Eleonora Duse: differenze tra le versioni

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{{Bio
{{F|attori italiani|agosto 2016}}{{Bio
|Nome = Eleonora Giulia Amalia
|Cognome = Duse
|Sesso = F
|LuogoNascita = VigenoVigevano
|GiornoMeseNascita = 3 ottobre
|AnnoNascita = 1858
|LuogoMorte = PittersburghPittsburgh
|GiornoMeseMorte = 21 aprile
|AnnoMorte = 1924
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
|Attività = attrice teatrale
|Nazionalità = italiana
|Immagine = Eleonora Duse.jpg
|Didascalia = Eleonora Duse ([[1896]]) ritratta dal fotografo [[Aimé Dupont]] ([[1842]]-[[1900]])
}}
 
Soprannominata da [[Gabriele D'Annunzio]] ''la Divina'', è la più grande attrice [[Teatro|teatrale]] della sua epoca<ref>{{Cita libro|cognome=AA.VV|titolo=La grande trasformazione: Il teatro italiano fra il 1914 e il 1924|url=https://books.google.it/books?id=dinNDwAAQBAJ&pg=PT17&dq=Eleonora+Duse+pi%C3%B9+grande+attrice&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiVwLPTj-ToAhVNwqYKHZgQB4kQ6AEIQDAD#v=onepage&q=Eleonora%20Duse%20pi%C3%B9%20grande%20attrice&f=false|accesso=13 aprile 2020|data=29 gennaio 2020|editore=Accademia University Press|lingua=it|ISBN=978-88-31978-83-5}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Fruttero|nome2=Massimo|cognome2=Gramellini|titolo=La Patria, bene o male|url=https://books.google.it/books?id=YaBfXGrurHsC&pg=PT91&dq=Eleonora+Duse+attrice&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0tumIj-ToAhUzwMQBHd6BAy84FBDoAQhPMAY#v=onepage&q=Eleonora%20Duse%20attrice&f=false|accesso=13 aprile 2020|data=1º marzo 2011|editore=Edizioni Mondadori|lingua=it|ISBN=978-88-520-1742-1}}</ref> e una delle più grandi di tutti i tempi,<ref>{{Cita libro|nome=Antonio|cognome=Cara|titolo=Cenere di Grazia Deledda nelle figurazioni di Eleonora Duse|url=https://books.google.it/books?id=UXM4AAAAIAAJ&q=Eleonora+Duse+pi%C3%B9+grande+attrice&dq=Eleonora+Duse+pi%C3%B9+grande+attrice&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiVwLPTj-ToAhVNwqYKHZgQB4kQ6AEIWTAG|accesso=13 aprile 2020|data=1984|editore=Istituto superiore regionale etnografico|lingua=it}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Annamaria|cognome=Andreoli|titolo=Più che l'amore: Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio|url=https://books.google.it/books?id=f4LxDQAAQBAJ&pg=PT295&dq=Eleonora+Duse+pi%C3%B9+grande+attrice&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiVwLPTj-ToAhVNwqYKHZgQB4kQ6AEIajAI#v=onepage&q=Eleonora%20Duse%20pi%C3%B9%20grande%20attrice&f=false|accesso=13 aprile 2020|data=2 febbraio 2017|editore=Marsilio|lingua=it|ISBN=978-88-317-3030-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Peter|cognome=Rader|titolo=Playing to the Gods: Sarah Bernhardt, Eleonora Duse, and the Rivalry That Changed Acting Forever|url=https://books.google.it/books?id=G2BEDwAAQBAJ&pg=PA239&dq=eleonora+duse+charlie+chaplin&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiVrJmTlOToAhXPepoKHSXCAAQQ6AEIPTAC#v=onepage&q=eleonora%20duse%20charlie%20chaplin&f=false|accesso=13 aprile 2020|data=21 agosto 2018|editore=Simon and Schuster|lingua=en|citazione=Charlie Chaplin [...] wrote: Eleonora Duse is the greatest artiste I have ever seen.|ISBN=978-1-4767-3839-0}}</ref> simbolo indiscusso del [[teatro moderno]], fu tutt'altro che una [[divo|diva]] comunemente intesa. Il critico contemporaneo [[Hermann Bahr]] la definì «la più grande attrice del mondo».<ref>{{Cita libro|nome=Emil Alphons|cognome=Rheinhardt|titolo=Eleonora Duse|url=https://books.google.it/books?id=5yvIBgAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Eleonora+Duse&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjTvIf_jeToAhUGwcQBHYqwBdwQ6AEILzAB|accesso=13 aprile 2020|data=14 gennaio 2015|editore=LIT EDIZIONI|lingua=it|ISBN=978-88-6944-175-2}}</ref> Acclamata, compì tournée all'estero recitando sempre in [[Lingua italiana|italiano]].<ref>{{Cita libro|nome=Maria Ida|cognome=Biggi|titolo=Eleonora Duse: viaggio intorno al mondo|url=https://books.google.it/books?id=fAdNYgEACAAJ&dq=Eleonora+Duse&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjTvIf_jeToAhUGwcQBHYqwBdwQ6AEIaDAJ|accesso=13 aprile 2020|data=2010|editore=Skira|lingua=it|ISBN=978-88-572-0924-1}}</ref> Ammirata e celebrata all'estero, fu incompresa e non riconosciuta in patria.
Fu una tra le più importanti attrici [[Teatro|teatrali]] italiane della fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e degli inizi del [[XX secolo|Novecento]] simbolo indiscusso del [[teatro moderno]], anche nei suoi aspetti più enfatici.
 
Gli spettatori, prima di innamorarsi del suo modo di stare in scena, rimanevano "sconcertati". Per lei il teatro era una "scossa esistenziale", non un'esperienza estetica o culturale. Ha toccato strati profondi, mai visti prima, spingendo l'arte dell'attore a limiti estremi. La sua arte era inafferrabile e dolorosa, fu definita "un fenomeno spirituale" capace di avere "confidenze con l'ignoto".<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lucia|cognome=Re|data=2024-11-15|titolo=Eleonora Duse. Storia e immagini di una rivoluzione teatrale by Mirella Schino, Rome, Carocci Editore, 2023, 345 pp., €34 (paperback), ISBN 9788829021208|rivista=Modern Italy|pp=1–2|accesso=2025-09-24|doi=10.1017/mit.2024.55|url=https://doi.org/10.1017/mit.2024.55}}</ref>
 
Insieme ad altri protagonisti del pensiero e dell'arte del suo tempo, da Nietzsche a Ibsen, ha trasformato la coscienza del XX secolo. Molti grandi maestri del Novecento l'hanno considerata compagna di strada.
 
