Terralba: differenze tra le versioni
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{{nd|l'unica frazione di [[Arenzano]]
{{Divisione amministrativa
|Nome ufficiale={{Lingue|it}} Terralba<br />{{Lingue|sc}}
|Panorama=Terralba - Cattedrale di San Pietro (12).JPG
|Didascalia=
|Bandiera= Terralba-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Terralba-Stemma.png
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|Divisione amm grado 1=Sardegna
|Divisione amm grado 2=Oristano
|Amministratore locale=
|Partito=[[lista civica]]
|Data elezione=11
|Data rielezione=13-6-2022
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Sottodivisioni=[[Marceddì]], [[Tanca Marchese]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/terralba.pdf Comune di Terralba - Statuto].</ref>
|Divisioni confinanti=[[Arborea (Italia)|Arborea]], [[Arbus (Italia)|Arbus]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=988
|Nome abitanti={{it}}terralbesi<br/>{{sc}}''terrabesus''
|Patrono=[[san Pietro]]
|Festivo= 29 giugno
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Terralba (province of Oristano, region Sardinia, Italy) - 2016.svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Terralba all'interno della provincia di Oristano
}}
'''Terralba''' (''Terraba'' in [[lingua sarda|sardo]]<ref>Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 40 del 19.07.2010 [http://www.comune.terralba.or.it/dati/calendarioeventipdf/588_0.pdf] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150220141832/http://www.comune.terralba.or.it/dati/calendarioeventipdf/588_0.pdf|data=20 febbraio 2015}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Monte arci golfo oristano.jpg|thumb|upright=1.4|
Il territorio di Terralba si trova nel [[Campidano]] settentrionale, una vasta pianura di origine acquitrinosa confinante ad est con il [[Monte Arci]] e la [[Marmilla]]. La sua popolazione conta oltre
La collocazione dell'abitato trovandosi sul percorso della [[Strada statale 126 Sud Occidentale Sarda]], che
La casa comunale si trova a 9 metri sul livello del mare. I livelli di altitudine più alto e più basso sono rispettivamente di
Terralba dista {{M|23
==== Geologia e idrografia ====
[[File:Obszidián(Vezuv)005.jpg|thumb|Ossidiana del Monte Arci]]
Gli strati più recenti del territorio di Terralba sono depositi di origine alluvionale dei corsi d'acqua provenienti dalle pendici del Monte Arci, dal Medio Campidano e dalla Marmilla. Di questi il Rio Mogoro che ancora oggi crea il [[bacino idrografico]] del territorio di Terralba, ne attraversa i territori, mentre gli altri due, il [[Rio Sitzerri]] e il [[Flumini Mannu (Medio Campidano)|Flumini Mannu]] di Pabillonis sfociano nella laguna di Marceddì su territorio amministrato dai comuni confinanti.
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Un evento che cambiò drasticamente il paesaggio della piana di Terralba, che diede una svolta definitiva alla vita dei suoi abitanti e al futuro assetto amministrativo della zona fu la grande [[bonifica idraulica|bonifica]].
Idea nata a fine XIX secolo
I progetti di prosciugamento delle paludi di "Sa Ussa"
Da non dimenticare l'uso massiccio dell'[[idrovora]], di cui furono costruiti diversi esemplari.
Già pochi mesi dopo l'inizio dei lavori, nella primavera del 1919 furono installate le prime elettropompe alimentate dalla prima linea elettrica ad [[alta tensione]] della zona appositamente costruita per alimentare anche le macchine elettriche utilizzate per i lavori di bonifica, nonché alimentare anche i primi impianti elettrici delle abitazioni della zona.<ref name="arboreaarboreino.it"/>
[[File:Stagno di Marceddì.jpg|thumb|Stagno di San Giovanni e Marceddì]]
L'opera più celebre fu tuttavia la deviazione del Rio Mogoro, che essendo emissario dello stagno di sassu e delle paludi circostanti le alimentava con le sue acque. Il vecchio corso del fiume che per oltre {{M|12
Per dare un'idea della portata dell'opera di bonifica: Furono rimossi diversi milioni di metri cubi di terra, i lavori riguardarono un'area di 18000 ettari. Furono usati tutti i mezzi dell'epoca: escavatori elettrici, nastri trasportatori, ma anche argini, canali, dighe di sbarramento, ponti e lunghe condotte. Furono costruiti {{M|32
Alla bonifica seguì rapidamente l'avvio della coltura dei terreni e ampi piani di rimboschimento.
Già tra il [[1924]] ed il [[1925]] entrarono in funzione i centri agricoli di Tanca Marchese, Linnas, Torrevecchia, Pompongias S'Ungroni, Centro Uno, Centro Due, Centro Tre e Alabirdis, ribattezzato poi Villaggio Mussolini (siamo nel [[1928]]).
