Fontana di Trevi: differenze tra le versioni

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{{Opera d'arte
La '''Fontana di Trevi''' è la più grande ed una fra le più note [[fontane di Roma|Fontane di Roma]].
|immagine = Trevi Fountain - Roma.jpg
|grandezza immagine = 300px
|titolo = Fontana di Trevi
|artista = [[Nicola Salvi]], [[Giuseppe Pannini]]
|data = [[1732]]-[[1762]]
|stile = barocco
|opera = scultura
|altezza = 2600<ref>{{cita web|titolo=Fontana di Trevi|url=http://www.minube.it/posto-preferito/fontana-di-trevi-a1551|editore=minube.it}}</ref>
|materiale = travertino, marmo, intonaco, stucco, metalli<ref>[https://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_medioevale_e_moderna/fontane/fontana_di_trevi_mostra_dell_acqua_vergine Fontana di Trevi, mostra dell'acqua vergine]</ref> vari
|città = [[Roma]]
|ubicazione = [[Piazza di Trevi]]
|mostra mappa = s
}}
 
La '''fontana di Trevi''' è la più grande fra le celebri [[fontane di Roma]].
La [[XVIII secolo|settecentesca]] fontana, progettata da [[Nicolò Salvi]], è un connubio di [[classicismo]] e [[barocco]] adagiato su un lato di [[Palazzo Poli]].
 
Costruita sulla facciata di [[Palazzo Poli (Roma)|Palazzo Poli]] da [[Nicola Salvi]], il concorso indetto da [[papa Clemente XII]] nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese [[Lambert-Sigisbert Adam]] ma successivamente l'incarico passò a Salvi: si dice che il cambiamento fosse dovuto al fatto che il pontefice non voleva affidare l'opera a uno straniero, invece un'altra versione spiega che Adam doveva ritornare in [[Francia]]<ref>{{cita libro|titolo=Treccani|posizione=articolo Adam}}</ref><ref>{{cita libro|curatore=Carolina Brook|titolo=Roma-Parigi: Accademie a confronto|anno=2016|editore=Accademia nazionale di San Luca|p=40|ISBN=9788897610175}}</ref>.
[[Immagine:Trevi-Brunnen.jpg|thumb|300px|right|Un'incisione del [[1908]] raffigurante la piazza e la fontana]]
==Tema e scenografia==
Il tema della scultura è il [[mare]]. La scenografia è dominata da un [[cocchio]], a forma di [[conchiglia]] sul quale è adagiata la grande statua di ''Oceano'' di [[Pietro Bracci]], affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della ''Salubrità'' e dell<nowiki>'</nowiki>''Abbondanza'', opera di [[Filippo Della Valle]]; il cocchio è trainato da [[Ippocampo|cavallucci marini]], a loro volta preceduti da [[tritone (mitologia)|tritoni]].
Nella fontana, scultura e architettura [[barocco|barocca]] si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico.
 
Cominciata nel 1732, fu infine affidata nel 1759 a [[Pietro Bracci]] aiutato da suo figlio Virginio. I due completarono l'opera, che venne inaugurata nel 1762.
Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di [[Roma]] ad opere caritatevoli.
 
== Storia ==
È stata profondamente restaurata nel [[1998]], quando è stata ripulita ed è stato ammodernato e sistemato anche l'impianto idraulico.
=== Il periodo classico ===
La storia della fontana è strettamente collegata a quella del restauro dell'[[Aqua Virgo]], ovvero l'acquedotto dell'Acqua Vergine, che risale ai tempi dell'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Augusto]]: infatti l'architetto [[Marco Vipsanio Agrippa]] fece arrivare l'acqua corrente del bacino sorgentizio di Salone, sulla via Collatina, fino al [[Campo Marzio]], per alimentare le [[Terme di Agrippa|terme]] volute e completate dallo stesso Agrippa, cui si deve anche l'edificazione del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] (nel cui frontone è scolpito il suo nome). L'acquedotto, attivo da più di duemila anni, è lungo quasi venti chilometri, sotterranei.
 
=== Il periodo tardo antico-medievale ===
==Storia==
Benché compromesso e assai ridotto nella portata dopo i danni causati dall'assedio dei [[Goti]] di [[Vitige]] nel [[537]], l'Acqua Vergine rimase in uso per tutto il [[Medioevo]], con restauri attestati già nell'[[VIII secolo]], poi ancora dal Comune nel [[XII secolo]], in occasione dei quali si provvide anche ad allacciare il condotto ad altre fonti più vicine alla città, poste in una località allora chiamata «''Trebium''», che potrebbe essere all'origine del nome dato alla fontana. Il suddetto acquedotto è il più antico di Roma tuttora funzionante, e l'unico che non ha mai smesso di fornire acqua alla città dall'epoca di [[Augusto]].
[[Immagine:Lightmatter trevifountain.jpg|thumb|200px|right|Un particolare: ''Oceano'']]
[[Immagine:Italien Rom Fontana di Trevi 2.JPG|thumb|right|200px|La fontana]]
[[Immagine:FONTAN~2.JPG|thumb|200px|right|La Fontana di Trevi]]
[[Immagine:Fontanatrevi.jpg|thumb|200px|Particolare]]
 