== Biografia ==
Nata a [[Vigevano]] da una famiglia di attori guitti [[Chioggia|clodiensi]], crebbe e trascorse l'infanzia tra il nomadismo e il dilettantismo della compagnia girovaga del padre [[Alessandro Duse|Alessandro Vincenzo Duse]] ([[1820]]-[[1892]]) e della madre [[Angelica Cappelletto]] ([[1833]]-[[1906]]), andando in scena fin da bambina.<ref>Eleonora era inoltre zia di secondo grado di [[Italia Vitaliani]], poiché suo padre era fratello di Giorgio Duse, e questi era padre di Elisa, la madre di Italia e cugina di primo grado di Eleonora.</ref> Nel 1862, Eleonora, a soli 4 anni, interpretò la parte di [[Cosette (personaggio)|Cosetta]] in una versione teatrale de ''[[I miserabili]]'' e a 15 anni recita a Verona nella parte di Giulietta, nel Romeo e Giulietta di Shakespeare''.'' Nel 1878 conquistò il ruolo di prima amorosa nella compagnia Ciotti-Belli Blanes, e appena ventenne fu a capo di una compagnia con [[Giacinta Pezzana]]. Alcune memorabili interpretazioni, come ''[[Teresa Raquin (romanzo)|Teresa Raquin]]'' di [[Émile Zola]], le procurarono presto l'adorazione del pubblico e l'entusiasmo della critica. Nel 1879 entrerà nella Compagnia Semistabile di [[Torino]] di [[Cesare Rossi (attore)|Cesare Rossi]], dove porterà a maturazione una sua poetica che raccoglieva le eredità del passato ma che insieme rompeva con la tradizione della prima metà dell'Ottocento.
 
È proprio in questo periodo, gli anni ottanta del XIX secolo, che Eleonora Duse compirà le scelte di repertorio che segneranno il suo percorso artistico e la sua carriera. Un repertorio che le permetterà di esprimere il suo sentimento di crisi rispetto all'epoca di cui faceva parte. Vista l'assenza di una drammaturgia in Italia i testi che prediligeva erano perlopiù le ''pièces bien faites'' francesi: moderne, mondane, di forte richiamo per i rinnovati gusti del mutato pubblico del secondo Ottocento.
Nel [[1878]] conquistò il ruolo di prima amorosa nella compagnia Ciotti-Belli Blanes, e appena ventenne fu a capo di una compagnia con [[Giacinta Pezzana]]. Alcune memorabili interpretazioni, come ''[[Teresa Raquin (romanzo)|Teresa Raquin]]'' di [[Émile Zola]], le procurarono presto l'adorazione del pubblico e l'entusiasmo della critica. Nel 1879 entrerà nella Compagnia Semistabile di Torino di Cesare Rossi, dove porterà a maturazione una sua poetica che raccoglieva le eredità del passato ma che insieme rompeva con la tradizione della prima metà dell'Ottocento.
 
Nelle mani di Eleonora Duse, che non era solo capocomica, attrice, ma regista di talento, prodiga e precisa di indicazioni agli attori, i drammi di [[Victorien Sardou]] e di [[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas figlio]] diventavano partiture da smontare per poter essere poi riempite del messaggio tutto personale di Duse che voleva mettere in crisi i valori borghesi. I temi che Eleonora Duse affrontava erano rappresentativi della società borghese: denaro, sesso, famiglia, matrimonio, ruolo della donna. Ne usciva il ritratto di una società perbenista e ipocrita, marcia nella sostanza, egemonizzata da un dio-denaro regolatore di ogni rapporto umano; un mondo nel quale è impossibile provare emozioni sincere.
È proprio in questo periodo, gli anni ottanta, che la Duse compirà le scelte di repertorio che segneranno il suo percorso artistico e la sua carriera. Un repertorio che le permetterà di esprimere il suo sentimento di crisi rispetto all'epoca di cui faceva parte. Vista la sostanziale assenza di una drammaturgia in Italia i testi che sceglieva e prediligeva erano perlopiù le ''pièce bien faite'' francesi: moderne, mondane, di forte richiamo per i rinnovati gusti del mutato pubblico del secondo Ottocento.
 
Emergeva l'interiorità femminile così come lei la viveva, la propria. Il suo repertorio era moderno e di forte richiamo: dal [[verismo]] della [[Cavalleria rusticana (opera)|''Cavalleria rusticana'']] di [[Pietro Mascagni]] tratta dall'[[Cavalleria rusticana (novella)|omonima novella]] di [[Giovanni Verga]], dove interpretò Santuzza, ai già citati drammi di Victorien Sardou e Alexandre Dumas figlio, che facevano parte del repertorio della grande attrice francese [[Sarah Bernhardt]]. Fra le due attrici nacque una "rivalità", ma lo stile era molto diverso, letteralmente incomparabile. Eleonora non recitava, "viveva veramente" sulla scena: aveva inaugurato un nuovo genere. I critici non tardarono a definirlo "un miracolo". André Antoine, direttore del [[Théâtre Libre]], aveva perfino detto, nel 1895, che questa attrice straordinaria aveva "sbarrato la strada a Sarah Bernhardt condannata a fare le sue tournées nei paesi esotici".
Ma nelle mani della Duse i drammi di [[Victorien Sardou]] e di [[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas figlio]] diventavano partiture da smontare per poter essere poi riempite del messaggio tutto personale della Duse che voleva mettere in crisi quei valori borghesi, rappresentarli quindi così come essi si presentavano nella realtà. I temi che la Duse voleva affrontare erano quelli più spinosi e più rappresentativi della società borghese dell'epoca: denaro, sesso, famiglia, matrimonio, ruolo della donna. Ne usciva il ritratto di una società perbenista ma in realtà ipocrita, luccicante nella vetrina ma marcia nella sostanza, egemonizzata da un dio-denaro regolatore di ogni rapporto umano; un mondo nel quale è impossibile provare delle emozioni sincere.
 
La Duse strinse profonde amicizie con alcune delle personalità più note dell'epoca, come la scrittrice [[Sibilla Aleramo]] e la danzatrice [[Isadora Duncan]].
Emergeva poi l'interiorità femminile così come la Duse viveva la sua: un'interiorità alienata, nevrotica. Il suo repertorio era moderno e di forte richiamo: dal [[verismo]] della ''[[Cavalleria rusticana (opera teatrale)|Cavalleria rusticana]]'' di [[Giovanni Verga]], dove interpretò Santuzza, ai già citati drammi di Victorien Sardou e Alexandre Dumas figlio, che facevano parte del repertorio della grande attrice francese [[Sarah Bernhardt]]. Fra le due attrici nacque presto una rivalità che divise i critici teatrali.
 
