Vasto: differenze tra le versioni

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{{ndnota disambigua}}
{{F|centri abitati dell'Abruzzo|febbraio 2018|commenti=vaste aree di testo senza fonti, come per esempio nella sezione "cultura"; ci sono da rimuovere anche recentismi e wikilink agli anni}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Vasto
|Panorama =Vasto 2009Vista dall alto di 023piazza (RaBoe)Rossetti.jpg
|Didascalia = Veduta del centro storico e della Piazza [[Gabriele Rossetti]] dalla torre della [[chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|chiesa di Santa Maria Maggiore]]
|Didascalia=
|Bandiera =Vasto-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Vasto-Stemma-3.pngsvg
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Abruzzo
|Divisione amm grado 2 = Chieti
|Amministratore locale = Francesco Menna
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]
|Partito=centro-sinistra
|Data elezione = 19-6-2016
|Data istituzionerielezione = 19-10-2021
|Data istituzione =
|Altitudine=144
|Altitudine = 144
|Superficie=71.35
|Sottodivisioni = Difenza, Incoronata, Lebba, Montevecchio, Pagliarelli, Piana di Marco, Pozzitello, [[Promontorio di Punta Penna|Punta Penna]], San Biagio, Codalfa, San Lorenzo, San Nicola, Sant'Antonio Abate, San Tommaso, Vasto Marina, Vignola, Casarza, Villa De Nardis, Zimarino
|Note superficie=
|Divisioni confinanti = [[Casalbordino]], [[Cupello]], [[Monteodorisio]], [[Pollutri]], [[San Salvo]]
|Abitanti=41299
|Zona sismica = 3
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2016gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 agosto 2016.
|Gradi giorno = 1451
|Aggiornamento abitanti=31-8-2016
|Nome abitanti = vastesi
|Sottodivisioni=Difenza, Incoronata, Lebba, Montevecchio, Pagliarelli, Piana di Marco, Pozzitello, Punta Penna, San Biagio, Codalfa, San Lorenzo, San Nicola, Sant'Antonio Abate, San Tommaso, Vasto Marina, Vignola, Casarza, Villa De Nardis, Zimarino
|Patrono = [[Michele (arcangelo)|san Michele Arcangelo]]
|Divisioni confinanti=[[Casalbordino]], [[Cupello]], [[Monteodorisio]], [[Pollutri]], [[San Salvo]]
|Festivo = 29 settembre
|Zona sismica=3
|PIL = {{formatnum:760.3}} [[Milione|mln]] [[Euro|€]] <small>(2021)</small><ref name="PIL">{{Cita news|url=https://tg24.sky.it/economia/2023/04/20/comuni-piu-ricchi-italia-2023|titolo=I Comuni più ricchi d’Italia sulla base delle dichiarazioni dei redditi|pubblicazione=Sky TG24|data=20 aprile 2023}}</ref>
|Gradi giorno=
|PIL procapite = {{formatnum:18805.4}} [[Euro|€]] <small>(2021)</small><ref name="PIL"/>
|Nome abitanti=vastesi
|Inno =
|Patrono=[[san Michele Arcangelo]]
|Soprannome = ''Atene degli Abruzzi''<ref>{{Cita libro|titolo=Elogio di Raffaele Liberatore Poliorama Pittoresco anno VII|p=378}}</ref>
|Festivo=29 settembre
|Motto = {{la}}{{maiuscoletto|Vastum Olim Histonium Romanum Municipium}}<br /><small>"Vasto, antica Histonium, municipio romano"</small>
|PIL=
|Mappa = Map of comune of Vasto (province of Chieti, region Abruzzo, Italy).svg
|PIL procapite=
|MappaDidascalia mappa =Map ofPosizione del comune ofdi Vasto (provinceall'interno ofdella Chieti,provincia regiondi Abruzzo, Italy).svgChieti
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Vasto all'interno della provincia di Chieti
|Diffusività=
}}
'''Vasto'''<ref>{{Treccani|vasto|Vasto}}</ref> (anche '''Il Vasto'''<ref>{{DOP|id=1094655|lemma=Vasto, il}}</ref>, ''Lu Uàšte'' in [[dialetto abruzzese|dialetto vastese]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Chieti]] in [[Abruzzo]].
[[File:Vasto.JPG|thumb|Veduta di Vasto Marina]]
'''Vasto'''<ref>Vasto denominazione come riportata nell'[http://www.treccani.it/enciclopedia/vasto/ omonimo lemma] dell'[[Enciclopedia Treccani]]</ref> (''Lù Uàšte'' in [[dialetto abruzzese]]; ''Histonium'' in [[lingua latina|latino]] e ''Istònion'', ''Ιστονιον'' in [[Lingua greca antica|greco antico]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Formatnum:41299}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Chieti]] in [[Abruzzo]]. È il 7º comune più popolato dell'Abruzzo<ref>{{Cita web|url=http://www.tuttitalia.it/abruzzo/42-comuni/popolazione/|titolo=Comuni dell'Abruzzo per popolazione|sito=Tuttitalia.it|accesso=14 novembre 2016}}</ref>, il 2º della provincia<ref>{{Cita web|url=http://www.tuttitalia.it/abruzzo/provincia-di-chieti/14-comuni/popolazione/|titolo=Comuni della Provincia di Chieti per popolazione|sito=Tuttitalia.it|accesso=14 novembre 2016}}</ref> e il 196º a livello [[Italia|nazionale]]<ref>{{Cita web|url=http://www.comuniverso.it/index.cfm?menu=48|titolo=Comuni maggiori di 15 mila ab.|sito=www.comuniverso.it|accesso=14 novembre 2016}}</ref>.
 
Ha origine nel [[XII secolo a.C.]] in cui le prime popolazioni [[Antica Grecia|greche]], [[illiri]]che e [[Frentani|frentane]] si stanziarono in quello che poi diventerà nel 91 a.C. il [[Municipio romano]] di ''[[Histonium]]'', importante borgo marinaro e porto<ref>{{Cita web|url=http://www.zonalocale.it/2019/06/20/il-porto-sepolto-di-histonium-sabato-l-escursione-alla-scoperta-della-citta-sommersa/40358?e=vasto|titolo=Il porto sepolto di Histonium, sabato l'escursione alla scoperta della città sommersa|data=20 giugno 2019|accesso=15 maggio 2020|sito=zonalocale.it|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190714095341/https://www.zonalocale.it/2019/06/20/il-porto-sepolto-di-histonium-sabato-l-escursione-alla-scoperta-della-citta-sommersa/40358?e=vasto}}</ref> dell'[[Mare Adriatico|Adriatico]] fino alla sua distruzione da parte dei [[Longobardi]] nel [[Medioevo]].
La città ha origini mitiche legate a [[Diomede]], benché sia stata una importante città marinara dei [[Frentani]] (III secolo a.C.). Dopo la conquista romana, diventò roccaforte dei pirati, fino alla distruzione dei [[Longobardi]], e successiva rinascita come ''Guasto d'Aimone - Guasto Gisone'', ossia due borghi comunicanti. Passata al dominio dei [[Caldora]] agli [[Aragonesi]] nel periodo XIV-XV secolo, nel XVI secolo subì l'invasione ottomana. Nel Settecento-Ottocento la città visse un fiorente periodo culturale e politico, sotto la dominazione della famiglia D'Avalos, trasformata in città giardino, tanto da ricevere il nome di ''Atene degli Abruzzi'', per la presenza del pittore [[Gabriele Rossetti]]. Benché danneggiato dalla frana del 1956, Vasto conserva perfettamente il centro storico, suddiviso nel quartiere nuovo con il [[Castello Caldoresco]] (XV secolo), la chiesa di [[Santa Maria Maggiore]] (XII secolo), il [[Duomo]] (XIII secolo), e il centro vecchio con le terme romane (I secolo a.C.) e la chiesa di [[San Pietro]] (XIII secolo).
 
Ricostruita come [[Castello Caldoresco|roccaforte]] durante la signoria dei [[Caldora]], fu coinvolta dagli eventi bellici della conquista aragonese del regno di Napoli. In questo contesto storico venne infeudata dapprima ai [[Guevara (famiglia)|Guevara]] e successivamente ai [[D'Avalos]]. Come il resto del regno, passò sotto il controllo della corona spagnola agli inizi del XVI secolo. La cittadina acquistò una certa importanza a partire dal XVII secolo, quando Innico III d'Avalos ne fece il centro dei possedimenti della famiglia [[D'Avalos]]. Con il passaggio del regno di Napoli sotto la sovranità austriaca in seguito alla [[guerra di successione spagnola]] si ebbe l'elevazione della cittadina al rango di [[Titolo di città in Italia|Città]] nel 1710 per concessione di [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo III]] a [[Cesare Michelangelo d'Avalos]].<ref name="Di Risio, p. 60">Di Risio, p. 60</ref> Alla fine del XVIII secolo la città vide la proclamazione della [[Repubblica Vastese]] parallelamente alla nascita della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]].
Nel periodo estivo la città è molto frequentata da abruzzesi e italiani vari per la vasta spiaggia, comprendente i lidi di [[Casalbordino]]-[[San Salvo]] e la riserva naturale di [[Punta Aderci]], e il comprensorio turistico di "[[Aqualand del Vasto]]".
 
== Origini del nome ==
Il nome in [[greco antico]] era Ἱστόνιον,<ref name=":0">{{cita libro|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0064%3Aalphabetic+letter%3DH%3Aentry+group%3D6%3Aentry%3Dhistonium-geo|titolo=Dictionary of Greek and Roman Geography|anno=1854|accesso=10 ottobre 2017}}</ref> (''Histónion'') per indicare il promontorio sopra il mare dove si trova la città. Venne romanizzato poi in ''Histōnium'' quando divenne municipio romano.
 
La denominazione attuale di "''Vasto''" deriva dal termine longobardo "''gasto"'' o "''guasto"'' ([[gastaldato]]), suddivisione del territorio durante la [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] (iniziata nell'ultimo quarto del [[VI secolo]]). La città medievale infatti sorse con il Guasto d'Aimone di Dordona, che fondò due città (''guasti''), ovvero "Guasto d'Aymone" e "Guasto Gisone", uniti in un solo nucleo nel [[XIV secolo]].
 
In base al dialetto locale che esclude la "b" e la "g", riducendo la pronuncia con la sostitutiva "v", il nome è diventato quello che conosciamo.
 
Il nome ''Vasto'' è maschile e storicamente vuole un articolo (''Il Vasto''), al pari di pochi altri nomi di città nel mondo come [[Il Cairo]] e [[Il Pireo]].
 
Sebbene l'uso dell'articolo si sia fatto infrequente, esso è corretto, rimane obbligatorio nelle espressioni storiche e giustifica la forma "''Città del Vasto"''.<ref>{{DOP|lemma=Vasto, il|id=1094655}}</ref>
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il comune di Vasto è delimitato a nord dal fiume [[Sinello]] (confine con [[Casalbordino]]), a sud dal vallone ditorrente Buonanotte (confine naturale con [[San Salvo]]), ada ovest dai confini con i comuni di [[Cupello]], [[Pollutri]] e [[Monteodorisio]] ede a est con ildal [[Mare Adriatico]].
 
Con una [[superficie]] di {{M|71.35|ul=km²}} è il terzo comune per estensione territoriale della provincia (27º a livello regionale).
Ha una [[superficie]] di 70,65 [[chilometri quadrati|km quadrati]], che la rende il quarto comune abruzzese per estensione territoriale, e la sua costa si estende per 20 [[Chilometro|km]] (7 composti da arenile e 13&nbsp;da scogliera), di cui fa parte il [[Golfo di Vasto]], unica insenatura costiera del [[Mare Adriatico]] tra il [[Golfo di Ancona]] a nord e quello di [[Golfo di Manfredonia|Manfredonia]] a sud.
 
Il centro cittadino, la parte più antica della municipalità, sorge su un promontorio a {{M|144|ul=m slm}} e distante in linea d'aria dal mare meno di {{M|1|u=km}}. Questa caratteristica permette alla città di godere di un belvedere sulla maggior parte dei {{M|20|ul=km}} di costa (di cui 7 composti da arenile e 13 da scogliera), di cui fa parte il [[golfo di Vasto]], unica insenatura costiera del [[Mare Adriatico]] tra il [[golfo di Ancona]] a nord e quello di [[Golfo di Manfredonia|Manfredonia]] a sud.
La città antica sorge su un promontorio a 144 [[Livello del mare|m s.l.m.]]
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Vasto Centro|Stazione meteorologica di Vasto Punta Penna}}
 
==== Vasto Centro ====
In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a {{M|+7,.1||ul=°C}}; quella del mese più caldo, agosto, è di +{{M|24,.9&nbsp;|u=°C}}.<ref>{{Meteo DBT|474%20%5BVasto%5D%20capoluogo.Txt}}</ref>.
 
{{ClimaAnnuale
| nome = VASTOVasto CENTROCentro
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 9.8
| tempmax02 = 11.1
| tempmax03 = 13.7
| tempmax04 = 17.7
| tempmax05 = 22.0
| tempmax06 = 26.3
| tempmax07 = 29.2
| tempmax08 = 29.3
| tempmax09 = 25.8
| tempmax10 = 20.4
| tempmax11 = 15.4
| tempmax12 = 12.2
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misuratomisurate in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 4.4
| tempmin02 = 4.8
| tempmin03 = 6.7
| tempmin04 = 10.0
| tempmin05 = 13.8
| tempmin06 = 17.8
| tempmin07 = 20.3
| tempmin08 = 20.6
| tempmin09 = 17.8
| tempmin10 = 13.5
| tempmin11 = 9.7
| tempmin12 = 6.8
}}
 
==== Vasto Punta Penna ====
In base alla media trentennale di riferimento [[(1961]]-[[1990]]), la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a {{M|+7,.7||u=°C}}; quella del mese più caldo, agosto, è di +{{M|24,.6&nbsp;|u=°C}}.<ref>{{Meteo DBT|473%20%5BVasto%5D%20Punta%20Penna.Txt}}</ref>.
 
{{ClimaAnnuale
| nome = VASTOVasto PUNTAPunta PENNAPenna
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 10.4
| tempmax02 = 10.8
| tempmax03 = 13.9
| tempmax04 = 17.1
| tempmax05 = 21.6
| tempmax06 = 25.4
| tempmax07 = 28.1
| tempmax08 = 28.5
| tempmax09 = 25.2
| tempmax10 = 20.6
| tempmax11 = 15.8
| tempmax12 = 12.7
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 5.0
| tempmin02 = 5.2
| tempmin03 = 7.5
| tempmin04 = 10.2
| tempmin05 = 13.8
| tempmin06 = 17.8
| tempmin07 = 20.3
| tempmin08 = 20.6
| tempmin09 = 18.3
| tempmin10 = 14.4
| tempmin11 = 10.5
| tempmin12 = 7.2
}}
 
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Vasto}}
=== Antichità ===
{{vedi anche|Histonium}}
La leggenda vuole che la città fosse stata fondata dall'eroe greco [[Diomede]] durante il suo peregrinare in [[Italia]], parallelamente alle altre città [[Frentani|frentane]] della [[Costa dei Trabocchi]] intorno al 1179 a.C.<ref>{{Cita libro|titolo=Siberian Socium|url=https://dx.doi.org/10.21684/2587-8484|accesso=5 aprile 2019|editore=Tyumen State University}}</ref>
 
Le prime notizie ufficiali, tuttavia, si hanno dal geografo [[Strabone]], da [[Plinio il Vecchio]] e da [[Tito Livio]]. Altre ricostruzioni storiche sulle origini della città si hanno da [[Muzio Febonio]], il quale parla di colonie [[Marsi|marse]] presso lo scalo portuale di Punta d'Erce, e successivamente da [[Luigi Marchesani]], che scrisse la storia monumentale della città (1838).
=== Origine del nome ===
[[File:Figura del Nettuno.jpg|thumb|upright|Mosaico del Nettuno, presso le terme di Histonium (l'ex convento di Sant'Antonio di Padova)]]
Il nome romano era ''Istonio'', per il promontorio sopra il mare dove si trova la città. Il nome attuale deriva forse dal termine longobardo ''gasto'' o ''guasto'' ([[gastaldato]]), suddivisione del territorio durante la [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] (iniziata nell'ultimo quarto del [[VI secolo]]). Infatti la città medievale sorse con il Guasto d'Aimone di Dordona, che fondò due città, definite ''Guasti'', uniti in un solo nucleo nel [[XIV secolo]]. In base al dialetto locale che esclude la "b" e la "g", riducendo la pronuncia con la sostitutiva "v", il nome è diventato quello che conosciamo.
Vasto nacque non proprio come città, ma come un insieme di piccoli villaggi sulla costa adriatica, come dimostrano i ritrovamenti di Punta Aderci, Buca e [[Promontorio di Punta Penna|Punta Penna]]. Tali villaggi furono abitati sino al XVI secolo, e successivamente per sconvolgimenti naturali (frane e incursioni) caddero in distruzione, mentre con l'arrivo degli Italici osco-umbri, dal VII secolo circa veniva creata la cittadella vera e propria di ''Histonion'' (che tuttavia non aveva un impianto vero e proprio, e veniva descritta, all'epoca augustea, come un "covo di pirati"), romanizzata poi in ''[[Histonium]]'' dopo la conquista dell'88 a.C., dato che anche la città partecipò alla lega Italica durante la guerra sociale contro [[Roma]].<br/>Durante il dominio romano, Histonium fu il secondo principale porto della popolazione Frentana, dopo [[Ortona]]: si hanno testimonianze di consoli e importanti figure che furono al seguito di [[Augusto]] nelle campagne di conquista, nonché si ricorda ancora oggi la figura del poeta decorato d'alloro [[Lucio Valerio Pudente]], di cui però si è perduta l'opera.
[[File:Castello Caldoresco di Vasto - anteriore.JPG|thumb|Il Castello Caldoresco]]
I ritrovamenti già scoperti nella metà dell'Ottocento, descritti dal Marchesani, testimoniano l'antico impianto urbano di Histonium, sopra cui oggi sorge il quartiere del Guasto d'Aimone (dal nome del signore franco feudatario, che la conquistò e la ricostruì nel IX secolo); tale impianto era scandito in assi ortogonali, oggi occupati dalle vie attuali di Corso Dante, Corso Plebiscito, via Laccetti, via San Francesco, via Anelli, via Barbarotta, Corso Palizzi, via San Pietro, sono stati ritrovati numerosi fondaci romani ad ''opus reticulatum'' sopra cui sorgono le case attuali, verso nord invece, lungo il viale Incoronata, si trovava la necropoli, e l'acquedotto del Murello, che convogliava le acque da nord fino alla Piazza Rossetti (dove si trovava l'anfiteatro) e alla via Adriatica (anticamente strada delle Lame, dove si trovano, presso la chiesa di Sant'Antonio, le terme romane), mentre il secondo "delle Luci", conduceva le acque da sud, partendo da contrada Sant'Antonio abate, fino a Largo Santa Chiara, dove si trovano delle cisterne sotterranee.
 
=== Medioevo ===
È, come pochissimi altri nomi di città, un nome maschile (come [[Città del Capo]], [[Città del Messico]], [[Città del Vaticano]] e poche altre) pertanto errore tanto grave quanto diffuso è chiamarla ''Città Di Vasto'' anziché, giustamente, ''Città Del Vasto''.
Histonium, come gli altri centri abruzzesi, inclusa da Augusto nella ''Regio IV del Sannio'', dal [[V secolo]] d.C. fu saccheggiata diverse volte dai Barbari, e infine occupata dai Franchi di Aimone di Dodona, che la distrusse nei primi anni dell'800 d.C., all'epoca della distruzione di [[Chieti]] da parte di [[Pipino il Breve]]. La città romana venne rifatta sopra le antiche rovine, mentre sopra uno sperone collinare posto più a sud, dietro l'anfiteatro, veniva costruito il nuovo quartiere del Guasto Gisone. Il toponimo "Guasto" comparve nei documenti intorno al [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]], quando i Longobardi crearono un gastaldato in città, ossia una proto-provincia per l'amministrazione cittadina e territoriale.<br/>Oltre al Guasto Gisone (oggi rione di Santa Maria Maggiore), venne eretto il primo fortilizio militare posto nella piana cerniera tra le due città, che nel [[XV secolo]] diventerà il noto [[castello Caldoresco]].
 
Le due città continuarono ad essere amministrate da due sindaci sino al 1385, quando durante il regno dei Durazzo a [[Napoli]], i due "Guasti" divennero una sola università. Nel 1269 [[Carlo I d'Angiò]] infeudò Vasto a Tommaso Fasanella suo cadetto; durante il governo di suo figlio [[Carlo II d'Angiò|Carlo II]], si hanno le prime notizie del [[Palazzo d'Avalos]], costruito lungo via Corsea, che divideva i due rioni storici di Aimone e Gisone. Dal periodo angioino fino a quello caldoresco, Vasto rimase nel regio demanio, venendo esentata dal pagamento delle tasse; nel 1366 Vasto entrò coi feudi nel potere di [[Maria di Calabria|Maria d'Angiò]].<br/>Nel 1427 Vasto entrò nei vasti domini del capitano [[Jacopo Caldora]], appena uscito vittorioso dalla [[guerra dell'Aquila]] contro [[Braccio da Montone]] (1424), ultimo atto di una serie di guerre di successione della corona napoletana durante il regno di [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II d'Angiò]] contro il pretendente [[Alfonso V d'Aragona]]. Il Caldora fece di Vasto la sua speciale residenza, rifacendo completamente il castello fortificato, che oggi porta il suo nome. Il feudo passò poi al figlio [[Antonio Caldora|Antonio]], che però lo perse insieme a tutti gli altri possedimenti abruzzesi nel 1442, in seguito alla sconfitta patita nella [[battaglia di Sessano]]. Per un breve periodo (fino al 1444) la città di Vasto tornò dunque al demanio regio.
=== Età antica ===
[[File:Vasto - Palazzo d'Avalos 03.jpg|thumb|Palazzo d'Avalos e giardino alla napoletana]]
{{vedi anche|Histonium|Terme di Vasto}}
Si pensa che fosse originariamente abitata da popolazioni [[Dalmazia|dalmate]]. La leggenda vuole che la città fosse fondata da [[Diomede]], re d'[[Etolia]],<ref name = "storia">[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/default.asp?Pag_ID=70 Cenni storici]</ref> che, dopo l'[[Guerra di Troia|assedio di Troia]], sbarcò con il suo popolo in [[Italia meridionale]] fondando diverse città. L'antico nome di ''Histon'' da lui dato sarebbe dovuto al fatto che il suo promontorio dal mare ricordasse il monte Histone di [[Corfù]].
 
=== Dall'epoca moderna alla rivoluzione del 1799 ===
Di certo, intorno al [[V secolo a.C.]] si stanziarono i [[Frentani]] nella zona nord di Vasto ([[Spiaggia di Punta Penna|Punta Penna]]), fondando il centro noto come ''Buca'', ed entrando in stretto contatto con le popolazioni dei [[Sanniti]] e delle colonie greche del [[Italia meridionale|Sud Italia]] e della [[Sicilia]] (fra cui [[Siracusa]]). Ci sono altresì teorie su un antico centro abitato sprofondato per [[bradisismo]] a largo dell'attuale [[Faro di Punta Penna|Faro]], noto come "''Aspra"'', la cui esistenza si cela tra leggenda e testimonianze di pescatori ed archeologi subacquei.
{{vedi anche|Assedio di Vasto|Marchesato del Vasto|Repubblica Vastese}}
Se Vasto durante il Medioevo fu un valido presidio militare del Regno di Napoli, lo divenne ancora di più con l'avvento della Corona d'Aragona, che fece erigere un altro castello presso la piana di San Michele. La città abruzzese venne concessa alla famiglia dei [[Guevara (famiglia)|Guevara]] nella persona di [[Innico de Guevara]] nel 1444, ricadendo nel demanio regio nel 1462, alla morte di Innico de Guevara. Dopo la vittoria nella [[battaglia di Troia]] il sovrano [[Ferdinando I di Napoli]] poté concentrare le sue forze per debellare le ultime forze a lui ostili rimaste nel regno di Napoli. Tra le forze ribelli vi era [[Antonio Caldora]], schieratosi con [[Giovanni II d'Angiò]] nella guerra per il controllo del regno, il quale aveva occupato Vasto nel 1464. Dopo un [[Assedio di Vasto|assedio]] di tre mesi alcuni esponenti del patriziato vastese complottarono con gli aragonesi per consegnare ad essi il Caldora e aprire le porte della città. L'azione ebbe esito positivo e Ferrante ricompensò l'azione con la conferma dei privilegi concessi da Alfonso V, in particolare lo status di [[universitas]] nel regio demanio. Pochi anni dopo, nel 1471, Vasto venne tuttavia nuovamente infeudata ad un Guevara, ovvero il figlio primogenito di Innico, [[Pietro de Guevara|Pietro]]. Ritornò nuovamente nel demanio regio nel 1486 quando Pietro venne dichiarato decaduto dai suoi titoli in quanto ribelle, avendo partecipato alla [[Congiura dei baroni#Il secondo scontro (1485-1486)|congiura dei baroni]]. Sotto [[Ferdinando II di Napoli]] Vasto venne infeudata nel 1496 a Rodrigo d'Avalos (figlio di [[Innico I d'Avalos]], conte di Monteodorisio, e di [[Antonella d'Aquino]]), il quale era tuttavia morto prima di poterne prendere possesso<ref>Aessio Russo, "Federico d'Aragona (1451-1504): Politica e ideologia nella dinastia aragonese di Napoli", Federico II Open Access University Press, Napoli</ref>. Il fratello minore di questi, [[Innico II d'Avalos]], fu quindi investito del titolo di marchese del Vasto da [[Federico I di Napoli]] nell'agosto del 1497.
L'università del Vasto tuttavia vantava la perpetua demanialità e si oppose al nuovo signore. Solamente l'intervento diretto del re due anni dopo, che concesse un indulto e alcuni capitoli favorevoli, sbloccò definitivamente la situazione<ref>Luigi Marchesani, "Storia di Vasto, città in Apruzzo Citeriore", Napoli, 1838</ref>.
 
Nel 1566 la città fu attaccata e furono dati alle fiamme numerosi edifici, chiese e conventi, dai turchi dell'impero ottomano<ref>{{Cita web|url=https://numistoria.altervista.org/blog/?p=2474|titolo=L’attacco dei turchi ottomani contro Abruzzo e Molise nel 1566}}</ref>
Tra la fine del [[IV secolo a.C.|IV]] e gli inizi del [[III secolo a.C.]] (dopo la [[Guerra sociale]] del [[91 a.C.|91]]-[[98 a.C.]]) entrò definitivamente nell'orbita [[Repubblica romana|romana]] con lo status di ''foederati'' (alleati). Il centro abitato, che si era andato formando qualche chilometro più a sud, divenne municipio romano, e fu latinizzato da ''Histon'' in ''Histonium,'' acquisendo importanza in [[Impero romano|età imperiale]]. Degli esempi lasciati dalla cultura romana sono la trama viaria ortogonale visibile soprattutto nella parte nord del centro storico di cui sono ancora riconoscibili il [[Decumano]] ed il [[Cardine (storia romana)|Cardine]] massimi, le [[Terme di Vasto|Terme]], diversi luoghi di culto, un [[anfiteatro]] (sotto l'attuale Piazza Rossetti), una cinta muraria cittadina (inglobata in quella medioevale successiva), ville e necropoli attestate fuori dal centro urbano.
 
