Powers Europe|SHAPE]] di [[Mons]], in [[Belgio]], e che avrebbe detto in trasmissione di essere a Marsala per non farsi riconoscere. Avrebbe rivelato la sua identità rilasciando l'intervista anni dopo essere andato in pensione in quanto, come aveva affermato, non si sentiva più vincolato dall'obbligo di mantenere il [[segreto militare]]. L'articolo parlava di uno scontro aereo avvenuto tra due caccia [[F-14 Tomcat]] della [[US Navy]] e un [[MiG-23]] [[Libia|libico]].
Secondo questa versione, il [[SISMI]] all'epoca comandato dal generale [[Giuseppe Santovito]] avrebbe avvertito gli aviatori libici di un progetto di attaccare sul mar Tirreno l'aereo nel quale Gheddafi andava in Unione Sovietica. Sembra che i progettisti di questa azione di guerra siano da ricercare tra quelli indicati dall'ammiraglio Martini, e cioè tra francesi e americani. In seguito alla spiata del SISMI, l'aereo che trasportava Gheddafi, arrivato su Malta, tornò indietro, mentre altri aerei libici proseguivano la rotta.<ref>{{Cita news|wkautore=Sandra Bonsanti|nome=Sandra|cognome=Bonsanti|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/01/il-sismi-avverti-gli-amici-libici.html|titolo=Il SISMI avvertì gli amici libici|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=1º luglio 1990|p=11|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804173839/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/07/01/il-sismi-avverti-gli-amici-libici.html|urlmorto=no}}</ref>
==== Testimonianze americane ====
Il 25 novembre 1980, John Macidull, un esperto americano del National Transportation Safety Board, analizzò il tracciato radar dell'aeroporto di Fiumicino e si convinse che, al momento del disastro, accanto al DC-9 volava un altro aereo. Macidull disse che il DC-9 era stato colpito da un missile lanciato dal velivolo che era stato rilevato nelle vicinanze, velivolo non identificato in quanto aveva volontariamente spento il dispositivo di riconoscimento (transponder). Tale aereo, secondo Macidull, attraversava la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità, tra 300 e 550 nodi, nello stesso momento in cui si verificava l'incidente al DC-9, ma senza entrare in collisione.<ref name="Macidull">{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/?page_id=7|titolo=Strage di Ustica, 27 giugno 1980 |editore=stragi80.it |accesso=13 novembre 2019|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110618145437/http://www.stragi80.it/?page_id=7 |urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|titolo=Ustica, polemica su De Carolis esperto USA, John Macidull|editore=la Repubblica|città=Roma|data=7 novembre 1989|p=19|pubblicazione=|accesso=27 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222104932/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/07/ustica-polemica-su-de-carolis-esperto.html|urlmorto=no}}</ref>
Il 19 dicembre 2017, Brian Sandlin, all'epoca marinaio statunitense sulla Saratoga, destinata dagli Usa al pattugliamento del Mediterraneo, intervistato nel programma televisivo Atlantide di [[LA7|La7]] racconta che la sera del 27 giugno 1980 assistette al rientro di due aerei disarmati "che sarebbero serviti ad abbattere due MiG libici in volo lungo la traiettoria del DC-9" nel corso di un'operazione [[NATO]] affiancati da una [[portaerei]] britannica e una francese.<ref name="atlantide_la7">{{Cita TV|lingua = it|nome = Andrea|cognome= Purgatori|wkautore = Andrea Purgatori|trasmissione = Atlantide|wktrasmissione = Atlantide - Storie di uomini e di mondi|titolo = Ustica: l'ultimo miglio|canale = LA7|wkcanale = LA7|url = https://www.youtube.com/watch?v=P8jYbIEtCbM|data = 20 dicembre 2017|stagione = 20|episodio =6}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Ilaria|cognome=Sacchettoni|url=http://www.corriere.it/cronache/17_dicembre_19/strage-ustica-militare-usa-due-mig-abbattuti-nostri-caccia-sera-dell-esplosione-df862f9c-e50e-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml?refresh_ce-cp|titolo="Il giorno della strage di Ustica sparammo a due Mig libici"|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=20 dicembre 2017|accesso=20 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171222052731/http://www.corriere.it/cronache/17_dicembre_19/strage-ustica-militare-usa-due-mig-abbattuti-nostri-caccia-sera-dell-esplosione-df862f9c-e50e-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml?refresh_ce-cp|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/strage-ustica-ex-militare-della-us-navy-quella-sera-abbattuti-due-mig-libici-_3113095-201702a.shtml|titolo=Strage Ustica, ex militare della Us Navy: "Quella sera abbattuti due Mig libici"|pubblicazione=[[TGcom24]]|accesso=20 dicembre 2017|data=20 dicembre 2017}}</ref>
==== Testimonianze libiche ====
Nel 1989 l'agenzia di stampa libica Jana preannunciò la costituzione di un comitato supremo d'inchiesta sulla strage di Ustica:
=== La firma falsa del Presidente della Repubblica ===
Mario Ciancarella, ex capitano che indagava sull'incidente aereo, venne
== Il processo
{{vedi anche|Processo della strage di Ustica}}
Il processo sulle cause e sugli autori della strage in realtà non si è mai tenuto in quanto l'istruttoria relativa definì "ignoti gli autori della strage" e concluse con un non luogo a procedere nel 1999. (ref. "L'istruttoria Priore")
Il [[reato]] di [[strage]] non cade comunque in [[prescrizione (diritto)|prescrizione]] per cui, se dovessero emergere nuovi elementi relativi, un eventuale processo potrebbe essere ancora condotto.
Il processo complementare sui fatti di Ustica, per la parte riguardante i reati di depistaggio, imputati a carico di alti ufficiali dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|
=== L'istruttoria Priore ===
Le indagini si conclusero il 31 agosto
«L'inchiesta», si legge nel documento, «è stata ostacolata da reticenze e false testimonianze, sia nell'ambito dell'aeronautica militare italiana
L'ordinanza-sentenza concludeva:
Riga 458 ⟶ 440:
{{citazione|L'incidente al DC-9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC-9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti.}}
=== Il processo in
Il 28 settembre
Dopo 272 udienze e dopo aver ascoltato migliaia tra testimoni, consulenti e periti, il 30 aprile
Anche per molte imputazioni relative ad altri militari dell'Aeronautica
La sentenza non risultò soddisfacente né per gli imputati Bartolucci e Ferri, né per la [[
=== Il processo in
Anche il processo davanti alla
La Corte rilevava infatti che non vi erano prove a sostegno dell'accusa di ''alto tradimento''.
