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{{nota disambigua}}
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|Nome = Alcibiade
|Immagine =
|Didascalia =
|Data_di_nascita = [[450 a.C.]]
|Nato_a = [[Atene]]
|Data_di_morte = [[404 a.C.]]
|Morto_a = [[Frigia]]
|Nazione_servita = [[Atene]] (416-415 a.C.)<br />[[Sparta]] (415-412 a.C.)<br />
|Forza_armata =
|Specialità =
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|Nome = Alcibiade
|Cognome =
|
|PreData = {{lang-grc|Ἀλκιβιάδης|Alkibiádēs}}, [[Fonologia della lingua greca antica|pronuncia]]: {{IPA|[alkibiˈadɛːs]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Atene
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Oratore e statista di altissimo livello, fu l'ultimo membro di spicco degli [[Alcmeonidi]], il clan aristocratico a cui apparteneva la famiglia di sua madre, poi decaduto con la fine della [[guerra del Peloponneso]]. Svolse un ruolo importante nella seconda parte di questo conflitto, come consigliere strategico, comandante militare e politico.
Durante la guerra del Peloponneso, Alcibiade cambiò più volte il proprio partito politico: nella natia Atene, dal [[420 a.C.|420]] al [[
A detta di molti storici, se avesse potuto comandare la spedizione in Sicilia da lui progettata (guidata invece da [[Nicia]]), l'operazione non sarebbe terminata con la disastrosa disfatta degli Ateniesi.<ref name=V59>{{cita|Vlachos|p. 59}}.</ref> Negli anni passati a Sparta, Alcibiade ebbe un ruolo determinante nella caduta di Atene: l'occupazione permanente della città di [[Decelea]] e le rivolte di molti territori sotto il controllo di Atene furono da lui consigliate o supervisionate. Una volta tornato alla sua città natale, comunque, ebbe un ruolo cruciale in una successione di vittorie ateniesi che forse avrebbero costretto Sparta alla pace.
Alcibiade favorì tattiche anticonvenzionali, spesso assoggettando città con l'inganno, proponendo negoziati, utilizzando l'arte militare [[poliorcetica]] solo in casi estremi.<ref name=Kern>{{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Kern|autore-capitolo-nome=Paul Bentley|titolo=Ancient Siege Warfare|url=https://archive.org/details/ancientsiegewarf0000kern|anno=1999|editore=Indiana University Press|capitolo=Treatment of Captured Cities|
== Biografia ==
=== Genealogia e tutori ===
[[File:AspasiaAlcibiades.jpg|thumb|''Socrate istruisce Alcibiade nella casa di Aspasia'', dipinto di [[Jean-Léon Gérôme]], 1861]]
Alcibiade era figlio di [[Clinia]], che faceva risalire il proprio lignaggio fino a [[Eurisace]] e ad [[Aiace Telamonio]], e di [[Dinomaca]], figlia di [[Megacle (Ippocrate)|Megacle V]].<ref>{{cita|Platone, Alcibiade|I, 121a}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Domenico Musti]]|titolo=Storia Greca - Linee di sviluppo dall'età micenea all'età romana|anno=2006|editore=Editori Laterza|p=239}}</ref> Alcibiade, per parte di madre, apparteneva quindi alla potente famiglia degli [[Alcmeonidi]], dato che [[Pericle]] e suo fratello [[Arifrone (Pericle)|Arifrone]] erano cugini di Dinomaca, poiché il nonno di quest'ultima e il loro nonno materno erano fratelli, entrambi figli di [[Megacle (VI secolo a.C.)|Megacle]] e [[Agariste di Sicione]].<ref>{{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Cox|autore-capitolo-nome=C.A.|titolo=Household Interests|anno=1997|editore=Princeton University Press|capitolo=What Was an Oikos?|cid=Cox|isbn=0-691-01572-4|p=144}}</ref>
Suo nonno materno, chiamato anch'egli Alcibiade, era amico di [[Clistene]], il riformatore della costituzione ateniese alla fine del [[VI secolo a.C.]]<ref name=Sol>''Alcibiade'', Dizionario Enciclopedico il Sole.</ref>
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=== Alcibiade e Socrate ===
Il rapporto tra Alcibiade e Socrate è spunto di dispute marcate, dovute principalmente alla discordanza nei resoconti di Platone, rinvigoriti dagli scritti di Plutarco, e quelle di [[Senofonte]] e Isocrate.
La letteratura dell'epoca, specie quella "socratica", dedicò ampio spazio alla figura di Alcibiade, che infatti è protagonista di due dialoghi di Platone (''[[Alcibiade primo]]'' e ''[[Alcibiade secondo]]'') e ha un ruolo importante nel ''[[Simposio (dialogo)|Simposio]]''; anche nel ''[[Protagora (dialogo)|Protagora]]'' e nel ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'' viene evocata la sua relazione con Socrate. È protagonista di altri dialoghi composti da [[Euclide di Megara]], [[Fedone di Elide]], [[Eschine Socratico|Eschine di Sfetto]] e [[Antistene]].
L'interesse dei socratici nei suoi confronti è conseguenza del suo stretto rapporto con il maestro, di cui sarebbe stato allievo prediletto e amante.
Secondo Senofonte il legame tra i due personaggi sarebbe stato tanto profondo da venire considerato una delle cause della condanna del filosofo nel 399 a.C.: Socrate sarebbe stato ritenuto responsabile dei misfatti commessi da individui come Alcibiade e [[Crizia]], ritenuti suoi allievi, le cui azioni sarebbero state condizionate dai suoi insegnamenti immorali.
{{Citazione|E tuttavia, così diceva l'accusatore, Crizia e Alcibiade, che sono stati in familiarità con Socrate, fecero danni gravissimi alla città. Infatti Crizia fu il più avido e il più violento e il più assassino di tutti quelli che si impegnarono nell'oligarchia, mentre Alcibiade fu il più sfrenato, il più arrogante e il più violento tra quelli impegnati in democrazia.|Senofonte, ''[[Memorabili]]'', I, 2,
Con questi dialoghi, quindi, i discepoli del filosofo avrebbero tentato di difendere l'operato del maestro, cercando da un lato di motivare il suo legame con questi personaggi, dall'altro di giustificare il fallimento dei suoi insegnamenti.
Tuttavia, uno studio delle fonti coeve alle vite di entrambi presenta una situazione inaspettata: nei testi di [[Tucidide]] non si accenna al legame tra Alcibiade e Socrate, mentre le orazioni ''Contro Alcibiade'' dello [[Pseudo-Andocide]], ''Sulla biga'' di Isocrate e ''Contro Alcibiade per diserzione'' di [[Lisia]] non alludono al filosofo. Anche [[Aristofane]], riferendosi ad Alcibiade, non lo mette mai in relazione a Socrate.<ref>{{cita|Tesi Pacini Costanza - Alcibiade tra Letteratura e Storia|
Plutarco scrive che Alcibiade ebbe una relazione particolarmente stretta con Socrate,<ref>{{cita|Sykoutris|pp. 159-180}}.</ref><ref>{{cita|Platone, Simposio|215a-222b}}.</ref> tanto che Alcibiade "temeva e riveriva solo Socrate, mentre disprezzava il resto dei suoi ammiratori".<ref>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 6}}.</ref> Plutarco afferma anche che "tutti si meravigliavano a vederlo dividere i pasti con Socrate, a esercitarsi con lui nella lotta e ad accoglierlo nella sua tenda".<ref name=P4>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 4}}.</ref>
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{{Citazione|Cleante era solito dire che Socrate prendeva l'amato per l'orecchio, e lasciando ai suoi rivali numerose altre «prese» da lui trascurate (e intendeva ventre, sesso e gola). Alcibiade, in effetti, era particolarmente incline al piacere: ci induce a sospettarlo anche la sregolatezza, di cui parla Tucidide, del suo tenore di vita.|Plutarco, ''Alcibiade'', 6, 2}}
Le fonti sembrano concordare sul fatto che Alcibiade, allievo di Socrate, sia un esempio dei rischi che gli empi insegnamenti di quest'ultimo potevano provocare per la città. Mentre le testimonianze sulla relazione fra i due personaggi fornite da Platone risultano tutt'altro che univoche: in particolare Platone
Per quanto possiamo saperne, quasi certamente Alcibiade e Socrate si conoscevano veramente, dato il ristretto circolo aristocratico presente ad Atene, ma la loro relazione, qualunque essa fosse, fu enfatizzata dopo il processo subito dal filosofo e col tempo è divenuta un ''topos'' centrale nella biografia di entrambi.