I [[d'Avalos]] rimasero signori feudali di Vasto sino ai primi anni dell'800, ovvero sino alla promulgazione delle [[leggi eversive della feudalità]] nel 1806 da parte del Regno di Napoli, retto all'epoca da [[Giuseppe Bonaparte]]. Dopo la morte di Innico II, il marchesato del Vasto passò al figlio di questi, il celebre militare [[Alfonso III d'Avalos]]. Ad Alfonso seguirono il figlio, [[Francesco Ferdinando d'Avalos]] (che avrebbe ricoperto le cariche di [[governatore di Milano|governatore nel Ducato di Milano]] e [[Viceré di Sicilia]]) e il nipote [[Alfonso Felice d'Avalos]], celebre condottiero. Con la morte di quest'ultimo senza eredi maschi, il titolo di marchese del Vasto passò a un ramo collaterale della famiglia, facente capo a [[Innico III d'Avalos]], il quale lo acquisì in seguito al matrimonio con Isabella d'Avalos d'Aquino d'Aragona, figlia primogenita di Alfonso Felice. Tale ramo della famiglia resse il marchesato di Vasto sino alla morte del più noto dei suoi esponenti, [[Cesare Michelangelo d'Avalos]], avvenuta nel 1729. Con la morte di Cesare Michelangelo il marchesato di Vasto passa al ramo pugliese dei d'Avalos, il quale si estinguerà con Alfonso d'Avalos (noto principalmente per suo lascito al [[museo di Capodimonte]] di Napoli noto come [[Collezione d'Avalos]]).
=== Dalle invasioni barbariche al secondo dopoguerra ===
[[File:Vasto piazza Rossetti.jpg|thumb|upright=1.4|Il Castello Caldoresco in Piazza Rossetti]]
 
Durante il periodo della signoria dei d'Avalos la sede del potere fu il [[palazzo D'Avalos]], posto a fianco della chiesa di Sant'Agostino (oggi il Duomo). Venne attuato ad opera dei d'Avalos, in particolare a partire da Innico III, il primo esponente della famiglia a risiedere stabilmente nella cittadina abruzzese, un vasto programma di miglioramento urbano, culturale, politico ed economico, che vide i suoi frutti soprattutto durante la ricostruzione della città. Vasto era stata interessata nell'estate del 1566, insieme ad altre località della costa adriatica, da una devastante scorreria ottomana condotta dall'ammiraglio [[Piyale Paşa]]. Vasto venne saccheggiata ed incendiata e, ad eccezione del [[castello Caldoresco]], le principali strutture tra cui la chiesa di Santa Maria Maggiore, San Pietro, Sant'Agostino, ed il palazzo d'Avalos vennero gravemente danneggiate.
Dopo il [[crollo dell'Impero romano d'Occidente]] la città decadde, passando in potere prima degli [[Ostrogoti]], poi dei [[Bizantini]] e infine dei [[Longobardi]] con il [[Ducato di Benevento]].
[[File:Piazza Lucio Valerio Pudente e il Duomo di San Giuseppe (Vasto).jpg|thumb|Il Corso De Parma e Duomo di San Giuseppe]]
Tra le opere di maggior rilievo portate a compimento dai d'Avalos ci sono l'istituzione della Confraternita del Carmine dei Padri Lucchesi come istituto religioso di educandato per giovani, avente sede nell'attuale [[Chiesa di Maria Santissima del Carmine (Vasto)|chiesa di Santa Maria del Carmine]] (realizzata nel 1638 con finanziamento di don [[Diego I d'Avalos]]) con annesso palazzo collegiale (oggi seconda sede vescovile della diocesi), la costruzione della chiesa dei Padri Paolotti o dell'Addolorata, il miglioramento delle mura delle Lame.
 
Fiorirono anche le arti, come la musica e la poesia, il personaggio di maggior spicco nato a Vasto fu il compositore di musica sacra "Lupacchino" del Vasto.
Nell'[[802|anno 802]] fu distrutta dai [[Franchi]] di [[Pipino il Breve]] e concessa una parte in feudo ad Aimone Duca di Dordona (nominato "''Guasto d'Aimone",'' nel rione di ''[[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]'', nome con cui il centro fu conosciuto fino al [[XIII secolo]]) e un'altra parte ad un Gisone (nominata "''Guasto Gisone''", nel rione della Chiesa di [[Pietro apostolo|San Pietro]], di cui ora rimane solo il portale).
 
I d'Avalos si adoperarono anche per portare in città alcune reliquie di gran pregio, come la "Sacra Spina" della corona che cinse il capo di [[Cristo]], conservata a Santa Maria Maggiore, donata da [[Filippo II di Spagna]] a don [[Francesco Ferdinando d'Avalos]], suo delegato presso il [[Concilio di Trento]] (1545-1563), e il corpo di San Teodoro, che fu il primo patrono di Vasto, prima di essere sostituito dall'Arcangelo Michele nel 1837.
La città romana fu, dunque, completamente ricostruita: un vasto spiazzo fu realizzato presso l'[[anfiteatro romano]] (attualmente ''Piazza Rossetti''), i cui spalti furono trasformati in mura, torri e residenze civili. Presso le [[terme romane]] sorse il complesso di [[Sant'Antonio di Padova]] nel [[XIV secolo]], mentre il cosiddetto "Campidoglio" affacciato verso il mare fu occupato dalla chiesa di [[San Pietro]].
 
Un ulteriore forte impulso volto ad abbellire e conferire prestigio a Vasto si ebbe con [[Cesare Michelangelo d'Avalos]], il quale cercò, di ritorno dal suo esilio viennese nel 1713, di trasformare la cittadina abruzzese, centro dei suoi domini, in una piccola ma sfarzosa corte.
Nel [[febbraio]] [[1177]] ospitò [[Papa Alessandro III]], qui costretto da una tempesta, e in ringraziamento dell'ospitalità la città ottenne un'indulgenza plenaria in forma di giubileo presso la Chiesa di San Pietro dal suo [[Papa Pio VI|successore]] .
 
Andando più avanti, nel 1799 la città venne occupata dalle truppe francesi del generale [[Louis Lemoine]]. In seguito a tale rivolgimento salì al potere la fazione dei cosiddetti "municipalisti" (costituita perlopiù da elementi del notabilato locale di orientamento liberale e filo-francese) e venne piantato l'[[albero della libertà]] in Piazza, cui seguì il 6 gennaio la proclamazione della [[repubblica Vastese]]. Il breve periodo di questo nuovo sistema amministrativo ispirato ai principi liberali francesi, fu caratterizzato da episodi tutt'altro che positivi, con un governo provvisorio sempre sul rischio di essere sciolto e in enormi difficoltà economiche a causa delle requisizioni francesi, episodi di anarchia e violenza popolare, e di delitti e furti contro i notabili locali.
Fu presa dai [[Crociato|Crociati]] nel [[1194]] e dai [[Repubblica di Venezia|Veneziani]] nel [[1240]].
 
Ben presto, il 19 maggio, le truppe sanfediste del generale [[Giuseppe Pronio]], favorito nell'Abruzzo dallo stesso re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]], sbaragliarono le forze francesi, ripristinando l'antico governo e perseguitando i liberali, sottoponendoli ad esazioni e violenze arbitrarie.
Nel [[XIII secolo]] ci fu la costruzione di una delle più antiche ed importanti strutture religiose della città, il [[Duomo di Vasto]], inizialmente intitolato a [[Santa Margherita]], poi a [[Sant'Agostino]] nel [['600]] e nel [[1808]] a [[San Giuseppe]]. Venne elevata a [[cattedrale]] nel [[1853]] e [[concattedrale]] nel [[1986]].
 
=== Dall'Ottocento al Novecento ===
Da questo secolo la storia della città, insieme a quella della [[Abruzzo|Regione]], fu legata prima a quella del [[Regno di Napoli]] e successivamente al [[Regno delle Due Sicilie]]. Le due terre di "''Guasto Aimone''" e "''Guasto Gisone''" si fusero nel [[1385]] in una sola città per volere del Re di [[Napoli]] [[Carlo III di Durazzo]], ed inizialmente introdotta come "''Vasto Aimone superiore ed inferiore''" nella prima tassazione [[Aragonesi (gruppo etnico)|aragonese]] del [[1443]]-[[1447|7]].
[[File:Gabriele Smargiassi, Veduta di Vasto, 1831.jpg|thumb|left|Vasto in un dipinto di Gabriele Smargiassi (1831)]]
Nel primo Ottocento, fiorì a Vasto la figura del poeta [[Gabriele Rossetti]], uno dei primi "dantisti" della critica letteraria; egli, rimasto colpito dalle vicende della repubblica Vastese, fu educato negli studi classici, e ben presto, durante le vicende che coinvolsero tutto il Paese, ossia i moti del 1820-21, anche il Rossetti partecipò a sollevare il popolo con delle sue poesie, che gli costarono l'esilio a [[Londra]]. In questo periodo a Vasto sorsero movimenti carbonari, che vennero sciolti e perseguitati dalla polizia borbonica. Nel 1819 venne inaugurato il "Real Teatro Borbonico San Ferdinando" (oggi Teatro Rossetti) alla presenza del sovrano di Napoli; esso fu ricavato da ciò che rimaneva del trecentesco monastero di Santo Spirito dei Celestini. La città del Vasto fu coinvolta anche nei moti rivoluzionari del 1848, e infine nel 1860 fu una della prime dell'Abruzzo a istituire un plebiscito popolare per l'annessione della città al nuovo [[Regno d'Italia]].<br/>Nuovo respiro all'arte locale fu dato dai pittori locali [[Gabriele Smargiassi]] e dai fratelli Palizzi: [[Filippo Palizzi]] (1818-1899), [[Giuseppe Palizzi]] (1812-1888) e [[Francesco Paolo Palizzi]] (1825-1871), i quali interpretarono personalmente lo stile del verismo pittorico, con rappresentazioni naturali, scene contadine, mitologiche e storiche, dei quali l'opera maggiore è ''Dopo il Diluvio'' di Filippo (1863), dipinto in onore della proclamazione del Regno, dedicato a re [[Vittorio Emanuele II]].
 
La città iniziò a beneficiare dei frutti dell'annessione, come la creazione di una rete ferroviaria per i trasporti, l'ammodernamento delle strade, migliorie al [[Porto di Vasto|porto di Punta Penna]], e alla costruzione del villaggio sottostante della Marina. Miglioramenti ci furono anche durante il primo Novecento, soprattutto durante l'epoca del fascismo. La Piazza Rossetti ad esempio venne rifatta completamente, con un monumento commemorativo al poeta vastese, soprannominato il "[[Tirteo]] d'Italia", e la realizzazione di un nuovo struscio cittadino, ossia il Corso Italia.
In età [[angioini|angioina]] ([[XIV secolo]]) il paese fu infeudato ai [[Caldora]], di cui il maggior esponente fu [[Jacopo Caldora]], che apportò durante il suo dominio numerose modifiche al sistema difensivo, danneggiato dalle guerre precedenti,come la costruzione del [[Castello Caldoresco]] e delle torri di avvistamento (come l'odierna Torre di Bassano in Piazza Rossetti, della Torre Diomede del Moro e della Torre Santo Spirito).
 
Durante la prima guerra mondiale furono 232 i cittadini vastesi caduti in battaglia<ref>{{Cita web|url=https://www.zonalocale.it/2023/04/01/la-prima-guerra-mondiale-vista-da-vasto-ultimo-lavoro-letterario-di-giuseppe-tagliente/|titolo=la-prima-guerra-mondiale-vista-da-vasto-ultimo-lavoro-letterario-di-giuseppe-tagliente/}}</ref>.<br />Dal 1938 al 1944 la città, seguendo precisi schemi fascisti del ripristinare gli antichi toponimi romani, cambiò il suo nome in "Istonio".
Dopo il periodo angioino il comando passò prima alla famiglia dei De Guevara, poi al [[Sovrani di Napoli|Re]] ed infine alla dinastia [[Corona d'Aragona|aragonese]] dei [[d'Avalos|d'Avalos]], artefici dell'omonimo [[Palazzo d'Avalos|Palazzo]], che governarono la città dal [[1496]] al [[1798]] circa.
 
=== Dalla seconda guerra mondiale a oggi ===
Durante il [[XVI secolo]] la città riuscì a scampare alla [[Peste]] del [[1536]], ma soffrì molto le incursioni di [[Turchi]] e [[Saraceni]], così come tutta la [[Costa dei Trabocchi]]. L'esercito di [[Piyale Paşa]] danneggiò edifici storici come [[Palazzo d'Avalos]] <ref name="storia" />, l'[[abbazia di San Giovanni in Venere]] e quella di Santo Stefano in Rivomaris, nonché lo stesso [[Duomo di Vasto]] (allora dedicato a [[Sant'Agostino]]) di cui rimase in piedi solo la facciata gotica. Per questo motivo, l'[[8 marzo]] [[1568]], si iniziò la costruzione di 14 [[Torri costiere d'Abruzzo|torri costriere]] di avvistamento e difesa, di cui [[Torre di Punta Penna|una è ancora esistente in località Punta Penna]].
[[File:Museo di Capodimonte. (4436).jpg|thumb|''Dopo il Diluvio'' (1863) di Filippo Palizzi]]
Le vicende della seconda guerra mondiale interessarono Vasto con l'istituzione di un campo di prigionia di ebrei e dissidenti politici presso la Marina, nel Villino Marchesani, che sarebbero stati poi trasferiti nei relativi campi abruzzesi della Caserma Rebeggiani a Chieti, o a Fonte d'Amore a Sulmona. Il territorio di Vasto rientrava nella Linea Barbara<ref>{{Cita web|url=https://www.terraecuore.net/cultura-turismo-abruzzo-molise/tradizioni-abruzzo-molise/34/la-valle-del-trigno-nella-ii-guerra-mondiale-|titolo=La valle del Trigno nella II guerra mondiale}}</ref> e nella Linea Gustav<ref>{{Cita web|url=https://www.vastoweb.com/news/cultura/1141369/tra-storia-e-memoria-a-vasto-ricordata-la-linea-gustav|titolo=“Tra storia e memoria”: a Vasto ricordata la Linea Gustav}}</ref>.Le vicende strettamente belliche si protrassero nel vastese dal 22 al 28 ottobre causando la morte di trenta civili<ref>{{Cita web|url=https://www.terraecuore.net/cultura-turismo-abruzzo-molise/tradizioni-abruzzo-molise/34/la-valle-del-trigno-nella-ii-guerra-mondiale-|titolo=La valle del Trigno nella II guerra mondiale
I combattimenti dell’ottobre-novembre 1943}}</ref>, in quanto le truppe britanniche di [[Bernard Law Montgomery]] si scontrarono con i panzer e i mortai tedeschi disseminati nella valle del Trigno, che divide l'Abruzzo dal Molise di [[Termoli]] e [[Montenero di Bisaccia]]. I tedeschi avevano occupato intanto la città dall'8 settembre, e nella ritirata, distrussero alcune case lungo il Corso Garibaldi, e cannoneggiarono il [[faro di Punta Penna]], affinché non fosse usato a scopi militari per gli alleati. In novembre Montgomery poté fare il suo ingresso trionfale a Vasto appena liberata, ponendo il suo quartier generale a Villa Marchesani, e tornerà in città il 30 del mese per un concerto al teatro Rossetti. Era a Vasto il comando dell’8ª Armata britannica agli ordini del generale Montgomery, che aveva il suo aeroporto a Vasto Marina<ref>{{Cita web|url=https://chiaroquotidiano.it/2023/04/25/la-liberazione-laeroporto-inglese-di-vasto-marina-e-il-generale-montgomery/|titolo=La Liberazione : l'aeroporto inglese di Vasto Marina e il generale Montgomery}}</ref>
 
Negli anni '60 iniziò per Vasto il boom economico vero e proprio, incentrato sull'industrializzazione e il turismo balneare, anche se non si può tralasciare la parentesi della grave frana del 22 febbraio 1956<ref>{{Cita web|url=https://noivastesi.blogspot.com/search/label/FRANE%20DI%20VASTO|titolo=Frana del 1956 (1 di 3): i tristi giorni di quel freddo inverno (FOTO storiche)}}</ref>, che interessò il centro storico, nella parte del muro delle Lame, dove si trovavano la chiesa di San Pietro e il Palazzo Marchesani o della Posta. A causa di numerose piogge, e del sistema di scolo delle acque antiquato, l'acqua erose il terreno tufaceo, inghiottendo una consistente porzione del quartiere storico, e danneggiando l'abside della chiesa di San Pietro (risalente all'XI secolo), comportandone dunque l'inevitabile abbattimento, con l'eccezione del prezioso portale gotico. Non meno importanti furono le frane del 1960 e 1970 che distrussero cinque case coloniche e un villino<ref>{{Cita web|url=https://noivastesi.blogspot.com/search/label/FRANE%20DI%20VASTO|titolo=Le frane di Vasto (14): LA FRANA DI FONTE JOANNA 1960-70, cause e rimedi
Il [[29 marzo]] [[1710]] fu conferito ufficialmente il titolo di città da [[Carlo d'Austria]] e nell'[[ottobre]] del [[1723]] divenne luogo della cerimonia di consegna della collana dell'[[Toson d'Oro|ordine del Toson d'oro]] da parte del marchese [[Cesare Michelangelo d'Avalos]] al principe [[Fabrizio I Colonna]], su incarico dell'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]].
Distruzione di 5 case coloniche e di un elegante villino}}</ref><br/>Come detto, la città si sviluppò mediante nuovi quartieri residenziali a nord, presso l'area del convento dell'Incoronata, a sud in contrada Sant'Antonio, a nord-est (il rione San Giovanni Bosco), ad ovest (il rione San Paolo), e soprattutto nella Marina, sviluppo che consacrò Vasto tra le principali città produttive e competitive della provincia di Chieti, e poi della stessa regione Abruzzo.
 
=== Simboli ===
Nel [[1799]], sulle orme della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], venne proclamata la "''Repubblica Vastese''", soppressa poi dalle forze [[Sanfedismo|Sanfediste]].
Dallo Statuto comunale si ricava la descrizione dello stemma e del sigillo<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.vasto.ch.it/l-amministrazione/informazioni/statuto|titolo=Statuto comunale|sito=www.comune.vasto.ch.it|accesso=2 settembre 2023}}</ref>
{{Citazione|campo levigato ellittico quadripartito da diametri dell'ellissi, ove a destra del risguardatore il colore aureo in alto e l'argenteo in basso rifulgono, mentre opposto sito tengono i due metalli a sinistra. Inoltre è modellato sul descritto stemma il comunal sigillo, circondato dalla legenda Vastum olim Histonium Romanum Municipium.}}
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso<ref>{{Cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/vasto/|titolo=Vasto – Araldicacivica|sito=www.araldicacivica.it|accesso=2 settembre 2023}}</ref>; mentre la bandiera è un drappo partito di rosso e di bianco, caricato dallo stemma comunale sulla banda bianca<ref>{{Cita web|url=http://www.rbvex.it/province/comunali/abruzzomolisecitta.html#ch|titolo=Abruzzi Molise città|sito=www.rbvex.it|accesso=2 settembre 2023}}</ref><gallery widths="200">
File:Vasto-Stemma.svg|Stemma come da statuto comunale
File:Vasto-Sigillo.svg|Sigillo come da statuto comunale, non in uso
File:Vasto-Stemma-3.svg|Stemma e Sigillo in uso, non corrispondente alla blasonatura riportata nello statuto comunale<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.vasto.ch.it/|titolo=Home|sito=www.comune.vasto.ch.it|accesso=2 settembre 2023}}</ref>
File:Vasto-Gonfalone.png|Gonfalone cittadino
File:Flag of Vasto.svg|Bandiera cittadina
</gallery>
 
=== Onorificenze ===
Dal [[XIX secolo]] la città vantò il titolo di "''Atene degli Abruzzi"'', grazie al lascito artistico e culturale [[Corona d'Aragona| aragonese]], per l'inaugurazione del secondo teatro d'Abruzzo, il ''Real Teatro Borbonico'' (poi divenuto ''Teatro Rossetti''), alla cui inaugurazione il [[15 settembre]] [[1832]] partecipò anche [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Re Ferdinando II]], per aver dato i natali nel [[1783]] al pittore, poeta e patriota [[Gabriele Rossetti]] (figlio di uno speleologo e genitore di artisti come [[Maria Francesca Rossetti|Maria Francesca]], [[William Michael Rossetti|William Michael]], [[Christina Rossetti|Christina]] ed il più famoso [[Dante Gabriel Rossetti|Dante Gabriel]], tra i fondatori del movimento inglese dei [[Preraffaelliti]]), oltre ad avere il ruolo politico di capoluogo di [[Distretto di Vasto|Distretto]] nell'amministrazione dell'[[Abruzzo citeriore|Abruzzo Citeriore]] dal [[1816]].
{{Onorificenze
|immagine = Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
|motivazione = Concessione di [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo III]] al [[marchese]] [[Vincenzo Frasconi]]<ref name="Di Risio, p. 60" />
|data = 29 marzo [[1710]]
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Il [[1817]] fu un anno funesto, a causa di un'importante carestia, della prima frana che interessò il costone orientale della città e di un'epidemia di [[Tifo esantematico|febbre petecchiale]] che decimò la popolazione cittadina (di cui alcuni resti furono trovati nel [[2014]] nella zona di [[Riserva naturale guidata Punta Aderci|Punta Aderci]], allontanati e seppelliti lì per motivi igienico sanitari da una delibera comunale del tempo).
{{vedi anche|Centro storico di Vasto}}
[[File:Vasto vista dal mare - panoramio.jpg|thumb|Vasto vista dal mare]]
Il centro storico di Vasto si compone dell'antico rione romano di ''[[Histonium]]'', ossia "Guasto d'Aymone" (ovvero "Città di Aymone di Dordona", primo conte della città voluto da [[Pipino il Breve]]) e "Guasto Gisone", parte [[medioevale]] [[normanna]] del centro, che vennero poi riunificati in una sola città nel 1385.
=== Guasto d'Aymone ===
{{vedi anche|Histonium}}
[[File:Vista Frontale San Pietro.jpg|thumb|left|Portale della Chiesa di San Pietro, parte di "Guasto D'Aymone"]]
Il rione di "Guasto d'Aymone" è delimitato dall'area del Muro delle Lame, Corso de Parma, la porzione del Corso Garibaldi con la mole del [[Castello Caldoresco]], il Corso Plebiscito, via Crispi, via Roma e di nuovo il ricongiungimento a via Adriatica, presso la chiesa di [[Sant'Antonio di Padova]].
 
Gli studiosi hanno rilevato come questo rione rispecchi quasi completamente l'antico [[cardine (storia romana)|cardo]] e [[decumano]] della città romana, insieme agli assi delle varie vie interne.
Nonostante il tributo di sangue che la città pagò nel [[1799]] per la repressione [[Sanfedismo|Sanfedista]], durante il [[Risorgimento]] l'anelito di libertà che da tempo infiammava i cuori dei vastesi trova viva testimonianza nella [[Battaglia di Rieti-Antrodoco|Battaglia di Antrodoco]] combattuta all'alba del [[7 marzo]] [[1821]], quando un battaglione di volontari al comando del [[Barone]] [[Luigi Cardone]] e su incitamento di [[Gabriele Rossetti]] accorse sotto le insegne del [[Guglielmo Pepe|Generale Guglielmo Pepe]] in difesa della [[Repubblica Partenopea]] contro le [[Impero austriaco|truppe]] di [[Johann Maria Philipp Frimont|Frimont]], fatte giungere in Italia dai Borboni
 
Il cardo principale è Corso Palizzi, mentre il decumano Corso Dante, e i principali monumenti sono la chiesa di San Pietro (di cui oggi resta la facciata dopo la frana del 1956), la chiesa di Sant'Antonio, in origine complesso di [[San Francesco d'Assisi]], dove sono state rinvenute le [[terme di Vasto]], la chiesa dell'Annunziata, la chiesa del Carmine, il Palazzo Genova Rulli, la Porta Nuova (unica rimasta, nel rione), il Teatro Rossetti (costruito sopra il Monastero di Santo Spirito), il [[Palazzo d'Avalos]] e la [[Cattedrale di San Giuseppe (Vasto)|Cattedrale di San Giuseppe]], che si trova insieme al Palazzo Marchesale a confluenza dei due rioni storici, con spartiacque Piazza del Popolo.
Nel [[1842]] i patrioti vastesi si unirono sotto le insegne della "[[Giovine Italia]]” fondata a Vasto da Gaetano Crisci
 
=== Guasto Gisone ===
Il primo fermento di rivolta venne dalla Guardia Nazionale con la notizia dello [[Sbarco a Melito]]. Al grido "''Abbasso!''" nel confronti del giudice De Pascinìs, occupò la Sottindentenza con la milizia deI [[Maggiore]] [[Silvio Ciccarone]] il [[4 settembre]] [[1860]], dichiarando decaduta la monarchia Borbonica, proclamando il governo provvisorio, disarmando la gendarmeria e abbattendo le insegne borboniche sostituite dal [[Tricolore]], e chiamando a [[Sindaco (Italia)|Sindaco]] Filoteo D'Ippolito. Il proclama del Maggiore Ciccarone, precedente di tre giorni all'ingresso di Garibaldi a [[Napoli]], rende Vasto la prima città abruzzese ad insorgere contro i [[Borbone|Borboni]], proclamando l'indipendenza nazionale in nome di [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] e di [[Giuseppe Garibaldi]] (che fu nominato "''Primo Presidente Onorario della Società Operaia di Vasto''" nella sua inaugurazione il [[3 novembre]] [[1864]]).
[[File:66054 Vasto, Province of Chieti, Italy - panoramio - trolvag (8).jpg|thumb|Loggia Amblingh e Porta Catena nel quartiere di [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|Santa Maria]], parte di "Guasto Gisone"]]
Il rione di "Guasto Gisone", fondato nel [[IX secolo]], comprende la cinta muraria che da Piazza Rossetti, mediante Torre di Bassano ([[XV secolo]]), cinge tutta l'area perimetrale circolare, fino alla passeggiata di Loggia Amblingh.
 
La porta di accesso, dopo la demolizione di Porta Castello, è Porta Catena: il quartiere è tipicamente medievale, composto da strette vie, case addossate le une alle altre, che circondano la corposa mole della [[chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|chiesa di Santa Maria Maggiore]].
Infatti, il [[20 ottobre]] [[1860]] in occasione della venuta del Re in Abruzzo, dal Municipio di Vasto venne mandato Filoteo Palmieri ed il dott. Filoteo D'Ippolito, per porgere il saluto della Città al primo Re d'Italia ospite nella villa di Emidio Coppa a [[Pescara]].
 
Tra gli edifici più famosi ci sono la Casa di Giuseppe Amblingh, il muro del Giardino Napoletano di Palazzo d'Avalos e la casa natale di [[Gabriele Rossetti]].
Tra la seconda metà dell'[['800]] e la prima metà del [[XX secolo]] avvenne la prima costruzione del [[Faro di Punta Penna|Faro di Vasto]] ([[1906]]) oltre che la prima importante espansione urbanistica. Durante il [[Ventennio fascista|Ventennio]] ci fu la costruzione di edifici in [[stile Liberty]], come in ''Corso Nuova Italia'' (come il ''Teatro Cinema Ruzzi'') e a Vasto Marina (come ''Villa Marchesani'', ora ''Villa Santoro''), e per volere di [[Benito Mussolini]], nel [[1938]] la città cambiò nome in ''Istonio'' <ref>R.D. 31 marzo 1938, n. 517</ref> (in omaggio all'origine romana della città), installando anche un campo di concentramento per antifascisti e slavi sul litorale di Istonio Marina nel periodo bellico ([[1940]]-[[1943]]).
 
