Rai: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
Riga 1:
{{Nd}}
{{Azienda
|
|immagine = Rai Roma viale mazzini.JPG
|didascalia = [[Palazzo della Direzione generale Rai|Sede principale]] della Rai a [[Roma]]
|forma societaria = Società per azioni
|data fondazione = 27 agosto [[1924]]
|forza cat anno = 1924
|luogo fondazione = [[Torino]]
|fondatori = [[Governo della Repubblica Italiana|Governo italiano]]
|nazione = ITA
|gruppo = [[Dipartimento del Tesoro]] (azionista di controllo)
|controllate = [[Rai Pubblicità]], [[Rai Cinema]], [[Rai Way]], [[Rai Com]], [[RaiPlay]]
|persone chiave = * [[Antonio Marano]] ([[presidente facente funzioni]])<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/trasparenza/Organi-di-Amministrazione-e-Controllo-d3338b95-9258-4672-8319-9dbb955827cd.html|titolo=Rai.it}}</ref>
* [[Giampaolo Rossi]] ([[amministratore delegato]])
|settore = [[Mezzi di comunicazione di massa]]
|prodotti = Canali radio, canali televisivi, editoria
|fatturato = 2,516 [[Miliardo|miliardi]] [[Euro|€]]<ref name="bilancio">{{Cita web|url=https://www.rai.it/dl/doc/1656424969194_Bilancio%20Rai%202021.pdf|titolo=Relazione e bilanci al 31 dicembre 2021|accesso=7 febbraio 2023}}</ref>
|anno fatturato = 2021
|utile netto = {{formatnum:~30,436}} [[Milione|milioni]] [[Euro|€]]<ref name="bilancio"/>
|anno utile netto = 2021
|dipendenti = {{formatnum:12751}}<ref name="bilancio"/>
|anno dipendenti = 2021
|slogan = Più voci, più talento.
}}
'''Rai − Radiotelevisione Italiana [[Società per azioni|S.p.A.]]''', conosciuta come '''Rai''', è una [[società pubblica]] [[italia]]na controllata dallo Stato italiano attraverso il [[Ministero dell'economia e delle finanze]] e [[concessione|concessionaria]] in esclusiva del [[servizio pubblico]] [[Radio (mass media)|radiofonico]] e [[Televisione|televisivo]] in [[Italia]].
È il primo polo televisivo in Italia e una delle più grandi [[azienda|aziende]] di comunicazione d'[[Europa]], nonché il quinto gruppo televisivo del continente. Nata nel 1924 con il nome di [[Unione radiofonica italiana|Unione Radiofonica Italiana]] (URI), divenne [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche]] (EIAR) nel 1927, poi Radio Audizioni Italia (RAI) nel 1944 e infine RAI − Radiotelevisione Italiana nel 1954<ref>{{Cita web|url=http://argomenti.ilsole24ore.com/rai.html|titolo=Ultime notizie su Rai|data=24 febbraio 2016|accesso=20 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170912181926/http://argomenti.ilsole24ore.com/rai.html|urlmorto=no}}</ref>.
Ha sede a [[Roma]] presso il [[Palazzo della Direzione generale Rai]] di viale Giuseppe Mazzini, 14.
== Storia ==
=== 1924-1927: Unione Radiofonica Italiana ===
{{Vedi anche|Unione radiofonica italiana}}
L'8 febbraio 1923 venne pubblicato il regio decreto n. 1067,<ref>{{normattiva|tipo=RD|giorno=08|mese=02|anno=1923|numero=1067}}</ref> che affidava allo Stato l'esclusiva sulle [[radioaudizioni circolari]] da esercitare tramite società concessionarie tra cui la [[Unione radiofonica italiana|Unione Radiofonica Italiana]] di [[Torino]], la Società Italiana Radio Audizioni Circolari (SIRAC), fondata da [[Riccardo Gualino]], e la Società Anonima Radiofono - Società Italiana per le Radiocomunicazioni Circolari (Radiofono), fondata nel settembre 1923 dalla [[Marconi Company]] di proprietà di [[Guglielmo Marconi]]. Proprio la Radiofono, il 20 marzo 1924, installò a [[Centocelle]] una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da [[Benito Mussolini]] al [[Teatro Costanzi]] di [[Roma]], forse a causa di profonde interferenze elettriche interne.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.radiomarconi.com/marconi/rai_cronologia1.html|titolo=La vera storia della radiodiffusione in Italia - CRONOLOGIA DAL 1919-2000|accesso=2 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304104418/http://www.radiomarconi.com/marconi/rai_cronologia1.html|urlmorto=sì}}</ref><ref name="80anni">80 anni di storia della radio, Dossier delle Teche Rai, settembre 2004, pagina 105.</ref>
Il 3 giugno 1924 il [[Ministero delle comunicazioni|Ministro delle comunicazioni]] [[Costanzo Ciano]] indirizzò una lettera alle società che avevano fatto richiesta per la concessione invitandole a trovare un accordo. Il compromesso raggiunto portò alla nascita dell'URI, Unione Radiofonica Italiana, costituita dalla fusione della Radiofono con la SIRAC, con capitale sociale di 1.400.000 [[Lira italiana|lire]] (85% della Radiofono e 15% della SIRAC). Presidente della società venne nominato Enrico Marchesi, proveniente dalla [[FIAT]], dove aveva ricoperto per parecchi anni l'incarico di direttore amministrativo. Il Vice presidente era [[Luigi Solari]], persona molto vicina agli interessi di Guglielmo Marconi che, forte dell'invenzione della radio, stava cercando di creare un modello che ricalcasse quello adottato in altri Paesi.
Le trasmissioni iniziarono il 6 ottobre alle ore 21. Il primo, storico, annuncio venne letto dalla violinista [[Ines Viviani Donarelli]] nello studio romano di [[Palazzo Corrodi (Roma)|palazzo Corrodi]], dove si trovava la prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi.
Il messaggio recitava:{{Citazione|URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto "Opera 7", I e II tempo.<ref>{{Cita web|url=http://www.radiomarconi.com/marconi/donarelli.wav|titolo=Audio originale|accesso=11 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160807220037/http://www.radiomarconi.com/marconi/donarelli.wav|urlmorto=sì}}</ref>}}Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa.
Il 27 novembre 1924 il governo assegnò alla società privata URI la concessione, in esclusiva, del servizio delle radioaudizioni circolari per la durata di sei anni (prorogabili per altri quattro), assegnazione sancita dal {{normattiva|tipo=RD|giorno=14 |mese=10|anno= 1924| numero= 2191}} ''Concessione dei servizi radioauditivi circolari alla Società Anonima Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.)'' pubblicato in [[Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia|G.U.]] n. 11 del 15 gennaio 1925 pp. 164–167. In particolare si sancì che l'URI era l'unica emittente radiofonica italiana autorizzata a diffondere notizie di interesse pubblico e che il Governo era il solo a concedere il ''placet'' per la trasmissione di notizie di agenzie di stampa diverse dall'[[Agenzia Stefani]].
Nel gennaio 1925 nacque [[Radiocorriere TV#Storia|Radiorario]], rivista settimanale dell'URI che promuoveva il nuovo mezzo. Vennero aperte altre due stazioni radiofoniche, prima a [[Milano]] e poi a [[Napoli]]. Nel 1926 La SIRAC e la URI fondarono la Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima ([[SIPRA]]), per gestire la pubblicità radiofonica.
=== 1927-1944: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche ===
{{Vedi anche|Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche}}
[[File:Vittorio Veltroni, Lidia Pasqualini e Niccolò Carosio nel 1939.jpg|thumb|upright=1.1|[[Vittorio Veltroni]], [[Lidia Pasqualini]] e [[Niccolò Carosio]], attivi nelle trasmissioni televisive (dette in radiovisione) prima sperimentali e poi con regolare palinsesto a partire dal 1939, dell'[[EIAR]]]]
Il 17 novembre 1927, con R.D. n. 2207<ref>{{normattiva|tipo=RD|nolink=si|giorno=17|mese=11|anno=1927|numero=2207}}</ref>, si stabilì la trasformazione dell'URI nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche (EIAR), sotto forma di [[società anonima]] ([[società per azioni]] dal 1942),<ref name="pubblicismo">{{Cita web |url=http://www.istitutodipubblicismo.it/storia_della_radio.htm#12.%20Italiadell'Italia |titolo=Istituto di pubblicismo - Storia della Radio in Italia |accesso=25 maggio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120609055044/http://www.istitutodipubblicismo.it/storia_della_radio.htm#12.%20Italiadell'Italia|urlmorto=sì }}</ref> la creazione di un comitato di vigilanza sulle radiodiffusioni e una nuova concessione. Sebbene l'azienda fosse privata (tra i soci vi erano la [[General Electric]], la [[Società idroelettrica piemontese]] e la [[FIAT]]), il decreto imponeva che, insieme alla concessione esclusiva di 25 anni, quattro membri del consiglio di amministrazione dovevano essere rappresentanti del governo e che lo statuto e le sue modifiche dovevano essere approvate dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni.<ref name=":0" />
Il fenomeno delle radioaudizioni prese il via a partire dagli anni trenta, agevolato dalle iniziative del regime che dotò ogni [[casa del Fascio]] di un apparato ricevente denominato ''radio popolare'' e assunse in seguito il motto "''Ogni paese deve avere la sua radio''", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la [[radio Rurale]] e la [[radio Balilla]]. Lungo tutta la penisola vennero aperte stazioni radio sia in onde medie, ad esempio a [[Trieste]],<ref>{{Radiocorriere|1931|33|12|titolo=EIAR: Radio Trieste|data=15-22 agosto}}</ref> [[Bari]],<ref>{{Radiocorriere|1932|36|5|titolo=La stazione radiofonica di Bari sarà inaugurata ufficialmente il 6 settembre|data=3-10 settembre|autore=G.B.}}</ref> [[Palermo]],<ref>{{Radiocorriere|1931|24|5|titolo=Le antenne di Palermo portano da oggi in tutti i lidi mediterranei la voce dell'Italia fascista|data=13-20 giugno}}</ref> sia in onde corte, utilizzate per le trasmissioni verso i paesi del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], dell'[[America meridionale]] e dell'[[Asia]]. Iniziarono inoltre le sperimentazioni sulla radiovisione.
Nel 1931 l'EIAR acquistò il [[Teatro di Torino]] di via Verdi e lo adibì ad ''Auditorium'' per ospitare la sede della propria [[Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI|Orchestra Sinfonica Nazionale]].<ref>{{Cita web|url=http://www.museotorino.it/view/s/7f008f7602454600a4a494cad50a6505|titolo=Teatro di Torino - MuseoTorino|autore=MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia|accesso=20 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180916164335/http://www.museotorino.it/view/s/7f008f7602454600a4a494cad50a6505|urlmorto=no}}</ref> Il 23 marzo 1933 la SIP divenne azionista di maggioranza della società. Il 26 settembre 1935 le trasmissioni passarono sotto il controllo del [[Ministero della cultura popolare|Ministero per la stampa e la propaganda]], mentre l'aspetto tecnico rimase controllato dal Ministero delle Comunicazioni.
Nel 1934 iniziò la fase sperimentale delle trasmissioni televisive (dette allora in radiovisione).
Nel 1939 terminò la fase sperimentale e iniziò la trasmissione con regolare palinsesto dalle sedi di [[Milano]], Torino e Roma, effettuate a partire dalla XI Mostra della Radio e la XXI Fiera di Milano. L'entrata in [[seconda guerra mondiale|guerra]] dell'Italia fermò le trasmissioni televisive, che sarebbero riprese con regolarità solo nel 1954.
Dopo l'[[armistizio di Cassibile|armistizio dell'8 settembre]] le sedi locali dell'EIAR continuarono a operare autonomamente: le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari, una volta occupate dagli Alleati, furono gestite dal [[Psychological Warfare Branch]]; nella [[Repubblica Sociale Italiana]] l'EIAR rimase l'organo del regime.
=== 1944-1953: Radio Audizioni Italia ===
Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata. Il commissario straordinario dell'ente [[Luigi Rusca (letterato)|Luigi Rusca]] la rinominò '''Radio Audizioni Italia (RAI)'''.<ref name="azionista">{{Cita web|url=http://www.cisi.unito.it/marconi/rai.html|titolo=La Radiotelefonia in Italia: dalla SIRAC alla RAI|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313082244/http://www.cisi.unito.it/marconi/rai.html|urlmorto=sì}}</ref> Il primo presidente della società, avente come socio di maggioranza la SIP, fu [[Arturo Carlo Jemolo]], il quale rimase in carica meno di un anno, dal 1945 al 1946, quando divenne presidente il democristiano [[Giuseppe Spataro]].<ref name="azionista" /> Il 25 aprile 1945 la sede [[Busto Arsizio|bustocca]] dell'EIAR assunse la denominazione di [[Radio Busto Libera]]; il successivo 28-29 aprile annunciò per prima la [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana]].<ref name=":0" />
==== Il dopoguerra ====
Alla fine della [[seconda guerra mondiale]], erano rimaste solo dodici stazioni a onde medie e due a onde corte. Le stazioni dell'Italia settentrionale furono poste sotto il controllo del [[Comitato di Liberazione Nazionale]].<ref name=Annuario1988>''Annuario RAI 1988-1989'', Torino, Nuova ERI, 1989</ref> Nel 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato sotto la Rai e i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti:<ref name=Annuario1988/> le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal [[Psychological Warfare Branch|PWB]] e dal governo, vennero costituite nella "rete rossa"; mentre le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN, diventarono la "rete azzurra". La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano<ref name=Franzinelli>{{Cita libro|url=http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?s=0,1,55,58,65|autore=Mimmo Franzinelli|titolo=Rai, poltrone di ieri e di oggi|accesso=15 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180715181332/http://www.mimmofranzinelli.it/tool/home.php?s=0,1,55,58,65|urlmorto=no }}</ref> e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, [[Genova]] I, [[Bologna]], [[Venezia]], [[Verona]], [[Padova]], [[Bolzano]], nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II;<ref name=Aondio>{{Cita libro|url=https://books.google.it/books?id=UXtADAAAQBAJ&pg=PA216&lpg=PA216 |autore=Umberto Aondio|titolo=Tulipan|editore=Youcanprint|anno=2016|p=216}}</ref> mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a [[Firenze]]<ref name=Franzinelli/> e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, [[Palermo]], [[Catania]], [[Sanremo]], nonché Torino II, Milano II e Genova II.<ref name=Aondio/>
Il 25 giugno 1946, giorno dell'insediamento dell'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]], iniziarono le trasmissioni di ''Oggi al Parlamento.''<ref name=Annuario1988/>
Nel 1948 terminò la ricostruzione dell'infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di ventotto trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale.<ref name=Annuario1988/> Inoltre, nel settembre di quell'anno, si tenne la prima edizione del [[Prix Italia|Premio Italia]],<ref name=Annuario1988/> dedicato alle opere radiofoniche, istituito grazie anche al direttore generale Salvino Sernesi.
Nel 1949 entrò in funzione il nuovo [[Trasmettitore di Prato Smeraldo|impianto di Prato Smeraldo]]<ref name=Annuario1988/> per le trasmissioni all'estero in [[lingua italiana|italiano]] (distinte per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in [[lingua inglese|inglese]] (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in [[lingua francese|francese]] (per l'Europa, per il Nordafrica e Vicino Oriente, per il Medio-Estremo Oriente, per il Canada), in [[lingua spagnola|spagnolo]] (per l'Europa e per l'America Latina), in [[lingua portoghese|portoghese]] (per l'Europa e per il Brasile), in [[lingua araba|arabo]], [[lingua persiana|persiano]], [[lingua turca|turco]], [[lingua cinese|cinese]], [[lingua giapponese|giapponese]], [[lingua indonesiana|indonesiano]], [[hindi]], [[urdu]], [[bengali]], [[esperanto]], [[lingua tedesca|tedesco]], [[lingua danese|danese]], [[lingua svedese|svedese]], [[lingua olandese|fiammingo]], [[lingua polacca|polacco]], [[lingua ceca|ceco]], [[lingua slovacca|slovacco]], [[lingua ungherese|ungherese]], [[lingua romena|romeno]], [[lingua bulgara|bulgaro]], [[lingua serba|serbo]], [[lingua albanese|albanese]], [[lingua ucraina|ucraino]], [[lingua lituana|lituano]], [[lingua russa|russo]] e [[Lingua greca|greco]].<ref name=Annuario1958>''Annuario RAI'', giugno 1958</ref>
Nell'immediato dopoguerra furono inaugurati anche i programmi in tedesco e ladino di [[Rai Südtirol|Sender Bozen]] e quelli in sloveno di [[Rai Radio Trst A|Radio Trieste]]. Il 15 settembre 1949 la RAI creò la propria [[casa editrice]], la [[Rai Libri|Edizioni Radio Italiana]] (ERI), interamente controllata dalla società madre,<ref name=Annuario1988/> che si aggiungeva alle consociate storiche [[Sipra]] e [[Fonit Cetra]]. Nello stesso anno la Rai riprese, dopo dieci anni, la sperimentazione delle trasmissioni televisive: dapprima a Roma e successivamente a Torino, dove fu costruito anche uno studio di registrazione.<ref name=Annuario1988/> L'incontro Juventus-Milan 1-7 del 5 febbraio 1950 fu la prima partita di calcio a venire ripresa dalle telecamere.<ref>{{cita web|url=http://www.corrieredellosport.it/624/2011/02/05-154205/1950,+Juventus-Milan+prima+gara+ripresa+dalla+Tv|titolo=1950, Juventus-Milan prima gara ripresa dalla Tv|autore=Francesca Fanelli|data=5 febbraio 2011|accesso=23 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923210627/http://www.corrieredellosport.it/624/2011/02/05-154205/1950,+Juventus-Milan+prima+gara+ripresa+dalla+Tv}}</ref><ref>Il segnale raggiunse solo la zona di [[Torino]] e dintorni, essendo in funzione un solo trasmettitore, quello di Torino-Eremo. La partita poté essere vista nei bar o nei negozi di elettrodomestici. Il commentatore di quella prima storica trasmissione fu [[Carlo Bacarelli]].</ref> Nello stesso febbraio 1950 fu creata l'[[Unione europea di radiodiffusione]] (UER), nella quale la Rai ottenne un posto permanente nel consiglio di amministrazione, per sostituire l'[[OIRT]], dalla quale i paesi occidentali si erano staccati a causa della [[guerra fredda]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ebu.ch/CMSimages/en/publications_50_e_tcm6-12446.pdf|titolo=50º Anniversario UER|lingua=en|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161220104802/https://www.ebu.ch/CMSimages/en/publications_50_e_tcm6-12446.pdf|urlmorto=no}}</ref>
Il 12 febbraio 1950 nasce l'[[Unione europea di radiodiffusione]], di cui la Rai è tra le 23 organizzazioni di broadcasting fondatrici.
Il 10 settembre [[1952]], dalla sede RAI di Milano, venne avviato in forma sperimentale il primo [[Telegiornale (RAI)|telegiornale]]: la prima notizia trasmessa riportava la [[regata storica di Venezia]].
