Verismo: differenze tra le versioni
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Il '''verismo''' fu un [[movimento letterario]], nato in Italia all'incirca fra il [[1875]] e il [[1895]], per opera dei [[Sicilia (isola)|siciliani]] [[Giovanni Verga]] e [[Luigi Capuana]] con la collaborazione di altri scrittori.
Il verismo nasce sotto l'influenza del clima [[Positivismo|positivista]], quell'assoluta fiducia nella [[scienza]], nel [[metodo sperimentale]] e negli strumenti infallibili della ricerca che si sviluppa e prospera dagli [[anni 1830|anni Trenta dell'Ottocento]] fino alla fine del Novecento. Inoltre, il verismo si ispira in maniera evidente al [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]], un movimento letterario diffuso in Francia a metà dell'Ottocento. Per gli scrittori naturalisti, la letteratura deve fotografare oggettivamente la realtà sociale e umana, rappresentandone rigorosamente le classi, comprese quelle più umili, in ogni aspetto, anche sgradevole; gli autori devono analizzare gli aspetti concreti della vita, la realtà sociale, politica ed economica.
Il primo autore italiano a teorizzare il verismo fu [[Luigi Capuana]], il quale teorizzò la "poesia del vero"; in seguito tuttavia [[Giovanni Verga|Verga]], che dapprima era collocabile nella corrente letteraria tardoromantica (era stato soprannominato il poeta delle duchesse e aveva un successo notevole) intraprese la strada del verismo con il suo primo racconto di stampo verista, ''[[Nedda]]'', del [[1874]]. In Verga e nei veristi, a differenza del naturalismo, convive comunque il desiderio di far capire al lettore il proprio punto di vista sulla vicenda, pur non svelando opinioni personali nella scrittura.▼
Nato in Sicilia, il verismo si sviluppa a [[Milano]], il centro culturale più vivo della penisola, in cui si raccolgono intellettuali di regioni diverse; le opere veriste però rappresentano soprattutto le realtà sociali dell'[[Italia centrale]], [[Italia meridionale|meridionale]] e [[Italia insulare|insulare]]. Così la Sicilia è descritta nelle opere di [[Giovanni Verga]], di [[Luigi Capuana]] e di [[Federico De Roberto]]; [[Napoli]] in quelle di [[Matilde Serao]] e di [[Salvatore Di Giacomo]]; la [[Calabria]] nelle opere di [[Nicola Misasi]]; la [[Sardegna]] in quelle di [[Grazia Deledda]]; l'[[Abruzzo]] in quelle di [[Domenico Ciampoli]] e [[Giuseppe Mezzanotte]], [[Roma]] nelle poesie di [[Cesare Pascarella]]; nelle [[Marche]] nella poesia di [[Alfonso Leopardi]]; la [[Toscana]] nelle novelle di [[Renato Fucini]].
==Voci correlate==▼
*[[Naturalismo (letteratura)]]▼
*[[Scrittori veristi]]▼
*[[Giovanni Verga]]▼
*[[Luigi Capuana]]▼
▲Il primo autore italiano a teorizzare il verismo fu
Per i naturalisti, la letteratura possiede una forza come strumento per il progresso sociale, mentre il verismo nega questa possibilità e si basa su un pessimismo fatalistico. Un'altra differenza fra le due correnti letterarie sta nel fatto che il naturalismo ambienta vicende e personaggi in un contesto urbano spesso degradato, fra proletari e borghesi, mentre il verismo ambienta vicende e personaggi nel mondo rurale regionale, fra le plebi delle regioni meridionali italiane. Il naturalismo inoltre rappresenta la realtà per fare in modo che il lettore si indigni e si mobiliti per cambiarla; il verismo invece rappresenta la realtà, che è un dato naturale e immutabile, per fare in modo che il lettore (il quale è di solito un lettore colto del nord Italia) la conosca.<ref>"Il Verismo", in ''Cuori intelligenti'', Carlo Giinta, Garzanti Scuola, 2022, vol. 3, pp. 112-113.</ref>
Il verismo ebbe un impatto anche sulla [[opera italiana|lirica italiana]], dove diede forma alla corrente dell'[[opera verista]].
▲{{letteratura}}
== Tecniche ==
La principale caratteristica del verismo, che si discosta da altre tecniche narrative, è l'utilizzo del "principio dell'impersonalità", tecnica che, come mostrato da Verga, consente all'autore di porsi in un'ottica di distacco (collegandosi al principio sia di lontananza che di rimpicciolimento) nei confronti dei personaggi e dell'[[Trama (narratologia)|intreccio]] del racconto. L'impersonalità narrativa è propria di una narrazione distaccata, rigorosamente in terza persona e, ovviamente, in chiave oggettiva, priva, cioè, di commenti o intrusioni d'autore che potrebbero, in qualche maniera, influenzare il pensiero che il lettore si crea a proposito di un determinato personaggio o di una determinata situazione. Il verismo, come si vede in Verga, si interessa molto delle questioni socio-culturali dell'epoca in cui vive e si sviluppa.