=== Il periodo rinascimentale ===
La storia della fontana inizia, in un certo senso, ai tempi dell'imperatore [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]], quando il genero [[Agrippa]] fece arrivare l'[[acqua]] corrente fino al [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] ed alle sue terme grazie alla costruzione dell'[[Acquedotti di Roma#Aqua Virgo|acquedotto Vergine]] (che si può ammirare anche a [[Piazza del Popolo (Roma)|Piazza del Popolo]]). Leggendaria è l'origine del nome Vergine che, secondo Frontino, sarebbe stato dato dallo stesso Agrippa in ricordo di una fanciulla (in latino ''virgo'') che indicò il luogo delle sorgenti ai [[soldati]] che ne andavano in cerca.
Il punto terminale dell'«''[[Aqua Virgo]]''» detto anche [[Mostra d'acqua]], nel Medioevo si trovava sul lato occidentale del [[Quirinale (colle)|colle Quirinale]], nei pressi di un trivio (''Treio'', nella lingua dell'epoca: altra ipotesi, abbastanza accreditata, sull'origine del nome). Al centro dell'incrocio venne realizzata una fontana con tre bocche che riversavano acqua in tre distinte vasche affiancate; risale al [[1410]] la prima documentazione grafica della «Fontana del Treio» (o «di Trevi»), così rappresentata. Poco tempo dopo, nel [[1453]], su incarico di [[papa Niccolò V]], [[Leon Battista Alberti]] sostituì le tre vasche con un unico lungo bacino rettangolare, appoggiandolo ad una parete bugnata e merlata e restaurando i tre mascheroni da cui fuoriusciva l'acqua. Sulla parete fu apposta una lapide a memoria dell'intervento:
 
{{Citazione|Nicolò V Pontefice Massimo, dopo aver abbellito con insigni monumenti la città, restaurò il condotto dell'Acqua Vergine dall'antico stato di abbandono nel 1453. ||NICOLAVS V. PONT. MAX.<br/>POST ILLVSTRATAM INSI-<br/>GNIBVS MONUMEN. VRBEM<br/>DVCTVM AQVAE VIRGINIS<br/>VETVST. COLLAP. REST. 1453|lingua=la}}
L'Acquedotto Vergine, benché compromesso e assai ridotto nella portata dall'assedio dei [[Goti]] di [[Vitige]] nel [[537]], rimase in uso per tutto il [[medioevo]]: fu restaurato già dall'[[VIII secolo]], poi ancora dal Comune nel [[XII secolo|XII]] e da [[Niccolò V]] e [[Paolo VI]] a metà del [[XV secolo]], quando l'acqua tornò a fluire abbondante in una grande vasca con tre bocche di notevole portata. Ma la sorgenti originarie furono riallacciate solo nel [[1570]] da [[Pio V]], che collocò la vasca dal lato opposto di quello della fontana attuale.
 
Dopo vari interventi di scarso rilievo, un altro importante restauro di tutto l'acquedotto fu compiuto nel [[1570]] da parte di [[papa Pio V]]; in quell'occasione furono anche riallacciate le sorgenti originarie.
[[Papa Urbano VIII]] ([[Barberini]]) ([[1623]] - [[1644]]) per primo ordina una "trasformazione" della piazza e della fontana a [[Gian Lorenzo Bernini]], che progetta una grande mostra d'acqua, collocata lì dove la fontana è ancora oggi, ma il suo progetto venne bloccato per mancanza di soldi, dovuta al crollo dei [[Barberini]].
 
=== Il periodo barocco ===
<!--[[Immagine:Trevi.PNG|thumb|left|Fontana di Trevi (Roma)]]-->
[[File:Gian Lorenzo Bernini - Portrait d'Urbain VIII.jpg|miniatura|[[Gian Lorenzo Bernini]], ''Papa Urbano VIII'' (1632); olio su tela, 67 x 50 cm, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma]]
[[Papa Innocenzo XIII]] ([[Conti]]) ([[1721]]- [[1724]]) fa allargare le proprietà della propria famiglia fino alla piazza di Trevi, ed il palazzo Poli (i componenti della famiglia erano i duchi di [[Poli]]) "ingloba" diversi edifici più piccoli, ed arriva ad affacciarsi dietro alla fontana rimasta incompiuta.
Dopo una serie di progetti presentati da vari architetti e mai posti in atto, verso il [[1640]] [[papa Urbano VIII]] ordinò all'architetto e scultore [[Gian Lorenzo Bernini]] una "trasformazione" della piazza e della fontana, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del palazzo familiare ([[Palazzo Barberini]]) allora in fase di ultimazione, visibile anche dal [[Palazzo del Quirinale]], residenza pontificia. Bernini progettò una grande mostra d'acqua e, prima ancora di ottenere l'autorizzazione, diede inizio ai lavori, finanziati, tra l'altro, dai proventi di una sgraditissima tassa sul vino imposta ai romani. Ampliò dunque la piazza (che inizialmente era solo un trivio) demolendo alcune casupole a sinistra della fontana preesistente, quindi la ribaltò ortogonalmente, sino ad arrivare all'allineamento odierno, rivolto verso il [[Quirinale (colle)|Quirinale]]. La mostra, nota da varia documentazione illustrata, doveva essere strutturata in due grandi vasche semicircolari concentriche, al cui centro un piedistallo, appena sotto il pelo dell'acqua, doveva servire come base per un gruppo, probabilmente incentrato sulla statua della «vergine Trivia»<ref>Per abbattere i costi dei materiali necessari per la realizzazione dell'opera, il papa autorizzò il Bernini a demolire ''un monumento antico di forma rotonda di circonferenza grandissima e di bellissimo marmo presso S. Sebastiano, detto Capo di Bove'': la [[Mausoleo di Cecilia Metella|tomba di Cecilia Metella]], sulla [[via Appia]]. Il saccheggio del monumento non fu però completato a causa delle veementi proteste dei romani.</ref>. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero anche drasticamente tagliati a causa della guerra che il papa aveva dichiarato al [[ducato di Parma e Piacenza]]: non venne scolpita alcuna statua centrale e il cantiere fu bloccato. Nello spostamento si persero anche le tracce della lapide dedicata a [[papa Niccolò V]].
 