A ogni modo Senofonte pare completamente all'oscuro dell'aspetto erotico della relazione tra i due personaggi. La natura della relazione tra Alcibiade e Socrate divenne comunque un argomento frequente all'interno delle discussioni della cosiddetta "scuola socratica", ed è dunque verosimile supporre che anche Platone abbia tentato di difendere il maestro da tali accuse e che quindi cerchi in qualche modo di dare una risposta alle accuse che volevano Socrate responsabile delle malefatte compiute dal suo giovane discepolo anche nel ''Simposio'' e soprattutto
=== Carattere ===
La tradizione riporta alcuni episodi che evidenziano il carattere ribelle di Alcibiade. Bisogna però considerare che secondo David Gribble non bisogna sempre prestare fede alle ricostruzioni di Plutarco, perché potrebbe aver utilizzato testimonianze inaffidabili per la ricostruzione della biografia del politico ateniese.<ref name=G32>{{cita|Gribble|
Plutarco, per esempio, racconta che una volta Alcibiade volle incontrarsi con Pericle ma gli fu detto che lo statista non poteva riceverlo, perché stava studiando come presentare agli Ateniesi il resoconto del suo mandato politico. Alcibiade allora rispose: "Non sarebbe meglio che
Un'altra volta diede senza motivo un pugno a [[Ipponico III|Ipponico]], un ricco Ateniese, suscitando lo sdegno generale. Alcibiade si recò quindi a casa di Ipponico e gli mostrò la schiena invitandolo a frustarlo. Non solo Ipponico lo perdonò, ma gli diede in moglie la figlia Ipparete. Ella fu fedele al marito tutta la vita a dispetto delle sue relazioni extraconiugali dandogli due bambini, una femmina e un maschio chiamato Alcibiade il Giovane.<ref name=P8>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 8}}.</ref>
Secondo un aneddoto riportato da Andocide e Plutarco, una volta Alcibiade prese a pugni il rivale Taurea, durante una competizione per ottenere una [[
Un esempio della natura ambiziosa di Alcibiade fu il fatto che durante i [[giochi olimpici antichi|Giochi olimpici]] del 416 a.C., partecipò alla [[corsa dei carri]] con ben sette carri, più di quanto ogni altro privato cittadino avesse mai fatto fino ad allora. Tre dei suoi carri arrivarono rispettivamente primo, secondo e quarto.<ref name=P11>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 11}}.</ref>
La leggenda che si tramanda del cane senza coda<ref>[[Plutarco di Cheronea]], ''Vita di Alcibiade'', 8-9</ref> presenta Alcibiade nel palcoscenico della storia<ref>[[Antonio Banfi]], ''Filosofia dell'arte'' a cura di [[Dino Formaggio]], Editori Riuniti, Roma 1962, p. 87</ref> come un personaggio pubblico abile gestore della propria immagine. Lo scandalo creato dal taglio della bellissima coda del proprio cane avrebbe avuto l'obiettivo di calamitare l'attenzione degli ateniesi su questo episodio in modo tale che la stessa attenzione non potesse cadere su episodi ben più gravi che lo riguardavano.
=== Carriera politica fino al 412 a.C. ===
==== Ascesa ====
[[File:Alcibiade - Agostino Veneziano (ca. 1490-1540).jpg|thumb|left|''Alcibiade'' di [[Agostino Veneziano]]]]
L'ascesa politica di Alcibiade ebbe inizio quando egli cominciò a dar voce all'ala populista che vedeva negativamente la [[pace di Nicia]] e agognava una più marcata politica espansionistica. Gli storici Arnold W. Gomme e Raphael Sealey affermano, dando credito alle parole di [[Tucidide]],<ref>{{cita|Tucidide|V, 43}}.</ref> che Alcibiade fosse offeso dal fatto che gli Spartani gli avevano preferito come interlocutori nelle trattative di pace [[Nicia]] e [[Lachete di Melanopo|Lachete]], trascurandolo per il fatto che era giovane.<ref>{{cita|Gomme|p. 339}}.</ref><ref name=S3>{{cita|Sealey|p. 353}}.</ref>
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Il giorno dopo, durante l'assemblea, tradendo la dichiarazione di intenti, Alcibiade chiese agli ambasciatori quali poteri fossero stati concessi loro da Sparta per i negoziati e loro, come accordato, risposero che non avevano ricevuto pieni poteri. Affermazione in diretta contrapposizione con quanto affermato il giorno prima; Alcibiade colse l'occasione per gettare sospetti sulla loro credibilità e distruggerne la reputazione.<ref>{{cita|Gomme|p. 70}}.</ref> Questo fatto imbarazzò Nicia e, di conseguenza, rafforzò la posizione di Alcibiade, che venne nominato generale.<ref name=P15>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 15}}.</ref>
Alcibiade si servì della sua maggiore influenza per stringere un'alleanza con [[Argo (
{{Citazione|Fu un grandioso progetto in cui un generale ateniese era al comando del più grande esercito organizzato nel Peloponneso, con l'intento di attaccare Sparta nel momento in cui la sua reputazione era maggiormente venuta meno.|A.W. Gomme, ''A Historical Commentary on Thucydides'', 70}}
L'alleanza non ebbe però successo a causa della sconfitta nella [[Battaglia di Mantinea (418 a.C.)|battaglia di Mantinea]].
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==== Spedizione in Sicilia ====
{{vedi anche|Scandalo delle erme|Spedizione ateniese in Sicilia}}
Nel 415 a.C. giunsero ad Atene gli ambasciatori della città siciliana di [[Segesta]] per chiedere aiuti nella guerra che li vedeva contrapposti a [[Selinunte]], alleata di [[Siracusa]].▼
▲Nel 415 a.C. giunsero ad Atene gli ambasciatori della [[Elimi|città
Durante il dibattito che seguì, Nicia fu fermamente contrario all'intervento ateniese, spiegando come una campagna del genere sarebbe stata troppo dispendiosa per le casse della città, attaccando le motivazioni e la persona stessa di Alcibiade, che era emerso come sostenitore della spedizione.▼
▲Durante il dibattito che seguì, Nicia fu fermamente contrario all'intervento ateniese, spiegando come una campagna del genere sarebbe stata troppo dispendiosa per le casse della città,
Alcibiade nel suo discorso affermò che questo nuovo teatro di guerra avrebbe arricchito Atene e ne avrebbe esteso enormemente la sfera di influenza, tanto da farle
Nonostante l'entusiastico discorso di Alcibiade in favore dell'intervento:
{{Citazione|
fu Nicia, una volta chiaritosi sugli intenti dell'assemblea, che trasformò quello che doveva essere un intervento simbolico a
Il filosofo [[Leo Strauss]] sottolinea che la spedizione in Sicilia non sarebbe mai stata tentata in simili circostanze sotto Pericle.<ref>{{cita|Strauss|p. 199}}.</ref>
Durante i preparativi, una notte, tutte le [[Erma (scultura)|
Quando la flotta
Intanto la spedizione ateniese in Sicilia, dopo qualche vittoria, si diresse verso [[Messina]], dove gli [[Strategos|strateghi]] si aspettavano che i loro alleati, all'interno delle mura, consegnassero loro la città. Ma Alcibiade, sapendo che sarebbe stato estradato, diede informazioni agli amici dei Siracusani che si trovavano a Messina perché impedissero agli Ateniesi di conquistare la città.<ref>{{cita|Tucidide|VI, 74}}.</ref> Con la morte di Lamaco in battaglia, poco tempo dopo, il comando della spedizione fu affidato a Nicia, che gli storici moderni hanno valutato come inadatto alla guida delle truppe.<ref name=V59/>
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La minaccia ateniese sembrò quindi immediata e Alcibiade riuscì a convincere gli Spartani a mandare un contingente guidato da [[Gilippo]] ad aiutare e a riorganizzare i Siracusani.<ref name=T89-90/>
Egli cercò di creare una sintonia con l'uditorio attraverso il ricordo della politica anti-tirannica della propria [[Alcmeonidi|famiglia]], atteggiamento che li accomunava alla politica spartana.<ref>Tucidide stesso ricorda (VI 53.3) che gli Spartani avevano
La democrazia venne presentata come l'unica alternativa al potere dispotico e come la forma di governo che aveva reso Atene grande e libera. Tuttavia Alcibiade, in questo discorso, prese le distanze dall'ordinamento politico della propria città, mostrando di disprezzare questo regime:
{{Citazione|Il nostro partito era quello del popolo intero, poiché il nostro credo era di fare la nostra parte nel conservare la forma di governo sotto la quale la città godeva la maggiore grandezza e libertà e che noi avevamo trovato già esistente. Per quello che riguarda la democrazia, gli uomini di buon senso fra di noi sapevano che cos'era, ed io forse meglio di tutti, dato che ho maggior motivo di lamentarmene; ma non c'è nulla di nuovo da dire su un'evidente assurdità – d'altra parte noi non pensavamo che non fosse prudente cambiarla sotto la pressione delle vostre armi.|Discorso di Alcibiade agli Spartani, come registrato da Tucidide (VI, 89); Tucidide non garantisce l'accuratezza verbale di quanto scritto.}}
