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==Angelo Bellani==
{{Infobox militare
|Nome = Angelo Bellani
|Immagine = Angelo Bellani.jpg
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|Specialità =
|Unità =
|Reparto=[[10º Reggimento bersaglieri]]<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>
|Anni_di_servizio =
|Grado = [[caporal maggiore]]
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==Biografia==
Di professione [[falegname]]<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>, prese parte alla [[Prima guerra mondiale]] combattendo sul [[Carso]] e nella [[campagna di Albania]], dove si guadagnò una [[medaglia d'argento al valor militare]] e la promozione a [[caporal maggiore]]<ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref>. Fu ferito due volte<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>.
Deluso dall'esito della [[prima guerra mondiale]] aderì ai [[Fasci di combattimento]] organizzando il [[Fascio di combattimento]] di [[Villanterio]] e assumendo il comando della [[squadra d'azione]] "[[Cesare Battisti]]"<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>.
 
Il 25 maggio 1921 il caposquadra fascista [[Arturo Bianchi]], nel corso di una azione squadrista fu assalito a [[Genzone]] e, gettato a terra, colpito ripetutamente con bastoni e badili<ref>{{cita|Bianchi|p. 126}}</ref>. Bianchi riuscì a salvarsi come da lui stesso ammesso grazie all'intervento di Bellani, che a rischio della propria vita riuscì a sottrarlo alla folla<ref>{{cita|Bianchi|p. 157}}</ref>.
 
Il 17 ottobre 1921 numerosi militanti dei partiti di sinistra organizzarono una manifestazione nel paese di [[Albuzzano]] nel corso della quale circondarono alcune case di fascisti minacciando provocatoriamente di dargli fuoco. Un fascista riuscì ad eludere la sorveglianza e raggiunto un [[telefono]] avvertì la sezione di Villanterio che inviò subito una squadra di dieci uomini tra cui Bellani. I fascisti e gli [[arditi del popolo]] vennero a contatto ma di comune accordo decisero di chiudere la questione desistendo entrambi da propositi bellicosi<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref>. Nella serata entrambe le fazioni presero parte ad una festa di paese in un locale da ballo, ma sul tardi alcuni socialisti aggredirono nuovamente i fascisti di [[Villanterio]] cercando di strappare loro i distintivi. Vistisi circondati i fascisti impugnarono le armi facendosi strada tra la folla guadagnando l'uscita. Usciti dal paese si diressero verso Sant'Angelo dove furono fatti oggetti di scariche di fucileria pertanto ritornarono in paese e tentarono la strada per [[Vigalfo]] ma giunti all'incrocio per [[Filighera]] un colpo di fucile colpì Bellani ad una gamba facendolo stramazzare a terra<ref name="ReferenceA">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 290}}</ref><ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref>.
 
Il caposquadra [[Arturo Bianchi]], insieme ad Antonio Grignani, uscì allo scoperto trascinando Bellani al riparo ai margini della strada<ref name="ReferenceB">{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 291}}</ref>. Quando gli assalitori si dileguarono il ferito fu portato al [[Policlinico San Matteo]] di [[Pavia]] ma spirò il giorno seguente avendo riportato la recisione dell'[[arteria femorale]]<ref>{{cita|Lombardi e Galazzetti|p. 291}}<name="ReferenceB"/ref>.
 
Pochi giorni dopo, il 21 ottobre Bianchi costituì una nuova squadra d'azione intitolata al caduto che prese il nome di ''"Disperatissima Angelo Bellani"'' fondendo le squadre di [[Copiano]] e degli altri paesi dei dintorni<ref name="ReferenceC">{{cita|Bernini in Storia del fascismo pavese|prefazione}}</ref>.
 
[[File:Monumento ad Angelo Bellani Albuzzano.jpg|thumb|left|Monumento ad Angelo Bellani ad Albuzzano]]
 
Per il funerale di Angelo Bellani il deputato [[fascista]] [[Luigi Lanfranconi]] fece stampare un manifesto in cui invitò tutta la popolazione di Villanterio ad esporre bandiere tricolori listate a lutto. Poi nel corso del funerale ricusò il [[patto di pacificazione]] con i socialisti <ref name="ricerca.gelocal.it">http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2008/12/20/PT2PO_PQC04.html</ref>. Il 7 novembre 1921 i fascisti scatenarono la rappresaglia dando a fuoco le case di noti comunisti e di [[arditi del popolo]]<ref>http:// name="ricerca.gelocal.it"/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2008/12/20/PT2PO_PQC04.html</ref>.
 
