Candragupta Maurya: differenze tra le versioni

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{{Monarca
{{Avvisounicode}}
| nome = Candragupta Maurya
| trattamento = Chanda-[[Śrī|siri]]<ref>{{cita|Raychaudhuri 1967|p. 139}}.</ref><br/>Piadamsana<ref>{{cita|Raychaudhuri 1967|pp. 139-140}}.</ref>
| immagine = Chandragupt maurya Birla mandir 6 dec 2009 (31) (cropped).JPG
| legenda = Statua di Candragupta Maurya presso il tempio di Laxminarayan, a [[Delhi]]
| data di nascita = [[350 a.C.]] circa
| luogo di nascita = [[Pataliputra]]
| data di morte = [[295 a.C.]] circa
| luogo di morte = Kalbappu
| titolo = [[Impero Maurya|imperatore Maurya]]
| regno = [[322 a.C.|322]] - [[297 a.C.]]<ref name=britchandrag>{{cita|Raychaudhuri 1967|p. 139}}.</ref><ref>{{cita|Upinder Singh 2016|p. 330}}.</ref>
| incoronazione = [[322 a.C.]] circa
| predecessore = Dhana Nanda (''in veste di re di Magadha'')
| successore = [[Bindusara]]<ref>{{cita|Upinder Singh 2016|p. 331}}.</ref>
| consorte = Durdhara<br />una principessa [[seleucidi|seleucide]]
| figli = [[Bindusara]]
| dinastia = [[Impero Maurya|Maurya]]
| religione = [[bramanesimo]]; [[giainismo]] (secondo una tradizione giainista)
}}
{{Bio
|Nome = ChandraguptaCandragupta
|Cognome = Maurya
|PostCognomeVirgola = anche noto come '''Sandrocotto''' e traslitterato '''Chandragupta''' con grafia inglese
|PreData = [[{{sanscrito]]: |चन्द्रगुप्त मौर्य}}; [[lingua greca|{{greco]]: ''Sandrakottos''antico|Σανδροκόττος|Sandrokóttos}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Pataliputra?
|LuogoNascitaLink = Patna
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 343 a.C.
|LuogoMorte = Pataliputra
|LuogoMorteLink = Patna
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[274297 a.C.]] circa
|AttivitàEpoca = -300
|Epoca2 = -200
|Attività = sovrano
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato il sovrano fondatore dell'[[imperoImpero Maurya]] e regnò dal 321 a.C. al 298 a.C.
}}
[[File:Chandragupt_maurya_Birla_mandir_6_dec_2009_(31)_(cropped).JPG|thumb|right|Statua di Chandragupta Maurya, [[Tempio di Laxminarayan]]]]
Poco si conosce della vita del fondatore dell'impero Maurya, ad iniziare dalla sua data di nascita.
 
Pur avendo regnato dal 321 al 298 a.C., poco si conosce della vita del fondatore dell'impero Maurya, a partire dalla sua data di nascita. Anche il suo presunto incontro alle foci dell'[[Indo]] con [[Alessandro Magno]] non è documentato, seppure ampiamente riportato dagli storici greci e latini.
 
Approfittando delle guerre che indebolirono la [[dinastia Nanda]] e dell'invasione dell'India da parte di [[Alessandro Magno]], riuscì dapprima ada impossessarsi del regno di [[Magadha]] e quindi, per primo, ada unificare l'India Settentrionale. Dopo un conflitto protrattosi con alcuni anni, nel [[306 a.C.]] trattò con [[Seleuco I]], ottenendo le province indiane dell'impero macedone in cambio di 500 elefanti, che Seleuco intendeva usare nella sua lotta contro [[Antigono I|Antigono Monoftalmo]] nel contesto della guerra dei [[Diadochi]]. La [[battaglia di Ipso]] si rivelò decisa proprio dalla superiorità in termini di elefanti dell'esercito coalizzato contro Antigono.
 
MorendoMorì nel [[298297 a.C.]] lasciòlasciando il trono al figlio [[Bindusara]]., Ilil suocui titolo era semplicemente quello di "Rajah di [[Magaddha]]".
Dopo una guerra durata alcuni anni, nel [[306 a.C.]] trattò con [[Seleuco I]] ottenendo le province indiane dell'impero macedone in cambio di 500 elefanti, che Seleuco intendeva usare nella sua lotta contro [[Antigono I|Antigono Monocolo]] nel contesto della guerra dei [[Diadochi]].
 
== La situazione dell'India al tempo di Alessandro Magno ==
La [[Battaglia di Ipso]] fu decisa proprio dalla superiorità in termini di elefanti dell'esercito coalizzato contro Antigono.
Sconfitto il [[rajah]] [[Poro (re indiano)|Poro]] (''Purushottama'') sul fiume [[Jhelum|Idaspe]] (''Jhelum'') - dopo averlo guadato presso la cittadina di [[Bhera]] - nell'attuale [[Pakistan]] nell'aprile del [[326 a.C.]], fondò il mese successivo due città prospicienti, attraversate (all'epoca, poiché ora esso ha cambiato corso) dal fiume stesso, [[Alessandria Bucefala]] - secondo alcuni [[Jhelum]], secondo altri [[Jalalpur]], ma più probabilmente [[Mong]]) sul sito dove cadde il suo amato destriero [[Bucefalo]] - e [[Alessandria Nicea]], sul luogo stesso della battaglia (secondo alcuni [[Phalia]], ma più probabilmente [[Gujrat]]), Alessandro venne a conoscenza dei territori delle attuali [[India]] e [[Cina]].
 