Le analisi condotte nella perizia radaristica Dalle Mese, sono state eseguite con «sistemi del tutto nuovi e sconosciuti nel periodo
=== Il ricorso in
La
Il 10 gennaio
=== Le dichiarazioni di Cossiga: ipotesi francese e nuova inchiesta ===
A ventotto anni dalla strage, la procura di Roma ha deciso di riaprire una nuova inchiesta a seguito delle dichiarazioni rilasciate nel febbraio 2007 da Francesco Cossiga. L'ex
In relazione a ciò, il giudice Priore dichiarò in un'intervista all'emittente francese [[France 2]] che l'ipotesi più accreditata era che ci fosse un elemento militare francese
=== Perizie d'ufficio e consulenze tecniche di parte ===
Volendo fare una breve
# perizie tecnico-scientifiche: necroscopiche, medico-legali, chimiche, foniche, acustiche, di trascrizione, grafiche, metallografico-frattografiche, esplosivistiche, che non sono mai state contestate da alcuna parte. Sono state essenzialmente
#* Stassi, Albano, Magazzù, La Franca, Cantoro, riguardanti le autopsie dei cadaveri ritrovati, durata anni, non s'è mai pienamente conclusa
#* Blasi, riguardante il missile militare che ha colpito l'aereo civile, durata molti anni, è sfociata in spaccature profondissime e mai risolte
#* Misiti, riguardante l'ipotesi bomba, durata più anni, è stata rigettata dal magistrato perché affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderlo inutilizzabile ai fini della ricostruzione della verità
#* Casarosa, Dalle Mese, Held, concernente la caduta del MiG-23
#
#* radaristiche che hanno determinato documenti di parte critici e contrastati, in particolare l'interpretazione dei dati radar ovvero l'assenza o la presenza di altri velivoli all'intorno temporale e spaziale del disastro
#*
=== Le dichiarazioni di Giorgio Napolitano ===
L'8 maggio
Poco tempo dopo, il 26 giugno 2010, in occasione del
Anche in occasione del trentunesimo anniversario della strage, il 27 giugno
=== Il
Il 2 settembre 2014
Sempre nel 2014, stando ad alcune intercettazioni emerse durante le indagini sulla cosiddetta ''[[Mafia Capitale]]'', uno dei boss della cupola mafiosa, [[Massimo Carminati]], anch'esso già membro dei NAR, conversando con un suo collaboratore, avrebbe affermato che
==
{{vedi anche|Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica}}
Il 10 settembre
Il 28 gennaio
Il 28 giugno 2017 un ulteriore ricorso dell'[[avvocatura dello Stato]] è stato rigettato dalla corte d'appello di [[Palermo]], che ha nuovamente additato a causa dell'incidente un atto ostile perpetrato da un aereo militare straniero.<ref>{{Cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/29/strage-di-ustica-stato-condannato-al-risarcimento-laereo-fu-abbattuto-da-un-missile-e-dopo-ci-furono-depistaggi/3696625/|titolo=Strage di Ustica, Stato condannato al risarcimento: "L'aereo fu abbattuto da un missile. E dopo ci furono depistaggi"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=29 giugno 2017|accesso=24 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200322125621/https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/29/strage-di-ustica-stato-condannato-al-risarcimento-laereo-fu-abbattuto-da-un-missile-e-dopo-ci-furono-depistaggi/3696625/|urlmorto=no}}</ref>
Dal punto di vista penale, i procedimenti per [[alto tradimento]] a carico di quattro esponenti dei vertici militari italiani — riguardanti la falsità o l'omissione di comunicazioni a organi di governo e all'[[autorità giudiziaria italiana]] e non l'accertamento delle responsabilità e della causa dell'incidente — si sono conclusi con l'assoluzione dei principali imputati "perché il fatto non sussiste" o per intervenuta prescrizione. Altri procedimenti, a carico di circa 80 militari del personale dell'Aeronautica, si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.<ref>Anteprima limitata:{{Cita libro|titolo =L'ITALIA DEI MISTERI|autore =Antonio Giangrande |url = https://books.google.it/books?id=eKd6DwAAQBAJ&pg=PA173&lpg=PA173&dq=procedimenti+a+carico+di+circa+80+militari+del+personale+dell%27Aeronautica+si+sono+conclusi+con+condanne+per+vari+reati,+tra+i+quali+falso+e+distruzione+di+documenti&source=bl&ots=g8Ra9MGRmQ&sig=ACfU3U15TYshs8J8Fd8hLUFrzEGoHLBp_w&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwidn5HR2eLlAhXQ-6QKHc30A04Q6AEwAHoECBMQAQ#v=onepage&q=procedimenti%20a%20carico%20di%20circa%2080%20militari%20del%20personale%20dell'Aeronautica%20si%20sono%20conclusi%20con%20condanne%20per%20vari%20reati%2C%20tra%20i%20quali%20falso%20e%20distruzione%20di%20documenti&f=false |editore =Independently published (17 novembre 2018) |ISBN =978-1731482594 |accesso =11 novembre 2019|citazione = [...] Altri procedimenti a carico di militari (circa 80) del personale AM si sono conclusi con condanne per vari reati, tra i quali falso e distruzione di documenti.}}</ref>
'''Risarcimento danni all'Itavia e ai suoi dipendenti'''
Aldo Davanzali, anche se formalmente non per motivi direttamente correlati alla sciagura, perse la compagnia aerea Itavia, che cessò di volare e fu posta in amministrazione controllata nel 1980, con i conti in rosso, previa revoca della licenza di operatore aereo: un migliaio di dipendenti restò senza lavoro. Probabilmente, anche l'errata conclusione peritale in merito ai motivi del disastro influì sulla decisione di chiudere la società.<ref>{{Cita news|wkautore=Andrea Purgatori|nome=Andrea|cognome=Purgatori|titolo=Davanzali: dissi che era un atto di guerra, mi incriminarono|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/02/Davanzali_dissi_che_era_atto_co_0_9909026840.shtml|accesso=28 gennaio 2013|data=2 settembre 1999|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|p=3}}</ref> Lo stesso Davanzali chiese allo Stato un risarcimento di {{formatnum:1700}} miliardi di [[lira italiana|lire]] per i danni morali e patrimoniali subìti a seguito della strage di Ustica, nell'aprile 2001. All'Itavia saranno infine corrisposti 108 milioni di euro, a risarcimento delle deficienze dello Stato nel garantire la sicurezza dell'aerovia su cui volava il DC-9.<ref name="risarcimenti">{{Cita web|autore=Cristiano Zepponi|url=http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|titolo=La verità affondò al tramonto Ustica, 27 giugno 1980|editore=In Storia|data=dicembre 2009|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130427054721/http://www.instoria.it/home/ustica_verita.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Il 22 aprile 2020 la corte d'appello di Roma ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti a risarcire alla società di trasporto aereo Itavia 320 milioni di euro, per non aver garantito la sicurezza dei cieli.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|titolo=Ustica, i ministeri della Difesa e dei trasporti condannati a risarcire 330 milioni all'Itavia per non aver garantito la sicurezza dei cieli|data=23 aprile 2020|accesso=1º maggio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200501180316/https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/23/ustica-i-ministeri-della-difesa-e-dei-trasporti-condannati-a-risarcire-330-milioni-allitavia-per-non-aver-garantito-la-sicurezza-dei-cieli/5779756/|urlmorto=no}}</ref>
Mentre l'unico processo penale per la strage di Ustica, dei generali dell'Aeronautica ([[Lamberto Bartolucci (generale)|Lamberto Bartolucci]], [[Franco Ferri (militare)|Franco Ferri]], [[Zeno Tascio]] e [[Corrado Melillo]]), accusati di depistaggio, si è concluso con l'assoluzione definitiva, i procedimenti civili sono giunti alla conclusione che un missile ha centrato l'aereo passeggeri, causandone l'esplosione. Ciò metterebbe sotto accusa l'aeronautica di essere stata incapace di difendere il cielo italiano da attacchi stranieri.
'''Risarcimento recupero carcassa del DC-9'''
La [[Corte dei conti (Italia)|Corte dei conti]] richiese un risarcimento di 27 miliardi di lire a militari e personaggi coinvolti, come compenso per il recupero della carcassa del DC-9<ref name="risarcimenti" />.