La morte di [[Urbano VIII]], nel [[1644]], e il seguente processo aperto contro la famiglia [[Barberini]] dal nuovo [[papa Innocenzo X]] comportò l'abbandono del progetto berniniano. Anzi, al Bernini, caduto in disgrazia per essere stato l'architetto della famiglia Barberini, venne affidato il semplice compito di prolungare l'Acqua Vergine sino a [[piazza Navona]], dove [[Francesco Borromini]] avrebbe dovuto realizzare una nuova [[Fontana dei Quattro Fiumi|mostra monumentale]] dinanzi al palazzo della famiglia del pontefice ([[Pamphili]]).
All'inizio del [[XVIII secolo]] quello della fontana di Trevi diventa un tema obbligato per i numerosi architetti di passaggio a [[Roma]], e l'[[Accademia di san Luca]] ne fa il tema di diversi concorsi. Si conoscono disegni e pensieri di [[Nicola Michetti]], [[Luigi Vanvitelli]], [[Ferdinando Fuga]] ed altri architetti italiani e stranieri.
 
Trascorsero quasi sessanta anni prima che [[Clemente XI]] si ponesse di nuovo il problema di trovare una soluzione alla fontana di Trevi, ma i progetti di [[Carlo Fontana]] (un obelisco su un gruppo di rocce, sul modello della [[fontana dei Quattro Fiumi]]), di [[Bernardo Castelli]] (una colonna su una base rocciosa, con una rampa spirale), non ebbero miglior successo. Stessa sorte subirono i disegni di vari altri architetti, che prevedevano anche la parziale demolizione degli edifici che il Bernini aveva lasciato alle spalle della fontana.
Tocca a [[Papa Clemente XII]] ([[Corsini]]) ([[1730]] - [[1740]]), nel [[1731]], il compito di riprendere in mano le sorti della piazza e della fontana; bandisce un importante concorso per la costruzione di una grande mostra d'acqua che occupi l'intera facciata di palazzo Poli. I duchi di Poli, ancora proprietari dell'edificio, protestano, ma sono costretti a cedere alla volontà del nuovo [[Papa|pontefice]]. Il bando viene vinto da [[Nicolò Salvi]] che inizia la costruzione della fontana nel [[1732]], impostando l'opera secondo un progetto con evidenti influenze [[barocco|barocche]] e [[Gian Lorenzo Bernini|berniniane]]. L'idea di fondo di Salvi è quella di narrare, tramite [[architettura]] e [[scultura]] insieme, la storia dell'[[Acqua Vergine]].
 
Sembrava l'ultima occasione, perché la famiglia del successivo pontefice [[Innocenzo XIII]] (i Conti, duchi di [[Poli (Italia)|Poli]]) aveva da poco fatto allargare le proprietà della famiglia fino alla piazza di Trevi, acquistando i due edifici dietro la fontana per rimpiazzarli con un palazzo nobiliare. Qualunque progetto di realizzazione di una fontana monumentale avrebbe dunque potuto compromettere e danneggiare il palazzo, ed era quindi da evitare accuratamente.
Papa Clemente XII inaugura la fontana nel [[1735]], con i lavori ancora in corso. Nel [[1740]], però, la costruzione viene ancora una volta interrotta, per riprendere solo due anni più tardi.
 
Un curioso episodio si colloca nel pontificato del successivo [[papa Benedetto XIII]], originario di [[Gravina di Puglia]], il quale, con spirito campanilistico, ai più noti architetti dell'epoca preferì artisti rigorosamente provenienti dal Mezzogiorno, i cui progetti risultarono però decisamente scadenti. L'unica opera realizzata fu una statua della ''Madonna col Bambino'', del napoletano [[Paolo Benaglia]], destinata forse al piedistallo che il Bernini aveva sistemato al centro delle due vasche. L'episodio è curioso giacché l'artista intese la «Vergine» cui fa riferimento il nome dell'acquedotto come la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], anziché la giovane ragazza che, come tramandato da una leggenda popolare riportata dal politico dell'antica Roma [[Sesto Giulio Frontino]], avrebbe indicato ai soldati inviati da [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] il luogo dove si trovava la fonte da cui avrebbe potuto essere prelevata l'acqua per il nuovo acquedotto, che fu chiamato «Vergine» proprio a ricordo dell'episodio. Stupisce che neanche al pontefice sia stata segnalata la ''gaffe''. Della statua, comunque, si sono perse le tracce.
[[Papa Benedetto XIV]] ([[Lambertini]]) ([[1740]] - [[1758]]) pretende una seconda inaugurazione nel [[1744]]. La prima fase dei lavori termina nel [[1747]], quando vengono completate le statue e le rocce posticce. Nonostante la morte di [[Niccolò Salvi]] ([[1751]]), la costruzione prosegue sotto la guida di [[Giuseppe Panini]], che porta finalmente l'opera a compimento nel [[1762]], sotto [[Papa Clemente XIII]] ([[Rezzonico]]) ([[1758]] - [[1769]]). Al cantiere, andato avanti per circa un trentennio, hanno lavorato almeno dieci scultori, da Maini a Bracci, oltre al Salvi e al Panini stessi. Alla fine, però, la fontana di Trevi diventa una scenografia e simbolo fondamentale della [[Roma papale]].
 
=== Il periodo neoclassico ===
=== Trevi sotterranea: ''la Città dell'acqua'' ===
[[File:Pannini, Giovanni Paolo - Fountain of Trevi, Rome - 18th c.jpg|verticale=1.5|miniatura|sinistra|[[Giovanni Paolo Pannini]], ''Fontana di Trevi'' (XVIII secolo); olio su tela, 50,2×64,8 cm, Museum of Fine Arts, Boston]]
Il fatto che l'acquedotto Vergine non sia mai andato completamente in rovina è testimoniato anche dalla bimillenaria stratificazione di costruzioni presente nella zona del ''Trivium'' (che era il nome originario di Trevi).
A parte dunque la parentesi decennale (dal [[1721]] al [[1730]]) dei pontificati di [[Innocenzo XIII]] e [[Benedetto XIII]], all'inizio del [[XVIII secolo]] quello della fontana di Trevi divenne un tema obbligato per i numerosi architetti residenti o di passaggio a Roma, e l'[[Accademia di san Luca]] ne fece il tema di diversi concorsi. Si conoscono disegni e pensieri di [[Nicola Michetti]], [[Luigi Vanvitelli]], [[Ferdinando Fuga]] e altri architetti italiani e stranieri.
</br>Alla fine degli [[anni 1990|anni '90]] lavori di scavo per ristrutturazione e di consolidamento in un gruppo di immobili presso la fontana portarono alla scoperta di una vasta e complessa area archeologica, oggi riorganizzata e visitabile con il titolo "La città dell'acqua".
 