Fu così che il re macedone concepì di allargare il suo impero oltre i confini del precedente impero persiano. Durante il biennio [[327 a.C.|327]] - [[325 a.C.]], mentre sottometteva la XX [[satrapia]] persiana, corrispondente agli attuali [[Afghanistan]] e [[Pakistan]], [[Alessandro Magno]] s'informò circa le terre al di là dell'[[Indo]] ([[Sind]]), che venne attraversato sul ponte di barche che Alessandro aveva ordinato di costruire nei pressi del guado di [[Ohind]] ([[Udabhandapura]]), ad [[Efestione]] ed a [[Perdicca]], 25 chilometri a nord di [[Attock]].
Morendo nel [[298 a.C.]] lasciò il trono al figlio [[Bindusara]]. Il suo titolo era semplicemente quello di "Rajah di [[Magaddha]]".
 
Qui gli venne incontro il regnante locale, [[Omfi]] ([[Ambhi]], poi chiamato ufficialmente Taxila). Egli non solo aveva già offerto il suo aiuto ad Alessandro in [[Sogdiana]], con 30 elefanti e 700 cavalieri, ma aveva anche rifornito Efestione durante la costruzione del ponte e si ripropose ad attendere l'intero contingente quando questo avrebbe attraversato il fiume. Gli venne riferito dal re di [[Taxila]] ([[Takshicila]]), una trentina di chilometri a nordovest della moderna [[Islamabad]], che la terra tra l'Indo ed il [[Gange]] era "vasta quanto quella compresa tra il [[Tigri]] e l'Indo medesimo, ma frammentata in tanti regni in perenne lotta fra di loro e retta da re che avrebbero potuto esser figli di un barbiere" (frase offensiva per designare dei re-travicello, ostaggi dei dignitari di corte e/o dei generali dell'esercito).
== La situazione dell'India al tempo di Alessandro Magno ==
Sconfitto il rajah [[Poro]] ([[Purushottama]]) sul fiume [[Idaspe]] ([[Jhelum]]), - dopo averlo guadato presso la cittadina di [[Bhera]] - nell'attuale [[Pakistan]] nell'aprile del [[326 a.C.]], e fondate, il mese successivo due città prospicienti ed attraversate (all'epoca, poiché ora esso ha cambiato corso) dal fiume stesso, [[Alessandria Bucefala]] (secondo alcuni [[Jhelum]], secondo altri [[Jalalpur]], ma più probabilmente [[Mong]]) sul sito dove cadde il suo amato destriero [[Bucefalo]], ed [[Alessandra Nicea]] sul luogo stesso della battaglia (secondo alcuni [[Phalia]], ma più probabilmente [[Gujrat]]), Alessandro venne a conoscenza dei territori delle attuali [[India]] e [[Cina]]. Fu così che il macedone concepì di allargare il suo impero oltre i confini del precedente impero persiano. Durante il biennio [[327 a.C.|327]] - [[325 a.C.]], mentre sottometteva la XX [[satrapia]] persiana, corrispondente agli attuali [[Afghanistan]] e [[Pakistan]], [[Alessandro Magno]] s'informò circa le terre al di là dell'[[Indo]] ([[Sind]]), che venne attraversato sul ponte di barche che Alessandro aveva ordinato di costruire nei pressi del guado di [[Ohind]] ([[Udabhandapura]]), ad [[Efestione]] ed a [[Perdicca]], 25 chilometri a nord di [[Attock]]. Qui gli venne incontro il regnante locale, [[Omfi]] ([[Ambhi]], poi chiamato ufficialmente Taxila). Egli non solo aveva già offerto il suo aiuto ad Alessandro in [[Sogdiana]], con 30 elefanti e 700 cavalieri, ma aveva anche rifornito Efestione durante la costruzione del ponte e si ripropose ad attendere l'intero contingente quando questo avrebbe attraversato il fiume. Gli venne riferito dal re di [[Taxila]] ([[Takshicila]]), una trentina di chilometri a nordovest della moderna [[Islamabad]], che la terra tra l'Indo ed il [[Gange]] era "vasta quanto quella compresa tra il [[Tigri]] e l'Indo medesimo, ma frammentata in tanti regni in perenne lotta fra di loro e retta da re che potrebbero esser figli di un barbiere" (frase offensiva per designare dei re - travicello ostaggi dei dignitari di corte e / o dei generali dell'esercito). Una missione esplorativa che il macedone inviò nell'attuale regione indiana di [[Amristar]] confermò in parte il racconto. Però venne anche sottolineata la difficoltà dell'impresa per via della scarsità di vie di comunicazione, per il clima quotidianamente piovoso che trasformava i sentieri da aridi e polverosi in paludosi, per tutti i 330&nbsp;km che gli esploratori coprirono in dodici giorni. Inoltre, pur confermata la notizia delle rivalità tra i regni in cui il [[subcontinente]] era frammentato, era pur vero che il regno più limitrofo ai confini disponeva di un esercito numericamente di molto superiore a quello messo in campo dai regni della valle dell'Indo che tanto filo da torcere stavano dando ai macedoni. Del resto, Alessandro era intenzionato a marciare sull'Indo, se l'esercito - stanco di continue campagne militari - non si fosse ammutinato, esausto di procedere a marce forzate di 40&nbsp;km al giorno, in una terra martoriata dalle piogge monsoniche che rendevano l'aria zeppa di umidità, i sentieri impraticabili a causa del fango e le insidie di serpenti velenosi (probabilmente i [[cobra]]) e degli [[scorpiones|scorpioni]] sempre più presenti. Alessandro desiderava ardentemente giungere "all'estremo confine della terra, laddove essa si getta nel grande oceano". Alessandro voleva spingersi oltre il fiume [[Beas]], ed oltre questo confine fluviale sembra vi fosse un popolo numeroso, retto da un'oligarchia aristocratica, ricco di elefanti, forse i [[Prasii]] o i [[Gangaridi]], che governava il bacino del Gange, della dinastia [[Nanda]], la cui capitale, [[Pataliputra]] (la greca {{lang-grc|Παλίμβοθρα|Palímbothra}}) era situata alla confluenza del fiume [[Son (fiume)|Son]] col Gange, presso la moderna città di [[Patna]]. Il malcontento incominciava ad appesantire gravemente, non solo il morale, ma soprattutto la disciplina dell'esercito macedone. La possibilità, sempre più concreta, di un “non - ritorno” portò i soldati ad una vera e propria forma d'ammutinamento, anche se non di aperta rivolta in considerazione del carisma di cui godeva Alessandro. L'esercito non aveva tutti i torti a rifiutarsi di proseguire in una campagna bellica in territori mai prima di allora conosciuti e - tanto meno - cartografati. Neppure i persiani avevano oltrepassato il corso dell'Indo. Già solo il fatto che, durante la stagione dei [[monsoni]] il continuo straripamento dei fiumi del [[Punjab (regione)|Punjab]] mette in serio rischio le salmerie, che avrebbero dovuto esser lasciate al di qua del confine, privando l'esercito di vettovaglie e di acqua potabile, avrebbe reso quasi impossibile il tentativo d'invasione dell'[[India]]. Laddove terminava la sua impresa, a ricordo, Alessandro fece erigere dodici altari giganteschi di pietra, in segno di ringraziamento all'intero pantheon che lo aveva protetto durante l'impresa. Ironia della sorte, quell'area oggigiorno è parte dello Stato indiano.
 