Già dal [[1927]] si ebbe un'immigrazione di agricoltori provenienti dal [[Polesine]] (promossa da [[Mussolini]] appunto) con un primo gruppo di circa 150 persone che occuparono i poderi approntati dagli operai sardi e che in seguito verranno imitato da altri gruppi fino a raggiungere una popolazione di oltre {{formatnum:1500}} abitanti.<ref name="arboreaarboreino.it"/>
La bonifica non segnò solo il rilancio dell'agricoltura e dell'allevamento nei nuovi terreni sottratti alle [[palude|paludi]], ma anche il miglioramento delle condizioni sanitarie e il declino di un incubo onnipresente da due millenni nella piana di Terralba, la [[Malaria]]<ref>[http://www.arboreaarboreino.it/malaria.htm Arborea e l'Arboreino la bonifica della piana di Terralba di A. Michele Angioni-premessa<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090731103250/http://www.arboreaarboreino.it/malaria.htm |data=31 luglio 2009 }}</ref>.
=== Clima ===
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Le [[precipitazioni]] sono scarse. Piove poco e sotto forma di temporali anche violenti. Le precipitazioni si concentrano nel tardo autunno e in primavera, sono più scarse in inverno e rarissime in estate. Il terralbese è continuamente esposto all'azione del vento.
I venti che soffiano più frequentemente sono il [[maestrale]] proveniente da Nord-Ovest prevalentemente durante i mesi freddi o lo [[Scirocco]], un vento caldo da Sud-Est prevalentemente durante i mesi estivi e chiamato localmente ''
Per questo suo particolare clima ventilato durante tutto l'anno non è raro percorrendo le campagne vedere alberi o i pini marittimi lungo la costa che il continuo spirare del vento ha piegato nel corso degli anni. Secondo la [[classificazione climatica]] Terralba è classificato in zona C.<ref name="comuni-italiani.it"/>
In base alla media trentennale di riferimento ([[1971]]-[[2000]]) della [[Stazione meteorologica di Capo Frasca]], situata il linea d'area a meno di {{M|16
{{ClimaAnnuale
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| intensità12 = 3.3
}}
== Origini del nome ==
Il toponimo Terralba trae origine dalle locuzioni latine "terra", riferita al terreno e "alba", bianca, riferita alla zona caratterizzata da una piana di terreno chiaro composto da [[argille]] biancheggianti ricoperte da uno strato di terra, sabbia e ghiaia spessa circa un paio di metri.
== Storia ==
=== Dalle origini all'abbandono di Neapolis ===
La presenza dell'uomo nel territorio di Terralba risale al
[[File:Artifacts (front).jpg|thumb|upright=0.7|left|Punte di frecce e lance in ossidiana e altri minerali risalenti al periodo Neolitico]]
Già nel [[
L'ossidiana
[[File:Cultura nuragica, bronzetto di testa di principessa con copricapo a larga falda, da s'arrideli (torralba, or), IX secolo ac.jpg|thumb|[[Bronzetto nuragico]] da Terralba]]
In epoche successive anche nella piana di Terralba, come nel resto dell'isola, si insediarono le popolazioni nuragiche. Di quell'epoca rimangono i ruderi di sette insediamenti nel territorio comunale.
Secondo la tradizione, la storia di Terralba iniziò in un villaggio sulle coste dello stagno di San Giovanni chiamato Osea e fondato intorno al 1000 a.C. Le continue incursioni piratesche costrinsero i suoi abitanti ad abbandonare il villaggio e trasferirsi nella vicina città di [[Neapolis (Sardegna)|Neapolis]]<ref name="comune.terralba.or.it">{{Cita web |url=http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/la-nostra-storia/index.aspx?m=53&did=283 |titolo=Sito web del Comune di Terralba, Provincia di Oristano<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=2 marzo 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110819001610/http://www.comune.terralba.or.it/it/primo-piano/la-nostra-storia/index.aspx?m=53&did=283 |dataarchivio=19 agosto 2011 |urlmorto=sì }}</ref>, fondata dai [[fenici]] e poi occupata dai [[cartaginesi]], divenendo uno degli scali marittimi più importanti del commercio sardo-cartaginese. La città era cinta da mura, provviste di quattro torri angolari e di acquedotti in cui venivano raccolte le acque piovane come a [[Cartagine]].
Nel 238 a.C. i romani occuparono Neapolis facendola fiorire come uno dei maggiori centri abitati della zona, ampliandola ulteriormente fino a un'estensione di circa 34 ettari e abbellendola secondo l'uso romano, con monumenti e fregi come le Grandi erme di epoca tardo-imperiale<ref>[http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=21300&v=2&c=2488&c1=2127&t=1 Sardegna Cultura - Luoghi della cultura - Monumenti<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Abitata fino al periodo [[bizantino]], successivamente anche Neapolis fu conquistata dai saraceni e gli abitanti superstiti decisero di spostarsi<ref>[http://www.provincia.mediocampidano.it/mediocampidano/it/neapolis.wp;jsessionid=3D3D7F414496E5D2A438AE19AD6DB549 Provincia Medio Campidano| Guspini, Neapolis<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> qualche chilometro nell'interno.
