Guascogna: differenze tra le versioni
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{{Regione geografica
|nomeUfficiale = Gascogne
|panorama = Castelnau vertic Rengouer.jpg
|didascalia = Veduta aerea della regione
|linkBandiera = Gascogne drapeau.svg
|paginaBandiera = Bandiera della Guascogna
|linkStemma = Blason province fr Gascogne.svg
|paginaStemma = Stemma della Guascogna
|stato = FRA
|stato_spec = Senza status
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|stato2_spec = Territorio semiautonomo
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|noteMappa = I limiti della Guascogna nel corso della storia
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}}
La '''Guascogna''' (in [[lingua occitana|occitano]] ''Gasconha'', {{francese|Gascogne}} e {{spagnolo|Gascuña}}) è una regione storica compresa a cavallo dell'odierno [[confine tra Francia e Spagna]]. Più nel dettaglio, rientra nel territorio dei [[Dipartimenti della Francia|dipartimenti francesi]] di [[Landes (dipartimento)|Landes]], [[Gers]], [[Alti Pirenei]] e, in parte, di altri dipartimenti delle [[regioni della Francia|regioni]] della [[Nuova Aquitania]] e dell'[[Occitania (regione francese)|Occitania]], nonché la comarca della [[Val d'Aran]], a nord della [[Catalogna]], in [[Spagna]].
Ribattezzata nel corso della storia come [[Gallia Aquitania]], [[Novempopulana]], Vasconia e infine Guascogna, scomparve come entità politica autonomia nel 1063, quando dopo la battaglia di La Castelle confluì nel [[ducato d'Aquitania]]; tuttavia, il termine Guascogna rimase in uso fino alla [[Rivoluzione francese]]. [[Regione naturale (Francia)|Regione naturale della Francia]] situata tra [[Oceano Atlantico]], [[Garonna]] e [[Pirenei]], si distingue per la complessa identità culturale dei suoi abitanti, passata dal corrispondere a quella di tribù [[Aquitani|aquitane]], che si esprimevano in [[lingua proto-basca|proto-basco]], ai guasconi, che parlavano una lingua romanza, nello specifico appartenente alla famiglia delle [[lingue occitano-romanze]]. Ad oggi molti accademici si interessano all'area linguistica del [[dialetto guascone]].
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=== Posizione ===
[[File:Topographic map of Garonne and Adour.svg|miniatura|Cartina fisica del sud-ovest francese: la Guascogna è racchiusa entro chiari limiti fisici tra [[Oceano Atlantico]], [[Garonna]] e [[Pirenei]]]]
La Guascogna si trova nel territorio compreso tra la [[Garonna]] e i [[Pirenei]], lambendo a sud la [[Catalogna]] spagnola. La geografia della regione è chiaramente delimitata da confini naturali quali l'[[Oceano Atlantico]], il [[Confine tra Francia e Spagna|confine spagnolo]] con l'[[estuario della Gironda]], a ovest, la [[Garonna]] a nord, il suo sub-affluente il Lèze a est e le pendici dei Pirenei a sud. Il Lèze è un affluente dell'[[Ariège (fiume)|Ariège]] la cui confluenza con la Garonna è vicina a sud di [[Tolosa]].
Lo studioso Serge Brunet ricorda che la foresta di Bouconne, situata sulle colline della riva sinistra della Garonna, ha rappresentato un confine secolare tra guasconi e linguadoca.<ref>{{cita web|autore=Serge Brunet|lingua=fr|titolo=Perceptions identitaires et nationales dans la France de la première modernité: de la francité et de l'hispanité des Gascons|url=https://www.academia.edu/31722592/PERCEPTIONS_IDENTITAIRES_ET_NATIONALES_DANS_LA_FRANCE_DE_LA_PREMIÈRE_MODERNITÉ_DE_LA_FRANCITÉ_ET_DE_LHISPANITÉ_DES_GASCONS|pp=64-65|accesso=17 dicembre 2021}}</ref>
=== Confini amministrativi ===
La Guascogna non è una regione amministrativa ma un'area di interesse storico, culturale e linguistico. La divisione del territorio francese ebbe luogo nel 1790, con la creazione dei dipartimenti da parte dell'assemblea costituente.<ref name="cas408410">{{cita libro|lingua=fr|pp=[https://archive.org/details/histoiredelagasc0000unse/page/408 408]-410|titolo=Histoire de la Gascogne des origines à nos jours|url=https://archive.org/details/histoiredelagasc0000unse|autore=Paul Castéla|autore2=Jean Castex|editore=Horvath|anno=1977|isbn=978-27-17-10020-4}}</ref> La [[Antiche province francesi|provincia storica]] era in passato suddivisa tra le tre regioni della [[Nuova Aquitania]], dell'[[Occitania]] e della Catalogna senza costituirli nella loro interezza. Essa si estende interamente nei [[Dipartimento|dipartimenti francesi]] di [[Landes (dipartimento)|Landes]], [[Gers]] e [[Alti Pirenei]], ricoprendo in parte i [[Pirenei Atlantici]], [[Gironda (dipartimento)|Gironda]], [[Lot e Garonna]], [[Tarn e Garonna]], [[Alta Garonna]], [[Ariège]] e la regione autonoma della valle d'Aran nella Catalogna spagnola.<ref name="cas408410"/> L'area d'influenza del [[dialetto guascone]] si estende su parte del territorio dell'antica provincia di [[Guienna]].
La valle d'Aran, pur appartenendo alla Spagna, fa linguisticamente parte della Guascogna, e come tale beneficia all'interno della Catalogna, dalla quale dipende amministrativamente, di un'autonomia linguistica che rende questa regione guascone l'unica la cui lingua aquitano-romanza e il suo [[dialetto aranese]] gode di statuto ufficiale. Le lingue ufficiali della Catalogna sono infatti il catalano, l'"occitano guascone" e lo spagnolo.<ref name="cas408410"/>
===
[[File:Gasc2.jpg|miniatura|sinistra|Paesaggio della Guascogna, con la catena dei Pirenei sullo sfondo]]
La Guascogna si sviluppa a ovest della [[baia di Biscaglia]] e a sud della zona pedemontana francese dei Pirenei, tra [[Béarn]] e Couserans, e una sezione collinare attraversata da vari corsi d'acqua fino alla Garonna. È su questi versanti che si trova una fetta consistente dei vigneti del Sud-Ovest francese e del [[Bordeaux (vino)|Bordeaux]].
Per quanto riguarda l'Ariège, affluente orientale della Garonna situato a monte di Tolosa: il limite linguistico della Guascogna si sta gradualmente allontanando (di una trentina di chilometri massimo) verso ovest del corso dell'Ariège fino ai Pirenei, nella regione chiamata Couserans.<ref name="Bec Qsj">{{cita libro|lingua=fr|autore=Pierre Bec|titolo=La langue occitane|editore=Presses universitaires de France|collana=Que sais-je?|città=Parigi|numero=1059|anno=1995|edizione=6|p=127|isbn=978-2-13-039639-0|oclc=230105602}}</ref>
La valle del Garonna, tra Tolosa e [[Bordeaux]], ha funto da crocevia sin dall'antichità, ovvero dall'[[Età del Bronzo]].<ref>{{cita libro|lingua=fr|autore=Patrice Brun|autore2=Pascal Ruby|titolo=L'âge du Fer en France : premières villes, premiers États celtiques|editore=La Découverte|collana=Archéologies de la France|città=Parigi|anno=2011|pp=26-27|isbn=978-2-7071-5664-8}}</ref> L'[[Adour]], secondo fiume dal suo bacino, forma nell'estremo sud-ovest il limite con i [[Iparralde|Paesi Baschi]], dove sfocia nel golfo di Biscaglia. Le ''[[Landes de Gascogne]]'', incluse le coste comprese in un'ampia foresta di pini mediterranei, si snoda a cavallo di tre dipartimenti (Landes, [[Gironda (dipartimento)|Gironda]], Lot e Garonna). Si tratta perlopiù di una pianura sabbiosa.
=== Idrografia ===
[[File:France Rivers of Gers.svg|miniatura|Chevelu des rivières du Gers, con nomi e città di origine e confluenza]]
I principali corsi d'acqua locali sono i fiumi che discendono dalla piana di Lannemezan, affluenti della Garonna e dell'Adour. Il [[Baïse]] e il suo bacino (il [[Gélise]], l'Osse), uniti al [[Gers (fiume)|Gers]], l'Arrats, la Save e ai rispettivi bacino del Gesse e dell'Adour (il Luy, l'[[Arros]], il [[Gave de Pau]] e l'[[Eyre (fiume)|Eyre]]) sono stati parzialmente responsabili delle inondazioni catastrofiche del 1977.
=== Centri principali ===
Le città più importanti sono:
*[[Auch]], la capitale storica
*[[Bayonne]], sia con l'identità basca e guascone
*[[Bordeaux]]
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*[[Tarbes]]
== Storia ==
La regione, originariamente popolata dagli [[Aquitani]], entrò successivamente a far parte del dominio dei [[Impero romano|Romani]], dei [[Visigoti]], dei [[Vasconi]] giunti dai Pirenei (ai quali essa deve il nome) e infine dei [[Franchi]].