Una missione esplorativa che il Macedone inviò nell'attuale regione indiana di [[Amritsar]] confermò in parte il racconto. Però venne anche sottolineata la difficoltà dell'impresa per via della scarsità di vie di comunicazione, per il clima quotidianamente piovoso che trasformava i sentieri da aridi e polverosi in paludosi, per tutti i 330&nbsp;km che gli esploratori coprirono in dodici giorni. Inoltre, pur confermata la notizia delle rivalità tra i regni in cui il [[subcontinente]] era frammentato, era pur vero che il regno limitrofo ai confini disponeva di un esercito numericamente di molto superiore a quello messo in campo dai regni della valle dell'Indo che tanto filo da torcere stavano dando ai Macedoni. Del resto, Alessandro era intenzionato a marciare sull'Indo, se l'esercito - stanco di continue campagne militari - non si fosse ammutinato, esausto di procedere a marce forzate di 40&nbsp;km al giorno, in una terra martoriata dalle piogge monsoniche che rendevano l'aria pregna di umidità, i sentieri impraticabili a causa del fango e le insidie di serpenti velenosi (probabilmente [[cobra]]) e [[scorpiones|scorpioni]].
== L'ascesa di Chandragupta ==
 
[[File:Nanda_Empire,_c.325_BCE.png|thumb|right|Massima estensione dell'impero Nanda (325 a.c.)]]
Alessandro desiderava ardentemente giungere "all'estremo confine della terra, laddove essa si getta nel grande Oceano". Alessandro voleva spingersi oltre il fiume [[Beas]], e oltre quel confine fluviale sembra vi fosse un popolo numeroso, retto da un'[[oligarchia]], ricco di elefanti, forse i [[Prasii]] o i [[Gangaridi]], che governava il bacino del Gange, della dinastia [[Nanda]], la cui capitale, [[Pataliputra]] (la greca {{lang-grc|Παλίμβοθρα|Palímbothra}}) era situata alla confluenza del [[Son (fiume)|fiume Son]] col Gange, presso la moderna città di [[Patna]].
Attraversato l'Indo, l'avanzata macedone verso oriente fu - dunque - arrestata dalla stanchezza dei soldati. La campagna indiana si arrestò al fiume [[Ifasi]] ([[Beas]]), ultimo immissario a Est del fiume Indo. Questo grande fiume con i suoi affluenti venne a costituire così, nel progetto di Alessandro, l'estremo confine naturale e storico del suo immenso impero. Prima di riprendere la via del ritorno, Alessandro fece innalzare sulla riva sinistra del fiume Ifasi dodici altari agli dei, in forma di torri. Al centro una colonna di bronzo portava la scritta: "Qui si fermò Alessandro". A distanza di 2.500 anni, è praticamente impossibile conoscere l'esatta ubicazione dei dodici giganteschi altari di confine, in quanto il corso - mutevole nei secoli - del fiume può averli erosi, fatti crollare, sepolti sotto diverse decine di metri di spessore di [[limo]]. Per quanto Alessandro non ebbe l'opportunità materiale per invadere l'India, la sua fama di sovrano saggio ed invincibile penetrò ugualmente nella regione, tanto che, a tutt'oggi, si tramanda la sua epopea condita da episodi più o meno fantasiosi.
 