'''Risarcimento vittime'''
La corte di cassazione, il 28 gennaio 2013, ha riconosciuto un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai familiari di quattro vittime della strage di Ustica.<ref name="risarcimento">{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2014/9-ottobre-2014/ustica-risarcimento-familiari-vittime-ministeri-condannati-pagare-5-milioni-mezzo-230311535322.shtml|titolo=Ustica, 5 milioni e mezzo a familiari vittime|editore=[[Corriere del Mezzogiorno]]|data=9 ottobre 2014|accesso=14 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141011231507/http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2014/9-ottobre-2014/ustica-risarcimento-familiari-vittime-ministeri-condannati-pagare-5-milioni-mezzo-230311535322.shtml |urlmorto=sì}}</ref><br />
Il giudice di Palermo, il 9 ottobre 2014, ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti, a rimborsare le spese di giudizio e a risarcire con {{formatnum:5637199}} euro, 14 familiari o eredi, di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica.<ref name="risarcimento" />
Il 10 luglio 2017 la prima sezione civile della corte d'appello di Palermo ha condannato il Ministero della difesa e il Ministero dei trasporti a risarcire 45 familiari di alcune delle 81 vittime della strage di Ustica per complessivi 55 milioni di euro.<ref>{{cita testo|url=http://www.lastampa.it/2017/07/10/italia/cronache/ustica-altre-tre-condanne-in-appello-per-lo-stato-0VpkTNGrUnGWCQJO7ywhSM/pagina.html|titolo=''Ustica: altre tre condanne in appello per lo Stato''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170710155944/http://www.lastampa.it/2017/07/10/italia/cronache/ustica-altre-tre-condanne-in-appello-per-lo-stato-0VpkTNGrUnGWCQJO7ywhSM/pagina.html }}. La Stampa. Cronaca. 10 luglio 2017.</ref> La sentenza s'inscrive nella ricostruzione della dinamica dei fatti inerente all'atto ostile perpetrato da un velivolo terzo: secondo i giudici, i dicasteri non avrebbero attuato le "opportune reazioni" atte a consentire l'intercettazione del velivolo ostile e la garanzia della sicurezza delle rotte civili sopra il mar Tirreno. La corte indica inoltre nuovamente la sussistenza di un depistaggio delle indagini.<ref>{{Cita web|url=http://www.palermotoday.it/cronaca/strage-ustica-ministeri-difesa-trasporti-condannati-risarcimento.html |titolo= Strage di Ustica, nuova condanna per lo Stato: risarcimento agli eredi delle vittime|editore=PalermoToday|data=10 luglio 2017|accesso=17 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190813041741/http://www.palermotoday.it/cronaca/strage-ustica-ministeri-difesa-trasporti-condannati-risarcimento.html |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2017/07/10/ustica-altre-3-sentenze-condannano-lo-stato-risarcimenti-ai-familiari-delle-vittime-6aeadfba-88ad-4802-bf6e-8a0b6ef263df/|titolo=Ustica, altre tre sentenze condannano lo Stato: risarcimenti ai familiari delle vittime|editore= [[Giornale di Sicilia]]|data=10 luglio 2017|accesso=17 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191117160952/https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2017/07/10/ustica-altre-3-sentenze-condannano-lo-stato-risarcimenti-ai-familiari-delle-vittime-6aeadfba-88ad-4802-bf6e-8a0b6ef263df/|urlmorto=no}}</ref>
Per altri quattro processi civili, avviati in parallelo con quelli di cui sopra e patrocinati dagli avvocati Alfredo Galasso e Daniele Osnato, la corte d'appello di Palermo ha confermato sia il depistaggio attuato dai dipendenti dei Ministeri difesa e trasporti le cui posizioni invece erano state archiviate in sede penale per prescrizione di reato. La corte d'appello ha anche accertato la responsabilità dello Stato italiano per non avere garantito la sicurezza del volo civile, condannandolo per concorso colposo nel disastro aviatorio. I Ministeri non hanno impugnato in cassazione, prestando acquiescenza. I Ministeri, però, non pagheranno buona parte dei risarcimenti, ritenendo di potere compensarli con le indennità mensili che nel frattempo erano stati riconosciuti ai parenti delle vittime essendo stati equiparati alle vittime di atti terroristici. La compensazione ha riguardato i ratei mensili spettanti sino al compimento del 75º anno di età, con il risultato che i figli delle vittime della strage, essendo ancora adesso giovani, non hanno percepito alcuna somma e non percepiranno alcun risarcimento. Qualora dovessero morire prima del 75º anno di età, il risarcimento non pagato potrà essere richiesto dai loro eventuali eredi.
== L'intervento della ''Commissione Stragi'' ==
Nel 1989 la [[Commissione stragi]], istituita l'anno precedente e presieduta dal senatore [[Libero Gualtieri]], deliberò di inserire tra le proprie competenze anche le indagini relative all'incidente di Ustica, che da quel momento divenne pertanto, a tutti gli effetti, la s''trage di Ustica''.
L'attività istruttoria della Commissione determinò la contestazione di reati a numerosi militari in servizio presso i centri radar di [[Marsala]] e [[Licola]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/16/davanti-al-giudice-sedici-militari-indiziati-per.html|titolo=Davanti al giudice i 16 militari indiziati per Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 giugno 1989|p=20|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419050148/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/16/davanti-al-giudice-sedici-militari-indiziati-per.html|urlmorto=no}}</ref>
Per undici anni i lavori si susseguirono, interessando i vari governi del tempo e le autorità militari. Come riportato esplicitamente nelle considerazioni preliminari dell'inchiesta del giudice Priore,<ref>Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. CAPO 3° Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari. pag. 3.</ref><ref>{{Google books
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}}</ref> sin dalle prime fasi gli inquirenti mossero accuse di scarsa collaborazione e trasparenza da parte di, come definito: «soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni». Venne coniato il termine ''muro di gomma'', divenuto poi il termine utilizzato per descrivere il comportamento delle istituzioni nei confronti delle ricostruzioni che attribuivano la causa del disastro aereo di Ustica a un'azione militare. Dopo cinque mesi, infatti, venne presentata una secca ed essenziale ricostruzione da parte dei due esperti Rana e Macidull, che affermavano con certezza che si era di fronte a un abbattimento causato da un missile. La ricostruzione non venne presa in seria considerazione dal governo presieduto dall'onorevole [[Francesco Cossiga]], che assunse un orientamento diverso e non fu disposto a modificarlo. Il presidente della società Itavia, Aldo Davanzali, per aver condiviso la tesi del missile, fu indiziato del reato di diffusione di notizie atte a turbare l'ordine pubblico, su iniziativa del giudice romano Santacroce a cui era affidata l'inchiesta sul disastro.