Nell'[[Alto Medioevo]] la Guascogna era un [[Principato (diritto)|principato]] nel sud-ovest della [[Gallia]].<ref>{{cita libro|lingua=fr|autore=Charles Dartigue|titolo=Histoire de la Gascogne|editore=P.U.F. Que sais-je?|città=Parigi|anno=1951}}</ref> Il nome di Guascogna iniziò ad essere usato proprio per indicare questo principato (VII secolo-XII secolo), che vide l'apogeo unitario della regione.<ref name="RMG"/> Essa scomparve come entità politica nel 1063, quando il [[Duchi di Guascogna|conte di Guascogna]] [[Bernardo II di Guascogna|Bernardo II Tumapaler]] dovette abbandonare il suo dominio dopo essere stato sconfitto dal duca d'Aquitania [[Guglielmo VIII di Aquitania|Guglielmo VIII]] nella battaglia di La Castelle. Dopo il [[Trattato di Parigi (1259)|trattato di Parigi]] del 1259, il [[ducato d'Aquitania]] prese il nome di ducato di [[Guienna]], termine che designava allora l'insieme dei possedimenti continentali del re d'Inghilterra.
Con queste diverse denominazioni, la Guascogna emerse come uno Stato indipendente per certi periodi e, fino ad oggi, ha mantenuto la reputazione di essere abitata da un popolo testardo e indipendente. Nonostante questi sviluppi, un'identità guascone culturale e linguistica è riuscita a sopravvivere durante tutto l{{'}}''[[Ancien Régime]]'' fino ad oggi.
=== La preistoria ===
Il paleontologo [[Édouard Lartet]], originario del [[Gers]], descrisse per la prima volta ''[[Pliopithecus|Pliopithecus antiquus]]'' e ''[[Dryopithecus|Dryopithecus fontani]]'', primati fossili del [[Miocene]] e del [[Pliocene]], e ''[[Pelagornis]]'', un uccello preistorico del [[Gelasiano]], a partire da fossili rinvenuti a [[Sansan (Francia)|Sansan]] ([[Gers]]) nell'[[Astarac]] e a [[Saint-Gaudens]] ([[Alta Garonna]]) nel [[Comminges]].
[[File:Venus of Brassempouy.jpg|miniatura|La [[Signora di Brassempouy]], una delle più antiche rappresentazioni del volto umano]]
Tracce di occupazione umana del [[Paleolitico superiore]] ([[Aurignaziano]], [[Gravettiano]], [[Magdaleniano]]) nell'attuale territorio della Guascogna sono presenti nelle [[Grotta|grotte]], talvolta ricoperte da pitture rupestri, del [[Labourd]] (Sare) nei [[Pirenei Atlantici]], del Pays d'Orthe (Duruthy) nelle [[Landes (dipartimento)|Landes]], delle [[Contea di Aure|Quatre-Vallées]] (Troubat, Labastide, Noisetier) negli [[Alti Pirenei]], del [[Comminges]] (Aurignac - scavata da Édouard Lartet e dalla quale ha preso nome l'Aurignaziano -, Gargas, Marsoulas, Tarté) nell'Alta Garonna, o del Couserans (Tuc d'Audoubert, [[Grotta di Trois-Frères|Trois-Frères]]) nell'[[Ariège]].
Oltre alle tracce di una presenza umana fin dall'[[Acheulano]] ([[Paleolitico inferiore]]) e alla scoperta della mandibola di Montmaurin attestante la presenza di un [[Homo neanderthalensis|neandertaliano antico]] nelle gole del Seygouade (grotte di Montmaurin), questo sito del Comminges negli Alti Pirenei e quello di [[Brassempouy]] nella [[Chalosse]] (Landes), hanno fornito alcune rappresentazioni femminili risalenti al [[Gravettiano]], le [[veneri paleolitiche]] di [[Venere di Lespugue|Lespugue]] e di Brassempouy. In quest'ultimo sito è stata rinvenuta la [[Signora di Brassempouy]], nella cui pettinatura molti autori hanno voluto vedere un antesignano del ''capulet'', una caratteristica cuffia indossata dalle donne dei Pirenei.<ref name="RMG"/>
Il megalite di Guillay nel Tursan (dipartimento delle Landes) e la via della transumanza della [[Ténarèze]] che attraversa le due regioni dell'[[Aquitania]] e del [[Midi-Pirenei]], dall'oceano alle montagne, testimoniano l'attività umana nel territorio della Guascogna fin dal [[Neolitico]].
{{-}}
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File:Pliopithecus antiquus.jpg|Frammento di mandibola di ''[[Pliopithecus|Pliopithecus antiquus]]'' ([[Sansan (Francia)|Sansan]]).
File:Lame Aurignac Lartet global N°II fond.jpg|Lama di selce (grotta di Aurignac).
File:Manos de Gargas (Francia).png|Negativi di mani (grotte di Gargas).
File:Bison, Marsoulas.JPG|Bisonte dipinto (grotta di Marsoulas).
File:Venus de Lespugue (replica).jpg|[[Venere di Lespugue]].
File:Mégalithe de Guillay.JPG|Megalite di Guillay.
</gallery>
=== L'Antichità ===
==== L'Aquitania protostorica ====
{{vedi anche|Aquitani}}
Quando i [[Civiltà romana|Romani]] conquistarono la [[Gallia Narbonense]], si imbatterono, al di là di [[Tolosa]], in un popolo a loro sconosciuto, che non era assimilabile né ai [[Liguri]] né ai [[Celti]]. [[Diodoro Siculo]], che ne fece menzione per la prima volta nel [[60 a.C.]], li identificò come «[[Celtiberi]]»<ref name="RMG"/>. Furono chiamati «[[Aquitani]]», ma lo stesso [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] ammise che avevano molte analogie con gli [[Iberi]] a sud dei [[Pirenei]], e il loro nome, come riferisce [[Plinio il Vecchio]], fu dato alla regione che abitavano.<ref name="RMG"/>. Antropologi e linguisti riconoscono ormai in questi popoli, distinti dai [[Galli]], il carattere di popolazioni [[Lingua proto-basca|protobasche]], aventi affinità etniche e linguistiche con i [[Vasconi]].
Al momento in cui i romani giunsero nella regione, il territorio dell'Aquitania era abitato da una trentina di tribù demograficamente disuguali, tra cui si possono annoverare i [[bigerrioni]], i [[tarbelli]], i [[tarusati]], i [[soziati]], i [[lactorati]], gli [[elusati]], gli [[ausci]], i [[vasati]], i [[garonni]] e i [[cocosati]].
==== L'Aquitania di Cesare ====
Semplici spettatori della [[conquista della Gallia]] da parte dei Romani, gli Aquitani ne furono coinvolti in prima persona nel [[56 a.C.]] quando [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] inaricò [[Publio Licinio Crasso|Publio Crasso]] di sottomettere l'Aquitania. Inizialmente venne preso d'assedio l{{'}}''[[oppidum]]'' di [[Sos (Francia)|Sos]], dove i [[Soziati]] e il loro capo Adiatuano furono sconfitti. Crasso proseguì quindi il [[Conquista della Gallia#Anno 56: i popoli del mare e dell'Aquitania si ribellano|suo compito]], che terminò piuttosto rapidamente sull'[[Adour]], nonostante l'aiuto dei [[Cantabri]] che avevano combattuto nella [[guerra sertoriana]] contro [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]], dove il [[Legatus legionis|legato]] Lucio Valerio Preconio e il [[proconsole]] Lucio Manlio erano stati sconfitti.<ref name="RMG"/><ref>{{cita libro|autore=[[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]|titolo=Commentarii de bello Gallico|capitolo=Libro III}}</ref> Dopo la conquista romana, giunsero nella regione i Biturigi Vivisci, [[Celti]] deportati dai Romani nel Bordelais, sulla riva sinistra della [[Garonna]] e residenti, secondo [[Strabone]], nel territorio dell'Aquitania, senza pagare tributi.<ref name="RMG"/>
Nel [[51 a.C.]], Cesare stesso si recò in Aquitania con lo scopo di «pacificare» la regione con l'appoggio di due [[Legione romana|legioni]] e la cattura di ostaggi tra i turbolenti popoli aquitani che non erano ancora stati sottomessi completamente da Publio Crasso.<ref name="RMG"/><ref>{{cita libro|autore=[[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]|titolo=Commentarii de bello Gallico|capitolo=Libro VIII}}</ref>
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File:Gaule -56.png|[[Conquista della Gallia|Guerre galliche]], terzo anno della campagna di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] nel [[56 a.C.]] e itinerario di [[Publio Licinio Crasso|Publio Crasso]] in Aquitania.
File:Gaule -51.png|Ottavo anno di campagna nel [[51 a.C.]] e itinerario di Cesare in Aquitania.
</gallery>
==== L'Aquitania di Augusto ====
Le vittorie di Cesare non impedirono agli Aquitani di ricostituire la loro unità e le loro forze, alle quali si oppose ancora [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]], inviato da [[Augusto|Ottaviano]] nel 38 a.C. Nel 27 a.C., [[Augusto]] riorganizzò l'amministrazione della Gallia ristabilendo la Narbonense e dividendo il resto della Gallia in tre province: l'[[Gallia Aquitania|Aquitania]], estesa dai Pirenei e dall'oceano Atlantico alla [[Loira]], la [[Gallia Lugdunense|Lugdunense]], che comprendeva l'[[Armorica]], e la [[Gallia Belgica|Belgica]]. Mescolandoli nello stesso territorio con i popoli celtici installati al di là della [[Garonna]], usando i Biturgi Vivisci e i [[Nitiobrogi]] come intermediari, Augusto indebolì l'unità degli Aquitani e soffocò il loro spirito di ribellione. Concedendo il [[Colonia romana|diritto latino]] ad alcuni di essi ([[Ausci]], Conveni) e trasformando le loro città in colonie romane (le antiche ''[[Auch|Elimberrum]]'' e ''Aquae Tarbellicae'' divennero rispettivamente ''[[Auch|Augusta Auscorum]]'' e ''Aquae Augustae''), consolidò la sua politica di assimilazione.<ref name="RMG"/>
==== La Novempopulana di Diocleziano ====
{{vedi anche|Novempopulana|Vasconi}}
Fu solo nel III secolo che i popoli dell'Aquitania ottennero la separazione dal resto della [[Gallia Aquitania]]. L'iscrizione su una stele nella chiesa di [[Hasparren]] indica che furono nove i popoli che si separarono dai Galli. Essi andarono a costituire la [[Novempopulana]], con capitale [[Eauze]]. Il resto dell'Aquitania venne diviso in due parti: l'[[Aquitania seconda]], con capitale [[Bordeaux]], e l'[[Aquitania prima]], con capitale [[Bourges]].