Fu [[papa Clemente XII]], nel [[1731]], a riprendere in mano le sorti della piazza e della fontana: nell'ambito delle grandi commissioni del suo pontificato che porteranno al completamento di grandi fabbriche rimaste incompiute, bandì un importante concorso per la costruzione di una grande mostra d'acqua. Dopo aver scartato alcuni progetti che tentavano di preservare la facciata del [[Palazzo Poli (Roma)|palazzo Poli]], l'attenzione venne posta sui disegni di [[Ferdinando Fuga]], [[Nicola Salvi]] e [[Luigi Vanvitelli]], con grande disappunto dei duchi di [[Poli (Italia)]], ancora proprietari dell'edificio, che avrebbero visto la facciata del proprio palazzo diminuita di due interassi di finestre e, inoltre, coronata dallo stemma [[Araldica|araldico]] della famiglia del papa, i [[Corsini]]. Clemente XII non volle ascoltare ragioni, affidò i progetti a una commissione di esperti e il bando venne vinto da [[Nicola Salvi]].
Ne riemersero le tracce di un'[[insula]] di età neroniana che dava sul ''Vicus caprarius'', poi convertita in parte in una ''domus'' signorile, a metà del [[IV secolo]], e in parte in una grande cisterna di raccolta, per l'appunto, dell'Acqua Vergine. Nello stesso comprensorio, e in parte sovrapposti ai precedenti, sono stati portati alla luce anche resti di edifici del [[XII secolo|XII]] e [[XIII secolo]]; dell'urbanizzazione di quell'epoca sono del resto visibili le tracce nel portico medioevale conservato sul lato della piazza di fronte alla fontana.
 
L'opera era impostata secondo un progetto che concilia influenze [[barocco|barocche]] e ancor più [[Gian Lorenzo Bernini|berniniane]] al nuovo monumentalismo classicista che caratterizzerà tutto il pontificato di Clemente XII. Il Salvi riprende l'idea di fondo di [[papa Urbano VIII]] e di [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]], cioè quella di narrare, tramite uno sposalizio tra architettura e scultura, la storia dell'[[Acqua Vergine]]. Il progetto di Salvi venne scelto anche perché più economico rispetto agli altri.
Il sito è visitabile e molto interessante: vi scorre ancora acqua.
 
I lavori furono finanziati per 17.647 [[Scudo pontificio|scudi]]. Questi fondi furono in parte raccolti grazie alla reintroduzione del [[Lotto#Storia|gioco del lotto]] a Roma. La costruzione della fontana fu incominciata nel [[1732]], e Clemente XII la inaugurò nel [[1735]], con i lavori ancora in corso. Nel [[1740]], però, la costruzione della fontana venne ancora una volta interrotta, per riprendere solo due anni più tardi. Tra le cause dei lunghissimi tempi di realizzazione dell'impresa, oltre all'indubbia grandiosità dell'opera, vi furono il notevole aumento dei costi e quindi dei fondi necessari, e le liti frequenti tra il Salvi e [[Giovanni Battista Maini]], lo scultore incaricato dell'esecuzione della fontana. Nessuno dei due vedrà la conclusione dell'opera: Nicola Salvi morì nel [[1751]] e il Maini l'anno dopo. Ma anche il papa non vide l'opera finita (e forse per questo volle inaugurarla in anticipo), e così il successore [[Benedetto XIV]] (che forse per lo stesso motivo pretese una seconda inaugurazione nel [[1744]]).
==La Fontana di Trevi e il Cinema==
[[Immagine:fontana_d_Trevi_di_notte.jpg|thumb|200px|right|La fontana di notte]]
Il mondo del [[cinema]] non è rimasto indifferente di fronte alla magnificenza ed alla fama della fontana di Trevi.
 
La prima fase dei lavori terminò nel [[1747]], quando vennero completate le statue e le rocce posticce. A [[Giuseppe Pannini]] fu affidato l'onere di portare finalmente l'opera a compimento, ma fu rimosso dal suo incarico a causa delle variazioni da lui eseguite sul progetto originale: i lavori subirono un ulteriore ritardo. Nel [[1759]] l'incarico fu affidato allo scultore [[Pietro Bracci]], aiutato dal figlio Virginio. La fontana viene finalmente ultimata dopo l'esecuzione del complesso scultoreo centrale, durante il pontificato di [[papa Clemente XIII]]. La sera del 22 maggio [[1762]], giorno di domenica (dopo trent'anni di cantiere), l'opera fu finalmente restituita al pubblico in tutta la sua maestosità (e il papa la inaugurò per la terza volta).
Il monumento è protagonista di una delle scene più famose del [[cinema italiano]] e, forse, di quello mondiale: in ''[[La Dolce Vita]]'' di [[Federico Fellini]], [[Anita Ekberg]] si tuffa nella vasca, invitando [[Marcello Mastroianni]] a fare lo stesso.
[[File:Giovanni Battista Piranesi - The Trevi Fountain in Rome - WGA17849.jpg|miniatura|[[Giovanni Battista Piranesi]], ''Fontana di Trevi'' (1773)|verticale=1.2]]
 
