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{{Bio
{{Aristocratico
|Nome = Joseph
|nome = Aloisio Gonzaga
|Cognome = Legros
|immagine = Ritratto di Aloisio Gonzaga 1494-1549.jpg|100px
|PostCognome = (o '''Le Gros''')
|legenda = ''[[Ritratto di Aloisio Gonzaga]]'', artista ignoto XVI secolo ([[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum|Kunst Museum]], Collezione Ambras)
|Sesso = M
|stemma = Arms of Gianfrancesco I Gonzaga, Marquess of Mantua.svg
|LuogoNascita = Monampteuil
|titolo = [[Gonzaga di Luzzara|Marchese di Luzzara]]<br/><small>congiuntamente al fratello [[Gianfrancesco Gonzaga (1488-1524)|Gianfrancesco]]</small>
|GiornoMeseNascita = 7 o 8 settembre
|sottotitolo =
|AnnoNascita = 1739
|periodo = [[1495]] - [[1508]]
|LuogoMorte = La Rochelle
|inizio reggenza =
|LuogoMorteLink = Ingrandes (Maine-et-Loire)
|fine reggenza =
|GiornoMeseMorte = 27 dicembre
|investitura = [[Massimiliano I d'Asburgo|Imperatore Massimiliano I]] - 1502
|AnnoMorte = 1793
|predecessore = [[Rodolfo Gonzaga]]
|NoteMorte =
|successore = [[Gianfrancesco Gonzaga (1488-1524)|Gianfrancesco Gonzaga]]
|Attività = tenore
|titolo1 = [[Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino|Consignore di Castiglione e di Solferino]]<ref name="Signore">Aloisio si definì sempre "marchese", forse perché proveniente da una famiglia di rango marchionale, forse perché era stato per tredici anni condomino con il fratello del marchesato di Luzzara. E "marchese" fu anche chiamato dai contemporanei: si veda a puro titolo di esempio, la "[[lapide ad Aloisio e Alfonso Gonzaga]]" conservata nel [[Santuario della Beata Vergine delle Grazie (Curtatone)|Santuario della Beata Vergine delle Grazie]] a [[Curtatone]], la cui dedica risulta così formulata: «''ALOYSIO GONZAGAE MARCHIONI'' […] ''CASTRIGUFFREDI CASTIL''[''LONIS'']'' ET SULPH''[''URINI'']'' D''[''OMI'']''NO''» (Al marchese Aloisio Gonzaga […] signore di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino), dove il titolo di "''marchio''" pare un attributo personale del Gonzaga, non connesso direttamente ai feudi, di cui egli è definito solamente "''dominus''". Anche molti scrittori successivi lo definirono comunemente "marchese" (si vedano le note numerate successivamente alla presente). Nelle fonti consultate, peraltro, non si è trovata traccia di documenti imperiali di elevazione delle signorie di Castel Goffredo e Solferino a marchesato, mentre la si è trovata per Castiglione che ottenne tale elevazione nella seconda metà del secolo, sotto l'imperatore [[Ferdinando I d'Asburgo|Ferdinando I]] o sotto [[Massimiliano II d'Asburgo|Massimiliano II]], a seconda delle fonti (''Civita'', pp. 84-85; {{Treccani |ferrante-gonzaga_res-2dcedc5f-87ee-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)/ |autore=Raffaele Tamalio |GONZAGA, Ferrante |volume = 57 |data = 2001 |postscript=nessuno}}, Arrighi, p. 18.), e quindi dopo la morte di Aloisio. In tali condizioni si è preferito mantenere per i tre feudi la titolatura di "signorie" e per Aloisio, in relazione ad esse, quella di "(con)signore".</ref><br/><small>congiuntamente al fratello Gianfrancesco</small>
|Attività2 =
|sottotitolo1 =
|Nazionalità = francese
|periodo1 = [[1495]] - [[1508]]
|PostNazionalità = (''[[haute-contre]]''), occasionalmente anche [[compositore]]. Egli è ricordato soprattutto per la sua collaborazione con [[Christoph Willibald Gluck]] ed è di regola considerato come la<ref>Nell'uso francese dell'epoca barocca, mentre i termini usati per designare le tipologie vocali femminili erano di genere grammaticale maschile, così come i loro equivalenti italiani (''dessus''/soprano, ''bas-dessus''/contralto), quelli impiegati per gli uomini, tra cui ''haute-contre'', erano invece di genere femminile; ancor oggi del resto, il termine in uso per la voce di [[Basso (voce)|basso]], ''basse'', è rimasto di genere femminile.</ref> più eminente ''haute-contre'' della sua generazione,<ref name="Sawkins">Sawkins</ref> seppure, almeno fino all'incontro con il compositore tedesco, alquanto mediocre come interprete e attore.<ref name="Rushton">Rushton</ref>