La Novempopulana comprenderà in seguito dodici popoli, ma manterrà comunque il suo nome. Nel 297, [[Diocleziano]] divise la Gallia in 120 città ripartite in 17 province. Le nove città che costituivano la Novempopulana erano: le città degli [[Elusati]] (Eauze), degli Aquensi o Tarbelli (Aqs, l'odierna [[Dax]]), dei [[Lactorati]] ([[Lectoure]]), dei Conveni ([[Saint-Bertrand-de-Comminges]]), dei Consoranni ([[Saint-Lizier]]), dei Boiati ([[La Teste-de-Buch]]), dei Benearnensi ([[Lescar]]), degli [[Tarusati|Aturensi]] ([[Aire-sur-l'Adour|Aire]]), dei [[Vasati]] ([[Bazas]]), la ''civitas'' di Turba (nei pressi di [[Tarbes]], tra i [[Bigerrioni]]), la città degli Ilurensi (Oloron) e la città degli [[Ausci]] ([[Auch]]).
Queste popolazioni presero in prestito molte cose dai vincitori romani, in particolare la loro lingua. Finirono per adottare il [[Lingua latina|latino]], ma deformandolo in funzione della loro lingua d'origine, dando così vita a una nuova lingua: il [[Dialetto guascone|guascone]]. A partire dalle città, il latino iniziò a diffondersi anche nelle campagne. Solo le popolazioni delle valli dei Pirenei sfuggirono al contagio, e i loro discendenti parlano ancora la loro lingua d'origine: il [[Lingua basca|basco]]. L'amministrazione romana assicurò l'ordine e la pace in Novempopulana per circa due secoli. Poi, il declino dell'impero romano fece precipitare la situazione anche in Gallia, preparando così il terreno alle invasioni barbariche.
==== I «barbari» ====
I [[Vandali]], gli [[Alani]] e i [[Suebi]], spinti verso ovest dagli [[Unni]], attraversarono la frontiera del [[Reno]] negli ultimi giorni del 406. Giunsero in Novempopulana nel 409, ma, dopo averla saccheggiata, passarono oltre e si stabilirono in Spagna. Ad essi seguirono i Visigoti.
Nel 412, il re [[Visigoti|visigoto]] [[Ataulfo]], successore di [[Alarico I]], ottenne dall'imperatore romano [[Onorio (imperatore)|Onorio]], in cambio dei suoi servigi, il permesso di stabilirsi in terra gallica (cfr. [[Giordane]]). Ataulfo venne assassinato a [[Barcellona]] nel settembre 415 e fu sostituito da [[Vallia]], che regnò dal 415 al 418. Quest'ultimo, dopo aver negoziato con l'imperatore Onorio, ottenne il dominio dell'Aquitania seconda e delle città vicine. Il nuovo regno visigoto, che aveva Tolosa come capitale, comprendeva [[Poitiers]], [[Angoulême]], [[Saintes]], [[Périgueux]], Bordeaux e la Novempopulana.
Sembra che i re visigoti abbiano capito che era meglio risparmiare le popolazioni indigene, che chiamavano «i Romani». Nacque così l'organizzazione visigota e, senza le discordie religiose, sarebbe andato tutto perfetto tra Goti e «Romani». Chiamato dai vescovi di Novempopulana, [[Clodoveo I|Clodoveo]] venne in soccorso delle popolazioni. Nel 507, i [[Franchi]] sconfissero [[Alarico II]], re dei Visigoti, nella [[battaglia di Vouillé]]. I Goti mantennero solo la [[Gallia Narbonense]] e la Novempopulana passò sotto il controllo dei Franchi.
=== Il Medioevo ===
==== I Franchi ====
Il VI secolo fu un lungo susseguirsi di una serie di guerre civili, devastazioni da parte di bande armate, rivolte e brigantaggio. Un vano tentativo di mettersi sotto la protezione di un re illegittimo [[merovingi]]o, [[Gundovaldo]], ebbe termine nel 586 dopo l'assedio di ''Lugdunum Convenarum'', l'attuale comune di [[Saint-Bertrand-de-Comminges]] nell'Alta Garonna. Nel VII secolo la dominazione franca, sotto la pressione, a quanto pare, di fenomeni sociali attuati silenziosamente, ebbe termine.
==== La ''Vasconia'' ====
{{vedi anche|Ducato di Guascogna}}
[[File:Duché d'Aquitaine et Vasconie 710-740.svg|miniatura|I ducati di Aquitania e di [[Ducato di Guascogna|Vasconia]] (710-740) in [[unione personale]]]]
I ''Wasconi'', detti anche ''Guasconi'' o Vasconi, si ribellarono più volte ai Merovingi. I due figli di [[Childeberto II]], [[Teodeberto II]], re d'[[Austrasia]], e [[Teodorico II (Merovingi)|Teodorico II]], re di [[Burgundi]]a, li sconfissero e imposero loro un duca, Geniale.
L'autorità di Geniale, come quella del suo successore Aighinano, condottiero [[Sassoni|sassone]], fu più o meno efficace, in quanto sembra che nel 626 i Vasconi si siano ritirati dalla regione a seguito di una rivolta. In effetti, erano già indipendenti alla morte di [[Clotario II]] nel [[629]], quando suo figlio [[Cariberto II]] ricevette, a seguito della divisione del regno, il «regno di Tolosa». La Vasconia faceva certamente parte del regno che il fratellastro maggiore [[Dagoberto I]] aveva creato per lui, ma dovette conquistarla. La conquista era appena terminata quando Cariberto II morì, presto seguito nella tomba dal suo figlio e successore, Chilperico, morto all'età di sei mesi. Cariberto II aveva tuttavia anche due figlie: Fligberta, che andò in sposa a Bertrando di Bordeaux, e Oda, madre di [[Lupo I d'Aquitania|Lupo I]] che riuscì a recuperare l'eredità del nonno materno.
Dagoberto, divenuto padrone unico della Vasconia, dovette fronteggiare nel [[635]] una rivolta dei Vasconi che, sconfitti, gli giurarono fedeltà. I [[re fannulloni]] che gli succedettero prestarono poca attenzione alla Vasconia, che, assieme all'Aquitania, riconquistò gradualmente la sua autonomia. La potenza franca, troppo impegnata a combattere contro l'Austrasia, poi contro i [[Germani]], permise che si stabilisse un nuovo ordine.
Tra il 660 e il 670, in seguito all'alleanza tra [[Aquitania]] e Vasconi, riapparve, pur con un altro nome, il regno di Tolosa, che ebbe come capo [[Felice d'Aquitania|Felice]], [[Patrikios|patrizio]] di Tolosa. Gli successe [[Lupo I d'Aquitania|Lupo I]], incoronato duca d'Aquitania e di [[Ducato di Guascogna|Wasconia]] nel 672. Quest'ultimo, figlio di Boggio di Comminges (figlio di Oddone di Comminges, a sua volta figlio di Bertrando di Bordeaux, vescovo-conte di Bordeaux) e di Oda d'Aquitania (figlia di Cariberto II e di Gisella di Saint-Amand d'Elnone), morì nel 710.
Il suo successore, [[Oddone I d'Aquitania|Oddone d'Aquitania]], alias Yon re di Vasconia, padre di [[Unaldo I d'Aquitania|Hunaldo I]] detto Huon di Bordeaux, era senza dubbio figlio di Lupo I. Il suo avvento coincise con l'arrivo degli Arabi in Spagna. Oddone fermò l'invasione araba a Tolosa il 9 giugno 721: fu la prima battuta d'arresto a tale invasione in Occidente. Oddone venne per questo dichiarato «eroe salvatore della Cristianità» da papa Gregorio II (nel ''Liber Pontificalis''). Tale vittoria servì a contenere l'invasione araba fino al 731, quando [[Carlo Martello]] attaccherà da nord depistato dalle voci diffuse dai Saraceni di [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi|Abd al-Rahman]]. Oddone abbandonò quindi la difesa del sud per dare sostegno all'attacco di Martello. Gli Arabi ne approfittarono per distruggere, con una rapida incursione, Bordeaux (732) e sferrare un assalto a Poitiers. Grazie al sacrificio dell'esercito vascone di Oddone (e alla battaglia di Brioude che fermò i rinforzi arabi), Abd al-Rahman giunse a Poitiers in uno stato deplorevole e Martello dovette solo dargli il colpo di grazia (25 ottobre 732) e raccogliere così la facile gloria di salvatore della Cristianità (e della Francia) che tuttavia mise quasi in pericolo mortale con la sua condotta sconsiderata (cfr. la lettera 740 di papa Gregorio III). Ma l'alleanza con [[Carlo Martello]] permise di sconfiggere gli invasori nella [[Battaglia di Poitiers (732)|battaglia di Poitiers]] e di respingerli in Spagna.