Si trattava di una dichiarazione politica che si allontanava dagli ideali democratici ateniesi, avvicinandosi piuttosto a una politica oligarchico-moderata. Tuttavia, più che motivate da veri orientamenti politici, le parole di Alcibiade sono da intendersi come dettate dal bisogno, personale e contingente, di creare una base di comunicazione con gli Spartani: doveva convincerli non solo a dimenticare la precedente condotta, cercando di porla sotto una luce diversa, ma soprattutto doveva farsi accettare da loro, dimostrando di avere gli stessi interessi.<ref>{{cita|Tesi Pacini Costanza - Alcibiade tra Letteratura e Storia|p. 44}}.</ref>
Non si può tuttavia valutare se questo cambiamento sia da imputarsi effettivamente ad Alcibiade, o se faccia piuttosto parte dell'abilità di Tucidide nel creare discorsi "verosimili", che forzano in parte la realtà per adeguarsi alla sua visione della
Infine Alcibiade spiegava le ragioni di quello che si presentava come un tradimento della propria patria attraverso un ragionamento sofistico. All'interno del suo sistema di valori, orientato al soddisfacimento egoistico dei propri desideri, l'idea di patriottismo assume un significato nuovo: Alcibiade stravolge il senso della partecipazione politica e la polis diventa il palcoscenico sul quale recitare il proprio ruolo da protagonista:<ref>{{cita|Tesi Pacini Costanza - Alcibiade tra Letteratura e Storia|p. 46}}.</ref>
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Lo storico [[Donald Kagan]], dell'[[università di Yale]], pensa che Alcibiade abbia volontariamente esagerato, dando enfasi nell'esporre gli ambiziosi piani degli Ateniesi, in modo tale che gli Spartani si convincessero che l'aiuto da lui fornito fosse loro veramente utile; Kagan afferma che Alcibiade non aveva ancora acquisito la sua fama "leggendaria" e che gli Spartani lo vedevano come "un uomo sconfitto e braccato" la cui politica "aveva prodotto danni strategici senza alcun risultato decisivo". Se tale interpretazione è esatta, uno dei più grandi talenti di Alcibiade fu senza dubbio la capacità oratoria altamente persuasiva.<ref name=K82>{{cita|Kagan 2|pp. 282-283}}.</ref>
Alcibiade fu consigliere militare di Sparta e aiutò gli Spartani a ottenere molti successi cruciali. Consigliò loro di costruire un forte permanente a [[Decelea]], ad appena 16 chilometri da Atene e con vista sulla città.<ref>{{cita|Tucidide|VII, 18}}.</ref> Facendo ciò costrinsero gli Ateniesi ad allontanarsi dalle loro case, dai loro raccolti e dalle miniere di argento di [[capo Sunio]].<ref name=K82/> La mossa fu devastante per Atene e costrinse i cittadini a vivere all'interno delle [[Lunghe Mura]] tutto l'anno, facendo in modo che i loro approvvigionamenti alimentari dipendessero interamente dai traffici marittimi. Vedendo Atene assediata, alcuni membri della [[
Nonostante questi considerevoli contributi alla causa spartana, Alcibiade ben presto perse il favore del governo spartano, presieduto da [[Agide II]].<ref name=Brit>''Alcibiade'', [[Enciclopedia Britannica]], 2002.</ref> La causa scatenante fu l'attribuzione di paternità di [[Leotichida (figlio di Agide II)|Leotichida]], il figlio nato dalla moglie di Agide, [[Timea (regina di Sparta)|Timea]], allo stesso Alcibiade.<ref>{{cita|Plutarco|Agesilao, 22; Lisandro, 3}}.</ref> L'influenza di Alcibiade si ridusse ancora di più dopo il ritiro di [[Endio]], l'eforo che gli faceva i favori più grandi.<ref>{{Cita libro|cognome=Rhodes|nome=P.J.|titolo=A History of the Classical Greek World|editore=Blackwell Publishing|anno=2005|cid=Rhodes|
==== In Asia Minore ====
[[File:Socrates-Alcibiades.jpg|thumb|[[Jean-Baptiste Regnault]], ''Socrate distoglie Alcibiade dal piacere di un abbraccio sensuale'',
Al suo arrivo a [[Sardi (sito archeologico)|Sardi]], Alcibiade ottenne ben presto la fiducia del potente satrapo a cui diede vari consigli politici.
Secondo Tucidide Alcibiade, presso Tissaferne, cominciò a fare tutto ciò che poteva per danneggiare la causa spartana. In qualità di consigliere suggerì di ridurre i finanziamenti alla flotta peloponnesiaca cominciando a erogarli saltuariamente.<ref name=T45/> Poi, di sedurre i trierarchi e gli strateghi delle polis greche con donativi in denaro, in modo da renderli arrendevoli.
Infine Alcibiade disse al satrapo di non aver fretta nel portare la flotta persiana nel conflitto visto che i due contendenti, Atene e Sparta, si sarebbero stancati di più quanto più a lungo la guerra fosse durata:
Sebbene il consiglio di Alcibiade giovasse ai Persiani, esso fu solamente un pretesto; Tucidide ci dice che il vero motivo fu di usare la sua supposta influenza presso i Persiani per realizzare il suo ritorno ad Atene.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 47}}.</ref>
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==== Negoziati con gli oligarchi ateniesi ====
[[File:Bust Alcibiades Musei Capitolini MC1160.jpg|thumb|left|Busto maschile idealizzato, tradizionalmente identificato come Alcibiade ([[Roma]], [[Musei Capitolini]])]]
L'Alcibiade alle "dipendenze" di Tissaferne, lavorò in modo da far sembrare la "democrazia radicale" incompatibile col suo ritorno in terra natia.<ref>{{cita|Buckley|p. 411}}.</ref> Perciò intrecciò corrispondenza coi navarchi Ateniesi di stanza con la flotta a Samo, ai quali suggerì che, se avessero instaurato un governo oligarchico a lui amico, sarebbe tornato ad Atene portando con sé in dote finanziamenti persiani e, probabilmente, una flotta persiana di 147 triremi.<ref name=P25>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 25}}.</ref> Alcibiade riuscì a convincere gli ufficiali più influenti, ma per raggiungere il suo obiettivo doveva fare in modo che la costituzione ateniese venisse cambiata, il suo ritorno fosse messo al voto e [[Tissaferne]] e il [[Dario II|re di Persia]] si convertissero alla causa ateniese.
La maggior parte degli ufficiali della flotta ateniese accettò il piano e accolse con favore la prospettiva di una costituzione più limitata, che avrebbe permesso loro di avere una maggiore influenza politica. L'idea di un cambiamento dell'ordinamento politico ad Atene incontrò l'opposizione della maggior parte dei soldati e dei marinai, ma "la vantaggiosa prospettiva dell'essere pagati dal re di Persia"<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 48}}.</ref> fece cambiare loro idea. I cospiratori mandarono [[Pisandro di Atene|Pisandro]] in missione ad Atene, per trattare il ritorno di Alcibiade e l'abolizione della democrazia in città; così facendo avrebbero ottenuto l'appoggio di Tissaferne.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 49}}.</ref>
Secondo Tucidide solo uno dei generali ateniesi a Samo, [[Frinico (oligarca)|Frinico]], si oppose al piano e ribatté che Alcibiade non si preoccupava dell'oligarchia che proponeva più di quanto non si preoccupasse della tradizionale democrazia.<ref>{{cita|Sealey|p. 359}}.</ref>
Frinico, temendo che Alcibiade, dopo essere ritornato, si vendicasse di lui poiché gli si era opposto, mandò una lettera segreta all'ammiraglio spartano Astioco. In essa comunicava che Alcibiade stava facendo il doppio gioco, consigliando Tissaferne a sostegno della causa ateniese, e rivelandogli espressamente il resto del complotto. Astioco giunto a [[Magnesia al Meandro|Magnesia]] incontrò Alcibiade e Tissaferne, ai quali parlò della lettera di Frinico. Alcibiade rispose mandando alle autorità di Samo una lettera contro Frinico, esponendo ciò che aveva fatto e chiedendo di condannarlo a morte.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 50}}.</ref> Frinico scrisse nuovamente ad Astioco, disperato, offrendogli la possibilità di distruggere la flotta ateniese a Samo: Astioco rivelò anche questo ad Alcibiade, che informò gli ufficiali di Samo che erano stati traditi da Frinico. Alcibiade comunque non fu ascoltato, poiché Frinico aveva anticipato la sua lettera e, prima che le accuse arrivassero, disse all'esercito che era stato informato di un piano nemico per attaccare il campo e che loro avrebbero dovuto fortificare Samo il prima possibile.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 51}}.</ref>