Dal primo bozzetto realizzato dal Maini alla realizzazione finale del gruppo scultoreo del Bracci, l'opera venne reinterpretata in chiave [[Illuminismo|illuminista]]. Le nuove idee provenienti dalla [[Francia]] stavano infatti facendosi strada nella cultura romana: il cavallo nero e il cavallo bianco trovano espressione nella esecuzione del Bracci<ref>Archivio famiglia Bracci, palazzo Bracci, Roma.</ref>.
Precedentemente, la fontana era stata protagonista del [[film]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] ''[[Tre soldi nella fontana]]'', dove la fontana del titolo è proprio quella di Trevi.
[[File:Carlo Antonini Fontana di Trevi.jpg|miniatura|[[Carlo Antonini]], ''Fontana di Trevi'' (1780)]]
 
=== La fontana oggi ===
In ''[[Tototruffa 62]]'' [[Totò]] tenta di vendere la fontana ad uno sprovveduto ed ignaro turista, e con essa i diritti d'autore per tutte le foto scattate dagli altri turisti, scatenando in questo modo una serie di gag ed incomprensioni.
Dal punto di vista restaurativo, la fontana fu sottoposta ad un importante intervento conservativo nel 1998, quando si provvedette alla ripulitura della fontana e all'ammodernamento dell'impianto idraulico. Il restauro più recente ha avuto invece inizio il 4 giugno [[2014]], sponsorizzato in modo consistente da [[Fendi]].<ref>Oltre due milioni di euro donati nell'ambito del progetto "Fendi for Fountains".</ref> I lavori di ripulitura e consolidamento hanno interessato in una prima fase le due facciate laterali del prospetto della fontana, per poi concentrarsi su statue, scogliera della fontana e sulla nuova impermeabilizzazione della vasca, avviando una lunga opera di pulizia del calcare, microsabbiatura, stuccatura, reintegrazione pittorica, consolidamento dei cavalli alati, risistemazione dei [[Sampietrino|sampietrini]] della piazza e della cortina laterizia, ammodernamento dei lampioni storici, ripulitura delle lettere dorate che compongono la dedica del monumento. I restauri sono proseguiti per diciassette mesi, durante i quali la fontana è stata in parte visitabile grazie alla presenza di una passerella panoramica che ne consentiva l'attraversamento. Il rituale del lancio della monetina è stato invece mantenuto con il posizionamento di una piccola vasca, nella quale turisti e cittadini hanno potuto continuare a tirare monete e a esprimere desideri. La cerimonia di riconsegna della fontana di Trevi è avvenuta il 3 novembre [[2015]], alla presenza di centinaia di persone, con una riapertura delle condotte dell'acquedotto Vergine che hanno riempito la vasca.<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1615257709.html|titolo=Il 3 novembre riapre la Fontana di Trevi|accesso=24 novembre 2016|dataarchivio=25 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161125050134/http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1615257709.html|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Fontana di Trevi (IMG 4022) (26328785398).jpg|verticale=1.5|miniatura|La fontana di Trevi di notte]]
 
Nell'estate del 2019 la fontana è stata sottoposta a lavori di rinnovamento dell'impianto di illuminazione artistica. La nuova illuminazione è stata presentata il 18 settembre [[2019]] da parte della sindaca [[Virginia Raggi]]. L'impianto rinnovato conta 85 proiettori subacquei e 6 proiettori su mensola. La potenza installata complessiva, con tecnologia a LED, è di soli 2,1&nbsp;kW e riesce a ottenere un risparmio energetico del 70% rispetto alle precedenti lampade a sodio. Il puntamento di alcuni proiettori posizionati sulle conchiglie alle spalle della statua di [[Oceano (divinità)|Oceano]] ha consentito di mettere in risalto la struttura centrale del monumento, mentre altri proiettori all'interno della vasca e ai piedi della scogliera e della statue laterali rifiniscono i dettagli a lato del corpo centrale<ref>{{cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/fotogallery/roma/fontana_trevi_nuove_luci_raggi_roma-4743082.html|titolo=Fontana di Trevi, Raggi inaugura la nuova illuminazione: «Sono orgogliosa»|accesso=2019-10-12}}</ref>.
== Curiosità ==
[[Immagine:Fontana di Trevi - la pesca 1000065.JPG|thumb|200px|<small>La pesca nella fontana: un'antenna telescopica con magnete a mo' di amo sono gli ''attrezzi del mestiere'']]
[[Immagine:Trevi - l'asso di coppe 1000270.JPG|thumb|200px|<center>l'"Asso di Coppe"]]
Probabilmente l'imponenza stessa della fontana è all'origine di leggende e aneddoti che le si infittiscono attorno.
 
In più occasioni la fontana ha subito atti vandalici: colorata di rosso nel 2007 e nel 2017<ref>{{cita web|url=https://roma.repubblica.it/cronaca/2017/10/26/news/roma_vernice_nell_acqua_fontana_di_trevi_colorata_di_rosso-179410033/|titolo=Roma, nuovo blitz di Cecchini: 10 anni dopo Fontana di Trevi si colora ancora di rosso|accesso=19 settembre 2023}}</ref>; nel 2023 viene inserito un liquido nero durante una protesta degli ambientalisti.<ref>{{cita web|url=https://qds.it/roma-vandalismo-ambientalisti-liquido-nero-fontana-trevi/|titolo=Roma, atto di vandalismo degli ambientalisti: liquido nero nella fontana di Trevi|accesso=19 settembre 2023}}</ref>
*'''Il lancio della monetina'''</br>La tradizione più conosciuta e persistente (citata anche nella nota canzone ''Arrivederci Roma'') è quella secondo cui gettando una moneta nell'acqua, voltati di spalle si ritornerà a Roma. Se ne ignora l'origine, ma riecheggia l'uso antico di gettare nelle fonti sacre oboli e piccoli doni per propiziarsi la divinità del luogo.</br>
 