Oddone d'Aquitania morì nel 735. Ebbe, a quanto pare, cinque figli: una femmina, Lampegia,<ref>Lampegia aveva sposato [[Munuza|Abu Nessa Munuzza]] (Munuza), generale ed [[emiro]] di [[Narbona]], un [[Mori (storia)|moro]] che aspirava a liberarsi dalla tutela di [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi|Abd al-Rahman]] e che, tradito, fu ucciso dai soldati di [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi|quest'ultimo]] a [[Llívia]], non lontano da [[Puigcerdà]]; Lampegia, a causa della sua grande bellezza, fu destinata a finire i suoi giorni nell'[[harem]] del sultano di [[Damasco]]. Era stata corteggiata da Ildebrando, fratello minore di Carlo Martello, ma il padre, [[Oddone I d'Aquitania|Oddone d'Aquitania]], che voleva fornire ai suoi domini uno sbocco sul Mediterraneo, preferì darla in sposa a [[Munuza]]; ciò rafforzò ulteriormente l'odio dei [[Pipinidi]] verso i Merovingi d'Aquitania.</ref> e quattro figli: il maggiore, [[Unaldo I d'Aquitania|Hunaldo I]], primo duca d'Aquitania e di Vasconia, morto a Pavia nel 774, [[Lupo II d'Aquitania|Lupo II]], [[Duchi di Guascogna|duca di Vasconia]] dal 769 al 778, Remistano, marchese del Limosino e decapitato per ordine di [[Pipino il Breve]],<ref>Re dei Franchi dopo un colpo di stato effettuato con la complicità del papa, che ricompensò mettendo in ginocchio i Longobardi e creando lo Stato Pontificio nel 754.</ref> del quale la storia ha conservato solo poche tracce, e [[Attone di Aquitania|Attone]], morto dopo essere stato accecato per ordine del fratello Hunaldo I,<ref>Antenato di Oddone di Oisy, nominato signore di Cambrai da [[Carlo Magno]] in risarcimento della perdita della sua eredità e dei servizi resi da suo nonno.</ref> conte di Poitiers e, a quanto pare, signore del Poitou.
Quando morì, nel 735, le sue spoglie furono sepolte nel monastero dell'[[isola di Ré]], da lui fondato, e gli successe [[Unaldo I d'Aquitania|Hunaldo I]], che si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà a [[Carlo Martello]]. Ne seguì una lunga lotta che costringerà Hunaldo ad abdicare nel 745. Rimarrà molti anni a Roma per perorare la causa degli Aquitani, ma i pontefici avevano già scelto di appoggiare i Pipinidi, potenza di tutto l'Occidente, a svantaggio dei Merovingi d'Aquitania, semplice potenza locale. Suo figlio [[Waifer di Aquitania|Waifer]] (detto Guaiferio) prese il testimone, ma fu tradito e assassinato nel [[768]], quando era in procinto di arrendersi a Pipino il Breve. Pipino, consacrato re dei Franchi nel 751, suddivise la Vasconia in ducato d'Aquitania (tra la Loira e la Garonna) e ducato di Vasconia (a sud della Garonna).
[[File:Vasconia wide 740 3 - 80.jpg|miniatura|upright=1.4|Il Ducato era destinato a dominare nel corso dei baschi (Vascones)]]
L'Aquitania tornò sotto il dominio dei Franchi e i Vasconi elessero come duca Lupo II, figlio di Oddone, che allora aveva circa 53 anni. [[Hunaldo II d'Aquitania|Hunaldo II]], figlio di [[Waifer di Aquitania|Waifer]], aveva cercato di sollevare l'Aquitania contro Carlo Magno, e Lupo II, che gli aveva dato rifugio nel 769, fu obbligato da [[Carlo Magno]] a consegnargli il fuggiasco per evitare che la Vasconia venisse invasa. Il re di [[Aquisgrana]] divenne così signore dell'Aquitania e della Vasconia, o almeno così credeva, poiché fu proprio in questo periodo, nel 778, che avvenne l'episodio di [[Roncisvalle]], dove la retroguardia del suo esercito, che aveva distrutto le mura di [[Pamplona]] (Iruñea) - lasciando così la città in balia dei Mori -, fu decimata dai Vasconi.
==== Il regno d'Aquitania ====
Nel 781, Carlo Magno incoronò il suo terzo figlio, [[Ludovico il Pio|Ludovico]], allora di tre anni, [[Duchi d'Aquitania|re d'Aquitania]]. Questo nuovo stato, il regno d'Aquitania, comprendeva, oltre all'Aquitania propriamente detta, anche il ducato di Vasconia, e aveva Tolosa come capitale. La sua amministrazione venne affidata a [[Guglielmo d'Aquitania|Guglielmo]], [[Conti di Tolosa|conte di Tolosa]] e [[Duchi d'Aquitania|duca d'Aquitania]].
I Vasconi avevano innalzato al potere, dopo la morte di Lupo II, uno dei suoi figli, [[Sancho I di Guascogna|Sancho I Lopez]], che riconobbe la sovranità di Carlo Magno e prese parte, contro la sua volontà ma fedele al vincolo di lealtà che lo legava a quest'ultimo, alla spedizione organizzata dal re d'Aquitania contro Barcellona nell'801. Tuttavia questo riconoscimento fu di breve durata, perché nell'802 Pamplona aveva giurato fedeltà all'emiro di Cordova. In ogni caso, nell'812, dopo una rivolta vascone contro i Franchi guidata da [[Semen di Guascogna|Semen I Lopez]], fratello maggiore di Sancho I Lopez che ne aveva preso il posto alla morte, una nuova spedizione guidata da Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, arrivò fino a Pamplona passando per [[Dax]] per consolidare la sua vacillante autorità. Ludovico stavolta, per non ripetere la [[Battaglia di Roncisvalle|disfatta del 778]], prese la precauzione, al ritorno da [[Roncisvalle]], di prendere in ostaggio donne e bambini vasconi che non liberò fino a quando non giunse in una zona sicura dove il suo esercito non correva più il rischio di imboscate.
Alla morte di Carlo Magno, Ludovico il Pio divenne imperatore e associò i suoi figli al governo. Nell'[[817]], donò a Pipino I d'Aquitania la Vasconia, la [[Marca (circoscrizione)|marca]] di Tolosa e parte della [[Settimania]] e della Borgogna. Nel frattempo, nel ducato di Vasconia, [[Garcia I di Guascogna|García Jiménez]], il figlio maggiore di Semen Lopez, era succeduto al padre, morto nell'816. Ma García Jiménez morì nell'818 e fu sostituito, a sua volta, da un cugino di primo grado, [[Lupo III di Guascogna|Lupo III]]. Nell'819, quest'ultimo fu privato delle sue proprietà da Pipino I, che lo bandì dai suoi possedimenti. Tuttavia, per conciliarsi i Vasconi, dette loro per capo [[Aznar I Sánchez|Aznar Sánchez]], figlio di Sancho, che lo aiutò a reprimere le rivolte vasconi. Era l'epoca della contea di Vasconia, che verrà elevata a ducato di Vasconia nell'[[852]].
Alla morte di Aznar Sánchez nell'836, questa contea, poi ducato, di Vasconia tornò al fratello [[Sancho II di Guascogna|Sancho II Sánchez]], sostituito alla morte, intorno all'[[855]], dal nipote [[Arnoldo di Guascogna|Arnoldo]], figlio di sua sorella Sancha e di Emenone, conte di Poitiers, poi di Angoulême. Arnoldo morì nell'864 e da allora la successione dei duchi guasconi non è affatto chiara. Una leggenda afferma che nell'864 i Guasconi nominarono come conte [[Sancho III di Guascogna|Sancho II «Mitarra»]], nipote di [[Garcia I di Guascogna|García I Jiménez]]. Questo Sancho II «Mitarra» (o «Menditarra») sarebbe il capostipite dei futuri duchi e conti di Guascogna che si succedettero fino al [[1032]], data della morte dell'ultimo principe di questa famiglia.
==== I duchi e i conti di Guascogna ====
[[File:Dux Wasconum 1150.png|miniatura|sinistra|Il [[ducato di Guascogna]] nel 1150, dipendenza del [[ducato d'Aquitania]]]]
La cronologia difficile da districare dei [[Duchi di Guascogna|duchi e dei conti di Guascogna]] diventa un po' più chiara a partire da [[Sancho II di Guascogna|Sancho Mittara]]. Suo figlio [[Garcia II di Guascogna|Garcia Sánchez]], detto ''lo Zoppo'', gli successe come padrone della Guascogna prima dell'893. Ebbe tre figli: Sancho Garcés, che gli succederà verso il 930 alla guida di un ducato mutilato a causa dell'operato dei fratelli, Guglielmo Garcés, capostipite dei conti di Fezensac e [[Conti d'Armagnac|d'Armagnac]], e Arnoldo Garcés, capostipite dei conti d'Astarac. Pare che Sancho Garcés abbia avuto almeno tre figli: Sancho, Guglielmo e Gombaud.