=== Architetture religiose ===
Con la [[Resistenza italiana|liberazione]] della città nel [[1944]] tornò a chiamarsi "''Vasto"''. Nello stesso anno l'[[Heer (Wehrmacht)|esercito tedesco]] in ritirata distrusse parzialmente il Faro, che fu demolito e completato nei due anni successivi, ed inaugurato il [[2 maggio]] [[1948]] come il [[Lista dei fari in Italia|secondo faro più alto d'Italia]].
{{Vedi anche|Chiese di Vasto}}
Esistono molte strutture religiose, perlopiù presenti nel centro storico. Le più antiche ed importanti della città sono:
* [[Duomo di Vasto]], concattedrale dell'[[Arcidiocesi di Chieti-Vasto]] dedicata a San Giuseppe.
[[File:Cattedrale di San Giuseppe Vasto ch.JPG|thumb|Duomo di San Giuseppe]]
* [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]], fu danneggiata durante il saccheggio della città del 1566 a opera della flotta ottomana.<ref>{{Cita web|url=https://lascuolafanotizia.it/2023/05/21/i-tesori-di-vasto-la-chiesa-di-santa-maria-maggiore/|titolo=I tesori di Vasto – La Chiesa di Santa Maria Maggiore}}</ref>
* [[Chiesa di Maria Santissima del Carmine (Vasto)|Chiesa di Maria Santissima del Carmine]]
* [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Vasto)|Chiesa di San Michele Arcangelo]], dedicata al santo patrono di Vasto.
 
=== Architetture civili ===
=== La frana del 1956 e il boom economico ===
Il comune di Vasto e soprattutto il suo centro storico è caratterizzato da una moltitudine di edifici storici la cui costruzione e stile spazia dal [[XV secolo|XV]] al [[XX secolo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.vastospa.it/html/la_citta/arch_palazzi.htm|titolo=Palazzi di Vasto|accesso=3 luglio 2017}}</ref>
Nel [[secondo dopoguerra]], fra il [[febbraio]] e il [[giugno]] [[1956]], Vasto fu sconvolta da una serie di frane e smottamenti causata dalla gran quantità di precipitazioni, anche di carattere nevoso, che si erano prodotte in quei mesi.
 
==== Palazzo Aragona ====
Una parte di uno fra i più antichi rioni del centro storico sprofondò a valle, verso il mare, ed andarono distrutti alcuni edifici pubblici e religiosi di notevole valore architettonico, fra cui la ''Chiesa di San Pietro'', di età [[Medioevo|medievale]], oltre a circa centocinquanta alloggi privati.<ref>Costantino Felice, ''Vasto. Un profilo storico. Economia, società, politica e cultura'', L'Aquila, La Ginestra Editrice, 2001, ISBN 88-8481-001-9</ref>
Il Palazzo si trova nei pressi della villa comunale, realizzato nel 1522 da Dario d'Antonello, che lo dedicò a Maria d'Aragona, marchesa della città. Il palazzo era costituito da più corpi, organizzati a formare tre corti differenti, oltre a neviere (poi abbattuto per la costruzione dello stadio), e una chiesa (la cappella di Costantinopoli). Dell'antico complesso esisteva una vista prospettica in un dipinto di Elia Di Giacomo Leone (1860). Costruito con fondi depositati nel 1522 da un ufficiale francese di Lautrech diretto a sud al mastrogiurato Dario D'Antonello, Fu acquistato dai Figliozzi di Guglionesi poi Nel 1615 passa aim proprietà a Giovan Carlo di Pompeo Bassano che costituì un enfiteusi (cioè affitto con vincolo di miglioramento) al Marchese [[Cesare Michelangelo d'Avalos]], che lo trasformò in dimora principesca, e lo arricchì di oggetti d'arte. Alla morte del marchese, l'edificio cadde in abbandono.<ref>{{Cita web|url=http://artbonus.gov.it/1443-scuderie-di-palazzo-aragona.html/|titolo=Art Bonus - Scuderia di Palazzo Aragona}}</ref>
 
La proprietà passò in eredità prima ad Antonio Tiberi, poi fu venduta il 7 giugno 1820 a Giuseppantonio Rulli. Agli inizi dell'Ottocento il complesso, risulta composto da 21 vani al piano terra e 14 ai piani superiori, con una torre e la chiesetta Madonna di Costantinopoli.Passato in eredità alla figlia Giacinta Rulli sposata Sabelli che lo rivendette. Il complesso, riscattato dall'enfiteusi nel 1877 dalla duchessa Maria Teresa Cestari zia di Ortensia D'Avalos la quale, senza eredi, lo donò segretamente alla nipote Ortensia, moglie di Giovanni Quarto di Belgioioso, il quale affiderà il complesso ad un amministratore: Avveduto Bartoli Avveduti. Nel 1897 quest'ultimo qui ebbe una figlia, Maria Antonietta Bartoli Avveduti in arte [[Elena Sangro]], che divenne diva del cinema muto, compagna di [[Gabriele D'Annunzio]]. Nel 1922 il complesso venne venduto a Umberto Mariani e a sua moglie Giulia Zaccagnini,ricchissimi emigrati di ritorno dall'America, che lo modificarono aggiungendo nuovi corpi. Gli spazi oggi utilizzati come sale espositive e centro culturale sono gli stessi nei quali negli anni '50 stavano i laboratori della lavorazione dei tabacchi. Sono stati denominati "Scuderie di Palazzo Aragona", in onore del Duca di Belgioioso, noto appassionato di cavalli, e in memoria dell'antico impiego del luogo della stazione della posta. Qui vi è una mostra che ricorda la cerimonia del [[Toson d'Oro]] del 1723.
L'immediata evacuazione della popolazione residente dalla zona colpita, subito dopo la prima frana del [[22 febbraio]] [[1956]], evitò tuttavia che si producessero vittime fra i civili.
 
Questo palazzo ospitò anche la sede dell{{'}}''osservatorio meteorologico di Vasto'' dal 1892 al 1898 (con la direzione del dott. Alfonso Travaglini). Fonte: Alfredo Polsoni "Ricerche sui principali elementi del clima di Vasto", tipografia Zaccagnini e Lattanzio 1914.
Negli [[anni 60]] Vasto è iniziata ad essere, grazie al [[Miracolo economico italiano|boom economico]], una delle prime città abruzzesi a beneficiare del turismo balneare, con la costruzione di strutture adeguate nella frazione di Vasto Marina, e lo sviluppo industriale interessò la località di ''Santa Maria Incoronata'', dove si trova l'antico convento, nonché tutta l'area [[Porto di Vasto|portuale di Punta Penna]].
 
==== Palazzo D'Avalos ====
Durante tutto il [[XX secolo]] la città riscontrò una notevole emigrazione soprattutto verso [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Canada]], [[Argentina]], [[Brasile]] ed [[Australia]]. Nel [[1989]], in ricordo di questo, avvenne il gemellaggio con la città [[Australia|australiana]] di [[Perth]], in omaggio alla città che più di tutte accolse emigranti vastesi.
{{vedi anche|Musei di Palazzo d'Avalos|Palazzo d'Avalos}}
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-018.jpg|thumb|[[Musei di palazzo d'Avalos|Palazzo d'Avalos]] (1573)]]
Il palazzo è stato costruito da [[Giacomo Caldora]], come attesta il primo documento che parla di questo palazzo: è un documento del 1427 che stabilisce un risarcimento dello stesso Giacomo Caldora a dei frati, per poi essere in seguito proprietà dei [[d'Avalos]], che non lo utilizzarono mai come residenza.
 
Durante l'invasione turca fu messo a ferro e fuoco da [[Piyale Pascià]] a causa dell'assenza dei proprietari.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di città.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
| motivazione = Concessione di [[Filippo V di Spagna]] al [[marchese]] [[Vincenzo Frasconi]]<ref name=Città del Vasto: Stemma, Titolo, Gonfalone e Tallero>{{Cita web|http://www.vastospa.it/html/la_citt%E0/citta_stemma_titolo_e_gonfalone.htm}}</ref>
| data = [[1710]]
}}
 
Il Palazzo consta di cortile e giardino, di cui il giardino è stato recentemente restaurato, e due livelli con tratti [[neoclassico|neoclassici]] sulle finestre. Poco o nulla rimane del suo aspetto originario, così come dell'antico teatro al suo interno.<ref>Autori Vari, Il Palazzo d'Avalos in Vasto, Carsa edizioni, 2002 Pescara, ISBN 88-501-0007-8</ref>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Vasto chiesaL'ingresso di SanPalazzo Giusepped'Avalos.jpg|thumb|left|IncisioneFacciata ottocentesca della Cattedrale didel SanPalazzo Giusepped'Avalos]]
Attualmente è [[Musei di palazzo d'Avalos|sede museale]] archeologica, del costume e della pinacoteca. La sezione archeologica ospita statue femminili, teste di [[Afrodite]], [[Eros]], [[Zeus]] e [[Sileno]], oltre una serie di statuine bronzee, tutte raffiguranti la figura di [[Eracle]]. La Pinacoteca contiene un settore dedicato alla pittura contemporanea ed in particolare a quella dell'[[XIX secolo|800]], in cui si possono ammirare opere di [[Filippo Palizzi]], [[Valerio Laccetti]], [[Francesco Paolo Michetti]], tutti artisti abruzzesi e [[Giulio Aristide Sartorio]].<ref>Autori Vari, I musei in "Il Palazzo d'Avalos in Vasto" pag. 51-83, Carsa edizioni, 2002 Pescara, ISBN 88-501-0007-8</ref>
 
==== ArchitetturePalazzo religiosedella Penna ====
[[File:Arco e muro del Giardino Napoletano.jpg|thumb|Arco normanno presso le mura del Giardino Napoletano]]
==== Cattedrale di San Giuseppe ====
La sua costruzione avvenne grazie ad [[Innico III d'Avalos]], che si era insediato in città insieme alla consorte [[Isabella d'Avalos]], nella spianata a nord del centro abitato, in prossimità del torrente Lebba e della sua valle, conclusa tra il 1615 (fabbricato principale) e il 1621.
[[File:Cattedrale di San Giuseppe a Vasto.JPG|thumb|upright=1.2|La [[Duomo di Vasto|cattedrale di San Giuseppe]].]]
{{vedi anche|Duomo di Vasto}}
 
Il Palazzo ha pianta quadrata, fortificata agli spigoli da quattro baluardi, un cortile spazioso, ampie sale, semicircondata da un recinto anch’esso protetto agli spigoli da bastioni e comprensivo di una serie di fabbriche adibite a locali di servizio. Arredato con eleganza, il Palazzo fu frequentemente abitato sia dal suo fondatore, che dai suoi figli, Ferrante e Diego.
Il primo impianto risale al [[XIII secolo]]. Originariamente, la chiesa conventuale era intitolata a [[Santa Margherita]], poi a [[Sant'Agostino]] nel [['600]], per poi prendere il nome attuale durante il decennio francese. Della chiesa originaria rimane solo una [[monofora]] (oggi il rosone) con [[concio (architettura)|conci]] nel lato nord e dei pochi altri vaghi elementi si può supporre che il coronamento fosse orizzontale. Infatti nel [[XVI secolo]] la chiesa fu assediata dai [[Saraceni]] e gravissimamente danneggiata, dacché nel [[XVIII secolo|Settecento]] fu ricostruita in forme povere in stile [[Barocco]]. Nel [[1895]] vi furono dei lavori di ristrutturazione. In questi lavori la chiesa, essendo Collegiata, divenne "Cattedrale", e fu ampiamente rimaneggiata per volere del vescovo di [[Chieti]], per il gusto revival del [[neogotico]]: all'interno e all'esterno presso i fianchi e l'abside, con finestre in stile gotico. L'interno è stato piastrellato di verde e bianco, alla maniera del [[Duomo di Siena]], con volte a crociera. La chiesa fu ampliata nel [[XIX secolo|XIX]] e nel [[XX secolo]]. Negli [[anni 1980|anni ottanta]] del XX secolo furono distrutte con cariche di dinamite delle opere nel [[chiostro]]. L'interno è a [[navata]] unica con [[transetto]]. Il [[campanile]] consta di mura a [[scarpa (architettura)|scarpa]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=541 Chiesa di San Giuseppe]</ref>
[[File:Chiesa di Santa Maria Maggiore, Vasto 2.JPG|thumb|250px|La [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]]]
 
Il 20 giugno 1711 venne saccheggiato dai turchi e il 25 febbraio 1713 divenne proprietà del nipote di Innico, Don [[Cesare Michelangelo d'Avalos]], in ritorno a Vasto dopo 12 anni di esilio politico. Questo dominio segnò il periodo di maggior splendore nella storia del Palazzo che, restaurato ed abbellito, ospitò molti personaggi del [[Regno delle Due Sicilie|Regno]] che si fermavano nella città, come il Connestabile Fabrizio Colonna, che venne a Vasto per ricevere il collare dell’[[Ordine del Toson d'oro]] e fu ospite per tre volte nel Palazzo.
==== Chiesa di Santa Maria Maggiore ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)}}
La chiesa risale al [[1195]] quando viene citata in un diploma di [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] come "''ecclesia Sancte Marie in Guastoaymonis"''. L'interno è a tre [[navata|navate]] con [[cripta]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=540 Chiesa di Santa Maria Maggiore]</ref> La chiesa si distingue per la corposa mole che spazia in tutto il centro storico, e per il massiccio campanile turrito, che supera di molto l'area della Cattedrale. La facciata [[Barocco|baroccheggiante]] è molto piccola, perché è occupata quasi interamente dalla base del campanile, mentre la parte retrostante è perfettamente visibile, senza abside, decorata da un grande finestrone. Presso il fianco della via sono visibili figure antropomorfe di interesse storico, risalenti all'epoca romanica, che hanno alimentato molte leggende riguardo i [[cavalieri Templari]].
 
Con la morte del [[Cesare Michelangelo d'Avalos|Marchese]] nel 1729, il Palazzo cadde nell’abbandono più totale, diventando luogo malsano e solitario, intorno alla quale la fantasia popolare intrecciò storie paurose di diavoli e streghe. Da qui, probabilmente anche la nascita del nome di "Palazzo dei Cento Diavoli", perché secondo la leggenda in una notte spuntarono i tredici comignoli, oltre alle storie nate intorno alla famosa "Grotta della Carnaria" dove volontà popolare voleva abitasse un diavolo, ed al tunnel che probabilmente la collegava al Palazzo.
==== Chiesa di Maria Santissima del Carmine ====
{{Vedi anche|Chiesa di Maria Santissima del Carmine (Vasto)}}
La nuova chiesa risale al [[1638]], quando fu ricostruita ex novo da una precedente, dalla Confraternita napoletana dei Padri Lucchesi. La chiesa disponeva di un complesso monastico con convento, poi trasformato in varie residenze dalla soppressione, nel [[1807]] degli edifici di culto da parte di [[Gioacchino Murat]]. Il complesso ha pianta irregolare quadrata, con facciata tardobarocca dai risvolti classicheggianti del primo [[XIX secolo|ottocento]] di scuola [[Luigi Vanvitelli|vanvitelliana]], con architravi in stile greco. Il campanile è una torre trapezoidale. L'interno conserva il dipinto di Crescenzo La Gamba della ''Presentazione della Vergine Maria al Divino Padre'' e la salma di [[Teodoro di Amasea|San Teodoro]], precedentemente conservata presso la chiesa omonima.
 
[[Luigi Anelli (1860-1944)|Luigi Anelli]], nel suo volume “''Origine di alcuni modi di dire popolari nel dialetto vastese''”, ricordava il detto “''Va' a chiamà’ lu duiàvele a la grotte di la Carnarejje''” ("Vai a chiamare il diavolo alla grotta della Carnaria"), come consiglio dato a chi ha la volontà di diventare ricco.
==== Chiesa di San Michele Arcangelo ====
{{NN|cattolicesimo|marzo 2010}}
Nel [[1656]] in seguito ai terremoti e alla [[Peste]] i Vastesi murarono solennemente una pietra del [[santuario di San Michele Arcangelo]] che secondo una visione li avrebbe protetti da quei flagelli sulla porta di Santa Maria. A circa 300 m all'esterno delle mura, su un terreno donato da Francesco Cresci, con vista sul promontorio del [[Gargano]] il [[19 marzo]] del [[1657]] fu iniziata l'edificazione della chiesa, che venne terminata nel [[1675]], come si legge sopra la porta in una iscrizione latina dettata da Giovanni Palma. [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]] fu acclamato patrono della città, con conferma pontificia ottenuta nel [[1827]]. La chiesa conserva l'altare maggiore in legno, con doratura ad oro zecchino, lavoro di artista veneziano.
 
Nel 1835 la tenuta fu acquistata da Giuseppe Antonio Rulli, il quale provvide a restaurare il Palazzo, a ristabilire i coloni e bonificare le paludi della zona, e grazie alla munificenza del barone Luigi Genova, morto all’età di novantadue anni, il Palazzo divenne sede dell’Orfanotrofio per orfanelle, e rimase aperto fino agli [[anni 1980]], per poi ricadere ancora nell'abbandono in cui vige.
==== Chiesa di Sant'Antonio da Padova e ruderi del convento di San Francesco d'Assisi ====
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-028.jpg|thumb|upright=1.4|La chiesa di Sant'Antonio]]
È sita in Via Adriatica. La costruzione è precedente al [[1334]]. Il [[convento]] ha subito la perdita delle strutture adibite ad abitazione dei [[monaco (religione)|monaci]] e di vari locali a loro pertinenti, tra cui: il [[dormitorio]], il [[refettorio]], le cucine, le cantine, i [[fondaco|fondaci]] e il [[chiostro]]. All'interno ha subìto l'eliminazione della mensa degli [[altare|altari]] negli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]]. Il [[convento]] sarebbe stato fondato al tempo di San Francesco se non dal santo stesso in persona. [[Giuseppe de Benedictis]] nel [[1759]] asserisce che i [[frate francescano|frati francescani]] si erano stanziati nella chiesa [[paleocristiano|paleocristiana]] detta di santa Croce risalente al [[V secolo|V]]-[[VI secolo]] di cui rimangono alcune vestigia delle mura della nella cantina.
 
==== Palazzetto Nibio Cardone ====
Alcuni studiosi sono unanimi nell'asserire che comunque il convento era antecedente al Provinciale ''Vastutissimum'' di fra' [[Paolino da Venezia]] e Marchesani la ritiene già ultimata nel [[1336]] quando vi fu organizzato un [[capitolo (canonici)|Capitolo Provinciale]], ma di certo l'organizzazione clericale doveva essere già ben istituita in quanto, una vedova, nel suo testamento volle lasciare la sua casa alla [[confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] della Santissima Trinità de' Pellegrini o di Sant'Antonio da Padova per farne un ospedale. Notizie successive asseriscono che in un periodo compreso tra il [[1271]], periodo del suddetto testamento e la fine del [[XIII secolo|XIII]] e gli inizi del [[XIV secolo]] la costruzione della nuova chiesa era già a buon punto. [[Luigi Murolo]] asserisce che nel [[1336]] era già ultimata.
Costruito nel 1576 si affaccia su Via Adriatica, appartenente al mercante genovese Domenico Nibio (Domenico Niggio) dove esercitava l'attività di commerciante fino alla sua morte nel 1593. Nel [[XVIII secolo]] venne adibito a caserma militare denominata "Quartiere", per poi essere acquistata dalla famiglia Cardone e divenire successivamente sede bibliotecaria e archivio comunale nel dopoguerra.
 
Secondo quanto riferiscono le cronache, l'edificio, nel suo periodo militare, fu dove venne composto [[Scura maje]], canto popolare abruzzese.
Tra il [[1352]] e il [[1546]] sono attestati alcuni piccoli lavori tra cui un rinnovamento della scuola dalle fondamenta del [[1527]], la costruzione di una cisterna ed una richiesta ristrutturazione avvenuta tra il [[1543]] ed il [[1544]]. Al [[1549]] risalgono altri lasciti. Del [[1551]] sono i restauri della [[cappella]] della Concezione. Nel [[1566]] gli archivi del convento furono bruciati durante le incursioni dei [[turchi]], verosimilmente anche parte del convento subì danni. Nella prima metà del [[XVIII secolo]] sono stati fatti degli ammodernamenti all'interno. In seguito alla soppressione nel [[1809]] degli ordini monastici possidenti di terre, il convento fu adibito ad usi pubblici fino al [[1956]]. L'interno della chiesa è stato recentemente ridipinto. All'interno è conservato un [[crocifisso]] ligneo policromo attribuito a [[Giacomo Colombo (scultore)|Giacomo Colombo]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=542 Chiesa di Sant'Antonio da Padova e ruderi del convento di San Francesco]</ref>
[[File:Vasto 2009 128 (RaBoe).jpg|thumb|Palazzo Marchesani (1640), edificio [[barocco]] adiacente alla [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Vasto)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]]]
 
==== ChiesaPalazzo di San Giovanni BoscoGenova-Rulli ====
Sito in Via Anelli nel quartiere di Porta Nuova. Originariamente struttura ospedaliera (1430), poi convento domenicano (1523) che verrà devastato dalle incursioni delle navi [[Saraceni|saracene]] nel 1566. Ristrutturato dai [[D'Avalos]] nel 1588, fu poi confiscato dal [[Regno d'Italia (1805-1814)|governo napoleonico]] nel [[1809]] e acquistato nel 1814 da Luigi Rulli di [[Salcito]]. Nel 1828 dal matrimonio tra la famiglia Rulli e Genova ebbe inizio del ramo della famiglia che da allora sarà chiamato Genova-Rulli e che diverrà intestatario del Palazzo (ora di proprietà della Curia). Il palazzo fu ristrutturato intorno al 1862 da convento a casa gentilizia dal famoso architetto locale di scuola napoletana Nicola Maria Pietrocola con originali soluzioni. È adiacente e connesso alla chiesa di Santa Filomena. Al suo interno è racchiuso un classico esempio di hortus conclusus medievale di circa 800 m².
[[File:Parrocchia San Giovanni Bosco - Vasto.jpg|thumb|Facciata della parrocchia salesiana con locali annessi]]
Il territorio parrocchiale vede la presenza di circa 2000 famiglie con oltre 6000 abitanti. Dopo una fase di rapida espansione, vissuta essenzialmente negli anni Settanta, la crescita della comunità parrocchiale si è stabilizzata. La pastorale parrocchiale, definita all'interno del Consiglio Educativo Pastorale che svolge la sua attività sin dai primi anni della vita della Parrocchia, si rivolge alle attività specifiche ed istituzionali; in particolare: ''l'educazione dei giovani'', la catechesi, la vita sacramentaria e l'azione di solidarietà sono al centro dell'azione comunitaria. Con l'obiettivo di porre maggiore attenzione alle esigenze sociali della comunità parrocchiale, sta sorgendo all'interno della Parrocchia un Centro di Ascolto, che avrà l'obiettivo di essere una finestra aperta sul territorio, per fornire mezzi e servizi a tutti coloro che si rivolgeranno ad esso, con un occhio particolare ai più bisognosi. Infine, la pastorale familiare, seguendo la specificità della spiritualità salesiana, si esplica particolarmente attraverso una azione che si rivolge verso le giovani coppie, seguendole sia nella fase prematrimoniale che nei primi anni di vita familiare, spesso molto difficili.<ref>{{Cita web|url=http://www.donboscovasto.it/parrocchia/index.php|titolo=Parrocchia San Giovani Bosco - Vasto|autore=|data=|accesso=}}</ref>
 
==== Palazzi storici di Piazza Caprioli ====
La cura di questa chiesa parrocchiale è affidata alla comunità dei [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|Salesiani di Don Bosco]], che dal [[13 ottobre]] [[1966]], con l'arrivo del primo Direttore della nuova Casa Salesiana di Vasto, don Marino Marinelli, insieme al confratello don Stella Sidney e al coadiutore Roberto Calcaterra, in silenzio, in povertà, iniziarono a lavorare con lo stile di [[Giovanni Bosco|Don Bosco]] attraverso la [[Cnos-Fap|formazione professionale]] verso i giovani più poveri della città. Il [[1º marzo]] [[1970]] viene avviata l'attività parrocchiale, svolta provvisoriamente dapprima nei locali di via S. Lucia e in seguito in una aula dell'Istituto Professionale. Solo due anni dopo, nel [[1972]], ebbero in cura la nuova chiesa di S. Giovanni Bosco.
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-007.jpg|thumb|left|Monumento ai Caduti vastesi della [[prima guerra mondiale|Grande Guerra]] in Piazza Caprioli. A sinistra Palazzo Benedetti e a destra Palazzo Smargiassi]]
* '''Palazzo Benedetti''', costruito tra la seconda metà del 1600 e il 1700, sede del Tribunale per breve periodo e dimora di illustri famiglie vastesi, come i Caprioli, Magnacervo e Agricoletti
* '''Palazzo Mennini''', costruzione risalente al XVI secolo. Si affaccia su Piazza Caprioli, con facciata delimitata da due larghe lesene laterali, che si dipartono da una base accennato in mattoni, e contigua al Palazzo Smargiassi, confinando con una semplice costruzione all'inizio di via Buonconsiglio. Diviso in due piani, ha il portone ad arco, che dà accesso a un grande vano, da cui si snoda sulla destra la scalinata che porta ai piani superiori. Al primo piano si aprono due finestre delimitate da un marcapiano, decorate da cornici semplici, sormontate da architravi a timpani spezzati circolari. Al piano secondario c'è una balconata protetta da inferriate su cui si prono due aperture, delimitate da cornici semplici laterali a timpani pure spezzati circolari, decorati da una serie di puntoni alla base. Le lunette degli architravi delle finestre e dei due balconi recono deboli tracce di affreschi.
* '''Palazzo Smargiassi''', un tempo sede della Cancelleria e del Consiglio dell'Università del Vasto, dimora della famiglia meneghina degli Invitti. La costruzione, nei materiali utilizzati, risponde all'uso del cotto introdotto dai Romani, che ha trovato largo impiego per la muratura e per la copertura del tetto (coppi), nonché per la realizzazione dei pavimenti (quadroni). La muratura in mattoni risulta intonacata e scandita da modanature e tinteggiatura con colore dominante, il chiaro a decorazioni sfumate. L'elemento di connessione tra spazio esterno e intorno è costituito da un adrone a copertura di volta a botte, con archetti intermedi poggianti sulle parti laterali. Fa seguito una parte del cortile "a luce", che aveva una cisterna alimentata da impluvio, da cui si diparte la scalinata che si sviluppa, poggiando su due pilastri-colonne che sorreggono i pianerottoli di accesso alle stanze dei due piani, su calpestio originale in pietra. La facciata, contigua con Palazzo Meninni, corre per tutto l'edificio su coppi, e vi si incastonano quattro finestre riquadrate con regolarità, sormontate da timpano al primo piano, ad arco con profilo ricurvo le centrali, a sesto acuto quelle laterali<br>Quattro balconi soprastanti decorati da cornice a timpano in ornato simmetrico ed elegante, protetti ad artistiche ringhiere in ferro battuto decorano il tutto.
[[File:Vasto 2009 073 (RaBoe).jpg|thumb|Palazzo Palmieri]]
 