|inizio reggenza1 =
|Immagine = Joseph Legros - Le Clerc, Macret - 1770 - Gallica.jpg
|fine reggenza1 =
|investitura1 = Imperatore Massimiliano I - 1502
|predecessore1 = Rodolfo Gonzaga
|successore1 = Aloisio Gonzaga
|titolo2 = [[Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino|Signore di Castiglione e di Solferino]]<ref name="Signore" />
|sottotitolo2 =
|periodo2 = 1508 – 19 luglio [[1549]]
|inizio reggenza2 =
|fine reggenza2 =
|investitura2 = Imperatore Massimiliano I - 1508
|predecessore2 = Gianfrancesco e Aloisio Gonzaga
|successore2 = [[Ferrante Gonzaga (1544-1586)|Ferrante Gonzaga]] e [[Orazio Gonzaga]]
|titolo3 = [[Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino|Signore di Castel Goffredo]]<ref name="Signore" />
<ref>{{cita|Scardovelli|p. 15|cidScardovelli}}.</ref><ref>{{cita|Sommi P.|p. 33|cidSommi}}.</ref><ref>{{cita|Marocchi|p. 153|cidMarocchi1}}.</ref><ref>{{Cita|Berselli|p. 72|cidBerselli}}.</ref><ref>{{Cita|Perani|p. 60|cidBerselli}}.</ref>
|sottotitolo3 =
|periodo3 = 30 gennaio [[1511]] – 19 luglio [[1549]]
|inizio reggenza3 =
|fine reggenza3 =
|investitura3 = 1. Massimiliano I 1515<ref name="Civita">{{Cita libro |titolo = Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo |autore = Roberto Grassi (direzione generale) |altri = Le istituzioni della città e della provincia di Mantova (redazione dei profili istituzionali particolari: Giancarlo Cobelli) |url = https://www.lombardiabeniculturali.it/docs/istituzioni/Mantova-s.pdf |editore = Regione Lombardia - Direzione Generale Cultura Servizio biblioteche e sistemi culturali integrati |città = Milano |anno = 1999 |pp= 78, 84-85 e 177 |postscript = }}</ref><br/>2. Carlo V 1520<ref>Secondo Carlo Gozzi, l'investitura da parte di Carlo V sarebbe avvenuta con decreto in data 29 maggio 1520 (p. 37).</ref> o 1522<ref name="Civita" />>
|sistema nobiliare =
|predecessore3 = [[Ludovico Gonzaga (vescovo di Mantova)|Ludovico Gonzaga]]
|successore3 =[[Alfonso Gonzaga]]
|nome completo = Luigi Alessandro<ref>{{cita|Tamalio|p. 225|cidTamalio}}.</ref>
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|altrititoli = [[Principe del Sacro Romano Impero]]<ref>Il titolo di "Principe del S.R.I." è contenuto nella [[lapide ad Aloisio e Alfonso Gonzaga]] del 1595 presso il [[Santuario della Beata Vergine delle Grazie (Curtatone)|Santuario delle Grazie]].</ref>
|data di nascita = 20 aprile [[1494]]<ref group=N>Il 2 febbraio 1488 per Massimo Marocchi, ''Storia di Solferino'' e per Piero Gualtierotti, ''Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga''. La data 1488 è riferita alla comunicazione al marchese di Mantova [[Francesco II Gonzaga]] della nascita del secondogenito di Rodolfo, [[Gianfrancesco Gonzaga (1488-1524)|Gianfrancesco]], avvenuta in quella data e assunta tale da alcuni storici. Marocchi, p.180.</ref>
|luogo di nascita = [[Luzzara]]
|data di morte = {{Calcola età3|1549|7|19|1494|4|20}}<ref group=N>Il 19 luglio 1548 per Coniglio, p. 480.</ref>
|luogo di morte = [[Castel Goffredo]]
|sepoltura = [[Grazie (Curtatone)|Grazie di Curtatone]]
|luogo di sepoltura = Primo: [[Chiesa di Santa Maria del Consorzio]] di Castel Goffredo; traslato nel 1595 nel [[Santuario della Beata Vergine delle Grazie (Curtatone)|Santuario della Madonna delle Grazie]] di [[Grazie (Curtatone)|Curtatone]]
|dinastia = [[Gonzaga]]
|padre = [[Rodolfo Gonzaga]]
|madre = [[Caterina Pico]]
|consorte =
|consortedi =
|coniuge 1 = [[Ginevra Rangoni]]
|coniuge 2 = [[Caterina Anguissola]]
|coniuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = <br/>
* [[Alfonso Gonzaga|Alfonso]]
* [[Ferrante Gonzaga (1544-1586)|Ferrante]]
* [[Orazio Gonzaga|Orazio]]
|religione = cattolica
|motto =
|firma = Firma Aloisio Gonzaga.jpg
}}
 