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Abbandonata Neapolis dopo l'ennesima incursione saracena, gli abitanti si spostarono nell'interno e verso il [[1017]] fondarono Terralba. Non esistono documenti ufficiali che supportino l'effettivo motivo dell'abbandono di Neapolis a favore del nuovo insediamento di Terralba, ma molti studiosi sono concordi nell'affermare che la posizione interna del nuovo centro abitato avrebbe garantito una maggior sicurezza agli abitanti e sarebbe stata più idonea all'[[agricoltura]] e alla [[pastorizia]]<ref name="comune.terralba.or.it"/>. Le rovine di Neapolis sono ancora presenti in prossimità della costa sullo stagno di San Giovanni, non lontano dall'odierna frazione di Marceddì.
Il nome Terra alba compare per la prima volta nel [[1048]] in un documento dove è citato un vescovo di nome Francesco e in un documento risalente al periodo del [[Giudicato di Arborea]] datato 15 ottobre [[1102]] compare invece nella versione Terralba così come conosciuto oggigiorno.
Terralba nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea compresa nella [[curatoria]] di Bonorzuli della quale divenne capoluogo in sostituzione di Neapolis, abbandonata in seguito alle continue incursioni saracene.
Venne trasferita a Terralba anche la [[diocesi]], quando anche il vescovo Mariano I abbandonò Neapolis e con esso giunsero a Terralba anche il pulpito ligneo, il crocifisso e la statua di San Pietro, patrono di Neapolis prima, [[Santo patrono|patrono]] di Terralba ora.
L'elevazione di Terralba a sede vescovile permise all'abitato di fiorire economicamente e divenire un centro di riferimento del circondario. Con questo periodo coincise l'edificazione della chiesa di San Pietro, la cui costruzione iniziò nel [[1144]]. Nel [[1503]] la sede della diocesi fu spostata ad [[Ales]] dal [[Papa Giulio II]] della Rovere.<ref name="comune.terralba.or.it"/>
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Nel [[1527]] Terralba subì il [[saccheggio]] dei [[corsari barbareschi]], spintisi per la prima volta nell'interno, che misero a ferro e fuoco l'abitato e rapirono gli abitanti che non riuscirono a fuggire. Nel [[1580]] Terralba giaceva ancora in rovina e così rimase per altri 22 anni fino al [[1602]] quando iniziò un timido ripopolamento.
[[File:Terralba - Torre vecchia di Marceddì (05).JPG|miniatura|Torre vecchia di Marceddì]]
Bisognerà attendere fino al [[1640]] per una vera rinascita del borgo, quando il barone di [[Uras]], nel cui feudo il paese si trovava, ne promosse il ripopolamento per acquisirne i diritti feudali
Nel [[1668]] Terralba conta {{formatnum:1250}} abitanti<ref name="ReferenceA">
=== Dal Regno di Sardegna al XXI secolo ===
Nel 1718 alla dominazione spagnola subentra il dominio di [[Casa Savoia]] nell'intera isola.
Nel Settecento il territorio di Terralba era ancora un immenso acquitrino in cui imperversava la
Si dovrà attendere fino al 1895 per iniziare a ideare la grande bonifica, che finalmente alla fine del 1918 prenderà il via e che nel decennio successivo trasformerà l'acquitrinosa piana di Terralba in 20000 ettari di terreno coltivabile, ma non avrà ancora risolto pienamente il problema della
Nel [[1840]], con la soppressione del sistema feudale, il paese fu riscattato agli Osorio de la Cueva, ultimi feudatari e successori dei Centelles, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale, e dal [[1859]] al [[1927]] Terralba fu capoluogo dell'omonimo mandamento, nel circondario di Oristano in provincia di Cagliari.
Nel [[1872]] anche la piana di Terralba viene raggiunta e collegata al resto dell'isola dalla ferrovia. La vicina [[stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea]] aprì in concomitanza col passaggio del primo convoglio il 9 aprile 1872.