In Giovanni Verga, per esempio, ritroviamo in molte opere la questione della [[questione meridionale|situazione meridionale]], dei costumi e delle usanze, del modo di vivere assai diverso rispetto a quelli del [[nord Italia]]. Secondo Verga, non è possibile che un personaggio di umili origini riesca in qualche modo, per quanto esso valga, a riemergere da quella condizione in cui è nato. Non è possibile che un povero diventi ricco. In questo caso vi è la consueta eccezione narrativa nella novella ''[[La roba]]'', in cui il povero e umile contadino Mazzarò riesce a divenire ricco, grazie al suo impegno. Ma anche giunto a una condizione relativamente benestante, o quanto meno comoda, il personaggio non riuscirà mai a vivere tranquillamente, non potrà mai integrarsi in quello che si definisce l'ambiente alto-borghese, proprio perché egli non vi appartiene di nascita.
Questo principio triste e sconsolante ha come soggetto narratori popolari, quasi sempre contadini o artigiani, che spiegano a modo loro la vicenda, talvolta usando espressioni gergali. Gli autori veristi, in particolare Verga, tendono ad usare un linguaggio non colto, che si caratterizza per l'assenza di segni grammaticali, celebre è anche l'[[artificio della regressione]]. È da citare, da ultimo, il principio della concatenazione e della concatenazione opposta; il primo consiste nel porre a poca distanza parole di significato analogo, il secondo di mettere una parola e subito dopo il suo contrario. Si termina con la
ripetizione narrativa, la quale, come si capisce, privilegia le ripetizioni.
[[en:Verismo]]▼
== Il verismo poetico ==
{{citazione|La prima difficoltà a trattare la teoria del verismo letterario italiano è di ragione lessicale. Poiché gli stessi scrittori e critici che, dal tempo della scapigliatura lombarda in poi, si dichiaravano per quest'arte nuova o si riferivano ad essa, usarono, spesso, come termini pressappoco affini, verismo, realismo, naturalismo.|G. Marzot, ''Battaglie veristiche dell'Ottocento'', Principato, 1942, p. 7.}}
Attorno al 1877, riprendendo in parte certe affermazioni della [[Scapigliatura]], come quelle di [[Emilio Praga]] che aveva cantato: {{citazione|giacché canto una misera canzone,<br />ma canto il vero!<ref>E. Praga, ''Preludio'', 31-32</ref>}} o ancora quelle di [[Arrigo Boito]]: {{citazione|E sogno un'arte reproba<br />che smaga il mio pensiero<br />dietro le basse imagini<br />d'un ver che mente al Vero<ref>A. Boito, ''Dualismo''</ref>}} con la pubblicazione di ''[[Postuma]]'' di [[Olindo Guerrini]], si inizia a parlare nuovamente di verismo<ref>R. Carnero, ''La poesia scapigliata'', Milano, Rizzoli, 2007, p. 470: «L'opera di Guerrini si configura, così, come quella di un esponente di primo piano del ''verismo poetico''».</ref><ref>B. Romani, ''Dal simbolismo al futurismo'', Sandven, 1969: «Ma l'origine di Postuma fu indipendente dal successo ottenuto dal libro, sul quale venne in buona parte edificata la dottrina verista italiana. Tutta una scuola poetica si creò attorno a [[Lorenzo Stecchetti]]»</ref><ref>C. Mariotti, ''Le polemiche stecchettiane'', in O. Guerrini, ''Nova Polemica'', a c. di C. Mariotti, Il Ponte Vecchio, p. 7: «Il panorama letterario dell'epoca, infatti, era tutto percorso da un infuocato dibattito fra veristi e idealisti che rinnovava le polemiche suscitate tempo addietro dalle liriche scapigliate».</ref> contrapponendolo al termine "idealismo". In quest'accezione, il termine "verismo" non ha niente a che fare con la poetica di [[Giovanni Verga]] o di [[Luigi Capuana]]; né, d'altra parte, il termine "idealismo" si rifà alla filosofia di [[Schelling]] o [[Fichte]]. In questa accezione, infatti, "veristi" furono chiamati quegli scrittori che rappresentavano una realtà materialistica, mettendone in luce anche gli aspetti più sgradevoli e che erano in aperta rottura con i canoni poetici di allora.<ref>{{Cita libro |autore=L. Borsi |titolo=Nazione, democrazia, Stato |editore=Giuffrè |anno=2009 |pagina=12 |url=http://books.google.it/books?id=-67qqg1OHCcC&pg=PA12&dq=verismo+guerrini&hl=it&sa=X&ei=DD34T9OrBI744QTCydX2Bg&ved=0CG4Q6AEwCQ#v=onepage&q=verismo%20guerrini&f=false}}</ref> Scrive [[Benedetto Croce]]:
{{citazione|celebrazione della vita terrena e dell'amore carnale […] E voleva dire anche guardare alla realtà senza falsi pudori e ipocrisie e idealizzamenti, dando alle cose le parole che meritano, e perciò stracciare i veli che celano le piaghe sociali, iniziare la ribellione contro le tirannie d'ogni sorta.<ref>B. Croce, ''Tra i giovani poeti, veristi e ribelli'', in ''La letteratura della Nuova Italia'', vol. V, 1938, p. 1.</ref>}}
Temi privilegiati di questa poesia sono, ad esempio, la lode al vino,<ref>Si veda la poesia ''Ebbro'' in ''Postuma'' di Olindo Guerrini.</ref> l'invettiva contro la donna amata, spesso rappresentata come una prostituta,<ref>Si veda ''Il canto dell'Odio'' di Olindo Guerrini in ''Postuma'' o ancora la poesia ''Memento'' di Girolamo Ragusa Moleti, compresa in ''[[Prime armi]]''.</ref> l'anticlericalismo. L'eccesso arriva con poeti quali [[Ulisse Tanganelli]] che in un suo sonetto [[s:No tu non sei la vergine ideata|''No: tu non sei la vergine ideata'']] ripudia la donna poiché, essendo grassa, potrebbe sfondargli letto e solaio. Inoltre, considerando che questo tipo di verismo ebbe come genere privilegiato la poesia e non la prosa, in queste opere manca del tutto la ricerca di una oggettività narrativa (tipica, ad esempio, dei romanzi verghiani),<ref>O. Guerrini, ''Nova Polemica'', a c. di C. Mariotti, Il Ponte Vecchio, p. 7.</ref> così come sono assenti gli artifici stilistici quali l'[[artificio della regressione]] o il [[discorso indiretto libero]]. I padri putativi furono identificati in [[Baudelaire]]<ref>Si veda ad esempio ''Une charogne'', in cui il poeta descrive una carcassa d'animale.</ref> e [[Théophile Gautier]]<ref>Importanti sono le pagine di prefazione al romanzo ''Mademoiselle de Maupin''.</ref>, senza dimenticare le pagine della prefazione al ''Cromwell'' di [[Victor Hugo]]. Una teorizzazione di questo verismo si può trovare nel ''Prologo'' di ''[[Nova polemica]]'' di Olindo Guerrini.
Fra gli scrittori ''veristi'' si devono annoverare [[Pier Enea Guarnerio]] con l'opuscolo ''[[Auxilium]]'', [[Girolamo Ragusa Moleti]] con ''[[Prime armi]]'', [[Ulisse Tanganelli]] con ''[[Aestiva]]'' e ''[[Autumnalia]]''.
Fra gli ''idealisti'' che, al contrario, rivendicavano una rappresentazione più moralistica della realtà, si devono includere [[Luigi Alberti]] che arrivò «a invocare l'intervento del sovrano, che ponesse un freno al dilagare degli [[elzeviri]]»<ref>M. Novelli, ''Il Verismo in maschera'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2004, p. 187. Quasi tutte le opere dei veristi erano stampate in [[Elzeviri|caratteri elzeviriani]].</ref> e [[Giovanni Rizzi]]. I due risposero sdegnosamente ai versi stecchettiani con alcune poesie (si veda ''[[Praefatio]]'' e ''[[Un grido]]''). Altri contestatori del verismo furono [[Luigi Vivarelli Colonna]] e [[Gaetano Zocchi]] che compilarono alcuni [[pamphlet]] (del primo vale la pena ricordare: ''Lorenzo Stecchetti o il Verismo nella letteratura e nell'arte''; del secondo: ''Verismo e verità: ai poeti moderni'').
In una posizione intermedia, si inserisce il libro ''[[Anticaglie]]'' di [[Felice Cavallotti]] il quale rimproverava certi eccessi nella rappresentazione di una cruda realtà, ma dall'altra si distaccava dal troppo moralismo e [[idealismo]].
== Linguaggio ==
In quei tempi il linguaggio cambiò, molte parole dialettali sono entrate a far parte dell'italiano vero e proprio e alcuni termini inglesi e francesi sono stati messi nel linguaggio italiano comune. Inoltre questo movimento prevedeva, la maggior parte dei casi, l'utilizzo di vocaboli siciliani.
== Note ==
<references/>
▲== Voci correlate ==
* [[Realismo (letteratura)]]
▲* [[Naturalismo (letteratura)]]
▲* [[Giovanni Verga]]
▲* [[Luigi Capuana]]
▲* [[Scrittori veristi]]
* [[Nova polemica]]
* [[Olindo Guerrini]]
* [[Alfonso Leopardi]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://balbruno.altervista.org/index-201.html|Il Verismo}}
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