Il clan dei Maurya era noto già da alcuni secoli, almeno dal tempo di [[Buddha]] ([[565 a.C.|565]] - [[486 a.C.]]), ma Chandragupta pare fosse stato di umili origini, quindi appartenente ad un ramo molto collaterale della famiglia, se non - addirittura - figlio illegittimo dell'ultimo sovrano della dinastia Nanda e di una donna appartenente a una delle caste più infime. Poco si conosce della sua vita. Nato probabilmente nel [[340 a.C.]], fu allievo del noto maestro e filosofo indù [[Kautilya]] (o [[Chanakya]]), che divenne - in seguito - suo consigliere, una volta che Chandragupta fondò l'impero Maurya. I due, con ogni probabilità, si trovavano esuli a Taxila quando, nel [[326 a.C.]] le armate macedoni invasero il bacino dell'Indo, in quanto Chandragupta pare esser stato esiliato per prevenire la sua possibilità di reclamare il trono<ref>Enciclopedia Britannica ed. 1911:http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya</ref>, mentre Kautilya, appartenente alla potente casta sacerdotale dei [[Bramini]] si dice avesse giurato di vendicarsi di un'offesa arrecatagli da uno dei coreggenti del Regno di Nanda <ref>Docherty Paddy: "Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioni". Il saggiatore Edizioni; 2012; pp. 69 - 70.</ref>. Secondo quanto scritto da [[Plutarco]]<ref>Plutarco: "Vita d'Alessandro"; cap. LXII</ref>, ma non si hanno riscontri in merito, fu proprio Chandragupta a spingere Alessandro a tentare la conquista del regno dei Nanda. Di certo conosciamo l'ammirazione del sovrano indiano per il tentativo del macedone di creare un impero universale e la fusione in un'unica entità di razze, popoli, usi e costumi così diversi, tanto che egli adottò questo criterio a corte una volta insediatosi sul trono dei Nanda. Per primo Chandragupta concepì di detronizzare l'imperatore del [[Regno di Nanda]]. Il testo sanscrito [[Mudrarakshasa]] scritto da [[Visakhadutta]] e il testo dello [[Giainismo]] [[Parisishtaparvan]] citano un'ambasceria a fini d'alleanza militare compiuta da Chandragupta in persona presso il rajah himalaiano [[Parvatka]], da alcuni storici identificato proprio col rajah sconfitto da Alessandro Magno presso il fiume Idaspe, [[Poro]]. Dopo la morte di Alessandro, in effetti Poro si era smarcato dall'alleanza macedone, diventando a tutti gl'effetti sottomesso solo di nome, ma conducendo una politica totalmente autonoma da [[Babilonia]]. Effettivamente<ref>Docherty Paddy: "Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioni". Il saggiatore Edizioni; 2012; pp. 67 - 68.</ref> Poro potrebbe aver aiutato Chandragupta a rovesciare il regno Nanda, o, quanto meno a far scoppiare rivolte, dal momento che è accertato storicamente l'assassinio del rajah da parte del generale greco [[Eudemo]] nel [[317 a.C.]] e forse non è un caso che le prime esperienze belliche del futuro imperatore si compirono nel Punjab, sebbene sicuramente dopo la morte di Alessandro, ma anche di Poro. In effetti, Poro e Chandragupta forse si allearono per abbattere il Regno dei Nanda, il che venne visto dai macedoni come un pericolo da cui scaturì la decisione di eliminare Poro<ref>Ibidem.</ref>. Eudemo dovette smobilitare comunque dal [[Punjab]] già l'anno seguente ([[316 a.C.]]) per via delle rivolte e della guerriglia scatenate da Chandragupta, che si presentò come legittimo erede di Poro, portandosi dietro la gran maggioranza dell'esercito, mentre i pochi presìdi lasciati in loco vennero massacrati dagl'indiani<ref>Ibidem.</ref>. Il [[Regno dei Nanda]] (più propriamente "[[Reame di Magadha]]") era retto fino al [[329 a.C.]] dal saggio rajah [[Mahapadma Nanda]], quando, alla sua morte, non venne nominato alcun successore e i suoi sette figli assursero contemporaneamente al trono, incominciando una guerra civile per assicurarselo interamente<ref>Ibidem.</ref>. Da diverse fonti storiche si evince che il reame era nel caos più completo e che intere province si erano rese del tutto autonome, sia quelle hymalaiane, sia il territorio di [[Kalinga]] e l'area del [[Deccan]], così come s'intravede che i sette figli eredi non fosser minimamente all'altezza del padre, e - tanto meno - popolari, cosicché il reame stava iniziando a disintegrarsi<ref>Ibidem.</ref>. Chandragupta, pertanto, incominciò a distinguersi, prima nelle continue guerre (forse guerriglie, più propriamente) contro i greco - macedoni a oriente, e poi contro i [[Nanda]], che allora controllavano la parte centro settentrionale del subcontinente ed erano in piena decadenza. L'occasione di porsi a capo di un movimento di liberazione della valle dell'Indo nacque dopo che i macedoni persero, a partire dalla data della morte di Alessandro, nel [[323 a.C.]] il controllo dell'area, troppo lontana dai centri di potere siti a [[Babilonia]], a [[Susa (Elam)|Susa]], a [[Ecbatana]] (la moderna [[Hamadan]], in [[Iran]]).
Il malcontento cominciava ad appesantire gravemente, non solo il morale, ma soprattutto la disciplina dell'esercito macedone. La possibilità, sempre più concreta, di un “non-ritorno” portò i soldati a una vera e propria forma d'ammutinamento, anche se non di aperta rivolta, in considerazione del carisma di cui godeva Alessandro. L'esercito non aveva tutti i torti a rifiutarsi di proseguire in una campagna bellica in territori mai prima di allora conosciuti e - tanto meno - cartografati. Neppure i [[persiani]] [[Achemenidi]] avevano oltrepassato il corso dell'Indo. Già solo il fatto che, durante la stagione dei [[monsoni]] il continuo straripamento dei fiumi del [[Punjab (regione)|Punjab]] metteva a serio rischio le salmerie, che avrebbero dovuto esser lasciate al di qua del confine, privando l'esercito di vettovaglie e di acqua potabile, avrebbe reso quasi impossibile il tentativo d'invasione dell'[[India]]. Laddove terminava la sua impresa, a suo ricordo, Alessandro fece erigere dodici altari giganteschi di pietra, in segno di ringraziamento all'intero pantheon che lo aveva protetto durante l'impresa. L'area oggigiorno è parte della [[India|Federazione indiana]].
 