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==== Rielezione a stratego ====
Nonostante il fallimento dei negoziati, i cospiratori riuscirono a rovesciare la democrazia e a imporre [[Boulé dei Quattrocento|il governo oligarchico dei Quattrocento]], tra i cui capi vi furono Frinico e [[Pisandro di Atene|Pisandro]]. Sebbene i natali li avesse avuti proprio a Samo, il colpo di Stato, qui, non ebbe successo; i democratici dell'isola vennero a conoscenza della cospirazione e ne informarono i generali [[Leonte di Atene|Leonte]] e [[Diomedonte]], il trierarca [[Trasibulo (trierarca)|Trasibulo]] e [[Trasillo]] (che a quel tempo era solo un oplita). Coll'aiuto di questi uomini e dei soldati che già avevano manifestato in precedenza la loro contrarietà al cambiamento, riuscirono a sconfiggere i 300 oligarchi dell'isola che tentavano di prendere il potere.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 73}}.</ref> Le truppe ateniesi di Samo si riunirono in un'assemblea politica, deposero i loro generali e ne elessero di nuovi, includendovi Trasibulo e Trasillo. Stabilito che essi non si erano ribellati alla città ma che la città si era ribellata a loro, decisero di mantenersi fedeli alle istituzioni democratiche, continuando la guerra contro Sparta.<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 76}}.</ref>
Dopo qualche tempo Trasibulo convinse l'assemblea militare a votare il ritorno di Alcibiade, una politica che aveva sostenuto fin da prima del suo colpo di Stato; quindi andò a prendere Alcibiade in [[Lidia]] e tornò a Samo con lui. L'obiettivo di questa mossa si prefiggeva di togliere l'appoggio persiano agli Spartani, poiché si credeva che Alcibiade avesse ancora una grande influenza su [[Tissaferne]].<ref>{{cita|Tucidide|VIII, 81}}.</ref> Plutarco afferma che l'obiettivo dell'esercito fosse di usare l'influenza di Alcibiade per deporre i tiranni di Atene;<ref name=P26>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 26}}.</ref> Kagan sostiene che i termini del suo ritorno furono una delusione per Alcibiade, che aveva sperato in un rientro glorioso ad Atene; si trovò sostenuto solo da una flotta ribelle, dove l'immunità dalle persecuzioni che gli era stata garantita "lo proteggeva per il tempo presente ma non da future rese dei conti"; per di più, egli aveva sperato che la fine del suo esilio fosse dovuta al suo prestigio e alla sua influenza, quando invece era da ricercare nella capacità politica di Trasibulo.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 389}}.</ref>
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==== Battaglie di Abido e Cizico ====
{{vedi anche|Battaglia di Abido|Battaglia di Cizico (410 a.C.)}}
[[File:Battle of Cyzicus.svg|thumb|Strategia ateniese nella battaglia di Cizico: la "forza-esca" di Alcibiade (blu) guidò la flotta spartana (nera) in mare aperto, voltandosi poi contro di lei. Gli squadroni di Trasibulo e Teramene si muovono dietro le navi spartane, tagliando loro la ritirata, in modo da intrappolare gli Spartani
Alcibiade fu richiamato dal "regime intermedio" dei Cinquemila, il governo che
L'evento che gli avrebbe fruttato la fama tanto agognata fu la battaglia di Abido. Alcibiade, rimasto a [[Samo (isola)|Samo]] con poche triremi, mentre [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] e [[Trasillo]] conducevano la flotta nell'[[Ellesponto]], riuscì a racimolare una discreta quantità di denaro in [[Caria]] e dalle aree vicine, con la quale pagò i rematori e armò altre navi.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 406}}.</ref> Dopo la [[battaglia di Cinossema]] entrambe le flotte radunarono tutte le navi di presidio nel [[mar Egeo]] per quello che forse sarebbe stato lo scontro decisivo; mentre Alcibiade era ancora in viaggio, esse si scontrarono ad Abido, dove i Peloponnesiaci avevano posto la loro principale base navale. La battaglia fu equilibrata e durò a lungo, ma la bilancia s'inclinò a favore degli Ateniesi quando Alcibiade arrivò con
▲Alcibiade, rimasto a [[Samo (isola)|Samo]] con poche triremi, mentre [[Trasibulo]] e [[Trasillo]] conducevano la flotta nell'[[Ellesponto]], riuscì a racimolare una discreta quantità di denaro in [[Caria]] e dalle aree vicine, con la quale pagò i rematori e armò altre navi.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 406}}.</ref> Dopo la [[battaglia di Cinossema]] entrambe le flotte radunarono tutte le navi di presidio nel [[mar Egeo]] per quello che forse sarebbe stato lo scontro decisivo; mentre Alcibiade era ancora in viaggio, esse si scontrarono ad Abido, dove i Peloponnesiaci avevano posto la loro principale base navale. La battaglia fu equilibrata e durò a lungo, ma la bilancia s'inclinò a favore degli Ateniesi quando Alcibiade arrivò con 18 triremi nell'Ellesponto.<ref name=P27/><ref>{{cita|Senofonte|I, 1, 5}}.</ref>
Viste le difficoltà il satrapo persiano [[Farnabazo II]], che aveva rimpiazzato [[Tissaferne]] come sostenitore della flotta peloponnesiaca, spostò il suo esercito lungo la costa per difendere i marinai che avevano tirato in secca le loro navi; solo il loro intervento e la venuta della notte salvarono l'armata navale dalla completa distruzione.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 408}}.</ref>
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Poco dopo la battaglia, Tissaferne arrivato nell'area dello scontro incontrò Alcibiade, che lasciata la flotta a [[Sesto (Ellesponto)|Sesto]], gli conferì doni in omaggio sperando di portare in appoggio ad Atene il governo persiano. Evidentemente Alcibiade giudicò male la sua posizione presso il satrapo e venne arrestato al suo arrivo.<ref name=P27/> Dopo un mese riuscì a scappare e riprese il comando delle operazioni.<ref name=P28>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 28}}.</ref> Ora era ovvio che, comunque, non aveva più influenza presso i Persiani: da allora la sua autorità dipese da ciò che poteva fare, piuttosto che da ciò che aveva promesso di fare.<ref name=K410>{{cita|Kagan 2|p. 410}}.</ref>
Dopo un intervallo di vari mesi, nei quali i Peloponnesiaci riarmarono nuove navi e gli Ateniesi assediarono numerose città sfuggite al controllo della [[
Il
La flotta spartana subì ingenti perdite nella ritirata e raggiunse la costa cogli Ateniesi alle calcagna. Le truppe di Alcibiade, guidando l'inseguimento, presero terra e cercarono di spingere di nuovo le navi nemiche in mare; i Peloponnesiaci combatterono per evitare che le loro navi fossero portate via e le truppe di Farnabazo vennero in loro soccorso.<ref>{{cita|Senofonte|I, 1, 17-23}}.</ref> Trasibulo sbarcò le sue truppe per alleviare temporaneamente la pressione su Alcibiade e contemporaneamente ordinò a [[Teramene]] di congiungersi alle forze terrestri ateniesi lì vicino, portando queste ultime in soccorso dei marinai e delle truppe da sbarco presenti sulla spiaggia. Gli Spartani e i Persiani, sopraffatti dall'arrivo di più contingenti da diverse direzioni, furono scacciati e sconfitti, mentre gli Ateniesi catturarono tutte le navi spartane salvatesi dalla distruzione.<ref name=D1350/><ref>{{cita|Kagan 2|pp. 410-413}}.</ref> Una lettera mandata a Sparta da [[Ippocrate di Sparta|Ippocrate]], vice-ammiraglio di Mindaro, fu intercettata dagli Ateniesi; recitava: "Le navi sono perse. Mindaro è morto. Gli uomini stanno morendo. Non sappiamo cosa fare."<ref>{{cita|Senofonte|I, 1, 23}}.</ref> Poco dopo Sparta chiese la pace, ma questa offerta fu respinta dagli Ateniesi, istigati da [[Cleofonte]].<ref>{{cita|Diodoro|XIII, 52, 3}}.</ref>
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==== Ulteriori successi militari ====
{{vedi anche|Assedio di Bisanzio (408 a.C.)}}
Dopo la vittoria ottenuta a Cizico, nel [[409 a.C.]] Alcibiade e Trasibulo incominciarono ad assediare [[Calcedonia]], forti del sostegno di una flotta composta da 190 navi.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 429}}.</ref> Anche se non ottennero una vittoria definitiva e non riuscirono a costringere la città alla resa, Alcibiade riuscì a vincere una piccola battaglia tattica alle porte della città e Teramene concluse un accordo coi Calcedonesi.<ref>{{cita|Diodoro|XIII, 66, 3}}.</ref>