Nel 1928 (siamo nel ventennio fascista) nei nuovi territori bonificati viene fondato il Villaggio Mussolini. Nello stesso anno con il Regio Decreto N°2230 firmato da [[Vittorio Emanuele III]] i comuni limitrofi di Marrubiu e San Nicolò d'Arcidano vengono accorpati al comune di Terralba divenendone frazioni.<ref name="prolocomarrubiu.it">[http://www.prolocomarrubiu.it/marrubiu.php?id=8 ProLoco Marrubiu<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120805203346/http://www.prolocomarrubiu.it/marrubiu.php?id=8 |data=5 agosto 2012 }}</ref>
Nel 1930 il Villaggio Mussolini viene elevato a comune indipendente. Questa divisione del territorio segna per Terralba la perdita quasi totale dei territori appena bonificati e una drastica riduzione del territorio comunale<ref>[http://www.arboreaarboreino.it/arborea.htm Arborea e l'Arboreino la bonifica della piana di Terralba di A. Michele Angioni-premessa<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100115021341/http://www.arboreaarboreino.it/arborea.htm |data=15 gennaio 2010 }}</ref><ref name="ReferenceB">
Nel 1947 San Nicolò d'Arcidano annesso nel 1928 al comune di Terralba viene nuovamente elevato a comune indipendente<ref name="comunas.it">[http://www.comunas.it/j/v/420?s=5&v=9&c=2019&na=1&n=10&c1=2033&t=1 I Comuni della Sardegna in Rete - Storia - Regione Autonoma della Sardegna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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Nel 1948 anche Marrubiu annessa 20 anni prima al comune di Terralba viene nuovamente elevata a comune indipendente a seguito della rivolta degli abitanti del 10-13 dicembre 1947 contro l'unione al comune di Terralba e culminata durante una manifestazione con l'assassinio di Terenzino Trudu.<ref name="prolocomarrubiu.it"/><ref name="comunas.it"/>
Sempre del 1948 è la costruzione della Cantina Sociale di Terralba<ref name="ReferenceC">
È sempre del
Fino al 16 luglio 1974, data in cui fu costituita la
Lunedì 18 novembre 2013, Terralba subisce l'alluvione dovuta alle piogge intense scaricate dal ciclone "Cleopatra". Le vie della parte bassa del centro abitato vengono invase da circa un metro d'acqua, che nei seminterrati sfiora i tre metri.
Al
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del comune di Terralba sono stati concessi con [[decreto del presidente della Repubblica]] dell'11 settembre 1996.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?3423 |titolo= Terralba, decreto 1996-09-11 DPR, concessione di stemma e gonfalone |accesso= 23 novembre 2021 |sito= Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
; Stemma
{{Citazione|[[Campo di cielo]], alla [[Torre (araldica)|torre]] d'oro, murata di nero, [[Attributi araldici di forma geometrica#Merlato alla guelfa|merlata alla guelfa]] di quattro, finestrata di quattro di nero, tre finestre sotto la merlatura, la quarta, grande e centrale, a metà altezza, essa torre posta a destra, fondata sulla [[Campagna (araldica)|campagna]] di azzurro, mareggiata di argento e unita al veliero di tre vele, uscente dalla torre, con la prora a sinistra, lo scafo di verde, le vele di argento, la vela posta più vicino alla poppa seminascosta dalla torre, i due alberi di nero, i due gagliardetti, sventolanti a sinistra, di argento. Ornamenti esteriori da Comune.<ref name=AralCiv>{{Cita web |url=http://www.araldicacivica.it/comune/terralba/ |titolo=Terralba |sito=Araldicacivica |accesso=21 febbraio 2023}}</ref>}}
; Gonfalone
{{Citazione|Drappo di bianco, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione [[Attributi araldici di posizione#Centrato|centrata]] in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.<ref name=AralCiv />}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Nel territorio di Terralba sono presenti varie chiese: la [[concattedrale di San Pietro (Terralba)|concattedrale di San Pietro]] in
====
{{vedi anche|Concattedrale di San Pietro (Terralba)}}
Ricostruita a partire dal 1821 in forma [[Architettura barocca|tardo-barocca]] sul sito della più antica cattedrale
Ai primi dell'Ottocento l'antica cattedrale si trovava in uno stato di pessima conservazione, si decise perciò di demolirla per far posto ad una nuova struttura.
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Nella cattedrale sono custoditi capitelli provenienti da Neapolis e recuperati dalla demolizione dell'abside della precedente cattedrale del 1144. Sono inoltre conservati il fonte battesimale del 1626, il pulpito ligneo del XVII secolo ed una preziosissima croce argentea spagnola.
Risalgono al XVII anche le statue lignee di San Pietro, della Madonna del Rosario e della Madonna del Rimedio<ref>[http://www.ilterralbese.it/sanpietro_terralba.htm Chiesa di San Ciriaco Terralba<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081007061906/http://www.ilterralbese.it/sanpietro_terralba.htm |data=7 ottobre 2008 }}</ref>.
==== Chiesa di San Ciriaco ====
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Visto lo stato di degrado della struttura, nel 1949 se ne dispose la demolizione e la ricostruzione. Nel 1958 la chiesa venne consacrata. Tra il 1996 ed il 1997 la chiesa è stata restaurata e abbellita. La navata centrale in cemento è stata rivestita da un elegante trabeatura lignea e due navate laterali a soffitto sporgente.