==Ricordo==
[[File:Scuole Angelo Bellani Albuzzano.jpg|thumb|right|La Scuola Angelo Bellani, la sezione elementare in Albuzzano]]
Sul luogo del ferimento di Bellani ad [[Albuzzano]] fu in seguito eretto un cippo funebre, mentre per volontà dell'amico Bianchi gli furono intitolate scuole locali. La scuola, in particolare, si occupava di fornire istruzione gratuita agli orfani dei caduti per la causa fascista<ref>{{cita|Bernini in Storia del fascismo pavese|prefazione}}<name="ReferenceC"/ref>.
 
<ref>{{cita|Bianchi|p. 155}}</ref>
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|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= Pel contegno esemplarmente valoroso e animoso tenuto durante tutta l'azione della compagnia e per essersi maggiormente esposto a grave pericolo, al fine di sottrarre al nemico la salma di un ufficiale caduto
|luogo= Sidi Bilal, 20 settembre 1912<ref name="laprovinciapavese.gelocal.it">http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/11/28/news/da-bersagliere-a-camicia-nera-tracce-ritrovate-1.10399007?ref=search</ref><ref>http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1913%20vol_2/DSC_0012.JPG</ref>}}
 
==Bibliografia==
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==Achille Manso==
{{Infobox militare
|Nome = Achille Manso
|Immagine =
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==Biografia==
Prese parte alla [[campagna di Grecia]], all'[[invasione della Jugoslavia]] e alla [[Operazione Barbarossa|campagna di Russia]]<ref name="vicosanlucifero.it">http://www.vicosanlucifero.it/excal/excal24/ex24spe8.html</ref> All'atto dell'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] si trovava di stanza presso la caserma "Emidio Clementi" di [[Ascoli Piceno]]. Qui Manso ricevette dal colonnello [[Emidio Santaché]] l'ordine di predisporre le difese in vista di un possibile attacco tedesco. L'attacco avvenne il 12 settembre e i paracadutisti tedeschi e dopo duri combattimenti durante il quale lo stesso Santaché fu ferito gli attaccanti furono respinti<ref>Pier Luigi Villari, Il tragico settembre, IBN Editore, Roma, 2007, pag 79</ref>. Gli scontri di Ascoli Piceno furono tra i pochi che avvennero nell'Italia centrale<ref>Elena Aga Rossi, Una nazione allo sbando, Il mulino, Bologna 2003, pag 142</ref>.
In seguito ad incontri con i tedeschi successivi il 22 settembre di fatto il presidio si sciolse e i militari furono posti in congedo illimitato<ref>http://www. name="vicosanlucifero.it"/excal/excal24/ex24spe8.html</ref>.
Il 25 ottobre Manso trovatosi a Roma aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e il 10 novembre fu assegnato al [[Battaglione Volontari di Sardegna - Giovanni Maria Angioy]], che si era nel frattempo acquartierato alla caserma Lugara, di cui divenne comandante interinale affianco al colonnello [[Bartolomeo Fronteddu]] fino al gennaio 1944 il colonnello Fronteddu, primo comandante del Battaglione, assunse un nuovo incarico, a Padova presso il Comando provinciale. Manso divenne il nuovo comandante del battaglione.
 
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==Fulvio Tomassucci==
{{Infobox militare
|Nome = Fulvio Tomassucci
|Immagine =
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Fu direttore dei giornali La "Vanga", "Il Baluardo", "Cronache Nostre" e "Il Nostro Impero".
 
Partecipò all'[[Impresa di Fiume]]<ref name="trapaninostra.it">http://www.trapaninostra.it/libri/megale/1861-1946/Libro_Megale-07-pag-051-060.pdf</ref> e al suo ritorno a [[Trapani]] prese parte alla fondazione del Fascio trapanese e alla [[marcia su Roma]]<ref>http://www. name="trapaninostra.it"/libri/megale/1861-1946/Libro_Megale-07-pag-051-060.pdf</ref>. In seguito fu direttore dei giornali fascisti La "Vanga", "Il Baluardo", "Cronache Nostre" e "Il Nostro Impero".<ref>http://www.trapaninostra.it/Foto_Trapanesi/Didascalie/Giacomazzi_Salvatore.htm</ref>.
 