A Sancho Sánchez, morto senza lasciare figli, successe intorno al 961 il fratello [[Guglielmo I di Guascogna|Guglielmo Sánchez]], divenuto famoso per la sua vittoria sui [[Vichinghi]],<ref>[http://musee.mimizan.com/informations/imprimer/texte_histoire_de_la_gascogne.htm Histoire de la Gascogne] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140323014659/http://musee.mimizan.com/informations/imprimer/texte_histoire_de_la_gascogne.htm |date=23 marzo 2014 }}.</ref> che regnò sulla Guascogna almeno fino al 996. Ebbe, dalla moglie [[Urraca Garcés di Navarra (X secolo)|Urraca]], figlia di [[García II Sánchez di Navarra|García Sánchez]], re di [[Pamplona]], cinque figli: [[Bernardo I di Guascogna|Bernardo Guglielmo]], Sancho Guglielmo, Brisca, moglie di [[Guglielmo V di Aquitania]], [[Conti di Poitiers|conte di Poitiers]] e [[Duchi d'Aquitania|duca d'Aquitania]], Garsenda, moglie di un gran signore di Borgogna, e Toda, moglie di Bernardo I, conte di [[Besalú]].
[[Bernardo I di Guascogna|Bernardo Guglielmo]], duca di Guascogna e conte di Bordeaux, morì il 25 dicembre [[1009]] senza lasciare discendenti e il potere passò al fratello [[Sancho VI di Guascogna|Sancho Guglielmo]], che governò fino alla morte, avvenuta il 4 ottobre 1032. Suo nipote, Oddone di Poitiers, ereditò il ducato di Guascogna e poi la contea di Bordeaux. Morì nel [[1039]] e fu riconosciuto conte di Guascogna [[Bernardo II di Guascogna|Bernardo]], detto ''Tupamaler'', [[Conti d'Armagnac|conte d'Armagnac]].
Bernardo era, infatti, il nipote di Brisca di Guascogna ed era quindi il discendente più diretto di Guglielmo Sánchez. Ma il fratello di Oddone, Guido Goffredo o [[Guglielmo VIII di Aquitania|Guglielmo VIII]], duca d'Aquitania, contestò tale scelta, essendo divenuto conte di Bordeaux intorno al 1044. Dopo molte peripezie, i Poitevini riuscirono a sconfiggere Bernardo nella battaglia della Castelle nel 1063. A Guido Goffredo, meglio conosciuto con il nome di Guglielmo VIII d'Aquitania, successe [[Guglielmo IX d'Aquitania|Guglielmo IX]], il famoso trovatore, quindi [[Guglielmo X di Aquitania]], che morì nel 1137 lasciando la corona d'Aquitania alla figlia [[Eleonora d'Aquitania|Eleonora]].
Nel 1152, a seguito del matrimonio di Eleonora con [[Enrico II d'Inghilterra|Enrico II Plantageneto]], conte d'[[Angiò]] e duca di [[Ducato di Normandia|Normandia]], il ducato d'Aquitania e quello di Guascogna andarono a confluire nell'impero [[Plantageneti|plantageneto]], che comprendeva l'[[Regno d'Inghilterra|Inghilterra]], la [[Normandia]] e l'[[Angiò]]-[[Maine (provincia)|Maine]]-[[Turenna]]. La storia della Guascogna come territorio politico unito e indipendente termina qui, ma non la storia della Guascogna medievale.
==== Visconti e conti nella Guascogna medievale ====
La Guascogna di [[Sancho II di Guascogna|Sancho II Sánchez di Vasconia]] conobbe una serie di divisioni territoriali tra i discendenti del Gobbo e la creazione di un mosaico di feudi. I loro detentori, inizialmente vassalli del duca di Guascogna, sfruttarono la situazione creata dalle circostanze (come il passaggio del ducato nelle mani dei conti di Poitou) o da successive alleanze.
Il [[visconte]] era una nuova istituzione dell'epoca carolingia: la parola è presente nei documenti a partire dal IX secolo.<ref name="HD">{{cita libro|lingua=fr|autore=Hélène Debax|url=https://books.google.it/books?id=xrVKwcpupxwC&printsec=frontcover&hl=it-|titolo=Vicomtes et vicomtés dans l'Occident médiéval|editore=[[Université Toulouse-Jean-Jaurès|Presses universitaires du Mirail]]|anno=2008|p=20|isbn=978-2-85816-942-9}}</ref> In Guascogna, verso la fine del X secolo e l'inizio dell'XI, apparvero diverse viscontee,<ref name=HD/> le più importanti delle quali erano quelle di [[Dax]], [[Tartas]], [[Maremne]], [[Labourd]], [[Béarn]], [[Oloron-Sainte-Marie|Oloron]], [[Mont-de-Marsan|Marsan]] e Gabardan. La loro durata sarà più o meno lunga, a seconda delle ulteriori fusioni, come quella tra le viscontee di Oloron e Béarn (a seguito di un matrimonio) a metà dell'XI secolo.
In seno al ducato di Guascogna si formarono anche le contee di Bigorre e di Fezensac ([[IX secolo]]) e quelle di [[contea d'Armagnac|Armagnac]] e di [[Contea di Comminges|Comminges]] ([[X secolo]]).
Si potrebbe quindi affermare che in Guascogna, soprattutto dopo il periodo dei duchi, ogni signore (conte, visconte) conducesse una politica autonoma. La principale divisione sarà, durante la [[guerra dei cent'anni]], quella che vedrà contrapposte una Gascogna occidentale, situata intorno a Bordeaux, Dax e [[Bayonne]], unita all'Inghilterra (fino al 1451/1453), e una Gascogna orientale situata intorno alle contee d'Armagnac e di Bigorre e ai territori di Foix e Béarn, che saranno filofrancesi. Al contrario, il conte di Foix e signore di Béarn [[Gastone III Febo|Gastone III di Foix]], detto Febo, rivendicherà la neutralità e la sovranità sul Béarn<ref>{{cita libro|lingua=fr|autore=Christian Desplat e Pierre Tucoo-Chala | titolo=Histoire générale du Pays souverain de Béarn|editore=PyréMonde|data=marzo 2009}}</ref> (XIV secolo). Nella guerra dei cent'anni, la Guascogna è stata protagonista di una [[Campagna in Guascogna del 1345|campagna militare]] che ha visto trionfare gli inglesi, provocando ingenti danni ai francesi.
=== L'età moderna ===
==== Il ducato di Guienna e Guascogna ====
In questo periodo (XVI-XVIII secolo), il territorio della Guascogna fu incluso nella [[Antiche province francesi#Lista delle antiche province francesi|provincia]] che divenne il [[ducato d'Aquitania]], anche chiamato ducato di Guienna e Gascogna nel 1789. Le [[Généralité|generalità]] (di Auch e di Pau, per quanto riguarda la Guascogna) furono delle circoscrizioni amministrative reali il cui ruolo si rafforzò tra il XVI e il XVIII secolo. Scomparvero durante la [[rivoluzione francese]], per essere sostituite nel 1790 dai [[Dipartimenti della Francia|dipartimenti]].
A livello ecclesiastico l'[[Arcidiocesi di Auch|arcivescovato di Auch]], composto (all'origine) da una dozzina di diocesi<ref>{{cita libro|lingua=fr|autore=Olivier Guyotjeannin|titolo=Atlas de l'Histoire de France IXe – XVe|editore=Autrement|città=Parigi|anno=2005}}</ref> delle città (''[[civitas]]'') del [[Tardo impero romano]], è sopravvissuto fino al [[2002]]. Tuttavia i confini di queste diocesi vengono ancora utilizzati per tracciare i confini delle città di [[Novempopulana]].
La parte guascone del ducato di Guienna e Guascogna, alla vigilia della rivoluzione, era costituita dalle seguenti [[Contea (circoscrizione)|contee]], [[Viscontea|viscontee]] e [[Corte (Medioevo)|signorie]]: la [[contea d'Armagnac]] con l'Eauzan, il Basso Armagnac, la viscontea di Rivière-Basse, la viscontea di [[Vic-Fezensac]], l'Alto Armagnac e la viscontea del Fézensaguet; la contea d'[[Astarac]] con la viscontea del [[Magnoac]]; la contea di Lomagne; la contea de [[Signoria di L'Isle-Jourdain|L'Isle-Jourdain]]; la viscontea del Brulhois; le ''enclaves'' guasconi della giurisdizione di Rivière-Verdun.