Il presbiterio è arredato da una mensa marmorea e da un [[ambone]], anch'esso marmoreo. In prossimità della parete si trova un tabernacolo, una statua di San Ciriaco e un grande Crocifisso di ceramica, capolavoro dell'artista terralbese Dina Pala.
Nella chiesa sono custoditi un prezioso quadro storico di Padre Lilliu, il sarcofago di Maria Bambina, le campane ed il Tabernacolo del precedente edificio. Sono inoltre visibili due statue di San Ciriaco di cui la più piccola usata durante la processione in occasione dei festeggiamenti del Santo l'8 agosto<ref>[http://www.ilterralbese.it/sanciriaco.htm Chiesa di San Ciriaco Terralba<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081007061901/http://www.ilterralbese.it/sanciriaco.htm |data=7 ottobre 2008 }}</ref>.
==== Chiesa della Madonna di Bonaria (Marceddì) ====
[[File:Terralba - Marceddì - Chiesa della Madonna di Bonaria (02).JPG|thumb|Chiesa della Madonna di Bonaria]]
Dedicata alla Madonna di Bonaria, questa chiesa fu costruita nel 1930<ref name="ReferenceB"/> su un terreno donato da un privato cittadino per far fronte all'ostacolo di trovare un luogo giudicato adatto dove conservare il SS. Sacramento in occasione della festa della Madonna di Bonaria<ref name=autogenerato1>
==== Chiesa di Gesù Maestro (Tanca Marchese) ====
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Il costo della costruzione si aggirò sulle 800000 lire dell'epoca.<ref name="ReferenceC"/> Dopo un periodo di profondo degrado la casa comunale è stata interamente ristrutturata e ammodernata negli anni novanta riascquistando la bellezza di un tempo.
====
La [[Casa del Fascio]] chiamata anche Dopo lavoro, fu costruita nel 1932<ref name="ReferenceC"/>. Durante il [[ventennio fascista]] funse da sede locale del [[Partito Nazionale Fascista]] ed è stata un punto di aggregazione per i Terralbesi anche dopo il secondo conflitto mondiale, diventando un cinema, fino al lento declino che la portò al completo abbandono e degrado. Rimasta per decenni in questo stato, durante gli anni novanta è stata recuperata ed inaugurata nel 2002. Oggi è sede del Teatro Civico, spesso utilizzata anche per conferenze,
==== Le scuole elementari di via Roma ====
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=== Siti archeologici ===
Il territorio di Terralba, grazie ai suoi fertili suoli sabbiosi, è stato abitato sin dal Neolitico; in particolare le testimonianze rinvenute in alcuni siti dislocati nelle campagne (tra i quali San Giovanni, San Ciriaco, Bau Angius) riportano alla [[Cultura di Ozieri]]<ref>E. Atzeni, Reperti neolitici dall'Oristanese, in Sardinia Antiqua. Studi in onore di Piero Meloni in occasione del suo settantesimo compleanno, Cagliari 1992, pp. 35-44; T. Cossu, Ceramiche di cultura Ozieri dalla stazione di S. Giovanni - Terralba, in La ceramica racconta la storia, Atti del Convegno "La ceramica artistica, d'uso e da costruzione nell'Oristanese dal Neolitico ai giorni nostri", Oristano 1995, pp. 45-70</ref>. Altre testimonianze venute alla luce nei pressi della chiesa di San Ciriaco hanno dato lo stesso nome a una facies regionale inquadrabile nel Neolitico Recente. Sebbene il terralbese offra anche numerose testimonianze della civiltà nuragica, la gran parte delle testimonianze conosciute risale al periodo della dominazione punica. Grazie alle ricerche pluriennali di Gino Artudi e Sandro Perra, seguite dalle indagini sistematiche dell'équipe guidata Peter Van Dommelen, è stato possibile individuare i resti di numerosissimi insediamenti rurali (il periodo di maggior frequentazione si colloca tra fine V e III-II secolo a.C.), la cui densità non trova confronti con nessun altro contesto punico del Mediterraneo<ref>G Artudi, S. Perra, Gli insediamenti punico-romani nel territorio di Terralba, In Terralba Ieri&Oggi, 16, 1994; R. Zucca, Neapolis e il suo territorio, Oristano 1987; per le ricerche di P. Van Dommelen si veda da ultimo il "Terralba project": http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101206100729/http://www.sardinia.arts.gla.ac.uk/terralba.htm |data=6 dicembre 2010 }}</ref>. Evidentemente il fertile territorio della piana di Terralba rientrava in un programma organizzato di sfruttamento agricolo, in cui forse la coltura della vite aveva un'importanza primaria.