L'ex ministro [[Rino Formica]], ascoltato dalla Commissione, dichiarò di ritenere verosimile l'ipotesi di un missile, già da lui sostenuta in un'intervista all{{'}}''[[l'Espresso|Espresso]]'' del 1988: a suo dire, a convincerlo tempestivamente che il DC-9 era stato abbattuto da un missile era stato il generale [[Saverio Rana]], presidente del [[Registro Aeronautico]], il quale all'indomani della sciagura, dopo un primo esame dei dati radar, avrebbe detto al ministro dei trasporti che l'aereo dell'Itavia era stato attaccato da un caccia e abbattuto con un missile. Per Formica, il generale Rana — nel frattempo morto per tumore — era «un compagno, un amico» nel quale aveva piena fiducia.<ref name="caprara2010">{{Cita news|url=https://www.corriere.it/cronache/10_giugno_28/caprara-ustica-un-missile-su-aereo_996665be-8287-11df-9406-00144f02aabe.shtml|titolo=«Ustica, un missile sull'aereo. Me lo disse subito un generale»|nome=Maurizio|cognome=Caprara|data=28 giugno 2010|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170408015756/https://www.corriere.it/cronache/10_giugno_28/caprara-ustica-un-missile-su-aereo_996665be-8287-11df-9406-00144f02aabe.shtml}}</ref> In seguito all'intervista all{{'}}''Espresso'', interrogato dalla commissione parlamentare sulle stragi, Formica disse di aver parlato dopo l'incidente solo col ministro della difesa [[Lelio Lagorio]] delle informazioni avute da Rana, anche se non era andato oltre, trattandosi ''non di certezze'' ma di ''opinioni e intuizioni''; ma Lagorio, il 6 luglio 1989, davanti alla stessa commissione, nel confermare che Formica gli parlò del missile, commentò: «Mi parve una di quelle improvvise folgorazioni immaginifiche e fantastiche per cui il mio caro amico Formica è famoso».<ref name="caprara2010"/>
== Le ipotesi principali ==
Le principali ipotesi sulle quali gli inquirenti — sia in sede giudiziaria sia in sede amministrativa — hanno indagato sono che il volo:<ref>{{Cita news|nome=Stefano|cognome=Rodotà|wkautore=Stefano Rodotà|titolo=E ora chiarezza sull'esplosione e sulle omissioni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/08/ora-chiarezza-sull-esplosione-sulle-omissioni.html|accesso=28 gennaio 2013|data=8 maggio 1988|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304220236/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/08/ora-chiarezza-sull-esplosione-sulle-omissioni.html |urlmorto=no}}</ref>
* sarebbe stato abbattuto da un [[missile aria-aria]] lanciato da un aereo militare
* sarebbe entrato in collisione (o in semicollisione) con un aereo militare
* sarebbe precipitato a causa di un cedimento strutturale
* sarebbe precipitato in seguito all'esplosione di una [[bomba]] a bordo<ref>{{Cita news|nome=Franco|cognome=Scottoni|titolo=Ustica, cancellata l'ipotesi bomba|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/01/ustica-cancellata-ipotesi-bomba.html|accesso=28 gennaio 2013|data=1º dicembre 1994|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|p=21|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190804164311/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/01/ustica-cancellata-ipotesi-bomba.html|urlmorto=no}}</ref>
A partire dalla succitata prima ipotesi, negli anni si è affermata la tesi che in zona vi fosse un'intensa attività aerea internazionale: sebbene dagli enti militari, nazionali e alleati, sino ai primi anni novanta non fosse mai giunta alcuna conferma di tali attività (che pure è stato ipotizzato possano essere state occultate<ref name="bugieAeronautica" />), né sul relitto sia mai stato trovato alcun frammento di missile, ma soltanto tracce di esplosivo, si sarebbe determinato uno scenario di guerra aerea, nel quale il DC-9 Itavia si sarebbe trovato per puro caso mentre era in volo livellato sulla rotta Bologna-Palermo.<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/pm/RequisitoriePm.pdf|titolo=Requisitorie del pubblico ministero nel procedimento NR. 266/90A P.M. E 527/84A G.I. a carico di ignoti imputati|editore=Procura di Roma|formato=PDF|accesso=13 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150428201638/https://www.stragi80.it/documenti/pm/RequisitoriePm.pdf |urlmorto=no}}</ref>
Testimonianze emerse nel 2013 confermerebbero la presenza di aerei da guerra<ref>{{Cita news|wkautore=Federica Angeli|nome=Federica|cognome=Angeli|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/testimone_ustica-55770712/|titolo=Ustica, spunta un nuovo supertestimone: "Navi da guerra in azione la sera della strage"|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Roma|data=2 aprile 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130531052547/https://www.repubblica.it/cronaca/2013/04/02/news/testimone_ustica-55770712/ |urlmorto=no}}</ref> e navi portaerei.<ref>{{Cita news|autore=Salvatore Maria Righi|url=http://www.unita.it/italia/ustica-spunta-altro-testimone-br-vide-la-portaerei-1.494923|titolo=Ustica, spunta altro testimone: quella notte vide la portaerei...|pubblicazione=[[L'Unità]]|data=16 aprile 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130420112728/http://www.unita.it/italia/ustica-spunta-altro-testimone-br-vide-la-portaerei-1.494923}}</ref> L'occultamento<ref name="bugieAeronautica" /><ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf|titolo=''Gli inquinamenti''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924110815/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo3-inquina.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4533.</ref> e la distruzione<ref name="provedistrutte" /><ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''La distruzione delle prove''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4592.</ref> di alcuni registri (Marsala,<ref name="registroMarsala" /> Licola<ref name="registoLicola" /> e Grosseto<ref name="registrazioniGrosseto" />) e di alcuni nastri radar (Marsala e Grosseto) che registrarono il tracciato del volo DC-9 IH870, a fronte delle prove prodotte da altri analoghi registri e nastri non occultabili e non distrutti (Ciampino,<ref name="radarFiumicino" /> satellite russo<ref name="registrazioneRussa" />), vengono portati a sostegno di tale ipotesi.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''Le conclusioni per effetto delle perizie''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4944.</ref>
Da testimonianze risulta che se il disastro avesse avuto cause chiare (difetto strutturale o bomba) non sarebbe stato necessario occultare e distruggere prove di primaria importanza sul volo, come è stato stabilito dalle conclusioni della sentenza nel procedimento penale nº 527/84 A G. I.<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf|titolo=''L'opposizione della reticenza assoluta''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123143547/http://www.stragi80.it/documenti/gi/capo7-fine.pdf }}. Sentenza-ordinanza e le conclusioni del Giudice Istruttore, Rosario Priore, nel Procedimento Penale Nr. 527/84 A G.I. pagina 4958.</ref> I dati di volo distrutti e recuperati da altre fonti nazionali e internazionali<ref name="bugieAeronautica">{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/la-notte-in-cui-laeronautica-menti/|titolo=Strage di Ustica, ecco i pezzi mancanti e tutte le bugie dell'Aeronautica|autore=Fabrizio Colarieti|editore=stragi80.it|data= 27 giugno 2012|accesso=12 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180712035054/https://www.stragi80.it/la-notte-in-cui-laeronautica-menti/|urlmorto=no}}</ref> e l'allarme generale della difesa aerea lanciato da due piloti dell'aeronautica militare italiana potrebbero confermare la tesi accusatoria, secondo la quale l'aereo DC-9 Itavia del volo IH870, attorno al quale volavano almeno tre aerei dei quali uno a velocità supersonica,<ref>{{Cita web|url=https://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf |titolo=Procedimento Penale n°. 