== Note ==
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Fu prefetto della [[Provincia di Aosta]] tra il 1943 e il 1945 e in seguito di quella di [[Provincia di Asti|Asti]]
 
Pur di origini bergamasche, fu segretario federale di [[Aosta]] del [[Partito Nazionale Fascista]] dal maggio [[1941]] al luglio [[1943]]<ref>http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p13QP0&sig=tCC3jrcQIUGsK4Y82I6pM9h5jts&hl=it&sa=X&ei=9NttUaiDM7Pc4QTMuoCIBA&ved=0CEoQ6AEwBA#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref>, alla costituzione della [[Repubblica Sociale Italiana]] fu richiamato nell'ottobre 1943<ref name="books.google.it">http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p16SRW&sig=wkgx0DuMaSUjYXdzRDTmKgPOOxQ&hl=it&sa=X&ei=guhtUdqZCsOiO96ygJAE&ved=0CF8Q6AEwBQ#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref> a ricoprire il ruolo di prefetto della [[Provincia di Aosta]].
 
Pur di origini bergamasche, fu segretario federale di [[Aosta]] del [[Partito Nazionale Fascista]] dal maggio [[1941]] al luglio [[1943]]<ref>http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p13QP0&sig=tCC3jrcQIUGsK4Y82I6pM9h5jts&hl=it&sa=X&ei=9NttUaiDM7Pc4QTMuoCIBA&ved=0CEoQ6AEwBA#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref>, alla costituzione della [[Repubblica Sociale Italiana]] fu richiamato nell'ottobre 1943<ref>http://books.google.it/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p16SRW&sig=wkgx0DuMaSUjYXdzRDTmKgPOOxQ&hl=it&sa=X&ei=guhtUdqZCsOiO96ygJAE&ved=0CF8Q6AEwBQ#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref> a ricoprire il ruolo di prefetto della [[Provincia di Aosta]].
Dopo la costituzione dei primi nuclei partigiani sulle montagne Carnazzi decise di eliminarli secondo [[Luciana Nissim]], infiltrandoli con ex Ufficiali del Regio Esercito che avevano aderito alla RSI al fine di raccogliere informazioni.
In seguito procedendo al rastrellamento. Fu nel corso di uno di questi rastrellamenti avvenuto nella notte tra il [[12 dicembre|12]] e il [[13 dicembre]] [[1943]] che cadde prigioniero anche il partigiano [[Primo Levi]]. Lo stesso Levi, probabilmente in accordo con i suoi compagni scelse di qualificarsi come ebreo invece che come partigiano combattente<ref name="corriere.it">http://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>.
Infatti in una relazione del [[7 marzo]] [[1944]] il prefetto Carnazzi scrisse che "''Nell'albergo Ristoro (...) alloggiavano tre individui di razza ebraica ivi rifugiatesi (sic) (per sfuggire) alle recenti disposizioni razziali: dottor Levi Primo, Dottor Nissim Luciana e Dottor Maestro Vanda: non essendo risultato altro a loro carico sono stati inviati al [[Campo di Fossoli|campo di concentramento di Carpi]]''<ref>http:// name="books.google.it"/books?id=NTUfY4N86voC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=cesare+augusto+carnazzi&source=bl&ots=PuN3p16SRW&sig=wkgx0DuMaSUjYXdzRDTmKgPOOxQ&hl=it&sa=X&ei=guhtUdqZCsOiO96ygJAE&ved=0CF8Q6AEwBQ#v=onepage&q=cesare%20augusto%20carnazzi&f=false</ref>"
 
Il [[3 gennaio]] [[1945]] Carnazzi fu trasferito alla guida della [[Provincia di Asti]], incarico che mantenne fino al [[24 aprile]]<ref>http://www.prefettura.it/asti/contenuti/11350.htm</ref>.
Nel dopoguerra Carnazzi fu sottoposto a giudizio della Corte d'Assise Speciale ma la sua difesa fu assunta da numerose personalità antifasciste come il capo partigiano [[Guido Usseglio]] che era primario all'ospedale Le Molinette che chiese la sua intercessione per far liberare il fratello e che lo descrisse come "''una figura aperta, leale, buona''"<ref>http://www. name="corriere.it"/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>. Anche nella sua ricerca di materiale d'archivio per il libro "Partisa" lo storico [[Sergio Luzzatto]] rinvenne dei documenti del [[7 luglio]] [[1945]] in cui la famiglia ebraica dei Gerber nel corso del processo testimoniò l'intervento di Carnazzi per sottrarre un loro congiunto alla pena di morte "''senza alcun interesse ma solo per grande bontà''"<ref>http://www. name="corriere.it"/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml</ref>.
 
==Italo Vianini==