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[[File:Origin-of-the-World.jpg|thumb|''[[L'origine
▲[[File:Origin-of-the-World.jpg|thumb|''[[L'origine du monde]]'' (46 × 55 cm), celebre quadro del [[1866]] opera del pittore francese [[Gustave Courbet]], custodito al [[Museo d'Orsay]] di [[Parigi]].]]
'''Fica''' e '''figa''' sono termini volgari della [[lingua italiana]] di uso comune impiegati per indicare una parte dell'[[apparato genitale femminile]], ossia la [[vulva]] e, per estensione, anche la stessa [[vagina]]. Come il termine ''[[cazzo]]'', non si tratta di semplici sinonimi del termine anatomico, bensì rappresentano una forma dell'espressività letteraria e popolare.<ref>{{Treccani|parole-oscene_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|Parole oscene}}</ref>
==Etimologia==
Il termine<ref>Vedi ''Dizionario storico del lessico erotico italiano'', voce: ''Fica, fico'', pagg. 464-66</ref> viene dal tardo latino ''fica'' "frutto del fico", come femminile di ''ficus'', "l'albero del fico" (''[[Ficus carica]]'') ma anche dell'apparato sessuale femminile. La dicotomia al frutto del fico usata in latino infatti è sempre parallela alla parte anatomica femminile, fatto lamentato dallo stesso [[Aristotele]], (300 a.C.). Il significato per la parte sessuale femminile era già presente nella parola [[lingua greca|greca]] (συκον) ''sykon''<ref>''Semantica dell'eufemismo'', pag. 89</ref> "fico", usato gìà da [[Aristofane]]<ref>''Pace'', 1350</ref> nelle proprie commedie. Si tratterebbe quindi di un [[Calco linguistico|calco]] che dal greco è passato alla [[lingua italiana]] tramite il [[lingua latina|tardo latino]].
Il termine greco però deriva direttamente attraverso il [[lingua fenicia|fenicio]] dal precedente [[lingua accadica|accadico]]: ''pīqu'', ovvero ''sīqu'' (2300 a.C.)<ref>de La Fayette, Maximillien. Akkadian-English Dictionary; Kindle Edition, 2011.</ref> in cui assume propriamente e solo il significato comune dell'organo sessuale, ed anche a verbi ed aggettivi associati alla copula ed alla penetrazione.
L'assunzione semantica del termine con valore prettamente sessuale, presto trasformato in senso osceno, ha fatto sì che, molto più tardi con la formazione del volgare, il nome del frutto dell'albero del fico in italiano, venisse "censurato" e passato al maschile, così come è l'albero, cioè "fico", in deroga all'usuale regola della lingua italiana (''mela'' frutto del ''melo'', ''pera'' frutto del ''pero'' ecc.), dove il nome del frutto è il nome dell'albero passato al femminile.
Nei [[Dialetto|dialetti]] e nelle [[lingue romanze]] in cui ''fica'' non ha assunto il senso primario di "vulva", il frutto è rimasto al femminile (ad esempio francese ''la figue'', nel [[Dialetti italiani meridionali|napoletano]], nel [[lingua ligure|ligure]], nei dialetti [[Dialetto reggino|reggino]] e [[dialetto salentino|salentino]] ''fica o figa'').
In tali linguaggi il significato sessuale od osceno è espresso da altri termini.
In alcuni [[dialetti italiani meridionali]] si usano termini direttamente derivanti dal lemma latino ''cunnus''.
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Termini volgari analoghi in altre lingue sono ''cunt'' in [[lingua inglese|inglese]], ''con'' in [[lingua francese|francese]] e ''coño'' in [[castigliano|spagnolo]], tutti e tre dal latino ''cunnus''.
== La letteratura ==
Il termine appare in letteratura sin dal [[Medioevo]], sia nella forma ''fica'' sia in quella ''figa''. [[Franco Sacchetti]], scrittore e mercante [[Firenze|fiorentino]] anche se nato nella [[Repubblica di Ragusa]] usò il termine nella raccolta ''Trecentonovelle'' scritta in Toscana intorno al 1390. Nella forma più diffusa, il primo uso è dovuto probabilmente a [[Pietro Aretino]] che lo adottò nella commedia ''Il Marescalco'' del [[1533]]. Il termine fu usato da ''Pedante'' alla fine del terzo atto.