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=== Ritorno ad Atene, licenziamento e morte ===
==== Ritorno ad Atene ====
Nella primavera del [[407 a.C.]], Alcibiade si decise a tornare ad Atene ma nonostante le sue recenti vittorie fu estremamente cauto: i cambiamenti di governo avvenuti, la teorica condanna che pendeva ancora su di lui e il grande danno che aveva recato alla città quando era stato alleato di Sparta, potevano influenzare negativamente l'opinione pubblica. Quindi Alcibiade, invece di tornare direttamente in patria, andò prima a Samo a prendere
Giunse così presso il porto del [[Il Pireo|
Tutti i procedimenti giudiziari contro Alcibiade furono cancellati e le accuse di blasfemia furono ufficialmente ritirate. Alcibiade riuscì a convincere del suo pentimento gli Ateniesi guidando la processione solenne a [[Eleusi]], la prima che si svolgesse sulla terraferma dopo l'occupazione spartana di [[Decelea]].<ref>{{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Price|autore-capitolo-nome=Simon|titolo=Religions of the Ancient Greeks|url=https://archive.org/details/religionsofancie0000pric|editore=Cambridge University Press|anno=1999|capitolo=Religious Places|
==== Sconfitta di Nozio ====
{{vedi anche|Battaglia di Nozio}}
[[File:Alcibiades7220.jpg|thumb|left|[[Michele De Napoli|Michele de Napoli]], ''Morte di Alcibiade'' (
Nel [[406 a.C.]] Alcibiade partì da Atene con 1500 [[oplita|opliti]] e una flotta di 100 navi.<ref name=Andr>{{Cita libro|cognome=Andrewes|nome=A.|titolo=The Cambridge Ancient History edited by David M. Lewis, John Boardman, J. K. Davies, M. Ostwald (Volume V)|anno=1992|editore=Cambridge University Press|capitolo=The Spartan Resurgence|pagine=490|cid=Andrews|isbn=0-521-23347-X}}</ref> Non riuscendo nell'assedio di [[Andro (Grecia)|Andro]], si diresse a [[Samo (isola)|Samo]] e poi a [[Nozio]], località più vicina al nemico che si trovava a [[Efeso]].▼
▲Nel [[406 a.C.]] Alcibiade partì da Atene con
Nel frattempo [[Ciro il Giovane|Ciro]], rimpiazzato [[Tissaferne]] al comando della satrapia di Lidia e Caria, aveva deciso di aiutare finanziariamente i Peloponnesiaci. L'aumento delle paghe spinse molti rematori ateniesi nella flotta spartana, ora comandata dall'abile [[Lisandro]], che aveva sostituito lo sfortunato Mindaro: questi fattori causarono un rapido rafforzamento della flotta peloponnesiaca, a danno di quella ateniese. In cerca di fondi e avendo bisogno di un'altra battaglia decisiva, Alcibiade lasciò Nozio e andò ad aiutare [[Trasibulo]] nell'assedio di [[Focea]].<ref>{{cita|Kagan 2|p. 443}}.</ref> Alcibiade era consapevole della vicinanza della flotta spartana, perciò mise 80 navi a sorvegliarla, lasciandone il comando al suo timoniere personale [[Antioco (ammiraglio)|Antioco]], al quale aveva dato espressamente l'ordine di non attaccare Lisandro. Antioco disobbedì e si sforzò di spingere Lisandro a combattere, tentando di imitare le tattiche usate a Cizico quattro anni prima. La situazione di Nozio, però, era radicalmente diversa: gli Ateniesi non avevano dalla loro parte l'effetto sorpresa, visto che Lisandro era ben informato riguardo alla loro flotta dai disertori.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 444}}.</ref> Infatti, l'improvviso attacco spartano ordinato da Lisandro affondò la nave di Antioco, il resto della flotta "esca" fu inseguito fino a Nozio, dove il grosso della flotta ateniese fu colto impreparato; le perdite ammontarono a 22 navi. Alcibiade tornò subito dopo e tentò disperatamente di riscattarsi con una vittoria, ma Lisandro non abboccò.<ref>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 35}} o ''[[Elleniche di Ossirinco]]'', 4.</ref>▼
▲Nel frattempo [[Ciro il Giovane|Ciro]], rimpiazzato [[Tissaferne]] al comando della satrapia di Lidia e Caria, aveva deciso di aiutare finanziariamente i Peloponnesiaci. L'aumento delle paghe spinse molti rematori ateniesi nella flotta spartana, ora comandata dall'abile [[Lisandro]], che aveva sostituito lo sfortunato Mindaro: questi fattori causarono un rapido rafforzamento della flotta peloponnesiaca, a danno di quella ateniese. In cerca di fondi e avendo bisogno di un'altra battaglia decisiva, Alcibiade lasciò Nozio e andò ad aiutare [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] nell'assedio di [[Focea]].<ref>{{cita|Kagan 2|p. 443}}.</ref> Alcibiade era consapevole della vicinanza della flotta spartana, perciò mise 80 navi a sorvegliarla, lasciandone il comando al suo timoniere personale [[Antioco (ammiraglio)|Antioco]], al quale aveva dato espressamente l'ordine di non attaccare Lisandro. Antioco disobbedì e si sforzò di spingere Lisandro a combattere, tentando di imitare le tattiche usate a Cizico quattro anni prima. La situazione di Nozio, però, era radicalmente diversa: gli Ateniesi non avevano dalla loro parte l'effetto sorpresa, visto che Lisandro era ben informato riguardo alla loro flotta dai disertori.<ref>{{cita|Kagan 2|p. 444}}.</ref> Infatti, l'improvviso attacco spartano ordinato da Lisandro affondò la nave di Antioco, il resto della flotta "esca" fu inseguito fino a Nozio, dove il grosso della flotta ateniese fu colto impreparato; le perdite ammontarono a
La responsabilità della sconfitta, naturalmente, ricadde su Alcibiade, e i suoi nemici riuscirono a farlo rimuovere dall'incarico, anche se alcuni storici moderni ritengono che la colpa principale fosse di Antioco.<ref>{{cita|Cawkwell|p. 143}}.</ref> [[Diodoro Siculo]] afferma che, oltre che per la sconfitta di Nozio, Alcibiade fu esautorato anche per delle false accuse montate dai suoi oppositori;<ref name=D1350/> secondo il professore di storia antica Anthony Andrewes la delusione delle aspettative di vittoria, da lui create quell'estate, furono decisive per la sua caduta.<ref name=Andr/>
Dopo la condanna Alcibiade andò in esilio<ref name=D1350/> e si diresse a nord stabilendosi nei suoi castelli del Chersoneso Tracico, senza più tornare ad Atene. La conseguenza più importante della sua caduta, comunque, fu probabilmente l'esautorazione dei suoi principali alleati (Trasibulo, [[Teramene]] e Crizia);<ref name=P33/> questo triste episodio tolse ad Atene i suoi migliori comandanti militari dell'epoca e contribuì certamente alla sua sconfitta finale, concretizzatasi colla [[Battaglia di Egospotami|disastrosa sconfitta di Egospotami]] del [[404 a.C.|404 a.C]].<ref>{{cita|Kagan 2|p. 447}}.</ref>
==== Ultimi anni ====
Dopo Nozio, Alcibiade non ebbe più alcuna influenza politica. Il suo unico tentativo di rientrare in gioco avvenne prima della battaglia di Egospotami:<ref name=Per>{{Cita pubblicazione|cognome=Perrin|nome=Bernadotte|titolo=The Death of Alcibiades|url=https://archive.org/details/jstor-282699|anno=1906|rivista= Transactions and Proceedings of the American Philological Association|volume=37|pp=
Diodoro riferisce invece che offrì l'aiuto del re della Tracia, [[Amadoco I]], in cambio di una parte di comando. Anche Plutarco menziona l'episodio, dicendo che "Alcibiade salì a cavallo e andò dare una lezione ai generali. Disse che il loro ancoraggio era cattivo: il posto non aveva né un porto né una città e loro dovevano andare a far provviste a Sesto".<ref>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 36}} e ''Confronto tra Alcibiade e Coriolano'', 2.</ref> Bernadotte Perrin ritiene più affidabile il resoconto di Diodoro<ref name=D13105/> rispetto a quello di Senofonte.<ref name=Per/> Andrew Wolpert afferma che "non ci vuole un lettore cinico per capire, anche dal resoconto di Senofonte, che Alcibiade stava cercando di fare i suoi interessi quando andò a informare i generali dei loro errori tattici".<ref>{{Cita libro|cognome=Wolpert|nome=Andrew|titolo=Remembering Defeat: Civil War and Civic Memory in Ancient Athens|url=https://archive.org/details/rememberingdefea00wolp|anno=2002|editore=Johns Hopkins University Press|
==== Morte ====
Dopo la sconfitta di Atene, Alcibiade andò in [[Frigia]], sperando di assicurarsi l'aiuto del nuovo re di Persia, [[Artaserse II di Persia|Artaserse]], per combattere l'egemonia militare spartana in Grecia, ma non ebbe fortuna, venendo ucciso nel [[404 a.C.]]