==== FacciataPalazzi delladel chiesaXVIII-XIX di San Pietrosecolo ====
* Palazzo Miscione, sito in Via Pampani: è noto con questo nome per essere stato proprietà del nobile Francesco Miscione, sposo della nobildonna Filomena dei Baroni Genova. Realizzato in cotto e coppi, ha muratura intonacata e tinteggiata con il colore dominante delle'poca: grigio e chiaro. L'elemento di connessione tra spazio esterno e interno è costituito da un androne a copertura di volta a botte, con archetti intermedi poggianti sulle pareti laterali. La pavimentazione è a ciottoli a quadroni romboidali, disegnati con file dei mattoni infissi di fianco. Corre, per tutto l'edificio, il cornicione a più volute, che su via Pampani è delineato da due paraste laterali. Vi si incastonano cinque finestre, riquadrate con regolarità al primo piano ed altrettanti balconi a lieve aggetto, muniti di vetrate spesse, ornati con motivi floreali, e volute sul passamano delle ringhiere in ferro battuto. Sul piano strada si aprono il portone centrale ad arco e due simmetrici antri, pure ad arco sono altri portali destinati alle carrozze e i cavalli.
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-037.jpg|thumb|La chiesa di Santa Lucia]]
* Palazzo Ciccarone, sito in Corso Plebiscito (dove la cittadinanza votò a favore dell'Unità d'Italia): il fabbricato ricalca le linee architettoniche in voga nel Settecento, in mattone cotto. In origine apparteneva alla famiglia De Nardis e consisteva in un piano, che nel 1823 venne acquistato da Francesco Paolo Ciccarone. Il nipote Francesco descrisse il palazzo com'era prima della ristrutturazione, quando le zone dello studio, dell'appartamento nobile, il salotto verde erano adibiti a gallinaio, con accanto una cappella dedicata a San Teodoro, in omaggio al corpo che l'arcidiacono De Nardis aveva fatto venire da [[Roma]]. Il palazzo fu teatro di un avvenimento che proiettò Vasto nel contesto della proclamazione del plebiscito per l'[[Unità d'Italia]]. Infatti il 14 ottobre 1860 il marchese di Villamarina Salvatore Pes, di passaggio a Vasto per andare incontro a [[Vittorio Emanuele II]], venne ospitato nel palazzo, e si affacciò al balcone, acclamato dalla folla, con un cappello recante la scritta SI Per l'unità nazionale.
I ruderi della chiesa di San Pietro sono siti in Via Adriatica. Risulta già documentata nell'[[809]] insieme ad altri edifici annessi al monastero. Nell'[[XI secolo]] fu feudo dell'[[abbazia di San Giovanni in Venere]] come emerge da un documento del [[1047]]. Nel [[1195]] faceva parte del [[demanio]]. Dai ruderi del [[chiostro]] è riemersa una [[protome]] barbata oggi sita nel [[musei di Palazzo d'Avalos|museo civico archeologico]]. Il monastero cessò le sue funzioni nel [[1410]] quando fu trasformato in chiesa. In seguito, nel [[1960]], la chiesa fu demolita per via di una frana avvenuta quattro anni prima. Della chiesa rimane la facciata con annesso portale tardo-duecentesco nella cui [[lunetta]] vi sono delle raffigurazioni della Madonna col Bambino e della Crocifissione. Ai lati del portale vi sono dei resti di ''[[opus reticolatum]]''.<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=669 Ruderi della chiesa di san Pietro]</ref>
* Palazzo del Carmine, adiacente all'omonima chiesa. Fra via Marchesani e via Fornorosso, venne costruito nel 1738 in contemporanea con la ristrutturazione della chiesa del Carmine. A seguito dell'abbattimento delle vecchie casette medievali, venne edificato questo palazzo conventuale, con incarico dei Padri Lucchesi, insediati a Vasto per volere dei Marchesi d'Avalos, affinché fosse usato come istituto d'educazione giovanile.<ref>{{Cita web|url=http://www.vastospa.it/html/la_citta/arch_palazzi.htm/|titolo=Palazzi di Vasto|urlmorto=sì|accesso=14 maggio 2018|dataarchivio=6 luglio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220706104803/https://www.vastospa.it/html/la_citta/arch_palazzi.htm}}</ref> Nel 1761 vennero aperti gli edifici adiacenti alla chiesa, i Chierici insegnavano la grammatica, la retorica, la filosofia e la dottrina cristiana. Nel 1762 il palazzo si arricchì del chiostro conventuale, oggi il cortile, nel 1809 il collegio venne soppresso, il chiostro venne destinato ad accogliere il comando della Gendarmeria, poi la scuola pubblica e uffici comunali. Negli anni '20 il palazzo venne destinato ai padri Gabriellisti di Monfort per gestire il Collegio Istonio, successivamente soppresso, perché i padri si trasferirono nell'Istituto Immacolata. Così il palazzo divenne Sede della Curia Arcivescovile: ha un aspetto settecentesco a pianta quadrangolare, di cui poco resta dell'antico convento. L'interno conserva il chiostro porticato con giardino.
[[File:Vasto 2009 077 (RaBoe).jpg|thumb|Veduta di Piazza Rossetti con la chiesa di San Francesco di Paola]]
[[File:Vasto 2009 088 (RaBoe).jpg|thumb|Scorcio del Palazzo Carmine, con il campanile dell'omonima chiesa]]
* Palazzo Fanghella-Caldarelli-Michelangelo, sito tra Via Raffaello e Corso De Parma: il palazzo è di notevole interesse architettonico. Quando nel primo Novecento il Corso De Parma fu sottoposto a demolizioni e ristrutturazione di edifici, al fine di allargare la via, negli anni 1910-12, con l'ampliamento della via, l'edificio, già esistente da qualche secoli, fu sottoposto a rimaneggiamenti, con la facciata impostata in stile [[neoclassicismo|neoclassico]]. L'edificio si sviluppa con un pian terreno, un primo e secondo piano, terrazzo e sottoterrazzo, e le strutture murarie verticali sono in mattoni, mentre quelle orizzontali in archi e volte di mattoni; una parte in solaio realizzato con travi di ferro e lavelli. La facciata che guarda su Piazza L.V. Pudente, nella parte del piano terra è costituita da tre aperture architravate, mentre i piani superiori sono delineati da quattro lesene sormontate da altrettanti capitelli e integrati da un cornicione in aggetto, sorretto da sottolineature decorative. Al primo piano si aprono tre finestre architravate incorniciate da timpani triangolari ai lati e con arco al centro. Al secondo tre balconi incorniciati con timpani ad arco e triangolo al centro, tali aggetti sono in marmo, sorretti da mensole in ferro con volute. I parapetti che si affacciano sulla piazza sono in ferro battuto, e decorati a fiori intrecciati a forma di [[giglio]]. Il portone di accesso è su via Raffaello, incorniciato e archivoltato, l'accesso dalle scale è pavimentato con il [[marmo di Carrara]].
[[File:66054 Vasto, Province of Chieti, Italy - panoramio - trolvag (20).jpg|thumb|Palazzo Mayo]]
* Palazzo Mayo, sito in Piazza Pudente. Il palazzo è stato costruito dalla nobile famiglia vastese, seconda per importanza dopo i D'Avalos, che aveva il controllo della zona di Piazza Pudente, vico Gioiosa e la zona del Palazzo Marchesale. Degli scavi hanno riportato alla luce un pavimento in cotto, segno che il palazzo fu costruito sopra un'abitazione a sua volta eretta sopra una domus romana. Nel palazzo sono nati vari eminenti membri della famiglia, come Venceslao Mayo, Nerino ed Equizio. La parte del palazzo che sta su vico Giosia è in cotto, seguendo lo stile delle classiche palazzine rinascimentali della città.
* Palazzo Palmieri, costruito nel 1856, sito in Piazza Rossetti e adiacente al [[Castello Caldoresco]]. Si tratta di uno degli edifici di più elevata architettura urbana della città. Inserito nella mole del Castello, purtroppo avendone distrutto uno dei bastioni, risalirebbe al 1439, quando era la residenza del Capitano delle Armi. Venne fatto erigere da [[Jacopo Caldora]], passò poi in mano al suo figlio primogenito [[Antonio Caldora|Antonio]], da dove combatté i soldati di [[Ferdinando I di Napoli|Re Ferrante d'Aragona]] nel 1464. Nel 1499 divenne proprietà dei [[d'Avalos]], previa ristrutturazione totale. Nel 1816 Salvatore Palmieri lo acquistò, costruendovi un nuovo complesso civile, dotandolo di servizi, conservando però l'attuale conformazione del castello lungo il Corso Garibaldi e Piazza Diomede, dove sono i bastioni angolari. Il palazzo obbedisce ai criteri architettonici dell'epoca, con il fronte su Piazza Rossetti, con facciata in mattoni bugnati, portone di ingresso centrale e quattro aperture laterali al piano terra. Il piano superiore mostra quattro finestre, il piano sovrastante reca cinque balconi decorati con cornici e architrave a lieve aggetto, intervallati da lesene bugnate. Uguale conformazione ha la facciata su Piazza Diomede, con due balconi laterali e uno centrale, che comprende due aperture, sul lato sinistro che sta su Piazza Rossetti si estende un'altra costruzione con tre aperture al piano terra e piano rialzato, sovrastata da terrazzo su cui si erge la torre cilindrica coronata da merlature.
[[File:Vasto 2009 094 (RaBoe).jpg|thumb|Palazzo Ritucci Chinni]]
 
==== RestiPalazzo dellaRitucci chiesa di Santa CroceChinni ====
Costruito nel [[ventesimo secolo]] dall'ex sindaco Florindo Ritucci Chinni in stile neogotico veneziano, si affaccia su Piazza Lucio Valerio Pudente a pochi metri dal [[Duomo di Vasto]]. Il palazzo è sovrapposto a un'antica costruzione medievale, offrendo un particolare effetto scenico alla veneziana: al primo piano centrale si aprono tre finestre bifore arcate con davanzale decorato. Al secondo un balcone a colonnine al centro con trifora, e ai lati due finestre bifore, a sesto acuto. Il marcapiano è decorato con elementi floreali, al terzo livello il palazzo ha un loggiato aereo con 13 finestre arcate, segnato dal marcapiano ornato. Nelle facciata laterale a destra si aprono due finestre bifore arcate con davanzale ornato, al secondo piano una balconata a colonnine su cui apre una trifora ad arco e un occhio incorniciato. Sul piano strada si apre il portone centrale, decorato da cornice a sesto acuto e quattro aperture sul bugnato semplice.
Sono siti in Via Roma sotto le gradinate dell'Arena delle Grazie. La zona occidentale della chiesa è riemersa nella metà degli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]] dove sono stati trovati dei frammenti di mosaici. La chiesa era sita alla periferia della città antica presso un incrocio di due strade ortogonali presso le terme e, forse, di un ''[[macellum (mercato)|macellum]]''. Lo stile dei muri è simile alle chiese pugliesi settentrionali coeve. L'interno era a navata unica con abside.<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=668 Ruderi della chiesa di Santa Croce]</ref>
 
==== ExPalazzi conventoin diStile Sant'OnofrioLiberty ====
[[File:Vasto - panoramio (2).jpg|thumb|Palazzo Fanghella Caldarelli (a sinistra) sul Corso de Parma]]
È sito in Via Sant'Onofrio. Risale al [[1440]]. Dei restauri alle zone abitative dell'area conventuale hanno portato alla perdita di alcuni fregi, tra cui degli intonaci, dei dipinti, delle decorazioni murarie, dei pavimenti e degli infissi. Presso gli altari delle navate è stato recuperato un ciclo pittorico forse raffigurante degli episodi della vita di [[Sant'Onofrio]]. Il convento constava di chiostro mentre la chiesa ha una navata principale ed una piccola navata laterale. La chiesa ha dimensioni ridotte. Nei primi secoli la chiesa forse aveva la volta solamente nella zona absidale, mentre la navata aveva il soffitto a [[capriata|capriate]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=670 Ex convento di Sant'Onofrio ]</ref> Al suo interno conserva la salma di Beato Sebastiano da [[Celenza sul Trigno]].<ref>[C.Felice appunti di di microstoria]</ref>
[[File:©Piergiorgio Di Falco Foto -65.jpg|thumb|upright=1.4|Particolare di Piazza Rossetti: in vista l'ingresso del Corso Nuova Italia con i palazzi liberty]]
Risalenti al [[Ventennio]] e maggiormente presenti tra Via De Amicis, Via Asmara e Via Vittorio Veneto, nel rione di Corso Nuova Italia. Comprendono:
* Palazzo Bottari, Brindisi, Della Penna: edificato negli anni Trenta, in [[stile liberty]]. La facciata principale è su Corso Nuova Italia, mentre quella di via XXIV Maggio ha il portone di ingresso, delineato da una fascia che scandisce tutto il palazzo, rivestito in bugnato graffiato. Sulla facciata del corso, al piano terra, ci sono quattro finestre che si ripetono sulla facciata dell'altra via. Al primo piano e al secondo, sulla facciata di via XXIV Maggio si aprono due balconi laterali, e due finestre centrali, decorate con arcate semplici, quelle al centro da arcate a tutto sesto.
* Palazzo Cieri-Cavallone: realizzato negli anni '30, ha uno stile misto tra liberty e neoclassico, presentando base in bugnato chiaro, su cui si aprono nella facciata su Corso Italia, il portone di accesso e i due portoni laterali. I due piani superiori hanno due balconi laterali con aperture delimitate da timpani e delineate da un marcapiano a lieve aggetto. La facciata su via Asmara presenta due balconi laterali, con apertura sormontata da timpano e due finestre centrali, sempre sormontate da timpani; al piano terra due finestre sotto due balconi e due aperture centrali. L'edificio è rivestito in mattoni rossi, decorato da paraste angolari con marcapiano e marcadavanzale delimitato da fascia aggettante.
* Palazzo De Sanctis: costruito su progetto di Antonio Izzi, venne costruito nel 1926-29, con vista su Corso Italia. Nella facciata si aprono nei due piani, tre balconi alternati da una finestra, decorati da colonnine soprastanti con timpani ed arco nel primo piano, e a triangolo nel piano superiore. Il marcapiano, nel primo e secondo livello, è decorato con motivi floreali. Due lesene laterali sono realizzate in bugnato semplice, uguale conformazione nelle fasce laterali dello stabile. Al piano terra, oltre al portone centrale, quattro aperture per le attività commerciali, con fasce in bugnato.
* Palazzo Martella: si affaccia su Corso Italia, costruito nel 1933-35 su progetto di Giuseppe Peluzzo da Vincenzo La Palombara. L'edificio è rivestito da intonaco graffiato che imita il travertino. Sulla facciata che dà su Corso Italia, al piano terra, si apre, il portone principale al centro, e due aperture laterali con decorazione ad arco a tutto sesto in fasce bugnate. Motivi che ripetono sulla facciata di via IV Novembre. Al primo e secondo piano si aprono, rispettivamente, al centro un balcone decorato con cornice ed arco inferriate di protezione, ed ai lati due balconi laterali su cui ci sono due finestre dei piani. Nella facciata laterale a destra si aprono finestre decorate con cornici ad arco.
* Palazzo Melle-Molino: costruito nel 1929 presenta elementi decorativi unici nel suo genere, rispetto ai fabbricati adiacenti della stessa epoca. Venne progettato dall'ingegnere A. Saraceni di [[Palmoli]] in un unico blocco sormontato da una torretta adiacente su via Asmara. Il corpo centrale ha due balconi con colonne e due finestre decorate con lievi timpani. La torretta ha tre piani con relativi balconi e colonne trifore delimitati da lesene laterali, sormontate da decorazioni a festoni floreali. La parte laterale ha due finestre per piano timpanate e leve aggetto anche sul davanzale.
[[File:Casa Rossetti.jpg|thumb|Casa Rossetti sulla Loggia Amblingh]]
* Politeama Ruzzi: sito in Corso Nuova Italia. Risale al 1931. Una ristrutturazione ha danneggiato l'interno. Durante il [[ventennio fascista]] fu edificato il [[quartiere]] di Corso Nuova Italia sito fuori del centro storico di Vasto. Il progetto iniziale è del 1906 poi realizzato nel 1924. Molti edifici che si affacciano sul corso alcuni sono in stile [[neoclassico]] altri in stile [[liberty]]. Il Politeama doveva avere funzioni sociali e culturali oltre che ospitare le riunioni del [[Partito Nazionale Fascista]]. Il primo progetto fu disegnato dall'[[ingegnere]] [[Antonio Izzi]] nel 1927 con linee curve, motivi floreali e le vetrate con [[bifora|bifore]] e [[trifora|trifore]] secondo lo stile dell'[[Art Nouveau]]. La facciata ha un [[portico]] con cinque arcate. Sulle [[chiave di volta|chiavi di volta]] degli [[arco a tutto sesto|archi a tutto sesto]] sono incise le iniziali del commissionario [[Giovanni Ruzzi]]. Nei piani superiori le [[lesena|lesene]] hanno varie decorazioni. Alcuni punti dell'architettura richiamano l'accademismo tardo-[[XIX secolo|ottocentesco]], ed alcune decorazioni, oltre alla su citata Art Nouveau, allo stile della [[secessione viennese]].<ref>{{Cita web|url=http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=676|titolo=Politeama Ruzzi|accesso=13 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190306042835/http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=676|dataarchivio=6 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref>
* Palazzo Tenaglia: la costruzione risale agli anni '30, ricalcante lo stile degli altri edifici. La facciata principale al piano terra ha quattro aperture decorate con cornici culminanti ad arco a tutto sesto, con intonaco bugnato. Il marcapiano segna il primo piano decorato con motivi floreali, con due balconi laterali, al primo piano e al secondo, e al centro due finestre; tre finestre sono nel blocco laterale. Una cornice a lieve aggetto sorregge il cornicione del tetto sostenuto da pilastri.
* Palazzo Vicoli: è stato costruito all'inizio degli anni '30 su Corso Italia, lungo circa 30 metri, intervallato da una tripartizione di lesene bugnate lisce, con suddivisione di paraste incorniciate. S u due piani, lungo il corso, si aprono quattro balconi intervallati da doppie finestre separate da lesene bugnate al primo piano, sormontate da timpani a sesto acuto, al piano terra si prono apertura a forma di edicole. La facciata laterale ha tre finestre segnate dal marcapiano.
 
Fanno eccezione Palazzo Florio, sito in Piazza Diomede e Palazzo Miscione, in Via Leopardi.
==== Complesso monumentale di Santa Lucia ====
È sito in Via di Santa Lucia nel Vallone L'Angrella. Un monastero dedicato a Santa Maria in Valle sito nel Fosso dell'Angrella forse era corrispondente alla chiesa omonima che fu possedimento dell'[[Abbazia di Farfa|abbazia di Santa Maria di Farfa]]. Tuttavia la prima notizia risale al [[1276]] quando l'abate di [[Santa Maria di Casanova]] reclamò al re [[Carlo I d'Angiò]] poiché [[Andrea de Sully]] esigeva che i pastori del [[monastero]] [[cistercensi|cistercense]] che transumavano in [[Puglia]] pagassero un [[pedaggio]] per un certo numero di [[castrato (carne)|castrati]]. Al rifiuto dell'abate, furono sequestrati gli animali, fu saccheggiata la chiesa, fu sottratto il [[frantoio]] della [[grangia]] e furono confiscati gli arnesi della imbarcazione con cui venivano portati i viveri per il monastero di santa Maria alle [[Tremiti]]. Dal [[XV secolo]] fu chiamato Grangia di Santa Lucia o monastero o [[Abbazia|badia]] di Santa Maria in Valle.
 
*Il Palazzo Florio: si trova in Piazza Diomede, e appare inserito, alto e stretto, in un blocco di costruzione della stessa altezza, ma piuttosto scadenti. L'immobile è stato restaurato, con risalto dei colori che seguono le decorazioni delle due lesene laterali a tutto altezza, scanalate nella parte superiore con bugnati nella parte inferiore fino al primo piano che richiamano un certo manierismo decorativo. Le due lesene sormontate nella parte alta da due capitelli, proseguono per sorreggere un cornicione in lieve aggetto. Gli elementi liberty risaltano le due finestre architravate a cornici lineari al primo piano, protette da un davanzale poggiato sul marcapiano, protetto da colonnine, Sul balcone del secondo livello si aprono due luci con ornati a cornice architravate, con timpani triangolari.
Era dotato di una chiesa, di camere e di un pozzo. Nel [[1566]] fu ricostruito in seguito all'incendio provocato dai [[turchi]]. In seguito fu gestito da un [[priore]] fino al [[XVIII secolo]]. Il territorio del fosso dell'Angrella fu poi coinvolto da alcune frane e già nel [[1794]] il monastero non esisteva più ma gli incassi urbani e rurali furono riscossi fino al [[XX secolo]]. Attualmente sono visibili i resti dell'insediamento. La chiesa di Santa Lucia annessa al palazzo rurale dei [[d'Avalos]] del XVIII secolo è comunicante con i resti della costruzione [[benedettini|benedettina]] attraverso dei campi presso via di Santa Lucia. Il monastero di Santa Lucia è in deterioramento.<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=667 Complesso monumentale di Santa Lucia]</ref>
*Campo d'internamento di Villa Marchesani - Pensione Ricci:
[[File:Vasto villa Marchesani.jpg|thumb|left|Villa Marchesani a Vasto Marina]]
Erano siti nella Villa Santoro (ex Villa Marchesani) in Via A. Marchesani e nell'albergo Ricci (Ex Villa Ricci) in Corso Zara entrambi a Vasto Marina.<ref name="excampodiconcentramento">{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=677 Ex campo di concentramento]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
 
I campi di concentramento di Vasto Marina risalgono all'11 giugno 1940 e su richiesta delle autorità militari ne fu chiesta la chiusura per prevenire atti di [[spionaggio]] nell'agosto 1943, ma nell'armistizio dell'8 settembre 1943 era ancora funzionante per alcuni prigionieri slavi, comunque dovette funzionare fino alla fine del mese.<ref name="excampodiconcentramento"/>
==== Altre chiese ====
[[File:Santa Maria di Punta Penna Vasto.jpg|thumb|Santa Maria di Punta Penna]]
[[File:Vasto 2009 011 (RaBoe).jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa di Stella Maris a Vasto Marina]]
* Chiesa di [[Anna (madre di Maria)|Sant'Anna]] (dedicata alle mamme)<ref>[http://www.vastospa.it/html/la_citt%E0/ch_s_anna.htm Chiesa di Sant'Anna]</ref>
* Chiesa di [[Francesco da Paola]] o dell'Addolorata (sita in Piazza Rossetti. Dietro il suo altare, benché non indicato, è sepolta la salma di un d'Avalos)
* Chiesa della [[Madonna delle Grazie]]
* Chiesa [[Madonna della Neve]] (distrutta)
* Chiesa di [[San Nicola di Bari|San Nicola]]
* Chiesa di [[Giovanni Bosco|San Giovanni Bosco]]
* Chiesa della [[Madonna dei sette dolori|Madonna dei Sette Dolori]]
* Chiesa di [[Marco evangelista|San Marco Evangelista]]
* Chiesa di [[San Paolo Apostolo]]
* Chiesa di Santa Maria del Sabato Santo (la più recente, eretta nel 2012)
* Chiesa di [[Santa Filomena di Roma|Santa Filomena]] (sita nel Palazzo Genova Rulli)
* Chiesa dell'Annunziata
* Chiesa di [[San Teodoro martire|San Teodoro]] (sita nel Palazzo Ciccarone)
* Chiesa di [[Antonio abate|Sant'Antonio Abate]] (situata nell'omonima frazione)
* Chiesa di [[San Lorenzo]] (situata nell'omonima frazione)
* Santuario di [[Maria Incoronata|Maria SS. Incoronata]] (situata nell'omonima frazione)<ref>[http://www.parrocchie.it/vasto/smincoronata/santuario.htm Santuario dell'Incoronata]</ref>
* Chiesa di Santa Maria di Pennaluce (situata nella frazione di Punta Penna)
* Chiesa della [[Maria Maddalena|Maddalena]] (situata nell'omonima contrada)
* Chiesa di Stella Maris (situata nella piazza principale di Vasto Marina)
* Chiesa di [[Francesco d'Assisi]] (situata in viale Dalmazia a Vasto Marina)
* Chiesa della Madonna Addolorata (situata nella frazione di Pagliarelli)
 
Il direttore, fino al 16 agosto del 1943, era [[Giuseppe Prezioso]], sostituito in seguito dal [[vice commissario aggiunto]] di [[polizia di stato]] [[Giuseppe Geraci]] (ambedue poi ricercati dalla [[Jugoslavia]] per crimini insieme a Fabiano Pisticci). Come sorveglianti vi furono 12 [[carabinieri]] e come assistente sanitario vi fu [[Nicola D'Agostino]]. Furono occupati 181 posti su una capienza preventivata di 170 persone, tuttavia, su una precedente nota del 27 aprile 1940 viene affermato che la capienza stimata sia di 480 persone.<ref name="excampodiconcentramento"/>
=== Architetture civili ===
==== Palazzo D'Avalos ====
{{vedi anche|Musei di Palazzo d'Avalos|Palazzo d'Avalos}}
[[File:Vasto 2009 107 (RaBoe).jpg|thumb|upright=1.4|Veduta di Palazzo D'Avalos]]
Il palazzo è stato costruito da [[Giacomo Caldora]], come attesta il primo documento che parla di questo palazzo: è un documento del [[1427]] che stabilisce un risarcimento dello stesso Giacomo Caldora a dei frati. In seguito fu dei [[d'Avalos]], che non lo utilizzarono mai come residenza. Durante l'invasione turca fu messo a ferro e fuoco da [[Piyale Pascià]] causa una delle assenze dei proprietari. Il palazzo consta di cortile e giardino, di cui il giardino è stato recentemente restaurato. Il palazzo è su due livelli con tratti [[neoclassico|neoclassici]] sulle finestre. Poco o nulla rimane del suo aspetto originario, così come dell'antico teatro al suo interno.<ref>Autori Vari, Il Palazzo d'Avalos in Vasto, Carsa edizioni, 2002 Pescara, ISBN 88-501-0007-8</ref>
 
I vari prigionieri nel campo erano [[Antifascismo|antifascisti]] ed italiani ritenuti pericolosi. Da luglio ad ottobre del 1940 fu confinato [[Giuseppe Scalarini]], a cui nel gennaio 2012 la città ha dedicato un'importante mostra alla [[Pinacoteca]] di [[Palazzo d'Avalos]]. Tuttavia non mancano gli [[ebrei]] o persone di origine ebraica come il dottor [[Herman Datyner]], ebreo di nazionalità [[Polonia|polacca]], che fu trasferito in questa prigione da [[Casoli]]. In seguito vi furono trasferiti anche vari [[slavi]].<ref name="excampodiconcentramento"/>
Attualmente è sede del museo archeologico, del museo del costume e della pinacoteca. La sezione archeologica ospita statue femminili, teste di Afrodite, Eros, Zeus e Sileno oltre una serie di statuine bronzee, tutte raffiguranti la figura di Eracle. La Pinacoteca contiene un settore dedicato alla pittura contemporanea ed in particolare a quella del'800, in cui si possono ammirare opere di [[Filippo Palizzi]], [[Valerio Laccetti]], [[Francesco Paolo Michetti]], tutti artisti abruzzesi e [[Giulio Aristide Sartorio]], .<ref>Autori Vari, I musei in "Il Palazzo d'Avalos in Vasto" pag. 51-83, Carsa edizioni, 2002 Pescara, ISBN 88-501-0007-8</ref>
 