*'''Che fine fanno le monetine?'''</br>Il recupero delle monetine gettate nella fontana è stato affidato dal Comune alla [[Caritas Italiana|Caritas]] cittadina. Il che non impedisce a qualche "dilettante" di fare recuperi personali, se non ci sono vigili a guardare.
== Descrizione ==
*'''L'acqua dell'amore'''</br>Quando se ne attingeva ancora acqua da bere (e l'acqua di Trevi era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea come l'[[Acquedotti di Roma#Aqua Marcia|Acqua Marcia]]; oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane), le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva - bicchiere che poi frantumavano in segno e augurio di fedeltà.
Il tema dell'intera composizione è il mare. È inserita in un'ampia piscina rettangolare dagli angoli arrotondati, circondata da un camminamento che la percorre da un lato all'altro, racchiuso a sua volta entro una breve scalinata poco al di sotto del livello stradale della piazza. Il Salvi ricorse al sistema della scalinata per compensare il dislivello tra i due lati della piazza: il lato sinistro (quello verso il [[Quirinale (colle)|colle del Quirinale]]) è infatti molto più elevato rispetto all'altro, tant'è che si è anche dovuto ricorrere a un breve parapetto per delimitare la strada, parzialmente coperto da rocce, su una delle quali è scolpito uno stemma cardinalizio raffigurante un leone rampante.
*'''L'asso di coppe'''</br>Sulla destra della fontana c'è un grande vaso di travertino (detto ''Asso di coppe''): le chiacchiere del tempo dicono che il Salvi l'avesse fatto mettere lì per disturbare la vista di un barbiere che aveva bottega lì a fianco e continuava a criticare il lavoro dell'architetto.
[[File:FONTANATREVI22052021 103A.jpg|thumb|upright=1.3|Fontana di Trevi 2021]]
*'''Turisti'''</br>Oggi piazza di Trevi è un tipico caso di "[[Turismo#Turismo sostenibile|turismo insostenibile]]": affollata ad ogni ora del giorno e della notte da torme di turisti, bancarelle e vu' cumprà, è possibile goderne la bellezza praticamente solo fra le 3 di notte e le 8 di mattina.
La scenografia è dominata da una scogliera rocciosa che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro troviamo una grande nicchia delimitata da colonne che la fa risaltare come fosse sotto un arco di trionfo. Qui si erge una grande statua di ''Oceano'' di [[Pietro Bracci]] (1759-1762, su progetto iniziato da [[Giovanni Battista Maini]]), dalle forme muscolose e opulente e dallo sguardo fiero e altezzoso: il dio, ammantato in un drappo che gli copre appena il bacino e il pube, è colto mentre incede su un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, soprannominati rispettivamente «cavallo agitato» (quello di sinistra) e «cavallo placido», in riferimento agli analoghi momenti del mare a volte calmo e a volte burrascoso. Ai lati della grande nicchia centrale troviamo altre due nicchie, più piccole, occupate dalle statue della ''Salubrità'' (alla sinistra di Oceano) e dell{{'}}''Abbondanza'' (alla destra di Oceano), quest'ultima raffigurata mentre regge il simbolico corno colmo di frutti e monete. Entrambe queste statue sono di [[Filippo della Valle]]. Le tre nicchie sono delimitate da quattro grosse colonne.
[[File:Fontana di Trevi 2018.jpg|miniatura|Particolari della fontana]]
 
Sempre ai lati dell'arco principale, sopra le due nicchie, sono collocati due pannelli a [[bassorilievo]], raffiguranti [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] nell'atto di approvare la costruzione dell'acquedotto dell{{'}}''[[Aqua Virgo]]'' di [[Giovan Battista Grossi]] (sopra la statua dell{{'}}''Abbondanza''). E la «vergine» che mostra ai soldati il luogo dove si trovano le sorgenti d'acqua, di [[Andrea Bergondi]] (sopra la statua della ''Salubrità''). La fontana, inoltre, è ornata da numerose decorazioni in marmo raffiguranti specie vegetali: vi troviamo, infatti, una pianta di cappero sulla facciata di Palazzo Poli, un fico selvatico radicato in cima alla balaustrata, un cespuglio di verbasco, un fico d'India, quattro tralci di edera, calte e canne di lago, un tronco di quercia sotto la statua della ''Salute'', un carciofo, una vite con quattro grappoli d'uva, una colocasia che galleggia sull'acqua, un fico, un ciombolino e un gruppo di piante sempreverdi dove termina la scogliera di travertino. L'intera composizione è completata da una lumaca che striscia sulla colocasia e da una lucertola che si nasconde in una piccola cavità aperta sulla facciata.<ref>{{cita web|url=http://www.trevifountain.net/descrizione3.htm|accesso=24 novembre 2016|titolo=Descrizione della Fontana di Trevi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160818183432/http://www.trevifountain.net/descrizione3.htm|dataarchivio=18 agosto 2016|urlmorto=sì}}</ref>
 
Le quattro grandi colonne [[ordine corinzio|corinzie]] sorreggono il prospetto superiore, sul quale si trovano, in corrispondenza di ogni colonna, quattro statue allegoriche più piccole: da sinistra a destra, l{{'}}''Abbondanza della frutta'' di [[Agostino Corsini]], la ''Fertilità dei campi'' di [[Bernardino Ludovisi]], la ''Ricchezza dell'Autunno'' di [[Francesco Queirolo]] e l{{'}}''Amenità dei giardini'' di [[Bartolomeo Pincellotti]] (1735). Nel mezzo, tra le due statue centrali, sormontata da un imponente [[stemma araldico]] [[Corsini]] di [[papa Clemente XII]] sorretto da due rappresentazioni della ''Fama'' di [[Paolo Benaglia]], è posta la grande iscrizione commemorativa-inaugurativa che il pontefice volle apporre un po' frettolosamente:
 
{{citazione|Nell'anno del Signore 1735, sesto del proprio pontificato, Clemente XII P.M. adornò con un'opera meravigliosa l'acquedotto vergine, celebre per la [propria] abbondanza e salubrità.||CLEMENS XII PONT MAX<br/>AQVAM VIRGINEM<br/>COPIA ET SALVBRITATE COMMENDATAM<br/>CVLTV MAGNIFICO ORNAVIT<br/>ANNO DOMINI MDCCXXXV PONTIF VI|lingua=la}}
 