==== Fine dell<nowiki>'</nowiki>''Ancien Régime'' ====
[[File:France anciennes provinces 1789.jpg|miniatura|Il governamento di Guienna e Guascogna sotto l{{'}}''Ancien Régime'']]
Le [[lettere patenti]] reali pubblicate il 4 marzo 1790, in seguito ai decreti adottati dall'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblea nazionale]] il 15 gennaio e il 16 e 26 febbraio, «dopo aver ascoltato i deputati di tutte le province», che ordinarono la divisione della [[Francia]] in ottantatré dipartimenti, elencano le [[Antiche province francesi|antiche «province»]] che avrebbero dato vita a queste circoscrizioni di nuovo genere agli albori dell'era contemporanea.<ref name="lp">{{cita libro|lingua=fr|url=https://books.google.fr/books?id=1mtHAAAAYAAJ&pg=RA1-PA108|capitolo=Lettres-patentes du roi du 26 février 1790 | opera=Lois, et actes du gouvernement. Tome Ier, août 1789 - septembre 1790|città=Parigi|editore=Imprimerie nationale|anno=1806}}</ref>
Tuttavia, l'ordinanza precisava che la divisione valeva solamente per l'esercizio del potere amministrativo; fino a nuova comunicazione, per la riscossione dei tributi e il potere giudiziario erano sempre valide le antiche suddivisioni. L'elenco riguardava quindi non le «[[Provincia|province]]» (governamenti militari), che erano trentadue, né le [[diocesi]] o le giurisdizioni dei [[Parlamento|parlamenti]], ma le circoscrizioni fiscali o quelle dei [[Paese (geografia)|paesi]] di [[consuetudine]] ([[Baliato e siniscalcato|baliati e siniscalcati]]).<ref name="lp"/><ref>Le lettere patenti danno l'impressione che si tratti di una divisione del regno in ottantanove «province». Questo elenco ha suscitato critiche da parte degli accademici attuali (cfr. Romanet, Berlet), in quanto ritengono che sarebbe illusorio cercare di integrare tutte le «province» in un insieme coerente, razionale, sistematico, strutturato e soprattutto perfettamente giustapposto: {{citazione|Rimaniamo confusi quando vediamo con quale certezza i geo-storici hanno insegnato, per un secolo, che la Francia era divisa in un numero fisso di province metodicamente classificate e delimitate.|Armand Brette, [http://www.euraldic.com/lasu/tx/txt_br1907_motprovinces.html «Le mot "Province"»]}}</ref>
Per quanto riguarda il territorio delimitato nel XVIII secolo dai geografi [[Guillaume Delisle]] e Gilles Robert de Vaugondy o dallo storico Jean-Joseph Expilly<ref>Più recentemente, [[Emmanuel Le Roy Ladurie]] evoca «[https://books.google.fr/books?id=DmIi1dn25eMC&pg=PA9 la Guascogna dell<nowiki>'</nowiki>''Ancien Régime'' di Anne Zink»] nella sua prefazione all'opera della storica [http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37186352p/PUBLIC ''Pays ou circonscriptions: les collectivités territoriales de la France du Sud-Ouest sous l'Ancien régime''], Publications de la Sorbonne, coll. «Histoire moderne», 2000, 374 pp. isbn 9782859443894.</ref> come «provincia» di Guascogna,<ref name="jje">{{cita libro|lingua=fr|capitolo=Gascogne|autore=Jean-Joseph Expilly|titolo=Dictionnaire géographique, historique et politique des Gaules et de la France|volume=3|città=Parigi|editore=Desaint et Saillant|anno=1764|url=https://books.google.fr/books?id=weJdHxcXHY8C&printsec=frontcover&dq=bibliogroup:%22Dictionnaire+g%C3%A9ographique,+historique+et+politique+des+Gaules+et+de+la+France,+par+l%27abb%C3%A9+Expilly%22&hl=fr&sa=X&ei=Cac5U4iWJrSV0QWW8IHYAw&ved=0CEsQ6AEwBA#v=onepage&q=gascogne&f=false}}</ref> corrispondente ai dipartimenti del [[Gers]], delle [[Landes (dipartimento)|Landes]], degli [[Alti Pirenei]] e parte dei [[Pirenei Atlantici]], della [[Gironda (dipartimento)|Gironda]], di [[Lot e Garonna]], di [[Tarn e Garonna]], dell'[[Alta Garonna]] e dell'[[Ariège]], le circoscrizioni citate in questo elenco sono i seguenti: Bordelois, [[Bazadais|Bazadois]], [[Agenais|Agénois]], Condomois, Armagnac, [[Chalosse]], Pays de Marsan e [[Landes (dipartimento)|Landes]] che costituiranno quattro dipartimenti, [[Paese basco]] e [[Béarn]], un dipartimento, [[Bigorre (regione)|Bigorre]] e [[Contea di Aure|Quatre-Vallées]], un dipartimento, Couserans e [[Contea di Foix|Foix]], un dipartimento, [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], [[Comminges]], Nébouzan e Rivière-Verdun, sette dipartimenti.<ref name="lp"/>
Tra i territori citati, il Bordelais, il [[Bazadais]] e l'[[Agenais]] erano condivisi con l'antica provincia di [[Guienna]], la [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], la [[Contea di Foix]] e il [[Béarn]] sono fuori dalla Gascogna e solo la [[Soule (provincia)|Soule]] e il [[Labourd]] tra i [[Paese basco|«Baschi»]] sono in Guascogna, alla quale Jean-Joseph Expilly aggiunge anche il Tursan e una parte dell'Albret.<ref name="jje"/> Non si tratta dunque della Guascogna propriamente detta, la quale, all'interno del governamento militare di Guienna e Guascogna, non era una realtà amministrativa a sé, cioè quella che viene presa in considerazione in questo articolo, ma delle «province» che la costituiscono e che talvolta si trovano a cavallo di altri territori.
=== L'età contemporanea ===
==== Stato centralizzato ====
Per tutto il XIX secolo e la prima metà del Novecento (e anche oltre) il potere politico in Francia si è basato su uno [[Centralismo|Stato centralizzato]] riflesso in ogni dipartimento da un [[Prefetto (ordinamento francese)|prefetto]] e da sottoprefetti, rappresentanti dello Stato centrale e nominati dal governo.
Alcuni regionalisti (federalisti, provincialisti) avevano già avanzato le idee di un maggiore decentramento o di un riconoscimento regionale. Venne quindi creata, nel 1917, un<nowiki>'</nowiki>''association régionaliste du Béarn, du Pays basque et des contrées de l'Adour''.
==== Creazione delle regioni amministrative ====
Nella seconda metà del XX secolo, crebbe l'idea che fosse necessario avere un riconoscimento regionale di livello superiore a quello del dipartimento, e vennero prima create delle prefetture regionali (1941) e delle regioni amministrative (senza elezioni) dai contorni alquanto variabili.
È dagli anni '80 che le leggi sul decentramento hanno dotato di un consiglio eletto, e di poteri effettivi, 22 regioni della [[Francia metropolitana]]. A seguito di queste leggi, i dipartimenti (in tutto o in parte) di Gascogna sono ripartiti tra due [[Regioni della Francia|regioni francesi]], dei quali costituiscono solo una parte. Da allora, la [[Regione naturale (Francia)|regione naturale]] e antica provincia di Guascogna è stata suddivisa nel 1982 tra le regioni dell'[[Aquitania]] e del [[Midi-Pirenei]] e dal 2015 (per fusione delle regioni) la prima è andata a comprendere territori più a nord ([[Nuova Aquitania]]) e la seconda più a est ([[Occitania (regione francese)|Occitania]]).
=== Eredità moderna ===
[[File:Carte de la Gascogne.svg|miniatura|I comuni e i dipartimenti compresi nella regione storica della Guascogna]]
A differenza del nome di altre province come la [[Bretagna]] o la [[Normandia]], il nome Guascogna scomparve a livello amministrativo e non fu ripreso per designare nessuno dei dipartimenti o regioni della Francia. Tuttavia, è riapparso negli ultimi anni per motivazioni turistiche al fine di richiamare le sue antiche origini nel dipartimento di Gers. Si rintraccia pure nella lunga serie di nomi delle nuove [[Intercomunalità della Francia|strutture intercomunali]].<ref name="cas420430">{{cita libro|lingua=fr|pp=[https://archive.org/details/histoiredelagasc0000unse/page/410 410]-430|titolo=Histoire de la Gascogne des origines à nos jours|url=https://archive.org/details/histoiredelagasc0000unse|autore=Paul Castéla|autore2=Jean Castex|editore=Horvath|anno=1977|isbn=978-27-17-10020-4}}</ref>
Il nome ha anche una risonanza storica nei cadetti della Guascogna, nell'''Escadron de chasse 1/4 Gascogne'', nel transatlantico ''La Gascogne'' o nella [[Delahaye]] tipo 135 ''Dubos'' "Gascogne". La sua influenza è rinvenibile in ambito geografico nel nome del [[Golfo di Biscaglia]], delle [[Landes de Gascogne]] o del parco naturale regionale delle Landes e di Guascogna, ma si trova anche a [[Parigi]], se si pensa alla ''square de la Gascogne''.<ref name="cas420430"/> In ambito industriale, è utilizzato per designare aziende situate nella regione come le Gascogne Papier del Groupe Gascogne o la società di distribuzione Guyenne et Gascogne, oppure ancora tipologie di vini quali la costa di Guascogna o il [[floc di Guascogna]]. Associazioni culturali come il Cercle de Gascogne o sportive come l'Entente Sud Gascogne hanno scelto di seguire il medesimo iter, ma esistono anche film e stazioni radio in cui è individuabile il toponimo della regione: è il caso della pellicola ''Le Fils de Gascogne'' e della stazione di [[Radio France]] detta France Bleu Gascogne. Persino la biologia e la zoologia non vengono tralasciate se si pensa alla ''Ophrys vasconica'', una specie di orchidea, e alle quattro razze canine del grand bleu de Gascogne, del [[basset bleu de Gascogne]], del petit bleu de Gascogne, il [[griffon bleu de Gascogne]], il [[bracco francese tipo Gascogne]], il maiale guascone e il gallo guascone.<ref name="cas420430"/>
Un'ulteriore traccia ereditaria si rintraccia nella [[lingua italiana]], ovvero quando si fa riferimento agli abitanti della Guascogna con l'espressione "fare il guascone". Con tale affermazione si indica un uomo millantatore, spaccone e spericolato (per la nomea di spacconi, anche simpaticamente avventati, che i guasconi hanno in Francia).<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/guascone/|accesso=26 dicembre 2021|titolo=Guascone}}</ref>
== Toponimo ==
Il termine francese ''Gascogne'' ha un'origine che èpossibile datare: il toponimo Guascogna si deve al basso latino ''Guasconia, Wasconia'', un nome menzionato per la prima volta dai [[Regno visigoto|Visigoti]], a sua volta derivato dalla designazione del popolo dei ''[[Vasconi]]''.<ref name="RMG">{{cita libro|lingua=fr|autore=Renée Mussot-Goulard|titolo=Histoire de la Gascogne|volume=462|città=Parigi|editore=Presses universitaires de France|collana=Que sais-je?|anno=1996|pp=1-127|isbn=978-21-30-47519-4}}</ref> Il cambiamento dall'iniziale [v] a [w], poi cambiato in [gʷ] e poi [g], riflette un'influenza germanica sulla consonante iniziale.