[[Mauro Venegoni]] ed [[Angelo Pampuri]] sono stati trasferiti nella colonia delle [[Tremiti]] nel gennaio 1941 per atti sovversivi scoperti dal direttore tramite una segnalazione di alcuni internati. [[Rodolfo Pellicella]] detto Leonin, operaio antifascista fu trasferito a [[Ventotene (isola)|Ventotene]] per aver rivolto delle parole, con un tono di voce, accompagnate da una gesticolazione, rivolte a dei carabinieri ritenute canzonatorie. Dopo la [[Caduta del fascismo]] (25 luglio 1943) il [[Ministero dell'Interno]], per mancanza di posti liberi in altri campi di concentramento, fa trasferire i prigionieri ritenuti più pericolosi fino alla chiusura avvenuta nel settembre successivo.<ref name="excampodiconcentramento"/>
==== Altri palazzi ====
 
* Palazzo della Penna
'''Anfiteatro'''
 
costruito nel 1970 sul tetto del palazzo che ospita l'Agenzia per la Promozione Culturale di Vasto, fu progettato dall'architetto Paolo Portoghesi che ne disconobbe in seguito la paternità.<ref>{{Cita web|url=https://chiaroquotidiano.it/2023/06/05/quel-luogo-di-cultura-in-decadenza-con-lanfiteatro-sul-tetto/|titolo=quel luogo di cultura in decadenza con l'anfiteatro sul tetto}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://chiaroquotidiano.it/2023/06/02/il-grande-architetto-portoghesi-e-quel-progetto-a-vasto-di-cui-disconobbe-la-paternita/|titolo=il grande architetto Portoghesi e quel progetto a Vasto di cui disconobbe la paternità}}</ref>
 
=== Architetture militari ===
==== Castello Caldoresco ====
[[File:Castello{{Vedi Caldoresco Vasto.jpg|thumb|upright=1.2anche|Castello Caldoresco]]}}
[[File:Vasto0002.jpg|thumb|left|[[Castello Caldoresco]] (1427)]]
Il [[Castello Caldoresco]] è sito su di un promontorio che domina la costa. Consta di [[bastione|bastioni]] agli angoli. La parte originaria risale al [[XIV secolo|XIV]]-[[XV secolo]] con trasformazioni attuate nel [[1439]] da [[Giacomo Caldora]] forse nella parte esterna. Nel XV secolo il precedente palazzo venne trasformato in castello dai [[d'Avalos]]. Altre trasformazioni sono state fatte da [[Cesare Michelangelo d'Avalos]] nel [[XVIII secolo]].<ref>Autori Vari, Vasto, il forte in "Guida ai Castelli d'Abruzzo" pag. 142-143, Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref> La pianta quadrata possiede quattro bastioni angolari a mandorla (oggi uno è mancante), e una torre circolare maggiore di avvistamento ricca di merli, e una torre laterale più piccola, trasformata nel Settecento. I bastioni sono a torri lanceolate, da un basso corpo privo di aperture su basamento a scarpa, con cornice intermedia, e archeggiatura ogivale.
Il [[Castello Caldoresco]] è sito su un promontorio che domina la costa. È arricchito da [[bastione|bastioni]] agli angoli. La parte originaria risale al [[XIV secolo|XIV]]-[[XV secolo]] con trasformazioni attuate nel 1439 da [[Giacomo Caldora]] forse nella parte esterna. Nel [[XV secolo]] il precedente palazzo venne trasformato in castello dai [[d'Avalos]]. Altre trasformazioni sono state fatte da [[Cesare Michelangelo d'Avalos]] nel [[XVIII secolo]].<ref>Autori Vari, ''Vasto, il forte'', in ''Guida ai Castelli d'Abruzzo'', pp. 142-143, Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref> La pianta quadrata possiede quattro [[bastioni]] angolari a mandorla (oggi uno è mancante), e una torre circolare maggiore di avvistamento ricca di [[Merlo (architettura)|merli]], e una torre laterale più piccola, trasformata nel [[XVIII secolo|Settecento]]. I bastioni sono a torri lanceolate, da un basso corpo privo di aperture su basamento a scarpa, con cornice intermedia, e archeggiatura ogivale.
 
==== Castello Aragona e Castello Miramare ====
* Castello Aragona (originariamente Villa Ruzzi), sito in Via San Michele, attualmente ristorante di prestigio.<ref>[http://www.castelloaragona.it/ Info sul castello aragonese]</ref> Benché sia chiamato "castello", è una villa del primo '900, realizzata nel periodo dello sperimentalismo liberty e neogotico a Vasto. Ha pianta rettangolare, con quattro torri angolari, ornate da merlature e beccatelli, più una quinta di vedetta situata su un lato, molto più alta e slanciata delle altre. Presso il belvedere che guarda sul mare si sviluppa una corte con giardino in muratura.
* Castello Aragona, Via san Michele ,Originariamente era chiamato Villa Ruzzi . Attualmente è sede di un prestigioso ristorante.<ref>[http://www.castelloaragona.it/ Info sul castello aragonese]</ref>
* Castello di Miramare, nei pressi della villa comunale in centro. Si tratta di un, torrione quadrangolare di colore rosso, con vista sul mare e sul golfo.<ref>Descrizione dalla foto in: {{collegamento interrotto|1=[http://www.vastospa.it/html/la_citt%E0/foto_va_so.htm Vasto sotto il sole] |data=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Ufficialmente noto come "Villa Virginia", o anche Castello Angelucci, fu realizzato nel 1930 su progetto di Giovanni Barbanti. Il castello è caratterizzato da archi pensili con merlature ad imitazione del tipico toscano romantico. Presenta sbalzi che sorreggono una loggetta laterale, e un balcone nello spigolo alla sinistra su cui si eleva una torre che ha una copertura ad arco a tutto sesto, con decorazione, mentre sulla facciata di via Tre Segni si aprono cinque finestre ad arco. Nella parte opposta che guarda il mare una loggia e alcuni sbalzi merlati sulla sommità del terrazzo; l'ingresso è a due colonne che aprono una scalinata monumentale per l'accesso al portone.
 
==== TorriMura e porte urbiche ====
[[File:Vasto 2009porta 072 (RaBoe)nuova.jpg|thumb|upright=0.7|TorreIncisione di BassanoPorta Nuova]]
Anticamente la città era circondata da mura fortificate, che presero la conformazione definitiva nel tra il 1439 e il 1493 per volere del capitano [[Jacopo Caldora]] e di suo figlio [[Antonio Caldora|Antonio]]. Abbracciava i due rioni storici del Guasto d'Aymone, costruito sopra la preesistente città romana di ''[[Histonium]]'', e di Guasto Gisone, di fondazione prettamente medievale (XI secolo), separati dalla piana del castello medievale. Le mura, benché oggi in gran parte demolite o inglobate nelle case, furono ricostruite con Jacopo Caldora, quando i due quartieri erano stati uniti da [[Carlo II d'Angiò]] in un solo nucleo: vennero realizzate le mura di cinta lungo il perimetro della loggia Amblingh, via delle Lame, via Roma, Corso Plebiscito e la via che costeggia l'area dell'antico anfiteatro, ossia Piazza Rossetti, fino al largo dove sorgeva il convento di Santa Chiara.
* Torre di Bassano: è sita in piazza Rossetti.<ref>Autori Vari, Vasto (CH) Il forte in Guida ai castelli d'Abruzzo, pag. 142-143, Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref>
* Torre Diomede del Moro
* Torre di Santo Spirito
* Resti della Torre Sinello: sono siti in località Torre Sinello presso la Riserva Naturale di Punta Aderci. Il primo impianto è risalente al [[XVI secolo]]. La torre è posta in modo da controllare il [[porto di Vasto]] in epoca spagnola. Era in stretto contatto visivo con altre torri poste nelle vicinanze tra cui la Torre di Punta Penna e con quella del [[Sangro]] nel comune di [[Torino di Sangro]]. Le torri abruzzesi sono state terminate nel [[1569]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=684 Resti della Torre Sinello]</ref>
* [[Torre di Punta Penna]]: sita in località Punta Penna. Come per la precedente torre, il primo impianto risale al XVI secolo, doveva essere terminata nel 1569 ed era in stretto contatto visivo con le torri limitrofe, a differenza della torre precedente, oltre che con la Torre Sinello era in contatto con la torre di [[San Salvo]]. La torre controlla l'insenatura che ospita l'attuale [[porto di Vasto]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=685 Torre di Punta Penna]</ref><ref>Autori Vari, Descrizione di Torre di Punta Penna nel paragrafo Il Territorio Vastese (CH) in Guida ai castelli d'Abruzzo, Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref><ref>Per informazioni più ampie sulla Torre di Punta Penna consulta il seguente [http://www.mondimedievali.net/castelli/Abruzzo/chieti/puntapenna.htm sito di Mondimedievali.net]</ref>
 
Benché gran parte delle mura siano state demolite nell'Ottocento, l'ingresso alla città era dato da delle porte di accesso, due delle quali ancora conservatesi. Del sistema difensivo murario facevano parte il [[Castello Caldoresco]] e le varie torri di controllo, come Torre di Bassano, Torre Diomede e Torre Santo Spirito. Nel 1588 le porte della città erano quattro, anche se successivamente furono aperti vari passaggi sul perimetro della città.
=== Siti archeologici ===
{{vedi anche|Terme di Vasto|Histonium}}
[[File:Figura del Nettuno.jpg|thumb|upright|Mosaico di Nettuno nel sito di Histonium]]
* La Piazza Rossetti conserva la forma ellissoidale dell'[[anfiteatro]].<ref name = "histonium">{{cita libro
|cognome= AA. VV.
|nome=
|titolo= Musei e siti archeologici d'Abruzzo e Molise
|dataoriginale= 2001
|editore= Carsa edizioni
|città= Pescara
|isbn= 88-501-0004-3
|p= 124-127
|capitolo= Histonium, resti della città romana
}}</ref>
* In via Cavour sono presenti i ruderi delle cisterne di Santa Chiara realizzate in [[opus signinum]].<ref name = "histonium"/>
* In Via Adriatica vi sono le [[Terme di Vasto|terme]] risalenti al [[II secolo|II secolo d.C.]] suddiviso in tre livelli.<ref name = "histonium"/><ref>{{cita web
|autore= turismovasto sito istituzionale del comune
|url= http://www.turismovasto.it/en-gb/home/cultura/resti-e-scavi/terme-romane
|titolo= Parco Archeologico delle Terme Romane
|accesso= 15 maggio 2014
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}}</ref>
* Presso l'ospedale si trovano alcuni resti murari di un edificio della fine della prima metà del [[II secolo|II secolo d.C.]]<ref name = "histonium"/>
* In Via V. Lancetti vi sono delle Piccole Cisterne.<ref name = "histonium"/>
* Presso Via S. e F. Ciccarone vi è un rudere archeologico denominato cappella della Madonna del Soccorso. Da questo luogo proviene la lastra funeraria di [[Caius Hosidius Veteranus]] ora posta nel museo archeologico di Vasto.<ref>{{cita web
|autore= Trignosinelloturismo
|url= http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=673
|titolo= Cappella della Madonna del Soccorso
|accesso= 28 ottobre 2009
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}}</ref>
* In Via Antonio Bosco 16 vi è un tempietto romano.<ref>{{cita web
|autore= Trignosinelloturismo
|url= http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=672
|titolo= Sito Archeologico Tempietto Romano
|accesso= 28 ottobre 2009
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}}</ref>
 
Le porte erano quattro: Porta Castello - Porta Palazzo - Porta Catena - Porta Nuova. Oggi restano solo due, di cui si parla. Porta Palazzo era un ingresso minore, scomparso già nel XVIII secolo, posta presso il [[Palazzo d'Avalos]] nella zona di Piazza del Popolo.
=== Monumenti commemorativi ===
*Porta Castello: era situata tra il lato sud-est del castello, lato di Piazza Rossetti, con accesso su Piazza Diomede. Era costituita da un ponte sorretto da spallette in muratura, sull'arcata superiore, nel 1656, venne collocata una pietra prelevata dalla basilica di [[San Michele]] di [[Monte Sant'Angelo]] a protezione dei terremotati, vista inoltre la devozione molto forte dei vastesi verso il santo. La decorazioni era formata da due capitelli marmorei, che recavano l'iscrizione "servari et servare meum est Diniunt pariter Renovantque labores". Nel 1828 prima fu demolito l'arco della porta, nel 1832 anche le due spalle con gli stipiti
[[File:MonumentodiRossetti.jpg|thumb|upright=0.8|Monumento in onore di Gabriele Rossetti]]
[[File:66054 Vasto, Province of Chieti, Italy - panoramio - trolvag (6).jpg|thumb|upright=1.2|Porta Catena]]
* "''Monumento a [[Gabriele Rossetti]]''", sito nell'omonima piazza del centro storico, opera di Filippo Cifariello
*Porta Catena o di Santa Maria: si trova presso la cappella omonima, affacciata su Loggia Amblingh. Unico esempio superstite di porta medievale, facente parte dell'antica cinta muraria: esternamente si presenta ad arco acuto in laterizi che, alle imposte, poggia su due lastroni di pietra. Al fianco sinistro reca innestato un cardine di pietra che aveva un incavo cilindrico per accogliervi il perno del battente. Internamente comprende uno sguancio scoperto con l'altro arco più basso. Presumibilmente la costruzione risale all'epoca della ristrutturazione caldoriana delle mura (1391-1439).
* "''Monumento all'emigrante''", sito in piazza Belvedere Romani, opera dello scultore [[Ortona|ortonese]] Aldo d'Adamo (di cui esiste un monumento gemello a [[Perth]] inaugurata il [[13 gennaio]] [[2008]])
*Porta Palazzo: si trovava presso il [[Palazzo d'Avalos]] in Piazza del Popolo, lato nord-est verso l'attuale belvedere della via Adriatica. Consentiva l'uscita verso la parte orientale, esistente già prima della ristrutturazione caldoriana delle mura. Nel 1603 venne restaurata a spese dell'Università, nel 1644 era ancora visibile una lapide con lo stemma civico, e successivamente venne demolita. Già all'epoca dello storico Marchesani non esisteva più, ma si è conservato il toponimo per indicare l'angolo di Piazza del Popolo, con la strada che scende lungo il costone della lama.
* "''Monumento alla Bagnante''", collocato su una scogliera a Vasto Marina, opera di Aldo d'Adamo
*Porta Nuova: esisteva già dal 1544, situata nel rione di Guasto d'Aimone, in via Roma, nei pressi dell'antico convento di San Domenico (oggi chiesa dell'Annunziata), e permette l'accesso al Corso Palizzi. Nel 1790 il mastrogiurato Barone Tambelli ne condusse il restauro e costruì lo stemma civico, posto in cima all'arco a tutto sesto, con la lapide che recita PORTAM HANC PER COMMODAM / LOCO STRUCTURAQUE MELIOREM / E FUNDAMENTIS, AERE PUBLICO / MAGISTER JURATIS D. JOSEPH / TAMBELLI, RESTITUIT CURAVIT / ANNO MDCCXC.
* "''Monumento ai caduti vastesi della [[Prima guerra mondiale|Prima]] e [[Seconda guerra mondiale]]''", sito attualmente in piazza Caprioli.
Nel [[1950]] la porta fu decorata con un oculo in maiolica raffigurante [[San Pietro]], opera di Michele Provicoli.
* "''Monumento ai caduti del mare''", sito in Via Adriatica.
 
==== MuseiTorri ====
[[File:Vasto 2009 130 (RaBoe).jpg|thumb|upright=0.7|[[Torre di Bassano (Vasto)|Torre di Bassano]] (1439)]]
{{Vedi anche|Musei di Palazzo d'Avalos}}
* [[Torre di Bassano (Vasto)|Torre di Bassano]]: è sita in piazza Rossetti.<ref>Autori Vari, Vasto (CH) Il forte in ''Guida ai castelli d'Abruzzo'', pp. 142-143, Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref> Si tratta della torre meglio conservata della cinta muraria vastese, voluta da [[Jacopo Caldora]] nel 1439, e poi amministrata da varie altre famiglie. Ha quattro appartamenti, v'è infissa la pietra che presenta lo stemma delle armi regie, lo stemma dell'Università, al primo piano comprende una serie di archetti che assumono forma di sporgenti merlature che producono un rigonfiamento del diametro esterno del cilindro, con mensole ad arco, ma meno accentuato che nei bastioni del Castello Caldora. Al piano superiore la costruzione si restringe e appare smussata ad ovulo, per proseguire infine a forma cilindrica. Il pino finale è decorato da uno spalto che fuoriesce, il cui parapetto è sorretto da mensoloni collegati con archetti semiovali a morbida curvatura. La torre fu dei d'Avalos nel 1500, poi passò ai Bassano, antica famiglia di [[Padova]]. Nel 1814 vi fu collocato in cima alla torre il telegrafo.
Oltre al Museo civico archeologico e alla pinacoteca comunale, ospitati nel Palazzo D'Avalos, è presente un museo del costume.
* Torre Diomede del Moro: si affaccia su Piazzetta D'Amante,è del 1400, fa parte delle fortificazioni fatte costruire da [[Jacopo Caldora]] a difesa della città ([[XV secolo]]). Nel 1800 venne ridotta a fondaco, poi mattatoio, poi abitazione, subendo successive devastazioni e discutibili rifacimenti: sulle merlature di questo monumento a pianta cilindrica sono state innalzate mura per delimitare la stanza per l'abitazione costruita al suo interno. Nel tronco della torre c'è una pietra con incise le "armi regie".
* Torre di Santo Spirito: si affaccia su Piazza Verdi. Chiamata anche Torre D'Amante, faceva parte delle mura difensive volute dal [[Jacopo Caldora|Caldora]] nel 1439; sul bastione è ancora visibile la pietra appostavi nel 1493 sulla quale furono sovrapposte incisioni degli stemmi regali, del Municipio e dell'Università del Vasto. La torre riporta alla memoria della presenza dei Padri Celestino a Vasto, fondatori del monastero di Santo Spirito, sopra cui nel [[XIX secolo]] vi fu costruito l'attuale Teatro Rossetti. La torre ha pianta cilindrica, avente la base originale con beccatelli e merlature, e la parte superiore ristrutturata perché adibita ad abitazione.
* Torre Sinello, i cui resti sono siti nell'omonima località presso la [[Riserva naturale guidata Punta Aderci|Riserva naturale di Punta Aderci]]. Il primo impianto è risalente al [[XVI secolo]]. La torre, a sezione quadrata, è posta in modo da controllare il [[porto di Vasto]] in epoca spagnola. Era in stretto contatto visivo con altre torri poste nelle vicinanze tra cui la [[torre di Punta Penna]] e con quella del [[Sangro]] nel comune di [[Torino di Sangro]]. Le torri abruzzesi sono state terminate nel 1569.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=684 Resti della Torre Sinello]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
* [[Torre di Punta Penna]]: sita in località [[Promontorio di Punta Penna|Punta Penna]]. Come per la precedente torre, il primo impianto risale al [[XVI secolo]], doveva essere terminata nel 1569 ed era in stretto contatto visivo con le torri limitrofe, ma a differenza di essa, oltre che con la Torre Sinello, era in contatto con la [[Torre del Trigno]], nella zona di [[San Salvo]], controllando l'insenatura che ospita l'attuale [[porto di Vasto]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=685 Torre di Punta Penna]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref><ref>Autori Vari, Descrizione di Torre di Punta Penna nel paragrafo ''Il Territorio Vastese'' in ''Guida ai castelli d'Abruzzo'', Carsa Edizioni, 2000 Pescara, ISBN 88-85854-87-7</ref>
'''Bunker II Guerra Mondiale'''
 
si trova a Punta Penna<ref>{{Cita web|url=https://www.ilcentro.it/chieti/scoperte-altre-scritte-storiche-nel-bunker-dei-soldati-tedeschi-1.2299887|titolo=scoperte altre scritte storiche nel bunker dei soldati tedeschi}}</ref>
=== Altri monumenti ===
==== Ex campi di concentramento di Vasto Marina ====
[[File:Vasto 2009 094 (RaBoe).jpg|thumb|upright=1.3|Fianco di un palazzo vastese in stile veneziano]]
Sono siti nella Villa Santoro (ex Villa Marchesani) in Via A. Marchesani e nell'albergo Ricci (Ex Villa Ricci) in Corso Zara entrambi a Vasto Marina.<ref name = "excampodiconcentramento">[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=677 Ex campo di concentramento]</ref>
 
'''Fornaci'''
I campi di concentramento di Vasto Marina risalgono all'[[11 giugno]] [[1940]] e su richiesta delle autorità militari ne fu chiesta la chiusura per prevenire atti di [[spionaggio]] nell'[[agosto]] [[1943]], ma nell'armistizio del [[8 settembre]] [[1943]] era ancora funzionante per alcuni prigionieri slavi, comunque dovette funzionare fino alla fine del mese.<ref name = "excampodiconcentramento"/>
 
Sono presenti tre fornaci di inizio 1900, rappresentano l'industria laterizia a Vasto Marina: ''Spataro Mariani e Bottari, Sansificio, Petrini Storto e Tenaglia''<ref>{{Cita web|url=https://noivastesi.blogspot.com/2020/12/la-storia-delle-nostre-fornaci.html|titolo=LA STORIA DELLE NOSTRE FORNACI}}</ref>''.''
Il direttore, fino al [[16 agosto]] del [[1943]], era [[Giuseppe Prezioso]], sostituito in seguito dal [[vice commissario aggiunto]] di [[polizia di stato]] [[Giuseppe Geraci]]. Come sorveglianti vi furono 12 [[carabinieri]] e come assistente sanitario vi fu [[Nicola D'Agostino]]. Furono occupati 181 posti su di una capienza preventivata di 170 persone, tuttavia, su di una precedente nota del [[27 aprile]] [[1940]] viene affermato che la capienza stimata sia di 480 persone.<ref name = "excampodiconcentramento"/> Molti furono i responsabili degli eccidi nei campi di concentramento vastesi.
* Prezioso, capo del campo di internamento, autore di crimini ad Istonio Marina nel 1941-43, fu ricercato dalla [[Jugoslavia]].
* Geraci Giuseppe, capo del campo d'internamento, colpevole di crimini nel campo di concentramento di [[Lipari (isola)|Lipari]] nel 1941-43, fu ricercato per tortura dalla Jugoslavia.
* Carincia, membro dello staff del campo di internamento, ha compiuto crimini ad Istonio Marina. [[Fabriano Pisticci]], autore di crimini nel 1943, fu ricercato dalla Jugoslavia.<ref name = "excampodiconcentramento"/>
 
'''Faro di Punta Penna'''
I vari prigionieri nel campo erano [[Antifascismo|antifascisti]] ed italiani ritenuti pericolosi. Da luglio ad ottobre del [[1940]] fu confinato [[Giuseppe Scalarini]], a cui nel [[gennaio]] [[2012]] la città ha dedicato un'importante mostra alla [[Pinacoteca]] di [[Palazzo d'Avalos]]. Tuttavia non mancano gli [[ebrei]] o persone di origine ebrea come il dottor [[Herman Datyner]], ebreo di nazionalità [[Polonia|polacca]] che fu trasferito in questa prigione da [[Casoli]]. In seguito vi furono trasferiti anche vari [[slavi]].<ref name = "excampodiconcentramento"/>
 
costruito nel 1906 e ricostruito nel 1945 dopo la distruzione durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale<ref>{{Cita web|url=https://noivastesi.blogspot.com/2015/07/la-storia-del-faro-di-punta-penna-il.html|titolo=La storia del Faro di Punta Penna: il secondo d'Italia per altezza}}</ref>
[[Mauro Venegoni]] ed [[Angelo Pampuri]] sono stati trasferiti nella colonia delle [[Tremiti]] nel gennaio [[1941]] per atti sovversivi scoperti dal direttore tramite una segnalazione di alcuni internati. [[Rodolfo Pellicella]] detto Leonin, operaio antifascista fu trasferito a [[Ventotene]] per aver rivolto delle parole, con un tono di voce, accompagnate da una gesticolazione, rivolte a dei carabinieri ritenute canzonatorie. Dopo il [[25 luglio]] [[1943]] il [[Ministero dell'Interno]], per mancanza di posti liberi in altri campi di concentramento, fa trasferire sono i prigionieri ritenuti più pericolosi fino alla chiusura avvenuta nel settembre successivo.<ref name = "excampodiconcentramento"/>
 
