Abuna Messias: differenze tra le versioni
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{{Film
|titolo
|titolo alfabetico = Abuna Messias
|immagine = Abunamessias fotoscena.jpg
|didascalia = [[Camillo Pilotto]], [[Enrico Glori]] e [[Mario Ferrari]] in una foto di scena del film
|paese = [[regno d'Italia (1861-1946)|Italia]]
|anno uscita =
|durata = 96 min▼
|tipo colore = [[bianco e nero]]
|genere = Drammatico
▲|durata = 96 min. (2.656 metri)
|regista = [[Goffredo Alessandrini]]
|soggetto = [[Callisto Vanzin]], [[Luigi Bernardi]]
|sceneggiatore = [[Goffredo Alessandrini]], [[Vittorio Cottafavi]], [[Domenico Meccoli]], [[Cesare Vico Lodovici]]
|produttore = [[Alessandro Gagna]]
|casa |casa distribuzione italiana = [[Generalcine]]
|attori =
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*[[Corrado Racca]]: Camillo Benso, conte di Cavour (ruolo tagliato nei passaggi televisivi)
*[[Enzo Turco]]
|fotografo = [[Aldo Tonti]], [[Renato Del Frate]]
|montatore = [[Giorgio Simonelli]]
|effetti speciali =
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|truccatore = [[Roberto Pasetti]]
|costumista = [[Guido Presepi]]
|doppiatori originali=
*[[Coppa Mussolini (cinema)|Coppa Mussolini]] alla [[7ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] come miglior film▼
▲|premi (campo da eliminare)= *[[Giovanna Scotto]]: la principessa Alem
*[[Mario Besesti]]: il capo indigeno Abu Beker
}}
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== Trama ==
È la narrazione storica sulla seconda missione [[Etiopia|etiopica]] in [[Abissinia]] del Cardinale [[Guglielmo Massaia]], avvenuta nella seconda metà dell'[[Ottocento]]. Il film, girato a tre anni dalla fine della [[
Immediatamente dopo, facciamo la conoscenza del suo antagonista: Abuna Atanasio, capo locale della Chiesa Copta, preoccupato per la presenza sul suo territorio di Massaia, che pare conoscere bene e temere.▼
Tra i due, Menelik, il re della Scioa, la regione centrale del paese, che mostra una calda amicizia nei confronti di Massaia e lo accoglie fraternamente, suscitando la riconoscenza del primo e l'invidia e l'irritazione del secondo. Certamente il re è anche mosso da interesse per i benefici che l'opera di apostolato e di sollievo materiale di Massaia presso gli indigeni può arrecare; e per i suoi legami con il governo sabaudo nel cui aiuto "civilizzatore" egli spera. Ma da parte sua c'è anche una sincera affinità umana col missionario italiano.▼
Il primo è invidioso degli onori tributati dal re ad un "esponente di un'altra religione"; e per recuperare la posizione di privilegio che ritiene gli spetti, si muove con spietata scaltrezza: prima scomunica chiunque abbia rapporti con il missionario cattolico e invita la popolazione ad abbattere la casa in cui è posta la sede della sua missione; poi prova a sobillare l'imperatore d'Etiopia (il "re dei re", il [[Negus Neghesti]]) Johannes, perché costringa Menelik ad abbandonare la politica di apertura all'Europa e cacci gli stranieri dall'Abissinia. Non riuscendo con la malizia, convince il Negus a stare dalla sua parte con la minaccia di scomunicarlo. E così Johannes ìntima a Menelik di obbedirgli. Il re si rifiuta e si prepara alla guerra. ▼
▲Immediatamente dopo, facciamo la conoscenza del suo antagonista: Abuna Atanasio, capo locale della [[Chiesa Copta]], preoccupato per la presenza sul suo territorio di Massaia, che pare conoscere bene e temere.
▲Tra i due, Menelik, il re della [[Scioa]], la regione centrale del paese, che mostra una calda amicizia nei confronti di Massaia e lo accoglie fraternamente, suscitando la riconoscenza del primo e l'invidia e l'irritazione del secondo. Certamente il re è anche mosso da interesse per i benefici che l'opera di apostolato e di sollievo materiale di Massaia presso gli indigeni può arrecare; e per i suoi legami con il governo sabaudo nel cui aiuto "civilizzatore" egli spera. Ma da parte sua c'è anche una sincera affinità umana col missionario italiano. I rapporti tra Massaia e Menelik sono messi a rischio dall'alleanza tra Abuna Atanasio e la principessa Além, figlia del capo-clan dei [[Oromo|Galla]], nobile famiglia abissina, che aspira al trono e che per questo ambiva a sposare Menelik.