Nel 1881 Eleonora Duse sposò [[Tebaldo Checchi|Tebaldo Marchetti]] - in arte Tebaldo Checchi -, attore nella sua compagnia; l'unione, dalla quale nacque una bambina, Enrichetta, si rivelò presto infelice e terminò con una separazione definitiva. Nelnel 1884 la Duse si legò ad [[Arrigo Boito]]1885, chementre adattòerano perin leitournée ''[[Antonioin eSudamerica.<ref>{{Cita Cleopatra (Shakespeare)web|Antonio e Cleopatra]]''url=https://spettacolo. La relazione con Boito restò sempre segreta mam-e durò, fra alti e bassi, per diversi anni.it/tag/tebaldo-checchi/|titolo=Checchi|sito=Dizionario Indello questoSpettacolo periodo,Mame|lingua=|accesso=25 l'attrice frequentò gli ambienti della [[Scapigliatura]], ed il suo repertorio si arricchì anche dei drammi di [[Giuseppe Giacosa]], amico di Boito.ottobre 2022|urlmorto=no}}</ref>
Negli [[anni 1890]], Eleonora Duse portò sulle scene italiane i drammi di [[Henrik Ibsen]] (''[[Casa di bambola]]'', ''[[La donna del mare (Ibsen)|La donna del mare]]''). Nel 1909 Eleonora Duse abbandonò il teatro.
Qualche anno dopo, nel [[1916]], interpretò il suo unico film, ''[[Cenere (film)|Cenere]]'', tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Deledda. Pochi mesi prima di morire compì l'ultimo soggiorno a [[Viareggio]], presso la villa dell'armatore Riccardo Garré, nell'agosto 1923; morì nel corso dell'ultima ''[[tournée]]'' americana, a [[Pittsburgh]], il 21 aprile 1924.
 
Proprio a quell'anno risalgono infatti sia la relazione di Checchi con [[Irma Gramatica]] (su cui la reticente attrice fiumana mantenne sempre un forte riserbo; ella peraltro sarebbe rimasta in Compagnia con la Duse anche nell'anno 1886-1887),<ref>{{Cita web|url=http://memoria-attori.amati.unifi.it/S100?pager.offset=5&idattore=2050&idmenu=1/|titolo=Irma Gramatica|sito=Archivio Multimediale Attori Italiani|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=sì|dataarchivio=25 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221025143320/http://memoria-attori.amati.unifi.it/S100?pager.offset=5&idattore=2050&idmenu=1/}}</ref> sia quella di Eleonora con il collega e primo attore [[Flavio Andò]], con il quale nel 1887 ella avrebbe costituito la "Compagnia della città di Roma", in un connubio di successo professionale ma non sentimentale.<ref>{{Cita web|url=https://spettacolo.mam-e.it/duse/|titolo=Duse|sito=Dizionario dello Spettacolo Mame|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}};
Come da lei richiesto, la sua sepoltura si trova nel cimitero di Sant'Anna ad [[Asolo]], cittadina ove aveva una casa nella quale dimorava spesso. Lasciò scritto di volere essere seppellita rivolta verso il [[Monte Grappa]], per amore dell'Italia e dei soldati che aveva assistito durante la [[Prima Guerra Mondiale]]<ref>{{cita web|url=https://it.zenit.org/articles/un-aspetto-enigmatico-nella-vita-di-d-annunzio-seconda-parte/|autore=Renzo Allegri|titolo=Un aspetto enigmatico nella vita di D’Annunzio|sito=Zenit. Il mondo visto da Roma|data=3 marzo 2013|accesso=22 agosto 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://notiziebucate.blogspot.it/2014/04/eleonora-duse-90-anni-dalla-morte.html|autore=Marzia Pomponio|titolo=Eleonora Duse a 90 anni dalla morte|sito=Notizie bucate. Le notizie che gli altri non hanno. Personaggi, fatti, libri, eventi e opinioni|data=21 aprile 2014|accesso=22 agosto 2016}}</ref>. Il [[Museo civico di Asolo]] conserva ed espone ritratti e lettere autografe dell’attrice, oggetti, libri e arredi personali, oggetti, abiti e calzature di scena, che nel [[1933]] la figlia Enrichetta Angelica Marchetti Bullogh donò allo Stato italiano, vincolandoli a quella cittadina<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_682372555.html|titolo=Il Fondo Eleonora Duse di Asolo. Moda, fotografia, vita e teatro nella raccolta dell'attrice|sito=Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Eventi|data=8 marzo 2012|accesso=22 agosto 2016}}</ref>. Molte altre lettere scritte e ricevute, libri, copioni - alcuni autografi dell’attrice o dell’autore del testo -, abiti, mobilio e molti oggetti personali furono donati nel [[1968]] dalla nipote ed ultima erede Eleonora Ilaria Bullough, religiosa [[Domenicane|domenicana]] inglese con il nome di sister Mary of St. Mark, alla [[Fondazione Giorgio Cini]] di Venezia, presso la quale costituiscono l'''Archivio Duse'' e lo spazio espositivo ''Stanza di Eleonora Duse'', la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull’arte dell'attrice<ref>{{cita web|url=http://www.cini.it/collezioni/i-fondi-et/teatro/eleonora-duse|titolo=L'Archivio Duse|sito=Fondazione Giorgio Cini|accesso=22 agosto 2016}}</ref>.
{{Cita web|url=http://memoria-attori.amati.unifi.it/S100?pager.offset=5&idattore=2050&idmenu=1/|titolo=Irma Gramatica|sito=Archivio Multimediale Attori Italiani|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=sì|dataarchivio=25 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221025143320/http://memoria-attori.amati.unifi.it/S100?pager.offset=5&idattore=2050&idmenu=1/}};
{{Cita web|url=https://spazioinwind.libero.it/eleonoraduse/_private/rossi%20c.htm/|titolo=rossi cesare|sito=eleonoraduse|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}};
{{Cita web|url=https://www.studenti.it/eleonora-duse-biografia-film-rapporto-gabriele-dannunzio.html/|titolo=Eleonora Duse: biografia, film e il rapporto con Gabriele D'Annunzio|sito=Studenti letteratura italiana|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}};
{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/19/per-sempre-diva-il-mito-di-eleonora.html/|titolo=Per sempre Diva Il mito di Eleonora Duse tra parole e immagini|sito=laRepubblica archivio|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}}</ref>
 
Nel seguente periodo, la Duse, sempre alla ricerca, lettrice accanita, curiosa, si rivolse a nuovi studi, lingue straniere, classici e moderni, sostenuta dall'intenso legame sentimentale e intellettuale con il poeta, commediografo e musicista [[Arrigo Boito]], cui soleva suggerire lei stessa nuove letture.<ref>{{Cita web|url=https://spettacolo.mam-e.it/duse/|titolo=Duse|sito=Dizionario dello Spettacolo Mame|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}}; {{Cita web|url=https://www.studenti.it/eleonora-duse-biografia-film-rapporto-gabriele-dannunzio.html/|titolo=Eleonora Duse: biografia, film e il rapporto con Gabriele D'Annunzio|sito=Studenti letteratura italiana|lingua=|accesso=25 ottobre 2022|urlmorto=no}}</ref>
== L'incontro con D'Annunzio ==
 
Boito adattò per lei ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]''. La loro relazione restò sempre segreta e durò, fra alti e bassi, per diversi anni. In questo periodo, l'attrice frequentò gli ambienti della [[Scapigliatura]] e il suo repertorio si arricchì anche dei drammi di [[Giuseppe Giacosa]], amico di Boito.
 
