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{{Edificio civile
|nome edificio = PalazzoScuola Gualinocomunale
|immagine =|thumb|180pxScuola elementare mortara centr.JPG
|didascalia = L'edificioIngresso visto da corso Vittorio Emanuele II.centrale
|paese = ITA
| divamm1 = Lombardia
|indirizzo = Corso Vittorio Emanuele II, 8
|città = TorinoMortara
|indirizzo = Piazza Italia, 16
|latitudine = 45.059332
|stato =
|longitudine = 7.689137
|stato = in attesa di riqualificazione
|periodo costruzione = 1928
|inaugurazione = 1930
| stile = [[razionalismo italiano|razionalismo]]
|stato completamento =
|demolito =
|distrutto =
|periodo costruzione = 19281934-1941
|uso = uffici e residenze private di alto prestigio
|inaugurazione = 19301941
|architetto = [[Gino Levi-Montalcini]], [[Giuseppe Pagano Pogatschnig]]
| stile = [[razionalismo italiano|razionalismo]]
|ingegnere =
|uso = Scuola elementare
|architetto =
|ingegnere = [[Amilcare Sandri]]
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario =
|thumb|180px
|latitudine = 45.059332248325
|longitudine = 78.689137734643
|stato completamento = Completo
}}
La '''Scuola comunale di Mortara''', ora denominata Scuola primaria [[Teresio Olivelli]], è un edificio scolastico di [[Mortara]], ubicato al numero 16 di piazza Italia. Costituisce la più significativa costruzione in stile [[Razionalismo italiano|razionalista]] della città.
 
==Cenni storici ==
Realizzata tra il 1934 e il 1941 su progetto dell'ingegner Amilcare Sandri, è una delle costruzioni meglio riuscite per ospitare l'[[Obbligo formativo|istruzione obbligatoria]] garantita dallo Stato, tra quelle edificate in Italia nel periodo tra le due guerre mondiali.
 
==Caratteristiche progettuali==
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L'edificio ha una pianta a ferro di cavallo. Le aule si trovano nei bracci laterali, mentre il corpo centrale ospita prevalentemente gli uffici amministrativi e gli spazi comuni, tra cui l'aula magna.
 
Sul frontespizio si trovano tre scaloni di accesso, in corrispondenza del corpo centrale e delle ali.
Le aule sono ampie, con grandi finestre esposte a sud per ottenere la migliore illuminazione naturale. I gradini sono bassi per non essere di ostacolo ai giovani allievi.
 
Le aule sono ampie, con grandi finestre esposte a sud per ottenere la migliore illuminazione naturale. I gradini sono bassi per non essere di ostacolo ai giovani allievialunni.
L'edificio è a due piani oltre al seminterrato. Solo il corpo centrale si sviluppa su tre piani.
 
L'edificio è a due piani oltre al seminterrato. Solo illa corpoparte sovrastante lo scalone centrale si sviluppa su tre piani.
 
La palestra è in un corpo separato addossato all'ala nord.
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La costruzione è situata in un contesto di verde pubblico costituito dal giardino antistante, dal viale sul lato nord e dal cortile alberato sul retro.
 
I volumi sono quasi esclusivamente improntati alla forma del parallelepipedo. Solo la scala interna centrale, in marmo, segue un andamento elicoidale.
 
[[File:Scuola elementare Mortara - ala sud.jpg|miniatura|Ala sud]]
==Esterni==
La parte inferiore dell'edificio, corrispondente al seminterrato, e legli scalinatescaloni esterneesterni sono ricopertericoperti di marmo.
 
Sulla facciata centrale sono presenti due bassorilievi rotondi che ritraggono una situazione di aula e una di attività sportiva. Essi alludono alla massima latina mens[[Mens sana in corpore sano]].
 
Creo un collegamento con [[Giovanni da Milano, Tridinese|Giovanni da Milano Tridinese]], anche se nulla c'entra con questa voce.
 
==Interni==
L'atrio principale ospita un monumento alla [[Vittoria alata]], una mappa dell'Impero di [[Vittorio Emanuele III]], realizzata con un intarsio marmoreo policromo e una lapide che riporta il [[Bollettino della Vittoria]] del generale [[Armando Diaz]]
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città (a cura di), ''Beni culturali ambientali nel Comune di Torino'', Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino, 1984.
* Giuseppe Pagano, ''Architettura e città durante il fascismo'', (a cura di Cesare De Seta), Laterza, Bari, 1976.
* Luigi Ferrario, Andrea Mazzoli (a cura di), ''Riccardo Gualino. Architetture da collezione'', Istituto Mides/Trau, Roma, 1984.
* Antonino Saggio, ''L'opera di Giuseppe Pagano tra politica e architettura'', Edizioni Dedalo, Bari, 1984.
* [[Giorgio Ciucci]], ''Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944'', Einaudi, Torino, 1989 , pp. 42-43
* Alberto Bassi, Laura Castagno, ''Giuseppe Pagano'', Laterza, Roma, 1994.
* 'Palazzo Gualino'', in Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, ''Guida all'architettura moderna di Torino'', Lindau, Torino, 1995, pp. 118-119.
* Alessandro Martini, ''Riccardo Gualino. Cultura, industria e architetture a Torino negli anni Venti'', tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998-1999, relatore Vera Comoli.
* Michela Rosso, ''Palazzo Gualino'', in Vera Comoli Mandracci, Carlo Olmo (a cura di), ''Guida di Torino. Architettura'', Allemandi, Torino, 1999, p. 184.
* Emanuele Levi-Montalcini, Anna Maritano, ''Levi Montalcini e Torino'', in «Domus», n. 824, marzo, 2000, pp. 113-120.
* [[Fulvio Irace]], voce ''Giuseppe Pagano'', in Carlo Olmo (a cura di), ''Dizionario dell'architettura del XX secolo'', Vol. III, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, 2003.
* ''Gino Levi-Montalcini. Architetture, disegni e scritti'', numero monografico di «Atti e Rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», n. 2, 2003.
* Patrizia Bonifazio, voce ''Gino Levi Montalcini'', in Carlo Olmo (a cura di), ''Dizionario dell'architettura del XX secolo'', Vol. II, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, 2003.
* Alessandro Martini, ''Architetture per Gualino'', in Vera Comoli, Giuseppe Bracco (a cura di), ''Torino da capitale politica a capitale dell'industria, Tomo I, Il disegno della città (1850-1940)'', Archivio Storico della Città di Torino, Torino, 2004, pp. 337-344.
* ''Palazzo Gualino (ora uffici pubblici)'', in Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, ''Guida all'Architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006)'', Umberto Allemandi & C., Torino, 2008, pp. 250-251.
 
==Voci correlate==
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[[:Categoria:Architetture razionaliste d'Italia]]
 
{{Portale|architettura|Lombardia}}