La pellicola venne girata nella primavera del 1939 in esterni nell'[[Africa Orientale Italiana]], nella Piana di Cobbù, sui monti del Cercer e nella città di [[Decamerè]]. Venne presentato in concorso alla [[7ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|VII Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia]] il 31 agosto 1939, vincendo la [[Coppa Mussolini (cinema)|Coppa Mussolini]] come miglior film. La Commissione di Revisione Cinematografica concede il nulla osta alla visione del film nelle sale una prima volta con il titolo ''Abuna Messias (Cardinal Massaia)''<ref>Come si evince dal [http://www.europeana.eu/portal/record/08611/FWOBDB001508.html?start=2&query=abuna+messias&startPage=1&rows=12 nulla osta] conservato presso la [[Cineteca di Bologna]].</ref> e ottiene il [[visto censura|visto di censura]] n. 30.744 il 12 ottobre 1939, giudicandolo d'interesse nazionale e quindi ammesso a godere del beneficio delle programmazioni obbligatorie<ref>Come si evince dal [http://www.italiataglia.it/files/visti/30744.pdf documento originale del visto di censura] tratto dal sito Italia Taglia.</ref> Da tale visto, risulta che il metraggio dichiarato della pellicola è di 2.750 metri, ma quello accertato risulta essere di 2.656 metri; perciò probabilmente in sede di montaggio i 94 metri di pellicola mancanti fanno parte del prologo, dove veniva seguita la visita dei luoghi della guerra italo-abissina da parte del Cappellano militare [[Reginaldo Giuliani]], interpretato da Oscar Andriani. Nel 1947 il film venne presentato una seconda volta alla Commissione di Revisione, con il titolo cambiato in ''Abuna Messias (Vendetta africana)''<ref>Come si evince dal [http://www.europeana.eu/portal/record/08611/51319.html?start=1&query=abuna+messias&startPage=1&rows=12 nulla osta] conservato presso la Cineteca di Bologna.</ref> e ottiene un secondo visto di censura n. 1.692 il 21 aprile 1947 con una lunghezza accertata ancora accorciata a 2.624 metri<ref>Come si evince dal [http://www.italiataglia.it/files/visti21000_wm_pdf/1692.pdf visto di censura del dopoguerra] tratto dal sito Italia Taglia.</ref>: con ogni probabilità i 32 metri mancanti di pellicola riguardano il breve ruolo dello statista piemontese [[Camillo Benso conte di Cavour]] interpretato da Corrado Racca; anche nei passaggi televisivi il personaggio non compare. La [[Cineteca Nazionale]] del [[Centro Sperimentale di Cinematografia|C.S.C.]] possiede una pellicola del film con la lunghezza originaria di 2.656 metri<ref>Come si evince dal [http://www.snc.it/ct_cat_film.jsp?area=20&ID_LINK=28&csc-title=abuna+messias&csc-direction=&csc-year=&btnSearch=Cerca Catalogo dei film per la circolazione culturale] tratto dal sito della Cineteca Nazionale.</ref>. All'estero il film venne proiettato in [[Francia]] il 20 agosto 1948 con il titolo ''L'apôtre du desert''<ref>Come si evince dalla [http://www.imdb.com/title/tt0031017/releaseinfo?ref_=tt_ql_9 pagina sulle date di uscita] tratta dal sito IMDB.</ref> Il 21 aprile 2010 viene editato un [[DVD]] del film, pubblicato dalla [[San Paolo Audiovisivi]]<ref>Come si evince dalla [http://www.filmtv.it/film/11943/abuna-messias/homevideo/ pagina di presentazione] tratta dal sito della rivista Filmtv.it</ref>.▼
▲Il primo è invidioso degli onori tributati dal re ad un "esponente di un'altra religione"; e per recuperare la posizione di privilegio che ritiene gli spetti, si muove con spietata scaltrezza: prima scomunica chiunque abbia rapporti con il missionario cattolico e invita la popolazione ad abbattere la casa in cui è posta la sede della sua missione; poi prova a sobillare l'imperatore d'Etiopia (il "re dei re", il [[Negus Neghesti]]) Johannes, perché costringa Menelik ad abbandonare la politica di apertura all'Europa e cacci gli stranieri dall'Abissinia. Non riuscendo con la malizia, convince il Negus a stare dalla sua parte con la minaccia di scomunicarlo. E così Johannes ìntima a Menelik di obbedirgli. Il re si rifiuta e si prepara alla guerra. Quanto ad Alèm, dopo aver chiesto a Massaia di intercedere per lei presso Menelik ed avere incassato il rifiuto del re, attribuisce la colpa dell'insuccesso al religioso italiano e si unisce al disegno di Atanasio, garantendo a Johannes il supporto del suo potente clan e del suo esercito.