Negli [[anni 1890]], Eleonora Duse portò sulle scene italiane i drammi di [[Henrik Ibsen]] (''[[Casa di bambola]]'', ''[[La donna del mare (Ibsen)|La donna del mare]]''). Nel 1898, con lei ancora vivente e in piena attività, il Teatro Brunetti di [[Bologna]] cambiò nome in [[Teatro Duse (Bologna)|Teatro Duse]].
 
Nel 1909 Eleonora Duse lasciò il teatro, ma vi ritornò nel 1921, spinta non solo dalle necessità economiche, ma dal voler rimettere in campo ogni energia nel periodo post bellico. Nel frattempo, nel 1916, interpretò il suo unico film, ''[[Cenere (film)|Cenere]]'', tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Deledda, di cui aveva lei stessa curato la sceneggiatura, dopo aver approfondito lo studio della nuova arte cinematografica.
[[File:TIMEMagazine30Jul1923.jpg|thumb|Copertina del ''[[Time]]'', 30 luglio 1923]]
Il 30 luglio 1923, Eleonora Duse divenne la prima donna (e italiana) ad apparire sulla copertina della neonata rivista ''[[Time]]''.
 
Pochi mesi prima di morire compì l'ultimo soggiorno a [[Viareggio]], presso la villa dell'armatore Riccardo Garré, nell'agosto 1923; morì di [[polmonite]] nel corso dell'ultima ''[[tournée]]'' statunitense, a [[Pittsburgh]], il 21 aprile 1924.
 
[[File:Tomba di Eleonora Duse.jpg|miniatura|destra|Tomba di Eleonora Duse nel cimitero di [[Asolo]]]]
Come da lei richiesto, la sua sepoltura si trova nel cimitero di Sant'Anna ad [[Asolo]], cittadina ove aveva una casa, detta "la casa dell'arco", nella quale dimorò tra il 1920 e il 1922.<ref>{{Cita web|url=http://www.akelon.it/articoli-1/i-luoghi-della-duse-ad-asolo/|titolo=I luoghi della Duse ad Asolo|sito=|lingua=|accesso=16 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190217084919/https://www.akelon.it/articoli-1/i-luoghi-della-duse-ad-asolo/|urlmorto=sì}}</ref> Lasciò scritto di voler essere seppellita rivolta verso il [[Monte Grappa]], per amore dell'Italia e dei soldati che aveva assistito durante la [[prima guerra mondiale]]<ref>{{cita web|url=https://it.zenit.org/articles/un-aspetto-enigmatico-nella-vita-di-d-annunzio-seconda-parte/|autore=Renzo Allegri|titolo=Un aspetto enigmatico nella vita di D’Annunzio|sito=Zenit. Il mondo visto da Roma|data=3 marzo 2013|accesso=22 agosto 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=https://notiziebucate.blogspot.it/2014/04/eleonora-duse-90-anni-dalla-morte.html|autore=Marzia Pomponio|titolo=Eleonora Duse a 90 anni dalla morte|sito=Notizie bucate. Le notizie che gli altri non hanno. Personaggi, fatti, libri, eventi e opinioni|data=21 aprile 2014|accesso=22 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160914213801/http://notiziebucate.blogspot.it/2014/04/eleonora-duse-90-anni-dalla-morte.html|urlmorto=sì}}</ref>. Il [[Museo civico di Asolo]] conserva ed espone ritratti e lettere autografe dell'attrice, oggetti, libri e arredi personali, abiti e calzature di scena, che nel 1933 la figlia Enrichetta Angelica Marchetti Bullough donò allo Stato italiano, vincolandoli a quella cittadina<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_682372555.html|titolo=Il Fondo Eleonora Duse di Asolo. Moda, fotografia, vita e teatro nella raccolta dell'attrice|sito=Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Eventi|data=8 marzo 2012|accesso=22 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160920205405/http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_682372555.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Molte altre lettere scritte e ricevute, libri, copioni – alcuni autografi dell'attrice o dell'autore del testo –, abiti, mobilio e molti oggetti personali furono donati nel 1968 dalla nipote e ultima erede Eleonora Ilaria Bullough, religiosa [[Domenicane|domenicana]] inglese con il nome di sister Mary of St. Mark, alla [[Fondazione Giorgio Cini]] di Venezia, presso la quale costituiscono l{{'}}''Archivio Duse'' e lo spazio espositivo ''Stanza di Eleonora Duse'', la collezione più ampia e completa di documenti sulla vita e sull'arte dell'attrice<ref>{{cita web|url=http://www.cini.it/collezioni/i-fondi-et/teatro/eleonora-duse|titolo=L'Archivio Duse|sito=Fondazione Giorgio Cini|accesso=22 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160825183513/http://www.cini.it/collezioni/i-fondi-et/teatro/eleonora-duse|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Ad Asolo in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dalla morte è stata dedicata a Eleonora Duse un'intera stagione teatrale.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2024/04/treviso-asolo-100-anni-morte-eleonora-duse-celebrazioni-735d29d4-dd76-4c55-b2a2-d6d8e8efffc8.html|titolo=Il 21 aprile di 100 anni fa moriva Eleonora Duse|sito=RAINews|accesso=21 aprile 2024}}</ref>
 
== Metodo recitativo e rivoluzioni della "Divina" ==
Eleonora Duse caratterizzò il [[teatro]] moderno, ruppe totalmente gli schemi del teatro ottocentesco, divenuto ormai incombente su una società del tutto nuova e diversa.
[[File:Eleonora Duse Antonio e Cleopatra 1888.jpg|miniatura|Eleonora Duse in ''[[Antonio e Cleopatra (Shakespeare)|Antonio e Cleopatra]]'', 1888 circa]]
Il metodo recitativo di Eleonora si basava sull'istinto: per la Duse recitare era infatti un avvenimento naturale, puro, autentico. Compariva in scena senza essere notata, spesso era di spalle, in ginocchio, camminava lenta e si sedeva, restava immobile a pensare, immersa completamente in "un'azione interiore". Recitava senza trucco e poteva vedersi il rossore sulle sue guance apparire dall'imbarazzo. Calcò le scene di molti Paesi, in Europa occidentale, orientale, Stati Uniti e America Latina, sempre in lingua italiana: anche quando il pubblico non comprendeva le parole, intendeva ciò che esprimeva, attraverso le emozioni, vere.
 