==== L'espansione radiofonica e la nascita del "canone" ====
Nello stesso anno viene creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi a essere trasmesso in [[modulazione di frequenza]]. Il palinsesto radiofonico fu così ristrutturato intorno a tre diversi programmi nazionali: il [[Rai Radio 1|Programma Nazionale]] generalista, il [[Rai Radio 2|Secondo Programma]] di intrattenimento leggero e il neonato [[Rai Radio 3|Terzo Programma]] culturale.<ref name=Vivit>{{Cita web |url=http://www.viv-it.org/schede/rai-radiotelevisione-italiana |titolo=''RAI - Radiotelevisione Italiana'' sul sito Vivit |accesso=27 giugno 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180627094226/http://www.viv-it.org/schede/rai-radiotelevisione-italiana|urlmorto=no }}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.radio.rai.it/storiadellaradio/index.cfm?candidato=storia3.cfm|titolo=Storia della Radio dal '49 al '61|accesso=4 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120112120201/http://www.radio.rai.it/storiadellaradio/index.cfm?candidato=storia3.cfm|urlmorto=sì}}</ref> Grossomodo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.it/books?id=GwodDYD4h8sC&pg=PA78&lpg=PA78|autore=Guido Gola|titolo=Tra pubblico e privato. Breve storia della radio in Italia|editore=Effatà|anno=2003|accesso=22 maggio 2022}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.storiaradiotv.it/STORIA%20DELLA%20RADIO%20di%20Ruggero%20Righini.htm |autore=Ruggero Righini|titolo=La storia della radio|accesso=15 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180712211445/http://www.storiaradiotv.it/STORIA%20DELLA%20RADIO%20di%20Ruggero%20Righini.htm|urlmorto=no }}</ref>
In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di [[Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai|Torino]], [[Orchestra Sinfonica di Milano della RAI|Milano]] e [[Orchestra Sinfonica di Roma della RAI|Roma]] (cui nel 1957 si aggiungerà l'[[Orchestra da camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli della RAI|Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli]]). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la [[compagnia del teatro comico musicale di Roma]] e la [[compagnia di rivista di Milano]].<ref name=Annuario1958/>
Il 26 gennaio 1952 il [[Governo De Gasperi VII|Governo]] firmò una convenzione con cui venne concessa alla Rai l'esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passarono all'[[IRI]], ponendo la RAI sotto il controllo indiretto del governo italiano.<ref name="azionista" /> L'anno successivo, le azioni della SIPRA furono spartite tra IRI e RAI. Il 19 novembre si decise l'istituzione del canone televisivo introdotto l'anno successivo.
=== 1954-1970: la RAI diventa Radiotelevisione Italiana ===
==== L'avvio delle trasmissioni televisive ====
{{citazione|La RAI − Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.|Milano, 3 gennaio 1954, ore 11. L'annuncio di Fulvia Colombo che sancisce la nascita della televisione pubblica in Italia.}}
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6364368.jpg|thumb|Uno studio nel centro televisivo Rai di via Teulada a Roma, foto di [[Paolo Monti]], 1958]]
Alle ore 11:00 del 3 gennaio 1954, l'[[annunciatrice televisiva|annunciatrice]] Fulvia Colombo diede ufficialmente avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale (l'attuale [[Rai 1]]),<ref name="ReferenceA">[[Franco Ferrarotti]], ''La Televisione - I cinquant'anni che hanno cambiato gli usi e costumi degli italiani'', [[Newton Compton Editori]], ISBN 978-88-541-0273-6, pag 10</ref><ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2024/01/03/primo-programma-rai/|titolo=Il giorno che la Rai cominciò le trasmissioni in tv|sito=Il Post|data=3 gennaio 2024|accesso=4 gennaio 2024}}</ref> leggendo un annuncio speciale in diretta dagli studi di Milano.<ref name=":3" /> Alle 14:30 dello stesso giorno,<ref name=":3" /> invece, andò in onda il primo programma televisivo in assoluto, ''[[Arrivi e partenze (programma televisivo)|Arrivi e partenze]]'', condotto da [[Mike Bongiorno]] e [[Armando Pizzo]].<ref name=":0" /><ref name=":3" /> Alle 20:45, venne trasmessa la prima edizione regolare del [[TG1|telegiornale]], diretto da [[Vittorio Veltroni]] e condotto da [[Riccardo Paladini]].<ref name=":3" /> Infine, alle 23:15, andò in onda la prima puntata de ''[[La Domenica Sportiva]]'', il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda.<ref name=":0" /><ref name=":3" /> In quest'ultima trasmissione, condotta da [[Nicolò Carosio]], furono mostrate le prime immagini di una partita, [[Football Club Internazionale Milano|Inter]]-[[Palermo Football Club|Palermo]], che si era conclusa sul 4-0 per i nerazzurri; [[Sergio Brighenti]], autore di una tripletta durante l'incontro, diventò il primo calciatore ospite del programma.<ref name=":3" />
Come conseguenza dell'estensione della propria attività al settore televisivo, il 10 aprile 1954 la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambiò la denominazione sociale in Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A.<ref name=":3" />
L'avvio delle trasmissioni televisive comportò, durante gli anni cinquanta, la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi: ai già esistenti impianti di [[Centro trasmittente di Torino Eremo|Torino-Eremo]], [[Centro trasmittente di Milano|Milano-Corso Sempione]] e [[Centro trasmittente di Monte Mario|Roma-Monte Mario]] si aggiunsero, nel 1953, i centri di [[Centro trasmittente di Monte Penice|Monte Penice]], [[Monte di Portofino|Portofino Vetta]], [[Monte Peglia]] e [[Centro trasmittente di Monte Serra|Monte Serra]],<ref name=":0" /><ref name=":3" /> e nel 1954 [[Monte Venda]],<ref name=":0" /> cosicché nel 1954 era coperto il 36% circa della popolazione.<ref name=":0"/><ref name=":3" /> Nel 1955 venne aggiunto [[Monte Faito]], e nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di [[Monte Argentario]], [[Monte Conero]], [[Monte Nerone]], [[Centro trasmittente di Monte Vergine|Monte Vergine]], [[Monte Caccia]], [[Centro trasmittente di Monte Sambuco|Monte Sambuco]], [[Monte Scuro]], [[Gambarie]], [[Monte Pellegrino]], [[Monte Soro]], [[Centro trasmittente di Monte Limbara|Monte Limbara]] e [[Centro trasmittente di Punta Badde Urbara|Punta Badde Urbara]].<ref name=Annuario1988/>
Fra il 28 e il 29 aprile del 1955, si tenne la prima telecronaca di una seduta parlamentare, in occasione delle [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1955|elezioni del Presidente della Repubblica]] che assegnarono l'incarico a [[Giovanni Gronchi]].<ref name=":3" /> L'anno successivo, i [[VII Giochi olimpici invernali]], disputatisi a [[Cortina d'Ampezzo]], furono i primi a essere trasmessi a un'audience internazionale in [[Eurovisione]]. I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla Rai, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.<ref>{{Cita web|url=http://library.la84.org/6oic/OfficialReports/1956/orw1956.pdf|titolo=VII GIOCHI
OLIMPICI INVERNALI, Rapporto ufficiale|formato=pdf|pp=421, 422|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080410085049/http://library.la84.org/6oic/OfficialReports/1956/or1956w.pdf|urlmorto=no}}</ref>
Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale televisivo.<ref name="ReferenceA" /> Il 3 febbraio la Rai iniziò a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con ''[[Carosello]]'', mentre il 19 dicembre a Roma venne inaugurato lo storico [[Centro di produzione TV Raffaella Carrà|centro di produzione televisivo di via Teulada 66]].
Il 25 novembre 1958, iniziarono le trasmissioni dei corsi di ''[[Telescuola]]'', rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola obbligatoria. A questo programma, nel 1960, si sarebbe affiancato ''[[Non è mai troppo tardi (programma televisivo)|Non è mai troppo tardi]]'', rivolto invece agli adulti analfabeti e condotto dal maestro e pedagogista [[Alberto Manzi]]; si stima che, negli anni, tale programma abbia aiutato circa un milione e mezzo di italiani ad ottenere la licenza elementare.<ref name=":3" />
Nel dicembre 1958 prese il via anche il servizio di [[filodiffusione]], in collaborazione con la SIP. Oltre ai tre canali radiofonici trasmetteva due canali di sola musica, uno di musica leggera e uno di musica classica ("Auditorium").
==== La nascita degli altri canali ====
Nel 1960 debuttò il programma radiofonico ''[[Tutto il calcio minuto per minuto]]'', programma storico tuttora in onda su [[Rai Radio 1]]. Il 4 novembre 1961 [[Rosanna Vaudetti]] inaugurò la seconda rete televisiva, denominata [[Rai 2|Secondo Programma]], oggi Rai 2. Il 21 aprile 1962 venne promulgata una legge che vietava la diffusione di film e di opere teatrali, attraverso radio e televisione, che non avessero ottenuto il permesso del [[Ministero del turismo e dello spettacolo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1962/04/28/062U0161/sg;jsessionid=n7QDNQHUGSuZmNF5rQGbbw__.ntc-as3-guri2a|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526112718/http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1962/04/28/062U0161/sg;jsessionid=n7QDNQHUGSuZmNF5rQGbbw__.ntc-as3-guri2a|urlmorto=no}}</ref> Verso la fine del 1963 iniziarono a Roma le prove di trasmissione della TV a colori con i sistemi [[NTSC]], [[SÉCAM]] e [[PAL (televisione)|PAL]]. Dal gennaio del 1964 in tutta Italia vennero effettuate prove quotidiane per l'industria.<ref name=":0" />
Nel 1965 si tenne per la prima volta in Italia [[Eurovision Song Contest 1965|l'Eurovision Song Contest]], ospitato nell'[[Auditorium Rai di Napoli]]: l'azienda ne curò anche le trasmissioni. Il 3 maggio 1966, su invito della UER, la Rai organizzò delle dimostrazioni di TV a colori con diversi standard per i rappresentanti di UER e OIRT e delle industrie. Il 15 luglio 1967 la Rai partecipò al primo collegamento televisivo satellitare diretto con tutti i continenti. Nel 1968 andò in onda lo sceneggiato ''[[Odissea (miniserie televisiva)|Odissea]]'', prima produzione realizzata a colori. Nel 1965 la Direzionale Generale Rai si sposta nella nuova sede di viale Mazzini nel quartiere [[Prati (rione di Roma)|Prati]] di Roma, primo edificio realizzato interamente in acciaio e vetro progettato dall'architetto [[Francesco Berarducci]], è uno degli edifici più rilevanti dell'architettura italiana del dopoguerra, vincitore del premio Inarch 1965, che diventerà l'immagine stessa della Rai trasmessa ogni giorno di apertura dei telegiornali da allora a oggi.
=== 1970-2000 ===
==== L'espansione territoriale ====
Tra il 1969 e il 1970 la Rai instaurò vari collegamenti satellitari con diversi paesi nel mondo: [[Brasile]], [[Messico]], [[Argentina]], [[Australia]] e [[Giappone]]. Nel maggio 1970 Rai, SIPRA e altri costituirono il [[Pubblicità Progresso|Comitato Pubblicità Progresso]], per campagne pubblicitarie di pubblico interesse. Il 5 maggio 1971 Rai e SIP si impegnarono a diffondere maggiormente la filodiffusione almeno in tutti i capoluoghi di provincia. Il 21 maggio il Ministero della Pubblica Istruzione e la Rai firmarono una convenzione per potenziare le trasmissioni radiotelevisive a carattere formativo, come ''Telescuola''.
[[File:Rai Roma via Teulada.JPG|thumb|upright=1.3|Rai CPTV di Roma, via Teulada 66]]
Nel 1972, i [[Giochi della XX Olimpiade]], tenutisi a [[Monaco di Baviera]], furono trasmessi a colori, dopo parere affermativo del Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, con sistemi PAL e SECAM. Anche quelle di Montréal quattro anni dopo vedranno l'utilizzo di tale tecnica. Il 15 dicembre terminò la concessione dei servizi radiotelevisivi, che venne prorogata di un anno fino all'approvazione della riforma del settore radiotelevisivo. Nella stessa sede si stabilì che il controllo della SIPRA fosse assunto interamente dalla Rai.
Il 20 marzo 1973 ebbero inizio le trasmissioni sperimentali per le persone affette da sordità: queste non erano solo di puro intrattenimento, coprivano anche le informazioni e i problemi di inserimento nella società. Alla fine dell'anno, poiché non era stata ancora varata nessuna legge, venne fatta una proroga della concessione fino all'aprile dell'anno successivo. Arrivati alla scadenza della seconda proroga, tramite decreto legge ratificato successivamente, ne venne emessa un'altra che sarebbe durata fino all'approvazione della riforma del settore e, comunque, non oltre il 30 novembre.<ref>{{Cita web|url=http://www.edizionieuropee.it/LAW/HTML/65/zn98_01_027482.html|titolo=§ 98.1.27482 - D.L. 30 aprile 1974, n. 113. Gestione dei servizi di radiodiffusione circolare, di televisione circolare, di telediffusione su filo e di radiofotografia circolare|accesso=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526041254/http://www.edizionieuropee.it/LAW/HTML/65/zn98_01_027482.html|urlmorto=no}}</ref>
==== La riforma del 1975 ====
Il 14 aprile 1975 viene approvata la Legge n. 103 che portò a una prima [[Riforma della RAI del 1975|riforma della Rai]]: il controllo della società passava dal Governo al [[Parlamento italiano|Parlamento]], attraverso la ''[[Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi]]'', per garantire il pluralismo della società. Venne decisa la realizzazione di una terza rete nazionale da affiancare alle prime due; queste ultime vennero ribattezzate Rete 1 (o TV1) e Rete 2 (o TV2).<ref>{{Cita web|url=http://www.radio.rai.it/storiadellaradio/index.cfm?candidato=storia5.cfm&switch=|titolo=Storia della Radio dal '70 al '90|accesso=4 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120112125056/http://www.radio.rai.it/storiadellaradio/index.cfm?candidato=storia5.cfm&switch=|urlmorto=sì}}</ref> Si sancì, inoltre, che la concessione dovesse essere data a una società per azioni completamente pubblica, quindi le azioni vennero suddivise tra IRI, con il 99,55%, e la SIAE, con lo 0,45%. Infine si stabilì che il consiglio di amministrazione fosse composto da "16 membri, di cui: sei eletti dall'assemblea dei soci; dieci eletti dalla Commissione parlamentare con la maggioranza di tre quinti dei suoi componenti, dei quali 4 scelti sulla base delle designazioni effettuate dai consigli regionali".<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1975-04-17&atto.codiceRedazionale=075U0103&elenco30giorni=false|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526045104/http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1975-04-17&atto.codiceRedazionale=075U0103&elenco30giorni=false|urlmorto=no}}</ref> L'11 agosto, con la nuova convenzione, il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni concesse alla Rai, per sei anni, in esclusiva il servizio radiotelevisivo, mentre il servizio di radiofonia circolare non era in esclusiva.
Per ottemperare agli obblighi di legge, il 30 gennaio 1976 entrarono in funzione le nuove strutture generali. La produzione televisiva venne articolata intorno alle due reti, sulle quali le informazioni erano garantite da TG1 e TG2; i programmi radiofonici furono suddivisi in tre reti con altrettanti giornali radio. Questi erano affiancati dai dipartimenti: trasmissioni scolastiche ed educative per adulti; tribune e accesso; servizi giornalistici e programmi per l'estero.
Il 1º gennaio 1977 si concluse, dopo vent'anni, la rubrica pubblicitaria ''[[Carosello]]''. Un mese più tardi iniziarono ufficialmente le trasmissioni televisive [[Televisione a colori|a colori]], con un ritardo di dieci anni rispetto agli altri paesi europei, e nonostante la Rai tecnicamente fosse già in grado di trasmettere a colori dal 1967<ref>[https://www.rai.it/dl/newsletter/direzionecomunicazione/ContentItem-c5389c3c-5778-4eaf-a43d-7b060bc35466-item.html?renderFullPage Direzione Comunicazione, Relazioni Esterne, Istituzionali e Internazionali]</ref>. Il 15 dicembre 1979 [[Fabiana Udenio]] inaugurò Rete 3 o TV3, rete televisiva inizialmente progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale. Nello stesso periodo fu deliberato l'aumento del capitale sociale da 10 a 40 miliardi di lire.
==== Anni ottanta ====
{{Vedi anche|Dipartimento Scuola Educazione|La piovra (serie televisiva)|Lottizzazione della Rai}}
[[File:DSE RAI - Corso BASIC - 1986.jpeg|miniatura|Corso di programmazione del linguaggio [[BASIC]] e di [[Logica proposizionale|logica applicata all'informatica]], curato dal [[Dipartimento Scuola Educazione]] e trasmesso da Rai Tre nel 1986. La Rai puntò molto su trasmissioni di tipo educativo negli anni '80, facendone una caratteristica distintiva rispetto alle emergenti televisioni private.]]
[[File:Sanremo 1985 - Antonella Ruggiero.jpeg|miniatura|Scenografia di [[Festival di Sanremo 1985|Sanremo 1985]], raffigurante un computer dal cui schermo discende una scalinata. Durante gli anni '80 la Rai ammodernò nettamente i programmi televisivi facendo anche visivamente uso di scenografie orientate al progresso e all'informatica emergente.]]
Negli anni '80 la RAI raggiunge la sua massima espressività su vari fronti (dalla grafica generale al pluralismo d'informazione, all'introduzione delle continue evoluzioni tecniche e sociali, oltre all'educazione continua del popolo, tramite ad esempio le trasmissioni del [[Dipartimento Scuola Educazione]]). A ottobre 1983 vennero rinominati i canali televisivi: Rete 1, Rete 2 e Rete 3 diventarono [[Rai 1|Rai Uno]], [[Rai 2|Rai Due]] e [[Rai 3|Rai Tre]] per evitare che [[Rete 4]], canale nato l'anno prima, fosse scambiato per una quarta rete Rai, e vennero realizzate nuove grafiche. Nello stesso periodo venne realizzato ''Arlecchino'', il primo esperimento Rai di programma in HD. Il 6 dicembre 1984, con un decreto legge, venne modificata la composizione del CdA: la Commissione avrebbe eletto tutti i 15 membri del consiglio di amministrazione; il presidente e il direttore generale sarebbero stati scelti dall'assemblea dei soci.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1984/12/06/084U0807/sg;jsessionid=xMGvZnWkVVKjAgoMS+iPDg__.ntc-as2-guri2a|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=22 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526042100/http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1984/12/06/084U0807/sg;jsessionid=xMGvZnWkVVKjAgoMS+iPDg__.ntc-as2-guri2a|urlmorto=no}}</ref> Si decise inoltre l'aumento di capitale, che triplicò.
Il 1984 è anche l'anno di esordio de ''[[La piovra (serie televisiva)|La piovra]]'', serie andata in onda complessivamente in dieci [[Miniserie televisiva|miniserie]] dal 1984 al 2001. Ancora oggi considerata la [[serie televisiva]] [[italia]]na più famosa nel mondo, le dieci miniserie hanno ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) e sono state esportate con altrettanto successo in oltre 80 nazioni. La serie venne lodata dallo stesso [[Giovanni Falcone]] che si complimentò per l'accuratezza della serie e per il suo dettagliato realismo nel descrivere [[Cosa Nostra]] nel suo insieme e infatti generò parecchie polemiche politiche, nonché fortissime pressioni per far concludere la saga, nonostante questa continuasse ad avere un grandissimo successo di pubblico e critica, anche a livello internazionale.
Sempre nel 1984, dopo una fase sperimentale nel marzo 1981, la Rai attivò il [[Televideo]], il primo [[teletext]] in Italia.
Fino all'inizio degli [[anni '80]] la Rai non trasmetteva 24 ore su 24: c'era una pausa di notte e un'altra dalle 14 circa alle 17 e durante queste pause veniva proiettato il [[monoscopio]]. Si decise di esplorare in maniera definitiva alcune nuove fasce orarie: la trasmissione ''[[Pronto, Raffaella?]]'' fu il primo spettacolo di varietà della fascia del mezzogiorno, divenendo un vero fenomeno dell'epoca pur nella sua breve durata, mentre le trasmissioni mattutine cominciano in maniera definitiva nel 1986 con ''[[Unomattina]]''.