Nel frattempo, incurante di tutte queste trame, Massaia passa le sue giornate ad aiutare la popolazione: assiste i malati; prova, con successo, ad elaborare una forma primitiva di [[vaccino anti-vaiolo|vaccino contro il vaiolo]]; gira nei villaggi per somministrarlo agli indigeni. Il favore popolare di cui gode è ulteriore pungolo per l'invidia di Atanasio. Mentre i due fronti si preparano alla guerra (i preparativi sono l'occasione per mettere in scena sequenze di massa, di sapore folkloristico), Massaia, consapevole di essere la causa o almeno il pretesto del conflitto, si reca prima da Menelik e poi da Johannes per scongiurare le ostilità. È pronto anche a consegnarsi all'imperatore. Ma questi lo lascia andare, dicendosi oramai obbligato alla battaglia. Lo scontro armato è duro (con altre impegnative scene di massa in campo aperto) e alla fine, anche grazie al contributo dei Galla, Johannes ha la meglio. Nonostante la vittoria, decide di essere clemente con lo sconfitto, concedendogli di rimanere re, ma pretendendo da lui sottomissione piena e intimando - pur con dispiacere - a Massaia di tornare in Italia, per dare soddisfazione ai Copti. Così, Massaia è costretto ad abbandonare la sua missione. Nel cammino d'uscita dal paese, dopo aver salutato e benedetto il fido padre Leone, che muore, il religioso viene accompagnato fino al confine da una moltitudine di persone, grate a lui per il bene materiale e spirituale fatto in tutto quel tempo.
== Distribuzione ==
La pellicola venne girata nella primavera del 1939 in esterni nell'[[Africa Orientale Italiana]], nella Piana di Cobbù, sui monti del Cercer e nella città di [[Decamerè]]. Venne presentato in concorso alla [[7ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|VII Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia]] il 31 agosto 1939, vincendo la [[Coppa Mussolini (cinema)|Coppa Mussolini]] come miglior film. La Commissione di Revisione Cinematografica concede il nulla osta alla visione del film nelle sale una prima volta con il titolo ''Abuna Messias (Cardinal Massaia)''<ref>Come si evince dal {{cita testo|url=http://www.europeana.eu/portal/record/08611/FWOBDB001508.html?start=2&query=abuna+messias&startPage=1&rows=12|titolo=nulla osta|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140112123221/http://www.europeana.eu/portal/record/08611/FWOBDB001508.html?start=2&query=abuna+messias&startPage=1&rows=12 }} conservato presso la [[Cineteca di Bologna]].</ref> e ottiene il [[visto censura|visto di censura]] n. 30.744 il 12 ottobre 1939, giudicandolo d'interesse nazionale e quindi ammesso a godere del beneficio delle programmazioni obbligatorie<ref>Come si evince dal {{cita testo|url=http://www.italiataglia.it/files/visti/30744.pdf|titolo=documento originale del visto di censura}} tratto dal sito Italia Taglia.</ref> Da tale visto, risulta che il metraggio dichiarato della pellicola è di 2.750 metri, ma quello accertato risulta essere di 2.656 metri; perciò probabilmente in sede di montaggio i 94 metri di pellicola mancanti fanno parte del prologo, dove veniva seguita la visita dei luoghi della guerra italo-abissina da parte del Cappellano militare [[Reginaldo Giuliani]], interpretato da Oscar Andriani.
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== Altri tecnici ==
* [[Arredatore]]: [[Angelo Zagame]]
* [[Aiuto regista]]: [[Umberto Scarpelli]]
* [[Direttore di produzione]]:
* [[Operatore di ripresa|Operatori]]:
* [[Fonico]]:
* [[Pittore|Pitture]]:
== Critica ==
== Recensioni ==
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* [[Fabrizio Sarazani]], ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'', 2 settembre 1939 (dal Festival di Venezia)
* [[Luigi Chiarelli]], ''[[Film (rivista)|Film]]'' n. 28, ottobre 1939
* [[Guglielmina Setti]], ''[[Il Lavoro (quotidiano)|Il Lavoro]]'', 26 ottobre 1939
* [[Arnaldo Frateili|Arnaldo Fratelli]], ''[[La Tribuna]]'', 27 ottobre 1939
* [[Giuseppe Isani]], ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'' n. 81, 10 novembre 1939
== Riconoscimenti ==
▲*
** [[Coppa Mussolini (cinema)|Coppa Mussolini]] come miglior film
== Note ==
<references/>
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* [[Francesco Savio]], ''Ma l'amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime'', Editore Sonzogno, Milano (1975).
* [[Roberto Chiti (critico)|Roberto Chiti]], [[Enrico Lancia]], ''Dizionario del Cinema Italiano. I film dal 1930 al 1944'', vol.1, Editore Gremese, Roma (1993, seconda edizione 2005).
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{
{{portale|cinema}}
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[[Categoria:Coppa Mussolini al miglior film]]
[[Categoria:Film drammatici]]
[[Categoria:Film storici
[[Categoria:Film religiosi]]▼
[[Categoria:Film politici]]
[[Categoria:Film di propaganda fascista]]
[[Categoria:Film diretti da Goffredo Alessandrini]]
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