 
 
==Biografia==
Legros era nato a [[Monampteuil]], nel circondario di [[Laon]]. Dopo aver ricevuto da ragazzo un'iniziale formazione musicale da corista, una volta intervenuta la [[Muta (musica)|muta]], sviluppò una bella ed estesa voce da ''haute-contre'', tipologia di tenore acuto impiegata, nell'opera francese del periodo barocco e del Settecento, per i ruoli di giovane eroe e amante (e non solo per quelli).<ref name="Sawkins"/> Legros debuttò all'[[Opéra national de Paris|''Opéra'' di Parigi]] (''Académie Royale de Musique'') nel 1764 in una ripresa del ''Titon et l'Aurore'' di [[Jean-Joseph de Mondonville]] e fu rapidamente promosso a primo tenore dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra''. Egli conservò tale posizione fino al sospirato ritiro nel 1783; ritiro che egli motivò con la sua sempre più ingombrante grassezza che lo metteva a disagio in palcoscenico, soprattutto nelle parti da "attor giovane" per le quali temeva ormai di apparire ridicolo.<ref name="Rushton"/>
 
La prima parte della carriera operistica di Legros fu dedicata alla riproposizione in palcoscenico dei ruoli principali delle opere di [[Jean-Baptiste Lully]] e di [[Jean-Philippe Rameau]], che facevano ancora parte del repertorio ordinario dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'', e alla creazione di nuovi personaggi in quelle che venivano proposte dai loro stanchi epigoni. Quando per la prima volta, nel 1774, un compositore straniero, [[Christoph Willibald Gluck]], fu chiamato a lavorare nel teatro parigino, Legros si dovette confrontare con lo stile interpretativo introdotto dal nuovo maestro, che aveva caratteri fortemente innovativi per gli standard dell<nowiki>'</nowiki>''Académie Royale de Musique'' del tempo. Malgrado il cantante "possedesse un registro superiore inusualmente brillante e flessibile, soprattutto tra il fa e il si bemolle acuti",<ref name="Howard">Howard, p. 74.</ref> Gluck non apprezzava affatto né le sue capacità espressive né quelle sceniche,<ref>In effetti Gluck rigettava gran parte delle convenzioni in uso all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' ed entrò quindi in conflitto con tutto l'entourage (direzione, cantanti, coro, corpo di ballo, orchestra): solo la superiore protezione di [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]] valse a rendergli possibile di portare fino in fondo il suo lavoro di insediamento all'interno del teatro.</ref> ma non gli era concesso di sottrarsi alla regola che imponeva di attribuire al primo tenore della compagnia i ruoli protagonistici di giovane amante ed eroe. Conseguentemente, nel 1774, Legros si vide affidare i personaggi di Achille in ''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Ifigenia in Aulide]]'' e, ancor di più, quello di Orfeo nella nuova versione francese dell<nowiki>'</nowiki>''[[Orfeo ed Euridice (Gluck)|Orfeo ed Euridice]]''. Nel quadro della revisione di quest'ultima opera, Gluck rielaborò per tenore acuto il ruolo protagonistico maschile, che era stato originariamente scritto per il [[contralto]] [[castrato]] [[Gaetano Guadagni]], e poi già una volta trasposto per il soprano [[Giuseppe Millico]].
 