Nelle campagne, nel [[1960]], in località ''Pauli Putzu'', sono state rinvenute casualmente dieci [[tomba|tombe]] di [[età romana]] con corredo funerario. Il corredo rispecchiava la condizione sociale ed economica del defunto e aveva lo scopo di accompagnarlo nel lungo viaggio nell'[[oltretomba]]; comprendeva una [[moneta]], una [[lucerna]], il [[lacrimatoio]], piatti ed anfore. L'opera devastatrice dei tombaroli ha però provocato danni irreparabili alla [[necropoli]]. Infatti, solo 33 reperti sono stati recuperati e sono ora conservati presso la Scuola Media Statale di Terralba<ref>Gino Artudi</ref>.
Riga 323 ⟶ 312:
=== Aree naturali ===
====
[[File:Purple swamphen.jpg|thumb|Pollo sultano]]
Le due lagune hanno fondali con profondità molto diverse, dato che lo
Anche i regimi di [[salinità]] sono assai diversi: le acque dello Stagno di San Giovanni oscillano tra il 27%(in Inverno) e il 32%(in Estate) di salinità mentre quelle di Marceddì conservano una salinità tra il 33% e il 35% tutto l'anno.
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Le differenti profondità e salinità dei due stagni influenzano la vegetazione e la fauna che li circondano.
[[File:Phoenicopterus roseus.jpg|thumb|left|Fenicotteri rosa in volo]]
Lagune con un ecosistema unico, arrivano ad ospitare oltre 5000 uccelli svernanti e rappresentano una delle zone di maggiore concentrazione e [[nidificazione]] di specie rare e vulnerabili come il [[Porphyrio porphyrio]] (Pollo Sultano), specie presente in Sardegna e in nessun'altra zona d'Italia e l'[[Ardea purpurea]]
Le specie svernanti più comuni sono la [[
È inoltre possibile avvistare l'[[Aythyinae]] (
Entrambe le lagune rientrano in una vasta [[
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
Per un lungo periodo, dal 1861 al 1921 il saldo di crescita si mantenne statico, con una popolazione pressoché invariata sotto i
Con l'avvio della bonifica la situazione cambiò repentinamente e la crescita demografica progredì
Complice dell'inizio della crescita demografica furono la creazione di una microeconomia di zona che ruotò intorno agli ingenti lavori di bonifica e di conseguenza l'indotto di operai a essa destinati, immigrati dal resto dell'
Nei decenni successivi l'indice di crescita demografica positivo fu possibile grazie ai risultati ottenuti con la bonifica: nuovi terreni coltivabili e un netto miglioramento della salubrità della piana di Terralba che attirarono nuovi abitanti.
Riga 354 ⟶ 343:
{{Demografia/Terralba}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Su una popolazione totale di {{formatnum:10305}} abitanti al 31 dicembre 2010, gli stranieri residenti nel comune di Terralba sono 133, che corrispondono a un tasso di immigrazione straniera del 13 per mille.
Terralba è il comune della provincia col più alto numero di immigrati, seconda solo al capoluogo Oristano.
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La lingua parlata è l'[[Lingua italiana|italiano]], benché nelle conversazioni locali sia diffuso e largamente usato il [[sardo campidanese]]. Il sardo campidanese come tutte le altre variazioni del [[Lingua sarda|sardo]] è sostanzialmente una [[Lingue romanze|lingua romanza]] derivata dal [[Lingua latina|latino]].
{{cn|Nell'ambito del sistema della [[lingua sarda]], le varianti Campidanesi sono considerate quelle che esibiscono maggiori differenze dal modello del latino classico. Alcuni studiosi concordano nell'affermare che tali differenze potrebbero essere attribuite ad un substrato etnico delle popolazioni del [[Campidano]] meno prossime al Latino, dovute alle influenze [[fenici]]e e [[cartaginesi]] che avrebbero causato una diversa evoluzione del latino volgare rispetto al [[Sardo logudorese|logudorese]] che ne conserva maggiormente la forma.}}
Il sardo campidanese parlato nella piana di Terralba abbraccia particolari della variante del campidanese oristanese e del campidanese rustico, trovandosi a cavallo delle due zone linguistiche.
Nell'oristanese è caratteristica l'elisione della '''N'''' intervocalica da cui
L'Oristanese
Caratteristiche fonetiche del campidanese rustico sono l'elisione della '''L''', per cui
Nella vicina frazione di Tanca Marchese è presente una minoranza di [[lingua veneta]] derivata dalle massicce immigrazioni dal [[Polesine]] degli anni trenta, in continuo calo in quanto i figli degli immigrati la stanno progressivamente abbandonando in favore dell'italiano.
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=== Religione ===
La maggioranza della popolazione di Terralba è di fede [[Cattolicesimo|
Oltre ai [[
=== Istituzioni, enti ed associazioni ===
====Unione dei
Per sopperire in modo più sinergico e funzionale alle necessità dei comuni della
Tra le sue funzioni il
I
[[File:Terralba-Stemma.png|left|15px]]Terralba<br />
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== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche e archivi ====
A Terralba è presente una biblioteca comunale intitolata a [[Sebastiano Satta]]. Attualmente ha sede in via [[Giuseppe Zedda]].