527/84A G.I. |autore1=Franco Algostino|autore2=Mario Pent|autore3=Mario Vadacchino|editore=Tribunale Penale di Roma Ufficio Istruzione - Sezione 1a Stralcio |data=19 marzo 1999|p=37|formato=PDF|accesso=13 novembre 2019|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111123060627/https://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf |urlmorto=no}}</ref> sia stato abbattuto<ref>{{cita testo|url=http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf|titolo=''Gli indizi di esplosione''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111123060627/http://www.stragi80.it/documenti/ricostruzioni/Polito_99.pdf }}. Ricostruzione dei fatti avvenuti la sera del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica. 1999. pagina 44-52.</ref> da un aereo che volava a velocità supersonica.<ref name="radarFiumicino">{{Cita web|url=http://www.stragi80.it/?page_id=22|autore=|titolo=Il tracciato radar di Fiumicino del 27 giugno 1980 (dalle ore 20,58 alle 21,02)|editore=stragi80.it|data=|accesso=28 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160213211250/https://www.stragi80.it/tracciato/ |urlmorto=no}}</ref>
La tesi era emersa già nel novembre 1980 dal rapporto tecnico del [[National Transportation Safety Board]], ente federale americano per la sicurezza dei trasporti. L'NTSB è particolarmente autorevole a livello mondiale per l'analisi degli incidenti aerei anche in considerazione del suo coinvolgimento, in base alle procedure previste dall'[[Organizzazione internazionale dell'aviazione civile|International Civil Aviation Organization]] (ICAO) per le investigazioni sugli incidenti aerei, in tutti i casi che coinvolgano su scala mondiale velivoli di produzione americana. Il rapporto NTSB, redatto con il contributo principale dell'analista John Macidull<ref name="Macidull" />, fu trasmesso alla Commissione Ministeriale d'inchiesta tecnica formale nominata dal [[Ministero dei trasporti|ministro dei trasporti]] [[Rino Formica]] e presieduta da Carlo Luzzatti, direttore dell'[[Aeroporto di Alghero-Fertilia|aeroporto di Alghero]], che sulla base delle informazioni ricevute fu in grado di elaborare una pre-relazione già nel dicembre 1980 e di ultimare poi i lavori con la relazione conclusiva del 16 marzo 1982.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|anno=1982|titolo=Relazione della Commissione d'inchiesta tecnica formale incivolo a/m DC9 I-TIGI - Giorno 27 giugno 1980|pp=41-42|url=https://www.stragi80.it/documenti/Luzzatti/Luzzatti.pdf}}</ref>
Si leggeva infatti alle pagine 41–42 della relazione della Commissione "Luzzatti" che:
{{q|l'NTSB, analizzando le informazioni radar disponibili, è giunto alle seguenti conclusioni:
# un oggetto volante non identificato ha attraversato la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità e circa allo stesso momento dell'incidente
# l'a/m I-TIGI non è, comunque, entrato in collisione con tale oggetto
Si fa notare che l'NTSB basa la traccia dell'oggetto sconosciuto sulla correlazione di soli 3 plots, situati a ovest della rotta dell'I-TIGI.
Inoltre, l'ente americano considera significativa l'esistenza della traccia veloce relativa alla 1ª ipotesi della relazione Selenia.
A tal proposito, la stessa Selenia aveva accennato alla possibilità di correlare i due plots a ovest della rotta dell'I-TIGI con la traccia in questione.}}
La Magistratura italiana ha condotto un'attività di indagine durata decenni, con cospicue cartelle di atti: al processo di primo grado si giunse con due milioni di pagine di istruttoria, 4 000 testimoni, 115 perizie, un'ottantina di rogatorie internazionali e 300 miliardi di lire di sole spese processuali<ref>{{Google books
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}}</ref> e quasi trecento udienze.<ref>{{Cita|Amelio-Benedetti, 2005|p. 102}}.</ref>
Le indagini giudiziarie vennero avviate immediatamente dal sostituto procuratore della procura della Repubblica di Palermo dott. Aldo Guarino. Aprirono poi un procedimento anche le [[Procura della Repubblica|procure]] di Roma e Bologna, ma l'inchiesta fu trasferita presso la procura di Roma in considerazione del fatto che l'aeroplano I-TIGI avesse la propria base di abituale ricovero presso l'aeroporto di Roma-Ciampino e che si considerasse in quel momento come tesi prevalente che l'aereo fosse precipitato per un cedimento strutturale dovuto alla cattiva manutenzione, quindi con possibile responsabilità del vettore. Il 10 dicembre 1980 la Itavia interruppe l'attività, mentre ai dipendenti non veniva più corrisposto lo stipendio e il Ministero dei trasporti, dopo due giorni, su rinuncia della compagnia, revocò le concessioni per l'esercizio dell'attività di trasporto passeggeri di linea.<ref>{{Cita web||titolo=Sciagura aerea del 27 giugno 1980|nome=Vincenzo Ruggero|cognome=Manca|wkautore=Vincenzo Ruggero Manca|nome2=Alfredo|cognome2=Mantica|wkautore2=Alfredo Mantica|nome3=Vincenzo|cognome3=Fragalà|wkautore3=Enzo Fragalà|nome4=Marco|cognome4=Taradash|wkautore4=Marco Taradash|url=https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/minoranza.pdf|data=28 giugno 2000|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160317034037/https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/minoranza.pdf|urlmorto = no|pp=378,399}}</ref>
Dal 1982 l'indagine divenne di esclusiva competenza della Magistratura, nella persona del [[giudice istruttore]] di Roma Vittorio Bucarelli. La ricerca delle cause dell'incidente, nei primi anni e senza disporre del relitto, non permise di raggiungere dati sufficientemente attendibili.
=== Altre ipotesi ===
Nel 1994, nel libro di [[Claudio Gatti]] "Il quinto scenario" pubblicato da [[Rizzoli]], l'autore espose la pista israeliana, con il DC-9 che era divenuto bersaglio di un missile lanciato da un caccia israeliano, con l'intenzione di colpire l'aereo di linea con a bordo gli 81 passeggeri poiché scambiato per errore con un aereo francese con un carico di plutonio sulla rotta Marsiglia-Baghdad, a causa di una errata raccolta delle informazioni relative al volo da parte dei servizi israeliani.<ref>{{Cita libro|nome=Claudio|cognome=Gatti|wkautore=Claudio Gatti|nome2=Gail|cognome2=Hammer|titolo=Il quinto scenario|editore=Rizzoli|anno=1994|città=Milano|isbn=88-17-84317-2}}</ref>
Altre ipotesi, tuttavia meno accreditate e, alla prova dei fatti, rivelatesi inconsistenti, parlano di cedimento strutturale o di [[attentato terroristico]] (un ordigno esplosivo di cui è stata ipotizzata la collocazione a bordo in varie posizioni, per ultimo nella [[toilette]] del velivolo). Quest'ultima ipotesi appare in forte contrasto sia con la scoperta di varie parti integre della [[fusoliera]], quali vani carrelli e bagagliaio e perfino il sedile del WC della toilette, risultato intatto, che suggerivano che non vi fosse stata alcuna esplosione interna,<ref>{{Cita news|nome=Franco|cognome=Scottoni|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|titolo=Dagli oblò la prova: fu un missile|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 settembre 1991|accesso=12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171213010656/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/14/dagli-oblo-la-prova-fu-un-missile.html|urlmorto=no}}</ref> sia con la accertata presenza di sostanze esplosive come il T4 e il TNT compresenti su alcuni rottami e suppellettili recuperate e perciò indicativa — per la delicatezza della lavorazione congiunta delle due sostanze — di un ordigno esplosivo di fabbricazione industriale e non artigianale.