==== PoliSiti earcheologici biblioteche ====
{{vedi anche|Terme di Vasto|Histonium}}
* ''Politeama Ruzzi'': sito in Corso Nuova Italia. Risale al [[1931]]. Una ristrutturazione ha danneggiato l'interno. Durante il [[ventennio fascista]] fu edificato il [[quartiere]] di Corso Nuova Italia sito fuori del centro storico di Vasto. Il progetto iniziale è del [[1906]] poi realizzato nel [[1924]]. Molti edifici che si affacciano sul corso alcuni sono in stile [[neoclassico]] altri in stile [[liberty]]. Il Politeama doveva avere funzioni sociali e culturali oltre che ospitare le riunioni del [[Partito Nazionale Fascista]]. Il primo progetto fu disegnato dall'[[ingegnere]] [[Antonio Izzi]] nel [[1927]] con linee curve, motivi floreali e le vetrate con [[bifora|bifore]] e [[trifora|trifore]] secondo lo stile dell'[[Art Nouveau]]. La facciata ha un [[portico]] con cinque arcate. Sulle [[chiave di volta|chiavi di volta]] degli [[arco a tutto sesto|archi a tutto sesto]] sono incise le iniziali del commissionario [[Giovanni Ruzzi]]. Nei piani superiori le [[lesena|lesene]] hanno varie decorazioni. Alcuni punti dell'architettura richiamano l'accademismo tardo-[[XIX secolo|ottocentesco]], ed alcune decorazioni, oltre alla su citata Art Nouveau, allo stile della [[secessione viennese]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=676 Politeama Ruzzi]</ref>
[[File:MonumentodiRossetti.jpg|thumb|left|upright=0.8|Monumento in onore di Gabriele Rossetti]]
* ''[[Biblioteca]] civica Gabriele Rossetti'': sita nella Loggia Amblingh. Fu istituita con la delibera comunale del 29 maggio [[1865]]. Tra il 1865 ed il [[1871]] fu allestita nel Palazzo Betti, in via Anelli, in alcuni locali affidati in comodato d'uso gratuito da [[Filippo Betti]]. I primi libri, circa 200, sono stati donati da [[Federico Bucci]] e dagli eredi dell'ex sindaco Pietro Muzii. Tuttavia la maggiore donazione fu del convento di Sant'Onofrio, in seguito all'abolizione del convento, del [[1899]] con circa 800 libri. Nel [[1883]] il figlio [[William Michael Rossetti]] donò il Fondo Rossetti consistente in opere e lettere mentre il pittore [[Filippo Palizzi]] donò dei materiali autografi suoi e dei suoi fratelli ed il poeta [[Romualdo Pantini]] donò degli scritti concernenti la sua produzione artistica e letteraria, nonché parte del suo [[epistolario]] con [[Giovanni Pascoli]]. Dopo la [[prima guerra mondiale]] la biblioteca fu spostata, in seguito all'acquisizione di un comitato, nella casa natale di Gabriele Rossetti la quale, quest'ultima, nel [[1924]] venne dichiarata [[monumento nazionale]]. In seguito, nel [[1929]] il palazzo fu donato al comune. In una [[clausola (diritto)|clausola]] della donazione si esprimeva che doveva essere costituito un Museo G. Rossetti che, attualmente, non è stato istituito. Del periodo originario del palazzo di G. Rossetti, di cui l'impianto originario è del [[XV secolo]] non rimane nulla. Nel [[1960]] si tenne nella biblioteca una mostra del centenario dell'[[Unità d'Italia]] di cui i maggiori cimeli esposti sono: un [[tricolore]], delle insegne del [[battaglione]] Vasto durante la [[prima guerra di indipendenza|guerra d'indipendenza]] del [[1860]], documenti e fotografie di caduti, spade, sciabole, pistole, medaglie, un ritratto di [[Giuseppe Garibaldi]] realizzato da [[Filippo Palizzi]] ed una statua in [[gesso (materiale)|gesso]] di [[Gabriele Rossetti]]. Nel [[1998]] parte della biblioteca fu spostata nella casa di [[Raffaele Mattioli]]. Nella casa Rossetti è custodito il Fondo Rossetti costituito da circa 22000 volumi, 22 [[manoscritti]] (volumi patrii) ed il Lascito Spataro composto da 68 pubblicazioni del [[XVIII secolo]]. Nel primo e nel secondo piano di casa Rossetti sono custoditi i faldoni dell'Archivio Storico Comunale con dei documenti che arrivano fino al [[1945]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=681 Biblioteca civica G. Rossetti]</ref>
* La Piazza Rossetti conserva la forma ellissoidale dell'[[anfiteatro]].<ref name="histonium">{{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Musei e siti archeologici d'Abruzzo e Molise|dataoriginale=2001|editore=Carsa edizioni|città=Pescara|ISBN=88-501-0004-3|pp=124-127|capitolo=Histonium, resti della città romana}}</ref>
* ''Biblioteca civica Palazzo Mattioli'': sita in Corso De Parma. La biblioteca originale fu istituita mediante delibera comunale del [[29 maggio]] [[1856]], indi, dopo essere stata trasferita a Casa Rossetti nel [[dopoguerra]], fu spostata in parte in Palazzo Mattioli. Il palazzo presenta delle infiltrazioni di [[acqua piovana]] per via della presenza di [[guano]] di [[avifauna]] nei [[pluviale|pluviali]] e nel [[cortile]]. Nel [[1988]] i figli del banchiere ed umanista Raffaele Mattioli donarono al comune il palazzo del loro genitore insieme a 3800 volumi appartenuti al Mattioli stesso. Il palazzo sorge nell'ex "Corsea degli scarpari". La facciata è neo-[[rinascimentale]]. Attualmente, dopo la donazione dell'altra biblioteca comunale, questa biblioteca supera le 30000 unità, più un centinaio di [[stampa (arte)|stampe]] e cinquecento [[spartito|spartiti musicali]]. Recentemente è stato donato alla biblioteca il Fondo Molino composto da 600 volumi oltre a mille opere non ancora [[inventario|inventariate]].<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=682 Biblioteca comunale Palazzo Mattioli]</ref>
* In Via Cavour sono presenti i ruderi delle cisterne di Santa Chiara realizzate in [[opus signinum]].<ref name="histonium"/>
* In Via Adriatica vi sono le [[Terme di Vasto|terme]] risalenti al [[II secolo|II secolo d.C.]] suddiviso in tre livelli.<ref name="histonium"/><ref>{{cita web|autore=turismovasto sito istituzionale del comune|url=http://www.turismovasto.it/en-gb/home/cultura/resti-e-scavi/terme-romane|titolo=Parco Archeologico delle Terme Romane|accesso=15 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140512224529/http://www.turismovasto.it/en-gb/home/cultura/resti-e-scavi/terme-romane|dataarchivio=12 maggio 2014}}</ref>
* Presso l'ospedale si trovano alcuni resti murari di un edificio della fine della prima metà del [[II secolo|II secolo d.C.]]<ref name="histonium"/>
* In Via V. Lancetti vi sono delle Piccole Cisterne.<ref name="histonium"/>
* Presso Via S. e F. Ciccarone vi è un rudere archeologico denominato cappella della Madonna del Soccorso. Da questo luogo proviene la lastra funeraria di [[Caius Hosidius Veteranus]] ora posta nel museo archeologico di Vasto.<ref>{{cita web|autore=Trignosinelloturismo|url=http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=673|titolo=Cappella della Madonna del Soccorso|accesso=28 ottobre 2009|urlmorto=sì}}</ref>
* In Via Antonio Bosco 16 vi è un tempietto romano.<ref>{{cita web|autore=Trignosinelloturismo|url=http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=672|titolo=Sito Archeologico Tempietto Romano|accesso=28 ottobre 2009|urlmorto=sì}}</ref>
* Parco Archeologico sommerso di Vasto Marina<ref>{{Cita web|url=https://reteciclabiletrabocchi.it/esperienze/parco-archeologico-sommerso-di-vasto-marina-21168|titolo=PARCO ARCHEOLOGICO SOMMERSO DI VASTO MARINA}}</ref>
 
=== Piazze e vie principali ===
[[File:Vasto0003.jpg|thumb|Piazza Rossetti]]
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-019.jpg|thumb|Case settecentesche sulla via Adriatica]]
*'''Piazza "Gabriele Rossetti"''': l'area dell'antico anfiteatro romano di ''Histonium'', è stata realizzata nel 1924 circa, poiché prima era solo uno slargo sterrato per il mercato. Ha l'aspetto semi-ellittico, ricalcando le forme dell'anfiteatro, con al centro il monumento al poeta Rossetti, circondato da quattro grandi palme. Presso la piazza si affacciano le casette del quartiere Santa Maria Maggiore, il Palazzo Palmieri, la chiesa di San Francesco di Paola, e l'accesso, a sud, al Corso Italia.
*'''Piazza Lucio Valerio Pudente''': piazzetta dedicata al poeta di ''Histonium'' che vinse la corona d'alloro in un certame a [[Roma]]. Vi si affacciano il Palazzo d'Avalos, il Palazzo Mayo e il fianco del [[Duomo di Vasto|Duomo di San Giuseppe]].
*'''Piazza Barbacani''': si trova la Fontana Grande settecentesca, spostata da Piazza Pudente, e vi si affacciano il [[Castello Caldoresco]] e il moderno palazzo comunale.
*'''Corso De Parma''': antica via Corsea, è lo spartiacque tra gli antichi rioni Guasto Gisone e Guasto d'Aymone. Rimesso a nuovo nel primo '900, con la costruzione di antichi palazzi liberty, vi si trovano il Palazzo Ritucci Chinni, il Palazzo Fanghella, e la Cattedrale.
*'''Corso Italia''': edificato negli anni '30, è il primo nuovo struscio cittadino, con affaccio su Piazza Rossetti e sulla piazzetta prospiciente l'ingresso alla villa comunale. I principali palazzi sono il Politeama Ruzzi, il Palazzo De Sanctis, il Palazzo Cieri Cavallone, il Palazzo Martella.
*'''Loggia Amblingh''': prende il nome dal segretario del Palazzo d'Avalos Guglielmo Amblingh, ed è la passeggiata panoramica del rione Santa Maria Maggiore, che comprende il tratto delle mura con case-torri, tra cui la Casa Rossetti, la discesa a Fonte Jovine, la cappella della Madonna della Catena, e l'ingresso al quartiere da Porta Santa Maria. La loggia è spezzata dal muro di contenimento del giardino di Palazzo d'Avalos, che costringe a risalire verso Piazza Pudente, mentre all'altra estremità si risale a Piazza Cavour.
*'''Corso Garibaldi''': via realizzata nel primo '900, che costeggia la Piazza Rossetti, il Castello e varie case del tardo Ottocento e inizio Novecento, costruite fuori dal perimetro murario. Attraverso una rotatoria confluisce con il Corso Mazzini.
*'''Corso Plebiscito''': cardo estremo dell'antico perimetro murario del Guasto d'Aimone, che termina presso Torre Santo Spirito, iniziando dalla chiesa del Carmine. I palazzi storici che vi si trovano sono ad esempio il Palazzo Ciccarone e il Palazzo Nibio Cardone, insieme al Teatro Rossetti, oltre a Torre Diomede e Torre Santo Spirito, reperti dell'antica cinta muraria.
*'''Corso Dante Alighieri''': principale decumano dell'antica città, taglia orizzontalmente il quartiere fino all'affaccio sul mare: vi si trovano la chiesa di San Teodoro (via San Francesco), la chiesa di Santa Filomena e quella dell'Annunziata (via Anelli), e il Palazzo Genova Rulli.
*'''Corso Palizzi''': principale cardo dell'antica città, ha accesso da Porta Nuova e i monumenti che vi si incontrano sono vari palazzi settecenteschi, incluse le chiese dell'Annunziata e di Santa Filomena.
*'''Via Adriatica - Muro delle Lame''': è stata realizzata nel 1960 circa dopo la grave frana del 1956. Oltre a case medievali e settecentesche ancora ben conservate, si trova la facciata dell'antica chiesa di San Pietro, il belvedere, e la chiesa di Sant'Antonio di Padova, con il complesso delle terme romane.
 
=== Monumenti commemorativi ===
* "''Monumento a [[Gabriele Rossetti]]''", sito nell'omonima piazza del centro storico, opera di [[Filippo Cifariello]]
* "''Monumento all'emigrante''", sito in piazza Belvedere Romani, opera dello scultore [[Ortona|ortonese]] Aldo d'Adamo (di cui esiste un monumento gemello a [[Perth]] inaugurata il 13 gennaio [[2008]])
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-039.jpg|thumb|Monumento all'Emigrante]]
* "''Monumento alla Bagnante''" (detto anche ''Sirenetta''), collocato su una scogliera all'estremo nord di Vasto Marina, opera di Aldo d'Adamo
* "''Monumento ai caduti vastesi della [[prima guerra mondiale|prima]] e [[seconda guerra mondiale]]''", sito inizialmente in Piazza Pudente ed attualmente in Piazza Caprioli.
* "''Monumento ai caduti del mare''", sito in Via Adriatica.
* "''Croce di Montevecchio''", sita sulla cima dell'omonimo colle di Vasto Marina, installata in legno nel 1933 (19º centenario della morte di [[Cristo]]) dai [[Cappuccini|Frati Cappuccini]], per poi essere ristrutturata in metallo e inaugurata negli [[anni 1990]]
* "''Monumento ai Carabinieri''", sito in Via Alborato, fatto con pietra della [[Maiella]] in onore del bicentenario dell'[[Arma dei Carabinieri|Arma]] (2014), opera di [[Giuseppe Colangelo]], alla cui inaugurazione ha partecipato [[Pietro Grasso]].
* Monumento a Giuseppe Spataro<ref>{{Cita web|url=https://vastogallery.blogspot.com/p/giuseppe-spataro-vasto-12-giugno-1897.html|titolo=Giuseppe Spataro (Vasto, 12 giugno 1897 – Roma, 30 gennaio 1979).}}</ref>
* Piramide del Parco Moscato<ref>{{Cita web|url=https://www.vastoweb.com/news/lettere-al-direttore/1141934/i-marciapiedi-e-la-piramide-di-parco-moscato-sono-in-condizioni-di-degrado|titolo=I marciapiedi e la piramide di parco Moscato sono in condizioni di degrado}}</ref>
* Belvedere "Loggia di Amblingh"<ref>{{Cita web|url=https://www.yesabruzzo.com/il-belvedere-di-vasto-si-chiama-loggia-di-amblingh|titolo=Il belvedere di Vasto si chiama Loggia di Amblingh}}</ref>, con annessa cappella Madonna della Catena<ref>{{Cita web|url=https://www.abruzzocitta.it/luogo/belvedere-loggia-amblingh/|titolo=Belvedere Loggia Amblingh}}</ref>
[[File:Vasto 2009 040 (RaBoe).jpg|thumb|Monumento alla Bagnante]]
 
==== Fontane ====
[[File:Vasto fontana del Largo Pudente.jpg|thumb|Fontana di [[Piazza Barbacani]]]]
* ''Fonte della Piazza'': edificata nel [[1629]] su commissione della famiglia [[d'Avalos]]. e sita in Piazza Barbacani (originariamente in Piazza Grande, attuale Piazza L.V. Pudente, da dove fu trasferita nel [[1927]]). Nel [[1839]] fu arricchita da un cancello artistico di [[Nicola Maria Pietrocola]] ora non più esistente. La fontana consta di una vasca ottagonale realizzata in pietra. Su quattro lati sono inseriti dei [[mascherone|mascheroni]] sempre in pietra. Dei cannelli consentono la fuoriuscita dell'acqua mediante uno stelo decorato con delle sbaccellature e sormontato da una coppa. L'accesso alla fontana è consentito mediante due gradoni.<ref>[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=687 Fonte della Piazza]</ref>
* ''Fonte Nuovadella Piazza'': sitaedificata innel Via1629 disu Portacommissione Palazzo.della La fontana fu costruita nelfamiglia [[1814d'Avalos]]. pere canalizzaresita lein acquePiazza cheBarbacani sgorgavano(originariamente pressoin laPiazza cappellaGrande, dellaattuale MadonnaPiazza della NeveL.V. SuccessivamentePudente, fuda distruttadove dallafu franatrasferita delnel [[1816]]1927). InNel seguito1839 fu ricostruitaarricchita nelda [[1848]]un mediantecancello ordinanza dell'allora sindaco Pietro Muzii. Il progetto èartistico di [[Nicola Maria Pietrocola.]] Laora fontenon è anchepiù detta "Tambelli"esistente. ÈLa statafontana recentementeconsta ripulitadi dallauna vegetazionevasca cheottagonale larealizzata ricoprivain pietra. AlSu centro è sito un arco a tutto sesto con delle lesene aiquattro lati. Soprasono l'arcoinseriti delladei [[volta (architettura)mascherone|voltamascheroni]] è posto un mascheronesempre in pietra. EntroDei uncannelli cancelloconsentono vila èfuoriuscita undell'acqua [[ninfeo]]mediante dauno cui,stelo mediantedecorato uncon cannello,delle escesbaccellature l'acquae chesormontato sida riversauna incoppa. unaL'accesso vascaalla infontana pietraè adibitaconsentito admediante [[acquariodue (contenitore)|acquario]]gradoni.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=688687 Fonte Nuovadella Piazza]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
* ''Fonte Nuova'': sita in Via di Porta Palazzo. La fontana fu costruita nel 1814 per canalizzare le acque che sgorgavano presso la cappella della Madonna della Neve. Successivamente fu distrutta dalla frana del 1816. In seguito fu ricostruita nel 1848 mediante ordinanza dell'allora sindaco Pietro Muzii. Il progetto è di Nicola Maria Pietrocola. La fonte è anche detta "Tambelli". È stata recentemente ripulita dalla vegetazione che la ricopriva. Al centro è sito un arco a tutto sesto con delle lesene ai lati. Sopra l'arco della [[volta (architettura)|volta]] è posto un mascherone in pietra. Entro un cancello vi è un [[ninfeo]] da cui, mediante un cannello, esce l'acqua che si riversa in una vasca in pietra adibita ad [[acquario (contenitore)|acquario]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=688 Fonte Nuova]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
 
=== Monumenti scomparsi ===
*'''Monastero di Santo Spirito''': a Vasto i Padri Celestini erano presenti nella chiesa già dal 1362, come risulta da un documento del notaro Mascio, i quali possedevano la chiesetta di San Biagio di Castiglione, donata loro nel 1233, ricevendo alcuni privilegi nel 1544. La chiesetta venne trasformata in convento, con annessa Torre di Santo Spirito, ancora oggi esistente. Devastato dalla scorreria dei turchi del 1566, il monastero fu ricostruito nel 1573 con un altare speciale dedicato a [[San Biagio]], quando era priore Placido da [[Manfredonia]], confermato in tale carica dall'Università del Vasto. Nella notte del 14 giugno 1590 un gruppo di banditi, capeggiati da Marco Sciarra, riuscirono a penetrare attraverso la torre e saccheggiarono la città, compreso il convento. Nel [[XVII secolo]] il Marchese del Vasto Innico d'Avalos cercò di ripristinare il dirupo presso le sorgenti dell'Angrella, e dove si trovava il convento, i cui confratelli rischiavano il contagio di epidemie.<br>Dalle descrizioni del convento, esisteva un giardino nel chiostro circondato da mura, che inglobavano l'ospedale di Sant'Antonio, con l'omonima chiesa, di cui si ha notizia sin dal 1387, all'epoca affidata all'Ordine dei [[Cavalieri di Malta]], che possedevano la vicina chiesa di San Giovanni (anch'essa scomparsa attualmente). Nel 1644 si ha notizia della presenza della reliquia del braccio di San Biagio, nel 1742 il Marchese del Vasto possedeva alcune stanze del convento, soppresso nel 1807 con le leggi napoleoniche. Il Collegio dei Sarti del Vasto si incaricò di farvi svolgere le funzioni in onore di San Bonomo, venerato nel monastero, e amministrare le rendite, molto cospicue, come testimonia un atto del 1695 che parla di 72 ducati annui e 43 grani.<br>Con il trattato di [[Vienna]] del 1815, l'Ordine di Malta fu sciolto, e così la chiesa, già cadente, fu acquistata dalla famiglia De Pompeis per costruirvi un palazzo. La municipalità vastese però volle l'edificazione di un teatro pubblico, ricavandolo dalla porzione del chiostro sconsacrato, intitolando al sovrano Ferdinando II. I lavori iniziarono nel 1818 e terminarono l'anno successivo, benché il teatro fosse incompiuto, completato definitivamente nel 1832 in occasione della visita del Re delle Due Sicilie
[[File:Vasto 2009 078 (RaBoe).jpg|thumb|[[Piazza Diomede]]: bastione del Castello Caldoresco]]
*'''Chiesa di San Giovanni dei Cavalieri di Malta''': si ha notizia della chiesa di San Giovanni Gerosolimitano sin dal 1300, di cui si fa menzione anche in un documento del notaio Mascio Di Cola di [[San Giovanni Teatino]] nel 1362. La chiesa apparteneva all'Ordine dei Templari di Malta, che vi fondarono anche un ospedale, per privilegio concesso da [[Carlo III d'Angiò]] nel 1304. La chiesa si trovava nel quartiere di Porta Nuova, come descritto in cataloghi del 1695 e del 1749. Nel 1605 la chiesa era ancora posseduta dai [[Templari]], e vi prestava servizio la Congrega di San Bonomo. Nel 1695 la chiesa si era ridotta a una sola navata, conservando di interesse solo un quadro della "Vergine col Bambino tra Sant'Anna, San Giovanni Battista, San Bonomo e San Leonardo". Nel 1815 fu abolito l'Ordine, e così la chiesa cadde in abbandono, passando al regio demanio. Con atto del notaio Vincenzo Marchesani del 19 giugno 1833, la chiesa quasi completamente crollata, venne acquistata dalla famiglia De Pompeis che la ridusse a magazzino, fino alla successiva demolizione. Si trovava nell'antica strada di San Giovanni, tra la chiesa del Carmine e il prospiciente Corso Dante.
*'''Monastero di Santa Chiara''': si trovava nell'attuale piazza omonima, dove c'è il mercato coperto. Nel 1585 l'Università del Vasto inviò al viceré di Napoli un'istanza affinché si costruisse un monastero per le Clarisse, e vennero stanziati inizialmente 500 ducati per la costruzione della chiesa. Inizialmente la chiesa venne dedicata al Corpus Domini, e poi a [[Santa Chiara d'Assisi]], il 30 settembre 1609 vennero dal[[l'Aquila]] tre suore del Monastero delle Clarisse fuori le mura, ossia suor Feliciana Barone la badessa, suor Arcangela Antonelli la vicaria e suor ADaria Valverde la maestra delle novizie. Le prime novizie del monastero furono 9, con solenne cerimonia di vestizione davanti al Marchese del Vasto, con il confessore don Giovanni Battista Moschetta. Nel [[1627]] si costruì la loggetta per il parlatoio, nel 1653 il Marchese d'Avalos donò al monastero le reliquie di [[San Candido]] e nel 1655 venne eretto l'altare del Rosario. Nel periodo di massimo splendore, nel 1771, il monastero aveva 24 monache, nel 1824 si rischiò la chiusura per la scarsa vocazione, quando c'erano solo 3 monache. Nel 1838 si registrò la presenza di 22 monache nel Coro, 3 converse, 13 educande e 3 servienti. Il 2 agosto 1859, fino al 1863, fu confessore delle Clarisse Padre Raffaele da Larino, dimorante nel convento di Sant'Onofrio. Nel 1917 il monastero venne definitivamente chiuso per lo scarso numero di suore, nel 1933 venne demolita definitivamente la chiesa, e più avanti negli anni vi fu costruito il mercato coperto. I sotterranei sono ancora accessibili, dove si trovano delle grandi cisterne per l'acqua, usate sin dai tempi dei Romani.
*'''Palazzo Marchesani a Muro delle Lame''': da non confondere con l'omonimo in via Santa Maria, è stato edificato nel Settecento, di proprietà della ricca famiglia vastese dei [[Marchesani]]. Il palazzo aveva pianta rettangolare, sviluppata in tre livelli, con cornici marcapiani e paraste chiare, in contrasto col colore scuro della facciata. Crollò con la frana dell'agosto 1956.
 
=== Aree naturali ===
[[File:66054 Vasto, Province of Chieti, Italy - panoramio - trolvag (16).jpg|thumb|upright=1.1|Il giardino napoletano]]
[[File:Vasto, Punta Penna & Punta Aderci.jpg|thumb|upright=0.9|Il porto di Punta Penna visto da Punta Aderci]]
*Villa comunale: è stata creata negli anni '30 nella zona di Piano Aragona, come sbocco ultimo del Corso Italia, sull'estremità finale rispetto a Piazza Rossetti. La villa è una delle più grandi d'Abruzzo, realizzata intorno al Viale delle Rimembranze per celebrare i caduti della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]], e si divide in un parco con laghetto e una torretta del 1932, che simboleggia lo stemma civico, e una zona verde usata per lo svago dei ragazzi.
*Villetta: piccolo parco pubblico situato lungo via Santa Caterina da Siena.
*Giardino Napoletano di [[Palazzo d'Avalos]]: si trova a fianco al palazzo, rivolto verso il mare, riportato all'antico splendore che gli ha restituito l'originale impianto settecentesco. Tra siepi di bosso e cespugli di rose, è possibile percorre il giardino a forma di croce e i vialetti ortogonali, coperti da un pergolato, sino aggiungere alla terrazza panoramica. L'organizzazione a croce è una soluzione molto frequente nei chiostri dei giardini alla napoletana dell'età barocca, come quello del [[chiostro di Santa Chiara]] a [[Napoli]]; al centro dove ancora si trova il pozzo fra quattro sedili ricoperti di maioliche, sorgeva un padiglione sorretto da colonne, oltre a due fontane ornamentali con giochi d'acqua. In origine esisteva anche un ninfeo, nel piccolo ambiente che si apre sulla destra, coperto a volta, con due piccole nicchie laterali in origine rivestite in conchiglie.
*Parco "Giuseppe Spataro": villetta situata nella zona nuova, in Largo Alcide De Gasperi.
*[[Riserva naturale guidata Punta Aderci]]: è stata istituita con L.R.N. 9 del 20 febbraio 1998: è la prima riserva marina dell'Abruzzo, nata dall'idea di conciliare l'aspetto naturalistico dell'area naturale con quello turistico, relativo alla fruibilità delle spiagge. La riserva ha un'estensione di circa 285 ettari, e va dalla [[Promontorio di Punta Penna|spiaggia di Punta Penna]], attigua al porto vastese, alla foce del fiume Sinello presso [[Casalbordino]] Lido. Nel 2000 il comune di Vasto ha adottato il Piano di Assetto Naturalistico della riserva, elaborato dalla Cooperativa COGECSTRE di Penne, approvato in via definitiva dal Consiglio Regionale nel 2007.<br>La lunga spiaggia di sabbia di Punta Penna termina con la spiaggia di sassi dei Libertini, sottostante la falesia del promontorio di Punta Aderci. La spiaggia Libertini è accessibile sia da Punta Penna che, attraverso un sentiero di 80 gradini, da Punta Aderci. Dalla spiaggia si prosegue per la spiaggetta a ciottoli di Mottagrossa, fino alla foce del Sinello a ovest. Le più note spiagge della zona sono la spiaggia di Casarza, la Canale, San Nicola e Vignola, dove sono visibili anche parte dei molti [[Trabucco (pesca)|trabocchi]] presenti a Vasto (alcuni dei quali sono tuttora ristoranti).
*Riserva naturale Marina di Vasto: si trova nella zona a mare del centro, riconosciuto Sito di Interesse Comunitario, e confina con [[San Salvo]]. Contiene circa 60 ettari di costa, parallelo alla strada statale Adriatica, terminando con il Giardino Botanico Mediterraneo di San Salvo. Percorrendo la pista ciclopedonale, compreso tra il lungomare Duca degli Abruzzi e la marina di San Salvo, è possibile apprezzare uno degli ambienti dunali meglio conservati della costa adriatica, con la tipica successione vegetazionale che dalle piante più esposte alla salsedine marina, quali la cakile marittima (ruchetta di mare), sfuma nei contorni consolidati da Elytrigia juncea (agropiro) e Ammophila littoralis. Sentieri attrezzati percorrono i vari settori dell'area protetta, composta anche da praterie umide, dove nidifica il [[fratino]].
*Costa dei Trabocchi<ref name="turismo.abruzzo.it">{{Cita web|url=https://turismo.abruzzo.it/chieti/costa-dei-trabocchi/|titolo=Costa dei Trabocchi}}</ref>
 
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 2.601 persone, pari al 6,52% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it}}</ref>
Secondo i dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] al [[1º gennaio]] [[2016]] la popolazione straniera era di 2054 persone.
 
=== CulturaTradizioni e folclore ===
[[File:Vasto 2010-by-RaBoe-06.jpg|thumb|La chiesa dedicata a San Michele, patrono di Vasto]]
=== Istituzioni scolastiche ===
[[File:Vasto Palazzo d'Avalos settembre 2017.jpg|thumb|Facciata del Palazzo d'Avalos, in Piazza Pudente dove si celebra la cerimonia del Toson d'Oro]]
*Festa patronale di [[San Michele Arcangelo]] (29 settembre): protettore di Vasto sin dal [[XVII secolo]], lo divenne ufficialmente nel 1837 quando delle preghiere al santo stornarono il flagello del tifo e di febbri malariche provenienti dalla costa molisana. Il calendario liturgico prevede le messe nel santuario situato dopo la villa comunale, con processione per il centro storico, mentre il calendario civile negli ultimi anni si è arricchito con concerti e spettacoli.
*Festa della Sacra Spina: si celebra il [[Venerdì santo]] presso la chiesa di Santa Maria Maggiore. La processione parte dalla chiesa, dove è custodita la reliquia, con i partecipanti che a piedi nudi percorrono le vie del centro storico.
*Festa di Stella Maris: processione molto suggestiva, nelle quali le statue della Madonna della Marina e di San Nicola sono portate nelle barche, rispettivamente al porto di Punta Penna, e da quello dell'antica Meta fino a Vasto Marina. I fedeli, seguendo il percorso via terra, cantano inni sacri.
*Cerimonia del [[Toson d'Oro]]:
La rievocazione storica fa rivivere gli splendori ed i fasti che furono di [[D'Avalos|Casa d'Avalos]], feudatari del Vasto, e si proietta idealmente all'epoca in cui la residenza dei principi divenne centro di attrazione per l'[[Italia]] e l'[[Europa]], perché vi convennero principi, nobili ed alti prelati.
 