Nel 1987 Rai Tre venne equiparata alle altre due reti, iniziando a trasmettere a livello nazionale; si delineò ancor di più così la lottizzazione dei tre canali televisivi pubblici, rimasta in vigore fino alla fine della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]]: Rai Uno alla [[Democrazia Cristiana|DC]], Rai Due al [[Partito Socialista Italiano|PSI]], Rai Tre al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e i canali Radio Rai al [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]]. DI anno in anno la lotta con le reti [[Fininvest]] diventa sempre più serrata: nella primavera del 1987 si giunse al "terremoto" in casa RAI, ovvero il trasloco dei principali conduttori Rai presso le reti di Berlusconi.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0971_01_1987_0068_0001_23604765/|titolo=Tempesta alla Rai: Baudo e Carrà lasciano|pubblicazione=La Stampa|data=21 marzo 1987|p=1}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,25/articleid,0971_01_1987_0069_0025_13340995/|titolo=Tutte le stelle da un cielo all'altro|pubblicazione=La Stampa|data=22 marzo 1987|p=25}}</ref><ref name=":4">{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0971_01_1987_0064_0023_13336241/|titolo=Rai, ci vuole l'elettroshock contro il varietà demenziale|pubblicazione=La Stampa|data=17 marzo 1987|p=23}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0973_01_1987_0101_0022_13367782/|titolo=Finite le chiacchiere sarà una Rai migliore?|pubblicazione=La Stampa|data=1º maggio 1987|p=21}}</ref> La lotta venne ulteriormente inasprita dall'introduzione dei dati di ascolto [[Auditel]] a fine 1986.<ref name=":4" /> Al [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Festival del cinema di Venezia]] di quell'anno venne presentato, fuori concorso, il film ''[[Giulia e Giulia]]'', il primo lungometraggio al mondo a essere ripreso con telecamere ad alta definizione. A luglio l'azienda iniziò i test sul tratto autostradale tra Firenze e Bologna di un canale radiofonico a [[isofrequenza]], dedicato agli automobilisti.
Alla fine del 1989, finiti i test, partì il [[Isoradio|canale ufficiale]], 24 ore su 24, centrato a 103,3 MHz, con notiziari, musica e messaggi sul traffico curati dalla Società Autostrade.
==== Anni novanta: nuove tecnologie e nuove aziende del gruppo ====
Nel 1990 partirono le sperimentazioni delle trasmissioni satellitari, tramite RaiSat, riguardanti la radio ad alta definizione e i programmi televisivi in alta definizione e multilingua. Dal centro tecnico di produzione radiotelevisivo di [[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes|Saxa Rubra]] vennero diretti i lavori per la trasmissione dei [[Campionato mondiale di calcio 1990|Mondiali di calcio Italia '90]], che rappresentarono la prima comunicazione punto-multipunto di programmi ad alta definizione. Il 6 agosto venne promulgata la ''Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato'' (la cosiddetta [[Legge Mammì]], che avrebbe dovuto recepire la direttiva europea "''[[Televisione senza frontiere]]''" - Direttiva 89/552/CEE - dell'anno prima), con la quale veniva riorganizzato anche il consiglio di amministrazione Rai, che sarebbe stato rinnovato a ogni inizio di legislatura da parte della Commissione di vigilanza.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1990/08/09/090G0270/sg|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526042102/http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1990/08/09/090G0270/sg|urlmorto=no}}</ref>
Nel 1991 la Rai organizzò per la seconda volta l'[[Eurovision Song Contest 1991|Eurovision Song Contest]], tenutosi nel Teatro 15 di [[Cinecittà]] a Roma. Venne inoltre costituita la [[San Marino RTV (azienda)|RTVRSM - Radiotelevisione della Repubblica di San Marino]], della quale la Rai possedeva il 50%. Nel 1995 vennero avviati in [[Valle d'Aosta]] i test del DAB-T, la radio digitale. Con il [[referendum abrogativi in Italia del 1995|referendum del 1995]] venne abrogata la disposizione di legge che riservava esclusivamente alla mano pubblica il possesso delle azioni Rai, tuttavia non si procedette mai alla privatizzazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/quei-referendum-premiati-dal-voto-e-traditi-dal-parlamento|titolo=Quei referendum premiati dal voto e traditi dal Parlamento|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526041824/http://www.radioradicale.it/quei-referendum-premiati-dal-voto-e-traditi-dal-parlamento|urlmorto=sì}}</ref> Nel 1996 l'azienda inaugurò la trasmissione dei programmi televisivi, in tecnica digitale, via satellite Eutelsat [[Hotbird|Hotbird 13°est]].
A febbraio del 1996 la Rai creò il suo primo sito web, ''www.rai.it'' e a fine 1997 lancia i primi canali tematici digitali via satellite: il primo in ordine cronologico fu [[RaiSat 2]], rivolto a un pubblico di ragazzi, che viene lanciato il 29 settembre; [[RaiSat 1]], che si occupa di cultura e spettacolo, viene lanciato il 27 ottobre; ultimo in ordine di tempo, [[RaiSat 3]], dedicato ai programmi di [[Rai Educational]], lanciato 13 ottobre 1997. Un altro canale lanciato in questo arco di tempo è [[UniNettuno University TV|RaiSat Nettuno Lezioni Universitarie]] (le cui trasmissioni iniziarono il 10 novembre) che trasmetteva 24 ore su 24 lezioni universitarie. Nello stesso anno nacquero [[Rai Trade]] S.p.A. (società che, oltre a co-produrre occasionalmente fiction, promuove e commercializza le [[Proprietà intellettuale|proprietà intellettuali]] e diritti Rai incorporando [[Sacis]], [[Rai Eri]] e [[Fonit Cetra]] risultando quindi anche una casa editrice e un'etichetta discografica) diretta dall'Amministratore Delegato Tino Cennamo<ref>{{Cita web|url=https://variety.com/1997/tv/news/italy-s-rai-revamps-melds-sales-wing-111661996/|titolo=Italy’s RAI revamps, melds sales wing|autore=David Rooney|sito=Variety|data=17 novembre 1997|lingua=en|accesso=31 ottobre 2024}}</ref> e [[RaiSat]], la divisione satellitare della Rai, che l'anno successivo venne scorporata come RaiSat S.p.A.
Nello stesso anno la Direzione Rai Cinemafiction (diretta da Sergio Silva) dedita alla produzione di fiction e film, si scinde in due unità completamente diverse tra loro: [[Rai Fiction]] (che, oltre alle serie TV, si dedica - fino al giugno 2017, quando questa attività è confluita in [[Rai Kids|Rai Ragazzi]] - anche della produzione e coproduzione di cartoni animati indirizzati esclusivamente a un target di pubblico di bambini in età scolare e pre-scolare, con un budget dedicato) e [[Rai Cinema]] (quest'ultima destinata a [[esternalizzazione]] in controllata della Rai e con il tempo divenuta uno dei motori dell'industria cinematografica italiana).
Nel 1999, dopo aver creato la Divisione Trasmissione e Diffusione, incorporò la NewCo TD.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.raiway.it/la-nostra-storia#|titolo=Rai Way - La nostra Storia|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526112838/http://www.raiway.it/la-nostra-storia|urlmorto=sì}}</ref> Il 26 aprile venne aperto [[Rai News 24]], il primo canale notiziario italiano a diffusione nazionale a trasmettere in diretta 24 ore al giorno.
=== 2000-oggi: la rivoluzione digitale ===
Nel 2000, a causa della [[liquidazione]] della holding pubblica [[IRI]], il 99,5% delle azioni passarono a Rai Holding S.p.A., in mano al [[Ministero dell'economia e delle finanze|Ministero dell'economia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.economist.com/node/81311|titolo=End of an IRI|sito=The Economist|lingua=en|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526041411/https://www.economist.com/node/81311|urlmorto=no}}</ref> Il 1º marzo [[Rai Way]], grazie all'assorbimento della sezione DTD, divenne operativa.<ref name=":1" /> Nel 2004 le trasmissioni televisive e radiofoniche compirono rispettivamente cinquanta e ottant'anni: per festeggiare questa importante ricorrenza, su [[Rai 1|Rai Uno]], [[Rai 2|Rai Due]] e [[Rai 3|Rai Tre]] andò in onda ''Buon compleanno TV'', uno show celebrativo condotto da [[Pippo Baudo]]. Il 1º dicembre dello stesso anno Rai Holding si fuse con Rai S.p.A. costituendo l'attuale società.[[File:Saxa rubra.jpg|thumb|Rai [[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes|CPTV "Biagio Agnes"]] di Saxa Rubra (Roma)|alt=]]
[[File:RAI sede Salaria.jpeg|thumb|Rai Teche in via Salaria a Roma]]
Il 27 settembre 2005 la Rai creò il proprio canale ufficiale su [[YouTube]],<ref>{{cita web|url=https://it.youtube.com/user/rai|titolo=Il canale YouTube ufficiale della Rai|accesso=22 maggio 2022}}</ref> attraverso il quale iniziarono a essere pubblicati video tratti dal sito ufficiale [[RaiPlay|Rai.tv]] (online da dicembre dello stesso anno), poi quasi completamente eliminati a partire dal 1º giugno 2014 (sia i propri sia quelli caricati da altri utenti). Nel 2007 il ministro delle Comunicazioni [[Paolo Gentiloni]] presentò un [[disegno di legge]], poi non approvato, che avrebbe dovuto riformare interamente il settore radiotelevisivo privato e pubblico, prevedendo, tra le altre cose, il passaggio del controllo dell'azienda pubblica a una fondazione e una riformulazione del consiglio di amministrazione.<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/politica/rai-cda/approvato-ddl/approvato-ddl.html|titolo=Sì del Cdm alla riforma della Rai Una fondazione guiderà la tv pubblica|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526043514/http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/politica/rai-cda/approvato-ddl/approvato-ddl.html|urlmorto=no}}</ref> Fu inoltre posto sotto licenza [[Creative Commons]] una considerevole parte dell'archivio Rai, resa gratuitamente consultabile e riproducibile dal sito Internet.
Il 1º novembre 2006 debuttò [[Rai Yoyo|RaiSat YoYo]] all'interno della piattaforma [[Sky Italia]], nato in seguito alla scissione di [[RaiSat Ragazzi]] in due canali differenti, il secondo dei quali era [[RaiSat Smash Girls|RaiSat Smash]] (per ragazzi fino ai 19 anni). Il 1º giugno 2007 nasce il canale televisivo [[Rai Gulp]] sulle frequenze di [[Rai Doc]] e [[Rai Futura]], emittenti chiuse poco prima del suo lancio.
Il 10 maggio 2008 la Rai presenta l'offerta Digitale Terrestre, composta inizialmente da otto canali, due dei quali già esistenti ([[Rai News 24]] e [[Rai Gulp]]), visibili sia attraverso la tecnologia [[DVB-T]] sia quella [[DVB-S]]. Nello stesso giorno, in occasione del [[Giro d'Italia 2008|91º Giro d'Italia]], partì [[Rai Sport|Rai Sport Più]]. Il [[campionato europeo di calcio 2008]], svoltosi in [[Austria]] e [[Svizzera]], e i [[Giochi della XXIX Olimpiade]] tenutisi a Pechino furono trasmessi sul digitale terrestre in [[16:9]] e, in alcune aree, in [[alta definizione]]. Il 14 luglio nacque [[Rai 4]], canale dedicato a un pubblico giovane.
==== Le nuove strutture ====
Il 2 febbraio 2009, sul [[digitale terrestre]], fu lanciato il canale tematico gratuito [[Rai Storia]]. Il 31 luglio, i canali [[RaiSat]] cessarono le proprie trasmissioni su [[Sky Italia]], sbarcando così sul digitale terrestre e sulla nuova piattaforma satellitare [[Tivùsat]], gestita da [[Tivù (azienda)|Tivù]], società fondata da Rai, [[Mediaset]], [[TIM (azienda)|Telecom Italia]],<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/dl/rai/text/ContentItem-20844e48-74d8-44fe-a6f4-7c224c96e8e4.html|titolo=La storia|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526041948/http://www.rai.it/dl/rai/text/ContentItem-20844e48-74d8-44fe-a6f4-7c224c96e8e4.html|urlmorto=no}}</ref> [[Confindustria Radio Televisioni]] e [[Aeranti-Corallo]]. Gli unici canali del bouquet RaiSat a non sbarcare sulle nuove piattaforme furono [[RaiSat Smash Girls]] e [[RaiSat Gambero Rosso]], il primo chiuso mentre il secondo passato sotto la diretta gestione di Sky. Il 1º novembre la Rai iniziò a trasmettere gli spot pubblicitari in 16:9.
Nella prima metà del decennio, l'azienda viene riorganizzata con una serie di nuove [[Strutture Rai|divisioni e testate]] dedicate, ognuna delle quali si occupa di una specifica funzione: [[Rai Sport]] (che gestisce i canali sportivi [[Rai Sport|Rai Sport 1]] e [[Rai Sport 2]], quest'ultimo chiuso nel 2017), [[Rai Gold]] (che gestisce i canali tematici dedicati a cinema e serie televisive [[Rai 4]], [[Rai Premium]] e [[Rai Movie]]) e [[Rai Kids|Rai Ragazzi]] (che gestisce [[Rai Gulp]] e [[Rai Yoyo]] oltre alla produzione di programmi per bambini e giovani e, a partire dal 2017, la produzione di [[cartoni animati]]) vengono create nel 2010; [[Rai News]] (che si occupa dell'informazione Rai e della gestione del canale all-news [[Rai News 24]], del portale on-line ''Rainews.it'' e del servizio [[teletext]] [[Televideo]]) nel 2013 e [[Rai Cultura]] (già Rai Educational fino al 2014, al cui bouquet di canali si è aggiunto [[Rai 5]]) che si vanno ad affiancare [[Rai Radio]], [[Rai Teche]], [[Rai Vaticano]], [[Rai Quirinale]], [[Rai Fiction]] e alla struttura temporanea [[Strutture Rai#Rai Expo|Rai Expo]].
Il 18 maggio 2010, dopo 10 anni, l'azienda rinnovò la propria immagine grafica, realizzata insieme a Frame by Frame, con nuovi loghi e nuove animazioni per i canali generalisti e tematici, e contemporaneamente i canali già [[RaiSat]] passarono sotto la gestione diretta della Rai. Il 26 novembre debuttò [[Rai 5]], canale culturale che prese il posto di [[Rai Extra]].<ref>{{cita web|url=http://www.sorrisi.com/2010/05/03/tredici-canali-restyling-del-logo-alta-definizione-ecco-la-nuova-rai/|titolo=13 canali, restyling del logo, alta definizione: ecco la nuova Rai| urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100922113127/http://www.sorrisi.com/2010/05/03/tredici-canali-restyling-del-logo-alta-definizione-ecco-la-nuova-rai/ |data=22 settembre 2010 }}</ref>
Il 23 febbraio 2011 viene firmato l'Atto di fusione per l'incorporazione di [[Rai Trade]] in Rai.<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/dl/bilancio2010/ita/relazione/trade.htm|titolo=RAI - Bilancio 2010|accesso=14 gennaio 2018}}</ref> Nel novembre dello stesso anno viene trasmesso ''[[Il più grande spettacolo dopo il weekend]]'' condotto da [[Fiorello]], prima trasmissione dal vivo in studio a essere trasmessa in [[HDTV|alta definizione]] dalla Rai, che nella sua ultima puntata raggiunge 13.401.000 telespettatori con il 50,22% di ''[[Audience#Share|share]]'' arrivando a toccare il 61,55%.
Il 4 luglio 2012, così come le altre emittenti italiane, la Rai spense definitivamente tutti i canali analogici risultando disponibile solo sul [[digitale terrestre]], sul satellite (con alcuni canali e programmi visibili solo con il decoder [[Tivùsat]]) oltre che in streaming via web. Il 31 dicembre, il [[TG2]] fu il primo delle tre TV generaliste a essere trasmesso in [[16:9]]. L'anno successivo iniziarono i test dello standard [[DVB-T2]].<ref>{{cita web|url=http://www.ufficiostampa.rai.it/mb_index.aspx?file=mb_73612.html|titolo=Ufficio stampa Rai|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150130212324/http://www.ufficiostampa.rai.it/mb_index.aspx?file=mb_73612.html}}</ref> Nel 2014 le trasmissioni televisive della Rai compirono 60 anni e quelle radiofoniche 90. Su [[Rai 1]] andò in onda una puntata speciale di ''[[Techetechetè]]'' per festeggiare il sessantenario. Inoltre il [[TG1]] e il [[TG3]] iniziarono a trasmettere in 16:9 e in HD.
Nel 2015 venne lanciato il nuovo portale Rai dedicato ai giovani. Il 23 luglio il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, annunciò il lancio di tre nuove reti radiofoniche, Rai Radio 6 Teca, Radio 7 Live (dal 7 settembre) e Rai Radio 8 Opera (dal 6 agosto), e il cambio di nome di altre due reti: Rai Radio FD4 sarebbe diventata Rai Radio 4 Light e Rai Radio FD5 sarebbe diventata Rai Radio 5 Classica. Le radio vennero rese disponibili sul DAB+, sul satellite (tivùsat) e sul sito web della Rai.<ref>{{Cita web|url = http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/doc/1437641200126_radio_loghi.pdf|titolo = La nuova offerta Radio Rai per il Dab+ e il web|editore=Rai|data = 23 luglio 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151225100729/http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/doc/1437641200126_radio_loghi.pdf|urlmorto = no}}</ref>
Nel 2016 vengono ristrutturati e ammodernati gli studi radiofonici e le sale di via Asiago 10 e del [[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes|centro di produzione di Saxa Rubra]]: regie video, ledwall e apparati tecnologici all'avanguardia danno vita alle nuove dirette “radiotelevisive” sul web.
==== Il nuovo canone e il digitale terrestre di nuova generazione ====
Nel 2016 entrò in vigore la nuova riscossione del "canone RAI", accorpato nella bolletta elettrica; il provvedimento governativo era stato introdotto nella legge di stabilità 2016.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-10-22/un-solo-canone-rai-famiglia-ma-evasione-diventa-piu-difficile-150958.shtml?uuid=ACAoQPLB&refresh_ce=1|titolo=Canone in bolletta, come si pagherà e chi ne sarà escluso|pubblicazione=Il Sole 24 ORE|accesso=25 maggio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180526041440/http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-10-22/un-solo-canone-rai-famiglia-ma-evasione-diventa-piu-difficile-150958.shtml?uuid=ACAoQPLB&refresh_ce=1|urlmorto=no}}</ref> Dal 1º maggio [[Rai Yoyo]], [[Rai 5]] e [[Rai Storia]] furono le prime reti televisive italiane a trasmettere senza interruzioni pubblicitarie. Il 28 maggio venne cancellata, dopo 62 anni, la figura della ''[[signorine buonasera|signorina buonasera]]''. In occasione dei [[XXXI Giochi olimpici]] di [[Rio de Janeiro]], la Rai offre una copertura con tre canali televisivi in HD (Rai 2 e i canali Rai Sport) disponibili su DTT, Sky e Tivùsat, un sito internet e un'app che coprono ogni evento prodotto dall'OBS. Il 12 settembre 2016 andò online [[RaiPlay]] e vi furono vari cambiamenti grafici, per le prime quattro reti, e ai canali disponibili: partì Rai 5 HD, Rai Sport 2 HD terminò la programmazione e le versioni in HD dei tre canali generalisti arrivarono anche sul digitale terrestre.