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{{citazione|Al fine de le sue parole il ladro / le mani alzò con amendue le fiche, gridando: "Togli, Dio, ch'a te le squadro!".|}}
Riferendosi al [[Gesto delle fiche|gesto]] del "far la fica" o "far le fiche", atto di scherno o di spregio ancora utilizzato in alcune culture che prevede la chiusura del pugno con il pollice frapposto tra indice e medio, per imitare l'aspetto di una vulva e indirizzata a una persona oppure al cielo in segno di bestemmia<ref>{{cita web|autore=Ottorino Pianigiani|url=http://www.etimo.it/?term=fica|titolo=Vocabolario etimologico della lingua italiana, voce: fica|accesso=13 aprile 2010}}</ref> (come nel caso della citazione dantesca).
Un grande utilizzatore del termine fu il poeta e scrittore vernacolare [[Giuseppe Gioachino Belli]], dove la [[terzina (metrica)|terzina]] più nota è la finale del [[sonetto]] ''Er Lavore'':
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Nel sonetto 426, ''Un indovinarello'', il Belli dà voce alla convinzione diffusa per cui gli interessi economici e l'attrazione sessuale sarebbero le forze che realmente governerebbero la società umana, più dei monarchi o dei capi religiosi.
{{citazione|''Sonetto 426. Un indovinello''<br /><br />''Signori dottori, chi sa dirmi prima''<br />''come si chiama chi governa il mondo?''<br />''Quello che manda tanta gente in cima,''<br />''Quello che manda tanta gente in fondo?''<br /><br />''Il Papa? Il Re? - Sto cazzo!<ref>Espressione romanesca moderna che significa "Nient'affatto!"</ref>, io vi rispondo:''<br />''siete dei [[coglione|coglioni]], e ve lo dico in rima.''<br />''La fica e il denaro è quel che più si stima''<br />''per quanto è largo e lungo il mappamondo.''<br /><br />''I soldi e la fica sono due cose uguali,''<br />''per la fica e per i soldi sono tutti gli inchini,''<br />''per i soldi e per la fica si fa il bene e il male.''<br /><br />''E una cosa dell'altra è tanto amica''<br />''quanto la fica attira i quattrini,''<br />''e i quattrini attirano la fica.''|lingua=it|[[Giuseppe Gioachino Belli]], [[sonetto]] n. 426, ''Un indovinarello'', 8 novembre 1832|''Sonetto 426. Un indovinarello''<br />''Sori dottori, chi ssa ddimme prima''<br />''come se chiama chi ggoverna er monno?''<br />''Cuello che mmanna tanta ggente in cima,''<br />''cuello che mmanna tanta ggente in fonno?''<br /><br />''Er Papa? er Re? - De cazzi, io ve risponno:''<br />''sete cojjoni, e vve lo dico in rima.''<br />''Er pelo e er priffe è cquer che ppiú se stima''<br />''pe cquanto è llargo e llongo er mappamonno.''<br /><br />''Er priffe e ’r pelo sò ddu’ cose uguale,''<br />''der pelo e 'r priffe sò ttutti l'inchini,''<br />''p'er priffe e 'r pelo se fa er bene e 'r male.''<br /><br />''E una cosa dell'antra è tanta amica''<br />''cuanto la fica tira li cudrini,''<br />''e li cudrini tireno la fica.''|([[dialetto romanesco|ROM]])}}
Anche [[Cesare Zavattini]] ha scritto una poesia che ne parla in dialetto luzzarese, dal titolo "Diu".
== L'uso come
Il termine nasce nelle [[Dialetti italiani meridionali estremi|parlate calabro-sicule]], tardivamente latinizzate, nelle quali il frutto del fico è femminile, ''fica''. Il riferimento preciso è al frutto della qualità nera detta ''mulingiana'', che quando è maturo e leggermente spaccato fa intravedere il rosso dell'interno, e quindi somiglia alla vulva femminile incorniciata da peli.