== Elenco delle vittime ==
I membri dell'equipaggio sono indicati con un asterisco.<ref>
{{div col}}
* Andres Cinzia (24)
* Andres Luigi (32)
* Baiamonte Francesco (55)
*
* Bonfietti Alberto (37)
* Bosco Alberto (41)
Riga 541 ⟶ 609:
* Cammarata Giuseppe (19)
* Campanini Arnaldo (45)
*
* Cappellini Antonella (57)
* Cerami Giovanni (34)
* Croce Maria Grazia (40)
Riga 549 ⟶ 617:
* D'Alfonso Sebastiano (4)
* Davì Michele (45)
* De Cicco Giuseppe Calogero (28)
* De Dominicis Rosa (Allieva
* De Lisi Elvira (37)
* Di Natale Francesco (2)
* Diodato Antonella (7)
* Diodato Giuseppe (1)
* Diodato Vincenzo (10)
* Filippi Giacomo (47)
* Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32)'''*'''
* Fontana Vito (25)
* Fullone Carmela (17)
* Fullone Rosario (49)
* Gallo Vito (25)
* Gatti Domenico (Comandante
* Gherardi Guelfo (59)
* Greco Antonino (23)
* Gruber Berta (55)
* Guarano Andrea (37)
* Guardì Vincenzo (26)
* Guerino Giacomo (19)
* Guerra Graziella (27)
* Guzzo Rita (30)
* Lachina Giuseppe (58)
* La Rocca Gaetano (39)
* Licata Paolo (71)
* Liotta Maria Rosaria (24)
* Lupo Francesca (17)
* Lupo Giovanna (32)
* Manitta Giuseppe (54)
* Marchese Claudio (23)
* Marfisi Daniela (10)
* Marfisi Tiziana (5)
* Mazzel Rita Giovanna (37)
* Mazzel Erta Dora Erica (48)
* Mignani Maria Assunta (30)
* Molteni Annino (59)
* Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39)'''*'''
* Norrito Guglielmo (37)
* Ongari Lorenzo (23)
* Papi Paola (39)
* Parisi Alessandra (5)
* Parrinello Carlo (43)
* Parrinello Francesca (49)
* Pellicciani Anna Paola (44)
* Pinocchio Antonella (23)
* Pinocchio Giovanni (13)
* Prestileo Gaetano (36)
* Reina Andrea (34)
* Reina Giulia (51)
* Ronchini Costanzo (34)
* Siracusa Marianna (61)
* Speciale Maria Elena (55)
* Superchi Giuliana (11)
* Torres Pierantonio (32)
* Tripiciano Giulia Maria Concetta (44)
* Ugolini Pierpaolo (33)
* Valentini Daniela (29)
* Valenza Giuseppe (33)
* Venturi Massimo (31)
* Volanti Marco (26)
* Volpe Maria (48)
* Zanetti Alessandro (8)
* Zanetti Emanuele (39)
* Zanetti Nicola (6)
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== Commemorazioni ==
{{vedi anche|Museo per la memoria di Ustica}}
Il 27 giugno 2007, ventisettesimo anniversario della strage, fu aperto a [[Bologna]] il museo per la memoria di Ustica, sito in via di Saliceto 3/22,<ref>{{Cita web|url=https://www.museomemoriaustica.it/il-museo/ |titolo=Museo per la Memoria di Ustica (Via di Saliceto, 3/22 – Bologna)|autore=|editore=|data=|accesso=11 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190614132935/https://www.museomemoriaustica.it/il-museo/ |urlmorto=no}}</ref> presso gli ex magazzini dell'[[ATC (Bologna)|ATC]], ove è tuttora conservato l'aereo così come fu ricostruito durante le indagini.
L'artista francese [[Christian Boltanski]] ha creato intorno alla carcassa un'[[Installazione (arte)|installazione]] composta da 81 lampadine flebilmente pulsanti sospese sui resti dell'aereo (a metafora del battito dei cuori delle vittime) e da 81 specchi neri, posti accanto alla passerella ove transitano i visitatori, inclinati verso l'aereo, i quali, oltre a ricordare gli oblò del DC-9, riflettono il viso degli spettatori oscurandolo, ricordando la notte della tragedia.
Dietro ciascuno specchio è posizionato un altoparlante che diffonde la registrazione sonora di una frase che esprime un semplice pensiero/preoccupazione, volendo rappresentare ciascuno dei passeggeri del velivolo; le voci che recitano le frasi sono state attentamente scelte in base all'età, alla provenienza e alle caratteristiche fisiche delle vittime.
Tutti gli oggetti ritrovati nei pressi dell'aereo sono conservati in alcune casse di legno rivestite di plastica nera, poiché, come Boltanski sottolinea, non sono considerati particolari importanti per il ricordo che il museo vuole lasciare ai visitatori.
[[File:Museo per la memoria di Ustica 2.png|thumb|I resti del DC-9 all'interno del museo]]
Ai visitatori viene consegnato un piccolo libro con le foto degli oggetti e un [[Pieghevole|dépliant]] che riassume i fatti sulla strage di Ustica.<ref>{{Cita news|url=http://static.repubblica.it/bologna/DepliantUstica.pdf|formato=pdf|titolo=Depliant Ustica|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bologna|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180204070806/http://static.repubblica.it/bologna/DepliantUstica.pdf |urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita video|nome=Lorenzo Maria|cognome=Falco|nome2=Micol Lavinia|cognome2=Lundari|url=https://bologna.repubblica.it/multimedia/home/6639363|titolo=Il ricordo di Ustica, ventinove anni dopo|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|città=Bologna|data=26 giugno 2009|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102011436/https://bologna.repubblica.it/multimedia/home/6639363|urlmorto=no}}</ref>
== Nell'arte ==
=== Cinema ===
* ''[[Il muro di gomma]]'', regia di [[Marco Risi]] (
* ''[[Ustica
* ''[[Sopra e sotto il tavolo]]'', regia di [[Gianluca Cerasola]] e [[Giampiero Marrazzo]] (
* ''[[Ustica (film)|Ustica]]'', regia di [[Renzo Martinelli]] (
=== Televisione ===
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Corrado|cognome = Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono giallo|wktrasmissione = Telefono giallo|titolo = Il giallo di Ustica|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 6 maggio 1988}}
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Corrado|cognome = Augias|wkautore = Corrado Augias|trasmissione = Telefono giallo|wktrasmissione = Telefono giallo|titolo = Ustica - Speciale Telefono Giallo |canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 10 ottobre 1991}}
* ''[[I-TIGI Canto per Ustica]]'', scritto da [[Daniele Del Giudice]] e [[Marco Paolini]], con Marco Paolini e il Quartetto vocale [[Giovanna Marini]] ([[DVD]], 150 minuti, con allegato il libro ''Quaderno dei Tigi''), [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Stile Libero/Video, 2001.
* {{Cita TV|lingua = it|nome = Carlo|cognome = Lucarelli|wkautore = Carlo Lucarelli|trasmissione = Blu notte - Misteri italiani|wktrasmissione = Blu notte - Misteri italiani|titolo = La strage di Ustica|stagione = 5|episodio = 02|canale = Rai 3|wkcanale = Rai 3|data = 5 gennaio 2003}}
* ''[[
* ''[[In onda|In onda - Speciale - Ustica - Tragedia nei cieli]]'', condotto da [[Luisella Costamagna]] e [[Luca Telese]], [[LA7]], 28 giugno 2010.