Il 1º gennaio 2017 fu abbandonato il [[segnale orario]] (solo in TV), in quanto, a causa del nuovo segnale digitale, la cui trasmissione avviene via satellite, l'orario arriverebbe con un ritardo di due secondi, non garantendo dunque una certa precisione nel conteggio dei minuti.<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/12/18/societa/il-dicembre-la-rai-d-laddio-al-segnale-orario-HEAHa5wBBeRDuNgnFsuDCI/pagina.html|titolo=Il 31 dicembre la Rai dà l’addio al segnale orario|accesso=5 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170106104846/http://www.lastampa.it/2016/12/18/societa/il-dicembre-la-rai-d-laddio-al-segnale-orario-HEAHa5wBBeRDuNgnFsuDCI/pagina.html|urlmorto=no}}</ref> Il 4 gennaio si ampliò l'offerta televisiva in HD attraverso la piattaforma [[Tivùsat]]: furono attivati Rai News 24 HD, Rai Storia HD, Rai Scuola HD, Rai Gulp HD e Rai Yoyo HD.<ref>{{Cita web|url=http://www.eurosat-online.it/nuovi-canali-rai-hd-su-tivusat/|titolo=RAI HD, nuovi canali su Tivùsat|accesso=5 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170106173314/http://www.eurosat-online.it/nuovi-canali-rai-hd-su-tivusat/|urlmorto=no}}</ref> Il 5 febbraio fu spenta Rai Sport 2 mentre Rai Sport 1 divenne Rai Sport nella versione standard, spostandosi al canale 58. Rai Sport 1 HD, posizionato al canale 557, diventò Rai Sport + HD e passò al canale 57. Inoltre i loghi di tutte le reti vennero spostati nell'angolo superiore sinistro del teleschermo come già in uso da settembre 2016 per le prime quattro reti. Il 10 aprile si completò il restyling delle reti televisive con l'estensione a quelle tematiche ad eccezione di [[Rai News 24]] (che avrebbe subito un restyling solo cinque anni più tardi). Il 12 giugno si inaugurò il decimo canale radio nazionale, [[Rai Radio Kids]] — che sostituiva Rai Radio 8 Opera — dedicato ai bambini dai 2 ai 10 anni senza pubblicità<ref>{{Cita web|url=http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/CARTOONS-ON-THE-BAY2007-RAI-RADIO-KIDS-713ecb80-2fcf-4c7b-be28-ff781955c25d.html|titolo=NASCE RAI RADIO KIDS|accesso=7 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170408171302/http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/CARTOONS-ON-THE-BAY2007-RAI-RADIO-KIDS-713ecb80-2fcf-4c7b-be28-ff781955c25d.html|urlmorto=no}}</ref> e, contestualmente, furono rinominate Rai Radio 4 Light in [[Rai Radio Tutta Italiana]], Rai Radio 5 Classica in Rai Radio Classica (divenuta dal 1º gennaio 2020 [[Rai Radio 3 Classica]]), Rai Radio 6 Teca in [[Rai Radio Techete']] e Rai Radio 7 Live in Rai Radio Live (dal 2023 [[Rai Radio Live Napoli]]). Il 19 dicembre nacque [[RaiPlay Sound|RaiPlay Radio]], la nuova piattaforma internet per ascoltare tramite web e app dedicata i dieci canali radio Rai.<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Nasce-RaiPlay-Radio-10-canali-radiofonici-in-una-unica-app-96e840f7-ec92-46c2-be3f-3b291e1d2194.html|titolo=Nasce RaiPlay Radio: 10 canali radiofonici in un'unica app|sito=Rainews|accesso=25 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171225204129/http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Nasce-RaiPlay-Radio-10-canali-radiofonici-in-una-unica-app-96e840f7-ec92-46c2-be3f-3b291e1d2194.html|urlmorto=no}}</ref>
Il 14 giugno 2018, in occasione dei [[Campionato mondiale di calcio 2018|Campionati mondiali di calcio in Russia]], nasce Rai Radio 1 Sport con un palinsesto tutto sportivo e il 21 successivo Rai Radio 2 Indie, canale dedicato alla musica rock e alternative, pop italiana e agli eventi live. I canali radiofonici della radiotelevisione pubblica italiana aumentano a 12.<ref>{{Cita web|url=https://www.digital-news.it/news/internet-tv/44779/radio-rai-sempre-piu-digital-arrivano-due-nuovi-canali-radio1-sport-e-radio2-indie|titolo=Radio Rai sempre più digital, arrivano due nuovi canali Radio1 Sport e Radio2 Indie|accesso=8 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180608092119/https://www.digital-news.it/news/internet-tv/44779/radio-rai-sempre-piu-digital-arrivano-due-nuovi-canali-radio1-sport-e-radio2-indie|urlmorto=no}}</ref> Il 13 settembre 2018 [[Rai 4]] esce dalla piattaforma a pagamento [[Sky Italia|Sky]], rimanendo visibile via satellite solo su [[Tivùsat]]. Il 27 settembre 2018 [[Marcello Foa]] viene nominato nuovo presidente della Rai.
Il CdA, con l'approvazione del budget 2019 e del piano industriale 2019/2021,<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2019/03/Cda-Rai-Approvato-il-Piano-industriale-2019-2021--468bf6f7-3f7b-4c83-8c35-003f579fe5c7.html|titolo=Cda Rai: Approvato il Piano industriale 2019-2021|sito=RAI Ufficio Stampa|accesso=27 dicembre 2020}}</ref> avvia la creazione di due nuovi comparti dell'azienda, ossia Rai Documentari e Rai Sviluppo Nuovi Formati: il primo ha lo scopo di valorizzare il genere [[documentario]], in ottemperanza al [[Contratto di servizio Rai|contratto di servizio]] che impone di sostenere e supportare lo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, mentre il secondo s'inquadra invece in un progetto di stimolo alla creazione di contenuti originali e innovativi sul modello di [[Rai Fiction]] attraverso la realizzazione di prototipi e numeri zero. In ottemperanza al contratto di servizio viene anche proposto l'espansione dell'offerta con un canale in inglese (Rai English) e uno di natura istituzionale (Rai Istituzioni). Per quanto concerne la parte relativa all'informazione, il Piano si articola in tre fasi: la prima prevede il rafforzamento di un polo [[all-news]] con la creazione di una testata digitale; la seconda contiene il potenziamento della testata digitale con lo sport e l'informazione istituzionale; la terza fase realizzerà l'integrazione dei poli informativi in una newsroom di flusso pur mantenendo i brand di punta dell'informazione Rai rafforzandone la loro storica identità.<ref>{{Cita web|url=https://www.primaonline.it/2019/01/24/283779/rai-ecco-il-piano-di-salini-nascono-rai-format-e-rai-doc-canale-in-inglese-testata-digitale-e-news-room-di-flusso-nuova-struttura-per-format-digitali/|titolo=Rai, ecco il piano Salini: nascono Rai Format e Rai Doc; in arrivo canale inglese, testata digitale, news room, struttura format digitali|sito=Prima Comunicazione|data=24 gennaio 2019|accesso=27 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.miamarket.it/it/nasce-rai-doc-e-rai-format/|titolo=Nascono Rai Doc e Rai Format|sito=MIA|data=18 febbraio 2019|accesso=27 dicembre 2020}}</ref> Sarà centrale il ruolo di [[RaiPlay]], che si trasformerà in una piattaforma in grado di produrre contenuti esclusivi e nativi digitali, utilizzando le nuove tecnologie. Al riguardo, il piano prevede la creazione di una nuova struttura interna all'azienda dedicata ai nuovi format contemporaneamente al potenziamento del [[Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai|CRIT]] (Centro ricerche e innovazione tecnologiche) di Torino.<ref>{{Cita web|autore=Marco Leardi|url=https://www.davidemaggio.it/archives/170534/rai-piano-industriale-20192021-arrivano-rai-format-rai-doc-e-il-canale-in-inglese-ecco-i-dettagli|titolo=Rai, piano industriale 2019/2021: arrivano Rai Format, Rai Doc e il canale in inglese. Ecco i dettagli|sito=Davide Maggio|data=25 gennaio 2019|accesso=8 luglio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190204082513/https://www.davidemaggio.it/archives/170534/rai-piano-industriale-20192021-arrivano-rai-format-rai-doc-e-il-canale-in-inglese-ecco-i-dettagli|dataarchivio=4 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2019/01/CONTENUTI-E-WEB-AL-CENTRO-DEL-NUOVO-PIANO-INDUSTRIALE-20192021-2583832b-3527-428c-8e24-2b4256be38b8.html|titolo=Rai: contenuti e web al centro del nuovo piano industriale 2019-2021|sito=RAI Ufficio Stampa|accesso=2 gennaio 2021}}</ref>
Nel 2020, per far fronte alle difficoltà per la didattica generate dalla [[pandemia di COVID-19]], Rai Cultura in collaborazione con il [[Ministero dell'istruzione]] lancia l'offerta didattica multimediale de ''La scuola non si ferma''. Dal 18 dicembre vengono diffusi via satellite [[Eutelsat Hot Bird 13C]], all'interno della piattaforma [[Tivùsat]], tutte le 23 versioni regionali di [[Rai 3]];<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/12/La-televisione-del-futuro-parte-dal-satellite-ecco-cosa-bisogna-sapere-per-vedere-i-23-TG-Regionali-Rai-in-arrivo-il-prossimo-18-dicembre-aa6de625-155b-4cdb-9491-30445069e2f1-ssi.html|titolo=La televisione del futuro parte dal satellite: ecco cosa bisogna sapere per vedere i 23 TG Regionali Rai in arrivo il prossimo 18 dicembre}}</ref> sempre il 18 dicembre, avviene una massiccia riorganizzazione dei trasponder Rai: dai quattro trasponder in cui la Rai trasmetteva (due in DVB-S e due in DVB-S2) ne rimangono tre (uno in DVB-S e due in DVB-S2).
Il 20 ottobre 2021 comincia la prima fase della transizione alla nuova TV digitale terrestre. I canali tematici ([[Rai 4]], [[Rai 5]], [[Rai Movie]], [[Rai Premium]], [[Rai Storia]], [[Rai Sport]], [[Rai Scuola]], [[Rai Gulp]] e [[Rai Yoyo]]) vengono convertiti al formato [[MPEG-4]]. Inoltre, Il [[RAI Mux 2|Mux 2]] viene dismesso e i servizi vengono trasferiti sui due rimanenti multiplex nazionali.
Il 14 dicembre 2021, in seguito a una riorganizzazione delle frequenze, vengono eliminate da Tivùsat le versioni standard Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Premium, Rai Storia, Rai Sport, Rai Scuola, Rai Gulp e Rai Yoyo, che rimangono dunque visibili solo in HD; di conseguenza anche su Sky approdano Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai Gulp, Rai Sport, Rai News 24, Rai Scuola e Rai Storia in alta definizione al posto delle versioni standard.
Nel 2022 la Rai organizza la 66ª edizione dell'[[Eurovision Song Contest 2022|Eurovision Song Contest]], tenutosi nel [[Palasport Olimpico|PalaOlimpico]] di Torino; nello stesso anno il CdA ha deliberato all'unanimità l'attuazione del modello organizzativo per Generi.<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Cda-Rai-via-libera-a-modello-organizzativo-per-generi-cc5f35b5-85ea-4119-9e07-011fc24084e9.html|titolo=Cda Rai, via libera a modello organizzativo per Generi|sito=rainews|accesso=18 giugno 2022}}</ref>
Il contratto di servizio del 3 ottobre 2023 prevede che la RAI dal 10 gennaio 2024 dedichi uno dei suoi tre multiplex alle trasmissioni in DVB-T2.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/2023/11/15/news/rai_nuovo_digitale_terrestre_televisori_ricevere_segnale-420419531/|titolo=Rai, alcuni canali tv nel nuovo digitale terrestre. “Ma 19 milioni di persone non li vedranno”}}</ref>
Dal 28 agosto 2024 entra in funzione il digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) in Italia con la conversione del Mux B.<ref>{{cita web|url=https://www.dday.it/redazione/49418/il-28-agosto-rai-accende-il-dvb-t2-le-prime-sperimentazioni-gia-martedi-28-maggio|titolo=Nuovo digitale terrestre dal 28 agosto 2024}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.superguidatv.it/nuovo-digitale-terrestre-cosa-cambia-dal-28-agosto-2024/|titolo=Nuovo digitale terrestre: cosa cambia}}</ref> I canali Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual diventano visibili esclusivamente in DVB-T2 passando con l'occasione all'alta definizione, mentre i canali Rai 1 HD, Rai 2 HD e Rai 3 HD nazionale, Rai 4 HD, Rai News 24 HD e Rai Premium HD vengono diffusi anch'essi in alta definizione in DVB-T2, rimanendo comunque visibilli anche in DVB-T, con Rai 4, Rai News 24 e Rai Premium sempre in definizione standard.<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/corporate/2024/le-novita-tecnologiche-della-tv|titolo=Le novità tecnologiche della TV|sito=rai.it|accesso=19 agosto 2024}}</ref>
== Aree operative ==
La società presenta sei aree operative principali.<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/dl/doc/1501715645180_MOGC%20Rai_Parte%20Generale%20finale_luglio2017.pdf|titolo=Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001 Parte Generale|pp=14, 15|accesso=6 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180612140255/http://www.rai.it/dl/doc/1501715645180_MOGC%20Rai_Parte%20Generale%20finale_luglio2017.pdf|urlmorto=no}}</ref>
* '''Editoriale e Testate''' si occupa delle attività editoriali e giornalistiche del settore radio televisivo. Inoltre, attraverso [[Rai Cinema]] valorizza i diritti commerciali delle proprie produzioni.
* '''Tecnologia e Produzione''', coordinata dal Chief Technology Officer, studia e sviluppa il comparto delle tecnologie, attraverso il Centro ricerche e innovazione tecnologica, gestisce le frequenze del digitale terrestre e satellitari, ma non gestisce né sviluppa la rete, che è affidata a [[Rai Way]].
* '''Finanza e Pianificazione''', a capo della quale vi è il Chief Financial Officer, gestisce, attraverso delle direzioni, gli aspetti amministrativi ed economico-finanziari; tra questi ci sono il coordinamento delle sedi regionali ed estere e la gestione del canone e dei beni immobili.
* '''Chief Digital Officer''' dirige le direzioni ''Digital, Teche'' e la ''Struttura Servizi di Pubblica Utilità''.
* '''Pubblicità e Commerciale''' supervisiona l'operato delle controllate [[Rai Pubblicità]], per la raccolta pubblicitaria, e [[Rai Com]], per la valorizzazione delle produzioni Rai.
* '''Corporate e Supporto''' racchiude la gestione delle risorse umane e dello staff del Direttore Generale, le direzioni che si occupano delle relazioni esterne, Istituzionali e internazionali, l'ufficio legale e la sezione legata alla sicurezza. Si occupa anche dei diritti sportivi.
== Canali ==
=== Televisivi ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
!rowspan="2" |Logo
!rowspan="2" |Nome
!rowspan="2" |Data di lancio
! colspan="3" |[[Logical channel number|LCN]]
! colspan="2" |Streaming
|-
![[Televisione digitale terrestre|Digitale terrestre]]
![[Tivùsat]]
![[Sky Italia]]
![[RaiPlay]]
![[Rai TV+]]
|-
|
|
|3 gennaio 1954
|1 '''[[HDTV|HD]]''' e 501 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''
|1 [[HDTV|'''HD''']]
|101 [[HDTV|'''HD''']]
| colspan="2" rowspan="14" |{{SI}}
|-
|
|
|4 novembre 1961
|2 '''[[HDTV|HD]]''' e 502 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''
|2 [[HDTV|'''HD''']]
|102 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
|
|
|15 dicembre 1979
|3 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''<br/>103 '''[[HDTV|HD]]''' e 503 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''
|3 [[HDTV|'''HD''']]
|103 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
|
|
|14 luglio 2008
|21 '''[[HDTV|HD]]''' '''[[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''/'''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''<br/>521 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|10 '''[[HDTV|HD]]'''
| rowspan="4" |{{NO}}
|-
|
|
|26 novembre 2010
|23 '''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''<br/>523 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|13 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
|
|
|1º luglio 1999
|24 '''[[HDTV|HD]]''' 524 '''[[HDTV|HD]]''' '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|14 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align
|
|31 luglio 2003
|25 '''[[HDTV|HD]]''' '''[[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''/'''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''<br />525 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|15 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align
|
|1º giugno 2007
|42 '''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''<br />542 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|42 '''[[HDTV|HD]]'''
|807 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align
|
|1º novembre 2006
|43 '''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''<br />543 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|43 '''[[HDTV|HD]]'''
|{{NO}}
|-
| align
|
|26 aprile 1999
|48 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]/[[SDTV|SD]]'''<br />548 '''[[Televisione a definizione standard|SD]]'''
|24 '''[[HDTV|HD]]'''
|508 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align
|
|2 febbraio 2009
|54 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''<br />554 '''[[HDTV|HD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|23 '''[[HDTV|HD]]'''
|805 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align="left" |[[File:Rai Sport - Logo 2022.svg|63x63px]]
|
|1º febbraio 1999
|58 '''[[HDTV|HD]]''' 558 '''[[HDTV|HD]]''' '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|21 '''[[HDTV|HD]]'''
|227 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align="left" |[[File:Rai Scuola - Logo 2017.svg|73x73px]]
|'''[[Rai Scuola]]'''
|19 ottobre 2009
|57 '''[[HDTV|HD]]''' 146 [[HDTV|'''HD''']] '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|26 '''[[HDTV|HD]]'''
|806 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
| align="left" |[[File:Rai Radio 2 - Logo 2017.svg|80x80px]]
|[[Rai Radio 2#Versione visual|'''Rai Radio 2 Visual''']]
|28 settembre 2020
|202 '''[[HDTV|HD]] [[High Efficiency Video Coding|HEVC]]'''
|202 '''[[SDTV|SD]]'''
|{{NO}}
|}
==== In ultra alta definizione ====
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
!rowspan="2" |Logo
!rowspan="2" |Nome
!rowspan="2" |Data di lancio
! colspan="2" |[[Logical channel number|LCN]]
! colspan="2" |Streaming
|-
![[Televisione digitale terrestre|Digitale terrestre]]
![[Tivùsat]]
![[RaiPlay]]
![[Rai TV+]]
|-
|align="left" |[[File:Rai 4K - Logo 2017.svg|46x46px]]
|'''[[Rai 4K]]'''
|29 giugno 2016
|101 '''[[4K|UHD]] ([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|210 '''[[4K|UHD]]'''
| colspan="2" |{{SI}}
|}
====
{| class="wikitable" style="
!rowspan="2" |Logo
!rowspan="2" |Nome
!rowspan="2" |Data di lancio
!colspan="1" |Disponibilità
! colspan="2" |Streaming
|-
!Satellite
![[RaiPlay]]
![[Rai TV+]]
|-
|
|
|1º gennaio 1992
|colspan="1" rowspan="2" |{{SI}}
| colspan="2" rowspan="2" |{{NO}}
|-
|
|
|5 maggio 2013
|}
==== Regionali ====
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! rowspan="2" |Logo
! rowspan="2" class="unsortable" |Nome
! colspan="2" |[[Logical channel number|LCN]]
! colspan="2" |Streaming
|-
![[Televisione digitale terrestre|Digitale terrestre]]
![[Tivùsat]]
![[RaiPlay]]
![[Rai TV+]]
|-
|[[File:Rai 3 Abruzzo - Logo 2016.png|83x83px]]
|
|3 e 816 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|316 '''[[HDTV|SD]]'''
| rowspan="27" |{{NO}}
| rowspan="27" |{{SI}}
|-
|
| rowspan="2" |'''
| rowspan="2" |3 e 806 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
| rowspan="2" |306 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|
|-
|[[File:Rai 3 Basilicata - Logo 2016.png|92x92px]]
|
|3 e 820 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|320 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Calabria - Logo 2016.png|87x87px]]
|
|3 e 821 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|321 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Campania - Logo 2016.png|97x97px]]
|
|3 e 818 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|318 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Emilia Romagna - Logo 2016.png|91x91px]]
|
|3 e 811 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|311 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Friuli Venezia Giulia - Logo 2016.png|115x115px]]
|
|3 e 809 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|309 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Bis FJK Logo 2016.svg|34x34px]]
|
|3 e 810 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|310 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Lazio - Logo 2016.png|69x69px]]
|'''Rai 3 TGR Lazio'''
|3 e 815 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|315 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Liguria - Logo 2016.png|78x78px]]
|
|3 e 803 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|303 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Lombardia - Logo 2016.png|98x98px]]
|
|3 e 804 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|304 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Marche - Logo 2016.png|81x81px]]
|
|3 e 813 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|313 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Molise - Logo 2016.png|75x75px]]
|
|3 e 817 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|317 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Piemonte - Logo 2016.png|90x90px]]
|
|3 e 802 '''[[HDTV|HD]]'''
|302 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|
|3 e 819 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|319 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Sardegna - Logo 2016.png|91x91px]]
|'''Rai 3 TGR Sardegna'''
|3 e 822'''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|322 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Sicilia - Logo 2016.png|73x73px]]
|'''Rai 3 TGR Sicilia'''
|3 e 823 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|323 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai Südtirol - Logo 2019.svg|83x83px]]
| rowspan="3" |'''[[Rai 3 Südtirol]]'''
| rowspan="3" |3 e 808 '''[[HDTV|HD]]'''
| rowspan="3" |308 '''[[HDTV|HD]]'''
|-
|[[File:Rai Alto Adige - Logo 2018.svg|83x83px]]
|-
|[[File:Rai Ladinia - Logo 2018.png|75x75px]]
|-
|[[File:Rai 3 Toscana - Logo 2016.png|85x85px]]
|'''Rai 3 TGR Toscana'''
|3 e 812 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|312 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Trentino - Logo 2016.png|84x84px]]
|'''Rai 3 TGR Trentino'''
|3 e 807 '''[[HDTV|HD]]''' e '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|307 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Umbria - Logo 2016.png|80x80px]]
|'''Rai 3 TGR Umbria'''
|3 e 814 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
|314 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai 3 Valle d'Aosta - Logo 2016.png|109x109px]]
| rowspan="2" |'''Rai 3 TGR Valle d'Aosta'''
| rowspan="2" |3 e 801 '''[[HDTV|HD]]/[[SDTV|SD]]'''
| rowspan="2" |301 '''[[SDTV|SD]]'''
|-
|[[File:Rai Vallée d'Aoste.png|70px]]
|-
|[[File:Rai 3 Veneto - Logo 2016.png|77x77px]]
|'''Rai 3 TGR Veneto'''
|3 e 805 '''[[HDTV|HD]]'''
|305 '''[[SDTV|SD]]'''
|}
Dal 18 dicembre 2020 i due canali Rai 3 TGR Südtirol (Rai Südtirol) e Rai 3 TGR Friulanija Julijska Krajina (Rai 3 BIS) sono visibili su tutto il territorio nazionale tramite la piattaforma satellitare Tivùsat, rispettivamente alle numerazioni LCN 308 e 310. Sono trasmesse in definizione standard ma visibili solo con dispositivi abilitati alla ricezione di canali in alta definizione.