Il sostantivo trae origine da questa somiglianza fisica tra il frutto e l'organo. Così come avviene per altri sostantivi, per esempio ''gnocca'', per la sua somiglianza all'organo genitale femminile.
Questo sostantivo, usato per secoli per indicare la vulva, da qualche tempo è diventato una sineddoche per indicare una donna molto appetibile dal punto di vista sessuale come abbreviazione dell'apprezzamento riferito a quel tipo di donna che viene qualificata come un ''pezzo di fica'' che abbreviato diventa ''fica'', indicando la parte per il tutto.
Soprattutto nel gergo giovanile, il termine ''figa''<ref>Vedi anche l'espressione [[Lingua ligure|genovese]] «'na figa». ''E parolle do gatto'', pag. 74</ref> e il suo accrescitivo ''strafiga'' o ''figona'' sono spesso usati come [[sineddoche]] per indicare una ''donna sessualmente attraente''.
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Da notare anche l'uso del diminutivo ''fighetto'' o addirittura ''fighetta'' (con articolo maschile). Si tratta di un uso frequente nelle parlate settentrionali, di maschili in ''-a'', soprattutto nell'ambito dei diminutivi, vezzeggiativi, ecc. Si veda ad esempio il [[Dialetto milanese|milanese]] ''el moletta'' "l'arrotino", ''el manetta'' "il conducente del tram", ecc. Il significato è quello di "damerino", ragazzo dai modi e dall'abbigliamento marcatamente curati allo scopo di piacere, con connotazione ironica o spregiativa.
Il termine e la sua corrispondente forma maschile sono stati usati nel gergo giovanile a partire dagli [[Anni 1970|anni settanta]] {{
* ''La tua moto è
* ''Figo!'' (dove la ''i'' è spesso prolungata a piacere del parlante; qui si intende apprezzare un fatto appena accaduto o sentito o un oggetto appena visto o di cui si è appena sentito parlare).
{{
Esistono inoltre diverse forme derivate, sia comuni sia artistiche:
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Altro termine derivato che, avendo ormai perso quasi tutta la carica originaria di volgarità, è entrato nel gergo comune, tanto da essere usato da persone di tutte le età, è ''sfiga'', col significato di ''[[sfortuna]]''. La parola ''figa'' in [[lingua portoghese]] ha esattamente il significato di ''fortuna''. Tant'è che il simulacro (di legno, osso, avorio o altro) del gesto che Dante attribuisce a Vanni Fucci è detto "a figa brasileira" e viene indossato come amuleto o portafortuna.
== Lessico ==
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=== A ===
Affare ([[Paolo Volponi]]); Ampolla ([[Pietro Aretino]]);
=== B ===
Babilonia ([[Giovanni Sercambi]]);
Babbo (''babbu'', Sicilia orientale);
Baccello (Aretino);
Bagatella<ref>bussolotto. Vedi: ''Dizionario storico del Lessico erotico italiano'', pag. 408</ref> ([[Giuggiola]]);
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Bambagia ([[Pier Francesco Giambullari]]);
Banca forata<ref>panca</ref> (Sercambi);
Baratro (
Bareta o Baretina (Veneto);
Barca ([[Ludovico Dolce]]);
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Becchina (Aretino);
Belzebù (''[[Pataffio]]'');
Bernarda<ref>
Bersaglio (Aretino);
Bicchiere ([[Pietro di ser Mino da Montevarchi]]);
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Campana<ref>per la forma metafora vaginale, dove il batacchio rappresenta una metafora fallica</ref>([[Firenzuola]]);
Campo ([[Giovanni Boccaccio]]), Campo di fiori ([[Agnolo Poliziano]]), Campo sacro, Campicello;
Canà<ref>canale, grondaia</ref> ([[lingua piemontese|dialetto piemontese]]);
Cancello ([[Luigi Malerba|Malerba]]);
Candeliere ([[Giordano Bruno]]);
Canestra (
Canto<ref>angolo</ref> ([[Lorenzo de' Medici]]); Cantuccio;
Capanna ([[Gentile Sermini]]);
