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{{Sito archeologico
'''Perséphone'''
|Nome = Mastaba di Ptahhotep
Composizione di [[Igor Stravinskij]] in tre parti del 1933. Sebbene l'autore definisse Perséphone come '' melodramma'', in realtà si tratta di un'opera più complessa, ben lontana dalla tradizione italiana e che comprende infatti recitazione, canto e danza.
|Nome_altro =
|Immagine =
|Civiltà = [[Antico Egitto]]
|Utilizzo =
|Epoca = [[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]]
|Stato = EGY
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<!-- Dimensioni -->
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<!-- Scavi -->
|Data_scoperta = 28 marzo 1903
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|Organizzazione_scavi =
|Archeologo = Georges Aaron Bénédite
<!-- Amministrazione -->
|Parte di = [[Menfi (Egitto)|Menfi e la sua necropoli]]
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}}La '''Mastaba di Ptahhotep''' è il monumento funerario di [[Ptahhotep]], [[visir (antico Egitto)|visir]] che operò durante il regno di [[Djedkara Isesi]], faraone appartenente alla [[V dinastia egizia|V dinastia]]. Ptahhotep è noto perché a lui è stata attribuita la realizzazione di una raccolta di consigli e di massime, dedicati al figlio, conosciuta come ''[[Massime di Ptahhotep]]''.<ref>{{cita|Grimal|p. 100}}.</ref>
 
La [[mastaba]] è situata a [[Saqqara]] Nord, a ovest della [[piramide di Djoser]], nei pressi della [[Mastaba di Ti]];<ref>{{cita|Lauer|p. 48}}.</ref> è costituita da un complesso funerario dedicato pure al figlio Akhtihotep, anch'egli visir e incaricato di sovrintendere al granaio e al tesoro; nella stessa mastaba vi è una parte riservata al nipote di Ptahhotep, Ptahhotep II.
==Storia==
L'opera fu commissionata a Stravinskij nel 1933 da [[Ida Rubinstein]] per la stagione del 1934 a l'[[Opéra di Parigi]]. L'idea era quella di far rivivere la meravigliosa triade del Teatro Greco: Poesia, Musica e Danza <ref>{{cita libro | nome=Robert | cognome=Siohan | titolo=Stravinsky | anno=1959 | editore=Editions du Seuil | città=Parigi }}</ref>.Il testo è costituito da un dramma di [[André Gide]] ispirato al mito di Cerere di [[Omero]]; inizialmente il compositore ebbe delle perplessità sul libretto perchè temeva le difficoltà della prosodia francese. Tuttavia, lavorando, egli prese sempre più piacere nell'utilizzare questa lingua per il suo canto sillabico <ref>{{cita libro | nome=Igor | cognome=Stravinskij | titolo=Chroniques de ma vie | anno=1935 | editore=Editions Danoel | città=Parigi }}</ref>. La prima rappresentazione avvenne all'Opéra di Parigi il 30 aprile 1934 con la direzione dello stesso Stravinskij, coreografia di [[Kurt Jooss]], scene e costumi di André Bersacq, compagnia di balletto di Ida Rubinstein che ne fu anche protagonista. L'opera fu replicata il 4 e 9 maggio e fu poi diretta ancora dall'autore come concerto radiofonico alla [[BBC]] di Londra nel novembre 1934.
 
La scoperta della mastaba è attribuita all'egittologo francese Georges Aaron Bénédite che, eseguendo degli scavi nei pressi di Saqqara, la ritrovò il 28 marzo 1903. Bénédite acquisì gran parte del materiale della cappella di Akhtihotep in esclusiva per il [[Museo del Louvre]].<ref>Christiane Ziegler, ''Le mastaba d'Akhethetep: Une chapelle funéraire de l'Ancien Empire'', Réunion des Musées Nationaux, 1993</ref>
==Trama==
[[File:Ptahhotep and Akhethetep mastaba tombs.jpg|thumb|Parte frontale della Mastaba di Ptahhotep]]
Persefone viene rapita e portata negli Inferi da [[Plutone]], re dell'Ade. Nel secondo atto, diventata regina delle ombre, ha però il rimpianto della sua vita terrena e di Demofoonte, suo marito. Nell'ultima parte Persefone rinasce alla vita, torna sulla terra da Demofoonte e dalla madre [[Demetra]] e riporta la primavera sulla terra. Ella però sa di essere destinata a stare fra le ombre che soffrono nell'Ade e decide di ritornarvi spontaneamente per consolarli.
== Struttura ==
Il monumento funerario, più piccolo di quello di Ti, ma più complesso, è catalogato precisamente come D62 (Ptahhotep) e D64 (Akhtihotep). Si accede dai resti di un cortile entrando in un corridoio che presenta interessanti bassorilievi a stadi di completamento diversi. Si entra quindi nella sala che accoglie la tomba di Akhtihotep; annessa a questa vi è la cappella la cui porta è decorata con scene palustri; sono presenti importanti sezioni di decorazioni a colori, sulla sinistra alcuni operai sono intenti alla costruzione di barche realizzate utilizzando il papiro mentre altri trasportano le canne dalla palude. Sulla destra alcuni barcaioli fissano ai pali di precarie piattaforme le imbarcazioni.
 
Dalla sala funeraria di Akhtihotep si accede dal lato sinistro alla tomba di Ptahhotep che è ricchissima di decorazioni; il soffitto ha rilievi a imitazione di tronchi di palma; le scene sulle pareti raffigurano aspetti di viticoltura e della torchiatura del vino, momenti di mietitura, una gazzella che allatta il piccolo, pantere, leoni, uccellatori che utilizzano reti, bambini che giocano e Ptahhotep che prende parte a una festa seduto su una barca. I rilievi sono estremamente vivi, infatti hanno mantenuto quasi ovunque i colori accesi e brillanti originari. Notevole è la scena posta sopra l'ingresso che rappresenta il visir mentre si prepara alla giornata con l'intervento di manicure e pedicure, con musicisti che lo allietano e i levrieri posti sotto la sua sedia. <ref>{{cita|Haag|p. 164}}.</ref> Analogamente a quelle presenti in altre tombe, le pitture murarie illustrano anche scene di portatori di offerte, spesso con la presenza di animali e sono inoltre presenti aspetti di vita dei defunti, a volte raffigurati seduti davanti al tavolo delle offerte oppure mentre assistono a esibizioni musicali, durante banchetti o intenti a sacrifici.<ref>{{cita|Hansen|p. 321}}.</ref>Le decorazioni sono fra le meglio conservate dell'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]], di una raffinatezza pari a quelle della più celebre mastaba di Ti.<ref>{{cita|Haag|p. 163}}.</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=Nicolas Grimal|titolo=Storia dell'antico Egitto|traduttore=Gabriella Scandone Matthiae|editore=Laterza|anno=2002|città=Bari|ISBN=9788842056515|cid=Grimal}}
*{{cita libro|autore=Michael Haag|titolo=Egitto|traduttore=Daniela Gavazzi Porta|editore=Phileas|anno=1988|città=Milano|ISBN=9788871080079|cid=Haag}}
*{{cita libro|autore=Kathy Hansen|titolo=Egitto|traduttore=Franco Brunelli|editore=Idealibri|anno=1997|città=Rimini|ISBN=9788870823547|cid=Hansen}}
*{{cita libro|autore=Jean-Philippe Lauer|titolo=Les pyramides de Sakkara|editore=Institut Français d'Archéologie Orientale|anno=2015|città=Il Cairo|
lingua=fr, en|ISBN=9782724706598|cid=Lauer}}