== L'ascesa di ChandraguptaCandragupta ==
[[File:Nanda_Empire,_c.325_BCE.png|thumb|right|Massima estensione dell'impero Nanda (325 a.cC.)]]
Attraversato l'Indo, l'avanzata macedone verso oriente fu - dunque - arrestata dalla stanchezza dei soldati. La campagna indiana si arrestò al fiume [[Ifasi]] ([[Beas]]), ultimo immissario a Est del fiume Indo. Questo grande fiume con i suoi affluenti venne a costituire così, nel progetto di Alessandro, l'estremo confine naturale e storico del suo immenso impero. Prima di riprendere la via del ritorno, Alessandro fece innalzare sulla riva sinistra del fiume Ifasi dodici altari agli dei, in forma di torri. Al centro una colonna di bronzo portava la scritta: "Qui si fermò Alessandro". A distanza di 2.5002500 anni, è praticamente impossibile conoscere l'esatta ubicazione dei dodici giganteschi altari di confine, in quanto il corso - mutevole nei secoli - del fiume può averli erosi, fatti crollare, sepolti sotto diverse decine di metri di spessore di [[limo]]. Per quanto Alessandro non ebbe l'opportunità materiale per invadere l'India, la sua fama di sovrano saggio ed invincibile penetrò ugualmente nella regione, tanto che, a tutt'oggi, si tramanda la sua epopea condita da episodi più o meno fantasiosi.
Il clan dei Maurya era noto già da alcuni secoli, almeno dal tempo di [[Buddha]] ([[565 a.C.|565]] - [[486 a.C.]]), ma ChandraguptaCandragupta pare fosse stato di umili origini, quindi appartenente ad un ramo molto collaterale della famiglia, se non - addirittura - figlio illegittimo dell'ultimo sovrano della dinastia Nanda e di una donna appartenente a una delle caste più infime. Poco si conosce della sua vita. Nato probabilmente nel [[340 a.C.]], fu allievo del noto maestro e filosofo indù [[KautilyaKauṭilya]] (o [[ChanakyaCāṇakya]]), che divenne - in seguito - suo consigliere, una volta che ChandraguptaCandragupta fondò l'impero Maurya. I due, con ogni probabilità, si trovavano esuli a Taxila quando, nel [[326 a.C.]] le armate macedoni invasero il bacino dell'Indo, in quanto ChandraguptaCandragupta pare esser stato esiliato per prevenire la sua possibilità di reclamare il trono<ref>Enciclopedia Britannica ed. 1911:{{cita web |url=http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya |titolo=Copia archiviata |accesso=7 settembre 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110912220623/http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya |dataarchivio=12 settembre 2011 }}</ref>, mentre Kautilya, appartenente alla potente casta sacerdotale dei [[Braminibramini]] si dice avesse giurato di vendicarsi di un'offesa arrecatagli da uno dei coreggenti del Regno di Nanda <ref>Docherty Paddy: name="Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioniA". Il saggiatore Edizioni;>{{cita|Docherty 2012; |pp. 69 - 70}}.</ref>. Secondo quanto scritto da [[Plutarco]]<ref>Plutarco: "Vita d'Alessandro"; cap. LXII</ref>, ma non si hanno riscontri in merito, fu proprio ChandraguptaCandragupta a spingere Alessandro a tentare la conquista del regno dei Nanda. Di certo conosciamo l'ammirazione del sovrano indiano per il tentativo del macedone di creare un impero universale e la fusione in un'unica entità di razze, popoli, usi e costumi così diversi, tanto che egli adottò questo criterio a corte una volta insediatosi sul trono dei Nanda. Per primo ChandraguptaCandragupta concepì di detronizzare l'imperatore del [[Regno di Nanda]]. Il testo sanscrito [[Mudrarakshasa]] scritto da [[Visakhadutta]] e il testo dello [[Giainismo]] [[Parisishtaparvan]] citano un'ambasceria a fini d'alleanza militare compiuta da ChandraguptaCandragupta in persona presso il [[raja|rajah]] himalaiano[[himalaya]]no [[Parvatka]], da alcuni storici identificato proprio col rajah sconfitto da Alessandro Magno presso il fiume Idaspe, [[Poro]]. Dopo la morte di Alessandro, in effetti Poro si era smarcato dall'alleanza macedone, diventando a tutti gl'effetti sottomesso solo di nome, ma conducendo una politica totalmente autonoma da [[Babilonia (regione storica)|Babilonia]]. Effettivamente<ref>Docherty Paddy: name="Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioniB". Il saggiatore Edizioni;>{{cita|Docherty 2012; |pp. 67 - 68}}.</ref> Poro potrebbe aver aiutato ChandraguptaCandragupta a rovesciare il regno Nanda, o, quanto meno a far scoppiare rivolte, dal momento che è accertato storicamente l'assassinio del rajah da parte del generale greco [[Eudemo (generale)|Eudemo]] nel [[317 a.C.]] e forse non è un caso che le prime esperienze belliche del futuro imperatore si compirono nel Punjab, sebbene sicuramente dopo la morte di Alessandro, ma anche di Poro. In effetti, Poro e ChandraguptaCandragupta forse si allearono per abbattere il Regno dei Nanda, il che venne visto dai macedoni come un pericolo da cui scaturì la decisione di eliminare Poro<ref>Ibidem.< name="B" /ref>. Eudemo dovette smobilitare comunque dal [[Punjab]] già l'anno seguente ([[316 a.C.]]) per via delle rivolte e della guerriglia scatenate da ChandraguptaCandragupta, che si presentò come legittimo erede di Poro, portandosi dietro la gran maggioranza dell'esercito, mentre i pochi presìdi lasciati in loco vennero massacrati dagl'indiani<ref>Ibidem.< name="B" /ref>. Il [[Regno dei Nanda]] (più propriamente "[[Reame di Magadha]]") era retto fino al [[329 a.C.]] dal saggio rajah [[Mahapadma Nanda]], quando, alla sua morte, non venne nominato alcun successore e i suoi sette figli assursero contemporaneamente al trono, incominciando una guerra civile per assicurarselo interamente<ref>Ibidem.< name="B" /ref>. Da diverse fonti storiche si evince che il reame era nel caos più completo e che intere province si erano rese del tutto autonome, sia quelle hymalaianehimalayane, sia il territorio di [[Kalinga (regione storica)|Kalinga]] e l'area del [[Deccan]], così come s'intravede che i sette figli eredi non fosser minimamente all'altezza del padre, e - tanto meno - popolari, cosicché il reame stava iniziando a disintegrarsi<ref>Ibidem.< name="B" /ref>. ChandraguptaCandragupta, pertanto, incominciò a distinguersi, prima nelle continue guerre (forse guerriglie, più propriamente) contro i greco - macedoni a oriente, e poi contro i [[Nanda]], che allora controllavano la parte centro settentrionale del subcontinente ed erano in piena decadenza. L'occasione di porsi a capo di un movimento di liberazione della valle dell'Indo nacque dopo che i macedoni persero, a partire dalla data della morte di Alessandro, nel [[323 a.C.]] il controllo dell'area, troppo lontana dai centri di potere siti a [[Babilonia (città antica)|Babilonia]], a [[Susa (Elam)|Susa]], a [[Ecbatana]] (la moderna [[Hamadan]], in [[Iran]]).
 