Un testo realizzato dall'[[Anonimo di Ravenna]] (geografo del VII secolo), una copia della quale risale alla fine del XIII secolo, contiene per la prima volta, in forma scritta, la parola "Gasconia" con la "g". La "Gasconia o Guascogna" è subentrata più tardi al posto di "Wasconia" in riferimento alla Vasconia citeriore (ovvero la sezione della Vasconia a nord dei [[Pirenei settentrionali|Pirenei]]), che si [[Romanizzazione (storia)|romanizzò]] in seguito dando vita a un proprio idioma, il [[dialetto guascone|guascone]], diffusosi da [[Saint-Sever]] alla [[Garonna]].<ref name="rus27">{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=WiJ-CgAAQBAJ&pg=PT27|p=27|titolo=Biarritz and Basque Countries|autore=Henry Russell|editore=Read Books Ltd|anno=2013|isbn=978-14-73-38875-8}}</ref>
In senso stretto, i [[Vasconi]] menzionati dall'antico geografo [[Strabone]] nel libro terzo della sua ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'' erano perlopiù una potente tribù di lingua [[Lingua basca|proto-basca]] o [[Lingua aquitana|aquitana]], concentrati nei tempi antichi a sud dei Pirenei, nell'attuale [[Navarra]] e [[Aragona]], ma legami culturali, politici e commerciali esistevano di certo con il nord, cioè nella Guascogna propriamente detta.<ref name="rus27"/> Tali contatti si intensificarono fino a generare una sorta di ''[[koinè]]'' euskariana (ovvero né [[Celti|celtica]] né [[Iberi|iberica]]) esistente su quelle che sono oggi le [[Paesi Baschi|terre basche]], la [[Navarra]], la Guascogna, la valle di [[Aran (fiume)|Aran]] e parte dell'[[Aragona]].<ref name="Peillen">{{cita libro|autore=Txomin Peillen|titolo=Parlons euskara: la langue des Basques|editore=L'Harmattan|città=Parigi|anno=1995|p=111|lingua=fr|isbn=2-7384-3391-X}}</ref> Il retroterra linguistico comune ha lasciato la sua impronta sul latino veicolare comune in casi come il passaggio dalla [f] latina di termini quali ''farina'', ''fagus'', etc., nella [h], amuicina. Il passaggio iniziale dalla [f] latina alla [h], poi mutata in [ø] nel [[Lingua spagnola|castigliano]] (''harina'', ''haya'') e in guascone (''hari(n)a'', ''hao''), mentre è sopravvissuta sotto forma di [f] in [[Lingua portoghese|portoghese]], [[Lingua catalana|catalano]] e linguadoca. L'etnonimo ''Vascon'' si legherebbe alla radice pre-indoeuropea ''*eusk- / *ausk-'' (presente pure nel nome della tribù aquitana degli ''[[Ausci]]i''). Inoltre, la stessa etimologia è alla base dei termini ''Vascon'', ''Basque'' e ''Gascon''.<ref name="rus27"/>
[[File:Euskararen atzerakada (Gaskoinia).png|miniatura|Distribuzione del basco medievale in Guascogna]]
La vicinanza della Guascogna alla terra basca ha portato alcuni insediamenti a conoscere entrambi i rispettivi idiomi.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=4AiIAgAAQBAJ&pg=PT270|p=270|titolo=Archaeology and Language I: Theoretical and Methodological Orientations|autore=Roger Blench|autore2=Matthew Spriggs|editore=Routledge|anno=2003|isbn=978-11-34-82876-0}}</ref> Inoltre, esistono alcuni comuni vicini al [[Béarn]] (Arancou, Bergouey-Viellenave, Gestas...), così come [[La Bastide-Clairence]], che rappresentano delle enclave guasconi in territorio bascofono. È possibile che la parola Guascogna possa anche aver designato, nella sua forma latina ''Gasconia'', il [[paese basco]] (''Wasconia'').<ref>{{cita pubblicazione|lingua=es|autore=Raúl González Arévalo|titolo=La costa del Reino de Granada en la documentación náutica italiana (siglos XIV-XVI)|rivista=En la España Medieval|volume=31|anno=2008|issn=1988-2971|doi=10.5209/rev_ELEM.2008.v31.22426|url=https://revistas.ucm.es/index.php/ELEM/article/view/ELEM0808110007A}}</ref>
=== Toponomastica ===
La toponomastica della Guascogna assorbe inevitabilmente le tracce della sua evoluzione linguistica: lo strato celto-romano, che integrò e modificò le antiche designazioni esclusivamente celtiche, si mescolò al forte sostrato aquitano, responsabile dell'assegnazione di suffissi (su tutti ''-osse'', come in ''Biscarosse''), tratti fonetici atavici (''ar-'', ''-eth''), ecc.<ref>{{cita web|url=https://gasconha.com/spip.php?page=locs|lingua=fr|titolo=Database sui toponimi guasconi|accesso=26 dicembre 2021}}</ref><ref>{{cita libro|pp=60-65|lingua=fr|titolo=Toponymie gasconne|autore=Bénédicte Fénié|autore2=Jean-Jacques Fénié|editore=Éd. "Sud-Ouest|anno=2006|isbn=978-28-79-01693-1}}</ref>
Di seguito sono riportate alcune città e la versione originale dei loro nomi in guascone (con indicazioni per la pronuncia, in A.P.I.):<ref group="nota">La a finale rappresenta una pronuncia variabile secondo le regioni: /a,e,o/, vocale ''che non è accentuata''.</ref>
* [[Auch]], arcidiocesi, sua storica capitale religiosa: ''Aux /awʃ/''
* [[Bagnères-de-Bigorre]]: ''Banhèras /baɲèras/''
* [[Bayonne]]: ''Baiona /bajunë/''
* [[Bazas]]: ''Basats''
* [[Bordeaux]]: ''Bordèu /burdèw/''
* [[Condom]]: ''Condom''
* [[Dax]]: ''Dacs''
* [[Eauze]]: ''Eusa /èwzo/''
* [[La Teste-de-Buch]]: ''La Testa /la tèstë/''
* [[Langon (Gironda)|Langon]]: ''Lengon /lengun/''
* [[Lectoure]]: ''Leitora''
* [[L'Isle-Jourdain (Occitania)|L'Isle-Jourdain]]: ''L'Isla de Baix''
* [[Lourdes]]: ''Lorda''
* [[Marmande]]: ''Marmanda''
* [[Mirande]]: ''Miranda''
* [[Mont-de-Marsan]]: ''Lo Mont''
* [[Nérac]]: ''Nerac''
* Oloron: ''Auloron /awluru/''
* [[Orthez]]: ''Ortès''
* [[Pau (Francia)|Pau]]: ''Pau /paw/''
* [[Saint-Gaudens]]: ''Sent Gaudenç''
* [[Saint-Sever]]: ''Sent Sever''
* [[Tarbes]]: ''Tarba''
=== Simboli ===
{{vedi anche|Bandiera della Guascogna}}
{{Immagine multipla
|direzione = verticale
|larghezza = 125
|immagine1 = Blason province fr Gascogne.svg
|didascalia1 = [[Armoriale del Regno di Francia|Armi]] della Guascogna
|larghezza1 =
|immagine2 = Armoiries Armagnac-Rodez.svg
|didascalia2 = Blasone storico della provincia della Guascogna, composto dalle armi delle contee di Armagnac (con un leone rosso) e di Rodez (leone giallo)
|larghezza2 =
|immagine3 = Armoiries synthetiques gascogne.jpg
|didascalia3 = Le armi della Guascogna ricreate in una nuova versione da un autore moderno per la comunità guascone<ref>{{cita web|url=http://www.gasconha.com/spip.php?article1625#forum90075|lingua=fr|titolo=Riproduzione creativa delle armi della Guascogna|accesso=26 dicembre 2021}}</ref>
}}
Le insegne della provincia della Guascogna, su Généralité d'Auch, sono descritte nella seguente maniera:
{{citazione|lingua=fr|Inquartato d'[[Azzurro (araldica)|azzurro]], al leone d'[[argento (araldica)|argento]], e di [[rosso (araldica)|rosso]], al covone di grano d'oro legato di azzurro.<ref name="auz">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=bLcrDwAAQBAJ&pg=PT10|p=10|lingua=fr|titolo=Gers Gascogne 2017/2018|autore=Dominique Auzias|autore2=Jean-Paul Labourdette|editore=Petit Futé|isbn=979-10-33-16257-5|anno=2018}}</ref>||Écartelé d'azur au lion d'argent et de gueules à la gerbe de blé d'or liée d'azur.}}
Si tratta di insegne moderne forse create dall'[[araldo]] di [[Luigi XIV]] per completare il suo [[armoriale]]: una simile mancanza di simboli si deve al fatto che la provincia della Guascogna, contesa allo stesso della [[Piccardia (provincia)|Piccardia]] da diverse grandi casate, non aveva mai avuto un suo proprio segno distintivo. Questo è almeno ciò che viene proposto nell'armoriale "La France Héraldique" pubblicato dalla marca di caffè Sanka in una campagna pubblicitaria degli anni Trenta.<ref name="her">{{cita web|url=https://www.heraldry-wiki.com/cds/hag/fr/III-gascogne.pdf|accesso=26 dicembre 2021|titolo=Gascogne|lingua=fr}}</ref> Tuttavia, secondo lo storico Guilhem Pépin, ''nessun documento ci permette di affermare che [tale stemma] sia esistito prima del Novecento''.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=fr|autore=Guilhem Pépin|url=https://aquitaine-historique.com/images/Site/Guilhem/Guilhem%20Pepin%20-%20Les%20emblemes%20historiques%20de%20l'Aquitaine.pdf|titolo=Les emblèmes historiques de l’Aquitaine|p=39|accesso=26 dicembre 2021}}</ref> Nelle insegne apparivano altresì il leone rampante in bianco (in alto a sinistra e in basso a destra) su uno sfondo argentato e due covoni di paglia dorati in due rispettivi riquadri diversi su uno sfondo rosso (in alto a destra e in basso a sinistra).<ref name="her"/>