La mossa scogliera in travertino, animata da essenze vegetali e animali scolpiti, vivificata dallo scorrere copioso dell'acqua, è realizzata al pari delle sculture da artisti di ambito berniniano come Maini, Pincellotti, Bracci, Della Valle. Questi insieme con uno stuolo di artefici dalle diversificate specializzazioni (stagnari, ottonari e argentieri, falegnami, pittori, scalpellini, intagliatori…) furono dal Salvi magistralmente diretti e organizzati. Nella parte centrale l'ordine unico corinzio, tipologicamente riferibile agli archi di trionfo romani, ripartisce lo spazio in riquadri laterali con le sculture e i bassorilievi relativi alla storia della scoperta e della conduzione dell'acqua Vergine.
[[File:Trevi Fountain (Rome) - Oceanus Front view.jpg|miniatura|sinistra|La grande statua di ''[[Oceano (divinità)|Oceano]]''|verticale=1.1]]
L'acqua sgorga dalle rocce in diversi punti: sotto il carro di Oceano va a riempire tre vasche, prima di riversarsi nella piscina maggiore. Le tre vasche non facevano parte del progetto originario del Salvi, ma vennero aggiunte a seguito delle modifiche apportate da Giuseppe Pannini, che lo sostituì dopo la morte. Altra modifica sostanziale riguardò i soggetti delle due statue laterali, che rappresentavano inizialmente [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] e la «vergine Trivia».
 
Data l'ampiezza e la complessità dell'opera, molti furono gli scultori impegnati nella realizzazione dei vari gruppi statuari.
 
Completa la descrizione dell'opera la curiosa e inattesa scultura di un oggetto che riporta a un aneddoto: sulle rocce che coprono il parapetto sulla sinistra della fontana è stato scolpito un grande vaso di travertino (detto ''Asso di coppe'' per la forma che ricorda molto quel simbolo raffigurato sulle carte da gioco). Le chiacchiere del tempo (ma l'aneddoto è abbastanza accreditato) riferiscono che il Salvi l'avesse fatto mettere in quel punto per disturbare la vista di un barbiere che aveva bottega lì a fianco e continuava a criticare il lavoro dell'architetto<ref>Si veda, per tutti, in Rendina - Paradisi, ''Le strade di Roma'', Roma 2004, vol. III, p. 1285.</ref>. Sembra che in tal modo il vaso - che effettivamente non ha nulla a che vedere con il tema della fontana, né si riscontra alcunché di simile sull'altro lato - impedisse un'agevole visuale dei lavori all'inopportuno critico.
 
== La Fontana di Trevi nella cultura ==
=== Tradizioni e cultura di massa ===
Il simbolo della città che rappresenta e probabilmente anche l'imponenza stessa della fontana è all'origine di leggende e aneddoti che le si infittiscono attorno e che sono entrati a far parte della cultura popolare romana:
* La tradizione più conosciuta e persistente è legata al lancio della monetina dentro la fontana: compiendo questo atto a occhi chiusi, voltando le spalle verso palazzo Poli, ci si propizierebbe un futuro ritorno nella città. Le origini della tradizione potrebbe derivare dall'antica usanza di gettare nelle fonti sacre oboli o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali, come per i [[pozzo dei desideri|pozzi dei desideri]]. L'introduzione del lancio della monetina nella fontana di Trevi è attribuita all'archeologo tedesco [[Wolfgang Helbig]] che soggiornò tra l'Otto e il Novecento a lungo a Roma. Helbig, che fu un punto di riferimento per la vita mondana tedesca a Roma, si ispirò proprio a questi riti antichi per alleggerire l'addio dei suoi ospiti dalla città eterna.<ref>{{cita web|url=http://www.comirap.it/arte-cultura-e-tempo-libero/259-il-rituale-del-lancio-della-monetina-nella-fontana-di-trevi-si-deve-ad-un-qarcheologo-mondanoq-di-nome-wolfgang-helbig-di-alberto-bordi.html |titolo= Il rituale del lancio della monetina nella fontana di Trevi si deve ad un "archeologo mondano" di nome Wolfgang Helbig |autore=Alberto Bordi |sito=comirap.it |data= 21 agosto 2012|accesso=15 gennaio 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.hotelcentraleroma.it/la-fontana-trevi-il-lancio-della-monetina-tornare-roma/|titolo=La fontana di Trevi e il lancio della monetina per tornare a Roma|accesso=24 novembre 2016}}</ref><br />Il Comune di Roma deliberò nel 2006 che tutte le monetine recuperate (una somma pari a circa tremila e ottocento euro al giorno)<ref>{{cita web|titolo=11 record italiani che stupiscono gli stranieri (nel bene e nel male)|url=http://www.focus.it/cultura/curiosita/11-record-italiani-che-stupiscono-gli-stranieri-nel-bene-e-nel-male?gimg=64185&gpath=#img64185|editore=focus.it}}.</ref> dovevano essere destinate alla [[Caritas Italiana|Caritas]] della capitale; ciò, tuttavia, non impedisce a qualche "dilettante" di tentare recuperi personali non autorizzati e sanzionati.
* Secondo un'altra tradizione, quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere (e l'acqua di Trevi, che oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane, era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea) le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva, bicchiere che poi frantumavano in segno di augurio e fedeltà.
 