== La campagna antimacedone e la conquista del potere ==
[[File:EasternSatrapsAfterAlexander.jpg|thumbminiatura|rightsinistra|Conquista delle satrapie macedoni post-Alessandro Magno]]
 
Il satrapo della [[Partia (satrapia)|Partia]], [[Peitone]] perse il controllo della satrapia dell'Indo già nel [[322 a.C.]], a causa del suo stolto tentativo di limitare il potere dei governatori locali, cosicché l'anarchia e la guerra civile scoppiarono tra i rajah che Alessandro aveva sottomesso precedentemente. ChandraguptaCandragupta si mise a capo di una coalizione intenzionata a cacciare i macedoni al di là della catena montuosa dell'[[Hindukush]]. Per certi versi, la sua vita mostra un parallelismo con quella del primo re persiano e fondatore della dinastia achemenide, [[Ciro il grandeGrande]]: da umili origini riuscirono a sconfiggere un vasto impero fondandone a loro volta uno proprio. ChandraguptaCandragupta, nel 322 a.C. già controllava tutta l'arera dell'Indo e del Punjab ed aveva come sua sede proprio la città di Taxila. Mentre la guerriglia imperversava nelle satrapie più orientali del regno dei Seleucidi, successori in [[Asia]] di Alessandro, ChandraguptaCandragupta ne approfittò, nel [[321 a.C.]] per infliggere il colpo di grazia al traballante regno indiano di [[Magadha]], battendo l'esercito del generale [[Bhadrassala]], esautorando re [[Dhana]] della dinastia [[Nanda]] e facendosi proclamare re nel [[313 a.C.]] ChandraguptaCandragupta era figlio illegittimo di uno degli ultimi monarchi Nanda, e la madre era una shudra, una serva appartenente, cioè alla casta più bassa, tuttavia grazie al suo valore militare riuscì a sconfiggere i re dei Nanda, affrontandoli uno alla volta ed impedendo che si coalizzassero contro di lui ed a creare il primo impero panindiano della storia, o quantomeno riuscì ad unificare tutto il subcontinente ada eccezione della parte meridionale, attualmente occupata dai [[Tamil (popolo)|Tamil]] ([[320 a.C.|320]] - [[319 a.C.]]). Intorno all'anno 319 a.C. annesse i territori himalayani compresi tra le sorgenti dell'Indo ed i laghi [[Mapam Yuco]] (nell'attuale regione cinese del [[Tibet]], il [[Nepal]] il [[Sikkim]], il [[Bhutan]]. Nel [[318 a.C.]] si volse a sud e fagocitò l'altopiano del Deccan, il [[Saurashtra]] (odierno [[Gujarat]] ed il [[Mysore]] (attuale [[Kamataka]]), quest'ultimo rappresentò il confine meridionale dell'impero.<br/>
Nel frattempo, i seleucidi intervennero in prima persona nel Punjab per stroncare la ribellione, e tra le vittime cadde pure il rajah [[Poro (re indiano)|Poro]] ([[Pururava]] in [[Sanscrito]]), fatto assassinare, perché sospettato di tradimento, da [[Eumene di Cardia|Eumene]] proprio su ordine di [[Seleuco I Nicatore]] nel [[317 a.C.]]. A questo punto lo scontro con ChandraguptaCandragupta fu inevitabile, ma il re indiano possedeva un esercito poderoso di 30&nbsp;000 cavalieri, 600&nbsp;000 fanti (tra fanti pesanti armati di spada e fanti leggeri armati di lancia), 9.000 elefanti, diverse migliaia di arcieri<ref>[http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya Chandragupta Maurya<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110912220623/http://www.1911encyclopedia.org/Chandragupta_Maurya |data=12 settembre 2011 }}</ref>, ed a poco servì la famosa [[falange (militare)|falange]] macedone di fronte ada una così imponente armata nemica. Solo nel [[305 a.C.]] in una battaglia campale in un'ignota località compresa tra il [[Deserto di Thar]] e la sponda orientale dell'Indo, l'esercito indiano ebbe infine ragione su quello macedone - persiano. la pace, siglata nel [[301 a.C.]] fu assai umiliante per i