{{vedi anche|#Le minoranze linguistiche e le regioni autonome}}
==== Solo sul web ====
Sul portale [[RaiPlay]] sono disponibili i canali RaiPlay Sport, che vengono attivati in caso di eventi sportivi di particolare importanza.
==== Partecipazioni ====
* [[Euronews]], partecipa al capitale della società [[Euronews (azienda)|Euronews S.A.]] editrice del canale televisivo multilingue omonimo, tematico all news, diffuso dai satelliti Astra ed Eutelsat Hot Bird, in streaming sul sito dell'emittente e su quello della Rai nonché all'interno delle piattaforme satellitari [[Tivùsat]] e [[Sky Italia]]. [[Rai 1]] trasmetteva Euronews in simulcast in una fascia del palinsesto mattutino (tra le 5:00 e le 6:00), ora dedicato a Rai News 24;
* [[San Marino RTV (azienda)|San Marino RTV]], dal 1991 partecipa congiuntamente alla ERAS, con un capitale sociale sottoscritto al 50%, alla realizzazione del canale televisivo nazionale pubblico della piccola repubblica del Titano. Il direttore generale della televisione di Stato sammarinese è solitamente un manager Rai;
* [[Camera dei deputati (rete televisiva)|Camera dei deputati TV]], attraverso Rai Way trasmette le sedute della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]], il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dalla Camera dei Deputati ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare;
* [[Senato della Repubblica (rete televisiva)|Senato della Repubblica TV]], attraverso Rai Way trasmette le sedute del [[Senato della Repubblica]], il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dal Senato della Repubblica ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare.
====
Nei primi anni di trasmissione regolare, i programmi partivano intorno alle 17:30 e si concludevano verso le 23:30 (fino al 1957 vi era una pausa nella fascia oggi definita 'preserale'). Nei giorni festivi l'inizio era anticipato alle 11:00, con un'interruzione dalle 12:00 alle 15:00 circa.
Dal 15 gennaio 1968 le trasmissioni del Programma Nazionale cominciarono verso le 12:30, ad eccezione della domenica, in cui l'orario di inizio era anticipato alle 11:00. I programmi venivano sospesi dalle 14:00 alle 17:00 e proseguivano sino alle 23:30 circa. Nelle estati dal 1961 al 1980 la pausa pomeridiana durava fino alle ore 18:15 (nell'estate 1975 fino alle ore 18:30, a meno che non venissero trasmessi particolari eventi). Durante il periodo dell'[[austerity]] (tra dicembre 1973 e buona parte del 1974), indetto dal Governo Italiano, le trasmissioni si concludevano entro le ore 23:00.
Tale orario di chiusura era valido anche per il Secondo Canale, dove i programmi andavano tuttavia in onda dalle 21:00 fino al 1967, quando l'orario di inizio trasmissioni fu anticipato attorno alle ore 18:00, con una pausa tra le ore 19:30 e le 21:00. Dalla primavera del 1971 fino al 1973 le trasmissioni furono posticipate alle ore 21. Dal 1973 all'autunno del 1976 l'orario fu nuovamente anticipato a un orario variabile tra le ore 18:00 e le 19:00. Dal 25 ottobre 1976 l'orario fu anticipato alle ore 12:30, con una pausa dalle ore 14:00 alle 17:00 (tranne nelle estati 1977 - 1980 dove la pausa durava fino alle 18:15).
Durante i primi anni di trasmissione, i programmi della Rete 3 iniziavano intorno alle 18:30 e si concludevano verso le 22:30. Successivamente l'orario si uniformò a quello degli altri due canali.
A cominciare dai primi anni ottanta ci furono diversi cambiamenti. Il primo fu l'eliminazione della pausa fra le 14:00 e le 17:00, avvenuta ufficialmente il 5 ottobre 1980 (eccetto nelle estati del 1981 e del 1982, dove ancora vigeva la pausa pomeridiana, stavolta però fino alle ore 17). L'orario di chiusura fu fissato per l'una di notte (rimanendo sostanzialmente invariato nel corso del tempo), quello di apertura fu inizialmente confermato alle 12:30, salvo la domenica in cui fu anticipato alle 10:00. A partire dal 3 ottobre 1983, l'inizio delle trasmissioni nei giorni lavorativi fu fissato per le 12:00 con l'avvio del programma ''[[Pronto, Raffaella?|Pronto Raffaella?]]'' condotto da [[Raffaella Carrà]]. Il 22 dicembre 1986, con l'introduzione delle fasce mattutine, Rai 1 anticipò l'inizio delle trasmissioni alle 7:00. Questo cambiamento interessò anche Rai 2 che, a partire dal 26 ottobre 1987, anticipò il proprio orario di apertura delle trasmissioni alle 8:00. Rai 3, che inizialmente aveva gli stessi orari del secondo canale, vide variare gli orari di inizio di programmi negli anni successivi. Nel 1991, in occasione della prima [[guerra del Golfo]], venne per la prima volta adottata la programmazione 24 ore su 24, che prese definitivamente il sopravvento il 21 dicembre 1991.
[[File:Monoscopio rca.jpg|thumb|left| Il primo [[monoscopio]] |141x141px]]
Durante queste pause veniva trasmesso il [[monoscopio]]. Il primo che venne utilizzato era in bianco e nero, ideato da Fulvio Brugia, basato sul monoscopio RCA e rielaborato dal grafico pubblicitario [[Erberto Carboni]], lo stesso che creò il logo Rai anni ‘50 a lettere squadrate, inizialmente solo per la radio, e che poi aggiunse nel 1954 le due lettere TV sovrapposte. Successivamente, con le sperimentazioni televisive a colori, venne sostituito da un monoscopio a colori, il [[Philips]] PM5544. Quest'ultimo è stato proposto fino al 23 giugno 2012 nelle pause notturne che la Rai operava una volta alla settimana (il primo martedì del mese su [[Rai 1]], il secondo martedì del mese su [[Rai 2]] e il terzo venerdì del mese su [[Rai 3]]). L'immagine era accompagnata da una nota continua: un [[Sol (nota)|sol]] a 384 Hz per il monoscopio RCA, e a 400 Hz per il monoscopio Philips PM5544, che si alternava con una voce di una donna o con della musica. La terza rete televisiva, all'epoca, proponeva anche il monoscopio della sede regionale: si trattava sempre del Philips PM5544, ma che recava nella barra sottostante l'identificazione della sede di trasmissione.
==== Sequenze di apertura e chiusura delle trasmissioni ====
L'apertura e la chiusura delle trasmissioni erano annunciate tramite apposite sequenze di [[Sigla musicale#Sigla televisiva o radiofonica|sigle]], occasionalmente realizzate da grafici e musicisti di fama nazionale e internazionale. Queste sigle, ambientate su un [[cielo]] [[Nuvola|nuvoloso]], erano basate sui movimenti di un traliccio costituito dall'incrocio di diverse linee, disegnato dallo scenografo [[Tito Varisco]].
*Nella sigla di apertura – la più nota nonché la prima a essere stata adottata a partire dagli [[Anni 1950|anni cinquanta]] –, che utilizzava come accompagnamento musicale una versione [[orchestra]]le di ''[[Tutto cangia, il ciel s'abbella]]'' (dal finale del ''[[Guglielmo Tell (opera)|Guglielmo Tell]]'' di [[Gioachino Rossini]]), il traliccio scorreva dall'alto verso il basso mentre le nuvole si muovevano in senso opposto. Sovrapposti a quest'animazione apparivano il marchio "TV" (al centro dello schermo) e la scritta in stampatello minuscolo "Rai-radiotelevisione italiana" (in basso) per sparire dopo pochi secondi, mentre il disegno a linee bianche continuava a scorrere diventando sempre più articolato. Durante gli ultimi secondi della sigla, riapparivano il marchio e la scritta già citati. Infine, il disegno a linee bianche cessava di scorrere mostrando la sua parte superiore, ossia la rappresentazione stilizzata di un'[[antenna televisiva]] da cui si estendeva una serie di raggi divisi in due gruppi: uno verso destra e l'altro verso sinistra. Al termine della sigla compariva un cartello muto a sfondo nero, che mostrava due gruppi di ovali concentrici disposti a "X", cui davanti erano visibili un altro gruppo di cerchi concentrici e il logo della Rai con in basso, in stampatello maiuscolo, "RADIOTELEVISIONE ITALIANA".
*Anche nella sigla di chiusura, accompagnata dal brano ''[[Armonie del pianeta Saturno]]'' di [[Roberto Lupi]], apparivano il logo "TV" e la scritta "Rai-radiotelevisione italiana". Diversamente dalla sequenza di apertura, tuttavia, il traliccio (di disegno differente e assai più corto) scorreva in maniera inversa così come le nuvole presenti sullo sfondo. Durante gli ultimi secondi della sigla, il logo e la scritta di cui sopra venivano sostituiti dalla dicitura in caratteri corsivi "Fine delle Trasmissioni", che rimaneva sullo schermo per alcuni secondi fino alla sparizione del traliccio. Al termine della sigla compariva un cartello muto a sfondo blu, che mostrava la scritta:
**''Le trasmissioni sulla rete del [Nazionale/Secondo] riprenderanno domani alle ore…'' (fino a febbraio [[1976]]);
**''Le trasmissioni sulla Rete [1/2/3] riprenderanno domani alle ore…'' (marzo [[1976]]-aprile [[1980]]). Nell'agosto [[1979]] venne inserito un riquadro nell'orario di rimessa in onda dei programmi;
**''Le trasmissioni riprenderanno domani alle ore…'' (nella prima metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]], versione computerizzata)
*Nei primi anni di trasmissioni, la [[Rai 3|terza rete]] adottò una sigla specifica – aggiuntiva a quelle generiche di apertura e chiusura –, accompagnata dal brano ''[[Il cielo in una rete]]'' di [[Piero Piccioni]].
Per tutte le tre sigle la grafica fu realizzata e curata da [[Erberto Carboni]]. Esse vennero sostituite il 27 gennaio [[1986]] da una nuova grafica computerizzata accompagnata da un frammento di 30 secondi del [[Il Canto degli Italiani|Canto degli Italiani]] arrangiato elettronicamente; quest'ultima sigla fu mantenuta in uso fino al 23 giugno [[2012]], subendo solo due aggiornamenti nel [[1988]], con l'inserimento del nuovo logo aziendale e del [[Bandiera d'Italia|tricolore]] all'interno di esso, e nel [[1990]], quando fu cambiato l'orientamento delle strisce del tricolore da orizzontale a verticale. Durante la sospensione, al monoscopio si alternava un messaggio di avviso su sfondo blu con scritto ''Le trasmissioni riprenderanno/inizieranno alle ore…'', seguita dall'orario di ripresa delle trasmissioni.
==== Modalità e disponibilità delle trasmissioni ====
I canali Rai vengono diffusi attraverso la televisione digitale terrestre, tramite satelliti, in streaming attraverso una piattaforma dedicata e, all'estero, anche via cavo, attraverso accordi commerciali stipulati con le singole piattaforme televisive. La programmazione completa, tuttavia, è disponibile solo ai cittadini italiani, della [[Repubblica di San Marino]] e della [[Città del Vaticano]] (se residenti fuori dall'Europa ciò avviene attraverso [[Rai Italia]]), in quanto Rai non dispone dei diritti per la diffusione di alcuni programmi all'estero. Tale programmazione, che comprende soprattutto film, serie TV e cartoni animati, viene quindi [[free to view|criptata]] o resa [[pay TV|a pagamento]]. Per questo motivo, la diffusione in digitale terrestre e in streaming (tramite [[RaiPlay]]) è disponibile solo in Italia, San Marino e Vaticano.
La diffusione satellitare avviene principalmente in Europa attraverso la piattaforma [[Tivùsat]] ([[Hot Bird]] 13° est) e, limitatamente a Italia, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, anche su [[Eutelsat]] (5° ovest). Su [[Tivùsat]] è presente l'intera offerta Rai in HD, ma solo alcuni canali in HD sono ricevibili anche dagli altri cittadini europei (Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD, Rai Gulp HD, Rai News 24 HD, Rai Sport HD, Rai Storia HD e Rai Scuola HD) (alcuni programmi vengono comunque criptati). Su Eutelsat sono invece [[free to air|liberamente]] ricevibili tutti i canali in SD, con in aggiunta tutte le versioni regionali di [[Rai 3]], e quattro canali in HD. La Rai diffonde anche su altri satelliti fuori dall'Europa, solitamente a pagamento.
La diffusione via cavo avviene principalmente fuori dall'Europa (ad eccezione di Svizzera, Germania e Paesi Bassi), e a differenza delle altre modalità di trasmissione è sempre a pagamento. Inoltre, con questa modalità vengono diffusi solitamente solo i tre canali principali (Rai 1, Rai 2, Rai 3) oppure il bouquet Rai Italia.
=== Radiofonici ===
{{vedi anche|Rai Radio}}
Dall'11 settembre 2022 sono stati definitivamente spenti tutti i ripetitori in [[Modulazione di ampiezza|AM]], pertanto, da tale data, non è più possibile ascoltare programmi radiofonici di Rai in quella banda.<ref>[https://www.italradio.org/portale/index.php?module=News&func=display&sid=4667 La RAI annuncia in radio l'abbandono delle onde medie: Portale Italradio]</ref>
====Nazionali====
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! rowspan="2" |Logo
! rowspan="2" |Nome
! rowspan="2" |Data di lancio
! colspan="4" |Diffusione
! colspan="3" |[[Logical channel number|LCN]]
! colspan="3" |Streaming
|-
![[Modulazione di frequenza|FM]]
![[Digital Audio Broadcasting|DAB+]]
![[Filodiffusione|Via cavo]]
![[iTunes]]
![[Televisione digitale terrestre|Digitale terrestre]]
![[Tivùsat]]
![[Sky Italia]]
![[RaiPlay]]
![[RaiPlay Sound]]
![[Rai TV+]]
|-
| align
|'''[[Rai Radio
|6 ottobre 1924
| rowspan="4" |{{SI}}
| rowspan="12" |{{SI}}
| colspan="2" rowspan="3" |{{SI}}
|701
|601
|8820
|{{NO}}
| colspan="2" rowspan="12" |{{SI}}
|-
| align
|'''[[Rai Radio
|21 marzo 1938
|202<ref name="In versione Visual">In versione Visual.</ref>, 702
| 202<ref name="In versione Visual" />, 602
|8822
|{{SI}}<ref name="In versione Visual"/>
|-
| align
|'''[[Rai Radio
|1º ottobre 1950
|703
|603
|8824
| rowspan="10" |{{NO}}
|-
| align
|'''[[Rai
|5 gennaio 1998
|{{NO}}
| rowspan="9" |{{NO}}
|704 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|605
|8830
|-
| align
|'''[[
|1º dicembre 1958
|{{SI}}<span style="white-space:nowrap"><ref name="local3">Solo in alcune aree</ref></span>
|{{SI}}
|706 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|607
|8826
|-
| align
|'''[[
|12 giugno 2017
| rowspan="6" |{{NO}}
| rowspan="2" |{{NO}}
|707 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|639
|8831
|-
| align
|'''[[
|24 ottobre 2015
|708 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|640
|8833
|-
| align
|'''[[Rai
|1º ottobre 1958
|{{SI}}
|710 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|637
|8828
|-
| align
|'''[[Rai
|7 settembre 2015
| rowspan="4" |{{NO}}
|709 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|638
|8835
|-
| align="left" |[[File:
|'''[[Rai Radio 1 Sport]]'''
|14 giugno 2018
|711 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|606
|8825
|-
| align="left" |[[File:No Name Radio.svg|77x77px]]
|'''[[No Name Radio]]'''
|16 dicembre 2022
|712 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|636
|8829
|-
| align="left" |[[File:Rai Isoradio - Logo 2017.svg|84x84px]]
|'''[[Rai Isoradio]]'''
|23 dicembre 1989
|{{SI}}<span style="white-space:nowrap"><ref name="local3" /></span>
|705 '''([[Hybrid Broadcast Broadband TV|HbbTV]])'''
|604
|8834
|}
====Regionali====
Il canale ''Rai Radio Trst A'' e il programma transfrontaliero ''L'Ora della Venezia Giulia'', dapprima irradiati in onda media rispettivamente sui 981 e 936 kHz, dopo la dismissione della programmazione su questa banda, si possono ascoltare in chiaro dal 10 settembre sul satellite 13.0°E Hot Bird 13C frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4<ref>[https://it.kingofsat.net/pos-13E_ita.php Hot Bird 13B / Hot Bird 13C / Hot Bird 13E (13°E) - Tutte le trasmissioni] kingofsat.net 9 settembre 2022</ref>
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! rowspan="2" |Logo
! rowspan="2" |Nome
! rowspan="2" |Data di lancio
! colspan="4" |Diffusione
! colspan="3" |[[Logical channel number|LCN]]
! colspan="3" |Streaming
|-
![[Modulazione di frequenza|FM]]
![[Digital Audio Broadcasting|DAB+]]
![[Filodiffusione|Via cavo]]
![[iTunes]]
![[Televisione digitale terrestre|Digitale terrestre]]
![[Tivùsat]]
![[Sky Italia]]
![[RaiPlay]]
![[RaiPlay Sound]]
![[Rai TV+]]
|-
| align="left" |[[File:Rai Südtirol - Logo 2019.svg|83x83px]]
|'''[[Rai Südtirol|Rai Radio Südtirol]]'''
|5 febbraio 1966
| colspan=2 rowspan=3|{{SI}}
| colspan=2 rowspan=3|{{NO}}
| rowspan="3" |{{NO}}
|619
| rowspan="3" |{{NO}}
| rowspan="3" |{{NO}}<small>(streaming dai relativi siti)</small>
| colspan="2" rowspan="2" |{{SI}}
|-
| align="left" |[[File:Rai Radio Trst A - Logo 2017.svg|64x64px]]
|'''[[Rai Radio Trst A]]'''
|5 febbraio 1944
|642
|-
| align="left" |[[File:Rai radio fvg.jpg|senza_cornice|87x87px]]
|'''[[Rai Friuli Venezia Giulia|Rai Radio 1 L'Ora della Venezia Giulia]]'''
|1931
|641
| colspan="2" |{{NO}}
|}
== Testate giornalistiche ==
{| class="wikitable"
!Logo
!