{{Citazione|Gluck sfruttò il registro acuto lungo tutto il corso dell'opera, al punto che la parte si mantiene costantemente di circa una [[Terza minore|terza]] al di sopra della tessitura tenorile convenzionale. Traspose il duetto del terzo atto dal sol al fa con l'unico scopo di poter sfoggiare gli squillanti do sovracuti di Legros; e re sovracuti figurano nell'atto secondo per esprimere 'L'excès de mes malheurs' [''il mio barbaro dolor''].|Patricia Howard, ''From 'Orfeo' to 'Orphée<nowiki>'</nowiki>'', in id. (a cura di), ''C.W. von Gluck: Orfeo'', Cambridge, Cambridge University Press, 1981, p. 74}}
 
Durante le lunghe prove lo scorbutico Gluck si dimostrò talvolta molto brusco nei confronti del cantante, che non riusciva a conformarsi alle sue indicazioni. Un osservatore tedesco così riportò le parole che egli rivolse a Legros mentre questi si stava arrabattando invano nel coro di apertura:
{{Citazione|È inconcepibile! Signore, lei urla sempre quando deve cantare, e quella sola volta che è questione di urlare, lei non riesce a venirne a capo. Non pensi in questo momento né alla musica, né al coro che canta, ma urli, al momento giusto, con dolore, come se le stessero tagliando una gamba; e, se le riesce, renda questo dolore interiore, morale, come se le partisse dal cuore.|Johann Christian von Mannlich, ''Ein deutscher Maler und Hofmann. Lebenserinnerungen'', Berlin, Mittler, 1910, p. 274<ref>Howard, p. 72.</ref>}}
 
Tuttavia, di solito erano proprio le tendenze urlatrici di Legros a far scattare l'indignazione di Gluck. Secondo un altro aneddoto raccontato da [[Hector Berlioz|Berlioz]], mentre il tenore stava provando la prima aria del secondo atto, ambientata davanti alle porte dell'Ade, Gluck lo investì con queste parole: «Signore! Signore! Faccia il piacere di moderare i suoi clamori. Per il diavolaccio, non urlano così neanche all'inferno!»<ref>''À travers chants'', Paris, Lévy, 1862, p. 124.</ref> In ogni caso, Legros si sottomise di buon grado al rude tirocinio gluckiano e, con somma meraviglia degli appassionati parigini, ne uscì come un'interprete completamente rinnovato. «Nel considerare ciò che il ruolo di Orfeo ha fatto per il signor Le Gros, – commentò l'Abbé François Arnaud (1721–1784), grande estimatore del musicista tedesco, – sono tentato di credere che la musica del cavalier Gluck sia più commovente e drammatica di quella di qualsiasi altro compositore». Per parte sua, [[Friedrich Melchior von Grimm]], che non era cosi fanatico di Gluck come l'Abbé Arnaud, scrisse che era difficile non considerare la metamorfosi di Legros se non «come uno dei più eminenti tra i miracoli prodotti da quel mago di Gluck».<ref>Howard, pp. 71-72.</ref> Legros se la sbrigò con onore perfino nello stile virtuosistico all'italiana della arietta "L'espoir renaît dans mon âme", interpolata per lui alla fine del primo atto.<ref>Recensione sul "Mercure de France", 15 settembre 1774, citata in traduzione inglese da Patricia Howard, pp. 72–73. Legros mostrò la sua notevole padronanza della coloratura virtuosistica di stampo italiano anche quattro anni dopo, quando fu sottoposto alla prova di un'altra grande aria di bravura, "En butte aux fureurs de l'orage", in occasione del dubutto parigino di [[Niccolò Piccinni]] con il ''Roland''.</ref>
 