macedoni, che persero per sempre tutti i territori del Punjab, del bacino dell'Indo, degli attuali [[Pakistan]] ed [[Afghanistan]] ([[Gedrosia]] ed [[Aracosia]]). In cambio ebbe 500 elefanti, l'instaurazione di rapporti diplomatici ([[Megastene]], autore del perduto trattato "Indike chora", era l'ambasciatore ufficiale di Seleuco presso ChandraguptaCandragupta ed a lui dobbiamo tutte le notizie circa la società e la politica Maurya) e le nozze tra la figlia di Seleuco con ChandraguptaCandragupta medesimo. Le successive campagne belliche, tra il [[300 a.C.|300]] ed il [[290 a.C.]] vennero intraprese da ChandraguptaCandragupta nei territori tra il [[Bangladesh]] e gli [[Stati Shan]] (nelle regioni settentrionali dell'attuale [[Myanmar]] - [[Birmania]]).
 
== Organizzazione dell'Impero Maurya ==
[[File:Shravanabelagola2007 - 44.jpg|min|La grotta Bhadrabahu, dove secondo la tradizione Candragupta Maurya morì. [[Shravanabelagola]], Karnataka, India]]
Il Regno dei Nanda - in base alle fonti storiche<ref>Megastene: "Indike Chora", opera in 4 libri, perduta, ma utilizzata da Ammiano Marcellino e Plutarco</ref> era molto oppressivo e dispotico, ragion per cui non fu impresa difficile per Chandragupta rovesciarlo. Già aveva capeggiato un'insurrezione nel[[328 a.C.]] fallita grazie all'intervento dell'esercito reale, cosa che costò a lui l'esilio<ref>Docherty Paddy: "Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioni". Il saggiatore Edizioni; 2012; pp. 69 - 70.</ref>. Il vero protagonista nell'organizzazione dell'Impero, però, fu [[Chanakya]] ([[Kautilya]]), maestro di Chandragupta dal momento del loro esilio. I due s'incontrarono della [[Foresta di Vindhya]], nella regione centrale del [[Deccan]] e peregrinarono assieme fino a Taxila, al momento dell'invasione macedone. Mentre il futuro imperatore Chadragupta osservava l'organizzazione militare greca, il suo maestro ne apprendeva la legislazione e l'organizzazione civile. Al momento dell'ascesa al trono, Chandragupta nominò il proprio maestro alla carica di Primo Ministro. A lui si deve tutta l'organizzazione interna dell'impero. Il regno era diviso in quattro vicereami suddivisi a loro volta in province rette da funzionari (pradeshika), che amministravano le province, raccoglievano i dazi ed amministravano la giustizia locale attraverso un proprio apparato burocratico. Tutti i governatori locali rispondevano ai funzionari centrali i quali riportavano direttamente all'imperatore. La forza motrice dell'economia maurya erano i commerci e la monetazione. Anche l'agricoltura era ben sviluppata, favorita dal suolo fertile e dal clima tropicale dell'India. Anche l'attività estrattiva era fiorente: molto commerciati erano i diamanti e l'oro. Infine le spezie ed altri generi di lusso (perle, corallo, legname pregiato) concorrevano all'economia dell'impero. Il regno Maurya si avvaleva di forze militari molto numerose ed anche ben organizzate ed addestrate, in cui si fondevano le concezioni macedoni (cavalleria e falange) con la fanteria pesante indiana (arcieri e lancieri issati sugli elefanti). Rapporti diplomatici stabili erano instaurati coi regni ellenistici, coi principati cinesi, con l'isola di [[Ceylon]] ("[[Taprobane]]") e con l'attuale [[Indocina]]. La religione di Stato era l'[[induismo]], ma i sovrani e gli altri dignitari, per sottrarsi all'influenza dei sacerdoti induisti, professavano altre fedi: Chandragupta si convertì, fondatore della dinastia, al [[giainismo]], mentre suo nipote, [[Ashoka]] professò il [[buddismo]]. Chandragupta, all'età di 45 anni, nel [[298 a.C.]], abdicò in favore del figlio [[Bindusara]].
 