=== Cinema ===
[[File:Dolce vita1.gif|miniatura|Immagine da ''La dolce vita'' di Federico Fellini. Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nella Fontana di Trevi, a Roma]]
Indubbio simbolo universalmente noto della città di Roma, al pari di altri monumenti altrettanto famosi, la fontana è divenuta una delle icone della città. In quanto tale non poteva dunque essere ignorata dal mondo del [[cinema]], che non è rimasto indifferente di fronte alla magnificenza e alla fama della fontana di Trevi e ne ha utilizzato l'ambiente e l'immagine in diverse occasioni. Tra le principali:
* Il primo film di cui la fontana fu protagonista è stato lo [[Stati Uniti d'America|statunitense]] ''[[Tre soldi nella fontana]]'', del [[1954]], diretto da [[Jean Negulesco]], dove la fontana del titolo è proprio quella di Trevi.
* Il monumento è poi protagonista di una delle scene più famose del [[cinema italiano]] e, forse, di quello mondiale: in ''[[La dolce vita]]'' di [[Federico Fellini]], del [[1960]], [[Anita Ekberg]] si tuffa nella vasca, invitando [[Marcello Mastroianni]] a fare lo stesso.
* In ''[[Risate di gioia]]'' (1960) di [[Mario Monicelli]]: Lello ([[Ben Gazzara]]) tenta di convincere il turista statunitense ubriaco ([[Fred Clark]]) a fare il bagno nella fontana per derubarlo.
* In ''[[Totòtruffa 62]]'', film del [[1961]] di [[Camillo Mastrocinque]], [[Totò]] vende la fontana a uno sprovveduto turista, fingendo di esserne il legittimo proprietario.
* Del [[1960]] è il film che porta il suo nome - appunto, ''[[Fontana di Trevi (film)|Fontana di Trevi]]'', girato dal regista [[Carlo Campogalliani]] su sceneggiatura di [[Federico Zardi]].
* Nel film ''[[C'eravamo tanto amati (film)|C'eravamo tanto amati]]'' ([[1974]]) di Ettore Scola, si vede una scena notturna rappresentante il set de ''[[La dolce vita]]''. [[Federico Fellini]] e [[Marcello Mastroianni]] si prestarono amichevolmente a due [[Cameo|camei]] in cui interpretavano la parte di se stessi nel [[film di culto]] di 14 anni prima.
* In [[Vacanze romane|Vacanze Romane]] (1953) il parrucchiere dove si va a tagliare i capelli la principessa Anna ([[Audrey Hepburn]]) è proprio di fronte alla fontana.
* Anche [[Woody Allen]] sceglie di girare a Fontana di Trevi nel film '''''“[[To Rome with Love (film)|To Rome with Love]]”''''' (2012).
 
=== Musica ===
* [[Ottorino Respighi]] ha scritto [[Poema sinfonico|poemi sinfonici]] fra cui spicca quello intitolato ''[[Le fontane di Roma|Le Fontane di Roma]]'', che presenta quattro impressioni poetiche. Una di queste è, appunto, dedicata alla maestosa Fontana di Trevi, intitolata proprio ''La Fontana di Trevi al meriggio''. "Le figurazioni mitologiche della monumentale fontana del Salvi hanno ispirato al Respighi l'idea di un sonoro e pomposo trionfo di Nettuno circondato da altre divinità marine"<ref>{{cita libro|autore=Gino Roncaglia|wkautore=Gino Roncaglia|titolo=Invito alla musica|dataoriginale=10 maggio 1946|editore=Antonio Tarantola|città=Milano|p=250}}</ref>" - così scriveva [[Gino Roncaglia (musicologo)|Gino Roncaglia]] nel suo libro ''Invito alla musica.''
* Nel videoclip di ''Pfuati Gott Elisabeth'', hit della [[Spider Murphy Gang]], girato a Roma, il frontman Gunther Sigl fa il bagno nella fontana vestito.
 
=== Filatelia ===
* Nel [[1973]] le [[Poste italiane]] hanno dedicato alla fontana di Trevi un francobollo da [[lira italiana|Lire]] 25<ref>{{cita web|url=http://www.ibolli.it/php/em-italia-1458-Fontana%20di%20Trevi,%20a%20Roma.php|titolo=Francobollo della serie "Fontane"|accesso=18 febbraio 2019}}</ref>.
* Un francobollo da 0,46 [[euro]] è stato emesso nel [[2002]] dalle [[La Poste|Poste Francesi]]<ref>{{cita web|url=https://www.laposte.fr/toutsurletimbre/connaissance-du-timbre/dicotimbre/timbres/fontaine-de-trevi-3528|titolo=Il francobollo delle poste francesi|accesso=18 febbraio 2019}}</ref>.
 
=== Moda ===
Nel 1994 la [[top model]] [[Claudia Schiffer]] fece nella fontana un servizio fotografico per [[Valentino (stilista)|Valentino]] ispirato a ''[[La dolce vita]]''.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Sergio Delli|titolo=Le fontane di Roma|editore=Schwarz & Meyer Ed.|città=Roma|anno=1985|ISBN=no}}
 
== Voci correlate ==
* [[Trevi (rioneAcquedotti di Roma)|il rione Trevi]]
* [[Fontane di Roma]]
* [[AcquedottiLe fontane di Roma]]
* [[Trevi (rione di Roma)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Trevi Fountainsulla}}
{{interprogetto/notizia|Roma: vandali colorano l'acqua della Fontana di Trevi, a rischio i marmi|data=19 ottobre 2007}}
{{interprogetto/notizia|Identificato il vandalo che ha colorato di rosso l'acqua della Fontana di Trevi|data=21 ottobre 2007}}
{{interprogetto/notizia|Denunciato il vandalo della Fontana di Trevi|data=23 ottobre 2007}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.romasotterranea.com/index.php?option=com_content&task=view&id=77&Itemid=113&lang=it L'Acquedotto Vergine] in Roma sotterranea
* {{cita web|url=http://www.restaurofontanaditrevi.it|titolo=Il sito istituzionale|accesso=5 gennaio 2016}}
*[http://rasenna1.interfree.it/trevi/nuoviscavi.html La città dell'acqua]
* [https://www.skylinewebcams.com/webcam/italia/lazio/roma/fontana-di-trevi.html Webcam in tempo reale della Fontana di Trevi]
{{dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Lazio/Provincia_di_Roma/|Roma}}
 
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