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Caverna ([[Vignali]]);
Cavicchia ([[Pietro Aretino]]);
Cecca<ref>
Cella ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
Centro ([[Alberto Moravia|Moravia]]);
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Cimiero ([[Rustico Filippi]]);
Ciofeca<ref>romanesco: brodaglia, vino guasto</ref> [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]];
Ciorgna (espressione [[Lingua piemontese|piemontese]]);
Ciuccia (espressione [[Abruzzo|abruzzese]]);
Conchiglia;
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=== M ===
Madre ([[Pietro Aretino]]); Mandola (Veneto); Masserizia ([[Pietro Fortini]]); Mercanzia ([[Giovanni Sercambi]]); Mona<ref>«È voce toscana e veneta» ''Semantica dell'eufemismo'', pag. 89</ref>, Monazza (espressione usata in Veneto, [[Trentino]] e in [[Friuli-Venezia Giulia]]); Mortaio ([[Giovanni Boccaccio]]; [[Vitaliano Brancati]]); Mozza ([[Nereto]] e [[Ascoli Piceno]]);
=== N ===
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Paiolo ([[Antonio Malatesti]]);
Paniera ([[A. Allegri]]), Paniere, Paneruzza; Papera;
Passera, Passerina (e varie altre
[[Patacca]] (prevalentemente diffuso in [[Romagna]])<ref>dizionario ''DeMauro'' online: {{cita web|url=http://old.demauroparavia.it/80163|titolo=Patacca|
Patafiocca ([[dialetto bolognese]]);
Patata, Patatina;
Riga 371 ⟶ 298:
Pettine, Pettine risegato ([[D. Velluti]]);
Pettinicchio ([[G. P. Lomazzo]]);
Picu (dialetto salentino);
Pignatta ([[Gentile Sermini]]);
Piatto (''[[Canti carnascialeschi]]'');
Riga 380 ⟶ 308:
Pisella (espressione familiare); Pipa (Veneto);
Po' (Pietro Aretino);
Potta (dal [[Lingua latina|latino]] ''puta'')<ref>è la parola usata dall'[[Pietro Aretino|Aretino]] nei suoi ''Sonetti lussuriosi'' e ''Dubbi amorosi''
Pottacchietto ([[Giorgio Baffo]]);
Pottino;
Pòta (nei dialetti [[dialetto bergamasco|bergamasco]], [[dialetto bresciano|bresciano]] e [[dialetto cremasco|cremasco]], utilizzato anche come intercalare);
Prugna;
Purchiacca<ref>Vedi anche ''Dizionario storico del lessico erotico italiano'', pag. 459</ref> (espressione dialettale napoletana dall'etimologia greca "buco purpureo")<ref name=benigni/> peraltro più nota come pucchiacca (o pucchiacchiera)<ref>
=== R ===
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Tazza ([[Pietro Aretino]]);
Tegame ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]); Tenca (Veneto);
Topa (Toscana)<ref>Il termine, in realtà, è meno volgare del termine "fica", e a tale conclusione è giunta anche una [[sentenza]] di un [[tribunale]] che nel [[1984]] mandò assolto il direttore del ''Vernacoliere'' [[Mario Cardinali]], che aveva utilizzato il termine in una storica [[locandina]] (''Sovrimposta sulla topa''), perché «tale uso del [[vernacolo]] si riallaccia anche all'intento di recuperare una caratteristica quale lo spirito ribellistico, irriverente e dissacrante del popolo [[Livorno|livornese]], componente essenziale del suo retroterra culturale, e di testimoniare ciò che in realtà è la lingua corrente popolare livornese, nella quale l'uso di certe parole sboccate è molto comune, privo di significati offensivi o di valori negativi».</ref><ref>
=== U ===
Udda ([[Lingua sarda campidanese|campidanese]] e [[lingua sassarese|sassarese]])<ref>
Urinale ([[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]);
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== Note ==
== Bibliografia ==
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== Voci correlate ==
* [[Vagina]]
*
* [[Minchia]]
* [[Cazzo]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|erotismo|linguistica|pornografia}}
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