La storia racconta, che con Dispaccio dell'Imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]], [[Cesare Michelangelo d'Avalos|Don Cesare Michelangelo d'Avalos]], Marchese del Vasto, venne incaricato di conferire il collare del [[Ordine del Toson d'oro|Toson d'Oro]] al Connestabile del Regno, il Principe romano Fabrizio Colonna, come riconoscimento per i servigi che la [[Colonna (famiglia)|famiglia romana]] rese alla [[Regno di Napoli|Corte di Napoli]] e validissimo elemento per la diffusione del [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]] in Europa (visti i legami di parentela che intercorrevano tra lo zio cardinale [[Carlo Colonna]] e il nipote Fabrizio).
==== Scuole primarie ====
* Primo Circolo Didattico "[[Giuseppe Spataro]]"
* Terzo Circolo Didattico
 
"''Il principe Colonna giunse a Vasto con un corteo di 186 cavalli riccamente bardati. All'arrivo fu accolto dagli spari e salve dei 57 pezzi di artiglieria del castello, dalle campane suonate a festa e da scoppi di mortaretti. La mattina seguente la cerimonia di consegna si svolse a palazzo D'Avalos: il principe inginocchiato giurò fedeltà all'imperatore e ricevette dal marchese le insegne. La cerimonia fu seguita dal canto di un [[Te Deum]] e da spari a salve delle artiglierie del castello e dei fucili e dal festosi scampanii. Dalle finestre del palazzo vennero gettati al popolo vari generi commestibili e dalla fontana davanti alla chiesa di San Giuseppe, venne fatto uscire vino bianco e rosso. Seguirono giochi e fuochi d'artificio e musica, mentre alla finestre del palazzo ardevano torce''".
==== Scuole secondarie di primo grado ====
* Scuola Media "[[Raffaele Paolucci]]"
* Scuola Media "[[Gabriele Rossetti]]"
 
Sotto lo sguardo attento del Maestro di Cerimonia, il marchese Giovan Battista Castiglioni (nominato Segretario Regio) avviene la solenne cerimonia del Rito secondo un antico cerimoniale.
 
La cerimonia si tenne il 24 ottobre 1723 e i festeggiamenti si protrassero fino al 2 novembre. Ogni estate nel centro storico della cittadina abruzzese si svolge la rievocazione storica dell'evento: vi partecipano circa 250 figuranti che indossano costumi appositamente confezionati in base alla moda del [[XVIII secolo]], interpretando principi, dame di corte, nobili e prelati, cavallerizzi e popolani, convenuti a piedi o su carrozze trainate da cavalli, in corteo, lungo le strade della città imbandierata con i simboli delle casate dei [[D'Avalos]] e dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]].
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
[[File:Vasto Palazzo Ritucci Chinni settembre 2017.jpg|thumb|La Biblioteca "Raffaele Mattioli", situata nel Palazzo Ritucci Chinni]]
==== Scuole secondarie di secondo grado ====
* Istituto d'Istruzione Superiore "Pantini - Pudente" (Liceo Artistico, Liceo Classico, Liceo Linguistico e Liceo delle Scienze Umane);
* Liceo "[[Raffaele Mattioli]]" (Liceo Scientifico, Liceo delle Scienze Applicate e Liceo Musicale);
* Istituto d'Istruzione Superiore "[[Enrico Mattei]]" (Istituto Tecnico Industriale, Liceo Scientifico delle Scienze Applicate e Liceo Scientifico matematico);
* Istituto Tecnico Industriale "[[Enrico Mattei]]"
* Istituto Tecnico Commerciale, Geometri e Turistico "[[Filippo Palizzi]]".
 
==== Mass mediaUniversità ====
* Corso di Laurea in Infermieristica dell'[[Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio"|Università di Chieti "Gabriele d'Annunzio"]];
* Negli [[anni 1980|anni ottanta]] nacque [[TRSP]], canale televisivo a carattere religioso molto seguito in Abruzzo e nel vicino Molise.
* Università delle tre età;<ref>{{Cita web|url=https://www.unitreetavasto.it/|titolo=Università delle Tre Età - Città del Vasto}}</ref>
* Il lungometraggio [[Il posto dell'anima]] del [[2003]] di [[Riccardo Milani]] è stato ambientato a Vasto.
* Corso di traduzione e interpretariato dell'Università di Chieti (dal 1997 al 2000).<ref>{{Cita web|url=https://www.zonalocale.it/2023/07/14/universita-a-vasto-facolta-traduzione/|titolo=l'università a Vasto : quando si inaugurò traduzione e interpretariato}}</ref>
* Vasto è stata per anni sede di un importante meeting dell'[[Italia dei valori]]. Nel 2012 è stata ___location del [[TG LA7]] delle ore 20, condotto da [[Enrico Mentana]], presente in tale occasione.
 
==== Celebrazioni storicheBiblioteche ====
[[File:Vasto 2009 119 (RaBoe).jpg|thumb|Biblioteca civica [[Gabriele Rossetti]] (edificio bianco centrale), casa natale del letterato e sede del Centro Studi Rossettiani]]
Nel [[1723]] si era svolta a Vasto la cerimonia di consegna della collana dell'[[Toson d'Oro|ordine del Toson d'oro]] da parte del marchese [[Cesare Michelangelo d'Avalos]] al principe [[Fabrizio I Colonna]], su incarico dell'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]. I festeggiamenti durarono dal [[23 ottobre]] al [[2 novembre]].
* ''[[Biblioteca]] civica Gabriele Rossetti'': sita nella Loggia Amblingh. Fu istituita con la delibera comunale del 29 maggio 1865. Tra il 1865 e il 1871 fu allestita nel Palazzo Betti, in via Anelli, in alcuni locali affidati in comodato d'uso gratuito da [[Filippo Betti]]. I primi libri, circa 200, sono stati donati da [[Federico Bucci]] e dagli eredi dell'ex sindaco Pietro Muzii. Tuttavia la maggiore donazione fu del convento di Sant'Onofrio, in seguito all'abolizione del convento, del 1899 con circa 800 libri. Nel 1883 il figlio [[William Michael Rossetti]] donò il Fondo Rossetti consistente in opere e lettere mentre il pittore [[Filippo Palizzi]] donò dei materiali autografi suoi e dei suoi fratelli ed il poeta [[Romualdo Pantini]] donò degli scritti concernenti la sua produzione artistica e letteraria, nonché parte del suo [[epistolario]] con [[Giovanni Pascoli]]. Dopo la [[prima guerra mondiale]] la biblioteca fu spostata, in seguito all'acquisizione di un comitato, nella casa natale di Gabriele Rossetti la quale, quest'ultima, nel [[1924]] venne dichiarata [[monumento nazionale]]. In seguito, nel 1929 il palazzo fu donato al comune. In una [[clausola (diritto)|clausola]] della donazione si esprimeva che doveva essere costituito un Museo G. Rossetti che, attualmente, non è stato istituito. Del periodo originario del palazzo di G. Rossetti, di cui l'impianto originario è del [[XV secolo]] non rimane nulla. Nel 1960 si tenne nella biblioteca una mostra del centenario dell'[[Unità d'Italia]] di cui i maggiori cimeli esposti sono: un [[tricolore]], delle insegne del [[battaglione]] Vasto durante la [[prima guerra di indipendenza|guerra d'indipendenza]] del 1860, documenti e fotografie di caduti, spade, sciabole, pistole, medaglie, un ritratto di [[Giuseppe Garibaldi]] realizzato da [[Filippo Palizzi]] e una statua in [[gesso (materiale)|gesso]] di [[Gabriele Rossetti]]. Nel 1998 parte della biblioteca fu spostata nella casa di [[Raffaele Mattioli]]. Nella casa Rossetti è custodito il Fondo Rossetti costituito da circa {{formatnum:22000}} volumi, 22 [[manoscritti]] (volumi patrii) ed il Lascito Spataro composto da 68 pubblicazioni del [[XVIII secolo]]. Nel primo e nel secondo piano di casa Rossetti sono custoditi i faldoni dell'Archivio Storico Comunale con dei documenti che arrivano fino al [[1945]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=681 Biblioteca civica G. Rossetti]|data=aprile 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
* ''Biblioteca civica Palazzo Mattioli'': sita in Corso De Parma. La biblioteca originale fu istituita mediante delibera comunale del 29 maggio 1856, indi, dopo essere stata trasferita a Casa Rossetti nel [[dopoguerra]], fu spostata in parte in Palazzo Mattioli. Il palazzo presenta delle infiltrazioni di [[acqua piovana]] per via della presenza di [[guano]] di [[avifauna]] nei [[pluviale|pluviali]] e nel [[cortile]]. Nel 1988 i figli del banchiere ed umanista Raffaele Mattioli donarono al comune il palazzo del loro genitore insieme a {{formatnum:3800}} volumi appartenuti al Mattioli stesso. Il palazzo sorge nell'ex "Corsea degli scarpari". La facciata è neo-[[rinascimentale]]. Attualmente, dopo la donazione dell'altra biblioteca comunale, questa biblioteca supera le {{formatnum:30000}} unità, più un centinaio di [[stampa (arte)|stampe]] e cinquecento [[spartito|spartiti musicali]]. Recentemente è stato donato alla biblioteca il Fondo Molino composto da 600 volumi oltre a mille opere non ancora [[inventario|inventariate]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.trignosinelloturismo.it/sezioni/Vasto/pagine.asp?idn=682 Biblioteca comunale Palazzo Mattioli]|data=febbraio 2018|bot=InternetArchiveBot}}</ref>
* Biblioteca del convento dei frati Cappuccini<ref>{{Cita web|url=https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/935/Incoronata%2C+Vasto+%7C+Biblioteca+del+convento+dei+Cappuccini+dell%27Incoronata+di+Vasto|titolo=Biblioteca del convento dei Cappuccini dell'Incoronata di Vasto}}</ref>
* Biblioteca Ad Astra del polo liceale Raffaele Mattioli<ref>{{Cita web|url=https://www.zonalocale.it/2021/12/06/uno-spazio-per-studio-e-cultura-nata-la-nuova-biblioteca-ad-astra-del-mattioli/|titolo=uno spazio per studio e cultura , nata la nuova biblioteca Ad Astra del Mattioli}}</ref>
 
==== Musei ====
Il principe Colonna giunse a Vasto con un corteo di 186 cavalli riccamente bardati. All'arrivo fu accolto dagli spari e salve dei 57 pezzi di artiglieria del castello, dalle campane suonate a festa e da scoppi di mortaretti. La mattina seguente la cerimonia di consegna si svolse a palazzo D'Avalos: il principe inginocchiato giurò fedeltà all'imperatore e ricevette dal marchese le insegne. La cerimonia fu seguita dal canto di un ''[[Te Deum]]'' e da spari a salve delle artiglierie del castello e dei fucili e dal festosi scampanii. Dalle finestre del palazzo vennero gettati al popolo vari generi commestibili e dalla fontana davanti alla chiesa di San Giuseppe, venne fatto uscire vino bianco e rosso. Seguirono giochi e fuochi d'artificio e musica, mentre alla finestre del palazzo ardevano torce.
{{Vedi anche|Musei di Palazzo d'Avalos}}
È presente il museo delle scuderie di Palazzo Aragona<ref>{{Cita web|url=https://artbonus.gov.it/1443-scuderie-di-palazzo-aragona.html|titolo=Scuderie di Palazzo Aragona}}</ref>. Oltre al [[Museo archeologico di Vasto|Museo civico archeologico]] e alla Pinacoteca comunale, ospitati nel [[Palazzo d'Avalos]], sono presente il Museo del costume antico<ref>{{Cita web|url=https://www.beniculturalionline.it/___location-3846_Palazzo-d'Avalos---Museo-Archeologico,-del-costume-antico-e-Pinacoteca.php|titolo=Scheda: Palazzo d'Avalos - Museo Archeologico, del costume antico e Pinacoteca}}</ref> e la Galleria di arte contemporanea Mediterranea<ref>{{Cita web|url=https://www.touringclub.it/destinazioni/vasto/vedere/254122-pinacoteca|titolo=PINACOTECA}}</ref>. Fanno parte del complesso "Musei Civici", che contengono anche la sezione archeologica di ''[[Histonium]]''.
 
Museo diffuso del Capodoglio a Punta Penna<ref>{{Cita web|url=https://www.abruzzoturismo.it/it/destinazioni/museo-diffuso-del-capodoglio-vasto-ch|titolo=Museo Diffuso del Capodoglio - Vasto (CH)}}</ref>.
 
=== Arte ===
==== Letteratura, pittura e musica ====
[[File:Gabriele Rossetti 2.jpg|thumb|[[Gabriele Rossetti]]]]
Vasto nel [[XIX secolo]], ma anche prima è stata considerata la ''Atene degli Abruzzi'' per un'improvvisa fioritura culturale che ha portato la città al risalto nazionale. Al livello letterario ci sono il poeta [[Gabriele Rossetti]], allievo del poeta e incisore Nicola Tiberi, annoverato tra i preromantici, e soprannominato il "Tirteo d'Italia", emigrato in [[Inghilterra]] per motivi politici, padre dei famosi William e [[Dante Gabriel Rossetti]], pittore londinese preraffaellita. Poi lo storico [[Luigi Marchesani]], che nel 1838 pubblicò un monumentale volume sulle antichità di Vasto, dalle origini italiche fino al '700. Tra i poeti dialettali si distinse Giuseppe Perrozzi, mentre nel campo della musica si distinsero i madrigalisti del [[XVI secolo]], compositori di musica da camera, come Lupacchino da Vasto e Giovan Battista Petrilli. Nel campo pittorico si distinsero, soprattutto nel periodo risorgimentale, [[Gabriele Smargiassi]] e [[Filippo Palizzi]], i quali si specializzarono nel verismo e nel naturalismo, dipingendo paesaggi agricoli abruzzesi e napoletani, ma anche scene d'importanza storica, come gli episodi della [[battaglia del Volturno]], opera di Palizzi, e l'entrata di Garibaldi a Napoli.<br>Altri pittori, di fama più ristretta, sono stati Filandro Lattanzio, attivo nella metà del Novecento, il quale restaurò alcune chiese della città con i suoi quadri, e Cesare Giuliani, il quale lo stesso lavorò nelle chiese della città, realizzato opere d'arte sacra.
 
==== Teatro ====
[[File:Vasto - Teatro Rossetti 02.jpg|thumb|left|Teatro Rossetti]]
Il teatro principale di Vasto è il Teatro "Gabriele Rossetti", situato al limite del centro storico, nella zona di Porta Nuova. Il teatro fu edificato nel 1819 sopra il vecchio monastero di Santo Spirito, su progetto di Taddeo Salvini. I lavori, interrotti, vennero ultimato nel 1830, con solenne inaugurazione del teatro il 15 settembre 1832 alla presenza del Re [[Ferdinando II delle Due Sicilie]]. Presso il sipario fu raffigurato il poeta romano istoniese Lucio Valerio Pudente, incoronato a Roma con l'alloro. Nel 1841 il Real Teatro Borbonico richiese opere di manutenzione, e l'intervento fu affidato a Nicola Maria Pietrocola, le parti in legno sono frutto dell'abilità del pluripremiato ebanista locale Pasquale Monacelli. Nel settembre 1909 furono definitivamente conclusi i lavori all'edificio (eseguiti dall'ingegnere Filippo Laccetti), che si mostra come un tipico teatro d'opera all'italiana, con la facciata neoclassica.
 
La principale compagnia teatrale vastese è "U Battellucce", che si occupa di commedia.
 
Sono inoltre presenti il Teatro Politeama Ruzzi<ref>{{Cita web|url=https://www.teatro.it/teatri/politeama-ruzzi-vasto-cartellone|titolo=Politeama Ruzzi}}</ref> e il Teatro Madonna dell'asilo<ref>{{Cita web|url=https://www.abruzzoturismo.it/it/eventi/spettacoli-al-teatro-madonna-dellasilo-vasto|titolo=Spettacoli al teatro Madonna dell'asilo - Vasto}}</ref>
 
==== Cinema ====
La rievocazione della cerimonia, ideata da Francescopaolo D'Adamo, si svolge ogni anno a Vasto.
È presente il multisala la Città del Cinema<ref>{{Cita web|url=https://cittadelcinemavasto.it/?playlist=cd48870&video=8b243a4|titolo=citta del cinema}}</ref>
* Il lungometraggio ''[[Il posto dell'anima]]'' del 2003 di [[Riccardo Milani]] è stato ambientato a Vasto.
 
=== Cucina ===
* [[Brodetto alla vastese|Brodetto alla Vastese]]: tipico brodetto di varie tipologie di pesce.;
* [[Scapece alla vastese]]: altro tipico piatto a base di pesce;
* [[Ventricina#La ventricina del Vastese|Ventricina del Vastese]]: salume tipico del territorio.
* [[Ventricina#La ventricina del Vastese|Ventricina del Vastese]]: salume tipico del territorio;
* [[Pallotte "Cace e Ove"]]: piatto tipico della cucina abruzzese, che trova la sua declinazione anche nella cucina vastese. Sono a base di formaggio, uova, pane raffermo e prezzemolo, e vengono cotte nel sugo di pomodoro con prezzemolo e cipolla (precedentemente fritte, secondo alcune ricette).
* Fiadone di origini Romane
 
== PersoneGeografia legate a Vastoantropica ==
[[File:Vasto 2011-08 by-RaBoe-017.jpg|thumb|upright|Il centro storico: Piazza del Popolo]]
===Cultura===
Il comune di Vasto geograficamente si divide nel nucleo storico che si propaga verso sud con il Rione San Michele a cui segue il Quartiere San'Antonio Abate, verso nord invece troviamo il Quartiere Salesiani, il Quartiere San Paolo(detto Zona 167), il Quartiere Incoronata; a ovest troviamo la zona di Sant'Onofrio-Cimitero.
* [[Domenico Rossetti]] (Vasto, [[1772]] - Parma [[1816]]), letterato, speleologo
[[File:VASTO CITTA'.JPG|thumb|La confluenza tra Corso Garibaldi e Corso Mazzini]]
* [[Gabriele Rossetti]] (Vasto, [[1783]] - [[Londra]], [[1854]]), poeta e patriota, esule in Inghilterra sposò [[Frances Polidori]] da cui ebbe [[Maria Francesca Rossetti|Maria Francesca]], [[Dante Gabriel Rossetti|Dante Gabriel]], [[William Michael Rossetti|William Michael]] e [[Christina Rossetti|Christina Giorgina]]
Nel Rione San Michele sono situati lo stadio Aragona, la villa comunale e l'omonima chiesa, oltre che il piccolo Rione Prefabbricate che ospita palazzi di ediliza popolare.
* [[Francesco Romani (medico)|Francesco Romani]] (Vasto, [[1785]] - [[Napoli]], [[1852]]), medico
* [[Nicola Maria Pietrocola]] (Vasto, [[1794]] - Vasto [[1865]]), architetto
* [[Gabriele Smargiassi]] (Vasto, [[1798]] - [[Napoli]], [[1882]]), pittore
* [[Giuseppe Pietrocola]] (Vasto, [[1805]] - [[Sant'Agata sui Due Golfi]], [[1889]]), medico
* [[Floriano Pietrocola]] (Vasto, [[1809]] - [[Sant'Agata sui Due Golfi]]), [[1899]]), pittore
* [[Giuseppe Palizzi]] ([[Lanciano]], [[1812]] - [[Parigi]], [[1888]]), pittore cresciuto a Vasto con i fratelli
* [[Filippo Palizzi]] (Vasto, [[1818]] - [[Napoli]], [[1899]]), pittore a cui sono intitolati il [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo Artistico Industriale di Napoli]] e l'Istituto Tecnico Commerciale "Filippo Palizzi" di Vasto
* [[Nicola Palizzi]] (Vasto, [[1820]] - [[Napoli]], [[1870]]), pittore, fratello minore del più celebre Filippo
* [[Luigi Marchesani]] (Vasto, [[1802]] – Vasto, [[1870]]), medico e storico.
* [[Teodorico Pietrocola Rossetti]] (Vasto, [[1825]] - Firenze, [[1883]]), patriota e letterato
* [[Valerico Laccetti]] (Vasto, [[1836]] - [[Roma]], [[1909]]), pittore
* [[Luigi Anelli (1860-1944)|Luigi Anelli]] (Vasto, [[1860]] - Vasto, [[1944]]), storico e poeta dialettale
* [[Ettore Janni]] (Vasto, [[1875]] - [[Milano]], [[1956]]), giornalista e scrittore, direttore del ''Corriere della Sera''
* [[Renato Terpolilli]] (Vasto, [[1927]] - [[2000]]), poeta e scrittore
*[[Cesario]] Vicoli (Vasto, [[1923]]-[[2016]]), libraio
*Emanuele Pietrocola (Vasto, [[1847]] - [[Napoli]], [[1899]]), editore fondatore della [[Casa Editrice E. Pietrocola]]
 
Il Quartiere Sant'Antonio è invece una zona residenziale periferica in cui troviamo anche una piccola chiesa e un circolo sociale.
===Politica===
* [[Vittoria Colonna]] (Marino, 1490 - Roma, 1547), moglie di [[Fernando Francesco d'Avalos]] marchese di Pescara, poetessa e musa di [[Michelangelo]], dimorò a [[Palazzo d'Avalos]] a Vasto
* [[Innico II d'Avalos]] (... - Napoli, [[1504]]), primo marchese del Vasto
* [[Alfonso III d'Avalos]] (Ischia, [[1502]] - Vigevano, [[1546]]), secondo marchese del Vasto, figura storica di spicco
* [[Francesco Ferdinando d'Avalos]] ([[1530]] - Palermo, [[1571]]), terzo marchese di Vasto e marchese di Pescara
* [[Raffaele Mattioli]] (Vasto, [[1895]] - Roma, [[1973]]), direttore della Banca Commerciale Italiana
* [[Giuseppe Spataro]] (Vasto, [[1897]] - [[Roma]], [[1978]]), più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra
* [[Antonio Cieri]] (Vasto, [[1898]] - [[Huesca]], [[1937]]), dirigente anarchico
* [[Enrico Mattei]] (Acqualagna, [[1906]] - Bascapè, [[1962]]), fondatore dell'[[Eni]]
* [[Pietro Santoro (vescovo)|Pietro Santoro]] (Vasto, [[1946]]), vescovo
* [[Daniela Aiuto]] (Losanna, [[1975]]), europarlamentare
* [[Gianluca Castaldi]] (Vasto, [[1970]]), senatore
 
L'altra zona periferica in città è il Quartiere Incoronata, anch'esso residenziale, in cui troviamo anche il convento omonimo e un campo da calcio.
===Sport===
* [[Vittorio Coccia]] (Vasto, [[1918]] - Vasto, [[1982]]), calciatore di [[Serie A]]
* [[Donato Anzivino]] (Campomarino, 19 gennaio 1955), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano di [[Serie A]]
* [[Vincenzo Matrone]] (Vasto, [[1971]]), calciatore ed allenatore
* [[Mario Lemme]] (Vasto, [[1973]]), ex calciatore ([[Serie A]] e serie minori)
* [[Domenico Urbano]] (Vasto, [[1976]]), pugile professionista-Campione Unione Europea
* [[Angelo Martino Giancola]] (Vasto, [[1977]]), arbitro di calcio
* [[Andrea Iannone]] (Vasto, [[1989]]), motociclista italiano
* [[Roberto Inglese]] (Lucera, [[1991]]), calciatore italiano del [[Delfino Pescara 1936]], [[Chievo Verona]] e [[Carpi Football Club 1909|Carpi]]
* [[Fiorenzo D'Ainzara]] (Vasto, [[1973]]), ex calciatore
* [[Davide Parente]] (Torino, [[1983]]), cestista
 
A centro-nord è situato invece il Quartiere San Paolo, il quartiere più popoloso in città, destinato ad abitazioni popolari e in cui sono presenti anche l'omonima chiesa, un centro sportivo, diverse scuole e un parco(caratterizzato da un certo degrado); al confine con San Paolo è posto il Quartiere Salesiani che ospita numerose attività commerciali, le Poste centrali, diverse scuole, il tribunale cittadino, il commissariato di polizia, una chiesa e un parco soprannominato "villetta".
===Spettacolo===
* [[Elena Sangro]] (Vasto, [[1901]]–[[1973]]), attore e doppiatore
* [[Pietro Bontempo]] (Vasto, [[1963]]), attore e doppiatore
* [[Gualtiero Cannarsi]] (Vasto, [[1976]]), adattatore dialoghista cinetelevisivo e direttore di doppiaggio italiano
* [[Marcello Macchia]] (Vasto, [[1978]]), attore e comico
 
La zona di Sant'Onofrio-Cimitero comprende la "new town" cittadina ed è caratterizzata dalla presenza di diverse scuole superiori, diverse strutture sportive e grandi supermercati.
===Musica===
 
* [[Umberto Palazzo]] (Vasto, [[1964]]), cantautore e musicista, con Emidio Clementi è fondatore dei Massimo Volume, frontman del gruppo [[Santo Niente]] e del progetto parallelo El Santo Nada.
Uno snodo molto importante in città è Corso Mazzini, lungo il quale sono poste gran parte delle attività commerciali locali.
* [[Luca Dirisio]] (Vasto, [[1978]]), cantautore [[pop rock]]
 
* [[La Differenza]] (Vasto, [[2004]]), gruppo musicale vastese [[pop rock]]
Sulla costa invece sono presenti Vasto Marina a sud e Punta Penna a nord, con la prima che è caratterizzata dalla presenza di tutti gli stabilimenti balneari locali e di molti hotel, mentre la seconda comprende la zona industriale di Vasto e la riserva regionale di Punta Aderci.
 
=== Frazioni ===
Difenza, Incoronata, Lebba, Montevecchio, Pagliarelli, Piana di Marco, Pozzitello, Punta Penna, San Biagio, Codalfa, San Lorenzo, San Nicola, Sant'Antonio Abate, San Tommaso, Vasto Marina, Vignola, Casarza, Villa De Nardis, Zimarino.
 
== Economia ==
{{C|inquadrare, anche mediante indicatori macroeconomici, lo stato dell'economia del comune e illustrare le attività economiche peculiari...la sezione pare un insieme di ricerche originali tipo brochure turistica...da rivedere come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]].|Economia|maggio 2017}}
=== Turismo ===
[[File:66054 Vasto, Province of Chieti, Italy - panoramio - trolvag (18).jpg|thumb|Panorama del [[Golfo di Vasto]] dalla Loggia Amblingh]]
[[File:Spiaggia punta aderci.jpg|thumb|upright=1.4|La spiaggia di Punta Aderci con un [[trabocco (macchina da pesca)|trabocco]]]]
L'elemento maggiormente significativo dell'economia locale è il turismo, conbalneare lae presenzanaturalistico di {{formatnum:320000}} visitatori ogni estate. Il(il mare di Vasto ha ottenuto perogni undicianno voltedal il[[2003]] titolo dila [[Bandiera Blu|Bandiera Blu d'Europa]],<ref>{{Cita di cui sette consecutiveweb|url=http://www.bandierablu.org/common/blueflag.asp?anno=2025&tipo=bb|titolo=bandiera Unblu punto2025|accesso=giugno di2025}}</ref> forza èper la riservaqualità marinadelle disue Puntaacque Aderci,e undelle ambientesue intattospiagge), con spiaggela sabbiose epresenza di ciottoli.{{formatnum:320000}} Nelvisitatori comunecirca siogni trova l'[[Aqualand del Vasto]], il più grande parco acquatico del Centro-Sud d'Italiaestate.
 