I fatti riguardanti la morte di Alcibiade sono in gran parte incerti, visto che i resoconti sono discordanti. Secondo [[Isocrate]] tra i maggiori responsabili si annoverano sicuramente gli Spartani, ma al loro insediamento anche i [[Trenta tiranni]], così come tutta la Grecia, temevano un'azione di Alcibiade, quindi i potenziali colpevoli sono più di uno.<ref>{{cita|Isocrate|40}}.</ref> Anche se molti dei dettagli non possono essere verificati, la versione più verosimile, quella di Plutarco, è questa: Lisandro mandò un inviato a Farnabazo, che ordinò a suo fratello di andare in Frigia, dove Alcibiade viveva coll'amante Timandra, giovane di buona famiglia.<ref name=P39/> A questo punto ci sono due versioni della storia: secondo una i mandanti degli assassini erano Spartani, secondo l'altra erano i parenti di Timandra.<ref>{{Cita libro|cognome=Peck|nome=Harry Thurston|titolo=Harper's Dictionary Of Classical Literature And Antiquities|anno=1898|cid=Peck}}</ref> L'assassinio si consumò mentre Alcibiade si stava preparando per raggiungere la corte persiana; la sua casa fu circondata e incendiata ed egli, non vedendo alcuna possibilità di fuga, si precipitò sui suoi assassini col pugnale in
Secondo [[Aristotele]] il luogo della morte di Alcibiade fu il monte Elafo, in Frigia.<ref>Aristotele, ''Storia degli animali'', 578 b27.</ref>
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=== Carriera politica ===
[[File:1475 - Keramikos cemetery, Athens - Gravestone for Ipparetea - Photo by Giovanni Dall'Orto, Nov 12 2009.jpg|thumb|Epitaffio di Ipparetea, figlia di Alcibiade. Cimitero delle Ceramiche, [[Atene]]]]
Per l'[[antica Grecia]], Alcibiade fu una figura di primo piano: Tucidide lo giudicò "troppo ambizioso" nel proporre la spedizione in Sicilia con l'intento di "arricchirsi e diventar famoso coi suoi successi". Non lo ritiene però direttamente responsabile della sconfitta di Atene: "le sue abitudini offesero tutti, facendo in modo che gli Ateniesi si affidassero ad altre mani, che poco dopo rovinarono la città";<ref name=T615>{{cita|Tucidide|VI, 15}}.</ref> Plutarco lo dipinge come "il meno scrupoloso e il più imprudente degli esseri umani";<ref>Plutarco, ''Confronto tra Alcibiade e Coriolano'', 6.</ref> d'altro canto, però, Diodoro afferma che era "di spirito brillante e desideroso di grandi imprese";<ref name=D13685>{{cita|Diodoro|XIII, 68, 5}}.</ref> Sharon Press, dell'[[università Brown]], afferma che Senofonte enfatizzò i servizi che aveva reso allo
[[Demostene]], invece, sostiene Alcibiade, argomentando che difese con patriottismo la democrazia, e non con doni o discorsi, ma in prima persona;<ref name=Dem>Demostene, ''Contro Midia'', 144-145.</ref> per Demostene e altri oratori Alcibiade incarnò la figura del grande uomo durante i giorni gloriosi della [[democrazia ateniese]], divenendo un simbolo retorico.<ref>{{cita|Gribble|pp. 32-33}}.</ref> Uno dei discorsi di [[Isocrate]], pronunciato da Alcibiade il Giovane, dichiarava che Alcibiade meritava la gratitudine degli Ateniesi per i servigi che aveva reso loro;<ref>{{cita|Isocrate|15}}.</ref> [[Lisia]], però, affermava che Alcibiade doveva essere considerato un nemico per il tenore generale della sua vita, visto che "ripagò col male il bene fattogli dai suoi amici".<ref>{{cita|Lisia|I, 1 e II, 10}}.</ref> Nella ''[[Costituzione degli Ateniesi]]'' [[Aristotele]] non include Alcibiade nella lista dei migliori politici ateniesi,<ref>Aristotele, ''Costituzione degli Ateniesi'', 28.</ref> ma negli ''Analitici posteriori'' un uomo coraggioso come Alcibiade è distinto "dall'equanimità in mezzo alle vicissitudini della vita e dal non sopportare il disonore".<ref>{{cita|Aristotele|II, 13}}.</ref> Alcibiade destò preoccupazione ai concittadini della sua epoca per la sicurezza dell'ordinamento politico,<ref>{{cita|Gribble|p. 41}}.</ref> perciò [[Andocide]] scrisse di lui che, "invece di decidere di conformarsi alle leggi dello stato, si aspettava che tu ti conformassi al suo modo di vivere"
Una delle frasi più famose su Alcibiade, scritta da [[Cornelio Nepote]], diceva che "Alcibiade sorpassava tutti gli Ateniesi in splendore e tenore di vita".<ref>{{cita|Nepote|Alcibiade, 11}}.</ref>
Ancora oggi, Alcibiade divide gli storici: per Malcolm F. McGregor, ex capo del Dipartimento di Storia Classica dell'[[Università della Columbia Britannica]], Alcibiade fu più uno scaltro giocatore d'azzardo che un mero opportunista;<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=McGregor|nome=Malcolm F.|anno=1965|titolo=The Genius of Alkibiades|rivista=Phoenix|volume=19|pp=
David Gribble, invece, afferma che le azioni di Alcibiade non furono comprese dalla città di Atene e aggiunge che "le tensioni che portarono Alcibiade a rompere con essa furono dovuti a problemi puramente personali e civici".<ref>{{cita|Gribble|p. 55}}.</ref> Invece lo storico inglese Russell Meiggs giunge alle conclusione che Alcibiade fosse totalmente privo di scrupoli, nonostante il suo grande fascino e le notevoli abilità: Meiggs pensa che le sue azioni fossero state dettate da motivazioni egoistiche e che il suo antagonismo con [[Cleone]] e i suoi successori abbiano distrutto Atene; lo stesso studioso sottolinea come "il suo esempio di ambizione inquieta e indisciplinata rafforzò l'accusa contro Socrate".<ref name=Brit/>
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=== Successi militari ===
[[File:AuvrayAlcibiades.jpg|thumb|left|[[Félix Auvray]], ''Alcibiade colle cortigiane'' (1833), Museo di [[Valenciennes]]]]
I giudizi riguardanti l'azione militare di Alcibiade sono discordanti. Pur criticandolo, in una breve digressione Tucidide ammette che: "pubblicamente il suo modo di condurre la guerra era il migliore";<ref name=T615/> Diodoro e Demostene lo considerano un grande generale;<ref name=D13685/><ref name=Dem/> secondo Fotiadis, Alcibiade era un generale invincibile e, dovunque andò, vinse. Se avesse guidato l'esercito in Sicilia, gli Ateniesi avrebbero evitato il disastro e, se i suoi compatrioti avessero seguito i suoi consigli a Egospotami, Lisandro avrebbe perso e Atene avrebbe avuto l'egemonia sulla Grecia;<ref name=Sol/> d'altro canto, Paparrigopoulos pensa che la spedizione in Sicilia, voluta da Alcibiade, sia
Angelos Vlachos, comunque, sottolinea che Atene si interessò alla Sicilia fin dall'inizio della guerra (Plutarco, infatti, scrive che "gli Ateniesi cominciarono ad allungare gli occhi sulla Sicilia ancora quando era vivo Pericle"),<ref name=P17>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 17}}.</ref> mandandovi anche un'ambasciata;<ref>{{cita|Vlachos|p. 204}}.</ref> secondo Vlachos, la spedizione non aveva niente di strano o avventuroso e costituiva una decisione strategica razionale basata sulle tradizionali aspirazioni di Atene.<ref>{{cita|Vlachos|p. 206}}.</ref> Aggiunge che Alcibiade aveva già concepito un piano più ampio: conquistare l'intero Occidente,<ref name=V2-3>{{cita|Vlachos|pp. 202-203}}.</ref> attraverso la sconfitta di [[Cartagine]] e l'occupazione della [[Libia]], attaccando poi l'[[Italia]] e, dopo averla vinta, prendere il [[Peloponneso]].<ref name=P17/> Infatti la decisione iniziale dell'ecclesia fu di un contingente contenuto, che poi però divenne troppo grande e costoso, causa le richieste di Nicia<ref name=V2-3/> e quindi adatto a una guerra di conquista più che a un intervento di sostegno alla città di Segesta; lo storico [[Donald Kagan]] critica Alcibiade per non aver capito che la grandiosità della spedizione ateniese comprometteva lo schema diplomatico sul quale si basava la sua tattica.<ref name=K19-20>{{cita|Kagan 1|pp. 419-420}}.</ref> Egli pensa che Alcibiade sia stato un comandante estremamente abile, ma non un genio militare, e che la sua esagerata autostima e ambizione abbiano superato le sue effettive capacità. Kagan critica lo stratega per aver affidato a Nozio la flotta al suo timoniere Antioco, aggiungendo che la maggior parte del merito per la notevole vittoria di Cizico vada assegnato a Trasibulo;<ref name=K19-20/> nel suo giudizio, Kagan concorda con [[Cornelio Nepote]], che disse che la stravagante opinione degli Ateniesi riguardo alle abilità e al valore di Alcibiade fu la loro più grande sfortuna.<ref>{{cita|Nepote|Alcibiade, 7}}.</ref>
Sharon Press afferma che "anche se Alcibiade può essere considerato un buon generale, basandosi sulle sue imprese nell'Ellesponto, non si potrebbe considerarlo allo stesso modo basandosi sul suo operato in Sicilia", ma "la forza delle sue imprese come generale supera, per importanza, i suoi errori";<ref name=Press/> gli storici David McCann e [[Barry Strauss]], confrontando Alcibiade con il generale statunitense [[Douglas MacArthur]], affermano che "entrambi risaltarono come capi militari a cui si associò un'aura mistica".<ref>{{Cita libro|cognome=McCann David|nome=Strauss Barry|titolo=Introduzione |
=== Abilità oratoria ===
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Plutarco riprende quanto detto da [[Demostene]], affermando che era "l'oratore migliore dell'epoca, in aggiunta alle sue altre doti",<ref name=Dem/> e aggiunge che, secondo [[Teofrasto]], era il più bravo a capire quali argomenti erano più adatti in una determinata situazione, esprimendosi con un vocabolario così ricercato che a volte si metteva in difficoltà ricercandone l'espressione più adatta;<ref name=P10>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 10,2}}.</ref> anche il suo [[sigmatismo]], notato da [[Aristofane]], contribuiva a rendere le sue parole persuasive e piene di fascino;<ref name=P1>{{cita|Plutarco|Alcibiade, 1}}.</ref><ref name=A44>Aristofane, ''[[Le vespe]]'', 44.</ref> [[Eupoli]] scrive che era "il principe degli oratori, ma il più incapace nel parlare",<ref name=P13/> sembra che i suoi discorsi privati fossero migliori di quelli davanti all'assemblea.<ref name=Dem/>
Paparrigopoulos non crede al resoconto di Demostene, ma sostiene che lo statista ateniese sapeva comunque difendere efficacemente le sue idee;<ref name=Pa4/> anche Kagan riconosce l'abilità oratoria di Alcibiade,<ref>{{cita|Kagan 1|p. 168}}.</ref> mentre Thomas Habinek, professore di storia classica all'[[University of Southern California]], sostiene che l'atteggiamento di Alcibiade mutava a seconda dei suoi ascoltatori:<ref name=H23>{{Cita libro|cognome=Habinek|nome=Thomas N.|titolo=Ancient Rhetoric and Oratory|url=https://archive.org/details/ancientrhetorico00habi|anno=2004|editore= Blackwell Publishing|
secondo Aristofane, "Atene lo desidera, lo odia, ma comunque lo vuole avere".<ref name="Aristofane">Aristofane, ''[[Le rane]]'', 1425.</ref>
Alcibiade non è stato risparmiato dalla commedia antica e le storie attestano un confronto tra Alcibiade ed [[Eupoli]], simile a quello tra [[Aristofane]] e Cleone.<ref name="G32" /> Appare anche come personaggio in molti [[
Nel [[Medioevo]] e nel [[Rinascimento]], la figura di Alcibiade è presente in numerose opere, descritto come comandante militare e studente di insegnamenti socratici: nei ''[[I racconti di Canterbury|Canterbury Tales]]'' di [[Geoffrey Chaucer]]; ''I sileni di Alcibiade'', un capitolo negli ''[[Adagia]]'' di [[Erasmo da Rotterdam]]; ne ''[[Il Cortegiano|Il libro del Cortegiano]]'' di [[Baldassarre Castiglione]]; nel ''[[Gargantua e Pantagruel]] di [[Rabelais]]''; nei ''[[Saggi (Montaigne)|Saggi]]'' di [[Michel Eyquem de Montaigne]]; in ''[[Timone d'Atene]]'' di [[William Shakespeare]], scritto probabilmente anche con Thomas Middleton; la tragedia teatrale ''Alcibiades'' di [[Thomas Otway]].<ref>{{Cita web|titolo=Alcibiades|autore=Nikolai Endres|url=http://www.glbtq.com/social-sciences/alcibiades.html|accesso=14 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060905000755/http://www.glbtq.com/social-sciences/alcibiades.html|urlmorto=sì}}</ref>
''[[L'Alcibiade fanciullo a scola]]'', scritto da [[Antonio Rocco]], fu pubblicato nel 1652 in forma anonima, e chiamato il primo romanzo omosessuale.