!
!Descrizione
|-
| align="left" |[[File:TG1 2022.svg|40x40px]]
|'''[[TG1]]'''
| rowspan="2" |15 marzo 1976
|Notiziario in onda su [[Rai 1]].
|-
| align="left" |[[File:TG2 logo.svg|40x40px]]
|'''[[TG2]]'''
|Notiziario in onda su [[Rai 2]].
|-
|[[File:TG3 - Logo 2021.png|40x40px]]
|'''[[TG3]]'''
| rowspan="2" |15 dicembre 1979
|Notiziario in onda su [[Rai 3]].
|-
|[[File:
|'''[[TGR]]'''
|Produce notiziari e programmi d'informazione in onda su [[Rai 3]], [[Rai 3 BIS FJK]], [[Rai Radio 1]] e [[Rai Radio Trst A]].
|-
|[[File:
|'''[[Rai News]]'''
|1º dicembre 2013
|Realizza e produce il canale televisivo [[Rai News 24]], il relativo sito internet (in collaborazione con le altre testate Rai) e [[Televideo]].
|-
|[[File:Rai Sport - Logo 2022.svg|62x62px]]
|'''[[Rai Sport (struttura)|Rai Sport]]'''
|2 agosto 1997
|Segue gli eventi sportivi con notiziari e programmi diffusi sui tre canali televisivi generalisti, Rai News 24 e sull'[[Rai Sport|omonimo canale tematico]].
|-
|[[File:Logo of RAI Parlamento.svg|106x106px]]
|'''[[Rai Parlamento]]'''
|25 settembre 1993
|Realizza programmi di natura parlamentare, sia televisivi sia radiofonici, che vengono trasmessi sui tre canali TV generalisti e su Rai Radio 1.
|-
|[[File:Rai Giornale Radio - Logo 2017.svg|81x81px]]
|'''[[Giornale Radio Rai|Rai Giornale Radio]]'''
|29 ottobre 1929
|Cura i notiziari di [[Rai Radio 1]], [[Rai Radio 2]], [[Rai Radio 3]], [[Rai Isoradio]] e delle radio specializzate e gestisce il palinsesto di [[Rai Gr Parlamento]].
|}
=== Rai Mobilità ===
{{Vedi anche|Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale}}
Il Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale "viaggiare informati" è un servizio di pubblica utilità della Rai nato nel 1990. Realizza notiziari informativi sul traffico sia per la TV, su Rai News 24, sia per la radio, Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, con Onda Verde, e Rai Isoradio. Con l'autoradio dotata dell'RDS-TA e RDS-TP è possibile, mentre si ascolta un altro programma o una registrazione, ottenere il passaggio automatico dei notiziari Onda Verde a condizione che le funzioni RDS TA e TP siano attivate.
=== Rai Televideo ===
{{Vedi anche|Televideo}}
Servizio con un numero elevato di informazioni tramite [[teletext]] trasmesso su tutte le reti televisive diffuse sul DTT che satellite (sia SD sia HD).
Su Rai 3 alcune pagine del Televideo sono a carattere regionale realizzate dalle rispettive sedi regionali.
== Strutture ==
{| class="wikitable"
!Logo
!Nome
!Descrizione
|-
|[[File:Rai Cultura - Logo 2018.svg|80px]]
|'''[[Rai Cultura]]'''
|Si occupa dei programmi educativi in onda sulle tre reti televisive generaliste e dei canali tematici [[Rai 5]], [[Rai Storia]] e [[Rai Scuola]].
|-
|[[File:Rai Documentari logo.svg|119px]]
|'''Rai Documentari'''
|Produce e acquista documentari per collocazioni di prima e seconda serata su Rai 1, Rai 2 e Rai 3.
|-
|[[File:Rai Fiction - Logo 2017.svg|75px]]
|'''[[Rai Fiction]]'''
|Produce serie televisive, film TV, soap opera e cartoni animati per i canali generalisti e i canali tematici Rai Gulp e Rai Yoyo.
|-
|[[File:Rai Gold - Logo 2019.svg|60px]]
|'''[[Rai Gold]]'''
|Gestisce i canali [[Rai 4]], [[Rai Movie]], [[Rai Premium]] e [[Rai Italia]].
|-
|[[File:Rai Kids.svg|57x57px]]
|'''[[Rai Kids]]'''
|Gestisce [[Rai Gulp]] e [[Rai Yoyo]] e produce contenuti Rai destinati a bambini e ragazzi.
|-
|[[File:Rai Meteo - Logo 2018.svg|69px]]
|'''[[Rai Meteo]]'''
|Cura e coordina tutti i contenuti informativi legati alla meteorologia, in onda sui canali Rai.
|-
|[[File:Rai Quirinale - Logo 2018.svg|91px]]
|'''[[Rai Quirinale]]'''
|Si occupa degli avvenimenti che riguardano e coinvolgono il Quirinale, come il messaggio di fine anno del [[presidente della Repubblica Italiana]].
|-
|[[File:Rai Radio - Logo 2017.svg|68px]]
|'''[[Rai Radio]]'''
|Gestisce la programmazione dei canali radiofonici dell'azienda pubblica.
|-
|[[File:RaiPlay 2023 logo.svg|59x59px]]
|'''[[RaiPlay|RaiPlay e Digital]]'''
|Gestisce la piattaforma multimediale [[RaiPlay]] e la produzione di contenuti originali per quest'ultima.
|-
|[[File:Rai Teche - Logo 2018.svg|69px]]
|'''[[Rai Teche]]'''
|Cura l'archivio audiovisivo Rai.
|-
|[[File:Rai Vaticano - Logo 2018.svg|91px]]
|'''[[Rai Vaticano]]'''
|Si occupa di seguire le dirette degli avvenimenti importanti svolti a Roma o nella Città del Vaticano, in collaborazione con [[Vatican Media]].
|-
|[[File:Rai Vallée d'Aoste.png|91px]]
|'''[[Rai Vd'A]]'''
|
|}
== Internet ==
Con il sito web Rai.it offre una moltitudine di servizi via internet tra i quali news, TV, radio e sport.
Tramite il portale [[RaiPlay]] è possibile:
* seguire in diretta streaming, al netto di alcune restrizioni, i 13 canali TV (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai News 24, Rai Sport, Rai Movie, Rai Premium, Rai Yoyo, Rai Gulp, Rai Storia, Rai Scuola) e la visual radio di Rai Radio 2.
* consultare la guida TV con i palinsesti di tutte le reti TV e radio.
* rivedere i programmi dei giorni precedenti.
* accedere a una proposta di serie, fiction, film, documentari, concerti andati in onda sui canali Rai.
*accedere a contenuti inediti.
RaiPlay è fruibile, inoltre, tramite tutti i browser più diffusi sul mercato sia su PC sia su smartphone e tablet iOS, Android e Windows, oltre che sotto forma di applicazione per i dispositivi mobili e le Smart TV. In alcune regioni autonome sono attivi siti internet Rai propri in lingua:
* [[Rai Alto Adige]], [[Rai Südtirol]], [[Rai Ladinia]] per la regione Trentino-Alto Adige, rispettivamente in italiano, tedesco e ladino;
* [[Rai Friuli-Venezia Giulia]] e ''Rai Furlanija Julijska Krajina'' per la regione Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente in italiano, friulano e sloveno;
* [[Rai Vd'A]] per la regione Valle d'Aosta, in italiano e in francese<ref>[https://www.raiplay.it/programmi/raivalledaosta-valleedaoste Rai Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste].</ref>.
Mediante il portale [[RaiPlay Sound]] è possibile, invece, fruire dei medesimi servizi di RaiPlay ma dedicati alle reti di [[Rai Radio]].
Rai.it consente di conoscere, in base ai diversi fusi orari, la programmazione dei quattro canali televisivi di [[Rai Italia]] diffusi nei quattro continenti.
== Orchestra sinfonica nazionale ==
{{vedi anche|Orchestra sinfonica nazionale della RAI}}
L'[[Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI|Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai]] è nata dall'unificazione delle orchestre della Rai di Torino, Milano, Roma e Napoli. L'Orchestra, con sede a Torino presso l'Auditorium Rai di piazza Rossaro, realizza concerti sinfonici trasmessi prevalentemente da Rai Radio 3 e in TV da Rai 5. Si occupa della registrazione di sigle e colonne sonore di programmi televisivi e radiofonici Rai e partecipa a numerosi concerti ed eventi musicali italiani nonché a tournée in Europa (tra le quali in Svizzera e in Russia) e Sud America. Da ottobre 2023 il direttore è Andrés Orozco-Estrada.<ref>{{Cita web|url=https://www.raicultura.it/orchestrarai/articoli/2023/05/Andres-Orozco-Estrada-3c2d9ccf-3d9b-4377-befd-223f002d03db.html|titolo=Andrés Orozco-Estrada {{!}} Orchestra RAI {{!}} Rai Cultura|sito=www.raicultura.it|accesso=2025-02-07}}</ref>
== Editoria ==
{{vedi anche|Rai Libri}}
[[Rai Libri]] società attiva nel mercato editoriale con diverse pubblicazioni di riviste e libri. Da qualche anno, con lo stesso marchio vengono pubblicati CD e DVD legati ai programmi televisivi prodotti dall'azienda, in precedenza editi da [[Rai Trade]].
Proprio quest'ultima nacque dalle ceneri delle etichette discografiche ufficiali gestite dalla Rai, mediante le quali venivano stampate e diffuse tutte le opere musicali legate alla TV a partire dal 1957 (prevalentemente colonne sonore e sigle): [[Cetra (casa discografica)|Cetra]], poi fusa con la [[Fonit]] in [[Fonit Cetra]], e successivamente in Nuova Fonit Cetra.
Tra i molti artisti che hanno inciso per la Fonit Cetra ricordiamo Narciso Parigi, Claudio Villa, il Quartetto Cetra, Sergio Endrigo, Marisa Sannia, Marco Armani, i New Trolls, i Delirium, Patty Pravo, Milva, Bruno Venturini, Roberto Balocco, Otello Profazio, Gipo Farassino, Amedeo Minghi, Mietta, Mango, Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Mia Martini, Ivano Fossati e Fausto Papetti, Luca Barbarossa, Manuel De Peppe, Michele Zarrillo, i Ricchi e Poveri, Gino Paoli, Gigi Finizio, gli Osanna, Renzo Arbore, Gigi D'Alessio, Nancy Cuomo, Anna Loddo, Rosa Balistreri, Maria Carta, Antonietta Laterza, Mimmo Cavallo, l'attrice Dalila Di Lazzaro, e tanti altri.
== Radiocorriere TV ==
{{vedi anche|Radiocorriere TV}}
È un periodico settimanale edito dalla Rai che si occupa della presentazione dei propri programmi radio-TV e che dal 2014 viene pubblicato solo in edizione digitale sul web aziendale.
Venne pubblicato per la prima volta il 18 gennaio 1925 con il nome di "Radio Orario" quale organo ufficiale della Unione Radiofonica Italiana con sede in Roma<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.radiocorriere.teche.rai.it/Fascicoli.aspx|titolo=Radio Corriere, fascicoli 1925-1934|accesso=8 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180708192114/http://www.radiocorriere.teche.rai.it/Fascicoli.aspx|urlmorto=no}}</ref>.
Nel gennaio 1930 il settimanale, che usciva di sabato, veniva pubblicato con il nuovo nome di "Radio Corriere" organo della [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]]<ref name=":2" />.
La prima settimana di gennaio del 1959 la testata cambia nome in "Radiocorriere TV"<ref name=":2" />.
Il 6 settembre 1999 il Radiocorriere TV torna in edicola dopo quattro anni di assenza<ref>{{Cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/09/06/Spettacolo/TV-TORNA-IN-EDICOLA-IL-RADIOCORRIERE-TV_171000.php|titolo=TV: torna in edicola il Radiocorriere TV|accesso=8 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180709010054/http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/09/06/Spettacolo/TV-TORNA-IN-EDICOLA-IL-RADIOCORRIERE-TV_171000.php|urlmorto=no}}</ref>.
Dal 3 gennaio 2014 lo storico periodico passa dalla carta stampata alla sola pubblicazione, gratuita, sul web. Tutti i numeri pubblicati nel tempo sono presenti in un archivio digitale e possono essere consultati e scaricati in formato PDF<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-Radiocorriere-Tv-racconta-la-storia|titolo=Il radioorriere TV racconta la storia|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-Radiocorriere-Tv-racconta-la-storia-9b837b25-ccf3-4ed5-8a63-3e8e36514d40.html|titolo=Il Radiocorriere Tv racconta la storia|data=3 gennaio 2014|accesso=12 maggio 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200512010716/http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-Radiocorriere-Tv-racconta-la-storia-9b837b25-ccf3-4ed5-8a63-3e8e36514d40.html|urlmorto=no}}</ref>.
== Innovazione e ricerca ==
{{vedi anche|Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai}}
Il [[Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai|centro ricerche e innovazione tecnologica]], denominato dal 2018 '''Rai CRITS''' (acronimo di '''Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione'''), si trova a [[Torino]] in Via Cavalli, 6 dopo il trasferimento dalla sede storica di Corso Giambone 68 occupata dal 1961 fino al 2014<ref name="lastampa.it">{{Cita web|url = http://www.lastampa.it/2013/02/13/cronaca/comincia-il-risiko-della-rai-nuovi-uffici-per-persone-TXMLtYDp8DFltvHtjjMwZK/pagina.html|titolo = La Rai cambia casa e va in via Cavalli ma il centro di produzione resta dov’è|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20141018165212/http://www.lastampa.it/2013/02/13/cronaca/comincia-il-risiko-della-rai-nuovi-uffici-per-persone-TXMLtYDp8DFltvHtjjMwZK/pagina.html|urlmorto = no}}</ref>.
Nasce a Torino nel 1930 come “Laboratorio e Officine”, nel 1961 diventa “Laboratorio Ricerche”, nel 1999 assume la denominazione di “Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica” (CRIT) e, dal 2018, quella attuale<ref>{{Cita web|url=http://www.crit.rai.it/CritPortal/?page_id=8&lang=it|titolo=Chi siamo|accesso=30 novembre 2020}}</ref>.
Qui vengono studiate e progettate nuove tecniche di broadcasting sia per la TV sia per la radio, concentrandosi in particolare su applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale TV.
Le tecnologie sviluppate in questa struttura sono brevetti di proprietà del gruppo Rai e possono essere offerti su licenza a privati<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/2019/10/21/news/la_rai_vende_i_suoi_brevetti_nel_mondo_li_compra_anche_samsung-238981525/|titolo=Rai vende brevetti nel mondo. Samsung tra i compratori|sito=la Repubblica|data=21 ottobre 2019|accesso=30 novembre 2020}}</ref>.
== Sedi e centri di produzione ==
La sede legale e amministrativa,
=== Centri di produzione televisiva (CPTV) ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"width:50%;"
! Città
!
!Tipo di struttura
|-
|rowspan=5|[[Roma]]||[[Centro di produzione TV Raffaella Carrà|CPTV Raffaella Carrà - via Teulada, 66]]||9 studi
|-
|[[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes]] (Saxa Rubra)||14 studi
|-
|[[Studi televisivi Fabrizio Frizzi]] (ex Dear)||7 studi
|-
|[[Teatro delle Vittorie]]||Teatro
|-
|[[Auditorium Rai del Foro Italico]]||Auditorium
|-
|rowspan=2|[[Milano]]||[[Centro di produzione Rai di Milano|CPTV Corso Sempione - Corso Sempione, 27]] ||6 studi
|-
|[[Centro di produzione Rai di Milano|CPTV Mecenate - via Mecenate, 76]]||6 studi
|-
|rowspan="2" |[[Napoli]]||[[Centro di produzione Rai di Napoli|CP viale Marconi, 9]] ||7 studi
|-
|[[Auditorium Rai di Napoli|Auditorium Rai di Napoli "Domenico Scarlatti"]]||Auditorium
|-
| rowspan="3" |[[Torino]]
|[[Centro di produzione Rai Piero Angela|Centro di produzione TV Piero Angela - via Verdi, 16]]||8 studi
|-
|[[Auditorium Rai di Torino|Auditorium Rai di Torino "Arturo Toscanini"]]||Auditorium
|-
|[[Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai|Centro ricerche Rai]]||Centro ricerche
|}
=== Centri di produzione radiofonica (CPR) ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|- style="background:#efefef"
! Città
! Sede
|-
|rowspan=2|[[Roma]]||CPR via Asiago, 10
|-
|[[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes|CP Saxa Rubra]]
|-
|[[Milano]]||[[Centro di produzione Rai di Milano|CP Corso Sempione]], 27
|-
|[[Napoli]]||[[Centro di produzione Rai di Napoli|CP viale Marconi]], 9
|-
|[[Torino]]||[[Centro di produzione Rai di Torino|CP via Verdi]], 31
|}
=== Sedi regionali - produzione TV e radio ===
* [[Valle d'Aosta]]: [[Sede Rai di Aosta|Saint-Christophe, località Grande-Charrière, 70]]
* [[Piemonte]]: [[Centro di produzione Rai di Torino|Torino, via Verdi, 16]] (CPTV)
* [[Liguria]]: [[Sede Rai di Genova|Genova, corso Europa, 125]]
* [[Lombardia]]: [[Centro di produzione Rai di Milano|Milano, corso Sempione, 27]] (CPTV)
* [[Trentino-Alto Adige]]: [[Sede Rai di Trento|Trento, via Fratelli Perini, 141]] e [[Sede Rai di Bolzano|Bolzano, piazza G. Mazzini, 23]] - con tre redazioni per radio e TV: [[lingua italiana]], [[lingua tedesca]], [[lingua ladina]]
* [[Veneto]]: [[Sede Rai di Venezia|Venezia, Cannaregio, 275]]
* [[Friuli-Venezia Giulia]]: [[Sede Rai di Trieste|Trieste, via Fabio Severo, 7]] - con due redazioni per radio e TV: [[lingua italiana]] e [[lingua friulana]], [[lingua slovena]]
* [[Emilia-Romagna]]: [[Sede Rai di Bologna|Bologna, viale della Fiera, 13]]
* [[Toscana]]: [[Sede regionale della Rai di Firenze|Firenze, largo Alcide De Gasperi, 1]]
* [[Umbria]]: [[Sede Rai di Perugia|Perugia, via Luigi Masi, 2]][[File:RAI PAlermo.JPG|thumb|[[Sede Rai di Palermo|La sede Rai Sicilia a Palermo]]]]
* [[Marche]]: [[Sede Rai di Ancona|Ancona]], Piazza della Repubblica, 1
* [[Lazio]]: [[Presidenza e direzione generale della Rai di Roma|Roma]], largo Villy De Luca, 4, (Saxa Rubra) (CPTV)
* [[Abruzzo]]: [[Sede Rai di Pescara|Pescara]], via De Amicis, 29
* [[Molise]]: [[Sede Rai di Campobasso|Campobasso]], Contrada Colle delle Api snc
* [[Campania]]: [[Centro di produzione Rai di Napoli|Napoli]], via Guglielmo Marconi, 9 (CPTV)
* [[Puglia]]: [[Sede Rai di Bari|Bari]], via Dalmazia, 104
* [[Basilicata]]: [[Sede Rai di Potenza|Potenza]], via dell'Edilizia, 2
* [[Calabria]]: [[Sede Rai di Cosenza|Cosenza]], via Guglielmo Marconi snc
* [[Sicilia]]: [[Sede Rai di Palermo|Palermo]], viale Strasburgo, 19
* [[Sardegna]]: [[Sede Rai di Cagliari|Cagliari]], viale Bonaria, 124
=== Sedi regionali distaccate ===
[[File:Sede RAI Catanzaro - panoramio.jpg|thumb|Sede di Rai Calabria in via Giuseppe Raffaelli, 15 a Catanzaro]]
* [[Friuli-Venezia Giulia]]: [[Udine]], via Umberto Caratti, 20
* [[Abruzzo]]: [[L'Aquila]], via Leonardo da Vinci, 6 presso [[palazzo Silone]], sede della regione [[Abruzzo]]
* [[Calabria]]: [[Catanzaro]], via Giuseppe Raffaelli, 15 dietro a [[Provincia di Catanzaro|palazzo di Vetro]]
* [[Calabria]]: [[Reggio Calabria]], via cardinale Gennaro Portanova palazzo Tommaso Campanella [[Consiglio Regionale della Calabria]]
* [[Sicilia]]: [[Catania]], via Passo Gravina, 158
* [[Sardegna]]: [[Sassari]], via dei Mille, 9/A
=== Sedi all'estero ===
* {{Bandiera|DEU}} [[Berlino]]: [[Rino Pellino]], [[Barbara Gruden]]
* {{Bandiera|BEL}} [[Bruxelles]]: [[Gavino Moretti]], [[Donato Bendicenti (giornalista)|Donato Bendicenti]], [[Marilù Lucrezio]]
* {{Bandiera|ISR}}/{{Bandiera|PSE}} [[Gerusalemme]]: [[Giovan Battista Brunori]], [[Maria Gianniti]]
* {{Bandiera|EGY}} [[Il Cairo]]: [[Giuseppe Bonavolontà (giornalista)|Giuseppe Bonavolontà]], [[Leonardo Sgura]], [[Marc Innaro]]
* {{Bandiera|GBR}} [[Londra]]: [[Natalia Augias]], [[Nicoletta Manzione]]
* {{Bandiera|USA}} [[New York]]: [[Claudio Pagliara]], [[Laura Pepe]], [[Dario Laruffa]]
* {{Bandiera|FRA}} [[Parigi]]: [[Gennaro Sangiuliano]], [[Alessandra De Stefano]]
* {{Bandiera|CHN}} [[Pechino]]: [[Marco Clementi]], [[Nello Puorto]]
* {{Bandiera|RUS}} [[Mosca (Russia)|Mosca]]: [[Caterina Doglio]], [[Liana Mistretta]]
* {{Bandiera|TUR}} [[Istanbul]]: [[Carmela Giglio]], [[Sergio Paini]]
* {{Bandiera|KEN}} [[Nairobi]]: [[Enzo Nucci]], Valerio Cataldi
I precedenti uffici di corrispondenza da [[Beirut]], [[Buenos Aires]], [[Madrid]] e [[Nuova Delhi]] e San Paolo sono stati chiusi nel 2012 a seguito di una riduzione dei costi aziendali<ref>{{Cita web|url=http://www.agenparl.it/articoli/news/esteri/20120413-rai-vernetti-giulietti-risoluzione-su-sedi-estere|titolo=Rai: Vernetti-Giulietti, risoluzione su sedi estere|accesso=4 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130224201522/http://www.agenparl.it/articoli/news/esteri/20120413-rai-vernetti-giulietti-risoluzione-su-sedi-estere|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/04/27/licenzia-taglia-sprechi/196034/|titolo='La Rai licenzia, ma non taglia gli sprechi'|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=27 aprile 2012|accesso=24 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304192401/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/04/27/licenzia-taglia-sprechi/196034/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.primaonline.it/2012/04/05/104506/rai-assemblea-dei-cdr-immobilismo-sul-fronte-dello-sviluppo/|titolo=Assemblea dei Cdr Rai: immobilismo sul fronte dello sviluppo|accesso=14 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170607123550/http://www.primaonline.it/2012/04/05/104506/rai-assemblea-dei-cdr-immobilismo-sul-fronte-dello-sviluppo/|urlmorto=no}}</ref>. Le sedi di [[Mosca (Russia)|Mosca]], [[Istanbul]] e [[Nairobi]], anch'esse chiuse nel 2012, sono state in seguito ripristinate (la prima nel 2013 e le altre due nel 2015); nel 2016 è stata aperta la sede di [[Rio de Janeiro]] (in occasione dei [[Giochi della XXXI Olimpiade|giochi olimpici del 2016]]) per le corrispondenze dal [[Brasile]] e il resto del [[America meridionale|Sudamerica]]. Le sedi estere sono ora 12.