A testimonianza di ciò, il drammaturgo russo [[Anton Čechov]] scrisse di lei alla propria sorella:
 
{{Citazione|Ho proprio ora visto l'attrice italiana Duse in Cleopatra di Shakespeare. Non conosco l'italiano, ma ella ha recitato così bene che mi sembrava di comprendere ogni parola; che attrice meravigliosa!|[[Anton Čechov]]}}
 
Eleonora Duse fu apprezzata anche da [[Konstantin Sergeevič Stanislavskij|Stanislavskij]], il quale affermò di essersi ispirato all'attrice italiana per la creazione del [[Teatro d'arte di Mosca]].
 
La ''Divina'' (come venne poi soprannominata Eleonora Duse, prima da [[Gabriele D'Annunzio]] e poi dal suo pubblico) sul palco era invece quanto più naturale possibile. La Duse non si truccava mai, né a teatro, né nella sua vita privata, ed era molto fiera dei suoi lineamenti marcati, per nulla in linea con i canoni estetici dell'epoca.
[[File:Portrait of Eleonora Duse.jpg|miniatura|Ritratto di Eleonora Duse]]
Consapevole di questo, accentuò sempre di più negli anni il suo metodo, il suo modo personale di recitare ma mai di fingere, innovativo e anticonformista, a partire da atteggiamenti all'epoca molto provocatori, sfrontati, come le mani sui fianchi, i gesti ossessivi, lo sguardo fisso nel vuoto. La voce, che non aveva mai toni ridondanti, colpiva per la naturalezza e spontaneità. A volte, Eleonora sussurrava, ripetendo la stessa parola diverse volte, una parola che riteneva fondamentale per il suo personaggio.
 
Il suo stile era inconfondibile, e questo fu testimoniato da tutti coloro che la videro, compresi i colleghi, come l'attrice [[Adelaide Ristori]] che nel 1897 sottolineò la grande modernità della Duse.
[[File:Eleonora Duse, by Vittorio Matteo Corcos (1859-1933).jpg|thumb|Eleonora Duse ([[Vittorio Matteo Corcos]])]]
Inoltre, come lei stessa affermò e com'era evidente dai suoi spettacoli, la Duse sentiva molto intensamente tutto ciò che recitava, spesso sovrapponendo alla recitazione modi e sentimenti della sua vita personale. Infatti, è ben noto che dopo aver subito un tradimento dal marito Tebaldo Checchi (che aveva intrecciato una relazione con l'allora giovanissima attrice [[Irma Gramatica]]), Eleonora, mentre stava recitando "La principessa di Baghdad" di [[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas figlio]], mostra il seno nudo in scena, slacciandosi il corsetto.
Nel 1882 a [[Roma]] incontra per la prima volta [[Gabriele D'Annunzio]]: quest'ultimo è un giovane affascinante e pieno di riccioli, sceso da poco dagli [[Abruzzi]], ma già con tre opere pubblicate. Compare davanti alla Duse e con melodiose parole le propone, ''tout court'', di giacere con lui. Eleonora lo congeda con sdegno, ma forse anche con un segreto compiacimento (in quel giorno lo descrive: ''Già famoso e molto attraente, con i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona'')<ref>[[Denis Mack Smith]], ''L'Italia del XX secolo'', vol. I (1899-1908) tomo I, pag. 48, edizioni Rizzoli, 1977</ref>.
{{Citazione|Le donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre m'ingegno di farle capire a quelli che m'ascoltano, sono esse che hanno finito per confortare me.|Eleonora Duse riferendosi al rapporto che aveva con i suoi ruoli}}
Fu subito scalpore, anche perché gli spettacoli di Eleonora avevano sempre grande successo e tra la folla del pubblico c'erano quasi sempre molti giornalisti, quindi la stampa lo venne a sapere subito. In seguito Irma Gramatica tenterà addirittura il suicidio, mentre Checchi andrà in Sud America e il matrimonio con Eleonora si chiuderà.
 
Spesso, sia sul palcoscenico sia fuori dalla scena, la Duse congiungeva le mani e intrecciava le dita, poi sollevava gli indici e li conduceva alla bocca, sfiorandosi le labbra in un atteggiamento pensoso e molto delicato.
Nel 1888 a [[Roma]] al [[teatro Valle]], Eleonora, che sul palcoscenico si è appena redenta da traviate gioie e ha preso in faccia manciate di monete false ed è morta di tisi e d'amore nelle vesti della disgraziatissima ''[[La signora dalle camelie (romanzo)|Signora delle camelie]]'', sta avviandosi ancora in sospiri e lacrime al suo camerino. Ed ecco un giovanotto esile, esile, ma tutto scatti ed eleganza, uscire d'improvviso dalla penombra del corridoio e gridarle con perentorio entusiasmo: ''O grande amatrice!''. Eleonora un po' spaventata, lo guarda per un attimo e prosegue. Il giovanotto è D'Annunzio<ref>Denis Mack Smith, l'Italia del XX secolo, vol. I (1899-1908) tomo I pag. 48/49, edizioni Rizzoli 1977</ref>.
 
Recitò con passione e sentimento sino alla fine della sua vita e si esibì per l'ultima volta il 5 aprile 1924 a [[Pittsburgh]]. Quella sera aveva la febbre molto alta e la tosse, aggravata dalla sua malattia ai polmoni.
Nel giugno 1892 D'Annunzio scrive una dedica (''Alla divina Eleonora Duse'') su un esemplare delle sue ''[[Elegie romane]]''. Dal libro nasce in Eleonora il desiderio di un incontro con l'autore. E nell'incontro ''si abbandona alla presa di quegli occhi chiari, si sorprende a dimenticare tutta la sua amara sapienza della vita e a godere della lusinga che essi esprimono''<ref>Denis Mack Smith, ''L'Italia del XX secolo'', vol. I (1899-1908) tomo I, pag. 49 edizioni Rizzoli, 1977</ref>.
 
La ''Divina Duse'' non disdegnava il viola nell'abbigliamento, colore invece abolito dalle persone di spettacolo, specialmente nel suo tempo.
Il momento fondamentale sia nella vita sia nella carriera artistica di Eleonora Duse fu il definitivo incontro a [[Venezia]], nel [[1894]], con Gabriele D'Annunzio, allora poco più che trentenne. Il tempestoso legame sentimentale e artistico che si stabilì tra l'attrice e il giovane poeta durò una decina d'anni, e contribuì in modo determinante alla fama di D'Annunzio. Eleonora Duse, già celebre e acclamata in [[Europa]] e oltre oceano, portò infatti sulle scene i drammi dannunziani (''Il sogno di un mattino di primavera'', ''La Gioconda'', ''Francesca da Rimini'', ''La città morta'', ''La figlia di Iorio''), spesso finanziando ella stessa le produzioni e assicurando loro il successo e l'attenzione della critica anche fuori dall'Italia. Ciò nonostante, nel [[1896]] D'Annunzio le preferì [[Sarah Bernhardt]] per la prima rappresentazione francese de ''La ville morte''.
 