Il Regno dei Nanda - in base alle fonti storiche<ref>Megastene: "Indike Chora", opera in 4 libri, perduta, ma utilizzata da Ammiano Marcellino e Plutarco</ref> era molto oppressivo e dispotico, ragion per cui non fu impresa difficile per ChandraguptaCandragupta rovesciarlo. Già aveva capeggiato un'insurrezione nel [[328 a.C.]] fallita grazie all'intervento dell'esercito reale, cosa che costò a lui l'esilio<ref>Docherty Paddy: name="Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioniA". Il saggiatore Edizioni; 2012; pp. 69 - 70.</ref>. Il vero protagonista nell'organizzazione dell'Impero, però, fu [[ChanakyaCāṇakya]] ([[KautilyaKauṭilya]]), maestro di ChandraguptaCandragupta dal momento del loro esilio. I due s'incontrarono della [[Foresta di Vindhya]], nella regione centrale del [[Deccan]] e peregrinarono assieme fino a Taxila, al momento dell'invasione macedone. Mentre il futuro imperatore Chadragupta osservava l'organizzazione militare greca, il suo maestro ne apprendeva la legislazione e l'organizzazione civile. Al momento dell'ascesa al trono, ChandraguptaCandragupta nominò il proprio maestro alla carica di Primo Ministro. A lui si deve tutta l'organizzazione interna dell'impero. Il regno era diviso in quattro vicereami suddivisi a loro volta in province rette da funzionari (pradeshika), che amministravano le province, raccoglievano i dazi ed amministravano la giustizia locale attraverso un proprio apparato burocratico. Tutti i governatori locali rispondevano ai funzionari centrali i quali riportavano direttamente all'imperatore. La forza motrice dell'economia maurya erano i commerci e la monetazione. Anche l'agricoltura era ben sviluppata, favorita dal suolo fertile e dal clima tropicale dell'India. Anche l'attività estrattiva era fiorente: molto commerciati erano i diamanti e l'oro. Infine le spezie ed altri generi di lusso (perle, corallo, legname pregiato) concorrevano all'economia dell'impero. Il regno Maurya si avvaleva di forze militari molto numerose ed anche ben organizzate ed addestrate, in cui si fondevano le concezioni macedoni (cavalleria e falange) con la fanteria pesante indiana (arcieri e lancieri issati sugli elefanti). Rapporti diplomatici stabili erano instaurati coi regni ellenistici, coi principati cinesi, con l'isola di [[Ceylon]] ("[[Taprobane]]") e con l'attuale [[Indocina]]. La religione di Stato era l'[[induismo]], ma i sovrani e gli altri dignitari, per sottrarsi all'influenza dei sacerdoti induisti, professavano altre fedi: ChandraguptaCandragupta si convertì, fondatore della dinastia, al [[giainismo]], mentre suo nipote, [[AshokaAśoka]] professò il [[buddismo]]. ChandraguptaCandragupta, all'età di 45 anni, nel [[298 a.C.]], abdicò in favore del figlio [[Bindusara]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
*{{Cita pubblicazione|autore=[[Edward Thomas (antiquario)|Thomas, Edward]]|titolo=Jainism or The early faith of Asoka|rivista=Nature|volume=16|numero=407|p=329|url=https://archive.org/details/jainism_00thom|anno=1877|editore=London, Trübner & co.|città=London|bibcode=1877Natur..16..329J|doi=10.1038/016329a0}}
* {{cita libro|autore=Paddy Docherty|titolo=Khyber Pass: Una storia d'imperi e d'invasioni|editore=Il Saggiatore|anno=2012|pp=67-68|cid=Docherty 2012|url=https://books.google.it/books?id=phYFOSEhYFgC&lpg=PA65}}
* {{cita pubblicazione|autore-capitolo=H.C. Raychaudhuri|lingua=en|url=https://indianculture.gov.in/ebooks/age-nandas-and-mauryas-0|cid=Raychaudhuri 1967|annooriginale=1967|capitolo=India in the Age of the Nandas / Chandragupta and Bindusara|autore=K.A. Nilakanta Sastri|titolo=Age of the Nandas and Mauryas|edizione=II|editore=Motilal Banarsidass|anno=1988|isbn=978-81-208-0466-1}}
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Edward Thomas (antiquario)|Edward Thomas, Edward]]|titolo=Jainism or The early faith of Asoka|rivista=Nature|volume=16|numero=407|p=329|url=https://archive.org/details/jainism_00thom|anno=1877|editore=London, Trübner & co.|città=LondonLondra|bibcodelingua=1877Natur..16..329Jen|doi=10.1038/016329a0}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Upinder Singh|anno=2016|cid=Singh 2016|titolo=A History of Ancient and Early Medieval India: From the Stone Age to the 12th Century|editore=Pearson Education|url=https://books.google.it/books?id=Pq2iCwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|isbn=978-93-325-6996-6}}
 
== Voci correlate ==
* [[Impero Maurya]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|india|storia}}
 
[[Categoria:SovraniRe di antichi Stati indianiMagadha]]
[[Categoria:Dinastia Maurya]]