== Le minoranze linguistiche e le regioni autonome ==
La Rai, per dovere contrattuale<ref>L.482/99 tutela minoranze linguistiche, Art. 12. punto 1.0 Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio '''sono assicurate''' condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza.</ref>, trasmette da alcune sedi regionali una programmazione più vicina alle popolazioni e alle realtà locali.
=== Trentino-Alto Adige ===
{{Vedi anche|
Oltre
La struttura tedesca è anche inserita, in quanto parte della Rai, nel circuito dell'[[
Ogni giorno vengono trasmessi due notiziari della durata di circa 20 minuti, alle 20:00 (''[[Tagesschau (
=== Friuli-Venezia Giulia ===
{{Vedi anche|Rai Friuli
=== Valle d'Aosta ===
{{Vedi anche|Rai Vd'A|Sede Rai di Aosta}}
Dalla sede regionale per la Valle d'Aosta (in [[Lingua francese|francese]], ''Siège régional pour la Vallée d'Aoste'') di [[Saint-Christophe (Italia)|Saint-Christophe]] vengono diffusi quotidianamente programmi regionali in italiano, o in [[lingua francese|francese]], alle ore 20 (la domenica al mattino).
Il TG regionale
=== Sardegna ===
{{Vedi anche|Sede Rai di Cagliari}}
In Sardegna vi sono due sedi della Rai: la principale a [[Cagliari]] e un'altra a [[Sassari]], in entrambe si trovano gli archivi che custodiscono le teche di ''Rai Sardegna'', aperti al pubblico dal 2005, o visionabili on line dal sito della biblioteca digitale della Sardegna<ref>{{Cita web |url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=648&s=17&v=9&c=4460&na=1&n=24&nodesc=1&c1=Archivio+Rai&xctl=1&mtd=67 |titolo=Copia archiviata |accesso=6 giugno 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090513061317/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=648&s=17&v=9&c=4460&na=1&n=24&nodesc=1&c1=Archivio+Rai&xctl=1&mtd=67|urlmorto=no }}</ref>, dopo un lavoro di recupero e catalogazione del materiale radiofonico e audiovisivo, prodotto in circa 50 anni di attività dalle due sedi Rai.
=== Sicilia ===
{{Vedi anche|Sede Rai di Palermo}}
La sede Rai Sicilia ha due dislocazioni, la principale a [[Palermo]] e l'altra a [[Catania]]. Nella sede di Palermo di viale Strasburgo, nata negli anni '80, vi è un polo produttivo dedicato al Mediterraneo, con un centro di produzione TV e un auditorium, dal 2001 al 2012 produceva il canale in italiano e arabo [[Raimed|Rai Med]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ufficiostampa.rai.it/sedi_rai_italia/20110906/palermo.html|titolo=Sede Rai di Palermo|accesso=4 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407120141/http://www.ufficiostampa.rai.it/sedi_rai_italia/20110906/palermo.html|urlmorto=sì}}</ref>. Quotidianamente si trasmettono ''TG'' e ''GR'' regionali e si producono le rubriche ''Mediterraneo'', ''Buongiorno Regione'' e il Settimanale della TGR.
L'archivio storico di Rai Sicilia è costituito da 886 programmi televisivi realizzati tra il
==
{{vedi anche|Governance della Rai}}
La Rai è soggetta a una particolare disciplina di ''[[governance]]'' per tutelare la peculiarità delle attività della stessa. Varie modifiche legislative infatti sono state necessarie per le pronunce della [[Corte costituzionale]], che ha riconosciuto il ruolo fondamentale del servizio pubblico per l'attuazione dell'[[articolo 21 della Costituzione italiana]].
Secondo la [[riforma della Rai del 2015]], il [[consiglio di amministrazione]] consta di 7 membri, di cui quattro nominati da Camera e Senato, due dal governo e uno dall'assemblea dei dipendenti. I membri del Consiglio d'Amministrazione hanno un termine di mandato di tre anni anche se possono essere nominati di nuovo.
La riforma del 2015 ha modificato anche la nomina del presidente del CdA (scelto ora da quest'ultimo tra i suoi membri) e ha introdotto la figura dell'amministratore delegato.
Il [[Testo unico della radiotelevisione]] qualifica la Rai come "società di interesse nazionale", ai sensi dell'articolo 2461 del [[Codice civile italiano del 1942|codice civile italiano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.larapedia.com/diritto_amministrativo/diritto_amministrativo.html|titolo=Diritto amministrativo dispensa|accesso=14 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171230112414/http://www.larapedia.com/diritto_amministrativo/diritto_amministrativo.html|urlmorto=no}}</ref>.
=== Presidenti ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|-
! Nome
! dal
! al
! Note
|-
|[[Arturo Carlo Jemolo]]||20 aprile 1945||9 agosto 1946|| rowspan="3" |<small>Presidenti RAI - Radio Audizioni Italiane</small>
|-
|[[Giuseppe Spataro]]||9 agosto 1946||17 maggio 1951
|-
| [[
|-
|[[Antonio Carrelli]]||3 giugno 1954||4 gennaio 1961||
|-
|
|-
|
|-
|[[Aldo Sandulli]]||23 aprile 1969||18 febbraio 1970||
|-
|[[Umberto Delle Fave]]||24 marzo 1970||22 aprile 1975||
|-
|
|-
|[[Paolo Grassi]]||20 gennaio 1977||12 giugno 1980||
|-
|[[Sergio Zavoli]]||12 giugno 1980||23 ottobre 1986||
|-
|[[Enrico Manca]]||23 ottobre 1986||19 febbraio 1992||
|-
|[[Walter
|-
|
|-
|[[Letizia Moratti]]||12 luglio 1994||24 aprile 1996||
|-
|Giuseppe Morello||24 aprile 1996||10 luglio 1996||
|-
|[[Vincenzo Siciliano]]||10 luglio 1996||21 gennaio 1998||
|-
|[[Roberto Zaccaria]]||3 febbraio 1998||16 febbraio 2002||
|-
|[[Vittorio Emiliani]]||16 febbraio 2002||22 febbraio 2002||<small>Consigliere anziano - facente funzioni</small>
|-
|[[Antonio Baldassarre]]||5 marzo 2002||26 febbraio 2003||
|-
|
|-
|[[Lucia Annunziata]]||13 marzo 2003||4 maggio 2004||
|-
|[[Francesco Alberoni]]||5 maggio 2004||31 maggio 2005|| rowspan="2" |<small>Consiglieri anziani - facenti funzioni</small>
|-
|
|-
|
|-
|[[Paolo Garimberti]]||26 marzo 2009||8 giugno 2012||
|-
|[[Anna Maria Tarantola]]||8 giugno 2012||5 agosto 2015||
|-
|[[Monica Maggioni]]||6 agosto 2015||26 luglio 2018||<ref>{{Cita web|url=http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/html/2015/08/05/21/comunic.htm#|titolo=Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Comunicato delle Giunte e delle Commissioni - mercoledì 5 agosto 2015|sito=documenti.camera.it|accesso=27 gennaio 2024}}</ref>
|-
|[[Marcello Foa]]||27 luglio 2018||16 luglio 2021||<ref>Marcello Foa è stato indicato come presidente dal ministro dell'Economia e delle Finanze [[Giovanni Tria]] il 27 luglio 2018 {{Cita web|url=https://tg24.sky.it/politica/2018/07/27/nomine-rai.html|titolo=Nomine Rai, Tria indica Salini come ad. Foa sarà presidente|accesso=11 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180802162447/https://tg24.sky.it/politica/2018/07/27/nomine-rai.html|urlmorto=sì}}. Il 28 luglio, il Consiglio d'amministrazione della Rai ha approvato la nomina di Foa a presidente {{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2018/07/31/cda-rai-approva-foa-presidente/|titolo=Il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato la nomina di Marcello Foa alla presidenza}}. Tuttavia il 1º agosto, la Commissione parlamentare di vigilanza Rai non ha approvato la nomina con la maggioranza richiesta dei 2/3 {{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-08-01/rai-commissione-vigilanza-boccia-foa-presidente--082451.shtml?uuid=AEj4QZVF|titolo=Vigilanza boccia Foa presidente Rai. Salvini: Governo lo riproporrà. Di Maio: solo se c’è accordo}}. In assenza di altre nomine, Foa ha operato in qualità di consigliere anziano facente veci di presidente fino al 25 settembre 2018 {{Cita web|url=https://www.repubblica.it/politica/2018/08/01/news/paragone_rai_foa-203116314/|titolo=Rai, Paragone (M5S): "Foa guiderà comunque il cda: la legge lo consente"}}. Il 26 settembre, una nuova votazione della Commissione di Vigilanza ha espresso parere favorevole alla nomina di Foa come presidente {{Cita web|url=http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Via-libera-della-Vigilanza-a-Marcello-Foa-Presidente-Rai-b0ebaa2f-60ec-4c5e-ac77-50990671d2f1.html|titolo=Via libera della Vigilanza a Marcello Foa Presidente della Rai|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180928121934/http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Via-libera-della-Vigilanza-a-Marcello-Foa-Presidente-Rai-b0ebaa2f-60ec-4c5e-ac77-50990671d2f1.html}}</ref>
|-
|[[Marinella Soldi]]||16 luglio 2021||10 agosto 2024
|<ref>{{Cita web|url=https://www.camera.it/leg18/824?tipo=C&anno=2021&mese=07&giorno=21&view=&commissione=21&pagina=|titolo=XVIII LEGISLATURA - BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi|lingua=it|accesso=27 gennaio 2024}}</ref>
|-
|[[Roberto Sergio]]||10 agosto 2024||1º ottobre 2024
| rowspan="2" |<small>Consiglieri anziani - facenti funzioni</small>
|-
|[[Antonio Marano]]||1º ottobre 2024||''in carica''
|}
=== Amministratori delegati ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|-
! Nome
! dal
! al
! Note
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|colspan=4|<small>''Carica non in uso (1971–2018)''</small>
|-
|[[Fabrizio Salini]]||27 luglio 2018||16 luglio 2021||<ref name="ADnote">{{Cita web|url=http://www.tvblog.it/post/1552323/rai-fabrizio-salini-amministratore-delegato|titolo=Fabrizio Salini Amministratore Delegato|sito=TV Blog|accesso=28 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180728124401/http://www.tvblog.it/post/1552323/rai-fabrizio-salini-amministratore-delegato|urlmorto=no}}</ref>
|-
|[[Carlo Fuortes]]|| 16 luglio 2021|| 14 maggio 2023||
|-
|[[Roberto Sergio]]||15 maggio 2023
|1º ottobre 2024
|<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2023/05/Rai-Cda-nomina-Roberto-Sergio-nuovo-Ad-a19736fd-fc4a-4d5f-a058-19ac806fc4cd.html|titolo=Rai: Cda nomina Roberto Sergio nuovo AD|sito=RAI Ufficio Stampa|accesso=15 maggio 2023}}</ref>
|-
|[[Giampaolo Rossi]]||1º ottobre 2024||''in carica''
|
|}
=== Direttori generali ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|-
! Nome
! dal ! al |-
|Salvino Sernesi||ottobre 1947||1953
|-
|Giovan Battista Vicentini||13 marzo 1954||13 marzo 1955
|-
|Rodolfo
|-
|[[Ettore Bernabei]]||5 gennaio 1961||18 settembre 1974
|-
|Michele Principe||23 maggio 1975||25 gennaio 1977
|-
|Giuseppe
|-
|[[Pierantonino Berté]]||12 luglio 1977||18 giugno 1980
|-
|[[Villy de Luca]]||19 giugno 1980||21 luglio 1982
|-
|[[Biagio Agnes]]||29 luglio 1982||1º febbraio 1990
|-
|
|-
|
|-
|Gianni Billia||3 agosto 1994||31 dicembre 1994
|-
|
|-
|Aldo
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|[[Alfredo Meocci]]||5 agosto 2005||20 giugno 2006
|-
|
|-
|[[Mauro Masi]]||2 aprile 2009||2 maggio 2011
|-
|[[Lorenza Lei]]||3 maggio 2011||16 luglio 2012
|-
|
|-
|[[Antonio Campo Dall'Orto]]||6 agosto 2015||2 giugno 2017
|-
|[[Mario Orfeo]]||9 giugno 2017||26 luglio 2018
|-
|Alberto Matassino||27 marzo 2019||15 settembre 2021
|-
|[[Giampaolo Rossi]]||15 maggio 2023||1º ottobre 2024
|-
|[[Roberto Sergio]]||1º ottobre 2024||''in carica''
|}
Riga 984 ⟶ 1 198:
{| class="wikitable" style="width:50%;"
! Organo/Settore
!Nome
|-
| '''
|[[Antonio Marano]] <small>(''facente funzioni'')</small>
|-
| '''
|
|-
| '''Governance e segreteria societaria/Staff del presidente'''
| Nicola Claudio
|-
! colspan=2|Area Corporate e supporto
|-
| '''Staff
| Paola Marchesini
|-
| '''Risorse umane e organizzazione'''
|Felice Ventura
|-
|
|Fabrizio Casinelli
|-
|
|Simona Martorelli
|-
|'''Relazioni istituzionali'''
|Angela Mariella
|-
|'''Rai per la Sostenibilità ESG'''
| Roberto Natale
|-
| '''Affari legali e societari'''
| Francesco Spadafora
|-
| '''Acquisti'''
| Massimo Rosso
|-
| '''Diritti
| ''vacante''
|-
|
|Alberto Longatti
|-
| '''Canone, beni artistici e accordi istituzionali'''
| Roberto Ferrara
|}
=== Direttori editoriali ===
* ''Direzione editoriale per l'
* ''Direzione creativa'':
* ''Offerta estero'': Mariarita Grieco
* ''Reti e piattaforme'': Tonio Di Stefano
* ''Rai Pubblica Utilità'': Giuseppe Sangiovanni
== Consiglio di amministrazione ==
=== Consiglieri designati dalla Commissione parlamentare di vigilanza e dal parlamento ===
* Alessandro Di Majo<ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/09/26/ecco-chi-sono-i-componenti-del-nuovo-cda-rai_9b11039d-835f-4924-99b2-bb05b2a74c02.html|titolo=Ecco chi sono i componenti del nuovo cda Rai|sito=|editore=[[ANSA]]|data=26 settembre 2024|accesso=12 maggio 2025}}</ref>
* Federica Frangi<ref name=":5" />
* [[Antonio Marano]]<ref name=":5" />
* [[Roberto Natale]]<ref name=":5" />
=== Consigliere designato dai dipendenti Rai ===
* Davide Di Pietro <small>(dal 20 novembre 2023)<ref name=":5" /></small>
=== Consiglieri designati dal Ministero dell'economia e delle finanze ===
* Giampaolo Rossi <small>(amministratore delegato)<ref name=":5" /></small>
* Simona Agnes<ref name=":5" />
== Direttori ==
=== Strutture e direzioni di genere ===
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Nome
! Direttore
!
|-
|'''[[Rai Cultura|Cultura ed Educational]]'''||Fabrizio Zappi|| rowspan="2" |20 marzo 2025
|-
|'''Documentari'''||Luigi Del Plavignano
|-
|'''Cinema e Serie TV'''||Adriano De Maio||25 maggio 2023
|-
|
|-
|'''Approfondimento'''||[[Paolo Corsini (giornalista)|Paolo Corsini]]|| rowspan="2" |25 maggio 2023
|-
|'''Intrattenimento Day Time'''||Angelo Mellone
|-
|'''Intrattenimento Prime Time'''||Williams Di Liberatore
| rowspan="4" |20 marzo 2025
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|'''[[Rai
|}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Canale
! Direttore
!
|-
|
|-
|
|-
|
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|
|-
|
|-
|'''[[Rai Radio
|-
|'''[[Rai Radio Trst A]]'''||Guido Corso||3 giugno 2013
|-
|'''[[Rai Südtirol]] Radio'''||Vittorio Longati||1º agosto 2013
|}
===
====
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Testata
! Direttore
!
|-
|
|-
|
|-
|
| rowspan="3" |20 marzo 2025
|-
|
|-
|
|-
|
|25 maggio 2023
|}
====
{| class="wikitable" style="
! Testata
! Direttore
!
|-
| '''[[Giornale Radio Rai]]'''||[[Nicola Rao]]||5 giugno 2025
|}
====
{| class="wikitable" style="
! Testata
! Direttore
!
|-
|'''[[Testata Giornalistica Regionale|TGR]]'''||Roberto Pacchetti||20 marzo 2025
|}
== Azionisti ==
* [[Ministero dell'economia e delle finanze]] (99,56%)<ref>{{cita web|url=http://www.dt.mef.gov.it/it/attivita_istituzionali/partecipazioni/elenco_partecipazioni/|titolo=Elenco delle partecipazioni dirette del Ministero dell'Economia e delle Finanze|accesso=12 novembre 2020}}</ref>
* [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] (0,44%)
==
Il Gruppo Rai comprende diverse società che operano nel mercato dei [[Mezzo di comunicazione di massa|media]] e del [[broadcasting]]<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/dl/bilancio2010/ita/bilancio/civ05.htm|titolo=Nota integrativa del bilancio della Rai del 2010|accesso=11 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111113210054/http://www.rai.it/dl/bilancio2010/ita/bilancio/civ05.htm|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Controllate ===
* [[Rai Pubblicità]] S.p.A. - 100%
* [[RaiNet]] S.p.A. - 100% (chiusa nel [[2014]])
* [[Rai
* [[
* [[Rai
* [[01 Distribution]] (come divisione) - 100%
* [[RaiWeb]] S.p.A. - 92,90% di proprietà Rai S.p.A., 7,10% [[Rai Com]] S.p.A. e 1,00% [[Rai Cinema]] S.p.A.