{{Citazione|Senza la donna non va niente. Questo l'ha dovuto riconoscere perfino Dio.|Eleonora Duse}}{{Citazione|Il fatto è che mentre tutti diffidano delle donne, io me la intendo benissimo con loro! Io non guardo se hanno mentito, se hanno tradito, se hanno peccato - o se nacquero perverse - perché io sento che hanno pianto, - hanno sofferto per sentire o per tradire o per amare... io mi metto con loro e per loro e le frugo, frugo non per mania di sofferenza, ma perché il mio compianto femminile è più grande e più dettagliato, è più dolce e più completo che non il compianto che mi accordano gli uomini.|Eleonora Duse}}
Periodi di vicinanza e collaborazione fra i due artisti si alternarono a crisi e rotture; D'Annunzio seguiva raramente l'attrice nelle sue ''tournée'', ma nel [[1898]] affittò la [[Villa La Capponcina|villa trecentesca della Capponcina]] a [[Firenze]] nella zona di [[Settignano]], a Nord-Est di Firenze, per avvicinarsi [[villa Porziuncola|alla Porziuncola]], la dimora di Eleonora. Nel [[1900]], D'Annunzio pubblicò il romanzo ''[[Il fuoco (D'Annunzio)|Il fuoco]]'', ispirato alla sua relazione con Eleonora Duse, suscitando critiche vivaci da parte degli ammiratori dell'attrice. Dopo la loro separazione Gabriele visse tutto il resto della sua vita (le sopravvisse quattordici anni) struggendosi nel ricordo dell'attrice. Infatti alla notizia della morte dell'attrice, ormai vecchio, pare abbia mormorato «''È morta quella che non meritai''»<ref>[[Giordano Bruno Guerri]], ''D'Annunzio, l'amante guerriero'', pag. 144</ref>.
 
== Il legame con Gabriele D'Annunzio ==
== Curiosità ==
[[File:Nunes Vais, Mario (1856-1932), Eleonora Duse come Margherita Gautier ne La Signora delle Camelie di Alexander Dumas fils, 1904 circa.jpg|miniatura|Eleonora Duse nel ruolo di Margherita Gautier]]
* Nel 1898, a Bologna, l'antico "Teatro Brunetti" cambia nome in "Teatro Duse", con ancora l'attrice vivente.
 
Nel 1882 a [[Roma]] incontra per la prima volta [[Gabriele D'Annunzio]]: quest'ultimo è un giovane affascinante, venuto da poco dall'[[Abruzzo]], ma già potendo vantare la pubblicazione di tre sue opere. Compare davanti alla Duse e le propone, ''tout court'', di andare a letto con lui. Eleonora lo congeda con sdegno, ma forse anche con un segreto compiacimento (in quel giorno lo descrive: ''Già famoso e molto attraente, con i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona'')<ref>[[Denis Mack Smith]], ''L'Italia del XX secolo'', vol. I (1899-1908) tomo I, pag. 48, edizioni Rizzoli, 1977.</ref>.
 
Nel 1888 a [[Roma]] al [[Teatro Valle]], Eleonora, reduce dal suo ruolo da protagonista in ''[[La signora dalle camelie (romanzo)|Signora delle camelie]]'', sta avviandosi verso il suo camerino, quando un giovane sbuca d'improvviso dalla penombra e grida: "''O grande amatrice!"'' Eleonora, un po' spaventata, lo guarda per un attimo e poi prosegue. Il giovane è [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]]<ref>Denis Mack Smith, l'Italia del XX secolo, vol. I (1899-1908) tomo I pag. 48/49, edizioni Rizzoli 1977.</ref>.
[[File:Gabriele D'Annunzio.jpg|miniatura|left|D'Annunzio nel 1890]]
 
Nel giugno 1892 D'Annunzio scrive una dedica (''Alla divina Eleonora Duse'') su un esemplare delle sue ''[[Elegie romane]]''. Dal libro nasce in Eleonora il desiderio di un incontro con l'autore. E nell'incontro ''si abbandona alla presa di quegli occhi chiari, si sorprende a dimenticare tutta la sua amara sapienza della vita e a godere della lusinga che essi esprimono''<ref>Denis Mack Smith, ''L'Italia del XX secolo'', vol. I (1899-1908) tomo I, pag. 49 edizioni Rizzoli, 1977.</ref>.
 
Momento fondamentale sia nella vita privata sia nella carriera artistica di Eleonora Duse fu un altro incontro con D'Annunzio, a [[Venezia]] nel 1894. Il tempestoso legame sentimentale e artistico che si stabilì tra l'attrice e il poeta durò una decina d'anni e contribuì in modo determinante alla fama di D'Annunzio. Eleonora Duse, già celebre e acclamata in [[Europa]] e oltre oceano, portò infatti sulle scene i drammi dannunziani (''Il sogno di un mattino di primavera'', ''La Gioconda'', ''Francesca da Rimini'', ''La città morta'', ''La figlia di Iorio''), spesso finanziando ella stessa le produzioni e assicurando loro il successo e l'attenzione della critica anche fuori dall'Italia. Ciò nonostante, nel 1896 D'Annunzio le preferì [[Sarah Bernhardt]] per la prima rappresentazione francese de ''La ville morte''.
 
Periodi di vicinanza e collaborazione fra i due artisti si alternarono a crisi e rotture; D'Annunzio seguiva raramente l'attrice nelle sue ''tournée'', ma nel 1898 affittò la [[Villa La Capponcina|villa trecentesca della Capponcina]], nella zona di [[Settignano]], a nord-est di [[Firenze]], per avvicinarsi [[villa Porziuncola|alla Porziuncola]], la dimora di Eleonora.
 
Nel 1900, D'Annunzio pubblicò il romanzo ''[[Il fuoco (D'Annunzio)|Il fuoco]]'', ispirato alla sua relazione con Eleonora Duse (ella vi appare nel ruolo di ''Foscarina'', ed è presente anche l'amica fiorentina di lei, [[Giulietta Gordigiani]], in quello della giovane e bella cantante ''Donatella Arvale''), suscitando critiche vivaci da parte degli ammiratori dell'attrice.
 
La loro tempestosa relazione, assai dolorosa per l'attrice, sarebbe durata dal 1898 al 1901 ma, alla notizia della morte di Eleonora Duse, avvenuta nel 1924, D'Annunzio (che le sarebbe sopravvissuto quattordici anni), pare abbia mormorato: «È morta quella che non meritai»<ref>{{Cita|Guerri|p. 144}}.</ref>.
 
