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{{F|partigiani|giugno 2023|sembra che nella bibliografia usata manchino gli storici}}
{{Bio
|Nome = Giulio
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|Epoca = 1900
|Attività = partigiano
|Attività2 = criminale
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , che nel dopoguerra a [[Milano]] comandò l'organizzazione paramilitare [[antifascista]] di ispirazione [[comunista]] nota come [[Volante Rossa "Martiri Partigiani"]]
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==Biografia==
Durante la [[Seconda guerra mondiale]] fu un giovane comandante partigiano comunista della 118ª [[Brigate Garibaldi|Brigata Garibaldi]] "Attilio Tessaro", operante nella [[Val d'Ossola]] e nella zona di [[Milano]]-[[Lambrate]] con lo pseudonimo di "tenente Alvaro". All'epoca aveva fatto incidere sul calcio del proprio fucile la frase "Non si concedono bis"<ref name="armati">Cristiano Armati, ''Italia criminale'', Newton Compton editori, pp. 38-40</ref>.
 
Nell'[[secondo dopoguerra|immediato dopoguerra]], impiegato all'[[Innocenti]] di [[Lambrate]], fondò e divenne comandante della [[Volante Rossa "Martiri Partigiani"]], un'organizzazione paramilitare comunista attiva nel milanese che si prefiggeva principalmente l'omicidiola vendetta nei confronti dei fascisti repubblichini rimasti impuniti nel dopoguerra<ref name="armati" />. Dal 1945 al [[1949]] organizzò diverse azioni, come ad esempio il saccheggio della sede della rivista il "Meridiano d'Italia" avvenuto il 16 giugno [[1947]], e l'attentato del [[29 ottobre]] contro la sede del MSI di via santa Redegonda<ref name="armati" />, oltre a omicidi come quello dell'ex generale della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MVSN]] Ferruccio Gatti avvenuto il 4 novembre [[1947]]<ref name="armati" />. Il 27 gennaio 1947 avvennero gli ultimi due omicidi attribuiti alla Volante rossa, effettuati con l'utilizzo di un [[taxi]]: particolare che mise la polizia sulle tracce degli attentatori<ref name="armati" />.
 
Una grossa retata avvenuta a [[Lambrate]] il 10 febbraio [[1949]] sotto il comando del questore [[Vincenzo Agnesina]] e del colonnello dei carabinieri [[Sante Mantarro]] portò all'arresto di ventisette persone a vario titolo coinvolte nell'attività della Volante Rossa<ref name="armati" />. Nel 1951 fu condannato dalla [[Corte d'Assiseassise]] di [[Verona]] alla pena dell'[[ergastolo]]<ref name="trento">Francesco Trento, ''La guerra non era finita. I partigiani della Volante Rossa'', Editori Laterza, 2014, pp. 161-163</ref> in quanto ritenuto l'esecutore materiale di due omicidi. La condanna fu confermata due anni dopo in Appello a [[Venezia]]<ref name="armati" /><ref name="trento" />. Nel frattempo, Paggio era fuggito (unitamente ad altri tre "volantisti") in [[Repubblica Socialista Cecoslovacca|Cecoslovacchia]] con l'aiuto del [[Partito Comunista Italiano|PCI]]<ref name="trento" />. Dopo aver frequentato la scuola di partito organizzata del PCI, entrò a lavorare nell'emittente statale cecoslovacca ''[[Radio Praga]]'' e divenne il responsabile del programma in lingua italiana<ref>Cesare Bermani, ''Storia e mito della Volante rossa''. Prefazione di Giorgio Galli, Nuove Edizioni Internazionali, 1997.</ref> "''Oggi in Italia''" curata direttamente dal PCI<ref name="trento" />. In seguito collaborò anche alla rivista "''Problemi della pace e del socialismo''"<ref name="trento" />.
 
A "Radio Praga" rimase fino al marzo del 1976; poi venne assunto alla "''Nuova Rivista Internazionale"'', dove restò fino al raggiungimento della pensione. Nel frattempo sul suo conto si diffusero le voci più disparate che lo indicavano in [[Svizzera]] oppure arruolato agli inizi degli anni Cinquanta nella [[Legione straniera francese]]<ref name="trento" /> e combattente nella [[guerra d'Indocina]]. Il 26 ottobre [[1978]] il Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]] firmò il decreto che gli concedeva la [[Grazia (diritto)|grazia]] insieme a Natale Burato e [[Paolo Finardi]]. Paggio nel 1979 rientrò brevemente in Italia, presentandosi nella sede centrale del PCI in [[via delle Botteghe Oscure]]<ref name="trento" />.
 
Rientrò poi a Praga, dove morì il 15 novembre 2008.
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* ''I pistoleros della volante rossa forse dalla cortina di ferro a Cuba'', articolo del quotidiano ''[[Corriere della Sera]]'' del 3 febbraio 1962
* ''[[L'Unità]]'' del 27 febbraio 1949
* Paolo Pisanò, ''Le Sanguinose imprese della Volante Rossa 1948. Quello che la scuola di Berlinguer eviterà di ricordare'', in ''L'Uomo Qualunque'', 1998
* Cesare Bermani, ''La Volante Rossa (estate 1945-febbraio 1949)'', in ''Primo Maggio'' dell'aprile 1977
* Cesare Bermani, ''Storia e mito della Volante rossa'', Nuove Edizioni Internazionali, 1997, p. 160
* Carlo Guerriero, Fausto Rondinelli, ''La volante rossa'', 1996
* G. Fasanella, G. Pellegrini, ''La guerra civile'', Rizzoli, 2005
* [[Massimo Recchioni]], ''Ultimi fuochi di Resistenza. Storia di un combattente della Volante Rossa'', Derive Approdi, 2009
* [[Massimo Recchioni]], ''Il Tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia'', Derive Approdi, 2011
* Cristiano Armati, ''Italia criminale'', Newton Compton editori
* Francesco Trento ''La guerra non era finita. I partigiani della Volante Rossa'', Editori Laterza, 2014
 
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