Nello stesso edificio ha sede anche l'archivio storico, inaugurato nel 2014.
==== Scuole ====
A Terralba esistono
) e un istituto grafico.
==== Musei ====
* Museo
* Museo del mare a [[Marceddì]]
* Museo storico etnografico Eliseo
=== Eventi ===
==== Fuoco di
Come in altre zone d'Italia anche a Terralba nella notte tra il 16 e il 17 gennaio è tradizione far festa bruciando dei falò di arbusti dedicati a Sant'Antonio patrono del fuoco.
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==== Carnevale ====
Tradizionali le zeppole distribuite dalla Pro Loco durante "su mattisi de coa", ovvero il [[martedì grasso]] e i malloreddus alla campidanese sono distribuiti dopo la sfilata della domenica.
==== San Ciriaco ====
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Santo da cui prende nome l'omonimo quartiere e a cui è dedicata la chiesa del quartiere, la seconda dell'abitato di Terralba.
Le celebrazioni ed i festeggiamenti si svolgono l'8 agosto, con una nutrita processione del santo per il quartiere e il tipico mercato con bancarelle di ogni tipo che anima l'ultimo tratto di
==== Festa della Madonna di Bonaria ====
Ogni anno, a partire dal 1924, nel mese di agosto, il venerdì successivo a Ferragosto iniziano i festeggiamenti in onore della Madonna di Bonaria, patrona Massima della Sardegna. Il venerdì, dopo la messa celebrata nella Concattedrale di San Pietro Apostolo, parte il pellegrinaggio con il Simulacro della Vergine da Terralba verso la borgata di Marceddì, dove è presente una chiesa a lei dedicata. Il simulacro viene trasportato su una barca trainata da un trattore e seguita dai fedeli a piedi che la accompagnano lungo un tragitto lungo circa 12 km, che attraversa le vie Porcella, Neapolis, strada 3, strada longitudinale 22, strada 4 e via della Pineta in Marceddì, fino a giungere in chiesa. Il pellegrinaggio si conclude con il canto de "Is Coggius".
Il giorno successivo il simulacro viene trasportato in spalla lungo le vie della Borgata. La notte è tradizionalmente eseguito uno spettacolo pirotecnico, ampiamente suggestivo grazie al riflesso delle luci nell'acqua.
Il clou dei festeggiamenti si ha la domenica, con la solenne processione a mare. Il simulacro viene trasportato ogni anno in una barca diversa e attraversa la laguna di Marceddì, seguito da decine di barche piene di fedeli e pescatori, che si affidano all'intercessione della Vergine. La suggestiva processione è seguita da una messa solenne.
Il simulacro rimane a Marceddì fino al sabato successivo, con delle celebrazioni religiose che si svolgono ogni giorno nella chiesetta. Il sabato sera parte il pellegrinaggio verso Terralba, lungo stavolta 14 km, che attraversa anche la frazione di Luri, appartenete al comune di [[Arborea (Italia)|Arborea]], [[Tanca Marchese]], per poi giungere alla [[Concattedrale di San Pietro (Terralba)]]. I festeggiamenti si concludono con la benedizione eucaristica.
Il 12 agosto 2023, in occasione del 100 anniversario della festa, il simulacro e stato restaurato e solennemente incoronato con delle corone d'oro dal Cardinale [[Arrigo Miglio]] nella [[Concattedrale di San Pietro (Terralba)|Concattedrale di San Pietro.]] Alla cerimonia erano presenti le massime autorità civili e militari del luogo, oltre a centinaia di fedeli.
== Geografia antropica ==
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Quartiere storico del centro abitato, prende il nome da una fontana pubblica (oggi non chiaramente visibile) a cui un tempo quando ancora non era disponibile l'acqua corrente nelle case attigevano l'acqua tutti gli abitanti del quartiere.
Porta il nome del quartiere una lunga via in realtà senza sbocco da cui si diramano numerosi altri vicoli anch'essi ciechi. In molti punti sono ancora visibili le vecchie case di una volta costruite con
==== Su Cungiau de is domus beccias ====
Letteralmente
Il quartiere porta questo nome più presumibilmente per la presenza di manufatti e zone di interesse archeologico risalenti al periodo Fenicio-Cartaginese e Romano, che oggi in molti punti si trovano al di sotto delle costruzioni contemporanee.