D'Annunzio conservò al [[Vittoriale degli Italiani]] (la sua casa museo) un busto (tuttora visibile al pubblico) raffigurante il volto di Eleonora Duse, per il quale ebbe un vero e proprio culto, soprattutto negli anni che seguirono la morte dell'attrice. Il poeta chiamava la statua "testimone velata" e la copriva appunto con un velo quando si dedicava alla scrittura, sostenendo che Eleonora non dovesse guardarlo mentre lavorava. Eppure la statua peraltro era stata posta dal poeta stesso nell'Officina del [[Vittoriale]], ossia la stanza dedita alla scrittura.
 
La Duse ispirò una parte molto importante dell'opera dannunziana, tale da essere la musa ispiratrice della raccolta poetica ''[[Alcyone]]'', la più celebre delle raccolte poetiche dannunziane. Infatti, durante la loro relazione, D'Annunzio scriveva circa {{formatnum:6000}} versi al mese. Agli anniversari della morte di Eleonora, il poeta si ritirava nella "Stanza del Lebbroso" (al [[Vittoriale]]) esclusivamente per meditare su di lei. Inoltre, spesso affermava di vedere l'attrice in sogno. Egli annotò: "Nessuna donna mi ha mai amato come Ghisola, né prima, né dopo".<br />(Ghisola era il nome con cui d'Annunzio aveva ribattezzato la Duse, insieme con Ghisolabella, Isa, Perdita<ref>{{Cita|Guerri|p. 123}}.</ref> e Nomade, per i suoi continui, lunghi viaggi dovuti alle tournée).
 
{{Citazione
|Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perché ho amato.|Eleonora Duse riferendosi al legame con [[Gabriele D'Annunzio]]}}{{Citazione|Quale amore potrai tu trovare, degno e profondo, che vive solo di gaudio?
|Lettera di Eleonora Duse a Gabriele D'Annunzio, datata luglio 1904<ref>{{Cita|Guerri|p. 170}}.</ref>
}}
 
{{Citazione
|Ti amo, ti amo e non oso più dirtelo.
|Eleonora Duse in una lettera a [[Gabriele D'Annunzio]]
}}
 