* {{Cita TV|lingua=it|autore=Giovanni Minoli|wkautore=Giovanni Minoli|trasmissione=La storia siamo noi|wktrasmissione=La storia siamo noi|titolo=Ustica - La verità negata|canale=Rai 3|wkcanale=Rai 3|url=https://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fb2664df-edc0-4862-98ba-fa1747b0d043.html|data=27 giugno 2011}}
* {{Cita TV|lingua=|trasmissione=Indagini ad alta quota|wktrasmissione=Indagini ad alta quota|titolo=Ustica: una tragedia italiana|stagione=13|episodio=7|canale=Discovery|wkcanale=Discovery Channel (Canada)|data=20 gennaio 2014}}
* [[Paolo Mieli]], [https://www.raiplay.it/programmi/ustica-veritasenzanomi-lagrandestoria Ustica-verità senza nomi], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 2019.
* {{Cita TV|nome=Andrea|cognome=Purgatori|wkautore=Andrea Purgatori|trasmissione=Atlantide|wktrasmissione=Atlantide - Storie di uomini e di mondi|titolo=Ustica, 40 Anni di Bugie|episodio|canale=LA7|wkcanale=LA7|data=24 giugno 2020}}
* [[Franco Di Mare]], [https://www.raiplay.it/programmi/voloitavia870 Volo Itavia 870], [[Rai 3|RAI 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 2020.
* ''Il V Scenario'' servizio di Luca Chianca, in onda in [[prima visione]] su [[Raitre]] domenica 26 maggio 2024 in seconda serata, nella rubrica ''Report Plus'' all'interno di [[Report]], condotto da [[Sigfrido Ranucci]]<ref>servizio disponibile su ''[[RaiPlay]]'' all'interno della sezione dedicata a ''Report'' [https://www.raiplay.it/video/2024/05/Il-V-scenario---Report-26052024-8ca27ebb-bafe-4580-9d3c-3ca4972cf0d4.html].</ref>.
* [[Massimo Giletti]], [https://www.raiplay.it/video/2024/06/Speciale-Ustica-una-breccia-nel-muro-25062024-1ad57728-e4b1-45e9-a58a-784b94f1391c.html Ustica una breccia nel muro], [[Rai 3]], [[RaiPlay|Rai Play]], 25 giugno 2024.
=== Musica ===
* ''Ustica'' ([[Flavio Giurato]], Il manuale del cantautore 2002 / 2007)
* ''Ballata di Ustica'' ([[Giovanna Marini]])
* ''Brescia Bologna Ustica'' ([[Fratelli di Soledad]])
* ''
* ''Ultimo volo (Orazione civile per Ustica)'' ([[Pippo Pollina]])
* ''Vieni dentro'' ([[Afterhours]])
* ''Naso di falco'' ([[Claudio Baglioni]])
* ''Sangue su sangue'' ([[Francesco De Gregori]])
* ''Ti Giri'' ([[Caparezza]])
* ''Io so tutto'' ([[Fabrizio Moro]])
* ''Sfida il buio'' (Speaker Dee Mo & [[DJ Gruff|Dj Gruff]])
* ''Flight data recorder'' (Ultimo Attuale Corpo Sonoro)
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
* Daniele Biacchessi, ''Ustica, ultimo volo '', Milano, Jaca Book, collana Contastorie, 2025 ISBN 978-88-16419-285
* Gregory Alegi (a cura di), "Uscire dal labirinto. Ustica dalla A alla Z", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-934
* Claudio E.A. Pizzi, "Paradossi di Ustica. Al vaglio della logica e del ragionevole dubbio", Vicchio (FI), LoGisma, 2024 ISBN 978-88-94926-835
* Paolo Cucchiarelli, "Ustica e Bologna. Attacco all'Italia", La Nave di Teseo, collana I fari, 2020.
* Claudio E.A. Pizzi, "Ustica 40 anni dopo. Riflessioni su un caso aperto", Vicchio (FI), LoGisma, 2020 ISBN 978-88-94926-354
* Franco Bonazzi e Francesco Farinelli, ''Ustica, i fatti e le fake news. Cronaca di una storia italiana fra Prima e Seconda Repubblica'', Vicchio (FI), LoGisma, 2019 ISBN 978-88-94926-187
* Andrea Foffano, ''Segreti e intelligence: Ustica, Ilaria Alpi, Nicola Calipari, Giulio Regeni'', Milano, Mursia, 2019
* Benito Li Vigni, ''Stragi: da Ustica a Bologna le verità nascoste: i depistaggi hanno occultato mandanti ed esecutori ma soprattutto le responsabilità politiche'', Roma, Sovera, 2014, (Dentro le storie), ISBN 978-88-6652-264-5
* Göran Lilja, ''Ustica: il mistero e la realtà dei fatti: un perito racconta la propria esperienza'', traduzione di Alberto Notari, Vicchio (FI), LoGisma, 2014,(Aeronautica), ISBN 978-88-97530-45-9
* ''Ustica, la verità inconfessabile: dall'esplosione del DC9 Itavia alla sentenza del 2013 nelle pagine dei giornali siciliani: Palermo, 13 giugno-15 luglio 2013, Palazzo Reale, Loggiato del piano parlamentare'', Palermo, ARS, Assemblea regionale siciliana, Biblioteca e archivio storico, 2013, Catalogo della Mostra
* Arcangelo Badolati, ''Stragi, delitti e misteri: la tragedia di Ustica e il mistero del MiG libico, la morte del generale Mino, la Freccia del Sud e il golpe della 'ndrangheta, il mancato putsch e la superloggia massonica, l'assassinio di Roberta Lanzino''; prefazione di [[Nicola Gratteri]], Cosenza, Pellegrini, 2011, (Mafie; 10), ISBN 978-88-8101-724-9
* Vincenzo Ruggero Manca, ''Giustizia e verita: Ustica, trent'anni di immaginario collettivo, imperizie, sofferenze e mistificazioni: per la prima volta parla il capo di Stato Maggiore dell'A. M. dell'epoca'', con la collaborazione di [[Enrico Pinto]], Roma, Koinè nuove edizioni, 2010, (Storia e storie), prefazione di [[Giuseppe Scandurra]], ISBN 978-88-89828-03-8
* Giovanni Fasanella, [[Rosario Priore]], ''Intrigo internazionale. Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire'', [[Chiarelettere]], 2010 rist. 2018
* ''Gli impuniti: da Ustica al Moby Prince, dal Vajont alla Valtellina, da don Pessina agli immigrati africani di Castel Volturno: le tragedie italiane "senza colpevoli"'', Milano, L'Europeo, 2009, (L'europeo cronaca nera; 7), sulla copertina: 'Quando la giustizia è complice'
* ''Ero nato per volare: Museo per la memoria delle vittime di Ustica'', regia Enza Negroni; prodotto da Valeria Consolo, Bologna, Comune di Bologna, 2008, 1 DVD (22 min.)