Queste armi corrispondono alla [[Antiche province francesi|circoscrizione francese dell'Ancien Régime]] esposta nel paragrafo storico. Quella versione della provincia della Guascogna non comprendeva né il Béarn né la Guyenne guascona, ma comprendeva le province basche di [[Labourd]] e [[Soule (provincia)|Soule]].<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=QKm7DQAAQBAJ&pg=PA7&dq=circonscription+française+d’Ancien+régime+gascogne&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjQ96_RsYH1AhUbiv0HHV9WC4UQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q&f=true|p=7|lingua=fr|titolo=Pays ou circonscriptions: Les collectivités territoriales de la France du Sud-Ouest sous l'Ancien Régime|autore=Anne Zink|editore=Publications de la Sorbonne|anno=2016|isbn=978-28-59-44849-3}}</ref>
==== I guasconi e la Guienna inglese ====
Durante le rivolte contro il potere centrale, i guasconi solevano [[Lista di grida di guerra|gridare]] ''[[Guienna]]! Guienna!'' (''Guienne! Guienne!'') e sventolavano, al fianco degli inglesi e in opposizione alla [[Armoriale di San Michele Arcangelo|croce di San Michele]] tipicamente adoperata dal re di Francia, lo [[Ordine di San Giorgio|stendardo di San Giorgio]].<ref name="pep263281">{{cita pubblicazione|lingua=fr|autore=Guilhem Pépin|url=https://www.cairn.info/journal-le-moyen-age-2006-2-page-263.htm|titolo=Les cris de guerre «Guyenne!» et «Saint Georges!»|rivista=Le Moyen Âge|numero=CXII|pp=263-281|editore=De Boeck Supérieur|città=Bruxelles|data=giugno 2006}}</ref> Tratto in prestito nel maggio 1285 dalle navi di [[Repubblica di Genova|Genova]] che trasportavano i [[crociati]] dal re d'Inghilterra [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo]] durante il suo trionfo che celebrava la sua vittoria sul re [[galles]]e [[Llywelyn Ein Llyw Olaf ap Gruffydd|Llywelyn Gruffydd]] per denigrare la croce di Nuz, ritenuta di legno della [[Vera Croce]] ed esposta nell'[[Abbazia di Westminster]] tra le altre regalie dei vinti, lo stendardo di San Giorgio era diventato uno degli emblemi inglesi, in particolare per il "[[Edoardo il Principe Nero|Principe Nero]]", fin dalla costituzione nel 1348 dell'[[ordine della Giarrettiera]].<ref name="pep263281"/>
La necessità di dotare i guasconi in quanto popolo di uno stemma che unisse i principali paesi dell'area guascona determinò la realizzazione secondo canoni creativi delle armi oggi adottate dai paesi baschi.<ref name="auz"/>
==== L'Esquarterat ====
{{Stemma
|nome = Stemma della Guascogna
|immagine = Drapeau Gascogne.svg
|blasonatura = inquartato, leone d'argento, covone di grano con nove spighe
}}
Un'altra bandiera alternativa della Guascogna è costituita dalla cosiddetta ''Esquarterat''. Essa corrisponde alle armi della vecchia provincia della Guascogna inserite in un unico stendardo, cioè lo stemma della Guascogna realizzato secondo lo stile tipico di una bandiera.<ref>{{cita web|url=https://www.macapflag.com/drapeau-officiel/791664-drapeau-gascogne-avec-hampe-province.html|lingua=fr|titolo=Drapeau Gascogne avec hampe
(Province)|accesso=26 dicembre 2021}}</ref> A livello interpretativo, i leoni d'argento rampanti richiamano quelli riportati dalle insegne di vari comuni della Guascogna. I covoni con nove spighe di grano ricordano i nove popoli della Novempopulania, "antenata" della Guascogna.
== Cultura ==
=== Lingue ===
{{vedi anche|Dialetto guascone|Dialetto francitano}}
[[File:GasconCarte.png|sinistra|miniatura|Mappa dell'area di influenza del [[dialetto guascone]]]]
[[File:Sumien.jpg|sinistra|miniatura|Il guascone come dialetto occitano]]
La [[lingue della Francia|lingua regionale]] è il [[dialetto guascone]] (spesso indicato come béarnese nel Béarn), ma talvolta lo si definisce come ''occitano-guascone'', malgrado la correttezza di questa definizione sia stata messa in dubbio di recente.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=9avWDwAAQBAJ&pg=PT594|p=594|titolo=Manual of Standardization in the Romance Languages|autore=Franz Lebsanft|autore2=Felix Tacke|editore=Walter de Gruyter GmbH & Co KG|anno=2020|isbn=978-31-10-45606-6}}</ref> In alcuni studi è considerata una lingua [[Lingue occitano-romanze|occitano-romanza]] indipendente, forte dei suoi tratti atavici: la lingua guascone e la [[toponomastica]] conservarono invero la traccia di un [[sostrato (linguistica)|sostrato]] aquitano (antenato del basco).<ref name="lod38">{{cita libro|lingua=fr|url=https://books.google.it/books?id=Q5xftQy3eKEC&pg=PT38|p=38|titolo=Le Français: Histoire d'un dialecte devenu langue|autore=R. Anthony Lodge|editore=Fayard|anno=2014|isbn=978-22-13-63903-1}}</ref> Dopo l'arrivo dei romani, il bilinguismo continuò per un lungo periodo, con l'uso del latino accademico e di un latino volgare diffusosi gradualmente durante i secoli dell'impero. Si distinguono diverse varietà di dialetto guascone, riassumibili grosso modo nelle varianti occidentali, orientali, settentrionali e meridionali.
Il guascone, che aveva ancora una vasta diffusione fino alla fine del XVIII secolo, ha sofferto, a partire dalla rivoluzione francese, un drastico ridimensionamento a favore del francese, ed oggi è usato, generalmente come seconda lingua, da un numero non quantificabile, ma limitato, di persone. Attualmente il guascone è riconosciuto come lingua coufficiale, accanto allo spagnolo e al catalano, solo in Spagna, nella comarca della valle d'Aran (Catalogna).<ref name="lod38"/>
=== Letteratura ===
La letteratura locale è abbastanza ricca e indissolubilmente legata alla cultura dei [[trovatori]]. Un periodo di grande spinta culturale si verificò nel XVI secolo, grazie alla ventata di novità sviluppatesi in contemporanea con la Riforma protestante. Il linguista e critico guascone [[Pierre Bec]] ha definito il periodo dal 1550 al 1650 il "secolo d'oro della poesia guascone".<ref>{{cita libro|autore1=Pierre Bec|titolo=Le siècle d'or de la poésie gasconne (1550-1650)|editore=Les Belles Lettres|data=1997|isbn=225149006X}}</ref>
=== Musica ===
La tradizione del canto polifonico pirenaico è fortemente radicata in Guascogna, in particolare nel Béarn e nella [[Bigorre (regione)|Bigorre]].
== Economia ==
L'economia della Guascogna si snoda su diversi ambiti.<ref name="RMG"/>
===
Per quanto riguarda il settore primario, non possono tralasciarsi la [[silvicoltura]] ([[latifoglie]] e [[Pinales|pini]]), la [[viticoltura]] ([[Bordeaux (vino)|Bordeaux]], Gascogne e [[Armagnac (distillato)|Armagnac]], Jurançon, ecc), la coltivazione dei cereali (mais, grano e orzo), dei [[legumi]] e della frutta (specie nelle valli della Garonna e dell'Adour). Anche la zootecnia, specie con riferimento a ovini, bovini e pollame, fa la sua parte, così come la pesca sull'Atlantico e l'[[ostricoltura]] nel [[bacino di Arcachon]]. Infine, si può citare l'industria alimentare.
=== Industria ===
In campo industriale si segnalano delle aziende dedite alla lavorazione del legname e alla realizzazione di imballaggi, l'industria chimica nel bacino di Pau e nella regione di Bordeaux e l'industria metallurgica attiva a [[Tarnos]], [[Lannemezan]] e [[Saint-André-de-Cubzac]].
Nel settore degli idrocarburi si segnalano l'industria petrolchimica di [[Lacq]] e petrolifera di [[Parentis-en-Born]], mentre, nel campo della produzione idroelettrica, varie sono le centrali attive nei Pirenei.
=== Turismo ===
Con riferimento al turismo, i principali siti che attirano francesi e stranieri riguardano località balneari della [[Costa d'Argento (Francia)|Costa d'Argento]], località termali, aree protette, punti di interesse culturale o religioso (su tutti [[Santuario di Nostra Signora di Lourdes|Lourdes]]) e stazioni sciistiche.
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group="nota"/>
=== Bibliografiche ===
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Occitania]]
* [[Catalogna del Nord]]
* [[Euskal Herria]]
* [[Armagnac (distillato)|Armagnac]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{portale|
[[Categoria:Regioni storiche]]
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