Alcibiade ha costituito una fonte d'ispirazione gli scrittori moderni, specialmente quelli di [[Romanzo storico|romanzi storici]]. In ''On the Knees of the Gods'' (1908), [[Anna Bowman Dodd]] racconta la [[Spedizione ateniese in Sicilia|spedizione di Alcibiade contro la Sicilia]]. ''The Jealous Gods'' (1928) di [[Gertrude Atherton]] è un altro romanzo su Alcibiade e l'antica Atene. In ''Tides of War'' (2000) di [[Steven Pressfield]], il personaggio di Alcibiade è quello che incombe di più sulla narrazione, proprio come ebbe il maggiore impatto sulla ''Guerra del Peloponneso''. Imbattuto durante la sua carriera di generale e ammiraglio, la vita di Alcibiade si è svolta come una tragedia epica, con le tensioni tra il suo genio e l'arroganza che ne ha segnato la fine. Nel romanzo di [[Daniel Chavarría]], "L'occhio di Cibele" (''El ojo de Cibeles'', altro titolo ''El ojo Dindymenio'', 1993), un romanzo che ricrea in chiave romanzata gli scandali e gli intrighi politici che occuparono il fronte interno ateniese al culmine della ''Guerra del Peloponneso'', Alcibiade è il personaggio centrale ed è descritto come uno dei generali più potenti di Atene e uno dei principali contendenti per ottenere il favore sia di Pericle che del popolo. Alcibiade compare anche nel romanzo satirico ''Figurati!'' ("Picture This", 1988) di [[Joseph Heller]].
Altri romanzi che includono Alcibiade come personaggio principale sono i seguenti: ''Achilles His Armour'' (1955) di [[Peter Green]]; ''The Shining'' (1965) di [[Stephen Marlowe]]; ''Flowers of Adonis'' (1969) di [[Rosemary Sutcliff]]; ''Timandra'' (Τιμάνδρα, 1994),<ref>[https://ilmanifesto.it/alcibiade-sedotto-dalla-rovina Alcibiade sedotto dalla rovina]</ref> dello scrittore greco [[Theodor Kallifatides]], narra la storia degli anni di passione fra Alcibiade e Timandra<ref>{{Cita web|url=https://www.classicult.it/timandra-di-thodoros-kallifatidis-colei-che-onora-luomo/|titolo=Timandra di Thòdoros Kallifatidis {{!}} Colei che onora l’uomo|autore=Sofia Fiorini|sito=Classicult|data=27 luglio 2021|lingua=it|accesso=17 novembre 2022}}</ref>; ''The Plot to Save Socrates'', un romanzo di fantascienza di [[Paul Levinson]], un [[viaggio nel tempo]] dove si raccontano molte avventure dell'ateniese successive alla sua morte; ''Unraveling Time'' (2006) di [[Kurt R.A. Giambastiani]]; ''United States of Banana'' (2011), romanzo postmodernista di [[Giannina Braschi]], che presenta Alcibiade, Parmenide, Diotima e Lachete (mentre il romanzo spanglish della Braschi ''Yo-Yo Boing!'' (1998) presenta Alcibiade che spettegola su Socrate).
L'ultimo grande romanzo storico apparso è ''Alkibiades'' (2023) del classicista olandese [[Ilja Leonard Pfeijffer]], bestseller di vendite.<ref>[https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2025/06/Ilja-Pfeijffer-Alcibiade-359809b3-0b54-4585-b1b5-6179f2555946.html Ilja Pfeijffer, Alcibiade | Letteratura | Rai Cultura]</ref>
=== Altri riferimenti culturali ===
▲== Riferimenti nell'arte e nella letteratura ==
Alcibiade è un ruolo nel ''Socrate'' di [[Erik Satie]] (1918), un'opera per voce e piccola orchestra (o pianoforte). (Il testo è composto da estratti della traduzione di [[Victor Cousin]] di opere di Platone, con tutti i testi scelti che fanno riferimento a Socrate.)
▲Alcibiade non è stato risparmiato dalla commedia antica e le storie attestano un confronto tra Alcibiade ed [[Eupoli]], simile a quello tra [[Aristofane]] e Cleone.<ref name=G32/> Appare anche come personaggio in molti [[Dialoghi|dialoghi socratici]] (''[[Simposio (Platone)|Simposio]]'', ''[[Protagora (dialogo)|Protagora]]'', ''[[Alcibiade primo]]'' e ''[[Alcibiade secondo|secondo]]'', così come i dialoghi eponimi di [[Eschine Socratico]] e [[Antistene]]); quest'ultimo, probabilmente per la sua esperienza personale, descrive Alcibiade ricordando soprattutto la sua straordinaria forza psichica, il suo coraggio e la sua bellezza, dicendo che "se [[Achille]] non gli assomigliava, non era poi così bello".<ref>{{Cita libro|cognome=Corrigan|nome=Elena|titolo=Plato's Dialectic at Play|editore=Penn State Press|anno=2004|capitolo=Alcibiades and the Conclusion of the Symposium|cid=Corrigan|isbn=0-271-02462-3|pagine=90}}</ref> Nel suo processo Socrate, dovendo ribattere il tentativo di incolparlo anche dei crimini commessi dai suoi ex allievi, incluso Alcibiade,<ref>{{Cita libro|cognome=Scott|nome=Gary Alan|titolo=Plato's Socrates as Educator|editore=SUNY Press|anno= 2000|capitolo=Socrates and Teaching|cid=Scott|isbn=0-7914-4723-5|pagine=19}}</ref> nella sua ''[[Apologia di Socrate|Apologia]]'' dichiara: "Non sono mai stato l'insegnante di qualcuno".<ref>Platone, ''Apologia di Socrate'', 33a.</ref> Aristofane, invece, prendeva in giro il suo accentuato sigmatismo nella sua commedia ''[[Le vespe]]'';<ref name=A44/> Alcibiade è inoltre dipinto come uno dei più stretti amici di Cleone.
Alcibiade
Alcibiade appare come un personaggio ricorrente di spicco nel videogioco del 2018 [[Assassin's Creed: Odyssey]], ambientato nell'antica Grecia all'inizio della guerra del Peloponneso. Nel gioco, Alcibiade affida al protagonista diverse missioni, offrendo anche un'opzione romantica per incontri sessuali. Fedele alla sua natura storica, molte delle sue missioni hanno motivazioni nascoste che lo aiutano a ottenere potere finanziario e politico; tuttavia, viene rappresentato in modo positivo, schierandosi dalla parte dei personaggi principali contro gli antagonisti del gioco.
▲Alcibiade, infine, è menzionato nella regola II della 44ª legge ("Disarmare e infuriarsi coll'effetto specchio") ne ''Le 48 leggi del potere'' di [[Robert Greene (scrittore)|Robert Greene]]: in esso l'autore parla della sua abilità di imitare la gente sia in presenza degli Spartani sia dei Persiani.
Alcibiade appare nella prima stagione del webcomic ''Everywhere & Nowhere'' nel ruolo principale.
▲Nella storia [[Ucronia|ucronica]] ''The Daimon'', pubblicata nel 2002 da [[Harry Turtledove]], il libro comincia con Alcibiade che comanda la spedizione in Sicilia e ottiene una vittoria decisiva, prima di tornare ad Atene; unendo le polis greche, Alcibiade le guida alla conquista dell'impero persiano, che invece sarebbe stato preso solo ottant'anni dopo da [[Alessandro Magno]], [[Regno di Macedonia|re di Macedonia]].