Nel corso dei successivi nove anni egli apparve in tutte le opere francesi composte da Gluck, interpretanto i personaggi di Admeto nella versione francese dell<nowiki>'</nowiki>''[[Alceste (Gluck)|Alceste]]'', di Renaud nell<nowiki>'</nowiki>''[[Armide (Gluck)|Armide]]'', di Pilade nell<nowiki>'</nowiki>''[[Ifigenia in Tauride (Gluck)|Iphigénie en Tauride]]'' e di Cynire in ''Echo et Narcisse''. Prese anche parte a tre prime rappresentazioni di opere di [[Niccolò Piccinni]], creando il personaggio di Médor nel ''Roland'', il ruolo del titolo nell<nowiki>'</nowiki>''Atys'', e di nuovo Pilade nella versione dell<nowiki>'</nowiki>''[[Iphigénie en Tauride (Piccinni)|Iphigénie en Tauride]]'' composta da questo autore. La sua ultima creazione fu il ruolo eponimo nel ''[[Renaud (opera)|Renaud]]'' di [[Antonio Sacchini]], ruolo che peraltro lasciò al suo successore dopo soltanto pochi spettacoli.<ref name="Pitou">Pitou, pp. 337–339</ref>
 
Quando finalmente, nel 1783, Legros riuscì a ottenere il permesso di andare in pensione con un assegno di 2.000 lire,<ref name="Pitou" /> egli faceva parte del comitato di artisti cui era stata affidata la gestione dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' dopo le dimissioni del precedente direttore [[Antoine Dauvergne]] (1713-1797) nel 1782.<ref name="Dratwicki">Benoît Dratwicki, ''Antoine Dauvergne (1713-1797). Une carrière tourmentée dans la France musicale des Lumières'', Wavre, Mardaga, 2011, pp. 358 ff, ISBN 978-2-8047-0082-9.</ref> Denis-Pierre-Jean Papillon de la Ferté (1727-1794), da gran tempo intendente unico dei ''Menus-Plaisirs du Roi'', il dipartimento della corte dal quale dipendeva in ultima istanza il teatro, si espresse nei suoi confronti, in termini estremamente lusinghieri: egli era «il primo cantante dell<nowiki>'</nowiki>''Opéra''» e la sua partenza «avrebbe costituito una vera perdita per l'amministrazione». Manifestò anche l'opinione che Legros fosse l'unico ad essere realmente qualificato per ricoprire l'incarico vacante di direttore del teatro,<ref name="Pitou" /> ma il suo suggerimento cadde nel vuoto per l'opposizione degli altri componenti del comitato degli artisti.<ref name="Dratwicki" />
 
Dal 1777 Legros diresse i [[Concert Spirituel|Cencerts Spirituels]], dove egli si fece promotore dell'esecuzione della musica di [[Joseph Haydn|Haydn]] e [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]]. Collaborò con Léopold-Bastien Desormery (1740-1810) nella riscrittura della seconda ''entrée'' dell<nowiki>'</nowiki>''[[opéra-ballet]]'' di François Lupien Grenet (1700?–1753), ''Le triomphe de l'harmonie''. Il loro lavoro fu rappresentato all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' nel 1775 sotto il titolo di ''Hylas et Eglé''. Durante questo periodo egli compose anche un'altra opera, ''Anacréon'', mai rappresentata, e alcune canzoni.<ref name="Rushton"/> Morì a [[La Rochelle]].
 
==Repertorio originale==
L'elenco dei ruoli creati originariamente da Joseph Legros è tratto principalmente dalla voce sul cantante contenuta nel libro di Spire Pitou citato in bibliografia. Eventuali scostamenti sono dettagliati in nota a piè di pagina.
[[Pierre Montan Berton]]
 