* [[Giovanni Minoli]], [[Piero Corsini]], ''Quella maledetta estate'', Rizzoli, 2007
* Enzo Fantini, ''Ustica, una strage che fa paura alle stragi'', Modena, Il fiorino, 2007, ISBN 9788875491871
* Fabrizio Colarieti, Leonora Sartori, Andrea Vivaldo, ''Ustica, scenari di guerra'', Becco Giallo, 2007
* Vincenzo Ruggero Manca, ''Ustica assoluzione dovuta, giustizia negata'', Koinè, 2007
* Carlo Casarosa, ''Ustica. Storia di un'indagine'', Plus, 2006
* {{Cita libro|
* [[Luigi Di Stefano]], ''Il Buco. Scenari di guerra nel cielo di Ustica'', Vallecchi, 2005
* [[Carlo Lucarelli]], ''Strage di Ustica'' in ''Nuovi misteri d'Italia. I casi di Blu
* [[Arcangelo Badolati]], ''Il MiG delle bugie. Segreti di stato e verità nascoste'', Pellegrini editore, 2004
*Sandro Bruni, Gabriele Moroni, ''Ustica: la tragedia e l'imbroglio '', Cosenza, Memoria - Pellegrini, 2003, (Senzaconfine; 6), ISBN 88-87373-32-9
* {{Cita libro |titolo =Punto Condor, Ustica: il processo |autore1 = [[Daniele Biacchessi]] |autore2 = Fabrizio Colarieti |editore = Pendragon |città = Bologna |anno = 2002 |ISBN = 88-8342-134-5 |oclc=260014585|cid = Condor|postscript= nessuno}}<br />Visualizzazione limitata su Google Libri: {{cita web|url=https://books.google.it/books?id=cVCO6mhOWmwC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|titolo=Punto Condor, Ustica: il processo|postscript= nessuno}}
* Leonora Sartori, Andrea Vivaldo, Ustica: scenari di guerra, Sommacampagna, BeccoGiallo, 2010, (Cronaca storica; 6), ISBN 978-88-85832-69-5
* [[Daniele Del Giudice]], [[Marco Paolini]], ''Quaderno dei Tigi'' (con il video [[I-TIGI Canto per Ustica]], con [[Marco Paolini]] e il Quartetto vocale [[Giovanna Marini]], 150 minuti), [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] Stile Libro/Video, Torino, 2001
* [[Lelio Lagorio]], ''Il "Caso Ustica"'', Testimonianza davanti alla Corte d'Assise di Roma, 6 dicembre 2001
* [[Paolo Guzzanti]], ''Ustica. Verità svelata'', Edizioni Bietti, 1999
* Masa Mbatha-Opasha, ''Morti in cielo: Ustica perché?'', prefazioni di Gabriele Ratini e Laura Carlodalatri, Roma, Il ventaglio, 1996 (L'orso bianco), ISBN 88-8126-049-2
* [[Daria Lucca]], [[Paolo Miggiano]], [[Andrea Purgatori]], ''A un passo dalla guerra - Ustica: Storia di un segreto inconfessabile'', Sperling & Kupfer, 1995
* [[Giuseppe Zamberletti]], ''La minaccia e la vendetta. Ustica e Bologna: un filo tra due stragi'', Franco Angeli, 1995
*''Oltre il buio dei misteri italiani: Ustica 27 giugno 1980-1995: atti del convegno Il segreto del segreto, Bologna, 28 giugno 1995'', a cura di Paola Pullega [del] Cerimoniale del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, Bozza non corretta, [s.l., s.e.], 1995
* [[Andrea Purgatori]], [[Daria Bonfietti]], [[Michele Serra]], ''Com'è profondo il mare, la strage di Ustica e la satira: moralità della risata e immoralità della vergogna'', Cuore, 1994
*
* Dario Celli, ''Roberto Superchi, Ustica 50 lire per la verità'', Publiprint, 1993
* Gina Negrini, ''La verità ha un prezzo che vogliamo pagare: mostra a favore delle Associazioni delle Vittime delle stragi del 2 agosto e di Ustica: Bologna, Palazzo d'Accursio, 23 marzo-20 aprile 1991'', Bologna, 1991, sulla cop.: Promossa dalle Cooperative Federcoop, Co.FA.MO., CO.TA.BO., Facchini Portabagagli; con il patrocinio del Comune e della Provincia di Bologna
* Annibale Paloscia, ''Ustica: un caso ancora aperto'', Roma, Libera informazione, 1992
* {{Cita libro|nome=Annibale|cognome=Paloscia|titolo=Uccidete Gheddafi. Il complotto: il mistero di Ustica in una fiction che non si ferma davanti ai silenzi|editore=Newton Compton|anno=1990|città=Roma|ISBN= 88-7780-462-9|postscript= nessuno}}
* {{Cita libro|nome=Franco|cognome=Scottoni|nome2=Luigi|cognome2=Di Stefano|titolo=Ustica. Quel maledetto missile|editore=Atlantis|città=Roma|anno=1990|postscript= nessuno}}
* {{Cita libro|nome=Enzo|cognome=Catania|wkautore=Enzo Catania|titolo=Ustica: un giallo nel cielo|editore=Longanesi|anno=1988|città=Milano|ISBN=88-304-0797-6|postscript= nessuno}}
* Flaminia Cardini (a cura di), ''Ustica, la via dell'ombra'', Sapere 2000, 1990
* Giuseppe Zamberletti, ''La minaccia e la vendettaː Ustica e Bolognaː un filo tra le due stragi'', F. Angeli, 1995
* Fabrizio Clementi e Aldo Musci, ''Il segreto di Stato: dal caso Sifar alla giustizia negata di Ustica e Bologna: profili giuridici e prospettive di riforma'', Roma, Editori riuniti riviste, 1990,(Materiali e atti, Centro di studi e iniziative per la riforma dello Stato; 19), Suppl. a: ''Democrazia e diritto'', settembre-dicembre 1990, nº 5-6
* Antonio Mazzeo, ''Non solo Ustica: il rischio militare in Sicilia'', Messina, Il professore, 1990, in testa al frontespizio: 'Comitato messinese per la pace e il disarmo nucleare'
== Voci correlate ==
* [[Affare maltese]]
* [[
* [[Condanna dello Stato italiano nella strage di Ustica]]
* [[Incidente del MiG-23 dell'Aeronautica militare libica del 1980]]
* [[
* [[Ivo Nutarelli]]
* [[Mario De Paolis]]
* [[Museo per la
* [[Processo della strage di Ustica]]
* [[Ustica]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | url = http://www.comune.bologna.it/iperbole/ustica | titolo = Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica | accesso = 30 maggio 2005 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050307011003/http://www.comune.bologna.it/iperbole/ustica/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.airdisaster.com/cgi-bin/view_details.cgi?date=06271980®=I-TIGI&airline=Itavia|titolo=AirDisaster.Com Accident Synopsis of Flight 870|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130502234741/http://www.airdisaster.com/cgi-bin/view_details.cgi?date=06271980®=I-TIGI&airline=Itavia}}
*
* {{cita web|url=http://www.stragi80.it|
*
*
* {{Cita web|url=http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/02Leattivitaistruttoriefinoalluglio1990.pdf|titolo=Strage di Ustica - La sentenza-ordinanza Priore - Le attività istruttorie fino al luglio 90|editore=Misteri d'Italia|formato=pdf|accesso=27 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071024185848/http://www.misteriditalia.it/ustica/stragedellaverita/priore/02Leattivitaistruttoriefinoalluglio1990.pdf|urlmorto=no}}
{{Incidenti aerei nel 1980}}
{{Portale|aviazione|catastrofi|Sicilia|storia d'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei di Douglas DC-9|Ustica]]
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei di Itavia|Ustica]]
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei in Italia|Ustica]]
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei nel Mar Mediterraneo|Ustica]]
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei nel 1980|Ustica]]
[[Categoria:Incidenti e disastri aerei con cause mai determinate|Ustica]]
[[Categoria:Strage di Ustica| ]]
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