== Note ==
== Bibliografia ==
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* {{cita libro|autore=[[Platone]] |titolo=Apologia |cid=Platone, Apologia}}
* {{cita libro|autore=[[Platone]] |titolo=Simposio |cid=Platone, Simposio}}
* {{cita libro|autore=[[Plutarco]] |titolo=[[Vite
* {{cita libro|autore=Plutarco |titolo=[[Moralia]] |cid=Plutarco, Moralia}}
* {{cita libro|autore=[[Senofonte]] |titolo=[[Elleniche]] |cid=Senofonte}}
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* {{Cita libro|cognome=Gribble|nome=David|titolo=Alcibiades and Athens: A Study in Literary Presentation| anno=1999|editore=Oxford University Press|cid=Gribble|isbn=0-19-815267-1}}
* {{Cita libro|cognome=Kagan|nome=Donald|wkautore = Donald Kagan|titolo=The Fall of the Athenian Empire|anno=1991|editore=Cornell University Press|cid=Kagan 1|isbn=0-8014-9984-4}}
* {{Cita libro|cognome=Kagan|nome=Donald|titolo=The Peloponnesian War|url=https://archive.org/details/peloponnesianwar00dona|anno=2003|editore=Penguin Books|cid=Kagan 2|isbn=0-670-03211-5}}
* {{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Kahn|autore-capitolo-nome=C.|titolo=The Socratic Movement | curatore= Paul A. Vander Waerdt|anno=1994|editore=Cornell University Press|capitolo=Aeschines on Socratic Eros|cid=Kahn|isbn=0-8014-9903-8}}
* {{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Lee Too|autore-capitolo-nome=Yun|titolo=The Rhetoric of Identity in Isocrates|url=https://archive.org/details/rhetoricofidenti0000tooy|anno=1995|editore=Cambridge University Press|capitolo=The Politics of Discipleship|cid=Lee Too|isbn=0-521-47406-X}}
* {{Cita libro|cognome=Konstantinos|nome=Paparrigopoulos|titolo=History of the Hellenic Nation|anno=1925|editore=Eleftheroudakis|lingua=
* {{Cita libro|cognome=Pacini|nome=Costanza|titolo=Alcibiade tra Letteratura e Storia|url=http://amsdottorato.cib.unibo.it/2090/1/Pacini_Costanza_TESI.pdf|cid=Tesi Pacini Costanza - Alcibiade tra Letteratura e Storia}}
* {{Cita libro|cognome=Platias Athanasios G.|nome=Koliopoulos Constantinos|titolo=Thucydides on Strategy| editore=Eurasia Publications|anno=2006|cid=Platias|isbn=960-8187-16-8}}
* {{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Sealey|autore-capitolo-nome=Raphael|wkautore-capitolo=Raphael Sealey|titolo=A History of the Greek City States, 700–338 BC|url=https://archive.org/details/historyofgreekci00raph|editore= University of California Press|anno=1976|capitolo=The Peloponnesian War|cid=Sealey|isbn=0-520-03177-6}}
* {{SmithDGRBM|articolo=Alcibiades|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=alcibiades-bio-1&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104|cid=Smith}}
* {{Cita libro|cognome=Strauss|nome=Leo|titolo=The City and Man|url=https://archive.org/details/cityman0000stra|anno=1978|editore=University of Chicago Press|cid=Strauss|isbn=0-226-77701-4}}
* {{Cita libro|cognome=Vlachos|nome=Angelos|titolo=Thucydides' Bias|anno=1974|editore=Estia|lingua=
;Approfondimenti
* Cinzia Bearzot'', Alcibiade. Il leone della democrazia ateniese. Stratega, politico, avventuriero,'' Editore Salerno, 2021, ISBN 978-88-6973-575-2
* {{Cita libro |cognome=Atherton | nome=Gertrude | titolo=The Jealous Gods | editore=Kessinger Publishing Co | anno=2004 |ISBN=1-4179-2807-7}}
* {{Cita libro |cognome=Benson |nome=E.F. |titolo=The Life of Alcibiades: The Idol of Athens |città=New York |editore=D. Appleton Co |anno=1929 |ISBN=1-4563-0333-3}}
* {{Cita libro |wkautore=J. B. Bury|cognome=Bury |nome=J.B. |cognome2=Meiggs |nome2=Russell |titolo=A History of Greece |edizione=4th |città=New York |editore=St. Martin's Press |anno=1975}}
* {{Cita libro |wkautore=J. B. Bury |cognome=Bury
* {{Cita libro | cognome=Chavarria| nome=Daniel |wkautore= Daniel
* {{Cita libro |cognome=Forde |nome=Steven
* {{Cita libro |cognome=Green |nome=Peter |titolo=Achilles his Armour |url=https://archive.org/details/achilleshisarmou0000gree |editore=Doubleday | anno=1967}}
* {{Cita libro |cognome=Henderson |nome=Bernard W. |titolo=The Great War Between Athens and Sparta: A Companion to the Military History of Thucydides |url=https://archive.org/details/greatwarbetweena0000bern |città=Londra |editore=Macmillan |anno=1927}}
* Hughes-Hallett, Lucy. ''Heroes: A History of Hero Worship.'' Alfred A. Knopf, New York, New York, 2004. ISBN 1-4000-4399-9.
* {{Cita libro| cognome=Meiggs |nome=Russell |wkautore=Russell Meiggs |titolo=The Athenian Empire | url=https://archive.org/details/athenianempire0000meig |città=Oxford |editore=Clarendon Press |anno=1972}}
* Pressfield, Steven. ''Tides of War: A Novel of Alcibiades and the Peloponnesian War.'' Doubleday, New York, New York, 2000. ISBN 0-385-49252-9.
* {{Cita libro | cognome=Robinson | nome=Cyril Edward | titolo=The Days of Alkibiades | url=https://archive.org/details/in.ernet.dli.2015.533467 | editore=E. Arnold | anno=1916}}
* {{Cita libro
* {{Cita libro | cognome=Sutcliff | nome=Rosemary | titolo=Flowers of Adonis | editore=Hodder & Stoughton Ltd | anno=1971 | isbn=0-340-15090-4 }}
== Voci correlate ==
*
* [[Lisandro]]
* [[Scandalo delle erme]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
;Biografici
* {{Cita web|titolo = Alcibiades was an Athenian general in the Peloponnesian War|sito = Bingley|url = http://ancienthistory.about.com/cs/people/a/alcibiades.htm|accesso = 29 aprile 2013|dataarchivio = 12 febbraio 2006|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060212195738/http://ancienthistory.about.com/cs/people/a/alcibiades.htm|urlmorto = sì}}
* {{Cita web|titolo = Alcibiades: Aristocratic Ideal or Antisocial Personality Disorder|sito = Evans, Kathleen|url = http://h06.cgpublisher.com/proposals/41/index_html|accesso = |urlarchivio
* {{Cita web|titolo = Alcibiades|sito = Meiggs, Russell|url = http://concise.britannica.com/ebc/article-9005499/Alcibiades|accesso = |urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071013114842/http://concise.britannica.com/ebc/article-9005499/Alcibiades}}
* {{Cita web|titolo = Alcibiades|sito = Prins, Marco-Lendering, Jona|url = http://www.livius.org/aj-al/alcibiades/alcibiades.html|accesso = |urlarchivio
* {{Cita web|titolo = Alcibiades|sito = The Columbia Encyclopedia, Sixth Edition.
;Testi e analisi
* {{Cita web|titolo = Good Man, Bad Man, Traitor: Aspects of Alcibiades|sito = Arcan, Gabriela|url = http://faculty.ccc.edu/colleges/wright/greatbooks/Program/Symposm/Issue1/Arcan.htm|accesso = |urlarchivio
* {{Cita web|titolo = Thucydides and Civil War: the Case of Alcibiades|sito = Faulkner, Robert|url = http://www.prio.no/files/file46395_robert_faulkner_7final-thuccivil_war.doc|accesso = |urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070705050328/http://www.prio.no/files/file46395_robert_faulkner_7final-thuccivil_war.doc
* {{Cita web|titolo = Survie d'un lion : Alcibiade|sito = Loicq-Berger, Marie-Paule|url = http://bcs.fltr.ucl.ac.be/FE/10/Lion/Lion2.html|accesso = |urlarchivio
* {{Cita web|titolo = Alcibiades and the Sicilian Expedition|sito = Rubio, Alexander G|url = http://www.bitsofnews.com/content/view/3686/42/|accesso = |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070927021737/http://www.bitsofnews.com/content/view/3686/42/|urlmorto = sì}}
* {{Cita web|titolo = Plato, Thucydides, and Alcibiades|sito = Syse, Henrik|url = http://www.prio.no/files/file46404_thucydides_draft_henrik_syse.doc|accesso = |urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070705050414/http://www.prio.no/files/file46404_thucydides_draft_henrik_syse.doc
* {{Cita web|titolo = Alcibiades, Athens, and the Human Condition in Thucydides' History|sito = Warren, Brian|url = http://www.apaclassics.org/AnnualMeeting/03mtg/abstracts/warren.html|accesso = |urlarchivio
{{Spedizione ateniese in Sicilia}}
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[[Categoria:Vincitori dei Giochi olimpici antichi]]
[[Categoria:Persone legate ai Misteri eleusini]]
[[Categoria:Alcmeonidi]]
[[Categoria:Morti assassinati]]
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