Nella parte più a nord del comune si trova l'Aqualand<ref>{{Cita web|url=https://www.aqualandvasto.com/|titolo=Aqualand del Vasto}}</ref> del Vasto, inaugurato nel 1995, all'epoca come il primo e il più grande [[parco acquatico]] del sud Italia.{{senza fonte}}
=== Pista ciclabile ===
 
Sul lungomare di Vasto sono già in funzione alcuni chilometri di pista ciclabile. Il tratto realizzato fa parte della costruenda [[Ciclovia Adriatica]], che nelle previsioni, andrà a collegare l'intera costa adriatica con benefici sulla mobilità sostenibile locale, sul turismo e il [[cicloturismo]] che a queste latitudini è potenzialmente praticabile durante tutte le stagioni.
Sul lungomare di Vasto sono già in funzione alcuni chilometri di pista ciclabile. Il tratto realizzato fa parte della costruenda [[Ciclovia Adriatica]], che nelle previsioni, andrà a collegare l'intera costa adriatica con benefici sulla mobilità sostenibile locale, sul turismo e il [[cicloturismo]].
[[File:Vasto 2010-by-RaBoe-02.jpg|thumb|left|Veduta di Vasto Marina dal centro storico]]
 
=== Industria ===
[[File:Il Faro di Punta Penna-2007.jpg|thumb|upright=0.8|Il [[faro di Punta Penna]], il secondo più alto d'Italia, situato nell'area del porto]]
Fino agli [[anni 1960]] l'economia del Vastese era basata essenzialmente su [[agricoltura]], [[commercio]] e [[Pesca (attività)|pesca]], e soggetta ad alto tasso di [[Emigrazione italiana|emigrazione]]. [[Enrico Mattei]], che frequentò la Regia Scuola Tecnica a Vasto, contribuì al riscatto del comprensorio da presidente dell'[[Eni]], che, assieme all'[[Istituto per la Ricostruzione Industriale|IRI]] decise di creare nel 1962 la [[Società Italiana Vetro]] (SIV, ora [[Pilkington (azienda)|Pilkington]]), sfruttando il [[metano]] rinvenuto nella zona di [[Cupello]] che conferì a Mattei la cittadinanza onoraria nella seduta di Consiglio Comunale del 2 ottobre 1961.
Fino agli anni '60 l'economia del Vastese era basata essenzialmente su agricoltura, commercio e pesca. I tassi di emigrazione erano molto alti. Fu la scoperta del metano, a [[Cupello]] e dintorni, a dare via al processo di industrializzazione. Nel 1962 fu creata la [[Società Italiana Vetro|SIV]] - Società Italiana Vetro spa, (ora Pilkington) con l'intento di utilizzare il metano scoperto in loco; fu costituito il CO.A.S.I.V. - Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale del Vastese per "favorire lo sviluppo economico e il sorgere di nuove iniziative industriali"; e fu anche avviato l'Istituto Tecnico Industriale di Vasto per la formazione dei giovani. Il Consorzio Industriale predispose un piano di sviluppo che prevedeva la creazione di agglomerati industriali a Punta Penna, [[San Salvo]], Val Sinello, Vallata del Trigno.
 
Fu costituito il CO.A.S.I.V. - Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale del Vastese per "favorire lo sviluppo economico e il sorgere di nuove iniziative industriali"; e fu anche avviato l'Istituto Tecnico Industriale di Vasto per la formazione dei giovani. Il Consorzio Industriale predispose un piano di sviluppo che prevedeva la creazione di agglomerati industriali a [[Faro di Punta Penna|Punta Penna]], [[San Salvo]], [[Sinello|Val Sinello]], [[Trigno|Vallata del Trigno]].
 
Si faceva leva sul fatto che c'erano i finanziamenti per il [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], la disponibilità di manodopera e buone vie di comunicazione (autostrada, ferrovia, porto).
 
Nel giro di pochi anni attorno alla SIV, che inizialmente dava lavoro a 3500 persone, sorsero tante piccole aziende. Ma il grande impulso venne nel 1972 con l'insediamento della Magneti Marelli (ora Denso), che con i suoi 2000 posti di lavoro determinò il definitivo decollo della zona. Oggi il Comprensorio di Vasto - nonostante la riduzione dell'occupazione - appare come uno dei modelli più riusciti di industrializzazione. La crescita economica ha raggiunto un buon livello. Turismo, agricoltura e servizi hanno beneficiato del "volano" dell'industria.
Nel giro di pochi anni attorno alla SIV, che inizialmente dava lavoro a 3500 persone, sorsero tante piccole aziende. Ma il grande impulso venne nel 1972 con l'insediamento della [[Magneti Marelli]] (ora [[Denso]]), che con i suoi 2000 posti di lavoro determinò il definitivo decollo della zona.
 
=== Artigianato ===
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle [[artigianatoArtigianato|artigianali]], come la lavorazione della [[ceramica]] e l'arte dei [[vetroVetro|vetrai]].<ref name=Aci>{{citaCita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. ACI| città=Roma | anno=1985 | volume=2 | p=16}}</ref> oltre quelle di ebanisteria e sartoriale (le cui maestranze hanno fatto fortuna e dato lustro alla città specialmente negli Stati Uniti.
 
'''Trabocchi'''
 
Si tratta di palafitte infisse sulla area costiera, usate per la pesca, particolarmente utili in inverno. oggi sono stati riconvertiti in ristoranti e locali<ref name="turismo.abruzzo.it"/>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Vasto train 2011-by-RaBo-14.jpg|thumb|Binari della stazione di Porto di Vasto]]
[[Autostrada A14 (Italia)|Autostrada A14]]
=== Strade ===
* Uscita nord della città (Vasto Nord - Casalbordino)
Il comune è attraversato dalla [[strada statale 16 Adriatica]] e dall'[[Autostrada A14 (Italia)|autostrada A14]] con due caselli:
* Uscita sud della città (Vasto Sud - Montenero di Bisaccia)
* Uscita nord della città (''Vasto Nord - Casalbordino'');
[[Ferrovia Adriatica]]
* Uscita sud della città (''Vasto Sud - Montenero di Bisaccia - San Salvo'');
* Stazione ferroviaria di [[Porto di Vasto]] (per i trasporti regionali)
Ambedue gli svincoli, distanti 17 chilometri, sono siti in comuni differenti, rispettivamente [[Casalbordino]] e [[Montenero di Bisaccia]] (quest'ultimo è parte del Molise).
* Stazione ferroviaria di [[Stazione di Vasto-San Salvo|Vasto-San Salvo]] (collegamenti di media/lunga/breve percorrenza)
 
=== Ferrovie ===
Vasto è attraversato dalla [[ferrovia Adriatica]] con due fermate:
* [[stazione di Porto di Vasto]], solo per i servizi regionali;
* [[stazione di Vasto-San Salvo]], per collegamenti regionali e nazionali.
 
Fino a marzo [[2005]] era attiva anche la [[Stazione di Vasto|stazione omonima]], intermedia tra le due, ora convertita in un [[parcheggio]] per auto da circa 700 posti e interessata dal progetto di realizzazione della [[Corridoio Verde Adriatico|ciclovia Adriatica]].
 
'''Porto'''
 
Era già in uso al tempo dei Romani, è stato ricostruito nel 1945 dopo il bombardamento dei tedeschi<ref>{{Cita web|url=https://porto.ancona.it/it/il-porto/porto-di-vasto|titolo=Porto di Vasto}}</ref>
 
'''Ciclovia Adriatica'''<ref>{{Cita web|url=https://www.piste-ciclabili.com/comune-vasto#42.24624672882411,14.571304321289064,10|titolo=Piste ciclabili di Vasto}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://viaverdedeitrabocchi.info/|titolo=la pista ciclopedonale}}</ref>
 
=== Mobilità urbana ===
Il [[trasporto pubblico locale]] urbano e suburbano su gomma è gestito dall'azienda [[SAT Vasto|SAT]] (Società Autoservizi Tessitore).
 
== Amministrazione ==
{{Vedi anche|Sindaci di Vasto}}
 
=== Gemellaggi ===
La città del Vasto è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Australia|Perth|1989|Perth}}
* {{Gemellaggio|Italia|Isola d'Ischia|1984}}<ref name="gemellaggi">{{Cita news|url=https://www.zonalocale.it/2023/04/12/nuovo-logo-per-la-carta-intestata-del-comune-di-vasto/|titolo=Nuovo logo per la carta intestata del Comune di Vasto|pubblicazione=ZonaLocale|città=Vasto|data=12 aprile 2023}}</ref>;
* {{Gemellaggio|Australia|Perth|1989}}<ref name="gemellaggi"/>;
* {{Gemellaggio|Italia|Isole Tremiti|2001}}<ref name="gemellaggi"/>;
* {{Gemellaggio|Italia|Villa Sant'Angelo|2010}}<ref name="gemellaggi"/>;
* {{Gemellaggio|Italia|Bari|2019}}<ref name="gemellaggi"/>.
 
== Sport ==
{{C|sezione ipertrofica priva di fonti, ricca di informazioni non enciclopediche, scritta con linguaggio recentista contenente toni enfatici e contenuti promozionali. Da ristrutturare come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato#Sport]].|Sport|maggio 2017}}
{{F|Abruzzo|ottobre 2016|}}
 
=== Impianti sportivi ===
[[File:Aragona.jpg|thumb|Lo stadio Aragona]]
* [[Stadio Aragona]]
* Stadio "San Paolo" - Zona 167
* Stadio "San Tommaso" - Vasto Marina
* Stadio Incoronata
* Stadio "Ezio Pepe"
* [[PalaBCC]]
* Centro Sportivo San Gabriele
* Pala Histonium - Vasto Marina
* Stadio del Nuoto
* Campo di Volo "G. D'Annunzio"
* Palestra "Luigi D'Adamo" (ex Salesiani)
* Piscina Comunale
* Centro Sportivo Padre Fulgenzio Fantini<ref>{{Cita web|url=https://www.vasport.it/campo-sportivo-padre-fulgenzio-fantini-linaugurazione-a-vasto-marina/|titolo=Campo sportivo ‘Padre Fulgenzio Fantini’, l’inaugurazione a Vasto Marina}}</ref>
* Tennis e Padel<ref>{{Cita web|url=https://promotennisvasto.it/|titolo=PADEL PROMO TENNIS CLUB VASTO}}</ref>
* Palestra comunale San Paolo
* Campo sportivo dell'Incoronata
* Campi sportivi Parco Muro delle Lame
* Pickelball<ref>{{Cita web|url=https://pickleballtour.it/campi-pickleball/centro-sportivo-san-paolo-vasto-ch/|titolo=Centro Sportivo San Paolo - Vasto (Chieti)}}</ref>
* Pista Ciclabile lungomare Vasto - San salvo Marina<ref>{{Cita web|url=https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/pista-ciclabile-vasto-ortona-con-proseguimento-fino-a-pescara-57875816|titolo=Pista ciclabile Vasto - Ortona, con proseguimento fino a Pescara}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://chiaroquotidiano.it/2024/05/14/riserva-marina-di-vasto-pista-ciclabile-dissestata-lavori-di-riqualificazione/|titolo=Pista ciclabile: lavori di riqualificazione ma prima serve la valutazione ambientale}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.chietitoday.it/attualita/fine-lavori-luglio-pista-ciclopedonale-vasto-marina.html|titolo=In dirittura d'arrivo i lavori sulla pista ciclopedonale a Vasto Marina}}</ref>
* Pista Ciclabile lungomare Vasto - Ortona<ref>{{Cita web|url=https://www.virtuquotidiane.it/cronaca/finalmente-aperta-la-via-verde-della-costa-dei-trabocchi-la-ciclabile-sulladriatico-da-ortona-a-vasto.html#google_vignette|titolo=FINALMENTE APERTA LA VIA VERDE DELLA COSTA DEI TRABOCCHI, LA CICLABILE SULL’ADRIATICO DA ORTONA A VASTO}}</ref>
 
=== Calcio a 11 ===
La prima squadra di [[Calcio (sport)|calcio]] della città è la [[Vastese Calcio 1902]] (attualmente militante in [[Serie D 2016-2017 (gironi D-E-F)|Serie D]]), vincitrice tra le varie gestioni di due campionati di [[Serie D]] ([[Serie D 1968-1969|1968-1969]], [[Serie D 2008-2009|2008-2009]]) e due di [[Interregionale]] ([[Campionato Interregionale 1984-1985|1984-1985]], [[Campionato Interregionale 1989-1990|1989-1990]]), oltre allo [[Scudetto Dilettanti]] ed al record di maggiori vittorie consecutive in Serie D (10) nel campionato [[Serie D 2008-2009|2008-2009]]. Disputa le partite interne nello [[Stadio Aragona]]. La seconda squadra di calcio vastese è la "Bacigalupo" Vasto Marina, militante in promozione
 
=== Calcio a 5 ===
La prima squadra di [[Calcio (sport)|calcio]] della città è la [[Pro Vasto|Vastese Calcio 1902]].
Il Futsal Vasto 2016 è la prima squadra di calcio a 5 della città, militante nel campionato di [[Serie C1 (calcio a 5)|Serie C1]].
 
=== Basket ===
La società era nata nel [[1902]] sotto il nome di "Vastese Calcio S.r.l.", ma fallì alla fine della stagione [[1994]]/[[1995]] dopo la gestione del presidente Armando Scopelliti. Nell'estate del [[1997]] venne ricostituita con il nome attuale. Fino alla stagione 2008-2009 ha collezionato 22 presenze in [[Lega Pro Seconda Divisione]] e 24 in [[Serie D]], con 10 vittorie consecutive (le ultime 10 del campionato) stabilendo il record del massimo campionato dilettantistico, ed il titolo di campione d'Italia dilettanti (risultati mai raggiunti prima nella storia del club). Nell'estate del [[2010]] viene radiata da tutti i campionati per debiti pregressi. Gioca le sue partite interne nello [[Stadio Aragona]]. Nell'estate [[2012]], grazie al cambio di denominazione della ''San Paolo Vasto Calcio'', che militava nel campionato di [[Prima Categoria]], è nata l'[[Football Club Pro Vasto|A.S.D. Vastese Calcio 1902]].
La Generazione Vincente Vasto Basket, il cui presidente è Giancarlo Spadaccini, è la principale squadra di basket della città, affiliata alla [[Federazione Italiana Pallacanestro|FIP]] dal 1971. Attualmente militante in Serie C Gold, raggiunse il suo apice con il campionato nazionale di [[Serie B 2014-2015 (pallacanestro maschile)|serie B 2014-2015]].
 
=== Pallavolo ===
Le squadre vastesi di calcio a 11 che attualmente partecipano al campionato di maggiore livello sono:
La Madogas San Gabriele Vasto è la prima squadra cittadina di [[pallavolo]] femminile, iscritta al campionato di Serie C femminile
* ''A.S.D. Vastese Calcio 1902'' ([[Serie D]])
* ''A.S.D IC Vasto Marina'' ([[Promozione (calcio)|Promozione]])
L'A.S.D. Vasto Calcio a 5 è la squadra di [[calcio a cinque]] e gioca le sue partite interne al Pala Histonium di Vasto Marina.
 
=== Beach Soccer ===
L'A.S.D. GianimaVastese Beach Soccer, attualmente denominata [[Agenzia Lemme Vasto]], è una società sportiva di [[beach soccer]] che milita nella [[Campionato italiano di beach soccer|serie A]] organizzato dalla Lega Nazionale Dilettanti. Ha vinto il campionato italiano nel [[2001]].
 
Vasto ha ospitato nel 2005, 2006 e 2008 la [[Coppa Italia 2008 (beach soccer)|Coppa Italia beach soccer]] e nel 2007 è stata tappa del [[campionato italiano di beach soccer]]. Attualmente la società è guidata dal presidente Nicola Bellandrini (d. s. anche della Pro Vasto calcio). Lo stadio è situato sul lungomare Duca degli Abruzzi a Vasto Marina.
 
=== CiclismoBeach Volley ===
Vasto è tappa del campionato italiano di beach volley<ref>{{Cita web|url=https://beachvolley.federvolley.it/node/51164|titolo=Campionato Italiano Assoluto - Tappa - Vasto}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://beachvolley.federvolley.it/index.php/node/40340|titolo=Vasto - ABRUZZO}}</ref>
Vasto è stata più volte arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]]:
* [[1959]]: 10ª tappa del 42º giro d'Italia Napoli-Vasto, vinta da [[Gastone Nencini]]
* [[1983]]: 6ª tappa, vinta dallo spagnolo [[Eduardo Chozas]]
* [[1988]]: 3ª tappa, vinta dallo [[Svizzera|svizzero]] [[Stefan Joho]]
* [[1998]] (25 maggio): 9ª tappa, vinta dallo [[Svezia|svedese]] [[Glenn Magnusson]]
* [[2000]] (19 maggio): 6ª tappa, vinta dal [[Russia|russo]] [[Dmitrij Konyšev]]
 
=== Boxe ===
Ed è stata anche tappa di partenza del [[Giro d'Italia]]:
Asd Vasto Ring<ref>{{Cita web|url=https://chiaroquotidiano.it/2022/11/22/alla-scoperta-della-vasto-ring/|titolo=Alla scoperta della Vasto Ring}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.chietitoday.it/sport/altro/stefano-ramundo-cristian-malvitano-titolo-italiano-superleggeri-palabcc-vasto.html|titolo=Vasto capitale della boxe tricolore: Stefano Ramundo è pronto a difendere il titolo italiano davanti ai suoi concittadini}}</ref>
* [[2008]] (16 maggio): 7ª tappa, vinta dal [[italia]]no [[Gabriele Bosisio]]
 
=== BasketCiclismo ===
Vasto è stata negli anni la città di arrivo delle seguenti tappe del [[Giro d'Italia]]:
La BCC Vasto la principale squadra di [[basket]] della città, affiliata alla [[Federazione Italiana Pallacanestro|FIP]] dal [[1971]] (nel [[2011]] ha festeggiato il suo 40° anno di attività ininterrotta nella federazione). La squadra del Vasto Basket ha giocato fino alla stagione [[1978]]-[[1979]] nei campionati giovanili, poi nel campionato promozione. Ha partecipato al campionato di Serie C2 nel periodo [[1986]]-[[1991]]. Ha conquistato la promozione nella Serie C1 nella stagione 1997-1998 ed è rimasta nella Serie C regionale fino alla promozione in [[Divisione Nazionale C]] dell'anno 2010-2011. Nella stagione [[Serie B 2014-2015 (pallacanestro maschile)|2014-2015]] disputò il campionato di [[Serie B (pallacanestro maschile)|Serie B nazionale]] con presidente Giancarlo Spadaccini. Attualmente milita in Serie C Silver nel girone A.
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Partenza
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
|[[Giro d'Italia 1959|1959]]
|9ª
|[[Napoli]]
|206
|{{bandiera|ITA}} [[Gastone Nencini]]
|{{bandiera|LUX}} [[Charly Gaul]]
|-
|[[Giro d'Italia 1983|1983]]
|5ª
|[[Terni]]
|269
|{{bandiera|ESP}} [[Eduardo Chozas]]
|{{bandiera|ITA}} [[Silvano Contini]]
|-
|[[Giro d'Italia 1988|1988]]
|3ª
|[[Ascoli Piceno]]
|184
|{{bandiera|CHE|dim=15}} [[Stephan Joho]]
|{{bandiera|FRA}} [[Jean-François Bernard]]
|-
|[[Giro d'Italia 1998|1998]]
|9ª
|[[Foggia]]
|169
|{{bandiera|SWE}} [[Glenn Magnusson]]
|{{bandiera|CHE|dim=15}} [[Alex Zülle]]
|-
|[[Giro d'Italia 2000|2000]]
|6ª
|[[Peschici]]
|160
|{{bandiera|RUS}} [[Dmitrij Konyšev]]
|{{bandiera|ITA}} [[Matteo Tosatto]]
|}
È stata inoltre sede di partenza delle seguenti tappe del [[Giro d'Italia]]:
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Arrivo
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
|[[Giro d'Italia 1959|1959]]
|10ª
|[[Teramo]]
|148
|{{bandiera|ITA}} [[Rino Benedetti]]
|{{bandiera|LUX}} [[Charly Gaul]]
|-
|[[Giro d'Italia 1983|1983]]
|6ª
|[[Campitello Matese]]
|145
|{{bandiera|ESP}} [[Alberto Fernández Blanco|Alberto Fernández]]
|{{bandiera|ITA}} [[Silvano Contini]]
|-
|[[Giro d'Italia 1988|1988]]
|4ª-1ª
|[[Rodi Garganico]]
|123
|{{bandiera|ITA}} [[Massimo Podenzana]]
|{{bandiera|ITA}} [[Massimo Podenzana]]
|-
|[[Giro d'Italia 1998|1998]]
|10ª
|[[Macerata]]
|212
|{{bandiera|ITA}} [[Mario Cipollini]]
|{{bandiera|CHE|dim=15}} [[Alex Zülle]]
|-
|[[Giro d'Italia 2000|2000]]
|7ª
|[[Teramo]]
|182
|{{bandiera|AUS}} [[David McKenzie (ciclista)|David McKenzie]]
|{{bandiera|ITA}} [[Matteo Tosatto]]
|-
|[[Giro d'Italia 2008|2008]]
|[[Giro d'Italia 2008#7ª tappa|7ª]]
|[[Pescocostanzo]]
|180
|{{Bandiera|ITA}} [[Gabriele Bosisio]]
|{{Bandiera|ITA}} [[Giovanni Visconti (ciclista)|Giovanni Visconti]]
|-
|[[Giro d'Italia 2019|2019]]
|[[Giro d'Italia 2019#7ª tappa|7ª]]
|[[L'Aquila]]
|185
|{{bandiera|ESP}} [[Pello Bilbao]]
|{{bandiera|ITA}} [[Valerio Conti]]
|-
|[[Giro d'Italia 2023|2023]]
|[[Giro d'Italia 2023#3ª tappa|3ª]]
|[[Melfi]]
|216
|{{Bandiera|AUS}} [[Michael Matthews]]
|{{Bandiera|BEL}} [[Remco Evenepoel]]
|}
È stata inoltre traguardo volante delle seguenti tappe del [[Giro d'Italia]]:
{| class="wikitable"
!Anno
!Tappa
!Partenza
!km
!Vincitore di tappa
!Maglia rosa
|-
|[[Giro d'Italia 2017|2017]]
|[[Giro d'Italia 2017#9ª tappa|9ª]]
|[[Montenero di Bisaccia]] > [[Cima Blockhaus|Blockhaus]]
|149
|{{Bandiera|COL}} [[Nairo Quintana]]
|{{Bandiera|COL}} [[Nairo Quintana]]
|-
|[[Giro d'Italia 2021|2021]]
|[[Giro d'Italia 2021#7ª tappa|7ª]]
|[[Notaresco]] > [[Termoli]]
|181
|{{Bandiera|AUS}} [[Caleb Ewan]]
|{{Bandiera|HUN}} [[Attila Valter]]
|}
 
=== Pallamano ===
La "A.S.D. Pallamano Vasto" è la locale squadra di [[pallamano]] locale, che partecipa al campionato nazionaleUnder di serie B15, nel girone Abruzzo-LazioMarche. L'attuale presidente è Mauro Maccione. La squadra è guidata da Michele Bevilacqua e Salvatore Marinucci; Il terreno di gioco è la Palestra "L. D'Adamo" (ex salesianiSalesiani) di Vasto.[http://aspallamanovasto.blogspot.it/ Pallamano Vasto]
 
=== Pallanuoto ===
L’H2O Histonium Vasto è la squadra di pallanuoto locale. Nel 2022 partecipa al campionato regionale Lazio-Abruzzo-Molise.
 
=== Rugby ===
Le squadre rappresentative di questo sport sono l'ASD Rugby Vasto (nata nel 2011 e di nuovo attiva dal 2017 dopo 2 anni di stop) e l'interregionale Tetras Rugby, società comprendente anche un settore femminile.
L'associazione sportiva dilettantistica Vasto [[Rugby (sport)|Rugby]] nasce nell'[[aprile]]-[[maggio]] [[2011]] per volere di alcuni appassionati. Nel [[settembre]] [[2011]] decide di iscriversi al campionato di serie C regionale d'Abruzzo e inizia il tesseramento dei giocatori. Dopo [[giugno]] [[2015]] ha sospeso le attività. Ha giocato le partite allo stadio di San Salvo Marina.
 
=== Tennis ===
La Promo Tennis Vasto, milita nel campionato D2<ref>{{Cita web|url=https://www.vastoweb.com/sport/altri-sport/1150166/la-promo-tennis-vola-in-d2-battuto-il-tc-la-campagna|titolo=La Promo Tennis vola in D2: battuto il TC La Campagna}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Costantino Felice| titolo=Vasto. Storia di una città|editore=Donzelli|città=Vasto|anno=2010||isbn=978-88-6036-551-4}}
* Vittorio Anelli, ''Histonium ed il Vasto'', Renato Cannarsa Editore
* {{cita libro|autore=Vittorio D'Anelli| cid=D'Anelli 1988| titolo=Histonium ed il Vasto|editore=Renato Cannarsa |città=Vasto|anno=1988|p=93| sbn=TER0030911|oclc=955660320}}
* Costantino Felice, ''Vasto. Storia di una città'', Donzelli Editore, 2010
* {{cita libro|autore=Carlo Marchesani| titolo=Vasto e le sue strade piccolo dizionario enciclopedico di toponomastica vastese|editore=Il torcoliere|città=Vasto|anno=2013|isbn=978-88-87315-89-9}}
* {{cita libro|autore=[[Luigi Anelli (letterato)]]|titolo=Ricordi di storia vastese|editore=Arte della Stampa| anno=1982|città=Vasto|SBN=MOL0181635|oclc=29134488}}
* {{cita libro|autore=[[Luigi Anelli (letterato)]]|titolo=Historium ed il Vasto attraverso i secoli|editore=[[Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato#Funzioni|Poligrafico dello Stato]]|città=Roma| anno=1992|SBN=BVE0334199|oclc=17662647}}
* Angelora Brunella Di Risio, ''Palazzo d'Avalos in Vasto'', Cassa di risparmio della provincia di Chieti, 1990.
* Lucia Serafini, ''Nicola Maria Pietrocola. Architetto e teorico nel Mezzogiorno preunitario'', Gangemi Editore.
 
== Voci correlate ==
* [[Histonium]]
* [[Arcidiocesi di Chieti-Vasto]]
* [[Duomo di Vasto]]
* [[Palazzo d'Avalos]]
* [[Costa dei Trabocchi]]
* [[Golfo di Vasto]]
* [[Riserva naturale guidata Punta Aderci]]
* [[Repubblica Vastese]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.bibliotecastorica.org/citta/vasto/storia-di-vasto-di-luigi-marchesani-index.htm|Storia di Vasto}}
 
{{Comuni della provincia di Chieti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Abruzzo|Costa dei Trabocchi|Vasto}}
 
[[Categoria:Vasto| ]]
{{Provincia di Chieti}}
 
[[Categoria:Vasto]]