{| class="wikitable"
!personaggio
!opera
!autore
!anno
|-
|Usbek
|''Aline, reine de Golconde''
|[[Pierre-Alexandre Monsigny]]
|1766
|-
|Batile
|''Anacreon''<ref>Non si trattava in quasto caso di una prima assoluta, ma semplicemente della prima esecuzione all<nowiki>'</nowiki>''Opéra'' dell<nowiki>'</nowiki>''acte de ballett'' andato in scena a Fontainebleau nel 1754, che veniva ora presentato come terza ''entrée'' dello ''spectacle coupé'' intitolato ''Les Festes lyriques''. Il ruolo di Batile era stato interpretato originariamente da Pierre Jélyotte (libretto originario a stampa, Parigi, Ballard, 1754, accessibile gratuitamente ''online'' presso [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k54495136/f2.image.r=Anacr%C3%A9on%201754%20Cahusac.langEN Gallica, Bibliothèque Nationale de France]).</ref>
|[[Jean-Philippe Rameau]]
|1766
|-
|Amintas
|''Sylvie''
|N. de Lagarde
|1766
|-
|Amphion
|''Amphion''<ref>Terza ''entrée'' dello ''spectacle coupé'' intitolato ''Les Fragments nouveaux''.</ref>
|[[Jean-Benjamin de La Borde]]
|1767
|-
|Sandomir
|''Ernelinde, princesse de Norvège''
|[[François-André Danican Philidor]]
|1767
|-
|Octave
|''La Vénitienne''
|[[Antoine Dauvergne]]
|1768
|-
|Iphis
|''Omphale''
|[[Philibert Cardonne]]
|1769
|-
|Isménias
|''Ismène et Isménias''
|Jean-Benjamin de La Borde
|1770
|-
|Hylas
|''La Fête de Flore''
|[[Jean-Claude Trial]]
|1771
|-
|Una donna greca
|''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Iphigénie en Aulide]]''
|[[Christoph Willibald Gluck]]
|1774
|-
|Amore
|''[[Versioni storiche di Orfeo ed Euridice#3. Versione francese di Parigi 281774.29|Orphée et Eurydice]]''
|Christoph Willibald Gluck
|1774
|-
|Amore
|''Azolan''
|[[Étienne-Joseph Floquet]]
|1774
|-
|Procris
|''Céphale et Procris''
|[[André Grétry]]
|1775
|-
|Chloé
|''La Cythère assiégée''
|Christoph Willibald Gluck (e Pierre Montan Berton)
|1775
|-
|Baucis
|''Philémon et Baucis''
|[[François-Joseph Gossec]]
|1775
|-
|Alceste
|''[[Alceste (Gluck)|Alceste]]''
|Christoph Willibald Gluck
|1776
|-
|Ernelinde<ref>Il personaggio non è censito, coerentemente, da Pitou, ma viene qui citato un quanto si trattava della terza versione dell'opera di Philidor, messa in scena per la prima volta nel novembre del 1767.</ref>
|''[[Ernelinde, princesse de Norvège]]''
|[[François-André Danican Philidor]]
|1777
|-
|Armide
|''[[Armide (Gluck)|Armide]]''
|Christoph Willibald Gluck
|1777
|-
|Angélique
|''[[Roland (Piccinni)|Roland]]''
|[[Niccolò Piccinni]]
|1778
|-
|Iphigénie
|''[[Ifigenia in Tauride (Gluck)|Iphigénie in Tauride]]''
|Christoph Willibald Gluck
|1779
|-
|Amadis<ref>Questo importante ruolo non risulta censito da Pitou.</ref>
|''[[Amadis de Gaule]]''
|[[Johann Christian Bach]]
|1779
|-
|Andromaque
|''[[Andromaque]]''
|André Grétry
|1780
|-
|Andromède
|''[[Persée (Philidor)|Persée]]''
|François-André Danican Philidor
|1780
|-
|Électre
|''[[Électre]]''
|[[Jean-Baptiste Moyne, detto Lemoyne]]
|1782
|-
|Armide
|''[[Renaud]]''
|[[Antonio Sacchini]]
|1783
|-
|}
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
La seguente bibliografia contiene soltanto lavori utilizzati come fonti per la redazione della presente voce.
*Julian Rushton, ''Legros, Joseph'', in ''Grove Music Online'', a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), [http://www.grovemusic.com/ grovemusic.com], accesso a pagamento
*Jeremy Hayes, ''Orfeo ed Euridice'', in ''Grove Music Online'', a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), [http://www.grovemusic.com/ grovemusic.com], accesso a pagamento
*Patricia Howard (ed), ''C.W. von Gluck: Orfeo'', Cambridge, Cambridge University Press, 1981, ISBN 0-521-29664-1
*Spire Pitou, ''The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815'', Westport/London, Greenwood Press, 1985, ISBN 0-313-24394-8
*Lionel Sawkins, ''Haute-contre'', in ''Grove Music Online'', a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), [http://www.grovemusic.com/ grovemusic.com], accesso a pagamento