===
* [[San Marino RTV (azienda)|RTV San Marino]] S.p.A.
*
* [[
* [[
* [[Euronews (azienda)|Euronews]] - insieme ad altre televisioni pubbliche europee possiede circa il 12%
* [[RaiPlay]] S.p.A. - 94,90%, [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] 1,10%, RaiWeb S.p.A. 5,00%
RaiWeb è una società creata per tutelare i diritti d'immagine dei propri programmi televisivi che vengono riprodotti su [[YouTube]], [[Instagram]], [[TikTok]] e altre piattaforme; dall'11 gennaio 2024 si occupa della tutela dei diritti d'immagine anche per i contenuti e le produzioni di [[RaiPlay]], [[Rai Cinema]] e [[Rai Teche]].
Inoltre la Rai è uno dei membri fondatori dell'[[Unione europea di radiodiffusione|UER]].
La Rai si è specializzata negli ultimi anni anche nelle produzioni cinematografiche [[Rai Cinema]], con la quale è spesso presente in prestigiosi concorsi cinematografici internazionali con altrettanto prestigiose coproduzioni.
[[Rai Way]] è la società a cui la Rai ha trasferito la sua rete di trasmissione, mentre [[Rai Com]] è la società che si occupa di promuovere l'immagine dell'Italia nel mondo attraverso le migliori produzioni radiotelevisive della capogruppo
== Convenzioni ==
* '''Con l'[[Italia]]'''<br />I rapporti con lo Stato italiano sono regolati da una convenzione triennale<ref>{{cita web|url=http://www.comunicazioni.it/it/index.php?IdPag=1176|titolo=Illustrazione del testo convenzione|accesso=18 luglio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070611025433/http://www.comunicazioni.it/it/index.php?IdPag=1176|urlmorto=sì}}</ref>.
* '''Con la [[San Marino|Repubblica di San Marino]]'''<br />La Rai è stata parte attiva nella creazione di [[San Marino RTV (azienda)|San Marino RTV]], radiotelevisione pubblica del piccolo Stato. L'azienda italiana nomina per essa il direttore generale. A marzo 2008 le due parti hanno rinnovato la convenzione per altri 5 anni.
* '''Con [[Euronews]]'''<br />La Rai è il secondo tra gli azionisti pubblici di riferimento di [[Euronews (azienda)|Euronews SA]], la società che si occupa della gestione del canale all-news [[Euronews]].
== Canone ==
{{vedi anche|Canone televisivo in Italia}}
Per onorare la concessione con lo Stato italiano, la Rai può contare su un'ampia quota devoluta dallo Stato di un'[[imposta]] sugli apparecchi televisivi, chiamata [[Canone televisivo in Italia|canone televisivo]] dovuta da chiunque detenga apparecchi in grado di ricevere trasmissioni televisive.
In compensazione di questa entrata, la
Nel 2016 i contribuenti hanno versato alla Rai attraverso il canone 2,1 miliardi di euro<ref>{{cita news|url=http://www.digital-news.it/news/economia/43506/rai-versati-a-titolo-di-canone-tv-2-141-milioni-di-euro|titolo=Rai, versati a titolo di canone TV 2.141 milioni di euro|pubblicazione=Digital-Sat/Digital-News|data=10 maggio 2017|accesso=10 maggio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170515122529/http://www.digital-news.it/news/economia/43506/rai-versati-a-titolo-di-canone-tv-2-141-milioni-di-euro|urlmorto=no}}</ref>.
== Controversie ==
=== Lottizzazione ===
{{F|reti televisive italiane|febbraio 2018|Mancano e in una sezione di critica sono fondamentali}}
Taluni osservatori, commentatori e giornalisti, nonché forze politiche minoritarie, accusano la Rai di essere soggetta a un pressante controllo politico da parte del [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] e del [[Governo della Repubblica Italiana|Governo]] e di non essere dunque in grado di assicurare un'informazione indipendente, non condizionata da interessi di singoli politici o gruppi di [[emittente televisiva|emittenti televisive]]. Un'altra accusa alla RAI è di mancare di pluralismo e di operare censura verso professionisti di indubbio valore e competenza ma sgraditi agli uomini politici di riferimento. Tale controllo avviene tramite la nomina di persone chiave scelte dai partiti politici, in un'ottica di [[Lottizzazione (politica)|lottizzazione]].<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2021/05/03/nomine-rai-politica/|titolo=Come funziona la politica in Rai|data=3 maggio 2021|editore=[[Il Post]]|accesso=25 maggio 2023}}</ref>
Celebre è la ripartizione avvenuta durante la [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]] dopo la riforma del 1975, quando [[Rai 1]] era influenzata dalla [[Democrazia Cristiana]], [[Rai 2]] dal [[Partito Socialista Italiano]] e [[Rai 3]] dal [[Partito Comunista Italiano]]. Stessa cosa avvenne nei canali radiofonici e relativi giornali radio dove [[Rai Radio 1|Radio 1]]
La proposta principale che viene avanzata per risolvere questo problema è di svincolare almeno parzialmente la Rai dal controllo dei partiti politici
=== Cattiva amministrazione ===
==
A partire dal 2023-2024, la Rai viene spesso accusata di essere troppo di parte e soprannominata quindi ''TeleMeloni''.<ref>{{Cita web|url=https://www.vanityfair.it/article/rai-telemeloni-antonio-scurati-giorgia-meloni|titolo=La Rai è davvero diventata TeleMeloni? Sì, e abbiamo le prove}}</ref> La Presidente del Consiglio [[Giorgia Meloni]] ribatte accusando la [[sinistra (politica)|sinistra]] di monopolizzare le televisioni e pensare che gli altri facciano lo stesso.<ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/politica/24_maggio_25/questa-e-l-unica-telemeloni-la-premier-via-social-ribatte-alla-sinistra-sul-monopolio-rai-e-attacca-la-ue-da42f7fe-9fc5-4a8d-8455-58a454b03xlk.shtml|titolo=«Questa è l'unica TeleMeloni». La premier via social ribatte alla sinistra sul «monopolio Rai» e attacca la Ue}}</ref> Anche l'amministratore delegato [[Roberto Sergio]] contesta l'appellativo ''TeleMeloni'' ribattendo ''Teleopposizioni''.<ref>{{cita web|url=https://ilmanifesto.it/lad-rai-sergio-telemeloni-macche-e-teleopposizioni|titolo=L’Ad Rai Sergio: «TeleMeloni? Macché, è Teleopposizioni»}}</ref> Secondo la leader del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] [[Elly Schlein]] la Rai non sarebbe più un servizio pubblico.<ref>{{cita web|url=https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/breaking-news/1520031/rai-schlein-telemeloni-non-e-piu-servizio-pubblico-petrecca-si-dimetta.html|titolo=
Rai: Schlein, 'TeleMeloni non è più servizio pubblico, Petrecca si dimetta}}</ref>
== Speaker ==
{{Vedi anche|Speaker radiotelevisivo}}
Qui di seguito viene riportato un prospetto delle principali annunciatrici e speaker storici Rai scelti in base all'anzianità di carriera o alla loro popolarità.
{| class="wikitable" style="text-align:center;" width:50%;"
|- style="background:#efefef"
!
!Nome
|-
|'''1954-1970'''||[[Edilio Tarantino]]<br />Gianni Rossi<br />[[Luigi Carrai]]<br />[[Marco Raviart]]<br />[[Riccardo Paladini]]
|-
|'''1970-1980'''
|Alberto Lori<br />Giuseppe D'Amore<br />[[Roberto Di Palma]]
|-
|'''1980-2006'''
|Adriana Retacchi<br />[[Gigi Pirarba]]<br />[[Piero Bernacchi]]<br />[[Pino Berengo Gardin]]<br />Teresa Piazza
|-
|'''Dal 2006'''
|[[Alberto Angrisano]]<br />[[Alessandro Rigotti]]<br />[[Alessandro Rossi (doppiatore)|Alessandro Rossi]]<br />[[Alessia Patacconi]]<br />[[Antonella Giannini]]<br />[[Augusto Lombardi]]<br />[[Beatrice Margiotti]]<br />Nunzia Palermo<br />[[Claudia Razzi]]<br />[[Emanuele Ruzza]]<br />[[Francesco Pezzulli]]<br />[[Isabella Pasanisi]]<br />[[Lucio Saccone]]<br />[[Massimo Corvo]]<br />[[Massimiliano Manfredi]]<br />[[Mario Cordova]]<br />[[Mirko Mazzanti]]<br />Gianluca Liborio<br />[[Paola Mari]]<br />[[Paolo Buglioni]]<br />[[Roberto Draghetti]]<br />[[Rodolfo Bianchi]]
|-
|'''Dal 2023'''
|[[Morgana Giovannetti]]
|}
== Annunciatrici ==
{{Vedi anche|Signorine buonasera}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;" width:50%;"
|- style="background:#efefef"
! Periodo
!Nome
|-
|'''1954-1970'''||[[Aba Cercato]]<br />[[Anna Maria Gambineri]]<br />[[Emma Danieli]]<br />[[Fulvia Colombo]]<br />[[Gabriella Farinon]]<br />[[Maria Grazia Picchetti]]<br />[[Maria Teresa Ruta (annunciatrice)|Maria Teresa Ruta]]<br />[[Mariolina Cannuli]]<br />[[Marisa Borroni]]<br />[[Nicoletta Orsomando]]<br />[[Nives Zegna]]<br />[[Rosanna Vaudetti]]
|-
|'''1970-1980'''
|[[Beatrice Cori]]<br />[[Maria Giovanna Elmi]]<br />[[Marina Morgan]]<br />[[Paola Perissi]]<br />[[Roberta Giusti]]
|-
|'''1980-2003'''
|[[Alessandra Canale]]<br />[[Ilaria Moscato]]<br />[[Katia Svizzero]]<br />[[Maria Brivio]]<br />[[Maria Rita Viaggi]]<br />[[Peppi Franzelin]]
|}
{{vedi anche|Eurovisione}}
La Rai è membro fondatore dell'[[Unione europea di radiodiffusione]], chiamata anche UER o EBU (dall'inglese ''European Broadcasting Union''), fondata nel 1950 da 22 radio-televisioni europee occidentali che si staccarono dall'OIRT. L'[[Eurovisione]] è il circuito dell'UER che si occupa della trasmissione in tutta [[Europa]] di alcuni programmi di valenza nazionale e internazionale. La Rai trasmette in Eurovisione il [[Festival di Sanremo]], il [[Palio di Siena]], lo [[Zecchino d'Oro]], le celebrazioni del [[Papa]] prodotte da [[Rai Vaticano]] tra cui l'[[Angelus]] e altri eventi di rilevanza europea. La Rai è stata uno dei primi enti radiotelevisivi a partecipare allo [[Eurovision Song Contest]], al quale ha preso parte quasi ininterrottamente dal [[Eurovision Song Contest 1956|1956]] al [[Eurovision Song Contest 1997|1997]] e del quale è stata l'organizzatrice nel [[Eurovision Song Contest 1965|1965]], [[Eurovision Song Contest 1990|1991]] e [[Eurovision Song Contest 2022|2022]]. Assente dal 1998 al 2010, la Rai ha ripreso a partecipare al concorso nel [[Eurovision Song Contest 2011|2011]] rientrando nel novero dei maggiori finanziatori delle attività dell'UER, potendo quindi esprimere il proprio concorrente direttamente nella finale. La Rai ha partecipato inoltre a tutte le edizioni estive di un'altra fortunata produzione UER, ''[[Giochi senza frontiere]]''.
I programmi trasmessi in Eurovisione sono preceduti e seguiti da un'apposita sigla (comune a tutte le emittenti affiliate) che, seppure sia variata negli anni per quel che riguarda la grafica, è stata sempre accompagnata dal preludio del ''Te Deum'' di [[Marc-Antoine Charpentier]], pure più volte riarrangiato.
== Slogan ==
L'azienda ha utilizzato vari slogan nel corso della sua storia. Uno dei più storici è «''Rai. Di tutto, di più.''», utilizzato fino all'11 settembre 2016 (seppur con varie modifiche negli anni, tra cui «''Rai. Di tutti, di più.''» e «''Rai. Di tutti, ancora di più.''»). In occasione degli [[Campionato europeo di calcio 2012|europei di calcio 2012]] è stato temporaneamente introdotto «''Se è per tutti, è sulla Rai.''».
Per Rai.tv (oggi [[RaiPlay]]) è stato utilizzato nel 2012 lo slogan «''Qualcosa di più di una TV''», mentre nel 2013 «''Molto di più che una TV.''».
Il 12 settembre 2016 con il lancio di RaiPlay è stato adottato lo slogan «''Per te. Per tutti''.».<ref>{{Cita web|url=https://www.digital-news.it/news/televisione/42285/rai-la-svolta-digitale-da-di-tutto-di-piu-a-per-te-per-tutti|titolo=Rai, la svolta digitale da "Di tutto di più" a "Per Te per Tutti"|autore=Simone Rossi-Redazione Digital-News.it|sito=www.digital-news.it|data=15 novembre 2024|lingua=it|accesso=15 novembre 2024}}</ref> La piattaforma, invece, viene pubblicizzata con «''Molto più di quanto immagini.''» dal 2019.<ref>{{Cita web|url=https://www.mediakey.tv/leggi-news/molto-piu-di-quanto-immagini-rai-pubblicita-presenta-la-nuova-raiplay|titolo=“Molto più di quanto immagini” Rai Pubblicità presenta la nuova RaiPlay|sito=www.mediakey.tv|data=8 novembre 2019|lingua=it|accesso=15 novembre 2024}}</ref>
Il 28 giugno 2022 in occasione della ''Presentazione dell'Offerta 2022/2023'' della Rai, è stato adottato lo slogan «''Visione italiana''».<ref>{{Cita web|url=https://www.raiplay.it/video/2022/12/Rai-visione-italiana-d7fa3e02-ef88-462c-8e84-e6009f45b0ed.html|titolo=RaiPlay 2022 - Rai, visione italiana - Video|sito=RaiPlay|lingua=it|accesso=15 novembre 2024}}</ref>
Il 7 luglio 2023 in occasione della ''Presentazione dell'Offerta 2023/2024'' della Rai, è stato adottato lo slogan «''Di tutto, di tutti.''».<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/spettacoli/23_luglio_07/palinsesti-rai-soldi-il-nostro-prodotto-unico-necessario-vincente-fba6a7f6-1cb2-11ee-8345-1434d5233ba7.shtml|titolo=Rai, i palinsesti della nuova gestione. L’ad Sergio: «Ora la tv pubblica è di tutti, finalmente pluralista»|autore=Antonella Baccaro|sito=Corriere della Sera|data=7 luglio 2023|lingua=it|accesso=15 novembre 2024}}</ref>
Il 19 luglio 2024 in occasione della ''Presentazione dell'Offerta 2024/2025'' della Rai, è stato adottato lo slogan «''Più voci, più talento.''».<ref>{{Cita pubblicazione|nome=di Francesca|cognome=Ghidini|data=19 luglio 2024|titolo=Più voci più talento, presentati i nuovi palinsesti Rai per la prossima stagione|lingua=it|accesso=15 novembre 2024|url=https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2024/07/piu-voci-piu-talento-presentati-i-nuovi-palinsesti-rai-per-la-prossima-stagione-de-martino-conti-fagnani-clerici-minoli-100ea5bd-8913-4920-a45e-b0200209ab5b.html}}</ref>
== Cavalli della Rai ==
Due importanti [[scultori]] italiani hanno realizzato [[Monumento equestre|monumenti equestri]] per le due sedi principali della Rai nella capitale:
* [[Francesco Messina]], nel 1966, ha realizzato il famoso ''[[Cavallo morente]]'', opera in [[bronzo]] posta all'ingresso della sede principale in viale Mazzini, 14 che ospita la presidenza, la direzione generale e quella delle reti televisive;
* [[Mario Ceroli]], nel 1980, ha realizzato il cosiddetto ''Cavallo alato'' situato nelle pertinenze del [[Centro radiotelevisivo Biagio Agnes]] di [[Saxa Rubra]], all'interno della quale si trovano gli studi delle testate giornalistiche nazionali, della sede laziale della [[Testata Giornalistica Regionale|TGR]], nonché di Rai Italia, di Rai Radio 1, Isoradio e Gr Parlamento.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|
|
|
|
|luogo = Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf|titolo=Art. 1.|sito=[[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana]]|data=26 novembre 2010|formato=pdf|p=carta 10 (pdf 14)|accesso=8 luglio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180807155550/https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf|dataarchivio=7 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref>
}}
== Loghi ==
<gallery widths="130" heights="130">
File:Rai 1949.svg|1949 - 3 gennaio 1954
File:Logo of RAI (1954-1983).svg|3 gennaio 1954 - 3 ottobre 1983<ref>{{Cita web|url=http://www.rai.it/dl/docs/1426244578970Storia_del_logo_Rai.pdf|titolo=Storia ed evoluzione del logo}}</ref>
File:Logo of RAI (1983-1988).png|3 ottobre 1983 - 26 settembre 1988
File:Logo of RAI (1988-2000).svg|26 settembre 1988 - 16 marzo 2000
File:Logo of RAI (2000-2010).svg|16 marzo 2000 - 18 maggio 2010
File:Rai - logo (Italy, 2010-2016).svg|18 maggio 2010 - 12 settembre 2016
File:Logo of RAI (2016).svg|In uso dal 12 settembre 2016
</gallery>
== Note ==
== Voci correlate ==
* [[Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi]]
* [[Contratto di servizio Rai]]
* [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche]]
* [[Lottizzazione (politica)]]
* [[Museo della Radio e della Televisione]]
* [[Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI]]
* [[
* [[Referendum abrogativi in Italia del 1995]]
* [[
* [[Televisione in Italia]]
== Altri progetti ==
Riga 1 551 ⟶ 1 541:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.crit.rai.
{{Rai}}
{{Reti TV di lingua italiana}}
{{Televisioni europee}}
{{Emittenti radio italiane}}
{{Membri UER}}
{{Ministero dell'economia e delle finanze}}
{{Italia all'Eurovision Song Contest}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aziende|editoria|Italia|televisione}}
[[Categoria:
[[Categoria:
|