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==== P.I.P. ====
È il quartiere artigianale sorto a circa {{M|2
=== Frazioni ===
Sono luoghi di interesse per ragioni diametralmente opposte le due frazioni di Marceddì, Torrevecchia e Tanca Marchese:
==== Marceddì ====
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==== Tanca Marchese ====
{{vedi anche|Tanca Marchese}}
Nata con l'avvio della bonifica, [[Tanca Marchese]] (in [[lingua sarda]]
In particolare questa influenza storica è ancora visibile in Piazza Sant'Antonio, dove la totalità delle costruzioni conserva tuttora sull'architettura tutti gli effetti dell'influenza architettonica settentrionale.
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== Amministrazione ==
=== Elenco
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[
|[[1902]]
|Felice Porcella
|[[Partito Socialista Italiano]]
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}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1902]]
|[[1905]]
|Salvatore Ghiani
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1905]]
|[[1913]]
|Felice Porcella
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1913]]
|[[1919]]
|Cornelio Villafranca
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1920]]
|[[?]]
|Giuseppe Espis
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1921]]
|[[?]]
|Battista Manca
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1922]]
|[[1923]]
|Giuseppe Dessì
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1923]]
|[[?]]
|Guerino Melis
|[[?]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1926]]
|[[1946]]
|
|[[Partito Nazionale Fascista]]
|[[Podestà (fascismo)|Podestà]]
|Carica non elettiva
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1952]]
|Severino Lay
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1952]]
|[[1956]]
|Emilio Cuccu
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1956]]
|[[1960]]
|Emilio Cuccu
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1960]]
|[[1964]]
|Francesco Pani
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Destra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1964]]
|[[1967]]
|Francesco Pani
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Destra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1967]]
|[[1970]]
|Emma Atzori
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Sinistra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[1972]]
|Ioele Atzeni
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Destra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1973]]
|[[1975]]
|Emma Atzori
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Sinistra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1975]]
|[[1979]]
|Angelino Fanari
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1979]]
|[[1980]]
|Ada Maria Lai
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1980]]
|[[1982]]
|Italo Loi
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1982]]
|[[1985]]
|Giovanni Paolo Salaris
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Sinistra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1985]]
|[[1990]]
|Enzo Atzei
|[[Partito Comunista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1990]]
|[[1992]]
|Gesuino Loi
|[[Partito Socialista Italiano]]
Riga 581 ⟶ 727:
{{ComuniAmminPrec
|[[1997]]
|[[
|Maria Cristina Manca
|[[Centro-Sinistra]]
Riga 588 ⟶ 734:
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[
|[[2007]]
|Gian Pietro Pili
Riga 605 ⟶ 751:
{{ComuniAmminPrec
|[[2012]]
|[[2017]]
|Pietro Paolo Piras
|[[Lista civica]]
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Sinistra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2017]]
|[[2022]]
|Sandro Pili
|[[Lista civica]] "La tu@ Terralba"
|[[Sindaco]]
|[[Centro-Destra]]
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2022]]
|in carica
|Sandro Pili
|[[Lista civica]] "La tua Terralba"
|[[Sindaco]]
|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
==Sport==
La cittadina di Terralba è la città natale di Fausto Atzori, nonno di Francesco (detto Pecco) Bagnaia, due volte campione del mondo di MotoGP. Rappresenta una figura fondamentale nella sua infanzia e nel suo inizio con le moto.
Città natale di Luigino Vallongo ([[Terralba]], [[1º novembre]] [[1943]]), [[Allenatore|allenatore di calcio]] ed ex [[calciatore]] [[Italia|italiano]], di ruolo [[Attaccante (calcio)|attaccante]].
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Salaris Giovanni Paolo, “Terralba” in {{cita libro|1=|2=|3=Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 5 (S-Z)|4=2006|5=Carlo Delfino editore|6=Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589131|ISBN=88-7138-430-X|accesso=10 dicembre 2012|dataarchivio=22 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210122192913/http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589131|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|1=|2=|3=Grande Enciclopedia della Sardegna|4=2007|5=Newton&ComptonEditori|6=Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|accesso=10 dicembre 2012|dataarchivio=11 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120611055129/http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|urlmorto=sì}}
*
* Soru Maria Carmela
* Lai Ada Maria, “Alcuni aspetti della situazione giuridica e sociale del comprensorio ittico di Marceddì 1774-1973”, Cagliari, 1974
* Pani Marco, "Territorio e modelli di sviluppo produttivo nella piana di Terralba dal secondo dopoguerra agli anni novanta", Cagliari, 2002
* Pinna Fabrizio, "“Il compendio ittico di Marceddì tra questione sociale e impatto ambientale”, Cagliari, 2005
* Statzu Sanna Marco, “Terralba dal medioevo ai nostri giorni”, Terralba, Editrice Selas, 1998
* Serra Adriano, “Marceddì. La valle e la borgata: tra leggenda, storia, burocrazia e sprechi”, Oristano, Edizioni il Pittore D'Oro, 2019
* "Terralba Ieri & oggi", rivista semestrale di attualità.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comunas.it/terralba/|La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna}}
{{
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Sardegna}}
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