Durante la [[prima guerra mondiale]], alla quale prese parte, [[D'Annunzio]] portò sempre con sé due smeraldi, dono della Duse, incastonati in un anello all'indice della mano sinistra, convinto che lo proteggessero dal morire in guerra<ref>{{Cita|Guerri|p. 228}}.</ref>.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* ''Amarti ora e sempre: Eleonora Duse e Francesca da Rimini'', [Catalogo della mostra tenuta a Rocca di Gradara nel 2006, a cura di Laura Villani, Maria Ida Biggi, Maria Rosaria Valazzi, con la collaborazione di Daniele Diotallevi], Urbino, QuattroVenti, 2006.
* Alessandra Cenni. ''Gli occhi eroici. Sibilla Aleramo, Eleonora Duse, Cordula Poletti; una storia'', Milano, Mursia 2011. ISBN 978-88-425-4677-1
* Mario Apollonio, ''La Duse'', in S. Locatelli, P. Provenzano (a cura di), ''Mario Apollonio e il Piccolo Teatro di Milano. Testi e documenti,'' Roma, Edizione di Storia e Letteratura, 2017.
* Franca Minnucci. ''Eleonora Duse - La fine dell'incantesimo''. Pescara, Inaieri, 2010.
* Paola Bertolone, ''I copioni di Eleonora Duse: Adriana Lecouvreur, Francesca da Rimini, Monna Vanna, Spettri'', Pisa, Giardini, 2000.
* Daniela Musini. ''Mia Divina Eleonora''. Pescara, Ianieri, 2008.
* DonatellaNino OrecchiaBolla, ''La primaEleonora Duse.: Nascitala digrande un'attrice modernatragica'', Roma, ArtemideSocietà Nazionale Editrice, 20071974.
* Helen[[Vittore Sheehy.Branca]], ''Vocazione letteraria di Eleonora Duse: lacon donna,una leserie passionidi documenti inediti'', lain leggenda''.[[Nuova MilanoAntologia]]'', Mondolibrin. 2178, stampaaprile-giugno 20061991.
* Mario Cacciaglia, ''Eleonora Duse, ovvero Vivere ardendo'', Milano, Rusconi, 1998.
* Maria Pia Pagani. "Mirandolina e Vasilisa: due volti di Eleonora Duse". In: ''Viglevanum: miscellanea di studi storici e artistici'', 16(2006).
* Alessandra Cenni, ''Gli occhi eroici. Sibilla Aleramo, Eleonora Duse, Cordula Poletti: una storia d'amore nell'Italia della Belle Époque'', Milano, Mursia 2011, {{ISBN|978-88-425-4677-1}}.
* ''Amarti ora e sempre: Eleonora Duse e Francesca da Rimini''. [Catalogo della mostra tenuta a Rocca di Gradara nel 2006, a cura di Laura Villani, Maria Ida Biggi, Maria Rosaria Valazzi; con la collaborazione di Daniele Diotallevi]. Urbino, QuattroVenti, 2006.
* ''Eleonora Duse nella vita e nell'arte (1858-1924)'', Venezia, Marsilio, 2001.
* [[Matilde Tortora]] (a cura di). ''Matilde Serao a Eleonora Duse: lettere''. Napoli, Graus, 2004.
* [[Gemma Ferruggia]], ''La nostra vera Duse'', Milano, Sonzogno, 1924.
* Franca Minnucci. ''La Figlia di Iorio - Era mia, era mia e me l'hanno presa''. Pescara, Ianieri, 2004
* {{Cita libro|autore=[[Giordano Bruno Guerri]]|titolo=D'Annunzio: l'amante guerriero|città=Milano|editore=Mondadori|anno=2008|ISBN=978-88-04-57420-0|cid=Guerri}}
* Franca Minnucci (a cura) Come il mare io ti parlo Carteggio Duse d'Annunzio. Milano Bompiani 2014
* [[Gerardo Guerrieri]], ''Eleonora Duse: nellanove vitasaggi'', ea nell'artecura (1858di -Lina 1924)''.Vito, VeneziaRoma, MarsilioBulzoni, 20011993.
* PaolaNicola Bertolone.Mangini, ''I copioni di Eleonora Duse: Adriananella Lecouvreur,storia Francescadel dateatro Riminieuropeo'', Monnain Vanna, Spettri''.[[Archivio PisaVeneto]]'', Giardiniserie 5, 2000vol. 121 (1983).
* Mario[[Ofelia Cacciaglia.Mazzoni]], ''EleonoraCon la Duse,: ovveroricordi Viveree ardendoaneddoti''., Milano, RusconiAlpes, 19981927.
* Franca Minnucci, ''La Figlia di Iorio. Era mia, era mia e me l'hanno presa'', Pescara, Ianieri, 2004.
* [[Gerardo Guerrieri]]. ''Eleonora Duse: nove saggi''; a cura di Lina Vito. Roma, Bulzoni, 1993.
* Franca Minnucci, ''Eleonora Duse. La fine dell'incantesimo'', Pescara, Inaieri, 2010, {{ISBN|978-88-88302-85-0}}.
* Mirella Schino. ''Il teatro di Eleonora Duse''. Bologna, Il Mulino, 1992.
* Franca Minnucci (a cura), ''Come il mare io ti parlo. Carteggio Duse d'Annunzio'', Milano, Bompiani, 2014.
* Vittore Branca. ''Vocazione letteraria di Eleonora Duse: con una serie di documenti inediti''. In: «Nuova Antologia», n. 2178 (aprile-giugno 1991).
* {{Cita libro|autore=Cesare Molinari|titolo=L'attrice divina. Eleonora Duse nel teatro italiano fra i due secoli|anno=1985|editore=Bulzoni|città=Roma}}
* John Stokes, Michael R. Booth, Susan Bassnett. ''Tre attrici e il loro tempo: Sarah Bernhardt, Ellen Terry, Eleonora Duse''. Genova, Costa & Nolan, 1991.
* LuigiDaniela Rasi.Musini, ''LaMia DuseDivina Eleonora''., RomaPescara, BulzoniIanieri, 19862008.
* CesareDonatella Molinari.Orecchia, ''L'attriceLa divina. Eleonoraprima Duse, nelNascita teatrodi italianoun'attrice framoderna i due secoli(1879-1886)''., Roma, BulzoniArtemide, 19852007.
* Maria Pia Pagani, ''Mirandolina e Vasilisa: due volti di Eleonora Duse'', in ''Viglevanum: miscellanea di studi storici e artistici'', 16 (2006).
* [[William Weaver]]. ''Eleonora Duse''. Milano, Bompiani, 1985.
* {{Cita libro|autore=[[Luigi Rasi]]|titolo=La Duse|url=https://archive.org/details/ladusecon00rasiuoft/page/n7/mode/2up|città=Firenze|editore=R. Bemporad & figlio librai-editori|anno=1901|SBN=SBL0735392}}
* Nicola Mangini. "Eleonora Duse nella storia del teatro europeo". In «Archivio Veneto», serie 5., vol. 121. (1983).
* [[Leonida Repaci]], ''Eleonora Duse'', in ''[[l'Unità]]'', 23 aprile 1924.
* ''Eleonora Duse in Arte e Verità'' di [[Alis Levi]], a cura di Renato Balsamo, Roberto Pappacena, Luigi Granetto, Agenzia Editoriale Azzurro, Roma 1983.
* Federico von Rieger. ''Eleonora Duse''. Milano, Nord-Ovest, 1981.
* Nino Bolla. ''Eleonora Duse : la grande tragica''. Roma, Società Nazionale Editrice, 1974.
* [[Museo teatrale alla Scala]]. ''Eleonora Duse: un vestire che divenne moda''. Mostra, 3 marzo-1º aprile 1973. Catalogo a cura di Dada Saligeri; introduzione di Carlo Fontana. Milano, Arti grafiche G. Ferrari, 1973.
* "Eleonora Duse" in [[Alis Levi]]; ''Souvenirs d'une enfant de la Belle Époque''. Roma, De Luca Editori, 1970.
* [[Olga Signorelli]], ''Eleonora Duse'', 1959.
* Leonardo Vergani, [[Luigi Mario Pizzinelli]]. ''Eleonora Duse''. Milano, Martello, 1958.
* Emil Alphons Rheinhardt, ''Eleonora Duse'', Milano, Arnoldo Mondadori, 1931.
* Federico von Rieger, ''Eleonora Duse'', Milano, Nord-Ovest, 1981.
* {{Cita libro|titolo=Eleonora Duse: un vestire che divenne moda. Catalogo [della mostra al [[Museo teatrale alla Scala]]] (3 marzo-1 aprile 1973)|curatore=Dada Saligeri|altri=introduzione di [[Carlo Fontana (direttore teatrale)|Carlo Fontana]]|città=Milano|editore=Arti grafiche G. Ferrari|anno=1973|SBN=SBL0455081}}
* Mirella Schino, ''Il teatro di Eleonora Duse'', Bologna, Il Mulino, 1992.
* {{Cita libro|autore=Helen Sheehy|titolo=Eleonora Duse. La donna, le passioni, la leggenda|traduttore=Elisabetta Valdrè|città=Milano|editore=Mondadori|anno=2006|annooriginale=2003|ISBN=88-04-54971-8}}
* [[Olga Signorelli]], ''Eleonora Duse'', 1959.
* John Stokes, Michael R. Booth, Susan Bassnett, ''Tre attrici e il loro tempo: Sarah Bernhardt, Ellen Terry, Eleonora Duse'', Genova, Costa & Nolan, 1991.
* [[Matilde Tortora]] (a cura di), ''Matilde Serao a Eleonora Duse: lettere'', Napoli, Graus, 2004.
* Leonardo Vergani, [[Luigi Mario Pizzinelli]], ''Eleonora Duse'', Milano, Martello, 1958.
* {{Cita libro|autore=[[William Weaver]]|titolo=Eleonora Duse|traduttore=[[Francesco Saba Sardi]]|città=Milano|editore=Bompiani|anno=1985|annooriginale=1984|SBN=CFI0093911}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Lina Poletti]]
* [[Gabriele D'Annunzio]]
* [[Isadora Duncan]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Eleonora Duse}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.fondazionecini.it/italiano/attivita/mostre/mostra.php?idmostre=14 Divina Eleonora], mostra della Fondazione Cini.
* {{cita web|url=http://memoria-attori.amati.fupress.net/S100?idattore=1&idmenu=8|autore=Francesca Simoncini|titolo=Eleonora Duse|sito=Archivio Multimediale Attori Italiani|data=30 novembre 2011|accesso=3 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181204005859/http://memoria-attori.amati.fupress.net/S100?idattore=1&idmenu=8|urlmorto=sì}}
* [http://www.asolo.it/ITA/schede_personaggi.php Eleonora Duse] Pagina dedicata alla Duse dal comune di Asolo, dove è sepolta.
* [https://web.archive.org/web/20050404190745/http://www.fondazionecini.it/italiano/attivita/mostre/mostra.php?idmostre=14 Divina Eleonora], mostra della Fondazione Cini.
* {{Imdb}}
* [https://web.archive.org/web/20070831211801/http://www.asolo.it/ITA/schede_personaggi.php Eleonora Duse] Pagina dedicata alla Duse dal comune di Asolo, dove è sepolta
* {{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/eleonora-duse_(Dizionario-Biografico)/|Dizionario biografico Treccani}}
* (IT) [https://www.genealogica.it/duse.html Albero genealogico della famiglia Duse]
* La Duse e D`Annunzio: '''la divina''' e '''il poeta''' - Rai Storia
*16/02/2016 · Video incorporato · La storia di un amore tormentato tra due grandi artisti, che ha appassionato gli italiani di inizio ‘900 tanto da incidere anche sulla cultura del …
 
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